I.C.
I.C. VIA ORATORIO DAMASIANO
PROGETTO INTERDISCIPLINARE
CLASSE II D
A.S. 2015/2016
NUTRIAMOCI DI CULTURA
2 ^ P A R T E
STORIA DELL’ARTE
LA SCENA DI GENERE Nel Seicento ebbe successo una pittura ispirata alla vita quotidiana e domestica che ritraeva la realtà umile e popolare del tempo. I soggetti preferiti erano scene di vita quotidiana, popolate da giocatori di carte, compagni d’osteria, giovani popolane. Annibale Carracci nel l ’opera “ I l mangiafagioli”, dipinge un contadino seduto al tavolo, colto nell’atto di mangiare una zuppa di fagioli. I cipollotti appena raccolti nel campo, la frittata di verdure, la brocca con il vino e la mano poggiata sul pane, testimoniano che si tratta di un pasto frugale. Il cibo e i gesti del contadino rendono esplicita la condizione sociale del soggetto.
Annibale Caracci, Il Mangiafagioli 1583-1584. Olio su tela 57 x 68 cm. Roma Gallerie Colonna
STORIA DELL’ARTE
VERMEER «La lattaia» è sicuramente uno dei quadri più famosi di Vermeer. Ad essere rappresentata è una domestica che, di lato ad una finestra, sta versando del latte da una brocca ad una ciotola di terracotta a due anse. Il tutto si svolge in un ambiente molto spartano e dimesso, illuminato da una finestra, immancabilmente collocata sulla sinistra. Da notare lo straordinario particolare di un vetro parzialmente rotto, dal quale filtra un raggio di luce appena più luminoso. La donna ha un aspetto molto serio, compiendo il suo compito con grande concentrazione. Il pane collocato sul tavolo, insieme al latte che la serva versa, hanno sicuramente valori allegorici in riferimento ai valori puri e genuini degli alimenti primari. In sostanza qui Vermeer fa un quadro per simboleggiare il valore sacro del lavoro, anche il più umile e quotidiano. Questo atteggiamento di sacralità del lavoro era del resto condiviso da tutta la società olandese del tempo, che proprio su questo principio riuscì a fondare il suo grande sviluppo economico-sociale e la grande prosperità successiva. Da ricordare che gli olandesi erano calvinisti, e ciò li portava ad un atteggiamento decisamente positivo nei confronti della ricchezza in genere. Essere ricchi non era un peccato, come veniva spesso comunicato dalla religione cattolica, ma bensì costituiva il pilastro sulla quale fondare una società più equa e giusta, proprio perché affrancata dal bisogno. Lavorare per produrre ricchezza, per sé ma anche per la società, era un dovere per ogni buon cristiano. Per questo ogni più piccola mansione, anche quella di attendere ai lavori domestici, aveva un suo preciso valore da esaltare e nobilitare con tutti i mezzi. Per questo nei quadri olandesi del Seicento, troviamo tantissime opere che vanno comunque interpretate come frutto di questo spirito di valorizzazione della profonda fattività del popolo olandese.
