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Date post: 14-Feb-2019
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Dall’età moderna alla prima età globale La crisi di una grande narrazione Giuseppe Marcocci Università della Tuscia [email protected]
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Dall’età moderna alla prima età globale

La crisi di una grande narrazione Giuseppe Marcocci

Università della Tuscia

[email protected]

Il racconto tradizionale dell’età moderna

Messo a punto da Voltaire, si salda al discorso sulla storia come

strumento dello stato nazionale fra ‘800 e ‘900 => è il prodotto di

determinati equilibri storicamente dati:

° Eurocentrismo e paradigma dell’eccezionalità della storia europea e

dell’Occidente (=> il resto del mondo è “l’altro”)

° Retro-proiezione della cornice nazionale quale prospettiva privilegiata

° Visione teleologica dell’età moderna come lineare successione di

tappe verso la costruzione del stato moderno come forma necessaria

per la realizzazione delle democrazie liberali => grande narrazione:

triade “scoperte geografiche – Rinascimento – Riforma

protestante”; Rivoluzione scientifica; Illuminismo; Rivoluzioni

atlantiche

Primi segnali di crisi

° Dialogo con la ricerca antropologica sulle società latino-americane

negli anni ‘70 => libro di Nathan Wachtel, La visione dei vinti (1971)

° I tormenti dello storico tedesco Wolfgang Reinhard in apertura della

Storia dell’espansione europea (1983):

“Manca, forse, nell’opera il punto di vista dei popoli extraeuropei, quelli

che furono appunto colonizzati. Ma come poteva essere altrimenti, se essi

si sono sempre espressi in lingue non europee e se le loro opinioni non

furono mai tradotte in una qualche lingua? Gli unici a poter veramente

usare queste fonti sono studiosi che si siano specializzati in un campo

d’indagine molto ristretto. Ci dovrebbe essere, cioè, uno storico che

conosca alla perfezione ed in egual misura il tamil e il telugu, l’hindi e

l’urdu, il cinese e il giapponese, il persiano, l’arabo, nonché il suaheli e il

nahuatl”

Storia globale

° storia globale ≠ storia della globalizzazione

° approccio che mette al centro la geografia e lo spazio, definendo le

unità di analisi a partire dal suo oggetto

° molteplicità di scale e prospettive > dinamiche di mobilità e

interazione a più livelli; processi di simultaneità e circolarità; studio su

una pluralità di fonti, scritte (anche in lingue non europee) e non

° critica di separazioni astratte sul piano storico, a base culturale,

religiosa, politica, economia (rifiuto della nozione di ‘civiltà’ e di teorie

sistemiche) => mobility turn

° dibattito sulle “modernità multiple” o la “modernità globale”

Età moderna e storia globale: questioni aperte

° dubbi sulla nozione di ”modernità” troppo intimamente legata a una

precisa traiettoria europea (=> ricerca di un maggior equilibrio)

° recupero di processi che ebbero una natura globale, pur avendo

origini e manifestazioni diverse (es. la crisi di metà ‘600)

° attenzione ai fattori unificanti su scala planetaria, che produssero un

nuovo senso dei confini del mondo abitato:

- esplorazioni (non appannaggio esclusivo degli europei)

- flusso dei commerci su vasta scala

- tratta degli schiavi su scala mondiale (e non solo atlantica)

- convergenza dei modelli politici (imperi globali)

° enfasi su fenomeni che mettono in relazione storie superando le

barriere del tradizionale modo di pensare (connected histories)

Tratti caratteristici della prima età globale

° primato degli imperi come forma di stato sovra-territoriale, in cui

convivono forme istituzionali e culture differenti

° interazioni culturali su vasta scala (commensurabilità, mediatori, storie

connesse)

° circolazione degli oggetti e cultura materiale (Rinascimento globale,

espressioni artistiche)

° vite globali (esistenze individuali attraverso frontiere), diaspore,

relazioni tra gruppi minoritari estranei tra loro (distinti per cultura e

religione)

Intrecci

Connessioni

Interazioni

Periodizzazione della ‘prima età globale’

° imperi mongolico-timuridi (1200-1400)

° età dell’esplorazione (1400-1700)

° avvio della mondializzazione (1500-1650) > coscienza della globalità

° crisi globale di metà ‘600 (piccola glaciazione, carestie, rivolte)

° età delle rivoluzioni su scala globale (1760-1840)

° grande divergenza (1800-1850)

La lunga eredità

dell’errore di

Colombo

Il fascino irresistibile

dell’Asia di Marco

Polo

Impero mongolo

Impero

timuride

Un mondo di imperi in equilibrio

Imperi intrecciati

“Il mondo della prima età moderna si presentava per la maggior parte come un

patchwork di imperi intrecciati, in concorrenza tra loro, punteggiato da uno strano

intruso, lo 'stato-nazione' allora in gestazione. All'epoca della pace di Westfalia

(1648) [tradizionalmente considerata dagli storici come tappa decisiva per la storia

dello stato moderno], la mappa politica del mondo aveva questi contorni,

procedendo da est a ovest: la Cina, appena conquistata dai Qing, che avrebbero

impresso una spinta espansionistica verso occidente; il vasto impero mughal, che si

dispiegava dalle colline della Birmania all'Afghanistan; l'impero ottomano, la cui

giurisdizione effettiva andava ancora da Bassora all'Europa centrale e al Marocco;

l'impero russo, che all'epoca penetrava fin dentro la Siberia e in alcune regioni

dell'Asia centrale; i resti del Sacro Romano Impero nell'Europa centrale; i fiorenti

imperi commerciali di Inghilterra e Olanda, estesi sia all'Asia sia all'America; e ultimi,

ma non in ordine d'importanza, i grandi imperi di Spagna e Portogallo, la cui

dimensione era ancora molto ampia".

(Sanjay Subrahmanyam, 2007)

Imperi

asiatici

Imperi

iberici

La mondializzazione iberica

Il senso europeo del limite “né si giudichino gl’europei che le grandezze e

ricchezze sijno solamente nell’Europa e che

regnino le grandezze solamente nella corte di

Savoia, Francia, Spagna e Alemagna,

ch’assicuro agli lettori che nissuno viverà con

più grandezza, pompa e maiestà ch’il re

Mogolo, né le ricchezze si possono ugualare a

questi dell’Indie”

(Nicolò Manuzzi, ca. 1700)

L’idea di impero globale

Un mondo in

comune

La scrittura

di storie del

mondo

Una visione condivisa del mondo

Ibridazioni

culturali

Riflessioni conclusive

° la prima età globale può essere studiata solo rimettendo al centro gli

intrecci su cui si resse e dai quali emerse poi, dal primo ‘800, quel

predominio dell’Occidente che abbiamo finito per naturalizzare

° importanza di familiarizzare gli studenti con la storia non europea

non come ambito radicalmente altro, ma come complemento

imprescindibile per comprendere appieno la stessa storia europea

° minor attenzione alla storia politico-militare, che risponde alla visione

teleologica delle origini dello stato moderno, e maggior interesse per

le dinamiche di circolazione e di scambio, nonché le modalità

concrete in cui avvenivano in un mondo segnato da continui conflitti

° riscoperta di una storia non-identitaria che può restituire centralità al

passato in una società che sembra aver rimosso le sue eredità


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