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DENDRODATAZIONE con Synchro Searchversione 2.2.1 5 · Di qui sorge il dubbio che la...

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5 ANGELO MONDINO MATTEO AVALLE NUOVA PROCEDURA DI DENDRODATAZIONE con Synchro Search versione 2.2.1 S E M I N A R I O C O L L O Q U I ESERCITAZIONI Q U A D E R N I DI DENDROCRONOLOGIA APPLICATA ALLA DATAZIONE DI STRUMENTI MUSICALI E REPERTI ARCHEOLOGICI PER LE SCUOLE DI LIUTERIA, OPERATORI MUSEALI E PERITI
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ANGELO MONDINO • MATTEO AVALLE

N U O V A P R O C E D U R A

DI

DENDRODATAZIONEcon Synchro Search versione 2.2.1

S E M I N A R I OC O L L O Q U IE S E R C I T A Z I O N I

• • • • • • • • • • • • •

Q U A D E R N I

D I D E N D R O C R O N O L O G I A

A P P L I C A T A A L L A D A T A Z I O N E

D I S T R U M E N T I M U S I C A L I

E R E P E R T I A R C H E O L O G I C I

P E R L E S C U O L E D I L I U T E R I A,

O P E R A T O R I M U S E A L I E P E R I T I

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INFOPotrete ricevere come free-ware via Internet la nuova versione del programma Synchro Search 2.2.1 e del data-basedelle cronologie in formato Synchro Searchimpiegate nelle Esercitazioni, facendone richiesta con una e-mail indirizzata a questi indirizzi di posta elettronica:[email protected]

m a 1 0 6 9 @ g m a i l . c o m

e, dopo che vi sarete registrati, uno di noiprovvederà all’invio.Buona lettura!

Angelo e Matteo

Prima edizione giugno 2012

PIANO DELL’OPERA

1. FONDAMENTI

2. STATISTICA RAGIONATA,STANDARDIZZAZIONE, SEGMENTAZIONE

3. TUTORIAL

4. ESERCITAZIONI

5. SEMINARIOCOLLOQUIESERCITAZIONI

a Luigina Teodora, in memoria

CREDITIUgo Avalle (Università di Torino) per la consulenza informatica e multimediale Carla Mondino per il progetto grafico e la foto di copertinaStefano Marconi (Museo Civico di Rovereto), e Roberto Zanuttini (Università di Torino) per la lettura critica del manoscritto

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7 INTRODUZIONE

9 SEMINARIO PRESENTAZIONE

21 SEMINARIO QUESTIONS AND ANSWERS

21 1. Che cosa intende Baillie per “mobilità” del campione?

22 2. Perché non si può parlare di precisione delle misure della ampiezze anulari di una serie?

23 3. É vero, come si dice da più parti, che non ha più alcun senso servirsi dell’analisi della Gleichläufigkeit poiché

è obsoleta in quanto appartiene all’era pre-computer?

24 4. É vero che ancora oggi la scuola di Tucson usa il metodo dello Skeleton Plot?

26 5. Come è possibile verificare che le due serie a confronto siano correlabili?

27 6. Perché il valore del t di Student non deve essere inferiore a 3,5?

28 7. Perché ritenete che l’osservazione del trend delle due serie a confronto è tanto importante, mentre alcuni sostengono

che questo parametro non va preso in alcuna considerazione?

32 8. Che cosa si può obbiettare a coloro che sostengono che il trend di una serie anulare non ha alcuna importanza per

quanto riguarda lo studio della correlazione, perché un albero cresciuto ai margini di una foresta e scelto da un liutaio,

può avere un trend di senso opposto a quello dei vicini?

33 9. Come si procede per effettuare l’analisi per segmenti (segmentazione) di una crossdatazione con Synchro Search?

33 10. Qual’è la funzione del pulsante Logaritmic Correction che si trova nel menù della routine Match Screening?

34 11. Dove si possono trovare i valori di sensitività e autocorrelazione?

35 12. È possibile trovare i valori di autocorrelazione di una serie anulare senza ricorrere all’impiego di Excell?

35 13. Come risulta dalla lettura dell’articolo di Dendrochronologia, esistono problemi per valutare il senso di crescita

della serie anulare?

37 14. Quali previsioni si possono fare sull’impiego della dendrocronologia applicata alla datazione degli strumenti musicali?

38 15. Accettereste di fare delle expertise dendrocronologiche su degli strumenti?

39 COLLOQUI QUESTIONS AND ANSWERS39 1. Perché non intendete sottoporre a peer reviewing i vostri lavori ?

42 2. Si dice che non date importanza all'uso dei pointer years e dei pointer intervals

46 3. Perché avete introdotto nel Quaderno 2 lo studio dell’analisi della covarianza?

51 4. Quali difficoltà presenta la misurazione degli anelli di crescita su immagini fotografiche?

56 5. Ci sono state novità circa l’uso della r di Pearson personalizzata ?

60 6. E' vero che Synchro Search non è stato sufficientemente validato?

61 7. Qual è il numero minimo di anelli necessario per una crossdatazione?

63 8. Quale giudizio date sui lavori di Lars Achen Larsson e di Douglas Keenan pubblicati in Internet?

66 ESERCITAZIONE 1 TRE VIOLINI TIROLESI E CONTRABBASSO CHILTON

72 ESERCITAZIONE 2 RIVALUTAZIONE DELLA DATAZIONE1686 DEL MESSIAH COMPLETAMENTO

Indice

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DENDRODATAZIONE I INTRODUZIONE 7

Abbiamo deciso di pubblicare come Quaderno 5 la trascrizione di tutti gli

interventi che sono stati registrati nel corso del seminario che si è tenuto a Ivrea il

15 settembre 2011, su richiesta di un gruppo di liutai che già avevano iniziato o

stavano per iniziare ad usare la nostra nuova metodologia di dendrocronologia

applicata alla datazione di strumenti musicali, rivolta in special modo alle scuole

di liuteria.

Il seminario ebbe inizio con la presentazione dei quattro Quaderni che co-

stituiscono La Nuova Procedura di Dendrodatazione di Strumenti Musicali

con Synchro Search versione 2.2.1, alla quale fece seguito una lunga serie di

domande che non solo vertevano sull’interpretazione delle nostre linee guida, ma

anche su certe critiche infondate, traendo sostanzialmente origine dallo scettici-

smo che abbiamo cercato di contrastare con la nuova impostazione proposta nel

Quaderno 2, con il proposito di restituire credibilità alle datazioni dendrocrono-

logiche di strumenti musicali.

Il liutaio infatti si trova spesso nell’opportunità di mettere in vendita uno

strumento antico di cui è venuto in possesso dopo avere proceduto ad un avveduto

e ponderato restauro. Il suo occhio esperto, supportato quasi sempre da giudizi di

altri colleghi altrettanto esperti, gli ha permesso di valutare l’attendibilità del-

l’etichetta e in mancanza di quella di attribuirne la sua costruzione ad un maestro

liutaio di una particolare scuola, mai trascurando, cosa di massima importanza,

quando l’acquirente è un violinista, la qualità del suono, che è la caratteristica che

più è ricercata dall’acquirente.

Oggi, purtroppo, essendo gli strumenti d’autore antichi acquistati sempre

più spesso da persone che li considerano beni rifugio e non tengono in dovuto con-

to le loro qualità foniche, è subentrata la prassi di avere expertise, basate sulla

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dendrocronologia che vengono ad assumere un’importanza spesso indebita a cui

fanno seguito, spesso, inconcludenti discussioni a livello legale.

Abbiamo pertanto cercato di chiarire, in risposta alle domande che sono sta-

te poste, i molti dubbi che stanno maturando nel mondo della liuteria circa l’affi-

dabilità dell’applicazione della dendrocronologia per la datazione, spesso non

univoca, degli strumenti ad arco, rimandando l’uditorio alla guide-line numero

9, dove è riportato il concetto di Peter Klein: “Nessuno scienziato è obbligato a

trovare a tutti i costi una datazione, a differenza forse di chi esegue le data-

zioni a fini commerciali” e, aggiungiamo noi, anche a differenza di coloro che

hanno eseguito certe datazioni discutibili di oggetti d’arte, proposte e finanziate

dai Ministeri dei Beni Culturali sia italiani che stranieri.

Di qui sorge il dubbio che la dendrocronologia, a nostro parere, non possa

ancora essere definita scienza (come d’altronde non lo è la medicina, come sostie-

ne lo stesso Veronesi). Arriverà ad esserlo il giorno in cui, come sosteneva Baillie e

la sua scuola, il risultato di una dendrodatazione sarà uno e uno solo confermato

da più ricercatori.

Operare per il raggiungimento di questo traguardo è stato lo scopo della no-

stra decennale fatica che ha portato alla stesura del nostro trattato.

La parte principale di questo Quaderno è costituita dalla trascrizione del te-

sto dell’intervento di Angelo Mondino sul tema del Seminario e delle risposte date

alle domande dei partecipanti.

Abbiamo però ritenuto opportuno trascrivere altri colloqui che abbiamo

scambiato con ricercatori che stanno approfondendo lo studio della nostra proce-

dura utilizzando la nuova versione del programma Synchro Search.

Riportiamo inoltre due nuove Esercitazioni che abbiamo ritenuto molto im-

portanti.

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9DENDRODATAZIONE I SEMINARIO I PRESENTAZIONE

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SEMINARIO*PRESENTAZIONE

Cari amici, vi ringrazio per avermi chiesto questo incontro in cui cercheròdi chiarire la filosofia sulla quale si basa la nostra metodologia di dendro-datazione di strumenti musicali, descritta e esemplificata nei primi quattroQuaderni del Trattato, che alcuni di voi già conoscono almeno nelle sueparti essenziali riassunte nelle guide-lines pubblicate sia in italiano che ininglese sul nostro sito Web www.synchrosearch.org le quali prevedonol’uso della versione 2.2.1 del programma Synchro Search.

Mi soffermerò particolarmente sullo stato dell’arte di questa disciplina,che, a nostro parere, non ha fatto passi avanti sostanziali negli ultimi ven-t’anni per assurgere alla dignità di scienza dallo stato di pratica empirica,non codificata da regole precise, che troppo spesso produce risultati nonunivoci, tanto che un noto ricercatore, costretto a scegliere fra le molte da-te ottenute per una crossdatazione (tutte apparentemente sostenibili sta-tisticamente), ha dato ad un suo intervento questo titolo: Dendrochronolo-gy: Tool or Deception?

Per superare questo inconveniente, la nostra metodologia, con l’impiegodella Segmentazione, che è stata implementata nella nuova versione 2.2.1del programma Synchro Search, ci permette di eseguire in tempo reale l’ana-lisi per segmenti di ogni confronto fra serie, al fine di trovare la crossdatazio-ne più attendibile, ossia quella caratterizzata dalla più alta probabilità stati-stica, tanto da essere considerata la più vicina al vero in modo univoco.

Riteniamo che la nostra filosofia sia stata espressa in modo chiaro e com-prensibile nella Premessa del Quaderno 2 riportata nel nostro sito Web initaliano e inglese. Sostanzialmente si è sostenuta la necessità di mettere inpratica gli insegnamenti di Moroney di usare la poca statistica classica, ne-

*Seminario tenuto

da Angelo Mondino

ad Ivrea il 15

settembre 2011 sulla

Nuova Procedura

di Dendrodatazione

con Synchro Search

2.2.1

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DENDRODATAZIONE I SEMINARIO I PRESENTAZIONE

cessaria ai nostri scopi in modo ragionato, verificando soprattutto se il testdi correlazione tra le serie anulari messe a confronto fosse ammissibileprima di valutarlo statisticamente, cosa che, non a caso, la scuola di Belfastaveva posto come pietra d’angolo per un’applicazione ragionata delladendrocronologia alla datazione di manufatti lignei artistici, purtropporaramente tenuta in debita considerazione.

Nel Quaderno 4, dedicato alle Esercitazioni, si trovano le Linee guida

nonché il consiglio che ne deriva su “Come condurre in modo ragionato

una dendrodatazione”, costituenti una sintesi pratica delle basi teorichedel nostro metodo che si trovano nel Quaderno 2 dedicato a Statistica Ra-

gionata, Standardizzazione, Segmentazione e Linee Guida Conse-

guenti, dove abbiamo cercato di definire, nel modo più semplice possibi-le, i presupposti che secondo noi sono indispensabili affinchè la praticadella dendrodatazione possa uscire dal vicolo cieco in cui si è venuta a tro-vare e di cui parlerò più avanti, tanto che, come voi ben sapete, sta diven-tando opinione corrente che la dendrocronologia sia assai poco affidabileper datare uno strumento musicale,

Questi presupposti non costituiscono una nostra invenzione, bensì

derivano dalla rivalutazione delle linee guida che Michael Baillie pro-

poneva nei lontani anni fra il 1970 e il 1982 ai ricercatori di lingua ingle-se, poiché prima di allora, come egli stesso mi ha spiegato, non era ancoradisponibile in quella lingua una letteratura completa sulla pratica delladendrodatazione.

Ma quelle linee guida, che stanno alla base della nostra metodica, so-

no state irrobustite dall’analisi per segmenti che Richard Holmes nel1983 aveva elaborato per valutare la qualità delle crossdatazioni volte allacostruzione delle cronologie di riferimento, pubblicandole in un articolointitolato Computer Assisted Quality Control in Tree-Ring Dating e messein pratica nel programma COFECHA realizzato dallo stesso Holmes.

Grissino-Mayer che a quanto mi risulta è l’unico dendrocronologo ad ap-plicare COFECHA a scopi di dendrodatazione di manufatti lignei, nel Tu-torial che ha pubblicato per la sua applicazione, nel sottolineare l’evolu-zione che l’analisi per segmenti ha significato per la diagnoi dendrocrono-logia, continua: ...This evolution has resulted in a program that is extensi-vely powerfull in its diagnostic and functions, but its operation and inter-pretation of its output remain complex. [...Questa evoluzione è stata possi-bile grazie ad un programma che è enormemente potente per le sue fun-zioni diagnostiche, ma il suo uso e l’interpretazione dei suoi output risultacomplessa].

Gli articoli di Holmes e di Grissino-Mayer si possono trovare nel Tree-

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DENDRODATAZIONE I SEMINARIO I PRESENTAZIONE

Ring Bulletin come Research Reports rispettivamente nei numeri del 1983e del 2001.Il mio coautore e nipote Matteo, (ora dottorando in Ingegneria Informati-ca e insegnante al Politecnico di Torino), è riuscito a superare le difficoltà diapplicazione e di interpretazione dei risultati che caratterizzano il pro-gramma COFECHA, scrivendo un programma di Segmentazione sempli-ficato, adatto all’obbiettivo della dendrodatazione.

In tempo reale, premendo il tasto Segment (che compare nella barra dellesubroutine dei grafici Match Screening di ogni crossdatazione) esso ana-lizza e documenta il matching di ogni segmento del campione contro ilcorrispondente segmento del master, che Sychro Search 2.2.1 trova auto-maticamente iniziando dai primi top ten, calcolati e proposti sempre intempo reale per ogni periodo di crossdatazione richiesto (ad esempio1732-1840, 1732 -1841 e così via) spostando la scrolling bar.

La sinergia che scaturisce dall’abbinamento della nuova procedura

con la versione 2.2.1 di Synchro Search ci permette pertanto di ottenerecrossdatazioni i cui risultati saranno resi univoci e, per quanto possibile al-lo stato attuale dell’arte, altamente probabili. Il programma, infatti, inizia

l’operazione di Match Screening confrontando le due serie (entram-

be in formato raw) e, basandosi sull’analisi della covarianza, ci infor-

ma sull’eventuale segno negativo della correlazione, che farebbe ri-

sultare non-significativo il calcolo della stessa, avvertendoci di ciò

con un semaforo che in tal caso diventa rosso.

Viene inoltre visualizzato sul diagramma, in formato raw, l’andamen-

to anisotropo dei trend delle due cronologie, campione e master, che

dà origine alla negatività della correlazione, la quale, se portata a ter-

mine verrebbe definita “mis-matched”, poiché in dendrocronologia

non si possono accettare correlazioni negative risultanti dal fatto che

mentre una delle due serie ha un andamento crescente, l’altra è ca-

ratterizzata da un andamento decrescente, come viene detto testual-

mente nell’articolo di Baillie e Pilcher del 1973.

Le indicazioni che Synchro Search ci fornisce in tal modo, sono per-

tanto indispensabili per un’applicazione ragionata della statistica

della correlazione e della stessa segmentazione, che applicheremo

nella successiva crossdatazione dei valori delle ampiezze anulari del-

le due serie in formato standard ottenuti per indicizzazione con il mo-

dello autoregressivo delle medie mobili dei valori in formato raw.

La crossdatazione che sottoposta all’esame della segmentazione

presenterà per il maggior numero dei segmenti della serie del cam-

pione un alto indice di correlazione con i corrispondenti segmenti

della serie del master, potrà essere considerata, secondo la teoria di

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Holmes, la migliore in quanto univoca e per conseguenza, allo stato

dell’arte attuale, la più probabile. Non dimentichiamo che questo è esat-tamente il criterio secondo il quale sono state accettate le 6000 cronologie diriferimento che troviamo a tutt’oggi in ITRDB, costruite con le cronologie didecine di alberi che devono essere congrue tra di loro e verificate appuntocon il programma COFECHA, tutt’ora impiegato, ad eccezione delle pochecronologie di strumenti musicali costituite dalle misure degli anelli della lo-ro tavola.

Siamo quindi fermamente convinti che la nostra metodica può essere

considerata una svolta nella ricerca di crossdatazioni affidabili, ma so-

prattutto univoche (cronologie di riferimento permettendo) di oggetti

artistici e di strumenti musicali.

Vorrei anche sottolineare la differenza di impostazione fra la prima

versione del Manuale del 2005 e l’impostazione di quest’ultima.

Nell’edizione del 2005 avevamo già dato molta importanza agli insegna-menti di Baillie, il quale pur continuando ad avvalorare l’approccio visualedi Elicott Douglass, aveva fortemente sostenuto il ricorso all’uso della sta-tistica già previsto da Huber e altri per la datazione dei legni europei a cau-sa della morfologia compiacente delle loro serie anulari, tanto più difficileda interpretare rispetto a quella sensitiva delle conifere poco evolute dellezone semiaride dell’Arizona.

Ma, in quella edizione facemmo anche ricorso, spesse volte, a certe solu-zioni proprie della scuola climatologica di Tucson basate sugli insegna-menti di Fritts e in particolare alla sua statistica, anche se avevamo rilevatoed esplicitamente sottolineato che in tutta la sua opera Fritts non avevamai nominato il glorioso metodo dello Skeleton Plot di Douglass.

Ovviamente non avevamo colto il messaggio che consisteva appunto nelfatto che le sue teorie erano rivolte esclusivamente alla soluzione di pro-blemi dendroclimatologici.

