Date post: | 21-Mar-2016 |
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ANNO III - Agosto 2009
pagina 2 di là dal ponte
Questo numero della rivista è stato chiuso il 29 luglio 2009. La precedente fanzine è stata scaricata 2.204 volte. L’appuntamento con la prossima rivista è per fine settembre 2009!
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è un periodico multimediale amatoriale, non ufficiale e completamente gratuito dedicato a Claudio Baglioni
Lo staff:
Responsabile pubblicazione: Enrico Avagliano Coordinamento editoriale: Fabio Conti
Designer: Gianluca Sorrentino
Segreteria organizzativa: Roberta Massaro - Pasquale Picone
Hanno collaborato a questo numero:
Martina Ruotolo - Elena Rossetti - Gianni D’Ambra Angiola Sorrentino - Dago - Dina Cucaio Gilda Verdelli - Una Švigir - Carmine Ugon
Tutti i fan di Claudio Baglioni
possono collaborare a questa rivista!
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Ho scelto il mio piccolo grande uomoHo scelto il mio piccolo grande uomoHo scelto il mio piccolo grande uomoHo scelto il mio piccolo grande uomo di Martina Ruotolo pagina 3 Disegnando Claudio Disegnando Claudio Disegnando Claudio Disegnando Claudio pagina 4 A te Grand’Uomo A te Grand’Uomo A te Grand’Uomo A te Grand’Uomo di Elena Rossetti pagina 4 Le sue note nella mia vitaLe sue note nella mia vitaLe sue note nella mia vitaLe sue note nella mia vita di Gianni D’Ambra pagina 5 Un incontro davvero specialeUn incontro davvero specialeUn incontro davvero specialeUn incontro davvero speciale di Angiola Sorrentino pagina 7 Sviluppi amorevoli… a quattro zampeviluppi amorevoli… a quattro zampeviluppi amorevoli… a quattro zampeviluppi amorevoli… a quattro zampe di Dago pagina 8
Ricordando Giorgio, nostro amico Ricordando Giorgio, nostro amico Ricordando Giorgio, nostro amico Ricordando Giorgio, nostro amico e compagno di percorsoe compagno di percorsoe compagno di percorsoe compagno di percorso di Angiola Sorrentino pagina 8 Psicanalisi del BaglionianoPsicanalisi del BaglionianoPsicanalisi del BaglionianoPsicanalisi del Baglioniano di Dina Cucaio pagine 10 e 11 Letto per voi…Letto per voi…Letto per voi…Letto per voi… pagina 11 Festa in una notte di noteFesta in una notte di noteFesta in una notte di noteFesta in una notte di note di Gilda Verdelli pagina 12 Un inno da MondialeUn inno da MondialeUn inno da MondialeUn inno da Mondiale pagina 12 Una storia bluUna storia bluUna storia bluUna storia blu di Una Švigir pagina 13
Le foto di questo numero sono tratte da www.fotografieneltempo.netLe foto di questo numero sono tratte da www.fotografieneltempo.netLe foto di questo numero sono tratte da www.fotografieneltempo.netLe foto di questo numero sono tratte da www.fotografieneltempo.net
Ho scelto il mio piccolo grande uomo
di là dal ponte pagina 3
di Martina Ruotolo
Sembra incredibile, eppure alcune perso-
ne riescono ad entrarti nel cuore, a bucarti
l'anima e a prendere parte nella tua vita così
all'improvviso. A volte compaiono ad un trat-
to nel corso della tua vita, non rendendola
più la stessa, altre volte invece si muovono a
piccoli passi al tuo fianco, trasformandosi da
semplici compagni di viaggio ad uniche ra-
gioni di vita. E così, da quel momento non
sarai più la stessa…
Ti ritroverai a parlare di loro e a pensare a
loro sempre, anche quando l'ossessione ap-
parente sembra essere un'altra. Ma in realtà
per quanto tu tenti di nasconderlo e di evita-
re, loro sono lì sempre con te e dentro di te…
Sanno in maniera inspiegabile sostenerti
quando sei giù e regalarti un sorriso quando
invece hai voglia di gridare al mondo quanto
sei felice… Sanno sempre scegliere le parole
giuste da dire e i momenti giusti per farlo…
Sono piccoli grandi maghi.... Il loro essere
speciali sta nel donarsi senza chiedere nulla
in cambio, nel vivere per te e per le tue emo-
zioni...sono lì col riso, col pianto...con te!
Sono parte di te, radicati tra i più profondi
desideri, di cui tuttavia non hai l'esclusiva.
Non sei la sola infatti a vivere per lui, ad
averlo come compagno di viaggio...ma fini-
sci per essere come una tessera di un puzzle,
che non ha senso con un solo tassello, ma
neppure privo di esso. E così ogni loro gesto,
parola finisce per scandire come le lancette
di un orologio, ogni istante della tua vita,
ogni momento buio e sereno… Mai avrai la
possibilità di ripagarlo per quanto ti ha dona-
to, per quanto ha rappresentato nella tua
vita… Ognuno sceglie un proprio lui, secon-
do la propria sensibilità, secondo i propri
gusti… Io ho scelto te....questo piccolo gran-
de uomo. foto di Roberta Massaro
pagina 4 di là dal ponte
L’ARTE DEI FANS
disegnando Claudio
A te Grand’Uomo
Mi sembra impossibile che io mi emozioni per le tue
canzoni a questa età. Avere quindici anni e ascoltare
Claudio può sembrare, per alcuni, un po' prematuro,e
significa scontrarsi con i comuni gusti musicali che si
ascoltano usualmente in questa fascia di età. Mi è
capitato di dover difendere Claudio da persone che
diffamavano la sua carriera per il semplice fatto che le
canzoni classiche e poetiche di Claudio, andavano
contro i loro “ principi” musicali. Ho girato e rigirato
ascoltando le poesie di questo grand'uomo, che con il
tempo ha rapito le mie emozioni. Sono stata colpita
dal virus “Baglioniano” circa tre anni fa e grazie alla
mia passione non sono più riuscita a liberarmene.
