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DiarioWHY_novembre2012

Date post: 23-Mar-2016
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giornalino associativo di WHY Onlus
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IL DIARIO DI WHY Notizie dal mondo di WHY Onlus > n° 20 > novembre 2012 R ieccoci! Questo nuovo numero del Dia- rio di WHY arriva dopo una lunga pau- sa “editoriale”, ma il nostro lavoro non si è mai fermato, attività e progetti proseguo- no bene, come testimoniano i vari report sul nostro sito www.whyinsieme.org! In questo 2012, in particolare, abbiamo cer- cato di portare avanti la complicata opera di rilancio, di assestamento e di crescita dell’Associazione: uno sforzo necessario e che rischia spesso di essere “accantonato” in favore delle mille altre priorità da segui- re. Questo ci ha impegnato non poco e ci sta impegnando tutt’ora per l’80 % delle nostre forze. Ciò nonostante nessun progetto è stato tra- scurato: tutti procedono, alcuni a rilento, ma di certo con entusiasmo. Ovviamente non tutto è positivo, e nulla è mai semplice, specie in questi periodi di incertez- za sia economica che di valori. Non nascon- do che, come sta succedendo in tante realtà come la nostra, anche WHY fa fatica a reperi- re volontari che con costanza diano una mano nel grosso lavoro di gestione, sensibilizzazio- ne e sostegno. In ogni caso, anche se con fatica, volontari collaboratori e direttivo sono sempre alla ri- cerca e propongono continuamente qualche evento o progetto per portare avanti le nostre opere. In questo giornalino troverete come sempre illustrata tutta la nostra attività degli ultimi tempi, i progetti già in essere e quelli che in
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il diario di whyNotizie dal mondo di WHY Onlus > n° 20 > novembre 2012

rieccoci! Questo nuovo numero del Dia-rio di WHY arriva dopo una lunga pau-sa “editoriale”, ma il nostro lavoro non

si è mai fermato, attività e progetti proseguo-no bene, come testimoniano i vari report sul nostro sito www.whyinsieme.org! In questo 2012, in particolare, abbiamo cer-cato di portare avanti la complicata opera di rilancio, di assestamento e di crescita dell’Associazione: uno sforzo necessario e che rischia spesso di essere “accantonato” in favore delle mille altre priorità da segui-re. Questo ci ha impegnato non poco e ci sta impegnando tutt’ora per l’80 % delle nostre forze.Ciò nonostante nessun progetto è stato tra-scurato: tutti procedono, alcuni a rilento, ma di certo con entusiasmo.Ovviamente non tutto è positivo, e nulla è mai semplice, specie in questi periodi di incertez-za sia economica che di valori. Non nascon-do che, come sta succedendo in tante realtà come la nostra, anche WHY fa fatica a reperi-re volontari che con costanza diano una mano nel grosso lavoro di gestione, sensibilizzazio-ne e sostegno.In ogni caso, anche se con fatica, volontari collaboratori e direttivo sono sempre alla ri-cerca e propongono continuamente qualche evento o progetto per portare avanti le nostre opere.In questo giornalino troverete come sempre illustrata tutta la nostra attività degli ultimi tempi, i progetti già in essere e quelli che in

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futuro ci permetteranno di implementare il nostro operato, insieme ad altre notizie che secondo noi meritano spazio e attenzione. Sono tante le novità che abbiamo da rac-contare!Innanzitutto voglio ringraziare di cuore Sara e Andrea che da vari mesi ci aiutano nel coor-dinamento a Zanzibar: per ora in forma direi volontaria, ma che da gennaio 2013 lavore-ranno con noi come coordinatori a tutti gli effetti. Auguro a loro un buon lavoro e tanta pazienza!Anche a Trento l’autunno ci ha portato delle novità: Arianna collabora ora con Martina in ufficio (e non solo) per la ricerca di fondi, l’or-ganizzazione di eventi, la presentazione dei progetti, e le tante altre attività che necessa-riamente devono essere portate avanti.Questo ha portato dei cambiamenti anche nel direttivo: abbiamo Chiara e Laura come nuo-ve consigliere; Cristina è passata a seguire segreteria e promozione per la Muba Guest

House, Marisa cura i rapporti con i collabora-tori e i volontari, Renata è ora vice presidente e tesoriera, e il sottoscritto è presidente.Tutto questo “movimento” ci fa ben sperare, sopratutto per il nuovo anno durante il qua-le ci lanceremo in nuove sfide, sperando che tutti i nostri soci e simpatizzanti abbiano an-cora la voglia di collaborare al noto fine che questa Associazione si è posta.

