STUDIO IDROGEOLOGICO, IDRAULICO ED AMBIENTALE A SCALA DI SOTTOBACINO DEI TORRENTE ZERRA E SENIGA
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I N D I C E
1 PREMESSA ..................................................................................................................2
2 ARTICOLAZIONE DELLO STUDIO idrologico idraulico complessivo ...............................................3
2.1 Definizione del quadro conoscitivo morfologico ...............................................................3
2.2 Analisi idrologica e idraulica ......................................................................................7
2.2.1 Analisi combinata idrologico-idraulica .....................................................................8
2.2.2 Analisi idrodinamica ...........................................................................................9
2.3 censimento degli scarichi di piena delle di drenaggio urbano ............................................ 10
2.4 Verifica della compatibilità idraulica di ponti ............................................................... 10
3 INQUADRAMENTO DEL RETICOLO IDROGRAFICO IN ESAME ...................................................... 12
3.1 Inquadramento idrologico e idraulico ......................................................................... 12
3.2 Criticità idrauliche del reticolo idrografico in esame ...................................................... 14
4 INTERVENTI DI MITIGAZIONE 1° - AREA DI LAMINAZIOEN SUL T. ZERRA ...................................... 18
5 INTERVENTI NON STRUTTURALI DI MITIGAZIONE DELLA PERICOLOSITA’ IDRAULICA ATTUALE ............ 29
6 QUADRO SOMMARIO DI SPESA ........................................................................................ 30
7 CRONOPROGRAMMA LAVORI .......................................................................................... 32
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1 PREMESSA
I bacini idrografici dei torrenti Zerra e Seniga risultano interessati con elevata frequenza da problematiche
idrauliche relative prevalentemente a locali fenomeni di esondazione dei corsi d’acqua in concomitanza di
eventi meteorici di maggiore intensità. Si ricordano, in particolare, i recenti eventi meteorici verificatisi a
giugno 2014 e tra l’11 e il 14 giugno 2016, in seguito ai quali si sono riscontrate una serie di criticità
idrauliche, sia a monte della confluenza dei due torrenti, in corrispondenza delle immissioni dei principali
affluenti, sia soprattutto nel tratto di t. Zerra a valle della confluenza del t. Seniga, in cui il corso d’acqua
attraversa gli abitati di Montello e di Costa di Mezzate.
Lo scenario di criticità evidenziato da eventi storici, anche recenti, interessa prioritariamente l’intero tratto
di attraversamento degli abitati che insistono in adiacenza alle sponde dei torrenti (Torre De’ Roveri e
Albano S. Alessandro per il tratto di T. Zerra a monte della confluenza del T. Seniga; S. Paolo d’Argon lungo
il T. Seniga; Montello e di Costa di Mezzate a valle della confluenza tra i due) ed è tale da rendere necessario
ricorrere ad interventi, sia strutturali che non strutturali, volti alla mitigazione del rischio idraulico.
Al fine di indirizzare al meglio gli interventi ed ottimizzare l'utilizzo delle risorse si è, quindi, reso necessario
definire un quadro conoscitivo idraulico-ambientale di sintesi e finalizzarlo mediante l’individuazione e
gerarchizzazione degli interventi necessari a ridurre lo scenario di rischio.
La presente relazione discende dai risultati dello Studio idrologico e idraulico a scala di sottobacino dei
torrenti Zerra e Seniga ed illustra i criteri di dimensionamento e le caratteristiche principali dell’intervento
1 A, consistente in un’opera di laminazione delle piene del t. Zerra ubicata nel tratto di corso d’acqua tra
i comuni di Albano S. Alessandro e S. Paolo d’Argon.
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2 ARTICOLAZIONE DELLO STUDIO IDROLOGICO IDRAULICO COMPLESSIVO
Di seguito si analizzano gli aspetti salienti relativi allo svolgimento delle diverse fasi dello studio idrologico
e idraulico complessivo da cui discende l’individuazione dell’intervento progettuale in esame.
2.1 DEFINIZIONE DEL QUADRO CONOSCITIVO MORFOLOGICO
Scopo di questa fase è di predisporre uno strumento conoscitivo in grado di definire preliminarmente le
caratteristiche dell’asta principale dei torrenti, del reticolo interagente e del territorio circostante in
termini morfologici (tracciato, sezioni trasversali) e strutturali (manufatti ed infrastrutture di
attraversamento o comunque interagenti col corso d’acqua).
Tali attività sono state eseguite basandosi sulla campagna topografica realizzata dal geom. Tullio Benis su
incarico del tavolo tecnico e che ha consentito di integrare il quadro conoscitivo lungo le asta fluviale dei
torrenti Seniga e Zerra, nonché per alcuni tratti dei rispettivi affluenti. Per quanto riguarda il T.Zerra,
procedendo verso valle esso è stato dettagliatamente rilevato fino al manufatto di sfioro nel canale di
derivazione verso il F. Serio, comprese alcune sezioni di quest’ultimo a valle dello sfioro.
FIGURA 1 – DETTAGLIO DEL RILIEVO TOPOGRAFICO NEL TRATTO DI T. ZERRA A LIVELLO DELL’ABITATO DI TORRE DE’ROVERI ED ESEMPIO DI
SEZIONE RILEVATA
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Oltre alle due aste principali, sono state rilevate porzioni dei principali affluenti, (il torrente Gamberone,
rilevato a partire dall’uscita del tratto di scatolare in comune di Scanzorosciate, ed il Torrente Valle
d’Albano-Oriolo per quanto riguarda il T. Zerra, l’affluente BG06904 per il T. Seniga), nonché alcune sezioni
a livello delle immissioni delle principali rogge irrigue.
Sono stati inoltre rilevati i manufatti presenti sulle aste oggetto di studio, siano essi ponti, passerelle,
condotte passanti, soglie, sfiori ecc.
