La città dei e per i bambinida un progetto per la costruzione di una città speciale
Pedagogista
Laura Sesenna
Insegnanti
Clizia Beggi
Elena Faietti
Protagonisti
bambini e bambine
della sezione 4 anni A
della Scuola dell’Infanzia “P. Varini”
Cadelbosco di Sopra (RE)
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anno scolastico 2009/2010
I protagonisti
Anghinetti Lisa
Benassi Alessandro
Caselli Gabriele
Coada Elena Denise
Corradi Julia
D’Antona Sara
De Francesco Danila
El Marouakhi Hajar
Figliuolo Alessio
Leone Deva
Ligabue Linda
Lupo Ivan
Mirafiori Chiara Emilia
Montresor Riccardo
Moretti Martina
Munno Alessandro
Piccolo Sara
Pini Sofia
Piscitelli Ylenia
Raiola Kevin
Sirna Vanessa
Soncini Alice
Tedeschi Beatrice
Valli Maitri
Vergori Sara
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grafica di una città
4
Sommario
progettare con i bambini 6
genesi progettuale 7
una città per i bambini 8
la città delle femmine e la città dei maschi 13
la piazza di Cadelbosco di Sopra 17
progetto “aiuola” 21
analisi della realtà 32
il plastico 36
intreccio di città 40
le piazze di Reggio Emilia 48
considerazioni 56
5
grafica di una città
6
Progettare con i bambini
La pedagogia che muove il fare e il pensiero quotidiano della nostra scuola
parte da un’immagine di bambino creativo e competente che cresce attraverso
le relazioni con i coetanei, gli adulti, l’ambiente e i materiali che lo circondano.
Questa immagine di bambino è in grado di creare un sistema educativo che
si basa su tre elementi importanti: il discorso, il progetto e la documentazione.
Questi tre elementi creano nel singolo bambino un accrescimento cercato,
mediato, negoziato e soprattutto condiviso con chi gli sta vicino. Il discorso si
trova nel cuore di questo sistema. Bambini e insegnanti, bambini e bambini,
genitori e insegnanti “parlano” in maniera differente se il loro scopo è quello di
apprendere. Nel discorso, chi parla cerca di capire gli altri, non solo di
informare, ma di riferire e comunicare. Il dialogo aiuta chi parla a co-costruire
il significato condiviso. Il progetto è un altro elemento fondamentale, che si
riferisce all’uso delle rappresentazioni che guidano alle azioni future. Progettare
vuol dire “Ascoltare” i bambini e creare un ambiente lievitante di saperi.
L’evoluzione di un progetto si ha solamente se ci si rende conto dove sono
cognitivamente i bambini. In questo modo si possono creare ambienti
stimolanti che aiutano la curiosità dei bambini a creare nuove conoscenze. Il
compito dell’insegnante, durante la progettazione, è aggiungere nuove variabili
alle ricerche dei bambini, creare con loro ipotesi e cercare di valutarle e di
verificale, più di una volta. Un altro elemento importante, nel percorso
progettuale, è creare contesti flessibili e liberi dentro ai quali i bambini possano
trovare le proprie “verità”. La documentazione è, infine, la testimonianza del
processo di un percorso. Attraverso questo strumento si rendono visibili i
processi che hanno portato i bambini a nuove conoscenze. Quest’ultimo
strumento porta ad una consapevolezza utile per i bambini, ma non solo,
anche per gli insegnanti e per i genitori.
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Come si è detto nella pagina a fianco, i progetti nascono da un ascolto attento,
da parte delle insegnanti, dei bambini, durante le quotidianità in sezione. Dal
mese di Gennaio, i bambini si sono sempre più appassionati alle costruzioni
di città. Le ricerche dei bambini hanno avuto origine nell’angolo della
costruttività e sul tavolo luminoso. Città, strade e macchine per settimane
hanno animato i giochi simbolici dei bambini della sezione. Notato questo
interesse, le insegnanti hanno proposto una conversazione a grande gruppo
con l’obiettivo di comprendere le pre-conoscenze dei bambini. Il percorso
che ne è seguito è stato intervallato da ricerche personali e ricerche di gruppo,
che hanno arricchito le conoscenze di ogni bambino. Ogni passaggio nel
progetto ha visto la collaborazione e la condivisione di ipotesi e pensieri che
hanno portato il grande gruppo alla costruzione di un’idea comune di città.
Genesi progettuale
grafica di una città
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Una città per i bambini
Fin dalle primissime conversazioni i bambini hanno associato alla
parola “città” quella di “bambini”. Una città, quindi deve essere per
i bambini.
Possiamo imparare una città ... Gabriele
Per i bambini ... Chiara
Oltre ad essere una “città per i bambini” quest’ultimi fanno riferimento
ad una città in particolare, ovvero quella legata alla loro esperienza
di vita; Cadelbosco di Sopra.
