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DI RALDO Più dialogo con i giovani» · Portico d’Ottavia, è curata da Daniela Dana Tedeschi e...

Date post: 19-Oct-2020
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«L’infanzia rubata», mostra alla Casina dei Vallati n milione e mezzo. Tanti furono i bambini ebrei ai quali, durante le persecuzioni razziali, furono rubati i diritti fondamentali dell’infanzia. Domani, Giorno della Memoria, settantacinque anni dopo l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, la Fondazione Museo della Shoah di Roma inaugura alle 16 la mostra “Shoah. L’infanzia rubata”, incentrata sui bambini e gli adolescenti che furono deportati nei campi di concentramento. Organizzata dall’associazione Figli della Shoah, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Roma, l’esposizione, allestita nella Casina dei Vallati in via del Portico d’Ottavia, è curata da Daniela Dana Tedeschi e «ripercorre idealmente la negazione dei diritti fondamentali dei bambini ebrei in tutta Europa durante gli anni della persecuzione nazifascista», spiega la Fondazione. La mostra sarà aperta al pubblico da martedì 28 gennaio al 24 luglio, dalla domenica al giovedì, dalle 10 alle 17, e il venerdì dalle 10 alle 13. Ai piccoli innocenti furono negati i diritti fondamentali «quali il diritto al gioco, alla dignità, alla salute, all’identità, all’istruzione, alla libertà, alla tutela e, per ultimo, alla vita – prosegue la Fondazione –. La mostra mette in evidenza le dure condizioni e le terribili costrizioni alle quali erano sottoposti i bambini e i ragazzi di religione ebraica durante quegli anni». Fotografie, documenti, citazioni di diari e testimonianze aiutano il visitatore a comprendere «quegli anni bui». La mostra mette in risalto anche la figura del pedagogo polacco Janusz Korczak, che la mattina del 5 agosto 1942 fu deportato nel campo di sterminio di Treblinka insieme a duecento bambini ospiti dell’orfanotrofio ebraico del ghetto di Varsavia. L’uomo, la cui opera ha posto le basi della moderna pediatria e pedagogia, è l’ispiratore dell’attuale Convenzione Internazionale dei Diritti dei Bambini. “Shoah. L’infanzia rubata” delinea il suo percorso educativo, morale ed umano, con approfondimenti sulle sue opere letterarie fondamentali ancora oggi. Sempre domani alle ore 17, nella sala Deluxe della Casa del Cinema, sarà proiettato il documentario “Kinderblock”, prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah in collaborazione con Rai Cinema e la Goren Monti Ferrari Foundation. Narra la storia di Sergio De Simone, nato a Napoli, e delle due cugine Andra e Tatiana Bucci e si concentra «sulla sperimentazione medica sui bambini condotta dal dottor Mengele, l’”Angelo della Morte”». Per la Settimana della Memoria la Fondazione Museo della Shoah di Roma, con il patrocinio dell’Università Roma Tre e del Coni, promuove anche lo spettacolo teatrale “L’uragano: Storia di Leone Efrati”, che sarà portato in scena al Teatro Palladium (piazza Bartolomeo Romano), martedì 28 gennaio alle 21 e mercoledì 29 alle 10 e alle 12 per le scolaresche. Attraverso filmati, documenti e fotografie inedite, lo spettacolo racconta la storia di Leone Efrati, il pugile ebreo italiano che nel 1938 in America arrivò a un passo dal titolo mondiale. Tornato in patria per stare vicino alla famiglia messa in pericolo dalle leggi razziali, fu arrestato e deportato nei campi di sterminio dove morì. Roberta Pumpo U L’esposizione, che sarà inaugurata domani, ripercorre la negazione dei diritti dei bambini ebrei durante la persecuzione nazista S HOAH E ANTISEMITISMO LA SPERANZA NEL FAZZOLETTO PER GIULIA DI ERALDO AFFINATI el 1995, insieme a due miei a- mici, andai da Venezia ad Au- schwitz utilizzando mezzi pove- ri (autostop, treno, autobus, in parte a piedi): da quel viaggio ricavai un libro, “Campo del sangue”, che nelle stagio- ni successive presentai in centinaia di scuole, dentro e fuori i confini nazionali. Indimenticabile per me resta una con- ferenza berlinese quando parlai dei massacri nazisti davanti ai potenziali nipoti dei fucilatori di mio nonno, il 26 luglio 1944, o della Ss a cui sfuggì mia madre alla stazione di Udine il 2 ago- sto 1944. A quel tempo non c’era ancora la Giornata della Memoria, celebrata per la prima volta in Italia nel 2001 per commemorare le vittime della Shoah (il termine Olocausto, a giudizio di mol- ti storici, è improprio). In questi venticinque anni abbiamo vi- sto svilupparsi due fenomeni contrap- posti: da una parte è cresciuta la consa- pevolezza dell’unicità dello sterminio nazista e quindi si sono diffuse le ini- ziative al riguardo, fino al punto di con- siderare i viaggi delle scolaresche nei la- ger come tappe fondamentali per l’e- ducazione culturale dei giovani euro- pei; dall’altra continuano a moltipli- carsi, su scala mondiale, gli episodi di antisemitismo, non solo i più feroci ed eclatanti, tipo l’oltraggio dei cimiteri pa- rigini, gli atti terroristici o le vicende che da noi hanno coinvolto la senatrice Li- liana Segre, ma quelli più legati al vec- chio pregiudizio antiebraico, pronto a riaffacciarsi in cento modi, spesso in- trecciato al nuovo razzismo nei con- fronti degli immigrati. La nostra città, in particolare, che tanto sangue versò alla barbarie totalitaria, hi- tleriana e fascista, è stata al centro, in tempi recenti, di alcune inquietanti re- creduscenze: basti pensare alle frequenti violazioni subite dalle benemerite pie- tre d’inciampo che l’artista tedesco Gun- ter Demnig, con drammatica e com- movente dedizione, non smette di ap- porre davanti alle case dei deportati, op- pure alle scritte ingiuriose contro Anna Frank comparse negli stadi. Di fronte a tali episodi c’è il rischio, inutile negar- lo, di cedere allo sconforto: sarebbe un grave errore, soprattutto oggi che, ve- nendo a mancare per ragioni anagrafi- che i protagonisti delle stragi, aumenta ancor più la necessità di raccogliere il te- stimone che loro ci hanno consegnato. Gli insegnanti lo sanno: ogni genera- zione ricomincia da capo e gli adulti non dovrebbero mai dare niente per scontato. Bisogna sempre rimettersi all’opera, senza perdere la speranza: la mia, in particolare, nasce dal ricor- do di tanti adolescenti capaci di com- prendere e condividere. Come il gior- no in cui portai Giulia Spizzichino, sfuggita al rastrellamento del 16 otto- bre 1943 al Portico d’Ottavia, a in- contrare i miei studenti. Seduta dietro alla cattedra, seppe coin- volgere i ragazzi con la semplicità di- sarmante della memoria diretta. Le sue erano vicende tragiche di parenti truci- dati alle Fosse Ardeatine e a Birkenau. Lampi criminali, fra guerre, omicidi, manifesti della razza, eroismi e dela- zioni, fughe e salvezze, Mussolini, Eri- ch Priebke, il carcere di Via Tasso… Fu una straordinaria lezione di storia, geografia, diritto, religione, poesia. A un certo punto Giulia, ricordando i fa- migliari scomparsi, si commosse, non riuscendo per qualche istante a conti- nuare. Un profondo silenzio calò nel- l’aula solitamente invasa dal frastuono. Allora uno studente, di propria inizia- tiva, uno di quelli che solitamente sta- va sempre zitto, non interveniva mai, ma io sapevo che aveva dentro di sé al- cuni grovigli irrisolti, si alzò in piedi, superò la fila di banchi dirigendosi ver- so la donna emozionata. Teneva in ma- no un fazzolettino di carta appena e- stratto dalla confezione di plastica. Glie- lo porse e tornò a sedere. Fu come se lo avesse fatto a nome di tutti i compagni. Lei si asciugò le lacrime, disse: grazie, ca- ro. E riprese il racconto. N Santerini: «Cultura di odio Più dialogo con i giovani» l’intervista. La nuova coordinatrice per la lotta all’antisemitismo DI ROBERTA PUMPO arò molto attenta a una trasmissione della memoria vera nei confronti dei giovani. La memoria sbiadisce, si scolora, ci sono meccanismi di rimozione in quello che gli adulti stanno raccontando specie in tempi di fake news e le nuove generazioni sono sospettose e diffidenti. Bisogna invece far capire loro la vera sofferenza umana, la vera ingiustizia, l’arbitrarietà del potere, la ferocia del pregiudizio». Intervistata per Roma Sette, Milena Santerini – nominata dal Consiglio dei ministri coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, a pochi giorni dalla Giornata della Memoria – spiega che il suo impegno parte proprio dai giovani. Il gruppo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio coordinato da Santerini – da non confondersi con la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, promossa dalla senatrice a vita Liliana Segre, che dovrebbe essere attiva da febbraio – guarda a tre ambiti specifici: internet, sport e scuola. La nomina del presidente Giuseppe Conte, infatti, scaturisce da una risoluzione del Parlamento europeo del 1° giugno 2017 sulla lotta contro l’antisemitismo resa ancor più urgente considerati i dati dell’Osservatorio antisemitismo del Cdec (Centro documentazione ebraica contemporanea) e dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori dai quali emerge l’aumento, nel 2019, dei casi di incitamento alla violenza, le aggressioni fisiche e gli atti di vandalismo riconducibili a razzismo e xenofobia. Un «aumento quantitativo» lo definisce Santerini, la quale chiarisce che non bisogna pensare che l’antisemitismo si esprima solo «con atti clamorosi e lampanti. Preoccupa il diffondersi di una cultura di odio, di intolleranza, di pregiudizio» e non è da sottovalutare l’uso errato che si fa della rete, serbatoio di violenza «spicciola e gratuita», dove «è in crescita lo hate speech, fenomeno spesso incontrollato». Non è quindi più tempo di «giocare in difesa», prosegue, limitandosi a prendere atto dell’aumento di intolleranza, ma «d’anticipo facendo prevenzione sociale e culturale». Gli S « insegnanti, in tal senso, non devono solo ricordare eventi accaduti «ma entrare in dialogo con le resistenze dei giovani. Il tempo passa e i testimoni vengono meno. È rimasta solo Liliana Segre che ad aprile sospenderà gli incontri con le scuole per limiti d’età». La docente prevede una «collaborazione strettissima» con la commissione Segre e definisce «eclatante» quanto accaduto in Senato il 30 ottobre scorso, quando 98 senatori si sono astenuti dal votare l’istituzione della commissione straordinaria. «C’è il rischio che la memoria della Shoah diventi una memoria di parte e questo non deve accadere – afferma –. Non si tratta della memoria di qualcuno contro altri ma è un male che riguarda tutti. Ritengo che i senatori che si sono astenuti si siano fatti trascinare dall’idea di una strumentalizzazione politica ma è stato capito l’errore commesso. È chiaro che se questo atteggiamento continuasse, ma non credo perché tutte le forze politiche hanno assicurato collaborazione alla commissione, per i giovani sarebbe un messaggio devastante. Verrebbero meno valori umani su cui si fonda tutta la nostra società civile». Maggiore coesione sociale e il dialogo continuo con i giovani gli ingredienti affinché non si inneschino processi che «portino a considerare che qualcuno valga meno di altri». Se è vero che l’antisemitismo e le forme di ostilità crescono nel momento di insoddisfazione, di crisi sociale ed economica, «non è automatico che una società sofferente sia anche una società che odia, dovrebbe essere più solidale e il mondo cattolico in questi anni ha cercato più solidarietà». Gli italiani, conclude Santerini, «in situazioni normali sono naturalmente empatici. Viviamo però in situazione di concorrenza, di conflitto, di competizione e aumenta l’aggressività. Ci vuole una forte coscienza morale e una condivisione culturale di certi limiti. Non si devono toccare i diritti umani, la vita umana, la libertà e non si deve attaccare la solidarietà tra le persone». Da sempre accanto ai più deboli ilena Santerini è nata a Roma ed è da sempre in prima linea nella lotta con- tro l’intolleranza. Attenta ai problemi della scuola, della famiglia, della coesione socia- le, lavora da anni per i diritti dei bambini e per l’inclusione degli stranieri. Già deputa- to nella XVII legislatura, è professore ordi- nario di Pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, coordinatrice del Corso di Laurea in Scienze della formazione primaria, vicepresidente della Fondazione memoriale della Shoah, membro del consi- glio didattico nazionale del Museo della Shoah di Roma e del centro documentazio- ne ebraica contemporanea. Dal 1971 è mem- bro della Comunità di Sant’Egidio e dal 2007 al 2013 della Commissione Ecumenismo e dialogo della diocesi di Milano. Lo scorso an- no è stata insignita dell’ordine di Cavaliere al merito della Repubblica. (Ro. Pu.) M la scheda Milena Santerini e Liliana Segre La Fondazione Museo della Shoah Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza volte si è tentati di pensare che i messaggi del Papa per le Giornate mondiali siano rivolti solo alla cate- goria di destinatari legata all’evento: i giovani per la Gmg, i malati e gli operatori sanitari per la Giornata del ma- lato, e così via... Ma il messaggio del Papa per la Gior- nata mondiale delle comunicazioni sociali 2020 (che sarà celebrata domenica 24 maggio), diffuso venerdì, è in gra- do di smentire – qualora ce ne fosse bisogno – questa ten- tazione. Parla a tutti, non solo ai comunicatori. È una ri- flessione incentrata sulla narrazione, visto che il tema scel- to è “«Perché tu possa raccontare e fissare nella memo- ria» (Es 10,2). La vita si fa storia”. È utile leggerla e me- ditarla anche nel solco del cammino pastorale della dio- cesi, dedicato all’ascolto della città e quindi delle storie di vita. «Per non smarrirci – scrive Francesco – abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone». Una me- ditazione ricca di riferimenti biblici – «la Sacra Scrittura è una storia di storie» – ma corredata anche da quelli let- terari, con titoli che indicano come ogni storia, anche quella che sembra scritta sulle righe più storte, possa ri- nascere come capolavoro. Dalle Confessioni di Agostino a I Promessi Sposi a I fratelli Karamazov. Il Papa mette in guardia dalle «storie distruttive» che «ci narcotizzano» e invita a guardare a Dio. «Con Lui possiamo riannoda- re il tessuto della vita». (A. Z.) A Comunicazione, il «respiro» delle storie La veglia ecumenica «Ascoltare il grido di chi chiede salvezza» a pagina 3 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLVII – Numero 4 – Domenica 26 gennaio 2020
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Page 1: DI RALDO Più dialogo con i giovani» · Portico d’Ottavia, è curata da Daniela Dana Tedeschi e «ripercorre idealmente la negazione dei diritti fondamentali dei bambini ebrei