Faccio parte di una generazione di sognatori;sogni di
fuggire via lontano lontano, e acquistare l'indipenden-
za dal regime familiare, dimenticandoci il bene che
vogliamo ai nostri genitori. In molti testi di Claudio
compare il fattore del futuro, e dei sogni.
Ascoltando le sue canzoni del tipo Strada facendo,
Avrai, La vita è adesso, ho imparato a sognare, a cre-
dere nei miei sogni e a sfruttare questa vita che è fatta
di attimi. L'azione di leggere le canzoni di Claudio può
essere paragonata alla lettura di un libro. Un'autobio-
grafia. Ogni testo è un pezzo di vita. Un puzzle da
costruire. Parti di un lungo viaggio. Molti confondono
la passione di noi 'clabbers' per una malattia,ma non
credo sia il modo giusto per definire la mia, la nostra
stima, e il grande affetto che muoviamo verso lui. Hai
descritto, Claudio, quell'amore che non dura tutta la
vita ma te la cambia per sempre, facendo innamorare
molti di noi. Hai descritto il rapporto tra un genitore e
un figlio, spesso fatto di incomprensioni, e affetti
nascosti. Hai augurato a tuo figlio e molti bambini di
avere una radio per sentire che la guerra è finita. Ci hai
perfino augurato un buon viaggio della vita, ed è ciò
che tutti noi 'clabbers' dedichiamo a te. Grazie Claudio
di tutto ciò che hai fatto, che fai e che farai. Tutto in un
abbraccio.
Elena Rossetti
Disegni di CARMINE UGON
di là dal ponte pagina 5
Ringrazio lo spazio di “Di là dal ponte” per potervi raccontare, snocciolare, questa passione lunga una vita per il maestro Claudio Baglioni e di me, di dove in un modo o in un altro, proprio Claudio mi ha spinto – involontariamente – ad andare. Non sarei quello che sono, se in una qualche maniera non avessi mai attraversato tutto questo tempo in sua compagnia. Ricordo ancora benissimo quan-do quasi trent’anni fa con gambette corte e paffut-te, mi muovevo in cerca di coordinazione sulle note di “Porta Portese”. Ancora meglio, ricordo la sensazione posticcia di occhi bassi e malinconici, quando ho sentito tristemente mia, non ancora ventenne, le parole di quella poesia che è “tamburi Lontani”. Alcune canzoni sono un po’ come gli amori, rimangono dentro di noi per sem-pre. Gianni, comunque, piacere di conoscervi. Ho avuto la fortuna di poter scambiare idee e pensieri con molti di voi attraverso Reginella, con altri ci conosciamo personalmente da anni, altri ancora incrociati fra le varie community che infarciscono il web dell’universo Cucaio, ed è incredibile pensare a quanto quest’uomo con la sua dolcezza, interio-rità e con quella voce roca nelle parti più basse, sia riuscito a muovere. Le sue percezioni, la sen-sibilità che gli è propria, non è la stessa per tutti, ed è per questo che credo in un certo senso pos-siamo ritenerci fortunati per come siamo, per riu-scire a cogliere sfumature che altri bypassano con incolpevole superficialità. Certamente, questa sensibilità spiccata, non è sinonimo di felicità, anzi. Quando le cose non vanno come dovrebbe-ro – e purtroppo questo avviene spesso – si fini-sce per avvertire in maniera più acuta il disagio del contesto, del periodo, del momento. Il cosid-detto dolore. Una vittoria per noi ha un sapore in più, ma lo ha anche una sconfitta, un fallimento. Prendiamo l’esempio dell’amore, croce e delizia di questo nostro viaggio. Quando i sentimenti sono ricambiati, quando avvertiamo che le nostre esi-genze emotive sono completamente appagate, siamo felici, lo siamo davvero. Tuttavia, quando una storia finisce nonostante il nostro impegno, nonostante tutta la nostra buona volontà, ci sen-tiamo desolati, abbandonati, distrutti. Avvertiamo ogni piega di quel male che molte altre persone subiscono senza annaspare. Pro e contro. Preva-lentemente per questo ammiro Claudio, per la sua naturale attitudine nel cogliere quelle pieghe quasi
indistinguibili nel bello e nel brutto, quel suo modo così vicino al mio/nostro essere che ha di raccon-tare, fotografare la vita. Affascinato dal concetto della parola abbinata alla musica, ho provato a coltivare anche io questo aspetto, dapprima con qualche frase spicciola inchiostrata su un quader-no, più tardi trasformando questi appunti in vere e proprie canzoni. Chi mi conosce un po’ meglio, avrà senz’altro ascoltato alcune mie demo come “eccomi qui” o “dimmi”. Il processo che c’è dietro ad una canzone però, per quanto io ne sia amma-liato, è costoso e in alcune circostanze limitante. Tra l’altro, c’è anche bisogno di una certa cono-scenza dietro, vocale e musicale e per quanto la
mia voce sia intonata, non ho fatto quegli anni di scuola che sarebbero serviti per arrivare a ad una tecnica di un certo livello. Chi si improvvisa cantate/cantautore dal giorno alla notte, deve anche considerare quanti altri fanno altrettanto sen-za alcun background die-tro, e di quanto il mercato invece richieda qualcosa di particolare per dare
