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Dal Tubo Catodico a Youtube

Date post: 19-Jun-2015
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1 Michele Sgobio Dal tubo catodico a youtube la corporate tv in alcune aziende italiane Lavoro realizzato a conclusione dello stage presso il Servizio comunicazione interna di Banca Monte dei Paschi di Siena tutor: Luciano Livi
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Michele Sgobio

Dal tubo catodico a youtube

la corporate tv in alcune aziende italiane

Lavoro realizzato a conclusione dello stage presso il

Servizio comunicazione interna di Banca Monte dei Paschi di Siena

tutor: Luciano Livi

Page 2: Dal Tubo Catodico a Youtube

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Sommario

Dal tubo catodico a you tube………………………………………….3

Le nuove opportunità si manifestano in video (e viaggiano sul web)……...6

Enel web tv: comunicare con energia…………………………………………8

Banca Intesa web tv: la fusione fredda………………………………………13

Vodafone net tv: storia di ordinario successo………………………………..19

Montepaschi channel: molto più che una corporate tv………………….......21

Uno sguardo al futuro…………………………………………………………27

Page 3: Dal Tubo Catodico a Youtube

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Dal tubo catodico a youtube

“La gente non avrà il tempo per guardarla!”.

Era questa la critica più frequente che veniva mossa alla televisione fra gli anni ’20 e

’30 del secolo scorso, quando i primi prototipi di televisore cominciarono a essere

sperimentati e presentati.

Chissà cosa avrebbero pensato i critici se gli avessero detto: “Stasera non esco, c’è

qualcosa che mi interessa in televisione”.

La televisione, infatti, dal secondo dopoguerra in poi, fregandosene delle loro

critiche, è entrata di prepotenza nelle case, diventando parte integrante

dell’arredamento, oltre che strumento di informazione, svago e relax.

il quale veicolare messaggi. E se il messaggio è negativo non è certo colpa dello

strumento ma di chi lo utilizza.

Umberto Eco scrive la raccolta di saggi “Apocalittici e integrati” all’inizio degli anni

’60, quando la televisione in Italia va diffondendosi e per guardarla la gente è solita

riunirsi nei bar e nelle case dei vicini più ricchi (o propensi a spese più azzardate).

Non si riusciva a comprendere la portata epocale di

quell’invenzione. Del resto la società era organizzata in

maniera tale da non concedere al lavoratore medio né il tempo

di guardare la tv, né i soldi per entrare in possesso

dell’apparecchio.

Nessuno si è più sognato di definirla inutile, e il

tempo che la gente passa davanti a un televisore è

diventato argomento di studio.

Di critiche alla televisione moderna ne sono state

fatte tante, molte delle quali spesso condivisibili.

Nel criticarla, però, spesso ci si dimentica che la

televisione è solo un mezzo, uno strumento tramite

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Nel testo affronta, da diversi punti di vista, la cultura di massa e le critiche che le

vengono mosse. La parte dedicata alla televisione è molto interessante, come

interessanti sono gli esempi che riporta.

Eco ribalta questo concetto con degli esempi concreti: quando era dirigente della Rai,

nella seconda metà degli anni ’50, l’Italia era abituata ad ascoltare canzonette di

mamma e d’amore. Lui, assieme al gruppo di dirigenti che fu definito “i corsari”, cioè

quel gruppo di uomini che seppe portare la Rai al centro del sistema culturale

italiano, fece un esperimento. Fecero in modo che la televisione di stato trasmettesse

canzoni di cantautori francesi, musica che all’epoca era considerata eccessivamente

raffinata e colta.

In un primo momento le redazioni furono sommerse da lettere di protesta, gli italiani

rivolevano la mamma e l’amore in tv, ché quei francesi proprio non li digerivano…

Nel giro di poco tempo, però, i cantanti di mamma e d’amore vennero scalzati dalle

classifiche discografiche: si impose una nuova generazione di cantautori e di cantanti

che innovarono profondamente i canoni della musica italiana.

Oggi le nuove tecnologie aprono una stagione di profonda trasformazione e

innovazione di quello strumento. I programmi televisivi escono dal monitor della tv

classica (anche il tubo catodico non esiste più, sostituito dal plasma e da altre

tecnologie) per entrare su quello del computer o su quello, più piccolo, del cellulare.

Cambia il modo di fare televisione e di fruirla.

In quel periodo la televisione veniva accusata di

contribuire a un abbassamento non del livello

culturale (erano gli anni in cui milioni di persone si

alfabetizzavano grazie ad alcuni programmi

televisivi) ma dei canoni stessi dell’arte. Questa,

per essere alla portata di tutti, per essere televisiva,

doveva svilirsi, banalizzarsi, scendere a

compromessi.

La televisione è, quindi, esclusivamente un mezzo e,

invece che criticare lo strumento, si dovrebbe criticare

chi lo controlla. Il mezzo, in se, è neutro. Può far del

bene o del male, tutto dipende da chi lo governa.

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Cambiano anche le condizioni di accesso. La possibilità di digitalizzare il segnale e di

moltiplicare le frequenze, la capacità di trasmettere nella rete in live streaming e on

demand, tolgono la televisione dalle mani monopolistiche di pochi, ricchi, grandi

operatori di settore. Rendono possibile a uno spettro molto più vasto di persone di

fare la propria televisione.

Inoltre la codificazione di nuovi formati file molto più leggeri, ma che garantiscono

una buona qualità audio/video, rendono le trasmissioni video online accessibili anche

dove non vi è grandissima disponibilità di banda.

aziendali fatte dall’azienda per i propri dipendenti.

Nascono le televisioni di strada, fatte da semplici cittadini per gli

abitanti del proprio quartiere e le web television che,

potenzialmente, potrebbero rivolgersi a un target internazionale.

In questo contesto, dove l’accesso al fare televisione è

enormemente facilitato, nascono le corporate tv, televisioni

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Le nuove opportunità si manifestano in video

(e viaggiano sul web)

Quello delle corporate tv è un fenomeno che si diffonde dapprima negli Stati Uniti,

soprattutto nella seconda metà degli anni ’90, quando il web rende disponibili nuovi

strumenti e abbatte i costi di accesso.

Mediante il video l’impresa può raccontarsi ai propri dipendenti sotto un profilo

molto diverso rispetto a quello mostrato dalle circolari.

Anche i dipendenti possono raccontarsi mediante il video e non è un caso che un

format presente in molte corporate tv italiane sia incentrato sui dipendenti che

raccontano le proprie passioni e gli interessi che coltivano al di fuori del luogo di

lavoro.

Grazie all’utilizzo di filmati si riesce a suscitare emozioni, a far circolare più

facilmente informazioni e anche le tecniche e gli strumenti a supporto delle attività

formative ne traggono vantaggio.

