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di un epica - giunti.it · Suo padre è stato ucciso e sua madre rapita e ... ragazzo. D’ora in...

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maggio 2012 un nuovo inizio
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maggio 2012

un nuovo inizio

il primo episodio di un’avventura epica e appassionante!

C3728C

ROMA, 61 a.C.

Reclutato a forza come gladiatore, il giovane Marco si trova ad affrontare una nuova vita di brutale addestramento, con regole rigidissime, fino a diventare parte di una élite di combattenti.Marco però non può dimenticare il suo passato. Suo padre è stato ucciso e sua madre rapita e costretta in schiavitù. Marco è determinato a liberarla e a chiedere giustizia per la sua famiglia. Senza saperlo, però, nasconde un pericoloso segreto. E, se i Romani lo scoprissero, per lui non ci sarebbe scampo…

L’IMpERO L’hA RESO SChIAvO.SApRà RISORgERE dA EROE.

simon scarroW

Simon Scarrow è nato in Africa e ha vissuto in molti paesi, tra cui hong Kong e le Bahamas, prima di stabilirsi in gran Bretagna. da sempre interessato alla scrittura, il suo amore per la Storia è sbocciato a scuola.ha viaggiato, insieme a moglie e figli, tra Italia, grecia, Turchia, giordania, Siria ed Egitto per documentare i propri racconti a sfondo storico. Autore di best seller internazionali, ha esordito nella narrativa per ragazzi proprio con questa tetralogia, che racconta una pericolosa avventura tra le insidie e il fascino dell’antica Roma.

www.scarrow.co.uk

© S

am W

. Cor

rison

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XV

(…) Marco fu un po’ troppo lento a distoglie-re lo sguardo e incrociò i suoi occhi. In un atti-mo, Tauro gli balzò addosso e gli affondò il ramo di vite nel petto, costringendolo a fare un passo indietro.

«E questo chi sarebbe?» Il centurione si voltò a guardare Pisone. «Adesso Porcino ha in pro-gramma un combattimento fra pigmei?»

Pisone e le altre guardie risero rispettosamen-te mentre Tauro riportava la sua attenzione su Marco. «Nome?»

«Marco Cornelio, signore» rispose lui, e poi, dopo avere pensato in fretta, aggiunse: «Figlio del centurione Tito Cornelio della Sedicesima legione».

Tauro si accigliò. «Tuo padre era un soldato?» «Un centurione, signore». «E adesso tu sei uno schiavo, eh?» sbottò Tauro.

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«Gli dei hanno proprio voglia di scherzare. Bel-la sfortuna, ragazzo. D’ora in avanti sarai solo e semplicemente Marco. Questo sarà il tuo unico nome, finché non te ne avremo trovato un altro più adatto a un combattente, sempre che tu viva tanto a lungo».

Stava per passare oltre e Marco non riusciva a credere che la possibilità di spiegare l’ingiusti-zia della sua situazione gli stesse scivolando fra le mani.

«Aspetta!» Tauro si bloccò. «Come? Hai detto qualcosa?» «Io non dovrei essere qui» disse in fretta il

ragazzo. «Mi hanno rapito e mi hanno venduto come schiavo».

Non vide neppure arrivare il colpo, sentì sol-tanto che il collo gli si piegava da un lato mentre Tauro lo percuoteva. Arretrò barcollando, inton-tito, mentre l’altro gli gridava in faccia.

«Non azzardarti mai più a parlare se non ti viene richiesto, schiavo! Mi hai sentito? Non me

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ne frega un accidente di chi era tuo padre, o di quale può essere la tua storia! Mi hai capito? Tu sei uno schiavo, la feccia della terra, e sono di-sgustato solo a guardarti. La tua unica speranza è che un giorno io ti permetta di diventare gla-diatore. Fino ad allora, tu non sei un bel niente. E ogni volta che sarai interpellato, mi chiamerai “maestro”. Ci siamo intesi?»

«Sì... maestro» sbottò Marco. Sentiva ancora la testa ronzargli e aveva una vertigine tale che credeva di essere sul punto di vomitare. Si tirò in piedi cercando di placare la nausea.

«Così va meglio». Tauro si voltò e andò a pas-so deciso al centro del campo di allenamento per rivolgersi ai prigionieri. «E adesso che siamo tutti qui, possiamo iniziare l’addestramento. Comin-ciamo con le presentazioni... Io sono Aulo Tullio Tauro, il vostro primo istruttore. Addestravo sol-dati prima di allenare schiavi, e prima ancora mi occupavo di uccidere barbari per conto di Roma. Vi insegnerò a diventare assassini, alla fine. Ma

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per riuscirci, dovrete essere in forma e impavidi, perciò vi farò lavorare fino a schiantarvi e pic-chierò chiunque si lamenti o resti indietro, come il nostro sciocco amico spartano, laggiù in fon-do. Ogni tanto Porcino, il lanista proprietario di questa scuola, ci onorerà della sua presenza. Non dovrete rivolgergli la parola a meno che non sia lui a parlarvi per primo. E lo chiamerete “padro-ne”. Questo vicino a me è il mio aiutante Pisone. È uno schiavo, ma a differenza di voialtri, lui ha dato buona prova di sé nell’arena. Pisone ha l’in-carico di rifornirvi di equipaggiamento, razioni e ricompense, perciò vedete di trattarlo bene». Tauro si voltò per indicare quattro uomini in at-tesa, da una parte. «Quegli uomini sono i vostri istruttori. Voi mi chiamerete “maestro”. Pisone e gli istruttori mi chiamano “signore”, perciò voi chiamerete “signore” loro. Se non riuscirete a tenere a mente questa semplice regola, verrete puniti. Abbiamo solamente altre due regole qui: fate esattamente quello che vi viene detto e fate-

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lo immediatamente. Ogni disobbedienza o esita-zione sarà punita senza misericordia».

