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Delib. G.R. 30 marzo 1998, n. 696 ME/AMB (1).
Adozione documento attinente alle "Linee guida per il piano di risanamento delle acque".
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(1) Pubblicata nel B.U. 21 maggio 1998, n. 40.
(Deliberazione non soggetta a controllo - Art. 17, comma 32, legge 15 maggio 1997, n. 127)
La Giunta regionale
omissis
Delibera
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1. di adottare, ai sensi della L. n. 319 del 1976, l'elaborato concernente le "Linee Guida del Piano di Risanamento delle Acque" (Allegato A alla presente), predisposto quale studio preliminare per la redazione del piano stesso e documento di indirizzo per gli atti della programmazione regionale e degli Enti locali, che attuano obiettivi di risanamento e di tutela dell'acqua;
2. di trasmettere copia di tale elaborato alla IV Commissione Consiliare e di esaminarlo in sede di Conferenza regionale e di Conferenze provinciali delle Autonomie.
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Allegato
Linea guida Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche
Premessa
La realizzazione del "Piano regionale per il risanamento delle acque dall'inquinamento e per il corretto e razionale uso delle risorse idriche" nasce dall'applicazione della L. n. 319 del 1976 che delegava alle Regioni le seguenti competenze:
1. la realizzazione dei Piani regionali di risanamento delle acque;
2. la direzione del sistema di controllo degli scarichi e degli insediamenti nonché il controllo degli scarichi nelle unità geologiche profonde;
3. il coordinamento e la verifica di coerenza dei programmi degli Enti locali;
4. l'esecuzione delle operazioni di rilevamento delle caratteristiche dei corpi idrici, in collaborazione con il servizio idrografico italiano, con gli uffici del genio civile ed avvalendosi degli uffici delle province per quanto attiene gli atti qualitativi;
5. la normativa integrativa e di attuazione dei criteri e delle norme in riferimento ad un corretto e razionale uso delle risorse idriche ai fini produttivi, irrigui, industriali e civili, alla regolamentazione dello smaltimento dei liquami nel suolo e nel sottosuolo, dei fanghi residuati dai cicli di lavorazione, la regolamentazione dell'installazione e dell'esercizio degli impianti di acquedotto, fognatura e depurazione, in particolare la delimitazione delle aree dove è ammesso lo smaltimento dei liquami nel suolo e nel sottosuolo.
In questi anni peraltro sono stati varati altri significativi atti legislativi in materia di acque, le cui disposizioni pertanto diventano motivo di riferimento e di confronto per la redazione del suddetto Piano.
Si ricordano in particolare le seguenti normative particolarmente importanti:
- L. n. 183 del 1989 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo";
- L. n. 36 del 1994 "Disposizioni in materia di risorse idriche" ("Legge Galli");
- L. n. 172 del 1995 "Modifiche alla disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli insediamenti civili che non recapitano in pubbliche fognature".
In particolare la L. n. 183 del 1989 e la attinente P.d.L. regionale sulla "Disciplina Regionale sulla Difesa del Suolo" nel definire il valore, le finalità e i contenuti dei Piani di bacino, stabiliscono che il "Piano di risanamento e tutela delle acque" dovrà essere ad essi coordinato ed adeguato.
La legge Galli rilevando che, "..tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché, non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà..." inserisce il concetto nuovo di "gestione idrica integrata del bacino idrografico" e quindi la creazione di un governo integrato dei bacini idrografici (Ambito Territoriale Ottimale) allo scopo di superare la attuale gestione frammentata del sistema "acqua".
In particolare, con gli art. 5 e 6 si ribadiscono due concetti fondamentali, già individuati all'art. 2 della L. n. 319 del 1976, quali:
- Risparmio idrico (risanamento e ripristino delle reti esistenti, installazione di reti duali, installazione di contatori per unità abitative e per attività produttive)
- Riutilizzo acque reflue (come già presente nella direttiva CEE 271/91, tipologie delle acque reflue suscettibili di riutilizzo, standard di qualità e di consumo, modalità di impiego delle acque reflue depurate, incentivi ed agevolazioni alle imprese che si dotano di impianti di riuso).
In attuazione delle L. n. 36 del 1994 e L. n. 183 del 1989 è stata approvata, ed è ora in fase di riesame da parte del Consiglio Regionale, la deliberazione legislativa n. 93 del 25 febbraio 1997 "Disciplina delle Risorse Idriche"; con tale atto sono stati individuati gli Ambiti Territoriali Ottimali con funzioni di programmazione e controllo delle attività e degli interventi necessari per
l'organizzazione e la gestione del servizio idrico integrato e viene previsto un fondo integrativo per la gestione di sistemi di monitoraggio e per interventi nel settore delle acque.
La L. n. 172 del 1995, che recepisce la direttiva CEE 271/91, stabilisce i criteri per l'individuazione delle aree sensibili e degli obiettivi di qualità dei singoli corpi idrici in cui sono recapitati gli scarichi.
Il Piano di Risanamento delle Acque della Regione Marche è pertanto fortemente interrelato con le finalità espresse dalle differenti discipline del settore e rappresenta un tassello di un più vasto sistema di pianificazione e di programmazione delle risorse idriche.
Per approntare la redazione del Piano è condizione indispensabile acquisire innanzitutto le conoscenze di base attinenti ai corsi d'acqua. In tal senso l'opera di monitoraggio e controllo costituisce un elemento significativo seppure non esaustivo di un più vasto programma di gestione e tutela del bene acqua rispondente alle esigenze della collettività.
Nelle Linee guida si è proposto quindi di verificare prioritariamente lo "stato attuale" (PARTE I ) relativo:
A) ai caratteri qualitativi e quantitativi dei corpi idrici superficiali e sotterranei (Cap. l-2-3-4-5);
B) ai caratteri antropici (Cap. 6);
È necessario, poi, realizzare una stima dei fabbisogni idrici ad uso civile, agricolo, industriale e idroelettrico evidenziando anche, sempre per bacino idrografico, un bilancio che tenga conto della domanda e dell'offerta della risorsa "acqua" (Cap. 7-8).
Dovrà essere, infine, realizzato un censimento delle infrastrutture presenti (depuratori, acquedotti, fognature etc. - Cap. 9) valutando:
- la loro distribuzione sul territorio;
- lo stato di efficienza degli impianti;
- la qualità del servizio erogato.
I compiti sopraelencati dovranno essere svolti, secondo le loro competenze, costituendi A.T.O., dal Servizio Lavori Pubblici, dai Servizi Decentrati opere Pubbliche e Difesa del suolo, dal servizio Tutela e Risanamento ambientale della Regione Marche e dall'A.R.P.A.M.
Nella PARTE II sono presentati gli obiettivi del "PIANO ACQUE" complessivo le cui articolazioni saranno oggetto di momenti successivi di intervento. L'approfondimento e l'interdisciplinarietà del lavoro consentiranno d'individuare i fattori critici caratterizzanti il sistema "acqua" e comporre un quadro ambientale e socio-economico del territorio in base al quale attuare le indicazioni qui fornite.
Nello specifico i Capitoli 10, 11 e 12 individuano gli obiettivi generali basati sul programma generale per gli usi, per il risparmio idrico e per i sistemi di riuso dell'acqua; i successivi capitoli (13, 14 e 15) esprimono in modo più diretto gli obiettivi in riferimento al settore dell'industria ed dell'agricoltura. Al riguardo si mette in evidenza l'importanza di una corretta applicazione del D.Lgs. n. 132 del 1992 e del D.Lgs. n. 133 del 1992.
Di seguito (cap. 16-25) sono approfondite le interazioni che il Piano dovrà avere con i settori d'interesse.
Si ribadisce che per il conseguimento degli obiettivi indicati si dovranno adottare criteri che tengano conto dei seguenti aspetti:
- semplicità 'intervento per il raggiungimento degli obiettivi;
- sovrapponibilità con gli obiettivi della pianificazione territoriale e di settore;
- coerenza con la tipologia d'uso attuale della risorsa idrica;
- coerenza con i limiti, imperativi e guida, delle normative vigenti;
- sinergia con la realtà socio-economica e fisica dell'area e con la tipologia di sviluppo prevedibile;
- valutazione del grado di soddisfazione delle emergenze ambientali e socio-economiche rilevanti.
La Regione Marche per quanto riguarda la disponibilità di risorse idriche riesce a coprire globalmente la domanda di acqua, anche se la loro distribuzione territoriale non è omogenea, quindi si passa da zone con situazioni di relativa abbondanza a condizioni di carenza.
I tipi di approvvigionamento idrico variano da provincia a provincia, per quando riguarda l'acqua da destinare al consumo umano, nel pesarese sono utilizzate le acque fluviali dopo adeguato trattamento depurativo secondo la classificazione del D.P.R. n. 515 del 1982, per le altre provincie la scelta è quella delle acque di subalveo con trattamenti di depurazione o acque di provenienza montana con caratteristiche oligominerali come nell'ascolano.
La Regione marche deve individuare delle riserve di acqua di particolare pregio, non per il loro sfruttamento, ma da tutelare e difendere come patrimonio ambientale.
Inoltre gli sforzi devono essere indirizzati verso il recupero qualitativo delle risorse disponibili, siano esse acque superficiali, con la riduzione del carico inquinante puntiforme degli scarichi industriali e civili, che falde acquifere interessate soprattutto da un inquinamento diffuso dovuto alla cattiva pratica agricola.
Il Piano Acque deve tenere conto oltre che della normativa n. 319/76 e successive integrazioni sino alla L. n. 172 del 1995, della legge n. 36 che ha introdotto gli ambiti territoriali ottimali, che dovranno portare gradatamente al superamento della frammentazione delle gestioni.
Particolare importanza inoltre dovrà essere data alle misure che portano al risparmio idrico attraverso, il ripristino delle reti idriche dove si evidenziano rilevanti perdite, la realizzazione di reti duali, l'installazione di contatori per usi industriali e civili ed il riutilizzo delle acque reflue.
Il Piano Risanamento delle Acque, seppur urgente, necessità di tempi relativamente lunghi per la sua completa realizzazione e conseguente ripercussione sul miglioramento globale della qualità delle acque.
Quindi parallelamente si sono individuate delle misure prioritarie per la salvaguardia delle acque superficiali e profonde (Cap. 26).
Inoltre, vengono riportate nella sessione Indirizzi Operativi alcune scelte tecniche che possono essere di ausilio al raggiungimento degli obiettivi del Piano.
Tale sessione è suddivisa nei seguenti argomenti: classificazione delle acque dolci superficiali, definizione delle aree sensibili, acque costiere, impianti di depurazione acque reflue civili, industria ed agricoltura.
Regione Marche - Giunta regionale Assessorato tutela e risanamento ambientale - urbanistica e cartografia - trasporti Servizio tutela e risanamento ambientale Linee Guida Piano Risanamento delle Acque * Struttura del Piano Stato attuale Obiettivi del Piano Misure urgenti di salvaguardia Inquadramento normativo
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Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Parte I Stato attuale - Caratteri qualitativi
Cap. 1 - CORPI IDRICI SUPERFICIALI
1.1 - Classificazione dei corpi idrici superficiali
1.2 - Individuazione dei tratti in cui vengono pregiudicati i minimi deflussi necessari alla vita negli alvei sottesi e tali da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati
1.3 - Mappa contenente le alterazioni nella qualità degli ecosistemi (flora, fauna)
1.4 - Individuazione delle aree sensibili
1.5 - Caratteristiche delle acque costiere
Cap. 2 - CORPI IDRICI PROFONDI
2.1 - Classificazione delle falde freatiche e quelle profonde con riferimento alle caratteristiche chimiche e biologiche
2.2 - Sorgenti - caratteristiche chimiche e biologiche
Cap. 3 - ACQUE SUPERFICIALI E PROFONDE A TUTELA INTEGRALE
3.1 - Mappa di vulnerabilità delle risorse idriche ad uso potabile
3.2 - Mappa di vulnerabilità dei corpi idrici destinati a garantire il mantenimento della vita acquatica (particolare riferimento alle acque delle aree naturali protette nazionali e regionali)
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Parte I Stato attuale - Caratteri fisici
Cap. 4 - ASPETTI MORFOLOGICI DEI BACINI IDROGRAFICI
4.1 - Bacini idrografici
4.2 - Localizzazione geografica
4.3 - Caratteri idrografici, geomorfologici, geologici, geochimici, idrogeologici
4.4 - Caratteristiche pedologiche
4.5 - Caratteristiche vegetazionali
Cap. 5 - ASPETTI IDROLOGICI
5.1 - Climatologia (regimi pluviometrici, nevologia, evapotraspirazione)
5.2 - Idrologia
5.3 - Laghi e serbatoi (portate, profondità massima, volume d'acqua)
5.4 - Corsi d'acqua naturali ed artificiali
5.4.1 - Corsi d'acqua naturali ed artificiali portate liquide (massime, minime, medie)
5.4.2 - Corsi d'acqua naturali ed artificiali portate solide (massime, minime, medie)
5.4.3 - Corsi d'acqua naturali ed artificiali - numero dei giorni consecutivi con portate nulle -
5.5 - Acque costiere
5.5.1 - Tipo di costa (alta, bassa) corsi d'acqua sfocianti
5.5.2 - Natura del fondale
5.6 - Falde acquifere sotterranee
5.6.1 - Modalità e condizioni di alimentazione e di deflusso
5.6.2 - Caratteristiche idrodinamiche (carico idraulico, velocità media, portata)
5.6.3 - Proprietà idrogeologiche (porosità, permeabilità, trasmissibilità)
5.7 - Verifica dell'entità del fenomeno di risalita delle acque marine lungo i fiumi e nelle falde idriche
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Stato attuale - Caratteri antropici
Cap. 6 - CARATTERI ANTROPICI
6.1 - Dati demografici
6.2 - Dati socio-economici
6.3 - Zone urbane con tendenze espansive
6.4 - Zone industriali, commerciali, produttive in genere
6.5 - Zone agricole
6.5.1 - Tipo di colture prevalenti e di attività irrigua
6.5.2 - Zone di rimboschimento e colture arboree da legno
6.5.3 - Pascoli ed allevamenti zootecnici intensivi
6.6 - Parchi e zone protette
6.7 - Aree marginali ed incolte
6.8 - Zone turistiche ricreative
6.9 - Zone adibite alla pesca ed all'acquacoltura compresa la molluschicoltura
6.10 - Miniere, cave, attività estrattive in alveo anche dismesse
6.11 - Siti destinati allo smaltimento dei rifiuti
6.12 - Impianti idroelettrici
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Parte I
Stato attuale - Usi
Cap. 7 - UTILIZZO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E PROFONDE
7.1 - Uso idro-potabile
7.1.1. - Quantità prelevata per diversi sistemi (sorgenti, pozzi, acque superficiali)
7.2- Uso naturalistico (particolare pregio - uso ricreativo)
7.3 - Uso irriguo e nella zootecnia
7.3.1 - Catasto delle utenze (derivazioni di acque superficiali, pozzi)
7.4 - Uso industriale
7.4.1 - Acqua prelevata, acqua riciclata, acqua trattata, acqua scaricata
7.5 - Uso idroelettrico
7.5.1 - Verifica della possibilità di utilizzare l'acqua invasata per situazioni di emergenza idrica
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Parte I Stato attuale - Bilanci
Cap. 8 - OTTIMIZZAZIONE DEGLI USI IDRICI PER BACINO IDRO GRAFICO
8.1 - Domanda-offerta per gli usi idro-potabili
8.2 - Domanda-offerta per gli usi ambientali
8.2.1 - Domanda del sistema floro-faunistico naturale
8.2.2 - Domanda di mantenimento dei flussi idrici superficiali e sotterranei
8.3 - Domanda-offerta per gli usi irrigui e zootecnici
8.4 - Domanda-offerta per gli usi industriali
8.5 - Domanda-offerta per gli usi idroelettrici
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Parte I Stato attuale - Sistemi a rete
Cap. 9 - INFRASTRUTTURE A RETE (catasto - stato)
9.1 - Opere di captazione delle sorgenti
9.2 - Opere di captazione da falde
9.3 - Opere di presa (laghi, corsi d'acqua)
9.4 - Adduzioni
9.5 - Serbatoi
9.6 - Impianti trattamento acque primarie (schema di processo)
9.7 - Reti di distribuzione
9.7.1 - Acquedotti per usi idro-potabili
9.7.2 - Acquedotti per usi industriali
9.8 - Canalizzazioni per irrigazione
9.9 - Fognature (differenziate in miste, bianche e nere)
9.10 - Impianti di depurazione acque nere (schemi di processo)
9.10.1 - Impianti di depurazione scarichi civili
9.10.2 - Impianti di depurazione di scarichi misti civili ed industriali
9.11 - Impianti di acquedotto per usi energetici
9.12 - Sistemi idrici per usi diversi
9.13 - Catasto degli scarichi
9.14 - Impianti per il riuso
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Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Parte II Obiettivi del Piano: Aspetti generali
Cap. 10 - PROGRAMMA GENERALE PER GLI USI
10.1 - Individuazione delle aree ad elevato valore idrogeologico
10.2 - Provvedimenti a tutela delle acque da riservare al consumo umano e delle aree di salvaguardia
10.3 - Programma di interventi per il miglioramento o il mantenimento degli standards di qualità prefissati
Cap. 11 - RISPARMIO IDRICO
11.1. - Programma per il contenimento delle perdite
11.2 - Programma per il contenimento dei consumi
11.3 - Verifica della possibilità di sistemi duali per usi potabili e per usi meno pregiati (per tale scopo verificare l'utilizzo dei vecchi acquedotti comunali)
Cap. 12 - SISTEMI DI RIUSO
12.1 - Riutilizzo in agricoltura delle acque depurate
12.2 - Riutilizzo diretto in agricoltura dei fanghi di depurazione o come frazione organica umificata per la produzione di ammendante organico
12.3 - Riutilizzo nell'industria di acque depurate
12.4 - Limitare il prelievo di acqua di falda (o di qualità) negli usi industriali tramite il riciclo della medesima o il suo riutilizzo in altri impieghi successivi.
