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DDP REL 01 RELAZIONE ILLUSTRATIVA109.205.19.101/pgt/DOC/Documenti di piano/001_DDP...3 TITOLO III 58...

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TITOLO I 5

DOCUMENTO PROGRAMMATICO GENERALE 1. Introduzione e principi generali 5 1.1. Rilancio delle attività economiche 6 1.2. Indirizzi per le modalità insediative 6 1.3. Riordino viabilistico sulla base delle necessità emerse dalle analisi conoscitive 7 1.4. Valorizzazione del territorio 7 2. Struttura del progetto 8 3. Quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del Comune 9 3.1. Indagine sul sistema socio – economico: dinamiche demografiche 9 3.2. Struttura delle famiglie 19 3.3. Indagine socio – economica legata al sistema produttivo, commerciale 24 3.4. Indagine socio – economica legata al sistema turistico ricettivo 30

TITOLO II 38

INDICAZIONI E VINCOLI DEGLI ATTI DI PROGRAMMAZIONE SOVRACOMUNALE E COMUNALE

4. Piano Territoriale Regionale 38 5. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 42 6. Vincoli relativi al Piano di assetto Idrogeologico 45 7. Vincoli relativi al Reticolo Idrico Minore 46 8. Vicoli relativi alle distanze dai pozzi di captazione di acqua destinata al consumo umano 47 9. Vincoli relativi agli ambiti di particolare interesse ambientale 47 10. Vincoli relativi agli ambiti agricoli di interesse strategico 48 11. Vincoli relativi alla zona costiera del Lago Moro 51 12. Vincoli relativi ai beni culturali e del paesaggio 51 13. Vincoli relativi agli allevamenti di animali 51 14. Vincoli relativi al risparmio energetico 52 15. Vincoli relativi alle fasce di rispetto delle aree per sedi ferroviarie 52 16. Vincoli relativi alle fasce di rispetto delle sedi stradali 52 17. Vincoli relativi alle fasce di rispetto cimiteriale 53 18. Vincoli relativi al rispetto dagli elettrodotti 53 19. Vincoli relativi al rispetto dai gasdotti e metanodotti 54 20. Indicazioni relative alla tutela e protezione della fauna selvatica 54 21. Indicazioni relative alla tutela e protezione della fauna ittica 54 22. Aziende a rischio di incidente rilevante 55 23. Vincoli derivanti da pianificazione comunale 55 23.1 Vincoli relativi al PLIS del Monticolo e Lago Moro 55 23.2 Vincoli relativi alla componente paesistica 55 23.3 Vincoli relativi alla componente geologica 56 23.4 Vincoli relativi all’area di tutela per la zona a protezione speciale 57 23.5 Vincoli relativi al rispetto della zonizzazione acustica 57 23.6 Vincoli relativi alla prevenzione dall’inquinamento luminoso 57

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TITOLO III 58

IL PROGETTO DI PIANO 24. Istanze e proposte dei cittadini 58 25. Quadro conoscitivo del territorio comunale come risultante delle trasformazioni avvenute 58 25.1 Inquadramento territoriale 58 25.2 Assetto e dinamiche dei sistemi insediativi 59 25.3 Organizzazione e tendenze evolutive delle attività economiche 60 25.4 Caratteri e problematiche ambientali emergenti 61 25.5 Caratterizzazioni e vulnerabilità del territorio 62 25.6 Assetto idrogeologico e classi di rischio 62 25.7 Valore agroforestale del territorio 63 26. Individuazione degli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione a valenza strategica per la politica territoriale del comune 64 27. Determinazione degli obiettivi quantitativi di sviluppo del PGT 66 28. Determinazione delle politiche di intervento per i differenti settori 83 28.1 Interventi a sostegno del settore turistico ricettivo 83 28.2 Interventi a sostegno del commercio 85 28.3 Interventi a sostegno dell’industria e dell’artigianato 86 28.4 Interventi per lo sviluppo delle modalità insediative residenziali 86 29. La mobilità 88 29.1 Interventi strutturali sulla viabilità veicolare 89 29.2 Interventi a sostegno ed adeguamento della viabilità esistente 90 29.3 Percorsi ciclabili 93 29.4 La strada del vino 95 30. Interventi per la valorizzazione del territorio 95 30.1 I comparti territoriali e le strategie di sviluppo 96 30.2 Gli ambiti di trasformazione e le strategie di sviluppo 98 31. Il Piano dei Servizi 108 32. Criteri di compensazione, perequazione ed incentivazione 111 33. Cronologia degli interventi 112 34. La Valutazione Ambientale strategica del DdP 112 35. Stima convenzionale del consumo di suolo secondo le disposizioni fissate dall’Art. 141 delle NTA del PTCP della Provincia di Brescia 121 36. Masterplan per la valorizzazione del turismo termale 131

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TITOLO I DOCUMENTO PROGRAMMATICO GENERALE 1. Introduzione e principi generali Il complesso dei programmi di sviluppo e di pianificazione territoriale della città di Darfo Boario Terme avente come riferimento l’insieme documenti costituenti il PGT, è espressione della volontà dell’Amministrazione Comunale che ha indicato criticità, obiettivi e finalità per la stesura degli atti di pianificazione territoriale stessa. Gli indirizzi programmatici che la Giunta Comunale ha discusso, da un lato discendono dai programmi politici e sono perciò l’espressione delle volontà dei soggetti chiamati ad amministrare il Comune, dall’altro discendono dalla “realtà territoriale espressa nelle analisi”, ovvero dalla ricognizione e interpretazione delle caratteristiche e delle dinamiche delle risorse presenti sul territorio e dal giudizio sull’efficacia delle azioni intraprese. Nella proposta progettuale contenuta nel DdP (Documento Di Piano) si assume il PRG come piattaforma di base su cui intervenire con le necessarie modificazioni, per coerenziare attuali esigenze del territorio alle previsioni di sviluppo, passando dall’accoglimento di istanze dei cittadini secondo una logica di fattibilità e sostenibilità economica, sociale e ambientale. Le scelte progettuali puntuali, coerenti con gli obiettivi e le direttive degli indirizzi generali, sono finalizzate alla risoluzione di problematiche emerse durante le fasi analitiche preliminari. L’insieme delle azioni di riconferma del vecchio PRG o delle modificazioni avanzate dal nuovo strumento di pianificazione, vengono verificate ed eventualmente adattate alla pianificazione sovraordinata ed al sistema dei vincoli vigenti. Il DdP definisce quindi uno scenario territoriale condiviso dalla comunità, indicando obiettivi e finalità da perseguire, verificandone la sostenibilità ambientale e la coerenza paesaggistica delle previsioni di sviluppo. Le politiche di intervento individuate vengono relazionate alle risorse economiche attivabili. Le previsioni contenute nel Documento di Piano in quanto espressioni della strategia complessiva di sviluppo delineata dal PGT, non producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. La definizione giuridica dei suoli ha luogo infatti attraverso il Piano dei Servizi, il Piano delle Regole ed i Piani Attuativi. L’analisi conoscitiva del territorio è un passaggio fondamentale nella individuazione delle proposte progettuali, individuando le situazioni di criticità a cui il piano fornisce soluzioni. Alla luce dei problemi emersi durante la fase conoscitiva il piano quindi affronta puntualmente tutte le situazioni, proponendo soluzioni che risolvano le criticità emerse. Un lavoro continuo di passaggi di scala di osservazione ed intervento, dal generale al particolare che permetta l’individuazione di criticità diffuse e

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proposte progettuali puntuali in grado di migliorare o risolvere le tematiche affrontate. I principi generali sui quali vengono fondate le strategie di progetto sono tratte dall’individuazione di temi socio-economici ritenuti fondamentali nell’ambito della pianificazione comunale: per ciascuno di questi temi vengono delineati degli aspetti rilevanti cui il Piano deve rispondere con azioni mirate. 1.1. Rilancio delle attività economiche Gli interventi previsti a sostegno del rilancio delle attività produttive sono sintetizzabili in:

interventi per il miglioramento della struttura urbana a servizio del rilancio del settore turistico;

Individuazione di nuove aree destinate allo sviluppo delle attività produttive;

misure per incentivare e sostenere le attività commerciali della piccola, media e grande struttura di vendita.

1.2. Indirizzi per le modalità insediative Gli interventi previsti per le modalità insediative sono sintetizzabili in:

dimensionamento delle aree di espansione sulla base della stima di crescita dell’ultimo decennio, della valenza turistica, nonché dalla identificazione provinciale del comune di Darfo come centro ordinatore;

conferma delle zone residenziali esistenti e degli ambiti di trasformazione del PRG, opportunamente coerenziati con il sistema dei vincoli e della pianificazione sovraordinata;

individuazione di nuove aree di espansione finalizzate alla realizzazione di opere infrastrutturali (strade, ponti, parchi, parcheggi) necessarie alla soluzione di criticità individuate sul tessuto urbano esistente;

accoglimento, ove consentito in coerenza col programma generale, delle istanze pervenute atte al soddisfacimento della richiesta di edificabilità di privati cittadini per piccole zone di completamento;

aumento degli standard urbanistici verde, parcheggi, servizi, per un miglioramento della qualità urbana;

ridistribuzione della dotazione dei servizi sul territorio comunale in modo da garantire il riassetto e la riorganizzazione dei servizi stessi in funzione anche delle esigenze locali delle frazioni;

riuso e riqualificazione delle aree dimesse funzionale al contenimento del consumo di suolo e al recupero della qualità urbana.

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1.3. Riordino viabilistico sulla base delle necessità emerse dalle analisi conoscitive

Gli interventi previsti per il riordino viabilistico sono sintetizzabili in:

individuazione di soluzioni per lo smaltimento del traffico dai nuclei centrali;

revisione funzionale della viabilità interna con individuazione di soluzioni alternative alla viabilità esistente;

individuazione di tratti stradali critici e proposte per il loro miglioramento e messa in sicurezza;

riconfigurazione della S.S. 42 del Tonale e della Mendola che con la previsione dello svincolo di Pellalepre assumerà un ruolo di tangenziale esterna urbana.

1.4. Valorizzazione del territorio Gli interventi previsti per la valorizzazione del territorio sono sintetizzabili in:

valorizzazione delle emergenze territoriali quali le terme, il parco di Luine, il parco del Monticolo e lago Moro.

valorizzazione e tutela ambientale, sia del patrimonio storico artistico e monumentale, sia del patrimonio ambientale.

valorizzazione e tutela delle attività agricole e delle tipicità locali con il mantenimento di “corridoi ecologici”.

valorizzazione e messa a sistema delle aree verdi e delle attrezzature attorno all’area turistica termale.

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2. Struttura del progetto Lo sviluppo della città fortemente condizionato dalle esistenti reti infrastrutturali deve trovare un corretto futuro con scelte che la svincolino dagli attuali condizionamenti di cui la rete viabilistica ha sempre e comunque pressantemente condizionato lo sviluppo stesso. Il progetto per la città futura, trae le proprie origini in particolare dalla rete viabilistica, come matrice per lo sviluppo e per l’organizzazione di forme e funzioni urbane. Partendo dal presupposto che la viabilità è base di funzioni economiche, dell’accessibilità e della fruibilità dei luoghi, questa diviene il punto di partenza su cui riorganizzare la città, sia per lo sviluppo che per il miglioramento dello stato di fatto. La forma urbana, potrà essere trovata sia da un agglomerarsi delle frazioni centrali in un nucleo principale sia da frazioni satelliti che sviluppandosi attorno allo stesso ed assumendo autonomia primaria suggeriscono la strategia progettuale da percorrere. Il programma di sviluppo prevede quindi la formazione di due livelli urbani integrati e al contempo parzialmente indipendenti, in grado di sostenersi vicendevolmente risolvendo situazioni conflittuali tra le parti costituenti la città. Il primo livello urbano, formato da Darfo, Corna, Boario e Montecchio costituisce, con i servizi esistenti di primo e secondo grado, il cuore cittadino su cui rilanciare lo sviluppo delle attività commerciali, turistiche e amministrative, ma soprattutto il recupero della storica funzione di città termale con le conseguenti attività dell’ospitalità. L’obiettivo da perseguire per questa area urbana è senza dubbio quello di rivedere la viabilità relativa alla S.S. 294 (Val di Scalve) in modo da alleggerire il traffico veicolare e quindi ottenere un recupero della qualità urbana a servizio del turismo termale. Lo scenario in previsione, determina la formazione di anelli viari attorno ai nuclei urbani in grado di raccogliere e riversare i flussi centrali sulla tangenziale. Il secondo livello urbano sarà costruito sulle cosiddette frazioni satelliti costituite da Pellalepre-Fucine, Erbanno, Gorzone, Angone e Bessimo: il piano prevede una serie di interventi mirati alla realizzazione di quei servizi primari attualmente non in grado di renderle almeno parzialmente indipendenti dal centro. Tale obiettivo ha una duplice funzione: da un lato il miglioramento degli standard e dei servizi al cittadino in modo da riequilibrare il rapporto con le aree centrali, e dall’altro una maggiore indipendenza delle frazioni permetterà al centro di sgravarsi dal traffico urbano, migliorando la qualità urbana complessiva e agevolando la ripresa delle attività commerciali o turistiche. Per attivare questa soluzione è indispensabile provvedere al completamento/miglioramento della rete viabilistica esistente, e predisporre soluzione adeguate a far fronte alle emergenze ed alle criticità emerse in sede di analisi e riconosciute a livello locale.

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3. Quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del Comune

3.1. Indagine sul sistema socio – economico: dinamiche

demografiche Lo studio delle dinamiche demografiche può essere considerato, tanto elemento di studio propedeutico, quanto punto cardine, per la stesura di un piano urbanistico. Analizzare la popolazione presente sul territorio, stimarne i fattori di crescita endogena ed esogena, e studiarne la composizione attraverso parametri più complessi, sono passi necessari ed obbligatori per avere una visione complessiva e completa della struttura sociale di una città. E’ infatti soprattutto sulla base di tutta questa serie di parametri e di analisi, che si devono fondare le scelte progettuali e le politiche di intervento che andranno a definire il volto futuro della città. Da una prima analisi emerge, attraverso una rapida lettura dei dati di riferimento (Tabella 1), come la popolazione del comune di Darfo Boario Terme sia costantemente in crescita, partendo dai primi anni settanta fino ai giorni nostri. Negli ultimi anni si è registrato un forte aumento, e dagli ultimi aggiornamenti si apprende che la città ha superato la soglia dei 15000 abitanti.

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Tabella 1: Dati demografici residenti

ANNO

CONV

IVE N

ZEAN

NO

M

F

TO

T Fa

migli

e M

F

TOT

M

F T

OT

M

F T

OT

M

F

TOT

M

F

T

OT.

1970

5.913

6.374

12.28

710

410

020

461

5511

614

315

529

812

325

738

05.9

766.3

1712

.293

88-82

63.4

5013

1319

70

1971

5.976

6.317

12.29

33.4

5096

9819

451

4091

101

114

215

116

154

270

6.006

6.335

12.34

110

3-55

4813

1319

71

1972

5.961

6.231

12.19

23.3

0010

210

020

259

4810

716

617

233

810

413

423

86.0

666.3

2112

.387

9510

019

53.4

1113

1319

72

1973

6.066

6.321

12.38

73.4

1113

185

216

5060

110

145

155

300

136

163

299

6.156

6.338

12.49

410

61

107

3.645

1313

1973

1974

6.156

6.338

12.49

43.6

4510

611

522

167

3299

171

157

328

139

156

295

6.227

6.422

12.64

912

233

155

3.768

1313

1974

1975

6.227

6.422

12.64

93.7

6892

107

199

5557

112

159

175

334

139

161

300

6.284

6.486

12.77

087

3412

13.8

9213

1319

75

1976

6.284

6.486

12.77

03.8

9294

8718

170

6513

514

117

831

913

914

428

36.3

106.5

4212

.852

4636

823.9

8413

1319

76

1977

6.310

6.542

12.85

23.9

8410

376

179

7044

114

136

149

285

122

146

268

6.357

6.577

12.93

465

1782

4.077

1313

1977

1978

6.357

6.577

12.93

44.0

7772

7414

657

5811

512

813

025

815

514

930

46.3

456.5

7412

.919

31-46

-154.1

4613

1319

78

1979

6.345

6.574

12.91

94.1

4676

8616

259

5911

816

016

632

615

012

927

96.3

726.6

3813

.010

4447

914.2

6413

1319

79

1980

6.372

6.638

13.01

04.2

6469

8215

172

5813

019

119

838

916

417

634

06.3

966.6

8413

.080

2149

704.3

7613

1319

80

1981

6.396

6.684

13.08

04.3

7667

5612

351

5710

811

112

323

413

815

429

26.3

856.6

5213

.037

15-58

-434.4

3413

1319

81

1982

6.294

6.618

12.91

24.3

1786

6715

370

4311

316

517

133

612

515

227

76.3

506.6

6113

.011

4059

994.3

1913

1319

82

1983

6.350

6.661

13.01

14.3

1970

5912

967

5312

017

318

435

715

516

231

76.3

716.6

8913

.060

940

494.4

5913

1319

83

1984

6.371

6.689

13.06

04.4

5972

7915

156

4810

413

013

226

213

815

729

56.3

796.6

9513

.074

47-33

144.5

9913

1319

84

1985

6.379

6.695

13.07

44.5

9977

5313

065

4911

413

114

027

113

417

130

56.3

886.6

6813

.056

16-34

-184.6

3413

1319

85

1986

6.388

6.668

13.05

64.6

3460

6912

953

5010

314

013

427

411

813

225

06.4

176.6

8913

.106

2624

504.7

1313

1319

86

1987

6.417

6.689

13.10

64.7

1367

6313

056

3894

145

174

319

125

144

269

6.448

6.744

13.19

236

5086

4.795

1313

1987

1988

6.448

6.744

13.19

24.7

9569

5112

043

5093

127

127

254

135

145

280

6.466

6.727

13.19

327

-261

4.826

1313

1988

1989

6.466

6.727

13.19

34.8

2659

5211

157

4198

115

111

226

121

130

251

6.462

6.719

13.18

113

-25-12

4.851

1313

1989

1990

6.462

6.719

13.18

14.8

5174

4812

271

5612

710

910

221

191

118

209

6.483

6.695

13.17

8-5

2-3

4.895

1313

1990

1991

6.483

6.695

13.17

84.8

9554

6011

450

5210

211

011

122

111

110

922

06.4

866.7

0513

.191

121

134.9

1913

1319

91

1992

6.483

6.711

13.19

44.9

2566

7514

165

4310

812

512

925

412

911

824

76.4

806.7

5413

.234

337

404.9

2613

1319

92

1993

6.480

6.754

13.23

44.9

2658

4610

459

4210

113

815

028

813

914

728

66.4

786.7

6113

.239

32

54.9

7513

1319

93

1994

6.478

6.761

13.23

94.9

7551

5310

465

5111

616

715

532

213

114

727

86.5

006.7

7113

.271

-1244

325.0

2411

1119

94

1995

6.500

6.771

13.27

15.0

2451

5911

076

5212

815

715

230

915

413

028

46.4

786.8

0013

.278

-1825

75.0

7211

1119

95

1996

6.478

6.800

13.27

85.0

7268

5111

962

5311

517

714

031

713

214

227

46.5

296.7

9613

.325

443

475.1

5011

1119

96

1997

6.529

6.796

13.32

55.1

5058

7213

082

6014

219

616

235

818

015

833

86.5

216.8

1213

.333

-1220

85.2

1311

1119

97

1998

6.521

6.812

13.33

35.2

1368

5512

365

7113

617

918

136

015

116

031

16.5

526.8

1713

.369

-1349

365.2

3611

1119

98

1999

6.552

6.817

13.36

95.2

3657

6512

265

5411

920

817

037

815

213

128

36.6

006.8

6713

.467

395

985.3

5311

1119

99

2000

6.600

6.867

13.46

75.3

5359

5611

562

5611

824

818

142

913

914

027

96.7

066.9

0813

.614

-315

014

75.4

9111

1120

00

2001

6.706

6.908

13.61

45.4

9159

6011

954

5911

320

614

935

516

913

130

06.7

486.9

2713

.675

655

615.5

4711

1120

01

2002

6.651

6.956

13.60

75.4

8058

7413

261

6812

928

918

647

515

614

830

46.7

817.0

0013

.781

317

117

45.7

7211

1120

02

2003

6.781

7.000

13.78

15.7

7266

6012

667

7013

746

433

780

117

218

635

87.0

727.1

4114

.213

-1144

343

25.8

378

820

03

2004

7.072

7.141

14.21

35.8

3756

8414

051

5410

535

029

064

022

519

942

47.2

027.2

6214

.464

3521

625

15.9

927

720

04

2005

7.202

7.262

14.46

45.9

9280

5413

467

5912

627

526

053

526

418

444

87.2

267.3

3314

.559

887

956.0

497

720

05

2006

7.226

7.333

14.55

96.0

4984

7716

172

5712

928

426

054

421

516

237

77.3

077.4

5114

.758

3216

719

96.1

576

620

06

Comu

ne di

Dar

fo Bo

ario

Term

e - M

ovim

ento

demo

grafi

co de

lla po

polaz

ione r

eside

nte d

al 19

70 - F

ONTE

ANA

GRAF

E

SALD

O NA

TUR

ALE

SALD

O SO

CIAL

E

SALD

O CO

MPL

ESS

IVO

POPO

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ONE

FINA

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PO

POLA

ZION

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LE

N

ATI

MOR

TI

I

MM

IGRA

TI

FA

MIG

LIEON

VIVE

N

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11

L’andamento denota una crescita demografica costante, dagli anni settanta sino ad oggi, associabile fondamentalmente all’insieme di più fenomeni (Figura 1). In primo luogo l’analisi del saldo naturale evidenzia una netta decrescita partendo dagli anni settanta sino al duemila, per poi presentare segnali di ripresa solo negli ultimi anni. Con tendenza esattamente inversa invece si presenta il saldo sociale, partendo negativo nei primi anni settanta e arrivando negli ultimi anni a rappresentare quasi l’85% del saldo complessivo. Da questa prima semplice lettura si evince che il saldo demografico complessivo di Darfo Boario Terme è stata determinato nei primi anni settanta fondamentalmente dal saldo naturale, mentre negli anni novanta e duemila, principalmente dal saldo sociale. Solo negli ultimi anni si è manifestata un’inversione di tendenza, e il saldo naturale si è riportato su livelli interessanti (circa il 7/8% del saldo complessivo) tali da far ipotizzare una prosecuzione di tale fenomeno. L’analisi dei dati di Tabella 2, conferma quanto enunciato sopra; la percentuale di presenza stranieri rispetto alla popolazione totale è andata crescendo dagli anni novanta ad oggi, portandosi sino al 10%. Il fenomeno va studiato tenendo anche in considerazione il fondamentale ruolo di polo attrattore che la città di Darfo Boario Terme ha rispetto all’intera realtà valligiana. La presenza di funzioni polarizzanti, il rilancio del settore turistico e il consolidamento della completa offerta di servizi, sono anche funzionali alla riconferma del ruolo centrale della città nell’ambito camuno.

NUMERO DI RESIDENTI

10.000

11.000

12.000

13.000

14.000

15.000

16.000

1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005

anno

abit

anti

Figura 1: Andamento della popolazione

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12

Tabella 2: Dati demografici stranieri

Anno

Increm

ento s

ull'an

no To

tale

Pop.

% str

anieri

su

pop.

%

minori

MF

TOT

MF

TOT

MF

TOT

MF

TOT

MF

TOT

MF

TOT

1989

00

00

1413

2713.

1810,2

0%0

0,2

1990

00

00

2618

4462,

96%13.

1780,3

3%0

0,3

1991

00

00

4424

680,5

513.

2060,5

1%0

0,5

1992

00

00

5223

7510,

29%13.

2340,5

7%0

0,6

1993

00

2413

3714

620

6230

920,2

313.

2390,6

9%0

0,7

1994

11

21

122

1739

83

1176

45121

31,52%

13.271

0,91%

00,9

1995

21

31

140

1858

197

2698

57155

0,28

13.278

1,17%

01,2

1996

11

052

1971

149

23137

65202

30,32%

13.325

1,52%

2213

350,1

71,5

1997

33

11

5032

8222

931

16491

2550,2

613.

3331,9

1%22

2143

0,17

1,9

1998

44

80

3922

6117

825

189109

29816,

86%13.

3692,2

3%32

2961

0,20

2,2

1999

64

100

8336

11929

1039

249139

3880,3

013.

4672,8

8%52

3183

0,21

2,9

2000

43

72

2115

62177

1719

36349

185534

37,63%

13.614

3,92%

7540

1150,2

23,9

2001

108

181

174

45119

5320

73379

218597

0,12

13.590

4,39%

9348

1410,2

44,4

2002

66

121

1128

50178

3416

50448

272720

20,60%

13.781

5,22%

11367

1800,2

55,2

2003

1212

240

271139

41040

2161

691402

1.093

0,52

14.213

7,69%

12988

2170,2

07,7

2004

917

26202

136338

9148

139811

5071.3

1820,

59%14.

4649,1

1%158

127285

0,22

9,1

2005

1913

321

12

130137

267101

52153

858604

1.462

0,11

14.696

9,95%

174159

3330,2

310,

0

2006

1916

351

1130

122252

9873

171908

6691.5

777,8

7%14.

74510,

70%191

178369

0,23

10,7

Nati

Morti

Iscritt

iCa

ncellat

i%

stran.

/pop.t

ot

POPO

LAZIO

NE

FINAL

EMi

nori di

18 an

ni

Comu

ne di D

arfo B

oario T

erme -

MOVIM

ENTO

DEMO

GRAF

ICO ST

RANIE

RI DA

L 1989

- font

e uffic

io anag

rafe

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13

Si nota dal grafico di Figura 2 che il saldo naturale presentava valori alti negli anni settanta, mentre ha subito un costante calo fino agli anni novanta circa. In seguito è stata registrata una ripresa delle nascite con un aumento del saldo naturale proprio negli ultimi anni, ma il valore rimane ancora inferiore a 50, valore sotto il quale si è scesi nella seconda metà degli anni settanta e sopra il quale non si è ancora ritornati. Le motivazioni di questo calo rispecchiano l’andamento nazionale e vanno ricercate nella tendenza generale alla formazione di famiglie molto meno numerose, spiegata anche dalla differente onerosità del nucleo famigliare rispetto al passato, nonché nella più ampia diffusione, una volta più rara, di famiglie formate da un solo componente. Per quanto riguarda il saldo sociale si denota in Figura 3, anche in questo caso, un forte aumento dopo il duemila. Mentre per tutti gli anni settanta e ottanta si ha un sostanziale instabilità dei valori, a partire dalla seconda metà degli anni novanta e ancor più nel nuovo millennio, si ha un netto aumento del saldo sociale con un picco nel 2004 pari a 443 unità. Questo dato è assai importante perché denota la capacità da parte della città di attrarre persone dall’esterno, e conferma il ruolo di polo attrattore della città per l’ambito camuno. Si può quindi dire che la città ha nel suo sistema socio produttivo e nelle infrastrutture di servizio, elementi polarizzanti, che richiamano popolazione dall’esterno. L’aumento demografico di cui si è parlato sopra è quindi dovuto all’aumento del saldo sociale, che manifesta un flusso immigratorio più forte di quello migratorio.

SALDO NATURALE

-100

-50

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005

Figura 2: Saldo naturale

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14

SALDO SOCIALE

-100

-50

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005

Figura 3: Saldo sociale

-100

-50

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005

SALDO NATURALE

SALDO SOCIALE

SALDO COMPLESSIVO

Figura 4: Sovrapposizione saldo naturale, sociale e complessivo

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15

Il grafico di Figura 4 evidenzia quanto specificato sopra; il saldo complessivo che negli anni settanta era formato in parte da saldo sociale e in parte da saldo naturale, negli ultimi anni risulta essere costituito principalmente dal saldo sociale.

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006

IMMIGRATI

EMIGRATI

Figura 5: Movimento demografico immigrati

Ciò viene confermato anche dall’analisi dall’andamento del numero di immigrati ed emigrati; dagli anni settanta sino al duemila si denota un andamento sostanzialmente lineare mentre i due dati si discostano in maniera molto più marcato solo negli ultimi anni.

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16

RESIDENTI AUTOCTONI

13154

13134

13123

13159

1314713150

13123 13123

13078

13071

13079 13080 13078

13061

13120

13146

13097

13181

13000

13020

13040

13060

13080

13100

13120

13140

13160

13180

13200

1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Figura 6: Crescita demografica dei residenti autoctoni

RESIDENTI STRANIERI

27 44 68 75 92 121155

202255

298

388

534597

720

1.093

1.318

1.462

1.577

y = 28,641e0,235x

R2 = 0,992

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Figura 7: Crescita demografica dei residenti stranieri

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17

La Figura 7 evidenzia il dato numerico relativo alla presenza di stranieri. Risulta evidente come l’andamento esponenziale della presenza di stranieri trovi conferma proprio a partire dagli anni 2000. La crescita è di tipo esponenziale sino al 2004, mentre negli ultimi due anni il fenomeno ha conosciuto una leggera flessione. L’immigrazione di popolazione straniera è di fatto un fenomeno recente: tenendo in considerazione il fatto che nel 1989 si è registrata la presenza di soli 27 stranieri, si può sostenere a buon diritto che il movimento migratorio è storicamente circoscrivibile all’ultimo ventennio. A conferma di ciò si precisa che ad oggi si registra una presenza di stranieri pari al 10.7% della popolazione totale della città, mentre nel 1989 tale percentuale era dello 0.2%. Altra conferma dei fenomeni demografici sin qui descritti viene riportata dalla Tabella 3 che evidenzia la piramide d’età della popolazione elaborata su dati aggiornati al 31 dicembre 2005. L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno necessariamente legato alla tendenza negativa del saldo naturale. Si conferma quindi per il comune di Darfo Boario Terme quanto conosciuto nelle statistiche nazionali che vedono un aumento della popolazione anziana e una diminuzione delle natalità con il conseguente invecchiamento della popolazione.

0-4 333 358

5-9 343 335

10-14 327 342

15-19 393 345

20-24 430 366

25-29 543 444

30-34 599 550

35-39 676 577

40-44 628 596

45-49 554 516

50-54 504 478

55-59 488 494

60-64 399 410

65-69 377 402

70-74 279 366

75-79 194 343

80-84 95 250

85-89 45 85

90-94 19 61

95-99 0 15

FEMMINEfascia età MASCHI

Tabella 3: Popolazione per fasce d'età

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18

358

335

342

345

366

444

550

577

596

516

478

494

410

402

366

343

250

85

333

343

327

393

430

543

599

676

628

554

504

488

399

377

279

194

95

45

19

15

61

0

0-4

5-9

10-14

15-19

20-24

25-29

30-34

35-39

40-44

45-49

50-54

55-59

60-64

65-69

70-74

75-79

80-84

85-89

90-94

95-99

FEMMINE MASCHI

Figura 8: Piramide d’età della popolazione

In Tabella 4 viene riportata la distribuzione della popolazione nelle varie frazioni. Come si può notare le frazioni maggiori sono Darfo, Boario e Corna, rispettivamente con 3404, 2272 e 2137 abitanti. La minore è Capo di Lago che conta appena 25 residenti.

