Date post: | 16-Apr-2015 |
Category: |
Documents |
Upload: | ricercazionematpt |
View: | 42 times |
Download: | 0 times |
Anno scolastico 2004/2005
2° Circolo Didattico di Quarrata
Scuola Primaria di Catena
Ricerca-Azione P.I.A.
Insegnanti:
Baldi Daniela
Barontini Paola
Gori Maria Teresa
Destinatari
Classe 3^ (23 alunni)
Obiettivi
� Produrre testi scritti/iconici su esperienze significative per
affrontare problemi della vita umana (la malattia).
� Riconoscere attività e atteggiamenti che sottolineano nelle relazioni
interpersonali gli aspetti affettivi e ne facilitano la corretta
comunicazione.
� Enucleare modalità di sintesi utilizzando i documenti e la memoria.
� Definire modalità di classificazione in rapporto al significato degli
aspetti dell’attività.
� Elaborare e ideare con codici diversi analogie di sintesi.
� Sviluppare la capacità di chiedere e dare spiegazioni.
� Acquisire capacità di organizzarsi per lavorare nel gruppo.
� Individuare informazioni matematiche.
� Ricercare strategie risolutive.
� Sviluppare la creatività.
� Utilizzare il computer per la documentazione.
Descrizione essenziale dell’esperienza
Il Diario di Bordo rappresenta un modo per formalizzare le esperienze
fatte.
La motivazione all’avvio dell’esperienza è scaturita dalla necessità di
comunicare ad un’alunna, assente da scuola per un lungo periodo di tempo,
ciò che costituiva patrimonio collettivo di apprendimento e che poi ha
avuto uno sviluppo autonomo.
Nell’affrontare la tematica “Diario di Bordo” è stato importante far
notare ai bambini, al di là della “forma” del vero diario di bordo, lo scopo
di tale strumento e soprattutto il suo significato che, per transfert
analogico, permettesse d’inventare modalità di stesura anche non
canoniche.
E’ stata un’esperienza che, nella sua globalità, è durata tutto l’anno, ma
che le insegnanti hanno portato avanti con metodologie diversificate e in
tempi diversi.
Iter di lavoro
DIARIO DI BORDO… per documentare un’esperienza Testo verbale collettivo
Esigenza nata dalla necessità di comunicare con l’amica malata.
Durante la discussione in classe, i bambini stessi hanno suggerito di
suddividere il lavoro secondo gli argomenti afferenti alle discipline delle
diverse insegnanti. Successivamente è iniziata la vera e propria
elaborazione:
� Si sono formati i gruppi di lavoro, in modo che il contributo di tutti
servisse a completare il racconto.
� I quaderni sono stati utilizzati come documenti di sostegno alla
memoria dei singoli.
� Il prodotto è stato redatto su carta colorata e abbellito con disegni
e scritte augurali per renderlo accattivante, perché si sa: la
narrazione è sempre meno coinvolgente del vissuto.
L’invio della posta è avvenuto tramite la BORSA-MAIL, ritirata a
intervalli di tempo dai genitori della bambina.
DIARIO DI BORDO… per raccontare e valutare un’attività
Testo verbale individuale e/o di gruppo
Questo aspetto della documentazione ha previsto in diversi momenti
dell’anno varie fasi, durante le quali è stato possibile registrare la sempre
maggiore autonomia organizzativa individuale e del piccolo gruppo per
arrivare al prodotto finale:
� Recupero individuale delle informazioni su tutte le attività svolte a
scuola in periodi definiti o su argomenti/contenuti specifici.
� Sintesi scritta individuale, talvolta con limiti di spazio indicati.
� Lettura collettiva dei testi individuali, confronti, discussioni,
estrapolazione di parti, significative per informazioni fornite o per
modalità applicate.
� Elaborazione collettiva di una parte del Diario di bordo per
rafforzare le scoperte fatte nella discussione.
� Lavoro individuale per applicare le modalità scoperte insieme o
pensate dai singoli alunni.
� Lavoro in piccoli gruppi per rielaborare in un testo unico più lavori
individuali.
� Lettura collettiva per integrazioni e redazione finale del lavoro.
� Uso del computer per formalizzare il lavoro da pubblicizzare.
NOTA
Il fascicolo completo è allegato alla documentazione
DIARIO DI BORDO… come momento di sintesi
Percorso verbale e simbolico collettivo
Durante l’anno scolastico i bambini avevano già conosciuto modalità di
utilizzazione del diario di bordo, pertanto si trattava di sollecitarli a
riflettere su tale strumento.