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Parte II Obiettivi del Piano: Industria
Cap. 13
13.1 - ACQUE PRIMARIE
13.1.1 - Acquedotti ad uso industriale
13.1.2 - Epicresi - incentivare la depurazione ed il riutilizzo delle acque di processo
13.1.3 - Verifica dell'effettiva possibilità di riutilizzo, per bacino idrografico, delle acque effluenti dagli impianti di depurazione comunali o consortili
13.1.4 - Applicazione del D.Lgs. n. 132 del 1992
13.2 - ACQUE DI SCARICO
13.2.1 - Censimento degli scarichi industriali (Provincie)
13.2.2 - Sistemi di depurazione utilizzati per conseguire il rispetto delle norme di emissione
13.2.3 - Indicazioni delle migliori tecnologie disponibili di cui gli impianti devono dotarsi
13.2.4 - Applicazione di misure necessarie per ridurre il carico inquinante nelle acque al fine del conseguimento degli obiettivi di qualità, nell'ambito dei singoli bacini e sotto bacini
13.2.5 - Applicazione del D.Lgs. n. 133 del 1992
13.2.6 - Mappa delle industrie che producono o utilizzano famiglie e gruppi di sostanze contenuti negli elenchi I e II dell'allegato A del D.Lgs. n. 133 del 1992.
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Parte II Obiettivi del Piano: Agricoltura
Cap. 14 - Fattori che concorrono alla modificazione del suolo agricolo:
14.1 - Uso di concimi inorganici e fitofarmaci
14.2 - Analisi pedologica
14.3 - Modificazioni delle caratteristiche fisiche dei terreni (tessitura, solubilit... dei sali)
14.4 - Sistemi di aratura
14.5 - Grosse superfici arate non ricoperte di manto vegetale
14.6 - Individuazione delle zone vulnerabili
Cap. 15 - INTERVENTI
15.1 - Riduzione dell'uso dei prodotti chimici quali nitrati in agricoltura
15.2 - Aumento dell'uso di sostanza organica come ammendante, che ripristina la permeabilità dei terreni e la capacità di trattenere l'acqua
15.3 - Introduzione del codice di buona pratica agricola per la salvaguardia delle acque superficiali e profonde
15.4 - Programma di formazione ed informazione degli agricoltori per l'applicazione dei codici di buona pratica agricola
15.5 - Predisposizione di un programma di controllo al fine di verificare l'efficacia del programma di interventi
15.5.1- Programma di controllo della concentrazione di nitrati nelle acque superficiali e sotterranee da effettuare ogni due anni
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Parte II Obiettivi del Piano: Interazioni tra gli usi
16 - PIANO PER GLI USI IDRO-POTABILI
16.1
17 - PIANO PER GLI USI INDUSTRIALI
17.1
18 - PIANO PER GLI USI AGRICOLI
18.1
19 - PIANO PER GLI USI ENERGETICI
19.1
20 - PIANO DELLE ESIGENZE AMBIENTALI E DI TUTELA
20.1
21 - PIANO DEGLI SMALTIMENTI LIQUIDI
21.1
22 - PIANO PER IL MONITORAGGIO DEL SISTEMA ACQUA
22.1 - Applicazione del monitoraggio previsto dall'I.R.S.A. CNR
23 - GESTIONE DEL PIANO
23.1
24 - FABBISOGNI FINANZIARI
24.1
25 - PROGRAMMA DI ATTUAZIONE
25.1 - Documentazione degli investimenti regionali effettuati
25.2 - Scala delle priorità
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Misure urgenti di salvaguardia delle acque superficiali e profonde
Cap 26 - MISURE URGENTI DI SALVAGUARDIA ACQUE SUPERFICIALI E PROFONDE
26.1 - Definizione dei corpi idrici da assoggettare a speciali vincoli e limitazioni, con particolare riferimento alle acque superficiali destinate al consumo umano, alle acque di balneazione, alle acque a debole ricambio, alle falde acquifere ed alle acque sotterranee in genere
26.2 - Misure per garantire la tutela igienico - sanitaria delle acque (uno dei problemi più evidenti sono gli inquinamenti microbiologici ed organici dovuti a scarichi civili e zootecnici)
26.3 - Risanamento delle falde attraverso la riduzione dell'uso di fertilizzanti inorganici
26.4 - Determinazione dei criteri per la riduzione del carico di nutrienti versati a mare e degli altri fattori inquinanti
26.5 - Verifica degli interventi (fognature) per convogliare i liquami agli impianti di depurazione centralizzati con trattamenti terziari
26.6 - Verifica della capacità depurativa degli impianti (tabella per tutti gli impianti dei coefficienti di rimozione, definizione dei costi ambientali benefici)
26.7 - Incentivo al riuso delle acque in uscita agli impianti di depurazione con trattamenti terziari
26.8 - Individuazione di un programma per limitare i prelievi di acqua superficiale o sotterranea, da parte di soggetti che provvedono autonomamente all'approvvigionamento
26.9 - Prescrizioni da osservare per un uso razionale ed ottimale dell'acqua
26.10 - Obbligo di un idoneo misuratore di portata per stabilire per ogni tipo di utenza i consumi
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Inquadramento normativo
NORMATIVE NAZIONALI
Il quadro di riferimento normativo diretto o indiretto per questo studio è assai ampio. In ordine cronologico le principali norme nazionali e regionali sono:
- L. 10 maggio 1976, n. 319 "Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento".
- L. 24 dicembre 1979, n. 650 "Integrazioni e modifiche della L. n. 171 del 1973 e L. n. 319 del 1976, in materia di tutela delle acque dall'inquinamento.
- Delib. 4 febbraio 1977 del "Comitato dei Ministri per la tutela delle acque dall'inquinamento".
- D.P.R. 8 giugno 1982, n. 470 "Attuazione della Direttiva (CEE) n. 76/160 relativa alla qualità delle acque di balneazione".
- D.P.R. 3 luglio 1982, n. 515 "Attuazione della Direttiva (CEE) n. 75/440 concernente la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile".
- D.P.R. 24 maggio 1988, n. 236 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano.
- L. 18 maggio 1989, n. 183 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo".
- D.Lgs. 25 gennaio 1992, n. 130 "Attuazione della direttiva 78/659/CEE sulla qualità delle acque dolci che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci".
- D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 132 "Attuazione della direttiva 80/68/CEE concernente la protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose".
- D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 133 "Attuazione delle direttive 76/464/CEE, 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE, 88/347/CEE e 90/415/CEE in materia di scarichi industriali di sostanze pericolose nelle acque".
- L. 5 gennaio 1994, n. 36 "Disposizione in materia di risorse idriche".
- L. 17 maggio 1995, n. 172 "Modifiche alle discipline degli scarichi delle pubbliche fognature".
- NORMATIVE DELLA COMUNITÀ EUROPEA
- Direttiva del Consiglio n. 75/440/CEE del 16 giugno 1975, concernente la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile.
- Direttiva del Consiglio n. 76/160/CEE dell'8 dicembre 1975, concernente la qualità delle acque di balneazione.
- Direttiva del Consiglio n. 76/464/CEE del 4 maggio 1976, concernente l'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose scaricate nell'ambiente idrico della Comunità.
- Direttiva del Consiglio n. 78/659/CEE del 18 luglio 1978 sulla qualità delle acque dolci che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci.
- Direttiva del Consiglio n. 79/923/CEE del 30 ottobre 1979 relativa ai requisiti di qualità delle acque destinate alla molluschicoltura.
- Direttiva del Consiglio n. 80/68/CEE del 17 dicembre 1979 concernente la protezione.
- Direttiva del Consiglio n. 80/778/CEE del 15 luglio 1980 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano.
- Direttiva del Consiglio n. 86/278/CEE del 12 giugno 1986 concernente la protezione dell'ambiente, in particolare del suolo, nell'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura.
- Direttiva del Consiglio n. 88/347/CEE del 16 giugno 1988 che modifica l'allegato II della Direttiva 86/280/CEE concernente i valori limite e gli obiettivi di qualità per gli scarichi di talune sostanze pericolose che figurano nell'elenco I dell'allegato della Direttiva 76/464/CEE.
- Direttiva del Consiglio n. 91/271/CEE del 21 maggio 1991 concernente il trattamento delle acque reflue urbane.
- Direttiva del Consiglio n. 91/676/CEE del 12 dicembre 1991 relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole.
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Regione Marche - Giunta regionale Assessorato tutela e risanamento ambientale - urbanistica e cartografia - trasporti
Servizio tutela e risanamento ambientale Linee Guida Piano Risanamento delle Acque * Indirizzi operativi Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Indirizzi operativi
PROPOSTA DI INDIRIZZI OPERATIVI
Nella realizzazione delle Linee Guida del Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche si sono analizzati diversi aspetti i quali hanno portato a definire i seguenti indirizzi operativi da adottare:
- Caratteristiche delle acque superficiali definendo dei criteri di qualità ambientali per stabilire l'esatto livello di contaminazione raggiunto e per stabilire altresì in maniera certa e non soggettiva gli interventi più opportuni per il miglioramento o il mantenimento di standard di qualità prefissati.
- Valutazione dei carichi inquinanti, tenendo conto delle portate e degli effetti che gli inquinanti esercitano sulle caratteristiche del corpo idrico.
- Individuazione delle zone sensibili nelle quali devono essere applicati limiti più restrittivi per a) standard qualitativi degli scarichi, b) progettazione di interventi per l'abbattimento di carichi potenzialmente responsabili di effetti dannosi.
- Tutti gli interventi devono avere lo scopo di mantenere inalterate le caratteristiche della parte più pregiata delle risorse idriche e di recuperare la salubrità nel medio periodo delle risorse idriche oggi compromesse.
A tal fine propone l'applicazione di limiti più restrittivi per gli scarichi di impianti di trattamento, medio grandi, inoltre si deve privilegiare l'introduzione di tecnologie che portano al riutilizzo degli scarichi trattati sia nell'industria che in agricoltura.
Per quanto riguarda il riutilizzo in agricoltura occorre prevedere degli standard qualitativi che, tenendo conto degli aspetti igienico-sanitari, ne rendono possibile il riuso.
- Potenziamento e ristrutturazione della rete acquedottistica secondo ipotesi di Ambito Territoriale Ottimale in applicazione della L. n. 36 del 1994.
Per la protezione delle falde acquifere, si sono individuati come prioritari tre aspetti, a) l'applicazione del D.L. 27 gennaio 1992, n. 132 in attuazione della direttiva 80/68/CEE concernente la protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose, b) l'applicazione del D.L. 27 gennaio 1992, n. 99 concernente la protezione dell'ambiente ed in particolare del suolo, nell'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura, c) la diminuzione dell'utilizzo di concimi chimici e la reintroduzione della buona pratica agricola.
- Particolare attenzione deve essere posta agli scarichi in prossimità delle foci o diretti sul mare. Inserendo il litorale tra le aree sensibili a rischio di eutrofizzazione e di particolare interesse sia per uso ricreativo (balneazione) che come sfruttamento (molluschicoltura, marecoltura), saranno applicati sempre per gli scarichi sia i parametri chimico-fisici che batteriologici contenuti nella tabella A della L. n. 319 del 1976 per garantire l'idoneità delle acque costiere a tali usi.
Di seguito vengono riportate le proposte dei criteri da adottare per il recupero ed il mantenimento di standard qualitativi prefissati.
Tali indirizzi operativi devono appartenere al Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche, devono essere, quindi, parte integrante del "Piano Acqua".
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Caratteri qualitativi
1. DEFINIZIONE DEI CRITERI DI QUALITA' DELLE ACQUE
È indispensabile stabilire l'esatto livello di contaminazione raggiunto dai corpi idrici superficiali e profondi per definire gli interventi più opportuni per il miglioramento o per il mantenimento degli standard di qualità prefissati.
L'individuazione semplice ed univoca della tipologia di un corpo idrico, sia esso superficiale o sotterraneo, naturale o artificiale, tramite indici di qualità o classi di qualità, è uno strumento importante per la pianificazione del territorio e la programmazione degli interventi di tutela e gestione delle risorse.
La proposta di unificazione dei criteri per la classificazione dei corpi idrici in relazione alla destinazione d'uso dell'acqua e non per ultimo considerandoli come un insieme di ecosistemi da non danneggiare (art. 3, L. n. 36 del 1994).
A partire dai dati contenuti nella tabella 1, relativa al D.P.R. n. 515 del 1982 e D.Lgs. n. 130 del 1992, e il D.P.R. n. 470 del 1982 non riportato, i parametri utilizzati per stabilire le classi di qualità sono quelli individuati come peculiari e rappresentativi della realtà regionale, inoltre questi collimano in larga parte con quelli individuati nell'applicazione del metodo IRSA-CNR.
Per sopperire alla carenza della valutazione del carico inquinante, per l'incompletezza dei dati sulle portate, sulle modalità di circolazione e trasformazione degli inquinanti, sono stati affiancati ai dati chimico-fisici microbiologici le valutazioni degli indici biotici.
Il monitoraggio biologico consente di valutare gli effetti di inquinamenti prodottisi nel tempo, informa sui profili dinamici sulle condizioni metaboliche e sulle capacità autorigeneranti dell'ambiente considerato.
(Tab. 1)
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Indirizzi operativi: Classificazione delle acque superficiali
1.2 CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE DOLCI SUPERFICIALI
CLASSE 1: Approvvigionamento idrico per usi civili con trattamento semplice e clorazione, estetico ricreativo con acque a sopportare popolazione ittica a salmonidi.
Tutti gli usi previsti nelle classi successive.
CLASSE 2: Approvvigionamento idrico per usi civili con trattamento e clorazione, balneazione (acque di buona qualità), estetico ricreativo medio, con acque atte a supportare popolazione ittica a caprinidi.
Tutti gli usi previsti nelle classi successive.
CLASSE 3: Balneazione (acque di scarsa qualità), uso irriguo per colture sensibili, uso industriale di buona qualità, acquacoltura.
Tutti gli usi previsti nelle classi successive.
CLASSE 4: Approvvigionamento idrico per uso civile con trattamento spinto e clorazione break-point, uso irriguo per colture semitolleranti, uso estetico-ricreativo di scarsa qualità e con acque atte a supportare popolamento ittico di specie poco esigenti, uso industriale di media qualità.
Tutti gli usi previsti nelle classi successive.
CLASSE 5: Uso irriguo per specie tolleranti, uso industriale con acque di scarsa qualità.