F r a z io n e M FT o ta le

r e s id e n ti

D A R F O 1 .6 6 9 1 .7 3 5 3 .4 0 4 2 3 ,3 8 %

B O A R IO T E R M E 1 .1 6 3 1 .1 0 9 2 .2 7 2 1 5 ,6 1 %

C O R N A 1 .0 6 8 1 .0 6 9 2 .1 3 7 1 4 ,6 8 %

M O N T E C C H IO 7 1 2 7 4 9 1 .4 6 1 1 0 ,0 4 %

E R B A N N O 6 7 5 6 5 1 1 .3 2 6 9 ,1 1 %

G O R Z O N E 5 3 8 5 5 4 1 .0 9 2 7 ,5 0 %

P E L L A L E P R E 4 6 5 4 7 8 9 4 3 6 ,4 8 %

A N G O N E 4 5 1 4 8 7 9 3 8 6 ,4 4 %

F U C IN E 3 0 5 3 0 4 6 0 9 4 ,1 8 %

B E S S IM O 1 6 6 1 8 6 3 5 2 2 ,4 2 %

C A P O D I L A G O 1 4 1 1 2 5 0 ,1 7 %

T o ta le 7 .2 2 6 7 .3 3 3 1 4 .5 5 9

P O P O L A Z IO N E R E S ID E N T E S U D D IV IS A P E R F R A Z IO N I

% su lla p o p o la z io n e to ta le

D a ti a g g io r n a ti a l 3 1 .1 2 .2 0 0 5

Tabella 4: Popolazione suddivisa per frazione

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19

DARFO

BOARIO

CORNA

MONTECCHIO

ERBANNO

GORZONE

PELLALEPRE

ANGONE

FUCINE

BESSIMO

CAPO DI LAGO

Figura 9: Confronto popolazione suddivisa per frazioni

3.2. Struttura delle famiglie L’analisi della struttura e della composizione dei nuclei famigliari e l’andamento degli stessi nel corso degli anni è un elemento di fondamentale importanza per la completezza di un analisi demografica. In Figura 10 e in Tabella 5 viene riportato l’andamento del numero di famiglie nel corso degli anni; come è ovvio dedurre, l’incremento di popolazione generale comporta anche un aumento del numero di famiglie presenti sul territorio. Questo andamento non è però esclusivamente giustificato dall’aumento della popolazione che da solo non può confermare una tale crescita di nuclei familiari; il motivo della crescita del numero di famiglie è da ricercarsi altresì nell’instaurarsi di un fenomeno di frammentazione del nucleo familiare con formazione di nuclei caratterizzati da un numero sempre minore di componenti. E’ lecito supporre, sulla scorta dell’andamento nazionale, che le principali cause di questo fenomeni siano da ricercarsi nel aumento del numero di anziani, che spesso vivono soli, nella tendenza dei giovani ad avere meno figli rispetto a quanto succedeva in passato e nell’aumento dei giovani che vivono da soli.

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20

ANNO

M F TOT Famiglie

1970 5.913 6.374 12.2871971 5.976 6.317 12.293 3.450

1972 5.961 6.231 12.192 3.300

1973 6.066 6.321 12.387 3.411

1974 6.156 6.338 12.494 3.645

1975 6.227 6.422 12.649 3.768

1976 6.284 6.486 12.770 3.892

1977 6.310 6.542 12.852 3.984

1978 6.357 6.577 12.934 4.077

1979 6.345 6.574 12.919 4.146

1980 6.372 6.638 13.010 4.264

1981 6.396 6.684 13.080 4.376

1982 6.294 6.618 12.912 4.317

1983 6.350 6.661 13.011 4.319

1984 6.371 6.689 13.060 4.459

1985 6.379 6.695 13.074 4.599

1986 6.388 6.668 13.056 4.634

1987 6.417 6.689 13.106 4.713

1988 6.448 6.744 13.192 4.795

1989 6.466 6.727 13.193 4.826

1990 6.462 6.719 13.181 4.851

1991 6.483 6.695 13.178 4.895

1992 6.483 6.711 13.194 4.925

1993 6.480 6.754 13.234 4.926

1994 6.478 6.761 13.239 4.975

1995 6.500 6.771 13.271 5.024

1996 6.478 6.800 13.278 5.072

1997 6.529 6.796 13.325 5.150

1998 6.521 6.812 13.333 5.213

1999 6.552 6.817 13.369 5.236

2000 6.600 6.867 13.467 5.353

2001 6.706 6.908 13.614 5.491

2002 6.651 6.956 13.607 5.480

2003 6.781 7.000 13.781 5.772

2004 7.072 7.141 14.213 5.837

2005 7.202 7.262 14.464 5.992

2006 7.226 7.333 14.559 6.049

POPOLAZIONE INIZIALE

Tabella 5: Andamento del numero di famiglie

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21

NUMERO DI FAMIGLIE

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

10.000

1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010

Figura 10: Numero di famiglie

In Tabella 6 viene riportato il numero di famiglie suddivise per numero di componenti e frazione.

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22

Tabella 6: Famiglie e componenti divisi per frazione

Frazio

neM

FTo

tale

reside

nti

1 com

p.2 c

omp.

3 com

p.4 c

omp.

5 com

p.6 c

omp.

7 com

p.8 c

omp.

DARF

O1.6

691.7

353.4

0423,

38%1.4

39443

403304

23046

75

8

BOAR

IO1.1

631.1

092.2

7215,

61%995

384247

178140

395

11

CORN

A1.0

681.0

692.1

3714,

68%893

276241

197131

3313

2

MONT

ECCH

IO712

7491.4

6110,

04%581

165144

126110

297

ERBA

NNO

675651

1.326

9,11%

549173

135130

7329

81

GORZ

ONE

538554

1.092

7,50%

454128

128110

7313

11

PELL

ALEP

RE465

478943

6,48%

36288

10673

6821

22

2

ANGO

NE451

487938

6,44%

36290

10572

6821

22

2

FUCIN

E305

304609

4,18%

24671

6057

478

12

BESS

IMO

166186

3522,4

2%156

4653

3123

3

CAPO

DI LA

GO14

1125

0,17%

125

32

2

Total

e 7.2

267.3

3314.

5596.0

49186

9162

5128

0965

24246

1613

30,90%

26,86%

21,16%

15,95%

4,00%

0,76%

0,26%

0,21%

POPO

LAZIO

NE RE

SIDEN

TE SU

DDIV

ISA

PER

FRAZ

IONI

% sul

la popo

lazion

e tot

ale

Dati a

ggiorn

ati al

31.12.

2005

FAMI

GLIE

SUDD

IVISE

PER N

UMER

O COM

PONE

NTI

TOTA

LE

FAMI

GLIE

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23

1 2 3 4 5 6 7 8

CAPO DI LAGOBESSIMO

FUCINEANGONE

PELLALEPREGORZONE

ERBANNOMONTECCHIO

CORNABOARIO

DARFO

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

n° famiglie

n° componenti

CAPO DI LAGO

BESSIMO

FUCINE

ANGONE

PELLALEPRE

GORZONE

ERBANNO

MONTECCHIO

CORNA

BOARIO

DARFO

Figura 11: Numero componenti per famiglia per frazione anno 2005

n° COMPONENTI PER FAMIGLIA

823

988

1450

1869

935

1204

1476

1625

986

1111

1268 1280

957

1016

928965

439

332

248 242

11889

51 46

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

1800

2000

1.981 1.991 2.001

1 componente

2 componenti3 componenti

4 componenti

5 componenti

6 componenti

Figura 12: Andamento del numero di componenti della famiglia

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24

I grafici di Figura 11 e Figura 12 confermano il sostanziale aumento delle famiglie composte da uno due e tre componenti, e la netta decrescita della famiglie con un numero di componenti maggiore. L’aumento più significativo è costituito da famiglie composte da uno e due componenti. Nel 2005 si registra il sorpasso del numero di famiglie composte da un solo componente rispetto a quelle composte da due componenti. L’analisi dei grafici denota in linea di massima che, mentre le frazioni più esterne al nucleo urbano centrale sono destinate ad accogliere un maggior numero di famiglie composte da due o più componenti, la parti più centrali dell’area urbana vengono perlopiù scelte da famiglie composte da un solo componente. La spiegazione di tale fenomeno può essere ritrovata nel maggior grado di attrattività dovuta anche alla miglior dotazione di servizi, che la zona centrale può avere per una famiglia composta da un solo componente. 3.3. Indagine socio – economica legata al sistema

produttivo, commerciale L’analisi socio - economica e lo studio dei dati occupazionali sono un altro degli elemento imprescindibili per avere una visione completa sulle dinamiche urbane in atto sul territorio. L’analisi delle principali attività con peso economicamente rilevante, le vocazioni funzionali e produttive di un territorio, le peculiarità locali e le risorse attivabili o da valorizzare, deve essere uno degli elementi fondanti delle scelte di progettazione urbana e delle politiche territoriali attivabili per la crescita e lo sviluppo del sistema urbano e del tessuto economico e sociale di una città. Questa analisi parte dallo studio dell’andamento del numero di sedi e di addetti suddivisi per settore economico nel corso degli anni. Nei grafici a seguire si riportano il numero di sedi, artigiane e non, e di addetti per ogni settore produttivo a partire dal 1987 fino al 2005 (fonte Camera di Commercio di Brescia). Si osserva in prima battuta che, come evidenziato in Figura 13, il numero complessivo di sedi, sia artigianali che non, è costantemente in crescita e passa da 1180 unità nel 1987 alle 1622 nel 2005. Si ricorda che per sede si intende la persona giuridica cui fa capo un’impresa, registrata presso la camera di commercio Opposto è l’andamento del numero di addetti per sede come si vede in Figura 14: si passa dai 4558 del 1987 ai 3857 del 2003 (il numero di addetti del 2004 e 2005 non è reperibile). Si può quindi ipotizzare una tendenza dell’apparato produttivo a diminuire l’apporto del numero di addetti nel processo produttivo. Tale aumento non sembra però pregiudicare l’economia complessiva che vede il numero di sedi in costante aumento.

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25

Tabella 7: Numero di sedi e addetti divisi per settore produttivo

1.987

910

41

10

2131.6

70150

127595

92590

1.639

6273

21437

84235

883

19455

1.988

99

31

10

2171.4

49145

130635

96578

1.617

5879

21238

89224

889

21158

1.989

89

31

10

2351.5

24156

128668

95572

1.422

5474

22138

85214

789

15059

1.990

67

31

10

2351.6

27154

129685

98565

1.454

5469

20736

87235

689

16557

1.991

68

31

10

2361.3

11156

131742

95586

1.591

5170

21336

102265

891

19557

1.992

68

41

10

2281.3

06156

126831

95602

1.615

5069

20235

115284

891

20156

1.993

56

31

10

2211.5

33144

114854

85582

1.500

5259

18532

117268

887

23657

1.994

67

41

10

2101.2

21147

110676

79590

1.602

5054

17828

124291

1089

22955

1.995

66

41

10

2021.2

20140

132669

97584

1.405

5732

12524

154363

1890

23756

1.996

1011

52

40

1931.1

62133

135684

99589

1.350

5431

13724

181402

1891

21655

1.997

7279

43

17-

1931.1

54136

146663

104581

1.370

5529

12122

188446

1992

24952

1.998

7276

43

17-

1971.1

67132

158714

111575

1.329

5533

11822

210474

2194

25250

1.999

7573

53

32-

2081.1

26140

177695

121578

1.308

5235

11624

225495

2097

27351

2.000

7059

51

160

2131.0

13148

189806

119563

1.103

5534

10424

213399

2288

38956

2.001

7868

51

160

232949

166194

851124

5671.1

0451

40116

27220

81918

91374

52

2.002

7965

53

160

238874

173202

798133

5571.0

5749

38109

25231

78315

95386

54

2.003

7960

54

210

242819

178218

672150

5641.0

2145

40110

25245

77716

101377

54

2.004

896

40

255176

236162

56736

4425

27113

11258

2.005

937

40

252170

245169

57936

4223

29814

10958

Sedi

Addetti

di cui s

edi ar

tig.

8

56

78

12

34

12

67

ANNO

Sedi

Addetti

di cui s

edi ar

tig.di c

ui sedi

artig.

Addetti

Sedi

Addetti

di cui s

edi ar

tig.

Comm

ercio,

pubbl

ici ese

rcizi e

Alb

erghi;

ripara

zioni

di ben

i di

consum

o e di

veicol

i

Traspo

rti, ma

gazzin

aggio e

com

unicaz

ioni

Credit

o e as

sicura

zione,

servi

zi pres

tati

alle im

prese;

noleg

gioPu

bblica

ammi

nistra

zione;

servi

zi pub

blici e

priva

ti

34

5

Estraz

ione d

i mine

rali e

Attivi

tà ma

nifattu

riere d

i ogni

genere

Sedi

Addetti

di cui s

edi ar

tig.

Costru

zioni

Sedi

Addetti

di cui s

edi ar

tig.

Sedi

Produz

ione e

distrib

uzione

di ene

rgia

elettri

ca, ga

s e ac

qua

Sedi

Addetti

di cui s

edi ar

tig.

Agric

oltura

, cacci

a fores

ta e pe

sca

Sedi

Addetti

di cui s

edi ar

tig.

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26

n° DI SEDI

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1.000

1.100

1.200

1.300

1.400

1.500

1.600

1.700

1.800

1.987 1.988 1.989 1.990 1.991 1.992 1.993 1.994 1.995 1.996 1.997 1.998 1.999 2.000 2.001 2.002 2.003 2.004 2.005

anno

sedi SEDI TOTALI

DI CUI ARTIGIANE

Figura 13: Andamento del numero di sedi

n° TOTALE DI ADDETTI

3.400

3.500

3.600

3.700

3.800

3.900

4.000

4.100

4.200

4.300

4.400

4.500

4.600

4.700

1.987 1.988 1.989 1.990 1.991 1.992 1.993 1.994 1.995 1.996 1.997 1.998 1.999 2.000 2.001 2.002 2.003

anno

adde

tti

ADDETTI TOTALI

Figura 14: Andamento del numero di addetti

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27

In Figura 15 è riportato invece l’andamento del numero di sedi divise per settore produttivo. Si distingue fra:

sede: persona giuridica cui fa capo un’impresa, la quale è registrata presso la camera di commercio;

unità locale: negozio fisicamente presente, ovvero ogni “filiale” dell’impresa registrata presso la camera di commercio conteggiata come sede;

licenza: permesso ad esercitare l’attività. Nel caso dei servizi commerciali è possibile che un’impresa abbia più unità locali e ogni unità locale può avere più licenze. Come conseguenza si ha che il numero e l’andamento delle licenze può essere, non costante rispetto a quello delle sedi e delle unità locali. La suddivisione in settori produttivi è stata effettuata dall’ente preposto (Infocamere e Camera di Commercio di Brescia) e tiene conto delle differenti suddivisioni effettuate a partire dal 1987 sino ad oggi. Come si può notare molti settori produttivi fanno registrare un aumento del numero complessivo di sedi, ma non mancano le eccezioni. Il numero di sedi delle attività commerciali, alberghiere, di trasporti, di magazzinaggio e comunicazioni è in controtendenza. Per quanto riguarda il settore commerciale si può forse spiegare il fenomeno del calo di sedi con l’accorpamento delle vecchie botteghe di paese nei moderni centri commerciali, o comunque con la tendenza all’accorpamento e all’accentramento dei servizi commerciali in strutture più complesse.

SEDI DIVISE PER SETTORE

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

550

600

650

1.987 1.988 1.989 1.990 1.991 1.992 1.993 1.994 1.995 1.996 1.997 1.998 1.999 2.000 2.001 2.002 2.003 2.004 2.005

anno

n° s

edi

Agricoltura, caccia foresta e pesca

Produzione e distribuzione dienergia elettrica, gas e acqua

Estrazione di minerali e Attivitàmanifatturiere di ogni genere

Costruzioni

Commercio, pubblici esercizi eAlberghi; riparazioni di beni diconsumo e di veicoli

Trasporti, magazzinaggio ecomunicazioni

Credito e assicurazione, serviziprestati alle imprese; noleggio

Pubblica amministrazione; servizipubblici e privati

Figura 15: Andamento del numero di sedi divise per settore produttivo

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In Figura 16 viene riportato l’andamento del numero di addetti suddiviso per settore produttivo. L’andamento delle curve va di pari passo a quello fatto registrare dal numero di sedi fatta eccezione per il settore delle estrazioni di minerali e attività manifatturiere. Si ha infatti in questo settore e in quello delle attività commerciali e alberghiere un forte calo del personale addetto. Per quanto riguarda il settore manifatturiero tale dato è da imputare alla forte crisi dell’industria siderurgica manifestatasi negli ultimi decenni. Per quanto riguarda il commercio e il settore alberghiero è lecito supporre che la tendenza negativa sia imputabile principalmente al sostanziale calo di presenze turistiche legate al settore termale registrato nell’ultimo decennio e di conseguenza al calo del personale addetto in tale settore; il dato quindi accorpa settore commerciale e settore turistico, ma rappresenta sostanzialmente un fenomeno legato principalmente al secondo dei due. Il settore dei servizi al credito e alle imprese al contrario ha conosciuto una forte crescita soprattutto nell’ultimo decennio.

ADDETTI DIVISI PER SETTORE

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1.000

1.100

1.200

1.300

1.400

1.500

1.600

1.700

1.800

1.987 1.988 1.989 1.990 1.991 1.992 1.993 1.994 1.995 1.996 1.997 1.998 1.999 2.000 2.001 2.002 2.003 2.004 2.005

anno

n° a

ddet

ti

1 Agricoltura, caccia foresta epesca

2 Produzione e distribuzione dienergia elettrica, gas e acqua

3 Estrazione di minerali eAttività manifatturiere diqualunque tipo

4 Costruzioni

5 Commercio, pubblici esercizie Alberghi; riparazioni di benidi consumo e di veicoli

6 Trasporti, magazzinaggio ecomunicazioni

7 Credito e assicurazione,servizi prestati alle imprese;noleggio

8 Pubblica amministrazione;servizi pubblici e privati

Figura 16: Andamento del numero di addetti divisi per settore produttivo

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29

Numero di aziende attive suddivise per capitale

809

163

230

41 40

8652

20 269 3 13 6 4 3 0 2 12

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

assente 0 ÷ 10 10 ÷ 15 15 ÷ 20 20 ÷ 25 25 ÷ 50 50 ÷ 75 75 ÷ 100 100 ÷ 150 150 ÷ 200 200 ÷ 250 250 ÷ 1500 500 ÷ 1000 1000 ÷ 1500 1500 ÷ 2000 2000 ÷ 25000 2500 ÷ 5000 >5000

capitale [€ · 103]

azie

nd

e

Figura 17: Aziende suddivise per capitale

In Figura 17 sono suddivise le aziende sulla base della dimensione del capitale a loro disposizione. Come si può notare nella città non si hanno aziende dotate di grossi capitali, il che rispecchia l’economia del luogo caratterizzata da molte aziende di piccole dimensioni e spesso a conduzione famigliare. La popolazione attiva della città, nonostante la crescita demografica, è rimasta pressoché costante dal 1981 ad oggi e si attesta attorno al 43% della popolazione totale; il tasso di disoccupazione invece è in aumento e passa dal 3.77% del 1981 al 4.93% del 1991 fino a toccare il 5.73% nel 2001. Questi indici d’occupazione, incrociati con i dati relativi al numero di addetti di cui sopra, fanno pensare ad una popolazione residente che lavora all’esterno dei confini comunali. I dati statistici mostrano un lieve aumento della disoccupazione negli ultimi anni.

1981 5051 198 5249 3,77 251 5500 7426 42,51991 5152 267 5642 4,93 223 5865 7564 43,72001 non perv non perv non perv 5,73 non perv non perv non perv non perv

tasso disoc.

POPOLAZIONE ATTIVAPOPOLAZIONE NON ATTIVA

AN

NO

C

EN

SIM

.

% POPOLAZIONE ATTIVA

POPOLAZIONE ARESIDENTE ATTIVA E NON

in cerac di prima

occupazionTOTALE

occupati disoccupati TOTALE

In condizione professionale

Tabella 8: Dati occupazionali

Dalla Tabela 8 si evince che nel 2001 il tasso di disoccupazione ha raggiunto valori del 5.73%, mentre nel 1981 era solamente del 3.77%. Per quanto riguarda invece il fenomeno del pendolarismo si registrano in totale 6763 pendolari, dei quali 4061 si spostano, per raggiungere il proprio posto di lavoro, all’interno del comune mentre 2702 persone escono. Di questi più della metà (il 60% circa) sono maschi.

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3.4. Indagine socio – economica legata al sistema turistico ricettivo

La vocazione turistica del comune di Darfo Boario Terme è senza dubbio legata principalmente al settore termale; oltre a questa fonte di primario interesse per il flusso turistico, vi sono numerosi altri elementi caratterizzanti il territorio camuno che giustificano le presenze turistiche in valle. Uno di questi elementi è sicuramente costituito dalla presenza di numerosi parchi a carattere naturalistico e culturale aventi la peculiarità di ospitare incisioni rupestri di interesse archeologico. Nel territorio camuno si ha la presenza dei seguenti Parchi (fonte “Soprintendenza per i beni Archeologici della Lombardia”):

Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte (proprietà statale e privata in corso di esproprio).E’ ubicato nella Media Valle, sul versante idrografico sinistro, ad una quota media compresa tra 350 e 600 metri sul livello del mare. Comprende le località di Naquane, Còren del Valento, Bait del Pedù, i Verdi, Ronchi di Zir. All’interno del Parco sono presenti un Antiquarium e strutture di servizio (i depositi del materiale archeologico e uffici). Superficie del sito (comprendente anche l’0area in corso di esproprio): 143 935 mq;

Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte (proprietà statale). E’ ubicato nella Media Valle sul versante idrografico destro, ad una quota media di circa 400 metri sul livello del mare. Superficie del sito: 8 125 mq;

Parco comunale di Luine, Darfo Boario Terme (proprietà comunale). Il parco, situato nella Bassa Valle, è ubicato su una collina dominante la confluenza del torrente Dezzo nel fiume Oglio, sulla sponda idrografica destra della Valle, ad una quota media compresa tra 200 e 350 metri sul livello del mare. Si estende nella località di Luine, Crape, e Simoni. E’ compreso all’interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro, istituito nel 2000-2001. Superficie del sito: 99 789 mq;

Parco Archeologico Comunale di Stradina – Bedolina, Capo di Ponte (proprietà comunale). E’ ubicato nella Media Valle, sul versante idrografico destro, ad una quota media tra 370 e 540 metri sul livello del mare. Comprende le località di Seradina e Bedolina. Superficie del sito: 86 529 mq;

Parco Comunale di Sellero (proprietà mista: comunale e privata). Ubicato in Alta Valle, sul versante idrografico destro, ad una quota media compresa tra 500 e 800 metri sul livello del mare. Raggruppa le località di Carpene – Fradel – Berco, Preda Mola – Castello. Sono note anche altre concentrazioni di rocce ad Isù-Barnil e a Pià d’Ort-Còrenm. Superficie del sito: 836 234mq;

Parco Pluritematico del “Còren de le Fate”, Sonico (proprietà mista: comunale e privata). E’ ubicato in Alta Valle sul versante idrografico sinistro, ad una quota media compresa tra 650 e 1200 metri sul livello del mare, all’interno del parco dell’Adamello;

Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (proprietà mista: consortile, comunale e privata). E’ ubicata nella Media

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Valle, sul versante idrografico sinistro, in parte in adiacenza, lungo il lato Nord Ovest, al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, ad una quota media compresa tra 360 e 1000 metri sul livello del mare. Comprende le località di Foppe di Nadro, Verdi, Zurla, Dos Cui, Castelliere, Campanine – Figna, In Vall – Castello – Canneto, Capitello dei Due Pini, Dos Sottolaiolo, Deria. E’ collegato alla riserva il Museo Didattico della Riserva Naturale delle Incisioni Rupestri Ceto, Cimbergo, Paspardo, ubicato nel centro storico di Nadro di Ceto. Superficie del sito: circa 2 685 803 mq;

Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro (Angolo Terme e Darfo Boario Terme). Il parco è stato riconosciuto con la deliberazione della giunta Regionale del 27 Aprile 2000, n° 6/49730. Successivamente l’Amministrazione Provinciale di Brescia, con propria deliberazione del 22 Luglio 2003, n° 305 , perimetra definitivamente l’area interessata dal Parco, che insiste sul territorio dei Comuni di Angolo Terme e di Darfo Boario Terme. I due comuni interessati hanno aderito al progetto del Parco con apposite deliberazioni dei rispettivi organi. Il Parco, nel sistema territoriale di Valle Camonica, nasce dalla volontà di valorizzare e tutelare l’ambiente nel rispetto delle politiche dell’assetto territoriale già esistenti, ed è uno strumento valido per innescare un processo di sviluppo locale che valorizzi l’uso sostenibile delle risorse culturali e turistiche presenti nell’area. L’obiettivo primario del Parco è quello di predisporre un sistema territoriale di riferimento, le cui linee di sviluppo rappresentano il giusto coordinamento politico e territoriale tra le amministrazioni coinvolte, in stretta collaborazione con tutti gli enti comprensoriali di zona. A tale proposito è stata approvata dai rispettivi consigli comunali (deliberazioni n° 77 del 16dicembre 2002 per Darfo Boario Terme e n° 8 del 3 marzo 2003 per Angolo Terme) una Convezione che ha come scopo principale l’organizzazione territoriale del Parco e la gestione congiunta dell’attività amministrativa, tecnica, manutentiva, di salvaguardia e di vigilanza dell’area protetta. La convenzione prevede l’individuazione di un Ente Gestore del Parco, determinato dal comitato di Coordinamento dei Sindaci, che si avvale della collaborazione di un Comitato Tecnico Scientifico consultivo. L’organo deliberante dell’Ente Gestore del Parco è il Comitato di Coordinamento formato dai Sindaci o loro delegati; delibera su tutte le attività inerenti il raggiungimento delle finalità della Convezione. Dal punto di vista politico-gestionale la definizione del Parco consente una cooperazione operativa per il consorzio dei Laghi d’Iseo, Endine e Moro, che mette in sinergia le esperienze regionali in materia di laghi. Il Parco per la sua peculiarità ambientale consente di strutturare un sistema di fruibilità turistica in cui le potenzialità attrattive sono costituite dalle risorse naturali e archeologiche presenti, quali sono per esempio le incisioni rupestri del Parco di Luine. Il processo di sviluppo locale si configura anche nella capacità di inserire l’intero Parco in un ben preciso circuito turistico, dove il paesaggio e gli elementi di forte naturalità ne rappresentano i fattori primari per la sua promozione.

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Altri elementi aventi funzione polarizzante presenti nel territorio comunale di Darfo Boario Terme sono costituiti dai beni di interesse storico culturale; e specificatamente da:

Il Castello dei Federici ubicato al culmine del centro storico di Gorzone, frazione nel territorio a ovest del comune, si trova in una posizione strategica proprio a difesa del territorio che collega la Valle Camonica alla Valle di Scalve. Questo castello, appartiene al tipo "luogo forte e dimora signorile". La costruzione del complesso viene fatta risalire ai primi decenni del 1300, ovvero al periodo di maggiore potenza della famiglia Federici che lo realizzò e che lo possedette fino alla metà del 1800. All'esterno si presenta particolarmente austero, mentre all'interno le soluzioni architettoniche e la presenza di materiale lapideo originario ne dimostrano la ricchezza. Da notare l'aggiunta di elementi tipicamente rinascimentali come i portici, le logge esterne e la cappella cinquecentesca, dedicata a S. Giovanni Battista.

Il Sarcofago di Isonno Federici a Garzone. La costruzione eretta dopo l'anno 1336 riprende i motivi del Mausoleo Olofredi di Iseo (1325). Reca lo stemma della famiglia dei Federici con molte decorazioni e simboli. Il sarcofago si trova presso la parrocchiale di Gorzone, sul lato destro; in pietra simona, ha la forma di una nobile austera cappelletta sepolcrale.

Il Ponte di Montecchio di notevole rilevanza è realizzato in stile "romanico", costruito nel 1686 da Francesco Cifrondi di Clusone. Si tratta di un'ardita struttura a campata unica (mt. 30x4,85) di blocchi di granito e pietra Simona, sui resti di un ponte più antico, scomparso in seguito ad alluvioni, che collegava il castello medioevale sul Monticolo con la sponda opposta dell'Oglio.

Le Terme di Boario sono conosciute in tutto il mondo per le proprietà curative che derivano dalle caratteristiche delle acque che sgorgano dalle sorgenti. La storia delle "acque curative" di Boario Terme si perde nei secoli, al punto che persino il celebre naturalista Paracelso (1496-1541) - sembra - ne era a conoscenza. Delle acque di Boario terme si trova traccia anche nella corrispondenza intrattenuta tra il Manzoni ed il medico Giovanni Morelli. Nel 1906 nasce la celebre cupola liberty, presente all'interno delle terme, ormai assunta a simbolo della località.

Nel comune di Darfo Boario Terme, oltre a questi elementi aventi funzione polarizzate, la caratteristica principale che ne rafforza la vocazione turistica è sicuramente la presenza delle fonti termali. Le famose terme, insieme al Parco e all’adiacente imbottigliamento, costituiscono il maggior Parco Termale della Valcamonica ,il secondo, minore in dimensioni e importanza, si trova nel vicino comune di Angolo Terme. La struttura ospita un modernissimo centro cure, che con le sue quattro sorgenti (Antica Fonte, Fausta, Igea e Silia) ed il suo magnifico parco di circa 140.000 metri quadrati, può essere considerata di rilevanza nazionale. La presenza di alberghi e strutture ricettive in generale è di conseguenza fondamentalmente legata alla presenza delle Terme a ai servizi offerti dalle stesse.

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E’ importante sottolineare che il comune di Darfo Boario Terme, per collocazione territoriale, costituisce nodo cruciale di passaggio e punto strategico per il turismo invernale delle località sciistiche camune. La vicinanza con gli impianti sciistici di Borno e di Motecampione rendono molto appetibile l’ipotesi di connessione con detti comprensori; lo sviluppo di tali progetti diventa a questo punto strategico per la riconferma e lo sviluppo della vocazione turistica della città. Nella Tabella 9 sono riportati i dati del movimento turistico, arrivi e presenze, forniti dallo IAT di Darfo Boario Terme – Assessorato al turismo della Provincia di Brescia. Negli anni dal 1993 al 2003 i dati non sono purtroppo disponibili, ciò nonostante le dinamiche appaiono comunque sufficientemente chiare.