I dipendenti hanno a disposizione clip che sono un utilissimo ausilio nelle attività

d’aula e che possono essere utilizzati in qualsiasi momento, anche a distanza di mesi

dall’attività formativa vera e propria.

Questa soluzione si è rivelata molto produttiva. Si è notato, infatti, che i dipendenti

sono molto propensi ad apprendere divertendosi e, lentamente, le fiction vanno a

sostituire le noiose ore d’aula spesso improduttive.

Per l’azienda il mezzo televisivo rappresenta uno strumento del

tutto nuovo mediante il quale comunicare.

Le prospettive che si aprono per la comunicazione interna sono

innovative e inesplorate.

Nel settore formativo, poi, va diffondendosi la tendenza a

realizzare vere e proprie fiction dove, mediante, l’ironia vengono

messi in luce e corretti alcuni comportamenti ritenuti errati.

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I primi in Italia a utilizzarle furono Enel e Telecom, entrambe nel 2001.

La fiction realizzata da Telecom ebbe come protagonista Raoul Cremona.

Ambientata su una navicella spaziale nella quale si svolgeva un improbabile gioco a

quiz, mirava a correggere alcuni difetti di comunicazione propri di molti impiegati

impegnati nei call center dell’azienda.

che fu messa in onda.

Ma quello delle fiction a scopo formativo è solo uno degli esempi di come si potrebbe

utilizzare una corporate tv.

I campi nei quali si può intervenire riguardano ogni ambito aziendale, poiché la

familiarità del mezzo fa in modo che il suo utilizzo divenga immediato e abituale.

I dipendenti, poi, tendono a considerarlo più autorevole rispetto ad altri strumenti

propri della comunicazione interna.

italiane si sono dotate di questo mezzo, considerato ormai imprescindibile nella

propria attività di comunicazione con i dipendenti.

La prima azienda a realizzare in Italia una corporate tv è, alla fine degli anni ’80,

Banca Mediolanum che si serve di una trasmissione criptata via satellite.

Ma la vera rivoluzione nel settore avviene con la nascita di Enel web tv, la televisione

dell’azienda energetica italiana.

Il successo fra i dipendenti fu immediato e, secondo i dati diffusi

dall’azienda, anche i risultati furono eccellenti poiché molti degli

errori che la fiction voleva correggere non si verificarono più dopo

Nelle fasi critiche della vita aziendale, inoltre, si è rivelato

uno strumento idoneo a ricompattare la comunità, a chiarire

aspetti anche “scomodi” e a evitare che si diffondano

pericolosi rumors.

Oggi, dopo una prima fase sperimentale, molte aziende

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Enel web tv: comunicare con energia

Raramente le corporate tv hanno conquistato le prime pagine dei giornali. Si è parlato

spesso di loro, ma nelle pagine o negli inserti dedicati a un pubblico di specialisti, di

appassionati alla comunicazione e all’innovazione.

Probabilmente una delle poche volte che una televisione aziendale è riuscita a varcare

il confine delle pagine dedicate agli esperti per raggiungere la prima pagina è stato

nel febbraio del 2008.

Probabilmente fu quello il momento in cui il grande pubblico (o quanto meno una

fetta più larga di pubblico) venne a sapere che le tv aziendali esistevano.

Nel corso della trasmissione televisiva “Report”, Conti era stato accusato di aver

ricevuto tangenti affinché Enel cedesse Wind a un prezzo di favore. A pagare le

tangenti, sempre secondo lo stesso programma, sarebbe stato Naguib Sawiris, il

magnate egiziano delle telecomunicazioni che aveva acquistato la compagnia italiana

di telefonia mobile nel 2005.

Ha anche la necessità di evitare che le quotazioni di Enel crollino in borsa, cosa

molto probabile dopo che fatti come quelli di cui Conti è accusato vengono a galla.

È in questo contesto che decide di usare come mezzo del proprio contrattacco la

televisione aziendale.

Enel web tv, ritenuta affidabile e familiare da tutti i dipendenti, è lo strumento più

adatto per tranquillizzare e ricompattare la “tribù” aziendale che comincia a diffidare

di lui. Inoltre, facendo rimbalzare sui media esterni il discorso fatto ai propri

dipendenti e lo strumento utilizzato, riesce a rappresentare Enel come un’azienda

Il 29 di quel mese una dichiarazione di Fulvio Conti,

l’amministratore delegato di Enel, rimbalzò da Enel web tv

sulle prime pagine di tutti i giornali.

La situazione di Conti è molto delicata: deve

tranquillizzare dipendenti e quadri dell’azienda che

dirige, deve convincerli che non è vero, come da più

parti si insinua, che lui ha anteposto i propri interessi

personali a quelli dell’azienda.

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moderna, che sfrutta in maniera versatile le nuove tecnologie e garantisce servizi

innovativi ai propri dipendenti oltre che ai propri clienti.

La strategia si rivelerà fruttuosa: Conti vince le diffidenze interne, ancora oggi è

amministratore delegato. Riesce anche a contenere la caduta del valore azionario di

Enel, che poteva essere molto più rapida di quella che, complice anche la crisi,

avvenne in realtà.

Un periodo cioè, in cui l'utilizzo della rete non era ancora diffuso e l’accesso allo

strumento televisivo era eccessivamente costoso e tecnicamente complesso. Senza

l’aiuto del gruppo Finvest, possessore di importanti emittenti televisive nazionali e al

quale la banca appartiene, Mediolanum non sarebbe mai riuscita nell’impresa di

realizzare la propria televisione interna.

Enel web tv nasce invece nel dicembre del 2000, ed è la prima tv aziendale trasmessa

sulla piattaforma intranet.

Il suo obiettivo principale è quello di diffondere la cultura aziendale. A questo si

affiancano la necessità di informare i dipendenti sulle strategie dell’impresa e diventa

anche un importante mezzo di formazione.

Per trasmettere in live streaming sfrutta un segnale satellitare per ricevere il quale è

stata installata una parabola su ciascuna sede aziendale.

A lavorarci, fra redattori e produttori, sono in dodici e la televisione dispone di uno

studio televisivo attrezzato con strumentazione di produzione e postproduzione.

Del resto Enel web tv è una delle più antiche e

consolidate televisioni aziendali italiane.

Prima di lei c’era solo la corporate tv di Banca

Mediolanum, nata nel 1989.

I dipendenti possono accedere al servizio direttamente dal proprio

computer, tramite la intranet aziendale, o grazie a una serie di totem

dislocati nei punti sensibili dell’azienda (sala mensa, corridoi, in

prossimità delle macchinette per il caffè…).

