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DI CULTURA - icdamasiano.gov.it · DI CULTURA 2^ PARTE . STORIA DELL’ARTE LA SCENA DI GENERE ......

Date post: 26-Jan-2019
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I.C. I.C. VIA ORATORIO DAMASIANO PROGETTO INTERDISCIPLINARE CLASSE II D A.S. 2015/2016 NUTRIAMOCI DI CULTURA 2^ PARTE
Transcript

I.C.    

I.C. VIA ORATORIO DAMASIANO

PROGETTO INTERDISCIPLINARE

CLASSE II D

A.S. 2015/2016

NUTRIAMOCI DI CULTURA

2 ^ P A R T E

STORIA DELL’ARTE

LA SCENA DI GENERE Nel Seicento ebbe successo una pittura ispirata alla vita quotidiana e domestica che ritraeva la realtà umile e popolare del tempo. I soggetti preferiti erano scene di vita quotidiana, popolate da giocatori di carte, compagni d’osteria, giovani popolane. Annibale Carracci nel l ’opera “ I l mangiafagioli”, dipinge un contadino seduto al tavolo, colto nell’atto di mangiare una zuppa di fagioli. I cipollotti appena raccolti nel campo, la frittata di verdure, la brocca con il vino e la mano poggiata sul pane, testimoniano che si tratta di un pasto frugale. Il cibo e i gesti del contadino rendono esplicita la condizione sociale del soggetto.

Annibale Caracci, Il Mangiafagioli 1583-1584. Olio su tela 57 x 68 cm. Roma Gallerie Colonna

STORIA DELL’ARTE

VERMEER «La lattaia» è sicuramente uno dei quadri più famosi di Vermeer. Ad essere rappresentata è una domestica che, di lato ad una finestra, sta versando del latte da una brocca ad una ciotola di terracotta a due anse. Il tutto si svolge in un ambiente molto spartano e dimesso, illuminato da una finestra, immancabilmente collocata sulla sinistra. Da notare lo straordinario particolare di un vetro parzialmente rotto, dal quale filtra un raggio di luce appena più luminoso. La donna ha un aspetto molto serio, compiendo il suo compito con grande concentrazione. Il pane collocato sul tavolo, insieme al latte che la serva versa, hanno sicuramente valori allegorici in riferimento ai valori puri e genuini degli alimenti primari. In sostanza qui Vermeer fa un quadro per simboleggiare il valore sacro del lavoro, anche il più umile e quotidiano. Questo atteggiamento di sacralità del lavoro era del resto condiviso da tutta la società olandese del tempo, che proprio su questo principio riuscì a fondare il suo grande sviluppo economico-sociale e la grande prosperità successiva. Da ricordare che gli olandesi erano calvinisti, e ciò li portava ad un atteggiamento decisamente positivo nei confronti della ricchezza in genere. Essere ricchi non era un peccato, come veniva spesso comunicato dalla religione cattolica, ma bensì costituiva il pilastro sulla quale fondare una società più equa e giusta, proprio perché affrancata dal bisogno. Lavorare per produrre ricchezza, per sé ma anche per la società, era un dovere per ogni buon cristiano. Per questo ogni più piccola mansione, anche quella di attendere ai lavori domestici, aveva un suo preciso valore da esaltare e nobilitare con tutti i mezzi. Per questo nei quadri olandesi del Seicento, troviamo tantissime opere che vanno comunque interpretate come frutto di questo spirito di valorizzazione della profonda fattività del popolo olandese.