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34

Tabella 9: Movimento turistico, arrivi e presenze

1978

1763

628

917

2726

1543

1519

027

314

019

155

289

2000

4015

43

1979

1953

435

119

2707

1746

1105

014

842

020

639

351

2075

4917

46

1980

2274

838

420

8495

2086

1215

015

094

023

963

384

2235

8920

86

1981

2352

563

222

2846

3374

1425

020

792

024

950

632

2436

3833

74

1982

2314

569

021

1960

4024

1392

321

244

198

2453

769

323

3204

4222

1983

2273

935

621

8190

1290

888

016

269

023

627

356

2344

5912

90

1984

1419

733

514

6282

1058

692

010

155

014

889

335

1564

3710

58

1985

1369

028

513

8685

808

1470

020

250

015

160

285

1589

3580

8

1986

2457

355

622

1856

1397

862

012

539

025

435

556

2343

9513

97

1987

2448

563

623

6648

2165

1031

012

551

025

516

636

2491

9921

65

1988

2666

081

625

3657

2326

728

082

180

2738

881

626

1875

2326

1989

2797

011

9525

9486

5214

627

454

0334

2859

711

9926

4889

5248

1990

2960

512

9425

7417

4873

791

1999

7734

730

396

1313

2673

9452

20

1991

2996

314

6326

5401

6004

720

6894

7993

630

683

1531

2748

8069

40

1992

2771

818

3523

2407

9016

425

2963

8714

228

143

1864

2387

9491

58

1993

2740

318

8823

1688

9568

1994

2666

319

1322

4583

9979

1995

2592

319

3721

7477

1038

9

1996

2518

219

6121

0371

1079

9

1997

2444

219

8620

3266

1121

0

1998

2370

220

1019

6160

1162

0

1999

2523

422

9019

8318

1029

4

2000

2486

127

5219

5872

1317

5

2001

2387

225

8920

0641

1188

3

2002

2375

833

9819

1385

1995

0

2003

2149

524

0918

7149

2167

2

2004

2344

224

2917

6273

2461

76

09

023

448

2429

1762

8224

617

2005

2351

628

9617

9531

2294

320

250

223

536

2898

1795

8122

945

eser

cizi

alb

ergh

ieri

& e

xtra

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pres

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cui

st

rani

eri

di c

ui s

tran

ieri

eser

cizi

alb

ergh

ieri

arri

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zear

rivi

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Figura 18: Movimento turistico esercizi alberghieri

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Figura 19: Movimento turistico esercizi extralberghieri

In Figura 18 è riportato l’andamento del numero di arrivi e presenze per i soli esercizi alberghieri, mentre in Figura 19 è riportato lo stesso andamento per gli esercizi extralberghieri.

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Mettendo a confronto questi due grafici si nota immediatamente che il peso degli esercizi alberghieri è di gran lunga il maggiore, e influenza da solo il movimento turistico totale. Tuttavia non si può non segnalare la sostanziale scomparsa del turismo extralberghiero che a causa di una sempre maggiore industrializzazione del settore è lentamente venuto meno.

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NOTA: i dati delle linee tratteggiate sono ricavati per interpolazione lineare in quanto i dati reali non sono reperibili.

Figura 20: Movimento turistico degli esercizi alberghieri ed extralberghieri

In Figura 20 si riporta il movimento turistico riferito agli esercizi alberghieri ed extra alberghieri. Sono stati registrati gli arrivi e le presenze, ovvero il numero di pernottamenti (fonte ufficio IAT di Darfo Boario Terme – Assessorato al turismo della Provincia di Brescia). I dati dal 1992 al 1998 non sono reperibili e sono stati ottenuti per interpolazione lineare. Nonostante questa incompletezza di dati si può affermare con certezza che il numero di visitatori e di pernottamenti nella città è in netto calo negli ultimi anni. La crescita, iniziata alla fine degli anni settanta che ha fatto registrare il massimo nel 1992, ha subito una brusca flessione negli anni ottanta alla quale è poi seguito un progressivo calo sia del numero di visitatori che del numero di presenze (si può affermare che questi due parametri vanno pressoché sempre di pari passo). La situazione attuale non è positiva, visto che fa registrare di anno in anno minimi storici, se si escludono i due anni anomali del 1984 e 1985. Al momento vi è una situazione che vede i piccoli alberghi in difficoltà (molti di questi sono intenzionati a dismettere l’attività alberghiera, perché le nuove generazioni non vedono un futuro roseo per l’attività a conduzione famigliare) Ciononostante il patrimonio delle terme rimane inalterato così come l’intrinseco potenziale; è chiaro però che, senza un’adeguata politica che miri a rivalutare l’intero sistema alberghiero e ricettivo locale, che possa cioè creare un sistema in grado di rispondere alle esigenze di un nuovo modo di concepire le vacanze

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in zone termali, più vicino alla attuale richiesta turistica e in grado così di imporsi sul mercato attuale, non si vedono le condizioni per una ripresa decisa del settore.

Figura 21: Numero di posti letto

Figura 22: Numero di esercizi alberghieri

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TITOLO II INDICAZIONI E VINCOLI DEGLI ATTI DI PROGRAMMAZIONE SOVRACOMUNALE E COMUNALE 4. Piano Territoriale Regionale Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato in via definitiva il Piano Territoriale Regionale con deliberazione del 19/01/2010, n.951, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n.6, 3° Supplemento Straordinario del 11 febbraio 2010. Con la chiusura dell’iter di approvazione del Piano, formalmente avviato nel dicembre 2005, si chiude il lungo percorso di stesura del principale strumento di programmazione delle politiche per la salvaguardia e lo sviluppo del territorio della Lombardia. Il PTR definisce tre macro - obiettivi quali basi delle politiche territoriali lombarde per il perseguimento dello sviluppo sostenibile, che concorrono al miglioramento della vita dei cittadini:

rafforzare la competitività dei territori della Lombardia; riequilibrare il territorio lombardo; proteggere e valorizzare le risorse della regione.

Per la crescita durevole della Lombardia, il filo che collega i tre macro-obiettivi alla concretezza dell’azione passa attraverso l’individuazione e l’articolazione nei 24 obiettivi che il PTR propone. Essi rappresentano una “meridiana” ideale che proietta sul territorio e nei diversi ambiti di azione l’immagine dello sviluppo cui la Lombardia vuole tendere. Nello specifico i 24 obiettivi sono:

1) Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione:

a. in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente;

b. nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai servizi); c. nell’uso delle risorse e nella produzione di energia; d. e nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi

partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio; 2) Favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della

Lombardia e tra il territorio regionale e l’esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (sistema delle fiere, sistema delle università, centri di eccellenza, network culturali), con attenzione alla sostenibilità ambientale e all’integrazione paesaggistica;

3) Assicurare, a tutti i territori della regione e a tutti i cittadini, l’accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità, attraverso una pianificazione integrata

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delle reti della mobilità, tecnologiche, distributive, culturali, della formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi;

4) Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio;

5) Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso:

a. la promozione della qualità architettonica degli interventi; b. la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici; c. il recupero delle aree degradate; d. la riqualificazione dei quartieri di ERP; e. l’integrazione funzionale;il riequilibrio tra aree marginali e centrali; f. la promozione di processi partecipativi.

6) Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il ricorso all’utilizzo di suolo libero;

7) Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico;

8) Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque;

9) Assicurare l’equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio;

10) Promuovere l’offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della regione e diffondendo la cultura del turismo non invasivo;

11) Promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso: a. il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione

ma anche come settore turistico, privilegiando le modalità di coltura a basso impatto e una fruizione turistica sostenibile;

b. il miglioramento della competitività del sistema industriale tramite la concentrazione delle risorse su aree e obiettivi strategici, privilegiando i settori a basso impatto ambientale;

c. lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità; 12) Valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema

economico, culturale e dell’innovazione e come competitore a livello globale;

13) Realizzare, per il contenimento della diffusione urbana, un sistema policentrico di centralità urbane compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione dei piccoli centri

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come strumenti di presidio del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale, attraverso azioni che controllino l’utilizzo estensivo di suolo;

14) Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat;

15) Supportare gli Enti Locali nell’attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale, in modo che sia garantito il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e nella progettazione a tutti i livelli di governo;

16) Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti;

17) Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata;

18) Favorire la graduale trasformazione dei comportamenti, anche individuali, e degli approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l’attenzione ai temi ambientali e della biodiversità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica sostenibile, attraverso azioni di educazione nelle scuole, di formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica;

19) Valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia;

20) Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati;

21) Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio;

22) Responsabilizzare la collettività e promuovere l’innovazione di prodotto e di processo al fine di minimizzare l’impatto delle attività antropiche sia legate alla produzione (attività agricola, industriale, commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza, turismo);

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23) Gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi trans regionali attraverso il miglioramento della cooperazione;

24) Rafforzare il ruolo di “Motore Europeo” della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e di contesti regionali forti.

Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione dell’art. 19 della l.r. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale. Il PTR in tal senso assume consolida e aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente e ne integra la sezione normativa. Il Piano Paesaggistico Regionale diviene così sezione specifica del PTR, disciplina paesaggistica dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità. Gli aggiornamenti delle indicazioni regionali di tutela dei paesaggi di Lombardia, nel quadro del PTR, consolidano e rafforzano le scelte già operate dal PTPR vigente in merito all’attenzione paesaggistica estesa a tutto il territorio e all’integrazione delle politiche per il paesaggio negli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, ricercando però nuove correlazioni anche con altre pianificazioni di settore, in particolare con quelle di difesa del suolo, ambientali e infrastrutturali. Le nuove misure di indirizzo e prescrittività paesaggistica si sviluppano in stretta e reciproca relazione con le priorità del PTR al fine di salvaguardare e valorizzare gli ambiti e i sistemi di maggiore rilevanza regionale : laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di bonifica, montagna, centri e nuclei storici, geositi, siti UNESCO, percorsi e luoghi di valore panoramico e di fruizione del paesaggio. L’approccio integrato e dinamico al paesaggio si coniuga con l’attenta lettura dei processi di trasformazione dello stesso e l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la riqualificazione paesaggistica e il contenimento dei fenomeni di degrado, anche tramite la costruzione della rete verde. Le integrazioni sostanziali che il presente Piano Paesaggistico regionale introduce, riguardano in particolare:

l’ampliamento del quadro conoscitivo, relativamente alle letture dei paesaggi della Lombardia, con elaborati a maggiore valenza iconografica e comunicativa, che possano essere in grado di contribuire in modo più diretto al raggiungimento di una maggiore consapevolezza e al rafforzamento del senso di appartenenza rispetto alle diverse connotazioni paesaggistiche del nostro territorio e, al contempo, segnalare la volontà regionale di monitorarne le trasformazioni reali;

una maggiore articolazione della disciplina regionale, che va ad interessare quei contesti e sistemi paesaggistici di rilevanza regionale (laghi, fiumi, navigli e canali etc.) contraddistinti talora da difficoltà e criticità in merito ad una corretta e coerente gestione, cercando di incidere sia in termini di sensibilizzazione e responsabilizzazione dei diversi enti sia tramite l’individuazione di indirizzi e di disposizioni immediatamente prevalenti;

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una immediata specificazione delle prescrizioni relative ai beni paesaggistici;

una maggiore integrazione tra politiche paesaggistiche e altre politiche di settore, come, per esempio, quelle ambientali e di difesa del suolo, quelle agricole e turistiche, quelle infrastrutturali ed energetiche, ricercando adeguate forme di dialogo e sinergie operative, ma anche fornendo una griglia normativa in grado di chiarire i reciproci rapporti nonché nuove linee guida per la progettazione paesaggistiche delle infrastrutture della mobilità;

la descrizione del complesso tema del degrado paesaggistico e dei rischi di degrado, e la declinazione dei conseguenti orientamenti normativi e di indirizzo per la riqualificazione delle situazione già in parte o in toto compromesse e la prevenzione di futuri fenomeni di compromissione;

il completamento degli indirizzi e delle disposizioni per la pianificazione comunale, provinciale e delle aree protette, al fine di rendere le azioni di piano più incisive e coordinate nonché coerenti con i criteri di monitoraggio e controllo che la Regione si sta dando anche tramite il SIT integrato;

ribadire e rinforzare un approccio propositivo e non solo difensivo della pianificazione paesaggistica (per esempio tramite la definizione della rete verde e dei programmi e progetti di riqualificazione paesaggistica);

dare maggiore enfasi alla valorizzazione dei percorsi e dei luoghi che possono contribuire a sviluppare ulteriori e auspicabili modalità di fruizione e apprezzamento del paesaggio, con specifica attenzione ai valori visuali e panoramici (percorsi panoramici, tracciati guida paesaggistici, belvedere ..) ma anche storico-culturali e naturali (siti UNESCO, geositi, centri e insediamenti storici).

5. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale si configura come piano di direttiva, riguarda l’intero territorio provinciale ed è caratterizzato sia da atemporalità, che dal vincolo gerarchico che lega tra di loro gli strumenti urbanistici dei diversi livelli. Il P.T.C.P., nel rispetto delle scelte urbanistiche comunali e nella coerenza della programmazione regionale, definisce le strategie di assetto ed organizzazione del territorio, di tutela ambientale e delle risorse sul territorio provinciale. Il P.T.C.P. pone vincoli nel rispetto della coerenza del sistema pianificatorio e nel rispetto del principio della sussidiarietà nonché nel rispetto dell’equiordinazione degli Enti ai sensi dell’art. 114 della Costituzione. Il P.T.C.P. si concreta prevalentemente come un quadro di riferimento e come strumento urbanistico in ordine sia alle scelte territoriali di competenza provinciale o di rilevanza sovra comunale, che all’attuazione di scelte di massima operata ai livelli di pianificazione superiore mediante quadri di riferimento economico-territoriali e piani settoriali. Il P.T.C.P. è redatto in conformità dell’art.5 della legge quadro Urbanistica n.1150/1942, nonché delle Leggi nazionali e regionali di settore, dell’art.20 del D.Lgs. n.267/2000 Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), dell’art.57 del D.Lgs.

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n.112/1998, dell’art.3 della Legge regionale n.1/2000 e della D.G.R. n.6/49509 del 07 aprile 2000 “Linee generali di assetto del territorio lombardo ai sensi dell’art.3, comma 39 della L.R.1/2000” e della D.G.R. n°7/7582 del 21 dicembre 2001 “Documento integrativo alle “Linee generali di assetto del territorio lombardo ai sensi dell’art. 3, comma 39 della L.R.1/2000”, approvate con D.G.R. n° 6/49509 del 7 aprile 2000”, visti alla luce della Legge n.3/2001 che costituzionalizza il principio di sussidiarietà, di differenziazione e di adeguatezza. I principi del P.T.C.P., oltre a quelli sopra richiamati, sono la sostenibilità ambientale e la solidarietà territoriale, ove per sostenibilità ambientale si intende il complesso delle scelte, perseguite a mezzo di norme di tutela ambientale e di valorizzazione paesistico-naturale, storico-culturale e di salvaguardia degli ambiti di pericolosità morfologica- idrogeologica, sismica e derivante da attività industriali; mentre per solidarietà territoriale si intende il responsabile impegno che ogni soggetto deve assumere nei confronti degli altri soggetti istituzionali per raggiungere intese finalizzate e per ottimizzare l’azione pubblica sul territorio. Tali principi si concretizzano attraverso la più ampia partecipazione dei soggetti privati interessati (singoli ed associati) nei procedimenti pianificatori ed attraverso forme di coordinamento orizzontale (intese e concerti) dei soggetti pubblici interessati nell’ambito di formazione degli stessi procedimenti pianificatori. Il principale obiettivo del P.T.C.P. è quello del coordinamento tra la pianificazione sovra e quella sotto ordinata al livello provinciale. In termini generali le finalità del P.T.C.P. sono essenzialmente: il miglioramento della qualità del territorio, attraverso lo sviluppo equilibrato e sostenibile delle sue peculiarità quali le testimonianze storiche e preistoriche, le risorse culturali ed ambientali, le capacità produttive ed i valori sociali, la tutela ed il corretto uso dei beni ambientali, la valorizzazione del paesaggio attraverso la riscoperta delle identità locali, che sono componenti essenziali dello sviluppo sociale ed economico, la creazione di un sistema insediativo policentrico costituito da sistemi urbani sovracomunali rappresentativi le identità locali, l'incremento della accessibilità e quindi il potenziamento delle reti infrastrutturali e di comunicazione, l’orientamento dell' uso del territorio ai fini insediativi nei limiti della compatibilità con la conservazione dei valori fisico-naturali e storico-culturali e con la prevenzione dei rischi, la riconduzione ad unità e coerenza dei piani e dei programmi settoriali, la difesa e la centralità dell’attività agricola, l’incremento della biodiversità. Il P.T.C.P. contiene il recepimento del vigente Piano stralcio per l’assetto idrogeologico dell’Autorità di Bacino del fiume Po (P.A.I.). Il P.T.C.P. richiama, altresì, ad adempimenti che discendono da normative nazionali o regionali non direttamente attinenti alla pianificazione Provinciale esse sono state richiamate in quanto costituiscono un utile corredo disciplinare di riferimento per uno strumento urbanistico che vuole assumere un carattere sistemico. Sulla base di queste considerazioni si possono individuare gli obiettivi generali e specifici del PTCP, da sottoporre all’attenzione del Consiglio provinciale, della Conferenza permanente dei Comuni e delle Comunità montane, degli operatori privati e dei cittadini. Come riportato dagli elaborati costituenti il PTCP:”tali obiettivi devono essere

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chiari, credibili, coerenti fra l o ro e con il quadro legislativo e programmatico nazionale ed europeo. Essi devono essere inoltre “mobilitanti” e devono poter coinvolgere amministratori, operatori economici e cittadini, in una attività certamente faticosa e di lunga lena, ma affascinante: quella di perseguire lo sviluppo equilibrato e sostenibile di un territorio straordinariamente dotato di testimonianze storiche e preistoriche, di risorse culturali ed ambientali, di capacità produttive e di valori sociali. Il primo obiettivo che il PTCP persegue è quello di organizzare il territorio provinciale come un sistema insediativo policentrico, costituito da “Sistemi urbani sovracomunali”, legati funzionalmente ad uno o più “centri ordinatori” ai quali sia assicurata una “dotazione” di attività e di funzioni capace di assicurare una adeguata autonomia ed autosufficienza a ciascuno dei “sistemi sovracomunali” suddetti. Il PTCP intende quindi recuperare i contenuti positivi della passata organizzazione della Provincia in "quadre", distretti, circondari e mandamenti ed a tal fine assume determinante importanza una articolazione territoriale degli Uffici provinciali, anche per ciò che concerne la difesa del suolo, il mantenimento migliorativo del territorio e del patrimonio fisso sociale, il potenziamento e la gestione efficiente delle infrastrutture e delle attrezzature scolastiche e socio-sanitarie. In tal modo si supera la “logica dell’emergenza permanente”, secondo la quale le risorse disponibili sono state in larga misura destinate dallo Stato ad interventi straordinari, finanziati con fondi straordinari ed affidati ad organismi straordinari (per lo più di tipo commissariale), i quali operano secondo procedure straordinarie. Per delimitare i sistemi urbani sovracomunali suddetti, Il PTCP parte dai “Sub-ambiti gravitazionali" suggeriti dal progetto di PTC del 1995 (Brescia; Garda; Breno; Montichiari; Darfo-Boario Terme; Chiari-Rovato; Orzinuovi; Edolo; Gardone Val Trompia; Leno – Manerbio – Verolanuova ; Iseo-Palazzolo; Vestone) , aggregando quelli più piccoli, così da arrivare a 9-10 sistemi urbani sovracomunali, articolati intorno ad uno o più “centri ordinatori”, valutando poi, insieme con i Comuni e le Comunità montane, l’opportunità di apportare eventuali modifiche. Con riferimento ai sistemi urbani suddetti il PTCP intende sostenere il miglioramento della “accessibilità” (come suggerito dallo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo), sia in termini di mobilità che in termini di trasmissione delle conoscenze e delle decisioni. La scelta dei “centri ordinatori” e la delimitazione dei sistemi sovracomunali non hanno carattere tassativo e vincolante, ma servono a guidare, in una logica di piano, l’equilibrata distribuzione di attività e attrezzature.. In particolare il PTCP concentrando l’attenzione sui “sistemi urbani sovracomunali” intende consentire la correzione degli squilibri determinati dal fatto che per lungo tempo i finanziamenti pubblici e privati sono stati concentrati per lo più sulle grandi infrastrutture (pur necessarie) trascurando i “sistemi locali” che svolgono un ruolo fonda mentale per l’equilibrio del territorio.

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Una reale organizzazione policentrica della provincia è la premessa per il rafforzamento tecnico-amministrativo dei Comuni e delle Comunità montane, essenziale per impegnare gli operatori privati in programmi concreti e credibili, da definire attraverso opportune “intese”, così da superare i limiti di una pianificazione astrattamente vincolistica per la cui attuazione il ruolo delle pubbliche Amministrazioni si riduce quasi esclusivamente alla vigilanza ed alle sanzioni a carico degli inadempienti nonché, in alcuni casi, alla concessione di periodiche sanatorie. Infatti per ottenere risultati sicuri e duraturi ai fini della tutela dell’ambiente e del paesaggio ed ai fini del corretto uso (anche “ creativo”, in un quadro di sviluppo sostenibile) dei beni culturali e delle risorse naturali, non bastano vincoli e norme, ma occorre formare una “coscienza” urbanistica diffusa ed a tal fine sono essenziali e certamente più efficaci delle tradizionali normative rigide e molte volte poco comprensibili, l’effettiva conoscenza, anche ai fini dello sviluppo economico, del valore dei beni da tutelare; la predisposizione di raccomandazioni chiare e comprensibili; la realizzazione di interventi esemplificativi ed esemplari dai quali risulti evidente la possibilità di ottenere, nei fatti, i risultati attesi; nonché la messa a punto di un efficace sistema di comunicazione / partecipazione capace di coinvolgere anche la scuola.” 6. Vincoli relativi al Piano di assetto Idrogeologico Tutte le previsioni contenute negli elaborati costituenti il Documento di Piano sono soggette al rispetto della normativa relativa al “Piano di Assetto Idrogeologico” disciplinato dalla L. 183 del 18/05/1989. Il “Piano di Assetto Idrogeologico” classifica gli ambiti fluviali definendo all’ Art.28 le fasce di classificazione:

Fascia di deflusso della piena (Fascia A), dove è vietato qualsiasi intervento di modificazione del territorio;

Fascia di esondazione (Fascia B), dove sono consentiti esclusivamente interventi pubblici non diversamente localizzabili;

Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C), dove sono consentiti interventi di modificazione del territorio con limitazioni.

Il “Piano di Assetto Idrogeologico” all’Art. 29 comma 2, 3, 5 ,all’Art. 30 comma 2, 3, 4, all’Art. 31 comma 4, 5, stabilisce normativa specifica di intervento per le fasce sopra descritte; classifica inoltre le aree a rischio idrogeologico molto elevato all’Art.49, ricoprendo le aree del Piano Straordinario per le aree a rischio idrogeologico molto elevato denominato PS267 redatto ai sensi della 267/88. Nello specifico si individuano due tipologie di aree a rischio idrogeologico molto elevato: “ZONA 1: area instabile o che presenta un’elevata probabilità di coinvolgimento, in tempi brevi, direttamente dal fenomeno e dall’evoluzione

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dello stesso; in queste aree è vietato qualsiasi intervento a modificazione del territorio ZONA 2: area potenzialmente interessata dal manifestarsi di fenomeni di instabilità coinvolgenti settori più ampi di quelli attualmente riconosciuti o in cui l’intensità dei fenomeni è modesta in rapporto ai danni potenziali sui beni esposti; in queste aree sono consentiti interventi di manutenzione ed adeguamento del patrimonio esistente, ma sono comunque vietate le nuove edificazioni.” La normativa specifica di intervento per le aree sopra descritte viene stabilita all’ Art. 50 del PAI. Il DdP, recependo le indicazioni e le prescrizioni del PAI, ha operato scelte di pianificazione territoriale in sintonia con le indicazioni ed i principi enunciati, individuando le necessarie nuove espansione edilizia o le modificazioni territoriali per l’adeguamento delle reti infrastrutturali in aree sicure da fenomeni di dissesto idrogeologico; al contempo il DdP non conferma le aree a rischio previste nel vigente PRG. Analoghi provvedimenti limitativi dovranno essere adottati anche per quella parte edificata all’interno delle zone a rischio. Il DdP recepisce inoltre le prescrizioni riportate nel PAI, anche attraverso la disciplina relativa alla componente geologica, integrata negli elaborati e nell’apparato normativo, costituenti il Piano di Governo del Territorio. 7. Vincoli relativi al Reticolo Idrico Minore Il Reticolo Idrico Minore rappresenta il sistema di tutti i torrenti, rogge e canali presenti sul territorio comunale. Viene distinto dai fiumi per la portata limitata che caratterizza i corsi d’acqua. Il Reticolo Idrico Minore, predisposto dall’Amministrazione Comunale, ai sensi della D.G.R. 37511/98 e 7/7868/01, è un documento composto da elaborati che individuano e classificano puntualmente i corsi disciplinando gli interventi edilizi nelle aree attigue agli stessi. In particolare vengono individuate fasce di rispetto dei corsi dove sono vietati interventi di modificazione del territorio. In particolare si distinguono due le fasce di rispetto di mt. 10,00 e di mt. 5,00 rispettivamente per rogge e torrenti nel primo caso mentre nel secondo per i canali industriali di derivazione a portata massima obbligata e regolata all’imbocco che, vista la mancanza di possibilità di eccedenza nella portata oltre quella massima predefinita e l’impossibilità di trasporto di materiale solido in quantità preoccupante, viene ridotta a mt. 5,00 appunto. Tutte le previsioni contenute negli elaborati costituenti il Documento di Piano sono soggette al rispetto della normativa prevista dagli elaborati costituenti il “Reticolo Idrico Minore”.

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8. Vicoli relativi alle distanze dai pozzi di captazione di acqua destinata al consumo umano

Gli elaborati costituenti il Documento di Piano individuano le opere di presa e le costruzioni di servizio per la captazione delle acque destinate al consumo umano. In particolare si tratta di 2 pozzi (pozzo in località Isola, pozzo in corso Lepetit dietro edificio ex scuole elementari) e 3 sorgenti (sorgente di Cervera, sorgente in via Fontanelli e sorgente detta “Fontanì delle Moneghe” destinate ad alimentare l’acquedotto comunale. Nel comune di Darfo Boario Terme sono altresì presenti pozzi di captazione per acque non pubbliche. Si tratta di 8 pozzi della società Ferrarelle destinate alla produzione ed imbottigliamento delle acque minerali. Per questa tipologia di impianti di captazione non possono essere applicate le disposizioni fissate dal del D.P.R. 24 maggio 1988 n°236 in quanto non appartenenti alla categoria di acque cosiddette pubbliche; si precisa altresì che per la tutela del patrimonio idrico comunale, rappresentato anche da tale tipologia di impianti, vengono previsti all’interno della relazione geologica specifici indirizzi di rispetto e di tutela. Per tali manufatti il Documento di Piano recepisce le norme in materia ambientale fissate dal D.P.R. 236/88, attraverso l’introduzione delle zone di tutela assoluta e delle zone di rispetto per le quali valgono le prescrizioni fissate dagli Art. 5, 6 del D.P.R. 236/88. Per la prevenzione dell’ inquinamento delle falde profonde dovrà essere assolutamente evitata l’interconnessione tra le falde superficiali e le stesse falde profonde. Gli interventi per la costruzione di nuovi pozzi di captazione, dovranno predisporre specifici provvedimenti di isolamento esterno con idonei materiali, atti ad impedire la possibilità di afflusso delle acque delle falde superficiali nelle sottostanti falde profonde. 9. Vincoli relativi agli ambiti di particolare interesse

ambientale I vincoli sovraordinati relativi agli ambiti di particolare interesse ambientale vengono introdotti dal PTR, principale strumento di programmazione territoriale regionale. Tutte le previsioni contenute negli elaborati costituenti il Documento di Piano sono soggette al rispetto della normativa relativa al “Piano Territoriale Regionale”, approvato in via definitiva con deliberazione del 19/01/2010, n.951. il questo senso il PTR individua gli ambiti di particolare interesse ambientale in attuazione alle disposizioni dell’ Art. 1-ter L. 431/85 con la D.G.R. 10 dicembre 1985, n. 4/3859, che definisce tali ambiti come “territorio comunale al di sopra della linea di livello dei 1000m”. Il PTR ha successivamente distinto all'interno di questa categoria due tipologie di ambiti di tutela:

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gli ambiti di elevata naturalità definiti dall'Art. 17 delle Norme di attuazione come "quei vasti ambiti nei quali la pressione antropica, intesa come insediamento stabile, prelievo di risorse o semplice presenza di edificazione, è storicamente limitata";

gli ambiti di specifico valore storico-ambientale e di contiguità ai parchi regionali individuati puntualmente dall' Art. 18 delle Norme di attuazione.

Il PTR stabilisce normativa specifica di intervento per le aree sopra descritte: “gli interventi sottoelencati sono soggetti alla seguente disciplina, fatti comunque salvi gli indirizzi e le determinazioni contenuti nel Piano del Paesaggio Lombardo nonchè le procedure di V.I.A., qualora previste dalla vigente legislazione:

a) la realizzazione di nuove attrezzature relative allo sviluppo ricettivo, sportivo e turistico, è possibile solo se prevista nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale; nelle more dell’entrata in vigore del P.T.C.P. sono ammessi esclusivamente i predetti interventi che siano ricompresi in strumenti di programmazione regionale e in piani urbanistici attuativi, in tali casi il piano attuativo è definito di interesse sovracomunale, ai sensi dell’articolo 9, comma 1, lettera a) della l.r. 23/1997;

b) la realizzazione di opere relative alle attività estrattive di cava e l’apertura di nuove discariche, è possibile solo se prevista in atti di programmazione o pianificazione territoriale di livello regionale o provinciale;

c) la realizzazione di nuove strade di comunicazione e di nuove linee per il trasporto di energia e fluidi, che non siano meri allacciamenti di strutture esistenti, è consentita individuando le opportune forme di mitigazione, previa verifica dell’impraticabilità di soluzioni alternative a minore impatto da argomentare con apposita relazione in sede progettuale;

d) gli interventi edilizi sulle aree individuate a seguito dell’adeguamento degli strumenti urbanistici generali alla nuova normativa urbanistica regionale o a varianti comunque definite sono soggetti a piani attuativi di interesse sovracomunale ai sensi dell’articolo 9, comma 1, lett. a), della l.r. 23/1997”.

10. Vincoli relativi agli ambiti agricoli di interesse strategico Gli ambiti agricoli di interesse strategico sono aree a destinazione agricola che per caratteristiche proprie rivestono un ruolo di elevata importanza, “strategica” appunto, nel contesto agricolo territoriale. Le aree destinate all’attività agricola sono le porzioni di territorio vocate alla conduzione agricola, intensiva, specializzata o estensiva e allo sfruttamento del bosco in quanto fonte di reddito, di qualità paesistica e di manutenzione e tutela del territorio. Il sistema delle aree agricole ed in particolare degli ambiti agricoli di interesse strategico costituisce l’elemento basilare, economico ed ambientale, del territorio bresciano atto a supportare nel medio-lungo periodo le filiere agroalimentari, del legno, delle colture di pregio e dei prodotti tipici locali ed elemento di qualificazione delle aree “marginali” montane o collinari.