FIGURA 2– ESEMPIO DI RILIEVO DI UN MANUFATTO (PONTE DI VIA COLLEONI A MONTELLO) E RELATIVA DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Sono stati inoltre oggetto del rilievo le caratteristiche geometriche dei principali scarichi di diametro
superiore a 300 mm che è stato possibile individuare lungo l’asta dei Torrenti Zerra, Seniga e lungo le
porzioni analizzate dei loro principali affluenti. Le informazioni desunte dalla campagna di misure condotta
sono state opportunamente confrontate ed integrate con la documentazione relativa al tracciato delle reti
di drenaggio ed alle caratteristiche dei manufatti sfioratori, fornita dai Comuni interessati, al fine di
individuare quali tra gli scarichi rilevati appartenga alle reti fognarie miste dei comuni insistenti sulle aste
analizzate.
Come si avrà modo di dettagliare meglio nel prosieguo, ai fini della modellazione idrologica, per poter
correttamente determinare il contributo apportato delle reti fognarie in caso di pioggia, è risultato di
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particolare importante determinare le caratteristiche dei tratti di collettori a valle degli scaricatori di piena,
che recapitano nei corsi d’acqua oggetto di studio.
Le caratteristiche principali degli scaricatori di piena fognari sono stati ricostruiti incrociando le
informazioni desunte dal rilievo topografico e la documentazione fornita dai comuni e dall’ente gestore del
servizio idrico integrato.
Il rilievo è stato inoltre integrato con documentazione fotografica, riguardante alcune sezioni del corso
d’acqua, i manufatti di attraversamento e gli scarichi rilevati.
Oltre alle sezioni dei corsi d’acqua, è stato effettuato un rilevo aereo con volo mediante drone delle aree
golenali e del territorio intorno alle fasce fluviali, che ha costituito la base per la modellazione idraulica
bidimensionale e la determinazione delle aree di esondazione.
La nuvola di punti acquisita in sede di rilievo è stata elaborata da topografo per ottenere un DTM
georeferenziato del territorio, avente maglia 0.5mx0.5m. L’algoritmo utilizzato ha pulito il DTM della
vegetazione (alberi, ecc…) e degli edifici; questi ultimi sono stati rimossi a livello del piano campagna,
qualora non fosse stata rilevata la presenza di semiinterrati o rampe di discesa; in caso contrario, gli edifici
sono stati rimossi alla quota del piano interrato, inferiore quindi al piano campagna circostante.
Dove necessario, il suddetto DTM è stato integrato con quello messo a disposizione dalla Regione Lombardia
(avente maglia 5mx5m), liberamente scaricabile dal portale regionale
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FIGURA 3: DTM OTTENUTO DALL’ELABORAZIONE DEL RILIEVO MEDIANTE VOLO DRONE DEL TERRITORIO LUNGO LE STE FLUVIALI DI INTERESSE
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FIGURA 4: DETTAGLIO DEL DTM (RISULTANTE DALL’ALGORITMO UTILIZZATO PER L’ELABORAZIONE DELLA NUVOLA DI PUNTI ACQUISITA) IN UN
TRATTO DEL T.ZERRA IN COMUNE DI ALBANO S.ALESSANDRO
2.2 ANALISI IDROLOGICA E IDRAULICA
La definizione del quadro conoscitivo idrologico e idrodinamico dell’area di studio è funzionale alla
definizione delle dinamiche idrauliche dell’asta principale e all’interazione con gli affluenti minori e le reti
fognarie dei comuni limitrofi.
Per quanto concerne gli aspetti legati al funzionamento delle reti di drenaggio urbano, con particolare
riferimento agli scaricatori di piena nel torrente Zerra, Seniga e nei principali affluenti, l’analisi idrologica
è stata integrata con le specifiche indicazioni fornite dal Uniacque S.p.A. e dai comuni interessati circa la
geometria ed i materiali dei collettori, oltre che il tracciato e l’estensione della rete. Tali indicazioni hanno
permesso di formulare le ipotesi necessarie alla definizione di un quadro idrologico e idraulico comprensivo
degli apporti dei bacini urbani le cui reti di drenaggio sono interagenti con le aste principali dei torrenti
Zerra e Seniga, necessario sia per l’analisi dello stato di fatto che per le opportune analisi di scenario
connesse ai possibili interventi di mitigazione.
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In particolare, il quadro idrologico e idraulico così definito ha permesso di individuare le attuali criticità
(aree di esondazione, manufatti critici, ecc.) e di definire i rispettivi interventi di mitigazione della
pericolosità idraulica.
2.2.1 ANALISI COMBINATA IDROLOGICO-IDRAULICA
Al fine di poter svolgere le opportune analisi idrologiche per i tempi di ritorno di riferimento (20, 50, 100 e
200 anni), si è proceduto preliminarmente alla raccolta ed elaborazione dei dati pluviometrici aggiornati
disponibili per le aree in esame.
Al fine della taratura dei modelli, è stato riprodotto il recente evento meteorico che ha colpito l’area nel
Giugno 2016, i cui effetti, in termini di allagamenti e danni riscontrati, sono ben noti ai tecnici dei Comuni
colpiti da tale evento, nonché alla popolazione, ed hanno costituito parametro essenziale di riscontro nella
procedura di calibrazione.
Le registrazioni pluviometriche dell’evento di calibrazione più vicine all’area di interesse sono risultate
essere quelle delle stazioni di Scanzorosciate e Cenate Sopra; quest’ultimo pluviometro, gestito dal Centro
Meteo Lombardo è stato quello di riferimento per il processo di taratura.
Per la determinazione delle aree di pericolosità, il censimento dell’officiosità idraulica di attraversamenti
e scarichi, nonché la prima definizione e pre-dimensionamento degli interventi strutturali, è stata invece
effettuata un’analisi pluviometrica di tipo distribuito sugli areali di interesse a partire dalle curve di
possibilità pluviometrica relative alla stazione di misura di gestite dall’Arpa della Regione Lombardia, al
fine di poter ricostruire le portate idrologiche per i Tempi di ritorno (TR) di interesse..
Le elaborazioni dei dati di pioggia sono state effettuate per diverse durate dell’evento pluviometrico,
comprese tra 1 e 24 ore, e per i tempi di ritorno compresi tra 20 e 200 anni, arrivando a definire per ciascuna
combinazione la distribuzione delle rispettive isoiete, da cui si ricavano i dati di input per le analisi
idrologiche di trasformazione afflussi-deflussi.