spazio a delle new entry. Seguire in maniera così appassionata Claudio inoltre, complica le cose, si tende – nelle peggiori delle ipotesi - a volerlo imi-tare o – nella migliori – ad impiegare il suo stile vocale. Personalmente, si è trattata di una sconfit-ta, il palesamento di un desiderio non realizzabi-le. Tangibile, insieme a tutte quelle altre più o meno grandi che la vita mi aveva riservato. Non sarei potuto essere un altro grande mago. Eviden-temente non era la mia strada, ma non c’è mai fine al viaggio anche se un sogno cade. Una sera di un giorno qualunque, incapace di colmare que-sta mia sete di esternare, di dire, ho cominciato a scrivere un romanzo. Un romanzo autobiografico. Ho scritto una cinquantina di pagine e l’ho fatto leggere alle più disparate persone. Non volevo pubblicarlo, soltanto capire se ero davvero in grado di trasmettere qualcosa, di far arrivare quel-lo che io anelavo arrivasse. Incitato da pareri favorevoli sulla mia tipologia di scrittura, mi sono lanciato davvero nella costruzione di un romanzo,
che oggi, nonostante io sia un perfetto sconosciu-to, ha venduto più di quattrocento copie. Non è stato semplice, non poteva essere altrimenti. Scri-vere di se stessi agevola i passaggi, facilita i con-testi descrittivi, raccontare invece di personaggi vivi solamente nella tua testa, no, è un enorme lavoro. Immaginare visi, voci, caratterizzazioni, riflessioni, dettagli, luoghi e una trama che regga per tutte le pagine di cui il libro è composto, sì, è laborioso, ma quando poi si digita il punto che chiude tutto, si prova una sensazione di soddisfa-zione indescrivibile. “Tutto quello che resta”, que-sto il titolo del romanzo, è stato una grande scom-messa, una scommessa soprattutto con me stes-so. Molte volte, anche dopo centinaia di pagine, si hanno dubbi enormi sul come proseguire, sul come ovviare a certi inconvenienti che capitano durante la stesura. Quante volte cominciamo a fare qualcosa in cui crediamo enormemente e poi non lo portiamo a termine? Ecco, mi è successo diverse volte, ma non questa . Una vittoria perso-nale al di là degli attestati di stima da amici e ami-ci presunti che mi sono tornati indietro una volta che hanno saputo che l’avevo pubblicato ed addi-rittura venduto. Peccato che le grandi case editrici non diano spazio. In questi mesi ho avuto modo di apprezzare molte opere prime di autori emergenti come me ed è un vero peccato che non ci sia una sorta di tam tam per aiutare chi è più nell’ombra, chi non è figlio di questo o quello nonostante delle oggettive capacità. Tutto ciò per dire che senza Claudio, probabilmente, non avrei mai intrapreso questa strada, non avrei mai tentato di dare voce a quella parte dentro che sembrava costretta a dover rimanere muta. Tra le altre fortune, quella di avervi trovato, lo scoprire che non si è soli insie-me, che siamo tutti insieme, ancorati a questo nostro modo di vivere e, talvolta, sopravvivere. Perché forse la paura più grande che fortunata-mente è sempre rimasta sullo sfondo in questi trent’anni suonati, è stata la paura di essere solo. Non essere compreso, capito davvero. Claudio è un po’ come una cometa, con noi insieme che ne formiamo la scia. Sosteniamo lui e lui sostiene noi. Personalmente vi ringrazio per il calore che molti di voi mi hanno dimostrato in questi mesi, nei momenti migliori e ancora di più in quelli peg-giori. Ci sentiamo presto, magari in una prossima occasione vi racconterò della trama di “tutto quel-lo che resta”, sempre dietro ad un sogno per non smettere mai di andare avanti. Buon viaggio della vita.
Blog ufficiale: www.appuntidivita.it Casa editrice: www.boopen.it
Tutto quello che resta: www.appuntidivita.it/?page_id=1494
SPAZIO ALL’AUTORE ---- Le sensazioni di Gianni D’Ambra
Le sue note nella mia vita di Gianni D’Ambra
di là dal ponte pagina 7
di Angiola Sorrentino Miei cari amici, ancora una volta sto qui a raccontarvi della mia
piccola esperienza con Claudio. Ero appena arrivata a Lecco da mia figlia. Accendo
il pc, mi collego su internet per vedere le news di Ro-berta Massaro (la nostra Robbosa) e leggo che il giorno dopo a Milano, presso la Sala dell’Orologio a Palazzo Marino, ci sarebbe stata la conferenza stampa di Clau-dio per presentare l’evento del “Gran Concerto-Q.P.G.A.” che non veniva più svolto al Vigorelli il 5 giugno come inizialmente annunciato, ma all’Arena Civica il 17 giugno.
Questo è un colpo di fortuna! Ovviamente non posso mancare.
Annoto tutti i dettagli e mi attivo per essere presen-te il giorno dopo a Milano armata della mia digitale che non abbandono quasi mai come il mio mp3, fornito di tutta la discografia del nostro mago, e della nostra rivista “Di là dal ponte”, che guarda caso avevo stampa-to e portato con me, perché forse sono solo molto pre-vidente… o forse perché Claudio è il mio chiodo fisso e spero sempre di scontrarmi con lui in ogni angolo di ogni città!
Alle 11 sono sotto Palazzo Marino insieme ad un gruppetto di fans; si fa amicizia, ci si scambia opinioni ed emozioni e si cerca di entrare nel Comune, ma purtroppo sono ammessi solo i fotografi e i giornalisti con tanto di tesserino. Io provo a spiegare che sono una “specie” di giornalista, faccio vedere l’articolo che ho scritto sulla nostra rivista e con tono dolce ma deci-so recito la parte, disperata, di quella che distrattamen-te ha dimenticato il tesserino, ma, ahimè, non la bevono e non mi fanno salire.
Aspettiamo e restiamo deluse quando vediamo, attraverso l’inferriata, che Claudio è già salito da un’entrata secondaria e non siamo neanche riuscite a vederlo passare.