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Il PTCP della Provincia di brescia in sede di variante di adeguamento alla L.R. 12/05, mette in atto misure volte a tutelare e valorizzare il ruolo dell’agricoltura come settore produttivo e come fattore per il miglioramento del territorio dal punto di vista ambientale e paesistico. A tale fine il PTCP, ai sensi dell’art 15 c.4 della LR 12/2005 :

individua gli ambiti agricoli di interesse strategico, in stretta collaborazione con i comuni;

definisce i criteri per l’individuazione delle aree agricole nella pianificazione comunale;

definisce specifiche norme di valorizzazione, uso e tutela, in rapporto con gli strumenti di pianificazione e programmazione regionali.

Nel rispetto dei contenuti della LR 12/2005 e successivi documenti attuativi, nonché della normativa europea di settore, gli obiettivi del PTCP sono:

sostenere la competitività del settore agro-forestale mediante mantenimento delle aziende presenti sul territorio, favorendo la qualificazione di peculiari filiere e produzioni tipiche, e puntando sull’innovazione e sulla qualità del prodotto agricolo;

garantire uno sviluppo equilibrato delle diverse attività sul territorio nel rispetto delle vocazioni prevalenti, minimizzando il consumo di suolo agricolo e compattando la forma urbana al fine di evitare la frammentazione del tessuto agricolo;

garantire l’integrazione fra le politiche settoriali e gli strumenti di pianificazione e programmazione in materia di agricoltura;

preservare i terreni a maggiore produttività o in grado di garantire produzioni di qualità anche in relazione all’ordinamento colturale prevalente;

valorizzare le attività di carattere agrituristico e di presidio del territorio completementari alle tradizionali attività agricole e di allevamento;

tutelare e rafforzare gli elementi che caratterizzano il paesaggio agrario, anche nei rapporti con i centri storici e le altre rilevanze storico architettoniche presenti sul territorio;

tutelare l’edilizia rurale con valore storico testimoniale e le qualità paesistiche da essa generate;

migliorare l’ambiente e lo spazio rurale attraverso la promozione di un uso sostenibile dei terreni agricoli e delle superfici forestali;

tutelare gli aspetti naturalistici esistenti e realizzare interventi volti all’attuazione della rete ecologica provinciale;

tutelare la risorsa idrica e del reticolo irriguo minore, quale elemento essenziale per la competitività del settore e la qualità del prodotto.

Vista la prevalente valenza ambientale naturalistica, le aree agricole ricomprese nei territori di competenza dei Parchi Nazionali, Parchi Naturali e Riserve Naturali, SIC e ZPS sono disciplinate dai piani stessi. Per le aree boscate il PTCP fa proprio il Piano di Indirizzo Forestale redatto dall’ente competente (Provincia, Comunità Montana, Ente Gestore del Parco) che dovrà comunque essere coordinato, specie nelle aree in cui è ammessa la

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trasformazione del bosco, con la perimetrazione degli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico. Le aree agricole strategiche vengono individuate secondo i disposti dell’ Art. 126 NTA PTCP che dispone l’intesa tra Comune e Provincia nella definizione delle stesse. L’Art. 126 NTA PTCP prevede che i comuni possano “proporre rettifiche, precisazioni e miglioramenti alla delimitazione degli ambiti agricoli strategici nei seguenti casi:

rettifiche necessarie alla coerenziazione con gli elementi diversamente cartografati alla scala comunale all’atto della delimitazione delle aree agricole (strade, canali, rogge, scarpate, ecc.);

approfondimenti su tematiche complementari (adeguamento ai Piani di Indirizzo Forestale) o approfondimenti di livello locale su tematiche specifiche non considerate all’atto della prima individuazione (delimitazione di superfici forestali destinate ad attività produttive);

potenziamento del sistema produttivo (artigianale e industriale) locale in continuità agli insediamenti produttivi esistenti; insediamenti produttivi sovracomunali e aree ecologicamente attrezzate in continuità agli insediamenti produttivi esistenti e in attuazione rispettivamente delle disposizioni dell’art. 132 e 133, anche con riferimento al D.P.R. 447/98;

potenziamento del sistema dei servizi sovracomunali in continuità con gli insediamenti esistenti, a seguito di una specifica progettazione;

localizzazione di aziende alberghiere di cui all’art 22 c.2 lettera a) della LR 15/07 nel rispetto delle indicazioni dell’allegato 1. In tali casi la variante urbanistica è soggetta all’informativa ed alle osservazioni di cui all’art 10 c.4. La trasmissione degli elaborati adottati al Presidente della Conferenza di cui all’art 9 è contestuale alla trasmissione degli atti alla provincia per l’espressione del parere di compatibilità ai sensi dell’art 29;

ampliamento senza compensazioni degli ambiti agricoli strategici; ad approfondimenti condotti a livello sovracomunale rispetto alla

vocazione agricola di vasti ambiti territoriali verso peculiari filiere e produzioni tipiche (ad esempio, vitivinicola, olio di oliva, lattiero casearia);

variazione della strategia territoriale e di sviluppo urbanistico comunale incidente sulla delimitazione degli ambiti agricoli strategici.”

L’Amministrazione comunale, su proposta Provinciale e secondo i criteri sopra elencati, ha provveduto ad inviare proposta di rettifica alla definizione delle aree agricole strategiche seguendo i criteri e le disposizione dell’ Art.126 NTA PTCP e pertanto il Documento di Piano tiene conto per tutte le conseguenze relative del nuovo assetto previsto dall’Amministrazione comunale attraverso specifica delibera di Giunta Comunale. L’eventuale individuazione di aree in cui è ammessa la trasformazione a fini insediativi deve essere concertata con la Provincia. Il DdP non prevede alcuna area di completamento o trasformazione edilizia entro le aree agricole individuate nella variante al PTCP adottata dalla provincia di Brescia.

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11. Vincoli relativi alla zona costiera del Lago Moro Tutte le previsioni contenute negli elaborati costituenti il Documento di Piano sono soggette al rispetto della normativa prevista per la zona costiera del Lago Moro, soggetta a vincolo paesistico apposto ai sensi della L. 42/2004. Gli eventuali interventi ammissibili in detta zona dovranno rispettare i disposti di cui al D.M. 12 novembre 1968 di apposizione del vincolo, in quanto zona dichiarata di notevole interesse pubblico, costituente altresì una bellezza panoramica come quadro naturale. 12. Vincoli relativi ai beni culturali e del paesaggio Gli elaborati costituenti il Documento di Piano individuano i beni culturali e del paesaggio per i quali si impone il rispetto del D.Lgs. 42/04 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, redatto ai sensi dell'articolo 10 della L. 137/02 e del D.Lgs. 490/99 "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali”. I beni culturali e del paesaggio individuati ai sensi dell’Art. 10 e dell’Art. 142 del D.Lgs. 42/2004 sono costituiti per il Comune di Darfo Boario Terme da:

i territori contermini ai laghi i una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;

i territori montani per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare; i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo

unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con R.D. 1775/33, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;

i territori coperti da foreste e boschi; i beni culturali;

Per la tutela del patrimonio artistico culturale individuato secondo il “Repertorio dei beni storico artistici della Provincia di Brescia” e riportato nell’ allegato II NTA PTCP, il Documento di Piano recepisce integralmente quanto normato nell’Art. 88 delle NTA del PTCP. 13. Vincoli relativi agli allevamenti di animali Il DDP individua, attraverso un elaborato specifico, gli allevamenti presenti sul territorio comunale, distinguendoli e classificandoli secondo il tipo di animale ed il peso vivo allevato, per i quali devono essere rispettate le prescrizioni fissate dalla L.R. 37/93 e dal suo regolamento attuativo nonchè dalla D.G.R. 6/34964/98 e dalla D.G.R. 20109/95. Le distanze di rispetto degli allevamenti sono fissate secondo le prescrizioni indicate dal Regolamento Locale di Igiene Tipo della Regione Lombardia (ex art. 53 della L.R. 26 ottobre 1981, n° 64). I dati specifici per l’individuazione degli allevamenti sul territorio comunale sono stati forniti dall’Azienda Sanitaria Locale, Servizio Veterinario.

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14. Vincoli relativi al risparmio energetico Per ottenere il rilascio del certificato di agibilità in caso di interventi di cui all’Art.3 D.Lgs. 192/05 deve essere presentato l’Attestato di Certificazione Energetica agli uffici competenti. Tutti gli interventi edilizi dovranno rispettare i disposti della L. 10/91 rivista del D.Lgs. 192/05 e del D. Lgs. 311/06. 15. Vincoli relativi alle fasce di rispetto delle aree per sedi

ferroviarie Il DDP individua ed identifica la fascia di rispetto ferroviario che comprende le aree destinate alla protezione delle sedi ferroviarie, ai sensi dell’Art. 49 del D.P.R. 753/80, nelle quali è vietato costruire, ricostruire e ampliare edifici o manufatti di qualsiasi specie, nonché installare opere di protezione o impianti di qualsiasi tipo. Sugli edifici esistenti sono ammessi solo interventi di restauro ed adeguamento alle norme di sicurezza, antinfortunistica ed antincendio, e comunque nei limiti di cui all’Art. 3, comma 1, lett. a), b), c) del D.P.R. 380/01. Sono consentite deroghe alle anzidette distanze di protezione delle sedi ferroviarie ai sensi dell’Art. 60 D.P.R. 753/80. 16. Vincoli relativi alle fasce di rispetto delle sedi stradali Gli elaborati costituenti il Documento di Piano delimitano le linee di arretramento dell’edificazione per il rispetto dei tracciati stradali e le relative zone di rispetto. Queste vengono individuate escludendo le aree di rispetto appartenenti al centro abitato individuato dalla planimetria predisposta dall’ufficio tecnico comunale e approvata con delibera di giunta N° 184 del 18/10/2006. Le distanze di arretramento dell’edificazione dalle sedi stradali sono individuate secondo i criteri fissati dal D.M. 1404/1968 e secondo la classificazione prevista dal Piano del Traffico della Viabilità Extraurbana della Provincia di Brescia (PTVE). Tali arretramenti sono individuati in funzione della categoria dell'infrastruttura viabilistica per la quale si rende necessaria la fascia di rispetto. Le fasce di rispetto sono funzionali alla protezione del traffico, alla realizzazione delle nuove strade, all'ampliamento delle strade esistenti, alla realizzazione dei relativi servizi, all'approntamento di percorsi pedonali e di piste ciclopedonali, nonché alla protezione della sede stradale nei riguardi dell'edificazione e viceversa.

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17. Vincoli relativi alle fasce di rispetto cimiteriale Gli elaborati costituenti il Documento di Piano individuano le aree circostanti i cimiteri, sottoposte a divieto di edificazione secondo l'art. 338 del T.U. delle leggi sanitarie 1265/1934 e successive modificazioni, e secondo le disposizioni del “Piano cimiteriale” di cui il Comune di Darfo Boario Terme è dotato. Tale strumento ha avuto parere favorevole (prot. 13949, del 17/05/07) espresso dall’ASL della Vallecamonica Sebino. In tale regolamento sono contenute le norme relative alle seguenti tematiche:

popolazione e mortalita’ nel comune di Darfo Boario Terme; bacino d’ utenza dei singoli cimiteri; considerazioni relative ai cimiteri del comune di Darfo Boario Terme; studio della mortalita’ e delle sepolture; linee di possibile evoluzione della struttura cimiteriale; progetto.

18. Vincoli relativi al rispetto dagli elettrodotti Gli elaborati costituenti il Documento di Piano individuano gli elettrodotti presenti sul territorio comunale per i quali risulta necessario calcolare le fasce di rispetto sulla base delle metodologie fissate dal D.M. 29/05/08 “Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti” (S.O. n. 160 alla G.U. n. 156 del 5 luglio 2008), dove per elettrodotti si intendono ovviamente le linee elettriche sia aeree che interrate, ma anche le cabine elettriche e le stazioni primarie.La distanza di rispetto dagli elettrodotti dovrà essere fissata attraverso la metodologia di calcolo specificata dal D.M. 29/05/08 affinché venga rispettato l’obiettivo di qualità richiesto dal D.P.C.M. 08/07/03 di:

3 µT per i nuovi insediamenti che vengono costruiti (o ristrutturati) presso elettrodotti preesistenti;

3 µT nel caso di costruzione di nuovi elettrodotti nelle vicinanze di edifici preesistenti;

10 µT per le situazioni di fatto, ovvero quelle ove non ci sono interventi edilizi.

All’interno della fascia di rispetto non è consentita alcuna destinazione di edifici ad uso residenziale, scolastico, sanitario oppure adibito a qualsiasi altro uso che comporti una permanenza non inferiore a quattro ore giornaliere (esempio uffici, negozi...).

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19. Vincoli relativi al rispetto dai gasdotti e metanodotti Gli elaborati costituenti il Documento di Piano individuano i gasdotti e i metanodotti in funzione della pressione d’esercizio, per i quali si applicano i disposti del D.M. 21/11/84 e del D.M. 17/04/08. In occasione del rilascio di autorizzazioni, concessioni e nulla osta, è fatto obbligo il rispetto delle distanze di sicurezza, da calcolarsi secondo le indicazioni dell’ Art. 2.5 del D.M. 17/04/08. 20. Indicazioni relative alla tutela e protezione della fauna

selvatica Al fine di tutelare e meglio gestire le risorse faunistiche esistenti nel territorio di Darfo Boario Terme, vengono prescritte alcune indicazioni da rispettare, in coerenza con quanto disposto dal Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Brescia. Tutti gli interventi previsti dal Documento di Piano dovranno:

prevedere la ripiantumazione delle specie arboree asportate durante i tagli boschivi;

prevedere l’incremento delle piantumazioni ai bordi delle strade dell’abitato, lungo le siepi divisorie, nei giardini delle abitazioni, col fine di incrementare i fondamentali elementi di nutrizione degli animali selvatici;

tendere alla limitazione nell’uso dei prodotti chimici a favore dell’agricoltura biologica.

21. Indicazioni relative alla tutela e protezione della fauna

ittica Al fine di tutelare e meglio gestire le risorse faunistiche ittiche presenti nelle acque nel territorio di Darfo Boario Terme, vengono prescritte alcune indicazioni da rispettare, in coerenza con quanto disposto dal Piano Ittico della Provincia di Brescia. Gli interventi previsti dal Documento di Piano dovranno:

prevedere il collettamento per scarichi esistenti attualmente a cielo aperto;

prevedere il collettamento degli scarichi per gli scarichi delle nuove espansioni urbanistiche.

Si specifica che le aree individuate dal DDP per le nuove espansioni edilizie sono state scelte previa verifica di fattibilità di collettamento degli scarichi fognari al collettore verso l’impianto di depurazione di Costa Volpino

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22. Aziende a rischio di incidente rilevante Durante la fase conoscitiva del territorio comunale è risultato che non esistono sul territorio comunale aziende a rischio di incidente rilevante – RIR. 23. Vincoli derivanti da pianificazione comunale 23.1 Vincoli relativi al PLIS del Monticolo e Lago Moro Tutte le previsioni contenute negli elaborati costituenti il Documento di Piano sono soggette al rispetto della normativa prevista dal “Piano Territoriale di Coordinamento” (NTA PTCP Art. 138) relativa ai Parchi Locali di Interesse Sovracomunale. Il PTCP sancisce il riconoscimento del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Monticolo e Lago Moro ed il funzionamento dello stesso secondo le modalità della D.G.R. 7/6296 del 01/10/2001. La delimitazione del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Monticolo e Lago Moro coincide con la definizione di “buffer zone” effettuata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, all’interno del Piano di Gestione del Sito UNESCO n°94, e recepita dagli elaborati costituenti il Documento di Piano. La “Buffer zone” viene definita come “un’area geografica e storica omogenea che raggruppa diversi livelli di interesse (geomorfologico, ambientale, paesaggistico, archeologico, storico)”, e come tutti i siti con incisioni rupestri, in quanto patrimonio di interesse archeologico, è sottoposta alla legislazione statale esistente di tutela dei beni culturali (D.Lgs. 42/04). IL DDP recepisce le prescrizioni precisate nel Piano di Gestione ove si specifica che :”per le aree prossime a zone di accertato interesse archeologico e per le “Buffer zone”, si da prescrizione di comunicazione dei lavori progettati alla competente Soprintendenza che si riserva di effettuare verifiche ed indagini”. 23.2 Vincoli relativi alla componente paesistica Tutte le previsioni contenute negli elaborati costituenti il Documento di Piano recepiscono i vincoli e le prescrizioni derivanti dall’applicazione delle Norme per la tutela e la Valorizzazione del Paesaggio della “Componente Paesistica”. Attraverso un apposito elaborato il DDP sovrappone, alle scelte proposte per la pianificazione territoriale, la classificazione delle componenti paesistiche unitamente alle classi di sensibilità. Ciò consente una corretta lettura del valore delle aree oggetto di interesse nella pianificazione e garantisce la formulazione di un giudizio che sia il più oggettivo e coerente possibile per gli interventi proposti di modificazione del territorio. Le classi di sensibilità in cui viene suddiviso il territorio rappresentano il livello di cogenza nell’applicazione delle norme previste per le singole componenti del paesaggio.

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23.3 Vincoli relativi alla componente geologica Lo studio della componente geologica del territorio comunale costituisce una parte integrante del Piano di Governo del Territorio e le relative norme assumono lo stesso carattere prescrittivo delle norme tecniche allegate al Piano di Governo del Territorio secondo gli effetti giuridici disciplinati dalla L.R. 12/05. Lo studio è stato redatto secondo i disposti della D.G.R. 28/05/08 n° 8/7374 “Aggiornamento dei criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio”, in attuazione dell’Art. 57 comma 1 della L.R. 12/05, approvati con D.G.R. 22/12/05 n° 8/1566” e ad essa rimanda per i dettagli relativi. Le norme geologiche della “Componente geologica, Idrogeologica, e Sismica del PGT” recepite dagli elaborati costituenti il Documento di Piano, individuano classi di fattibilità geologica delle azioni di piano, finalizzate a fornire indicazioni generali in merito alle cautele da adottare per gli interventi, agli studi ed alle indagini da effettuare per gli eventuali approfondimenti, alle opere di riduzione del rischio ed alla necessità di controllo dei fenomeni presenti. Le norme relative alla componente geologica definiscono le indicazioni di carattere generale per lo svolgimento delle indagini necessarie per la valutazione della fattibilità dei singoli interventi e per ciascuna classe, specificano la descrizione dei fattori geologici limitanti ritenuti influenti sulla destinazione d’uso delle singole aree. In ragione delle condizioni geologiche locali sono state individuate aree interessate dalla sovrapposizione di più fattori limitanti. Per ciascun fattore limitante sono state specificate le indicazioni fondamentali per lo svolgimento degli approfondimenti d’indagine. Ogni indagine, indipendentemente dalla classe di fattibilità assegnata alle singole aree, dovrà essere condotta seguendo le indicazioni delle normative esistenti, con particolare riferimento alla normativa tecnica nazionale relativa alle costruzioni specificata dal D.M. 14/01/08 “approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”. Le indagini e gli approfondimenti prescritti per le diverse classi di fattibilità devono essere effettuati prima della progettazione degli interventi ed in ogni caso non sostituiscono, anche se possono comprendere, le indagini previste dalla normativa tecnica nazionale relativa alle costruzioni. Tutte le previsioni contenute negli elaborati costituenti il Documento di Piano recepiscono i vincoli e le prescrizioni derivanti dall’applicazione delle norme geologiche della “Componente Geologica, Idrogeologica, e Sismica del PGT” redatta ai sensi della D.G.R. 8/1566/05 in attuazione dell’Art. 57 comma 1 della L.R. 12/05. Le norme geologiche della “Componente geologica, Idrogeologica, e Sismica del PGT” recepite dagli elaborati costituenti il Documento di Piano, individuano classi di fattibilità geologica delle azioni di piano, finalizzate a fornire indicazioni generali in merito alle cautele da adottare per gli interventi, agli studi ed alle indagini da effettuare per gli eventuali approfondimenti, alle opere di riduzione del rischio ed alla necessità di controllo dei fenomeni presenti.

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I vincoli e le prescrizioni relative alle classi e sottoclassi di fattibilità sono specificate dall’Art. 4 delle norme geologiche della “Componente geologica, Idrogeologica, e Sismica del PGT”. 23.4 Vincoli relativi all’area di tutela per la zona a

protezione speciale Le zone a protezione speciale, così come i siti d’importanza comunitaria, vengono introdotti dalla direttiva CEE 92/431, che riguarda la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche , ai fini della salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli abitat naturali della flora e della fauna. La direttiva CEE 92/431 viene recepita dal D.P.R. 357/97, dove vengono specificati i criteri attuativi di tale direttiva. Il comune di Darfo Boario Terme non è interessato dalla presenza di tali zone, ma risulta comunque vicino alla zona identificata dal formulario standard di Natura 2000 con l’identificativo IT2070303, che si sviluppa sul comune di Gianico in località Val Grigna. A fine di tutelare maggiormente la predetta ZPS, negli elaborati costituenti il Documento di Piano, viene prevista una zona di protezione, definita a seguito dei risultati emersi dallo studio d’incidenza, nella quale qualsiasi tipo di intervento dovrà essere coerente con i disposti del D.P.R. 357/97 e alle indicazioni sugli interventi contenute nello studio di incidenza stesso. Lo studio di incidenza mette in evidenza come il complesso delle dinamiche territoriali che andranno a concretizzarsi con l’attuazione del Documento di Piano, non andranno ad interferire in modo alcuno con la zona a protezione speciale in oggetto. 23.5 Vincoli relativi al rispetto della zonizzazione acustica Il comune di Darfo Boario Terme risulta essere dotato di zonizzazione acustica. Nella realizzazione dei nuovi interventi edilizi dovranno essere tenute in considerazione le risultanze della zonizzazione acustica vigente e la stessa dovrà essere aggiornata secondo le previsione presenti nel documento di piano. 23.6 Vincoli relativi alla prevenzione dall’inquinamento

luminoso Tutte le previsioni contenute negli elaborati costituenti il Documento di Piano recepiscono i vincoli e le prescrizioni derivanti dall’applicazione della L.R. 17/00 e della L.R. 38/04, oltre che dalle indicazioni precisate dall’Art. 35 delle NTA del PTPR. Tutti i progetti di nuova infrastutturazione e di riqualificazione degli impianti esistenti, relativi all’illuminazione pubblica, dovranno rispettare le indicazioni precisate dal Piano Regolatore dell’Illuminazione Comunale.

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TITOLO III IL PROGETTO DI PIANO 24. Istanze e proposte dei cittadini All’interno del quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento e, in linea con il principio di partecipazione dei cittadini alla redazione del piano, il DdP recepisce le istanze e proposte provenienti dai cittadini riportandole in apposito documento di sintesi. Le istanze pervenute consentono di tracciare un quadro delle principali necessità dei cittadini che possono riassumersi, nella assoluta maggioranza dei casi, in richieste di nuove aree di espansione residenziale. Il DdP prendendo atto di questa evidente necessità sul territorio, la attua attraverso l’individuazione di aree ritenute consone all’assolvimento di tale compito, in linea con le scelte e gli obiettivi generali della pianificazione territoriale. Alla richiesta di nuove aree destinate all’edilizia residenziale il DDP risponde con l’individuazione di ambiti di trasformazione urbana che abbiano una duplice valenza: da un lato danno risposta alla necessità espressa dai cittadini di nuove aree residenziali, dall’altro il DDP localizza e dimensiona strategicamente gli ambiti in modo da rispondere puntualmente a situazioni di criticità emerse sul territorio. 25. Quadro conoscitivo del territorio comunale come

risultante delle trasformazioni avvenute 25.1 Inquadramento territoriale Il comune di Darfo Boario Terme è situato in un’ampia pianura alluvionale, lungo le rive del fiume Oglio, nella bassa Valle Camonica. Quest’ultima si trova nella parte orientale della Lombardia e costituisce un terzo della provincia di Brescia, con un territorio vasto circa 1300 chilometri quadrati, che si sviluppa in lunghezza per ben 130 chilometri. Essa confina con altre valli, quali la Valtellina a nord-ovest, la Val di Scalve, la Val Trompia a sud, la Val di Sole a nord-est e la Val Furva a nord. Il fiume Oglio la percorre interamente con origine a Ponte di Legno e immissione nel lago d'Iseo presso Pisogne. La superficie comunale presenta notevoli dislivelli dal punto di vista altimetrico: dal minimo di Bessimo superiore (m 206) al massimo del Dosso Sparviero (m 1895). I rilievi più importanti del Comune sono: il monte Erbanno (m 1664) e il monte Altissimo (m 1704) a nord-ovest, il Dosso Blussega (m 1810) e il Dosso Sparviero (m 1895) a sud-ovest.

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Il territorio del Comune di Darfo Boario Terme è percorso, oltre che dal fiume Oglio, dal torrente Dezzo, dal Rovinazza, dal Budrio, dal Re, dall'Ogliolo e dal canale idroelettrico Italsider. La Val Camonica è la valle del fiume Oglio, che la percorre interamente da Ponte di Legno al Lago d'Iseo. I principali centri della valle sono Darfo Boario Terme, Breno, Edolo e Ponte di Legno. Darfo-Boario Terme è il centro più popoloso della Valle, superando di poche unità i 15000 abitanti, e copre una superficie territoriale complessiva pari a 36.2 chilometri quadrati. Per quanto concerne la viabilità, oltre all’attraversamento della rinnovata linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, si menziona la ex statale n. 42 che percorre interamente la Valle Camonica, da Lovere al Passo del Tonale, che viene sostituita in parte dalla strada provinciale 510 (Darfo Boario Terme - Brescia). Numerosi passi alpini permettono di comunicare con le vallate circostanti: il Passo del Tonale con la Val di Sole, Il Passo del Gavia, tramite la statale 300, con la Val Furva, il Passo dell'Aprica con la Valtellina, il Passo Crocedomini con la Val Trompia e la Val Sabbia e il Passo del Vivione con la Valle di Scalve. La posizione geografica strategica nei confronti della Valle Canonica e della Val di Scalve, lo sviluppo di attività artigianali, industriali e un attivissimo terziario, nonché il valore aggiunto per la presenza delle terme, fanno di Darfo Boario Terme il centro urbano principale della Vallecamonica. 25.2 Assetto e dinamiche dei sistemi insediativi La definizione di città frattale si addice appieno al contesto urbano in esame. Emerge immediatamente e con evidenza la frammentarietà del costruito, fortemente disomogeneo e discontinuo. Darfo Boario Terme è infatti il risultato dell’aggregazione di numerosi piccoli centri che vanno via via unificandosi in un unico grande contesto. Questi centri erano, un tempo, piccoli paesi e realtà del tutto indipendenti l’un l’altra; ad oggi vengono chiamate frazioni ma, lo sviluppo urbano recente gli fa assumere sempre più la connotazione di quartieri di un unico nucleo. Il sistema insediativo della città trova la sua matrice di sviluppo nei tracciati viari storici che, attraversando la piana fluviale del territorio Darfense sulle due sponde orografiche del fiume Oglio, garantivano gli scambi commerciali e le comunicazioni con il resto della valle. La confluenza con la Valle di Scalve storicamente ha rafforzato e reso strategico il territorio. La riscoperta e valorizzazione della stazione termale a partire da metà ottocento ha poi fornito le basi per la nascita del nuovo nucleo urbano di Boario. Le opportunità di lavoro offerte dalle attività manifatturiere insieme allo sviluppo delle attività turistiche termali hanno reso il territorio comunale un polo attrattore nei confronti dei comuni contermini, determinando un rapido sviluppo edificatorio, che ha conosciuto una fortissima crescita soprattutto negli ultimi tre decenni. Il processo di inurbamento, come già detto, trova la sua matrice nei tracciati viari.

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Si assiste quindi ad una crescita a partire dai nuclei storici e sulle vie di collegamento con le frazioni centrali che determinano la formazione di un nucleo formato da Darfo, Montecchio, Boario e Corna che si sviluppano attorno ad un’ampia ansa del fiume Oglio, l’Isola. Quest’area, rimasta a destinazione agricola, si configura come il cuore verde della città. Le frazioni esterne al nucleo si sviluppano come appendici che collegate dalla rete viaria vanno a colmare con l’edificazione le aree rimaste libere. Il processo di inurbamento appare tuttavia in evoluzione e si evidenzia come una tendenza in atto: lo stato di fatto si presenta come un territorio urbanizzato che alterna zone densamente edificate a zone quasi libere con forte disomogeneità della superficie complessiva. All’aspetto insediativo relativo alla edificazione dei suoli, si associa un aspetto legato alle destinazioni d’uso del territorio, dove si assiste alla specializzazione funzionale di alcune zone. In particolare si osserva la semplificazione funzionale delle frazioni esterne al nucleo, sempre meno comunità indipendenti e sempre più quartieri dormitorio con una progressiva e costante diminuzione delle attività commerciali e artigianali e con la perdita di servizi al cittadino; al contrario il centro si arricchisce di attività di servizi al cittadino ed alle imprese, perdendo parzialmente la funzione residenziale che viene assorbita dalle frazioni. Le attività commerciali e artigianali vanno progressivamente accorpandosi in zone specifiche come la zona del centro commerciale Adamello o del centro commerciale di Boario, oppure in zone artigianali specifiche come l’area Prade, l’area di Corna sud (via Bontembi e limitrofe.) o ancora la zona sportiva concentrata nell’area dell’Isola o il polo scolastico di Corna dove si riversano studenti di scuole elementari, medie e superiori. La specializzazione funzionale determina la necessità di grandi spostamenti all’interno del territorio per assolvere alle necessità quotidiane come la spesa, la scuola, il lavoro… La rete viaria, che dovrebbe assumere un ruolo centrale nell’organizzazione del territorio, si è sviluppata a partire dai tracciati della viabilità storica, con una viabilità secondaria legata al servizio delle zone residenziali di nuova realizzazione. La mancanza di tracciati alternativi alla viabilità storica determina una congestione degli stessi e una insufficienza della restante viabilità secondaria. 25.3 Organizzazione e tendenze evolutive delle attività

economiche Il turismo, l’ artigianato, il commercio e i servizi sono le principali categorie di attività che regolano le attività economiche del territorio come specificato dalle analisi specifiche precedentemente trattate e che esplicitano chiaramente l’andamento degli ultimi decenni. E’ evidente che negli ultimi due decenni all’interno delle categorie economiche si è assistito ad un importante spostamento della forza lavoro all’interno delle singole categorie.

