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DEMENZE E DEFICIT COGNITIVI NELL’ANZIANO - irsm.it · DISTURBI DELLA CONDOTTA (sonno,...

Date post: 15-Feb-2019
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DEMENZE E DEFICIT COGNITIVI NELL’ANZIANO INTRODUZIONE ALL’ARGOMENTO Dott.ssa Emanuela Menichetti Psicologa-Psicoterapeuta IRSM
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DEMENZE E DEFICIT COGNITIVI NELL’ANZIANO

INTRODUZIONE ALL’ARGOMENTO

Dott.ssa Emanuela MenichettiPsicologa-Psicoterapeuta IRSM

IntroduzioneIntroduzione◦Il termine neuropsicologia cognitiva vieneapplicato all’analisi delle disfunzioni cognitive.

◦Per funzione cognitiva si intende l’abilità adutilizzare o a integrare capacità di base quali:percezione, linguaggio, azione, memoriapensiero e pianificazione.

◦La neuropsicologia cognitiva focalizzal’attenzione sui diversi tipi di compromissionidella funzione cognitiva.

L’osservazione e lo studio della compromissione della funzionecognitiva in cerebrolesi ha una lunga tradizione nella praticaclinica, tuttavia come campo di studi sistematizzato e coerente hauna storia relativamente breve.Alcune descrizioni della perdita di linguaggio sono rintracciabiligià in un papiro del 3500 A.C., così come deficit nel

riconoscimento di volti sono stati descritti in scritti dell’anticaRoma.Tuttavia dobbiamo aspettare l’inizio del XIX secolo per averestudi che considerassero tali disturbi legati a malattie encefaliche.Grazie agli studi di Broca del 1861 le osservazioni e leconsiderazioni sui casidivennero più specifiche.

Dalla diagnosi al trattamento il ruolo dello psicologo

Le funzioni dello psicologo che lavora nel contestodelle demenze varia a seconda dei contesti e dellerealtà in cui si trova, tuttavia in un percorso idealeper il paziente e per la famiglia attraversa le tappedalla valutazione alla restituzione,agli interventi di supporto al malatoe alla famiglia, così come aglioperatori.

LE AREE DELL’ INDAGINE NEUROPSICOLOGICA

◦ MEMORIA (AMNESIA)

◦ ATTENZIONE

◦ LINGUAGGIO (AFASIA)

◦ GESTUALITA’ APPRESA (APRASSIA)

◦ SINTOMI NON COGNITIVI (BPSD)

◦ FUNZIONI VISUO PERCETTIVE (AGNOSIA)

MEMORIA

La memoria è quella funzione psichica voltaall'assimilazione, alla ritenzione e al richiamo di informazioniapprese durante l'esperienza.Non esiste alcun tipo di azione o condotta senza memoria.Il processo mnestico si configura dunque come un percorsodinamico di ricostruzione e connessione di rappresentazioni,piuttosto che come un semplice "immagazzinamento" di datiin uno spazio mentale statico.

ATTENZIONEATTENZIONEL’attenzione non deve essere vista come funzione unitaria.Vengono individuate diverse dimensioni dell’attenzione.1. AUTOMATICA

non necessita di un controllo spontaneo (spostamento del peso da un piede all’altro quando si sta in piedi)

2. VOLONTARIA necessita di un controllo costante (scrivere a macchina la prima volta)

3. ATTENZIONE SELETTIVA UNICANALIZZATA

(attenzione rivolta ad un solo compito)

4. DISTRIBUITA

(attenzione rivolta a più compiti stabilendo le priorità)

5. MOMENTANEA

(attenzione fugace. Stabilire ad es. se una cosa è pericolosa o no)

6. SOSTENUTA

( attenzione costante nel tempo = concentrazione)

7. AFFERENTE

(attenzione a stimoli corporei e ambientali)

8. EFFERENTE

(controllare quanto stiamo producendo in atti verbali e corporei)

9. COPERTA

(avviene senza che gli altri se ne accorgano)

10. SCOPERTA

(il mio atto attentivo è evidente agli altri)

Pandiani Gorini-indicazioni per la valutazione neuropsicologica nell’anziano

LINGUAGGIOLINGUAGGIOAFASIEAFASIE

Nell’anziano esistono diverse cause che possono causare deficit del linguaggio daincidenti cerebro-vascolari a sindromi degenerative.

Esistono diversi tipi di compromissione linguistica:

◦ Disturbo del linguaggio verbale o Afasie: disturbo dei sistemi preposti alla comprensione e formulazione linguistica

◦ Disturbo della parola:dislalie (alterazioni anatomiche), disartrie (lesioni SNC), disfemie (Disturbi nevrotici come balbuzie)

◦ Disturbi della voce o Disfonie

◦ Nel linguaggio dell’anziano divengono frequenti le Anomie e l’uso di parole

passe-partout (cosa, roba…).

Un esame rapido dell’eloquio spontaneo, della ripetizione e comprensione è

sufficiente a discriminare le principali sindromi afasiche.

GESTUALITA’ APPRESAGESTUALITA’ APPRESAAPRASSIAAPRASSIA

E’ raro che un paziente o la sua famiglia portino aconoscenza il proprio medico di un disturbo dellagestualità appresa ovvero di APRASSIA.

Il paziente aprassico può fare ciao con la mano alnipotino ma non riuscire a rifare lo stesso gesto surichiesta.

L’aprassico ha un disturbo primitivo del gestovolontario appreso, ovvero non compieintenzionalmente gesti motori, simbolici o non,precedentemente acquisiti .

