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DAL VANGELO SECONDO Luca l’albero In - upzonasud.itupzonasud.it/images/boll1400...

Date post: 15-Feb-2019
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Viene a noia, di questi tempi, oltre che l’albero con le palle, anche il presepio con le stalle. Come se fosse invecchiato, assieme all’abete, all’improvviso anche il prete. Vien da pensare che il prodotto cristiano sia scaduto, dunque si offra a prezzo di favore, come se valesse di meno e vada consumato subito, prima che faccia male. Invece deve farci male, si deve sentire nelle viscere quell’amarezza della Parola fatta Carne che ci sconvolge, che è indigesta e non ci fa dormire, che non ci culla negli allori o nei dolori, che ci afferra e non ci lascia finché non è carne in noi. Finché non fa nascere sulla terra nuovi profeti, perché: «Non vediamo più le nostre insegne, non ci sono più profeti e tra di noi nessuno sa fino a quando…» (Sal 74,9). Questo incessante “fare” della Parola che mai si stanca, che scende dal cielo e non vi torna: «Senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare» (Is 55,10), fa meraviglia. Non possiamo limitarci ad una fuggente preghiera davanti a qualche immagine sacra, o a qualche sospiro che accompagni la musica del Natale. Dobbiamo essere noi stessi immagini di quella sacralità e compositori, direttori ed orchestrali dell’opera di Dio. Il nostro spartito, il punto centrale, ciò che si deve mirare, è sempre e solo Gesù Cristo. In tempi così, gli scaffali cristiani sono assai poveri e quasi privi di prodotti seri. Ci si può confondere e si può perdere, oltre al punto di riferimento, anche l’orizzonte. Ma c’è sempre il modo di far centro; basta non perdere la mira. Quando si diffonde una voce, magari inattesa e comunque nuova, in genere bella, come la prossima venuta d’un personaggio importante o di un certo evento, ci si mobilita, si fanno programmi per non mancare all’incontro. Quando si diffuse la voce del Battista, in quel tempo e luogo, cominciarono a muoversi. E non solo gli animati da buone intenzioni; anche quelli che non avrebbero voluto scocciature, si mossero. Sacerdoti e leviti incaricati d’indagini, con l’attesa del Messia e la preoccupazione d’esser lasciati fuori, di non vedersi riconosciuto il ruolo. Come quando sta per cadere un governo e si puntella, si mantiene in piedi anche se non ci si crede, visto che non si sa quello che verrà. Come quando sta per cadere un’illusione, che magari ci ha sostenuto fino ad allora. Come quando si continua a giocare a soldi con la speranza di vincere. Ci sono delle attese sterili, che anche realizzando le nostre aspettative, non portano ad un bene migliore della vita, ad un bene assoluto, duraturo, di qualità. E ci sono delle attese feconde, che magari sul momento non ci soddisfano, perché vanno al di là o contro le nostre idee, ma che ci aiutano a vivere, lentamente e continuamente ci appagano, rallegrandoci il futuro. Somiglia a quest’ultima categoria, l’attesa del Natale. Come se fosse automatica, preparata da sola fin dall’eternità. E poi continua a ripetersi, a disporsi sempre nuova come fosse la prima volta, per il nostro bene assoluto. E c’è una fecondità recondita, pronta a dispiegarsi in tutta la sua fantasia, in modi vari, mai identici, come la più incredibile e perfetta opera d’arte. Non siamo neanche noi degni di sciogliere i legacci dei sandali alla libertà. Non siamo capaci di lasciarla andare per le nostre strade. Forse ne abbiamo paura. Ma lei cammina scalza, senza riposo. Si posa però, nei cuori. DAL VANGELO SECONDO Luca Salmo resp. (Is 12,2-6) Rit.: Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, non avrò timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza. (Rit.) Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza.Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere, fate ricordare che il suo nome è sublime. (Rit.) Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, le conosca tutta la terra.Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele. (Rit.) Seconda lettura: (4, 4-7) Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. - Parola di Dio. (3, 10-18) Prima lettura: (3, 14-17) Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d'Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia». Parola di Dio In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Parola di Dio
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Page 1: DAL VANGELO SECONDO Luca l’albero In - upzonasud.itupzonasud.it/images/boll1400 bisstef1.pdfspartito, il punto centrale, ciò che si deve mirare, è sempre e solo Gesù Cristo. In

prima lettura: (17, 10-16)