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Ad una radicale diminuzione di addetti nel commercio turismo ed industria corrisponde un aumento sostanziale nei settori legati ai servizi alle persone ed alle imprese. Il commercio perde numero di attività e addetti con la nascita e sviluppo dei centri commerciali che accorpano ed assorbono numerose botteghe e negozi un tempo sparsi all’interno dei centri urbani. Il turismo legato alle attività termali subisce un brusca frenata dovuta alla perdita della mutabilità delle cure. L’industria prima strutturata in medie aziende, si ridistribuisce in numerose piccole aziende che aumentano in numero di sedi ma diminuiscono in addetti grazie alla meccanizzazione dei sistemi produttivi. Settore in forte crescita invece quello dei servizi legati alla persona ed alle imprese, che rappresenta un elemento trainante per l’economia della città, divenendo contemporaneamente un punto di riferimento per i centri urbani limitrofi nonché utile servizio per le imprese locali e sovralocali. Vanno inoltre aggiunte alcune riflessioni circa lo stato delle attività turistiche che, pur non confermate dai dati poiché espressione di una evoluzione recentissima, sono meritevoli di attenzione nel quadro economico generale. Il rilancio del parco delle terme infatti ha avviato una serie di interventi di grandissimo rilievo per il rilancio della stazione turistica che fanno ben sperare per la crescita del settore. Solo per citarne alcune: il rilancio con restauro conservativo delle strutture del parco, l’ampliamento con nuove attrattive, il recupero del Grand Hotel delle Terme, il progetto per il collegamento in funivia Boario-Borno, l’ampliamento del centro cure Violati… Grazie anche a queste attività lanciate dalla società di gestione del parco, sembra possibile una nuova stagione di crescita del turismo che molti operatori attendono con fiducia. Il DDP, consapevole dei meccanismi di sviluppo in atto, riserva grande attenzione alle scelte progettuali che hanno l’obiettivo di migliorare e supportare le attività turistiche come motore di rilancio per la crescita economica della città. 25.4 Caratteri e problematiche ambientali emergenti Il territorio Darfense è caratterizzato da una situazione geomorfologia altamente diversificata che arricchisce notevolmente i caratteri ambientali. La valle con le catene montuose sulla destra e sinistra orografica del fiume, la piana fluviale, il fiume e le sponde, i torrenti, le rogge, le zone pedecollinari dei conoidi, le zone pedecollinari coltivate a vigneti , le colline rocciose del Monticolo e del Castellino, il lago Moro, sono tutti elementi fisici che caratterizzano il territorio. Lo sviluppo urbano che si intreccia con gli elementi del paesaggio, al fine di non snaturare i caratteri ambientali, deve tenere in considerazione alcuni caratteri ambientali che si reputano meritevoli di attenzione e tutela. Non si può trascurare il fatto che la città, in qualità di centro ordinatore (cosi come definita dal PTCP) nonché maggior centro urbano e polo attrattore della Vallecamonica, sia oggetto di una costante crescita demografica e urbana.

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Il DdP trova, attraverso azioni pianificatorie e norme di piano, il giusto equilibrio rispondente contemporaneamente alla necessità di modificazioni dell’assetto territoriale con i caratteri e le problematiche ambientali emergenti, ed in particolare con:

conservazione delle aree agricole strategiche; tutela e conservazione del parco del Monticolo e Lago Moro; recupero delle aree dimesse; valorizzazione e tutela delle fasce spondali dell’Oglio e collettamento

delle fogne e degli scarichi in acque superficiali; valorizzazione del territorio agricolo per la conservazione dei caratteri e

tipicità locali; contenimento delle emissioni di gas inquinanti dovuti al traffico veicolare; rispetto della fauna ittica e selvatica; rispetto dell’area di influenza della zona ZPS identificata all’interno del

comune di Gianico. 25.5 Caratterizzazioni e vulnerabilità del territorio All’interno del Piano di Governo del Territorio una delle componenti volte a definire e regolamentare gli interventi sul territorio è costituita dal Piano Paesistico Comunale: la documentazione di cui è composto suddivide l’intero territorio comunale in “componenti paesistiche” che definiscono caratteri identificativi, gli elementi di criticità e le indicazioni di tutela; ad ogni componente paesistica viene attribuita una “classe di sensibilità” che ne definisce il grado di cogenza a seconda del quale le norme del Piano Paesistico assumono valore di prescrizioni, indirizzi o direttive. In linea generale è utile sottolineare che in tutto il territorio comunale i progetti che incidono sull’aspetto esteriore dei luoghi e degli edifici sono soggetti a esame sotto il profilo del loro inserimento nel contesto, ivi compresi i piani attuativi, i cui provvedimenti di approvazione devono essere preceduti dall’esame di impatto paesaggistico, che si conclude con l’espressione del giudizio di compatibilità paesaggistica. Il Piano Paesistico diviene lo strumento attraverso il quale la commissione paesaggistica esprime una corretta lettura delle caratterizzazioni e vulnerabilità paesaggistiche del territorio. Il DdP recepisce il Piano Paesaggistico sovrapponendo componenti paesistiche e classi di sensibilità alle scelte di pianificazione territoriale intraprese. 25.6 Assetto idrogeologico e classi di rischio La L.R. 12/05 ha introdotto l’obbligo per i Piani di Governo del Territorio di predisporre le indagine relative alla definizione della fattibilità geologica dei piani e programmi. La documentazione inerente la relazione geologica relativa la Comune di Darfo Boario Terme costituisce parte integrante del DdP e viene recepita

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integralmente dallo stesso, che ne verifica la coerenza con le scelte progettuali sovrapponendo le scelte progettuali e le classi di fattibilità. Le destinazioni previste dall’attuale PRG incompatibili con le indicazioni con l’indagine di fattibilità idrogeologica vengono modificate con destinazioni ad essa compatibili. Per la definizione degli specifici interventi trasformativi che si possono operare in base alla Classe di Fattibilità di riferimento si rimanda, per maggior dettaglio ed integrazione, a quanto contenuto nella “Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio”. 25.7 Valore agroforestale del territorio Ai fini di aggiornamento ed approfondimento del dettaglio della base informativa esistente, nell’estate del 2000 è stato formalizzato un accordo tra l’ERSAF e la Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia per la realizzazione di un nuovo progetto denominato Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali (DUSAF). Vengono individuate le categorie prevalenti così riassunte:

Boschi di latifoglie coltivati ad alto fusto; Boschi di latifoglie governati a ceduo; Boschi misti di conifere e latifoglie ad alto fusto; Boschi misti di conifere e latifoglie coltivati a ceduo; Boschi con presenza di essenze arboree isolate; Boschi con presenza diffusa di filari arborei; Frutteti con presenza di vigneti; Prati permanenti di pianura associati a seminativi; Presenza di macchia di vegetazione in evoluzione verso forme forestali; Seminativo semplice con presenza rada di filari arborei; Specchio d’acqua dovuto a sbancamento artificiale; Vegetazione arbustiva arborea di ambiente ripale; Vegetazione incolta; Vigneti misti frutteti; Ambito montano roccioso e pedecollinari.

Il valore agroforestale del territorio Darfense è per la natura del contesto prealpino fortemente caratterizzato dalla presenza di ambiti montani con presenza di boschi governati a ceduo. Sono inoltre presenti nella piana fluviale di fondovalle prati permanenti di pianura associati a seminativi, mentre lungo le fasce pedecollinari si osserva la presenza di vigneti misti frutteti. È importante sottolineare che da una decina di anni si assiste ad un rinato interesse per la coltura della vite grazie al quale si stanno recuperando terreni e terrazzamenti abbandonati, che il DdP, riconoscendone il valore, protegge da possibili interventi di trasformazione di destinazione d’uso.

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26. Individuazione degli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione a valenza strategica per la politica territoriale del comune

Gli obiettivi strategici comunali consistono nella programmazione di uno sviluppo urbano che, attraverso l’individuazione di politiche di modificazione del territorio, consenta il miglioramento dei servizi, della viabilità ed in generale della qualità urbana. L’obiettivo principe del DDP è quindi operare scelte pianificatorie strategiche al miglioramento e alla risoluzione delle condizioni critiche rilevate. Tutte le scelte di modificazione dell’assetto territoriale attuale nascono esclusivamente a seguito del confronto con le indicazioni del PTCP e del PTPR e ancora a seguito di verifica delle condizioni di fattibilità nel rispetto dei vincoli amministrativi definiti dalla legislazione vigente:

Vincolo per il piano di assetto ideologico; Vincoli relativi al Reticolo idrico minore; Distanze dei pozzi di captazione di acqua destinata al consumo umano; Vincoli relativi agli ambiti di particolare interesse ambientale; Vincoli relativi agli ambiti agricoli di interesse strategico; Vincoli relativi alla zona costiera del Lago Moro; Vincoli relativi ai beni culturali e del paesaggio; Vincoli relativi agli allevamenti di animali; Vincoli relativi al risparmio energetico; Vincoli relativi alle fasce di rispetto delle aree per sedi ferroviarie; Vincoli relativi alle fasce di rispetto delle sedi stradali; Vincoli relativi alle fasce di rispetto cimiteriale; Vincoli relativi agli elettrodotti; Vincoli relativi ai gasdotti e ai metanodotti; Vincoli relativi alla tutela della fauna selvatica; Vincoli relativi alla tutela e protezione della fauna ittica; Aziende a rischio di incidente rilevante;

nonché dai vincoli derivanti da pianificazione comunale:

Vincoli relativi al Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Monticolo e Lago Moro;

Vincoli relativi alla Componente Paesistica; Vincoli relativi alla relazione geologica; Vincoli relativi alla area di tutela per la zona protezione speciale – ZPS; Norme relative al rispetto della zonizzazione acustica; Norme relative alla prevenzione dall’inquinamento luminoso.

Gli obiettivi strategici comunali perseguono i criteri di sostenibilità ambientale anche attraverso il rispetto ed il recepimento dei vincoli sopra indicati, delle indicazioni derivanti della pianificazione sovraordinata, delle prescrizioni relative al paesistico comunale ed alla relazione geologica. Gli interventi attuativi delle politiche territoriali comunali, la cui dimensione è tale per cui si renda necessario un maggiore controllo, sono classificati come

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AT (ambiti di trasformazione) e possono attuarsi esclusivamente attraverso pianificazione esecutiva. Gli ambiti di trasformazione, vengono classificati in:

ATR ambito di trasformazione urbana; ATP ambito di trasformazione produttiva; ATF ambito di trasformazione polifunzionale; ATS ambito di trasformazione per servizi;

Gli ambiti di trasformazione vengono disciplinati da apposite schede normative in cui vengono specificati parametri edificatori, oneri relativi alla realizzazione di standard e lo stato dei vincoli, siano essi di carattere sovracomunale, comunale o relativi alla componente geologica e paesaggistica. Ulteriore verifica della congruità degli obiettivi esplicitati dal DdP con la sostenibilità ambientale degli stessi è stata verificata in sede di Valutazione Ambientale Strategica VAS.

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27. Determinazione degli obiettivi quantitativi di sviluppo del PGT

La determinazione degli obiettivi quantitativi di sviluppo del PGT è basata in modo prevalente sull’analisi delle tendenze demografiche evolutive degli ultimi decenni. Dall’analisi dei dati disponibili (fonti anagrafiche e ISTAT) la realtà camuna, come buona parte dei comuni lombardi, presente una tendenza generale di rallentamento costante della crescita demografica ed in taluni casi è possibile riscontrare addirittura un di fenomeno di decremento. In questo quadro generale il Comune di Darfo Boario Terme si presenta con un fenomeno di evoluzione demografica che va in netta controtendenza. È infatti riscontrabile che la popolazione di Darfo Boario Terme negli ultimi anni ha subito una crescita costante che ha consentito al Comune di superare la soglia dei 15.000. Tale fenomeno è sicuramente giustificabile sia attraverso un maggior tasso di natalità, sia attraverso la riconosciuta funzione polarizzante che il Comune riveste. Dalla tabella 10 si evince che, come sopra enunciato, il comune presenta una costante crescita demografica sin dal 1990. L’analisi dettagliata dei dati consente di verificare la crescita media annua della popolazione e contestualmente del numero di famiglie nel periodo di riferimento. In questo senso la media viene calcolata dall’anno 2002 all’anno 2010 e la crescita media della popolazione risulta essere di 246 abitanti/anno, mentre la crescita media del numero di famiglie e di 209 famiglie/anno (tabella 11). Attraverso questi dati è possibile evidenziare l’andamento percentuale delle componenti analizzata (tabella 12). Nello specifico l’analisi mostra come l’andamento percentuale annuo medio calcolato secondo i dati rilevati dall’anno 2002 all’anno 2010 presenti una crescita di popolazione calcolata percentualmente dell’ 1,69% annuo, mentre per quanto riguarda l’andamento medio del numero di famiglie il valore si attesti attorno al 3,65% annuo. L’analisi si completa infine con l’individuazione dell’evoluzione del numero di componenti per famiglia (tabella 13). In questo sento i dati consentono di individuare la variazione del numero di componenti per famiglia dal 1990 al 2010. Nello specifico il numero di componenti per famiglia nel 1990 era circa di 2,7 (ab/fam) mentre l’ultimo dato rilevato evidenzia un numero di compenti per famiglia di 2,31 (ab/fam). Attraverso il calcolo della media della variazione rilevata negli anni che vanno dal 1990 al 2010, si evince come il numero di componenti per famiglia si riduca costantemente; in particolare la percentuale annua media di riduzione del numero di componenti per famiglia risulta essere dello -0,038% nell’ambito valligiano.

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Tabella 10: Rilievi demografici (fonte anagrafe comunale)

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Tabella 11: Variazione demografica numerico (fonte anagrafe comunale)

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Tabella 12: Variazione demografica percentuale (fonte anagrafe comunale)

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Tabella 13: Variazione percentuale numero di componenti per famiglia (fonte anagrafe comunale)

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Attraverso l’analisi riportata è possibile effettuare una stima dell’evoluzione demografica nei prossimi cinque anni. Applicando l’indice medio di crescita rilevato di crescita pari all’1,69 annuo, e considerando che l’ultimo dato disponibile inerente gli abitanti del 31/12/2010 raggiunge il valore di 15.751, è ipotizzabile una crescita demografica nei prossimi cinque anni che porterà il comune a raggiungere i 17.082 abitanti. I dati riportati necessitano di alcuni approfondimenti. In primo luogo è importante sottolineare come l’individuazione del Comune di Darfo Boario Terme come polo attrattore negli strumenti di pianificazione provinciale, sia esemplificativa del ruolo rivestito dal Comune nella realtà valligiana. Tale ruolo viene giustificato tanto dalla vivacità economica dell’ambito territoriale in oggetto, quanto dalla dotazione e dalla presenza di un’offerta di servizi di carattere generale che in Darfo più che in altre realtà, si concretizza. È importante inoltre sottolineare che la tendenza riportata relativa all’abbassamento del numero di componenti per famiglia ha necessariamente ripercussioni sul fabbisogno abitativo. In questo senso da una duplice lettura dei dati ISTAT emerge come le superfici delle abitazioni per famiglia seguano la tendenza di decremento rilevata nell’analisi del numero di componenti per famiglia. Attraverso la lettura dei dati rilevati negli anni 1991, 2001 e la proiezione nel 2010 è stato possibile effettuare una stima del fabbisogno abitativo, basata sull’evoluzione demografica degli anni di riferimento. In particolare attraverso l’andamento delle superficie medie di abitazioni per famiglia e stato possibile effettuare una stima del fabbisogno di superfici ad uso residenziale per il quinquennio di vigenza del DdP.

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Tabella 14: Stima del fabbisogno abitativo

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L’analisi sin qui riportata costituisce la base di dati principale, oltre che il riferimento fondamentale, per garantire il necessario equilibrio tra domanda ed offerta di alloggi o di aree destinate a tali scopi, e previsioni di crescita demografica stimate appunto secondo fonti dati anagrafiche. La Tabella 14: Stima del fabbisogno abitativo evidenzia come a fronte di un fabbisogno stimato nel quinquennio 2011/2016 di circa 90.941 mq di abitazioni, le previsioni del DdP ed in particolare quelle contenute negli ambiti di trasformazione garantiscano 64.885 mq di superfici ad uso residenziale. Dal raffronto fra ipotesi di crescita stimata nei prossimi 5 anni e le proposte insediative previste nel Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio emerge come esista una differenza unicamente di 23 abitati insediabili nelle previsione contenute nel Piano di Governo del Territorio (Tabella 15); da ciò si evince che le previsioni insediative del DdP risultano coerenti con le stime dell’andamento demografico relative al contesto territoriale di riferimento. Tabella 15: Confronto ipotesi di evoluzione demografica e previsioni di PGT

Oltre a quanto illustrato sin ora sono necessarie alcune precisazioni. In primo luogo nelle previsioni insediative contenute nel Piano di Governo del Territorio sono incluse numerose riconferme di diritti edificatori relativi a piani esecutivi previsti nel vigente Piano Regolatore Generale. Una cospicua parte di tali diritti edificatori relativi a piani esecutivi previsti nel vigente Piano Regolatore Generale non hanno trovato volontà realizzative in tutto il periodo di vigenze del Piano Regolatore Generale e non presentano riconferma nelle istanze pervenute presso l’Amministrazione Comunale. È auspicabile quindi che a tali diritti non corrispondano reali necessità o volontà realizzative e per tale motivo quindi è possibile prevedere che nel periodo di vigenza del Piano di Governo del Territorio non costituiranno nell’immediato patrimonio abitativo disponibile sul mercato e di conseguenza non potranno

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soddisfare, sempre nell’immediato, una quota della domando di alloggi dovuta al succitato incremento demografico. Nello specifico tali diritti relativi a piani esecutivi previsti nel vigente Piano Regolatore Generale e confermati dal Piano di Governo del Territorio si concretizzano in una possibilità insediativa pari a 861 abitanti (nello specifico tali diritti sono inerenti agli ATR1,ATR2, ATR9, ATR11, ATR14, ATR15, parte dell’ATR7, parte dell’ATR18, ATR23, ATF4, ATF6, ATF7). Da ciò deriva che le possibilità di far fronte all’incremento demografico, dimostrato attraverso l’analisi dei dati anagrafici, sono rappresentate da previsioni contenute negli ambiti di trasformazione che è ipotizzabile costituiranno un patrimonio abitativo sufficiente per 492 abitanti. La localizzazione di tali ambiti di trasformazione si è basata alternativamente su tre necessità fondamentali:

Essere coerente con gli sviluppi demografici dei comparti territoriali di riferimento;

Incrementare la dotazione di aree per standard, attraverso la monetizzazione, in quei comparti territoriali in cui tale dotazione risulta essere sottodimensionata;

Necessità di realizzare opere infrastrutturali necessarie per il riassetto viabilistico e per la risoluzione delle problematiche rilevate legate ai flussi veicolari.

Oltre alle previsioni insediative inerenti agli ambiti di trasformazione l’analisi ISTAT 2001 consente di rilevare per il territorio comunale di Darfo Boario Terme un patrimonio di abitazioni in edifici ad uso abitativo pari a 6327 unità di cui 5403 occupate da persone residenti. La differenza è pari a 924 abitazioni di cui 84 occupate da persone non residenti e le restanti 840 vanno attribuite a seconde case, case inabitabili per carenze igienico sanitarie, ecc… Proprio in merito a questo ultimo dato citato (840 abitazioni vuote) è importante sottolineare come il dato ufficiale ISTAT riporti come definizione di abitazione un “ alloggio costituito da un solo locale o da un insieme di locali (Stanze e vani accessori), costruito con quei requisiti che lo rendono adatto ad essere dimora stabile di una o più persone, dotato di almeno un accesso indipendente dall’esterno, separato da altre unità abitative, inserito in un edificio”. In questo senso, ed il fatto che si intendano abitazioni anche i singoli locali, è plausibile che tale patrimonio abitativo rilevato sia costituito da parti di edifici che difficilmente si renderanno disponibili sul mercato per far fronte alla domanda di nuovi alloggi. A supporto di tali affermazioni è possibile citare i dati ISTAT rilevati nell’anno 1991, dove a fronte di 662 abitazioni libere individuate, ben 494 non risultavano disponibili ne per la vendita ne per l’affitto, e quindi non costituivano patrimonio abitativo disponibile sul mercato. Di conseguenza è possibile affermare che, seppur sia auspicabile che le proprietà predispongano quanto dovuto per rendere tale patrimonio disponibile, potendo oltretutto beneficiare della riduzione degli oneri di urbanizzazione sulle ristrutturazioni previsto dall’Amministrazione Comunale,

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allo stato attuale non costituiscono patrimonio abitativo disponibile sul mercato. Oltre a quanto sopra esposto, da un’analisi diretta effettuata sugli interventi residenziali di nuova costruzione nel Comune di Darfo Boario Terme, emerge come su un totale di 612 unità residenziali, 435 risultino essere già occupate (71%), mentre 177 figurino non ancora occupate; è importante specificare che non tutti gli interventi di nuova costruzione risultano essersi conclusi e di conseguenza non tutte le 177 unità residenziali ancora libere risultano essere immediatamente disponibili sul mercato. Le valutazioni sin qui effettuate si concretizzano definitivamente nell’individuazione degli ambiti di trasformazione e nelle quantificazioni dei parametri attuativi relativi agli stessi. Le quantificazioni relative agli ambiti di trasformazione vengono riassunte nelle tabelle 16,17,18 e 19. In sintesi generale vengono riportate tutte le quantificazioni relative agli ambiti di trasformazione nelle tabelle 20, 21 e 22 suddividendo le previsioni di PRG riconfermate nel PGT, le nuove previsioni di PGT, e il totale generale.

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Tabella 16: Ambiti di trasformazione residenziale di previsione dal PRG e confermati dal PGT

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Tabella 17: Ambiti di trasformazione residenziale di previsione dal PGT

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Tabella 18: Ambiti di trasformazione polifunzionale

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Tabella 19:Ambiti di trasformazione produttiva di previsione dal PGT

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Tabella 20:Ambiti di trasformazione di previsione del PRG e confermati dal PGT

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Tabella 21:Ambiti di trasformazione di previsione del PGT

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Tabella 22:Riepilogo generale Ambiti di trasformazione

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28. Determinazione delle politiche di intervento per i differenti settori

28.1 Interventi a sostegno del settore turistico ricettivo L’economia della città è da sempre fortemente legata alle attività turistico termali: da qualche anno tuttavia svariati fattori hanno determinato un rapido declino del settore. Le motivazioni sono innumerevoli: tra le criticità certamente si devono citare la mancata programmazione urbana dello sviluppo dei luoghi a vocazione turistica nel centro di Boario e l’inadeguatezza dei servizi offerti agli ospiti. Si deve sottolineare inoltre che la funzione turistica di Boario determina la necessità di soddisfare oltre al fabbisogno di servizi della popolazione residente, anche il fabbisogno che insorge con l’arrivo e la permanenza degli ospiti della stazione termale. Il DdP individua una soluzione attraverso una serie di interventi mirati al rilancio qualitativo della stazione termale di Boario. Una prima misura adottata comporta l’individuazione ed il riconoscimento dell’area di maggiore interesse turistico che si sviluppa intorno al parco termale (Ambito di Riqualificazione Urbana, ARU): la zona comprende un ambito centrale corrispondente circa al nucleo di Boario, caratterizzato dalla presenza di strutture di servizio e di attività ricettive di primaria importanza, nonché dal parco delle terme e da tutte le strutture annesse all’attività termale. Gli interventi sono finalizzati alla realizzazione di un disegno complessivo ed unitario che ricostituisca e riqualifichi il tessuto urbano ed edilizio, attraverso la creazione di spazi e strutture funzionali all’accoglienza del flusso turistico legato alla presenza del parco delle terme e delle strutture annesse all’attività termale, nonché alle nuove possibilità che si consolideranno grazie alla realizzazione di nuove strutture legate al tempo libero. Gli interventi sono disciplinati da programmi integrati d’intervento promossi da soggetti pubblici e privati, singolarmente o riuniti in consorzio o associati fra di loro, e relativi a zone in tutto o in parte edificate o da destinare anche a nuova edificazione al fine della loro riqualificazione urbana ed ambientale. Viene riconfermata la possibilità di ampliamenti una tantum delle strutture alberghiere per consolidare l’offerta turistica. Oltre alla tematica generale inerente la zona centrale di Boario (ARU) il DdP, per quanto riguarda gli interventi a sostegno del settore turistico ricettivo , concentra la propria attenzione su alcuni punti fondamentali:

Parco Termale: Considerato il cuore del sistema, viene individuata e perimetrata tutta la zona di proprietà del parco stesso individuandola e riconoscendola come zona omogenea unitaria. Le destinazioni ammesse sono compatibili con le attività termali al fine di conservare e adeguare la funzione specifica del parco;

Strutture Ricettive: Durante la fase conoscitiva del territorio e delle sue problematiche è emerso che da anni si assiste ad un rapido declino del settore alberghiero.

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Tra i motivi di questa difficoltà, oltre ai più generali problemi della stazione termale e del contesto urbano, è emersa una generale e diffusa carenza delle strutture ricettive che necessitano di importanti opere di adeguamento funzionale. Da una accurata e puntuale analisi delle strutture, emerge che la maggioranza delle strutture ricettive risultano obsolete e non più adatte a soddisfare le rinnovate richieste di mercato. I problemi più comuni sono legati all’accessibilità, alla mancanza di spazi per locali ed attività di svago o servizi aggiuntivi che l’albergo potrebbe offrire, al limitato numero di stanze che con difficoltà consente la copertura delle spese di gestione, in altri casi vi è necessità di adeguamento alle nuove norme igienico sanitarie che imporrebbero un quasi totale rifacimento dell’organismo edilizio. Il piano sceglie ed individua le strutture che considera valide o comunque adatte alla ricettività e propone un incremento una tantum delle superfici degli edifici per consentire, a fronte di interventi di rinnovamento, l’adeguamento igienico, l’incremento di servizi, il miglioramento estetico e funzionale delle strutture. Sulle strutture ricettive e aree pertinenziali annesse individuate il piano impone la destinazione esclusivamente ricettiva. In tutte le restanti aree a destinazione residenziale al contrario non è esclusa la destinazione ricettiva;

Funivie: La realizzazione della funivia verso Borno è considerata strategica nella differenziazione dell’offerta e per la destagionalizzazione delle attività turistiche. Consapevoli del grande rinnovamento che sta vivendo il parco ed i possibili futuri sviluppi, il DdP norma ed individua le zone specifiche per la partenza della funivia verso Borno e quindi le aree a parcheggio nonché la viabilità di accesso al servizio. In linea con i principi di salvaguardia del territorio, il piano prevede che i parcheggi verranno realizzati sull’attuale piazzale di stoccaggio dell’imbottigliamento, all’atto di delocalizzazione dello stesso. Oltre alla funivia verso Borno, il piano predispone specifica area, individuata presso via Castagneto nella frazione di Fucine, in previsione di una possibile realizzazione di un ulteriore funivia verso Montecampione. Ciò consentirebbe, a fronte dell’adeguamento della viabilità interna, di implementare ulteriormente la capacità dell’offerta turistica;

Alleggerimento viario all’ingresso delle Terme: L’incrocio viabilistico tra viale Manzoni e corso Italia, all’ingresso del parco termale risulta particolarmente conflittuale con la funzione turistica. Il DdP propone la chiusura dell’attuale accesso alla Val di Scalve attraverso una variante alla viabilità che collega viale Manzioni presso il tornante in direzione di via Panoramica a scendere poi su via Mantegna. La viabilità risultante sarà limitata all’esclusivo traffico viecolare a servizio degli alberghi e attività di zona;

Riqualificazione di Piazzale Einaudi: Uno dei fulcri riconosciuti di Boario è senza dubbio l’area dell’autostazione, in qualità di luogo di scambio, punto di arrivo, partenza e di ritrovo, grazie anche all’ampio parcheggio.

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Anche questo polo ha subito, con il declino generale, un fortissimo degrado. Divenuto luogo di incontro per cittadini extracomunitari è stato via via abbandonato dalla restante popolazione che avverte un senso di disagio e insicurezza nella fruizione della zona. Il Piano considerata l’importanza dell’area, stabilisce la necessità di operare attraverso un piano particolareggiato di iniziativa pubblica, inserendo strutture per servizi o comunque destinazioni compatibili con il turismo. Il comparto comprende parco giochi di via Carducci e la Scuola elementare di cui, considerate le carenze infrastrutturali della stessa ne viene programmata la ricollocazione in nuova struttura localizzata nel nuovo polo scolastico di via Polline;

Area di sosta camper: è da notare come una significativa porzione del sistema turistico venga rappresentato dal turismo sportivo che trova nelle infrastrutture per lo sport una valida attrazione. Le numerose manifestazioni organizzate negli ultimi anni come per i mondiali di pesca, trial, gare di motocross, attività di equitazione e simili, hanno evidenziato la carenza di un’area destinata ai camperisti: il DdP pone rimedio a questa carenza individuando un’area che pur centralissima, non entra in conflitto con la residenza o il settore ricettivo.

28.2 Interventi a sostegno del commercio Il settore commerciale risulta essere particolarmente vivace, questo grazie anche alla posizione della città nei confronti della valle. Lo storico ruolo commerciale dell’area della “Cittadella“ di Corna è oggi condiviso da altre due realtà commerciali di rilievo: il centro commerciale Adamello in Bessimo e dell’area commerciale di via Manifattura in Boario. Ancora meritevole di attenzione è lo svilupparsi dell’asse commerciale di via Roccole in Boario come dell’asse di via Roma in Darfo. L’analisi conoscitiva territoriale ha tuttavia portato alla luce due fattori critici: la desertificazione commerciale dei nuclei abitati periferici e la necessità di legare alle zone artigianali una capacità commerciale. Il DdP, per quanto riguarda gli interventi a sostegno del settore commerciale, concentra la propria attenzione su alcuni punti fondamentali:

Utilizzo commerciale delle aree artigianali: Il piano prevede per le aree considerate compatibili, l’utilizzo commerciale delle aree artigianali per una quota pari al 30%;

Commercio nei centri periferici: Le motivazioni che portano alla desertificazione commerciale dei centri periferici variano da frazione a frazione. Tra le cause spesso si evidenzia che l’esiguità della popolazione residente non consente una convenienza economica tale da giustificare l’apertura di una attività per commercio che può assumere un carattere di servizio primario. IL DdP quindi prevede in aree considerate compatibili, un aumento della capacita insediativa che potrebbe sostenere esercizi commerciali di prima necessità;

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Centri storici: Viene riconfermata all’interno dei centri storici la possibilità di attivare attività di commercio e di piccolo artigianato;

Spostamento del deposito carburanti Ferrari Combustibili:La necessità di spostare il deposito carburanti della ditta “Ferrari Combustibili” oggi localizzata in via Quarteroni, ma in forte contrasto con la destinazione residenziale della zona, trova soluzione adeguata con lo spostamento in area esterna al centro abitato di Montecchio in via Fontanelli;

Ambiti di trasformazione:Vengono destinate quote commerciali significative agli ambiti di trasformazione urbana individuati dal DdP ed in particolare:

o ATF 2A e 2B - Boario ex Tenda: 50% per attività commerciali; o ATF 4 – Boario via del Sacco: 20% per attività commerciali; o ATF 7 – Corna-Bessimo-Capodilago, corso Lepetit: 40 % attività

commerciali; o ATP 5 – Corna-Bessimo-Capodilago, zona cava: 30% attività

commerciali; o ATP 6 – Corna-Bessimo-Capodilago, Corna ovest: 30% attività

commerciali; o ATP 7 - Corna-Bessimo-Capodilago, Corna est: 30% attività

commerciali; 28.3 Interventi a sostegno dell’industria e dell’artigianato Il settore industriale che sul territorio Darfense negli ultimi due decenni ha subito una conversione da media a piccola industria esprime la necessità di nuove aree da destinare agli insediamenti produttivi. Il DDP, oltre a confermare le aree già destinate dal PRG, ed in particolare la zona PIP, individua nuovi ambiti di espansione produttiva, in funzione delle peculiarità legata all’accessibilità ed alla distanza dalle zone residenziali. Il DdP, per quanto riguarda gli interventi a sostegno del settore produttivo ed artigianale, concentra la propria attenzione su alcuni punti fondamentali:

Nuovi ambiti per trasformazione produttiva:Il DdP individua un unico ambito di trasformazione produttiva (ATP 5); si localizza in aree non in contrasto con le zone residenziali;

Conferma degli ambiti di recupero urbanistico in Corna non ancora avviati: Sono riconfermati a destinazione produttiva gli ambiti a recupero urbanistico di Corna Ovest e Est ATP 6 e ATP 7.