(Tab. 2)
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Classificazione delle acque superficiali METODO DI CLASSIFICAZIONE CORPI IDRICI Unità di Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Parametri misura Temperatura C 0-22 22,01-25,0 25,01-26,0 26,01-28,0 > 28,0 02Disc. mg/l 7-10 3,01-10,01 3,0-7,0 > 3,0 BOD 5 mg/l 0,0-3,0 3,01-5,0 5,01-7,0 7,0-9,0 > 9,0
COD mg/l 0,0-10 10,1-15,0 15,1-20,0 20,1-25,0 > 25,0 AmmoniacaN-NH4+ mg/l 0,0-0,03 0,03-0,50 0,50-1,0 1,0-1,5 > 1,5
Nitrati N-No3- mg/l 0,0-0,05 0,05-2,00 2,00-10,0 > 10,0 Fosforo tot (P) mg/l 0,0-0,05 0,05-0,10 0,10-0,20 0,20-0,50 > 0,50 Mat. Sosp. Tot. mg/l 0,0-25,0 25,0-60.0 60,0-80,0 80,0-400 > 400 Tensioattivi MBAS mg/l 0,0-0,10 0,10-0,20 0,20-0,50 0,50-0,80 > 0,80
Oli min. (idroc.) mg/l 0,0-0,02 0,02-0,05 0,05-0,2 0,20-0,50 > 0,50
Fenoli µg/l 0,0-1 1-5,0 5,0-20,0 20,0-50,0 > 50,0 Cadmio µg/l 0,0-0,5 0,5-2,5 2,50-5,0 5,0-10,0 > 10,0 Cromo tot. µg/l 0,0-20,0 20,0-50,0 50,0-100 > 100 Ferro µg/l 0,0-100 100-300 300-500 500-1000 > 1000 Rame µg/l 0,0-10,0 10,0-30,0 30,0-50,0 50,0-60,0 > 60
Coliformi tot. cfu/100 ml 0-50 50-2.000 2.000-5.000 5.000-50.000 > 50.000
Coliformi fec. cfu/100 ml 0-20 20-100 100-2.000 2.000-20.000 > 20.000
Strept. Fec cfu/100 ml 0-20 20-100 100-1.000 1.000-10.000 > 10.000
I.B.E. Ambiente non inquinato
Ambiente leg. Inquinato
Ambiente molto inquinato
Ambiente fortemente inquinato
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Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Indirizzi operativi: Recettività ambientale dei corsi d'acqua
Criteri per l'individuazione dei tratti maggiormente vulnerabili e con una maggiore recettività ambientale
L'inquinamento dei corsi d'acqua, dipende, chiaramente, oltre che dalle sostanze inquinanti che vi vengono immesse, anche dalla caratteristiche del fiume e quindi dalla sua recettività ambientale e dal suo potere di autodepurazione naturale.
Uno studio interdisciplinare approfondito (idraulico, morfologico-sedimentario, botanico-vegetazionale) riveste una notevole importanza nella scelte di norme e criteri tecnici che tendano a ridurre l'inquinamento delle acque.
Il fenomeno di "autodepurazione naturale" di un corso d'acqua dipende in maniera fondamentale dalle portate liquide, dalla velocità delle acque, dalla pendenza longitudinale del corso d'acqua e dai processi e dalle tendenze evolutive naturali in atto nel tratto considerato. I suddetti parametri non sono sicuramente indipendenti dalle caratteristiche morfologiche e sedimentologiche dell'alveo e non per ultimo dalle sue caratteristiche vegetazionali.
PARAMETRI CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 Processo prevalente in atto erosione e trasporto trasporto e
sedimentazione sedimentazione e trasporto
Velocità dell'acqua (Portata/Sezione dell'alveo)
elevata (V > 0.5 m/sec) media (V ÷ 0.5 m/sec - 0.1 m/sec)
bassa (V < 0.1 m/sec)
Caratteristiche granulometriche dell'alveo
ghiaia e sabbia sabbia e limo limo e argilla
Caratteristiche granulometriche delle sponde
ghiaia e sabbia sabbia e limo limo e argilla
Presenza di vegetazione con potere di fitodepurazione lungo l'alveo e le sponde
presente in maniera abbondante, cospicua e continua
presente in maniera discontinua
scarsamente presente o assente quasi del tutto
CLASSE 1: Il corso d'acqua presenta buone caratteristiche di recettività ambientale e di potere di autodepurazione. I processi prevalenti sono quelli erosivi e le caratteristiche morfologiche e sedimentologiche dell'alveo non favoriscono la permanenza di sostanze organiche inquinanti. Ottimo potere di autodepurazione associato però ad una buona qualità ambientale del corso d'acqua.
CLASSE 2: Il corso d'acqua presenta discrete caratteristiche di recettività ambientale e di potere di autodepurazione. I processi prevalenti sono quelli di trasporto e sedimentazione e le caratteristiche morfologiche e sedimentologiche dell'alveo favoriscono, talora, la permanenza di sostanze organiche inquinanti. Discreto potere di autodepurazione associato ad una discreta qualità ambientale del corso d'acqua.
CLASSE 3: Il corso d'acqua presenta scadenti caratteristiche di recettività ambientale e di potere di autodepurazione. I processi prevalenti sono quelli di sedimentazione e le caratteristiche morfologiche e sedimentologiche dell'alveo favoriscono sistematicamente la permanenza ed il ristagno di sostanze organiche inquinanti. Scadente potere di autodepurazione associato ad una qualità ambientale del corso d'acqua abbastanza bassa che evidenzia un ambiente fortemente compromesso.
In base a tali classi si dovranno stabilire dei parametri standard minimi di qualità delle acque di scarico che potranno essere immesse nei corsi d'acqua che dovranno essere maggiormente restrittivi spostandosi dalla classe 1 alla classe 3.
All'interno della classe 1, in particolare in aree sottoposte a tutela (parchi, riserve naturali etc..) dovranno essere individuati tratti che pur avendo una ottima recettività ambientale dovranno essere sottoposti ad una tutela integrale in virtù delle loro buone caratteristiche ambientali.
515/82 130/92
Parametro unità di misura A1 A2 A3 Vita Acquatica
Salmonidi Ciprinidi pH 6.5-8.5 5.5-9 5.5-9 6-9 6-9
Colore mg/l 10-20 (0) 50-100(0) 50-200(0) scala Pt Materiali Sospesi mg/l 25 - - 60 80
Temperatura C 25 25 25 21,5 28 Conducibilità µS/cm 1,000 1,000 1,000 - - Nitrati mg/l 25 25-50(0) 25-50(0) - - Ferro mg/l 0,3 1,0 1,0 0,3 1,0 Manganese mg/l 0,05 0,1 1,0 0,1 0,3 Rame mg/l 0,02 0,05 1,0 0,04 0,04 Zinco mg/l 3,0 5,0 5,0 0,30 0,40 Nichelio * mg/l 0,05 0,25 0,25 0,075 0,075 Cadmio mg/l 0,001 0,005 0,005 0,0025 0,0025 Cromo tot. mg/l 0,05 0,05 0,05 0,02 0,10 Piombo mg/l 0,05 0,5 0,5 0,01 0,05 Mercurio mg/l 0,001 0,001 0,001 0,0005 0,0005 Cloro attivo mg/l - - - 0,05 0,05 Cianuri mg/l 0,05 0,05 0,05 0,01 0,02 Solfati mg/l 150 150-250(0) 150-250(0) - - Cloruri mg/l 150 200 200 - - Ammoniaca mg/l 0,05 1,5 2-4(0) 0,04-1 0,2-1 Tensioattivi mg/l 0,2 0,2 0,5 0,2 0,2 Fosfato mg/l P2O5 0,4 0,7 0,7 P 0,07 0,14 Fenoli mg/l 0,001 0,005 0,01 0,01* 0,01* Oli minerali (idroc. Disc. o emulsio.)
mg/l 0,05 0,2 0,2 0,2 0,2
Pesticidi organoclorurati µg/l 1 2,5 50,
Pesticidi organofosforati µg/l 100 200 500
Nitriti mg/l 0,8 1,7 Ossigeno mg/l > 9 (50%) >7 (50%) BOD5 mg/l 5 9 Coliformi tot. n /100 ml 50 5.000 50.000 Coliformi fec. n /100 ml 20 2.000 20.00 Streptococchi fecali n /100 ml 20 1.000 10.000
Salmonelle Assenti in 5 litri
Assente in 1 litro
Assente in 1 litro
Struttura delle comunità Indice Biotico Esteso >10 Non inquinato Frequenza dei
campionamenti
Macrobentoniche (I.B.E.) 8 9 leggermente inquinato
almeno nei periodi di magra e
6 7 Inquinato di morbida
4 5 Nettamente inquinato
0 3 Fortemente inquinato
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Aree sensibili
DIRETTIVA N. 91/271/CEE
1) Laghi naturali, altre acque dolci, estuari e acque del litorale già eutrofizzati, o probabilmente esposti a prossima eutrofizzazione, in assenza di interventi protettivi specifici.
Per individuare il nutriente da ridurre mediante ulteriore trattamento, vanno tenuti in considerazione i seguenti elementi:
- nei laghi e nei corsi d'acqua che si immettono in laghi/bacini con scarso ricambio idrico o ove possono verificarsi fenomeni di accumulazione 1a sostanza da eliminare è il fosforo, a meno che non si dimostri che tale intervento non avrebbe alcun effetto sul livello dell'eutrofizzazione.
Nel caso di scarichi provenienti da ampi agglomerati si può prevedere di eliminare anche l'azoto.
- negli estuari e nelle acque del litorale a scarso ricambio idrico, ovvero in cui si immettono grandi quantità di nutrienti, provenienti da agglomerati estesi si rendono necessari interventi di eliminazione del fosforo e/o dell'azoto, a meno che non si dimostri che ciò non avrebbe comunque alcun effetto sul livello dell'eutrofizzazione.
2) acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile che potrebbero contenere, in assenza di interventi, una concentrazione di nitrato superiore a quella stabilita conformemente al D.P.R. n. 515 del 1982 concernente la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile.
3) invia di principio, le aree dove sia necessario un trattamento più completo per realizzare obiettivi stabiliti dalle direttive comunitarie che disciplinano l'uso delle acque (vita ittica, molluschicoltura, balneazione).
Si considera area meno sensibile un sistema o un ambiente idrico marino in cui lo scarico di acque reflue non ha conseguenze negative sull'ambiente, per le particolari condizioni morfologiche, idrologiche o più specificamente idrauliche dell'area in questione.
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Acque costiere
INDIRIZZI PER LA TUTELA DELLE ACQUE COSTIERE E DEGLI ESTUARI
Reti fognarie
Le acque reflue urbane che si immettono in acque recipienti considerate «aree sensibili», come le acque del litorale o gli estuari, devono essere recapitate in reti fognarie.
Le reti fognarie devono tener conto:
i) del volume e delle caratteristiche delle acque reflue urbane;
ii) della prevenzione di eventuali fuoriuscite.
Le stazioni di sollevamento devono essere sempre munite di un numero di macchine tale da assicurare una adeguata riserva;
iii) della limitazione dell'inquinamento delle acque recipienti, dovuto a tracimazioni causate da piogge violente;
Gli scaricatori di piena devono essere dimensionati in modo da provvedere allo smaltimento delle acque di piena quando la portata superi un certo valore multiplo della portata media.
Qtot/Qi = Coefficiente di diluizione 4-6
Qtot = portata complessiva calcolata sulla base del carico medio settimanale massimo in ingresso all'impianto.
Qi = portata media di acque nere (tempo di secco)
Impianti di depurazione
Gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane che scaricano in «aree sensibili» devono prevedere fasi di depurazione che garantiscano un trattamento più spinto dei reflui nel rispetto della tabella 3.
Requisiti microbiologici
Per raggiungere i requisiti microbiologici richiesti dal D.P.R 8 giugno 1982, n. 470 per la definizione delle zone idonee alla balneazione, occorre applicare i limiti tabellari, (tab. A della L. n. 319 del 1976) per i parametri coliformi totali, coliformi fecali, streptococchi fecali, agli scarichi degli impianti di depurazione ubicati nella fascia costiera.
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Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Bacini idrografici Classificazione Rif. Denominazione Nazionale T Fiume Tevere Interregionali A Fiume Marecchia
B Torrente Conca C Fiume Tronto Regionali 1- Fiume Tavollo (accorpato al Conca) 2- Litorale tra Gabicce e Pesaro 3- Fiume Foglia 4- Rio Genica 5- Torrente Arzilla 6- Fiume Metauro 7- Litorale tra Metauro e Cesano 8- Fiume Cesano 9- Litorale tra Cesano e Misa 10- Fiume Misa 11- Litorale tra Misa e Fosso Rubiano 12- Fosso Ribiano 13- Fiume Esino 14- Litorale tra Esino e Musone 15- Fiume Musone 16- Rio Fiumarella o Bellaluce 17- Fiume Potenza 18- Fosso Pilocco 19- Torrente Asola 20- Fiume Chienti 21- Litorale tra Chienti e Tenna 22- Fiume Tenna 23- Fosso Valloscura - Rio Petronilla 24- Fiume Ete Vivo 25- Fosso del Molinello-Fosso S. Biagio 26- Fiume Aso 27- Rio Canale 28- Torrente Menocchia 29- Torrente Sant'Egidio 30- Fiume Tesino 31- Torrente Albula - Tor. Ragnola
d Fiume Savio (bacino di competenza della Regione Emilia Romagna)
b Torrente Vibrata (bacino di competenza della Regione Abruzzo)
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Impianti di depurazione
CAPACITA' DEPURATIVA DEGLI IMPIANTI TRATTAMENTO ACQUE REFLUE URBANE
Per ogni impianto deve essere valutata la capacità di rimozione degli inquinanti per verificare la validità delle scelte impiantistiche o le modalità gestionali.
DEFINIZIONE DI CAPACITA' DI RIMOZIONE DEGLI INQUINANTI
% CR (Inq. in entrata - Inq. in uscita) / Inq. in entrata X 100
Percentuali di rimozione da applicare agli impianti situati nelle aree sensibili
Parametri Percentuale minima di rimozione Richiesta biochimica di ossigeno 70-90 (BOD5 a 20 C) Richiesta chimica di ossigeno (COD) 75 Solidi sospesi totali 90
Dalla definizione della capacità recettiva sia idrica che di carico organico degli impianti di depurazione, si possono stabilire le modalità di scarico in fogna relative ad insediamenti produttivi.
È importante definire con precisione tale punto in quanto spesso scarichi di insediamenti industriali si sommano a quelli civili con modalità che tengono conto di un efficiente impianto a valle, quando questo in realtà non lo è o in alcuni casi non esiste. L'autorizzazione allo scarico in fogna di attività industriali deve avvenire solo se il recapito finale è un impianto di depurazione avente una capacità depurativa residua.
Gli impianti che hanno una capacità depurativa residua, possono accettare i liquami industriali, nei limiti quali-quantitativi fissati dall'ente gestore.
I liquami devono essere compatibili con la depurazione biologica, quindi non devono contenere parametri tossici e bioaccumulabili (*) superiori alla tab. C della L. n. 319 del 1976.
Lo scarico finale deve risultare conforme alla tab. A della stessa normativa o nei limiti più restrittivi quando siano previsti riusi o se il recapito è un corpo recettore definito "area sensibile".
* Inquinanti chimici tossici persistenti e bioaccumulabili per i quali non sono ammesse deroghe: metalli e non metalli tossici totali, arsenico, cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo, rame, selenio, zinco, fenoli, solventi organici aromatici, solventi organici azotati, oli minerali, solventi clorurati, pesticidi clorurati, pesticidi fosforati.
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Indirizzi operativi: Impianti di depurazione
IMPIANTI DI DEPURAZIONE SCARICHI CIVILI (schema di ipotesi di trattamento per il reimpiego dei reflui urbani nel rispetto dei vincoli sanitari direttiva CEE 271/91)
IMPIANTI DI DEPURAZIONE < 2.000 ab./equivalenti
Per le fasi per cui sono costruiti devono garantire una capacità di rimozione del 70%, i parametri che esprimono l'efficienza depurativa sono: BOD5, COD, solidi sospesi totali, fosforo totale e azoto totale.