Cosa che invece non era sfuggita al collaboratore di Baillie, Martin Munro,che nel 1984 affermava: ...it is important to bear in mind that filters

constructed for other purposes (such as dendroclimatology) will not

necessarily be the best ones to use for crossdating problems.

[...è importante tenere a mente che filtri costruiti per altri scopi (come adesempio la Dendroclimatologia) non saranno necessariamente i migliorida usarsi per problemi di crossdatazione.]

In questa nuova edizione del Trattato ci siamo invece attenuti esclusiva-mente agli insegnamenti della scuola di Belfast.

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Infatti, dovendo spesso rispondere a imbarazzanti domande circa la

credibilità delle risposte che la dendrocronologia può offrire alla da-

tazione di strumenti musicali, abbiamo ritenuto che, seguendo l’ap-

proccio che fin dagli ultimi anni ‘70 del secolo scorso Michael Baillie

aveva elaborato con Pilcher e Munro e poi chiaramente espresso e

commentato nei suoi libri Archaeology and Tree-Ring Dating pubbli-

cato nel 1982 e A Slice through Time. Denrochronology and Precision

Dating pubblicato nel 1995, avremmo in pratica potuto uscire dal-

l’impasse, contando soprattutto sull’analisi per segmenti che la nuo-

va versione del programma Synchro Search calcola automaticamen-

te su nostra richiesta in tempo reale per ogni crossdatazione che lo

stesso programma ci presenta nella top ten list.

Di conseguenza la nuova versione del Manuale, pur mantenendo in lineagenerale lo stesso approccio della prima, intende rivalutare concetti, che nonsono mai stati recepiti da coloro che si sono occupati della dendrodatazionedi manufatti lignei artistici e che spesso si sono lasciati attrarre dalle impo-stazioni della scuola climatologica americana, non adatte a quegli scopi.

A tal proposito mi permetto di riportare una comunicazione personale di Mi-chael Baillie al quale avevo sottoposto il testo della lettera aperta e della suaappendice, prima di renderle pubbliche, affinché potesse giudicare la validitàdel nostro approccio alla dendrodatazione basato sui suoi insegnamenti.

Dear Angelo, I finally got round to having a look at the attachments

you sent. It is very interesting for me to see things I wrote in 1982

being subjected to such scrutiny. You have to remember that back in

1982 there was no developed literature on European dendrochrono-

logy in English; my book was an attempt to lay down some basic

principles and to show how we had gone about things during a ro-

bust chronology building exercise. I like to think that I was on the

right lines given the time and place. Mike.

Con queste parole egli mi comunica che finalmente è riuscito a trovare iltempo per leggere la nostra lettera aperta e la sua appendice ed è stato moltointeressante per lui vedere che i concetti che aveva espresso nel 1982 sianostati oggetto di un approfondito esame. Mi ricorda che nel 1982 la letteraturain lingua inglese sulla dendrocronologia in Europa non era ancora molto svi-luppata e quindi il suo libro era un tentativo di enunciare alcuni principi basi-lari e dimostrare come aveva condotto un esercizio per la costruzione di unarobusta cronologia, concludendo col dire che gli fa piacere constatare comefosse sulla giusta strada, considerati i tempi e il luogo.

Siamo molto orgogliosi ovviamente di questo autorevole giudizio, in

quanto è una conferma che la nostra procedura, frutto di un lavoro

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solitario di tanti anni, è pertanto anch’essa sulla strada giusta.

Baillie, forse per consolarmi, mi ha fatto inoltre sapere, che dopo essere sta-to coinvolto nella controversia riguardante la datazione di alcuni quadri ce-leberrimi, che gli costò tempo e fatica per la stesura di parecchi articoli chepossiamo trovare nella sua bibliografia, decise di abbandonare quel campo ededicarsi esclusivamente alle indagini dendroarcheologiche condotte suantichi tronchi trovati nelle torbiere e di nessun valore commerciale anziché

su oggetti il cui immenso valore non permette un discorso scientifica-

mente obbiettivo dal momento che anche perché sembra più impor-

tante la reputazione di un esperto che ne affermi il valore e la attribu-

zione che non la loro vera datazione. [In the mid-1980s of course I ran

into the English and N European ‘art-historical’ dating controversy.

This showed (to me) how dangerous it is to stray into the issue of the

dating of valuable ‘art historical’objects. There are layers of vested in-

terest (financial and art historical) which are usually not present in ar-

chaeological dating. Moreover the art historical timbers had not

grown in the area where they were being studied. The same seems to

be the case with musical instruments where values and attributions

and reputations seem more important than the actual dating].

Evidentemente, con l’abbandono di quel campo di ricerca, a Baillie vennemeno l’interesse di dare una forma più organica agli insegnamenti che nel li-bro Archaeology and Tree-Ring Dating egli riportava in parte nel capitolo Prac-ticalities, ma sparsi anche in altre pagine, nonché nel capitolo intitolato: Art-historical dendrochronology and the limitations of oak dendrochronology conte-nuto nel libro A slice thrugh Time dei quali, purtroppo, i ricercatori europei,

ma anche inglesi, non fecero dovuto tesoro, per non parlare dei dendro-

climatologi americani che, non le tengono in alcun conto quando si ap-

prestano ad affrontare la dedrodatazione di piccoli manufatti.

Tutto ciò mi ha pertanto convinto di quanto sprovveduto io sia stato nell’aver rivolto la mia attenzione allo spinoso argomento della datazione delMessiah che mi ha tirato addosso tanti fulmini e giudizi offensivi da per-sonaggi, alcuni dei quali, come ben si sa, sono gli esperti su cui si appog-giano alcuni grandi dealers di strumenti antichi.

Baillie ha anche voluto ricordarmi che, essendo la “mobilità”, la caratteri-stica principale degli oggetti di interesse storico-artistico-musicale, la lorocrossdatazione è spesso resa difficile e spesso impossibile quando non so-no disponibili cronologie di riferimento “localizzate”e sicure e soprattuttocontigue (vedi pag.62).

Di conseguenza, sempre secondo Baillie, chi opera in questo campo delladendrocronologia dovrebbe più che mai lavorare in collaborazione con al-

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tri laboratori per trovare una datazione accettabile, poiché come ha piùvolte sottolineato nel suo libro, se c’è disaccordo fra dendrocronologi, ciòsta a significare che qualcosa non funziona in alcuni degli approcci che so-no stati seguiti, e che non manca di raccomandarmi in una sua lettera.

Dal canto mio, come ho sempre fatto nella mia lunga carriera di scienzia-to, cercai di aprire il dialogo con i ricercatori americani e mi rivolsi a unodei ricercatori che avevano studiato il Messiah per conoscere come appli-cavano in pratica la statistica della loro scuola, che abbiamo descritta am-piamente nel Quaderno 2 e quali fossero i filtri impiegati nel loro modelloautoregressivo di indicizzazione.

Ma Cleaveland, che avevo interpellato, anziché rispondere alle mie preci-se domande su quali fossero le working equations impiegate nei loro pro-grammi (che, chi usa scientemente un programma statistico, dovrebbe co-noscere), mi rimandò a studiare i testi di Cook e di Fritt che io conoscevobenissimo, chiudendo poi il discorso dicendomi, che io stavo reinventan-do la ruota ...I think that you are reiventing the wheel.

Quando poi, alcuni anni dopo pubblicammo in Internet i risultati di nuovepossibili datazioni ottocentesche del Messiah, in contrasto con quella di To-pham, la quale era stata in precedenza duramente e pubblicamente condan-nata da Grissino-Mayer e su cui si era poi inspiegabilmente ricreduto senzadare alcuna motivazione (Carlisle 2001), invece di ribattere dialetticamentele nostre tesi con una corretta discussione scientifica - come si usa fra scien-ziati nel modo che anche Baillie auspica in questi casi controversi - questoprofessore emerito, ritenuto un luminare della dendroclimatologia, scatenòil finimondo inviando a me e ad altri una mail piena di insulti e di citazioni er-rate che iniziava così, come potete vedere nelle slides: You are clearly talking

through a haze of a lack of knowledge that is ‘mind-boggling’. May I cite

Munro where he says: "Raw tree ring series do not lend themselves to

crossdating, except in the case of people comparing graphs by eye.

[Voi state chiaramente parlando attraverso una confusione mentale dovu-ta ad una ignoranza che è sorprendente. Potrei citare Munro dove dice: “Leserie anulari raw non si prestano ad essere crossdatate, tranne nel caso dichi compara i grafici visualmenente.]

Cosa che noi facciamo con Synchro Search a scopo informativo, esatta-mente come fanno loro che impiegano il metodo Skeleton Plot (moltomeno informativo del nostro), eseguendo poi, sempre come fanno loro,la crossdatazione definitiva in formato indicizzato, che noi confermiamoin tempo reale con il nostro metodo di segmentazione implementato inSynchro Search e che loro invece confermano con la segmentazione im-piegando COFECHA estremamente e inutilmente più complicato perquesti scopi e i cui risultati, secondo quanto afferma Grissino-Mayer nel

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suo Tutorial, non sono di facile interpretazione.E proseguiva:“ He [Munro] goes on to suggest autoregressive and

moving average methods and discusses a number of digital filters es-

sential to normalising series under study."

[“Egli (Munro) prosegue suggerendo un modello autoregressivo basatosu medie mobili e propone un numero di filtri numerici essenziali per nor-malizzare le serie in studio”].

Ciò dicendo, non si rendeva conto che è esattamente quanto prevede

la nostra procedura che usa le medie mobili impiegando filtri oppor-

tuni seguendo proprio i concetti espressi da Munro e Baillie e Pilcher, percui sembrerebbe che sia lui, professore emerito, a parlare through a haze ofa lack of knowledge that is ‘mind-boggling’, per usare la sua espressione, enon noi.Va detto, a scanso di equivoci per una più facile comprensione euna maggior aderenza al concetto matematico, useremo il termine indi-cizzazione anziché normalizzazione (normalization) per indicare il risul-tato del nostro modello autoregressivo che è quello di Baillie e non diMunro (per la precisione).

Tralascio di citare tutte le critiche pesanti e ingiuriose a quelle che sono ve-re e proprie misinterpretazioni delle nostre tesi, che si direbbero apposita-mente costruite a scopi polemici, ma riporto soltanto, a titolo paradigma-tico, la risposta alla mia mail con la quale cercavo di riportalo a discutere,alivello scientifico, sui dati delle datazioni da noi ottenute :

You may be right about the new dates [ ! ], but your fundamental lack

of understanding of dendrochronology in general and crossdating in

particular [giudizio basato sulle misinterpretazioni di cui dicevo] do-

es not inspire confidence... As for my "failure" to drop everything and

test your new dates, why should I do that? I have already spent a lot

of time on that project, far more than has been justified by any mone-

tary compensation I received [da chi ?]. I did it because it was intere-

sting, but that was a long time ago and I am doing other projects. Are

you offering to pay me as a consultant? If not, you have incredible

chutzpah in questioning my use of my time. If so, please inform me

and I will give you an estimate of the total cost. M. C.

[Potete anche avere ragione circa la nuova datazione (del Messia), ma lavostra fondamentale incapacità di comprendere la dendrocronologia ingenerale e la crossdatazione in particolare non ispira fiducia... Per quantoriguarda la mia “mancanza”di non avere smesso di fare altro e di non ave-re testato le vostre nuove datazioni, mi chiedo perché avrei dovuto farlo.Io ho già speso molto tempo su quel progetto, molto di più di quanto fos-se giustificato da ogni compenso in moneta che io ho ricevuto. Lo feciperché era interessante, ma questo fu molto tempo fa e ora sto lavorandoad altri progetti.Vi offrite forse di pagarmi come consulente? Se la rispo-

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sta è no, avete una bella faccia tosta a chiedermi l’uso del mio tempo. Se larisposta è sì, fatemelo sapere e vi farò avere un preventivo del costo tota-le]. M. C.

E con ciò terminò il mio tentativo di collaborazione con la scuola ameri-cana, dal momento che, come avete sentito, certi grandi “baroni”non van-no disturbati, se non per chiedere loro consulenze a pagamento.

Non è il luogo di commentare i comportamenti di quelli che conoscono

i nostri studi e il nostro programma solo per sentito dire o attraverso

l’articolo di Dendrochronologia e che inspiegabilmente ci dileggiano

nei loro forum, nonché di commentare i comportamenti di persone to-

talmente digiune di dendrocronologia che diffondono in Internet l’arti-

colo di Dendrochronologia, come fa un famoso dealer sul suo sito - non

so a quale scopo, poiché non credo stia trattando l’acquisto del Mes-

siah - e di molti altri “esperti”. Va da sé che tutta questa campagna non

ha un movente scientifico dal momento che tutti costoro non citano

mai la nostra risposta contenuta della nostra “lettera aperta” con rela-

tiva “appendice” pubblicata in Internet sul nostro sito www.synchro-

search.org e che ha avuto l’autorevole consenso di Mike Baillie che ab-

biamo citato.

Questo è un esempio parziale dei giudizi offensivi a me rivolti per averemesso in dubbio la validità della datazione di quel violino che a quanto paresta raccogliendo inspiegabilmente sempre più consensi, compreso quellodel Direttore della rivista Dendrochronologia e coautore dell’articolo

Ma nel chiudere l’argomento mi preme far conoscere a questo proposito ilgiudizio che Baillie mi ha personalmente comunicato:

“Philosophically the base problem is that people are determined that

the ring patterns of instruments like The Messiah will date. In reality,

such an instrument may not date uniquely and no agreed date may

ever be forthcoming. In Belfast we had to face the fact that some su-

perb long, even ring patterns never dated or 'dated' at many posi-

tions. They reside in the undated files “.

[Filosoficamente parlando il problema di fondo sta nel fatto che quellepersone sono convinte che le serie anulari di strumenti come il Messia sia-no databili univocamente. In realtà tale strumento può non essere databi-le in modo univoco e quindi non ci sarebbe giammai possibilità di trovareun accordo su alcuna data. In Belfast ci siamo trovati di fronte al fatto chealcune serie anulari superbamente lunghe e uniformi non furono mai da-tabili oppure datavano in molte diverse posizioni temporali. Esse hannotrovato posto fra i file non datati.]

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Questo giudizio coincide con quello da noi confermato anche nella eserci-tazione pubblicata sul Quaderno 4, eseguita secondo le linee-guida dellanuova procedura di dendrodatazione basate sugli input di Baillie, Pilcher,e Munro, dove si dimostra che il risultato della datazione della viola Ar-chinto ottenuto da quegli autori contro la cronologia costruita apposita-mente da Cleaveland, è totalmente priva di significato. Di conseguenzaciò vale per quella del Messiah che è stato datato contro la cronologia diquella viola, confermando così la regola di Baillie (1982) che recita: if thering pattern ties up with a floating chronology, then you should get a floa-ting date [Se crossdatate la sequenza anulare con una cronologia fluttuan-te, otterrete di conseguenza una datazione fluttuante].

Quella esercitazione intitolata “Rivalutazione Critica della Datazione1686 del Violino detto Messiah”, è riportata integralmente sul nostro sitowww.synchrosearch.org in italiano e in inglese.

Vorrei però sottolineare i due aspetti del problema. Il primo riguarda ilprogramma che funziona perfettamente, cosa che può facilmente essereprovata da chi è esperto di software, non solo ma, considerata la sua strut-tura derivante dal linguaggio informatico adottato da Matteo nella nuovaversione, esso è suscettibile di qualsiasi miglioramento da parte di chiun-que sappia entrare nel suo codice previa richiesta. Matteo è infatti ben lie-to di considerarlo open source per sentire proposte che lo possano miglio-rare, a smentita di coloro i quali dicono che non siamo aperti al dialogo!

Il secondo, certamente non per importanza, riguarda la nostra metodolo-gia, che con tutte le migliorie che abbiamo introdotte, si è ispirata ai vecchima sempre validi insegnamenti di Michael Baillie, i quali sono stati le pie-tre d’angolo della datazione dendrocronologica, purtroppo sconosciuti odimenticati da molti e che dovrebbero essere ripresi in considerazione, alfine di riportare sulla retta via questa pratica, che non potrà mai diventareuna vera scienza se continua l’attuale andazzo.

Mi sto chiedendo se magari non valesse la pena di chiedere proprio la par-tecipazione personale di Michael, per riaprire la discussione sulle lineeguida da lui proposte fin dal 1982 e che noi, condividendole, abbiamo ri-preso per farne le basi della nostra procedura di dendrodatazione a pre-scindere dai software che possono essere impiegati per la sua applicazio-ne, riscuotendo la sua approvazione.

Sarebbe quindi auspicabile che qualcuno si facesse promotore di unacampagna per moralizzare da un punto di vista scientifico il campo delladendrodatazione che agli occhi di uno scienziato, come il sottoscritto chesi è occupato per una vita di molti altri campi di indagine, appare come unteatro dove ognuno recita a soggetto la sua parte senza regole precise logi-

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camente sostenibili e purtroppo auto-referenti.A tale scopo sarebbe quindi necessario anche se purtroppo insperabile,che si costituisse un board internazionale ad hoc, che aprisse una campa-gna contro il diffuso malcostume di pubblicare su riviste o pubblicazionispecializzate lavori che riportano dendrodatazioni non corredate dai valo-ri numerici delle ampiezze anulari e da riferimenti ben precisi delle crono-logie master impiegate, le quali debbono essere facilmente reperibili non-ché validate da una rigorosa analisi per segmenti secondo COFECHA, co-sì come lo sono quelle accettate dall’ITRDB in quanto ciò favorirebbe di-scussioni profique fra laboratori.

Non può essere accettabile una ricerca dove vengono datati circa 50 (!)strumenti di un museo senza che siano riportate misure e altri parametriche possano permettere la replicazione dei risultati. Questa non è scienza!Non è infatti sufficiente, come l’autore fa in chiusura dell’articolo, dire chele sue datazioni hanno trovato consenso da parte di autorevoli dendrocro-nologi che neppure nomina.

Non possono essere accettate ricerche, non replicabili, su decine di antichireperti legnosi, di cui non vengono riportate le misure delle ampiezze anu-lari, e che sono datate contro cronologie di riferimento avute da autori chenon le hanno pubblicate! Esse sono quindi prive di alcun valore didattico acausa della loro non replicabilità e il metodo impiegato per l’analisi più chela validità della datazione non potrà mai essere oggetto di discussione.

Non è accettabile che i curatori dei principali musei, che custodiscono violi-ni ritenuti di alto lignaggio, alla nostra richiesta di farci conoscere le misuredelle ampiezze anulari delle tavole di quegli strumenti, candidamente affer-mino che non ne sono in possesso poiché queste non sono state allegate al-le expertise commissionate ad esperti (di cui ci hanno detto anche i nomi) iquali hanno anche corretto alcune datazioni precedenti. Purtropo questi cu-ratori non si rendono conto che queste datazioni, pagate con i soldi dei con-tribuenti, non hanno alcun valore dal punto di vista scientifico.