Si è poi proceduto a definire i sottobacini naturali ed urbani afferenti ai torrenti Zerra e Seniga, la cui
perimetrazione si basa, per i primi, sull’orografia del terreno, per i secondi, anche sul tracciato e
caratteristiche della rete di drenaggio. Inoltre per quanto riguarda i bacini urbani, come si avrà modo di
descrivere meglio nei capitoli successivi, è risultato di interesse ai fini della modellazione dello scenario
idrologico ricostruire i tratti terminali dei collettori fognari che dagli scaricatori di piena recapitano le acque
di sfioro ai corrispondenti scarichi. Il quadro idrologico ed idraulico è infatti fortemente dipendente, oltre
che dal contributo di portate derivante dai bacini, anche dalle dimensioni e dalle quote di scorrimento dei
collettori stessi, nonché dalla posizione degli scarichi rispetto ai livelli idrometrici in alveo.
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Sono stati quindi definiti i parametri legati all’uso del suolo, la permeabilità e la saturazione dei sottobacini
di interesse.
Tutte le suddette attività sono state svolte combinando le analisi idrologiche per la formazione dei deflussi
con le condizioni idrodinamiche derivanti dalla propagazione dei deflussi stessi nel reticolo idrografico
considerato.
2.2.2 ANALISI IDRODINAMICA
Gli apporti meteorici, derivanti sia dalle porzioni di bacini naturali, sia dalle reti di drenaggio urbano, hanno
costituito il dato di inputi, insieme ovviamente al rilievo topografico, per la successiva analisi idrodinamica,
differenziata per i processi di propagazione della piena in alveo inciso e golene.
I primi sono stati trattato mediante modellazione di carattere monodimensionale su fondo non erodibile ed
a moto vario, che ha permesso di calcolare i principali parametri idraulici di interesse (tiranti idrici, velocità
medie della corrente, ecc.) raggiunti nelle varie sezioni trasversali ed in corrispondenza dei manufatti. La
base topografica per questa analisi sono state le sezioni trasversali ed i manufatti rilevati nella campagna
di indagini topografiche.
Visto invece il carattere assunto dai processi esondativi nelle golene, dove il flusso assume caratteristiche
spiccatamente non monodimensionali, è stato ritenuto più opportuno ricorrere ad una modellazione 2D a
moto vario, che si è basata sul DTM derivante dall’elaborazione del rilievo mediante drone.
Le porzioni modellate in 2D sono state poi opportunamente connesse, in corrispondenza delle sponde dell’,
con la porzione d’alveo inciso monodimensionale, in modo da consentire l’instaurarsi di flusso da entrambe
le direzioni; in questo modo, il modello creato è risultato in grado di cogliere i fenomeni esondativi
dall’alveo alle golene, che si instaurano quando il livello in alveo supera la sommità spondale, e il richiamo
dell’acqua verso le golene nella fase di esaurimento della piena.
L'attività, condotta sullo scenario morfologico aggiornato, comprensivo dei manufatti e delle opere rilevate,
ha quindi consentito di confermare ed approfondire le principali criticità idrauliche individuate nell’attività
precedente. Più nel dettaglio, tale modellazione idrodinamica applicata all’evento reale del Giugno 2016
ha consentito di meglio calibrare l’analisi idrologico-idraulica descritta al punto precedente, sulla base dei
dati disponibili e dei riscontri forniti dai tecnici dei Comuni che sono stati interessati da tale evento
alluvionale.
Il suddetto processo di calibrazione è stato svolto mediante procedura iterativa; infatti, sulla base dei
risultati emersi dall’analisi idrodinamica, confrontati con i dati forniti dai comuni circa le aree allagate nel
giugno 2016, è stato possibile tarare i principali parametri idrologici e ricalcolare le portate idrologiche,
che a loro volta costituiscono la condizione al contorno della modellazione idrodinamica
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Una volta terminato il processo di taratura appena descritto, che ha portato alla calibrazione tanto dei
parametri idrologici che di quelli idrodinamici, sono stati riprodotti gli eventi di piena associati a tempi di
ritorno di 20.50,100 e 200 anni.
Questi ultimi costituiscono il quadro conoscitivo idrodinamico sulla base del quale è stata valutata la
funzionalità idraulica dei principali manufatti di attraversamento e degli scarichi presenti sulle aste fluviali
in analisi; inoltre, sulla base di tali risultati, sono state condotte le valutazioni che hanno portato alla scelta
e al pre-dimensionamento degli interventi di mitigazione.
2.3 CENSIMENTO DEGLI SCARICHI DI PIENA DELLE DI DRENAGGIO URBANO
Le informazioni desunte dal rilievo topografico effettuato sono state incrociate con la documentazione
reperita circa le reti fognarie dei comuni aventi scarichi da sfioratori di piena afferenti ai torrenti Zerra e
Seniga ed i loro principali affluenti, al fine di ricostruire la posizione e le caratteristiche principali degli
scarichi stessi.
Tali informazioni sono state riassunte nell’Allegato D, che elenca le principali caratteristiche (geometria,
posizione, materiale) degli scarichi ottenuti dal rilievo topografico. Per alcuni di essa è stata trovata una
corrispondenza con la documentazione sulle reti miste comunali fornite da Uniacque e dai comuni stessi; in
questi casi si è proceduto, in sede di modellazione idrologica, alla modellazione dei relativi sfioratori di
piena e dei collettori di scarico.
Nell’Allegato A sono stati inclusi tutti gli scarichi del rilievo (ossia tutti gli scarichi visibili sulle aste fluviali
con diametro superiore ai 300mm), includendo anche quelli per i quali non è stata trovata corrispondenza
diretta con i dati desunti dalle reti fognarie miste, che sono per la maggior parte terminali di acque bianche
provenienti dal drenaggio di strade o piazzali o dal tombinamento del reticolo minore affluente.