Cadelbosco di Sopra
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Ho visto una città a Cadelbosco, ci sono tutti i negozi, ci sono
le macchine, e tengo sempre la mano alla mamma per
attraversare la strada ... Sara D
Cadelbosco è bella, mi piace la piazza, perchè è grande e ci
sono due fontane, non sono tanto uguali. Una ha l’acqua
sporca e una si riempie solo quando c’è la pioggia, cadeva
giù e cadeva dentro ai buchi ... Elena Denise
I bambini si confrontano, durante le conversazioni di gruppo e
durante le attività, sulle “cose” che compongono il loro paese, come
per esempio i negozi, i parchi e anche le cose meno visibili a noi
adulti, come i marciapiedi, gli animali e le bandiere. Queste
conversazioni hanno permesso di far circolare le conoscenze e di
trasmetterne delle nuove. La nascita di questi nuovi saperi ha creato
nei bambini curiosità e voglia di associare al reale, l’irreale, ovvero
la fantasia, tornando quindi alle loro prime conversazioni. I giochi di
fantasia hanno portato i bambini a pensare ad una città “per i
bambini”.
Le conversazioni dei bambini fanno comprendere alle insegnanti
che quest’ultimi hanno bisogno di uteriori strumenti per approfondire
il loro percorso conoscitivo. La fantasia può essere espressa non
solo verbalmente, ma anche graficamente, dando così a tutti la
possibilità di affrontare questo tema. E’ stata quindi allestita la pedana
delle costruzioni con un foglio di digifix e pennarellini indelebili,
dando così la possibilità ai bambini di rappresentare la loro città.
La grafica ha offerto, non solo una possibilità di concretizzare i
pensieri fantastici dei bambini, ma anche di creare scambi e
confronti di conoscenze e di idee, attraverso le relazioni. Questo
progetto, infatti, ha visto la collaborazione di tutti i bambini.
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Alcune bambine si riuniscono per pensare ad una grafica comune sulla città. Condivise le idee
progettuali, tracciano le linee guida e, in ultimo, la colorano.
Abbiamo disegnato la “città dei bambini” ... Martina
Io ho colorato il lago, ho disegnati i cavalli, perchè erano belli
e perchè i bambini possono salire a cavallo ... Julia
Io ho fatto le casette e poi ho fatto l’arcobaleno, perchè così i
bambini giocano con l’arcobaleno e scivolano ... Sara P.
Ho fatto una fontana così i bambini possono bere. La piazza
l’ho fatta rosa e verde ... Lisa
Le strade sono verdi e rosse, sono belle perchè hanno dei
colori strani. Quelle a Cadelbosco sono grigie e non sono
belle. Sono più belle colorate ... Danila
La piazza l’ho colorata di verde perchè mi piaceva , è l’erba.
Ai bambini piace l’erba, perchè a me piace giocare nel parco,
perchè l’erba è morbida ... Sara P.
Se la piazza fosse come quella che abbiamo fatto noi, sarebbe
più bella, perchè ci sono i bambini , è colorata e poi c’è l’erba,
così mi tolgo le scarpe e vado a giocare, posso trovare i
fiori , delle margherite e a volte gli animali ... Vanessa
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12
Nonostante il gioco di fantasia, i bambini hanno ben chiara la realtà
e sanno che questa è ben diversa dai loro progetti.
E’ una città finta perchè ha dentro i colori .. Kevin
La piazza così si riempie di fantasia ... Sara D
Oppure si può aprire il nostro cervello e imparare tante
cose ... Elena Denise
Possiamo diventare pieni di idee ... Alessandro B.
Si può diventare più allegri con la fantasia ... Alice
Anche i grandi possono aiutare i bambini a dirci delle cose
nuove ... Martina
I bambini insegnano ai grandi la fantasia, che hanno nel loro
cervello. I grandi non hanno la fantasia ... Chiara
I grandi non hanno la fantasia perchè quando qualcuno cresce
gli va via la fantasia. Va ai bambini piccoli e sta lì fino a che i
bambini diventano grandi ... Sara D.
Questo percorso ha messo in
rilievo, non solo un argomento da
conoscere meglio, come quello
delle città, ma ha fatto emergere
teorie di “apprendimento” e altre
relative alla fantasia. Queste
competenze e conoscenze
hanno permesso ai bambini di
procedere nelle loro ricerche.
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La città delle femmine e la città dei maschi
Ciò che fa evolvere i progetti, come abbiamo già detto, è l’attenzione
da parte delle insegnanti verso i dialoghi, i giochi e le grafiche dei
bambini. Proprio attraverso l’osservazione, le insegnanti hanno
notato come i maschi e le femmine affrontino questo tema in modo
differente. Un modo per rendere più visibile questa differenza è la
grafica. Le insegnanti hanno quindi formato due gruppi di bambini,
il primo formato da sole femmine e il secondo da soli maschi, dando
ad ognuno di questi la medesima consegna: disegnare una “città
per i bambini”. Ad ogni gruppo di bambini, quindi, è stato richesto di
disegnare una città, condividendo il medesimo foglio e utilizzando
la tecnica del tratto-pen. Durante la progettazione e la realizzazione
della grafica, i due gruppi hanno osservato il lavoro dell’altro gruppo,
non modificando, però, lo stile che si stava delineando. Durante
questo lavoro, i bambini, hanno dimostrato quanto siano arricchenti
le differenze. I due gruppi hanno dimostrato interesse verso il lavoro
altrui, aggiungendo e modificando elementi, ma rimanendo
comunque fermi sull’idea progettuale iniziale. Il gruppo formato da
sole femmine ha relazionato molto durante la creazione della propria
grafica. Il dialogo che si è andato a delineare durante questa attività
si è basato su una continua condivisione del gesto grafico e di
pensieri progettuali. Il gruppo dei maschi ha associato alla creazione
del tratto grafico, quello del gioco simbolico delle macchinine. La
“città dei bambini” si è trasformata in una pista per le macchinine,
mentre la “città delle bambine” è diventata un luogo di ritrovo, dove
potersi incontare e giocare.