Si fermò per dare modo a tutti di riflettere sul-le sue parole. «Per i prossimi quattro mesi, sarete addestrati per incrementare forza e forma fisica. A quel punto, inizierete l’addestramento di base con le armi. Vi osserverò con attenzione e nel giro di altri quattro mesi sceglierò la specialità di combattimento per ognuno di voi. Alcuni di voi riceveranno l’armamento della fanteria pesante, altri solo armi leggere, altri ancora saranno adde-strati per il combattimento con gli animali. I più giovani dovranno lavorare in cucina e occuparsi delle pulizie finché non deciderò che saranno abbastanza grandi da poter usare le armi. Quan-do sarete pronti per i vostri primi combattimen-ti, verrete trasferiti dagli alloggi delle reclute in una sede più confortevole. Al lavoro, dunque». Terminò bruscamente e schioccò le dita per con-vocare Pisone al suo fianco. «È ora di formare i gruppi per l’addestramento». (…)

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Prima di diventare scrittore cosa faceva?Dopo l’università, non avevo idea di cosa avrei

fatto per vivere. Amavo scrivere e avevo una vaga

aspirazione a diventare un autore. Il problema era che,

per scrivere il mio primo romanzo, avevo bisogno di

tempo e di un posto per farlo. Dato che i miei vivevano

alle Bahamas, proposi di trasferirmi da loro, finché non

fossi riuscito a diventare uno scrittore. Naturalmente

sentirono presto puzza di bruciato, e mi intimarono di

tornare in Gran Bretagna e trovarmi un lavoro. Mi ci

vollero quasi sei mesi prima che qualcuno apprezzasse

i miei modesti talenti e mi offrisse un impiego. Quando

mio padre venne a sapere che lavoravo all’Agenzia

delle Entrate gli è venuto quasi un colpo, per lui era

peggio che fare il ladro! Comunque, mi sono occupato

di tasse e leggi per un paio di anni, prima di tornare

all’università. Dopo due lauree, un romanzo e diversi

racconti, mi sono specializzato nell’insegnamento.

Q&A con Simon Scarrow

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Sono diventato professore di Inglese e di Storia.

Il massimo era portare i miei studenti al Vallo di

Adriano e sdilinquirci sulle meraviglie della civiltà

romana. Dopo un po’ ho deciso di andare a insegnare

Comunicazione al liceo, dove avevo più tempo per

scrivere.

Perché scrive romanzi storici?Sono un grande lettore di saggi storici, ma trovo

frustrante che dei bravi studiosi debbano raccontare

vicende entusiasmanti, rimanendo fedeli al “metodo”

storico. I romanzi storici, a differenza dei saggi, ci

permettono di riempire creativamente i vuoti lasciati

dai fatti, e questo rende la narrazione molto più viva.

Perché ambienta i suoi libri in epoca Romana?La storia classica mi ha sempre affascinato. Quello

che più mi colpisce è che i Romani siano stati capaci

di realizzare un’enormità di cose e per un periodo

lunghissimo. Troviamo ancora tracce della loro civiltà

non solo nei siti archeologici, ma anche nella nostra

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cultura. Leggendo i testi, le lettere e i saggi della civiltà

romana, ci rendiamo conto che, in fondo, non era poi

molto diversa dalla nostra. Ambientare i miei romanzi

in quella magnifica epoca, quindi, mi consente di

ricreare un mondo per noi familiare, in uno scenario

molto diverso e lontano.

I suoi libri necessitano molta ricerca?Certo. Molte cose le conosco fin da quando andavo a

scuola, anche perché ho avuto degli ottimi insegnanti

di latino. Dopo mi è rimasto l’entusiasmo per il mondo

classico: ho man mano letto un’enorme quantità di

testi, e ho visitato quasi tutti i siti romani d’Europa.

Come organizza il suo lavoro di scrittura?Oggi il mio obiettivo è scrivere almeno 5000 parole a

settimana. Dato che a casa ho due piccole pesti, sono

costretto a scrivere la sera tardi. Di solito tra le dieci e

le due del mattino, quando tutto è tranquillo e nessuno

mi interrompe. La prima mezz’ora è un incubo, poi

parto come un treno!

ROMA, 61 a.C.

Reclutato a forza come gladiatore, il giovane Marco si trova ad affrontare una nuova vita di brutale addestramento, con regole rigidissime, fino a diventare parte di una élite di combattenti.Marco però non può dimenticare il suo passato. Suo padre è stato ucciso e sua madre rapita e costretta in schiavitù. Marco è determinato a liberarla e a chiedere giustizia per la sua famiglia. Senza saperlo, però, nasconde un pericoloso segreto. E, se i Romani lo scoprissero, per lui non ci sarebbe scampo…

L’IMpERO L’hA RESO SChIAvO.SApRà RISORgERE dA EROE.

simon scarroW

Simon Scarrow è nato in Africa e ha vissuto in molti paesi, tra cui hong Kong e le Bahamas, prima di stabilirsi in gran Bretagna. da sempre interessato alla scrittura, il suo amore per la Storia è sbocciato a scuola.ha viaggiato, insieme a moglie e figli, tra Italia, grecia, Turchia, giordania, Siria ed Egitto per documentare i propri racconti a sfondo storico. Autore di best seller internazionali, ha esordito nella narrativa per ragazzi proprio con questa tetralogia, che racconta una pericolosa avventura tra le insidie e il fascino dell’antica Roma.

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maggio 2012

un nuovo inizio

il primo episodio di un’avventura epica e appassionante!

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