Le verifiche del comportamento idraulico degli scavi sono state condotte per eventi aventi Tr=20anni,
confrontando la geometria e posizione degli scarichi rilevati con i livelli idrometrici ottenuti dalla
modellazione idrodinamica nelle corrispondenti sezioni dei corsi d’acqua
2.4 VERIFICA DELLA COMPATIBILITÀ IDRAULICA DI PONTI
Sulla base del quadro conoscitivo idrodinamico individuato mediante le attività precedentemente descritte,
è stato possibile verificare la compatibilità idraulica delle infrastrutture di attraversamento esistenti e, di
conseguenza, individuare eventuali necessità di adeguamento per la mitigazione delle criticità riscontrate.
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Nello specifico, la compatibilità di ponti e attraversamenti è stata valutata a livello di franco idraulico
nell’alveo inciso (ossia la porzione modellata in 1D) rispetto all’evento di piena avente tempo di ritorno
pari a 100 anni, secondo quanto indicato nella “direttiva contenete i criteri per la Valutazione della
compatibilità idraulica delle infrastrutture di interesse pubblico all’interno delle Fasce A e B”, redatte
dall’Autorità di Bacino del Fiume Po.
L’analisi condotta ha permesso di evidenziare i manufatti di attraversamento per i quali non risulta
soddisfatta, per la piena analizzata, la condizione di minimo franco di sicurezza.
È stata inoltre messo in luce la situazione di criticità alcuni ponti, situati soprattutto nel tratto terminale
del torrente Zerra, in corrispondenza di zone storicamente soggette a fenomeni esondativi; i suddetti
manufatti sono risultati caratterizzati da luci di dimensioni tali da generare, per le piene in esame, un
funzionamento in pressione. In alcuni casi, gli impalcati con intradosso particolarmente basso o luci ridotti
(p.es le numerose passerelle d’accesso a proprietà private) sono risultati tracimati.
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3 INQUADRAMENTO DEL RETICOLO IDROGRAFICO IN ESAME
3.1 INQUADRAMENTO IDROLOGICO E IDRAULICO
Il Bacino idrografico complessivo dei Torrenti Zerra e Seniga e del reticolo idrico secondario (principalmente
rogge irrigue) ad essi afferente occupa una superficie di circa 3600 ha, comprensivo sia del bacino montano
che delle aree urbani scolanti medianti scaricatori di piena fognari; la suddetta area è interamente ricadente
entro i comuni di Torre De’ Roveri, Scanzorosciate, Albano S. Alessandro, San Paolo d’Argon, Cenate, Sotto,
Pedrengo, Seriate, Brusaporto, Costa di Mezzate, Montello, Bagnatica.
Del totale indicato sopra, circa 760ha sono relativi a sottobacini naturali ed urbani afferenti al T. Seniga ed
ai suoi affluenti.
L’asta principale del T. Zerra è lunga quasi 11km, a partire dal punto di origine nel corso d’acqua nella zona
collinare del comune di Scanzorosciate, fino alla soglia di sfioro verso il canale scolmatore al F. Serio. Di
questi, circa 8.4km si trovano a monte della confluenza con il T. Seniga, che complessivamente risulta lungo
4km.
Il reticolo idrografico afferente all’asta principale del T. Zerra comprende una serie di corsi d’acqua naturali
e di rogge irrigue. Tra i primi, i principali contributi derivano dal Torrente Gamberone, affluente in destra
del T. Zerra in cui si immette nel tratto di monte, in comune di Scanzorosciate, e dal T. Valle d’Albano -
Oriolo, affluenti di sinistra e compresi entro il territorio comunale di Albano Sant’Alessandro (tutti questi
torrenti sono stati in parte oggetto di rilievo e di modellazione). Le principali rogge irrigue per apporto
idrologico sono la roggia Borgogna (affluente di destra in comune di Albano S. Alessandro), la Roggia
Roncaglia (affluente di destra in comune di Albano S. Alessandro), La roggia Passi Albana (affluente di destra
in comune di Albano S. Alessandro), La roggia Vertova (affluente di destra in comune di Cosa di Mezzate, a
sua volta alimentata da una soglia di sfioro collocata più a monte lungo l’asta del T.Zerra in comune di
Montello), La Roggia Cattanea (affluente di destra nel tratto terminale appena più a monte del primo
manufatto di sfioro verso il canale scolmatore, in comune di Bagnatica). Tutte le suddette rogge non sono
state modellate idrodinamicamente, ma è stato considerato il loro apporto idrologico di portata come
immissione puntuale nel T. Zerra
Il principale affluente del T. Seniga è invece un corso d’acqua identificato con la sigla BG06904, che si
immette dal lato sinistro, in Comune di Cenate Sotto; anche quest’ultimo è stato in parte oggetto di rilievo
e di modellazione idrologica ed idrodinamica.
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Le figure successive mostrano un dettaglio del reticolo idrografico sovrapposto alle fasce di pericolosità
idraulica desunte dal PAI
FIGURA 5– RETICOLO IDRICO SUPERFICIALE AFFERENTE AI TORRENTI ZERRA E SENIGA, SOVRAPPOSTA ALLA PERIMETRAZIONE DELLE AREE DI
PERICOLOSITÀ DEL PAI. LA LINEA ROSSA INDICA I CONFINI COMUNALI
Oltre a questi affluenti, contribuiscono agli apporti idrologici dei corsi d’acqua analizzati gli scarico dagli
scaricatori di piena delle reti fognarie di tipo misto presenti lungo i centri urbani attraversati, che drenano
le porzione urbane del territorio comunale.
La definizione di un quadro conoscitivo esaustivo e sufficientemente dettagliato ha richiesto, in aggiunta
all’estesa campagna topografica, un’approfondita indagine sul campo tramite innumerevoli sopralluoghi e
misurazioni, oltre alla consultazione con gli enti preposti alla gestione idraulica per l’integrazione delle
conoscenze circa il funzionamento delle reti di drenaggio comunali.