Vermeer, Lattaia 1658 Rijksmuseum, Amsterdam
STORIA DELL’ARTE
VERMEER Ragazza con turbante 1658-1660 Amsterdam, Rijksmuseum
Ragazza assopita, 1665-1660 New York Metropolitan Museum
Astronomo, 1668 Parigi, collezione E. De Rothschild
IL CIBO NEL RINASCIMENTO Il XVI secolo fu caratterizzato da una “società di carnivori” infatti fu il “periodo d’oro” del maiale. Di questo animale si utilizzava quasi tutto: carne, frattaglie, grasso, piedi, pancetta, lingua, midollo. Oltre al maiale si iniziò a consumare il pane bianco e abbondanza di vino, prodotto utilizzando le botti di legno. Quindi parliamo di un periodo in cui la cucina europea entra in contatto con la gastronomia araba, attraverso la Spagna e la Sicilia. Ecco dunque la presenza delle spezie, come lo zafferano, il pepe, la cannella, il chiodo di garofano, il profumo dell’acqua di rose, lo zucchero, l’aceto, la frutta secca, le mandorle e gli agrumi. In questo periodo le donne non erano solo cuoche, ma si occupavano dell’approvvigionamento della legna da ardere, dell’acqua, trascorrevano gran parte del loro tempo a spennare e affettare. Per aumentare i tempi di conservazione delle carni e dei pesci, si facevano conserve nella salamoia, sotto sale o sotto grasso. Assai diffusa era la pratica di tritare e affettare finemente, macinare, filtrare… indici della ricercatezza dell’arte culinaria. Si macinava e si pestava nel mortaio ogni spezia, il pane secco, le mandorle per ricavarne il latte denso e profumato. Complemento indispensabile erano il filtro, la stamigna, tessuto rado che rende limpido ogni liquido torbido. Passando all’ambito medicinale, molte erano le spezie usate per curare malattie, soprattutto quelle importate dall’Oriente a Venezia. A metà del Rinascimento comparvero per la prima volta sulla tavola la forchetta, il bicchiere individuale, il primo stuzzicadenti, il tovagliolo, le rotelle tagliapasta, i crivelli, i setacci, i recipienti per stufare, gli spremilimoni e via dicendo. Fino alla metà del 1500 l’Italia fu il paese dove principalmente si sviluppò una maggiore fecondità gastronomica.
Bernardo Strozzi La cuoca - 1630 Olio su tela 176 x 185 cm. Genova, Galleria di Palazzo Rosso.
AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
BANCHETTANDO NEL RINASCIMENTO Il Rinascimento è un periodo che va dal 1350 al 1600. I cuochi dell’Italia rinascimentale facevano uso, nelle loro ricette, soprattutto di carne, spezie e anche di dolci. Nel Rinascimento si dava importanza alle interiora degli animali da macello, dei volatili e dei pesci. Si nota anche l’utilizzo di latte e dei suoi derivati: burro, panna e formaggio. Le scoperte geografiche del rinascimento, come la scoperta dell’America, portarono nuovi cibi: canna da zucchero, vaniglia, caffè, mais, pomodoro, avocado, zucca, fagiolo rosso, patata, cacao e noccioline. Furono anche scoperti frutti tropicali come: ananas, mango e papaya; Alcuni di questi cibi entrarono in commercio, come: fagioli, peperoni, cacao e tabacco.
AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
RICETTE RINASCIMENTALI
PASTICCIO DI ERBE Prendere erbe buone e aromatiche come: prezzemolo, maggiorana, ruta, menta o salvia e pestali in un mortaio. Prendere uova crude e formaggio fresco e mischiali con l’uva passa; aggiungere zafferano, zucchero, e altre spezie. Poi fare la pasta, e stendila in un tegame unto, aggiungere l’impasto e ricoprire con altra pasta.
PANUTO CON PROVATURA FRESCA Rosolare nel burro già caldo le fette di pane. Mettere su ogni fetta di pane un pezzo di mozzarella e grigliarle. Quando il formaggio è fuso e dorato, spolverare i crostini con una miscela di zucchero e cannella tritata, spruzzateli di acqua di rose e serviteli ben caldi
POLLO FINOCCHIATO Tagliare il pollo a pezzi. Sciogliere lo strutto in una casseruola e farci rosolare i pezzetti di pollo a fuoco vivo. Quando questi saranno ben dorati, aggiungere l’acqua, il sale, ricoprire e lasciar cuocere pian piano a fuoco molto dolce. Nel frattempo frullare le erbe e le mandorle insieme. Quando il pollo è quasi cotto, toglierlo dalla casseruola. Aggiungere la miscela di erbe e le mandorle al sughetto del pollo e laciar cuocere finchè non si addensi un poco. Infine spolverarlo con una puntina di spezie e servire.
AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
Bisogna dire che se esiste un motivo per cui noi abitanti del Vecchio Continente dobbiamo essere grati a Cristoforo Colombo e alle sue spedizioni oltre oceano, è sicuramente la scoperta di nuovi cibi che hanno segnato la storia della nostra cucina e del nostro modo di vivere. Cacao, tabacco, fagioli, peperoni, mais sono solo alcuni dei prodotti importati dalle nuove terre. Ben poco, però, si è detto sulle tradizioni alimentari e i prodotti tipici consumati dalle numerose comunità indigene. Per molte tribù native il cibo consisteva in una forte percentuale di frutti e verdure che crescevano spontaneamente vicino al villaggio. Inoltre, sappiamo per certo che gli Indios praticavano la caccia, cibandosi delle carni di animali sconosciuti dai Conquistadores e la pesca. La caccia e la pesca erano lavori svolti dagli uomini che portavano il loro bottino alle donne, le quali cucinavano piatti saporiti. Le carni degli animali venivano tagliate in grossi pezzi per essere cucinati alla brace e non si scartava nulla per non offendere la divina Madre Terra (Pachamama). I cibi venivano cucinati in contenitori di terracotta anche con l’uso di erbe medicinali e condimenti personali poco conosciuti. Gli alimenti usati dai nativi americani erano di ottima qualità, ricchi di vitamine e completamente naturali, elementi che davano agli Indios buona salute, protezione da diverse malattie e grande energia. Sia gli abitanti del Vecchio Mondo che quelli del Nuovo Mondo godevano di ottimi cibi e piatti saporiti, ma per fortuna ora viviamo in un epoca in cui queste due cucine sono state unite, in modo da far diventare la cucina non solo una attività di grande importanza, ma anche un grandissimo piacere.
A TAVOLA CON LE CIVILTA’ PRECOLOMBIANE AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
I PIATTI TIPICI DELLE CIVILTÀ PRECOLOMBIANE
Il Casabe Era il pane degli
indios preparato con l’uso
della manioca
La Zuppa delle Tre
Sorelle Zuppa che viene fatta con
l’uso dei tre prodotti più importanti per i nativi: il
mais, i fagioli, le zucche e a tutto questo veniva aggiunta la carne di
tacchino.
Il Mush
Brodo denso di pesce
Il Beiju
Specie di frittella
La cioccolata
piccante Pietanza principalmente azteca, ma comunque
molto diffusa per l’abbondanza di Cacao
nel Nuovo Mondo
AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
PRELIBATEZZE DEL NUOVO MONDO
IL TACCHINO Le popolazioni Azteche allevavano il tacchino in grandi quantità che ritenevano un cibo
squisito. Questo volatile era diffuso soprattutto in Spagna, Francia, Inghilterra, Germania dove
veniva chiamato "pollo d'india", ma anche in parte dell'Europa.
IL PEPERONE Il peperone è un vegetale che si è diffuso molto nei paesi dell'Europa.
Ancora oggi il peperone viene consumato e viene chiamato "AJI" e le varietà orientali di più dolce sapore sono note ed apprezzate come "AJES DULCES".
IL MAIS
Il mais fu uno dei primi e insoliti cibi che Cristoforo Colombo gustò arrivando in America. Nel 1948 il navigatore genovese ai "Re Cattolici" scrisse di suo pugno una particolarissima
descrizione di quello sconosciuto cereale.
LA PATATA La patata è una dei vegetali più importanti introdotto dall’America.
Colombo ne fu a conoscenza ma non gli diede importanza. Grazie al viaggiatore Charles de L’Eclause diffuse la patata anche facendola ammettere
nella tavola del re.
AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
PRELIBATEZZE DEL NUOVO MONDO L’ANANAS
L’ananas a5rò molto l’a<enzione di Colombo durante il secondo viaggio nel nuovo mondo del 1493. Dalle foglie dell’ananas si ricava una fibra per produrre tessuN.