«L’infanzia rubata», mostra alla Casina dei Vallatin milione e mezzo. Tanti furono ibambini ebrei ai quali, durante lepersecuzioni razziali, furono rubati i

diritti fondamentali dell’infanzia. Domani,Giorno della Memoria, settantacinque annidopo l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz,la Fondazione Museo della Shoah di Romainaugura alle 16 la mostra “Shoah. L’infanziarubata”, incentrata sui bambini e gli adolescentiche furono deportati nei campi diconcentramento. Organizzata dall’associazioneFigli della Shoah, in collaborazione con laComunità Ebraica di Roma, l’esposizione,allestita nella Casina dei Vallati in via delPortico d’Ottavia, è curata da Daniela DanaTedeschi e «ripercorre idealmente la negazionedei diritti fondamentali dei bambini ebrei intutta Europa durante gli anni della persecuzionenazifascista», spiega la Fondazione. La mostrasarà aperta al pubblico da martedì 28 gennaio al24 luglio, dalla domenica al giovedì, dalle 10alle 17, e il venerdì dalle 10 alle 13. Ai piccoliinnocenti furono negati i diritti fondamentali«quali il diritto al gioco, alla dignità, alla salute,

all’identità, all’istruzione, alla libertà, alla tutelae, per ultimo, alla vita – prosegue la Fondazione–. La mostra mette in evidenza le durecondizioni e le terribili costrizioni alle qualierano sottoposti i bambini e i ragazzi direligione ebraica durante quegli anni».Fotografie, documenti, citazioni di diari etestimonianze aiutano il visitatore acomprendere «quegli anni bui». La mostramette in risalto anche la figura del pedagogopolacco Janusz Korczak, che la mattina del 5agosto 1942 fu deportato nel campo disterminio di Treblinka insieme a duecentobambini ospiti dell’orfanotrofio ebraico delghetto di Varsavia. L’uomo, la cui opera haposto le basi della moderna pediatria epedagogia, è l’ispiratore dell’attualeConvenzione Internazionale dei Diritti deiBambini. “Shoah. L’infanzia rubata” delinea ilsuo percorso educativo, morale ed umano, conapprofondimenti sulle sue opere letterariefondamentali ancora oggi. Sempre domani alleore 17, nella sala Deluxe della Casa del Cinema,sarà proiettato il documentario “Kinderblock”,

prodotto dalla Fondazione Museo della Shoahin collaborazione con Rai Cinema e la GorenMonti Ferrari Foundation. Narra la storia diSergio De Simone, nato a Napoli, e delle duecugine Andra e Tatiana Bucci e si concentra«sulla sperimentazione medica sui bambinicondotta dal dottor Mengele, l’”Angelo dellaMorte”». Per la Settimana della Memoria laFondazione Museo della Shoah di Roma, con ilpatrocinio dell’Università Roma Tre e del Coni,promuove anche lo spettacolo teatrale“L’uragano: Storia di Leone Efrati”, che saràportato in scena al Teatro Palladium (piazzaBartolomeo Romano), martedì 28 gennaio alle21 e mercoledì 29 alle 10 e alle 12 per lescolaresche. Attraverso filmati, documenti efotografie inedite, lo spettacolo racconta lastoria di Leone Efrati, il pugile ebreo italianoche nel 1938 in America arrivò a un passo daltitolo mondiale. Tornato in patria per starevicino alla famiglia messa in pericolo dalle leggirazziali, fu arrestato e deportato nei campi disterminio dove morì.

Roberta Pumpo

U

L’esposizione, che sarà inauguratadomani, ripercorre la negazionedei diritti dei bambini ebreidurante la persecuzione nazista

S H O A H E A N T I S E M I T I S M O

LA SPERANZANEL FAZZOLETTO

PER GIULIA

DI ERALDO AFFINATI

el 1995, insieme a due miei a-mici, andai da Venezia ad Au-schwitz utilizzando mezzi pove-