Viene a noia, di questi tempi, oltre che l’albero con le palle, anche il presepio con le stalle. Come se fosse invecchiato, assieme all’abete, all’improvviso anche il prete. Vien da pensare che il prodotto cristiano sia scaduto, dunque si offra a prezzo di favore, come se valesse di meno e vada consumato subito, prima che faccia male. Invece deve farci male, si deve sentire nelle viscere quell’amarezza della Parola fatta Carne che ci sconvolge, che è indigesta e non ci fa dormire, che non ci culla negli allori o nei dolori, che ci afferra e non ci lascia finché non è carne in noi. Finché non fa nascere sulla terra nuovi profeti, perché: «Non vediamo più le nostre insegne, non ci sono più profeti e tra di noi nessuno sa fino a quando…» (Sal 74,9). Questo incessante “fare” della Parola che mai si stanca, che scende dal cielo e non vi torna: «Senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare» (Is 55,10), fa meraviglia. Non possiamo limitarci ad una fuggente preghiera davanti a qualche immagine sacra, o a qualche sospiro che accompagni la musica del Natale. Dobbiamo essere noi stessi immagini di quella sacralità e compositori, direttori ed orchestrali dell’opera di Dio. Il nostro spartito, il punto centrale, ciò che si deve mirare, è sempre e solo Gesù Cristo. In tempi così, gli scaffali cristiani sono assai poveri e quasi privi di prodotti seri. Ci si può confondere e si può perdere, oltre al punto di riferimento, anche l’orizzonte. Ma c’è sempre il modo di far centro; basta non perdere la mira. Quando si diffonde una voce, magari inattesa e comunque nuova, in genere bella, come la prossima venuta d’un personaggio importante o di un certo evento, ci si mobilita, si fanno programmi per non mancare all’incontro. Quando si diffuse la voce del Battista, in quel tempo e luogo, cominciarono a muoversi. E non solo gli animati da buone intenzioni; anche quelli che non avrebbero voluto scocciature, si mossero. Sacerdoti e leviti incaricati d’indagini, con l’attesa del Messia e la preoccupazione d’esser lasciati fuori, di non vedersi riconosciuto il ruolo. Come quando sta per cadere un governo e si puntella, si mantiene in piedi anche se non ci si crede, visto che non si sa quello che verrà. Come quando sta per cadere un’illusione, che magari ci ha sostenuto fino ad allora. Come quando si continua a giocare a soldi con la speranza di vincere. Ci sono delle attese sterili, che anche realizzando le nostre aspettative, non portano ad un bene migliore della vita, ad un bene assoluto, duraturo, di qualità. E ci sono delle attese feconde, che magari sul momento non ci soddisfano, perché vanno al di là o contro le nostre idee, ma che ci aiutano a vivere, lentamente e continuamente ci appagano, rallegrandoci il futuro. Somiglia a quest’ultima categoria, l’attesa del Natale. Come se fosse automatica, preparata da sola fin dall’eternità. E poi continua a ripetersi, a disporsi sempre nuova come fosse la prima volta, per il nostro bene assoluto. E c’è una fecondità recondita, pronta a dispiegarsi in tutta la sua fantasia, in modi vari, mai identici, come la più incredibile e perfetta opera d’arte. Non siamo neanche noi degni di sciogliere i legacci dei sandali alla libertà. Non siamo capaci di lasciarla andare per le nostre strade. Forse ne abbiamo paura. Ma lei cammina scalza, senza riposo. Si posa però, nei cuori.

DAL VANGELO SECONDO Luca

Salmo resp. (Is 12,2-6) Rit.:

Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, non avrò timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza. (Rit.)

Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza.Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere,

fate ricordare che il suo nome è sublime. (Rit.) Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, le conosca tutta la terra.Canta ed esulta,

tu che abiti in Sion, perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele. (Rit.)

Seconda lettura: (4, 4-7)

Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. - Parola di Dio.

(3, 10-18)

Prima lettura: (3, 14-17)

Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d'Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia». – Parola di Dio

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. – Parola di Dio

Page 2: DAL VANGELO SECONDO Luca l’albero In - upzonasud.itupzonasud.it/images/boll1400 bisstef1.pdfspartito, il punto centrale, ciò che si deve mirare, è sempre e solo Gesù Cristo. In

Si celebra: a Spedalicchio alle ore 9,00,

a Niccone alle ore 10,15 e a Montecastelli alle ore 11,30. La S. Messa prefestiva di Sabato 22

si celebra a Montecastelli alle ore 16,30.

Martedì e Giov. alle ore 16,30 a Montecastelli; Lunedì, Merc. e Ven. alle ore 16,30 a Niccone.

BOLLETTINO PARROCCHIALE DI NICCONE - MONTECASTELLI

Dom. 16 Dic. 2018 Terza di avvento

16 Dicembre 2018

Lc 3, 13-18

Le folle interrogavano Giovanni dicendo:“Che cosa dobbiamo fare?”

La preghiera non ha niente a che vedere con una “linea-diretta” celeste: è piuttosto un apprendistato lento e calmo di quanto sia importante accogliere Dio che viene. La preghiera non significa risolvere magicamente i problemi, ma prendere corpo e prendere carne in questi problemi e dare un futuro a ciò che sembrava un “blocco”, una strada senza via d’uscita, perché l’amore apre sempre l’avvenire. Jean Devriendt


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