E qui mi fermo anche se potrei ancora continuare a denunciare decine disimili casi di mala scienza, che gettano immenso discredito sull’impiegodella dendrodatazione eseguita da riveriti personaggi che hanno prodottolavori che mai riviste scientifiche serie accetterebbero di pubblicare in quan-to carenti delle informazioni che ne permettano la replicazione.

Questi lavori sono stati oggetto di severe critiche di statistici non apparte-nenti alla Dendrocronologia ufficiale, che si possono trovare pubblicate ininternet (Keenan, Larsson etc.).

Per esperienza personale le riviste sulle quali ho pubblicato i miei 120

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e più articoli mai li avrebbero accettati se non fossero stati dotati del-

le informazioni che ne permettevano la replicazione o che perlomeno

fossero verificabili.

Mi sono sempre chiesto e continuo a chiedermi perché un simile

comportamento non è seguito dalle riviste che trattano di dendroda-

tazione di oggetti artistici, riducendosi al livello di rotocalchi, anche

se godono fama di essere giornali scientifici; il che mi porta a dubita-

re sul comportamento dei peer-reviewers, ai quali l’editore della rivi-

sta ha affidato la revisione.

Entrato in discussione su questo argomento con un expert noto per nonpubblicare i dati sperimentali dei suoi lavori, questi si è meravigliato che ionon sapessi che in dendrocronologia non si usa pubblicare i dati speri-mentali e che se volevo conoscere le misure delle ampiezze anulari dellatavola di un noto strumento famoso ma altrettanto discusso per datazionee attribuzione, da lui misurato, non dovevo fare altro che recarmi al museodi Oxford, dove è conservato, e di rilevarle.

Mi augurerei pertanto che avesse luogo il risanamento di questa disciplinache tanto mi ha affascinato leggendo i testi di Schweingruber e quelli di Bail-lie: A Slice Through Time e Tree-Ring Dating and Archeology , ma che, se si conti-nua a procedere in questo modo non potrà mai assurgere a livello di scienza.

Vorrei però concludere questa presentazione col dire che siamo orgogliosi inquanto convinti di avere realizzato un bello strumento analitico che offria-mo gratuitamente a tutti coloro che vogliono provarlo affinché possanocondividere la fruttuosa esperienza di chi già lo sta usando avendo conside-rato il programma un esempio di open source free ware, rimanendo a disposi-zione per ogni chiarimento ci venga richiesto, anche tenendo conto cheMatteo ha in mente di migliorare ancora Synchro Search, malgrado i suoimolti impegni nel campo della ricerca informatica volta a risolvere problemiben più complessi riguardanti la sicurezza degli scambi a livello planetario.

Tutti coloro che già stanno usando Synchro Search con la nostra metodo-logia negli Stati Uniti ne sono molto soddisfatti. Chi lo definisce excellent echi addirittura marvellous, proponendo pure possibili miglioramenti e in-vitandoci a tenere dei corsi a New York in quanto sentono la necessità dicreare una scuola che rivaluti in senso etico la pratica della dendrodatazio-ne di oggetti d’arte.

Vi ringrazio per la vostra attenzione e apro la discussione.

Angelo Mondino

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SEMINARIOQUESTIONS AND ANSWERS

Q Che cosa intende Baillie per “mobilità” del campione?

A Baillie con questa espressione intende sottolineare la differenzafra un oggetto d’arte come un violino e il residuo del tronco di un alberofossile rinvenuto in una torbiera. Mobile il primo e fisso il secondo. In altreparole non conoscendo la provenienza del legno costituente l’opera d’arteche è mobile, non possiamo con certezza trovare la cronologia di riferi-mento - ricavata dai tronchi degli alberi della stessa foresta in cui è vissutala pianta matrice - con la quale confrontarla per la sua datazione.

Nel caso del residuo fossile fisso, in quanto è cresciuto e morto in quellastazione che è poi diventata una torbiera, la possibilità di datarlo contro laparte di una cronologia di riferimento costruita con le ampiezze anulari dialtri tronchi vissuti in quello stesso sito e divenuti fossili nella stessa tor-biera e già datati, è chiaramente più facile, non solo, ma non sarà neppurenecessario che il numero di anelli del campione sia molto grande per otte-nere una datazione statisticamente probabile.

Una dimostrazione pratica di quanto sto dicendo la possiamo trovare inuna ricerca che abbiamo citata nella prima versione del Trattato, condottadal Prof. Roberto Zanuttini sulla datazione dei travi di alcune baite di unavalle del Piemonte (Val Troncea) provenienti sicuramente dalla foresta cir-costante. Partendo dall’analisi di molte carote estratte da alberi pluriseco-lari ancora viventi in quella foresta, l’Autore ha potuto costruire una indi-scutibile cronologia di riferimento che è servita ad ottenere una altrettantoindiscutibile datazione di quei campioni.

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L’esistenza nel vasto territorio dell’arco alpino di infiniti microclimi rendemolto spesso non confrontabili con il campione le cronologie di riferimentoprovenienti da quel territorio, ma da siti non soggetti allo stesso microclimache caratterizza il sito di provenienza del campione, per cui i rispettivi para-metri legati al clima e al territorio rendono la crossdatazione incerta.

Un’altra dimostrazione paradigmatica è costituita dallo studio condottoda Peter Ratcliff su tre violini costruiti a Mittenwald il cui legno indubbia-mente proviene da stazioni vicine a quella su cui si è basata Veronike Sie-benlist Kerner per la costruzione della sua storica cronologia di riferimen-to che permette una certa e univoca crossdatazione dei tre strumenti. (Sirimanda il lettore al Colloquio n.5 pag. 57).

Q Perché non si può parlare di precisione delle misure

delle ampiezze anulari di una serie?

A In termini di metrologia la spiegazione è molto semplice e ritenia-mo di averlo spiegato molto bene con gli esempi che abbiamo riportatonel capitolo intitolato Precisione e Accuratezza delle Misure che si trova apag. 50 del Quaderno 3.

Cercherò comunque di fare ulteriore chiarezza ricordando semplicementeche l’ampiezza di un anello non è un parametro fisso come lo può essere lalarghezza di questo libro che può essere misurata infinite volte da una opiù persone, ottenendo in tal modo una popolazione di misure che saran-no inficiate soltanto dall’errore che può essere commesso da chi le ha ef-fettuate. La popolazione di queste misure potrà quindi essere sottopostaalla statistica che calcola lo scarto quadratico medio il quale esprimerà ilgrado di precisione .

Ciò non è possibile nel caso degli anelli di crescita di un albero le cui am-piezze anulari possono variare, come voi liutai ben sapete, sull’altezzadella direttrice anche in misura considerevole, non solo, ma le loro am-piezze inoltre non si presentano delimitate in modo netto sulla sezionelongitudinale.

Per cui non ha alcun senso impiegare la statistica dello scarto quadraticomedio e parlare di precisione per quelle misure, dal momento che nonpossono essere accurate.

2.

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Solo una valutazione ragionata basata sulla statistica del test di cor-

relazione di Pearson potrà dire al dendrocronologo se due o più misu-

re della stessa serie di anelli della tavola di un violino, condotte dallo

stesso operatore o da più operatori in tempi diversi possono essere

considerate equivalenti in funzione del valore della r, che dovrà esse-

re il più possibile vicino a 1, anche se, come possiamo verificare in

pratica, non assumerà mai questo valore.

Gli esempi del capitolo intitolato Precisione e Accuratezza delle Misureche si legge a pagina 50 del quaderno 3 Tutorial potranno chiarire ulterior-mente questi concetti.

Q È vero come si dice da più parti che non ha più alcun

senso servirsi dell’analisi della Gleichläufigkeit poiché

è obsoleta in quanto appartiene all’era pre-computer ?

A Nel nostro trattato abbiamo dimostrato con i fatti che questa tesisi basa su un impiego non ragionato della statistica applicata alla datazio-ne delle corte serie anulari di piccoli oggetti d’arte che può portare a delledatazioni assolutamente errate.

La ricerca della Gleichläufigkeit o Similarità della serie del campione aquella della serie della cronologia di riferimento, entrambe in formatoraw, è stata l’operazione - condotta esclusivamente in modo visuale -, conla quale Douglass, intorno agli anni venti del secolo scorso ha dato inizioalle indagini dendrocronologiche .

Questo confronto, sia pure visuale della similarità o Gleichläufigkeit, glipermise di datare reperti di specie legnose che essendo cresciute in zonesemidesertiche dell’Arizona presentavano variazioni delle ampiezze anu-lari assai notevoli (definite sensitive) dovute soprattutto alla non ricor-renza annuale delle precipitazioni, cosa che non avviene nelle foreste del-l’arco alpino e in genere in Europa.

Il dendrocronologo tedesco Huber verso la metà del secolo scorso, segui-to da altri come Eckstein, dai dendrocronologi russi e da Baillie stesso, chestudiavano invece specie legnose del vecchio continente che presentanoserie anulari poco variabili (definite compiacenti) hanno propugnato lanecessità di affiancare all’osservazione della similarità o Gleichläufigkeitanche un’indagine statistica con la quale le ampiezze anulari venivanoquantizzate in termini di indici che permettevano pure di cancellare l’ef-

3.

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fetto dell’invecchiamento e dell’autocorrelazione, esaltando invece le va-riazioni dovute agli effetti climatici e posizionali.

Non siamo quindi d’accordo con coloro che sconsigliano l’uso di que-

sto test, nato nella pre-computer age, basandosi sulla dimostrazione

della sua inaffidabilità quando è impiegato da solo, cosa che, come

abbiamo appena detto, già si sapeva fin dai tempi di Huber, e che og-

gi nessuno pensa di applicare come test dirimente di una datazione

di sequenze compiacenti.

Dal canto nostro siamo riusciti a dare una valutazione numerica a questosign test rendendolo quantitativo e non più soltanto visuale, così da po-terlo inserire nell’algoritmo di Synchro Search.

Nella routine Match Screening di questo programma i risultati nume-

rici di quel test con quelli di una statistica elementare della correla-

zione delle crossdatazioni di una serie in formato raw, concorrono a

formare la top ten list dei matchings altamente probabili, che quella

routine del nostro programma ci propone di prendere in esame per

un’ulteriore indagine basata sull’impiego di una statistica ragionata,

che dovrà essere completata dall’analisi della segmentazione al fine

di ottenere un risultato univoco, altamente probabile.

I risultati di tutte queste operazioni e i relativi comandi per mezzo di pul-santi, come alcuni di voi hanno già sperimentato, sono raccolti e resi visi-bili nel grafico della routine Match Screening.

Con questa risposta che sono stato obbligato a tenere contenuta non ho po-tuto sviluppare il problema nel modo che sarebbe opportuno, che è inveceoggetto di un’approfondita trattazione sparsa nei vari capitoli dei Quadeni.Spero comunque che sia servita come approccio propedeutico alla com-prensione dell’indirizzo della nostra metodologia della dendrodatazione.

Q E’ vero che ancora oggi la scuola di Tucson usa il me-

todo dello Skeleton Plot?

A Senz’altro. L’ultimo esempio che conosco è costituito da 7 articoliche formano il numero del 2009 del Bollettino Tree-Ring Research (pub-blicazione ufficiale della Tree-Ring Society che ha sede nel Laboratory ofTree-Ring Research The University of Arizona, Tucson), che ho ricevutocome membro, ma che si può trovare in copia scannerizzata su Internet.

4.

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Fra gli autori di tutti gli articoli è sempre presente Henri Grissino-Mayer.

Gli articoli sono il risultato di una ricerca della datazione di sette costru-zioni in legno storiche tuttora in piedi che erano servite sia come magazzi-ni ma anche come abitazioni di schiavi negri situate non lontane dalla vil-la padronale.

La procedura di datazione consisteva nel prelievo di “carote”dai travi, sul-le quali venivano misurate le ampiezze degli anelli di crescita che veniva-no trasferite su uno Skeleton Plot, il quale veniva crossdatato per confron-to visuale contro una cronologia di riferimento, e quindi la datazione cosìottenuta veniva confermata con l’impiego di COFECHA, seguendo loschema a suo tempo definito dallo stesso H.Grissino-Mayer.

Di conseguenza se il test esclusivamente visuale dello Skeleton Plot

ha ragione di vivere ancora, non vediamo perché non possa altrettan-

to vivere il test della similarità o Gleichläufigkeit, che va ricordato,

noi abbiamo reso quantitativo.

Mi preme sottolineare che sia la loro procedura che la nostra marciano pa-rallele e non sono affatto confliggenti, non solo, ma la nostra è molto più ra-pida e flessibile, perché in tempo reale dalla crossdatazione in formato rawottenuta direttamente dalle misure delle ampiezze e corrispondente al testdello Skeleton Plot, molto più laborioso da eseguire, possiamo anche verifi-care visualmente l’isotropismo delle due serie e quindi passare alla crossda-tazione in formato indicizzato che con un semplice tocco di mouse possiamoanalizzare per segmenti in tempo reale, come loro fanno con il programmaCOFECHA di Holmes, che sempre a detta di Grissino-Mayer, non è di facileinterpretazione come invece è la nostra.

È quindi incomprensibile tutta l’acrimonia e gli insulti che Grissino-Mayercon gli altri cinque autori, ci hanno riservato nell’articolo di “Dendrocronolo-gia”, in quanto che le nostre procedure non sono sostanzialmente conflig-genti, anche se marciano su binari paralleli, e non sempre ci trovano d’ac-cordo su certe impostazioni di derivazione dendroclimatologica, ma chespesso, come nel caso del contrabbasso Karr-Koussevitzky, esaminato nelQuaderno 4, danno gli stessi risultati.

Tornando ai lavori sopracitati, feci sapere a Grissino-Mayer che avrei avutomolto piacere di avere le misure delle ampiezze anulari dei campioni costi-tuenti le cronologie medie delle travi prese in esame nei sette articoli insie-me a quelle dell’unica cronologia di riferimento impiegata, convinto di tro-vare porte aperte dal momento che egli è sempre stato un fervente sosteni-tore della possibilità di replicare gli esperimenti fra ricercatori.

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La risposta a questa richiesta non venne. Venne invece copia dell’articolo suDendochronologia di cui Grissino-Mayer era il primo autore fattami perveniredal coautore Topham, noto per vantarsi pubblicamente di non pubblicare neisuoi articoli le misure delle ampiezze anulari di campioni datati.

Un capitolo di quell’articolo firmato dai sei autori, compresi i due che abbia-mo appena nominato, si dilunga invece sulla necessità che vengano pubbli-cati tutti i dati numerici delle ampiezze anulari affinché la replicazione del-l’esperimento sia fattibile.

Lascio a voi ogni giudizio su questo modo di procedere e sul fatto che i peer-re-viewers non si siano accorti delle contraddizioni in cui gli autori sono caduti.

Q Come è possibile verificare che le due serie a con-

fronto siano correlabili ?

A Mi sarà piuttosto difficile riuscire a spiegarlo in poche parole, dalmomento che è stata appunto la verifica della correlabilità delle due seriea confronto, l’argomento principale del nostro metodo a cui è dedicatotutto il Quaderno 2.

La correlabilità delle due serie è comprovata o meno dall’analisi della co-varianza fra di esse il cui risultato sarà anche espresso visivamente sul gra-fico del Match Screening delle serie in formato raw dove potremo verifica-re se i loro trend sono isotropi o anisotropi.

Se i trend delle due serie sono anisotropi, in altre parole se uno è volto ver-so l’alto e l’altro verso il basso, esse non sono correlabili.

Nella guide-line n.1 è riportato un passo dell’articolo di Baillie e Pilcherche illustra molto chiaramente questo problema.

Se invece i loro trend sono isotropi, poiché vanno entrambi nello stesso ver-so, la loro correlabilità può essere calcolata ottenendo un risultato espressoda un indice variante fra zero e uno, che è appunto la r di Pearson. Con ciònon è detto che la correlazione fra le due serie sia statisticamente probabile.

Per una trattazione più approfondita è necessario affrontare lo studio delQuaderno 2 che tratta in modo discorsivo e comprensibile, dell’uso ragiona-to della statistica, che non deve però spaventare avendo noi espressamenteevitato di usare il gergo statistichese. Riteniamo quindi di essere riusciti a far

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sì che questi concetti, ovviamente non facili, possano diventare alla portatadi chi ha una conoscenza della matematica imparata nelle scuole medie.

Abbiamo intrapreso questa fatica al fine di riavvicinare all’uso della dendro-cronologia tutti coloro, e sono molti, soprattutto colleghi vostri che hannopartecipato ai nostri seminari a Milano e Cremona, i quali avevano deciso dinon servirsi più di questa disciplina che anziché dare delle risposte univoche,presentava molteplici risultati tutti caratterizzati da alti valori di significativi-tà statistica, ovviamente falsa.

Per risolvere questo problema abbiamo introdotto nel programma

Synchro Search una routine che ci permette di procedere in tempo rea-

le all’analisi per segmenti di una crossdatazione molto più facile e

friendly di COFECHA.

Per quanto riguarda il t di Student, nel nostro caso, esso, è semplice-

mente uno strumento statistico, il quale, come riteniamo di aver spie-

gato con esempi nel Quaderno 2 in modo molto comprensibile nel ca-

pitolo dedicato, che invitiamo a leggere e studiare, ci dà la misura della

significatività formale del coefficiente di correlazione in funzione del

numero degli anelli delle due serie a confronto, prescindendo dalla ve-

rifica se le due serie a confronto fossero o non fossero correlabili. Veri-

fica che non può essere fatta se si opera soltanto su serie in formato in-

dicizzato, il quale non permette di conoscere i loro trend che solo il for-

mato raw può mettere in evidenza.

Il suo valore non deve essere inferiore a 3,5.

Q Perché il valore del t di Student non deve essere infe-

riore a 3,5?

A La Tabella della distribuzione statistica del t di Student riporta ivalori minimi che questa funzione deve presentare - a seconda del livellodi probabilità da noi imposto e secondo i gradi di libertà (corrispondenti alnumero degli anelli) delle due serie delle quali abbiamo calcolato l’indicedi correlazione - affinché il valore trovato sia formalmente significativo, aprescindere dal fatto che fosse lecito o meno calcolare la correlazione ste-sa, (cosa che il computer fa in ogni modo), anche nel caso che i loro trendnon fossero isotropi e quindi non correlabili.

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Se nella prima colonna della tabella che potete trovare a pagina 62 delQuaderno 2 la quale indica i gradi di libertà delle serie a confronto ci sof-fermiamo sul valore 40 che sono i gradi di libertà di una serie di 42 anelli(42-2=40), troviamo nella colonna indicata con p > 0,001 equivalente aduna probabilità del 99,999 % un valore di t pari a 3,551.Vediamo pure co-me diminuendo il numero degli anelli il valore di t aumenta, mentre pernumeri maggiori di anelli diminuisce.