ri (autostop, treno, autobus, in parte apiedi): da quel viaggio ricavai un libro,“Campo del sangue”, che nelle stagio-ni successive presentai in centinaia discuole, dentro e fuori i confini nazionali.Indimenticabile per me resta una con-ferenza berlinese quando parlai deimassacri nazisti davanti ai potenzialinipoti dei fucilatori di mio nonno, il 26luglio 1944, o della Ss a cui sfuggì miamadre alla stazione di Udine il 2 ago-sto 1944. A quel tempo non c’era ancorala Giornata della Memoria, celebrataper la prima volta in Italia nel 2001 percommemorare le vittime della Shoah(il termine Olocausto, a giudizio di mol-ti storici, è improprio).In questi venticinque anni abbiamo vi-sto svilupparsi due fenomeni contrap-posti: da una parte è cresciuta la consa-pevolezza dell’unicità dello sterminionazista e quindi si sono diffuse le ini-ziative al riguardo, fino al punto di con-siderare i viaggi delle scolaresche nei la-ger come tappe fondamentali per l’e-ducazione culturale dei giovani euro-pei; dall’altra continuano a moltipli-carsi, su scala mondiale, gli episodi diantisemitismo, non solo i più feroci edeclatanti, tipo l’oltraggio dei cimiteri pa-rigini, gli atti terroristici o le vicende cheda noi hanno coinvolto la senatrice Li-liana Segre, ma quelli più legati al vec-chio pregiudizio antiebraico, pronto ariaffacciarsi in cento modi, spesso in-trecciato al nuovo razzismo nei con-fronti degli immigrati. La nostra città, in particolare, che tantosangue versò alla barbarie totalitaria, hi-tleriana e fascista, è stata al centro, intempi recenti, di alcune inquietanti re-creduscenze: basti pensare alle frequentiviolazioni subite dalle benemerite pie-tre d’inciampo che l’artista tedesco Gun-ter Demnig, con drammatica e com-movente dedizione, non smette di ap-porre davanti alle case dei deportati, op-pure alle scritte ingiuriose contro AnnaFrank comparse negli stadi. Di fronte atali episodi c’è il rischio, inutile negar-lo, di cedere allo sconforto: sarebbe ungrave errore, soprattutto oggi che, ve-nendo a mancare per ragioni anagrafi-che i protagonisti delle stragi, aumentaancor più la necessità di raccogliere il te-stimone che loro ci hanno consegnato.Gli insegnanti lo sanno: ogni genera-zione ricomincia da capo e gli adultinon dovrebbero mai dare niente perscontato. Bisogna sempre rimettersiall’opera, senza perdere la speranza:la mia, in particolare, nasce dal ricor-do di tanti adolescenti capaci di com-prendere e condividere. Come il gior-no in cui portai Giulia Spizzichino,sfuggita al rastrellamento del 16 otto-bre 1943 al Portico d’Ottavia, a in-contrare i miei studenti.Seduta dietro alla cattedra, seppe coin-volgere i ragazzi con la semplicità di-sarmante della memoria diretta. Le sueerano vicende tragiche di parenti truci-dati alle Fosse Ardeatine e a Birkenau.Lampi criminali, fra guerre, omicidi,manifesti della razza, eroismi e dela-zioni, fughe e salvezze, Mussolini, Eri-ch Priebke, il carcere di Via Tasso…Fu una straordinaria lezione di storia,geografia, diritto, religione, poesia. Aun certo punto Giulia, ricordando i fa-migliari scomparsi, si commosse, nonriuscendo per qualche istante a conti-nuare. Un profondo silenzio calò nel-l’aula solitamente invasa dal frastuono.Allora uno studente, di propria inizia-tiva, uno di quelli che solitamente sta-va sempre zitto, non interveniva mai,ma io sapevo che aveva dentro di sé al-cuni grovigli irrisolti, si alzò in piedi,superò la fila di banchi dirigendosi ver-so la donna emozionata. Teneva in ma-no un fazzolettino di carta appena e-stratto dalla confezione di plastica. Glie-lo porse e tornò a sedere. Fu come se loavesse fatto a nome di tutti i compagni.Lei si asciugò le lacrime, disse: grazie, ca-ro. E riprese il racconto.

NSanterini: «Cultura di odioPiù dialogo con i giovani»

l’intervista.La nuova coordinatrice per la lotta all’antisemitismo

DI ROBERTA PUMPO

arò molto attenta a unatrasmissione della memoria veranei confronti dei giovani. La

memoria sbiadisce, si scolora, ci sonomeccanismi di rimozione in quello che gliadulti stanno raccontando specie in tempidi fake news e le nuove generazioni sonosospettose e diffidenti. Bisogna invece farcapire loro la vera sofferenza umana, lavera ingiustizia, l’arbitrarietà del potere, laferocia del pregiudizio». Intervistata perRoma Sette, Milena Santerini – nominatadal Consiglio dei ministri coordinatricenazionale per la lotta control’antisemitismo, a pochi giorni dallaGiornata della Memoria – spiega che ilsuo impegno parte proprio dai giovani. Ilgruppo di lavoro presso la Presidenza delConsiglio coordinato da Santerini – danon confondersi con la Commissionestraordinaria per il contrasto dei fenomenidi intolleranza, razzismo, antisemitismo eistigazione all’odio e alla violenza,promossa dalla senatrice a vita LilianaSegre, che dovrebbe essere attiva dafebbraio – guarda a tre ambiti specifici:internet, sport e scuola. La nomina delpresidente Giuseppe Conte, infatti,scaturisce da una risoluzione delParlamento europeo del 1° giugno 2017sulla lotta contro l’antisemitismo resaancor più urgente considerati i datidell’Osservatorio antisemitismo del Cdec(Centro documentazione ebraicacontemporanea) e dell’Osservatorio per lasicurezza contro gli atti discriminatori daiquali emerge l’aumento, nel 2019, dei casidi incitamento alla violenza, le aggressionifisiche e gli atti di vandalismoriconducibili a razzismo e xenofobia. Un«aumento quantitativo» lo definisceSanterini, la quale chiarisce che nonbisogna pensare che l’antisemitismo siesprima solo «con atti clamorosi elampanti. Preoccupa il diffondersi di unacultura di odio, di intolleranza, dipregiudizio» e non è da sottovalutare l’usoerrato che si fa della rete, serbatoio diviolenza «spicciola e gratuita», dove «è increscita lo hate speech, fenomeno spessoincontrollato». Non è quindi più tempo di«giocare in difesa», prosegue, limitandosi aprendere atto dell’aumento diintolleranza, ma «d’anticipo facendoprevenzione sociale e culturale». Gli

insegnanti, in tal senso, non devono soloricordare eventi accaduti «ma entrare indialogo con le resistenze dei giovani. Iltempo passa e i testimoni vengono meno.È rimasta solo Liliana Segre che ad aprilesospenderà gli incontri con le scuole perlimiti d’età». La docente prevede una«collaborazione strettissima» con lacommissione Segre e definisce «eclatante»quanto accaduto in Senato il 30 ottobrescorso, quando 98 senatori si sonoastenuti dal votare l’istituzione dellacommissione straordinaria. «C’è il rischioche la memoria della Shoah diventi unamemoria di parte e questo non deveaccadere – afferma –. Non si tratta dellamemoria di qualcuno contro altri ma è unmale che riguarda tutti. Ritengo che isenatori che si sono astenuti si siano fattitrascinare dall’idea di unastrumentalizzazione politica ma è statocapito l’errore commesso. È chiaro che sequesto atteggiamento continuasse, ma noncredo perché tutte le forze politiche hannoassicurato collaborazione alla

commissione, per i giovani sarebbe unmessaggio devastante. Verrebbero menovalori umani su cui si fonda tutta la nostrasocietà civile». Maggiore coesione sociale eil dialogo continuo con i giovani gliingredienti affinché non si inneschinoprocessi che «portino a considerare chequalcuno valga meno di altri». Se è veroche l’antisemitismo e le forme di ostilitàcrescono nel momento di insoddisfazione,di crisi sociale ed economica, «non èautomatico che una società sofferente siaanche una società che odia, dovrebbeessere più solidale e il mondo cattolico inquesti anni ha cercato più solidarietà». Gliitaliani, conclude Santerini, «in situazioninormali sono naturalmente empatici.Viviamo però in situazione diconcorrenza, di conflitto, di competizionee aumenta l’aggressività. Ci vuole una fortecoscienza morale e una condivisioneculturale di certi limiti. Non si devonotoccare i diritti umani, la vita umana, lalibertà e non si deve attaccare la solidarietàtra le persone».

Da sempre accanto ai più deboliilena Santerini è nata a Roma ed è dasempre in prima linea nella lotta con-

tro l’intolleranza. Attenta ai problemi dellascuola, della famiglia, della coesione socia-le, lavora da anni per i diritti dei bambini eper l’inclusione degli stranieri. Già deputa-to nella XVII legislatura, è professore ordi-nario di Pedagogia all’Università Cattolicadel Sacro Cuore di Milano, coordinatrice delCorso di Laurea in Scienze della formazioneprimaria, vicepresidente della Fondazionememoriale della Shoah, membro del consi-glio didattico nazionale del Museo dellaShoah di Roma e del centro documentazio-ne ebraica contemporanea. Dal 1971 è mem-bro della Comunità di Sant’Egidio e dal 2007al 2013 della Commissione Ecumenismo edialogo della diocesi di Milano. Lo scorso an-no è stata insignita dell’ordine di Cavaliereal merito della Repubblica. (Ro. Pu.)

M

la scheda

Milena Santerini e Liliana Segre

La Fondazione Museo della Shoah

Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150

Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) € 62Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected]

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In evidenza

volte si è tentati di pensare che i messaggi del Papaper le Giornate mondiali siano rivolti solo alla cate-

goria di destinatari legata all’evento: i giovani per la Gmg,i malati e gli operatori sanitari per la Giornata del ma-lato, e così via... Ma il messaggio del Papa per la Gior-nata mondiale delle comunicazioni sociali 2020 (che saràcelebrata domenica 24 maggio), diffuso venerdì, è in gra-do di smentire – qualora ce ne fosse bisogno – questa ten-tazione. Parla a tutti, non solo ai comunicatori. È una ri-flessione incentrata sulla narrazione, visto che il tema scel-to è “«Perché tu possa raccontare e fissare nella memo-ria» (Es 10,2). La vita si fa storia”. È utile leggerla e me-ditarla anche nel solco del cammino pastorale della dio-cesi, dedicato all’ascolto della città e quindi delle storiedi vita. «Per non smarrirci – scrive Francesco – abbiamobisogno di respirare la verità delle storie buone». Una me-ditazione ricca di riferimenti biblici – «la Sacra Scritturaè una storia di storie» – ma corredata anche da quelli let-terari, con titoli che indicano come ogni storia, anchequella che sembra scritta sulle righe più storte, possa ri-nascere come capolavoro. Dalle Confessioni di Agostinoa I Promessi Sposi a I fratelli Karamazov. Il Papa mettein guardia dalle «storie distruttive» che «ci narcotizzano»e invita a guardare a Dio. «Con Lui possiamo riannoda-re il tessuto della vita». (A. Z.)