Abbiamo analizzato il significato sia di “Diario” che di “bordo” perché
comprendessero sia la struttura dell’oggetto che la significatività del
documento; era importante evidenziare che con tale termine non si vuol
necessariamente indicare un oggetto ben preciso bensì una modalità di
raccolta pertanto dovevamo
� Costruire uno schema per indicare i “diari di bordo” conosciuti
� Enucleare ed evidenziare lo scopo dei modelli proposti
� Ipotizzare, per analogia, un nuovo modello e lo scopo ad esso sotteso
(l’oggetto in funzione dello scopo)
Dal dibattito è emerso che potevamo
� Ripercorrere il quaderno per rievocare gli argomenti e le attività
svolte nel 2° quadrimestre
� Scegliere, tra i possibili schemi, quello più rispondente allo scopo
� Suddividersi in gruppo per enucleare argomenti ed attività
� Adottare la terminologia giusta e scrivere il percorso didattico
fatto
� Trasformare il percorso in un’immagine simbolica:
“Una nave che parte con la stiva vuota e nel viaggio nell’arcipelago
si arricchisce fino ad arrivare in porto più ricca”.
Durata dell’esperienza
Anno Scolastico
Punti di “crisi” in itinere
Diario di Bordo per documentare un’esperienza
La parte iniziale del lavoro (relativa alla sintesi delle attività per
comunicarle all’amica assente) ha trovato i consensi unanimi ed
entusiastici dei bambini perché la motivazione era molto forte e sentita.
Possiamo quindi affermare che in questo caso la “crisi” è stata sinonimo di
progressione, costruzione, crescita.
Diario di Bordo per raccontare e valutare un’attività
• Questo aspetto ha avuto un’iniziale momento di crisi per la novità del
lavoro proposto e per la difficoltà (comprensibile in alunni di inizio
terza) a spaziare sull’argomento da sintetizzare: tutti gli elaborati
individuali praticamente erano degli elenchi di attività svolte. E’ stato
necessario un lavoro collettivo di lettura dei singoli testi, confronti,
discussioni ed elaborazioni scritte per far comprendere alla
maggioranza degli alunni strategie migliori per il lavoro individuale.
• Al termine dell’anno alcuni alunni, pur migliorando la propria produzione
dal punto di vista contenutistico e, per certi aspetti, valutativo, non
hanno del tutto superato la fase dell’elencazione dei singoli aspetti di
un argomento trattato e non hanno dimostrato di aver interiorizzato le
strategie rappresentative indicate dai compagni e più volte
socializzate.
Diario di Bordo come momento di sintesi
• Crisi riferita alla terminologia. L’intento didattico era di distinguere
tra argomento e attività (ovvero abilità richiesta). Dopo la prima fase,
ben recepita, dello scopo del Diario di Bordo, i bambini dovevano
ripercorrere (2° quadrimestre) il quaderno per individuare ed elencare
gli argomenti affrontati: solo pochi però hanno elencato esclusivamente
gli argomenti, alcuni avevano annotato aspetti operativi. E’ stato facile
far notare l’errore introducendo il secondo termine, “attività”,
mettendo a confronto, con spiegazioni ed esempi, questi due termini
sono stati compresi praticamente dalla totalità degli alunni.
• Crisi riferita alla successione delle azioni esplicite/implicite. L’intento
didattico era far individuare tutte le azioni, esplicite o implicite,
necessarie per addivenire a “qualcosa”. Divisi in gruppi gli alunni
dovevano individuare le attività su un certo argomento utilizzando
l’azione all’infinito. Alcuni gruppi non hanno trascritto le azioni
sottintese. Anche in questa fase, dopo il primo esempio, il lavoro sugli
altri argomenti ha dato ottimi risultati (all’interno dei gruppi si notava
vivacità di discussione per individuare correttamente le azioni ed in
ordine temporale).
Gli elaborati presentati in questa raccolta rappresentano alcune
esperienze organizzate in questo anno scolastico nell’ambito matematico.
Gli argomenti raccontati nei sette approdi, come sono stati definiti in
gergo marinaro, sono stati sistemati in ordine cronologico, ma ovviamente
non esauriscono tutti gli aspetti matematici approfonditi con gli alunni
(sarebbe stato un lavoro davvero impegnativo!).