Tipologie di impianti di trattamento acque per piccole comunità:
Tecniche "dure" o intensive
Fosse settiche di tipo Imhoff
Fossa biologica con fertirrigazione
Letti percolatori
Biodischi
Impianti a schema SBR (Sequencing Batch Reactors)
Impianti a fanghi attivi ad areazione prolungata e non
Tecniche morbide
Lagunaggio
Fitodepurazione
Fosse settiche: nelle fosse settiche di tipo Imhoff le acque reflue subiscono un processo settico di liquefazione con una parziale e limitata depurazione.
L'elevato livello di setticità crea pesanti problemi igienico-funzionali quando le fosse settiche sono posizionate a monte di un impianto di depurazione a fanghi attivi, quindi queste vanno eliminate quando è attivo l'impianto centralizzato.
Importante è la loro funzione quando vengono integrate con trattamenti in loco, quale la subirrigazione, garantendo un effluente facilmente assorbibile dal terreno.
Tale processo è indicato per il trattamento dei reflui di insediamenti civili di consistenza inferiore a 50 vani o a 5.000 mc.
Una corretta gestione prevede l'asportazione del fango almeno due volte l'anno ed il suo smaltimento in impianti centralizzati.
Filtri percolatori-biodischi: gli impianti con biomassa in fase adesa quali "filtri percolatori" e "biodischi" hanno dalla loro parte un ridotto impatto ambientale, ma presentano problematiche inerenti alla gestione, soprattutto per i piccoli impianti dove si hanno forti variazioni di carico inquinante e di portata.
Gli impianti a schema SBR (Sequencing Batch Reactor) vengono indicati per il trattamento dei liquami di piccole comunità (< 1.000 ab/eq) per la loro semplicità di funzionamento, flessibilità operativa, riduzione delle superfici occorrenti e per gli ottimi rendimenti.
La tecnica SBR che da maggiori garanzie è quella che prevede un comparto iniziale che funziona da selettore e la presenza della linea di ricircolo della miscela aerata.
Gli impianti biologici a fanghi attivi hanno dalla loro parte l'elevata capacità di rimozione degli inquinanti, ma hanno la ben documentata difficoltà di gestione e la scarsa capacità di far fronte alle variazioni di portata tipiche dei piccoli impianti.
Gli impianti a fanghi attivi ad areazione prolungata sono i più indicati per il trattamento dei liquami di piccole comunità, in quanto hanno un volume del settore biologico più elevato in grado di sopportare ampie variazioni di portata, inoltre si ha una minore produzione di fango di supero con tempi lunghi fra due spurghi successivi.
I piccoli impianti ad areazione prolungata presentano il problema dell'alleggerimento dei fanghi che si ritrovano nella sedimentazione finale ed una elevata concentrazione di azoto nitroso all'uscita.
Per ovviare a tali problemi i nuovi schemi di trattamento prevedono un "selettore", bacino di denitrificazione in testa all'impianto dotato di un sistema di miscelazione (fig. 1 A- B).
Il lagunaggio è particolarmente indicato per trattare liquami nelle zone rurali ed in particolare modo dove sono presenti elevate quantità di acque di diluizione.
È consigliabile adottare, almeno stagionalmente, lo schema a stagno aerato per evitare lo sviluppo di odori molesti.
Particolare importanza riveste il lagunaggio come trattamento terziario per piccoli e medi impianti biologici.
I vantaggi di questo processo sono:
- elevata qualità e stabilità dell'affluente
- protezione del corpo idrico recettore tramite l'azione di compensazione ed equalizzazione
- il lagunaggio si presta ad accogliere le acque di pioggia
- funzione di stoccaggio delle acque depurate per un eventuale riutilizzo in agricoltura (fig. 2 A-B).
I vantaggi della fitodepurazione sono essenzialmente:
- ridotti o nulli consumi energetici;
- semplicità gestionale con costi inferiori rispetto agli impianti tradizionali;
- buon inserimento ambientale;
- limitate quantità di biomasse di risulta.
Questo tipologia di impianto è da incentivare su piccola scala, quindi per scarichi di piccole comunità.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE 2.000-10.000 ab./eq.
Tutti gli agglomerati con numero di abitanti equivalenti tra 2.000 e 10.000 devono essere provvisti di reti fognarie e relativo impianto di depurazione entro e non oltre il 31 dicembre 2005, se recipienti in "aree sensibili" entro e non oltre il 31 dicembre 2000.
Questi impianti devono scaricare nei limiti della Tab. A, compresi i parametri microbiologici n. 47, 48, 49 della tabella A della L. n. 319 del 1976.
È importante prevedere il recupero delle acque depurate soprattutto per impianti aventi potenzialità intorno ai 10.000 ab./eq.
Infatti considerando una dotazione idrica di 250 litri per abitante un impianto di depurazione di 10.000 abitanti scarica giornalmente 2.500 mc/g, con punte durante il giorno di 60 l/sec (mattina, primo pomeriggio).
Questa quantità di acqua, se sottoposta a trattamenti terziari, quali ad esempio il lagunaggio, può essere riutilizzata nell'industria o in agricoltura per l'irrigazione di raccolti non destinati crudi al consumo umano.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE > 10.000 ab./eq.
Gli scarichi di questi impianti di depurazione rientrano generalmente nei limiti della tab. A della L. n. 319 del 1976, se si tiene conto del rapporto costo dell'impianto, costo di gestione-benefici dobbiamo come obiettivo fissare i limiti contenuti nella Direttiva CEE 271/91.
Direttiva CEE 271/91
(tab. 3)
CEE 91/271 L. n. 319 del 1976 % Diminuzione BOD5 25 mg/l 40 37 COD 125 mg/l 160 22 SST 35 mg/l 80 56 P tot. 2 mg/l 10 80 N-tot 15 mg/l - -
Questi impianti possono garantire, per la capacità residua depurativa posseduta, l'accettazione degli scarichi industriali compatibili con la depurazione biologica, anche al di sopra dei limiti della tab. C della L. n. 319 del 1976, tranne che per i parametri chimici tossici e bioaccumulabili (L. n. 172 del 1995).
Tenuto conto che i grossi impianti nella Regione Marche sono concentrati lungo la costa, bisogna tener presente il maggior carico idraulico nel periodo estivo, quindi nei calcoli della capacità residua tale sovraccarico va considerato.
L'utilizzo delle acque in uscita da tali impianti può essere molteplice: uso industriale, irrigazione di raccolti non destinati al consumo umano diretto o raccolti consumati dopo cottura, ecc.
Occorre evidenziare che in quasi tutti gli impianti di depurazione di queste dimensioni, nel periodo estivo, viene convogliata l'acqua proveniente da fossi che altrimenti sverserebbero in mare inquinanti derivanti o da scarichi non collettati alla fognatura principale o da scarichi di frazioni o di comuni vicini al litorale non provvisti di impianti di depurazione.
Le piogge, quasi sempre a carattere torrentizio del periodo estivo, fanno si che periodicamente, attraverso i troppo pieni, si scaricano in mare liquami non depurati.
Importanti sono quindi gli interventi di sdoppiamento delle fognature, soprattutto nel caso di condottamento di fossi, ai quali invece dovrebbe essere lasciata la loro funzione originale di recettori delle acque bianche.
Principali problematiche evidenziate nel settore trattamento liquami urbani nei comuni marchigiani:
- Gestionali (scarsa manutenzione delle apparecchiature elettromeccaniche, reti fognarie non adeguate, linea fanghi non in funzione, trattamento di disinfezione assente o non funzionante);
- Presenza di numerosi impianti non funzionanti;
- Scarsa e non costante rimozione degli inquinanti;
- Superamento dei parametri microbiologici (quasi tutti i piccoli impianti mancano di disinfezione o trattamento terziario).
Alla luce di tali problematiche, occorre che nel Piano di Risanamento delle Acque, vengano individuate le scelte tecniche migliorative per gli impianti esistenti, e la realizzazione di nuovi impianti che si avvalgono delle esistenti tecniche innovative.
Occorre inoltre valutare per le piccole comunità il rapporto costi-benefici tra la realizzazione di impianti piccoli e l'adeguamento di quelli esistenti o l'eliminazione di questi attraverso la realizzazione di impianti a carattere sovracomunale o la realizzazione del collettamento ad impianti esistenti di grandi dimensioni.
Le migliori tecnologie da utilizzare per il trattamento dei liquami di piccole comunità (> 10.000 ab/eq) sono quelle che hanno come requisiti la semplicità gestionale, la compensazione dei carichi idraulici ed un contenuto costo energetico.
Le principali tipologie di impianti, presenti nella Regione Marche, sono quelle basate sull'ossidazione biologica a fanghi attivi, secondo lo schema classico, che quasi sempre non rispondono ai requisiti sopra descritti.
Occorre verificare secondo la scheda "Impianti di depurazione" lo stato degli impianti sia dal punto di vista elettromeccanico e strutturale che attraverso la verifica della capacità di rimozione degli inquinanti.
Dal risultato dell'analisi si potranno valutare le eventuali scelte tecniche necessarie al miglioramento del processo depurativo.
Adeguamenti proposti per i piccoli impianti:
Realizzazione di un bacino di equalizzazione con funzione di denitrificazione per gli impianti che hanno variazioni di portata elevate con i problemi che ne conseguono.
Bacino di lagunaggio da realizzare negli impianti sottodimensionati o dove occorre avere effluenti di buona qualità per prevedere la loro riutilizzazione.
Verifica delle apparecchiature elettromeccaniche (sollevamenti, griglie autopulenti, temporizzazione delle turbine o delle soffianti ecc.)
Tabella II
Ipotesi trattamento per il reimpiego dei reflui urbani nel rispetto dei vincoli sanitari
Irrigazione Usi ricreativi Riutilizzo urbano
Raccolti non Raccolti Raccolti
destinati consumal ati destinati ad
consumo dopo essere Senza Riutilizzo Acqua Acqua cottura; con- non
umano diretto piscicoltura sumati
crudi contatto Con contatto industriale potabile potabile
Criteri sanitari B + F o D + (*) A + F F D + F B D + G C + D C E
Trattamento *** *** *** *** *** **primario * *** ***
Trattamento secondario *** *** *** *** *** *** ***
Filtrazione su sabbia o altri processi equivalenti
* * *** * *** **
molto spinti Nitrificazione * *** Denitrificazione ** Trattamento chimico-fisico di
chiarificazione
* **
Adsorbimento su carbone **
Scambio ionico,
demineralizza- * ** altri metodi di
zione Disinfezione * *** * *** * *** ***A
(*) Criteri sanitari: A assenza di solidi grossolani; eliminazione di gran parte delle forme atteri; C come A più un
abbattimento più completo dei batteri e parziale eliminazione dei virus; D al massimo, 100 rme fecale per 100 ml., nessuna particella
virale per 1000 ml., nessun effetto tossico per l'uomo, altri criteri richiesti per l'acqua potabile; F ici che possono lasciare residui indesiderabili nei raccolti o nei pesci; G
assenza di prodotti chimici che possono provocare irritazioni delle mucose e della pelle. Per per la salute umana sono indispensabili i processi
contrassegnati ***. Saranno ancora indispensabili i processi contrassegnati **. In certi casi i
h di contatto.
parassitarie; B come A più l'abbattimento di una gran parte dei b
coliformi per ml, nell'80% dei campioni; E nessun colifo
assenza di prodotti chim
soddisfare le esigenze poste dai rischi
trattamenti contrassegnati *.
***A Si richiede che la disinfezione venga praticata misurando il cloro libero dopo 1
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Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Indirizzi operativi: Industria
- INDUSTRIA
attere inorganico, se non per sversamenti occasionali (F. Aso, F. Tenna, T. Giano) di liquami contenenti metalli pesanti (Cr, Cu).
Gravissimi sono invece gli inquinamenti prodotti sulle acque profonde da scarichi industriali
o e usano le sostanze contenute nell'allegato A elenco I ed elenco II del D.Lgs. n. 133 del 1992.
Il Tricloroetilene, il Percloroetilene, il Cromo, responsabili dei due gravi inquinamenti delle falde
lla tab. C, per i parametri facilmente biodegradabili devono appartenere ai seguenti settori industriali:
2 - Lavorazione degli ortofrutticoli
3 - Lavorazione ed imbottigliamento delle bevande analcoliche
4 - Trasformazione delle patate
6 - Industria della birra
8 - Lavorazione di alimenti per animali provenienti da prodotti vegetali
flue urbane devono rispettare i limiti più restrittivi proposti dalla direttiva CEE/271/91 per gli impianti urbani ubicate in "aree sensibili" se superano la potenzialità di 4.000 abitanti equivalenti.
Non si evidenziano nei prelievi effettuati sui fiumi significative presenze di inquinanti di origine industriale, perlomeno a car
abusivi nelle provincie di Macerata ed Ancona (Tricloroetano, Cr VI).
È importante che il Piano Acqua delle Marche preveda la redazione di una mappa delle industrie che producon
acquifere sono contenuti nell'allegato A.
Gli scarichi che possono essere recapitati in pubblica fognatura, anche in deroga a
1 - Trasformazione del latte
5 - Industria della carne
7 - produzione di alcole e di bevande alcoliche
9 - Lavorazione di gelatina e colla a base di pelli e ossa
10- Fabbriche di malto
11- Industria di trasformazione del pesce.
Gli scarichi di tali attività che non recapitano in impianti di trattamento delle acque re
Dalla depurazione delle acque di scarico delle attività sopra elencate derivano di fanghi di supero per i quali devono essere previsti gli utilizzi diretti in agricoltura o come frazione umificata per la produzione del compost di qualità.
Piano Risanamento delle Acque della Regione Marche Indirizzi operativi: Agricoltura
AGRICOLTURA: STATO DELLE FALDE ACQUIFERE - LIMITAZIONE DELL'USO POTABILE DI NUMEROSI POZZI E ACQUEDOTTI - APPORTO ATTRAVERSO I FIUMI DI
l'agricoltura biologica.
ri alla riconversione del settore.
a parte degli
o biologica.
ione organica derivante dagli
di sostanza umificata, ben stabilizzata di buona qualità con rapporti di C/N/P tto ai liquami o ai soli
er lo spargimento dei liquami (zone di divieto prossime a pozzi ad uso
di frazione organica, che altrimenti o di concimi inorganici che provocano
ale soluzione rta in ad un m me ovvigionam nti idrici di notevole importanza.
ame
NUTRIENTI AL MARE.
- Tenuto conto degli obiettivi ultimi proposti dalla Comunità Europea per
- Considerato l'interesse di numerose associazioni di agricolto
- Viste le difficoltà di reperire, se non a costi elevati, ammendante organico dagricoltori.
- Considerato che la sostanza organica è l'unica ammessa nell'agricoltura integrata
L'ammendante organico di buona qualità può essere prodotto dalla frazscarti di varie attività industriale, dalla frazione verde frammiste con i fanghi di trattamento delle acque delle industrie alimentari o con i fanghi degli impianti di depurazione civili.
La richiesta controllati, oggi è molto elevata, inoltre tali additivi sono preferibili rispefanghi di depurazione per diversi motivi:
- Maggiore tutele per le acque profonde e superficiali da percolazione e infiltrazione
- Aumento della sofficità del terreno con l'humus
- Limiti imposti dalla legge pidropotabile - pendenza del terreno che non deve superare il 15%, indice di SAR non sempre idoneo per i liquami specie quelli che derivano da allevamenti di suini e cunicoli)
È importante quindi prevedere da una parte il riutilizzodiventerebbe rifiuto, dall'altra la diminuzione dell'usnumerose modificazioni al terreno.
T po breve tempoe
igliora nto della qualità delle acque sotterranee, ed alrecupero di alcuni appr
Piano Risan nto delle Acque della Regione Marche Indirizzi operat uivi: Rid zione dei nitrati
- CRITERI PER L'INDI UAZ E DEL CQU QU NITRAVID ION LE A E IN INATE DA TI
- Le acque dol super iali, in particolare quelle ut zate o d ione di acqua gono o possono contenere, se non si interviene una concentrazione dei nitrati
ilita dal D.P.R n. 515 del 1982 (2 /l).
ualora le ac e dolc otterranee contengono oltre 50 mg/l di nitrati o possono contenere più di 50 mg/l di nitrati se non si interviene.
ualora i laghi naturali di acqua dolce, o altre acque dolci, le acque costiere e quelle marine ultino eutrof e.