Per un maggiore approfondimento è però indispensabile lo studio del ca-pitolo dedicato nel Quaderno 2, che è stato ripreso tal quale dalla primaversione del 2005 del Trattato e che ha riscosso molti apprezzamenti perla chiarezza espositiva.

E a questa lettura rimando anche un interlocutore di cui conosco solo il no-me ma non il curriculum, che sa usare formalmente le equazioni statistichema non sa applicarle in modo ragionato. Costui in una delle ultime lunghemail mi pone la domanda su chi ha detto che il valore di t debba essere 3,5,non sapendo che fu lo stesso Baillie a introdurlo per primo come elementodirimente, ma, cosa ancora più grave, non sapendo neppure quale sia stato ilmotivo statisticamente ponderato di questa scelta che si basa appunto suidati della tabella di distribuzione, che si può supporre egli non conosca, inquanto asserisce che t per essere discriminante deve avere valori molto piùalti. Evidentemente il 99,999% di probabilità non gli basta per avere confer-ma che il calcolo della r di Pearson, ossia della correlazione, sia formalmentepiù che accettabile se le serie sono composte da non più di 42 anelli ciascuna.

Sulla rassegna Other Info, che potrete attivare premendo il relativo pul-sante, potrete vedere, fra le varie altre informazioni, come variano i limitidella significatività del t di Student i quali diminuiscono con l’aumentaredel grado di libertà ossia con l’aumentare del numero degli anelli delle se-rie a confronto. (Ad esempio per sequenze di 200 anelli scende a 2,29 da3,55 che è il limite per sequenze di una cinquantina di anelli).

Vogliamo però ricordare che un valore di t molto più alto dei valori

previsti per un determinato grado di libertà nella tabella di distribu-

zione, non è assolutamente sufficiente a confermare una datazione,

come invece è sostenuto da più parti.

Q Perché ritenete che l’osservazione del trend delle

due serie a confronto è tanto importante, mentre alcuni

sostengono che questo parametro non va preso in al-

cuna considerazione ?

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A Per rispondere in modo esauriente a questa domanda occorrerebbededicare un intero seminario, poiché dovremmo riprendere in esame buonaparte del nostro trattato e del libro di Michael Baillie Tree-Ring Dating and Ar-chaeology ancora ripreso da Baillie e Pilcher nel loro articolo che abbiamo cita-to nella guide-line n.1 e che già abbiamo ricordato in una risposta precedente.

Premetto inoltre che le critiche a questa tesi, sostenuta da Baillie e da noivengono fatte principalmente da dendrocronologi che operano massima-mente in campo climatologico, i quali non hanno bisogno di basarsi sul trenddelle loro serie in esame per i motivi che abbiamo scritto al capitolo Correla-zione del Quaderno 3 che a sua volta esemplifica la teoria descritta nel Quader-no 2 sempre sotto l’argomento Correlazione e che riportiamo parzialmente.

Quando il dendroclimatologo vuole accertarsi che la datazione della serieanulare di un campione possa contribuire alla costruzione di una cronologiadi riferimento affidabile, deve effettuare quella che viene chiamata “calibra-zione climatica”, ossia il confronto della serie degli anelli annuali di accre-scimento di quell’albero (o almeno di una parte di quella serie) con la seriemeteorologica delle corrispondenti temperature ambientali.

Ma noi non siamo nelle condizioni del dendroclimatologo, in quanto nonconoscendo la storia climatica del sito da cui proviene il legno della tavoladel nostro violino, non disponiamo di tracciati climatologici di quella regio-ne contro i quali potremmo datare lo strumento basandoci su una correla-zione diretta che potremmo quantificare con una vera e propria regressionelineare, essendo le variazioni delle ampiezze degli anelli direttamente cor-relate alle variazioni climatiche, in quanto interdipendenti.

Noi invece cerchiamo una correlazione indiretta o “spuria” anche se a

volte si indica erroneamente come diretta, in quando la grandezza del-

le ampiezze anulari della tavola del violino non dipendono dalla gran-

dezza delle ampiezze anulari della serie del master, per cui non avreb-

be alcun senso pensare di applicare una regressione lineare vera e pro-

pria, tant’e che la retta che possiamo costruire con Synchro Search,servendoci sempre del metodo dei minimi quadrati, non sarà una retta

di regressione (anche se a volte viene così chiamata impropriamente),

bensì una semplice linea di tendenza o trend per dirla in inglese.

Ma nel Quaderno 2 abbiamo dimostrato che anche una correlazione spu-ria può essere valutata con l’equazione di Pearson.

Prima però dobbiamo costruire un modello di calibrazione proxy della re-lazione fra le ampiezze anulari e i fattori climatici di entrambe le serie aconfronto costituito dall’analisi visuale delle loro linee di tendenza o trendche dir si voglia che sarà la nostra funzione di trasferimento, secondoquanto recita il Multilingual Glossary of Dendrochronology di M.Kaennele F.Schweingruber.

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Questo modello è stato realizzato facendo sì che il grafico della routineMatch Screening riporti le rette di tendenza delle due serie nel periodo diconfronto per permetterci di verificare visualmente in modo immediato se cisono le premesse per valutare significativamente la loro correlazione (la cui

fattibilità è anche confermata dall’accensione di un semaforo verde),come potete vedere nei tanti diagrammi riportati nei Quaderni o che voi stes-si già avete ottenuto nelle datazioni che avete eseguite con Synchro Search.

Avrete notato che questa verifica è possibile solo se operiamo con le seriein formato raw, poiché risulta impossibile a farsi se operiamo in primaistanza con serie anulari standardizzate e completamente detrendizzate,poiché in tal modo vengono cancellati i loro trend.

Per rendere più facile la comprensione di quanto stiamo dicendo riportia-mo questa slide

nella quale abbiamo riportato l’andamento delle ampiezze anulari in forma-to raw della cronologia di riferimento Siebenlist- Kerner Oetztal fra gli anni1400 e 1800 che definiscono il periodo maggiormente interessante per la sto-ria del violino dove possiamo in primo luogo sottolineare che l’effetto delle

variazioni climatiche, nei tratti ascendenti della curva, è di gran lunga

dominante rispetto agli altri parametri che sono l’effetto dell’autocor-

relazione e del trend negativo dovuto all’invecchiamento dell’albero.

Dalla semplice osservazione della curva polinomiale di sesto grado si può fa-cilmente dedurre che, un campione la cui serie delle ampiezze anulari pre-senta un trend negativo non può essere correlabile con i tratti caratterizzati

Dia 1

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da un trend positivo della cronologia di riferimento Siebenlist - Kerner Oetz-tal compresi fra gli anni 1420-1500, 1550-1650 e 1750-1800, in quanto la cor-relazione che, ciononostante, fosse calcolata avrebbe segno negativo.

Ciò sarebbe infatti confliggente con le regole dettate dal buon senso stati-stico che Baillie ha così riassunto: “No account is taken of negative correla-tions, since dendrochronology by definition is dealing with positive simi-larities between ring patterns”[Non si possono prendere in considerazio-ne correlazioni negative, poiché, per definizione, la dendrocronologiatratta solo similarità positive fra le serie anulari], sottolineando inoltre:

“That year-to-year detail does match it is not necessarily true for trendmatching” [Il fatto che due sequenze si accordino in dettaglio anno per an-no, non è certo che debbano avere lo stesso trend.]

Dal canto suo Grissino-Mayer rincara la dose dicendo: “Any negative cor-relation is unacceptable, no matter how high is its level of statistical signi-ficance”[Una correlazione negativa è inaccettabile per quanto alto sia ilsuo livello di significatività statistica]

A dimostrazione del fatto che l’effetto delle variazioni climatiche è larga-mente dominante rispetto a quello degli altri parametri, vi inviterei a legge-re attentamente le pagine 85-96 del Quaderno 2 soffermandovi sulla valuta-zione dei grafici nonché sul commento di Grissino-Mayer di pag.83 sullewhite noise series ottenibili sia con i residuals (secondo Tucson), equivalentialle serie indicizzate che noi otteniamo con il modello autoregressivo dellemedie mobili, secondo Baillie, le quali sono completamente detrendizzate eprive di autocorrelazione. Il che fa dire a Grissino-Mayer che: …una whitenoise series non sarebbe utile per analizzare trend di lungo termine in climatologiapoiché tutta la bassa frequenza è stata eliminata. Ne consegue, come viene danoi sostenuto, che se vogliamo conoscere l’andamento delle serie che stia-mo cercando di crossdatare dobbiamo, in prima istanza, eseguire con la rou-tine Match Screening una crossdatazione in formato raw che riporta sulgrafico il tropismo delle serie e che verrà seguita dalla crossdatazione vera epropria, se ne avremo il consenso, in formato indicizzato.

Dobbiamo però sottolineare il fatto che, quando il campione in esame

presenta un numero di anelli cresciuti nell’arco di parecchi secoli, co-

me nel caso del contrabbasso Karr-Koussevitzky (vedi Quaderno 4),

oppure nell’arco degli anni intercorrenti fra il 1500 e il 1650 o fra il 1600

e il 1750 (vedi il grafico della Dia 1) la verifica dell’isotropismo dei trend

delle serie in formato raw, non ci è di grande aiuto.

La versione 2.2.1 di Synchro Search può però venirci incontro con l’analisidella segmentazione alla quale possiamo sottoporre in tempo reale, una

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dopo l’altra, le crossdatazioni in formato indicizzato riportate nella listadelle top ten, in cerca dell’eventuale risultato univoco, scartando subitoquelle che dovessero presentare una r negativa.

Q Che cosa si può obbiettare a coloro che sostengono

che il trend di una serie anulare non ha alcuna importanza

per quanto riguarda lo studio della correlazione, perché

un albero scelto da un liutaio per costruire un suo violino,

cresciuto ai margini di una foresta e quindi avente una

storia diversa da quella dei vicini cresciuti all'interno di

essa o che pur essendo cresciuto in quella foresta ha su-

bito “in gioventù” dei trauni particolari, può avere un

trend di crescita anulare di senso esattamente opposto?

A Questo esempio è già stato riportato da uno degli autori dell’artico-lo di Dendrochronologia e ripreso da un lettore di quell’articolo per contro-battere la nostra critica alla loro datazione del Messiah.

La risposta è molto semplice.

Il liutaio che lo ha scelto lo può senz’altro datare poiché conosce il numerodegli anelli e l’anno di abbattimento della pianta matrice, ma nessun den-drocrologo potrà datare la tavola di quel violino costruita con il legno diquell’ipotetico albero che presenta un trend anulare anomalo diverso daquello dei suoi vicini e una sequenza anulare simile alla loro, avendo vissutoesperienze meteorologiche o traumatiche responsabili della sua anomalamorfologia, che non permette il confronto con una cronologia di riferimentolocalizzata, prossima alla sua stazione.

In parole semplici quel violino sarà databile dendrocronologicamente solocontro la cronologia della sua pianta matrice scelta, per assurdo, come cro-nologia di riferimento!

Dovremmo pertanto collocarlo, come dice Baillie, nell’archiviodella lunga serie dei violini non databili.

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Q Come si procede per effettuare l’analisi per segmen-

ti (segmentazione) di una crossdatazione con Synchro

Search ?

A L’esecuzione di questa analisi che abbiamo introdotto come sub-routine nella nostra metodologia con il nostro programma, pur derivandosempre dai concetti di Richard Holmes che la inventò e ne scrisse il pro-gramma che va sotto il nome di COFECHA, è di una semplicità estremadal momento che è stata semplificata e resa adatta agli scopi della dendro-datazione di strumenti musicali o di oggetti d’arte in genere.

Ci manca il tempo per descrivere tutti i particolari operativi e le esemplifi-cazioni che sono contenute in una serie di capitoli del Quaderno numero 2che tratta di statistica ragionata e del Quaderno 3 Tutorial, i più importan-ti dei quali sono anche riportati nel nostro sito www.synchrosearch.org, dicui sarebbe molto opportuno prendeste conoscenza, premettendo chenon presentano nessuna difficoltà per essere compresi.

Dirò soltanto che la serie del master e la serie del campione dei quali ab-biamo eseguito una crossdatazione che vogliamo verificare per univocità esignificatività, vengono divise in tanti segmenti dei quali abbiamo stabilitola lunghezza.

I segmenti datati della serie del master, di solito aumentati di - / + 10 anelliverranno crossdadati contro i rispettivi segmenti della serie del campionesimultaneamente in tempo reale, mentre sempre in tempo reale il program-ma ci dirà il valore della correlazione delle singole crossdatazioni e se quelrisultato è il migliore oppure se una correlazione migliore può essere trovatainvece in un range prestabilito con il pulsante della Segmentation window.

Un esempio pratico di analisi per segmenti sarà esposto nella Esercitazione 2a pag. 75.

Q Qual’è la funzione del pulsante Logaritmic Correc-

tion che si trova nel menù della routine Match Scree-

ning?

A Le operazioni statistiche che si impiegano a scopi predittivi posso-no essere applicate laddove le popolazioni degli individui sotto esame, chenel caso nostro sono i valori delle ampiezze anulari misurate, abbiano unadispersione tale da trovarsi tutte sotto la famosa curva a campana di Gauss.

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Questa verifica può essere fatta con un calcolo molto complesso, lungo enon facile che è meglio lasciare a un bravo matematico.

I primi che si sono posti il problema sono stati Baillie e Pilcher che hannoproposto di eseguire le crossdatazioni dopo aver trasformato i valori nu-merici aritmetici delle ampiezze in valori semilogaritmici sperando in talmodo di riportare sotto la campana gaussiana, se non tutte, la maggiorparte dei valori aberranti.

Vi rimando pertanto al capitolo relativo che troverete sul Quaderno 3 Tuto-rial, e soprattutto a provare voi stessi con Synchro Search se lavorandocon le ampiezze espresse semilogaritmicamente otterrete valori diversi daquelli ottenuti con i valori in formato aritmetico.

Poiché solitamente i legni di liuteria presentano serie anulari compiacentinon si nota alcuna differenza impiegando l’uno o l’altro formato. Vorrei

inoltre raccomandare che nel caso si voglia valutare la sensitività di

una serie non bisogna assolutamente impiegare il formato semilo-

garitmico, come voi stessi potrete rilevare dai dati riportati nella ru-

brica Other Info, che si può aprire premendo il relativo tasto sul grafi-

co Match Screaning.

Q Dove si possono trovare i valori di sensitività e di au-

tocorrelazione ?

A Per ogni crossdatazione nel menù della routine Match Screening,premendo il pulsante Other Info si trovano oltre al valore della sensitivi-tà i valori di tutti i parametri statistici che ci possono interessare per lacrossdatazione e i loro limiti. Fra questi voglio ricordare il valore dell’au-tocorrelazione che serve per stabilire il valore del filtro da impiegarsi nelmodello auto regressivo derivato da quello di Baillie e da noi allargato,dal momento che quell’autore non riteneva necessario arrivare al valore0, come invece sostengono gli americani con il rischio di penalizzare lavalutazione della correlazione.

Di solito Baillie e Pilcher, come pure Munro applicavano il filtro 5 con ilquale non si azzerava questo parametro, mentre con Synchro Search noiabbiamo la possibilità di arrivare a valori ben più alti e quindi arrivare al-l’azzeramento dell’autocorrelazione, se possibile, onde evitare inutili di-scussioni con chi la pensa in modo diverso, anche se siamo d’accordo congli autori di Belfast sul fatto che ciò non sia necessario.

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Pur rimandandovi al Quaderno 2 e 3 dove è esemplificato lo studio di que-sto problema, vi preghiamo di andare a pagina 83 del Quaderno 2 dovetroverete una tabella che servirà a chiarire meglio quanto abbiamo detto aproposito della cancellazione dell’autocorrelazione.

Sempre su Other Info potrete vedere come variano i limiti della significati-vità del T di Student che diminuiscono con l’aumentare del grado di li-bertà ossia con l’aumentare del numero degli anelli delle serie a confron-to. (Ad esempio per sequenze di 200 anelli scende a 2,29 da 3,55 che è il li-mite per sequenze di una cinquantina di anelli)

Q È possibile trovare i valori di autocorrelazione di una

serie anulare senza ricorrere all'impiego di Excel?

A Certamente.Se si tratta di conoscere il valore di autocorrelazione di una serie, bastaaprire il programma Synchro Search e premere il tasto Match Screeningdella pagina di benvenuto e compare la pagina dei Settings. Inseriamonella riga Sample file path la serie che ci interessa e nella riga Master filepath un master qualsiasi e avviamo il matching che in quanto tale non ciinteressa. Apparirà il grafico Match Screening. Ci fermiamo al primo risul-tato e premiamo il tasto Other info. Comparirà la pagina Advanced stati-stic dove al capitolo Sample info troveremo il valore dell’indice di autocor-relazione di quella serie.

Se invece ci interessa conoscere il valore dell’indice di autocorrelazione deltratto di una cronologia di riferimento lungo quanto la serie in esame, è suf-ficiente procedere alla crossdatazione di questa serie e fin dal primo con-fronto la routine Other info al capitolo Master info troveremo la risposta.

Q Come risulta dalla lettura dell’articolo di Dendro-

chronologia, esistono problemi per valutare il senso di

crescita della serie anulare?

A Assolutamente no. In quanto liutai voi ben capite qual è il senso dicrescita della serie anulare di una tavola di un violino quando viene costruitaunendo i due cunei speculari ad ala di farfalla, incollando cioè le due parti che

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stanno all’esterno del tronco. Di conseguenza esse sono costituite da legnogiovane (alburno) che di solito, ma non sempre, presenta una anellatura piùfitta che caratterizza la mezzeria della tavola. Il legno vecchio (durame) che disolito, ma non sempre, ha anelli più ampi, costituisce invece le parti esternedella tavola.

Ma fermandoci ad osservare la sequenza degli anelli per decidere l’iniziodella misurazione nel senso della crescita, dovremo tener conto che il pri-mo anello della serie inizia con la parte primaticcia (meno densa e quindipiù chiara) e termina con la parte tardiva di fine stagione (più densa equindi più scura) che lo separa dal secondo, poiché tale è il senso dell'ac-crescimento orizzontale dell'albero.

La vostra domanda fa supporre che siate a conoscenza di come siamo sta-ti indecorosamente sbeffeggiati dai sei autori nell’articolo e da uno di loroin particolare in un forum in Internet, i quali sostenevano che addirittura nonconosciamo queste semplici regole e vogliamo occuparci di dendrocronolo-gia non sapendo neppure leggere il senso di crescita degli anelli.

La risposta documentata che non abbiamo affatto sbagliato l’abbiamo da-ta in una esercitazione ripresa dal Quaderno 4 e riportata integralmentesul sito www.synschrosearch.org sotto il titolo Il violino Andrea Amati1566 Carlo IX, dove dimostriamo che l’immagine dello strumento, asse-verata dal Museo di Cremona, sulla quale abbiamo basato la nostra data-zione e quella riprodotta da una fotografia parziale dello stesso strumentoche illustra un articolo di Fausto Cacciatori, che noi siamo nel giusto sulcome abbiamo misurato le ampiezze anulari dello strumento che si trovanel Museo di Cremona.