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Le grafiche si differicono non solo per il pensiero progettuale e le
relazioni che si sono create, ma è anche evidente la differenza del
tratto. Nella grafica delle bambine il tratto è lineare, curvo e armonico,
mentre in quella dei maschi è geometrico.
Grafica creata dal gruppo delle bambine
Grafica creata dal gruppo dei bambini
Fin dalle prime conversazioni i bambini hanno fatto emergere come
luogo speciale di una città, la piazza. Parlando di piazza, però il
riferimento è stato immediatamente legato al loro paese di residenza,
ovvero Cadelbosco di Sopra. I ricordi quotidiani e le esperienze
vissute hanno creato, nei bambini, saperi, che sono emersi fin dai
primi confronti.
La piazza di Cadelbosco di Sopra
La piazza serve per giocare con i bambini ... Sara V.
Ci vanno le persone in piazza, non le macchine ... Deva
La piazza è di tutti ... Sara D.
Nella piazza i vecchietti parlano e i bambini giocano. In piazza
puoi conoscere qualcuno ... Martina
Un bambino incontra un altro amico e va a giocare
con lui .. Sara V.
Appare evidente che la piazza, come la città, è un luogo che deve
essere vissuto in primis dai bambini. La piazza del paese diventa
quindi un luogo di ritrovo dove poter creare nuove relazioni,
conoscere nuove cose e persone e sopratutto un luogo per tutti.
Nelle conversazioni i bambini hanno evidenziato gli elementi che
compongono quest’ultima.
Nella nostra piazza ci sono le statue ... Alessandro B.
Sono grigie e grandi ... Chiara
Rappresentano delle teste ... Martina
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Poi le statue sono fatte di cemento, così si attaccano bene e
non si rompono ... Julia
La testa era un sasso gigante ... Sara D.
Le altre statue sono bianche, una vicina alla fontana, c’è un
uomo e una donna .. Alice
Poi c’è una statua che è un signore .. Elena Denise
E’ su un pezzo di muro ... Riccardo
Vicino alla statua ci sono anche le panchine ... Kevin
Poi c’è un albero, dei sassi e dell’erba, ma non si
può andare ... Martina
Appare evidente che le statue sono un elemento che ha catturato
l’attenzione dei bambini. Le osservazioni fanno nascere nei bambini
molta curiosità che, attraverso una ricerca di gruppo, cercano di
soddisfare. La prima domanda che i bambini si pongono è quella
legata al suo utilizzo.
Le statue servono per la città, così le mamme e i papà e i
bambini possono vederle ... Chiara
Servono quando uno è morto, così lo vedono ... Sofia
Con le statue la piazza sarà bella ... Elena Denise
Se mettono le statue la piazza è bella, se non le mettono è
brutta ... Sara V.
Nonostante la conversazione a grande gruppo sia stata in grado di
soddisfare la curiosità dei bambini, quest’ultimi hanno cercato di
creare nuovi pensieri sulle statue.
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Le statue non sono bellissime ... Martina
Sono più belle di tutti i colori ... Linda
Con il colore rosa diventano più belle ... Beatrice
Le vorrei di tutti i colori ... Sofia
Il colore bianco e grigio delle statue della piazza di Cadelbosco si
rivela poco apprezzato dai bambini, che invece preferiscono colori
più vivaci. L’elemento colore sarà, durante il progetto, una
costante, nei pensieri progettuali dei bambini. Durante le
conversazioni quest’ultimi non si soffermano solamente ad
analizzare la realtà, ma cercano anche di modificarla.
Vorrei le statue dei leoni gialli .. Maitri
Farei una statua con delle cose per i bambini per femmine e
per maschi, una statua che ha tutto, il collo, la testa e le gambe,
una persona giovane ... Linda
Potremmo fare una statua castello, dove ci possono entrare i
bambini e le mamme con dentro i giocattoli ... Chiara
statua di un leonestatua di giraffa
statua di farfalla
statua di castello
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Possiamo tagliare dei rami degli alberi, portarli qui e costruire
una statua ... Sofia
Tipo, possiamo costruirlo con la plastica sarebbe bella una
statua di bicchieri ... Chiara
La progettazione fa parte dei pensieri dei bambini, in continua
ricerca di concretezza e di un piacere estetico. Le statue, da bianche
e grigie, diventano colorate, da raffiguranti persone umane si
modificano in animali e luoghi nei quali poter entrare e giocare.
Infine anche il materiale con il quale quest’ultime vengono realizzate
cambia da cemento e marmo, a legno e plastiche.
Il legno non fa niente ai bambini, invece con il ferro si fanno
male ... Martina
Possiamo usare la plastica ... Riccardo
A piccolo gruppo alcuni bambini hanno provato a creare, con il materiale di
recupero, statue capaci di soddisfare la loro fantasia “colorata”.
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Il progetto “aiuola”
Il desiderio dei bambini di modificare e cambiare la realtà ha fatto
comprendere alle insegnanti che lo step che seguiva questo
percorso progettuale poteva essere la trasformazione di un angolo
della piazza di Cadelbosco di Sopra. E’ stato quindi proposto di
pensare allo “spaesamento” di un angolo verde della piazza.