ODICE DI B NA ATICA AGRICO
i in cui l' terreno di fertilizzanti non è opportuna.
eno in pendenza ripida
odo da mantenere le dispersioni di nutrienti nell'acqua ad un livello
ra vegetale destinata o l'azoto che altrimenti potrebbe inquinare l'acqua con i nitrati.
- Predisposizione di piani di fertilizzazione, per ciascuna azienda, e la tenuta di registri sulle
Prevenzione dell'inquinamento delle acque dovuto allo scorrimento e alla percolazione dell'acqua
iano Risanamento delle Acque della Regione Marche
ci fic iliz destinate alla pro uzpotabile, contensuperiore a quella stab 5 mg
- Q qu i s
- Qris ich
- C UO PR LA
- Period applicazione al
- L'applicazione di fertilizzanti al terr
- L'applicazione di fertilizzanti al terreno saturo d'acqua, inondato, gelato o innevato
- Le condizioni per applicare il fertilizzante al terreno adiacente ai corsi d'acqua.
- La capacità e la costruzione di depositi per effluenti da allevamenti.
- Procedure di applicazione al terreno e uniformità di applicazione sia di concimi chimici che di effluenti di allevamento in maccettabile.
- Gestione dell'uso dei terreni, compreso l'uso delle rotazioni delle colture.
- Mantenimento, durante i periodi piovosi, di un quantitativo minimo di copertuad assorbire dal terren
applicazioni di fertilizzanti.
- oltre le radici nei sistemi di irrigazione.
PAgricoltura: Proposta di riuso dell'acqua depurata
BOD BOD Solidi Ossigeno Coli Prodotti agricoli Altri usi
Categoria dell'acqua totale Solubile Sospesi Disciolto Totali tipici irrigui mg/l mg/l mg/l mg/l n/100ml CATEGORIA
15 10 15 0,5 12 Qualunque prodotto Parchi e 1
i giardini quelli ad esclusione d
consumati crudi CATEGORIA
35 20 30 0,5 250 Frutta, ortaggi Zone verdi 2
Campi sportivi
CATEGORIA 3 45 - 40 0,5 - Foraggio, olive,
agrumi CATEGORIA
60 - 50 - , cereali, ste 4 0,5 Cotone Fore
barbabietole
Su dati di normative internazionali.
r il riuso in agricoltura delle acque reflue depurate dovranno essere rispettati i s
rologici: divieto di applicazione nelle zone di protezione dei pozzi di a azione idrica tabile.
ici: divieto di applicazione su aree con za superiore a è possibile rogare nel caso sia utilizzata l'irrigazione a goccia o su terreni con vegetazione permanente avente nzione di difesa del suolo.
ave eni di ruscell
zo iale ristagno idric uolo o su suoli salini o alcalini o ad elevato rischio di salificazione e/o alcalinizzazione.
Pe eguenti vincoli:
Vincoli idad uso po
liment
Vincoli pedolog penden l 15%,defu
Non si dovranno re in nessun caso fenom amento.
È vietato il riutiliz in aree con potenz o determinato dalla tessitura del s
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Regione Marche - Giunta regionale Assessorato tutela e risanamento ambientale urbanistica e cartografia - trasporti SERVIZIO TUTELA E RISANAMENTO AMBIENTALE Linee Guida Piano Risanamento delle Acque * Impianti di depurazione scarichi civili * Stato delle acque superficiali
Qualità delle acq ne ue di balneazio D.P.R. 8 giugno 1 82, n. 470 - D.G.R. 27 dicembre 1996, n. 3979 9 Litorale idoneo Litorale non Non
alla balneazion idoneo alla alneazione balneae b bile
metri lineari metri lineari % Pesaro 41.525 .600 3,7 1Ancona 0 4.760 23,6 47.76 1Macerata 3.560 18,2 15.995 Ascoli Piceno .720 14,5 39.664 6 Totale litorale (metri lineari) 171.584 Zone idonee (metri lineari) 144.944 Zone non idonee (metri lineari) 26.640 % 15,5
È importante verificare la percentuale delle zone non idonee alla balneazione in relazione alla presenza di foci dei fiumi o fossi che portano acque bianche e nere, e di scarichi di impianti di depurazione o di zone portuali.
Dei 23 comuni costieri solo 4 non sono interessati da divieti di balneazione, Montemarciano, Sirolo,
el torrente Menocchia, che risulta quindi balneabile alla foce.
ntuale più alta di zone non idonee alla balneazione.
Mentre per le province di Macerata ed Ascoli Piceno la quasi totalità delle zone non idonee alla
La provincia di Pesaro è quella che risulta con la migliore qualità delle acque di mare costiere con
Massignano e Cupramarittina.
Nel comune di Cupramarittima è presente la foce d
La provincia di Ancona risulta con la perce
È importante specificare che ciò è dovuto in gran parte alla presenza del porto (8.700 ml) e della zona API (2.550 ml).
balneazione è dovuta alle foci dei fiumi o agli apporti dei fossi.
solo il 3,7 % di zone non balneabili.
Relazione tra le zone marine non idonee alla balneazione e le foci dei fiumi
Litorale non Litorale Litorale idoneo alla interessato interessato balneazione da foci da porti metri lineari metri lineari % metri lineari % Pesaro 1.600 720 45 880 55 Ancona 14.760 4.370 29,6 9.290 62,9
di cui 3.200 API
Macerata 3.560 20 540 15,2 3.0 84,8 fiumi ,5 29 fossi e zone depuratori ,3 55Ascoli Piceno 6.720 5.080 1.640 24,4 75,6 fiumi 1 45, fossi e zone depuratori 30,5
Le provincie non idonee al
di Macerata d Ascoli Piceno hanno rispettivamente il 55,3% e il 30,5% delle zone la balneazio dovute all'immissione in mare di fossi anche con bassissime portate riodi di ma a quasi esclusivamente acque nere.
intetica sullo stato dei corsi d'acqua relazioni e certificati S.M.S.P.
rici principali (Foglia, Metauro, Cesano, Misa, Esino, Musone, Potenza, Chienti, Tenna, to) sono monitorati con un numero di prelievi per corpo idrico, superiore alla media
ati IRSA-CNR) il numero di prelievi arm opre per tutte le provin i periodi di magra a.
fiumi principali Km 886, n. stazioni di campionamento 129, con una media di ogni 8 Km che va da un preli o ogni 5 Km per la prov cia di Ancona a un per la provincia di Ascoli Piceno.
e inoltre ch engono monitorati con la stessa frequenza i corsi d'acqua minori un mero di 64 stazioni in tutta la regione.
di tutti i dati è lto difficile è auspicabile quindi la gestione infor , che partendo na issione, nei tempi tecnici, dei dati sugli andamenti della
ei cor idrici, sia alla Regione che alle Autorità di Bacino di competenza.
'importanza di una adeguata elaborazione delle informazioni e l'opportuna rappresentazione rimo punto degli indirizzi per la re ione dei piani di bacino
a divisione in classi di qualità mettendo a confronto dati chimici, fisici, microbiologici, biologici la qualità dei corpi idrici è legata oltre che alla qualità degli s amenti derivanti
gli scarichi civili ed industriali al problema della "recettività ambientale" legata a fattori quali,
ene
recettori nei pe gr
Valutazione s
I corpi idAso, Tronnazionale (d o c cee di morbid
La lunghezza totale un punto di prelievo 6, ev inpunto ogni 11,8 Km
È da precisar e vnu
La gestione mo maticadai Laboratori Multizo li, con la trasmqualità delle acque d pi
Lcartografica è al p daz .
Levidenzia come versda
modificazioni dell'alveo dei fiumi, attingimenti al sopra delle quantità che garantiscono le he proprie dei corsi d'acqua quale l'autodepurazione, inquinamento diffuso, che alla luce
zati è tra le ncipali cause di non idoneità agli usi primari delle acque sia superficiali tività agri la, antropizzazione).
ono riportate lle schede riassuntive per ogni corso d'acqua principale con indicate le e fisiche, la qualità delle acque in base al D.L. n. 130 del 1992 e su gli eventuali
terventi per migliorarne la qualità.
rografici monit dai S.M.S.P.
m stazioni
di caratteristicdei dati analizche profonde
prico(at
Di seguito s decaratteristichin
Bacini id orati
K n. f. lunghezza pionate . cam Km/n F. Aso 69 S - AN) ,8 5 (P 13 F. Cesano 64 + 5 40 5 6,T. Nevola 2 F. Chienti 92 + 2 4 15 5,F. Fiastra 7 T. Fiastrone 4 T. Ete Morto P) 1 (A F. Conca (I) 1 F. Esino 85 17 5 F. Sentino 2 F. Giano 7 F.so S. Sebastiano c. oc Sorg. T. Rio Bono Sorg. T. Serradica T. Ete Vivo 2 F. Foglia 79 11 7,18 T. Apsa Macerata T. Apsa di Urbino T. Apsa S. o Donat F. Marecch 3 ia (I) T. Menocchia 5
F. Metauro 121 21 5,76 T. Aureo T. Biscubio T. Condigliano T. Burano F.so Bosso F. Misa 48 7 6,8 F. Nevola 2 F. Musone 88 15 5,8 F. Aspio 6 T. Fiumicello 4 F.so Gallignano F.so Vallato F. Nera (Tevere) 4 T. Ussita 1 F. Potenza 96 13 7,4 T. Scaristo 2 T. Menocchia F. Tavollo 1 F. Tenna 73 6 12,2 F. Tennacola 2 (MC) F. Tesino 4 F. Tronto 71 7 10,0
Fiumi principali Km 886 - n. stazioni di campionamento 129.
Frequenza media di campionamento 1 ogni 6,8 Km (superiori alle medie nazionali)
PS 264 Km/37 7,1 + 5 stazioni su corpi idrici superiori AN 221 Km/44 5,0 + 28 stazioni su corpi idrici superiori MC 188 Km/28 6,7 + 20 stazioni su corpi idrici superiori AP 213 Km/20 11,8 + 11 stazioni su corpi idrici superiori
Il superamento dei limiti imperativi imposti dal D.Lgs. 25 gennaio 1992 n. l30 è dovuto principalmente ai seguenti parametri: temperatura, ossigeno disciolto, materiali in sospensione, BOD5, Ammoniaca totale.
Gran parte di questi parametri sono legati alla presenza di scarichi civili o scarichi industriali organici; se a quelli sopra elencati, si aggiungono i parametri microbiologici (colimetria) risulta evidente quanto la qualità delle acque dei fiumi marchigiani sia legata alla presenza di scarichi civili, o assimilabili per qualità, non depurati.
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estrapolati dal volume superficiali disponibili" del Ministero dell'Agricoltura e delle
Foreste.
onicole, cl lità 1 e 2
cque ciprinicole, cla di qualità 3 e 4.
cque non classificab classi di qualità
razion iù di 10.00 ti equivale
Schede bacini idrografici principali
I dati qualitativi sono stati estratti dai certificati di analisi dei Servizi Multizonali di Sanità Pubblica.
I dati relativi ai principali vincoli del sistema idrico antropizzato sono stati "Valutazione delle risorse idriche
Legenda delle schede dei bacini idrografici principali
Acque salm assi di qua .
A ssi
A ili, 5 e superiori
Impianti di depu e con p 0 abitan nti.
Foce
Sorgente
Il corso d'acqinquinato dop
ua passa repentina da condizioni di discreta qualità a quelle di ambiente i comuni di Novafeltria e San Leo.
uiname o di tipo fecale.
in maniera o
Presenza di inq nt
Presenza di captazione ad uso idropotatile in località Capriola, comune di Macerata Feltria. Presenza di materiali in sospensione nei periodi di pioggia, cosi come per il parametro nitrati si hanno variazioni stagionali.
Durante il periodo estivo le numerose captazioni per uso irriguo ne diminuiscono notevolmente la portata.
Particolarmente inquin o in prossimità di Gabicce.
è cara o da una e oncentrazione dei coliformi, superiori alla tabella A del 197 i inquinan uali fosforo, ammoniaca.
PIANTI DI DEPUR ZIONE
o)
Abitanti eq. di Abitanti serviti Corpo
at
L'inquinamentolla L. n. 319
tterizzat levata cti q6. Presenza dde
IM A
Bacino Interregionale Marecchia (Pesaro-Urbin
Comune Abitanti residenti progetto recettore Casteldelci 554 9 impianti di 345 Marecchia subirrigazione Maiolo 813 250 180* Marecchia
*Capoluogo + 7.000 5.000*
.300
Montecopiolo 1.235 3.000 800 Marecchia Novafeltria 6.655 Marecchia
Talamello *Maddalena 1 M2.000 arecchia Pe n. 7 impia 3.800 San Leo
nnabili nti 2.960 Marecchia 3.122 2.649 Marecchia
*C 600 apoluogo 400* *Pietracuta 500 1 1. .200* Sant'Agata Feltria Marecchia 2.347 *Capoluogo 2.000 1.000*
*Romagnano 250 200* *San Donato 500 1 50 Talamello 949 Vedi Marecchia Novafeltria Prevenzione abitanti sul bacino del Marecchia 18.324 Potenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 21.454 Abitanti serviti effettivi 13.535 % Scarichi civili trattati 73,9 % Non conforme L. n. 319 del 1976 (ab./eq.) 7980) 58,9*
Il fiume passa in maniera repentina da condizioni di buona qualità ad ambiente inquinato dopo i comuni di Novafeltria e San Leo.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico interregionale del Conca (Pesaro-Urbino)
Abitanti eq. di Abitanti serviti Corpo recettore Comuni Abitanti residenti progetto Montecerignone 697 1.500 350 Conca Montegrimano 1.126 *Capoluogo 350 350* Conca *Licciano 500 250* Sasso Feltrio 1.206 1.500 750** Conca Pressione abitanti sul bacino del Conca 4.049 Potenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 3.850 Abitanti serviti effettivi 1.700 % Scarichi civili Trattati (ab/eq) 42 % Non conforme L. n. 319 del 1976 (ab/eq) 35,3*
Per il comune di Sasso Feltrio non si hanno dati analitici.
Il comune di Mercatino sul Conca (1020 abitanti) non possiede impianto di depurazione.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico interregionale Tavollo (Pesaro-Urbino)
Comuni Abitanti Abitanti eq. di Abitanti serviti Corpo recettore residenti progetto
Gabicce Mare 378 8.500 5. 50.000 o TavollGradara 3.038 flutt.est. 78%Tavullia 4.219 ** Tavollo 1.200 1.000 Pressione abitanti sul b ino del Tavollo 12.635 ac Potenzialità impianti ( rogetto abdati di p ./eq.) 51.200 Abitanti serviti effettiv 9.500 i % Scarichi civili tratta ) 75,2 ti (ab/eq % Non conforme L. n. 19 del 1972 (ab. 3 /eq.) 0
** Per l'impianto del c une di Tavullia non si hanno dati analitici. om
Superficie: 628 Kmq
Km
iga di Mercat e
ultino, a di Macera psa di Urb psa di San .
li affluenti presenta , come del caso dell'Apsa di Macerata e Apsa di Urbino, inquinamento con valori alti di colimetria.
iche: Inquinamento di carattere organico derivante principalmente da scarichi ente resenza di ammoniaca, fosfati, tensioattivi, ecc.
e in prossi ità della foce è s nita dagli o controllo AVISSIMA.
che: i evidenziano pr elativi alla ssigenazione nell'ultimo tratto.
microbiologiche: La concentrazione microbiologica è elevata.
tilizzo idropotabile: Aree sensibili
Lunghezza: 79
Invasi: D al
Affluenti: T. M T, Aps ta, T. A ino, T. A Donato
G noorganico
Caratteristiche chimnsegucivili, con co p
La situazion m tata defi rgani di GR
Caratteristiche fisi S oblemi r scarsa o
Caratteristiche
U
Opera di presa - Merc l/sec - A2 - chimici A3 - microbiologici
- A2 - c mici A2 - microbiologici
terventi: Interventi d collettamento fognatario e di sdoppiamento della rete fognaria esistente nel i Pesaro.