Questo fru<o venne portato in Europa e da qui distribuito nelle isole del pacifico dagli spagnoli e dagli inglesi. Una pianta di ananas produce un singolo fru<o ogni 18 mesi.
La cara<erisNca di questo fru<o è che conNene un enzima che accelera il metabolismo.
IL POMODORO Il pomodoro arrivò in Europa so<o forma di seme,
le piante di pomodoro, venivano usate solo per abbellimento perché erano velenose. I più ricchi situavano queste piante esoNche in vasi che abbellivano le finestre e i corNli.
IL FAGIOLO Il fagiolo comprende circa 150 specie diverse. Il più noto di tu5 è il “PHASEOLUS VULGARIS”
originario dell’America centro-‐meridionale e fu introdo<o in Europa dopo la scoperta dell’America {1492}. Successivamente i dolichos vennero colNvaN anche dai Greci e dai Romani, che definirono
un alimento rozzo e popolare.
LA MANIOCA Nelle regioni calde ci fu una grande diffusione. Visto che gli indigeni ne usavano in grande quanNtà di queste specie di tubero, incuriosirono molto lo scopritore delle Americhe che non perse molto tempo a portarlo in Spagna. Portò in Spagna una famosa e gustosa focaccia indigena (cazabin) La
farina di manioca anche oggi è molto usata.
AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
IL CACAO, LA MERAVIGLIA DEI MAYA
Il cacao ha origini antichissime ma i primi a coltivarlo furono i Maya intorno al 1000 avanti Cristo. Aveva un valore mistico, religioso e veniva usato per eliminare la fatica, stimolare le forze fisiche e mentali. Inizialmente veniva usato come bevanda salata piccante e speziata, solo quando venne introdotto in Europa grazie a Cristoforo Colombo gli spagnoli ci aggiunsero la vaniglia e lo zucchero per renderlo più dolce.
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AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
LA PIANTA DEL CACAO La pianta del cacao.
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La pianta del cacao (Theobroma Cacao) è una sempreverde alta fino a venti metri; produce i frutti dai quali si estraggono i semi del cacao. Originaria dell’Amazzonia, giunse nel Messico circa tremila anni fa. Una leggenda azteca racconta di un dio di nome Quetzalcoati, che donò agli uomini il cachuaquahitl ed insegnò loro a coltivarla; dai semi di questa pianta si preparava il nettare degli dei: il xocolati. Il popolo Azteco iniziò la coltivazione della pregiata pianta dai cui semi ricavava la bevanda che tanto piaceva e che aiutava a superare i periodi di fame e che, nel tempo divento così importante da essere usata addirittura come oggetto di scambio. Il valore che questo seme ha avuto, durante il periodo precolombiano era tale che, con circa cento semi si poteva comprare uno schiavo. Come per i Romani il sale costituiva il “salario” dei legionari, così i semi del cacao venivano utilizzati come monete.
AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
LA PIANTA DEL CACAO Il primo Europeo che conobbe il cioccolato fu Cristoforo Colombo. Fu grazie al suo viaggio nel nuovo continente che si ebbero le prime apparizioni del cacao in Europa, apparizioni non proprio fortunate. Infatti la bevanda detta xocolati non era proprio ciò che noi attualmente conosciamo: era di gusto amaro, spezziata con peperoncino, cannella e vaniglia. Tale combinazione di spezie non incontrò grandi favori presso i reali d’Aragona che non diedero valore alla novità. Con l’arrivo di Fernando Cortés in Messico, circa dieci anni dopo, si scoprirono le proprietà corroboranti, antifatica e eccitanti del cioccolato. Esso verrà riproposto senza le spezie che gli davano un gusto piccante e amaro, tranne la vaniglia, e poi dolcificato con miele o zucchero per incontrare i gusti europei. A questo punto si ebbe un crescendo di favori che porterà il cioccolato in tutti i salotti d’Europa; la produzione di cacao si espanderà pian piano fino ai nostri giorni in tutto il centro America ed alle coste occidentali dell’Africa, generando molte varietà di cacao.
AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
SPEZIE DA TUTTO IL MONDO Molto importante sono inoltre le nuove spezie che oltre ad arricchire il sapore, ravvivare il colore delle pietanze proteggevano il cibo da possibili attacchi dei batteri e dei funghi permettendone una conservazione prolungata. Tra le spezie scoperte si ricordano: la senape, la cannella, i chiodi di garofano, il curry la paprika
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L’OLIO DI PALMA
L’olio di palma viene estratto dal frutto delle “palme da olio africane e sud americane”. In gran parte l’olio di palma è ricavato dalla “elaeis guineensis” che pur essendo originaria dell’ Africa oggi viene coltivata soprattutto in Malesia e Indonesia, oltre che nelle zone tropicali americane. Per la precisione l’olio di palma viene ottenuto dal mesocampo del frutto; tuttavia è possibile ricavare una porzione grassa anche dal seme ottenendo il cosiddetto olio di palmisto o di palmisti. L’olio di palma è l’olio vegetale più usato al mondo, non solo in prodotti alimentari, ma anche nel settore cosmetico, energetico, farmaceutico, e perfino nella produzione di mangimi. Questo perché la pianta da cui deriva rende moltissimo rispetto alla soia o al girasole. Ha un’ulteriore vantaggio per l’industria alimentare: è un grasso solido come il burro e quindi rende gli alimenti cremosi senza influenzare i sapori e permette anche di conservarli più a lungo. IL PROBLEMA DELL’OLIO DI PALMA È LA GRANDE QUANTITÀ DI GRASSI SATURI CHE FORNISCE ALL’ORGANISMO. A fare più attenzione devono essere i bambini tra i 3 e i 10 anni: quelli cioè che consumano più merendine, oltre agli anziani, obesi e ipertesi. Dal punto di vista nutrizionale è senz’altro meglio dei grassi idrogenati una volta largamente usati nell’industria alimentare. Inoltre non ha colesterolo, però contiene una grossa quantità di acidi grassi rischiosi per cuore e circolazione se assunti in grande quantità. Da non sottovalutare inoltre i danni all’ambiente derivanti dalla coltivazione dell’olio di palma che ha sostituito in larga parte i boschi esistenti causando anche la scomparsa della fauna creando grossi danni alla biodiversità e all’atmosfera.
AMBITO STORICO-‐GEOGRAFICO-‐LETTERARIO
VANTAGGI L'olio di palma non essendo un ingrediente della nostra tradizione ma un grasso tropicale, sorgono spontanee le domande: -Perché è tanto utilizzato? -Quali sono i vantaggi? Ad esempio sul sito della Barilla, che è un'azienda che spesso viene chiamata in causa perché leader di prodotti di prima colazione, si legge che utilizza l'olio di palma per la consistenza, la fragranza e la neutralità del gusto che garantisce ai prodotti finali e perché rappresenta la soluzione ottimale per la sostituzione di grassi idrogenati, che l'azienda ha scelto da tempo di non impiegare nei propri processi produttivi. Quindi l'olio di palma ha il vantaggio di un gusto "Neutro e stabilità all'ossidazione", permette quindi di produrre alimenti che si conservano a lungo senza bisogno di conservanti. Inoltre nelle creme di cioccolato, ad esempio la Nutella, garantisce spalmabilità. Insomma l'olio di palma è molto usato nell'industria per le sue caratteristiche di stabilità e per il prezzo molto conveniente, ma non è di certo un grasso pregiato. Non lo troviamo in vendita nei supermercati accanto al burro o all'olio, perché non ha né il profumo del burro né il profumo dell'olio di oliva e quindi ad esempio i dolci fatti in casa non avrebbero una buona riuscita mentre i dolci industriali sono buoni perché si usano aromi che ne migliorano il gusto.
