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DI ALESSANDRA ALBARELLO nuove collezioni · di occhiali da sole da donna viene ora lanciata da...

Date post: 13-Oct-2020
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DI ALESSANDRA ALBARELLO nuove collezioni Con il pretesto di presentare due nuove collezioni di occhiali, per il numero del Silmo abbiamo voluto in realtà celebrare due personaggi mitici della moda, ormai entrati nell’olimpo dei grandi couturier. Il primo è Cristobal Balenciaga, nato in Spagna ma “adottato” dal mondo dell’Haute Couture parigina, dove fu riconosciuto da Christian Dior come “Notre maître à tous”, mentre Givenchy lo definì addirittura un miracolo e Cecil Beaton lo paragonò a Picasso. Perfino Coco Chanel ebbe parole di elogio per “le couturier des couturiers”, l’unico che, secondo lei, sapeva veramente usare le forbici, l’ago e il filo. La seconda di cui vogliamo parlare è l’intraprendente Jeanne Lanvin che, iniziando come semplice modista, ha poi creato un impero, in seguito “ereditato” dal pluripremiato Alber Elbaz, che ha saputo restituire alla maison l’antica poesia, recuperando icone e colori cari a Jeanne Lanvin ma non rinunciando a scelte stilistiche audacemente contemporanee come ad esempio le scarpe con tacco altissimo in vernice rosa shocking o rosso della collezione Autunno/Inverno 2007-2008. Safilo presenta la prima collezione completa di occhiali Balenciaga, anche se qualche modello era stato già stato visto durante le sfilate della Primavera/Estate 2007, mentre l’Amy introduce gli occhiali Lanvin. Un bella sfida. OPTICAL 39 039_043_nuove collezioni.indd 39 3-10-2007 12:18:11
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Page 1: DI ALESSANDRA ALBARELLO nuove collezioni · di occhiali da sole da donna viene ora lanciata da Safilo, l’azienda che dal 1990 vanta un consolidato rapporto con il Gruppo Gucci,

D I A L E S S A N D R A A L B A R E L L O

nuovecollezioni

Con il pretesto di presentare due nuove collezioni di occhiali, per il numero del Silmo abbiamo voluto in realtà celebrare due personaggi mitici della moda, ormai entrati nell’olimpo dei grandi couturier. Il primo è Cristobal Balenciaga, nato in Spagna ma “adottato” dal mondo dell’Haute Couture parigina, dove fu riconosciuto da Christian Dior come “Notre maître à tous”, mentre Givenchy lo definì addirittura un miracolo e Cecil Beaton lo paragonò a Picasso. Perfino Coco Chanel ebbe parole di elogio per “le couturier des couturiers”, l’unico che, secondo lei, sapeva veramente usare le forbici, l’ago e il filo.

La seconda di cui vogliamo parlare è l’intraprendente Jeanne Lanvin che, iniziando come semplice modista, ha poi creato un impero, in seguito “ereditato” dal pluripremiato Alber Elbaz, che ha saputo restituire alla maison l’antica poesia, recuperando icone e colori cari a Jeanne Lanvin ma non rinunciando a scelte stilistiche audacemente contemporanee come ad esempio le scarpe con tacco altissimo in vernice rosa shocking o rosso della collezione Autunno/Inverno 2007-2008. Safilo presenta la prima collezione completa di occhiali Balenciaga, anche se qualche modello era stato già stato visto durante le sfilate della Primavera/Estate 2007, mentre l’Amy introduce gli occhiali Lanvin. Un bella sfida.

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ALCUNE IMMAGINI DELLA SFILATA P/E 2007 DOVE SONO APPARSI PER LA PRIMA VOLTA GLI OCCHIALI DA SOLE REALIZZATI DA SAFILO E UN MODELLO DA SOLE DELLA NUOVA COLLEZIONE.