BPSDBPSDI sintomi non cognitivi hanno particolare

importanza nelle demenze.Possiamo suddividerli:SINTOMI AFFETTIVI (depressione e ansia)SINTOMI PSICOTICI (deliri e allucinazioni)DISTURBI DELLA CONDOTTA (sonno, alimentazione

e sessualità)ALTERAZIONI DELLA PERSONALITA’ (irritabilità,

apatia, disinibizione)COMPORTAMENTI SPECIFICI (vagabondaggio)

FUNZIONI VISUO PERCETTIVE FUNZIONI VISUO PERCETTIVE Le abilità visuo-percettive consistono in un processo dinamico e

attivo di elaborazione degli stimoli sensoriali che procede attraverso l’analisi delle informazioni visive e culmina con l’attribuzione di significato.

AGNOSIA è il deficit del riconoscimento limitata ad un canale sensoriale (vista)

ProsopagnosiaSimultagnosia

Si può parlare di Demenza quando la perdita delle funzioni cognitive coinvolge la memoria e le altre funzioni (parlare, muoversi, pensare e ragionare, riconoscere ed orientarsi) ed è così severa da interferire con in modo significativo con le attività lavorative, sociali, relazionali e con la qualità della vita.

Classificazione delle demenzeClassificazione delle demenze

Esistono varie classificazioni delle demenze: in base alla sede della lesione

Corticali/Sottocorticali

Demenze primarie/secondarie

Demenze primarie o degenerative

A) Demenze corticali 1) demenza di Alzheimer (AD)

2) demenze fronto-temporali 3) malattia di Pick

B) Demenze sottocorticali 1)Parkinson-demenza 2) Demenza con corpi di Lewy3) Atrofia multisistemica4) Paralisi sopranucleare progressiva5) Degenerazione cortico-basale 6) Malattia di Huntington7) Idrocefalo

Demenze secondarie

A) demenza vascolare ischemica

B) disturbi endocrini e metabolici ( ipo e iper-tiroidismo, ipo e iper-paratiroidismo, malattie dell’ asse ipofisi-surrene -s. di Cushing, m. di Addison-, encefalopatia portosistemica in corso di epatopatia, insufficienza renale cronica, ipoglicemia, disidratazione)

C) malattie metaboliche ereditarie

D) malattie infettive ed infiammatorie del SNC (meningiti ed encefaliti - batterica, neurosifilitica, micotica, virale - sclerosi multipla e m. demielinizzanti, connettiviti, m. di Creutzfeld-Jakob, AIDS dementia complex)

E)stati carenziali

F)Sostanze tossiche (alcol, metalli pesanti, farmaci)

G) Processi espansivi intracranici

H) Miscellanea (traumi cranici, sindromi paraneoplastiche)

UN PO’ DI DATI

L’ età media della popolazione italiana si staalzando progressivamente e oggi gli over 65sono oltre 12 milioni, circa il 20% dellapopolazione, mentre gli over 80 sono ben 3milioni.Numeri destinati a crescere: nel 2050 lapercentuale di persone over 65 supererà il30% della popolazione italiana

LLa malattia di Alzheimera malattia di Alzheimere e

le sue fasile sue fasi

Prima fase (demenza lieve)

La memoria inizia a svanire, soprattutto per gli eventi recenti

• Ripetitività• Tendenza a perdersi in ambienti nuovi• Dimenticanze• Disorientamento temporale• Pensiero impoverito con ridotta capacità di ragionamento logico • Diminuzione della capacità di giudizio• Ridotto rendimento lavorativo• Incapacità di affrontare e risolvere problemi anche semplici relativi ai

rapporti interpersonali o familiari• Apatia: il paziente perde interesse per l'ambiente e per gli altri,

richiudendosi in se stesso• Labilità emotiva e mutamento della personalità

Seconda fase (demenza moderata)

Grave deterioramento intellettivo non più attribuibile al normale invecchiamento

La persona diventa incapace di apprendere nuove informazioni, spesso si perde, anche in ambienti a lui familiari

La memoria remota è compromessa, anche se non totalmente persa, si aggravano i disturbi della memoria di eventi recenti o nomi delle persone, che vengono confusi o dimenticati; anche per questo vengono poste domande in maniera ripetitiva

Terza fase (demenza grave)

Totale dipendenza e inattività

Memoria a breve e lungo termine totalmente perse

Compaiono incontinenza urinaria e fecaleIncapacità di svolgere qualsiasi attività della vita quotidiana

Grosse difficoltà a riconoscere parenti amici ed oggetti noti

Difficoltà a capire o interpretare gli eventi

Incapacità a riconoscere i percorsi interni allapropria casa, difficoltà a camminare/spostarsi

Difficoltà ad alimentarsi, problemi di nutrizione(può essere necessaria alimentazione artificiale)

Elevato rischio di: malnutrizione, disidratazione,malattie infettive (soprattutto polmoniti), fratture,piaghe da decubito

Ciascun individuo può ridurre il rischio di sviluppare la demenza adottandoun corretto stile di vita:

Fare regolare esercizio fisico

Seguire una dieta sana

Allenare la mente

Controllare il cuore

Mantenere attività sociali

La rete dei servizi formaliAssistenza DomiciliareAssistenza Domiciliare Distrettuale (CAD)Assistenza ProtesicaAssistenza Domiciliare del Comune (SAISA)Programma di Dimissione Protetta (Assistenza Domiciliare Integrata)Assistenza domiciliare per i pazienti con Demenza (SADISMA)Sportello AlzheimerAssistenza SemiresidenzialeCentro Diurno Anziani Fragili, Centro Diurno Alzheimer.Residenzialità ProtettaResidenzialità temporaneaCasa di Riposo, Casa FamigliaResidenza Sanitaria Assistenziale.LungodegenzaHospice.Tutela Sociale e LegaleInvalidità ed AccompagnoAmministratore di sostegno

Grazie per l’attenzioneGrazie per l’attenzione


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