SVANTAGGI L'olio di palma ha origine vegetale ma a differenza della maggior parte degli olii vegetali è molto ricco in grassi saturi, gli stessi che si trovano nel burro, nel formaggio e nello strutto e che favoriscono l' insorgenza di malattie cardiovascolari. Questo grasso però è al centro delle polemiche solo per gli effetti sulla salute, ma anche per l ' impatto ambientale molto elevato, infatti per far posto alle colture di olio di palma si abbattono foreste tropicali che ospitano animali in via di estinzione, come le tigri e gli oranghi. Ad aggravare la si tuazione si aggiunge che in quest i paesi (Indonesia, Malesia ecc) viene data ben poca importanza ai diritti dei lavoratori: i raccoglitori lavorano in condizioni precarie, per pochi euro al giorno. Così si spiega anche il prezzo basso, molto conveniente per le industrie.
• La prima colazione è il pasto più importante della giornata, perché appena svegli i nostri livelli di zucchero nel sangue si abbassano , con conseguente stanchezza ed irritabilità.
• Chi non fa colazione, inoltre, è portato a mangiare di più nel corso della giornata, col rischio di ingrassare.
• Bisogna mangiare latte, succo o yogurt accompagnato da biscotti, pane, fette biscottate, con un po’ di miele o marmellata per i più golosi.
• L’ideale è aggiungere a tutto ciò un po’ di frutta fresca, che apporta energia, vitamine e fibra.
SCIENZE
ANORESSIA E BULIMIA: due facce di uno stesso problema
I metodi per regolare e perdere peso possono portare a complicazioni mediche:
SCIENZE
L’ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI
Cosa deve contenere?
Serve quindi a fornire le cara<erisNche di un prodo<o così da orientare il consumatore verso una scelta più criNca
SCIENZE
OBESITA’ ED ATTIVITA’ FISICA
• L’obesità è una condizione medica caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo che può avere effetti negativi sulla salute.
• Dieta equilibrata ed esercizio fisico sono le basi per la terapia preventiva e curativa .
• Rappresenta una delle maggiori cause di morte. • Si definisce “obeso” una persona con un IBC (indice di
massa corporea) maggiore di 30 kg/m
• Norme di prevenzione: - Fare una buona colazione ogni mattina; - Evitare di saltare i pasti; - Variare le scelte alimentari:ogni alimento infatti apporta nutrienti diversi; - Mangiare molta frutta al giorno; - Bere molto
Bambini ed adolescenti dovrebbero fare 60 min di attività moderata-vigorosa, includendo tre voltealla settimana esercizi per la forza che possono consistere in giochi di movimento o attività sportive. Oltre che per la salute, l’esercizio fisico aiuta l’apprendimento, la vivacità e stimola la socializzazione.
SCIENZE
ma dove va a finire ?
In primo luogo, nei paesi in via di sviluppo, si perde dopo il raccolto, perché non sanno conservarlo
prima di spedirlo.
Nei paesi sviluppaN, si spreca per eccesso di prodo5 esposN che i
consumatori dimenNcano nel frigo e che ge<ano, poiché sono
scaduN.
MolN alimenN vengono da altri paesi, ma solo il 70% raggiunge l’Italia, perché il 30% non è abbastanza grande, perfe<o,
colorato o saporito.
IDENTIKIT DELLO SPRECO
OGNI ANNO SECONDO LA FAO SI BUTTA 1/3 DELLA PRODUZIONE MONDIALE DEL CIBO
IN NEGOZIO:
• PENSARE CON ATTENZIONE A COSA COMPRARE E IN
QUALE QUANTITÀ
• FARE LA SPESA SPESSO. INIZIARE CON UN ACQUISTO PIÙ CONSISTENTE, PER POI COMPRARE GIUSTO IL NECESSARIO PER POCHI
GIORNI.
• COMPRARE CIBO FRESCO NEI MERCATI CONTADINI DELLA NOSTRA ZONA.
A CASA:
• USARE PIATTI PICCOLI PER CONTROLLARE LE
PORZIONI
• RICICLARE IL CIBO CHE NON SI MANGIA.