“Notre maître à tous” così lo definiva nientemeno che Christian Dior. E non fu l’unico stilista a riconoscergli meriti assoluti, atteggiamento insolito in un mondo competitivo come quello della moda. Fino ad arrivare alla definizione “Miracolo Balenciaga” di Hubert de Givenchy o a “Picasso della moda” del foto-grafo Cecil Beaton. Perfino Coco Chanel, raramente tenera con i suoi colleghi, aveva detto che lui era l’unico vero couturier, l’unico che sapesse usare ago, filo e forbici... D’altra parte i filmati d’epoca nel suo atelier ci restituiscono un’immagine di una persona estremamente attenta ai particolari, perfezioni-sta fino all’inverosimile. E con un unico cruccio, quello che aveva confessato al suo amico Mirò: “Sei fortunato, perché per creare un capolavoro tu hai bisogno solo di te stesso, mentre io invece devo avvalermi di ben 500 perso-ne”. Nato in Spagna a Guetaria, nella regione Basca, Cristobal Balenciaga crea la sua prima maison a San Sebastian nel 1918, seguita a ruota dalle aperture di Madrid e Barcellona. Ma la guerra civile incalza e nel 1936 la sua attività viene interrotta e fugge a Londra. L’anno successivo, nel 1937, apre la sede storica di Parigi, al 10 di avenue George V, dove ancor oggi si trova una delle sue boutique e contemporaneamente riapre anche le tre sedi spagnole. La sua creatività, nuovamente limitata dall’insorgere della guerra del 40-45, riesplode nel 1946-47 con la linea “Tonneau”, le giacchine da torero interamente ricamate a mano, il primo profumo “Le dix” dall’indirizzo della maison parigina, seguito poi nel

NUOVE COLLEZION/1

Balenciaga

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Lo sguardo del maestro

Con Safilo esordisce la linea di occhiali Balenciaga

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1948 da “La fuite des heures”. Da allora la sua moda ricercata, fatta di un mix di tagli impeccabili e tessuti importanti si è imposta in tutto il mondo, affascinando anche il cinema e il teatro impegnato di Marcel Carné e Jean Cocteau. Perfino Ingrid Bergman nel film “Anastasia” indossava le sue creazioni, mentre fuori dalla scena il

suo stile intrigava le donne più belle e intense, come la Callas, e le regine come Fabiola che nel 1960 si sposò indossando un suo

abito. La tunica, l’abito camicia, quello baby-doll, le cappe e le collezioni come la “coda di pavone” diventano leggenda,

l’asimmetria una sua cifra stilistica. Fino alla sua ultima colle-zione primavera/estate 1968 dove i colori si sprigionano da short

e tuniche trompe l’oeil. Il suo ritiro dalle scene e la chiusura di tutte le maison è di quello stesso anno e non è certo indolore per le sue affezionate clienti, tant’è che, appena appresa la notizia, dal dispiacere la contessa Mona Bismarck si chiude in camera per ben tre giorni... Alla sua morte, avvenuta in Spagna nel 1972, i nipoti si impegnano a dare una continuità alla sua opera e nel 1995 comincia a emergere la figura di un giovane Nicolas Ghesquière che nel 1997 diventa direttore artistico e pre-senta le prime collezioni di Prêt à Porter e accessori. La maison viene acquistata nel 2001 dal Gruppo Gucci in partnership con Ghesquière. Il successo al quale questo giovane stilista ha riportato la maison, grazie anche ad alcuni accessori-cult come la borsa, è storia dei giorni nostri. Perché anche gli accessori sono importanti e lo sapeva bene Cristobal Balenciaga che non realizzava mai le sue collezioni senza pensare di creare anche i cappelli e i gioielli. Finora mancavano solo gli occhiali a rendere completa la collezione: i primi modelli sono apparsi timidamente alle sfilate di Parigi primavera/estate 2007, due dei quali realizzati apposta per l’evento, mentre il terzo era una riedizione di un occhiale vintage degli anni 70. La collezione completa di occhiali da sole da donna viene ora lanciata da Safilo, l’azienda che dal 1990 vanta un consolidato rapporto con il Gruppo Gucci, traducendo in occhiali il concetto di lusso dei suoi marchi. L’accordo per la produzione e la distribuzione worldwide dure-rà fino al 2012 e, oltre che dai più prestigiosi negozi di ottica e department store del mondo, sarà disponibile naturalmente anche nei negozi e punti vendita Balenciaga. A proposito di negozi, da segnalare anche quanto sia fondamentale per la maison Balenciaga la comunicazione attraverso il punto vendita. Il concept delle boutique di Parigi, New York, Milano e Hong Kong è stato studiato da Nicolas Ghesquière insieme con l’artista francese Dominique Gonzalez-Foerster. Negozi avveniristici, illuminati da luci scenografiche create ad hoc e che guardano a galassie lontane, a quel futuro immaginato da Cristobal Balenciaga.

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IN QUESTA PAGINA: DUE MODELLI DELLA NUOVA COLLEZIONE DI OCCHIALI LANVIN.