A

Comunicazione, il «respiro» delle storie

La veglia ecumenica«Ascoltare il gridodi chi chiede salvezza»a pagina 3

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Anno XLVII – Numero 4 – Domenica 26 gennaio 2020

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DI PIETRO MARIANI

ome vorrei unaChiesa che sfida lacultura dello scarto

con la gioia traboccante di unnuovo abbraccio tra i giovani egli anziani! E questo è quelloche oggi chiedo al Signore,questo abbraccio!». PapaFrancesco lo dicevanell’udienza generale dell’11marzo 2015, ma parole per chiè avanti con gli anni, unite alricordo della sua cara nonna,le ha pronunciate spesso nelcorso del suo pontificato.Proprio per approfondire leriflessioni sugli anzianiproposte dal Pontefice,sottolineando il loro ruolonella trasmissione della fede,

nel dialogo con i giovani e nelcustodire le radici dei popoli,si terrà il congresso “Laricchezza degli anni”, dal 29 al31 gennaio al Centro congressiAugustinianum, accanto alColonnato di San Pietro. Adorganizzarlo è il Dicastero per ilaici, la famiglia e la vita,all’interno del quale è statocreato un ufficio che sioccuperà in modo stabile dellacura pastorale degli anziani neirapporti con le conferenzeepiscopali, anche alla luce diquanto emergeràdall’appuntamento di finemese. «L’incontro verterà sucome affrontare la culturadello scarto degli anziani –sottolineano dal Dicastero –,sul loro ruolo nella famiglia e

sulla loro vocazione peculiarenella Chiesa. Il Santo Padrericeverà i partecipanti inudienza speciale». Inprogramma tre sessioni dilavoro: “La Chiesa accanto aglianziani”, “La famiglia e glianziani” e “La vocazione deglianziani”; previste relazioni diGiuseppe De Rita, presidentedel Censis, dei presidenti della

Comunità di Sant’EgidioMarco Impagliazzo e delMovimento dei Focolari MariaVoce, del cardinal JoséTolentino de Mendonça,archivista e bibliotecario diSanta Romana Chiesa, diDonatella Bramantidell’Università Cattolica delSacro Cuore e dellaresponsabile della Pastoraledel adulto mayor dellaConferenza episcopaleargentina Maria Elisa Petrelli.Le conclusioni sono affidate apadre Alexandre Awi Mello,segretario del Dicastero per ilaici, la famiglia e la vita. Masaranno protagoniste delcongresso oltre 550 persone,rappresentanti delleconferenze episcopali, delle

congregazioni religiose, delleassociazioni e dei movimentilaicali da 60 Paesi di tutti icontinenti, impegnati nellapastorale della terza età. «Difronte all’allungamento dellavita media eall’invecchiamento dellapopolazione – sottolineanodal Dicastero –, PapaFrancesco ha affermato che“anche la spiritualità cristiana èstata colta un po’ di sorpresa”ed ha auspicato una rinnovatariflessione ecclesiale su quellache ha definito la benedizionedi una lunga vita. Agli anzianistessi il Santo Padre ha chiestodi essere protagonisti e di “nontirare i remi in barca” poiché“la vecchiaia dobbiamo ancheun po’ inventarcela”».

San Domenico di Guzman, «una comunità in uscita»

ccoglienza, missione e annunciosono i tratti caratteristici dellaparrocchia di San Domenico di

Guzman, nella zona di via dellaBufalotta, che questa mattina riceve lavisita pastorale del cardinale vicarioAngelo De Donatis. «Sono le priorità cheabbiamo voluto dare alla nostra azionepastorale – spiega il parroco don GiulioVilla – e ogni iniziativa ha queste treattenzioni per essere una vera comunitàin uscita anche attraverso la cura e laformazione degli operatori pastorali».Alla luce dell’insegnamento di sanDomenico di Guzman, fondatore

dell’ordine dei frati predicatori, «secondoil quale non si può annunciare ciò chenon si conosce e si ama». Da qui «la curaper la liturgia così che ogni Eucarestiadomenicale possa esprimere laministerialità di tutta la comunità –continua don Villa – e grazie a Dio laparrocchia gode di stima e di affetto daparte degli abitanti del quartiere e questodà tanta fiducia sul proseguimento delnostro cammino». Esteso il territorioparrocchiale, «con una distribuzioneabitativa a “macchia di leopardo”, consettori non comunicanti tra di loro chemostrano le criticità di ogni periferia:non esiste una scuola media, ungiornalaio, una banca, il verde pubblico ètrascurato, con i mezzi pubblici ci simuove con difficoltà – dice ancora ilparroco –; inoltre le famiglieappartengono a ceti sociali diversi: èevidente che tutto ciò condiziona laformazione di una comunità». Negli

ultimi anni, inoltre, «tanti nuclei familiarigiovani sono venuti ad abitare nelterritorio, raddoppiando in poco tempola popolazione, ma con difficoltà diinserimento nel contesto del quartiere inquanto spesso continuano a frequentareil loro quartiere di provenienza». Inquesto contesto variegato, la parrocchiacerca di essere polo attrattivo diriferimento e «diversi sono i germogli checon la grazia di Dio porteranno il lorofrutto», auspica il parroco. Il camminodella catechesi sacramentale negli ultimianni ha visto triplicare il numero deipartecipanti, un buon gruppo diadolescenti partecipa attivamente alla vitadella comunità e diversificate sono leproposte di catechesi per adulti, per legiovani coppie e per le famiglie chehanno chiesto il Battesimo dei proprifigli. Ancora, ad arricchire la vita dellaparrocchia è la presenza di una comunitàneocatecumenale, del gruppo di

preghiera di Padre Pio e degli scout.Molto attivo è poi il volontariatovincenziano che «cura uno sportello diascolto e di accoglienza ogni mercoledì –spiega Angela, una dei 13 volontari –. Trai servizi, la distribuzione di generialimentari forniti in buona parte da unsupermercato della zona con il qualecollaboriamo». Ogni venerdì, poi, ilservizio di mensa e la distribuzione dicapi di vestiario; inoltre «ci dedichiamociclicamente alle visite domiciliari ai piùpoveri e bisognosi», conclude la referente.Un’altra attività è quella editoriale con larealizzazione, ogni anno, di cinquenumeri «della rivista parrocchiale“Domenicando” – spiega Michelangelo,uno dei responsabili –: diamo contodelle iniziative pastorali, curiamoapprofondimenti per liturgia, c’è unospazio per il suggerimento di libri equello sulla vita dei santi».

Michela Altoviti

A

Bassetti: «Sanità a due velocità»

A San Tommaso Moroè stato presentatoil volume “La Parolasi è fatta carne, non libro”di Andrea Lonardoe Livia MugaveroIl direttore del Serviziocultura e università:«È la modalità tipicamenteecclesiale di conosceree amare Gesù». Espostele immagini del ciclodella Chiesa Nuova

er presentare la figura di Cristo a coloroche muovono i primi passi nella fede, la

Chiesa ha scelto, fin dalle origini, la via dei“misteri” della vita di Gesù, cioè i momenti incui si rivela: dall’annunciazione alla nascita,dalle nozze di Cana alla resurrezione diLazzaro. E lo ha fatto attraverso l’arte, grazieagli affreschi e dipinti esposti negli edifici sacrinel corso dei secoli. Indaga questo rapportotra Bibbia, liturgia e immagini il volume “LaParola si è fatta carne, non libro. I «misteri»della vita di Gesù tra Scrittura, liturgia e arte”,di Andrea Lonardo e Livia Mugavero, edito daSan Paolo e uscito a novembre dello scorsoanno, ma presentato ufficialmente venerdìscorso nella parrocchia di San Tommaso Moro,in occasione della Domenica della Parola.L’incontro ha visto la partecipazione anche dimonsignor Pasquale Iacobone, segretario dellaPontificia Commissione per l’archeologia sacra,e don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio

P Catechistico. Per l’occasione sono state espostele foto del ciclo dei misteri di Gesù della ChiesaNuova, dodici tele fotografate da BrunoBrunelli. «Il Papa ha voluto la Domenica dellaParola perché la Bibbia non sia solo un libroper gli specialisti e per i colti, ma sia un libroper il popolo di Dio, accessibile facilmente –spiega monsignor Lonardo –. Il testo sottolineache nella storia la Chiesa ha elaborato perquesto i “misteri” di Cristo, cioè la modalitàtipicamente ecclesiale di conoscere e amareGesù. I brani biblici convergono sui singolieventi: la nascita, il cieco nato, la samaritana.La liturgia ci insegna a leggere la Bibbia e nellaliturgia sono emersi i momenti chiave dellavita di Gesù che tutti debbono conoscere. Pureil catechismo presenta in questo modo Gesù ai“principianti”, a chi si accosta all’iniziazionecristiana. Questi misteri sono statirappresentati più volte nell’arte».

Giulia Rocchi

DI MICHELA ALTOVITI

a «cultura della sanità» è stata uno deinodi centrali del saluto del cardinaleGualtiero Bassetti, arcivescovo di

Perugia–Città della Pieve e presidente dellaConferenza episcopale italiana,intervenuto giovedì mattina alla cerimoniadi inaugurazione dell’anno accademicodella sede romana dell’Università Cattolicadel Sacro Cuore. «La domanda di salute –ha evidenziato Bassetti – è al primo posto

nelle aspettative della popolazione cosìcome la spesa pubblica in ambito sanitarioè tra le più rilevanti». In questo contesto laFacoltà di medicina e chirurgia con il suoPoliclinico universitario, a cui siaggiungono i corsi di laurea in Economiasanitaria, «rappresentano un riferimentoimportante», laddove il mondo dellasanità «vive tensioni molto forti e in alcunicasi laceranti» anche in relazione al «dovergestire la rapidità dei progressi tecnologicie scientifici» mentre «il tema dellasostenibilità della spesa sanitaria divieneogni giorno più complesso». Ancora,Bassetti ha constatato che «il rischio di unasanità a più velocità e di servizidifferenziati per aree geografiche è già,purtroppo, una triste realtà per molti»; lodimostrano «i dati sulla mobilità sanitariae sulla rinuncia a curarsi per motivieconomici e carenza di servizi da parte dimolti, soprattutto anziani». Da qui l’elogioa tanti «medici esemplari» che curanogratuitamente chi non se lo puòpermettere: «Una testimonianzaesemplare», ha detto, esortando i docenti a«rinnovare e rafforzare l’impegnoeducativo» perché «per educare servonomaestri che siano anche e soprattuttotestimoni nelle azioni, come insegnavaPaolo VI». Ecco allora il riconoscimentodell’«importanza del servizio educativosvolto da questo ateneo», in un’ottica di«formazione integrale della personadavanti al progressivo affievolirsi deiriferimenti tradizionali educativi», chedenota «con maggiore gravità e urgenza lanecessità per la comunità ecclesiale di farsi