Nella piazza di cadelbosco c’è dell’erba .. Kevin
Eh, ma non si può andarci dentro ... Linda
I bambini individuano “visivamente” il luogo da modificare, ma
notano anche i limiti che questo ha. Oltrepassando i limiti e le regole
sociali, che emergono dalla zona aiuola, i bambini procedono verso
i primi pensieri progettuali.
Dobbiamo mettere un cartello con scritto che ci possono
andare tutti i bambini ... Chiara
L’aiuola della Piazza John Lenon
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Riemerge il desiderio di progettare un luogo “protetto”, per e dei
bambini.
Deve esserci l’erba per camminare senza scarpe ... Alice
Nell’erba posso scoprire le coccinelle ... Lisa
Delle farfalle ... Danila
Dei bruchi ... Maitri
Dobbiamo metterci un muro ... Lisa
Un recinto ... Alice
Così le macchine non ci pestano ... Elena Denise
progettazione su foglio lucido
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alcuni esempi di progettazione dell’aiuola
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Con un cancello ... Alessandro M.
Perchè se no i bambini piccoli escono ... Deva
Poi ci mettiamo un’asta per non far entrare i bambini
grandi ... Sara V.
Portiamo delle lenti di ingrandimento grandi come il
tavolo ... Lisa
La lente di ingrandimento fa acquisire all’aiuola un significato, non
solo di luogo ludico, ma anche di ricerca e scoperte.
Questo elemento è stato accolto, con entusiasmo, dal gruppo
sezione, il quale ha successivamente cercato soluzioni per installare
la lente.
Progetto grafico dell’aiuola
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La possiamo incollare .. Gabriele
Ma non possiamo, dobbiamo chiedere al Comune
mi sa .. Linda
La mettiamo sull’erba .. Deva
No, va tenuta più in alto ... Riccardo
Non riusciamo a tenerla in mano una grossa ... Kevin
La appoggiamo su una legna ... Sara P.
Su qualcosa che la tiene su ... Kevin
La teniamo su con due legnetti e la lente sta sopra ... Lisa
Così gli insetti possono passare ..Sara D.
I pensieri dei bambini si sono sviluppati attraverso delle prove
pratiche. Le costruzioni hanno aiutato quest’ultimi a creare ipotesi
e teorie che, grazie alla collaborazione e agli scambi di competenze,
si sono rivelate fondamentali per la progettazione.
Progetto
grafico
dell’aiuola
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Il recinto è stato il secondo elemento che ha suscitato interesse nei
bambini. Dalle loro conversazioni sono emerse molte idee che
hanno fatto comprendere ai bambini la necessità di fare una scelta
condivisa.
Il recinto lo possiamo fare di tutti i colori se lo vogliamo, poi ci
vuole del legno e poi si colora. Per farlo bisogna
provarci ... Linda
Bisogna usare i chiodi e il trapano e poi dobbiamo prendere
le misure ... Alice
Dobbiamo chiamare Paolo (il cantoniere) che costruisce quel
recinto ... Gabriele
Gli possiamo dire la forma .. Lisa
Bisogna fare uscire dalla testa le parole che dobbiamo dire a
Paolo ... Kevin
Lo possiamo disegnare e poi lo diamo a Paolo. Dobbiamo
disegnare tutti, altrimenti non escono mai le idee .. Lisa
E’ meglio l’idea di tutti ... Maitri
Ipotesi progettuali della staccionata
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I bambini si rendono conto della grandezza del loro pensiero
progettuale, per questo, nelle loro conversazioni, appare la figura
del cantoniere, che solitamente viene visto come colui che
costruisce e sistema le apparecchiature della scuola. In un secondo
momento nasce il problema di far comprendere al cantoniere come
realizzare le loro idee.
Ipotesi progettuali della staccionata, associata ad una figura di bambina
Nel recinto ci mettiamo i finestrini così possiamo vedere
fuori ... Gabriele
Ci facciamo un buco. Le finestre le possiamo fare grandi e
piccole .. Kevin
Le facciamo grandi così, 23 (cm) ... Martina
Nelle finestre ci mettiamo la plastica trasparente, così non si
spacca e quando i bambini vengono possono
guardare ... Alessandro M.
Nelle piccole non ci mettiamo niente, nelle grandi ci mettiamo
la plastica ... Martina
Il recinto, che i bambini hanno pensato, è alto più di 117 cm, è fatto
interamente di legno e delimita lo spazio dell’aiuola. E’, inoltre,
composto da tante finestre rotonde di varie misure, protette da
lastre di plastica trasparente e da una porta alta più di 117 cm, che
non permetta l’ingresso a bambini più grandi di 6 anni.
Risolto il problema dell’altezza del recinto, i bambini si interrogano
su come possono creare quest’ultimo.
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La necessità di rendere comprensibile e realizzabile il progetto porta
i bambini a cercare delle misure socialmente condivise.
Possiamo farlo alto come me, sono alto 17, prendi un metro e
lo misuri. Sono alto 38 o 58, anzi 117 (cm) ... Kevin
No, non lo facciamo così altrimenti i bambini non ce la fanno
a passare .. Lisa
Così è la mia altezza (117 cm) ... Alice
Durante questo progetto, la costruzione di pensieri è stata sempre affiancata e
supportata da gesti concreti. La creatività dei bambini, in questo caso espressa
attraverso l’uso della creta, è di supporto alla crescita di ognuno di noi. Molte
volte il linguaggio verbale non è sufficiente a far comprendere la realtà, mentre
i gesti creativi offrono questa possibilità. La creta, in questo caso, ha permesso
di concretizzare e rendere visibile un pensiero condiviso. Il materiale plastico
ha dato tridimensionalità al progetto, rendendolo molto similare a quello che
potrebbe essere nella realtà.