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Dalle immagini in nostro possesso risulta infatti che il senso di crescita del-l’anellatura, va dall’esterno all’interno della tavola e pertanto le misure delleampiezze anulari hanno inizio dalla parte esterna della tavola, costituita dallegno più vecchio.

Q Quali previsioni si possono fare sull’impiego della

dendrocronologia applicata alla datazione degli stru-

menti musicali?

A Come ho già diffusamente detto nella presentazione, le mie previ-sioni sono molto pessimistiche, a meno che una autorità che ho indicatoin Michael Baillie (e sinceramente non ne vedo altre), accetti su invito del-l’Accademia (ammesso che ne senta la necessità) di rimettere ordine inquesto campo piuttosto ristretto della dendrocronologia per riportarlo suun binario logico e scientifico, riprendendolo dalle mani dei climatologi esoprattutto degli esperti di cui si servono i grandi dealers che seguono fi-nalità sovente non proprio scientifiche e troppo spesso si sentono obbli-gati a dover dare una datazione anche quando non è obiettivamente pos-sibile ossia in mancanza di una cronologia di riferimento regionale conti-gua, ben sviluppata, che si estenda per secoli, tenendo a mente quanto eb-be a dire Klein: nessuno scienziato è forzato a trovare a tutti i costi una da-tazione, a differenza forse di chi esegue le datazioni a fini commerciali.

Non mi stancherò di ripetere che è poi assolutamente indispensabile chela regola deontologica, che è sempre valsa per tutte le riviste scientifiche inogni campo, venga seguita anche dalle riviste che trattano di dendrocro-nologia le cui redazioni inspiegabilmente accettano articoli che pubblica-no datazioni non supportate dai dati sperimentali.

In tal modo si impedisce la replicazione dei risultati e conseguentementeogni possibilità di discussione, che è la molla principale del progresso del-le scienze.

Ma ciò che più impressiona lo scienziato è l’auto-referenzialità dei fre-quentatori di questa disciplina incredibilmente avallata dai peer-reviewersdi articoli scritti da autori, italiani e stranieri, spesso anche accademici, iquali pubblicano expertise per conto di grandi dealers e che accertano an-che datazioni, sempre senza supporto di dati sperimentali, a strumenti cu-stoditi nei più celebri musei del mondo.

Poiché la dendrodatazione di strumenti e di reperti storico artistici è prati-

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camente retaggio di questa cerchia di esperti i quali anziché discutere conl'avversario, lo demonizzano, finché dura questo stato di cose, questa di-sciplina autoreferente e finalizzata per la maggior parte a scopi commer-ciali, non potrà pretendere di essere considerata una scienza.

Q Accettereste di fare delle expertise dendrocronolo-

giche su degli strumenti ?

A Assolutamente no, come già abbiamo risposto a moltissime ri-chieste che ci sono pervenute massimamente da collezionisti americaniche abbiamo invitato a procedere con le loro forze seguendo le indicazioniche si possono trovare nel nostro Trattato e in particolare nel Quaderno 3Tutorial, sempre disposti però a collaborare a titolo puramente gratuitoper risolvere eventuali difficoltà di interpretazione del testo.

Immagino che possiate comprendere i motivi di questa decisione, dopoaver sentito quanto ho detto nella presentazione.

________

Dal momento che l’ora si è fatta tarda, ritengo che siate d’accordo nelchiudere questa riunione, dove ho constatato che molte delle mie risposteerano di fatto reperibili sia nei Quaderni sia nello sito www.synchrose-arch.org., che vi consiglio di seguire, anche perché è soggetto a ulteriorivariazioni e che stiamo pensando di sostituire con un formato più flessibi-le per quanto riguarda la sua gestione.

Per quanto riguarda i Quaderni, vi consiglio di acquistarli (e di studiarli),seguendo le indicazioni che potete trovare nel sito stesso insieme ai testidei sommari.

Chi non ha ancora avuto modo di avere copia del programma può farne ri-chiesta via mail e quindi provare ad usarlo, perché in un prossimo incontroche penso di organizzare nella prossima primavera si potrà anche riserva-re buona parte del tempo a prove pratiche.

Vi ringrazio ancora per la vostra partecipazione che spero sia stata fruttuosa evi saluto cordialmente con un arrivederci ad un prossimo incontro.

Angelo Mondino

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COLLOQUIQUESTIONS AND ANSWERS

Le domande che mi sono state poste in questi colloqui, non scaturite nelcorso di un seminario, hanno potuto avere di conseguenza risposte piùestese ricorrendo anche ad esempi ripresi dai Quaderni al fine di rendernepiù facile la comprensione.

Ovviamente essendo questo quaderno pubblicato interamente in Internetin ossequio alla teoria dell’open access, ne potranno prendere visione tuttiquanti, compresi coloro che avevano partecipato al seminario.

Se poi qualcuno dei lettori vorrà fare la traduzione in inglese delle risposteche ritiene le più importanti, questa sarà pubblicata sul nostro sito.

Angelo Mondino

Q Perché non intendete sottoporre a peer reviewing i

vostri lavori ?

A Premesso che a questa domanda ho già dato una risposta generi-ca nella open letter pubblicata sul nostro sito, vorrei permettermi, oggi e inquesta sede, di riferire situazioni da me vissute personalmente in passato,che testimoniano le denunce che il prof. Umberto Veronesi ha recente-mente espresso pubblicamente (La Stampa del 18 gennaio 2012), chetraggono origine da situazioni analoghe. In questo intervento Veronesi hapure illustrato le soluzioni che lui stesso ha formalizzato avviando, cinqueanni orsono in Europa, una campagna a favore dell’Open Access to Scien-

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ce, che impiegando i nuovi mezzi informatici che ormai sono alla portatadi tutti, porterà prossimamente alla scomparsa delle riviste specializzate,dominate appunto dai peer-reviewers.

In questo quadro, per i ricercatori nel campo oncologico, Veronesi ha crea-to la prima pubblicazione scientifica oncologica on line che ha chiamato“ecancermedicalscience” seguendo l’esempio del premio Nobel HaroldVarmus, campione dell’open access, che ha fondato E-Biomed, Pub Med ela rivista open access Public Library of Science (PLoS) che alle varie bran-che in cui è suddivisa sta ora aggiungendo anche la Dendrocronologia. Atitolo di esempio ha ripreso dal nostro sito personale www.synchrose-arch.org e pubblicato interamente ben due capitoli del nostro Trattato.

I rivoluzionari di PLoS, cito dal New York Times, ripreso dall’inviato de LaStampa Paolo Mastrolilli, su Tutto Scienze del 18 gennaio 2012, sottotitola unarticolo su questo argomento con questi slogan: “Cresce l’insofferenza per glianacronismi delle riviste scientifiche”,“Boicottano i nostri studi”,“Sono troppo co-stose e controllate dai baroni”. Ora è boom di testate ispirate alla filosofia del-l’open access, e termina così: ...i rivoluzionari dell’open access diffondono stu-di importanti e fanno peer review, ma consentono a tutti la pubblicazione e l’ac-cesso ai dati. Così aggirano gli ostacoli delle baronie e favoriscono l’accelerazionedelle scoperte, offrendo un modello di distribuzione della conoscenza che minacciadi seppellire i dinosauri dell’editoria scientifica.

Non sto a nominare oltre a PLoS tutti gli altri numerosi giornali open ac-cess citati dall’articolo, ma voglio solo ricordare Research Gate, un Facebo-ok della scienza con un milione e mezzo di iscritti.

Ed ecco le mie esperienze.

Nel mio passato di libero ricercatore in campi molto disparati, non apparte-nente ad alcuna casta o accademia, dalla quale mi sono presto allontanato,sempre scegliendo il privato che mi dava una maggiore libertà, ho avuto ilprivilegio di avere una decina di articoli pubblicati sul Journal of Chromato-graphy, che venivano accettati dal Direttore, profondo conoscitore di tutte letecniche di separazione cromatografica, liquide, gassose e a scambio ionico,che mai sottopose i miei lavori a revisione e ne decideva da esperto la direttapubblicazione, facendomi correggere, se necessario gli eventuali errori ditraduzione. Il New system of automatic amino acid analysis da me inventato eoggetto di quegli articoli che portavano quel titolo, ha permesso, dal 1970 aoggi la realizzazione di almeno 2.800.000 lavori riportati in Google sotto levoci Aminolyzer e Amino acid analyzer.

Vorrei ricordare, per inciso, che allo stesso modo si è sempre comportata larivista The Strad, il cui Direttore, recentemente, mi ha proposto di pubbli-

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care i miei lavori sul Messiah senza farli revisionare, offerta che ho rifiuta-to per non addentrarmi ulteriormente in questo campo minato, non aven-done alcun particolare interesse.

Ma devo pure accennare al fatto che parecchi dei miei lavori, fra i 120 e più pub-blicati, furono rifiutati dai revisori delle riviste alle quali li avevo proposti.

Ricorderò soltanto il caso più grave che riguardava un mio articolo sul reneartificiale che descriveva un metodo sperimentato su un dializzatore speri-mentale che avrebbe potuto salvare la vita a molti bambini condannati alladialisi. Questo metodo che avevo potuto realizzare in virtù della mia tecnicaanalitica automatica ultraveloce degli aminoacidi ematici, di cui ero pioniere,e sulla conoscenza delle membrane dialitiche impiegate nel rene artificialesulle quali avevo lavorato negli Stati Uniti con Leonard Skegg, fu rifiutatodalla casta dei nefrologi italiani, ancora poco adusi, nei primi anni ’70, alletecniche di emodialisi, i quali dominavano la rivista italiana di nefrologia cheavevo scelto proprio in quanto italiana per quella pubblicazione.

Fra il divertito e l’indignato ho scoperto casualmente fra le suddette2.800.000 voci di Google, che alcuni ricercatori italiani, i quali evidente-mente conoscevano le mie ricerche, che avevo deciso di abbandonare(non sentendomi la vocazione di un Don Chisciotte al quale veniva nega-ta dai baroni la possibilità di sperimentare clinicamente la mia proposta),hanno recentemente pubblicato un lavoro, dal cui titolo si intende chestanno lavorando su quella tecnica da me proposta 30 anni fa!

Non ricorderò neppure le molte volte che, pur invitato a parlare in congressimedici di dismetabolismi proteici di cui negli anni 1960-70 ero un invidiatopioniere, mi veniva tolta la parola per ragioni di tempo dal moderatore pedia-tra di turno che in tal modo evitava l’arduo compito di condurre un dibattitosu un argomento che non conosceva, con grande disappunto della platea.

Evidentemente le critiche del Prof.Veronesi nonché le accuse dei ricerca-tori americani raccolte dal Nobel Varmus sull’operato dei peer-reviewers edei baroni delle riviste ormai condannate all’estinzione, hanno un precisofondamento.

Personalmente, considerato il poco tempo che mi resta, ho deciso che d’orain poi rallenterò le mie ricerche in campo dendrocronologico non bene ac-colte dall’accademia italiana, che come tutte le accademie non ama gli outsi-der, ma visto che è sempre più seguita questa pratica continuerò a pubblica-re su internet i miei lavori, articoli o libri, sia di dendrocronologia (che stocompletando), che di altre discipline, delle quali ho ripreso lo studio cheavevo trascuratoto, in modo che possano essere letti non soltanto dagli ac-quirenti delle costose riviste, ma da tutti quanti, italiani e stranieri, che pos-

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sono essere interessati all’argomento, compreso l’uomo della strada, e chein caso di dissenso, come già avviene, possano rivolgersi direttamente al-l’autore senza alcun filtro, come d’altronde, fu già auspicato da Jan Kuni-holm nel 2002 in occasione dell’apertura di un congresso.

Mi rendo conto che forse ho esagerato raccontando fatti e testimonianzetroppo personali, ma, mi si perdoni, se, rispondendo in tal modo alla doman-da, che in effetti riguardava espressamente mie convinzioni, mi sono per-messo di togliermi alcuni sassolini, visto che me ne avete data l’occasione.

Q Si dice che non date importanza all'uso dei pointer ye-

ars e dei pointer intervals

A Innanzi tutto sarà bene chiarire il significato di queste due espres-sioni secondo la definizione che troviamo nel Multilingual Glossary diKaennel e Schweingruber. Per pointer year si intende un anno nel quale sisono riscontrati numerosi anelli caratteristici in numerosi campioni nelgruppo di alberi considerato.

Per pointer interval si intende un intervallo di 2 anni consecutivi nel qualeuna significativa quantità di cronologie mostra andamenti dello stesso se-gno, ascendenti o discendenti.

Nella pratica è però invalso l’uso di chiamare pointer interval una serie dianelli (anche più di 10) i cui andamenti si ritrovano più o meno marcati siasulla cronologia del campione che nella cronologia master.

È però nostra ferma convinzione che l’assunzione di questa somiglianza comemetro di paragone se in certi casi, può offrire un contributo alla datazione diuno strumento, in molti altri casi può diventare fuorviante, soprattutto se lenorme che prevedono un consenso ragionato per l’applicabilità del calcolodella correlazione, secondo Baillie e Pilcher e sostenute da matematici e stati-stici, basate sull’analisi della covarianza (Quaderno 2 pag. 32-69), non sonodebitamente considerate e rispettate e soprattutto non avvalorate dall’analisiper segmenti. Ciò perché il numero di anelli di queste serie è una piccola per-centuale delle centinaia di anelli che di solito costituiscono il master.

Anziché avvalerci di ragionamenti teorici analizzeremo in questa sede, siapure in forma riassuntiva, un caso pratico, che è già stato oggetto di unaesercitazione molto approfondita nel Quaderno 4 sulla datazione del vio-lino di Stradivari detto Il Cremonese, alla quale rimandiamo coloro che vo-lessero approfondire questo caso.

Ma ricordiamo anche che M. Baillie nel suo libro A slice trough time a pag.

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2.

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54 ci propone il caso, ripreso anche da Keenan, che una serie di una trenti-na di anelli di un campione poteva crossdatare positivamente con duesegmenti del master distanti fra di loro più di 100 anni.

Il Cremonese che riporta in etichetta come data di costruzione l’anno 1715e che attualmente si trova presso il Museo di Cremona, venne studiato daElio Corona, facendone oggetto di una comunicazione pubblicata nel1991 dall’Ente Triennale Internazionale degli Strumenti ad Arco, Gli Stru-menti di Antonio Stradivari .

Come possiamo vedere nella Dia 1 ripresa da quella comunicazione, Co-rona aveva osservato che la morfologia di un intervallo di 15 ≤anelli dellacronologia del Cremonese costituita dai 66 anelli che aveva potuto leggeresulla sua tavola, trovava riscontro in un tratto della cronologia di riferi-mento Siebenlist Kerner situato fra gli anni 1656-1671.

Avvalendoci del nostro sistema di digitalizzazione dei grafici, descrit-to nel Quaderno 3, abbiamo trovato i valori numerici del grafico di Coronache, trasferiti in Synchro Search, ci hanno permesso di confermare la per-fetta coincidenza con l’intervallo 1656-1671 del master Siebenlist-Kerner,che venne assunto da Corona come pointer interval, sul quale si basò perfissare l’anno 1695 come terminus post quem dei 66 anelli che egli poté mi-surare sulla parte dei bassi del violino senza asportare il reggi corde e chenoi abbiamo misurato su una immagine fotografica pubblicata e distribui-ta dal Museo di Cremona.

Tutti i particolari del nostro studio si possono leggere nell’esercitazionedel Quaderno 4, dal quale, nella Dia 2, riportiamo il grafico del MatchScreening che ha per oggetto l’ottenimento della datazione dei 66 anellisecondo Corona fra gli anni 1630-1695, conseguente al fatto di aver datatoil pointer interval fra gli anni 1656-1671.

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Dia 1

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Possiamo notare su questo grafico le varie anomalie che inficiano la validi-tà dei risultati e precisamente:

1 L’anisotropismo delle linee di tendenza che dovrebbe negare lapossibilità di calcolare l’indice di una correlazione che non può esistere,

2 Poiché, come viene automaticamente riportato nella finestra rias-suntiva, il coefficiente di correlazione r presenta il valore negativo - 0,2inaccettabile come tale, in un confronto dendrocronologico.

3 Il computer che obbedendo all’algoritmo del programma ha com-piuto questo calcolo, ci ha però informato, con il semaforo rosso, che que-sto valore non deve essere preso in considerazione dal momento che la

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Dia 2

Dia 3

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covarianza, che è parte dell’equazione di Pearson è negativa, a confermadella conseguente negatività che sarà presentata dal valore di r.

4 Nella lista dei top ten, nella colonna del t di Student non troviamoconseguentemente e giustamente nessun valore portato alla nostra atten-zione.

5 Nella lista dei top ten troviamo invece portato alla nostra attenzio-ne un valore notevolmente alto dell’indice di Gleichläufigkeit e Matching(che sostanzialmente si equivalgono, come è detto nel Quaderno 2) dovu-to al contributo del lungo, ma improprio pointer interval.

6 A questo proposito val la pena ricordare che valori anche alti

di questo parametro hanno praticamente nessun significato quando

non siano supportati da una robusta e ragionata analisi statistica, te-

si che già venne sostenuta da Huber nella prima metà del secolo scor-

so, ma purtroppo spesso non tenuta in debito conto.

Nell’esercitazione del Quaderno 4 su questo violino ci siamo dilungatinella ricerca di una cronologia di riferimento soddisfacente che siamoconvinti, anche in considerazione dei risultati dell’analisi della Segmenta-zione, possa, allo stato attuale dell’arte essere il master PCAB Schwein-gruber Simmental.

Riportiamo in Dia 3 e Dia 4 i grafici di Match Screening contro questa cro-nologia di riferimento sia in formato raw che in formato indicizzato, chedanno una crossdatazione piuttosto robusta sostenuta dagli alti valori diGleichläufigkeit 65%, di r 0,43 e conseguentemente di t 3,78, ma soprat-

tutto della segmentazione che ne garantiscono l’univocità, corri-

spondente all’anno 1684, contro il 1695 previsto da Elio Corona.

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Dia 4

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Q Perché avete introdotto nel Quaderno 2 lo studio del-

l'analisi della covarianza?

A Prima di entrare nell'argomento dobbiamo fare un rapido preambolo.

Nelle poche righe che riportiamo dal capitolo Standardization and calcula-tion of t dell’articolo di Baillie and Pilcher del 1973 intitolato A Simple Cros-sdating Program for Tree-ring Research, che abbiamo riprodotto nella versio-ne originale nell’Appendice del Quaderno 2 per chi vuole leggerlo nella ver-sione originale , è sinteticamente racchiusa tutta la filosofia su cui è stata ba-sata da quella scuola la datazione di campioni lignei contro cronologie di ri-ferimento, i cui principi e postulati sono purtroppo spesso dimenticati dacoloro che si occupano di dendrodatazione.