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3.2 CRITICITÀ IDRAULICHE DEL RETICOLO IDROGRAFICO IN ESAME
Come introdotto, le indagini relative ai T. Zerra e Seniga sono state estese al reticolo idrico superficiale
tributario e/o interagente con i torrenti, facendo seguito alla necessità di comprendere le dinamiche
idrauliche complessive del sistema in esame, al fine di individuare e quantificare correttamente le criticità
esistenti nella configurazione attuale. Nello specifico, tra le finalità del presente studio vi è la
determinazione delle fasce aggiornate di pericolosità relative ai corsi d’acqua in esame
Allo stato attuale, le maggiori criticità note sono relative prevalentemente in corrispondenza tratto urbano
dei comuni a valle della confluenza tra i due torrenti, soprattutto in corrispondenza di alcuni ponti e
attraversamenti. Si hanno inoltre testimonianze e notizie di allagamenti di alcune strade sia lungo il T.Zerra
che il T.Seniga, a livello di immissioni con affluenti.
Nell’ambito del presente lavoro sono state reperite una serie di testimonianze e informazioni relative alle
zone storicamente soggette ad allagamento durante gli eventi meteorici di maggiore intensità; nello
specifico molte delle informazioni acquisite sono relative al recente evento meteorico del 11-14 giugno
2016, qui riassunte in breve ed illustrate graficamente nella successiva Figura 6:
- Punto 1: situato in corrispondenza dell’immissione con il T.Gambarone a Torre de’ Roveri
(indicativamente nei pressi della sezione 0680) nel giugno 2016 in questa zona si sono verificati
allagamenti in sponda destra, probabilmente dovuti al contributo del T. Gambarone ed al rigurgito
che si crea a monte dell’immissione;
- Punto 2: situato immediatamente più a valle dell’immissione con il T.Gambarone a Torre de’ Roveri
(indicativamente a livello della sezione 680 del rilievo); nel giugno 2016 in questa zona si sono
verificati allagamenti in sponda destra che sono arrivati ad interessare i piani interrati di alcuni
edifici popolari nei pressi della sponda;
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FIGURA 6– COLLOCAZIONE INDICATIVA DELLE AREE IN CUI SONO STATE RILEVATE CRITICITÀ STORICHE E A SEGUITO DELL’EVENTO DI GIUGNO
2016, SULLA BASE DELLE TESTIMONIANZE, DEI SOPRALLUOGHI E DELLE INFORMAZIONI FORNITE DAI COMUNI INTERESSATI
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- Punto 3: corrispondente a via Marconi ad Albano S. Alessandro. La suddetta strada viene
frequentemente allagata (non da ultimo durante l’evento di giugno 2016) per l’insufficienza del T.
Valle d’Albano in corrispondenza della confluenza con il T. Oriolo. Poco più a monte infatti il
torrente riceve il contributo di un affluente e di alcuni scaricatori di piena; inoltre in tale zona vi è
la presenza lungo il fiume di alcune passerelle e ponti per accessi privati, aventi quota di intradosso
particolarmente bassa e che creano discontinuità nei muri di sponda sul lato destro.
- Punto 4: corrisponde a via dei Benedettini a San Paolo d’Argon, che costeggia il T. Seniga in sponda
sinistra, per un tratto compreso indicativamente tra le sezioni 1000 e 900 del rilievo. La strada è
molto frequentemente soggetta ad esondazione, causa la presenza di numerosi ponti e passerelle
che restringono notevolmente la sezione di deflusso del T. Seniga, che poco più a monte riceve il
non trascurabile apporto del suo affluente BG06904. La successiva Figura 7 riporta alcune foto di
Via dei Benedettini scattate durante l’evento di giugno 2016.
FIGURA 7: FOTO DEGLI ALLAGAMENTI VERIFICATISI IN VIA DEI BENEDETTINI A SAN PAOLO D’ARGON A SEGUITO DEGLI EVENTI METEORICI DEL
GIUGNO 2016
- Punto 5: si sono verificate esondazioni sia in sponda destra che sinistra del T. Seniga all’incirca tra
la sezione 880 e la 860 (in particolare in corrispondenza del manufatto 44, il ponte sulla strada
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statale), in un’area, entro il territorio comunale di San Paolo d’Argon. Dalle informazioni a
disposizione risulta che sono stati allagati alcuni parchi e giardini in prossimità della sponda del
torrente.
- Punto 6: corrisponde ad una serie di criticità diffuse rilevate in sponda destra del T. Zerra a valle
della confluenza a partire dal ponte storico di Via Colleoni a Montello (manufatto 13 del rilievo).
Durante l’evento di giugno 2016 il T. Zerra è esondato a livello del ponte, causa sia la ridotta luce
di questo sia problematiche di trasporto solido che ostruiscono ulteriormente la sezione di deflusso,
allagando il parcheggio in sponda destra. L’esondazione ha interessato anche la sponda sinistra del
torrente, infatti nel giugno 2016 l’acqua è arrivata a lambire la Chiesa di S. Elisabetta a Montello.
- Punto 7: durante l’evento del giugno 2016 si sono verificati alcuni allagamenti lungo via Foppe e
nella zona di piazza XXV Aprile a Costa di Mezzate. Tali fenomeni sono interamente imputabili al T.
Zerra, ma dovuti soprattutto al fitto reticolo idrico secondario.
- Punto 8: durante l’evento del 2016 sono stati riscontrati allagamenti in corrispondenza del
parcheggio in sponda destra del T. Zerra in prossimità di Piazza della Libertà a Costa di Mezzate e
a livello delle case sulla sponda opposta, tra via Roma e la SP 67. Nel rilievo l’area interessata
corrisponde al tratto di T. Zerra tra il manufatto 4 e la sezione 70.
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4 INTERVENTI DI MITIGAZIONE 1A - AREA DI LAMINAZIONE SUL T. ZERRA
Nell’ambito del lotto denominato 1A è prevista la realizzazione di un’area di laminazione per il T. Zerra
ubicata in un’area di pertinenza fluviale in sponda destra e nel Comune di Albano S. Alessandro. L’area
risulta delimitata fisicamente dall’alveo del torrente e dal rilevato della tangenziale (Figura 8).
Nella medesima zona è stata riscontrata l’esistenza di un pregresso progetto riguardante la realizzazione di
invaso in linea (Regimazione idraulica del torrente Zerra nei comuni di Albano S. Alessandro, Montello e
Costa di Mezzate – II lotto” del febbraio 2006).