Gli stessi totem rappresentano un imprescindibile elemento di design

nelle sedi Enel e non di rado restano impressi nella mente dei

visitatori che si portano via l’immagine di un’azienda innovativa e

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attenta anche alle piccole cose.

La programmazione di Enel web tv è basata su un palinsesto rinnovato

quotidianamente.

Ad andare in onda per primo è “Buongiorno Enel”. Un contenitore che dalle 8,30 del

mattino, e per un quarto d’ora, informa i dipendenti con le ultime notizie che

riguardano l’azienda, il settore energetico in generale, l’ambiente e i fatti più

importanti avvenuti in Italia e nel mondo.

Al suo interno è ospitata anche una rassegna stampa, nella quale le notizie vengono

commentate dai dirigenti e dai manager dell’azienda.

“Buongiorno Enel” viene trasmesso in loop per due ore in modo da permettere a tutti

i dipendenti di vederlo, anche se accedono al canale in orari diversi.

La fascia di programmazione mattutina è chiusa da “La scienza siamo noi”, una

rubrica condotta dal Responsabile ricerca di Enel, dove vengono approfondite le

tematiche riguardanti l’ambiente e le nuove tecnologie.

La seconda fascia di programmazione va in onda dalle 13 alle 15. Sono questi gli

orari della pausa pranzo e, secondo alcune ricerche condotte dall’azienda, è una

fascia oraria in cui il dipendente è maggiormente disposto ad accogliere informazioni.

Questa fascia oraria è caratterizzata dalle breaking news e dagli approfondimenti.

Sempre nella fascia mattutina va in onda “CulturEnel”,

una trasmissione che informa i dipendenti circa le

iniziative e gli eventi culturali promossi dall’azienda o

approfondisce tematiche relative al mondo dell’arte e della

cultura intervistando artisti, visitando mostre o

presentando opere.

È in questo arco di tempo che viene trasmesso “Uomini

e donne di Enel”, un programma dove i dipendenti e i

manager si raccontano dentro e fuori il luogo di lavoro

parlando sia della propria esperienza lavorativa sia delle

passioni che riempiono la loro vita dopo e oltre il

lavoro.

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Probabilmente è questo il programma che gode di maggior favore poiché,

guardandolo, puoi conoscere meglio il manager ma anche il collega della scrivania

accanto.

Sempre durante la fascia pomeridiana va in onda “Parola di…”, dove volti famosi

della televisione parlano di attualità, economia e altri argomenti.

tipico di Pescina, vicino l’Aquila.

Oltre al palinsesto quotidiano Enel web tv si avvale di numerose produzioni che

vengono trasmesse periodicamente al di fuori di esso.

Fra queste una serie di fiction ideate e realizzate per formare i propri dipendenti senza

annoiare, anzi divertendo.

Enel, già nel 2001, è stata tra le prime aziende italiane a servirsi di metodi formativi

ispirati all’edutainment.

Un termine, questo, inventato negli anni ’60 da Bob Heyman, risultato della fusione

di due parole: educational ed entertainment. Ormai viene comunemente utilizzato per

indicare le forme di comunicazione che utilizzano il gioco o argomenti leggeri a

scopo didattico e formativo.

Lo scopo delle fiction era quello di far conoscere ai dipendenti le nuove politiche

dell’azienda relative alla gestione del personale, di diffondere una nuova cultura

aziendale improntata alla comunicazione anche fra settori diversi e a snellire le

pratiche burocratiche, svecchiando, tra le altre cose, il linguaggio utilizzato dai

manager.

Negli ultimi mesi il palinsesto di Enel web tv si è arricchito di

un nuovo programma: “Oggi cucino io”. Qui i dipendenti

Enel raccontano le proprie ricette preferite che vengono

realizzate sotto l’occhio della telecamera da Annarita

Pellegrini, cuoca della “taverna settecento”, un ristorante

Nello specifico Enel realizzò sette fiction, avvalendosi di

comici conosciuti dal grande pubblico, fra cui Enrico

Bertolino, molto impegnato sul versante dell’edutainment.

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In una delle fiction è rappresentata la parodia del commissario Montalbano alle prese

con la burocrazia aziendale. In un’altra Gianni Fantoni (un altro comico di successo)

viene chiamato dal manager, che sta tenendo un noioso discorso, a parlare alla platea.

Si presenta come risorsa umana, senza dire il proprio nome e cognome, e comincia a

raccontare la propria esperienza da dipendente “sfigato”.

messa nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio compito.

Infine Enel web tv si è anche caratterizzata per la trasmissione in diretta di alcuni

importanti eventi aziendali. Fra questi è passata alla storia la convention presentata

ancora una volta da Enrico Bertolino, durante la quale quasi ogni pc era sintonizzato

sulla tv.

Quest’ultimo esempio è rappresentativo della tendenza che l’azienda

voleva combattere con le nuove politiche. Il manager non sarebbe più

stato noioso, tronfio e incomprensibile come quello rappresentato da

Bertolino e il dipendente non sarebbe più stato un'anonima risorsa

umana, ma una persona con un nome, un cognome, dei diritti,

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Banca Intesa web tv: la fusione fredda

Nel 1998, quando Cariplo e il Banco Ambrosiano Veneto si fusero per dar vita a

Banca Intesa, vennero in contatto due popolazioni aziendali, ciascuna con il proprio

linguaggio, con i propri “riti” e con le proprie abitudini.

rischiava di trovare uno scoglio insormontabile nelle incomprensioni che si venivano

a creare tra i dipendenti che, fino a poco prima, appartenevano a strutture diverse.

Fu quello il momento in cui si decise di investire sulla comunicazione interna e sugli

strumenti innovativi che le nuove tecnologie mettevano a sua disposizione: era

necessario che il processo di integrazione culturale tra i due gruppi avvenisse in

maniera rapida ed efficiente.

Una necessità che divenne ancor più stringente quando, nel 1999, la Banca

Commerciale Italiana entrò a far parte del Gruppo.

È in quel periodo che comincia a maturare l’idea di realizzare una corporate tv, una

televisione aziendale che parli a tutti i dipendenti come ai dipendenti di un’unica

struttura e non di società diverse. Un mezzo che sia in grado di creare un comune

sentire aziendale e un linguaggio condiviso tra persone che provengono da esperienze

diverse.

modelli di comportamento non sono più applicabili e non se ne conoscono di nuovi.

I nuovi strumenti di comunicazione interna dovevano limitare quanto più possibile lo

smarrimento, rendere partecipi i dipendenti di un’unica realtà aziendale, creare un

sentire comune.

Il management si trovò di fronte al problema di integrare queste

popolazioni, di farle convivere in un’unica nuova realtà.