Lprossima nei confronti delle nuovegenerazioni». Forte poi il richiamo diBassetti all’obiezione di coscienza, che è«in certi casi, per voi, la scelta necessariaper rimanere coerenti al “sì” alla vita e allapersona». Il presidente della Cei ha, inparticolare, ripreso le parole del Papa nelMessaggio per la Giornata mondiale delmalato del prossimo 11 febbraio.«Quando non potrete guarire, potretesempre curare con gesti e procedure chediano ristoro e sollievo al malato», hadetto ancora, invitando a contrastarederive eugenetiche ed eutanasiche,valorizzando «il dialogo tra medico epaziente nell’ottica di un benesserecomplessivo della persona malata». Ancheil rettore Franco Anelli ha riconosciuto «icompiti di testimonianza e di azione nelcontesto scientifico, culturale ed educativoche ci vengono richiesti e affidati daicambiamenti sociali in atto». Anelli haosservato come «la medicinacontemporanea pone due grandi efondamentali dilemmi: quello delrapporto con l’evoluzione scientifica etecnologica e quello della sostenibilitàeconomico–sociale dei sistemi diassistenza sanitaria». Mentre RoccoBellantone, preside della Facoltà dimedicina e chirurgia, nella sua relazioneha invitato gli studenti «ad abbracciare econdividere sempre la sofferenza, dandouna risposta concreta alla società delloscarto cui ci richiama spesso PapaFrancesco». Riferendo i risultati raggiuntinell’ultimo anno accademico dalla Facoltàdi medicina e chirurgia strettamentecollegata al Policlinico Agostino Gemelli eche conta 5.000 studenti e 50 corsi dilaurea con sedi in tutta Italia, Bellantoneha osservato come «abbiamo operato per363 progetti di ricerca, più di 1500pubblicazioni e 20 brevetti attivi, sempredifendendo la vera scienza non fine a sestessa ma al servizio dell’uomo» erifiutando «il concetto di una vitatrasformata in un deposito di cellule». Achiudere la cerimonia inaugurale GuidoCostamagna, ordinario di Chirurgiagenerale dell’ateneo, con una prolusionesu “Le innovazioni e le sfidedell’endoscopia digestiva, immaginando ilfuturo delle terapie mini–invasive”. «Negliultimi 40 anni da un concetto di chirurgiaradicale e demolitiva siamo passatiall’impiego di nuove tecniche sempre piùsofisticate» ha detto il medico. Tre le sfideindividuate davanti a questo nuovoscenario: «Cercare di anticipare sempre piùil momento della diagnosi, implementaresempre più la visione multidisciplinare equella di applicare i principi della realtà“aumentata”».

Il cardinale sottolinea il valore«del servizio educativo svolto»dall’ateneo in un’otticadi «formazione integrale» vistol’affievolirsi dei «tradizionaliriferimenti educativi»

Il presidente della Cei all’Università Cattolicaammonisce sul rischio di discriminazioni. L’invito a contrastare derive eutanasiche. «Obiezione di coscienza, scelta necessaria per il “sì” alla vita»

I misteri della vita di Gesù dalla Bibbia alla liturgia all’arte

Accoglienza, missione, annunciole parole chiave. Pochi i serviziin zona. Il parroco: non esistonoscuola media, edicola, banca

Promosso dalDicastero per i laici,la famiglia e la vita,“La ricchezza deglianni” si terràall’Augustinianum

Al via il congresso sulla pastorale della terza età

L’interno della chiesa

Il cardinale Gualtiero Bassetti alla Cattolica (foto Cristian Gennari)

2 Domenica26 gennaio 2020

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De Donatis alla veglia ecumenica diocesananella parrocchia Gesù di Nazareth col pensieroa don Andrea Santoro che ne fu il fondatore«Migliaia di vite innocenti perse nel Mediterraneo»

I funerali di monsignor Nardini«Una vita spesa per gli altri»

a speso la sua vita per gli altri e nel silenzioe nel nascondimento ha saputo esprimere

qualcosa di grande, in Seminario, in parrocchia e al-la Caritas». Il vescovo Guerino Di Tora, ausiliare delsettore Nord e già direttore della Caritas diocesana diRoma, ha ricordato così monsignor Armando Nardi-ni, morto lunedì a Roma a 99 anni. Il vescovo, chemercoledì ha presieduto la Messa di esequie nellaparrocchia di San Giovanni Battista de Rossi, all’Ap-pio–Latino, dove don Armando è stato parroco dal1964 al 1997, conosceva bene l’anziano sacerdote chetrascorreva la giornata in chiesa e la sera serviva al-la mensa della Caritas diocesana in via Marsala, pro-prio negli anni in cui Di Tora era direttore.Nato a Canetra (Rieti) il 15 agosto 1921, ordinato sa-cerdote il 5 aprile 1947, nella sua vita don Arman-do si è dedicato ai bisogni dei concittadini in diffi-coltà, ha portato aiuti a Mostar durante la guerra inBosnia e si è prodigato per i bambini bielorussi do-po la catastrofe di Chernobyl. «Era apprezzato e sti-mato da tante persone e da molti sacerdoti e vescoviche hanno condiviso con lui parte della loro vita»,ha detto Di Tora, nella parrocchia gremita di fede-li, sacerdoti e presuli tra i quali l’arcivescovo Giu-seppe Mani, emerito di Cagliari, e Valentino Di Cer-bo, vescovo di Alife–Caiazzo.Di Tora ha ricordato anche gli anni trascorsi al Pon-tificio Seminario Minore, del quale don Nardini è sta-to vice rettore dal 1948 al 1964. Per gli studenti in di-scernimento vocazionale – tra i quali c’era anche l’ar-civescovo emerito di Salerno–Campagna–Acerno Lui-gi Moretti, presente anche lui alla celebrazione – «èstato un educatore determinante nella formazione,una figura preziosa che ha saputo trasmettere l’a-more per il Signore e la dedizione alla preghiera», ha

detto Di Tora. Poi il mandato diparroco a San Giovanni Battistade Rossi, dove si è dedicato almondo giovanile organizzandocampi estivi, che rappresentava-no «qualcosa di innovativo perl’epoca», e alla carità, con la sua«attiva presenza tra i baraccatidel Borghetto Latino e accanto atante realtà disagiate». Una mis-sione tra gli ultimi «sfociata inmodo ancora più forte negli an-ni ‘90 durante la guerra nei Bal-cani, dove ha portato non solosussidi ma una presenza sorri-

dente». Dopo il disastro di Chernobyl si è dedicato aibambini della Bielorussia per i quali ha organizzatoper anni, a sue spese, colonie estive a Roma. «È sta-to per tutti un grande esempio di vita sacerdotale –ha concluso Di Tora –. Oltre che nella preghiera e nel-l’annuncio di Cristo, ha saputo dare, nella semplicità,testimonianza della carità e dell’amore di Dio».La parrocchia di San Giovanni Battista de Rossi, inquesto 2020, compie 80 anni. Il parroco don MarioPecchielan ha ricordato che «è in programma una vi-sita al cimitero del Verano dove è sepolto il primo par-roco, don Marcello Urilli, e poi con la comunità sa-remmo andati a trovare anche don Nardini alla Casadiocesana del clero. Il Signore ha deciso diversamenteed è stato don Armando a venire da noi».

Roberta Pumpo

Oggi la Giornata mondiale dei malati di lebbraI progetti dell’Aifo nelle piazze con il miele soldiale

gni ultima domenica di gennaio sicelebra nel mondo la Giornata deimalati di lebbra. Una malattia un

po’ dimenticata, così lontana da noi,anche se ancora oggi ogni 2 minuti unapersona si ammala di lebbra. Aricordarcelo è Maurizio Maldini, direttoregenerale dell’Aifo (Associazione italianaamici di Raoul Follereau), che ciintroduce alla 67ª Giornata mondiale inprogramma oggi: «Abbiamo concentratola nostra attenzione sulla lebbra maanche le malattie tropicali sono pococonosciute. Sono tutte malattie oggicurabili ma che, se legate alla povertà,uccidono. Per questo, accanto alla lebbravogliamo attirare l’attenzione su tutte lemalattie tropicali dimenticate chemietono vittime ancor più numerose».L’Associazione si ispira a Raoul Follereau,il poeta filantropo e giornalista francese

che nel 1954 volle la prima Giornatamondiale per aiutare i più bisognosi.Nonostante i progressi, questa piagacolpisce ogni anno più di 200.000 nuovepersone, principalmente in India, Brasilee Indonesia, dove si concentra l’80% deicasi. Parliamo di oltre 700 malati ognigiorno. Le cause principali continuano aessere l’assenza di strutture sanitarie, lamancanza di igiene e di alimentazioneadeguata. Ma una soluzione è possibile.L’Aifo, solo nell’ultimo anno, ha datosperanza di vita a quasi 140.000 malatiche hanno beneficiato delle attività dicontrollo ed eliminazione della lebbraintegrate nei servizi di sanità di base. Manon finisce qui, come ci raccontaMaldini: «Sappiamo che anche chi èguarito resta per sempre un lebbroso…per questo mettiamo al centro dellanostra azione anche lo stigma: in questi

anni abbiamo aiutato milioni di personenon solo a prevenire e curare le malattiee le loro conseguenze, in particolare ledisabilità, ma a inserirsi nella societàsuperando barriere e pregiudizi». L’Aifo èattiva con progetti di cura e inclusionesociale in Asia, Africa e America Latina:nel solo 2018 ne hanno beneficiato piùdi 300.000 persone di cui, quasi la metàbambini. Oggi è possibile contribuire allaGiornata mondiale anche acquistando il«miele della solidarietà» nelle piazze diRoma, davanti ad alcune parrocchie. Unevento molto sentito in tutta Italia,conclude Maldini: «Quest’anno per lacampagna di sensibilizzazione, oltre allapartecipazione della Lega A di calcio,siamo onorati di aver ricevuto ilpatrocinio del presidente dellaRepubblica».

