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Dal passato al presente - Apollo

Date post: 13-Mar-2016
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Percorso figurativo di arte e cultura dell'antica Grecia
16
... al presente Dal passato... Apollo
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Page 1: Dal passato al presente - Apollo

... al presenteDal passato...

Apollo

Page 2: Dal passato al presente - Apollo

Apollo e LatonaDal passato...

Latona generò, congiunta d’amore con Giove,

Artemide, che gode lanciare le frecce, ed Apollo;

e fu la sua progenie diletta tra tutti li Urani.

Esiodo, Teogonia

Latona e Apollo, VI secolo a.C. Roma, Museo Nazionale di Villa Giulia.

Page 3: Dal passato al presente - Apollo

Apollo dio delle artiDal passato...

Apollo fra sue man d’ogni arte chiude,

d’ogni scienza l’onorata insegna,

ventura e vaticinj Apollo schiude;

d’arco instrutto e di lira Apollo regna

fra poeti ed arcieri, e al seme umano

prendere indugio dalla morte insegna.

Callimaco, Inno ad Apollo, vv. 55-60

Apollo in viaggio sul tripode oracolare, 490 a.C. Città del Vaticano, Museo Gregoriano Etrusco.

Page 4: Dal passato al presente - Apollo

Apollo punisce MarsiaDal passato...

Quando quel tale ebbe terminato di raccontare la fine di quei Lici, un altro si sovvenne del Satiro che suonando il flauto fu vinto in una gara dal figlio di Latona e punito. “Perché mi sfili dalla mia persona? – gridava il Satiro – Ahi, mi pento! Ahi, il flauto non valeva tanto!” Urlava e la pelle gli veniva strappata da tutto il corpo, e non era che un’unica piaga: il sangue stilla dappertutto, i muscoli restano allo scoperto, le vene pulsanti brillano senza più un filo d’epidermide; gli potresti contare i visceri che palpitano e le fibre translucide sul petto. I Fauni campagnoli, divinità dei boschi, e i Satiri suoi fratelli, e Olimpo, a lui caro anche in quel momento, lo piansero, assieme a chiunque su quei monti faceva pascolare greggi lanute e mandrie cornute. Il suolo fertile s’inzuppò delle lacrime che cadevano, e inzuppatosi le raccolse e le assorbì fin nel profondo delle proprie vene; poi le convertì in un corso d’acqua, e riversò quest’acqua all’aria aperta. Così quel fiume che da lì corre tra rive in declivio verso il mare ondoso, si chiama Marsia, il più limpido fiume della Frigia.

Ovidio, Metamorfosi, libro VI, vv. 382-400

Supplizio di Marsia

sconfitto da Apollo nella

gara di canto,45-79 d.C.,

affresco staccato e

inserito in una cornice lignea, altezza 25 cm,

larghezza 57 cm, spessore 5

cm. Napoli, Museo

Archeologico Nazionale.

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Apollo dio della bellezzaDal passato...

Lui né beltà, né gioventù vien meno,

né velo di calugine gli asconde

delle tenere gote il bel sereno.

Balsami piove dalle trecce bionde,

né di balsami pur schietta rugiada,

ma veramente panacea diffonde.

Callimaco, Inno ad Apollo, vv. 46-51

Apollo del Belvedere, 130-140 d.C., copia romana dell’originale bronzeo del IV secolo a.C. dello scultore Leocare. Città del Vaticano, Musei Vaticani.

Page 6: Dal passato al presente - Apollo

Apollo e le Muse... al presente

Così cantar le Muse che hanno soggiorno in Olimpo,

le nove figlie nate da Giove possente,

Tersicore, Polimnia, Melpomene, Urania, Talia,

Euterpe, Erato, Clio, Calliope: è questa fra tutte

egregia, essa dei re venerandi mai sempre compagna.

[…] Il sacro dono che porgon le Muse ai mortali,

ché, per voler delle Muse, d’Apollo che lungi saetta,

cantori e citaristi divengono gli uomini in terra.

Esiodo, Teogonia

Raffaello Sanzio, Il Parnaso, 1510-1511, affresco, base 670 cm. Città del Vaticano, Musei Vaticani, Stanza della Segnatura.

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Apollo e i figli di Niobe... al presente

Ospite fermati e guarda: di Niobe Tantalide piangi –

Sboccata donna – gli infiniti lutti.

Hanno le frecce di Febo e d’Artemide a terra riverso

Dodici frutti del suo grembo; e lei,

con un aspetto di sasso e di carne commisto, s’impietra;

l’alto ghiacciato Sipilo ne geme.

Subdolo morbo per l’uomo la lingua, di cui la sfrenata

Dissennatezza genera sventura.

Teodorida, Antologia Palatina, libro XVI

Abraham Bloemaert, Morte dei figli di Niobe, 1591, olio su tela. Copenaghen, Statens Museum for Kunst.