Sfogliando e leggendo si nota la sempre maggiore disinvoltura degli alunni
nel raccontare e valutare un’attività. L’intervento dell’insegnante è stato,
via via, sempre meno necessario. Anche l’assemblaggio di quattro o cinque
testi individuali in un unico elaborato, “pescando” una frase da uno e un
pezzo da un altro, è stato effettuato dai bambini, ovviamente con il
supporto dell’insegnante che ha revisionato e talvolta inserito frasi, non
considerate dal gruppo ma ritenute significative dall’insegnante stessa.
Al termine del lavoro si è ritenuto opportuno evidenziare alcune
espressioni degli alunni dalle quali emerge un metodo di lavoro che
prevede un ruolo attivo dei singoli, in una continua ricerca di strategie
e metodi personali, insomma un metodo in cui, come ha detto una
bambina, è necessario “meccanizzare il cervello”. E poi osservare,
ragionare, discutere è piaciuto a tutti, “perché così si scopre”.
L’ultima pagina del Diario raccoglie le valutazioni generali sull’attività del
Diario di Bordo, scritte personalmente da ogni bambino ed elencate
tralasciando solo quelle molto simili.
In sintesi il lavoro ha avuto una valutazione più che positiva da parte dei
ragazzi. E l’insegnante non può che confermare il giudizio!
Abbiamo formulato un problema doppio. Come costruirlo? 1. Scrivere il testo di un problema, con una domanda.
2. Continuare il problema collegando la 2^ parte alla 1^, senza ripetere
le informazioni calcolate.
3. Se lo risolviamo, al termine dobbiamo rispondere alle due domande.
Ognuno di noi ha inventato dei problemi di addizione, ne ha risolto uno e lo
ha continuato trasformandolo in problema doppio sintetizzando poi la
soluzione con il DIAGRAMMA A BLOCCHI ''doppio''.
Abbiamo parlato dell’ADDIZIONE completando anche la tabella; abbiamo
scoperto:
• Elemento neutro
• Proprietà commutativa
• PROVA (per verificare il calcolo)
Ci siamo esercitati sul libro e sul quaderno (calcoli in colonna con 3
addendi con numeri oltre il 100).
Anche per la SOTTRAZIONE abbiamo completato la tabella e scoperto:
• Elemento neutro
• Prova (operazione inversa: addizione).
Ci siamo esercitati anche nel CALCOLO VELOCE.
In questo periodo abbiamo trattato soprattutto l’argomento sottrazione.
Abbiamo inventato e formulato testi di problemi di sottrazione indicando
poi se la situazione era di complemento, sottoinsieme (resto) o confronto.
Ognuno di noi ha scelto un problema e lo ha risolto usando la
rappresentazione giusta.
Insieme alla maestra abbiamo provato a svolgere un problema con due
domande e con due rappresentazioni diverse.
Abbiamo calcolato delle sottrazioni in riga senza cambio e con numeri
oltre il 100. In alcune operazioni abbiamo trovato il numero mancante .
Per casa la maestra ci ha dato anche delle numerazioni con l’operatore
meno.
Parlando degli operatori abbiamo scoperto i quadrati magici, chiamati così
perché sommando i numeri si ottiene sempre lo stesso risultato se si
calcola:
− i numeri di ogni riga
− i numeri di ogni colonna
− i numeri delle diagonali
Per ottenerli bisogna seguire questa procedura:
� disegnare la forma di un tris
� scrivere dentro ai quadrati dei numeri che sommati danno sempre
lo stesso risultato
� scrivere a lato di ogni fila il numero composto.
La maestra ci ha dato una scheda in cui si doveva completare delle
sequenze e due tabelle; successivamente dalla rappresentazione disegnata
dalla maestra alla lavagna dovevamo inventare un problema e risolverlo.
In questo periodo siamo andati a Tizzana e ripensando alla gita abbiamo
pensato a delle possibili attività matematiche, da fare utilizzando i dati a
disposizioni, cioè gli elementi osservati a Tizzana.
La maestra ci ha chiesto se durante la visita ci eravamo confrontati con
elementi più grandi o più piccoli di noi, oppure avevamo confrontato gli
oggetti fra di loro.
Noi abbiamo scelto di confrontare l’altezza della chiesa e della torre
campanaria (a occhio è più alta la torre!). Abbiamo pensato che forse il
campanile è alto il doppio della chiesa. Per verificare la nostra ipotesi
abbiamo deciso di andare in aula computer a rivedere le foto scattate
dalla maestra Daniela e memorizzate su un CD.