If any set of values (x,y) shows a trend when plotted as co-ordinates, then x and yare said to be correlated. If the values of x increase and decrease when the values ofy increase and decrease, then the correlation is positive.This is the expected condi-tion for the ring widths of two trees growing over the same period of years.Thusthe basic assumptions of the dendrochronological method argue for the use of a di-rect parametric correlation method… Increasing x associated with decreasing ywould show negative correlation. [Se una coppia di valori (x, y), dove con x siindichino i valori delle ampiezze degli anelli del campione e con y quelli del-la cronologia di riferimento, è caratterizzata da un andamento comune(trend) quando siano graficati come coordinate, i valori x e y sono da consi-derarsi correlati . Se i valori di x aumentano o diminuiscono quando i valoridi y pure aumentano o diminuiscono, la correlazione è positiva. Questocomportamento è previsto per le ampiezze anulari di due alberi che cresca-no nello stesso periodo di tempo. In questo caso i presupposti del metododendrocronologico rendono plausibile l’uso di metodologie parametrichedirette per il calcolo della correlazione… Il fatto che le x aumentano mentrele y diminuiscono dimostra che la correlazione è negativa.]

E questo è maggiormente valido quando i valori del master e quelli del cam-pione hanno entrambi un trend positivo, poiché ciò dimostra che i parametridelle variabili ambientali di temperatura e umidità in quel periodo su en-trambe le loro stazioni, hanno avuto un effetto sull’aumento delle loro am-piezze anulari così forte, da contrastare quello dovuto all’invecchiamento,che, come conseguenza della diminuzione fisiologica delle ampiezze deglianelli, si sarebbe manifestato con un trend orientato verso il basso. Bailliecommenta questo fatto dicendo: … any long upward trends in the overall ma-ster should be of interest climatologically, since such an event indicates that a ma-jority of trees are producing wider rings over a period of years. [qualsiasi trendpositivo prolungato rilevabile in un master dovrebbe essere di grande inte-resse climatologico, dal momento che la maggior parte degli alberi ha pro-dotto anelli più larghi per un lungo periodo di tempo].

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Esaminando il grafico riportato nella Dia 1, che comprende i secoli mag-giormente interessanti per la storia del violino, dobbiamo convenire che iconfronti fra cronologie di campioni che possono avere gli stessi trend dicronologie che nel master rientrino nei periodi limitati agli anni 1450-1500 ca, 1500-1550 ca, 1600-1650 ca, 1700-1750 ca e 1750-1800 ca, offronola possibilità di ottenere datazioni molto probabili confermate da alti valoridell’indice di correlazione r validato da alti valori del t di Student.

Questi principi, sui quali si è basata la nostra nuova procedura di den-

drodatazione (che a ragion veduta ha completamente disatteso i

suggerimenti dei dendroclimatologi di Tucson che erano stati seguiti

nella prima versione), erano considerati intuitivi dagli autori di Bel-

fast essendo di una logicità e ragionevolezza estrema, tanto che non

ritennero di dover dare alcuna spiegazione teorico-statistica.

Non solo, ma sia la scuola di Belfast, come esplicitamente ebbe a ricordar-mi personalmente lo stesso Baillie in una sua comunicazione, sia Klein(vedi Linea Guida 9) erano dell’avviso che, quando la datazione ha unoscopo scientifico e non commerciale, se la crossdatazione del campionecontro un dato periodo del master è basata su un confronto di similarità(Gleichläufigkeit) e di isotropismo dei loro trend in quel periodo, relativa-mente breve (50-100 anni), irrobustito da una analisi statistica basilare,non avesse dato sicurezza di una buona probabilità, era meglio collocare ilcampione nell’archivio delle cronologie non databili.

Va però tenuto a mente che la ricerca dell’eventuale isotropismo dei trenddelle serie a confronto ha come scopo la verifica della liceità di intraprende-re una corretta valutazione della correlazione fra due popolazioni di valori,

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Dia 1

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tema su cui Moroney ha speso dure e accorate parole che abbiamo ripresodal suo libro Facts from Figures (vedi pag. 21 del Quaderno 2): ...the problem ofinterpretation [di una correlazione] is always very much more difficult to dealwith than the statistical manipulation ...at no point are statistical methods moreof a sausage machine than in correlation analysis. [Il problema dell’interpreta-zione dei dati è infatti sempre molto più difficile da gestire per questa ana-lisi che non per le altre manipolazioni statistiche... che nessun altro meto-do statistico può diventare una sausage machine come invece lo può di-ventare l’analisi della correlazione].

Dobbiamo innanzitutto ricordare quanto abbiamo acclarato nel Quaderno 2circa il fatto che non può esistere una correlazione diretta fra le ampiezzeanulari del campione e quelle del master, in quanto, come è facilmente com-prensibile, non c’è alcun motivo per cui le variazioni delle ampiezze deglianelli di un albero possano o debbano essere direttamente correlate conquelle di un altro albero in mancanza di un parametro mediatore, come in-vece lo possono essere nel classico esempio di correlazione diretta, che staalla base della ricerca farmacologica, fra la variazione, ad esempio, dellatemperatura corporea di un paziente febbricitante e la dose di un farmacoantipiretico che gli viene somministrato.

Fra le ampiezze anulari x e y può soltanto esistere una correlazione “spuria”(così definita dalla scuola statistica italiana) mediata dalle condizioni climati-che che abbiano influenzato in modo simile la morfologia degli anelli di cre-scita delle due serie, che si estrinseca in pratica con un andamento isotropico.

Solo in questo caso si può pertanto ritenere che il valore dell’indice della lorocorrelazione r non sia meaningless ossia privo di significato. Inoltre, le due se-rie, oltre ad essere coeve, devono trovarsi in stazioni logisticamente conti-gue, per cui è intuitivamente logico non dare alcun senso alla ricerca di unacorrelazione fra la serie anulare di una pianta cresciuta nella zona alpina inEuropa e di un’altra pianta, magari di una specie legnosa diversa cresciuta inAustralia, come qualcuno ha portato ad esempio in una mail che ho ricevuto.

Ci sono però casi di cronologie che nella curva di Dia 1 si trovano in zone dipicco o di valle,oppure che sono costituite da alcune centinaia di anelli,per cuiil confronto dell’isotropismo non è possibile. In questi casi possiamo affidarci,per una decisione, all’analisi della covarianza, ma, soprattutto, ad un’analisiper segmenti avente una Segmentation window molto larga,meglio se uguale a9999 anni (vedi Quaderno 2) che pertanto include tutta l’estensione del master.

Nella equazione di Pearson usata per calcolare l’indice di correlazione rfra x e y la covarianza ne costituisce il numeratore e poiché può assumeresia segno positivo che negativo, la covarianza fra le coppie di variabili è re-sponsabile del segno che assumerà la r. Ma come ben si sa, una correlazio-

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ne negativa non è accettabile in dendrocronologia come sottolineano tuttigli autori rifacendosi al buon senso.

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Dia 2

Dia 3

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Non è questo il luogo per tornare sull’analisi della covarianza già ampia-mente trattata nel Quaderno 2 dove si è portato come esempio un casoteorico prendendo il tratto della cronologia PCAB Siebenlist Kerner Oetz-tal fra gli anni 1451-1500 che presenta un trend positivo e, considerando-lo come la cronologia di un violino, lo si è confrontato con il tratto 1501-1550 della stessa cronologia che presenta un trend negativo (Vedi Dia 3).

Si è poi fatta l’analisi della covarianza di questo confronto il cui valore negativoche ha fatto sì che la r di Pearson fosse a sua volta negativa (vedi Dia 3).

L’altro esempio pratico è stato portato nell’esercitazione sulla viola Pio Ste-fano nel Quaderno 4 dove abbiamo dimostrato la non attendibilità della da-tazione 1830 che risultava prima nella lista dei top ten per la sola Gleichläufig-keit, ma che presentava una covarianza negativa denunciata dal semafororosso e confermata da un non accettabile r negativa, come possiamo vederenell’esempio generico di Match Screening riportato nella Dia 4.

Conseguentemente quanto abbiamo scritto e documentato sia teorica-mente che sperimentalmente sull’analisi della covarianza ha da essereconsiderato per il suo valore propedeutico per un approccio ragionato al-l’applicazione della statistica all’analisi della correlazione che tanto preoc-cupava lo statistico Moroney.

Resta pertanto assodato che la crossdatazione di cronologie che possonopresentarsi isotrope in quanto confrontabili nei tratti ascendenti o discen-

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Dia 4

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denti della curva della Dia 1, possono essere condotte con la certezza ditrovarci nelle condizioni ottimali previste da Baillie e Pilcher e dare quindirisultati da prendersi in alta considerazione.

Negli altri casi e in particolar modo quando la cronologia è lunga al-

cuni secoli, come nel caso del contrabbasso Karr-Koussevitzky, non

possiamo essere aiutati dalla presenza o meno di isotropismo, come

già abbiamo avuto modo di dire a pag.31.

Ci può essere invece di grandissimo aiuto il nostro metodo di analisi

per segmenti che abbiamo impiegato per la crossdatazione di questo

strumento, che abbiamo applicato nella relativa esercitazione ripor-

tata nel Quaderno 4, condotta sui 300 anelli (298 e 316) misurati sulle

due emi-tavole, quale replica di una crossdatazione che ha conferma-

to i risultati trovati in letteratura da altri.

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Q Quali difficoltà presenta la misurazione degli anelli di

crescita su immagini fotografiche?

A Questo metodo di misura degli anelli, di cui siamo stati pionieri,sta entrando sempre di più nell’uso comune a causa della sua flessibilitàessendo possibile effettuarlo per via computerizzata, come, ad esempio,con il misuratore di immagini Image Measurer di Synchro Search, la cuiesecuzione è descritta nel Quaderno 3 Tutorial.

I sistemi ottico meccanici, molto costosi, che misurano le ampiezze anula-ri in termini metrici, con una precisione del tutto inutile, collegati a com-puter dedicati a questa operazione, stanno infatti diventando obsoleti egradualmente sostituiti con misuratori che operano su immagini fotogra-fiche impiegando lo stesso computer che gestisce il programma di cros-sdatazione esprimendo in pixell i valori delle misure.

Dobbiamo però sottolineare che l’immagine fotografica deve essere quel-la ottenuta dal dendrocronologo che sta studiando lo strumento reale cheè a sua disposizione e soprattutto non sia stata ripresa da altra persona chepuò aver impiegato a sua insaputa mezzi di illuminazione o programmiinformatici tendenti ad ottimizzare l’immagine stessa.

Ciò al fine di assicurare l’operatore che certe particolarità caratteristichedella trama anulare dello strumento, come il senso di crescita della serie,vengano solamente ingrandite per una più facile lettura, ma non addirit-tura stravolte come è stato per il violino Carlo X di Andrea Amati riportatain letteratura, sulla quale abbiamo basato la nostra datazione, e che pare

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lasciasse immaginare un senso di crescita della serie anulare opposto aquello reale.

Purtroppo, come abbiamo avuto occasione di dire, a noi non è stato possibilefotografare direttamente lo strumento reale che si trova preso il Museo diCremona, cosa che invece ha potuto fare Peter Ratcliff, il quale ha pubblicatosul numero di febbraio 2012 della rivistaThe Strad un articolo molto interes-sante che riporta i risultati comparati di ben sei strumenti di Andrea Amati,supportati dalle analisi dendrocronologiche basate sulle misure delle am-piezze degli anelli ottenute dalle immagini fotografiche della tavola di queglistrumenti, riprese personalmente nei vari musei dove sono custoditi, sullequali l’autore ha rilevato il senso di crescita degli anelli misurati.

Quello studio confermerebbe il fatto che Andrea Amati ha costruito la ta-vola di tre di quegli strumenti partendo da un solo toppo di abete, incu-rante di rispettare la prassi che prevede che le due parti della tavola sianospeculari ad ala di farfalla, incollate fra di loro con la parte giovane del le-gno che si trova vicina alla corteccia, la quale viene così a trovarsi solita-mente all’interno delle tavola, mentre la parte vecchia, costituita dal dura-me, viene di conseguenza a trovarsi sulla parte esterna della tavola.

Uno di quei tre violini secondo Ratcliff, che nel suo articolo propone anchelo schema secondo il quale, al fine di sfruttare al completo il toppo di ottimolegno, è avvenuto il taglio delle sei emitavole che hanno costituito l’assorti-mento delle tavole dei tre strumenti, sarebbe quello datato 1556 detto ancheil Carlo IX, il quale presenterebbe all’esterno della sua tavola la parte vecchiadell’anellatura.

Di conseguenza la lettura delle ampiezze degli anelli dovrebbe essere fattaper quello strumento a partire dall’interno e andando verso l’esterno.

Come ben saprete a proposito di questo violino, fummo oggetto di pesanti efalse accuse di non saper leggere il senso di accrescimento dei suoi anelli daisei autori dell’articolo di Dendrochronologia, alle quali rispondemmo sianella open letter che in una esercitazione pubblicata nel Quaderno 4 e alla qua-le abbiamo accennato a Pag. 35-36.

Peter Ratcliff, che faceva parte del gruppo di sei autori, dopo aver probabil-mente letto il nostro articolo, ha voluto approfondire la questione e ha pub-blicato come dicevamo più sopra un’interessante rassegna fotografica di seistrumenti di Andrea Amati, fra cui il Carlo IX, di cui mi ha fatto gentilmentepervenire la copia e molto amichevolmente nel corso dello scambio di idee,mi ha inviato le immagini ingrandite delle due parti della tavola in cui si os-serverebbe in modo inequivocabile il senso centrifugo della crescita anulare,in contrasto evidente con l’immagine della parte bassa degli acuti da noi

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trovata in letteratura, della quale mi fa sapere che purtroppo non aveva ef-fettuato l’ingrandimento. Ma abbiamo comunque esaminato e discusso in-sieme quell’immagine, confrontandola con un ingrandimento di un trattoda lui eseguito sulla parte alta degli acuti, senza che riuscissimo a trovareuna convincente spiegazione dei motivi cha hanno portato a far sì che in es-sa il senso di crescita apparisse contrario. Mi ha anche dimostrato che misu-rando i 30 anelli di quel tratto di tavola in senso inverso a quello che noi ab-biamo fatto (così come l’immagine richiedeva) ha trovato una perfetta corri-spondenza con i primi 30 anelli della cronologia dell’Amati ex Kurz, uno deidue violini che Amati ha ricavato in modo usuale da quel toppo.

Possiamo vedere insieme le diapositive 1) e 2), avute da Ratcliff, relative aun tratto delle parte dei bassi e ad un tratto della parte degli acuti sullequali ha sottolineato il senso di crescita degli anelli che possiamo confron-tare con la 3) che riporta l’immagine ripresa dall’articolo di Fausto Caccia-

Dia 1

Dia 2

Dia 3

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tori dal volume Un corpo alla ricerca dell’anima, edito da Renato Meucci,in cui la direzione di crescita degli anelli presenta la riproduzione di untrend inverso dall’esterno verso l’interno della tavola.

Inoltre nell’articolo di The Strad l’autore afferma che il Carlo IX può

essere datato 1494, probabilmente basandosi su una misurazione

centrifuga degli anelli della parte dei bassi, che purtroppo non è stata

pubblicata. Ma pure noi, basandoci su una misurazione che sarebbe

di senso opposto dall’esterno verso l’interno della parte superiore

degli acuti, abbiamo trovato, come possiamo vedere nella diapositi-

va 4) ripresa dall’esercitazione del Quaderno 4, l’anno 1494 come ter-

minus post quem, quale risultato di una crossdatazione che presenta

ottimi valori di t 8,9057, nella versione in formato raw e 4,5557 (vedi

Dia 4 e 5) nella versione indicizzata.

Il che rende ancor più misteriosa la datazione di questo strumento, a pre-scindere dal modo in cui vengano misurate le ampiezze anulari.

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Dia 4

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Speriamo che Peter Ratcliff pubblichi presto nella sua collezione di stru-menti antichi che sta meritoriamente conducendo in ITRDB e che attual-mente comprende 4 violini e un contrabbasso, anche le misure delle am-piezze anulari di questo strumento.

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Dia 5

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Q Ci sono state novità circa l’uso della r di Pearson per-

sonalizzata ?

A Sulla r di Pearson personalizzata, abbiamo già detto tutto quelloche c’era da dire, pertanto vi prego di andare a leggere quanto scritto al ri-guardo nell’Appendice alla “Lettera aperta”che troverete sul nostro sitoWEB a chiusura di questo argomento, che è stato ampiamente trattato alcapitolo sulla Correlazione del Quaderno 2 e precisamente a pagina 50.

Accetto però di ritornare su questo argomento per dissipare tutte le criti-che non sempre benevole che ci sono state rivolte a questo proposito.

La ragione principale per cui nella versione iniziale di Synchro Search fa-cemmo calcolare al programma, come default, la r con valore assoluto èstato di convenienza al fine di semplificare l’algoritmo che la calcola.

Come abbiamo ripetutamente detto e come tutti sanno, la possibilità di pren-dere in considerazione e calcolare il valore di una correlazione che non sia li-neare e positiva, in dendrocronologia è esclusa per postulato. Di conseguenzanella prima versione di Synchro Search di cui si serviva la precedente versionedella procedura di dendrodatazione, avevamo rinunciato al fatto che per de-fault venissero calcolati dal programma valori negativi di r, lasciando al sema-foro rosso, e all’osservazione dell’anisotropismo delle linee di tendenza, cheappaiono in ogni grafico di Match Screening delle serie a confronto,ovviamen-te in formato raw, il compito di avvisarci se la Covarianza fosse negativa, percui anche la r di Pearson fosse negativa o per lo meno non significativa.

Nella equazione che calcola la r canonica secondo Pearson, la codevianzache si trova al numeratore, ossia la sommatoria così denominata dei pro-dotti (x - x medio)x(y-y medio) e conseguentemente la covarianza (vediQuaderno 2 e Dia 2 del Colloquio 3) può assumere valori sia positivi che ne-gativi poiché essi possono essere sia positivi che negativi in tutto o in parte.

Se invece questa sommatoria è costituita con i risultati di quei prodotti ot-tenuti in modo assoluto, dando agli scarti dalla media sia delle x che delley sempre il segno positivo(così come richiede l’equazione che calcola il tdi Student), i valori dell’indice di correlazione r sono di solito, ma nonsempre, più alti di quelli che si ottengono con la formula canonica, pur es-sendo proporzionali a questi ultimi.

Và però sottolineato il fatto che la datazione non viene alterata, an-

che se qualche difficoltà può sorgere per un dialogo con altri laborato-

ri che impiegano l’algoritmo tradizionale dell’equazione di Pearson.

Nel contesto di quella procedura, la datazione e non le discussioni sul va-

5.