28.4 Interventi per lo sviluppo delle modalità insediative

residenziali La crescita urbana e demografica che interessa Darfo Boario Terme determina una naturale richiesta di alloggi che, superando logiche speculative, si evidenzia con realismo nelle istanze pervenute dai privati cittadini. Il DdP, in linea con la tendenza di crescita di popolazione dell’ultimo decennio e con il contemporaneo aumento di fabbisogno residenziale, propone logiche insediative che consentono di soddisfare la richiesta di nuova edificabilità e che

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perseguono la risoluzione di problematiche urbane legate alla carenza di aree destinate a standard per parcheggi, verde pubblico, servizi o più frequentemente alla soluzione di problematiche viabilistiche consolidate. Il DdP, per quanto riguarda gli interventi per lo sviluppo delle modalità insediative, concentra la propria attenzione su alcuni punti fondamentali:

Conferma delle aree a destinazione residenziale: In virtù di una

continuità del processo di sviluppo urbano avviato con i precedenti piani regolatori, il DdP conferma generalmente le precedenti aree a destinazione residenziale. Va notato tuttavia, che per sopravvenute esigenze legate al progetto di piano, o per esigenze emerse dalla sopravvenuta normativa anche di carattere sovraordinato, determinate zone sono state escluse dalla possibilità di interventi edilizi. Sempre per ragioni di carattere generale legate al disegno complessivo di Piano è possibile che con la riconferma delle previsioni di PRG si siano introdotte variazioni delle destinazioni e delle dotazioni di servizi per l’adeguamento appunto al nuovo progetto di piano.

Individuazione di nuovi Ambiti di Trasformazione Residenziale (ATR): Il DdP individua gli ambiti di trasformazione residenziale per il soddisfacimento delle presenti e future necessità di sviluppo del tessuto residenziale con le seguenti motivazioni prevalenti:

o recupero di aree industriali dimesse o comunque di aree con attività in contrasto con la prevalente destinazione di zona: ATR 3, 13, 14;

o individuazione di aree destinate a realizzazione di residenza convenzionata: ATR 1 , 2 , 7;

o individuazione di aree di espansione e sviluppo urbanistico la cui edificazione consenta la realizzazione di aree a standard necessarie al riequilibrio delle dotazioni delle varie zone della città: ATR 4A, 4B, 14, 15, 18, 19, 21, 22, 23;

o individuazione di aree di espansione e sviluppo urbanistico la cui edificazione consenta la realizzazione nuovi tracciati viari necessari alla riassetto viabilistico: ATR 3, 4A 4B, 9, 10, 11, 13, 14, 15, 17, 18, 20;

Accoglimento delle istanze pervenute: Vengono accolte alcune istanze di completamento residenziale la cui esigua dimensione e le caratteristiche sono compatibili sia con gli obiettivi di piano sia con i disposti legislativi in ordine allo stato dei vincoli;

Aumento degli standard: Il vigente PRG fissa in 26,5 mq di standard per abitante insediato, mentre la L.R. 12 del 2005 impone un minimo di 18 mq/ab. Il DdP porta a 30 mq/ab la dotazione di aree da cedere per standard per tutti gli ambiti di trasformazione, siano essi di derivazione del vecchio PRG siano essi individuati con il nuovo DdP; Per tutte le destinazioni d’uso non residenziali la quota di aree a standard da cedere è pari al 100% della SLP realizzata, ad eccezione della destinazione commerciale che raggiunge il 150% e della destinazione produttiva che è pari al 10% della SLP realizzata;

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Ridistribuzione dei servizi:Il piano prevede la ridistribuzione di servizi pubblici sul territorio comunale con un duplice obiettivo: da un lato alleggerire le aree centrali, dall’altro garantire servizi primari alle frazioni decentrate. Tale obiettivo viene perseguito attraverso l’individuazione di aree destinate a standard o servizi, ma contemporaneamente con il potenziamento delle zone residenziali in modo da garantire una popolazione d’ambito sufficiente a giustificare la sostenibilità economica dei servizi previsti;

Riqualificazione delle aree dismesse o in contrasto con la destinazione prevalente di zona: Il DdP prevede il riuso e la riqualificazione delle aree industriali dismesse (area ex ILVA) o comunque in contrasto con la destinazione prevalente di zona.

29. La mobilità Matrice dello sviluppo urbano in epoche passate, a partire dai due tracciati viari a levante e ponente del fiume Oglio, la rete viabilistica si è ampliata e ramificata negli anni senza un disegno ordinato ed un programma preciso. Ne risulta oggi una fitta maglia che impone necessari spostamenti verso il centro città per qualsiasi destinazione. Grazie alla S.S. del Tonale e della Mendola relativamente giovane, si è migliorata la viabilità verso i paesi limitrofi o i grandi centri urbani (BS,BG,MI); tuttavia il raggiungimento della stessa impone l’attraversamento dei centri costituenti il nucleo centrale (Darfo, Montecchio, Boario, Corna). Il problema del congestionamento del centro viene aggravato dalla funzione polarizzatrice dello stesso che accentra la quasi totalità dei servizi pubblici (amministrativi, commerciali, direzionali e quant’altro) all’interno della propria area di influenza. Diviene evidente la necessità di individuare soluzioni alternative per la mobilità in grado di alleggerire il primo livello urbano migliorando al contempo l’accessibilità del secondo livello urbano. Si individuano una serie di interventi puntuali che perseguono quindi l’obiettivo di alleggerire il nucleo principale e migliorare l’accessibilità delle frazioni dotandole di maggiore autonomia. Il primo fondamentale passo verso questa proiezione è la facilitazione dei flussi centrali verso la tangenziale attraverso la realizzazione di nuovi segmenti stradali e di un nuovo svincolo nei pressi di Pellalepre. Altre opere sono relative alla deviazione del traffico interno verso aree esterne o alla realizzazione di nuovi collegamenti che permettano un rapido deflusso dal centro verso la S.S. 42. Alla formazione della nuovo sistema viabilistico si rendono necessari i seguenti interventi:

collegamento Boario-Isola, attraverso la realizzazione di un ponte sul fiume Oglio che dall’intersezione con l’accesso alla superstrada (zona Palazzo Congressi) si colleghi con la nuova bretella di via Caduti di Nassirya;

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circonvallazione di Montecchio di alleggerimento del centro storico; ponte di collegamento Corna sud-Cappellino; nuova viabilità di collegamento tra la Val di Scalve e l’accesso alla

S.S.510 di Boario Nord ; nuovo accesso alla S.S. 42 da Pellalepre e riassetto viabilistico

complessivo del comparto Fucine-Pellalepre. nuova rotonda sopraelevata sulla bretella di collegamento con la

superstrada sullo svincolo di Boario per il collegamento Erbanno-Boario escludendo il passaggio in via S. Martino e via Roccole.

Tali interventi di completamento viabilistico, consentiranno alla struttura urbana di assumere una maggiore compattezza dei nuclei urbani principali con sgravio del traffico nelle aree centrali.

29.1 Interventi strutturali sulla viabilità veicolare Nuovo accesso alla S.S. 42 da Pellalepre: Per alleggerire i movimenti in direzione del centro di Darfo e accorciare i percorsi verso l’area residenziale di Pellalepre, Fucine e una grossa porzione della frazione di Darfo stessa, si prevede la formazione di un nuovo accesso alla superstrada S.S. 42 attraverso la formazione di quattro rampe rettilinee in entrata e in uscita che intercettano via Fucine in prossimità del canale idroelettrico. Tale opera sarà indispensabile anche prevista partenza della funivia per Montecampione, localizzata in area marginale all’abitato di Fucine. Completamento asse viario Darfo-Isola-Boario e ponte sull’Oglio: Opera necessaria e prioritaria per il collegamento Darfo-Montecchio-Boario, completa in direzione nord la nuova bretella viaria di via Caduti di Nassirya. Il ponte porterà ad un alleggerimento del traffico in transito sul centro di Montecchio, di Boario, di Corna e di Darfo, essendo una alternativa diretta e rapida tra Darfo e Boario. Il traffico residenziale di Pellalepre e Fucine si scaricherà sul nuovo collegamento, alleggerendo le aree centrali sopradescritte. Anche il collegamento con l’area sportiva dell’Isola avrà la possibilità di un accesso facile e diretto dallo svincolo Boario Sud della S.S. 42, alleggerendo l’abitato di Darfo e offrendo un collegamento diretto all’area. Circonvallazione di Montecchio: La situazione a dir poco critica della viabilità nel centro storico di Montecchio rende indispensabile un intervento di alleggerimento del traffico. Insieme al ponte sull’Oglio, che smaltirà i movimenti interni tra le frazioni, è necessaria una nuova viabilità anche per lo smaltimento del traffico proprio e di quello proveniente dalla frazione della Sacca di Esine. Attualmente Via Mazzini, che si snoda tra le giaciture degli edifici del centro storico e l’unico tracciato viario. Considerata la situazione di fatto, l’unica possibilità è la realizzazione di una bretella di collegamento a est dell’abitato che sia di alternativa a via Mazzini.

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Ponte di collegamento Corna Cappellino: Si prevede un secondo nuovo ponte sull’Oglio che metta in comunicazione via Aria Libera nei pressi dell’omonimo motel e via Giovanni Abondio a sud del quartiere del Cappellino. Il collegamento è funzionale per l’alleggerimento dei centri urbani, creando un percorso alternativo al transito rispettivamente su via Roma (Darfo) e su corso R.E. Lepetit (Corna). Alleggerimento viabilistico area centrale di Boario: Necessario e funzionale al rilancio della città turistica termale è lo sgravio della viabilità sull’intersezione per la Valle di Scalve, di fronte all’ingresso delle Terme. Il piano prevede una deviazione della viabilità principale che dal tornante di viale Manzoni si colleghi con la via Panoramica e quindi verso via Roccole attraverso il nuovo collegamento sull’asse di via Mantegna. Il tratto di via Manzoni che va da Corso Italia sino al tornante servirà l’area ricettiva - residenziale limitrofe. Nuova viabilità in Fucine: Come soluzione per la difficile viabilità su via Volta, si prevede la realizzazione di una nuova strada di collegamento tra via Fucine e via Castagneto: questa soluzione snellirà il doppio senso di marcia su via Volta e consentirà un accesso agevole e appropriato alla prevista partenza per la funivia verso Montecampione. 29.2 Interventi a sostegno ed adeguamento della viabilità

esistente Nelle criticità della rete viabilistica attuale va tuttavia menzionata, oltre ai problemi di congestionamento e poca funzionalità della stessa, anche la discontinuità dimensionale della sezione stradale, che spesso si imbottiglia in una situazione di strade a carreggiata unica per due sensi di marcia, nonché la frequente mancanza di percorsi pedonali protetti dove sono evidenti situazioni di grande pericolo per i pedoni. Accade quindi che l’assenza di marciapiedi induca l’utente all’utilizzo dell’auto per evitare spiacevoli “passeggiate” a bordo carreggiata, aggravando ulteriormente il traffico veicolare. Il Piano trova risposta a questa problematica con l’individuazione di svariati allargamenti stradali che sono stati scelti tra le opzioni possibili secondo la logica del “fattibile e necessario” per il miglioramento della viabilità e la messa in sicurezza dei pedoni. Di norma si è optato per strade urbane con sezioni da 10 mt, di cui 3,5 mt di carreggiata per senso di marcia e 1,5 mt per lato di marciapiede: questa è la situazione ottimale, realizzabile su allargamenti in aree libere (contesti agricoli o comunque non edificati); in casi più complessi ove strade esistenti sono interessate dall’adiacenza a proprietà private edificate si è cercato di intervenire con previsioni che arrechino il minimo danno alla proprietà

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escludendo doppi marciapiedi e considerando sezioni stradali anche minori di 3,5 mt di carreggiata. Su svariate intersezioni stradali considerate critiche sono state proposte delle “rotatorie” o “minirotatorie” con la finalità di fluidificare il traffico e migliorare la sicurezza stradale attraverso i vantaggi che questa soluzione offre. L’elenco seguente evidenzia le soluzioni principali indicate dal piano; sono escluse dalla descrizione quelle indicazioni di dettaglio che, pur nell’interesse di quartiere, esulano da modifiche sostanziali alla viabilità generale:

Rotatoria di Via Silone – rallentamento dei veicoli in zona residenziale anche in funzione del vicino asilo e dei due parchi gioco; miglioramento della sicurezza in entrata ed uscita dall’area residenziale delle case popolari e del possibile sviluppo residenziale dell’ATR1 e ATR2;

Allargamento di via Roncazzi – collegamento con Pianborno in alternativa all’attuale via Trento;

Via Monteverdi – allargamento per formazione di almeno un marciapiede pedonale;

Nuovo collegamento tra via Monteverdi e via Digione – realizzazione di un asse di attraversamento in alternativa a via S. Carlo, funzionale anche a collegare Angone all’accesso della superstrada in via Alabarde;

Allargamento di via S.Carlo (tratto est) funzionale alla realizzazione di nuovi marciapiedi in considerazione dello sviluppo residenziale della zona;

Allargamento di via Digione - funzionale alla realizzazione di nuovi marciapiedi in considerazione dello sviluppo residenziale della zona e alla correzione della sezione stradale per il collegamento di via Prade;

Rotatoria in via S. Carlo – funzionale all’intersezione a 4 bracci perpendicolari;

Rotatoria in ingresso superstrada nei pressi di Erbanno – funzionale alla risoluzione della difficile e pericolosa intersezione tra via Argilla, ingresso alla superstrada e via S. Martino;

Rotatoria tra via Mantegna e via Roccole – necessaria alla gestione dell’intersezione per il nuovo collegamento con la Valle di Scalve che scende dal tornante di via Manzoni;

Rotatoria in uscita da superstrada Boario sud – migliorativa dell’intersezione esistente e funzionale al rallentamento dei veicoli;

Rotatoria tra via Alabarde e via Valeriana – migliorativa dell’intersezione esistente e funzionale al rallentamento dei veicoli;

Rotatoria tra via Gaioni e via Manifattura – necessaria alla risoluzione della nuova viabilità generata dalla realizzazione del ponte sull’Oglio;

Collegamento via Rigamonti e corso Lepetit - collegamento con ponte risolutivo delle problematiche di attraversamento di piazza Matteotti e del centro storico di Darfo;

Nuovo collegamento tra via Bonara e viale Marconi, rotatorie di collegamento – individuato come sistema di bypass e alleggerimento della zona nevralgica del centro dei servizi di Corna;

Galleria tra via C. Colombo e viale Marconi – finalizzata alla deviazione del traffico da Boario alla Valle di Scalve puo raggiungere in maniera diretta Corna, oppure attraversare via Aria Libera per raggiungere il

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nuovo ponte sull’Oglio di collegamento con il Cappellino e innestarsi alla Superstrada;

Allargamento di via monte Tonale – finalizzata al miglioramento di una via di penetrazione nel nucleo abitato di via Massi con marciapiede pedonale;

Via Ubertosa – allargamento per creazione di marciapiede; Via Aria Libera e via Tangheri – allargamento per realizzazione di

marciapiede pedonale; Strada industriale lungo argine tra cimitero di Corna e nuovo ponte

sull’Oglio in collegamento tra via Aria Libera e Cappellino di Darfo – finalizzata al miglioramento della viabilità separa il traffico automobilistico dai veicoli industriali legati alle attività della zona, diminuendo polveri, rumori e garantendo maggior sicurezza alla zona residenziale di via Bontempi;

Rotatoria presso cimitero di Corna - migliorativa dell’intersezione esistente anche in prospettiva della strada lungo argine;

Rotatoria su via Aria Libera – finalizzata alla risoluzione delle nuove viabilità di progetto (ponte e strada industriale lungo argine);

Completamento della viabilità programmata con PLU Cappellino tra via Cavalieri di Vittorio Veneto e via G. Abondio;

Allargamento di via S. Cristoforo – finalizzato alla realizzazione di marciapiede pedonale;

Doppia rotatoria in via Giovanni Abondio – finalizzato alla soluzione di incrocio a 5 innesti in spazio ridotto;

Nuovo collegamento tra via Rive e piazza Abbeveratore – finalizzato alla formazione di un collegamento interno tra il quartiere del Cappellino e il centro di Darfo;

Via Don Bassi – rettifiche dei raggi di curvatura per migliorare visibilità e sicurezza nella percorrenza; creazione di un marciapiede a monte verso via Cimavilla;

Completamento del collegamento tra via Mirabella e via Barbolini con allargamento della viabilità e formazione di marciapiedi;

Via Gheza – allargamento per formazione di un marciapiede; Via Montessori – allargamento della carreggiata e formazione di un

marciapiede; Via Monte Adamello e via Salvo d’Acquisto – allargamento per la

formazione di un marciapiede; Nuovi collegamenti tra via Fucine e via Scura – realizzazione di strade

con marciapiedi finalizzate alla riequilibrio della viabilità del quartiere di via Razziche;

Via Prati di Cantù – Allargamento della sede stradale e formazione di un marciapiede;

Via Monte Grappa – collegamento con via Prati di Cantù; Via Montello – rettifiche alle curve ed allargamento della sezione

stradale; Via Scura – allargamento stradale con realizzazione di marciapiedi; Via Bosca – allargamento delle carreggiate con formazione di marciapiedi

e formazione di nuovo tracciato per il collegamento con la nuova circonvallazione di Montecchio;

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Via Ortigara - allargamento della sezione stradale di e formazione di nuovo marciapiede con nuovo collegamento su via More;

Rotatoria su via Giovanni XXIII – finalizzata allo smistamento della viabilità con via Rigamonti e la nuova Circonvallazione;

Via Barbara – allargamento stradale su innesto di via Mazzini; Nuovo collegamento tra via Mazzini e via Barbara- a sostegno della

mobilità interna; Allargamento di via Fontanelli a supporto dei collegamenti verso Esine; Via Fucine completamento del marciapiede - riconoscendo a via Fucine il

ruolo di arteria di collegamento principale tra Darfo, Pellalepre e Fucine, in funzione del ruolo primario per la viabilità delle due frazioni che gravitano su di essa, si considera necessario ed urgente il completamento di almeno un marciapiede;

Via S. Defendente – completamento dell’allargamento stradale sull’innesto con via Fucine e su via S. Bernardo; allargamento complessivo con formazione di ciclopedonale tra via S. Bernardo e via Montessori;

Via S. Bernardo – allargamento e realizzazione marciapiedi finalizzato alla realizzazione di un tracciato alternativo e di supporto a via Fucine;

Nuovi Collegamenti tra via s. Bernardo e via Fucine - finalizzati al raggiungimento di nuove aree di espansione e alla partenza della prevista funivia per Montecampione;

Collegamento tra via Achille Grandi e via S. Defendente – permette il collegamento diretto verso chiesa e oratorio nonché consente una valida alternativa ai passaggi nelle strettoie di Piazzeta Pellalepre e vie attigue;

Via Volta, via Castagneto, via della Valle via Montesuello – necessari allargamenti della carreggiata con realizzazione di marciapiede pedonale per risolvere una viabilità compressa ed una pedonalità inesistente;

Via Bixio e via Opifici - realizzazione di nuovi marciapiedi; Via Tagliamento, via Montebello, via Ex Internati, via Cimitero, via

Puccini – allargamenti stradali e realizzazione di almeno un marciapiede su ciascuna via;

29.3 Percorsi ciclabili Programmare e progettare lo sviluppo urbano del prossimo futuro significa pensare necessariamente anche alla valorizzazione, conservazione e tutela dell’ambiente circostante, sia per una migliore qualità della vita sia per sviluppi turistici a sostegno dell’economia della città termale. Un primo passo semplice e percorribile verso questa direzione è rappresentato dalla previsione di percorsi ciclabili all’interno del territorio comunale di cui vari settori e ambiti ne godranno a pieno titolo. Insieme alla viabilità tradizionale quindi, in piena sintonia con gli aspetti ambientali turistici e sportivi, il piano prevede una rete ciclopedonale per la mobilità alternativa, che si integra con la ciclabile di Vallecamonica e ne completa la funzione. Il percorso ciclabile assume infatti innumerevoli significati:

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tutela dell’ambiente, attraverso l’utilizzo di una mobilità alternativa all’automobile, la riduzione del consumo di fonti di energia non rinnovabili e la diminuzione di agenti inquinanti;

sostegno alla mobilità con uno sgravio al traffico veicolare; valorizzazione del territorio, permettendo di godere di luoghi legati al

territorio di Darfo Boario Terme (i campi agricoli della piana fluviale, le sponde del fiume Oglio, i vigneti e i terreni da coltivo sulle fasce pedecollinare);

opportunità per il turismo, per offrire ai visitatori un servizio aggiuntivo, un modo di trascorrere il tempo libero apprezzando luoghi e le tipicità locali;

opportunità per lo sport, le ciclabili sono un’occasione per ciclisti, podisti ma anche per tutti coloro che gradiscono praticare sport già nel dirigersi verso altri impianti sportivi.

Oltre alla ciclabile di Vallecamonica, che rappresenta la spina dorsale di questo sistema, si è pensato quindi a due nuovi livelli di tracciato:

la ciclabile urbana che ha la funzione di consentire gli spostamenti interni alla città con facilità di movimento e sicurezza nel transito di cui si elencano i tracciati di previsione:

o Castellino-Castelletto: da via Alabarde a via Rigamonti attraverso il nuovo ponte sull’Oglio tra Boario e Isola;

o De Amicis-Isola: dall’intersezione tra via Barbolini e via De Amicis e zona sportiva dell’isola attraverso la nuova bretella in via Caduti di Nassirya;

o Scura: sviluppata lungo via Scura collega la ciclabile De Amicis-Isola alla Pedemontana Est;

o Giovanni Abondio: dalla scuola elementare Giovanni Abondio a via Giovanni Abondio;

o Giacinto e Pino: collegamento tra ciclabile esistente a lato ferrovia passante per c.so Italia e località Isola ;

o Nazionale: da via aria Libera lungo via Nazionale sino a via Giacomo Leopardi per il raggiungimento delle sponde fluviali dell’Oglio e delle cave del laghetto GereDue in collegamento con la ciclabile verso Costavolpino;

la ciclabile agricola che oltre agli spostamenti, ha soprattutto valenza turistica e sportiva:

o Pedemontana est: da via Fontanelli a via S. Defendente; o Monticolo Ovest: (da intersezione della ciclabile di Vallecamonica

sul promontorio nord-est del Monticolo a intersezione con via Alabarde;

o Isola: da nuovo ponte in Isola alla passerella pedonale Isola-Corna lungo l’argine del fiume;

o Lungoargine: dal via del Ponte a via Fontanelli lungo l’argine dell’Oglio;

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29.4 La strada del vino Ad ulteriore sostegno degli obiettivi che si perseguono con le ciclabili, si è individuato un tracciato agricolo “la strada del vino” per la valorizzazione delle colture agricole e vitivinicole pedemontane sul versante del monte Altissimo. La “strada del vino”, seppur non assuma valore di grande rilievo nel contesto generale del progetto della città, ha tuttavia lo scopo di arricchire l’offerta dei percorsi turistici di cui una stazione termale, promotrice di salute e benessere deve saper proporre, nonché valorizzare ed incentivare i recenti sviluppi delle produzioni agricole vitivinicole della zona. Il semplice riconoscimento del percorso all’interno del Piano rappresenta un primo passo verso il riconiscimento dell’elevato valore paesaggistico della zona, meritevole quindi di attenzione per interventi di sistemazione e valorizzazione dello stesso. 30. Interventi per la valorizzazione del territorio Il tema legato alla valorizzazione del territorio, è certamente l’elemento portante e la linea guida principale del Piano di Governo del Territorio. In questo senso la valorizzazione del territorio va intesa, sia come protezione delle aree naturalizzate, ma anche in senso ben più affrontando l’aspetto complessivo della realtà territoriale letta nella sua complessità di fattori naturali ed aspetti/elementi antropici. Quindi per “valorizzazione territoriale”, si deve intendere l’ampio ventaglio di soluzioni progettuali individuate dal DdP con hanno l’obiettivo di valorizzare e migliorare sia l’ambiente naturale, che soprattutto l’ambiente antropizzato e le risorse disponibili, siano essere umane, economiche, di carattere artistico, storico, e anche produttivo. In questa accezione l’insieme delle proposte progettuali facenti parte del DdP, ma più in generale del Piano di Governo del Territorio, è così riassumibile:

Vengono individuate nuove zone di espansione residenziale, riconfermando quelle individuate dal PRG, individuandole all’interno di ambiti industriali o zone da riqualificare o ancora in zone del territorio adatte ad accogliere nuova residenza il cui insediamento sia funzionale alla soluzione di criticità già in atto in zona;

Vengono individuate zone per l’espansione artigianale-industriale in aree consone e compatibili;

Vengono valorizzate le aree artigianali esistenti con la possibilità di trasformare una parte della superficie in destinazione commerciale;

Vengono individuate zone con funzioni speciali per servizi e infrastrutture a carattere locale e sovraccomunale;

Si riconfigura l’assetto viabilistico generale, con uno alleggerimento delle aree centrali e una migliore accessibilità delle aree periferiche. La conseguente decongestione del traffico veicolate valorizza i centri abitati la qualità della vita oltre naturalmente al miglioramento delle condizioni di inquinamento dell’aria e dell’inquinamento acustico;

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Vengono individuati una serie di interventi a sostegno del turismo, del parco termale e delle aree turistiche centrali con varie azioni di piano che ne rafforzino il sistema;

Si confermano i parchi al centro dell’obiettivo per la qualità turistica e ambientale, collegandoli con percorsi ciclopedonali e con corridoi verdi per il mantenimento e valorizzazione degli stessi;

Viene individuata l’Isola per la realizzazione del parco sportivo centrale, in funzione anche della vicinanza con il fiume Oglio che ne dovrebbe essere valorizzato;

Viene riconfermata la tutela della Zona di Tutela delle Acque Minerali e normati gli interventi ammissibili delle aree interessate;

Viene individuata e riconosciuta la strada del vino per il mantenimento e la valorizzazione degli ambiti agricoli pedecollinari tra Angone e Gorzone;

Si individuano gli ambiti ad elevata naturalità oltre i 1600mt, sono normati gli interventi sugli edifici montani;

Si individuano pozzi e sorgenti assoggettati a specifica normativa di tutela;

Vengono tutelate le aree agricole strategiche delineate dal PTCP; Vengono individuati le emergenze storico architettoniche presenti sul

territorio comunale; Si indicano interventi mirati alla conservazione e valorizzazione dei centri

storici, al mantenimento del verde delle aree attigue (orti, aree agricole a protezione visiva dei centri storici);

Le norme del DdP individuano specifiche azioni per il decoro dell’edificato attraverso l’eliminazione di elementi tecnologici sulle facciate (cavi, condizionatori, parabole;

30.1 I comparti territoriali e le strategie di sviluppo Comparto Angone-Erbanno: ATR1, ATR2, ATR3, ATR4A, ATR4B, ATR6. Gli ambiti di trasformazione residenziale individuati concorrono al riequilibrio ed alla razionalizzazione del sistema dei servizi sia attraverso l’incremento della dotazione complessiva delle aree a standard sia attraverso l’incremento della pressione insediativa che consentirà di sfruttare in maniera ottimale i servizi già esistenti. Si è privilegiata la localizzazione degli ambiti di trasformazione nel nucleo di Angone in quanto già frazione satellite rispetto ad Erbanno (questa ormai prossima all’area centrale di Boario) e di conseguenza maggiormente bisognosa di indipendenza dal nucleo centrale. In questo senso svolge un ruolo fondamentale sia la creazione di un parco centrale e di una importante area per attrezzature sportive, che il riassetto viabilistico dell’attuale rete infrastrutturale. Comparto Boario: ATF1, ATF2A e 2B, ATF3, ATF4, ATF5, ATS1, ATS2. L’area centrale di Boario costituisce l’elemento fondante nella riconferma delle vocazioni turistiche del territorio Comunale.

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Tutti gli interventi sono finalizzati all’incremento della dotazione di servizi legati al settore turistico, attraverso l’incremento dell’offerta di strutture ricettive e di attività ricreative oltre che legate al commercio. La previsione di ambiti di trasformazione per servizi è funzionale alla strutturazione di un polo centrale d’eccellenza ove la dotazione di standard deve necessariamente essere in grado di supportare il flusso turistico e deve quindi necessariamente eccedere i limiti minimi fissati dal legislatore. In questo senso svolgono un ruolo fondamentale le previsioni degli ambiti di trasformazione legate alle strutture congressuali, alle strutture ricettive, commerciali e legate al tempo libero e alle attività termali, oltre che il riuso e la razionalizzazione delle aree attualmente sottoutilizzate. Comparto Gorzone: ATR7. Per il comparto di Gorzone non si è reso necessario provvedere alla previsione di nuovi ambiti di trasformazione, (ad eccezione del ATR7, destinato ad edilizia convenzionata), in quanto l’attuazione recente delle previsioni del PRG vigente ha consentito di completare il disegno urbano. Comparto Darfo-Montecchio: ATR9, ATR10, ATR11, ATR13. Gli ambiti di trasformazione residenziale individuati concorrono al riequilibrio ed alla razionalizzazione del sistema dei servizi sia attraverso l’incremento della dotazione complessiva delle aree a standard sia attraverso l’incremento della pressione insediativa che consentirà di sfruttare in maniera ottimale i servizi già esistenti. È importante sottolineare che gli ambiti di trasformazione previsti per il comparto di Darfo e Montecchio sono legati alla realizzazione di due infrastrutture fondamentali per la riorganizzazione del sistema viabilistico e per la risoluzione delle problematiche presenti: la variante di Montecchio legata all’ATR9 che attraverso la creazione di un percorso alternativo consentirà di sgravare il centro storico di Montecchio dal flusso viabilistico ad oggi fortemente problematico, e la previsione di attraversamento dell’Isola e di collegamento di Corna con il Castelletto che consentirà di evitare l’attraversamento del centro storico di Darfo e il collegamento diretto con Boario e con Corna. Comparto Pellalepre-Fucine: ATR15, ATR17, ATR18, ATR19. Gli ambiti di trasformazione residenziale individuati concorrono al riequilibrio ed alla razionalizzazione del sistema dei servizi sia attraverso l’incremento della dotazione complessiva delle aree a standard sia attraverso l’incremento della pressione insediativa che consentirà di sfruttare in maniera ottimale i servizi già esistenti. La previsione di collegamento viabilistico diretto alla superstrada rende il comparto di Pellalepre e Fucine ancor più indipendente rispetto al resto dell’abitato e di conseguenza fa emergere maggiormente amplifica la necessità di incrementarne la dotazione di servizi la riorganizzazione spaziale e funzionale degli stessi. È importante sottolineare che gli ambiti di trasformazione previsti per il comparto di Pellalepre-Fucine sono legati alla realizzazione di diverse

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infrastrutture fondamentali per la riorganizzazione del sistema viabilistico e per la risoluzione delle problematiche presenti. La realizzazione del collegamento viabilistico pedemontano tra Gianico ed Esine con la previsione di pista ciclopedonale, unitamente al collegamento della stessa con la nuova circonvallazione di Montecchio attraverso lo scavalco del canale idroelettrico. La riorganizzazione viabilistica del quartiere delle Razziche; Il riassetto della viabilità per la connessione tra le frazioni di Pellalepre e Fucine. Comparto Corna-Bessimo-Capodilago: ATR14, ATR21, ATR22, ATR23, ATF6, ATF7, ATP5, ATP6, ATP7. Il comparto in oggetto è caratterizzato da due realtà estremamente diverse. Da un lato Corna, area facente parte del nucleo centrale con esigenza di rigenerare il tessuto urbano attraverso il riuso delle aree industriali: tali ambiti sono l’occasione per riequilibrare un area sovraccarica di servizi pubblici con evidenti problemi legati alla carenza di aree per parcheggi e verde nei confronti della residenza ma anche dei fruitori dei servizi stessi. La dimensione degli ambiti assolve alle aspettative del piano nei confronti della frazione. Dall’altro lato il piano valuta Bessimo che per l’esigua dimensione risulta altamente deficitaria di aree a standard e servizi divenendo quartiere dormitorio. Il piano prevede quindi un ampliamento delle trasformazioni residenziali a stretto contatto con il nucleo storico che conseguentemente prevedono la realizzazione di standard funzionali ad un riequilibrio del piccolo nucleo residenziale. 30.2 Gli ambiti di trasformazione e le strategie di sviluppo AMBITI DI TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE: ATR1 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato a Nord della frazione di Angone, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale convenzionata e di edilizia per attività terziarie e uffici, e va considerato come il completamento naturale del tessuto urbanizzato esistente. La convenzione dovrà prevedere una quota non inferiore al 70% di edilizia convenzionata e tale quota dovrà essere concentrata nella porzione di ambito appositamente delimitata e contrassegnata dalla lettera B. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “prati e pascoli”; si rileva inoltre una porzione di territorio attualmente utilizzata come sosta/deposito di mezzi pesanti, ma non autorizzata.