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A piccoli gruppi i
bambini hanno
collaborato per
costruire prototipi di
staccionate e
dell’intera aiuola.
Durante questa
attività hanno dovuto
intrecciare i propri
saperi, trovare idee
comuni e collaborare
per la realizzazione di
quest’ultime.
le finestre e i colori della staccionata
Noi faremo una porta piccola, così entrano solo i bambini. I
grandi no perchè ci rubano le cose ... Deva
E anche le cose che dobbiamo scoprire, scopriamo i moscerini
e anche le farfalle e le guardiamo con la lente
d’ingrandimento ... Gabriele
Così si accende il cervello e impariamo tante cose ... Vanessa
Si diventa grandi per studiare tante cose ... Maitri
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Analisi della realtà
I bambini utilizzano vari linguaggi per ampliare le proprie
conoscenze. Il linguaggio verbale è sicuramente il più utilizzato
insieme alla grafica, ma i materiali presenti in atelier o l’ambiente
stesso sono in grado di stimolare i processi conoscitivi dei
bambini. Dopo aver progettato attraverso le parole, le grafiche e le
costruzioni, i bambini hanno espresso il desiderio di “vivere” in pieno
il territorio su cui stanno costruendo i pensieri progettuali.
E’ utile andare a vedere ... Julia
Così sappiamo le cose che ci sono a Cadelbosco ... Chiara
E’ utile vederla perchè se la vediamo si apre il cervello e ci
possono venire delle idee ... Sofia
Alcuni bambini, a piccolo gruppo, si sono recati, insieme
un’insegnante, in piazza a Cadelbosco per osservare lo spazio
dell’aiuola. Prima di affrontare questa esperienza i bambini si sono
interrogati su quali strumenti utilizzare per raccogliere il maggior
numero di informazioni.
Portiamo degli attrezzi ... Maitri
Dei libri piccoli così ci ricordiamo bene. Lo scriviamo con le
lettere e con il disegno ... Chiara
Oppure se uno non sa scrivere disegna ... Lisa
Portiamo la macchina fotografica per fare le foto
all’aiuola ... Deva
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Le osservazioni hanno portato i bambini a riflettere sulle ipotesi di
partenza e a ricostruire nuove conoscenze.
L’aiuola è divisa, in una parte ci sono i fiori con le spine e
dall’altra ci sono i fiori bellissimi ... Vanessa
Ci sono i lampioni ... Alessandro B.
Dobbiamo togliere le piante e metterci l’erba .. Martina
La staccionata la mettiamo intorno, ci facciamo dei buchi per
vedere fuori .. Deva
Dobbiamo metterci le margherite, tagliamo quei fiori là e ci
mettiamo altri fiori ... Martina
La lente la mettiamo vicino all’albero ... Vanessa
Perchè nell’albero vengono tanti animali piccoli ... Deva
Poi la porta la mettiamo fra i due lampioni ... Martina
I bambini hanno utlizzato il metro per approfondire le ricerche e
verificare i pensieri fatti sull’altezza della staccionata e della porta.
Le grafiche e la pre-scrittura hanno supportato la ricerca, come la
lente di ingrandimento e la macchina fotografica.
osservazioni nel territorio
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misurazioni
appunti grafici e di
pre-scrittura dei bambini
osservazioni e raccolta di informazioni
sull’aiuola
appunti grafici e di
pre-scrittura dei bambini
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Le osservazioni dell’aiuola da
parte dei bambini sono state
attente e accurate. Sono
emerse problematiche di tipo
ambientale e di educazione
civile. L’architettura, invece, è
stata ammirata e discussa
dai bambini.
Il metro, la lente di
ingrandimento e i cinque sensi,
sono gli strumenti che hanno
utilizzato i bambini per analizzare
l’aiuola. Questa indagine ha
fatto emergere nuovi elementi
interessanti da discutere e
analizzare con gruppo sezione.
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Il plastico
Dalle osservazioni effettuate dalle insegnanti è emersa la necessità,
da parte dei bambini, di concretizzare e rendere visibile il loro progetto
sull’aiuola. La carta è un materiale privilegiato dai bambini, per
questo è stato proposto loro di creare un “plastico” di carta. La
tridimensionalità, simulando la realtà, avvicina i bambini a quello
che potrebbe essere il risultato finale. La costruzione non ha alterato
i pensieri progettuali dei bambini.