La procedura seguita è stata la seguente:
1. Abbiamo acceso il computer
2. Abbiamo inserito il CD
3. Abbiamo cliccato con il mouse su Risorse del computer: si è aperta
una finestra
4. Abbiamo cliccato su CD
5. Abbiamo scelto le foto con il campanile e la chiesa
6. Abbiamo stampato le foto scelte.
In classe la maestra ha piegato a metà il disegno del campanile nel senso
dell’altezza, poi la metà ottenuta è stata confrontata con l’altezza della
chiesa: le altezze non coincidevano e abbiamo pensato che forse il
campanile non è precisamente il doppio della chiesa (ma quasi), ma non
possiamo dirlo con precisione perché le foto a volte ingannano.
Per verificare esattamente la nostra ipotesi potremmo:
a. Fotografare gli elementi di fronte
b. Telefonare a Francesca (la guida) per sapere le misure dei due
elementi
c. Consultare i progetti della chiesa e del campanile
d. Misurare direttamente i due elementi.
Comunque al momento abbiamo fatto finta che l’altezza della chiesa fosse
la metà di quella del campanile e abbiamo disegnato dei piccoli progetti
della chiesa e del campanile, tenendo presente la nostra ipotesi.
Ci siamo infine esercitati con il doppio e la metà completando gli schemi;
ecco alcuni esempi:
: 2 : 2 : 2
x 2 x 2 x 2
Abbiamo scoperto che la divisione è il contrario (e la prova) della moltiplicazione e viceversa.
60 30 80
0
40 10 5
La simmetria è un gioco facile e divertente.
Con la simmetria possiamo creare molte immagini, ad esempio decorazioni
natalizie tipo:
− Candele
− Pupazzi di neve
− Bambini che si prendono per mano.
Come si fa a realizzare la forma simmetrica?
� Prendere un foglio
� Piegarlo a metà
� Disegnare la metà di un’ immagine
� Ritagliare la mezza immagine disegnata
� Completare la parte incompleta dell’immagine aprendo la sagoma
� Decorarla con carta di vario genere o con pennarelli colorati.
La metà di tutte le immagini si chiama META’ SIMMETRICA; e la linea
della piegatura si chiama LINEA DI SIMMETRIA.
Abbiamo giocato con lo specchio che è diventato “un mago”: lo specchio
riproduceva l’altra metà!
• Disegna metà immagine (al bordo del foglio) oppure tutta l’immagine
piegandola lungo l’asse di simmetria
• Poni la mezza immagine sullo specchio, verticalmente lungo la metà, e
vedrai comparire l’intera immagine, che ovviamente è
“un’allucinazione!”.
RIFLESSIONI E IMPRESSIONI
• E’ stato divertente fare i giochi allo specchio e ho anche imparato
come fanno a vedere in superficie i passeggeri dei sottomarini
sott’acqua.
• Era bello fare la metà di un disegno e poi vedere l’altra metà allo
specchio e ci siamo divertiti un mondo a continuare finché non è
suonata la campanella.
• Ho scoperto che avvicinando metà disegno allo specchio puoi vedere
l’immagine intera.
Questa tappa del nostro viaggio ha avuto un significato particolare:
finalmente la nostra amica malata è con noi, anche se il suo posto è
occupato da un televisore e per comunicare abbiamo bisogno di
telecamere e apparecchiature sofisticate.
Ci siamo preparati molto per questo incontro e visto che le attività di
questo periodo erano concentrate sulla divisione, è stato naturale
ripercorrere con i bambini tutti gli aspetti significativi di questa
operazione, per far partecipe l’amica a casa delle nuove conoscenze
acquisite e delle strategie individuate.
Visto il coinvolgimento emotivo di tutti gli alunni ho preferito inserire nel
Diario di Bordo tutti i testi individuali prodotti senza togliere niente dagli
elaborati, anche se questo comporta ovviamente la ripetizione di alcuni
aspetti dell’argomento trattato.
Anche i giornali hanno parlato di noi
CLARA
Oggi venerdì 4 Febbraio io e la mia classe ci siamo collegati per la terza
volta in videoconferenza (un sistema TECNOLOGICO fatto di web-cam su
linea telefonica) una nostra amica e compagna che, per motivi di salute,
non può venire a scuola.
Nel collegamento di oggi le abbiamo spiegato la divisione partendo da due
semplici problemi, abbiamo poi continuato con divisioni in tabella ed altri
problemi (un po’ più complessi), la metà, le divisioni in riga e in colonna.
A me è sembrata “molto agile”. Alcune cose le ha capite quasi subito, per
esempio la divisione in riga che sapendo le tabelline è molto facile, e
anche la metà con il semplice esempio della “mela“.