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ATR2 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato a Nord della frazione di Angone, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale convenzionata e di edilizia per attività terziarie e uffici, e va considerato come il completamento naturale del tessuto urbanizzato esistente. La convenzione dovrà prevedere una quota non inferiore al 70% di edilizia convenzionata. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “prati e pascoli”. ATR3 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato a Sud della frazione di Angone, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. L’ambito in oggetto è interessato da un’attività di prefabbricazione di manufatti in cemento, attualmente attiva. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “aree urbanizzate”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale e di edilizia per attività terziarie e uffici come già previsto dal PRG previgente, ed ha una duplice finalità: è finalizzato in primo luogo alla riqualificazione del tessuto urbano attraverso la previsione di riconversione funzionale, relativa all’attività esistente attualmente collocata in area con uso incompatibile rispetto alle previsioni di piano e rispetto al tessuto urbano circostante; è inoltre finalizzato alla realizzazione del necessario collegamento viabilistico previsto tra Via Cevedale e Via Digione. ATR4A e 4B Gli ambiti di trasformazione in oggetto sono situato a Sud della frazione di Angone. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale, ed ha una duplice finalità: è finalizzato in primo luogo alla realizzazione del necessario collegamento viabilistico previsto tra Via Cevedale e Via Digione, comprensivo della rotonda di collegamento con Via Digione stessa; è finalizzato inoltre alla realizzazione di una area centrale destinata a parco pubblico urbano funzionale a sopperire alle attuali carenze di cui soffre la frazione e l’intera zona residenziale circostante. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva differenti componenti paesistiche prevalente costituita da: “aree urbanizzate, prati permanenti di pianura associati a seminativi, seminativo semplice, boschi di latifoglie governati a ceduo”. Nello specifico si sottolinea che l’ambito è stato interessato da deposito di materiali edili, e risulta attualmente libero da strutture o fabbricati e non interessato da scavi o riempimenti. ATR6 L’ambito di trasformazione in oggetto è posto ad Ovest rispetto al centro storico della frazione di Erbanno. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica

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prevalente costituita da “prati e pascoli con presenza di essenze arboree isolate, e vegetazione arbustiva e cespuglieti” e si colloca in prossimità dell’attuale zona residenziale consolidata. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale a bassa densità ed è in parte altresì funzionale alla ristrutturazione viabilistica dell’attuale viabilità di accesso alla collina. ATR7 Descrizione: L’ambito di trasformazione in oggetto è posto ad Est rispetto al centro storico della frazione di Gorzone. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “prati e pascoli con presenza di essenze arboree isolate”, e si colloca in prossimità dell’attuale zona residenziale consolidata. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale convenzionata ed è il naturale completamento del tessuto urbano residenziale consolidato. ATR9 L’ambito di trasformazione in oggetto è posto ad Est rispetto alla frazione di Montecchio ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “seminativo semplice”. Nello specifico l’ambito si colloca in prossimità dell’attuale zona residenziale consolidata. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale ed è strategico e funzionale alla realizzazione ed al completamento della viabilità di progetto, prevista per la creazione della nuova circonvallazione della frazione di Montecchio. La viabilità in previsione consentirà di sgravare il centro storico della frazione dai flussi di traffico che attualmente affliggono la viabilità esistente, e si configurerà come collegamento alternativo tra Darfo – Montecchio ed Esine, oltre che come connessione con le frazioni di Pellalepre e Fucine, sia attraverso il ponte previsto sul canale idroelettrico, che mediante la realizzazione del disegno generale relativo alle previsioni viabilistiche, inserite nel Documento di Piano, per questa porzione di territorio. ATR10 L’ambito di trasformazione in oggetto è posto ad sud rispetto alla frazione di Montecchio, e si colloca più precisamente oltre il canale idroelettrico. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “aree urbanizzate, e prati e pascoli”. L’ambito include due edifici residenziali collocati dal PRG previgente in zona agricola, ed aventi come destinazione funzionale la residenza. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale, ed è strategico e funzionale alla realizzazione, ed al completamento, della viabilità di progetto (comprensiva del ponte di attraversamento del canale idroelettrico), prevista per la creazione del collegamento delle frazioni di Pellalepre e Fucine con Darfo, con la zona dell’Isola, con il nuovo ponte di attraversamento del fiume Oglio previsto in località Montecchio e quindi più in generale con l’accesso allo svincolo per la S.S. 42.

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I collegamenti con le reti tecnologiche esistenti sono garantiti sia dalla verifica di fattibilità effettuata in sede di Valutazione Ambientale Strategica, sia dall’obbligo imposto nella scheda normativa relativa all’ambito in oggetto. ATR11 L’ambito di trasformazione in oggetto è posto in località Isola, e si pone ad Ovest rispetto alla frazione di Montecchio, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “seminativo semplice”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale e va considerato come il completamento naturale del tessuto urbanizzato esistente. ATR13 L’ambito di trasformazione in oggetto è posto in località Isola, e si pone ad Nord rispetto a Darfo, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “aree urbanizzate”. Gli edifici esistenti sono costituiti principalmente da magazzini destinati unicamente al deposito di legname. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale e di edilizia per attività ricettive come già previsto dal PRG previgente, ed è finalizzato alla riqualificazione del tessuto urbano attraverso la previsione di riconversione funzionale relativa all’attività esistente attualmente collocata in area con uso incompatibile rispetto alle previsioni di piano e rispetto al tessuto urbano circostante. Vista l’attività produttiva attualmente insediata, si è provveduto ad inserire nell’apparato normativo dell’ambito in oggetto, la possibilità da parte del Comune, di richiedere in sede di pianificazione esecutiva la verifica delle concentrazioni soglia di contaminazione secondo i disposti del D. Lgs. 152/2006. ATR14 L’ambito di trasformazione in oggetto è limitrofo al centro storico di Corna, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “aree urbanizzate”. Gli impianti produttivi esistenti sono destinati alla produzione di estratti di malto, di semilavorati e miglioratori per la panificazione e la pasticceria, farine di malto e farine dastasate. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale e di edilizia per attività terziarie e uffici, come già previsto dal PRG previgente, ed è finalizzato alla riconversione del tessuto urbano esistente, attraverso la previsione di una riconversione funzionale relativa all’attività esistente attualmente collocata in area con uso scarsamente compatibile rispetto al tessuto urbano in cui si colloca. Vista l’attività produttiva attualmente insediata, si è provveduto ad inserire nell’apparato normativo dell’ambito in oggetto, la possibilità da parte del Comune, di richiedere in sede di pianificazione esecutiva la verifica delle

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concentrazioni soglia di contaminazione secondo i disposti del D. Lgs. 152/2006. ATR15 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato ad Est rispetto alla frazione di Pellalepre, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “aree urbanizzate e prati e pascoli”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale e va considerato come il completamento naturale del tessuto urbanizzato esistente.L’intervento è inoltre finalizzato alla realizzazione degli interventi viabilistici necessari per garantire il collegamento del quartiere delle Razziche, posto ad Est rispetto all’ ambito in oggetto, con i nuovi svincoli di accesso alla S.S.42, ed all’ampliamento del centro sportivo esistente, e limitrofo al confine Ovest dell’ambito in oggetto. ATR17 L’ambito di trasformazione in oggetto è posto tra il centro storico di Pellalepre e quello di Fucine, ed è in parte la riconferma delle previsioni del PRG previgente, ampliate attraverso una nuova previsione. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “prati e pascoli”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale e va considerato come un completamento del tessuto urbanizzato esistente. L’intervento è inoltre finalizzato alla realizzazione degli interventi viabilistici necessari completare la razionalizzazione e il riassetto infrastrutturale previsto dal Documento di Piano per tale ambito territoriale. ATR18 L’ambito di trasformazione in oggetto è posto tra il centro storico di Pellalepre e quello di Fucine, ed è in parte la riconferma delle previsioni del PRG previgente, ampliate attraverso una nuova previsione. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “prati e pascoli”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale e va considerato come un completamento del tessuto urbanizzato esistente. L’intervento è inoltre finalizzato alla realizzazione degli interventi viabilistici necessari completare la razionalizzazione e il riassetto infrastrutturale previsto dal Documento di Piano per tale ambito territoriale. ATR19 L’ambito di trasformazione in oggetto limitrofo al centro storico di Fucine. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “prati e pascoli”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale ed essendo situato all’interno del tessuto urbano consolidato va considerato come il naturale completamento dello stesso. L’intervento è inoltre finalizzato alla realizzazione dei servizi necessari a sopperire alle carenze di cui soffre attualmente la frazione di Fucine.

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Il campo sportivo adiacente è di tipo oratoriale ed è a servizio della comunità locale; non si configura come struttura in grado di ospitare alcun tipo di manifestazione sportiva tale da generare disagio acustico. Variazioni rispetto al Documento di Piano oggetto di VAS: Si è provveduto all’ abbassamento delle altezze massime ammissibili, che passano da 3 piani a 2 piani, in coerenza con quanto analizzato e rilevato in merito alle densità ed alle altezze delle zone circostanti, in modo da rendere l’intervento coerente e compatibile con il tessuto urbano circostante. ATR21 L’ambito di trasformazione in oggetto limitrofo al centro storico di Bessimo. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “aree urbanizzate”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale a bassa densità ed è in parte altresì funzionale alla creazione di una piazza e di parcheggi a servizio del centro storico della frazione di Bessimo. ATR22 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato a Sud rispetto alla frazione di Bessimo. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “prati permanenti di pianura associati a seminativi”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale ed è altresì funzionale alla creazione di una zona a verde pubblico, parco urbano, a servizio della frazione di Bessimo. ATR23 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato a Sud rispetto alla frazione di Bessimo, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “seminativo semplice”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale ed è da considerarsi il naturale completamento della zona residenziale esistente essendo collocato esattamente tra due zone residenziali esistenti. AMBITI DI TRASFORMAZIONE POLIFUNZIONALE: ATF1 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato a Sud Ovest della località artigianale Prade. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “seminativo semplice”. L’intervento è destinato alla creazione di spazi congressuali; è importante precisare che la previsione assume connotati decisamente differenti rispetto a quanto già realizzato nella zona dell’ attuale Palazzo Congressi e non costituisce in nessun modo un duplicato di tale struttura, ma un’integrazione del sistema espositivo commerciale. La previsione infatti è finalizzata alla predisposizione di spazi di tipo espositivo

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e più precisamente si intende prevedere la possibilità di realizzare delle strutture adeguate a tale funzione ed atte ad ospitare la principali manifestazioni di tipo fieristico espositivo (fiera zootecnica, expo casa, expo motori, expo giardino, ecc...) che attualmente si appoggiano alle strutture del palazzo congressi esistente e che non risultano adeguate alle esigenze strutturali e spaziali legate a questo tipo di manifestazioni. Si aggiunge che le aree attualmente utilizzate per l’esposizione fieristica legata alla zootecnia (zona parcheggio stadio), sono interessate da previsioni viabilistiche di assoluta rilevanza e di prioritaria importanza, e per tale motivo quindi non saranno in futuro disponibili. Emerge quindi la necessità di prevedere nel nuovo strumento di governo del territorio una struttura specifica per accogliere e promuovere queste manifestazioni. La previsione in oggetto è finalizzata altresì ad accogliere le strutture legate alla protezione civile. ATF2 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato a Sud Ovest della località artigianale Prade, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “aree urbanizzate”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia commerciale, terziaria e per uffici, oltre che dedicata al tempo libero. L’intervento è finalizzato alla riqualificazione degli spazi dedicati alla precedente attività ricreativa (locale da ballo) attualmente dismessa; nello specifico trattasi unicamente di tensostrutture fatiscenti ed attualmente in condizioni di elevato degrado. ATF3 L’ambito di trasformazione in oggetto riguarda Piazzale Einaudi e una pozione delle aree antistanti il piazzale. Attualmente la Piazza ospita la stazione ferroviaria, un ampio parcheggio, la stazione delle autolinee, mentre le aree antistanti sono interessate da uno struttura scolastica. L’intervento è finalizzato, attraverso in Piano Particolareggiato alla riqualificazione degli spazi pubblici ed è destinato principalmente a strutture per servizi. ATF4 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato nel centro di Boario, è limitrofo al Parco delle Terme, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia residenziale, commerciale, ricettiva, e di strutture dedicate al tempo libero ed alle attività termali. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “aree urbanizzate”. L’intervento è finalizzato alla riqualificazione ed al riuso delle aree attualmente interessate dagli impianti di imbottigliamento delle acque minerali; l’ambito si colloca in posizione strategica e rilevante, rispetto alla politica territoriale di

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rilancio del settore turistico legato alle attività termali. ATF5 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato nel centro di Boario, è limitrofo al Parco delle Terme, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “aree urbanizzate e vegetazione arbustiva e cespuglieti”. L’ambito attualmente è interessato dagli edifici esistenti, relativi alle attività ricettive legate al Grand Hotel Delle Terme. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia ricettiva e legata alle attività termali; sostanzialmente gli interventi sono destinati all’ampliamento ed all’adeguamento agli standard qualitativi richiesti dal mercato, delle strutture esistenti del Grand Hotel Terme, e risultano altresì essere coerenti e funzionali alla politica territoriale generale di rilancio del settore turistico termale. ATF6 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato a monte del centro storico di Corna, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “aree urbanizzate”. L’ambito in oggetto riguarda un’area industriale dismessa ed è interessata da provvedimenti di caratterizzazione e bonifica. I risultati di tali provvedimenti non sono ancora definiti e di conseguenza, vista la portata dell’intervento in oggetto, risultano evidenti le difficoltà nello stabilire i tempi, i modi, ma soprattutto i costi, relativi a tali procedimenti. Soprattutto la tempistica, legata alla definizione degli interventi necessari per rendere idonee tali aree all’utilizzazione (oltre che il tipo di utilizzazione che potrà essere compatibile con i risultati delle caratterizzazioni prima e delle bonifiche poi) e l’onere economico relativo, rende incompatibile la predisposizione di una strategia definita di utilizzo con i tempi di validità delle strategie di Piano (che sono quinquennali). Viste le premesse, la disponibilità di utilizzo di tali aree risulta quindi essere tutt’altro che definita, per tale motivo quindi si prevede che la definizione dei parametri di utilizzazione, vengono definiti in sede di Piano Integrato. ATF7 L’ambito di trasformazione in oggetto è limitrofo al centro storico di Corna, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “aree urbanizzate”. Gli impianti produttivi esistenti sono destinati alla produzione di estratti di malto, di semilavorati e miglioratori per la panificazione e la pasticceria, farine di malto e farine dastasate. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia commerciale, residenziale e di edilizia per attività terziarie e uffici, e attività per il tempo libero, come già previsto dal PRG previgente, ed è finalizzato alla riconversione del tessuto urbano esistente, attraverso la previsione di una riconversione funzionale

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relativa all’attività esistente attualmente collocata in area con uso scarsamente compatibile rispetto al tessuto urbano in cui si colloca. Vista l’attività produttiva attualmente insediata, si è provveduto ad inserire nell’apparato normativo dell’ambito in oggetto, la possibilità da parte del Comune, di richiedere in sede di pianificazione esecutiva la verifica delle concentrazioni soglia di contaminazione secondo i disposti del D. Lgs. 152/2006. AMBITI DI TRASFORMAZIONE PRODUTTIVA: ATP5 L’ambito di trasformazione in oggetto è posto a sud della frazione di Bessimo ed è limitrofo all’ambito di estrazione esistente, ma esterno allo stesso. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “area estrattiva e seminativo semplice”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia produttiva artigianale, commerciale e terziaria ed è in coerenza con le previsione relative al Comune limitrofo. ATP6 L’ambito di trasformazione in oggetto è posto ad Est rispetto della frazione di Bessimo, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “prati e pascoli”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia produttiva artigianale, commerciale e terziaria come già previsto dal PRG previgente, ed è finalizzato al completamento del tessuto artigianale produttivo limitrofo, già esistente. L’intervento è altresì finalizzato alla rettifica del tracciato stradale esistente attualmente disassato, in coerenza con gli aspetti ed i vincoli geologici del sito in oggetto. ATP7 L’ambito di trasformazione in oggetto è posto ad Ovest rispetto della frazione di Corna, ed è la riconferma delle previsioni del PRG previgente. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica costituita da “aree urbanizzate”. L’intervento è destinato alla realizzazione di edilizia produttiva artigianale, commerciale e terziaria come già previsto dal PRG previgente, ed è finalizzato al completamento del tessuto artigianale produttivo, già esistente. L’intervento è altresì finalizzato alla realizzazione di un tracciato stradale strategico, necessario per sgravare il tessuto residenziale esitente dei flussi di traffico legati al settore produttivo artigianale.

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AMBITI DI TRASFORMAZIONE PER SERVIZI: ATS1 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato nel centro di Boario ed interessa il Parco delle Terme. L’intervento è destinato esclusivamente alla realizzazione di interventi finalizzati alla valorizzazione delle strutture per servizi legate al Parco delle Terme ed alla valorizzazione del Parco delle Terme stesso. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “Boschi di latifoglie governati a ceduo, vegetazione arbustiva e cespuglietti, aree urbanizzate e prati permanenti di pianura associati a seminativi.” I parametri attuativi degli interventi relativi all’ambito in oggetto saranno da definirsi in sede di Piano Particolareggiato. ATS2 L’ambito di trasformazione in oggetto è situato in località Isola ed posto a Nord rispetto al centro storico di Montecchio e di Darfo. L’intervento è destinato esclusivamente alla realizzazione di interventi finalizzati alla creazione di strutture per servizi ed alla creazione di un parco urbano. L’intervento è strategico alla realizzazione di un’area centrale destinata a servizi e parco urbano ed è coerente e funzionale alla politica territoriale legata al rilancio del settore turistico e termale; in questo senso l’intervento consentirà di implementare l’offerta generica di servizi territoriali, e sarà funzionale alla creazione di aree verdi attrezzate, fruibili sia dai flussi turistici legati alla zona centrale di Boario ed al settore delle Terme, ma più in generale fruibili dall’intera comunità cittadina. Lo stato di fatto dell’ambito in oggetto rileva una componente paesistica prevalente costituita da “Boschi di latifoglie governati a ceduo, vegetazione arbustiva arborea di ambiente ripariale, aree urbanizzate, seminativo semplice e prati permanenti di pianura associati a seminativi.” I parametri attuativi degli interventi relativi all’ambito in oggetto saranno da definirsi in sede di Piano Particolareggiato.

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31. Il Piano dei Servizi Il piano dei Servizi è stato introdotto nella Legislazione lombarda con la Legge Regionale 1/2001 e riconfermato nella nuova legge regionale per il governo del territorio n. 12 del 2005. Viene come lo strumento per l’attuazione di una concreta politica dei servizi di interesse pubblico; con tale legge lo standard urbanistico era stato ripensato, passando da un disegno astratto e onnicomprensivo della rete dei servizi alla redazione di un progetto coerente ed integrato di offerta, valutato nella sua fattibilità, con funzione, oltre che di soddisfazione della domanda, di effettiva qualificazione di un territorio e di sostegno alla sua competitività. Il DdP fa proprie le necessità espresse e le carenze dei servizi durante fase ricognitiva del territorio comunale. Il DdP infatti elaborando le informazioni relative alle esigenze territoriali, individua soluzioni progettuali che diano risposta al fabbisogno dei servizi pubblici: scuole, parcheggi, aree verdi e servizi generici quali uffici amministrativi, biblioteche, teatri… La collocazione ed il dimensionamento del piano dei servizi pubblici trova un riferimento normativo nel D.M. 1444 del ’68 che rappresenta il punto di partenza per il dimensionamento preliminare. Nella definizione finale della quantificazione e localizzazione definitiva, il DdP trae le proprie conclusioni dagli esiti dell’analisi effettuata sullo stato dei servizi esistenti proponendo un più equilibrato sistema quantitativo e localizzativo dei servizi in previsione; in questo senso sono state considerate le seguenti componenti:

La qualità dei servizi già insediati; L’accessibilità degli stessi in rapporto al contesto urbano di origine; Il rapporto tra abitanti della zona e sostenibilità economica del servizio; La distribuzione dei servizi sul territorio;

Per la redazione del piano dei servizi si è proceduto a:

Svolgere delle riunioni con i vari soggetti operanti sul territorio (associazioni imprenditori, associazione commercianti, associazioni sportive, culturali, di volontariato, associazioni d’arma etc.);

Svolgere assemblee pubbliche nelle frazioni finalizzate alla raccolta di proposte e necessità da parte dei cittadini;

Redigere la schedatura e le analisi dei servizi esistenti, sia pubblici che privati;

Elencare un’insieme di priorità ed opportunità da perseguire al fine di adeguare le attrezzature e migliorare la qualità della vita della popolazione residente.

La logica che ha presieduto alle localizzazioni e al dimensionamento risponde all’esigenza di trasformazione dei sistemi e di rapporto con le frazioni e tiene conto della disponibilità di aree libere o di ristrutturazione urbanistica, precisando che ogni scelta deve rispondere all’esigenza di disponibilità di risorse e alla sostenibilità dei costi di realizzazione/adeguamento e di gestione.

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IL DdP individua quindi le aree con destinazione a servizi, siano esse interne ad ambiti di trasformazione (AT) da cedere e realizzare con l’attuazione dei piani esecutivi in oggetto, siano esse distribuite sul territorio internamente o esternamente alle zone consolidate: in questo caso l’amministrazione pubblica dovrà provvedere all’acquisizione delle aree individuate e alla realizzazione dei servizi necessari. Dall’analisi svolta nella fase conoscitiva del Documento di Piano si desume che il sistema dei servizi di Darfo Boario Terme è caratterizzato dalla concentrazione degli stessi nelle aree centrali delle frazioni di Darfo, Corna e Boario e dalla scarsa dotazione rilevata nelle frazioni più periferiche. Ciò è dovuto sostanzialmente alla funzione necessariamente polarizzante delle aree centrali rispetto alle zone periferiche. Da ciò emerge un quadro complessivo in cui le frazioni minori risultano prevalentemente votate alla funzione prettamente residenziale e scarsamente raggiunte dal sistema dei servizi, mentre il centro cittadino evidenzia problemi legati alla mobilità ed ai conseguenti problemi di congestione. Nel complesso, le dotazioni di servizi per la residenza si possono considerare quantitativamente soddisfacenti, in relazione alle dotazioni minime richieste dal D.M. 1444 del ’68, ma dal quadro si qui esposto, la distribuzione di tali standard risulta decisamente disomogenea sul territorio comunale e necessita di un riassetto complessivo. In questo senso le previsioni del Documento di Piano rivestono un ruolo fondamentale nella ridistribuzione della dotazione di servizi sul territorio comunale. Il progetto di Piano di Governo del Territorio prevede di ovviare alla carenza di dotazione di standard rilevata nelle frazioni attraverso tre principali linee di intervento:

La rilocalizzazione mirata di aree a standard realmente fruibili e funzionali per la popolazione residente nelle frazioni, la cui acquisizione da parte del Comune potrà avvenire in due modi: in primo luogo attraverso il criterio della compensazione introdotto dall’ Art.11 L.R. 12/05, attraverso il quale “alle aree destinate alla realizzazione di interventi di interesse pubblico o generale, non disciplinate da piani e da atti di programmazione, possono essere attribuiti, a compensazione della loro cessione gratuita al comune, aree in permuta o diritti edificatori trasferibili su aree edificabili previste dal PGT anche non soggette a piano attuativo….”; in questo senso il rilascio di concessioni edificatorie su aree previste dal PGT non inserite in piani attuativi potrà avvenire attraverso la stipula di apposita convenzione in cui verranno definite le modalità e le specifiche dei diritti edificatori e delle cessioni previste dall’Art. 11 L.R. 12/05.

L’introduzione di aree a standard monetizzabili negli ambiti di trasformazione; la monetizzazione dovrà essere funzionale all’acquisizione da parte del comune delle aree a standard previste all’esterno degli ambiti di trasformazione stessi;

La previsione di quantità di standard interne agli ambiti di trasformazione, superiore ai limiti fissati per legge, funzionali

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all’incremento della dotazione complessiva delle zone limitrofe agli ambiti di trasformazione stessi.

Attraverso queste linee di intervento l’attuazione delle previsioni inserite nel Documento di Piano consentirà di sopperire alle problematiche rilevate, relative alla dotazione di aree per servizi; la stima della dotazione di superfici a standard per abitante evidenzia una dotazione complessiva media di circa 38 mq/ab, e una dotazione specifica suddivisa per comparti territoriali, mai inferiore ai 22 mq/ab. La lettura più approfondita della stima della dotazione di superfici a standard per abitante consente di effettuare alcune valutazioni di notevole importanza:

La verifica della dotazione complessiva comunale di aree a standard, stimata sulla base normativa di 26,5 mq/ab, evidenzia una situazione di deficit di 135.000 mq; in questo senso la situazione di partenza per il riassetto del sistema complessivo e locale della dotazione di aree per servizi risulta essere molto aggravata per il recupero delle attuali carenze;

Sulle frazioni di Darfo e di Boario e Corna, in quanto considerate aree di maggior interesse turistico, si prevedono 140000 mq di standard aggiuntivi al fabbisogno di servizi per la popolazione esistente e di previsione del DdP e pertanto considerando un fabbisogno turistico di 15 mq di area per parcheggi e verde di quartiere emerge la disponibilità di standard per 9300 ipotetiche presenze turistiche;

Le previsioni del Documento di Piano recuperano il deficit rilevato, predisponendo gli interventi e le aree necessarie per il raggiungimento dei limiti di legge dei vari comparti urbani individuati; attraverso la previsione di nuove aree a standard, da reperirsi come sopra specificato, in modo tale che la dotazione complessiva media risulta essere di circa 38 mq/ab, e la dotazione specifica suddivisa per comparti territoriali, non è mai inferiore ai 22 mq/ab;

La dotazione delle zone centrale di Boario, avente funzione di nucleo turistico attestandosi attorno al valore di circa 50 mq/ab servirà per supportare il flusso turistico indotto dalle peculiarità e dalle capacità attrattive dell’area stessa;

Il surplus di servizi prodotto dalle previsioni contenute dal Documento di Piano dovrà essere sfruttato per la realizzazione di aree a verde e a parcheggio , funzionali principalmente al soddisfacimento della domanda di aree destinate a questo tipo di servizi, indotta dai flussi turistici;

È importante sottolineare che al quadro sin qui esposto circa la dotazione di aree per standard, si aggiunge la presenza del Parco del Monticolo e del Lago Moro e che costituisce uno standard di livello sovracomunale e come tale non rientra nel conteggio di dotazioni di standard a livello comunale; costituisce comunque un elemento in grado di implementare il livello complessivo di dotazione di area verde. Il questo senso le linee di intervento previste dal regolamento del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Monticolo e Lago Moro, concorrono a rendere complessivamente l’area, più appetibile e fruibile sia dalla popolazione locale

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che dalle presenze turistiche, rendendola di fatto un altro elemento d’attrazione dal punto di vista dell’offerta naturalistico ambientale del intero territorio comunale. 32. Criteri di compensazione, perequazione ed incentivazione Perequazione Nei piani attuativi o ambiti di trasformazione, i diritti edificatori dovranno essere ripartiti in quota proporzionale alle aree conferite, tutte con lo stesso indice di utilizzazione, fra tutti i proprietari degli immobili interessati con conseguente proporzionale compartecipazione ai costi derivanti dalla esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria ed alla quantità delle aree da cedere gratuitamente al Comune per le opere di urbanizzazione primarie e secondarie. Compensazione Alle aree destinate alla realizzazione di attrezzature di interesse pubblico o generale non disciplinate degli Ambiti di Trasformazione di cui all’art. 48 delle presenti norme, possono essere attribuiti dall’Amministrazione Comunale, a compensazione della loro cessione gratuita al Comune, diritti edificatori trasferibili su aree edificabili previste dagli atti di PGT anche non soggette a piano attuativo, in deroga agli indici delle zone in cui tali diritti vengono trasferiti, sino ad un massimo del 20%. L’attribuzione dei tali diritti edificatori, a fronte della cessione di aree destinate alla realizzazione di attrezzature di interesse pubblico o generale, si quantifica in 1 mq di SLP attribuita, ogni 10 mq di ST ceduta gratuitamente al Comune. Gli interventi sono soggetti all’onere compensativo previsto dell’art. 47 comma 5.2 delle NTA del PDR. Incentivazione A fronte di rilevanti benefici pubblici coerenti con gli obiettivi fissati ed aggiuntivi rispetto a quelli dovuti, per gli interventi finalizzati allo sviluppo ed al rilancio del sistema turistico ricettivo di Boario Terme disciplinati da Piani Integrati di Intervento e localizzati all’interno dell’ambito di riqualificazione urbana (ARU), il Piano delle Regole consente, per le destinazioni residenziali, un aumento pari al 20% della volumetria esistente o prevista dal PGT, non cumulabile con i trasferimenti volumetrici previsti dall’ art.47 comma 5 delle NTA del PDR. Per gli interventi con destinazione ricettiva, disciplinati da Piani Integrati di Intervento e localizzati all’interno dell’ambito di riqualificazione urbana (ARU), è facoltà dell’Amministrazione Comunale definire singolarmente l’incremento volumetrico consentito, a fronte di rilevanti benefici pubblici coerenti con gli obiettivi fissati ed aggiuntivi rispetto a quelli dovuti.