Vermeer, Lattaia 1658 Rijksmuseum, Amsterdam

STORIA DELL’ARTE

VERMEER Ragazza con turbante 1658-1660 Amsterdam, Rijksmuseum

Ragazza assopita, 1665-1660 New York Metropolitan Museum

Astronomo, 1668 Parigi, collezione E. De Rothschild

IL CIBO NEL RINASCIMENTO  Il XVI secolo fu caratterizzato da una “società di carnivori” infatti fu il “periodo d’oro” del maiale. Di questo animale si utilizzava quasi tutto: carne, frattaglie, grasso, piedi, pancetta, lingua, midollo. Oltre al maiale si iniziò a consumare il pane bianco e abbondanza di vino, prodotto utilizzando le botti di legno. Quindi parliamo di un periodo in cui la cucina europea entra in contatto con la gastronomia araba, attraverso la Spagna e la Sicilia. Ecco dunque la presenza delle spezie, come lo zafferano, il pepe, la cannella, il chiodo di garofano, il profumo dell’acqua di rose, lo zucchero, l’aceto, la frutta secca, le mandorle e gli agrumi. In questo periodo le donne non erano solo cuoche, ma si occupavano dell’approvvigionamento della legna da ardere, dell’acqua, trascorrevano gran parte del loro tempo a spennare e affettare. Per aumentare i tempi di conservazione delle carni e dei pesci, si facevano conserve nella salamoia, sotto sale o sotto grasso. Assai diffusa era la pratica di tritare e affettare finemente, macinare, filtrare… indici della ricercatezza dell’arte culinaria. Si macinava e si pestava nel mortaio ogni spezia, il pane secco, le mandorle per ricavarne il latte denso e profumato. Complemento indispensabile erano il filtro, la stamigna, tessuto rado che rende limpido ogni liquido torbido. Passando all’ambito medicinale, molte erano le spezie usate per curare malattie, soprattutto quelle importate dall’Oriente a Venezia. A metà del Rinascimento comparvero per la prima volta sulla tavola la forchetta, il bicchiere individuale, il primo stuzzicadenti, il tovagliolo, le rotelle tagliapasta, i crivelli, i setacci, i recipienti per stufare, gli spremilimoni e via dicendo. Fino alla metà del 1500 l’Italia fu il paese dove principalmente si sviluppò una maggiore fecondità gastronomica.

Bernardo Strozzi La cuoca - 1630 Olio su tela 176 x 185 cm. Genova, Galleria di Palazzo Rosso.

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

BANCHETTANDO NEL RINASCIMENTO Il Rinascimento è un periodo che va dal 1350 al 1600. I cuochi dell’Italia rinascimentale facevano uso, nelle loro ricette, soprattutto di carne, spezie e anche di dolci. Nel Rinascimento si dava importanza alle interiora degli animali da macello, dei volatili e dei pesci. Si nota anche l’utilizzo di latte e dei suoi derivati: burro, panna e formaggio. Le scoperte geografiche del rinascimento, come la scoperta dell’America, portarono nuovi cibi: canna da zucchero, vaniglia, caffè, mais, pomodoro, avocado, zucca, fagiolo rosso, patata, cacao e noccioline. Furono anche scoperti frutti tropicali come: ananas, mango e papaya; Alcuni di questi cibi entrarono in commercio, come: fagioli, peperoni, cacao e tabacco.

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

RICETTE RINASCIMENTALI  

PASTICCIO DI ERBE Prendere erbe buone e aromatiche come: prezzemolo, maggiorana, ruta, menta o salvia e pestali in un mortaio. Prendere uova crude e formaggio fresco e mischiali con l’uva passa; aggiungere zafferano, zucchero, e altre spezie. Poi fare la pasta, e stendila in un tegame unto, aggiungere l’impasto e ricoprire con altra pasta.

PANUTO CON PROVATURA FRESCA Rosolare nel burro già caldo le fette di pane. Mettere su ogni fetta di pane un pezzo di mozzarella e grigliarle. Quando il formaggio è fuso e dorato, spolverare i crostini con una miscela di zucchero e cannella tritata, spruzzateli di acqua di rose e serviteli ben caldi

POLLO FINOCCHIATO Tagliare il pollo a pezzi. Sciogliere lo strutto in una casseruola e farci rosolare i pezzetti di pollo a fuoco vivo. Quando questi saranno ben dorati, aggiungere l’acqua, il sale, ricoprire e lasciar cuocere pian piano a fuoco molto dolce. Nel frattempo frullare le erbe e le mandorle insieme. Quando il pollo è quasi cotto, toglierlo dalla casseruola. Aggiungere la miscela di erbe e le mandorle al sughetto del pollo e laciar cuocere finchè non si addensi un poco. Infine spolverarlo con una puntina di spezie e servire.