Verifica del funzionamento dei piccoli impianti ricadenti nel bacino.
rbino)
Comune Abitanti Abitanti eq. di Abitanti serviti Corpo
atale 25
Schieti 5 l/sec hi
In i comune d
Influenza sulla balneabilità: sviluppo di 320 metri di litorale non balneabile.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico Foglia (Pesaro-U
residenti progetto cettore re Auditore 1.369 glia Fo*Capoluogo 500 350 *Casinina 1.200 1.100 Belforte all'Isauro 691 700 600** Foglia Carpegna 1.569 5.000 1.600** t. Mulino Colbordolo 4.433 Foglia *Capoluogo 500 400 *Bottega 1.500 1.000 *Morciola 2.500 2.000 *Talacchio 1.500 1.000 Lunano 1.151 1.200 1.040 Foglia Macerata Feltria 2.024 3.360 2.400 t. Apsa Monte Calvo in F. 2.319 Foglia *Capoluogo 600 150 *Ca Gallo 1.200 1.000 *B.go Massano 1.200 1.100 Montelabbate 4.500 Foglia *Capoluogo 4.000 3 700 *Loc Apsella 500 400** *Risara 100 80**
Piandimeleto l.877 1.100 1.100 Foglia Pesaro 88.036 Foglia *Cap. Borgheria 80.000 70.000 *B.go S.ta Maria 5.000 5.000 *Candelara 1.000 1.000 *Novilara 1.000 1.000 *Torraccia 1.500 1.000 *Villa Ceccolini 1.000 1.000 Pietrarubbia 684 1.000 500** Foglia Sassocorvaro 3.466 Foglia *Caprazzino 500 300 *Mercatale 2.000 2.000 Urbino Parte degli 2.850 1.800 Apsa Urbino ~ 10.000
Comuni che non hanno depuratore nel bacino del fiume Foglia:
abitanti 369
triano - abitanti 2.36
n Lizzola nti 5.933 f.
essione abitanti sul b ino del Foglia ~ 130.786
Frontino - t. Mulino
Pe 5 t. Apsa
Sant'Angelo i - abita Foglia
Pr acPotenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 122.510 Abitanti serviti effettiv 102.620 i % Scarichi civili tratta (ab/eq) 7 ti 8,5 % Non conforme L. n. 319 del 1972 (ab./eq. = 15.250) 14,9
------------------------
25 Kmq
Km
vasi: Furlo (t. Candi ano) - diga di San Lazzaro, diga di Tavernelle
o, T. T. Candigliano, T. Biscubio, T. Bosso, T. Burano
tano caratteristiche di buona qualità, tranne che per il Burano nel o il comun gli e dop nfluenza co ondigliano dopo il comune di
cqualagna.
chimiche: La discreta qualità delle acque idoneità per l' come acque per il consum no.
aratteristiche fisiche: on si evidenziano problemi relativi alla scarsa ossigenazione.
iche microbiologiche: La concentrazione microbiologica ne fa scader .
particolare at ne deve essere rivolta ai siste i di disinfezione degli impianti di one sia essi de ti da scarichi vili che da allevamenti zootecnici.
tabile:
o S. Silvest
zzi Cioppi
rbino Ca' Spadone
ro
Superficie: 13
Lunghezza: 121
In gli
Affluenti: T. Aur Meta,
Gli effluenti monitora ntratto dop
ti presee di Ca o la co n il C
A
Caratteristichepotabilizzatori
ne da l' utilizzo dopo o uma
C N
Caratterist e la qualità
Quindi depurazi
tenziorivan
m ci
Utilizzo idropo
Fermignan ro
Urbania Po
U
Pesaro S. Lazza
Pesaro Tavernelle
Fano Cerbara
rificare nza depurativa dei piccoli im ianti e la possi rivare ad lizzati c inazione gra ale di quelli di le dimension
e dei par etri microbiolo iti della A della L. n. 319 del 1976 per tti gli scarichi.
la balnea iluppo di 3 i di litorale non balneabile.
PUR ZIONE
drografico Me
i eq. di erviti orpo recettore
Interventi: Veimpianti centra
l'efficieon l'elim
ppi
bilità di ari. du cco
L'applicazion am gici nei lim tabellatu
Influenza sul bilità: sv 00 metr
IMPIANTI DI DE A
Bacino i tauro (Pesaro - Urbino)
Comuni Abitanti Abitant Abitanti s C residenti progetto Acqualagna 4.014 4.000 2.900 t. Candigliano Apecchio 2.209 2.000 1.200 t. Biscubio Borgo Pace 673 *Capoluogo 350 300 t. Meta *Lamoli 350 300 Cagli 9.262 *Capoluogo 5.000 5.000 t. Burano *Acquaviva 600 300 t. Burano *Mattatoio 2.500 2.000 t. Bosso *Pianello 1.500 1.000 t. Bosso *Secchiano 1.500 1.000 t. Burano *Smirra 500 300 t. Bosso Cantiano 2.612 3.500 1.940 t. Burano *Pontedazzo 500 242** t. Bosso *Com. Cagli Cartoceto 6.035 Metauro *Capoluogo 500 400 *Lucrezia 3.000 3.000 Fano 55.162 Metauro *Capoluogo 50.000 40.000 *Ponte Sasso 25.000 3.000 (300%) *Bellocchi 6.500 5.000
Fermignano 7.120 7.000 6.400 Metauro Fossombrone 9.518 *Capoluogo 6.000 5.000 Metauro *Ghilardino 1.000 650 t. Tarugo *Isola di Fano 1.000 700 t. Tarugo *Piancerreto 600 550 Metauro Isola del Piano 641 350 340 ? Mercatello sul Metauro 1.465 1.000 800 Metauro
Montefelcino 2.504 Metauro *Capoluogo 500 400 *Sterpeti 500 500 M.te Maggiore al Metauro 2.115 1.030 800 Metauro
Peglio 699 Metauro *Capoluogo 200 200** *S. Giovanni 200 0 Piobbico 2.001 t. Candigliano *Il Piano 500 200** *Isola 1.500 1.000 Saltara 4.800 4.884 3.000 Metauro San Costanzo 004 500 650 Metauro 4. 1.Sant'Angelo in Vado 500 3.200 o 3.818 3. MetaurSan Ippolito 1.480 Metauro 1.100 600 Serrungatina 118 Metauro 2. *Capoluogo 0 300 40 *Tavernelle 1.200 500 Urbania 572 Metauro 6. *Cap. Isola 5.000 4.800 *Cà Rom. Matt. 3.500 700
Urbino Parte degliitanti o? ab Metaur
*Canavaccio 200 1.500** ~ 5.170 2. *Sud Conce 2.300 1.800
Tutti i comuni del bac del Metauro sono provvisti di dep e
essione abitanti sul b cino ~ 134.076
pianti (dati di progetto ab./eq.) 152.380
rviti effettiv 104.272
q.) 77,8
rmi L. n. 319 del 1976 (ab./eq. = 2.050) 2
no in num di 4 per un totale di 2.141 abitanti equivalenti (**).
ino urator
Pr a
Potenzialità im
Abitanti se i
% Scarichi civili trattati (ab./e
% Non confo
Gli impianti non monitorati so ero
Superficie: 412 Kmq
Lunghezza: 64 Km
Invasi: Non sono presenti
Affluenti: T. Cinisco,
L'affluente monitorato presenta caratteristiche di buona qualità.
chimiche: Inquinamento occasionale dopo il comune di Pergola rimosso dal sistema zione del fiume, l'inquinamento si ripresenta dopo i comuni di Mondavio e
une di Mondolfo.
aratteristiche fisiche: Si evidenziano problemi relativi alla scarsa os ratto.
a concentrazione microbiologica varia molto lungo il percorso, in lazione al periodo ed alle portate.
Caratteristichedi autodepuraMonteporzio, per aggravarsi ulteriormente dopo il com
C sigenazione nell'ultimo t
Caratteristiche microbiologiche: Lre
È importante stabilire le modalità di prelievo delle acque per i div i per garantire i minimi
nel periodo estivo, si assiste alla scomparsa del corso d'acqua, mentre to è alimentato con gli scarichi degli impianti di depurazione.
iti tabellari imposti dalla L. n. 319 del 1976, nel caso sopra
ropotabile: Nessuno.
terventi: valutazion mi di nto nella parte terminale del fiume, verifica ll'efficienza depurat pianti, attraverso interventi migliorativi del processo.
amenta egli emung i acqua dal per i vari usi
balnea ne: 200 metri di le non balneab
EPUR E
co del esano (Pesaro - Urbino/Ancona)
Abitanti serviti Corpo
ersi usdeflussi necessari alla vita negli alvei sottesi.
Dopo San Michele al Fiume,in prossimità della foce ques
È importante ricordare che i limdescritto, non garantiscono l'ecosistema fluviale.
Utilizzo id
In e dei siste collecamede iva dei piccoli im
Verifica e regol zione d imenti d fiume .
Influenza sulla zio litora ile.
IMPIANTI DI D AZION
Bacino idrografi C
Comune Abitanti Abitanti eq. di residenti progetto recettore Mondavio 3.842 Cesano *San Filippo 1.800 1.000 *San Michele 2.500 1.700* Mondolfo 10.810 Cesano *Valleverde 500 450 *Marotta 25.000 6.500 (400%)* Monteporzio 2.259 Cesano *Ponterio 150 130 *Castelvecchio 3.150 2.000 Orciano di Pesaro 2.336 2.500 1.300** Cesano Pergola 7.033 f. Cinisco *Capoluogo 500 4.300 *Pantana 800 500 *Bellisio 400 350 Piagge 999 t. Ripaccia *Capoluogo 300 300
*Cerbara 100 40** S. Giorgio di Pesaro 1.348 Cesano *Capoluogo 600 400* *Roncaglia 600 400* S. Lorenzo in Campo 3.335 Cesano *Capoluogo 2.500 1.500 *S. Vito sul Cesano 100 80** Castelleone di Susa 1.696 3.000 1.300 Cesano Monterado 1.478 *Ponte Rio 800 800* Rio Maggiore
*Via Molino 400 400** Vallato del Cesano
Comuni che non hanno impianto di depurazione
Barchi 984 abitanti
Fratte Rosa 1.065 abitanti
Frontone 1.300 abitanti
Serra Sant'Abondio 1.247 abitanti
Totale 4.596
Pressione abitanti sul bacino del Cesano 39.732 (PS 36.558/AN 3.174) Potenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 49.800 Abitanti serviti effettivi (ab./eq.) 23.100 (PS 20.600/AN 2.500) % Abitanti serviti effettivi 58,1 % *Scarichi non conformi L. n. 319 del 1976 (ab./eq. 9.800) 42,4 % Comuni non provvisti di impianto (ab./eq.) 11,6
**Impianti non monitorati.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico del torrente Arzilla (Pesaro - Urbino)
Abitanti eq. di Abitanti serviti Corpo recettore Comuni Abitanti
residenti progetto Mombaroccio 1.378 *Capoluogo 1 90 t. Ar .000 0 zilla *Montegiano 3 25 ? 00 0 *Villagrande 2 80 t. Ar .675 0 zilla Monteciccardo 1.087 *Capapoluogo n n. t. Ar.p. p. zilla *Montegaudio n n. .p. p.
Pressione abitanti sul bacino del torrente Arzilla 2.825
resente un impianto di 2.000 ab./eq. di progetto, mentre gli abitanti serviti sono 1.000 ab./eq., lo scarico non recapita in un corso d'acqua marchigiano.
------------------------
Tavoleto (abitanti residenti 819), è p
NO
Potenzialità impianti 402.969
I bacini idrografici che hanno un'adeguata potenzialità impiantistica in relazione agli abitanti o quelli del Tavollo e del Metauro, per i quali occorre prevedere opere di
collettamento fognario agli impianti di depurazione esistenti.
Nel bacino del Marecchia gli impianti hanno una potenzialità di progetto superiore agli abitanti da di piccole dimensione, il 58,9% risultano non conformi ai limiti di legge.
esano risultano da potenziare sia a livello impiantistico che di
RIEPILOGO PROVINCIA DI PESARO-URBI
Abitanti residenti 340.072
Abitanti serviti effettivi 254.780 - 75%
residenti e fluttuanti son
servire, ma essendo questi,
I bacini del Foglia, Conca e Ccollettamento fognario.
Per il bacino del Cesano in particolare gli impianti di depurazione esistenti servono circa il 57% degli abitanti residenti, di cui il 48% non sono conformi ai limiti tabellari.
Superficie: 383 Kmq
Lunghezza: 48 Km
L'affluente monitorato presenta caratteristiche di ambiente inquinato per tutta l'asta.
rto di sostanze azotate derivanti sia da scarichi civili che zootecnici ed industriali subito dopo la fase iniziale.
Il torrente Nevola alla confluenza presenta un minor carico dovuto alla minore antropizzazione.
Gli scarichi degli insediamenti industriali danno un apporto di metalli pesanti sia sull'affluente
Caratteristiche fisiche: Non si evidenziano problemi relativi alla scarsa ossigenazione.
Le acque dei fiumi Nevola e Misa risultano avere una concentrazione di materiali in sospensione ole.
icrobiologiche: nc gra nte dalla lla foce, m s nto di vist , mi
potabile: Nessuno.
r sibilità di realizzare impianti centr nsortili a t di ric che le acque ti da insediam duttivi.
fluenza sulla baln zione: nel comune di Senigallia si hanno 290 metri non balneabili relativi nza
DEPU AZIONE
acino idrografico d Misa (Ancona)
i residenti re
Invasi: Non sono presenti
Affluenti: fiume Nevola
Caratteristiche chimiche: Inquinamento derivante dall'appo
Nevola che sul Misa.
molto elevata, superiori ai limiti per le acque ciprinic
Caratteristiche msorgente a
La coentre il F. Nevola ri
entrazione microbiologiulta, dal pu
ca aumentataa microbiologico
datamegliore.
Utilizzo idro
Interventi: Verifica e la pos alizzati co rattamento mistocon la capacità evere an derivan enti pro
Inan
eadeche alla prese l porto.
IMPIANTI DI R
B el
Comuni Abitant Abitanti eq. Di progetto Abitanti serviti Corpo
recetto Barbara 1.466 2.000 1.000* Misa Castel Colonna 983 600 600 t. Nevola Corinaldo 5.219 1.700 1.400 f. Nevola Senigallia 41.642 0 100.00 40.000 Misa Serra dei Conti 3.386 4.000 0 3.50 Misa Ostra Vetere 3.531 3.200 0 2.30 f. Vallone
Comuni che non han di depur : no impianto azione
Arcevia abitanti 5.56 uaviva
310 t
isa - Esino) non sono pervenuti i dati
abitanti su 67.339
0 t. Acq
Ripe abitanti 3. . Nevola
Montecarotto abitant 2 (Mi 2.14
Pressione l bacinoPotenzialità impiant progetto ab. 111.500 i (dati di /eq.) Abitanti serviti effet b./eq.) 48.800 tivi (a% Abitanti serviti ef b./eq.) 72,5 fettivi (a% *Scarichi non con rmi L. n. 319 del 1976 (ab./eq.) 1,5 fo% Comuni non prov mpianto di depurazione 16,5 visti di i
Gli affluenti monitorati presentano: il Giano a valle di Fabriano caratteristiche di ambiente osfati, azoto nitroso, mentre il
Sentino presenta parametri di inquinamento batteriologico e biologico, derivante da insediamenti
aratteristiche chimiche: Nel tratto a valle di Jesi è evidente una situazione to dovuta ammoniaca, nitriti.
i industriali sono presenti nel tratto dopo Jesi, ma non nelle iano.
lla scarsa ossi ione.
Caratteristiche microbiologico: La concentrazione microbiologica aumentata gradatamente dalla sorgente alla foce, a valle di Jesi l'inquinamento fecale supera i limiti previsti dalla L. n. 319 del 1976.
Utilizzo idropotabile: Nessuno.
Superficie: 1215 Kmq
Lunghezza: 85 Km
Invasi: Non sono presenti
Affluenti: T. Giano, T. Sentino
altamente inquinato con presenza di metalli pesanti (Ni, Cr, Cu), f
civili.
C di inquinamenad
Indici di scarichi di insediamentconcentrazioni del torrente G
Caratteristiche fisiche: Non si evidenziano problemi relativi a genaz
Interventi: Risanamento dell'area corrisponde alla zona industriale di Monsano, suolo e falde acquifere.
Interventi nel tratto terminale con opere di collettamento al depuratore di Vallechiara per i Comuni di Camerata Picena, Montemarciano, Monte San Vito ecc.