Infatti, se la fusione era riuscita dal punto di vista finanziario,

Spesso i dipendenti di aziende interessate da fusioni

maturano una sorta di “effetto smarrimento”: sono spaesati

e ansiosi. Il cambiamento li spaventa e vengono a mancare i

punti di riferimento avuti fino ad allora. Nella nuova

struttura, poi, non si sa come comportarsi; i vecchi

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In un primo momento si valutò se utilizzare lo strumento televisivo o la radio: la

scelta ricadde sulla televisione. Non era questione di costi, l’investimento era

pressoché equivalente. Si ritenne che utilizzare la comunicazione in video avrebbe

garantito più immediatezza, un più forte impatto emotivo e una forza comunicativa

maggiore.

Fra giugno e luglio del 2001, subito dopo la fusione con Comit, venne avviato il

progetto di realizzazione della corporate tv. Subito fu indicata una data di lancio: il 2

gennaio dell’anno successivo.

rendeva gli stessi programmi e le stesse informazioni fruibili da tutti.

Nasceva così Banca Intesa web tv.

Nata per aiutare e armonizzare i processi di fusione, l’attività della televisione venne

incentrata soprattutto nel rendere disponibili ai dipendenti informazioni che

avrebbero migliorato l’attività e semplificato la loro vita lavorativa.

Si insistette molto con una programmazione tesa a chiarire gli argomenti trattati nelle

circolari e gli elementi contrattuali. Un grosso sforzo fu fatto per spiegare ai

dipendenti la nuova azienda. Una caratteristica di questo periodo fu quella di non

citare mai aziende che non esistevano più (anche se avevano dato vita alla nuova

struttura), ma parlare a tutti i dipendenti come facenti capo a un’unica realtà

aziendale, utilizzando sempre e solo la nuova denominazione.

Queste erano tutte azioni che nel precedente assetto i dipendenti sapevano bene come

svolgere. In un contesto nuovo, però, erano diventate difficili, non si sapeva a chi

rivolgersi.

Da quella data le diverse “etnie” che popolavano

l’azienda avrebbero avuto a disposizione uno strumento

comune, che li avrebbe uniti. Un mezzo che si

rivolgeva a loro come a un unico popolo, che utilizzava

per tutti gli stessi colori e la stessa grafica, che

Si investì molto anche in trasmissioni di 3-4 minuti che

spiegavano al dipendente cosa fare, per esempio, in caso di

malattia, di maternità o per accedere alla Cassa sanitaria.

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Il successo dell’esperimento fu chiaro nel settembre 2006, quando era imminente

un’altra fusione, quella con Banca San Paolo Imi. La fusione si sarebbe concretizzata

nel gennaio 2007 ma in quel settembre i vertici di Banca Intesa avevano già

pianificato il progetto di estensione della corporate tv a Banca San Paolo Imi.

Ormai era uno strumento consolidato e anche in quel caso fu utilissimo per

armonizzare il processo di fusione. I dipendenti di San Paolo, infatti, furono presto

incuriositi dalla novità e, anche grazie alle informazioni e ai programmi dedicati,

furono fugati i numerosi timori che il processo di fusione aveva fatto maturare in

loro.

organizzando la programmazione in maniera tale da costituire una cultura aziendale

comune nel minor tempo possibile.

Lo strumento è stato anche un ottimo antidoto ai rumors e ai pettegolezzi che in simili

situazioni si diffondono velocemente, creando apprensione e malcontento tra i

dipendenti: una voce ufficiale facilmente accessibile e autorevole spesso li ha

contrastati sul nascere, in altri casi li ha smentiti rapidamente.

La corporate tv di Intesa è stata concepita come il vertice di una piramide, con il

compito di riprendere e amplificare gli argomenti a cui si vuol dare maggior

importanza. Il resto delle informazioni, la maggior parte, circolano invece nella

intranet, mediante le circolari o con gli altri mezzi a disposizione.

Tecnicamente Banca Intesa web tv trasmette in live streaming grazie a un segnale

satellitare e ogni filiale della banca è dotata di una parabola e un router per riceverlo.

La scelta è ricaduta sulla trasmissione satellitare per evitare di intralciare il flusso di

dati online generato dalla banca. Sulle linee telematiche della banca circolano, infatti,

operazioni riguardanti il risparmio, gli investimenti e il denaro.

Quello di Banca Intesa web tv è il primo caso in Italia in cui uno

strumento innovativo come la corporate tv viene utilizzato per

armonizzare i processi di fusione aziendale rendendo

immediatamente disponibile a tutti una serie di informazioni e

Le trasmissioni televisive sullo stesso supporto avrebbero rischiato

di intralciare questo flusso. Sfruttando la trasmissione satellitare,

invece, si è creata una rete distinta che sfrutta l’intranet aziendale

esclusivamente nell’ultimo tratto, quello che va dal router al

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computer del dipendente, senza rallentare o mettere in pericolo le operazioni della

banca.

Anche il modo di organizzare le risorse umane è del tutto innovativo, sia nella

struttura televisiva, sia nella comunicazione interna in generale.

Il modello organizzativo adottato si chiama Apnea, un acronimo che sta per

assegnazione prevalente non esclusiva annuale.

Secondo questo modello le risorse umane destinate all’Unità comunicazione interna

(che nell’organigramma di Intesa San Paolo è un servizio che fa capo all’Area

governo risorse) sono definite comunicatori d’impresa.

Non sono vincolati a lavorare esclusivamente su uno dei mezzi utilizzati per la

comunicazione interna (tv, house organ, newsletter, ecc.) ma, a rotazione, operano su

tutti i mezzi a disposizione. Ciò li porta a collaborare e a sviluppare competenze

diverse e, inoltre, evita che i dipendenti si ostacolino tra loro a causa di gelosie o

rivalità.

lavori anche su altri strumenti della comunicazione interna.

Al termine del periodo di assegnazione si passa a lavorare su altri supporti. Quindi se

si è lavorato un anno alla tv, quello seguente si lavorerà alla newsletter e così via.

Secondo questo criterio organizzativo si tende a considerare il progetto di

comunicazione interna un unico flusso comunicativo, dove i diversi strumenti sono

perfettamente integrati. Inoltre, dato che non si conosce la propria futura

assegnazione, si evita che insorgano antagonismi o che ci siano reciproci

impedimenti che potrebbero turbare l’ambiente di lavoro.

partner del progetto che fornisce alla banca giornalisti e tecnici in outsourcing.

Il team della comunicazione interna di Banca Intesa San Paolo

è costituito da quaranta persone, in parte risorse interne

all’azienda e in parte facenti capo a Class Editori, la società

Ognuno, infatti, viene assegnato alla redazione di uno

strumento per un anno. Non in via esclusiva, però. Quindi se,

per esempio, si è destinati a lavorare sulla tv, si lavorerà

prevalentemente su questa ma può capitare che a volte si

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Le redazioni sono dislocate in diverse sedi distribuite sul territorio nazionale.