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

Bisogna dire che se esiste un motivo per cui noi abitanti del Vecchio Continente dobbiamo essere grati a Cristoforo Colombo e alle sue spedizioni oltre oceano, è sicuramente la scoperta di nuovi cibi che hanno segnato la storia della nostra cucina e del nostro modo di vivere. Cacao, tabacco, fagioli, peperoni, mais sono solo alcuni dei prodotti importati dalle nuove terre. Ben poco, però, si è detto sulle tradizioni alimentari e i prodotti tipici consumati dalle numerose comunità indigene. Per molte tribù native il cibo consisteva in una forte percentuale di frutti e verdure che crescevano spontaneamente vicino al villaggio. Inoltre, sappiamo per certo che gli Indios praticavano la caccia, cibandosi delle carni di animali sconosciuti dai Conquistadores e la pesca. La caccia e la pesca erano lavori svolti dagli uomini che portavano il loro bottino alle donne, le quali cucinavano piatti saporiti. Le carni degli animali venivano tagliate in grossi pezzi per essere cucinati alla brace e non si scartava nulla per non offendere la divina Madre Terra (Pachamama). I cibi venivano cucinati in contenitori di terracotta anche con l’uso di erbe medicinali e condimenti personali poco conosciuti. Gli alimenti usati dai nativi americani erano di ottima qualità, ricchi di vitamine e completamente naturali, elementi che davano agli Indios buona salute, protezione da diverse malattie e grande energia. Sia gli abitanti del Vecchio Mondo che quelli del Nuovo Mondo godevano di ottimi cibi e piatti saporiti, ma per fortuna ora viviamo in un epoca in cui queste due cucine sono state unite, in modo da far diventare la cucina non solo una attività di grande importanza, ma anche un grandissimo piacere.    

A TAVOLA CON LE CIVILTA’ PRECOLOMBIANE AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

I PIATTI TIPICI DELLE CIVILTÀ PRECOLOMBIANE

Il Casabe Era il pane degli

indios preparato con l’uso

della manioca

La Zuppa delle Tre

Sorelle Zuppa che viene fatta con

l’uso dei tre prodotti più importanti per i nativi: il

mais, i fagioli, le zucche e a tutto questo veniva aggiunta la carne di

tacchino.

Il Mush

Brodo denso di pesce

Il Beiju

Specie di frittella

La cioccolata

piccante Pietanza principalmente azteca, ma comunque

molto diffusa per l’abbondanza di Cacao

nel Nuovo Mondo

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

PRELIBATEZZE DEL NUOVO MONDO    

IL TACCHINO Le popolazioni Azteche allevavano il tacchino in grandi quantità che ritenevano un cibo

squisito. Questo volatile era diffuso soprattutto in Spagna, Francia, Inghilterra, Germania dove

veniva chiamato "pollo d'india", ma anche in parte dell'Europa.

IL PEPERONE Il peperone è un vegetale che si è diffuso molto nei paesi dell'Europa.

Ancora oggi il peperone viene consumato e viene chiamato "AJI" e le varietà orientali di più dolce sapore sono note ed apprezzate come "AJES DULCES".

IL MAIS

Il mais fu uno dei primi e insoliti cibi che Cristoforo Colombo gustò arrivando in America. Nel 1948 il navigatore genovese ai "Re Cattolici" scrisse di suo pugno una particolarissima

descrizione di quello sconosciuto cereale.

LA PATATA La patata è una dei vegetali più importanti introdotto dall’America.

Colombo ne fu a conoscenza ma non gli diede importanza. Grazie al viaggiatore Charles de L’Eclause diffuse la patata anche facendola ammettere

nella tavola del re.

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

PRELIBATEZZE DEL NUOVO MONDO  L’ANANAS  

L’ananas  a5rò  molto  l’a<enzione  di  Colombo  durante  il  secondo    viaggio  nel  nuovo  mondo  del  1493.  Dalle  foglie  dell’ananas  si  ricava  una  fibra  per  produrre  tessuN.  

Questo  fru<o  venne  portato  in  Europa  e  da  qui  distribuito  nelle  isole  del  pacifico  dagli  spagnoli  e  dagli  inglesi.  Una  pianta  di  ananas  produce  un  singolo  fru<o  ogni  18  mesi.  