Interventi sul depuratore di Falconara.
Verifica della capacità depurativa degli impianti di Fabriano, e del medio bacino.
Influenza sulla balneazione: dei 3.700 metri di litorale del comune di Falconara 3.200 risultano non idonei alla balneazione per la presenza della foce del fiume Esino e la centrale API.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico dell'Esino (Ancona - Macerata)
Abitanti residenti Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Corpo
recettore Comuni
Agugliano 3.804 2.500 1.500 t. Vallone Camerata Picena 1.530 1.000 1.000** Esino Castelbellino 3.377 1.800 1.200 Esino Cerreto d'Esi 3.015 3.500 2.050 Esino Cupramontana 4.740 Esino *Capoluogo 150 150 *Mattatoio 150 150 Fabriano 29.427 38.000 17.000 t. Giano
Genga 1.991 n. 6 piccoli di cui due** Esino impianti subirrigazioni Jesi 39.181 45.000 ... Esino Maiolati Spontini 5.540 6.000 4.400 Esino 500 500 Monsano 2.645 2.000 2.000 Esino Monte Roberto 2.294 1.200 710 Esino 710 710 Monte San Vito 4.913 200 200 t. Vallone solo parte 150 150 ~ 500 Morro D'Alba 1.722 800 800 Esino Ostra 5.929 3.200 2.500 t. Vallone Poggio San Marcello 768 800 500 Esino
Rosora 1.743 600 600 Esino San Marcello 1.897 700 400 Esino San Paolo di Jesi 836 800 600 Esino S. Maria Nuova 3.802 4.500 3.000 f. Scarpara Sassoferrato 7.148
*Mattatoio 250 250 t. Sanguerone
*Via Cagli 330 330** t. Marena *Capoluogo 3.800 3.000* f. Sentino Esanatoglia 21.950 .000 2.000** Esino
Comuni che non han impianto di depura
trense 2.142 abitanti fosso Traponzo
astelplanio 3.116 a anti
abitanti
irico 2.972 abitanti
tanti (Misa/Esino) non sono pervenuti i dati Poggio San Vicino 295 abitanti pervenuti i ti.
Il comune di Matelica (10.128 abitanti) possiede solo fosse Imhoff.
abitanti su 145.2
no zione:
Belvedere Os
C bit
Mergo 908
Serra San Qu
Montecarotto 2.142 a inon sono
b da
Pressione l bacino 47 (MC 12.078) Potenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 120.990 Abitanti serviti effettivi (ab./eq.) 90.680 % Abitanti serviti effettivi 62,4 % Scarichi non conformi L. n. 319 del 1976 (5.700 ab./eq.) 6,2 % Comuni non provvisti di impianto di depurazione (ab./eq.) 14,9
Km
8 Km
i
icello, T. Aspio.
li affluenti contrib scono al degrado i va incontro il fiume nel tratto term ale.
e etri s al D.L. n.que dolci ch ichiedono protez ento per essere idonee alla vita dei pesci).
e streptococchi fecali nei due torrenti superano
he: Il tratto iniziale presenta una situazione di discreta qualità, che viene l degrado si accentua ulteriormente, per l'inquinamento causato dagli scarichi
industriali, dopo Castelfidardo.
ivili, in prossimità della foce, con concentrazioni
he: Non si evidenziano relativi alla scarsa ossigenazione, mentre si iversi prelievi (9 su 32) del parametro temperatura.
Caratteristiche microbiologiche: La concentrazione microbiologica aumentata gradatamente dalla
Il fiume è a carattere torrentizio le condizioni del corso d'acqua sono aggravate dalle captazioni effettuate per l'irrigazione dei campi, specie nel periodo estivo, ciò comporta morie di pesci.
La presenza di cave di ghiaia, come in altri corsi d'acqua, ne hanno evidenziato, in passato l'alta vulnerabilità.
Superficie: 649 q
Lunghezza: 8
Invasi: Castrecion
Affluenti: T. Fium
G ui cu in
Il torrente Aspio presenta il superamdelle ac
nto dei paramione o miglioram
tabiliti d 130 del 1992 (qualità e r
Gli indici microbiologici, coliformi fecali, totali ampiamente i limiti della tabella A della L. n. 319 del 1976.
Caratteristiche chimicrapidamente persa e i
Presenza di inquinamento da scarichi csignificative di ammoniaca, nitriti.
Caratteristiche fisic probleminota un superamento in d
sorgente alla foce, con superamento dei limiti della tab. A della L. n. 319 del 1976.
Utilizzo idropotabile: Nessuno.
Interventi: Risanamento dell'area corrispondente alla discarica dismessa di rifiuti solidi urbani Loc. Monteumbriano.
Opere di collettamento all'impianto di depurazione CIGAD per l'area industriale dei comuni di Camerano, Osimo, Castelfidardo.
Influenza sulla balneazione: 1.320 metri non balneabili.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico del Musone (Ancona - Macerata)
bitanti residenti Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Corpo recettore Comuni A
Imp. Camerano 32.000 Camerano 6.549 3.000 f. Aspio Ancona sud ~29.000 29.000 Castelfidardo 15.760 62.000 ~38.000 Musone Numana 3.159 Sirolo 3.225 Osimo Sud 28.902 Osimo nord non depura
Filottrano 9.146 Musone imp. a servizio del mattatoio
Cingoli 10.128 5.000 5.000** Musone
Apiro (ab. 2.450) comuni sprovvisti di impianto di depurazione.
Offagna (ab. 1.651) comuni sprovvisti di impianto di depurazione.
tra il bacino dell'Esimo e Aspio.
Pressione abitanti sul bacino 117.779 (MC 15.671)
Staffolo (ab. 2.097) comuni sprovvisti di impianto di depurazione.
Polverigi (ab. 2.619) comuni sprovvisti
Monte Fano (ab. 3.093) comuni sprovvisti tra il bacino dell'Esimo e Aspio.
Loreto (ab. 11.276) trattati fuori bacino Impianto di Porto Recanati.
Potenzialità impianti di progetto (ab./eq.) 99.000 Abitanti serviti 75.000 % Scarichi civili trattati 63,7
I due impianti monitorati risultano conformi ai limiti tabellari della L. n. 319 del 1976.
** L'impianto di Cingoli non viene monitorato.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Litorale tra Esino e Musone (Ancona)
Abitanti eq. di tto Abitanti serviti Corpo recettore
Gli scarichi sul f. Aspio e sul t. Fiumicello rendono i due corsi d'acqua altamente inquinanti.
Comuni Abitanti residenti proge
Falconara M 0 65. sso a mare29.084 8 .000 000 fo Rigatta
Chiaravalle .663 13Ancona nord ~4.000 Monte San Vito TA PTCamerata P. 94/96 Montemarciano /96 94 Ancona .453 99
*Zipa 100.000 65.000 f. Conocchio a mare
*Pietralacroce 2. f. Ur 500 bano
I tre impianti hanno gli scarichi conformi limiti di legge previsti.
----------------------
ai
--
RIEPILOGO PRO IN
Abitanti residen 441.1Abitanti serviti effet i .980 77,1 tiv 339Potenzialit... impianti .190 509
I co
fiumi Misa, Esino e Musone presentano acque inquinate, im ficare le opere di llettamento presenti e l'eventuale potenziamento.
portante è veri
V CIA DI ANCONA
ti 23
Superficie: 758 Kmq
96 Km
on sono pre
no fino alla confluenza con il Potenza presenta uno scarso livello recettore.
tratto iniziale presenta una situazione di buona qualità, subisce un ento organico.
e fisiche: Non si evidenziano problemi relativi alla scarsa ossigenazione.
icrobiologica aumentata gradatamente dalla sorgente alla foce.
ropotabile: Nessuno.
t importante ri a presenza nel idrografico er i
ino idro ono present impianti di depurazione liquami civili di dimensioni superiori ai 10.000 abitanti equivalenti.
olto bassa, infatti sono frequenti morie di pesci dovute a sversamenti di inquinanti.
Particolare importanza riveste il tratto del bacino idrografico compreso tra il comune di Treia ed il a per l'approvvigionamento idrico, attraverso acque di falda, del comune di
Macerata.
Lunghezza:
Invasi: N senti
Affluenti: T. Scarsito, T. Monocchia.
Il torrente Scarsito presenta caratteristiche di buona qualità.
Il torrente Monocchia da Appignadi qualità da influenzarne il corpo
Caratteristiche chimiche: nel rapido degrado dopo il comune di Castelraimondo con una presenza di inquinam
Un ulteriore scadimento viene registrato dopo Passo di Treia.
Caratteristich
Caratteristiche microbiologiche: La concentrazione m
Utilizzo id
Utilizzo idroeletntrali centrali
rico: È elettriche.
cordare l bacino di 11 prese pce dro
Nel bac grafico s i 3
La recettività ambientale di questo fiume è m
comune di Villa Potenz
Zone sensibili possono essere considerate quelle a valle del comune di Castelraimondo e San Severino Marche dove occorre prevedere opere di collettamento e verifica della funzionalità degli
inale del bacino, all'impianto di depurazione di Potenza Picena verifica della funzionalità e potenzialità dell'impianto.
Influenza sulla balneazione: 500 metri non balneabili.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico del Potenza (Macerata)
Abitanti eq. di Corpo
impianti esistenti.
Collettamento delle fognature, nel tratto term
Comuni Abitanti residenti progetto Abitanti serviti recettore Fiuminata 1.555 1.600 1.600 f. Potenza Sefro 480 750 500 t. Scarsito Camerino 7.376 5.000 5.000 t. Palente Castelraimondo 4.405 4.000 4.000 f. Potenza Gagliole 618 250 250 f. Potenza 250 250 San Severino M 12.967 20.500 12.000 f. Potenza Treia 9.351 f. Potenza *SS Croce 700 700 *Fontevannazza 1.500 1.500 *Passo di Treia 1.500 1.500 *Chiesanuova 1.200 1.200 *San Marco V. 250 250 *Maria Selva 600 600 *Berta - Vallon. 200 200 Pollenza 5.655 f. Potenza *Campetella Potenza/Chienti 500 500 *Morazzano 1.500 1.500 Macerata - Villa 42.260 24.000 24.000 f. Potenza Potenza Potenza/Chienti
Appignano 3.861 4.500 3.000 t. Monnocchia
Montecassino 6.316 2.000 2.000 Pantanaccio 2.000 2.000 f. Potenza Montelupone 13.134 .800 1.800 f. Potenza in costruzione un altro impianto Recanati 19.577 *Duomo 7.000 t. Ricale 3.100*Agostino 14.000 .300 t. S. Giacomo 8 Pioraco 1.000 ostruito da poco t. Scarzito 1.273 c
Pressione abitanti su acino 96.913
tenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 96.600
viti effett 50
civili trattati 89,5
utti i comuni del bacino sono provvisti d mpianti di depurazione.
lità del nne per il tr o Sambuc unto di imm el torrente onocchia.
acino idrografico del torrente Fiumarella (Macerata)
omuni Abitanti residenti Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Capo
l b
Po
Abitanti ser ivi 86.7
% Scarichi
T i i
Discreta qua fiume tra atto dop heto, p issione dM
B
C recettore Porto Recanati 8.880 40.000 arella 20.000 t. Fium Loreto 11.276
Esistono problemi nel litorale di Porto Recanati per gli scarichi, attraverso dei by pass, nel bacino 400 i non balneabildel t. Fiumarella ( metr i).
Superficie: 1284 Km
unghezza: 92 Km
vasi:
iga di Polverina (vo me invaso 3,5 x 10
iga di Borgiano (vo me invaso 4,5 x 10 c)
Diga di Santa Maria (volume invaso 2 x 106 mc)
Diga di Le Grazie (volume invaso 2 x 10 mc)
Diga di Fiastrone (volume invaso 20 x 106 mc)
Affluenti: Torrente Fiastrone, Torrente Fiastra e Ete Morto.
Il torrente Fiastrone presenta un buon livello di qualità così come il torrente Fiastra fino a prima del
inato, influenzando in parte la qualit... della foce del fiume.
o un tratto iniziale di buona qualità il livello scende in prossimità dei comuni di Tolentino e Piediripa di Macerata dove si riscontra un ambiente leggermente inquinato,
nato in prossimità della foce.
igenazione.
a concentrazione microbiologica aumenta gradatamente dalla sorgente alla foce.
Utilizzo idropotabile: Lago Le Grazie punto di attingimento delle acque del depuratore del locale
e bacino idrografico un numero di 10 prese per centrali idroelettriche.
q
L
In
D lu 6 mc)
D lu 6 m
6
comune di Urbisaglia.
Il torrente Ete Morto risulta molto inqu
Caratteristiche chimiche: dop
per passare ad un ambiente inqui
Caratteristiche fisiche: Non si evidenziano problemi relativi alla scarsa oss
acquedotto.
Utilizzo Idroelettrico: sono presenti n
Caratteristiche microbiologiche: L
Particolare tutela deve essere posta alla parte iniziale del fiume dove esistono dei vincoli del PRGA (Piano Regionale Generale degli Acquedotti) ed all'asta principale tra i comuni di Muccia e
rico del comune di Tolentino.
asi, sopraelencati, i quali rivestono particolare importanza per l'attività turistica della zona (D.P.R. n. 470 del 1982).
Collettamento delle acque reflue del comune di Macerata che oggi recapitano nel fosso Valteia e nel
rico del comune di Macerata.
nte Fiastra attraverso opere di collettamento e depurazione
ato detto, viene influenzata dall'immissione delle acque dell'Ete e acque reflue di parte del com di Sant'Elpidio a Mare.
* Impianto non a regime.
ceno)
A orp
Tolentino legata all'approvvigionamento id
Devono essere tutelate le acque degli inv
canale Acquavive che recapitano nel fiume e scorrono in prossimità dei pozzi di captazione per l'approvvigionamento id
Recupero dell'ultimo tratto del torre(impianto consortile di Urbisaglia).
La parte terminale, come già è stMorto nel quale recapitano l une
Influenza sulla Balneazione: 600 metri non balneabili.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico del Chianti (Macerata - Ascoli Pi
Comuni Abitanti residenti Abitanti eq. di progetto bitanti serviti C o recettore
Fiastra 636 Lago Fiastra *San Lorenzo 500 50 0 Serravalle di Carda 1.196 800 800 Chienti Serrapetrona hie868 600 500 C nti Tolentino .545 .000 25.000 Chienti 18 40 Pollenza 655 Chienti 5. *Stazione 50 500 0 *Trebbio 0 250 25*Casette Verdini 750 750 Corridonia 12.936 50.000 n.p. Chienti Macerata 42.260 Monte San Giusto 7.130 2.000 2.000 Chienti
Civitanova Marche 38.225 80.00 50.000 ti 0 Chien Caldarola 1.651 1.000 800 Chienti 6 a dispersione 500 450 torrente Pievebovigliana 874 700 700 f. Fornace Loro Piceno 2.480 1.500 1.500 Ete Morto Petriolo 2.018 600 600 t. Fiastra 300 300 Ripe San Ginesio 754 600 450 t. Fiastra Urbisaglia 2.687 700 700 t. Fiastra Montegranaro 12.879 2.500 2.000 Ete Morto Torre San Patrizio 2.117 2.500 1.800 Ete Morto Francavilla d'Ete 949 1.500 600 Ete Morto Montappone 1.808 700 700 Ete Morto 400 30 Ete Morto Massa Fermana 972 450 200 Ete Morto 250 non funzionante 250 non funzionante 250 non funzionante M. Vidon Corrado 831 700 350 Ete Morto
Comuni del bacino del Chienti che hanno solo le fosse Imhoff:
Belforte del Chienti (abitanti 1.575)
Camporotondo sul Fiastrone (abitanti 550) - t. Fiastrone
Cessapalombo (abitanti 615) - t. Fiastrone
Colmurano (abitanti 1.233) - t. Fiastra
Montecavallo (abitanti 183) - Chienti
abitanti
uccia (abitanti 892 Chienti
omuni nel bacino del Chienti che non ha
i 1 Chienti
ordimonte (abitant 8) - Chienti
ualdo (abitanti 922 t. Fiastra
nti 4.771) - Ete Morto
itan t. Fiastra
eve Torina (abitant .386) - f. Chienti
abitan ) - f. Chienti
n Ginesio (abitanti .886) - t. Fiastra
range nti 2.522) - E Morto
onfl scono parte dei liq i comuni di S (f asette Urano
ti su Chienti 166.293
Morrovalle ( 8.957)
M ) -
C nno l'impianto di depurazione:
Bolognola (abitant 69) -
Fi i 25
G ) -
Mogliano (abita
Acquacanina (ab ti 132) -
Pi i 1
Montecorsaro ( ti 4.903
Sa 3
Monte San Piet li (abita te
Nell'Ete Mortod'Ete) e Monte
c ui.
uami de ant'Elpidio a Mare razione C
Pressione abitan l bacinoPotenzialità impianti ati di progetto ab./ 193. (d eq.) 198 Abitanti serviti effett i (ab./eq.) 91.450 iv% Abitanti serviti eff 55 ettivi % Scarichi non confo i L. n. 319 del 197 rm 6 (ab./eq.) % Comuni non pro di impianto di depurazione
./eq.) 14 vvisti ab
IMPIANTI DI DEPU AZIONE
bitanti eq. di viti rpo
R
Bacino idrografico del torrente Asola (Macerata)
Comuni Abitanti residenti A progetto Abitanti ser Co
recettore Potenza Picena .915 13 *Case Bianche 5.000 2.200 fosso *Alvata 20.000 12.700 mare
Bacino idrografico del fiume Nera (Macerata)
Comuni Abitanti residenti progetto Abitanti serviti recettore Abitanti eq. di Corpo
Visso 1.274 930 a servizio mattatoio Nera Ussita 445 6.000 non monitorato t. Ussita Castel S. Angelo sul Nera 368 solo fosse Imhoff
------------------------
RIEPILOGO PROVINCIA
Abitanti residenti: 299.500 Abitanti serviti effettivi: 216.620
DI MACERATA
72, 3%
Potenzialità impianti 348.728
All'impianto di Corridonia-Macerata di 50.000 ab./eq. oggi vengono recapitati pochissimi liquami.