Adriano Alimonti

O

«Ascoltare insieme gridodi chi chiede salvezza»DI ROBERTA PUMPO

iutiamoci ad ascoltare insiemeil grido di chi chiede salvezza,di chi chiede guarigione e

anche giungendo da lontano vorrebbesentire Roma come la sua terra.Aiutiamoci ad ascoltare la domanda diincontro con il Signore e viviamo nelcontagio reciproco di una speranzaoperosa e attiva». È l’invito rivolto dalcardinale vicario Angelo De Donatismercoledì sera, quando ha presieduto laveglia ecumenica diocesana nellaparrocchia di Gesù di Nazareth. Vegliaorganizzata nell’ambito della Settimanadi preghiera per l’unità dei cristiani chesi è conclusa ieri con i vespri celebrati daPapa Francesco nella basilica di SanPaolo fuori le Mura (domani servizio suRomasette.it). Quest’anno la Settimanaha avuto come tema “Ci trattarono congentilezza”, tratto dal brano degli Atti incui è narrato l’ultimo viaggio di sanPaolo verso Roma. Quel viaggio e lapaura dell’equipaggio sorpreso dallatempesta, per il porporato «ci rendecontemporanei» all’Apostolo delle genti.Il terrore provato all’epoca daipasseggeri è «lo stesso che èdolorosamente testimoniato dallemigliaia di vite innocenti perse nelMediterraneo, davanti alle nostre coste,davanti a Lampedusa o alle isole grecheo alle coste spagnole». Il primo attodella veglia, alla quale hannopartecipato i rappresentanti e i fedelidelle comunità ecclesiali non cattolichepresenti a Roma – ortodossi, anglicani,armeni, luterani, valdesi e appartenentialle antiche Chiese orientali – si è svoltonella cappella della Riconciliazionedove il cardinale ha svelato la tecapreparata per accogliere la Bibbia di donAndrea Santoro, il primo parroco dellacomunità di Verderocca, dove rimaseper dodici anni. Il sacerdote fideidonum fu ucciso a Trabzon, in Turchia,il 5 febbraio 2006; uno dei proiettilitrafisse la Bibbia in turco che aveva inmano. Don Andrea è «morto martire»,ha detto il cardinale, che dal 2007 èassistente spirituale dell’Associazionedon Andrea Santoro, e ha lasciato la«traccia indelebile di un prete generoso

e appassionato, animatodall’inquietudine dell’incontro conl’altro, divenuto prossimo grazie alVangelo in cui ha creduto sinoall’effusione del sangue». In Anatolia halavorato «per ricomporre le fratture eoffrire una testimonianza umile e tenacedi riconciliazione in una terra amaggioranza islamica. Con empatia haamato con la stessa intensità le sorelle ei fratelli delle altre Chiese con cui haintrecciato rapporti di fraternità». DeDonatis ha quindi espresso gratitudinenei confronti dei rappresentanti dellealtre Chiese cristiane che a Romatestimoniano «l’amore per Cristoumanizzando i quartieri e dando

speranza. Questo nostro tempo habisogno più di ieri della nostraconversione all’audacia dell’amore edella testimonianza di unità». Le offerteraccolte durante la veglia di preghierasaranno devolute alle famiglie che il 31gennaio arriveranno a Fiumicino dalLibano attraverso i corridoi umanitari,progetto che nel 2016 ha portato inItalia Malak, 31 anni, siriano. Il giovaneha raccontato gli orrori della guerra ericordato il pastore armeno don HovsepPetoyan, ucciso con il padre nelnovembre scorso. Prima della guerra, hadetto, «curdi, musulmani e cristianivivevano in pace insieme. La vita erabella in Siria prima del conflitto». Nel

Vita consacrataSabato alle 17celebrazioneper la Giornatacon Francesco

Nella festa liturgicadella Presentazione diGesù al Tempio, sicelebra ogni anno laGiornata mondiale dellavita consacrata. A Roma, quest’anno, laXXIV edizione sarà celebrata sabato 1°febbraio con la Messa presieduta daPapa Francesco nella basilica di SanPietro alle ore 17. Prevista lapartecipazione dei consacrati e delleconsacrate della diocesi, guidati dalvicario episcopale don Antonio Panfili.Nel darne l’annuncio, la Congregazioneper gli istituti di vita consacrata e lesocietà di vita apostolica sottolinea chesarà una giornata di preghiera per levocazioni e di ringraziamento al Signoreper il dono di tanti consacrati econsacrate che, in terre di missione onella ferialità della vita e nel lavoroquotidiano, vivendo in contesti spesso

anche difficili, si prendono cura degliultimi e dei più fragili e sono testimoni eannunciatori della presenza di Dio nelmondo. Nella circostanza tutti i consacratirinnovano l’impegno a essere «luce delmondo e sale della terra», a operare perla pace e la fratellanza accogliendol’invito del Pontefice a essere «uomini edonne che illuminano il futuro». Lacelebrazione nella basilica di San Pietrosarà anche arricchita dalla presenza dicirca 300 monache contemplative che,dal 31 gennaio al 1° febbraio, siincontreranno a Roma, convocate dalDicastero, per riflettere sul tema dellagestione dei beni.

il ricordo

2014 Malak e la sua famiglia hannodeciso di lasciare la Siria. «Tutto quelloche avevamo l’abbiamo venduto – haproseguito –. Abbiamo pagato itrafficanti per arrivare in Europa. È statomolto difficile mettere la nostra vita inmano a questa mafia, gente cattiva chenon ha rispetto per le persone,soprattutto per le donne, ma restaresignificava comunque morire». Malakha quindi raccontato del lungo edifficile viaggio fino a Lesbo dove haincontrato la Comunità di Sant’Egidioche ha portato lui e la sorella in Italia.In Siria era un avvoc,ato e quest’anno siè iscritto all’università per farriconoscere la sua laurea.

DI SALVATORE TROPEA

ra una nobile matrona romanadiscepola di san Girolamo, vissuta nelIV secolo, prima sposa, poi monaca,

ed è sepolta a Betlemme. A Santa PaolaRomana è dedicata la parrocchia dellaBalduina dove oggi si reca in visita ilcardinale vicario Angelo De Donatis, inoccasione della memoria liturgica dellasanta. «Le attività pastorali – racconta ilparroco monsignor Mario Magistrato –rispecchiano il modus operandi di unaparrocchia tradizionale. Ci muoviamo insintonia con la diocesi, avendo come

attività principali le varie catechesi e alcunigruppi parrocchiali molto attivi». C’è infattiun servizio Caritas, mentre il centro diascolto è aperto tutti i giovedì. Il gruppodella visitazione, che si riunisce ogni primolunedì del mese, è impegnato accanto adanziani e bisognosi. L’attenzione allapreghiera è assicurata anchedall’adorazione eucaristica, «che si svolgetutti i giorni dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 17alle 19». Le attività culturali sono portateavanti grazie al teatro «che vede una grandepartecipazione dalla gente del quartiere –spiega il parroco – perché funge anche dacentro di aggregazione». È presente, inoltre,l’oratorio come spazio educativo e ludico.Tra i gruppi, vanno segnalate la presenzadell’Azione Cattolica, «che si occupa dei piùpiccoli con l’Acr», racconta la parrocchianaCaterina Tufani, e la realtà ormai storica delgruppo scout Roma22, che accompagna iragazzi in un percorso dagli 8 ai 21 anni.

Non solo i bambini, ma anche gli adultisono al centro della parrocchia, con ilgruppo delle famiglie, spiega Caterina,impegnata con il marito nel corsoprematrimoniale con i fidanzati. «Si prova,con qualche coppia, anche a proseguire ilpercorso dopo il matrimonio. Nonrimangono in molti – sottolinea –, circauna o due coppie ogni anno, ma si cerca difare quel che si può insieme alle coppie piùgrandi». Il quartiere della Balduina è infattipopolato «da molti anziani – spiegamonsignor Magistrato – ma non mancanoi giovani in un territorio vasto checomprende circa 6mila famiglie». Traqueste, molte si sono stabilite negli ultimidieci anni, facendo ringiovanire la zona.Un coinvolgimento, quello degli abitanti,non sempre facile anche per le abitudinilavorative. «Sono quasi tutti professionisti –spiega il sacerdote – e quindi è difficile perloro avere del tempo libero per partecipare

alle attività». Nonostante questo, «al di làdelle difficoltà – racconta Caterina Tufani –quando c’è la volontà di incontrarsi, larisposta c’è. Noi animatori – spiega –stabiliamo degli incontri a inizio e fineanno e nei periodi di festa. Quest’anno èstato molto partecipato l’incontro natalizio,con la presenza dei cori parrocchiali».Occasioni come quella della festa dedicataa santa Paola Romana. La parrocchia haorganizzato tre giorni di eventi: mercoledìun convegno sul tema delle “Donne nellaChiesa e nel pensiero di Papa Francesco”,con Rita Pinci, giornalista e coordinatricedel mensile “Donna Chiesa Mondo”, e lagiornalista e parrocchiana Tiziana Lupi. Poil’incontro ecumenico di giovedì 23 con ilpastore Herbert Anders, della Chiesabattista, e padre Antonio Gabriel, dellaChiesa ortodossa copta del Patriarcatod’Alessandria d’Egitto. Infine i vesprisolenni la sera di venerdì.

E

Santa Paola Romana, il teatro centro di aggregazioneLa parrocchia della Balduinaaccanto a giovani e famiglieIl gruppo della visitazioneal fianco di anziani e bisognosi

La veglia ecumenica diocesana (foto Gennari) Monsignor Nardini

La chiesa di Santa Paola Romana

3Domenica26 gennaio 2020

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4 Domenica26 gennaio 2020facebook.com/diocesiroma twitter.com/diocesidiroma instagram.com/diocesidiroma

celebrazioniFESTA DELLA BEATA LUDOVICAALBERTONI. Avrà il suo culminevenerdì 31 gennaio il programma dellafesta dedicata alla Beata LudovicaAlbertoni, compatrona di Roma,terziaria francescana, madre deipoveri. Nella chiesa di San Francesco aRipa (piazza di San Francesco d’Assisi,88), alle 17.45 l’omaggio florealedell’amministrazione comunale, alle18.30 la Messa solenne celebrata dadon Benoni Ambarus, direttore dellaCaritas diocesana di Roma. Dal 28 al30 gennaio (alle 18.30) il triduoanimato dalla fraternità deifrancescani, mentre il 30, alle 19.30, lapresentazione del restauro dell’operache raffigura la Beata LudovicaAlbertoni di Bernini. Animerà il cantoliturgico il coro della parrocchia e deivolontari di San Francesco a Ripa.