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lore della r, era infatti per noi lo scopo principale, come abbiamo sottoli-neato fino a noia in più di un’occasione, evidenziando il fatto che ciò erafrutto di un preciso disegno matematico statistico, anche legato alla pocaflessibilità del linguaggio informatico con il quale era scritta la prima ver-sione di Synchro Search e non di ignoranza .

Con la nuova versione di Synchro Search, riscritto in linguaggio JAVA moltopiù articolato e flessibile, l’utente potrà scegliere fra l’uso di questo algorit-mo personalizzato e quello che da la forma canonica di r, la quale potrà as-sumere valori sia positivi che negativi anche mantenendo la presenza delsemaforo rosso che ci avviserà della negatività assunta dalla covarianza.Ab-biamo mantenuto questa possibilità per favorire la replicazione delle eserci-tazioni che vennero pubblicate nella prime versioni, italiana ed inglese delTrattato, nelle quali le datazioni sono caratterizzate da un indice di correla-zione personalizzato avente valori più alti.

Come probabilmente dovrebbe già avere letto nell’appendice alla let-

tera aperta e come troverà ripetuto con insistenza nella “Nuova Proce-

dura di Dendrodatazione con la Nuova Versione 2.2.1 di Synchro Se-

arch”, risulta però ben chiaro che noi invitiamo ad usare la r canonica al

fine di poter avere risultati della correlazione confrontabili fra i vari la-

boratori.

Recentemente Peter Ratcliff ha pubblicato in ITRDB uno studio molto inte-ressante che riporta la crossdatazione di tre violini cosiddetti “tirolesi”di treautori diversi per la quale si adattano molto bene le cronologie di riferimen-to delle Alpi austriache e svizzere, confermando in tal modo come la “mobi-lità”del campione, così chiamata da Michel Baillie e di cui abbiamo parlatonel seminario, che rende spesso difficile la datazione di un oggetto artistico,viene superata allorché i liutai hanno a disposizione per la costruzione deiloro strumenti legno delle foreste vicine.

Poiché Peter Ratcliff, interrompendo le cattive abitudini dei dendrocrono-logi, ha encomiabilmente pubblicato le misure delle serie degli anelli dicrescita di tutti e tre gli strumenti, vi invitiamo a replicare queste datazioni,servendovi della versione 2.2.1 di Synchro Search, sia impiegando la r per-sonalizzata che darà valori più alti, sia la r canonica che darà valori piùbassi, e troverete che la datazione rimane inalterata.

A titolo di esempio riportiamo la datazione di uno dei tre violini e precisamente:Nella DIA1 si può analizzare il grafico della crossdatazione in formato in-dicizzato dei 162 anelli del violino di Johannes Jais di Mittenwald

Nelle Dia 2 e 4 sono riportate le impostazioni che abbiamo dato ai SystemSettings su cui si può operare premendo il tasto “Settings”.

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L’indice di correlazione r di Pearson è stato richiesto nella forma canonica(Dia 2) e nella forma non canonica (Dia 4).

La Segmentation Window alla quale abbiamo imposto il valore 10, che si-gnifica che ciascuno dei segmenti in cui abbiamo diviso il campione, aiquali abbiamo dato un’estensione di 50 anni, sarà confrontato con il seg-mento corrispondente del master al quale daremo uno spread di + / - 10anni. Ad esempio: un segmento del campione i cui limiti siano 1900-1940,sarà confrontato contro il segmento del master che avrà come limiti gli an-ni 1890-1950. (Vedi Quaderni 2 e 4).

Alla Mobile Mean window abbiamo dato il valore 3, il che significa che ilmodello auto regressivo impiegato per ottenere l’indicizzazione, è costi-tuito dalla media mobile 3 in 2 (filtro 3), che di fatto elimina l’effetto del-l’invecchiamento, senza però annullare l’autocorrelazione, ma senza inci-dere sul valore della r e della t.

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Dia 1

Dia 2

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Dia 3

Dia 4

Non sono riportati i grafici ottenuti con la Logaritmic correction, perchénon presentavano variazioni dei parametri statistici.

Nella Dia 3 è riportato il grafico ottenuto con la r personalizzata che ha datoper la r il valore 0,74 e per la t il valore 13,95 che con la r canonica erano per lar 0,48 e per la t 6,94, mantenendo ovviamente, come previsto, costanti i va-lori della Gleichläufigkeit, ma importa sottolineare che non sono stati va-

riati i valori della datazione in formato raw, che si conferma per l’anno

1793, corrispondente all’anno 1972 della datazione in formato indiciz-

zato con filtro %3.

Va però tenuto a mente che se si deve eseguire l’analisi per segmenti

è indispensabile usare l’algoritmo che produce la r canonica.

Solo così è possibile eseguire il confronto delle r dei singoli segmenti sia coni valori di bench mark riportati da Grissino-Mayer sia con quelli riportati daFisher, vedi tabelle nel Quaderno 4.

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Q E' vero che Synchro Search non è stato sufficiente-

mente validato?

A Chi ha messo in giro queste voci evidentemente non ha letto conattenzione il nostro trattato e quindi non si è soffermato sulla lezione dimetrologia contenuta nel capitolo del Quaderno 3 intitolato Precisione eAccuratezza delle Misure che ho scritto basandomi su vecchi appunti pre-si alle tre indimenticabili lezioni di Metrologia, che il Prof. Eligio Perucca,Titolare della Cattedra di Fisica e Rettore del Politecnico di Torino, tenevamagistralmente e molto piacevolmente ogni anno e che il nostro Inse-gnante di Matematica Prof. Renato Einaudi consigliava a noi studenti diChimica del primo biennio di non perdere per la nostra formazione.

In quella lezione del Quaderno 3 i concetti generali appresi dal prof. Pe-rucca sono stati applicati ai problemi della misura delle ampiezze deglianelli di crescita annuali sui quali si incentra la dendrocronologia.

A queste persone, ammesso che abbiano chiara la prassi della validazionedi un procedimento, che fondamentalmente si basa sulla ripetibilità di unrisultato, dopo aver accertata l’accuratezza delle misure eseguite, è sfuggi-to il fatto che, sulla base di quei concetti, in considerazione dell’incertezzadelle misure dei singoli anelli di una serie, dovuta alla loro variabilità infunzione del punto della direttrice sulla quale se ne esegue la misura, è va-na illusione, in quanto priva di significato, la verifica della ripetibilità deidati, come è invece possibile fare in analisi chimica quantitativa, determi-nando il grado di precisione delle misure per mezzo dell’analisi statisticadello scarto quadratico medio.

Ma prefiggendoci il compito di verificare, sia pure approssimativamente,la precisione dei risultati abbiamo risolto il problema nel modo descritto inquella lezione, pubblicata anche nel nostro sito, alla quale rimandiamo perconoscenza i nostri critici.

A tale scopo, in quella lezione e in numerose altre parti dei Quaderni delTrattato, abbiamo riportato esempi basati sulle misure di serie anulari distrumenti pubblicate e asseverate in ITRDB, proprio ai fini della validazionedel nostro programma, senza sottolinearne la positività, nella certezza che ilricercatore accorto, che conosce i fondamenti della procedura di validazionedi ogni strumento e/o metodo in uso nel suo laboratorio lo avrebbe apprez-zato. La replicabilità dei risultati ottenuti su quelle stesse misure effettuateda altri all’esterno del nostro laboratorio (e quindi da noi non verificabili)contro la stessa cronologia di riferimento, può essere considerata validazio-ne del nostro programma Synchro Search utilizzato per la crossdatazione.

Una eccellente lezione sul concetto di validazione si trova in Wikipedia.

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Per quanto poi concerne la prova di validazione condotta all’interno dellaboratorio, abbiamo più volte pubblicato i grafici della crossdatazione to-tale o parziale di una cronologia di riferimento contro se stessa, che abbia-mo ritenuto essere un ottimo e facile metodo di verifica.

Per quanto riguarda poi i valori di certi parametri statistici i cui decimalipossono non combaciare perfettamente con quelli di altri laboratori vaconsiderato il fatto che il numero di decimali che viene espresso e portatoin calcolo nel nostro programma Synchro Search può essere diverso. Disolito gli utenti di altri programmi che usano un numero inferiore di deci-mali, non ne sono però al corrente e sovente sottolineano questa discre-panza attribuendola all’imprecisione del nostro Synchro Search (!).

Se poi con il termine validazione, quei critici intendono che una data-

zione ottenuta con Synchro Search con i nostri criteri, debba coinci-

dere con quella ottenuta in un inesistente laboratorio di riferimento,

essi usano quel termine a sproposito, confondendolo con replicazio-

ne, che può anche dare un risultato diverso da discutere insieme, co-

me proprio M. Baillie mi consigliava di fare e come sempre ho fatto.

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Q Qual è il numero minimo di anelli necessario per una

crossdatazione?

A A Su questo argomento, che si allaccia al problema che già abbia-mo trattato dei pointer intervals, al quale vi rimando, è stato detto pratica-mente tutto.

Vorrei però sottolineare che non esiste un risposta valida per tutti i casi,esclusi ovviamente quelli che sono oggetto del malcostume di coloro cheeseguendo datazioni di oggetti artistici e di strumenti musicali a scopi com-merciali o di vanità “scientifica”sovente sostengono datazioni di comodo.

Va però tenuta a mente l'affermazione di Baillie, che possiamo trovare nellibro intitolato A slice through time, il quale sostiene che quando datiamodendrocronologicamente un campione che presenta una cronologia infe-riore a 100 anelli rischiamo di fare della guess-dendrochronology, se comeavveniva finora ci si poteva solo basare per la crossdatazione solo sullaanalisi visuale comunemente chiamata Gleichläufigkeit, su un alto indicedi correlazione r e soprattutto su un alto valore del t di Student.

Anche Martin A.R. Munro nell’articolo che dovrebbe essere riletto con at-

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tenzione, pubblicato sul Tree-Ring Bulletin del lontano 1983, dedicato allaricerca di uno strumento matematico che rendesse la t più selettiva, riba-disce lo stesso concetto che il campione in esame dovrebbe presentarenon molto meno di un centinaio di anelli e nello stesso tempo crossdatarecon serie che non siano troppo distanti fra di loro o separate da barrierenaturali come possono essere le catene di montagne. Riferendosi alle dueversioni di CROSS scritte con due diversi linguaggi dirà infatti testual-mente che: neither of them will crossdate series much less than 100 yearslong, and neither will crossdate series which are far apart, or separatedfrom each other by natural boundaries such as mountain ranges. [nessunadelle due riuscirà a crossdatare serie più corte di 100 anni e nessuna riusci-rà a crossdatare serie che siano molto distanti l’una dall’altra o separate dabarriere naturli quali sono ad esempio le catene montuose].

Ma se questo era vero fino a ieri oggi,per chi usa il nostro programma non lo èpiù. Infatti se prendiamo in considerazione la datazione di un violino, anchesolo la cinquantina di anelli di cui possiamo spesso disporre può essere suffi-ciente per ottenere una datazione probante se è validata dall'analisi per seg-menti, che con Synchro Search è diventata un'operazione di routine.

Dobbiamo infatti ricordare che l’analisi per segmenti condotta con il nostrometodo basato su Synchro Search, che offre la possibilità di allargare a piaci-mento anche a tutta l’estensione della cronologia di riferimento, con unsemplice tocco di mouse in tempo reale, la finestra di paragone del segmentodel master, contro il quale si confronta il segmento del campione, la cui lun-ghezza possiamo variare a sua volta con facilità in tempo reale, la necessitàdi poter disporre di 100 anelli auspicata da Baillie si può ridurre di molto perpoter ottenere una datazione univoca altamente probabile.

Non siamo affatto d’accordo con certi dendrocronologi italiani che nel qua-dro di ricerche nel campo dei Beni Culturali, affermano che sono sufficientianche soltanto cinque anelli per effettuare una datazione di un manufattoartistico servendosi della “dendrotipologia”che è un metodo di indagine vi-suale impiegato dai dendroarcheologi per tentare la datazione dei pochianelli che si possono leggere sui resti carbonizzati ritrovati nelle torbiere.

Poiché gli stessi autori a sostegno di certe scelte citano la normativa italia-na UNI per la datazione dendrocronologica nel legno del campo dei BeniCulturali, ad un’attenta lettura di questo documento non abbiamo trovatocenno di questa pratica.

La dendrotipologia si trova invece descritta nel Multylingual Glossary of Den-drochronology pubblicato nel 1995,da M.Kaennel e P.Schweingruber del qua-le, la UNI 1141 del 2004 non è che un inutile e succinto riassunto di poche pa-gine che mi è costato ben 40 dollari buttati al vento per poterlo leggere.

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Q Quale giudizio date sui lavori di Lars Achen Larsson e

di Douglas Keenan pubblicati in Internet?

A A nostro parere sono da ritenersi molto validi, scritti da autori che,pur non appartenendo alla dendrodronologia ufficiale, hanno una pro-fonda conoscenza di questa disciplina, accompagnata da un’alta compe-tenza statistico-informatica maturata in altri campi e che per ragioni evi-denti prreferiscono il Web alle riviste, per pubblicare i loro lavori.

Larsson nel suo lavoro sostanzialmente propone un metodo di analisi persegmenti della r di Pearson, rifiutando l’impiego della Gleichläufigkeitnon supportato dall’analisi statistica.

Nel Quaderno 2 e alla risposta alla domanda 3 posta nel corso del seminario, ilproblema è stato ampiamente trattato.

Sempre in quel sito è interessante prendere conoscenza del metodo, moltopiù complicato del nostro, che Larsson ha sviluppato per tradurre in formatodigitale i valori delle ampiezze anulari espressi solo graficamente da certi au-tori che non pubblicano nei loro lavori le misure vere e proprie, come inveceha fatto Grissino-Mayer per il Messia e per il contrabbasso Karr-Koussevitz-ky e come sta facendo ora molto encomiabilmente Peter Ratcliff, il qualepubblica in ITRDB le cronologie di strumenti antichi.

Molto interessante è pure la replica che Larsson ha fatto di un lavoro di JanKuniholm intitolato Dendrochronological investigations at Hercolaneumand Pompei su reperti ritrovati ad Ercolano, limitata alle misure che Kuni-holm ha riportato in grafico solo in parte e che sono state digitalizzate daLarsson, il quale termina il suo intervento denunciando con dure parole ilfatto che non siano stati pubblicati in forma digitale i risultati delle misuree neppure in modo completo, dicendo testualmente: We still hope that itwill become more common to publish original measurement data so thatcrossdating jobs can be replicated by anybody interested! We think that

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Dal momento che, in questi tempi, siamo a caccia di sprechi, vorrei saperechi è il responsabile dei beni culturali ad aver voluto e quanti soldi è costa-to questo documento, che in effetti non è una normativa dal momentoche in questo campo non ci possono essere normative), ma soltanto unabrutta copia incompleta di quell’eccellente Glossary di circa 500 paginepubblicato dieci anni prima.

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dendrochronology performed without publishing all data is no science![Speriamo che diventi più consueto pubblicare le misure originali in

modo tale che la crossdatazione possa essere replicata da chiunque

sia interessato! Crediamo che la dendrocronologia eseguita senza

pubblicare i dati non sia una scienza]._____________

Il lavoro di Douglas J. Keenan che si articola su 20 pagine, intitolato Anato-lian tree-ring studies are untrustworthy, si può trovare in Google sotto ilnome dell’autore e costituisce una stroncatura del lavoro di Jan Kuniholm,che vale la pena di leggere, poiché ci porta a conoscere criticamente l’im-mensa quantità di pubblicazioni che di solito non si ha la possibilità di leg-gere e che l’autore sembra conoscere a menadito.

Si possono trovare infatti riferimenti ad opere di Michael Baillie, Pil-

cher e altri di non facile reperimento e le critiche che muove, non so-

no soltanto rivolte all’impiego di statistiche inconsistenti, come ad

esempio il famoso D-score adottato da Kuniholm per effettuare le

sue datazioni.

Keenan dimostra infatti, in termini chiari e facili, sostenuto anche da

Baillie, che, per dirimere un confronto dendrocronologico, il test del

D-score non offre un aiuto maggiore di quello che si può ottenere lan-

ciando un dado.

Ma la critica più dura riguarda il numero troppo esiguo di anelli delle cro-nologie sulle quali Kuniholm ha basato le sue datazioni.

A sostegno di questa tesi riporta, in originale, pagine del libro di Baillie Aslice through time del 1995 che non è più reperibile, come pure non è piùreperibile Tree-ring dating and archaeology del 1980 che è stato una pietrad’angolo su cui poggia la dendrodatazione. Anche per questo motivo puòessere utile scaricare questo articolo dal WEB.

Riporta anche una citazione di Pilcher che dice: There are… examples

in the literature of tree-ring matching on timbers of less than 50 ye-

ars... Most of these must be treated with considerable caution…

Their dating is not true dendrochronology, but is tree-ring-assisted

dating or even tree-ring-assisted guesswork. [Ci sono esempi in lette-

ratura di crossdatazioni su anellature di meno di 50 anni. La maggior

parte di esse deve essere trattata con estrema cautela. La loro datazio-

ne non è vera dendrocronologia ma è una datazione assistita da anelli

di crescita o per meglio dire un lavoro di fantasia basato su di essi].

In conclusione Keenan ricorda che Baillie e Pilcher si trovano d’accor-

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DENDRODATAZIONE I COLLOQUI I QUESTIONS AND ANSWERS

do che per ottenere una crossdatazione occorre che la serie in esame

sia composta da un centinaio di anelli perché alberi con meno di 80

anelli non possono esser reliably datable [databili con sicurezza].

A questo proposito noi vogliamo però far notare che avendo a disposizio-ne, con Synchro Search, la routine dell’analisi per segmenti, tanto flessibi-le da permetterci di variare a piacimento, in tempo reale, la lunghezza deisegmenti del campione per confrontarli con i corrispondenti segmenti delmaster la cui finestra può essere allargata tanto da arrivare a comprenderetutta l’estensione del master, per cercare se una correlazione accettabileesiste, possiamo permetterci di crossdatare anche cronologie molto piùcorte.

Se, come mi auguro lo leggerete e lo studierete, vi potrete rendere contodel perché Keenan ha preferito divulgare questo studio in Internet piutto-sto che tentarne la pubblicazione peer-reviewed su una rivista di Dendro-cronologia.

La motivazione trova origine da una esperienza che Keenan, con il qualesono in contatto, ha vissuto e mi ha raccontato e che poi ha messo e docu-mentato in Internet perché tutti la possano conoscere.

Keenan, che potrei definire un cavaliere dell’ideale, ha citato in giudizioper falsa informazione allarmistica un ricercatore canadese, che avrebbeanche ricevuto dei grant, per la pubblicazione di un lavoro di argomentodendroclimatologico, che riteneva fuorviante. La corte però ha assolto ilricercatore canadese accogliendo una testimonianza fornita da alcuni suoiemeriti colleghi, che naturalmente sostennero l’accusato. Non riferisco icommenti di Keenan che ben potete immaginare.

