Dall’età moderna alla prima età globale
La crisi di una grande narrazione Giuseppe Marcocci
Università della Tuscia
Il racconto tradizionale dell’età moderna
Messo a punto da Voltaire, si salda al discorso sulla storia come
strumento dello stato nazionale fra ‘800 e ‘900 => è il prodotto di
determinati equilibri storicamente dati:
° Eurocentrismo e paradigma dell’eccezionalità della storia europea e
dell’Occidente (=> il resto del mondo è “l’altro”)
° Retro-proiezione della cornice nazionale quale prospettiva privilegiata
° Visione teleologica dell’età moderna come lineare successione di
tappe verso la costruzione del stato moderno come forma necessaria
per la realizzazione delle democrazie liberali => grande narrazione:
triade “scoperte geografiche – Rinascimento – Riforma
protestante”; Rivoluzione scientifica; Illuminismo; Rivoluzioni
atlantiche
Primi segnali di crisi
° Dialogo con la ricerca antropologica sulle società latino-americane
negli anni ‘70 => libro di Nathan Wachtel, La visione dei vinti (1971)
° I tormenti dello storico tedesco Wolfgang Reinhard in apertura della
Storia dell’espansione europea (1983):
“Manca, forse, nell’opera il punto di vista dei popoli extraeuropei, quelli
che furono appunto colonizzati. Ma come poteva essere altrimenti, se essi
si sono sempre espressi in lingue non europee e se le loro opinioni non
furono mai tradotte in una qualche lingua? Gli unici a poter veramente
usare queste fonti sono studiosi che si siano specializzati in un campo
d’indagine molto ristretto. Ci dovrebbe essere, cioè, uno storico che
conosca alla perfezione ed in egual misura il tamil e il telugu, l’hindi e
l’urdu, il cinese e il giapponese, il persiano, l’arabo, nonché il suaheli e il
nahuatl”
Storia globale
° storia globale ≠ storia della globalizzazione
° approccio che mette al centro la geografia e lo spazio, definendo le
unità di analisi a partire dal suo oggetto
° molteplicità di scale e prospettive > dinamiche di mobilità e
interazione a più livelli; processi di simultaneità e circolarità; studio su
una pluralità di fonti, scritte (anche in lingue non europee) e non
° critica di separazioni astratte sul piano storico, a base culturale,
religiosa, politica, economia (rifiuto della nozione di ‘civiltà’ e di teorie
sistemiche) => mobility turn
° dibattito sulle “modernità multiple” o la “modernità globale”
Età moderna e storia globale: questioni aperte
° dubbi sulla nozione di ”modernità” troppo intimamente legata a una
precisa traiettoria europea (=> ricerca di un maggior equilibrio)
° recupero di processi che ebbero una natura globale, pur avendo
origini e manifestazioni diverse (es. la crisi di metà ‘600)
° attenzione ai fattori unificanti su scala planetaria, che produssero un
nuovo senso dei confini del mondo abitato:
- esplorazioni (non appannaggio esclusivo degli europei)
- flusso dei commerci su vasta scala
- tratta degli schiavi su scala mondiale (e non solo atlantica)
- convergenza dei modelli politici (imperi globali)
° enfasi su fenomeni che mettono in relazione storie superando le
barriere del tradizionale modo di pensare (connected histories)
Tratti caratteristici della prima età globale
° primato degli imperi come forma di stato sovra-territoriale, in cui
convivono forme istituzionali e culture differenti
° interazioni culturali su vasta scala (commensurabilità, mediatori, storie
connesse)
° circolazione degli oggetti e cultura materiale (Rinascimento globale,
espressioni artistiche)
° vite globali (esistenze individuali attraverso frontiere), diaspore,
relazioni tra gruppi minoritari estranei tra loro (distinti per cultura e
religione)
Periodizzazione della ‘prima età globale’
° imperi mongolico-timuridi (1200-1400)
° età dell’esplorazione (1400-1700)
° avvio della mondializzazione (1500-1650) > coscienza della globalità
° crisi globale di metà ‘600 (piccola glaciazione, carestie, rivolte)
° età delle rivoluzioni su scala globale (1760-1840)
° grande divergenza (1800-1850)
Imperi intrecciati
“Il mondo della prima età moderna si presentava per la maggior parte come un
patchwork di imperi intrecciati, in concorrenza tra loro, punteggiato da uno strano
intruso, lo 'stato-nazione' allora in gestazione. All'epoca della pace di Westfalia
(1648) [tradizionalmente considerata dagli storici come tappa decisiva per la storia
dello stato moderno], la mappa politica del mondo aveva questi contorni,
procedendo da est a ovest: la Cina, appena conquistata dai Qing, che avrebbero
impresso una spinta espansionistica verso occidente; il vasto impero mughal, che si
dispiegava dalle colline della Birmania all'Afghanistan; l'impero ottomano, la cui
giurisdizione effettiva andava ancora da Bassora all'Europa centrale e al Marocco;
l'impero russo, che all'epoca penetrava fin dentro la Siberia e in alcune regioni
dell'Asia centrale; i resti del Sacro Romano Impero nell'Europa centrale; i fiorenti
imperi commerciali di Inghilterra e Olanda, estesi sia all'Asia sia all'America; e ultimi,
ma non in ordine d'importanza, i grandi imperi di Spagna e Portogallo, la cui
dimensione era ancora molto ampia".
(Sanjay Subrahmanyam, 2007)
Il senso europeo del limite “né si giudichino gl’europei che le grandezze e
ricchezze sijno solamente nell’Europa e che
regnino le grandezze solamente nella corte di
Savoia, Francia, Spagna e Alemagna,
ch’assicuro agli lettori che nissuno viverà con
più grandezza, pompa e maiestà ch’il re
Mogolo, né le ricchezze si possono ugualare a
questi dell’Indie”
(Nicolò Manuzzi, ca. 1700)
Riflessioni conclusive
° la prima età globale può essere studiata solo rimettendo al centro gli
intrecci su cui si resse e dai quali emerse poi, dal primo ‘800, quel
predominio dell’Occidente che abbiamo finito per naturalizzare
° importanza di familiarizzare gli studenti con la storia non europea
non come ambito radicalmente altro, ma come complemento
imprescindibile per comprendere appieno la stessa storia europea
° minor attenzione alla storia politico-militare, che risponde alla visione
teleologica delle origini dello stato moderno, e maggior interesse per
le dinamiche di circolazione e di scambio, nonché le modalità
concrete in cui avvenivano in un mondo segnato da continui conflitti
° riscoperta di una storia non-identitaria che può restituire centralità al
passato in una società che sembra aver rimosso le sue eredità