L’obiettivo è quello di raccontare la banca sotto ogni punto di vista e si è ritenuto che

ciò non potesse essere fatto in maniera esaustiva da un’unica redazione centrale.

utilizzato da più utenti.

La programmazione di Banca Intesa web tv è basata su di un palinsesto giornaliero,

all’interno del quale ogni giorno feriale vengono messi in onda dai 30 ai 45 minuti di

nuovi programmi.

Il primo ad andare in onda è il tg, disponibile dalle 13 e trasmesso a rotazione fino

alle 14,30. Dura circa 10 minuti ed è fatto con notizie e servizi che riguardano sia

l’azienda sia i principali avvenimenti, soprattutto economici, che caratterizzano la

giornata.

“Il punto sul segmento” è un aggiornamento mensile curato dalla Direzione

marketing della banca. Tratta dei risultati conseguiti dall’azienda e delle campagne

commerciali e di comunicazione avviate nel corso del mese.

“Il faro sui mercati”, invece, ogni quindici giorni fa il punto sull’andamento dei

mercati finanziari.

“Il salone delle muse” presenta periodicamente le sponsorizzazioni artistiche di

Banca Intesa San Paolo e, infine, ogni mercoledì va in onda “Le vostre interviste”, un

programma nel quale lo stesso direttore del Servizio comunicazione interna sottopone

ai dirigenti le domande che i dipendenti inviano alla redazione.

In seguito vengono trasmessi due programmi di

approfondimento della durata di circa 10 minuti. Queste

trasmissioni variano quotidianamente poiché il palinsesto

prevede approfondimenti settimanali, quindicinali o mensili.

I dipendenti possono accedere alla tv direttamente dal loro

personal computer, mentre in alcune aree della sede centrale o

delle filiali vi sono postazioni dedicate da dove è possibile

accedere sempre mediante pc che, in questo caso, viene

C’è, poi, “Economia e mercati finanziari”, l’analisi mensile sulla

situazione macroeconomica condotta dal Servizio studi della

banca.

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Quest’ultimo è il format più seguito. Rappresenta, infatti, per i dipendenti

un’occasione unica di entrare in contatto con i dirigenti e, spesso, appaiono in video

le stesse persone che hanno formulato la domanda.

Non è, però, il solo spazio interattivo messo a disposizione dei fruitori di Banca

Intesa web tv.

Sulla intranet aziendale, infatti, è prevista la funzione “Gruppi di ascolto”, un forum

dove i dipendenti possono esprimere le proprie opinioni sui programmi e discutere fra

loro e con i dirigenti dei temi trattati nei vari format.

fra cui anche quelli disponibili sulla versione live, e sui quali vengono puntualmente

avvisati circa gli aggiornamenti.

Nello stesso periodo è stata anche aggiornata la intranet, rendendola più intuitiva

nell’uso e visualmente “piacevole”.

Attualmente, invece, sono allo studio due progetti principali: estendere Banca Intesa

web tv alle filiali estere, dove ormai lavorano circa 25mila dipendenti, e realizzare

contenuti video fruibili su cellulare in modo da poter raggiungere anche i dipendenti e

i manager che si spostano spesso.

Dal 2006 alla versione live di Banca Intesa web tv si è

affiancata una versione on demand, sfruttata soprattutto come

supporto alla formazione. In questo spazio gli utenti possono

consultare in qualsiasi momento un archivio di programmi,

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Vodafone net tv: storia di ordinario successo

Molto diversa da quelle fin qui analizzate è Vodafone net tv, la corporate tv di

Vodafone.

Il suo successo è stato costruito nella quotidianità. Giorno dopo giorno i dipendenti

hanno imparato ad apprezzarla e a considerarla parte integrante della vita lavorativa.

A differenza di Enel web tv e di Banca Intesa web tv la televisione di Vodafone non

trasmette in live streaming, ma on demand. Qui i file video vengono caricati su di un

server aziendale.

Per accedervi basta cliccare sui bottoni posti nella homepage della intranet e i video

vengono visualizzati mediante Windows media player.

Solitamente i bottoni sono tre, cioè tanti quanti i video che giornalmente vengono

caricati.

La durata di ciascun format non supera mai i quattro minuti. Una scelta che consente

di tenere viva l’attenzione dell’utente per tutta la durata del filmato e permette di dare

maggior risalto alle informazioni che vengono considerate essenziali.

nei quali si trattano sia argomenti che riguardano direttamente l’azienda sia notizie

provenienti dall’esterno, soprattutto riguardanti le nuove tecnologie.

La sforzo produttivo è stato enorme. Si cerca, infatti, di realizzare all’interno

dell’Area comunicazione interna quasi tutto il materiale trasmesso, e la creatività non

manca. C’è, infatti, un rinnovo frequente dei format proposti, anche se il programma

funziona e riscuote successo tra i dipendenti.

Nella vita dell’azienda non c’è stato nessun episodio o contingenza

particolare (come per esempio le continue fusioni che hanno

caratterizzato Intesa San Paolo) che hanno fatto risaltare l’importanza

e la forza comunicativa dello strumento televisivo.

La data ufficiale di nascita di Vodafone net tv è il 7

luglio del 2003, ma già dal 2001 l’azienda si era dotata di

un servizio televisivo in via sperimentale: Omninews.

Molta cura è stata posta nella realizzazione dei format,

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20

Questo è, per esempio, il caso di “Passion for…”, un programma nel quale i

dipendenti raccontavano le passioni che caratterizzano la loro vita al di fuori

dell’ambito lavorativo.

La programmazione di Vodafone net tv è molto ricca, nel suo palinsesto sono

previste diverse tipologie di programmi: da quelli prettamente di informazione ai

quiz.

In “Comunicazione finanziaria”, invece, il responsabile finanziario illustra i risultati

finanziari dell’azienda, illustrandone numeri e indirizzi.

“What’s your job?” è un viaggio fra le varie professioni all’interno di Vodafone

Italia. Il format è caratterizzato dal fatto che le telecamere si insinuano a sorpresa nei

vari uffici e reparti dell’azienda, chiamando i dipendenti a raccontare la propria

mansione e le curiosità che la caratterizzano.

Simile a “What’s your job?” è il format di “Una giornata con…”, una trasmissione di

quattro minuti in cui il dipendente racconta i suoi compiti e spiega i termini tecnici

che utilizza nel proprio lavoro.

“Bit”, infine, è una rubrica di approfondimento sulle nuove tecnologie.

I format proposti da Vodafone net tv hanno un taglio giovanilistico, soprattutto se

rapportati a quelli di Banca Intesa web tv.