La  cara<erisNca  di  questo  fru<o  è  che  conNene  un  enzima  che  accelera  il  metabolismo.    

IL  POMODORO  Il  pomodoro  arrivò  in  Europa  so<o  forma  di  seme,  

le  piante  di  pomodoro,  venivano  usate  solo  per  abbellimento  perché  erano  velenose.  I  più  ricchi  situavano  queste  piante  esoNche  in  vasi  che  abbellivano  le  finestre  e  i  corNli.  

 

IL  FAGIOLO  Il  fagiolo  comprende  circa  150  specie  diverse.  Il  più  noto  di  tu5  è  il  “PHASEOLUS  VULGARIS”  

originario  dell’America  centro-­‐meridionale  e  fu  introdo<o  in  Europa  dopo  la  scoperta  dell’America  {1492}.  Successivamente  i  dolichos  vennero  colNvaN  anche  dai  Greci  e  dai  Romani,  che    definirono  

un  alimento  rozzo    e  popolare.    

LA  MANIOCA  Nelle  regioni  calde  ci  fu  una  grande  diffusione.  Visto  che  gli  indigeni  ne  usavano  in  grande  quanNtà  di  queste  specie  di  tubero,  incuriosirono  molto  lo  scopritore  delle  Americhe  che  non  perse  molto  tempo  a  portarlo  in  Spagna.  Portò  in  Spagna  una  famosa  e  gustosa  focaccia  indigena  (cazabin)  La  

farina  di  manioca  anche  oggi  è  molto  usata.      

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

IL CACAO, LA MERAVIGLIA DEI MAYA      

Il cacao ha origini antichissime ma i primi a coltivarlo furono i Maya intorno al 1000 avanti Cristo. Aveva un valore mistico, religioso e veniva usato per eliminare la fatica, stimolare le forze fisiche e mentali. Inizialmente veniva usato come bevanda salata piccante e speziata, solo quando venne introdotto in Europa grazie a Cristoforo Colombo gli spagnoli ci aggiunsero la vaniglia e lo zucchero per renderlo più dolce.        

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AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

LA PIANTA DEL CACAO    La pianta del cacao.

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La pianta del cacao (Theobroma Cacao) è una sempreverde alta fino a venti metri; produce i frutti dai quali si estraggono i semi del cacao. Originaria dell’Amazzonia, giunse nel Messico circa tremila anni fa. Una leggenda azteca racconta di un dio di nome Quetzalcoati, che donò agli uomini il cachuaquahitl ed insegnò loro a coltivarla; dai semi di questa pianta si preparava il nettare degli dei: il xocolati. Il popolo Azteco iniziò la coltivazione della pregiata pianta dai cui semi ricavava la bevanda che tanto piaceva e che aiutava a superare i periodi di fame e che, nel tempo divento così importante da essere usata addirittura come oggetto di scambio. Il valore che questo seme ha avuto, durante il periodo precolombiano era tale che, con circa cento semi si poteva comprare uno schiavo. Come per i Romani il sale costituiva il “salario” dei legionari, così i semi del cacao venivano utilizzati come monete.  

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

LA PIANTA DEL CACAO    Il primo Europeo che conobbe il cioccolato fu Cristoforo Colombo. Fu grazie al suo viaggio nel nuovo continente che si ebbero le prime apparizioni del cacao in Europa, apparizioni non proprio fortunate. Infatti la bevanda detta xocolati non era proprio ciò che noi attualmente conosciamo: era di gusto amaro, spezziata con peperoncino, cannella e vaniglia. Tale combinazione di spezie non incontrò grandi favori presso i reali d’Aragona che non diedero valore alla novità. Con l’arrivo di Fernando Cortés in Messico, circa dieci anni dopo, si scoprirono le proprietà corroboranti, antifatica e eccitanti del cioccolato. Esso verrà riproposto senza le spezie che gli davano un gusto piccante e amaro, tranne la vaniglia, e poi dolcificato con miele o zucchero per incontrare i gusti europei. A questo punto si ebbe un crescendo di favori che porterà il cioccolato in tutti i salotti d’Europa; la produzione di cacao si espanderà pian piano fino ai nostri giorni in tutto il centro America ed alle coste occidentali dell’Africa, generando molte varietà di cacao.  