L’invaso previsto adotta una configurazione in derivazione rispetto al corso d’acqua; l’invaso è pertanto di
un opportuno manufatto di imbocco, di modulazione delle portate e di restituzione.
L’intervento inizia approssimativamente alla sezione 330 del rilevo, immediatamente a valle del manufatto
21, la restituzione delle portate derivate al corso d’acqua avviene invece a metà tra le sezioni 300 e 290.
Per maggiori dettagli circa l’ubicazione dell’area di invaso e le caratteristiche delle arginature e dei
manufatti accessori si rimanda alle tavole grafiche allegate.
L’area destinata all’invaso risulta interclusa da arginature non tracimabili; per le arginature esterne, il
coronamento a quota di tale da presentare almeno 1m di franco di sicurezza rispetto al livello di massimo
invaso della cassa. Nel tratto di monte le arginature lato fiume risultano leggermente più alte di quelle
esterne per contenere i livelli in alveo, mentre nel tratto di valle sono state abbassate, presentando esse
un sufficiente franco di sicurezza rispetto ai livelli in alveo, notevolmente più bassi. Complessivamente le
arginature esterne della cassa si attestano alla quota di 234.7 m s.l.m., mentre quelle lato fiume variano
tra 234.2 m s.l.m e 235.5m s.l.m.
Al fine di massimizzare i volumi di invaso è stata prevista la riprofilatura del piano campagna; il criterio
seguito è stato quello di mantenere una quota minima della cassa almeno superiore di mezzo metro al fondo
dell’alveo nella sezione di restituzione. È previsto di assegnare al fondo della vasca una pendenza del 0.2%
per favorire il ruscellamento delle acque per tiranti esigui nella cassa.
TABELLA 1: CARATTERISTICHE DELL’INVASO PREVISTO ENTRO IL LOTTO 1A.
Area complessiva (mq) 33300
Area al netto degli argini (mq) 23350
Volume di invaso (mc) 91600
Quota di massimo invaso (m s.l.m) 233.7
Quota di coronamento delle arginature esterne (m s.l.m) 234.7
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Quota di coronamento delle arginature lato fiume (m s.l.m) 234.2-235.5
Quote di fondo cassa di progetto (m s.l.m) 229.9-230.6
Quote di P.C. allo stato di fatto (m s.l.m) 232-233.5
Volume di scavo stimato (mq) 57000
Il manufatto di imbocco consiste in una soglia sfiorante ottenuta mediante un abbassamento locale delle
arginature lato fiume della cassa, fino ad una quota pari, o leggermente inferiore, a quella di massimo
invaso della cassa.
FIGURA 8: COLLOCAZIONE ENTRO IL TERRITORIO DEL COMUNE DI ALBANO S. ALESSANDRO DELL’INVASO DI LAMINAZIONE PREVISTO NEL LOTTO
1A.
Un manufatto di modulazione (briglia di modesta altezza con un’opportuna luce di fondo che consenta lo
smaltimento non rigurgitato della portata di magra del torrente) è posto appena più a valle dell’imbocco
della cassa di laminazione crea un rigurgito controllato al passaggio della portata di progetto, che innalza
localmente i tiranti favorendo il riempimento dell’invaso. È stato verificato preliminarmente, mediante
modellazione idrodinamica monodimensionale, che il rigurgito dovuto al modulatore non aggrava
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ulteriormente lo scenario di criticità idraulica in cui verte il manufatto scatolare collocato immediatamente
a monte dell’intervento.
Infine il manufatto di restituzione della portata in alveo è costituito da uno scarico di fondo ed un troppo
pieno di emergenza, con quota di attivazione pari alla quota di massimo invaso.
Completa infine l’intervento la realizzazione di un tratto di arginatura sulla sponda opposta (sinistra), estesa
dalle spalle del manufatto 21 fino a chiudersi al livello del modulatore, al fine di proteggere la sponda
opposta dal rigurgito dovuto al manufatto di regolazione delle portate di progetto.
Sempre all’interno di questo lotto sono stati previsti interventi volti al convogliamento, drenaggio e recapito
delle acque provenienti dal ruscellamento dei versanti in sponda sinistra. Risulta infatti che, allo stato di
fatto le suddette acque non sono convogliate in alcuna porzione di rete di drenaggio urbana, ma sono libere
di ruscellare in superficie verso il T. Zerra; pertanto, in assenza di opportuna regimazione, la realizzazione
della cassa d’espansione, con le relative arginature, comporterebbe un ostacolo al loro deflusso verso il T.
Zerra.
Come accennato all’inizio del capitolo, per tutti gli invasi previsti entro il lotto 1 sono state previste due
differenti configurazioni, in base alle quale è stato pre-dimensionato il manufatto di imbocco:
- Configurazione A: gli invasi si riempiono completamente per l’evento di Tr=100 anni;
- Configurazione B: gli invasi si riempiono completamente per l’evento di Tr=50 anni.
La valutazione della capacità di laminazione degli invasi è stata effettuata con l’ausilio della modellazione
idrodinamica monodimensionale mediante il software HEC-RAS. Oltre agli eventi di progetto per i quali sono
state dimensionati i manufatti di imbocco in modo da comportare la completa occupazione dei volumi di
invaso disponibili, è stato valutato il comportamento delle casse e la loro efficacia laminativa per eventi
con tempo di ritorno inferiore; questo al fine di valutare se la configurazione B consente sostanziali benefici
rispetto alla A per eventi di tempo di ritorno minori.
CONFIGURAZIONE A: CASSA DIMENSIONATA PER TR=100 anni
Configurazione A – evento di progetto
Si riportano ora i risultati ottenuti dalla modellazione idrodinamica del funzionamento della cassa
d’espansione in analisi al verificarsi dell’evento di progetto (Tr=100), per il quale il volume di invaso
disponibile risulta interamente sfruttato.
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FIGURA 9: LAMINAZIONE DELL’EVENTO TR=100 (EVENTO DI PROGETTO) APPORTATA DALL’AREA DI LAMINAZIONE PREVISTA NEL LOTTO 1A .