Ci consigliano di andar via, ma insieme alle altre
fans ci r e c h i a -m o
all’ingresso laterale dove Claudio sicura-mente uscirà, almeno per veder-lo andare via!
Manca più o meno un quarto d’ora alle 13 e scende dalla Sala dell’Orologio un foto-grafo il quale ci chiede per-ché non siamo salite. Noi gli spieghiamo che ci abbiamo prova-to, ma è stato impossibile.
Allora il ragazzo, forse intenerito dalla nostra co-stanza nell’attesa, ci annuncia ( e noi con gli occhi sgranati e languidi a scrutarlo pendendo dalle sue labbra) che almeno una di noi può salire con lui spac-ciandosi per una sua aiutante. Il gruppetto a cui si è rivolto inizialmente è composto da 5 persone e sareb-bero volute salire tutte, quindi loro sono da scartare, mentre io, sola, ho potuto seguirlo insieme ad altre due che si sono accodate.
Al portierato ci fermano per controllare se i nostri nomi sono tra l’elenco degli invitati, ma il fotografo afferma, indicandoci, di avere al seguito il suo staff(noi due!!!). Ci guardano sorridendo e chiudono un occhio: ce l’abbiamo fatta!!!!
Quel ragazzo ci accompagna alla prima scala e ci indica dove dobbiamo andare e mentre saliamo ci voltiamo per ringraziarlo, ma lui è sparito così come è arrivato: ci è sembrato un Angelo che è venuto a recu-perarci per condurci nel luogo tanto ambito e poi, assol-to il suo compito, è svanito nel nulla!!!!Se solo Dante fosse stato lì con me, certo non a Beatrice avrebbe
dedicato la sua C o m m e d i a …semmai al nostro Divino!!! Non smetterò mai di ringraziare quel giovane Virgilio, che mi ha condot-to dinanzi le porte del Paradiso! Entro nella Sala dell’Orologio e Claudio è lì che sta per terminare la sua conferenza stampa. Comincio a fare fotografie (e non smetto più!). Appena termi-na mi avvicino e gli chiedo di auto-grafarmi l’articolo
che ho scritto per lui sulla fanzine, lui mi chiede come mi chiamo e gli raccomando di non sbagliare il mio nome che di solito sbagliano tutti; così prende la fanzi-ne, la consegna a Sandrone e mi dice che dopo l’avrebbe autografata. Intanto lo ringrazio e gli stringo la mano, lui continua le varie interviste e, ad un certo punto mi ritrovo attaccata a lui in un pericoloso incontro ravvicinato, lo guardo dal basso in alto(che bella visio-ne!) e sì che sono bassina, ma tu Claudio quanto sei alto!!!!
Dopo aver scambiato ancora qualche battuta con tutti noi, si accinge ad andare via, allora io gli dico: “Claudio, ci vediamo a Cava!” e lui mi prende la mano e mi risponde “Ci vediamo a CCCava!?!” sorridendo sulla mia C carica e verace…. A quel punto mi sciolgo e già penso che non laverò più quella mano. Ho ancora impressa la sua stretta vigorosa: che emozione!!!!!
Lui va via in una saletta interna e quando mi porta-no la mia rivista autografata sono convinta che Claudio abbia sbagliato a scrivere il mio nome e invece con grande meraviglia mi accorgo che è stato molto attento: è stato uno dei pochi a scrivere con esattezza Angio-la!!!!!
Sono ultrafelice, giro, salto e ballo come un orso ammaestrato, telefono a Robbosa e le dico del mio incontro, mi telefona Enrico Avagliano che ha saputo e si complimenta con me e la mia giornata continua così… Con la mia testa in una nuvola e il mio cuore in una stretta di mano!
Di sera le mie foto sono già pubblicate su “Fotografie nel tempo”… Che grande soddisfazione!
Ma non finisce qui… Due giorni dopo incontro a Piazza del Duomo a Milano Roberta Massaro(Robbosa) e Gianluca Martinenghi di Cucaio TV(Gialenas) che conoscevo solo virtualmente e telefoni-camente. Abbiamo trascorso un pomeriggio molto allegro, parlando quasi sempre di Claudio, delle nostre emozioni e dei progetti futuri di noi “rimbaglioniti” .
Sembrava che ci conoscessimo da sempre ed abbiamo potuto appurare concordi che, se tutto ciò accade, dobbiamo ringraziare solo chi riesce ad unire varie generazioni con le sue canzoni e con le sue emo-zioni: il nostro grande Claudio!!!!
Buon Q.P.G.A. a tutti!!!!
UN INCONTRO DAVVERO SPECIALE
pagina 8 di là dal ponte
Il ricordo di un cane terremoto, dispettoso ma dolcissimo, per lasciare un sorriso a chi lo leggerà e a chi gli ha voluto bene
Sviluppi amorevoli… a quattro zampe
Due anni fa il nostro amico e compagno di percorso Gior-
gio Giovanni Lai ci ha lasciati: è andato via in punta di piedi
lasciando un vuoto nei nostri cuori e uno spazio libero nella
nostra rivista!
Oggi Giorgio sarebbe orgoglioso dei grandi passi che ab-
biamo fatto e di tutto ciò che continuiamo a realizzare per ren-
dere la nostra rivista sempre più completa ed esauriente!
Caro Giorgio noi non ti dimenticheremo mai, ricordere-
mo sempre i tuoi preziosi consigli e la tua enfasi che mettevi in
ogni tuo gesto, in ogni tuo progetto. Sarai il nostro riferimento
nei nostri giorni "plebei"...
Con affetto!
Angiola Sorrentino
PREMESSA
Le pene d'amore sono soffe-
renze che sembrano lacerino il
cuore. Il grande cane ''autore''
dell' articolo che segue non
soffriva però d'amore , piutto-
sto ne gioiva, lieto di essere
l'orgoglio della sua famiglia e
lo spirito allegro della casa.