Ciò è dovuto sia al fatto che l’età media dei dipendenti di Vodafone è molto più bassa

rispetto a quella dei dipendenti di altre aziende esaminate, sia perché l’azienda lavora

per dare, anche al suo interno, l’immagine di un’impresa giovane e dinamica,

incentrata sull’innovazione e il cambiamento.

“.news” è uno spazio quotidiano di informazione curato dall’ufficio

stampa. È incentrato sul mondo delle telecomunicazioni in generale

e, in particolare, su Vodafone.

“Enigma”, invece, è un quiz nel quale i dipendenti, scelti a caso

durante la pausa pranzo, devono rispondere a domande sul proprio

lavoro.

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21

Montepaschi channel: molto più che una corporate tv

È questa la caratteristica che differenzia Montepaschi channel dalle altre corporate tv

sin qui analizzate.

La produzione di materiale audio e video, infatti, non è riservata in esclusiva a essere

fruita tramite la web tv aziendale, si producono anche supporti destinati a singole aree

territoriali o allegati alla newsletter interna “Filodiretto”.

Nato nel dicembre 2008, Montepaschi channel ha l’obiettivo di armonizzare la vita

aziendale, diffondendo la cultura e la mission proprie della banca anche fra le

popolazioni degli istituti bancari recentemente acquisiti dal Gruppo Montepaschi.

Si propone, inoltre, di offrire un supporto all’attività dei capi area territoriale,

permettendo loro di entrare in contatto in maniera veloce ed efficace con le varie

filiali.

Grazie agli strumenti di Montepaschi channel, infatti, i capi area hanno già realizzato

diversi filmati, destinati ai dipendenti delle relative aree, con i quali chiariscono

l’applicazione di alcune circolari o le linee di indirizzo che caratterizzano l’attività di

ciascuna area.

Questi video, assieme ad altri realizzati per esempio come supporto alla formazione o

destinati a singole strutture del Gruppo, non vengono caricati sui server di

Montepaschi channel ma vengono distribuiti servendosi di altri canali come la

newsletter.

Nello specifico il canale ha una pagina web dedicata alla quale si può accedere sia

dalla homepage della intranet, sia dalla newsletter interna “Filodiretto”.

I video vengono caricati su di un server aziendale e si è scelto di privilegiare la

modalità on demand rispetto alla trasmissione in live streaming.

Nonostante la giovane età, il prodotto realizzato sembra già

abbastanza maturo e in grado di diventare un ottimo strumento di

comunicazione interna.

Un centro di eccellenza per la produzione di supporti

multimediali che semplificano e rendono più fluida la

comunicazione interna.

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Dalla pagina principale si può accedere ai video, che vengono visualizzati su di un

lettore posto al centro della homepage, senza la necessità di aprire altri lettori o

schede del browser.

visualizzare i vari video corrispondenti a ogni singolo format.

Sulla destra, invece, ci sono i video in evidenza, cioè quei video considerati rilevanti

a prescindere dalla data della loro pubblicazione.

Immediatamente sotto il lettore video c’è, invece, un riquadro contenente i link agli

ultimi sei video pubblicati.

Per molte trasmissioni, come i tg e alcuni approfondimenti, è disponibile

esclusivamente l’ultimo video caricato. Non è prevista, invece, una barra di ricerca.

Ciò, a volte, rende scomodo dover cercare il video che si vuole guardare tra i tanti

che compaiono nel menù a tendina.

Il palinsesto si divide in format strutturati, come il Montepaschi tg e i tg finanziari

prodotti da Class Editori (la società partner alla quale il Gruppo Montepaschi si affida

per realizzare molte produzioni in outsourcing), e titoli che più che una trasmissione

strutturata sono dei veri e propri contenitori di video nei quali si approfondiscono,

volta per volta, tematiche diverse (dalla crisi finanziaria alle mostre che il Gruppo

sponsorizza).

del Gruppo e alcuni appuntamenti promossi o sponsorizzati dalla banca.

Fra gli appuntamenti giornalieri ci sono, invece, quattro tg finanziari e il “Morning

call”, entrambi prodotti da Class editori.

Il “Morning call” va in onda alle 9,15 e rappresenta un aggiornamento quotidiano

sulle principali novità provenienti dai mercati finanziari.

Nello specifico il palinsesto è composto dal “Montepaschi tg”, un

appuntamento settimanale della durata di circa cinque minuti nel

quale vengono trattate le principali notizie riguardanti la vita

interna

Sulla sinistra della homepage sono disponibili i titoli dei

principali programmi che costituiscono il palinsesto e,

cliccandoci su, si apre un menù a tendina nel quale è possibile

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I quattro tg finanziari, invece, vengono caricati in base ai ritmi dei mercati borsistici.

Il primo va in onda alle 11, e parla soprattutto dell’andamento dei titoli all’apertura

della Borsa di Milano; l’ultimo è trasmesso alle 18, alla chiusura di Piazza affari. Nel

mezzo ci sono due edizioni: una alle 13 con gli aggiornamenti di metà giornata, una

alle 16 in concomitanza con l’apertura di Wall street.

“La settimana” è, invece, un programma nel quale vengono trattate le principali

notizie economiche e non che hanno caratterizzato la settimana; mentre “Un monte di

sport”, che va in onda tutti i lunedì, è composto dal “tg sport”, nel quale si parla dei

risultati di tutte le compagini sportive sponsorizzate dal Gruppo, e da “eventi

sportivi”, un contenitore nel quale vengono inseriti tutti i video riguardanti particolari

eventi (la partecipazione a una finale, la competizione ciclistica “Strade bianche,

ecc.).

Ci sono, poi, “Infobreack”, un approfondimento dedicato alla moda, alla cultura, al

lusso e ai prodotti di tendenza realizzato da Class editori e “Focus”, un contenitore

aggiornato periodicamente nel quale vengono riposti soprattutto i video che trattano il

lancio e le caratteristiche di nuovi prodotti o servizi offerti dal Gruppo.

Questo, in alcuni casi, può essere un limite dato che, non essendoci la funzione di

ricerca, il dipendente, scorrendo il menù, si trova di fronte a una miriade di video

diversissimi fra loro, cosa che scoraggia l’utilizzo di quel particolare tasto della

homepage.

Il problema potrebbe essere risolto costruendo delle apposite sezioni per argomento

trattato. Per esempio i video che riguardano notizie economiche o finanziarie

potrebbero essere inseriti in “Infomercati”, mentre per gli eventi artistici e culturali si

Ogni giorno alle 11 va in onda l’“Argomento del giorno”,

curato dal Servizio rapporti con i media e relazioni esterne del

Gruppo , nel quale si approfondisce un argomento di attualità

che riguarda direttamente l’azienda.