SARA CIAPETTI
Abbiamo acceso il televisore e come per magia è apparsa! Anche se non
era la prima volta che la vedevamo si sentivano tutti Ciao! Ciao! Ciao!. Che
felicità! Rivederla dopo tanto tempo e quanti ricordi!. Un’ora prima ci
eravamo preparati per spiegarle la divisione, termine per lei ancora un po’
confuso. Abbiamo fatto alla lavagna uno schema per ricordarci che cosa
dirle; abbiamo cominciato: siamo partiti a parlare della divisione il 10
Dicembre 2004 scrivendo un problema di raggruppamento. I dati di questo problema sono dello stesso tipo, alla fine del problema scopriamo: Quanti gruppi posso fare? Abbiamo continuato con un problema di
distribuzione. I dati di questo problema sono di tipo diverso (per esempio:
matite e astucci, fiori e vasi ecc.); alla fine scopriamo: Quanti a ciascuno?. Abbiamo fatto delle divisioni in tabella dove bisogna raggruppare il
dividendo secondo il divisore. Sempre sulle divisioni in tabella abbiamo
fatto un algoritmo cioè serie di azioni. Ricordandoci le tabelline abbiamo
imparato a calcolare le divisioni in riga. Abbiamo interrogato un po’ la
nostra amica sulle divisioni in riga e anche se era la prima volta che le
faceva era brava. Invece le divisioni in colonna, siccome non siamo tanto
esperti, gliele rispiegheremo un’altra volta.
RACHELE
Mentre raccontavo ero un po’ emozionata (ma credo anche gli altri). Se
uno voleva guardare l’amica dal vero doveva guardare la telecamera
mobile, però c’era un piccolo problema: io e alcuni miei compagni non
riuscivamo a guardare la telecamera ma si guardava la maestra perché
siamo abituati così ogni giorno.
Come abbiamo fatto a raccontare la divisione.
La maestra ci aveva dato il compito di scrivere che cosa avevamo fatto
sulla divisione, due giorni dopo, prima di collegarci con la nostra amica, ci
siamo preparati facendo uno schema alla lavagna. Alle 9:30, cioè quando ci
eravamo messi d’accordo sulle modalità da seguire, ci siamo collegati, la
maestra spostava con il telecomando la telecamera mobile da ogni
bambino e il bambino di turno spiegava una parte dello schema.
Faccio lo schema preparato alla lavagna
LA DIVISIONE Quando? 10/12/2004
PROBLEMI
Raggruppamento Distribuzione
Quanti gruppi? Quanti a ciascuno?
I dati sono dello stesso tipo I dati sono di tipo diverso
Attività svolte sulle divisioni
a. Divisioni in tabella
b. Algoritmi
c. Problemi inventati
d. Divisioni in riga
− senza resto 20 : 4 = 5
− con il resto: 33 : 10 = 3 r 3
e. Divisioni in colonna.
ALEXIA
Venerdì 4 ci siamo collegati per spiegare alla nostra amica la divisione.
Prima ci eravamo preparati e la maestra aveva scritto alla lavagna le cose
che avevamo fatto sulla divisione. Le abbiamo spiegato che la divisione si
può fare con la distribuzione o con il raggruppamento.
ALBERTO
Il 4 febbraio la maestra Paola ha acceso il televisore per collegarci con la
nostra amica malata. Lei riesce a vederci perché noi siamo ripresi dalle
telecamere che sono state posizionate sopra al televisore su uno scaffale.
In quel momento ho avuto la sensazione che lei fosse di nuovo fra noi, e
lei era molto attenta quando le abbiamo spiegato la divisione.
Per prima cosa le abbiamo spiegato i problemi di divisione che possono
essere in due modi: distribuzione e raggruppamento. La domanda tipica di
un problema di distribuzione è: Quanti a ciascuno? Mentre la domanda del
problema di raggruppamento è: Quanti gruppi? Dopo le abbiamo spiegato come si fanno le divisioni in riga e in colonna.
ANDREA
Venerdì 4 ci siamo contattati con la nostra compagna assente perché
bisognava dirle la divisione.
La maestra Paola ci ha fatto spiegare ad ognuno un pezzo di divisione e
alla fine le avevamo raccontato tutto.
Quando ci siamo collegati io ero felice perché era da tanto che non la
vedevo e quando gli altri spiegavano la divisione io alzavo la mano perché
volevo intervenire.