Eppure il suo cuore era lacera-
to, turbato da una malattia
che gli ha impedito di essere
presente alla pubblicazione di
questo articolo...l'ultimo! Un
''soffio'' ha deciso di portarlo
via dalla sua vita spezzando il
cuore a chi più l'ama.
D'amore si soffre, ma è una
pena sopportabile. La sua as-
senza no, non si sopporta!
Si spera che questo articolo,
nel ricordo di un cane terremo-
to, dispettoso ma dolcissimo,
possa lasciare un sorriso a chi
lo leggerà e a tutti quelli che
gli hanno voluto bene...
SVILUPPI AMOREVOLI
(Seconda puntata!)
…..io sono vivo e sono quiiiiiiiii…….
Ben ritrovati rincaniglioniti di Baglioni…..
Nonostante i miei piccoli svenimenti il
mio cuore regge ancora!!! Ho pensato di
aggiornarvi sul mio status attuale….
Vi ricordate di Carmelina da Gragnano,
la bella barboncina che avevo conosciuto su
“facedog”? Ebbene si, l’ho incontrata!
Ragà è bellissima, non mi sono sbaglia-
to : ha i ricci che sembrano molle a scatto,
gli occhi languidi color verde croccantino
alle verdure, un musetto dolce tutto da lec-
care che sa di biscottini al miele, il porta-
mento regale come Lassie quando ritorna a
casa, e ogni volta che agita quel suo codino
arricciato perché è felice mi fa emozionare
a tal punto che devo ricorrere alle mie gocce
d’emergenza per il mio povero cuore mala-
to… d’amore; come sbatte le sopracciglia lei
non lo fa nessuna, neanche Bambi quando
vede avanzare Faline al suo cospetto nella
foresta!!!!!
Il nostro primo incontro è stato nel parco
dietro casa di Carmelina, ci siamo dati ap-
puntamento con un messaggio di posta di
“facedog”. Lei si è presentata con un fioc-
chetto rosso che troneggiava sulla sua te-
stolina profumata di lillà, ma, ahimè… non
sola: per compagnia si era portata sua sorel-
la cucciola di nome Sisina, una deliziosa ca-
gnolina di un anno e mezzo che aveva solo
voglia di giocherellare e quindi ci ha dato
fastidio per tutto il pomeriggio (Claudio non
si offenderà quando saprà che in quel mo-
mento ho pensato “il triangolo no, non
l’avevo considerato!!!’’)! Intimità ZERO!!!!!
Ci siamo rincorsi per il parco, abbiamo
abbaiato e saltato sul prato e i nostri biso-
gnini li abbiam fatti l’uno sulle tracce
dell’altro... Che romanticheria!!!!
Abbiamo consumato un piccolo pasto
insieme, una porzione della pastiera napole-
tana che la mia mamma (Angiola) mi ha
fatto per l’occasione, per poter prendere per
la gola la mia Carmelina; abbiamo leccato
dalla stessa scodella, i nostri musi si sono
sfiorati, ma purtroppo non siamo potuti an-
dare oltre per via di Sisina, perché….. “lei, lei
ci guardava con sospettoooooo…” ma Car-
melina, sono certo, è stracotta di me ed io di
lei… Al momento del saluto ho sussurrato
nelle sue orecchie delicate che mi ha rapito il
cuore e che la prossima volta dobbiamo in-
contraci da soli per stabilire una certa intimi-
tà… Lei ha ammiccato maliziosamente!
Credo proprio che la prossima volta Car-
melina e io ce ne andremo giù al faro dove
Claudio portò quella della maglietta fina…
pare che lì succedano cose proibite...
Bau bau a tutti!!!!
Dago (Angiola Sorrentino)
RICORDANDO GIORGIO, NOSTRO AMICO E COMPAGNO DI PERCORSO...
di là dal ponte di là dal ponte
di Dina Cucaio
Autentico sognatore, innamorato dell'a-
more, tende frequentemente ad identificarsi
nelle canzoni di Claudio Baglioni.
Il baglioniano è generalmente donna, in
media colto, di buona istruzione e spesso
gode di un discreto inserimento sociale.
Talvolta la sua non è una semplice e sana
passione ma spesso si tratta di una vera pa-
tologia cronica. Si tratta del soggetto VITTI-
MA di FANATISMO. La filosofia di vita di
Claudio Baglioni viene fatta oggetto di ado-
razione senza tuttavia rendersene conto,in
quanto il fanatico-baglioniano di per sé ten-
de a percepire la realtà circostante attraver-
so le sue canzoni ed ogni suo gesto e parola.
Si arriva quindi a dedurre che ogni benchè
minima parola detta da Claudio assuma va-
lori "assoluti" e talvolta il soggetto tende a
sopravvalutare anche una possibile frase
detta tanto per dire, del tipo-"un giorno bel-
lissimo per mille e mille e mille altri giorni"-
che può diventare per costui anche materia-
le da inserire nei più grandi archivi di testi
sacri…
Senza che la minima idea che una perdi-
zione mentale stia cavalcando a ritmi rapi-
dissimi attraversi la mente del soggetto af-
fetto da "Sindrome da Abbaglionamento
Inconscio" [S.A.I.], costui si ritrova ripetuta-
mente a "farsi male" con le sue canzoni più
tragiche. Il soggetto affetto da S.A.I. [1] ini-
zia così a modificare il proprio vocabolario;
ritocca saluti, formula auguri, intitola e-mail,
facendo riferimento a versi estrapolati da
canzoni o espressi direttamente da Claudio
Baglioni, come: ”Tutto in un abbraccio, Buo-
na vita, Un abbraccio lungo un sogno, ecc.”