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

SPEZIE DA TUTTO IL MONDO    Molto importante sono inoltre le nuove spezie che oltre ad arricchire il sapore, ravvivare il colore delle pietanze proteggevano il cibo da possibili attacchi dei batteri e dei funghi permettendone una conservazione prolungata. Tra le spezie scoperte si ricordano: la senape, la cannella, i chiodi di garofano, il curry la paprika  

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

MILLE USI DELLE SPEZIE      

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

L’OLIO DI PALMA

L’olio di palma viene estratto dal frutto delle “palme da olio africane e sud americane”. In gran parte l’olio di palma è ricavato dalla “elaeis guineensis” che pur essendo originaria dell’ Africa oggi viene coltivata soprattutto in Malesia e Indonesia, oltre che nelle zone tropicali americane. Per la precisione l’olio di palma viene ottenuto dal mesocampo del frutto; tuttavia è possibile ricavare una porzione grassa anche dal seme ottenendo il cosiddetto olio di palmisto o di palmisti. L’olio di palma è l’olio vegetale più usato al mondo, non solo in prodotti alimentari, ma anche nel settore cosmetico, energetico, farmaceutico, e perfino nella produzione di mangimi. Questo perché la pianta da cui deriva rende moltissimo rispetto alla soia o al girasole. Ha un’ulteriore vantaggio per l’industria alimentare: è un grasso solido come il burro e quindi rende gli alimenti cremosi senza influenzare i sapori e permette anche di conservarli più a lungo. IL PROBLEMA DELL’OLIO DI PALMA È LA GRANDE QUANTITÀ DI GRASSI SATURI CHE FORNISCE ALL’ORGANISMO. A fare più attenzione devono essere i bambini tra i 3 e i 10 anni: quelli cioè che consumano più merendine, oltre agli anziani, obesi e ipertesi. Dal punto di vista nutrizionale è senz’altro meglio dei grassi idrogenati una volta largamente usati nell’industria alimentare. Inoltre non ha colesterolo, però contiene una grossa quantità di acidi grassi rischiosi per cuore e circolazione se assunti in grande quantità. Da non sottovalutare inoltre i danni all’ambiente derivanti dalla coltivazione dell’olio di palma che ha sostituito in larga parte i boschi esistenti causando anche la scomparsa della fauna creando grossi danni alla biodiversità e all’atmosfera.

AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

Il FRUTTO DELLA PALMA AMBITO  STORICO-­‐GEOGRAFICO-­‐LETTERARIO  

VANTAGGI    L'olio di palma non essendo un ingrediente della nostra tradizione ma un grasso tropicale, sorgono spontanee le domande: -Perché è tanto utilizzato? -Quali sono i vantaggi? Ad esempio sul sito della Barilla, che è un'azienda che spesso viene chiamata in causa perché leader di prodotti di prima colazione, si legge che utilizza l'olio di palma per la consistenza, la fragranza e la neutralità del gusto che garantisce ai prodotti finali e perché rappresenta la soluzione ottimale per la sostituzione di grassi idrogenati, che l'azienda ha scelto da tempo di non impiegare nei propri processi produttivi. Quindi l'olio di palma ha il vantaggio di un gusto "Neutro e stabilità all'ossidazione", permette quindi di produrre alimenti che si conservano a lungo senza bisogno di conservanti. Inoltre nelle creme di cioccolato, ad esempio la Nutella, garantisce spalmabilità. Insomma l'olio di palma è molto usato nell'industria per le sue caratteristiche di stabilità e per il prezzo molto conveniente, ma non è di certo un grasso pregiato. Non lo troviamo in vendita nei supermercati accanto al burro o all'olio, perché non ha né il profumo del burro né il profumo dell'olio di oliva e quindi ad esempio i dolci fatti in casa non avrebbero una buona riuscita mentre i dolci industriali sono buoni perché si usano aromi che ne migliorano il gusto.