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DENDRODATAZIONE I ESERCITAZIONE1 I TRE VIOLINI TIROLESI E CONTRABBASSO CHILTON 66

∑2

ESERCITAZIONE 1 TRE VIOLINI TIROLESIE CONTRABBASSO CHILTON

Apartire dallo scorso anno Peter Ratcliff, liutaio e dendro-cronologo inglese, ha iniziato a datare una collezione distrumenti ad arco, i cui risultati sono stati accettati e in-

seriti nel data-base della ITRDB e quindi messi a disposizione gratuita di tut-ti i ricercatori che vogliano replicare i suoi esperimenti.

TRE VIOLINI TIROLESI

I risultati di queste crossdatazioni sono riportati e commentati in modomolto succinto secondo lo stile della ITRDB e oltre ai valori delle misure del-le ampiezze anulari sono pubblicati i valori statistici della t di Student checaratterizza la migliore crossdatazione di ogni strumento ottenuta controun master che possiamo trovare nella stessa ITRDB.

I primi tre violini studiati sono strumenti di origine tirolese e precisamente iseguenti:

Mittenwald Johannes Jais violin datato 1793Mittenwald Neurern School I violin datato 1803Mittenwald Neurern School II violin datato 1805

I risultati ottenuti da Ratcliff sono stati da noi replicati sulla crossdatazionein formato indicizzato anche con l’analisi per segmenti (ovviamente con la rdi Pearson calcolata secondo l’algoritmo che la produce in formato canoni-co), che Ratcliff non ha effettuato e che hanno confermato l’unicità della da-tazione da lui proposta.

Non stiamo a riportare i grafici dei rispettivi match screening da noi ottenuticon Synchro Search, ma invitiamo i lettori interessati a ripetere la nostra cros-sdatazione effettuata con la versione 2.2.1. del programma, sia impiegando

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la forma canonica della r di Pearson, che la forma personalizzata che si pos-sono ora eseguire entrambe a scelta nella nuova versione del nostro pro-gramma agendo sul pulsante della finestra “settings”e troveranno esatta-mente gli stessi valori di datazione, come abbiamo sempre affermato quan-do eravamo attaccati e denigrati. (Vedi sul nostro sito internet la open letter).Ma, ovviamente, non troveranno coincidenza oltre la seconda cifra decima-le per quanto concerne i valori del t di Student. Nel Colloquio 5 abbiamo ri-portato i grafici dei match screening del violino di Johannes Jais che confer-mano quanto sopra.

Non intendiamo tornare ancora su questo argomento su cui abbiamo

già detto abbastanza, come Peter Ratcliff ben sa. Vada però a Peter tut-

to il nostro plauso per aver dato inizio alle pubblicazioni di questa col-

lezione di strumenti antichi che offre la possibilità, a chi lo vuole, di re-

plicare i suoi risultati, dando così un esempio paradigmatico che tutti i

dendrocronologi che non pubblicano i dati delle loro misure delle am-

piezze anulari dovrebbero seguire se intendono dare una veste scienti-

fica al loro lavoro.

Vogliamo invece sottolineare il valore paradigmatico di questo studio da cuiemerge l’importanza della contiguità della stazione da cui proviene il legnodel violino con il sito della cronologia di riferimento agli effetti di una cros-sdatazione certa e univoca.

È indubbio che i legni delle tre tavole costruite a Mittenwald provenivano dapiante che avevano subito le stesse esperienze climatiche di quelle della sto-rica cronologia del vicino Oetztal, costruita da Veronike Siebenlist Kerner.

CONTRABBASSO CHILTONRecentemente Peter Ratcliff ha pubblicato nella sua rassegna uno studioanalogo sul contrabbasso Chilton di metà ottocento, che possiamo leggereriassunto molto succintamente nello stile ITRDB.

La tavola delle strumento è costituita da 4 parti e gli anelli delle due particentrali speculari ad ala di frafalla, secondo l’autore, erano facilmente misu-rabili. Su una di esse che venne contrassegnata come I, Ratcliff riuscì a misu-rare 123 anelli contro gli 85 misurati sull’altra, contrassegnata II.

Ratcliff dice, e noi confermiamo, che quelle due sezioni presentavano segnalimolto forti e rappresentativi risultanti in valori di t altamente significativi stati-sticamente che raggiungono il valore di 10,4 per la media delle due parti con-tro la cronologia di riferimento PCAB Schweingruber Obersaxen Meyerhof.

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Noi, seguendo la teoria di Corona, non abbiamo voluto mediare le duecronologie, perché dopo averle testate per crossdatazione e averle trovateperfettamente equivalenti, come si può vedere nella Dia1, abbiamo decisodi lavorare sulla cronologia I più lunga.

Abbiamo inoltre crossdatato la cronologia del contrabbasso di 123 anellicontro altre cronologie di riferimento di cui disponiamo, che riportiamo coni relativi risultati compresa la cronologia master 46° Parallelo da noi costrui-ta come sarà descritto più avanti.

Datazione 1835

PCAB Giertz Obergurgl G 71% r 0.61 t 8,43 con corr. Log. r 0,58 t 7,49PCAB Siebenlist Oetztal G 74% r 0,59 t 8,00 “ r 0,59 t 8,00LADE Siebenlist Obergurgl G 71% r 0,61 t 8,43 “ r 0,58 t 7,79LADE Huesken Fodara Vedla G 67% r 0,56 t 7,4 “ r 0,58 t 7,79PCAB Obersaxen Meierhof G 76% r 0,69 t 10,44 “ r 0,65 t 9,623Media 46° Parallelo G 73% r 0,65 t 9,369 “ r 0,64 t 9,12

Tutte queste crossdatazioni furono analizzate per segmenti con il nostrometodo di segmentazione che abbiamo reso molto robusto allargando permezzo del menù dei settings la finestra di confronto (segmentation windows)sulla cronologia di riferimento dandole il valore di +/-9999, il che significa(vedi Quaderno 2 e Quaderno 3), che la r di ogni segmento di qualsiasi lun-ghezza è stata confrontata contro tutto il master di riferimento.

Soltanto nella crossdatazione contro il master Media 46° Parallelo, ogni seg-mento di 40 anelli (che abbiamo ritenuto una estensione opportuna consi-gliata anche da R. Holmes) ha presentato un valore di r molto al di sopra delvalore di benchmark e unico per tutta l’estensione del master che va dal 1276al 1994.

Ovviamente aumentando la lunghezza del segmento oltre i 40 anelli, si ri-pete questo risultato, come di solito avviene.

La composizione di questo master riportata più oltre e ripresa dal Quaderno 1fu ottenuta mediando i valori di ben 36 cronolgie che si trovano tutte suITRDB ad eccezione della ben nota PCAB Siebenlist Kerner Oetztal.

È composta massimamente di cronologie di alberi vissuti nel territorio eu-ropeo del 46° Paralleo di Picea abies (abete rosso) oltre a due cronologie diAbies alba (abete bianco) e due di Larix decidua o Lade (larice).

Coloro i quali fossero interessati ad averla ce la possono richiedere.

Nelle Dia 2 è riportato il grafico del Match Screening Chilton contro il master

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PCAB Obersaxen Meyerhof; e nella Dia 3 il grafico del Match Screening Chil-ton contro il master Media 46° Parallelo, che deve essere considerato il con-fronto migliore anche se la t di Student raggiunge un valore inferiore (9,369contro 10, 44) proprio in considerazione del fatto che l’analisi per segmentiha escluso dalla scelta i primi due, se la segmentation window viene allarga-ta a 9999 anni che, ovviamente, copre tutta la cronologia di riferimento(1276 - 1994).

Da tutto ciò si può dedurre che l’ipotesi di Ratcliff, secondo la quale il legnodella tavola potrebbe provenire da un albero cresciuto nell’Obersaxen Me-yerhof, non è più così certa, dal momento che quella crossdatazione che pu-re presentava il valore massimo della t di Student (10,4) rispetto alle altre,non ha superato il robusto test dell’analisi per segmenti che con Synchro Se-arch possiamo facilmente applicare e che ha dato la vittoria al confronto conla cronologia del 46° Parallelo.

Chi volesse trovare quale cronologia delle serie del 46° parallelo che ha per-messo quel risultato, armandosi di tanta pazienza può trovarlo crossdatan-do la cronologia del contrabbasso contro ogni singola cronologia di riferi-mento compresa nell’elenco, che potrà trovare in ITRDB previa trasforma-zione nel formato Synchro Search con la routine Format Changer. Dia 1

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Dia 2

Dia 3

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CRONOLOGIA MASTER 46°PARALLELO

Questa cronologia è stata elaborata a partire dalle seguenti cronologiePCAB Picea abies riprese dalla ITRDB prendendo in considerazione sol-tanto la larghezza degli anelli. È stata riportata nell’archivio di Synchro Se-arch come media semplice sincronizzata e già come media standardizzatae preindicizzata a vari livelli di indicizzazione. Sono state aggiunte anchela cronologia Siebenlist Oeztaler PCAB che non si trova nella ITRDB, duecronologie ABAL e due cronologie LADE riprese dalla ITRDB. Compren-de in totale 36 cronologie e il suo ambito spazia dal 1276 al 1994.

PCAB Picea abies

Arosa GR Arlenwald South CHE; 46N, 9E; Schweingruber F.H.; 1785-1975Arosa GR Tritt North CHE; 46N, 9E; Schweingruber F.H.; 1690-1975Bannwald North CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1788-1980Bannwald Sud Fichte CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1810-1980Bisse de Saxon VS CHE; 46, 7E; Schweingruber F.H.; 1856-1980Burchen Bielwald CHE; 46N,7E; Schweingruber F.H.; 1707-1980Chable D. Trois Besses VS CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1813-1979Cortina d’Ampezzo ITA; 46N, 12E; Schweingruber F.H.; 1737-1975Cortina d’Ampezzo South ITA; 46N, 12E; Schweingruber F.H.; 1660-1975Crete VS CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1837-1979Creux du Dailley Mittel CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1833-1979Fodara Vedla Alm ITA; 46N, 12E; Huesken W.; 1700-1990Grindelwald BE CHE; 46N, 8E; Schweingruber F.H.; 1786-1995Grindelwald Nord (N3) CHE; 46N, 8E; Schweingruber F.H.; 1786-1995Grindelwald Sud (S3) Che, 46N, 8E; Schweingruber F.H.; 1774-1995 Lauenen BE Bruchli CHE; 46N,7E; Schweingruber F.H.;1701-1076Lotschental oWG-SCH CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1768-1998Mittleri Hellelawald CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1793-1980Obergurgl AUT; 46N, 11E; Giertz V.; 1276-1974Obersaxen, Meierhof, GR CHE; 46N, 9E; Schweingruber F.H.; 1537-1995Pierre Avoi VS Che; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1772-1979Pres des Champs VS CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1880-1985Riederalp VS Binna CHE; 46N, 8E; Schweingruber F.H.; 1853-1973Riederalp VS Aletschwald CHE; 46N, 8E; Schweingruber F.H.; 1778-1974Simmental, Iffigenalp CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1532-1986Simmental, St.Stephan,Gyr CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.;1690-1986Suaiza, TI CHE; 46N,8E; Schweingruber F.H.; 1695-1988Susten Zand Fichte CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1695-1980Tazt Stockwald CHE; 46N, 7E; Schweingruber F.H.; 1769-1980Toppwald BE, Fi.Vergl.Pr CHE; 46N 7E Schweingruber F.H.; 1841-1979Vrsic Krajanska Gora SVN; 46N,13E; Schweingruber F.H.; 1757-1981

Oeztal AUT; 46N, 11E; Siebenlist V.; 1276-1974

ABAL Abies alba

Serre Bachet

Bosco Martense ITA; 46N,12E; Schweingruber F.H.;

LADE Larix decidua

Obergurgl AUT; 46N, 11E; Siebenlist V.

Husken Fodara Vedla

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∑2

ESERCITAZIONE 2 RIVALUTAZIONE DELLA DATAZIONE1686 DEL MESSIAHCOMPLETAMENTO

Questa esercitazione che prende origine dalle richiesteespresse da un lettore, costituisce un completamento(che non avevamo ritenuto necessario) della Esercita-

zione riportata nel Quaderno 4 sotto il titolo “Rivalutazione critica delladatazione 1686 del violino detto il Messiah”, che è stata pubblicata anchenel nostro sito www.synchrosearch.org sia nella versione italiana che nel-la versione inglese.

Q Nella esercitazione sul Messiah che abbiamo letto e

apprezzato nel Quaderno 4 avremmo voluto vedere an-

che una crossdatazione contro la viola Archinto in forma-

to indicizzato.

A A prescindere dal fatto che avreste potuto voi stessi effettuarequella crossdatazione, per dovere di cortesia, riporteremo sia il grafico delMatch Screening in formato raw della Cronologia dei sedici siti propostada Malcolm Cleaveland come master di riferimento contro la viola Archin-to fra gli anni 1527- 1685.

Vi chiederete perché è stato scelto questo intervallo; l’anno finale 1685 in-fatti, anche se non figura nell’elenco dei top ten, era infatti quello che face-va comodo agli autori per crossdatare l’intervallo della cronologia dellaviola Archinto contro la cronologia del Messiah e confermarla appuntoterminante al 1686.

Nella Dia 1 possiamo vedere il grafico del Match Screening del master diCleaveland contro la cronologia dei 159 anelli della viola Archinto, in for-mato raw, nell’intervallo 1527-1685, in cui possiamo notare che la r è con-trassegnata dal valore di - 0,3 nonché dal semaforo rosso che sconsiglia di

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procedere a una ulteriore crossdatazione in formato indicizzato, che a dir-la con Baillie, sarebbe mis-matched in quanto una correlazione negativanon può essere accettata in dendrocronologia.Per questa ragione non avevamo ritenuto necessario procedere oltre.

Dia 1

Dia 2

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Nella Dia 2 riportiamo la crossdatazione in formato indicizzato dove os-serviamo che per effetto della indicizzazione effettuata con il filtro %3 ilrange si è ridotto a 1528-1684 per un totale di 157 anelli.

Se non avessimo effettuato in prima istanza una crossdatazione in forma-to raw per verificare sia i trend delle serie e il valore della r di Pearson, checi ha informato sulla non significatività di quel confronto e avessimo ini-ziato l’indagine crossdatando le serie subito in formato indicizzato (comesenz’altro hanno fatto gli autori) saremmo stati tratti in inganno poiché,pur essendo troppo bassa la r, la sua t era comunque non inferiore a 3,5 equindi tale da farci accettare la datazione 1685.

Ma anche in questo caso, poiché con Synchro Search, abbiamo con estre-ma facilità la possibilità di effettuare in tempo reale la Segmentazione,questa, con i risultati che possiamo vedere nel grafico della Dia 2, avrebbenegato la validità di quella crossdatazione.

Sarà meglio che ci soffermiamo sull’interpretazione di quella analisi persegmenti, anche se tutte queste informazioni fanno parte della trattazionedel procedimento della Segmentazione che si possono trovare ampia-mente descritte nei Quaderni 2 e 3.

Iniziamo questa operazione aprendo la tabella dei Settings premendo ilrelativo pulsante che troviamo nel grafico e impostiamo la lunghezza delsegmento dandogli una estensione di 40 anni, per cui il primo segmento(secondo Holmes) sarà compreso fra gli anni 1528 e 1567, il secondo fra1548 e 1587, il terzo fra1568 e 1607 e così via, con un overlapping di 20 an-ni fra il precedente e il successivo.

Sempre nella tabella dei settings impostiamo ora il valore della segmenta-tion window che viene ad allargare a piacimento l’estensione del segmen-to della cronologia di riferimento relativo al segmento della cronologia delcampione.

In questo caso abbiamo deciso per il valore di +/-10 raccomandato ancheda Holmes, e di conseguenza i 40 anni del segmento del campione saran-no crossdatati contro il corrispondente segmento del master che verràquindi ad avere un’estensione di 60 anni. Ad esempio il primo segmentodel campione che spazia fra il 1528 e il 1567 sarà confrontato contro il seg-mento del master che spazierà fra il 1518 e il 1577 e così via.

Veniamo ora ad interpretare le informazioni calcolate e riportate su ognisegmento.

La R è la r di Pearson (che abbiamo dovuto scrivere maiuscola come ha vo-

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luto il computer ) che, come possiamo leggere per la crossdatazione del pri-mo segmento ha un valore inaccettabile di 0,05, poiché il valore minimo dibenchmark della r di Pearson per un segmento di 40 anelli deve essere alme-no di 0,3665 (Vedi Tabella dei benchmark riportata a Pag. 109 del Quaderno 2,proposta da Grissino-Mayer nel suo Tutorial di COFECHA, anche se i risul-tati sarebbero più severi se scegliessimo una p più ridotta secondo la Tabelladi Fisher dei valori del coefficiente di correlazione per vari livelli di significa-tività).

Inoltre poiché H (che è l’acronimo della parola inglese hint ossia sugge-

rimento) ci dice che lei potrà assumere il valore 0 se il primo segmento

sarà comparato con il master 147 anni prima del 1528, dove la r avreb-

be il valore di 0.61.

Solo il penultimo segmento presenterà la H = 0. Ma poiché è il solo su

7 ad essere accettabile, l’analisi per segmenti di questa crossdatazio-

ne condanna tassativamente la sua validità. (Vedi a Pag.108 del Qua-derno 2 il significato di H).

Evidentemente gli autori, non disponendo del nostro metodo semplificatoper le applicazioni di dendrodatazione che può essere impiegato in temporeale premendo semplicemente con il mouse il tasto Segment, non aveva-no condotto l’analisi per segmenti, per la quale avrebbero dovuto impie-gare il programma originale di Richard Holmes COFECHA elaborato perla costruzione delle cronologie di riferimento e preteso dalla ITRDB perpoterle accettare nella sua banca dati.

Questo programma molto complicato e di non facile applicazione e lettura,secondo quanto riferito dallo stesso Grissino-Mayer nel suo tutorial, non èinfatti adatto per scopi di dendrodatazione dove si prevede di analizzare persegmenti anche decine di crossdatazioni tutte caratterizzate da ottimi valo-ri di t, alla ricerca di quella che offre il risultato univoco e quindi più probabi-le e che, come abbiamo detto poco più sopra, si possono effettuare con in-credibile facilità in tempo reale con un semplice tocco di mouse.

Da tutto ciò si conferma quanto avevamo detto nella Esercitazione prece-dente, ossia che la cronologia della viola Archinto non può essere usataper la datazione del Messiah, così come hanno fatto gli autori per ottener-ne la datazione 1686, che pertanto risulta inattendibile.

Inoltre, per quanto ci riguarda, quanto sopra è la dimostrazione che

era stato sufficiente, nella precedente Esercitazione, fermarci alla ve-

rifica costituita dalla crossdatazione in formato raw che ci sconsiglia-

va di procedere ad una crossdatazione in formato indicizzato, se-

guendo i consigli di M.G.L. Baillie e J.R.Pilcher.

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