Si trova poi a dover reggere un duro
shock di fronte alla sfortunata ipotesi che
cancelli disgraziatamente una suoneria di
Baglioni dal proprio telefono… Sono riporta-
ti casi di alcuni che hanno dimenticato il
proprio cogno-
me in seguito
alla sostituzione
apparentemen-
te inconscia
dell’appellativo
CLAB. Questi
individui si ritro-
vano a identifi-
carsi spesso con
il loro nome
seguito dal
“ c o g n o m e ”
CLAB appunto.
Ci sono così in
c i r c o l a z i o n e
Marioclab, Ale-
clab, Robyclab e via dicendo… Si pensa che
in questo modo ci si possa sentire “tutti fra-
telli e sorelle”… L’amore è cieco e questo
vale anche per chi è “perso per Claudio B.
”C’e chi non si addormenta se non ascolta
una sua ultima canzone, chi ha fatto odiare il
“Grande Mago” al proprio coniuge a forza di
ascoltarlo tra le mura domestiche, chi cerca
di “baglionizzare” i propri figli, chi al lavoro è
oggetto di “persecuzione” e intolleranza da
parte di colleghi che considerano il baglio-
niano un “palloso”…
In occasioni particolari,come concerti ma
soprattutto raduni, il soggetto affetto da
S.A.I. può raggiungere la punta massima del
delirio; il solipsismo [2] avvolge totalmente
il baglioniano che inizia a vedere i suoi simili
come dei presunti ostacolatori della sua mis-
sione: quella di avere un contatto diretto,
anche se minimo, con l'oggetto del deside-
rio, Claudio. Situazioni come cavalcate paz-
ze [3] alla ricerca dei posti nelle prime file
non curandosi di sgomitare o schiacciare
sulla cancellata altre persone [4], o oscura-
mento della visuale del palco durante il con-
certo alle file retrostanti con ogni sorta di
pretesto, non sono rare [5].
In queste situazioni può anche esserci la
tendenza del baglioniano di percepire il suo
"confratello" con animo competitivo nella
ricerca di un saluto, abbraccio, bacio, auto-
grafo, dedica, foto o qualsivoglia "contatto"
con il Medico delle Anime, Claudio. Il baglio-
niano che riesce in quest'impresa tra l'altro,
tende a farne spesso oggetto di discussione
per suscitare, anche se non l'ammetterà
mai, una certa forma di invidia… Una parte
di baglioniani spesso soffre di una certa for-
ma di “depressione” che si riscontra con un
eccessiva tendenza ad essere nostalgico,
malinconico e a considerarsi vittima della
"durezza della vita". Taluni soggetti comun-
que frequentemente nascondono meglio di
altri questa sofferenza ingranando la marcia
Psicanalisi del baglioniano
di là dal ponte pagina 9
opposta e cioè tirando fuori tutto il patrimo-
nio musicale di testi ottimisti di cui si è a
disposizione; vengono quindi citati versi di
poesie presenti nell'album “La vita é adesso”
che pare essere ancor oggi a 19 anni di di-
stanza, il miglior palliativo disponibile per la
cura del “Mal di vivere”.
Il baglioniano medio quando non affetto
da S.A.I. risulta tuttavia essere molto sensi-
bile ed acuto verso la sofferenza in generale.
Grande sentimentalista, è molto romantico
e tende con difficoltà a smaltire una delusio-
ne amorosa. Ha comunque eccessi di altrui-
smo che controbilancia con un sano egoi-
smo per quanto riguarda la conservazione di
materiale RARO inerente a Claudio Baglioni.
Il baglioniano equilibrato ha generalmente
degli alti valori morali che lo rendono pre-
zioso in un mondo dove regna l’immoralità e
l’indifferenza, e stringere ogni tipo di rela-
zione con taluni soggetti può essere molto
positivo.
A tal proposito sono note esperienze di
alcuni individui che si spacciavano per abba-
glionati solo per acquistare l’immagine so-
ciale di grandi sognatori sentimentalisti. In
genere il mascheramento dura poco, perché
l’essere baglioniano è una condizione di cuo-
re e non un ruolo da recitare…
[1] La sigla SAI non ha nulla a che
vedere con la compagnia assicu-
ratrice.
[2] S o l i p s i s m o : i n f i l o s o f i -
a,l’atteggiamento di chi nega ogni
esistenza fuori della sua esistenza
personale.
[3] Il soggetto in questo caso può
essere vittima di una sottosindro-
me da centometrista nella distan-
za che intercorre tra l’ingresso e la
prima fila.
[4] Talvolta queste persone precedo-
no la normale fila,ma al momento
dell'apertura dei cancelli si risco-
prono magicamente come ultimi
arrivati,vedendosi passare davan-
ti l'impossibile. In realtà chi lo
ignora è solo uno dei tanti sogget-
ti affetti da SAI che è arrivato in-
spiegabilmente e non per sua
volontà in ritardo e si trova nell'in-
tento di dover recuperare
la miglior posizione possibile nella
fila che si è nel frattempo già
formata,posizione che pensa gli
spetti di diritto.
[5] In effetti pare che il baglioniano in
questo caso non riesca a capire
che la seguente proporzione
sT:S=sT:P sia sempre valida. In
altri termini stando TUTTI SEDU-
TI si ha una VISUALE DEL PALCO
che è Pari a quella che si
ottiene stando TUTTI in PIEDI!
Lo stesso vale salendo TUTTi sulle
SEDIE!!
segue da pagina 10
LETTO PER VOI…
Claudio Baglioni
di Anna Puricella
(da Repubblica del 25/07/2009)
Della Puglia adora la luce, perché “ha una filigrana parti-colare, forse perché è lì che Orientee Occidente si danno appuntamento per mischiarsi”. Claudio Baglioni subisce l’ in-canto dei colori della regione, una “miscela che stordisce”: «Ogni volta che riparto, pren-do lo sguardo e il respiro più lunghi e profondi che posso e poi chiudo gli occhi per tratte-nere l’ incanto il più a lungo possibile. Riaprirli significa precipitare nella nostalgia».