Come si vede dalla figura precedente, il picco dell’idrogramma in ingresso all’area di invaso si attesta sui
77.6mc/s, mentre il colmo di quello laminato, in uscita dalla cassa è pari a 67.4mc/s. L’effetto della cassa
d’espansione è quindi di abbattere il colmo della piena centenaria di circa 10.2 mc/s. Più nel dettaglio,
l’invaso in analisi porta il colmo della portata centenaria ad un valore paragonabile a quello di una
cinquantennale (colmo Tr=50 anni è Q=68.8mc/s)
Configurazione A – evento Tr=50 anni
Si è verificato ora il funzionamento della cassa d’espansione dimensionata per l’evento centennale al
verificarsi della piena avente Tr=50anni. In questa situazione, circa l’88% del volume d’invaso viene
occupato.
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FIGURA 10: LAMINAZIONE DELL’EVENTO TR=50 ANNI APPORTATA DALL’AREA DI LAMINAZIONE PREVISTA NEL LOTTO 1A, DIMENSIONATA PER
L’EVENTO DI TR=100ANNI.
Come si vede dalla figura precedente, il picco dell’idrogramma in ingresso all’area di invaso si attesta sui
68.8mc/s, mentre il colmo di quello laminato, in uscita dalla cassa è pari a 58.8mc/s. L’effetto della cassa
d’espansione è quindi di abbattere il colmo della piena centenaria di circa 10.0 mc/s. In questa situazione,
il colmo della portata laminata dalla cassa risulta inferiore a quella dell’evento ventennale (per Tr=20anni
Q=65.9mc/s).
Configurazione A – evento Tr=20 anni
Si è verificato ora il funzionamento della cassa d’espansione dimensionata per l’evento centennale al
verificarsi della piena avente Tr=20anni. In questa situazione, circa il 79% del volume d’invaso viene
occupato.
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FIGURA 11: LAMINAZIONE DELL’EVENTO TR=20 ANNI APPORTATA DALL’AREA DI LAMINAZIONE PREVISTA NEL LOTTO 1A, DIMENSIONATA PER
L’EVENTO DI TR=100ANNI.
Come si vede dalla figura precedente, il picco dell’idrogramma in ingresso all’area di invaso si attesta sui
65.9mc/s, mentre il colmo di quello laminato, in uscita dalla cassa è pari a 55.0mc/s. L’effetto della cassa
d’espansione è quindi di abbattere il colmo della piena centenaria di circa 10.9 mc/s.
Configurazione A – evento del giugno 2016
Si è verificato ora il funzionamento della cassa d’espansione dimensionata per l’evento centennale al
verificarsi dell’evento di piena reale verificatosi nel giugno 2016 e caratterizzato da un tempo di ritorno
approssimativo di 5anni. In questa situazione, circa il 49% del volume d’invaso viene occupato.
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FIGURA 12: LAMINAZIONE DELLA PIENA DEL GIUGNO 2016 APPORTATA DALL’AREA DI LAMINAZIONE PREVISTA NEL LOTTO 1A, DIMENSIONATA
PER L’EVENTO DI TR=100ANNI.
Come si vede dalla figura precedente, il picco dell’idrogramma in ingresso all’area di invaso si attesta sui
43.3mc/s, mentre il colmo di quello laminato, in uscita dalla cassa è pari a 34.1mc/s. L’effetto della cassa
d’espansione è quindi di abbattere il colmo della piena centenaria di circa 9.2 mc/s.
CONFIGURAZIONE B: CASSA DIMENSIONATA PER TR=50 anni
Configurazione B – evento di progetto
I successivi risultati sono relativi alla configurazione B, in cui la cassa d’espansione è dimensionata per
l’evento avente Tr=50anni, per cui il volume di invaso è pienamente sfruttato.
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FIGURA 13: LAMINAZIONE DELL’EVENTO TR=50 (EVENTO DI PROGETTO) APPORTATA DALL’AREA DI LAMINAZIONE PREVISTA NEL LOTTO 1A .
Come si vede dalla figura precedente, il picco dell’idrogramma in ingresso all’area di invaso si attesta sui
68.8mc/s, mentre il colmo di quello laminato, in uscita dalla cassa è pari a 57.9mc/s. L’effetto della cassa
d’espansione è quindi di abbattere il colmo della piena centenaria di circa 10.9 mc/s, contro i 10mc/s che
erano ottenuti per il medesimo evento nella configurazione A.
Configurazione B – evento Tr=20 anni
Il verificarsi dell’evento ventennale comporta l’occupazione di circa l’89% del volume di invaso. Il picco
della portata in arrivo, pari a 65.9mc/s viene ridotto a 53.9mc/s, con una laminazione di circa 12mc/s,
contro i 10.9mc/s ottenuti nella configurazione precedente.
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FIGURA 14: LAMINAZIONE DELL’EVENTO TR=20 ANNI APPORTATA DALL’AREA DI LAMINAZIONE PREVISTA NEL LOTTO 1A, DIMENSIONATA PER
L’EVENTO DI TR=50ANNI.
Configurazione B – evento del giugno 2016
Il verificarsi della piena del giugno 2016 comporterebbe l’occupazione di circa il 53% del volume di invaso.
Il picco della portata in arrivo, pari a 43.3mc/s verrebbe ridotto a 33.2mc/s, con una laminazione di circa
10.1mc/s, contro i 9.2mc/s ottenuti nello scenario precedente.
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FIGURA 15: LAMINAZIONE DELLA PIENA VERIFICATASI IL GIUGNO 2016 APPORTATA DALL’AREA DI LAMINAZIONE PREVISTA NEL LOTTO 1A,
DIMENSIONATA PER L’EVENTO DI TR=50ANNI.
Si riporta ora un prospetto riepilogativo delle simulazioni svolte, avendo indicato con ‘Qin’ la portata in
ingresso all’invaso, e con ‘Qout’ quella laminata, infine Voccupato è la percentuale di volume di invaso
occupata dalla piena
Come si vede dal confronto tra i dati tabellati, la configurazione B consente, per eventi di tempo di ritorno
minore od uguale a 50 anni, di ridurre di circa 1mc/s le portate in uscita rispetto alla configurazione A,
apportando quindi un modesto vantaggio, a fronte della configurazione A consente invece di laminare tutti
gli eventi con tempo di ritorno compreso tra 50 e 100 anni, senza superare la capacità di invaso.