SVANTAGGI L'olio di palma ha origine vegetale ma a differenza della maggior parte degli olii vegetali è molto ricco in grassi saturi, gli stessi che si trovano nel burro, nel formaggio e nello strutto e che favoriscono l' insorgenza di malattie cardiovascolari. Questo grasso però è al centro delle polemiche solo per gli effetti sulla salute, ma anche per l ' impatto ambientale molto elevato, infatti per far posto alle colture di olio di palma si abbattono foreste tropicali che ospitano animali in via di estinzione, come le tigri e gli oranghi. Ad aggravare la si tuazione si aggiunge che in quest i paesi (Indonesia, Malesia ecc) viene data ben poca importanza ai diritti dei lavoratori: i raccoglitori lavorano in condizioni precarie, per pochi euro al giorno. Così si spiega anche il prezzo basso, molto conveniente per le industrie.  

LA PIRAMIDE ALIMENTARE SCIENZE

 

•  La prima colazione è il pasto più importante della giornata, perché appena svegli i nostri livelli di zucchero nel sangue si abbassano , con conseguente stanchezza ed irritabilità.

•  Chi non fa colazione, inoltre, è portato a mangiare di più nel corso della giornata, col rischio di ingrassare.

•  Bisogna mangiare latte, succo o yogurt accompagnato da biscotti, pane, fette biscottate, con un po’ di miele o marmellata per i più golosi.

•  L’ideale è aggiungere a tutto ciò un po’ di frutta fresca, che apporta energia, vitamine e fibra.

 

SCIENZE

ANORESSIA E BULIMIA: due facce di uno stesso problema

I metodi per regolare e perdere peso possono portare a complicazioni mediche:

SCIENZE

L’ETICHETTATURA DEGLI ALIMENTI

Cosa deve contenere?

Serve  quindi  a  fornire  le  cara<erisNche    di  un  prodo<o  così  da  orientare  il  consumatore  verso  una  scelta  più  criNca    

SCIENZE

OBESITA’ ED ATTIVITA’ FISICA

•  L’obesità è una condizione medica caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo che può avere effetti negativi sulla salute.

•  Dieta equilibrata ed esercizio fisico sono le basi per la terapia preventiva e curativa .

•  Rappresenta una delle maggiori cause di morte. •  Si definisce “obeso” una persona con un IBC (indice di

massa corporea) maggiore di 30 kg/m

•  Norme di prevenzione: - Fare una buona colazione ogni mattina; - Evitare di saltare i pasti; - Variare le scelte alimentari:ogni alimento infatti apporta nutrienti diversi; - Mangiare molta frutta al giorno; - Bere molto

             

Bambini ed adolescenti dovrebbero fare 60 min di attività moderata-vigorosa, includendo tre voltealla settimana esercizi per la forza che possono consistere in giochi di movimento o attività sportive. Oltre che per la salute, l’esercizio fisico aiuta l’apprendimento, la vivacità e stimola la socializzazione.    

SCIENZE

ma dove va a finire ?

In  primo  luogo,  nei  paesi  in  via  di  sviluppo,  si  perde  dopo  il  raccolto,  perché  non  sanno  conservarlo  

prima  di  spedirlo.  

Nei  paesi  sviluppaN,  si  spreca  per  eccesso  di  prodo5  esposN  che  i  

consumatori  dimenNcano  nel  frigo  e  che  ge<ano,  poiché  sono  

scaduN.  

MolN  alimenN  vengono  da  altri  paesi,  ma  solo  il  70%  raggiunge  l’Italia,  perché  il  30%  non  è  abbastanza  grande,  perfe<o,  

colorato  o  saporito.  

IDENTIKIT DELLO SPRECO  

OGNI ANNO SECONDO LA FAO SI BUTTA 1/3 DELLA PRODUZIONE MONDIALE DEL CIBO

 

IN  NEGOZIO:  

•  PENSARE  CON  ATTENZIONE  A  COSA  COMPRARE  E  IN  

QUALE  QUANTITÀ  

•  FARE  LA  SPESA  SPESSO.  INIZIARE  CON  UN  ACQUISTO  PIÙ  CONSISTENTE,  PER  POI  COMPRARE  GIUSTO  IL  NECESSARIO  PER  POCHI  

GIORNI.  

•  COMPRARE  CIBO  FRESCO  NEI  MERCATI  CONTADINI  DELLA  NOSTRA  ZONA.  