“Primo piano” è un vero e proprio contenitore nel quale, scorrendo il

relativo menù a tendina, si possono trovare di volta in volta video che

trattano gli argomenti più disparati, da un’analisi dell’andamento di

particolari mercati al servizio dedicato a una mostra sponsorizzata dal

Gruppo.

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potrebbe costruire un apposito contenitore o un format specifico simile a un tg

culturale come avviene in altre corporate tv.

In “Diretta direzione” si trovano i messaggi video dei dirigenti del Gruppo. Sono

questi i filmati più visualizzati dai dipendenti e, probabilmente, si dovrebbe investire

di più su di essi poiché il numero di visualizzazioni fa pensare al fatto che il mezzo

televisivo viene visto come uno strumento con cui avere un rapporto più diretto e

maggiori contatti con i manager dell’azienda.

“Infomercati” raccoglie, poi, tre diversi format che trattano l’andamento dei mercati:

“View mercati”, nel quali si approfondisce il report mensile sull’andamento dei

mercati realizzato dall’Area research del Gruppo;

“Agenda economica”, nella quale si trattano i principali eventi economici che

caratterizzeranno il mese a venire;

“Il punto”, un programma condotto in studio nel quale vengono intervistati i

responsabili di diversi settori del Gruppo in merito all’andamento dei mercati o a

eventi economici e finanziari di particolare rilievo.

Infine c’è “Montepaschitube”, un format nel quale le telecamere di Montepaschi

channel entrano nelle varie filiali e intervistano i dipendenti, facendoli parlare del

loro lavoro ma anche di episodi curiosi che sono avvenuti in filiale.

paese.

L’unico limite di un prodotto ben strutturato e innovativo come questo potrebbe

essere rappresentato dal fatto che le filiali visitate più di frequente sono di Banca

Monte dei Paschi di Siena. Si potrebbe, infatti, tendere a tralasciare quelle delle

banche recentemente incorporate o acquisite. Ciò, nel lungo termine, potrebbe far

sviluppare ai dipendenti di quelle strutture un senso di abbandono e una mentalità da

“colonizzati”, cosa che nuocerebbe all’azienda e al corretto svolgimento delle attività.

Anche questo format riscuote un discreto successo rispecchiando,

come in altre aziende, la curiosità dei dipendenti nel conoscere il

lavoro dei propri colleghi, anche se lavorano al capo opposto del

“Investire più”, invece, è una raccolta di filmati che presentano i

prodotti finanziari proposti dal gruppo; mentre in “InFormazione”

si trovano i video prodotti a supporto delle attività formative.

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Proprio per ovviare a ciò si è scelto di far entrare sempre più spesso le telecamere di

Montepaschi channel nelle filiali di banche recentemente acquisite o incorporate.

utilità e delle competenze di coloro che lavorano al suo interno.

Un ulteriore sviluppo potrebbe passare per un lancio sui media esterni (cosa che

darebbe l’immagine di un Gruppo innovativo e dinamico) di parte del materiale

prodotto. A questo fine si potrebbero sfruttare i diversi strumenti forniti dal web 2.0

come you tube e i social network.

Spesso, infatti, il materiale prodotto da Montepaschi channel si presta anche a un

utilizzo esterno, e i bassi costi di realizzazione potrebbero permettere un notevole

ritorno in termini pubblicitari e di circolazione del brand.

Questo passaggio potrebbe essere accompagnato da una campagna mirata di

marketing interno tesa a far conoscere maggiormente il servizio ai dipendenti e

invogliarli a un suo maggiore utilizzo.

A tal proposito oltre che i tradizionali strumenti della comunicazione interna

potrebbero essere utilizzati dei pieghevoli da distribuire nelle filiali, magari in

concomitanza di video che trattano argomenti di particolare interesse.

Si potrebbero sfruttare, per esempio, interviste a personaggi del mondo dello

spettacolo o dello sport.

Inoltre, vista la relativa giovane età media dei dipendenti, che in molte filiali è

intorno ai quarant’anni (o addirittura più bassa) si potrebbero fare alcuni esperimenti

innovativi, magari aumentando l’interazione con i video, per esempio dando la

possibilità di commentarli o avviando un’inchiesta tra i dipendenti per scoprire cosa

si aspettano da Montepaschi channel.

Si potrebbero, poi, elaborare, in via sperimentale, nuovi

format che utilizzano linguaggi e strumenti innovativi per

catturare maggiormente l’attenzione dei dipendenti, per

esempio facendoli raccontare le passioni che caratterizzano

Nel complesso Montepaschi channel rappresenta uno strumento

estremamente innovativo e l’uso versatile che se ne sta facendo,

riuscendo a integrare perfettamente tra loro i vari strumenti

della comunicazione interna, sono la dimostrazione della sua

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26

la loro vita e i loro interessi fuori dal posto di lavoro.

Un altro format potrebbe essere caratterizzato dalla riproposizione in chiave comica

delle campagne pubblicitarie realizzate dall’azienda, magari premiando quei

dipendenti che riescono a realizzare il video o lo sketch più divertente.

le quali si invoglia il dipendente ad accedere al mezzo televisivo e agli altri strumenti

di comunicazione interna (ma prodotti di questo tipo potrebbero essere ideati anche

per altre attività, soprattutto legate alla formazione). In questo caso non si dovrebbe

trascurare il fatto che iniziative simili riescono ad avere anche grande visibilità sui

media, contribuendo a migliorare l’immagine dell’azienda.

Infine si potrebbero organizzare dei meeting periodici con i capoarea territoriali nei

quali si illustra loro lo sviluppo del progetto di comunicazione interna e i vari modi in

cui si può usufruire dei mezzo messi a disposizione, soffermandosi maggiormente sui

vantaggi, soprattutto in termini di tempo risparmiato, apportati dalla divulgazioni di

informazioni tramite mezzi innovativi.

A sceglierlo, mediante il voto online, potrebbero essere loro

stessi o una commissione giudicata autorevole.

Si potrebbero, poi, realizzare delle fiction di edutainment con

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Uno sguardo al futuro

Il diffondersi delle corporate tv ha fatto sorgere un interessante dibattito circa il loro

futuro e le modalità di utilizzo del mezzo.

Deve, cioè, mirare alla spettacolarizzazione degli eventi e a raggiungere la maggiore

audience possibile.

Per Andrea Zorzi (ideatore di Banca Intesa web tv), invece, la tv aziendale non deve

essere interessata alla spettacolarizzazione ma a raccontare pacatamente l’azienda e a

offrire un servizio ai propri dipendenti.

Dare ragione all’uno o all’altro è difficile, probabilmente ciascuno dei due discorsi ha

una sua validità, a seconda dei pubblici aziendali a cui la televisione è rivolta e

dell’immagine che l’azienda vuole che si diffonda al suo interno.