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Apollo e Pan sottoposti al giudizio di re Mida... al presente

Tediato dalla ricchezza, Mida viveva in campagna e tra i boschi,onorando Pan, che ha la sua dimora negli antri dei monti.[…] Qui Pan, un giorno che, vantando alle tenere ninfe i propri carmi,modulava sulle canne della zampogna un'aria di canzone,osò spregiare, a suo paragone, la musica di Apollo,e così giunse (Tmolo come giudice) a una sfida, ahimè, rischiosa.Assiso sulla sua montagna, il vecchio giudice scostògli alberi dalle orecchie; cinse la sua chioma cerulea soltantodi quercia e con qualche ghianda che pendeva intorno alle tempie;quindi, rivolto al dio delle greggi, disse: «Il giudice è pronto:si cominci». E Pan si mise a suonare la sua rustica zampogna,incantando col suo canto selvaggio Mida, che per casogli era accanto. Quand'ebbe finito, il sacro Tmolo rivolse il voltoverso quello di Febo e tutto il bosco ne seguì lo sguardo.Febo, col capo biondo cinto dall'alloro del Parnaso,sfiorava il suolo con un mantello sfolgorante di porpora,e con la sinistra reggeva la cetra tempestata di gemmee intarsiata d'avorio; nell'altra mano teneva il plettro.La sua posa rivelava l'artista. E allora col pollice espertofece vibrare le corde con tanta dolcezza che, affascinato,Tmolo invitò Pan a dare vinta dalla lira la sua zampogna.Il verdetto del venerato monte fu approvatoda tutti; eppure Mida, lui solo, lo biasimò,definendolo ingiusto. Il dio di Delo non si rassegnòche quelle stolide orecchie conservassero forma umana,e così gliele allungò, ricoprendole di peli grigi,e le rese mobili alla base, perché potessero agitarsi.Umano rimase il resto: in quell'unica parte fu lui punito,ritrovandosi con le orecchie di un pigro asinello.

Esiodo, Teogonia

Abraham Govaerts, Il giudizio di Mida, inizi 1600, olio su rame, 28x55 cm. Collezione privata.

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Apollo e Dafne... al presente

Apollo stava inseguendo la fanciulla Dafne, figlia del fiume

Peneo; ella chiese soccorso alla Terra che la accolse in sé e la

trasformò nell'albero dell'alloro, dal quale allora Apollo

strappò un ramo e se ne coronò il capo.

Hyginus, Fabulae

Gian Lorenzo Bernini, Apollo e Dafne, 1622-1625, marmo, altezza 243 cm. Roma, Galleria Borghese.

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Apollo informa Vulcano del tradimento di Venere... al presente

Si racconta una storia, ben nota in tutto il cielo, 561

di Venere e di Marte vittime delle astuzie di Vulcano.

Il padre Marte, preso per Venere da folle amore,

da guerriero tremendo s’era fatto amante,

e Venere, che fra le dee è certo la più dolce,

alle preghiere del dio Gradivo non si mostrò difficile e villana.

Oh quante volte rise allegramente –si dice- dei piedi del marito

e delle mani indurite dal fuoco e dal lavoro!

Era carina quando, davanti a Marte, fece l’imitazione di Vulcano,

e alla bellezza s’aggiungeva un’infinita grazia. 570

Ma all’inizio solevano tenere ben nascosti i lori incontri:

la loro colpa era piena di riserbo e di pudore.

Poi, su denuncia del Sole (chi può ingannare il Sole?),

fu appresa da Vulcano la condotta della sua consorte.

Oh, Sole, che brutti esempi dai! La ricompensa chiedila a lei stessa:

certo ha qualcosa da dare pure a te, se mantieni il silenzio.

Ovidio, Ars amatoria, libro II, vv. 561-576

Diego Velazquez, La fucina di Vulcano, 1629-1630, olio su tela, 223x290 cm. Madrid, Museo Nazionale del Prado.

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Apollo e la Sibilla Cumana... al presente

Non sono una dea e non credermi un essere umano

degno dell’onore del sacro incenso e per non sbagliare

sappi che mi sarebbe stata data una vita eterna che mai

avrebbe avuto fine, se la mia verginità fosse stata

accessibile a Febo innamorato. Mentre questi spera di

ottenerla, mentre desidera corrompermi con i doni, dice

“Fanciulla di Cuma, scegli ciò che desideri: verrai in

possesso di ciò che desideri”. Io raccolsi e mostrai un

mucchio di polvere: quanti granelli aveva quella polvere,

altrettanti natalizi io, sciocca, chiesi che mi toccassero in

sorte; mi sfuggì di chiedere gli anni giovanili fino alla

fine. Tuttavia, quello me li avrebbe concessi insieme alla

giovinezza eterna, se avessi accettato il suo amore: ma,

avendo disprezzato il dono di Febo, rimango senza

nozze.Ovidio, Metamorfosi, libro XIV, vv. 130-142

Salvator Rosa, Paesaggio fluviale con Apollo e la Sibilla Cumana, 1655 circa, olio su tela, 174x259 cm. Londra, Wallace Collection

Page 12: Dal passato al presente - Apollo

Apollo e Isse... al presente

[…] Vi trova posto Febo sotto il sembiante di contadino e

come una volta assunse le penne di sparviero, una volta la

criniera di leone, come da pastore ingannò Isse la figlia di

Macareo.[…].