A  CASA:  

•  USARE  PIATTI  PICCOLI  PER  CONTROLLARE  LE  

PORZIONI  

•  RICICLARE  IL  CIBO  CHE  NON  SI  MANGIA.    

•  CONGELARE  O  CONSERVARE  BENE  GLI  

AVANZI.    

•  USARE  LA  FRUTTA  AMMABCCATA  PER  PREPAREARE  DEI  

FRULLATI.  

AL  RISTORANTE:  

INCORAGGIARE  RISTORANTI    

E  BAR  A  DONARE  GLI  AVANZI  

SUGGERIMENTI

RIDURRE LO SPRECO

COME POSSIAMO CONTRIBUIRE?

BIBLIOGRAFIA

•  Sapere i sapori, Progetto di comunicazione ed educazione alimentare, Regione Lazio/Assessorato all’Agricoltura – IRRSAE Lazio

•  Garamond, Roma, 2002 •  Filiera enogastronomica e agroalimentare – Pompei di Elena Mottola •  Convivio di Massimo Montanari - Edizioni Laterza, 1989 •  Alimentazione in Etruria di Luigi Malnati - Soprintendenza Archeologica dell'Emilia Romagna •  Alimentazione in Grecia di M. Teresa Iannelli - Soprintendenza Archeologica •  della Calabria •  Cibi e sapori nella società romana di Gabriella Cetorelli Schivo

Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio •   Pitture e pavimenti di Pompei - Repertorio delle fotografie del Gabinetto •  fotografico nazionale •  L’opera completa di Vermeer- Classici dell’arte - Rizzoli Editore Milano •  Arcimboldo - Monografia completa dell’artista – Skira editore 2011 •  Caravaggio I geni dell’arte – Mondadori •  Schede didattiche dalla mostra “Nutrire l’impero” - Museo dell’Ara Pacis – Roma •  Schede didattiche dai pannelli espositivi sulle anfore di Dressel presso •  i Mercati di Traiano •  Schede didattiche da “EXPO” di Milano, 2015 •  Meno Spreco, meno fame: inchiesta giornalistica da “National Geographic - marzo 2016  

SITOGRAFIA TEMATICA

•  h5p://www.fondazionefeltrinelli.it/laboratorio-­‐expo/  •  h5p://www.fondazionefeltrinelli.it/laboratorio-­‐expo/diari-­‐di-­‐ricerca/  •  h5p://www.fondazionefeltrinelli.it/laboratorio-­‐expo/collane-­‐digitali/  •  h5p://www.fondazionefeltrinelli.it/laboratorio-­‐expo/iii-­‐colloquio-­‐internazionale  approfondimenM-­‐mulMmediali/  •  h5p://www.raiscuola.rai.it/arMcoli/expo-­‐2015-­‐cibo-­‐e-­‐cultura/24561/default.aspx    •  h5p://www.raiscuola.rai.it/lezione/storia-­‐dellalimentazione/3009/default.aspx/

www.raiscuola.rai.it/lezione/il-­‐pane/2854/default.aspx    

Il progetto “Nutriamoci di cultura” è stato realizzato dagli alunni della classe II D

dell’Istituto Comprensivo Via Oratorio Damasiano - Roma Scuola superiore di I° grado - plesso Via della Vigne

Dirigente scolastico prof.ssa Silvana Barbati

Docente referente prof.ssa Donatella Cirillo

Docenti del progetto interdisciplinare: prof.ssa Doriana Battisti, prof.ssa Donatella Cirillo,

prof.ssa Simona Maiello, prof.ssa Francesca Savarese

Antonioletti Diego, Ascenzi Cristian, Barbadoro Flavia, Bogni Tiziano, Braccini Davide, Buszomany Valentino Mihai,

Campagna Flaminia Augusta, Canale Emily, Cappella Cristina, Caselli Alice, Cici Francesco, Coccia Colaiuda Stefano,

Comite Flavio, Crescenzi Syria, Cristofori Elisa, D’Onofrio Emanuele, Della Vecchia Luca, Della Bona Giada,

Di Leonforte Valerio, Lamanna Giorgia, Liberto Daniele, Ortenzi Niccolò, Ragni Gabriele, Rangeri Leonardo,

Vasilache Cristian Ionut, Vincenzi Sofia.


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