DANIELE
L’esperienza fatta venerdì mattina è stata molto interessante. Mi è
piaciuto molto spiegare ad un amica quello che ho imparato a scuola.
SARA CARLESI
Venerdì collegandoci con la nostra amica le abbiamo spiegato la divisione,
ognuno di noi ha cercato di spiegare le fasi, dai problemi all’incolonnatore.
Io sono molto contenta di vederla tramite internet così anche lei può
seguire le lezioni ed è una cosa molto emozionante.
Quando la maestra mi ha detto di parlare, mi sentivo emozionata e mi
vergognavo un po’. Comunque questa esperienza, è stata molto bella; è
grazie alla tecnologia che ora si può fare, perché quando i nostri genitori
andavano a scuola non c’erano queste possibilità.
FRANCESCO
Venerdì 4 Febbraio ci siamo collegati con una nostra compagna di classe
perché è malata e non può venire a scuola.
C’eravamo preparati per spiegarle la divisione.
Quando abbiamo le spiegato la divisione, abbiamo detto che la divisione
l’abbiamo cominciata il 10 Dicembre.
Parlavamo con lei attraverso la televisione e vedendola mi sentivo felice
che anche lei potesse partecipare con noi alle lezioni, questa cosa che
hanno fatto mi sembra molto bella.
Io spero che torni presto tra noi.
MATTEO
Venerdì 4 Febbraio ci siamo collegati in videoconferenza con la nostra
compagna facendo a lei un grosso applauso, è stata un’esperienza
bellissima.
Alcuni di noi bambini le hanno spiegato le procedure per fare la divisione.
Alessandra ha parlato dei problemi di distribuzione e di raggruppamento.
Niccolò le ha spiegato il calcolo veloce di divisioni.
Martina ha parlato della divisione in colonna e Riccardo della divisione in
tabella.
Così anche lei è riuscita a capire la procedura della divisione.
Anche a me sarebbe piaciuto spiegare la divisione, ma essendo molti
bambini non potevamo parlare tutti. Spero che la prossima volta possa
spiegare a lei come hanno fatto alcuni dei miei compagni.
MADALINA
Venerdì mattina ho fatto un’esperienza molto interessante: in classe ci
siamo collegati con la nostra compagna malata. Io e i miei amici le abbiamo
spiegato le divisioni. Sono molto contenta di aver aiutato una amica che è
a casa ammalata.
SILVIA
La mia esperienza mentre stavamo raccontando un po’ la divisione è
questa: mi sono sentita abbastanza orgogliosa. Appena la maestra Paola ha
acceso la web–cam mi sono sentita molto eccitata. Io mi sono subito
proposta per raccontare la divisione in riga.
Prima che la vedessi in videoconferenza avevo idee confuse; col
collegamento ho visto che lei faceva le cose con sicurezza ed ero
veramente meravigliata. In quel momento pensavo a lei, intelligentissima,
capiva tutto, ed al primo colpo! Dopo mi sono sentita sollevata perché mi
sembrava che quel giorno tutti noi avevamo spiegato benissimo (o a me
sembra).
DAVIDE
La maestra oggi prima ci ha fatto ripassare la spiegazione della divisione e
dopo ci ha messi in contatto con la nostra amica.
La maestra Paola ci aveva detto di prepararci per spiegare la divisione,
così la mattina del collegamento abbiamo ripassato un po’ il discorso poi ci
siamo messi in collegamento con lei. Le abbiamo spiegato tutto e lei ci ha
fatto delle domande, noi le abbiamo risposto andando alla lavagna oppure
restando al posto se la maestra girava verso di noi la telecamera Canon.
Mentre noi le spiegavamo la divisione la maestra ha pigiato un pulsante
che ha bloccato la telecamera, non se ne era nemmeno accorta. Alla
nostra amica era già capitato perciò lei ci ha dato delle indicazioni per
sbloccarla. La maestra le ha detto: -Sei più esperta di me di queste cose!
Lei ha capito le divisioni, noi siamo rimasti contenti anche di averla vista.
Alla fine ci siamo salutati e la maestra a noi ci ha detto: - Bambini, siete
stati proprio bravi.
A scuola abbiamo parlato con la maestra di misure di valore. La nostra
moneta è l’ euro (€) e la utilizziamo per fare tutti gli acquisti.
Abbiamo a disposizione 15 tipi di “euro “: 7 banconote e 8 monete. Le
monete sono fatte con metalli diversi e in forme diverse, anche i bordi
non sono tutti uguali.