Ovidio, Metamorfosi, libro VI, vv. 122-124

Francois Boucher, Apollo e Isse, 1750, olio su tela, 129x157 cm. Tours, Musée des Beaux-Arts.

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Apollo e Giacinto... al presente

ERMES: Perché sei abbattuto, Apollo?APOLLO: Perché ho sfortuna in amore, Ermes.[…] ERMES: Dimmi, è dunque morto Giacinto?APOLLO: Appunto.ERMES: Per opera di chi, Apollo? Chi è stato così alieno dall’amore da uccidere quel bel fanciullo?APOLLO: È stata opera mia.ERMES: Eri dunque impazzito, Apollo?APOLLO: No, è stata una disgrazia involontaria.ERMES: Come? Voglio sapere com’è accaduto.APOLLO: Imparava a lanciare il disco e io giocavo assieme a lui, quando Zefiro, il più maledetto dei venti, anch’egli da tempo innamorato di lui, non essendo corrisposto e non sopportandone il disprezzo fece questo: come eravamo soliti, io lanciai il disco verso l’alto, e quello soffiando dal Taigeto, lo spinse fino a scagliarlo sulla testa del ragazzo, cosicché in seguito al colpo uscì molto sangue e il ragazzo morì all’istante. Ma io respinsi subito Zefiro colpendolo con le frecce e inseguendolo mentre fuggiva fino al monte, quindi scavai una tomba per il ragazzo ad Amicle, dove il disco l’aveva colpito, e feci in modo che dal sangue la terra generasse un fiore soavissimo, Ermes, il più bello tra tutti i fiori, che porta ancora incise lettere di compianto per il morto. Ti sembra dunque che sia addolorato fuor di ragione?ERMES: Sì, Apollo: poiché sapevi di esserti scelto come amato un mortale. Perciò non affliggerti se è morto.

Luciano di Samosata, Dialoghi degli Dei, XIV

Andrea Appiani, Apollo e Giacinto, 1796-180, affresco staccato su tela, 116x100 cm. Milano, Pinacoteca di Brera

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Apollo sconfigge Pitone... al presente

Tra la Grecia e la Tessaglia sorge l’altissimo monte Parnaso: le acque di una fonte pura lavano le radici di quel monte e c’èuna valle piacevole e piena di Ulivi. Un tempo i pastori e gli abitanti abbandonarono quella valle perché un grande serpente, chiamato Pitone, devastava quella regione e li allontanava dalla fonte. Dalla bocca di quello usciva un alito così pestilenziale da uccidere sia uomini che animali. Quando un giorno Apollo discese dall’Olimpo, il Pitone esalò contro di lui il nauseabondo alito. Ma quello fece uscire dal suo arco moltissime frecce e uccise quell’orrido mostro. A memoria di quell’uccisione, i Greci soprannominarono Apollo Pizio e in quella regione gli dedicarono un magnificentissimo tempio.

http://www.iconos.it/

Eugène Delacroix, Apollo vincitore di Pitone, 1850-1851, olio su tela applicata, 800x750 cm. Parigi, Musée du Louvre.

Page 15: Dal passato al presente - Apollo

Apollo-Sole sul carro... al presente

Verrà più volte in Oriente il Sole

Anzi che fine al canto imponga il coro:

larga materia e piana a chi dir vuole.

Oro la veste, la faretra è oro,

oro i coturni, e di quant’oro è pieno

dimandatene il Delfico tesoro.

Callimaco, Inno ad Apollo, vv. 40-45

Gaetano Previati, Il carro del Sole, pannello centrale del Trittico del Giorno, 1907, olio su tela, 127x130 cm. Milano, Camera di Commercio.

Page 16: Dal passato al presente - Apollo

Apollo e il suo regno... al presente

[…] già una nuova progenie scende dall'alto cielo.

Proteggi il nascente fanciullo, casta Lucina,

col quale avrà termine l'era del ferro

e in tutto il mondo sorgerà quella dell'oro:

già regna il tuo Apollo.

Virgilio, Bucoliche, Egloga IV

Giorgio De Chirico, Canto d’amore, 1914, olio su tela, 73x59 cm. New York, The Metropolitan Museum of Art.


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