Amava le sfide, Jeanne Lanvin, nata nel 1867 e che a soli 22 anni aveva aperto un atelier da modista. Volitiva la ragazza, in un’epoca non poi tanto facile per le donne. Tra i primi esempi di audace imprenditorialità femminile, in pochi anni aveva svilup-pato la sua attività in maniera straordinaria con l’ampliamento progressivo e sistematico delle sue collezioni: nel 1908 i bambi-ni, nel 1909 l’abbigliamento femminile... E nel 1920 la creazione di Lanvin Décoration con Albert Armand Rateau, al quale aveva già affidato la decorazione del suo Hotel particulier di Rue Bar-bet de Jouy, le ville di Vésinet, e le boutique. Perfino il teatro Daunou fu decorato su indicazioni di Jeanne Lanvin da Rateau ispirandosi alle geometrie dell’art déco e puntando sul nero, sull’oro e sul bianco sottolineati da un’onnipresente blu, co-lore per il quale la stilista aveva una vera e propria passione. Ma era anche una donna di cuore, Jeanne Lanvin e nel 1927 creò il profumo Arpège appositamente per i 30 anni della figlia musicista Marie Blanche. Il flacone, un’ampolla nera disegnata da Rateau e le decorazioni raffinate e romantiche di Paul Iribe (ultimo amore di Coco Chanel) divennero l’emblema di un lus-so olfattivo senza eguali. Curiosa, interessata alle varie culture e civiltà, negli anni 20 Jeanne Lanvin era già all’apice del suo successo con una moda femminile che accanto agli abiti detti “di stile”, come le sontuose mise da sera, gli abiti da sposa e i costumi teatrali, prevedeva anche pezzi più facili e pratici, la cosiddetta linea “sport”, per permettere alle donne di sentirsi a loro agio tutto il giorno e in ogni occasione. La sua biblio-teca di libri e tessuti recuperati durante i frequenti viaggi parlano di una donna colta e curiosa che amava circondarsi di intellettuali e artisti dell’epoca come i fotografi Nadar e Hoyningen-Huene. Collezionista di quadri, si ispirava agli im-pressionisti per i colori delle sue collezioni, creando contrasti lucidi/opachi e avvalendosi di falsi neri declinati in tessuti ricer-cati come il velluto, il lamé, il matelassé, il tulle e il pizzo. Ma come abbiamo già detto era il blu il suo colore preferito, tant’è che anche le pareti della sua camera erano di questo colore, un blu talvolta strano, luminoso, con sfumature viola. Il colore

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Lanvin

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La passione del bluLo spirito libero e innovativo della maison tradotto perfettamente dalla linea di occhiali realizzata da L’Amy

che Alber Elbaz, pluripremiato direttore artistico della maison dal 2001, ha ripreso appieno anche in una versione scura per la collezione donna A/I 2007-2008, avventurandosi talvolta in colo-ri accesi come il fucsia e il rosso, utilizzato anche per accessori in vernice. Gli occhiali, realizzati da L’Amy, sono naturalmente audaci, compatti e con una loro personalità ben precisa, alcuni ispirati a quelli da vista che indossa normalmente Alber Elbaz. Spessori importanti, volumi scolpiti, tagli decisi e uno stile inconfondibile. Per non passare inosservati.

Chi è Alber ElbazNon si può parlare del presente della maison Lanvin senza parlare di Alber Elbaz, colui che ha restituito la poesia e il prestigio a un nome-cult della moda. Il passato rivive nelle sue costruzioni perfette, movi-mentate da dettagli sartoriali che non lasciano nulla al caso e che rendono uniche e quasi oniriche le crea-zioni di questo stilista che, a differenza dei suoi abiti, è tutt’altro che etereo. La femminilità viene esaltata da linee che sottolineano continuamente il corpo e se ne distanziano. Nato a Casablanca, cresciuto in Israele dove si è diplomato allo Shenkar College, School of Fashion and Textile di Tel Aviv, Alber El-baz si è formato professionalmente a New York, dove ha lavorato sette anni con Geoffrey Beene, per poi diventare a Parigi direttore della creazione del Pap da Guy La Roche e poi da Yves Saint Laurent. Molti i premi e i riconoscimenti ricevuti, tra i quali l’Interna-tional Fashion Award consegnatogli dal CFDA a New York a giugno 2005 e la nomina di Cavaliere della Le-gione d’Onore nel 2007.

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