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33. Cronologia degli interventi La determinazione temporale relativa all’attuazione del complesso degli interventi previsti nel Documento di Piano, ma più in generale nel Piano di Governo del Territorio, dovrà essere coerente con le esigenze che emergeranno durante il corso di validità del Documento di Piano stesso. In linea generale però la politica territoriale relativa all’attuazione dei progetti previsti, dovrà prioritariamente incentivare tutti quegli interventi e tutti quegli ambiti di trasformazione che risultino essere legati e finalizzati a:

Realizzare le opere infrastrutturali di carattere viabilistico, inserite nel quadro progettuale complessivo e finalizzate alla realizzazione del disegno progettuale relativo alla viabilità, previsto dal Documento di Piano;

Realizzale le attrezzature o le opere finalizzate all’incremento della dotazione complessiva di standard, in quei comparti territoriali ove tale dotazione abbia mostrato delle carenze, in sede di redazione del Piano dei Servizi;

Riqualificare il tessuto urbano esistente mediante ristrutturazione urbanistica secondo le disposizioni specificate nelle schede normative allegate al Documento di Piano, in quegli ambiti interessati da fenomeni di degrado, dismissione o in quelle situazioni in cui le attività insediate non siano coerenti con il contesto urbano di riferimento.

34. La Valutazione Ambientale strategica del DdP Il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica relativa al Documento di Piano prevede che il momento della partecipazione e della valutazione strategica appunto, sia comprensivo anche delle osservazioni pervenute da parte dei soggetti competenti in materia ambientale, degli Enti territorialmente interessati, degli altri Enti / Soggetti pubblici e privati, e più in generale dalla cittadinanza intera. In questo senso il Documento di Piano proposto in sede di Valutazione Ambientale Strategica, attraverso le risultanze derivanti dal confronto con gli Enti e più in generale con la cittadinanza, ed attraverso i differenti momenti partecipativi che si sono susseguiti, ha concluso il proprio percorso formativo giungendo alla definizione di un Documento di Piano finale, esito dell’intero processo di Valutazione Ambientale Strategica. L’aggiornamento del Documento di Piano inizialmente proposto in sede di Valutazione Ambientale Strategica ha riguardato i differenti spunti e le differenti osservazioni emerse nei differenti momenti partecipativi, in particolare si è ritenuto opportuno accogliere una parte delle osservazioni e delle richieste ricevute. La procedura di valutazione ambientale strategica del Documento di Piano, attualmente giunta alla conclusione, è stata effettuata attraverso alcuni incontri propedeutici e due conferenze di valutazione ufficiali. I sede di tali conferenze sono emersi numerosi spunti ed alcune osservazione che, come la procedura stessa di valutazione ambientale strategica auspica,

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hanno consentito di apporre gli adeguati aggiornamenti od integrazioni al Documento di Piano stesso. Attraverso l’apporto dei soggetti competenti si è provveduto innanzitutto a completare la relazione di VAS in ogni sua parte attraverso specifiche indicazioni emerse in sede di conferenza di valutazione, ed in secondo luogo a inserire eventuali aggiornamenti od integrazioni al Documento di Piano o alla relativa normativa laddove ciò sia risultato necessario. Attraverso tali aggiornamenti ed integrazioni è stato possibile per l’Autorità Procedente, e per l’Autorità Competente esprimere il “Parere Motivato”, ai sensi dell’Art. 19 D.Lgs. 152/06 e degli indirizzi per la valutazione ambientale di piani e programmi approvati dal consiglio Regionale nella seduta del 13/03/2007, atto n° VII/0351, in attuazione del comma 1 dell’Art. 4 della L.R. 12/05. Nel “Parere Motivato” l’Autorità Procedente, e l’Autorità Competente, viste e valutate le osservazioni emerse in sede di Valutazione Ambientale Strategica, specifica le integrazioni e le modificazioni da apportare al Documento di Piano presentato in sede di VAS. Come specificato appunto nel “Parere Motivato” si è provveduto tra l’altro a: a) inserire alcuni aggiornamenti alla componente progettuale inerente la

mobilità, derivanti da spunti, riflessioni, suggerimenti e approfondimenti. Tali aggiornamenti riguardano rettifiche o approfondimenti, che hanno portato ad una definizione di maggior dettaglio delle componenti progettuali già previste in sede di proposta del Documento di Piano, e sono finalizzati ad una maggior definizione del disegno urbanistico relativo alla mobilità, oltre che al raggiungimento di un quadro progettuale della viabilità ancora più aderente a quelle che sono le specifiche esigenze locali.

b) rilevare gli allevamenti di bestiame, in quanto sono state segnalate inesattezze circa l’ubicazione e la presenza sul territorio degli allevamenti desunti dalla documentazione fornita dall’ASL;

c) completare le relazione geologica estesa a tutto il territorio comunale, in quanto la parte esaminata fa riferimento alle sole aree di fondovalle; la relazione è stata estesa appunto all’intero territorio comuale;

d) integrare la proposta di Documento di Piano con alcune puntuali richieste pervenute dai singoli cittadini, e relative alla richiesta di inserimento di alcune zone di completamento aderenti al tessuto urbano consolidato e considerate come il completamento naturale del tessuto urbanizzato esistente stesso;

e) aree per servizi: si è provveduto ad aggiornare la proposta di Documento di Piano con le definizioni di dettaglio emerse in sede di redazioni di Piano dei Servizi. In questo senso la modificazioni risultano essere inerenti la ricollocazione di alcune aree per servizi previste, finalizzata alla coerenziazione delle stesse con le specifiche esigenze emerse in sede appunto di redazione di Piano dei Servizi; in particolare l’individuazione delle dotazioni e del fabbisogno di aree per standard dei singoli comparti territoriali individuati nel Piano dei Servizi, ha consentito di giungere alla definizione di un progetto urbanistico aderente alle esigenze delle peculiarità locali.

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Oltre alle succitate integrazioni e modificazioni, sono stati apportati aggiornamenti anche agli ambiti di trasformazione, ed in particolare: Per gli ambiti di trasformazione residenziale: 1. ATR1: La quantificazione degli standard è stata modificata a seguito delle

verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi. La quantità di aree a standard da cedere e/o monetizzare come dotazione minima di standard per la residenza è stata portata in aumento, da 26,5 mq/ab a 30 mq/ab.

2. ATR2: La quantificazione degli standard è stata modificata a seguito delle

verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi. La quantità di aree a standard da cedere e/o monetizzare come dotazione minima di standard per la residenza è stata portata in aumento, da 26,5 mq/ab a 30 mq/ab.

3. ATR3: È stata apportata una modifica alla previsione del collegamento

viabilistico previsto tra Via Cevedale e Via Digione finalizzata alla rettifica ed alla razionalizzazione del tracciato stesso. Vista l’attività produttiva attualmente insediata, si è provveduto ad inserire nell’apparato normativo dell’ambito in oggetto, la possibilità da parte del Comune, di richiedere in sede di pianificazione esecutiva la verifica delle concentrazioni soglia di contaminazione secondo i disposti del D. Lgs. 152/2006. La quantificazione degli standard è stata modificata a seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi. La quantità di aree a standard da cedere come dotazione minima di standard per la residenza è stata portata da 26,5 mq/ab a 30 mq/ab.

4. ATR4A e 4B: E' stato necessario suddividere l'ATR4 in due ambiti distinti

(ATR4A e ATR4B) vista l'indisponibilità proprietaria dell'ATR4B a partecipare ad un piano attuativo con tempistiche maggiormente dilatate; ciò avrebbe reso scarsamente ipotizzabile la realizzazione del necessario intervento viabilistico previsto nell'ATR4A; l’ambito così configurato (ATR4A+ATR4B) ha subito un ampliamento di 2270 mq di superficie territoriale. Tale ampliamento di 2270 mq di ST si è reso necessario per consentire l'utilizzazione di un'area residuale altrimenti non utilizzabile in quanto interclusa, e per meglio distribuire gli oneri relativi alla realizzazione della viabilità interessata dall'ambito di trasformazione. La viabilità relativa all'ambito di trasformazione è stata modificata e razionalizzata per consentire in primo luogo la collocazione di una rotonda e secondariamente per garantire alle zone a standard, opportunemente

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ricontestualizzate e riconteggiate (si passa da 17800mq a 15065), una più facile accessibilità e fruibilità. Si è provveduto ad introdurre nella parte Ovest dell’ambito in oggetto, una zona a verde privato finalizzata alla mitigazione acustica e visiva della nuova zona residenziale, dall’attuale insediamento artigianale limitrofo; lo stesso dicasi per la disposizione delle aree a standard poste nella parte Sud della ambito in oggetto, queste ultime finalizzate alla mitigazione acustica e visuale delle nuova zona residenziale dall’ipotesi di spostamento dell’impianto di imbottigliamento (ATP1 e ATP2). Vista la cospicuità degli oneri relativi agli ambiti in oggetto si è provveduto ad un leggero incremento dell’indice territoriale di edificabilità massima ammissibile, che passa da 0,25 mq/mq a 0,30 mq/mq.

5. ATR5: L’ambito in oggetto è stato stralciato.

6. ATR6: L’ambito in oggetto ha subito una leggera rettifica di confini

giustificata dalle verifiche catastali occorse, ma che non ne ha modificato ne la superficie territoriale ne lo stato vincolistico sovraordinato, geologico e paesistico precedentemente individuato. Si è provveduto inoltre, vista la collocazione in zona collinare a ridurre l’altezza massima consentita (da 3 piani, si è passati a 2 piani) in modo da limitare ulteriormente i già scarsi o nulli impatti paesistici dell’intervento in oggetto. A seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi si è provveduto a ridurre le aree a standard previste per tale ambito passando da 40 mq/ab a 30 mq/ab, vista anche l’esiguità dell’intervento in oggetto.

7. ATR7: A seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle

effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi si è provveduto a aumentare le aree a standard previste per tale ambito passando da 450 mq a 490 mq, ridistribuendone le quote destinate a verde, parcheggio e alle monetizzazioni.

8. ATR8: L’ambito in oggetto è stato stralciato. 9. ATR9: Si è provveduto a definire in maniera più precisa l’indice territoriale

di edificabilità massima ammissibile per tale ambito; in questo senso è stata apportata una riduzione dell’indice che passa da 0,25 mq/mq a 0,20 mq/mq. La quantificazione degli standard è stata modificata a seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi. La quantità di aree a standard da cedere e/o monetizzare come dotazione minima di standard per la residenza è stata portata in aumento, da 26,5 mq/ab a 30 mq/ab.

10. ATR10: A seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle

effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi si è

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provveduto a ridurre le aree a standard previste per tale ambito passando da 40 mq/ab a 30 mq/ab.

11. ATR11: La quantificazione degli standard è stata modificata a seguito delle

verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi. La quantità di aree a standard da cedere e/o monetizzare come dotazione minima di standard per la residenza è stata portata in aumento, da 26,5 mq/ab a 30 mq/ab.

12. ATR12 : L’edificio esistente facente parte di tale ambito è costituito da un

magazzino destinato a deposito. L’ambito in oggetto si colloca pienamente all’interno del tessuto urbano consolidato ed è quindi già dotato di tutte le urbanizzazioni esistenti per tale zona, e necessarie per consentirne l’utilizzazione a scopi edilizi. Vista la scarsa rilevanza territoriale dell’ambito in oggetto e vista l’assenza di necessità rilevanti, tali da giustificare la predisposizione di uno strumento urbanistico attuativo, si è provveduto ad eliminare l’ambito in oggetto e ad inserirlo in una zona di completamento residenziale come peraltro già indicato dalle previsioni del PRG previgente. Vista la previsione di riconversione funzionale relativa all’attività esistente ed attualmente collocata in area con uso incompatibile rispetto alle previsioni di piano e rispetto al tessuto urbano circostante, si è provveduto ad inserire nel apparato normativo del tessuto consolidato, la possibilità da parte del Comune, di richiedere in caso di riconversione funzionale, la verifica delle concentrazioni soglia di contaminazione secondo i disposti del D. Lgs. 152/2006. Vengono comunque riconfermate integralmente tutte le prescrizioni normative relative allo stato dei vincoli che insistono sull’ambito in oggetto.

13. ATR13: Si è provveduto a definire in maniera più precisa l’indice

territoriale di edificabilità massima ammissibile per tale ambito; in questo senso è stata apportata una riduzione dell’indice che passa da 0,35 mq/mq a 0,30 mq/mq. Si è provveduto contestualmente, all’ abbassamento delle altezze massime ammissibili, che passano da 5 piani a 3 piani, in coerenza con quanto analizzato e rilevato in merito alle densità ed alle altezze delle zone circostanti, in modo da rendere l’intervento coerente e compatibile con il tessuto urbano circostante La quantificazione degli standard è stata modificata a seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi. La quantità di aree a standard da cedere e/o monetizzare come dotazione minima di standard per la residenza è stata portata in aumento, da 26,5 mq/ab a 30 mq/ab.

14. ATR14: Si è provveduto a definire in maniera più precisa l’indice

territoriale di edificabilità massima ammissibile per tale ambito; in questo

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senso è stata apportata un aumento dell’indice che passa da 0,35 mq/mq a 0,40 mq/mq; si è provveduto contestualmente, all’ abbassamento delle altezze massime ammissibili, che passano da 5 piani a 3 piani. Attraverso tali modifiche si è provveduto coerenziare la previsione relativa all’ambito in oggetto, con quanto analizzato e rilevato in merito alle densità ed alle altezze delle zone circostanti, in modo appunto da rendere l’intervento coerente e compatibile con il tessuto urbano circostante. La quantificazione degli standard è stata modificata a seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi. La quantità di aree a standard da cedere e/o monetizzare come dotazione minima di standard per la residenza è stata portata in aumento, da 26,5 mq/ab a 30 mq/ab.

15. ATR15: Si è provveduto ad inserire nell’apparato normativo dell’ambito in

oggetto, particolare prescrizione circa gli interventi di mitigazione acustica e visuale da introdurre in fase di disegno urbanistico esecutivo. A seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi si è provveduto a ridurre le aree a standard previste per tale ambito passando da 40 mq/ab a 30 mq/ab.

16. ATR16: L’ambito in oggetto è stato stralciato. 17. ATR17: Si è provveduto all’ abbassamento delle altezze massime

ammissibili, che passano da 3 piani a 2 piani, in coerenza con quanto analizzato e rilevato in merito alle densità ed alle altezze delle zone circostanti, in modo da rendere l’intervento coerente e compatibile con il tessuto urbano circostante. A seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi si è provveduto a ridurre le aree a standard previste per tale ambito passando da 40 mq/ab a 30 mq/ab.

18. ATR18: Si è provveduto a definire in maniera più precisa l’indice

territoriale di edificabilità massima ammissibile per tale ambito; in questo senso è stata apportata un aumento dell’indice che passa da 0,25 mq/mq a 0,30 mq/mq. Si è provveduto all’ abbassamento delle altezze massime ammissibili, che passano da 3 piani a 2 piani, in coerenza con quanto analizzato e rilevato in merito alle densità ed alle altezze delle zone circostanti, in modo da rendere l’intervento coerente e compatibile con il tessuto urbano circostante. La quantificazione degli standard è stata modificata a seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi. La quantità di aree a standard da cedere e/o monetizzare come dotazione minima di standard per la residenza è stata portata in aumento, da 26,5 mq/ab a 30 mq/ab.

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19. ATR19: Si è provveduto all’ abbassamento delle altezze massime

ammissibili, che passano da 3 piani a 2 piani, in coerenza con quanto analizzato e rilevato in merito alle densità ed alle altezze delle zone circostanti, in modo da rendere l’intervento coerente e compatibile con il tessuto urbano circostante.

20. ATR20: L’ambito in oggetto, è stato riconvertito in una zona residenziale

B2 di completamento con una speciale definizione inerente l’altezza massima consentita (2 piani o 6m);

21. ATR21: Si è provveduto a definire in maniera più precisa l’indice

territoriale di edificabilità massima ammissibile per tale ambito; in questo senso è stata apportata un aumento dell’indice che passa da 0,25 mq/mq a 0,30 mq/mq. A seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi si è provveduto a ridurre le aree a standard previste per tale ambito passando da 1500 mq a 1480 m.

22. ATR22: Si è provveduto ad inserire nella scheda normativa dell’ambito in

oggetto, particolare prescrizione circa gli interventi di mitigazione acustica e visuale da introdurre in fase di disegno urbanistico esecutivo. Si è provveduto a definire in maniera più precisa l’indice territoriale di edificabilità massima ammissibile per tale ambito; in questo senso è stata apportata un aumento dell’indice che passa da 0,20 mq/mq a 0,30 mq/mq. A seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi si è provveduto ad aumentare le aree a standard previste per tale ambito passando da 5050 mq a 5160mq.

23. ATR23: Si è provveduto a definire in maniera più precisa l’indice territoriale di edificabilità massima ammissibile per tale ambito; in questo senso è stata apportata un aumento dell’indice che passa da 0,20 mq/mq a 0,30 mq/mq. La quantificazione degli standard è stata modificata a seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi. La quantità di aree a standard da cedere e/o monetizzare come dotazione minima di standard per la residenza è stata portata in aumento, da 26,5 mq/ab a 30 mq/ab.

Per gli ambiti di trasformazione polifunzionale: 24. ATF1: Si è provveduto a definire in maniera più precisa l’indice territoriale

di edificabilità massima ammissibile per tale ambito; in questo senso è stata apportata una riduzione dell’indice che passa da 0,40 mq/mq a 0,20

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mq/mq; conseguentemente sono stati riconteggiati anche gli standard relativi agli interventi previsti per l’ambito in oggetto.

25. ATF2: Si è provveduto a definire in maniera più precisa l’indice territoriale

di edificabilità massima ammissibile per tale ambito; in questo senso è stato apportato un aumento dell’indice che passa da 0,35 mq/mq a 0,40 mq/mq; conseguentemente sono stati riconteggiati anche gli standard relativi agli interventi previsti per l’ambito in oggetto. Si è provveduto altresì a riconfigurare la perimetrazione dell’ambito in oggetto; nello specifico la superficie territoriale è stata ridotta da 14525 mq a 12880mq, attraverso lo stralcio di un area demaniale. Si è provveduto all’ abbassamento delle altezze massime ammissibili, che passano da 8m a 7m.

26. ATF3: Si è provveduto all’innalzamento delle altezze massime ammissibili,

che passano da 3 piani a 5 piani, in coerenza con quanto analizzato e rilevato in merito alle densità ed alle altezze delle zone circostanti, in modo da rendere l’intervento coerente e compatibile con il tessuto urbano circostante.

27. ATF4: A seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle

effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi si è provveduto a ridurre le aree a standard relative alla residenza e previste per tale ambito, passando da 40 mq/ab a 30 mq/ab. Si è provveduto inoltre a modificare la superficie territoriale dell’ambito in oggetto in maniera duplice: In primo luogo si provvede alla correzione di un errore materiale nella

trascrizione della ST che in sede di VAS risultava essere priva dell’inclusione delle aree poste nella zona Nord dell’intervento e destinate a standard (il perimetro dell’ambito non varia, ma la rettifica comporta una correzione alla ST che passa quindi da 36745 mq a 60050 mq, ed il conteggio relativo agli standard quindi risulta quindi non corretto);

In secondo luogo si provvede a stralciare dall’ambito in oggetto una struttura esistente destinata ad attrezzature sanitarie private nella zona Sud dell’ambito in oggetto; la superficie territoriale diminuisce quindi da 60050 mq a 57368 mq).

28. ATF5: Si è provveduto a definire in maniera più precisa l’indice territoriale

di edificabilità massima ammissibile per tale ambito; in questo senso è stato apportato un aumento dell’indice che passa da 0,3 mq/mq a 0,60 mq/mq. Visto l’obbligo inserito nell’apparato normativo, di scomputare le volumetrie esistenti dagli ambiti di trasformazione, e vista la presenza di strutture ricettive che già per intero estinguono le capacità edificatorie relative all’area, calcolate con indice territoriale 0,3 mq/mq, è stato necessario aumentare l’indice portandolo al valore di cui sopra per consentire gli ampliamenti e gli adeguamenti strutturali sopra descritti. In questo senso vengono riconteggiate anche le quantità di standard

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urbanistici relative all’ambito in oggetto. Si è provveduto altresì ad adeguare le altezze massime ammissibili, con le altezze degli edifici esistenti; in questo senso di passa da 3 piani a 4 piani.

29. ATF6: Si provvede alla correzione di un errore materiale di trascrizione

della superficie territoriale dell’ambito in oggetto; la perimetrazione dell’ambito stesso non subisce variazioni.

30. ATF7: Si è provveduto contestualmente, all’ abbassamento delle altezze

massime ammissibili, che passano da 5 piani a 3 piani. Attraverso tali modifiche si è provveduto coerenziare la previsione relativa all’ambito in oggetto, con quanto analizzato e rilevato in merito alle densità ed alle altezze delle zone circostanti, in modo appunto da rendere l’intervento coerente e compatibile con il tessuto urbano circostante.. A seguito delle verifiche e delle analisi specifiche relative alle effettive necessità emerse in sede di redazione del Piano dei Servizi si è provveduto a ridurre le aree a standard relative alla residenza e previste per tale ambito, passando da 40 mq/ab a 30 mq/ab.

Per gli ambiti di trasformazione produttiva: 31. ATP1 e ATP2 : Gli ambiti in oggetto sono stati stralciati. 32. ATP3: L’ambito in oggetto è stato stralciato. 33. ATP4: L’ambito in oggetto è stato stralciato. 34. ATP5: Si provvede all’adeguamento ed al riconteggio delle superfici

destinate a standard secondo le prescrizioni di legge (10% della SLP realizzata per la parte produttiva e 100% della SLP realizzata per la parte terziaria e 150% della SLP realizzata per la parte commerciale).

35. ATP6: Si provvede ad una riduzione della superficie territoriale dell’ambito

in oggetto dovuta allo stralcio di una porzione di area dei proprietà demaniale.; nello specifico la ST passa da 14480 mq a 10365 mq. Si provvede in questo senso, all’adeguamento ed al riconteggio delle superfici destinate a standard secondo le prescrizioni di legge (10% della SLP realizzata per la parte produttiva e 100% della SLP realizzata per la parte terziaria e 150% della SLP realizzata per la parte commerciale).

36. ATP7: Si provvede, all’adeguamento ed al riconteggio delle superfici

destinate a standard secondo le prescrizioni di legge (10% della SLP realizzata per la parte produttiva e 100% della SLP realizzata per la parte terziaria e 150% della SLP realizzata per la parte commerciale).

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Per gli ambiti di trasformazione per servizi: 37. ATS1: NESSUNA VARIAZIONE 38. ATS2: NESSUNA VARIAZIONE 35. Stima convenzionale del consumo di suolo secondo le

disposizioni fissate dall’Art. 141 delle NTA del PTCP della Provincia di Brescia

La stima convenzionale del consumo di suolo effettuata secondo le disposizioni fissata dall’Art. 141 delle NTA del PTCP della Provincia di Brescia utilizza come base di calcolo i dati ISTAT di riferimento del decennio passato di riferimento, che nel caso di Darfo Boario Terme va dal 2000 al 2010. Attraverso la metodologia di calcolo specificata all’Art. 141 delle NTA del PTCP della Provincia di Brescia è possibile stimare la crescita endogena ed esogena annua. Nel caso di Darfo Boario Terme tali valori si attestano rispettivamente allo 0.80% di crescita endogena annua, ed al 1.5% di crescita esogena annua. La stessa metodologia di calcolo specificata dalla NTA del PTCP, impone però, per la stima della crescita esogena, l’utilizzo di un indice medio calcolato secondo l’andamento demografico del sistema urbano di riferimento, che nel caso di Darfo Boario Terme coincide con l’intera Valle Camonica. L’indice medio del sistema urbano di riferimento in questione riporta un valore di crescita esogena decennale dell’ 1.20%, quindi lo 0.12% annuo. I due valori (1.50% tasso esogeno reale, 0.12% tasso esogeno del SUS) sono evidentemente molto distanti; ciò è sicuramente dovuto alle specificità demografiche presenti in valle, dove i piccoli comuni di alta e media valle presentano decremento demografico, mentre i centri più importanti, ed in particolare Darfo Boario Terme come centro ordinatore, presentano un fenomeno demografico crescente, in netta controtendenza. Vista la premessa, e vista la distanza tra i due indici, si è ritenuto opportuno effettuare la stima convenzionale del consumo di suolo in differenti declinazioni:

La prima stima, effettuata applicando un ipotesi di crescita lineare per quanto riguarda la componente endogena ed applicando il tasso di crescita esogena del SUS di riferimento alle famiglie del 2010: il risultato ottenuto è 167.541 mq;

La seconda stima, effettuata applicando un ipotesi di crescita lineare per sia quanto riguarda la componente endogena che per quanto riguarda la componente esogena: il risultato ottenuto è 385.072 mq;

La terza stima, effettuata applicando il tasso di crescita endogena reale ed il tasso di crescita esogena del SUS di riferimento alle famiglie del 2000: il risultato ottenuto è 147.942 mq;

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La quarta stima, effettuata applicando il tasso di crescita endogena reale ed il tasso di crescita esogena del SUS di riferimento alle famiglie del 2010: il risultato ottenuto è 183.731 mq;

La quinta stima, effettuata applicando il tasso di crescita endogena reale ed il tasso di crescita esogena reale alle famiglie del 2000: il risultato ottenuto è 369.810 mq;

La sesta stima, effettuata applicando il tasso di crescita endogena reale ed il tasso di crescita esogena reale alle famiglie del 2010: il risultato ottenuto è 459.034 mq;

Le previsioni del DdP che comporteranno consumo di suolo si configurano come segue:

119.961 mq, derivanti da ambiti di trasformazione riconfermati da PRG; 115.662 mq, derivanti da ambiti di trasformazione inseriti da PGT; 71.904 mq, derivanti da aree di completamento;

A fronte di tali dati è importante sottolineare come a fronte di 235.623 mq derivanti da ambiti di trasformazione riconfermati da PRG od inseriti da PGT, in tali ambiti il DdP ha operato la scelta di garantire una quantità di standard di 30 mq/ab, anzichè i 18 mq/ab stabiliti dalla L.R. 12/05. Effettuando lo scorporo di tale quantità aggiuntiva di standard la superficie territoriale degli ambiti di trasformazione si attesta sul valore di 207.170 mq.

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Tabella 23A: Stima convenzionale consumo di suolo

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Tabella 23B: Stima convenzionale consumo di suolo

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Tabella 23C: Stima convenzionale consumo di suolo

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Tabella 23D: Stima convenzionale consumo di suolo

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Tabella 23E: Stima convenzionale consumo di suolo

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Tabella 23F: Stima convenzionale consumo di suolo

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Tabella 23G: Stima convenzionale consumo di suolo

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Tabella 23H: Stima convenzionale consumo di suolo

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36. Masterplan per la valorizzazione del turismo termale Il 10 Marzo 2010 Il Comune di Darfo Boario Terme ha sottoscritto unitamente alla Provincia di Brescia, alla Regione Lombardia, al Comune di Angolo Terme, al Comune di Borno, ed alle Terme di Boario s.p.a, un’ accordo di programma finalizzato all’attuazione del Piano Strategico per la valorizzazione del turismo termale nell’area della bassa Valle Camonica. Le finalità principali del Piano Strategico sono la creazione di un polo turistico attrattivo al livello internazionale sia nel periodo invernale, che nel resto dell’anno e l’implementazione di un sistema di offerta turistica incentrata su una gamma di servizi di qualità tra loro integrati. Gli obiettivi generali del Masterplan in oggetto sono sintetizzabili in alcuni punti cardine:

Dare vita ad un circuito collaborativo tra le principali realtà pubbliche e private che concorrono allo sviluppo del contesto locale (ECONOMIA: partnership pubblico - privato);

Integrare e sviluppare l’offerta turistica anche in vista di EXPO 2015 (TURISMO: svago e ricettività);

Valorizzare le risorse ambientali e storico culturali, in una logica integrata e di promozione dello sviluppo sostenibile (AMBIENTE: storia, natura, acqua).

Nello specifico e dal punto di visto operativo il Piano Strategico prevede una serie di interventi sul territorio (alcuni ad oggi già realizzati) aventi lo scopo di:

Recuperare e qualificare le strutture storiche delle stazioni termali e favorire il recupero delle aree industriali;

Valorizzare, qualificare e razionalizzare il tessuto urbanistico, con particolare attenzione al tema della viabilità, della sicurezza e dell’accessibilità;

Aumentare in qualità e quantità l’offerta di posti letto, con la riqualificazione delle strutture alberghiere;

Offrire nuove occasioni di formazione e di innovazione nel settore turistico e ricettivo;

Rilanciare il carattere turistico dell’area, favorendo la destagionalizzazione delle presenze, grazie ad un innalzamento della qualità e della quantità delle proposte a livello turistico, culturale e ambientale.

Gli interventi previsti dal Piano Strategico ad oggi già realizzati sono:

Per il polo sportivo: realizzato campo in sintetico a 11 e il campo in sintetico a 7, ad integrazione e completamento dello stadio che presenta un campo in tappeto erboso, questa struttura consente di ospitare durante i periodi primaverili ed estivi, le squadre di calcio in ritiro, e quindi aumentare l’afflusso turistico legato allo sport;

Piazza antistante parco termale: realizzata e fruibile da oltre un anno;

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Riqualificazione completa del parco termale e acquisizione dello stesso da parte del Comune, avvenuta con atto notarile del 30/12/2010;

Ristrutturazione ampliamento museo degli alpini di Fucine in corso di realizzazione, con lavori già realizzati per oltre il 50%;

Viabilità interna alla città termale: è stato aggiudicato l’appalto per la realizzazione del collegamento attraverso ponte sul fiume Oglio, della zona termale congressuale con il polo sportivo in località isola;

Realizzati gli interventi all’interno del PLIS del Lago Moro con la ristrutturazione dell’edificio in Località Capo di Lago da adibire a punto informativo del parco;migliorata altresì l’accessibilità sentieristica ai siti archeologici;

Realizzata da parte di proprietà privata l’ampliamento e la ristrutturazione della spa e delle piscine annesse al parco termale;

Realizzati nella parte privata del parco termale, attrazione per i giovani (monorotaia, parchi multi tematici, ecc..);

Sono in corso i lavori di ristrutturazione del Grand Hotel delle terme da parte dei privati che vedrà la realizzazione di numerose camere, servizi legati al benessere ad alla spa; l’albergo sarà presumibilmente un cinque stelle;

Vengono allegati alla presente relazione:

Masterplan per la valorizzazione del turismo termale; Sintesi progettuale del Masterplan; Schede di sintesi degli interventi.


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