Superficie: 484 Kmq
lume dell'invaso 2,6 x 106 mc)
Lunghezza: 73 Km
Invasi: Diga di San Ruffino (vo
Affluenti: Torrente Tennacola
Il torrente Tennacola presenta acque di buona qualità.
Caratteristiche chimiche: il tratto iniziale presenta acque di buona qualità, dopo il comune di l'inquinamento legato agli scarichi civili, in que il fiume
tegiorgio e si accentua o la zona di
palmente derivanti da scarichi di tipo organico.
vi alla scarsa ossigenazione.
Caratteristiche microbiologiche: La co aumenta gr ente dalla lla foce.
idropotabile: So ti nella zona s rgente diverse go sono prese si pozzi uti copo idropotab sono an in
.
Interventi necessari sono il collettamento all'impianto di depurazione di Porto Sant'Elpidio dei (in parte realizzato).
La verifica dell'utilità della realizzazion e in località glione o il nto dei l f F oluogo
impianto di Porto Sant'Elpidio.
baln : 980 metri non balneabili.
PIANTI DI DEP AZIONE
afico a (Ascoli Piceno, Macerata)
Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Corpo
recettore
Amandola si nota un aumento del sto trattoha una buona recettività ambientale.
Un peggioramento si nota dopo la frazione Piane di Mon dopCampiglione di Fermo.
Gli inquinanti presenti sono princi
Caratteristiche fisiche: Non si evidenziano problemi relati
ncentrazione microbiologica adatamsorgente a
Utilizzoil bacino
no presennti diver
olizzati a s
prese per acqua uso pile, spesso
otabile. Lundati in passato
deroga per i nitrati
liquami dei comuni di Monte Urano e Sant'Elpidio a Mare
e di un impianto di depurazionrazione con una parte
Campiermo capcollettame iquami di questa dei liquami di
all'
Influenza sulla eazione
IM UR
Bacino idrogr del Tenn
Comuni Abitanti residenti
Amandola 4.017 2.000 2.000 f. Tenna 50 30 f. Tenna 50 500 250 250 Belmonte Piceno 692 700 300 f. Tenna Falerone 3.263 2.000 1.700 f. Tenna Grottazzolina 3.058 2.000 1.700 f. Tenna Magliano di T. 1.144 1.500 Non allacciato f. Tenna 400 ostruito
Montefortino 1.344 350 impianti da completare t. Ambro
350 f. Tenna Montegiorgio 6.754 *Piane di M.G. 1.200 1.000 f. Tenna *Santa Croce 1.200 non funzionante Ponzano di F. 1.506 *Capparuccia 1.000 500 f. Tenna Porto S. Elpidio 21.492 50.000 25.000 f. Tenna Rapagnano 1.804 500 500 f. Tenna Servigliano 2.313 1.200 1.100 f. Tenna S. Angelo in Pontano 1.504 sono fosse Imhoff
Sarnano 3.385 1.200 1.200 t. Tennacola
S. Elpidio a Mare 15.283 1.500 1.000 f. Tenna
- Fermo - Parte dei liquami della zona nord-ovest del capoluogo e della frazione Campiglione arrivano al fiume senza depurazione (circa 10.000 ab./eq.);
- Monte Urano - il versante sud deve essere collettato all'impianto di depurazione di Porto Sant'Elpidio;
- Sant'Elpidio a Mare - tranne una piccola parte depurata dal piccolo impianto situato in via Faleriense, la parte del capoluogo deve essere collettato all'impianto di Posto Sant'Elpidio.
Comuni che non hanno impianto di depurazione:
Smerillo (abitanti 419)
Monte San Martino (abitanti 822) f. Tennacola
Penna San Giovanni (abitanti 1.341) t. Salino
Pressione abitanti sul bacino del Tenna 101.582 Potenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 67.900 Abitanti serviti effettivi (ab./eq.) 36.330 % Abitanti serviti effettivi 35,8
% Scarichi non conformi L. n. 319 del 1976 (ab./eq. 8.730) 24,0 % Comuni non provvisti di impianto di depurazione (ab./eq.) 24,2
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico dell'Ete Vivo (Ascoli Piceno)
Comuni Abitanti residenti Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Corpo
recettore Monte Leone di Fermo 479 Ete Vivo 250 180
Porto San Giorgio 16.093 30.000 15.000 Ete Vivo + parte di Fermo 4.000 Santa Vittoria in Matenano 1.456 400 350 Ete Vivo
Comuni che non hanno impianto di depurazione:
Monte Giberto (abitanti 810)
Montottone (abitanti 1.053)
Ponzano di Fermo (abitanti 1.506)
Monsampietro Morico (abitanti 755)
Pressione abitanti sul bacino 24.696 Potenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 30.650 Abitanti serviti effettivi (ab./eq.) 15.530 % Abitanti serviti effettivi 61,5 % Scarichi non conformi L. n. 319 del 1976 (ab./eq.) 3,4 % Comuni non provvisti di impianto di depurazione 16,7
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico del fosso Valloscura (Ascoli Piceno)
Comuni Abitanti residenti Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Corpo
recettore Fermo 35.348 40.000 18.000 ~ f. Valloscura Porto S. Giorgio 4.000 ~
Bacino idrografico del fosso Rio Canale (Ascoli Piceno)
Comuni Abitanti residenti Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Corpo
recettore Campofilone 1.692 1.000 1.200 fosso 1.500 Massignano 1.548 750 180 Montefiore Aso parte
Bacino idrografico del torrente Menocchia (Ascoli Piceno)
Comuni Abitanti residenti Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Corpo
recettore Cupramarittima 4.813 20.000 3.500 t. Menocchia
Superficie: 280 Kmq
Lunghezza: 69 Km
Invasi:
Diga di Gerosa (volume dell'invaso 12 x 106 mc)
Diga di Villa Pera (volume dell'invaso 0,6 x 106 mc)
Non sono presenti affluenti di particolare rilievo.
Caratteristiche chimiche: Presenza di inquinamento da scarichi civili dal comune di Comunanza, successivamente a questo tratto il fiume riacquista le caratteristiche di discreta qualità per ritornare ad un ambiente inquinato dopo il bivio di Rotella. Si sono notate concentrazioni rilevanti di azoto ammoniacale, COD in questo punto.
La foce presenta caratteristiche di ambiente inquinato.
Caratteristiche fisiche: La temperatura e l'ossigeno disciolto superano in quasi il 50% dei rilievi i valori ammessi per le acque ciprinicole.
Caratteristiche microbiologiche: dopo Comunanza i valori della colimetria aumentano notevolmente, fino a raggiungere valori ampiamente superiori alla tab. A della L. n. 319 del 1976 alla foce.
Tale inquinamento è riconducibile oltre che a scarichi civili all'attività zootecnica presente nella valle dell'Aso.
Utilizzo idropotabile: pozzi che alimentano i comuni di Montefiore dell'Aso e Campofilone (nel passato in deroga per i nitrati).
Utilizzo idroelettrico: sono presenti 5 prese per centrali idroelettriche di cui una, C.le di Pedaso, scarica fuori bacino.
Ciò provoca un abbassamento delle portate idriche del fiume (-93 mc x 106) con conseguente ripercussione sul fiume.
Gli interventi opportuni sono quelli che prevedono a) il controllo sulle captazioni delle acque del fiume per i vari usi (agricoli, idroelettrici e industriali), b) la verifica della capacità depurativa dei piccoli impianti presenti nel bacino, c) incentivare il corretto riutilizzo dei liquami derivanti dalla zootecnia in agricoltura.
Influenza sulla balneazione: 500 metri non balneabili.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico dell'Aso (Ascoli Piceno)
Comuni Abitanti residenti Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Corpo
recettore Altidona 1.961 3.000 1.750 f. Aso
Carassai 1.327 640 250 fosso Corneto
Comunanza 3.078 2.500 1.800 f. Aso Montalto Marche 2.454 800 700 f. Aso M. Falcone A. 535 1.000 non attivato f. Aso Montefiore dell'Aso 2.279 2.000 1.250 S. Pietro
Montelparo 964 400 200 f. Aso
200 60 400 non attivato Montemonaco 716 600 non funzionante f. Aso Monterinaldo 435 250 100 f. Aso Monterubbiano 2.431 *Rubbianello 1.000 non funzionante f. Aso
*Capoluogo 1.000 non ha mai funzionato
Moresco 630 300 non funzionante f. Aso Ortezzano 843 1.000 700 f. Aso Pedaso 1.972 3.000 1.800 f. Aso Petritoli 2.587 1.000 500
Comuni che non hanno impianto di depurazione:
Force (abitanti 1.684)
Monte Vidon Combatte (abitanti 512)
Campofilone - parte degli abitanti scaricano senza depurazione nel fiume Aso.
Pressione abitanti sul bacino 19.867 Potenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 19.090 Abitanti serviti effettivi (ab./eq.) 9.951 % Abitanti serviti effettivi 50,1 % Scarichi non conformi L. n. 319 del 1976 (ab./eq. 6.910) 69,4 % Comuni non provvisti di impianto di depurazione 12,6
Presenza di inquinamento organico e di origine fecale su quasi tutto il fiume.
La presenza di scarichi civili non trattati o parzialmente trattati e di scarichi organici dovuti all'industria alimentare condizionano la recettività ambientale del corso d'acqua.
Lungo il suo percorso il fiume non riesce ad mantenere la capacità autodepurativa, gli scarichi presenti lungo il corso d'acqua danno un carico di azoto e di sostanza organica che anche se nei limiti della tab. A compromettono la vita del fiume.
Ciò è dovuto anche alle captazioni incontrollate e il carattere torrentizio del fiume.
Interventi: Verifica della possibilità di un impianto consortile nella località Santa Maria Goretti di Offida (esiste un impianto del nucleo industriale mai entrato in funzione).
Collettamento e potenziamento se necessario dell'impianto del comune di Grottammare.
------------------------
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico del Tesino (Ascoli Piceno)
Comuni Abitanti residenti Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Corpo
recettore Castignano 3.023 1.000 non attivato f. Tesino 700 non attivato 700 non attivato 700 non attivato Grottammare 13.887 30.000 13.000 f. Tesino Offida (in parte) 5.290 f. Tesino *S. Maria Goretti 500 300 Ripatransone 4.317 250 200 250 250 500 non attivato Rotella 1.045 100 100 100 100
Comuni che non hanno impianto di depurazione:
Cossignano (abitanti 1.051)
Montedinove (abitanti 607)
Pressione abitanti sul bacino 29.220 Potenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 34.800 Abitanti serviti effettivi (ab./eq.) 13.950 % Abitanti serviti effettivi 47,7
Superficie: 1192 Kmq
Lunghezza: 71 Km
Invasi:
Diga Scandarello (volume dell'invaso 12 x 10P
6P mc)
Diga Castel Trosino (volume dell'invaso 0,4 x 10P
6P mc)
Diga Talvacchia (volume dell'invaso 14 x 10P
6P mc)
Affluenti:T. Castellano.
Le acque del torrente Castellano presentano una discreta qualità.
Caratteristiche chimiche: si evidenzia una certa variabilità dei parametri indici di inquinamento da scarichi civili quali BODB5 B, COD, azoto ammoniacale.
In prossimità della foce si riscontrano valori di concentrazioni significativamente più elevati.
Caratteristiche microbiologiche: si nota un aumento dopo la città di Ascoli Piceno; i valori tornano ad aumentare in prossimità della foce.
Caratteristiche fisiche: Non si evidenziano problemi relativi alla scarsa ossigenazione.
Utilizzo idropotabile: nessuno.
Utilizzo idroelettrico: alla presenza di 7 prese per alimentare le centrali idroelettriche presenti nel bacino marchigiano se ne sommano 2 che alimentano il serbatoio di Campotosto (Abruzzo).
Interventi di collettamento agli impianti centralizzati di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, risanamemto in zona Campolungo della discarica dismessa di rifiuti solidi urbani.
Verifica della capacità depurativa degli impianti presenti nel bacino idrografico.
Applicazione dei parametri più restrittivi (Tab. 3 Linee guida Piano risanamento delle acque) per gli impianti con ab./eq. >
10.000 compresi i parametri microbiologici.
Influenza sulla balneazione: 300 metri non balneabili (Regione Marche).
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Bacino idrografico interregionale del tronto (Ascoli Piceno)
Comuni Abitanti residenti Abitanti eq. di progetto Abitanti serviti Corpo
recettore Acquasanta Terme 3.574 1.500 650 f. Tronto Appignano del Tronto 1.928 2.500 900 t. Chifente
Arquata del tronto 1.588 f. Tronto *Borgo 750 300 *Pretare 750 200 *Spelonga 500 300 *Trisungo 500 180 *Pescara 500 200 Ascoli Piceno 52.320 f. Tronto *Marino 50.000 25.000 *Brecciarolo 1.000 2.100 *Mozzano 1.000 700 *S. Maria a C. 500 250
Castel di Lama 6.978 5.000 imp. nucleo indus. f. Tronto
Villa Cese 150 Chiarini 150 non funzionante Castorano 2.099 1.000 non funzionante f. Tronto 1.000 non funzionante Colli del Tronto 2.912 2.100 2.100 f. Tronto Maltignano 2.428 1.000 1.000 f. Tronto
Monsampolo del Tronto 3.809 3.000 3.000 f. Tronto
Montegallo 717 17 fosse Imhoff t. Fluvione Monteprandone 9.927 f. Tronto *Centobuchi 5.000 7.000 *Collenavio 250 300 *Monterone 250 *Anna 250 Palmiano 225 100 100 t. Fluvione Roccafluvione 2.277 1.250 1.200 t. Fluvione San Benedetto del Tronto 44.765 150.000 45.000 f. Tronto
Spinetoli 5.451 3.500 5.400 f. Tronto Venarotta 2.283 2.000 1.000 t. Chiaro
Comuni che non hanno impianto di depurazione:
Folignano (abitanti 8.822)
Pressione abitanti sul bacino 152.103 Potenzialità impianti (dati di progetto ab./eq.) 230.500 Abitanti serviti effettivi (ab./eq.) 100.880 % Abitanti serviti effettivi 66,3 % Scarichi non conformi TL. n. 319 del 1976T (ab./eq.) 44
Torrente Albula
Acquaviva Picena (3.213 abitanti) ha un impianto che tratta liquami per 1.000 ab./eq.).