IL CARDINALE FITZGERALD PRENDEPOSSESSO DI S. MARIA IN PORTICO. Ilcardinale Michael Louis Fitzgeraldprenderà possesso della diaconia diSanta Maria in Portico, concessa daPapa Francesco durante il Concistorodello scorso 5 novembre. La cerimoniasi svolgerà durante i primi vespri disabato primo febbraio, alle 18.30. Ilrito della presa di possesso delcardinale titolare è l’incontro dei fedeliromani con il neo porporato che apieno titolo è membro del cleroromano. Il cardinale titolare saràaccolto sulla soglia d’ingresso dalparroco, padre Davide Carbonaro, chegli presenterà il crocifisso per il bacio.In chiesa sarà letta la Bolla pontificianella quale Papa Francesco affida alcardinale Fitzgerald la diaconia diSanta Maria De Porticu, eretta intornoal 590 da Papa Gregorio Magno, neipressi del carcere Decemvirale. Il titolofu trasferito a Santa Maria inCampitelli da Papa Alessandro VII il26 giugno 1662. Papa Chigi feceerigere il santuario di Campitelli comecompimento del voto rivolto allaMadonna dalla città di Roma, per laliberazione dalla peste del 1656.Traslò l’icona di Santa Maria in Porticonella nuova abside di Campitelli,invocandola con il titolo di RomanaePortus Securitatis e particolareprotettrice della città di Roma. Ancoraoggi il 1° febbraio la Chiesa di Romaassieme all’amministrazionecapitolina rinnovano questa memoriadella predilezione mariana per l’Urbe,compiendo l’omaggio floreale allaMadre di Dio.

FESTA DI SAN BIAGIO E BENEDIZIONEDELLA GOLA. Come ogni anno, ilgiorno 3 febbraio i Figli e le Figliedella Madonna del Divino Amoreanimano la liturgia nella chiesa, inVicolo Divino Amore, 12, dove sivenera san Biagio protettore della gola.L’orario delle Messe è: 8–11–18,30.Tutto il giorno, in sagrestia, e dopo leMesse è possibile ricevere l’unzionedella gola. La chiesa sarà aperta alle7.15, le Lodi alle 7.30. Nel pomeriggioalle 16.30 il Santo Rosario, alle 17 ilvespro prima della Messa. La chiesaresterà aperta fino alle 20 per labenedizione della gola. In sagrestia dal3 febbraio sarà possibile ritirare unabottiglietta di olio benedetto. Le primenotizie certe relative alla chiesarisalgono al 1131. Originariamente eradedicata a Santa Cecilia. Nel 1525papa Clemente VII affidò la piccolachiesa alla Confraternita deiMaterazzari, i quali la dedicarono aSan Biagio, loro protettore.

incontriALLA LATERANENSE IL FORUM DELLAPONTIFICIA ACCADEMIA DI TEOLOGIA.Domani e martedì, all’UniversitàLateranense, si terrà il X ForumInternazionale della PontificiaAccademia di Teologia dedicato altema “Lo Spirito artista divinoall’opera…”. Il Simposio, a cadenzabiennale, si aprirà alle 9.30 con i salutidel rettore dell’ateneo, VincenzoBuonomo, e del presidentedell’Accademia, Ignazio Sanna. Ilcardinale Gianfranco Ravasi,presidente del Pontificio Consigliodella Cultura, terrà la prolusione sultema “Il cosmo, profusione di bellezzain cielo e sulla terra”. Quindi, spazioagli interventi del teologo earcivescovo di Chieti–Vasto, BrunoForte, di Stefano Zamboni, di padreAndrea Dall’Asta e del cardinaleAngelo Amato. Martedì 28, gliinterventi di Pasquale Iacobone,Marco Salvati e Réal Tremblay;conclusioni del vescovo Sanna. «Inquesta edizione – spiega il presidentedella Pontificia Accademia di Teologia,Ignazio Sanna – abbiamo volutomettere al centro del Forum l’arte e labellezza perché rappresentano unbisogno universale, ci uniscono aglialtri e a Dio». Come ha ricordato PapaFrancesco «l’arte è una via maestra chepermette di accedere alla fede più ditante parole e idee, perché con la fedecondivide il medesimo sentiero,quello della bellezza».

MEDICI CATTOLICI: UN CONVEGNO SULLASANITÀ AI CONFINI DELLA VITA. Giovedì30 gennaio alle 10, al palazzo MaffeiMarescotti (via della Pigna 13a), suiniziativa dell’Associazione MediciCattolici Italiani con il patrociniodella Federazione nazionale degliordini dei Medici chirurghi e degliodontoiatri (Fnomceo), è organizzatoil convegno «Medicina e sanità aiconfini della vita: il ruolo del medico».Interverranno i professori FilippoBoscia (presidente Nazionale MediciCattolici), su «Economia in sanità erischio disuguaglianza», Filippo Anelli(presidente Nazionale Fnomceo), su«Quando deontologia ed etica siincontrano»; Fulvio Borromei,coordinatore nazionale deontologiaFnomceo su «Cure palliative, ovverol’importanza di prendersi cura delpaziente critico». Gli interventiproseguiranno con PierantonioMuzzetto, coordinatore consultanazionale deontologia Fnomceo,«Codice deontologico e fine vita»;Massimo Polledri, neuropsichiatrainfantile, «Cultura della vita e praxismedica». Conclude il magistratoAlfredo Mantovano su «Conseguenzee prospettive dopo la sentenza dellaCorte Costituzionale 242 del 2019».

AL SANTISSIMO SACRAMENTO SI PARLA DIFINE VITA CON DON MASSIMO ANGELELLIE PAOLA BINETTI. Appuntamento condon Massimo Angelelli, direttoredell’Ufficio nazionale Cei per lapastorale della salute, e con lasenatrice Paola Binetti, sabato primofebbraio alle ore 19, nella parrocchiadel Santissimo Sacramento a Tor de’Schiavi (Largo Agosta 10). Nel saloneparrocchiale si parlerà di «Riflessionisui temi del fine vita».

DON MARIO LLANOS (SALESIANA) ANOSTRA SIGNORA DI BONARIA. Laparrocchia di Nostra Signora diBonaria (via omonima al civico 31 –Ostia Lido) propone, per domenica 2febbraio dalle 16, un incontro daltitolo «Sinergia di cuori. Perun’alleanza educativa globale». Ilrelatore sarà il salesiano di Don Bosco,don Mario Oscar Llanos, docente dipastorale vocazionale e decanodell’Università Pontificia Salesiana.Alle 16 accoglienza, 16.30introduzione al tema, workshop digruppo alle 17.15, alle 18 laboratoriocomune e alle 18.45 le conclusioni.Don Mario ha pubblicato numerosiarticoli e libri, sulla relazione d’aiuto,sul dialogo e la pedagogiavocazionale.

SETTE DOMENICHE «AL TRIONFALE»: SANGIUSEPPE E GEPPETTO A CONFRONTO. LaPia Unione del Transito di sanGiuseppe da domenica 2 febbraio al15 marzo organizza per le tradizionali«Sette domeniche» un momento dipreghiera e riflessione in preparazionealla solennità di san Giuseppe.Quest’anno in occasione del 150°anniversario della proclamazione disan Giuseppe protettore della Chiesauniversale, le «7 domeniche» avrannocome protagonisti i due falegnami piùfamosi della storia: san Giuseppe, ilpapà di Gesù, con un figlio Redentore,e Geppetto, il padre di Pinocchio, conun “figlio” da redimere. «In questa“falegnameria” come scuola di vita –spiegano – saremo aiutati daicommenti teologici del cardinaleGiacomo Biffi e dalle riflessionimediatiche dell’esperto professorNembrini». Gli incontri si svolgerannodalle ore 16.30 nella Scuola SanGiuseppe, con ingresso in viaSavonarola 36. «Il percorso spiritualecentrato su “Le avventure diPinocchio” è aperto a tutti i cristianiche guardano con simpatia il “papà”terreno di Gesù e anche la “parabola”di un pezzo di legno che diventa unbambino a modo».

culturaLIBRI: «PROTAGONISTI NELLA STORIA» DILORENZO LEUZZI. Il nuovo libro diLorenzo Leuzzi, vescovo di Teramo–Atri e per molti anni a capo dellapastorale universitaria della diocesi diRoma, è stato presentato venerdì allaLumsa. Alla presentazione del volume,dal titolo «Protagonisti nella storiadalle parole alla Parola», edito daPalumbi, è intervenuto il cardinalePietro Parolin, Segretario di Stato diSua Santità. La professoressaBenedetta Papasogli, ordinario diLetteratura e cultura franceseall’Università Lumsa e accademica deiLincei, e il rettore Francesco Boninihanno approfondito il tema del libro.

solidarietàDONARE IL SANGUE CON L’AVIS.Domenica 2 febbraio sarà possibiledonare il sangue con l’Avis comunalenelle parrocchie di San Ponziano eSanta Gemma Galgani (via NicolaFesta, 50); Santa Maria Stelladell’Evangelizzazione (via Amsterdam,5) e San Giovanni Leonardi in viadella Cicogna, 2.

L’omaggio a Felliniper i suoi cento anni

vrebbe compiuto 100anni lo scorso 20 gen-

naio, Federico Fellini, re-gista acclamato in tutto ilmondo, cinque volte Pre-mio Oscar. Per l’occasio-ne, la Biblioteca Angelicaospita una mostra a luidedicata, con una sele-zione di trenta immaginidalla Fonoteca nazionale,uno scritto inedito eun’immagine del maestroalta 4 metri.

A

arte

ocumenti inediti, oggetti, a-biti, fotografie, video, curio-

sità. Ci sarà la quotidianità di Al-berto Sordi nella mostra che aprirài battenti il 7 marzo nella villa delcelebre attore in piazzale NumaPompilio, nel centenario della suanascita.L’iniziativa è stata presentata mar-tedì nei Musei Capitolini. «Una cor-nice perfetta» per Albino Ruberti,capo di gabinetto della RegioneLazio, visto che «Sordi è stato sin-daco di Roma per un giorno quan-do ha compiuto 80 anni».Il sindaco di Roma Virginia Rag-gi ricorda che entrare nella villaè stato «completare un percorso:frequentavo le elementari di fron-te e ogni tanto qualcuno diceva“Si è affacciato, l’ho visto” anchese non era vero. Sordi con delica-tezza e precisione ha messo in e-

videnza i segni distintivi del ro-mano. Per tutti era una personadi famiglia. Questo legame conlui deve restare».La mostra sarà visitabile fino al 29giugno anche al Teatro dei Dio-scuri, ora dell’Istituto Luce. Qui èin programma anche la proiezio-ne di “Storia di un italiano”, cheandò in onda nel 1979, 1981 e1986 su Rai2.Il 15 giugno, giorno della sua na-scita, si svolgerà una festa con tut-ti quelli che hanno lavorato conlui. Ne è testimonial CatherineSpaak che con lui ha girato “Io eCaterina”. «All’inizio eravamo unpo’ freddi, in una scena dovevoschiaffeggiarlo e mi imbarazzava.Allora mi diede uno schiaffo lui. Cisiamo schiaffeggiati per 10 minu-ti e siamo diventati amici. Aveva unrispetto all’antica per me». (Al. Ga.)