Per completare una scheda abbiamo dovuto “meccanizzare” il cervello
perché dovevamo calcolare per ogni tipo di moneta euro cent quante ne
servivano per formare un euro.
Osservando le monete abbiamo notato che quasi tutte hanno il bordo
diverso (sinceramente molti di noi non ci avevano mai fatto caso); la
maestra ci ha proposto di classificare tutte le monete e noi le abbiamo
classificate secondo il loro bordo che abbiamo così definito:
• liscio
• scavato
• zigrinato
• a onde lisce
• con simboli incisi
• alternato (liscio e zigrinato)
Abbiamo fatto l’insieme delle monete (la maestra l’ha definito INSIEME
UNIVERSO) e dentro abbiamo inserito gli insiemi Z (zigrinato) e L
(liscio).
Abbiamo iniziato a sistemare le monete, ma abbiamo avuto un problema:
non era facile trovare il modo giusto per inserire la moneta da € 1 (bordo
liscio e zigrinato n.d.r.), per questo abbiamo fatto diverse ipotesi ma per
vari motivi non erano giuste, finalmente ne abbiamo trovata una
abbastanza corretta.
Però la maestra ne aveva un'altra in mente e quindi ci ha aiutato a
scoprire la soluzione più giusta prendendo due cerchi da palestra di colore
diverso.
Dopo alcuni tentativi siamo riusciti a formare 3 insiemi con solo due
cerchi, sovrapponendoli in parte. Abbiamo quindi scoperto una nuova cosa:
lo spazio che si forma tra i due insiemi contiene elementi che hanno tutte
e due le caratteristiche e si chiama INSIEME INTERSEZIONE.
M Insieme delle monete
L Bordo liscio
Z Bordo zigrinato
Alcune proposte non accettate
Proposta accettata da alcuni Proposta di Alice
Successivamente abbiamo descritto le monete evidenziando due
caratteristiche: il colore e il bordo. Bisognava scrivere se la moneta era
gialla o non gialla e se aveva il bordo zigrinato o non zigrinato.
Dopo le abbiamo classificate; le classificazioni si possono fare con diversi
diagrammi, ecco quelli che abbiamo utilizzato noi:
� diagramma di Venn
� diagramma ad albero
� diagramma di Carroll
Diagramma di VENN
Legenda
M Insieme Universo delle monete
Z Monete con bordo zigrinato
G Monete di colore giallo
Diagramma ad ALBERO
MONETE
GIALLE NON GIALLE
Zigrinato Non zigrinato Zigrinato Non zigrinato
Diagramma di CARROLL
Infine abbiamo risolto e inventato problemi con l’euro, anche usando delle
schede.
Con la maestra Inuccia abbiamo ricalcato su carta lucida un disegno che
rappresentava un paesaggio montano; abbiamo individuato i tipi di linee
che formavano il disegno dando loro un nome:
− seghettate
− curve
− ondulate …..
Successivamente con la maestra Paola abbiamo riparlato dell’argomento e
abbiamo scoperto che le linee possono essere:
− dritte (orizzontali, oblique, verticali)
− spezzate, a segmenti
− miste come un cono con il gelato
− aperte, come una corda
− chiuse, come un cappello
Le abbiamo anche disegnate le linee: con un puntino si segnalava la
partenza e con un altro l’arrivo, così si potevano riconoscere facilmente le
linee aperte (inizio e fine non combaciano)
Abbiamo anche imparato che le linee possono essere incidenti o parallele
(le linee sono incidenti quando si scontrano e quindi non sono parallele).
Con una scheda abbiamo messo alla prova la nostra capacità di:
� riconoscere le linee aperte e quelle chiuse
� “portare” la linea alla propria definizione
� disegnare la linea seguendo la definizione
Linee con ”l’inganno”
La maestra ci ha disegnato delle linee alla lavagna e noi dovevamo scoprire
attraverso le informazioni che lei ci forniva se le linee erano aperte o
chiuse.
Però due di queste linee avevano uno spazio chiuso (intreccio) che ci ha
messo in difficoltà; per questo abbiamo discusso finché qualcuno ha
esclamato: “E’ aperta! Perché l’inizio e la fine non coincidono.
Abbiamo capito che le linee possono essere semplici o intrecciate (aperte
o chiuse).
La maestra Inuccia poi ci ha fatto fare un disegno a nostro piacere,
usando le linee che avevamo imparato come elemento decorativo.
Linee al computer: magia di Paint.
Infine siamo andati al computer e, a coppie, abbiamo rappresentato alcuni
tipi di linea.