Una dichiarazione d’ amore in perfetto stile Baglioni. Il can-tautore romano attraversa la Puglia con quattro concerti: il primo stasera al teatro Medi-terraneo di Foggia, seguito domani da Noci, il 12 agosto da Barletta e il 13 da Lecce. Gli aggettivi fanno la differenza. «Non è un concerto, ma un “Gran concerto”. Un’ opera popolare moderna». Il titolo può risultare criptico, ma “Qpga” sta per “Questo piccolo grande amore”, tormentone che sembra resistere al tempo. Ma non è un amarcord. Ba-glioni ha pensato in grande e “Qpga” è un progetto innovati-vo:è stato un film uscito in inverno, poi un romanzo, ora un concerto. Sarà un album. «Di solito è il tour che segue il disco. Questa volta, invece,è il
live ad anticipare il doppio cd in uscita in autunno. I primi ad ascoltare nuove canzoni sa-ranno quelli che assisteranno ai concerti». La “maglietta fina” di più di 30 anni fa colpisce ancora. E si trasforma in una storia d’ amore tra Giulia, alla vigilia della maturità, e Andre-a, matricola di Architettura. Due ragazzi che vivono inten-samente la loro passione, sulla scia del “Semina bellezza, rac-coglierai bellezza”. Le immagi-ni del loro amore si accompa-gnano alle note e scivolano su uno schermo di 250 metri quadri. Le vicende hanno il sapore dei figli dei fiori – “Questo piccolo grande amo-re” è del 1972 – ma il messag-gio di Giulia e Andrea è uni-versale: «È un amore che non dura tutta la vita, ma la cam-
bia per sempre. È anche il so-gno di un’ intera generazione. La generazione giovane. La prima che ha provato a lascia-re le proprie impronte sul marciapiede della storia. Una storia che invita a non lasciarsi soffocare dal presente, ma a guardare il futuro con nuova energia». Ci teneva, Baglioni, a “Qpga”: quando presentò il progetto, era un esordiente e la casa discografica non volle rischiare. Le canzoni furono limitate a 15, il resto rimase nel cassetto. «Poi arrivò il grande successo. Da allora l’ idea di rimettere mano al pro-getto per liberarlo dallo “strapotere” di una sola can-zone ha continuato a stuzzi-carmi». Gran Concerto QPGA Claudio Baglioni teatro Medi-terraneo, Foggia, ore 21.
Un programma e un menù tutto baglioniano
Festa in una notte di note
pagina 12 di là dal ponte
Nel dicembre 2003 Claudio ha cantato ad
Arezzo, la mia città. A metà novembre mi
sembrava non dovesse passare mai il tempo
restante... Allora ho inventato una festa.
Il titolo era
"FESTA IN UNA NOTTE DI NOTE
aspettando dicembre".
E questo era l'invito:
FESTA IN UNA NOTTE DI NOTE
....ASPETTANDO DICEMBRE
non la NOTTE DI NATALE
...Ci basta arrivare al 13.
Per questo troviamoci SULLA VIA DI CA-
SA MIA, di questa RAGAZZA DI CAM-
PAGNA, a partire da SABATO POMERIG-
GIO, per continuare per tutta una NOTTE
DI NOTE.... e VIA! 70/80/90/100..... Senza
fermarvi STRADA FACENDO, fino a che
non mi direte "VOGLIO ANDAR VIA".
Non suoneremo nessuna NINNANANNA,
tuttalpiù una SERENATA IN SOL,
sentiremo musica di CARRILLON
o TAM TAM DI TAMBURI LONTANI.
potremo stringerci
TUTTI IN UN ABBRACCIO.
Potremo decidere se essere ATTORI O
SPETTATORI, nessuno sarà SOLO,
perché cerca di ricordare,
che LA VITA E' ADESSO!!!!
Allora IO SONO QUI
AD ASPETTARE.... E TU?
Menù:
OLIVE DOLCI E MANDORLE AMARE
CIOCCOLATINI NELLA BOCCA SENZA
MAI MANDARLI GIU'
IL PANE APPENA COTTO
QUATTRO SPICCIOLI DI PESCE
SCOGLI DI CARBONE DOLCE
UNA COCA E UN PANINO
Da bere:
ACQUA DALLA LUNA
PORTA SOLO UNA CAREZZA
PER PARLARE COL MIO CANE
Gilda Verdelli
ragazza di campagna
della provincia di Arezzo
Aveva già scritto la colonna sonora dello stesso evento nel lontano 1994 e Clau-dio Baglioni ha voluto dare dimostrazione delle sue capacità di autore e interprete an-che per i Mondiali di Nuoto 2009. L’artista ha presentato il suo pezzo allo Stadio dei Mar-mi del Foro Italico di Roma, sabato 18 luglio. In tut te le rad io da l 19 lu-glio, “Un solo mondo” è un brano che parla dell’uomo e della vita attraverso una doppia metafora, l’acqua e il nuoto. Una canzone d’altra parte che rappresenta la disciplina del nuo to i n tu t t e e sue f o rme. Il pezzo sarà nella tracklist del nuovo doppio cd di Baglioni. Ecco il testo:
Un solo mondo
Se chiudi gli occhi un attimo e respiri l’anima
puoi sentire il battito dell’universo un salto verso verso il culmine
oltre la vertigine per sfiorare il margine dell’orizzonte
fiati immensi come venti fino alle ultime energie
graffio d’onde ardenti d’aria dentro il soffio delle apnee braccia grandi come ali sopra il blu delle corsie
dove urlare uguali all’acqua quando muove le maree
c’è solo un mondo ed è un mondo solo e un solo mondo saremo noi
in volo per un secolo
o un secondo sempre o forse mai
prima o poi e parte il tempo di un tempo a parte e parte di quel tempo è per noi
nell’arte di una vita o appena di un frammen-to
in cui siamo ormai d’ora in poi
se lanci il cuore impavido e indovini l’angolo
puoi provare il brivido dell’infinito un tuffo senza termine in un fermo immagine
per sfidare il turbine del grande abisso gambe forti come pale che disegnano le scie
sguardo sul finale intorno nel traguardo delle boe petti gonfi come suoni di tamburi nelle vie
storie di campioni un giorni nella gloria di un eroe
c’è solo un mondo ed è un solo mondo solo e un solo mondo saremo noi
in volo per un secolo o un secondo
sempre o forse mai prima o poi
e parte il tempo di un tempo a parte e parte di quel tempo è per noi
nell’arte di una vita o appena un frammento in cui siamo ormai
ora e mai un solo mondo noi
Un inno da Mondiale
di là dal ponte pagina 11
Una storia blu. Una giovane vita vestita in
blu. Un senno blu. Pensieri blu. Lacrime blu.