il plastico del progetto “aiuola”
Abbiamo fatto il plastico perchè ci serve per fare la
staccionata ... Alessandro B
Perchè così ci ricordiamo come è fatta la staccionata vera,
che facciamo in piazza a Cadelbosco ... Julia
Così ci ricordiamo cosa metterci ... Lisa
Così sappiamo come è fatta la staccionata, prima avevamo
solo parlato ... Sofia
Nel disegno avevo un’idea un po’ diversa ... Sara D
Il plastico è servito così noi possiamo vedere la staccionata,
prima sul foglio, sul foglio delle volte non si capisce
bene ... Deva
Il plastico è servito per capire meglio ... Linda
Così è più vero ... Alessandro B
La staccionata sul plastico sta in piedi, sul foglio è
sdraiato ... Lisa
Quello che abbiamo costruito va su e giù, sembra quasi vera,
rimane in piedi ... Sofia
Attraverso la
collaborazione
e l’ascolto
reciproco, un
piccolo gruppo
di bambine,
h a n n o
realizzato la
s t a c c i o n a t a
dell’aiuola
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Ci abbiamo messo dei pezzi di foglio dietro al bianco ... Alessandro B
La staccionata diventa più grande ... Alessio
Trentasei finestre, sono piccole e grandi. La staccionata è a forma di
cerchio, con una forma diversa ... Beatrice
Sembra una pera ... Riccardo
Anche un po’ cuore ... Alessandro B
la creazione degli elementi che compongono l’aiuola e la città
circostante ad essa
La creazione del plastico ha
trasformato i pensieri verbali in
gesti ed elementi concreti.
I bambini hanno dovuto, in primis,
ripercorrere i pensieri condivisi
con il grande gruppo sulla
progettazione dell’aiuola, per poi
tradurli in “realtà”. Piccoli gruppi
hanno creato delle grafiche su
cartoncino, che sono state
successivamente colorate,
tagliate, sostenute da piccoli
cartoncini piegati a “C” ed infine
incollate sul supporto. Questo atto
creativo ha permesso a tutti i
bambini di realizzare un elemento
del progetto e sopratutto ha
concretizzato e reso visibile un
pensiero verbale.
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Intreccio di città
Le insegnanti propongono al gruppo sezione di creare una
città-mondo tridimensionale. I bambini hanno accolto la proposta e
hanno cercato i materiali utili per poterla realizzare.
Le città vere non sono sui fogli, quella finte sono
sui fogli ... Riccardo
Si possono usare dei fogli lunghi e lo incolliamo da tutte le
parti e diventa un recinto ... Martina
Il legno non serve perchè deve essere rotondo .... Linda
I bambini evidenziano ciò che è reale e ciò che non lo è, associando
questo collegamento ad alcuni materiali. La città-mondo, inoltre,
prende forma legandosi a saperi culturali: diventa rotonda. Durante
la conversazione i bambini ricercano in atelier i materiali che
secondo loro possono essere utili alla realizzazione del
mondo-città.
Si può usare la plastica ... Alice
Poi si unisce con la colla a caldo ... Sofia
Secondo me va bene questo foglio, ma è corto ... Alice
Il foglio non va bene perchè è molle ... Martina
Bisogna cercare qualcosa di lungo, di plastica e duro ... Sofia
Ma si deve piegare ... Sara D.
Le ricerche e la condivisione di pensieri portano i bambini a trovare
il materiale adatto a questa installazione: bacchette di plastica
trasparente.
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Dopo aver deciso il materiale che compone la base del
mondo-città le insegnanti chiedono ai bambini come vogliono
completare queso progetto.
Dobbiamo fare la struttura, ma come facciamo ad attaccare
la struttura ... Kevin
Li attacchiamo con la colla a caldo ... Riccardo
Con la colla dei disegni ... Kevin
Prima facciamo un cerchio (con le bacchette di plastica) e poi
lo attacchiamo ... Sara P.
Con lo scotch ... Lisa
Ma poi si staccano ... Kevin
Ne mettiamo tanto ... Martina
Lo dobbiamo attaccare con qualcosa che non si stacca
mai ... Sara D.
Usiamo dei fili che si appiccicano .. Danila
Ci vuole un filo del ReMida, di plastica ... Sara D.
Un filo di ferro così sta attaccato per sempre ... Lisa
I bambini durante la conversazione decidono di utilizzare il fil di
ferro per unire le bacchette di plastica. Questa soluzione si rivelerà,
in pratica, poco utile ai nostri fini e verrà sostituita con lo scotch e
supportata, infine, con fascette trasparenti.
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Dopo aver scelto, con il gruppo sezione, il materiale da utilizzare per la
creazione del mondo-città, due bambini hanno sperimentato e realizzato la
struttura di quest’ultimo.
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Possiamo fare i ponti e le strade con i fogli, poi li attacchiamo
con la colla ... Riccardo
Possiamo fare una strada dritta con i fogli, poi costruiamo
una macchina ... Maitri
Ma è difficile ... Kevin
Io sono capace ... Gabriele
Si, sei capace perchè una volta hai imparato a fare una
macchinina, una Ferrari ... Kevin
I bambini riconoscono le loro competenze e quelle degli altri e le
utilizzano per raggiungere i propri obiettivi.
Per completare l’installazione, i bambini si confrontano su quello
che vorrebbero rappresentare.
Diventa un mondo di città e dei bambini che giocano ... Lisa
I pensieri teorici si trasformano in pratici. I bambini elencano i
passaggi utili per realizzare il loro mondo di città.
Prima disegniamo, poi coloriamo con i pennarelli e poi li
incolliamo ... Martina
Dobbiamo usare i fogli bianchi se no sugli altri colorati non si
vede bene. E’ meglio il foglio trasparente così si vede
meglio ... Alice
Si vede anche di dietro ... Deva
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Gli elementi che compongono e che si intrecciano nel mondo-città sono stati
disegnanti dai bambini su fogli trasparenti di plastica, che sono stati, poi,
colorati e ritagliati ed infine applicati alla struttura mediante nastro bioadesivo.