Probabilmente le argomentazioni di Notarnicola sono valide per aziende come Enel o

Vodafone, caratterizzate da un’età media dei dipendenti molto bassa e da

un’immagine anche esterna improntata all’innovazione e alla dinamicità.

Le osservazioni di Zorzi, invece, forse sono valide per il mondo bancario, dove le

aziende cercano di dare un’immagine solida e istituzionale di se stesse e dove l’età

media dei dipendenti è più alta rispetto ad altre aziende.

comunicazione dell’Università di Trieste ha inserito l’edutainment fra le materie di

studio, molte aziende si stanno attrezzando per fare in modo che i propri dipendenti

possano guardare la televisione aziendale sul proprio cellulare.

Molte corporate tv, poi, si sono attrezzate per le dirette e tendono a diventare sempre

più simili ai canali televisivi che tutti guardano sui televisori di casa.

Per Andrea Notarnicola (autore di due libri che trattano l’argomento e

consulente di numerose aziende) la tv aziendale deve seguire gli stessi

canoni e le stesse tecniche della tv generalista.

Quello delle corportate tv resta comunque un fenomeno in continua

evoluzione e del quale non vengono ancora sfruttate a pieno tutte le

potenzialità.

Molto però si sta facendo. E se la Facoltà di scienze della

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Nel frattempo i dipendenti si abituano sempre più all’utilizzo del mezzo,

apprezzandone l’immediatezza e la possibilità di poter conoscere meglio i propri

colleghi o i manager che amministrano l’impresa per cui lavorano (le trasmissioni più

viste, in tutte le aziende, sono quelle in cui i manager vengono intervistati o lanciano

messaggi ai dipendenti).

utenti sia sulla televisione in se, sia sull’azienda in generale.

Cosa che metterebbe a disposizione delle aziende un patrimonio di informazioni e

suggerimenti che sino a oggi non è mai stato disponibile.

Sulla strada di questa profonda innovazione, però, ci sono ancora delle resistenze.

Nei casi aziendali analizzati è chiara una concreta volontà del top management di

investire nel mezzo, di considerarlo uno strumento imprescindibile per un efficiente

funzionamento dell’azienda in un mondo in cui le informazioni circolano sempre più

velocemente e i tempi di reazione si restringono sempre più.

Molto spesso, però, lo strumento televisivo viene considerato esclusivamente come

un mezzo d’intrattenimento, inutile nella vita concreta delle aziende.

Si considera perso il tempo che il dipendente passa servendosi del mezzo non

considerando l’enorme risparmio, sempre in termini di tempo, che il mezzo

garantisce, per esempio, spiegando in pochi minuti una circolare o particolari

procedure o le innovazioni che l’azienda vuole introdurre.

Non si considera, però, che sono proprio quei programmi a rendere l’utilizzo dello

strumento televisivo un’abitudine quotidiana. Non si tiene conto che è proprio grazie

a quelle trasmissioni che si riesce a diffondere la cultura aziendale e i dipendenti

cominciano a considerarsi come appartenenti a un’unica tribù.

La tecnologia intanto si evolve e mette sempre maggiori

strumenti a disposizione delle coporate tv.

Nel prossimo futuro è probabile che lo strumento divenga sempre

più interattivo, aprendosi ai commenti e ai suggerimenti degli

Spesso per avallare questa teoria si portano a esempio le

programmazioni delle corporate tv considerate “leggere”, non

strettamente attinenti alla vita aziendale.

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Molto spesso, purtroppo, si dà più valore a quel poco tempo, considerato “perso”,

che, per esempio, un dipendente di Enel passa a guardare un programma di cucina,

non valutando l’enorme risparmio di tempo che quel dipendente non perde per

leggere una circolare, comprenderla e metterne in pratica gli indirizzi.

Cosa che si affianca ai vantaggi garantiti da una reazione notevolmente più rapida nel

recepire i nuovi indirizzi e gli input che provengono dal top management e dai quadri

intermedi.

Senza contare il fatto che anche un programma di cucina, soprattutto

se trasmesso negli orari giusti, rende meno pesante il tempo passato

in azienda, lo alleggerisce contribuendo a garantire una più alta

qualità del lavoro e una maggiore efficienza dei processi produttivi.

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Bibliografia

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Sitografia

andreanotarnicola.worpress.com

il blog personale di Andrea Notarnicola, uno dei massimi esperti italiani di corporate tv

www.eccellere.com

notizie e analisi sulla vita aziendale

www.teledipendente.tv

il sito dell'osservatorio dell'Università Boccono sulle corporate tv

www.giampaolocolletti.com

il blog di Giampaolo Colletti, analista, consulente di diverse aziende e collaboratore di Ask,

l'osservatorio della Bocconi

www.intranetmanagement.it

un sito interamente dedicato alle intranet e alla comunicazione interna

www.mantellini.it

Il blog di Massimo Mantellini, si occupa di nuove tecnologie

www.newtonmi.it

il sito di Newton management innovation, azienda del gruppo il Sole 24 ore che si occupa di

formazione ed edutainment

pierluigicasolari.blogspot.com

Il blog di Pierluigi Casolari, si occupa di new media, cultura e innovazione

www.zeusnews.it

Sito di informazione su nuove tecnologie e innovazione

www.zzzoot.tv

il sito di zzzoot, una fiction di edutainment realizzata a scopo informativo e promozionale da

Newton management innovation

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Raccolta (non ordinata) di articoli che trattano l'argomento

Tv aziendale, leva comunicativa delle imprese italiane, la Stampa, 21 aprile 2008

http://bit.ly/apUYYE

Le imprese imparano a videoraccontarsi, Nova 24, 8 marzo 2007

http://bit.ly/d5kw6j

In azienda va in onda la fiction e a recitare sono i dipendenti, la Repubblica, 20

settembre 2002

http://bit.ly/9O5VXc

Le aziende scoprono la business tv, Italia Oggi, 17 aprile 2008 (file pdf

scaricabile)

http://bit.ly/d3GsZR

Tv in azienda, i top manager creano la rete, il Corriere della sera, 24 marzo 2006

http://bit.ly/c3gSOA

La business tv crea cultura d'impresa, b2b24,10 gennaio 2008

http://bit.ly/9DsPIs

La nuova tv? Nasce in azienda, Affari italiani, 12 agosto 2008

http://bit.ly/c4JCHu

Web tv aziendale, tra Crm e formazione online, pmi.it, 8 ottobre 2009

http://bit.ly/cbc9n7

Business tv. La tv si fa in azienda, innonation.org, 14 settembre 2007

http://bit.ly/bmDZhS

Business tv e comunicazione d'impresa, masternewmedia.org, 17 aprile 2008

http://bit.ly/8XnKAT


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