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TABELLA 2: RIEPILOGO DEI RISULTATI IN TERMINI DI LAMINAZIONE DELLA CASSA D’ESPANSIONE DI PROGETTO PER LE VARIE CONFIGURAZIONI ED I
TEMPI DI RITORNO INVESTIGATI.
Configurazione A Configurazione B
Tr Qin (mc/s) Qout (mc/s) Voccupato
(%)
Qin (mc/s) Qout (mc/s) Voccupato
(%)
100 77.58 67.36 100 / / /
50 68.84 58.82 88 68.84 57.93 100
20 65.93 54.99 79 65.93 53.94 89
Giu 2016 43.30 34.04 49 43.30 33.20 53
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5 INTERVENTI NON STRUTTURALI DI MITIGAZIONE DELLA PERICOLOSITA’
IDRAULICA ATTUALE
Affianco alla realizzazione di interventi strutturali, la mitigazione del rischio idraulico deve passare anche
per una serie di procedure, attività di pianificazione, monitoraggio, manutenzione e sensibilizzazione
dell’opinione pubblica volte alla tutela idraulica dei corsi d’acqua in esame e che sono da intendersi come
complementari alla realizzazione di opere di mitigazione del rischio.
Nello specifico, tra gli interventi non strutturali si sono individuati:
- Adeguamento, aggiornamento del PGT in funzione dei contenuti del PGRA;
- Revisione dei piani di Protezione Civile dei Comuni interessati dal presente studio in funzione delle
criticità emerse dall’approfondimento impostato;
- In fase di rinnovo delle autorizzazioni allo scarico delle attività produttive e degli attraversamenti
nei Torrenti Zerra, Seniga od al reticolo idrico secondario ad essi afferenti, imporre il
soddisfacimento dei criteri di invarianza idraulica;
- Attuare un piano di manutenzione ordinaria per la periodica rimozione dei sedimenti e riprofilatura
dell’alveo nel tratto a valle della Confluenza tra il T. Zerra ed il T. Seniga e di tutti i ponti ed i
manufatti che vertono in condizioni di officiosità idraulica particolarmente critica (p. es il ponte di
Via Colleoni a Montello) come emerge anche dall’Elaborato C.
Al fine del monitoraggio delle dinamiche di piena del reticolo in esame, sarebbe inoltre opportuno integrare
il sistema di monitoraggio idrometrico attualmente rappresentato dall’idrometro posto sul Canale
Scolmatore del t. Zerra verso il f. Serio, gestito dal Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca
(cfr. figura seguente). Tale previsione è integrata negli interventi strutturali descritti, come illustrato anche
nel rispettivo quadro sommario di spesa esposto nel capitolo seguente.
FIGURA 16 – IDROMETRO PRESENTE SUL CANALE SCOLMATORE E RELATIVA SCALA DI DEFLUSSO (ESPRESSA IN TIRANTI RISPETTO AL FONDO ALVEO)
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6 QUADRO SOMMARIO DI SPESA
Di seguito si riporta il quadro preliminare di spesa quantificato per gli interventi di mitigazione descritti nel
presente documento.
La stima degli importi lavori ed i rispettivi quadri economici discendono dalle informazioni disponibili al
momento della redazione del presente studio e sono validi nell’ipotesi, condivisa con il tavolo tecnico, che
la concentrazione di inquinanti presenti nei terreni su cui sono state preliminarmente individuati gli
interventi in oggetto rientri nei limiti di cui alla colonna A della Tabella 1 allegato 5, al titolo V parte IV del
decreto legislativo n. 152 del 2006 e s.m.i.
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LAVORI
L1_A CASSE DI LAMINAZIONE DI MONTE
L1_A1 Movimenti terra e opere di difesa idraulica € 800'000.00
L1_A2 Opere d'arte € 824'300.00
L1_A3 Opere ambientali e di varia finitura € 435'700.00
Totale Lavori ribassabili € 2'060'000.00
Oneri della sicurezza Lotto 1A € 100'000.00
A TOTALE OPERE LOTTO 1 A € 2'160'000.00
B SOMME A DISPOSIZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE
B1
Spese tecniche progettazione, Piano particellare
d'esproprio, studi ambientali, SIA, Direzione Lavori,
Contabilità, redazione del PSC e Sicurezza durante i
lavori compreso oneri prev.
€ 259'200.00
B2Indagini ambientali, topografiche, geognostiche,
archeologiche, belliche e di caratterizzazione terreni € 100'000.00
B3 Spese Tecniche per Verifiche e Validazione Progetto
comprese oneri€ 28'000.00
B4Collaudo idraulico, strutture e tecnico amministrativo in
corso d'opera e prove di laboratorio€ 43'200.00
B5Acquisizione aree, accordi bonari, indennizzi e servitù,
spese notarili e frazionamenti€ 891'000.00
B6 Accantonamente Incentivo Fondo art.113 D.Lgs. 50/2016 € 7'000.00
B7
Opere di monitoraggio compreso acquisto ed
installazione di idrometri a ultrasuoni (monte e valle),
stazioni di trasmissioni dati,
€ 100'000.00
B8 Imprevisti compreso IVA ed arrotondamenti € 261'712.00
B9Spese Generali, pubblicazione bando, contributi
commissioni e aggiudicazione, contributo ANAC€ 50'000.00
B10 Spostamento sottoservizi e altri oneri € 100'000.00
B11 IVA 22% su Lavori e Oneri della sicurezza € 475'200.00
B12 IVA 22% su B1+B2+B3+B4+B7+B9+B10 € 149'688.00
B TOTALE SOMME A DISPOSIZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE € 2'465'000.00
A+B TOTALE QUADRO ECONOMICO SOMMARIO LOTTO 1A € 4'625'000.00
Interventi di laminazione e ripristino ambiente golenale sul T. Zerra ad Albano
S.Alessandro e S. Paolo d'Argon
LOTTO 1A: CASSA IN DERIVAZIONE DI MONTE
QUADRO ECONOMICO SOMMARIO
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7 CRONOPROGRAMMA LAVORI
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