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L’installazione di
alcuni elementi che
compongono il
mondo-città ha
neccessitato di una
p r o g e t t a z i o n e .
I bambini durante la
realizzazione del
progetto hanno sentito
la neccessità di
verificare e misurare
gli spazi da occupare.
Questa attenzione ha
permesso di creare
elementi su-misura,
ovvero pensati e
realizzati per essere in
quel determinato
“luogo”. Le strade,
per esempio, che
percorrono il
mondo-città sono
state progettate e
misurate in modo tale
che esse iniziassero
su un supporto e
terminassero su
un’altro. L’esperienza
ha permesso ai
bambni di
sperimentare anche
un pensiero
numerico.
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Il MONDO>CITTA’ ha trovato la sua collocazione in sezione, sopra all’angolo delle
grafiche. Questa installazione evoca, nei bambini, il desiderio di ricerche continue,
infatti, nonostante il progetto sia terminato, i bambini continuano a creare nuovi elementi.
Ricerche e nuove conoscenze si intrecciano in questo “mondo” che racchiude in sè
nuove e vecchie scoperte, speranze, fantasie ed elementi che affascinano i bambini,
come le cascate.
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Le piazze di Reggio Emilia
Dopo aver esplorato,
ri-inventato e ri-pensato il
territorio, le insegnanti hanno
osservato che i bambini
stavano cominciando ad
ampliare le proprie ricerche
riguardanti la città, verso un
territorio più “lontano”.
Come spesso accade, durante un percorso conoscitivo, gli orizzonti
di ricerca si estendono e il desiderio di ampliare le proprie
conoscenze diventa, per molti, una necessità.
Per questi motivi, le insegnanti hanno pensato che la città di Reggio
Emilia potesse soddisfare le curiosità dei bambini.
Siamo andati a Reggio a vedere la città e i palazzi ... Alice
Siamo andati a Reggio per scoprire delle cose nuove, come
le panchine parlanti, oppure le fontane, oppure i
palazzi ... Martina
Abbiamo visto tante piazze ... Sara P.
Erano quattro ... Sofia
Durante l’esplorazione della città i bambini ricercano gli elementi
che loro stessi vorrebbero nella loro città ideale. Le caratteristiche
della “loro” città ideale sembrano rispecchiarsi nella Piazza
Fontanesi di Reggio Emilia.
cartina di Reggio Emilia
C’era una piazza piena di alberi (Piazza Fontanesi), era bella
perchè c’erano tanti alberi e sopra agli alberi c’erano tante
foglie ... Maitri
Ho scoperto degli alberi e delle panchine ... Hajar
A me piaceva la piazza con le panchine che parlavano
(Piazza Martiri 7 Luglio), ci si poteva sedere ... Elena Denise
Poi possiamo parlare con loro (panchine) ... Gabriele
Le panchine potevano raccontarci delle
barzellette ... Alessandro B.
Mi piaceva la piazza dove c’erano gli alberi (Piazza Fontanesi)
perchè era grossa e si può correre e fare le curve con la bici,
c’erano anche le panchine con scritto che si può usare il
computer e si può mettere anche internet, è una bella idea
perchè così si può vedere tante cose ... Gabriele
I bambini notano, nella Piazza Fontanesi, gli elementi che loro stessi
hanno progettato e pensato per la loro città ideale. Gli alberi verdi,
la vastità degli spazi, la possibilità di giocare e quella di sedersi per
ricercare informazioni con internet, sono elementi che, in parte,
rispecchiano i loro pensieri progettuali. Con entusiasmo, rimangono
anche affascinati dalle panchine parlanti, che potrebbero
raccontarci qualcosa o addirittura dialogare con noi. I luoghi che i
bambini amano e ricercano, sono quindi luoghi parlanti, in dialogo,
in ascolto, belli e generosi di opportunità ludiche.
Piazza Fontanesi
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C’erano anche delle cose vecchie e nuove, c’era anche una
fontana nella piazza delle panchine che parlavano (Piazza
Martiri 7 Luglio) e anche in quella dove c’erano i piccioni
(Pizza Prampolini) era fatta come una persona ... Sara P.
Ho scoperto che è più grande la piazza di Reggio, è un pò
tutta di sassi ... Vanessa
E con dei quadrati per terra, i sassi non si staccano ... Alice
Perchè sono incollati .. Beatrice
Ci sono tante piazze a Reggio, tutte diverse, alcune quadrate,
alcune rotonde ... Lisa
Ci sono anche tanti portici ... Martina
Alcuni grandi altri piccoli ... Sofia
Alcune porte non hanno il campanello ... Martina
C’era la maniglia, la prendi e bussi , è vecchia ... Alice
Si chiama battacchio ... Julia
Emergono, nei racconti dei bambini, le osservazioni fatte durante
l’uscita e ciò che li colpisce sembrano essere gli elementi “vecchi”
della città. Ritornano le ricerche e le osservazioni sulle fontane ed
emergono, anche, le differenze di dimensioni delle due città.
osservazioni in Piazza Fontanesi
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La pavimentazione è un altro elemento che differisce dalla piazza di
Cadelbosco di Sopra, come la forma della piazza e le quantità di
piazze presenti nella stessa città, la presenza di portici ed infine i
portoni di ingresso di alcune case con i loro battacchi.