Sogni di una vita lontana. Diversa. Sogni di
una via d’uscita da un melanconico, soffo-
cante mondo blu.
Un’anima persa, stanca, circondata dalle
vite inconsce, dai dettagli reali, vivi. I det-
tagli che raccontano le loro storie tragiche a
chi le vuole ascoltare, e dipingono questa
anima in un blu ancor piu’ profondo.
Un’anima poco visibile. Ignorata.
Questo blu cosi triste ma consolante.
Morbido come la notte senza luna. Spaven-
toso come la consapevolezza di non sapere
che cosa c’è nel cammino di fronte. E si
amino queste due sensazioni agganciate
una all’altra come due amanti maledetti per
l’eternita’. Uniti nel blu. Blu sincero. Blu
puro. Blu onorevole.
La sua anima è dolente. Piangente. Nello
stesso tempo felice per la sua diversita’. Pic-
cola nella sua grandezza. Divora le sensazi-
oni intorno a lei. Divora i cuori, gli specchi
dell’anima, i movimenti…tutto ciò nascosto
sotto le maschere di questo immense palco
scenico satirico chiamato vita.
Invisibile. Blu diverso di tutti gli colori nel
mondo. Lei persa nelle onde dei propri sen-
timenti e nel proprio esistere. Trasparente
nel mare del blu dei corpi senza anime. Delle
facce senza emozioni. Del blu freddo, intol-
lerante, chiuso dai cadaveri che camminano
per le strade vuote della vita.
E il suo caldo, dolce blu
sogna. Sogna di vivere. Di res-
pirare un po’ di aria pura. Di
volare lontano. Sempre piu’
lontano. Dove le stelle nascono
e muoiono. Dove i colori en-
trano nella pelle e non ucci-
dono.
Dove la diversita’ e’ una
benedizione. Dove lo spazio la
abbracciera’, come mamma a
un figlio tornato vivo dalla
guerra. Dove potra’ inspirare il
tempo, lo spazio, la vita. Sogna
la liberta’.
Lei s’affoga. Questi blu per-
versi la soffocano. Non si ri-
corda più come respirare.
I violini piangono. Si
lamentano. Chiamano tutti i
dei del mondo, e gli pregano di
rovesciare tutto il mondo per
salvare questa innocente an-
ima blu. Chiamano la pietà. Supplicano la
pietà. Il lamento sveglia i tamburi, le chi-
tarre, il piano… E questa schiera di stru-
menti divini grida, piange, alza gli occhi e le
mani verso i cieli uniti in una voce sola, in
una voce che rompe i confine della realtà.
Un urlo si rompe e strilla: “Pietà!!!”
Nessuno lo sente. O forse non lo
vuole sentire. Ne il strillo della musica, ne il
piccolo pianto della fragile vita blu. Lei pi-
ange le brillanti lac-
rime invisibili.
Sospira…
I violini manten-
gono il respiro….
Gli occhi blu si avvici-
nano al bordo…
I tamburi manten-
gono il respire…
La testa blu si china
per vedere cosa c’è
sotto…
La chitarre manten-
gono il sospiro…
Le sue orecchie as-
pettano il suono nero
del treno che si av-
vicina…
Il piano mantiene il
sospiro…
Lo vede. Lo sente.
Lo respira. Il nero che vicino. E salta. Salta
come non ha saltato mai prima. Salta come
se volesse toccare le morbidi nuvole con le
sottili dita. Trema. Si riempie con suo blu.
Sente come corre per le sue vene. Sente il
sapore blu. Il profumo blu. Il suono blu.
Una esplosione si suoni musicali. Dei
gridi, lamenti e pianti. Un caos delle melo-
die. Una distonia che duole grida: “NO!”, e
rompe i muri. Tutto trema. Una calda luce
blu rompe l’oscurità e illumina il delicato
corpo blu. L’aria si riempie con agonia. La
sangue esce dall’aria e sfoga il dolce blu che
lei ha lasciato uscire.
Alza la testa verso la luce. Il suo blu sor-
ride. Lei sorride. Sta volando verso l’uni-
verso. Per la prima volta lei capisce il senso
della liberta’.
Mentre il nero corpo metallico spezza il
suo bellissimo corpo blu, i strumenti, gli an-
geli dei dei sordi, tacciono.
Il silenzio blu copre il suo piccolo corpo
morto.
Tutti cominciamo a bagnare il suo blu con
le lacrime vuote. Lei vola nel universo blu,
respirando la dolce aria blu, sulle ali blu della
libertà. E pensa: “La libertà ha il sapore blu”.
Sorride.
Il blu tace e il mondo continua a gi-
rare.
Una Švigir ([email protected])
Racconto ispirato alla canzone “Poster” - di Una Švigir
Una storia blu