• CONGELARE O CONSERVARE BENE GLI
AVANZI.
• USARE LA FRUTTA AMMABCCATA PER PREPAREARE DEI
FRULLATI.
AL RISTORANTE:
INCORAGGIARE RISTORANTI
E BAR A DONARE GLI AVANZI
SUGGERIMENTI
RIDURRE LO SPRECO
COME POSSIAMO CONTRIBUIRE?
BIBLIOGRAFIA
• Sapere i sapori, Progetto di comunicazione ed educazione alimentare, Regione Lazio/Assessorato all’Agricoltura – IRRSAE Lazio
• Garamond, Roma, 2002 • Filiera enogastronomica e agroalimentare – Pompei di Elena Mottola • Convivio di Massimo Montanari - Edizioni Laterza, 1989 • Alimentazione in Etruria di Luigi Malnati - Soprintendenza Archeologica dell'Emilia Romagna • Alimentazione in Grecia di M. Teresa Iannelli - Soprintendenza Archeologica • della Calabria • Cibi e sapori nella società romana di Gabriella Cetorelli Schivo
Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio • Pitture e pavimenti di Pompei - Repertorio delle fotografie del Gabinetto • fotografico nazionale • L’opera completa di Vermeer- Classici dell’arte - Rizzoli Editore Milano • Arcimboldo - Monografia completa dell’artista – Skira editore 2011 • Caravaggio I geni dell’arte – Mondadori • Schede didattiche dalla mostra “Nutrire l’impero” - Museo dell’Ara Pacis – Roma • Schede didattiche dai pannelli espositivi sulle anfore di Dressel presso • i Mercati di Traiano • Schede didattiche da “EXPO” di Milano, 2015 • Meno Spreco, meno fame: inchiesta giornalistica da “National Geographic - marzo 2016
SITOGRAFIA TEMATICA
• h5p://www.fondazionefeltrinelli.it/laboratorio-‐expo/ • h5p://www.fondazionefeltrinelli.it/laboratorio-‐expo/diari-‐di-‐ricerca/ • h5p://www.fondazionefeltrinelli.it/laboratorio-‐expo/collane-‐digitali/ • h5p://www.fondazionefeltrinelli.it/laboratorio-‐expo/iii-‐colloquio-‐internazionale approfondimenM-‐mulMmediali/ • h5p://www.raiscuola.rai.it/arMcoli/expo-‐2015-‐cibo-‐e-‐cultura/24561/default.aspx • h5p://www.raiscuola.rai.it/lezione/storia-‐dellalimentazione/3009/default.aspx/
www.raiscuola.rai.it/lezione/il-‐pane/2854/default.aspx
Il progetto “Nutriamoci di cultura” è stato realizzato dagli alunni della classe II D
dell’Istituto Comprensivo Via Oratorio Damasiano - Roma Scuola superiore di I° grado - plesso Via della Vigne
Dirigente scolastico prof.ssa Silvana Barbati
Docente referente prof.ssa Donatella Cirillo
Docenti del progetto interdisciplinare: prof.ssa Doriana Battisti, prof.ssa Donatella Cirillo,
prof.ssa Simona Maiello, prof.ssa Francesca Savarese
Antonioletti Diego, Ascenzi Cristian, Barbadoro Flavia, Bogni Tiziano, Braccini Davide, Buszomany Valentino Mihai,
Campagna Flaminia Augusta, Canale Emily, Cappella Cristina, Caselli Alice, Cici Francesco, Coccia Colaiuda Stefano,
Comite Flavio, Crescenzi Syria, Cristofori Elisa, D’Onofrio Emanuele, Della Vecchia Luca, Della Bona Giada,
Di Leonforte Valerio, Lamanna Giorgia, Liberto Daniele, Ortenzi Niccolò, Ragni Gabriele, Rangeri Leonardo,
Vasilache Cristian Ionut, Vincenzi Sofia.