rappresentazione grafica della pavimentazione di
piazza Fontanesi
rappresentazione grafica di un
portone con battacchio
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i bambini in Piazza Fontanesi
rappresentazione grafica di un portone
con battacchio
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Per terra c’erano i sassi (nelle piazze di Reggio E.), perchè
tanto tempo fa c’erano le mattonelle, non c’era
l’asfalto ... Gabriele
E poi, tanto tempo fa, non c’erano neanche le case, c’erano i
castelli, ne abbiamo visto uno .. Lisa
Durante questi racconti i bambini mostrano le loro conoscenze al
resto del gruppo. Questo atto rievocativo serve ai bambini per
rafforzare e consolidare le nuove conoscenze e, condividendole,
arricchiscono i loro ricordi con quelli degli altri bambini, cambiando
e modificando il proprio vissuto e i nuovi saperi.
Questa esperienza ha fatto sì che i bambini confrontassero due
realtà territoriali non molto distanti l’una dall’altra, ma sicuramente
con una memoria storica molto distante e differente. Quest’ultima
differenza caratterizza moltissimo la città di Reggio Emilia ed è molto
evidente dai racconti dei bambini.
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Alcuni portici hanno il soffitto incrociato ... Sofia
C’erano anche le chiese a Reggio, due ... Julia
C’era anche il Comune ... Alessandro B.
Reggio è fatta di mattonelle, è rotonda , c’era un muro, per
entrare nella città le persona usavano le porte .. Sofia
C’era anche una fontana con un signore vecchio ... Alessio
rappresentazione grafica della statua in
Pizza Prampolini
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rappresentazione grafica del Teatro
Valli, con particolari della
pavimentazione e delle persone che
vivono la piazza sul quale si affaccia
Teatro Valli e
Piazza dei Martiri 7 Luglio
rappresentazione grafica del
Duomo di Reggio Emilia
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Reggio Emilia ha permesso ai bambini di osservare i suoi
monumenti storici, ma ha anche attivato il loro olfatto.
Reggio sembra un ristorante, perchè ha le cose da mangiare,
vendono il pane. Si sentiva profumo di pane, di prosciutto e
di pesce ... Julia
E di gelato ... Alessio
Anche di pizza ... Vanessa
E di salame ... Beatrice
Come i bambini ci fanno notare, la città non è costituita solo di
monumenti, piazze, alberi e persone, ma anche di odori, di profumi
capaci di evocare ricordi e appetiti. “Reggio sembra un ristorante”,
questa frase ci fa comprendere la poesia con cui i bambini vivono
quotidianamente i luoghi che ci circondano. Reggio è quindi
armoniosa, vecchia, appetitosa e profumata.
La piazza che vorrei è quella Fonatnesi, perchè ci sono tanti
alberi, si può giocare, correre, imparare con internert e sentire
buoni profumi ... Gabriele
Con questa frase si riassume la descrizione di un luogo (piazza
Fontanesi) e i desideri dei bambini.
Considerazioni
Questa esperienza ha arricchito le conoscenze dei bambini e delle
bambine in merito alle città. Le osservazioni, i confronti tra bambini
e bambini e tra bambini e adulti hanno portato tutti ad una
consapevolezza maggiore dei desideri altrui e dei luoghi che ci
circondano. I progetti che hanno accompagnato questo percorso
ci hanno rivelato i desideri dei bambini, mentre le uscite sul territorio
ci hanno permesso di accorgerci del visibile, ovvero ci hanno portato
a vedere e ascoltare con più attenzione i luoghi. Questo progetto ha
visto i bambini operare e pensare come “architetti”, portandoli a
pensare, ragionare, disegnare, creare e costruire. Queste parole,
sembrano scontate e di poco valore, ma non è così, in questo
percorso, infatti, i bambini hanno dimostrato a se stessi, al gruppo
sezione e a noi adulti, le loro competenze e le loro abilità. Molte
persone pensano ai bambini come esseri da accudire, non capaci
di pensieri e progetti. Non è così: i bambini sono capaci di essere
“grandi” se viene permesso e riconosciuto loro di essere tali. Per
questo è doveroso ASCOLTARE maggiormente le loro parole.
Ascoltare i bambini vuol dire accogliere e offrire un trampolino di
lancio alle loro idee e curiosità che nascono quotidianamente, così
facendo i bambini riconoscono l’importanza dei loro pensieri e la
ricercano in nuove esplorazioni e osservazioni. I bambini hanno
pensieri puliti che andrebbero ascoltati maggiormente da chi
progetta gli spazi che viviamo quotidianamente, come le piazze.
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Anche se i bambini fanno notare che le piazze sono per tutti, in
realtà non è così: sono progettate da adulti e per adulti, non
adempiendo più alla caratteristica di piazza “per tutti” e di piazza
capace di offrire relazioni. Le piazze di oggi, se ci sono, sono piccoli
luoghi, piastrellati di cemento, adornati da statue monocromatiche,
bianche o nere, molto spesso astratte e di poco significato, se non
solo quello economico, con una o due panchine e con poca
vegetazione. Questo è un peccato perchè, tutti noi sicuramente,
troveremmo più serenità e voglia di relazionare in un luogo più
creativo come quello che ci hanno fatto conoscere i bambini
quest’anno.
Ascoltare le teorie dei bambini nella costruzione di un luogo pubblico
è un’investimento per il nostro futuro.