D

Mostra su Sordi dal 7 marzonella villa del celebre attore

libriAscanio Celestinicon Radio Clandestinaa 20 anni dal debuttoIl 23 marzo 1944 i Gruppi d’A-zione Patriottica attaccano unacolonna tedesca in via Rasella.Il giorno dopo, per rappresa-glia, i nazisti uccidono 335 per-sone in una cava sulla via Ar-deatina.A vent’anni dal debutto, Asca-nio Celestini porta in scena “Ra-dio clandestina”, spettacoloche riflette sulla storia e sullamemoria a partire da uno de-gli episodi più tragici dell’oc-cupazione nazista.Appuntamento domani alle 21all’Auditorum Parco della Mu-sica. Il progetto fa parte di “Me-moria genera futuro”, pro-gramma coordinato da RomaCapitale in occasione del Gior-no della Memoria.

ra i grandi librinati dalla Shoah,quello che resta

dentro di me comeuna presenzafondamentale è Laspecie umana di RobertAntelme, che uscì nel1947 e venne tradottoin italiano sette annidopo da GinettaVittorini per Einaudi

nei mitici Gettoni. Oggi lo si può trovare invarie edizioni anche economiche. Ad ognirilettura conferma potenza e solennitàritagliandosi uno spazio tutto suo fra lavisione lucida e febbrile di Primo Levi, lacronaca allucinata e quasi insostenibile diTadeusz Borowski, la denuncia ossessiva diDavid Rousset, la dimensione epica diJorge Semprun e lo sguardo straziato diRuth Kluger, per citare alcuni dei massimiautori concentrazionari. Antelme (1919–

1990), che ebbe un rapporto coniugalelungo sebbene tormentato con MargueriteDuras – la quale rievocò il ritorno delmarito dal lager in un altro celebrememoir, Il dolore (1985) – venne deportatonel 1944 ma, non essendo ebreo, scampòalla camera a gas. Era un antinazista eoppositore politico: come tale conobbe lareclusione e il lavoro coatto a Gandersheimin un campo adiacente a Buchenwald. Ilsuo testo non racconta i meccanismi dellosterminio, bensì lo stravolgimento dellaciviltà sociale determinata daltotalitarismo. Gli individui andavanoincontro a una degradazione animalesca:quando uno mostrò ai compagni disventura il frammento dello specchiorecuperato tra i detriti, ognuno se lo passòdavanti al viso ritrovando qualcosa di sestesso che aveva smarrito. La pagina in cuitutti vogliono guardarsi per tornare asentirsi parte del consorzio umanomeriterebbe una speciale riflessione:

«Purtroppo bisognava staccarsi dallospecchio, passarlo a un altro che aspettavaavido. Si faceva la coda per quelframmento di solitudine. E mentre lo siaveva in mano, gli altri non smettevano disollecitarti». Eppure ciò che resta nellamemoria sono le isole di residua umanitàancora presenti nella barbarie, come ladonna che furtivamente regala al deportatoun pezzo di pane bianco o l’operaiorenano, anch’egli impietosito, il qualeprima consiglia al protagonista di nonaffannarsi nel lavoro in officina, poiaddirittura di nascosto trova il modo distringergli la mano per testimoniare la suasolidarietà, mostrando il coraggiodell’uomo giusto perché se le guardie loavessero scoperto lui sarebbe passatoimmediatamente dall’altra parte dellabarricata. Pochi anni dopo ecco comeAntelme commenta il gesto temerario:«L’abbaiare di migliaia di SS e così tuttol’apparato dei forni, dei cani, del filo

spinato e la fame e i pidocchi, nonpossono nulla contro quella stretta dimano». Alcuni scorci conservano una forzaineguagliabile: la descrizione della zuppabollente con gli sventurati che, incolonnatie frementi, cercano di farla durare il più alungo possibile è davvero unica. E comedimenticare gli ultimi momenti, quandoarrivano dei pacchi di cibo della CroceRossa e i gruppi di francesi li divoranoprima che altri deportati, ugualmenteaffamati, possano sottrarglieli? Bisognavaresistere, oltre che fisicamente, perriaffermare un principio di giustizia: «Ognimorte è una vittoria delle SS». Nella scenafinale lo scrittore conferma questainterpretazione simbolica. I carnefici se nesono appena andati. Lui scambia qualchebattuta in tedesco con un giovane russo.Anche la lingua del nemico veniva cosìliberata dalla servitù a cui l’aveva costrettail nazismo.

Eraldo Affinati

F«La specie umana» di Antelme, le isole di umanità nella barbarie

Fine vita, Angelelli e Binetti a Tor de’ Schiavi - Festa della Beata Albertoni a San Francesco a RipaForum della Pontificia Accademia di Teologia - «Sette domeniche» al Trionfale con san Giuseppe e Geppetto

DOMANI Alle ore 18.30 celebra laMessa presso l’Istituto Teologico“Santa Maria del PerpetuoSoccorso”, famiglia Don Orione.

MARTEDI 28 Dalle ore 8.30 ricevei sacerdoti. – Alle ore 18 celebra laMessa nella parrocchia di SanClemente.

GIOVEDI 30 Alle ore 7 incontra lacomunità e celebra la Messa nelMonastero Domenicano “SantissimoRosario” a Monte Mario. – Alle ore16 al Centro Congressi Europainterviene nella presentazione dellibro “Contro vento. Una vita per labioetica”, autobiografia delcardinale Elio Sgreccia.

VENERDI 31 Alle ore 11 nell’AulaMagna del Palazzo di Giustizia

partecipa all’assemblea generaledella Corte Suprema di Cassazioneper l’inaugurazione dell’annogiudiziario e per la relazionesull’amministrazione dellagiustizia. – Alle ore 19 nellaparrocchia di Santa Teresa diCalcutta incontra i giovani dellaXVIII prefettura in occasione dellavisita del quadro della Madonnadella Fiducia.

SABATO 1 FEBBRAIOAlle ore 17nella basilica di San Pietroconcelebra nella Messa presiedutadal Santo Padre Francesco inoccasione della Giornatauniversale della vita consacrata.

DOMENICA 2 Alle ore 11 celebrala Messa nella parrocchia di SanGiovanni Bosco.

L’AGENDADEL CARDINALE VICARIO

Robert Antelme

Disuguaglianze,cambiare le regole

nche quest’anno arriva puntale il rapporto dell’Oxfamsulle disuguaglianze. E anche questa volta dobbiamo

fare i conti con numeri che dovrebbero non farci dormiredi notte. Il rapporto si concentra sulla ricchezza, misuradello stock posseduto e accumulato nel tempo da ogni per-sona, e ribadiscono che la forbice del divario tra i più ric-chi e i più poveri è in costante aumento.La quota di ricchezza della metà più povera della popola-zione mondiale non raggiunge neanche l’1% di quella glo-bale; i 2.153 miliardari del mondo possiedono la stessa ric-chezza di 4,6 miliardi di persone. Se ciascuno si sedesse sul-la propria ricchezza sotto forma di una pila di banconoteda 100 dollari, la maggior parte della popolazione mondialesiederebbe al suolo, una persona della classe media di unPaese ricco su una sedia, e i due uomini più ricchi al mon-do sarebbero nello spazio; la ricchezza posseduta delle 22persone più facoltose è superiore a quella di tutte le don-ne africane. Le distanze tra i livelli medi di ricchezza deiPaesi si assottigliano, ma la disuguaglianza cresce all’inter-no di molti Paesi. C’è qualcosa che non funziona nel sistema e non si può ri-manere indifferenti. L’Economist, rivista inglese, ha di re-cente pubblicato alcuni articoli critici in cui si lascia inten-dere che il fenomeno è meno preoccupante di quello chesembri, chiedendo ai governi di stare attenti ad azzardatemisure politiche che andrebbero a tassare i patrimoni neltentativo di ridurre le disuguaglianze.Molti studiosi hanno risposto a queste proposte dell’Eco-nomist facendo notare che le misure oggi a disposizione nonsono adeguate. Non c’è accordo su come i dati vengono mi-surati, e in effetti avremmo bisogno di misure più accura-te, perché quello che non si riesce a vedere è difficilmentegestibile. La conclusione a cui giunge la famosa testata milascia, però, leggermente perplessa: una tassa sulla ric-chezza lascerebbe in un decennio l’economia degli Stati U-niti il 2% più povera. La domanda: preferisco un mondo piùricco dove l’accesso a questa ricchezza è riservato a pochi,o un mondo dove, anche se inferiore, la ricchezza può es-sere più distribuita tra tutti?Un mondo dove chi possiede capitali continua ad accu-mularli guadagnando denaro dal denaro e chi non habuone condizioni di partenza è destinato a rimanere aimargini, oppure un mondo dove le disparità iniziali pos-sono essere colmate da un sistema che assicura oppor-tunità per tutti?L’Italia non è esente da queste dinamiche. I dati Inps ci mo-strano che negli ultimi 40 anni il tasso di crescita dei red-diti da lavoro è aumentato del 99% per i top 10% (quelli cheguadagnano di più), mentre per il restante 90% l’aumentoè stato del 65%. Per i top 0,01% i redditi sono cresciuti del298%. Dato che si commenta da solo, insieme al fatto cheper il 28% dei rapporti di lavoro la paga oraria media è in-feriore ai 9 euro. Più di 2000 anni fa, la prima comunità cri-stiana avena compreso che perché non ci fossero bisogno-si tra loro era importante condividere e redistribuire i be-ni. Oggi però non basta la condivisione, perché il funzio-namento del sistema economico e finanziario genera ini-quità. Abbiamo bisogno di cambiare le regole.

A

L’economia sostenibilea cura di

Alessandra Smerilli

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30

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