� Io ero in coppia con la mia amica Chiara e ci siamo divertite molto
perché volevamo colorare un tipo di linee e le linee scomparivano,
anche se però alcune sono rimaste. Erano linee che non avevano uno
scopo erano come ”linee sparse nell’universo”.
� Quando volevamo chiudere, ci siamo accorte che mancava un tipo di
linea: la linea mista, poi però non ci riusciva farla perché abbiamo
provato a fare un quadrato, non chiuso e un cerchio che completava il
quadrato, abbiamo cancellato metà del cerchio però si cancellava tutta
la forma, allora abbiamo provato col lapis ed è venuta la forma
“perfetta” e è venuta bene.
� Siamo andati al computer e abbiamo disegnato le linee squadrate,
tonde… insomma dovevamo fare un disegno. Potevamo scancellarlo o
cambiare colore o anche fare un disegno astratto o anche uno
scarabocchio poi dovevamo salvarlo. A me è piaciuto molto e mi sono
divertita tantissimo, spero di rifarlo e fare molte cose nuove.
� Durante il lavoro abbiamo disegnato delle linee al computer, anche in
modo che si poteva colorare al centro cioè chiuse. Questo lavoro lo
abbiamo fatto a gruppetti e mi è piaciuto molto.
� Quando sono andata al computer con Alice, abbiamo usato le linee “che
si inseguono”, formando uno scarabocchio, che poi all’improvviso si è
colorato di azzurro come lo “sfreghetto” lì accanto. Sembrava una
rosa, ma anche un diamante. Gli abbiamo fatto uno sfondo celeste
chiaro e ci abbiamo scritto i nostri nomi.
� Al computer io e la Sara abbiamo disegnato linee ma non disegni,
qualcosa a piacere: non vero e non fantastico. Mi sono divertita molto
facendo delle linee intrecciate e “a scontro” e poi dove c’era lo spazio
lo coloravamo. Avevamo fatto una specie di farfalla, non so cosa fosse.
Accanto in un rettangolo ci abbiamo scritto i nostri nomi.
I NOSTRI QUADRI
La prima volta che ho sentito “Diario di Bordo” ho pensato: “Chissà cos’è?”
Quando ho sentito la parola “Diario di Bordo” mi è venuta in mente una
barca che si muove.
Il Diario di Bordo mi è piaciuto perché:
• Ho scoperto un modo per sintetizzare un testo molto lungo.
• Così si racconta tutte le nostre esperienze.
• Se non mi ricordo qualcosa vado a rivederla.
• Quando ho riletto la parte della Videoconferenza, il Diario di Bordo
mi ha rievocato tutte le emozioni provate.
• Mi ha insegnato a spiegare e ad arricchirmi di informazioni.
• E’ stato divertente ed emozionante.
• Mi ha fatto ricordare molte cose.
• Mi ha dato un aiuto.
• Se qualcuno vuole andare a vedere le cose fatte le legge lì.
• E’ emozionante raccontare quello che si è fatto a scuola.
• Così rievoco tutte le esperienze.
• Siamo potuti andare nell’aula computer e lavorarci.
Con il Diario di Bordo ho scoperto che:
• Esisteva il Diario di Bordo.
• Non è semplice farlo.
• Sintetizzare non è semplice come credevo.
• Il Diario di Bordo è come un documento perché fa imparare nuove
cose e poi si può rileggere e ricordare le cose fatte.
Con il Diario di Bordo ho imparato a:
• Scrivere solo le informazioni più importanti.
• Scriverci tante cose.
• Capire parole che non conoscevo neanche.
• Trasmettere i miei sentimenti, le mie opinioni…
• Capire il giusto e lo sbagliato.
• Scrivere con un limite di righe.
• Ricomporre le varie attività che abbiamo fatto.
Il Diario di Bordo mi è servito anche a:
• Capire le opinioni degli altri.
• Messaggiare/parlare con la nostra amica malata.
Il Diario di Bordo mi è sembrato utile per:
• Noi, che abbiamo scoperto nuove cose.
• La maestra, così può capire se abbiamo compreso le attività fatte..
• La nostra compagna malata perché può sapere cosa facciamo a
scuola.
In conclusione:
Non abbiamo perso tempo facendolo perché riscrivendo le attività
impariamo sempre nuove cose.
Il presente Diario di Bordo è stato realizzato durante l’anno scolastico
2004/2005 dagli alunni della classe 3^ della Scuola Primaria di Catena, 2°
Circolo Didattico di Quarrata.