Se la lettura di questo giornalino vi avrà su-scitato curiosità, emozioni, domande o per-plessità, siamo a vostra disposizione per approfondire e spiegare, chiarire, o anche semplicemente per una chiacchierata in compagnia… Gli incontri settimanali presso la sede di Trento proseguono sempre, e le porte sono sempre aperte per chi ha voglia di aiutarci! Buona lettura!

per WHY |Mauro |

Dopo un anno e mezzo si è concluso il proget-to che ci ha visti impegnati nel sostegno alla scuola del villaggio di Mtende.Il progetto, finanziato dalla Provincia Autono-ma di Trento, prevedeva la ristrutturazione, l’ampliamento e l’allestimento del complesso scolastico già esistente per dotare la comu-nità di strutture educative (scuola primaria, scuola secondaria, biblioteca e aula pc) in grado di ospitare tutto il ciclo della scuola dell’obbligo che, per indicazioni governati-ve, parte dalla scuola primaria e si conclude con la IV superiore. Nel 2010 WHY aveva già provveduto alla ristrutturazione della scuola materna. L’intervento si è realizzato a Mtende, villaggio situato nella Regione Sud dell’isola di Ungu-ja a circa 50 km dalla capitale. È un villaggio rurale, situato in una zona coltivata a riso, ce-reali locali e alberi da frutto, completamente estraneo ai circuiti turistici, di massa e non.Il centro scolastico esistente serviva tutta la popolazione, ma gli edifici versavano in pes-sime condizioni e non erano un luogo sicuro e adatto ad ospitare il percorso formativo di bambini e ragazzi in età scolare. L’edificio uti-

lizzato per la scuola primaria è stato costruito nel 1945 e quello utilizzato per la scuola se-condaria nel 1969: da allora le costruzioni non hanno ricevuto ulteriori interventi di mante-nimento o ristrutturazione col conseguente degrado delle strutture. La necessità di un intervento ci era stata se-gnalata dalla comunità di Mtende ed in par-ticolare dal comitato scolastico con il quale collaboriamo da tempo attraverso il sostegno all’asilo.I lavori di ristrutturazione del Polo Scolastico di Mtende sono cominciati il 4 agosto 2010, approfittando della chiusura delle scuole per il Ramadan e si sono conclusi nella primavera del 2012. Non sono stati pochi i problemi sorti durante i lavori. In particolare, il rifacimento del tetto ha richiesto un’attenzione particola-re perché era in parte realizzato con pannelli in eternit. Pur essendo prevista, nel proget-to iniziale, la sostituzione dei tetti, non si era subito pensato ad un sistema di smaltimento in sicurezza dei pannelli. In tutta l’isola non è previsto nessun trattamento speciale per i rifiuti tossici e inquinanti come l’eternit, ed essendo un’abitudine locale quella di lascia-

laVori CoNClUSi al Polo di MTENdE! i raGaZZi dEl VillaGGio haNNo UNa SCUola TUTTa NUoVa, E FiNalMENTE lE lEZioNi SoNo riCoMiNCiaTE

>> Alcuni momenti dell’inaugurazione

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Più notizie, immagini e approfondimenti sul nostro sito www.whyinsieme.org

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re i materiali di scarto al libero riutilizzo da parte delle famiglie residenti nei dintorni, si è pensato ad un sistema di smaltimento che tuteli la salute della popolazione locale dagli effetti nocivi che i pannelli di eternit possono provocare.In uno spazio libero all’interno del lotto di ter-reno del Polo Scolastico, è stata scavata una buca dentro la quale è costruita una vasca di cemento, sigillata sempre con il cemento, dove sono stati collocati i pannelli di eternit. Il progetto ha previsto, oltre alla ristruttura-zione, una serie di attività per migliorare la preparazione degli insegnanti e in generale la qualità e il livello educativo della scuola (incontri con insegnanti e allievi, fornitura di materiali didattici, attività con i volontari).Oggi il polo scolastico è pienamente operati-vo. Tutte le strutture sono state rinnovate, le

aule allestite con nuovi arredi ed è stato di-stribuito il materiale didattico. Ora i tanti ra-gazzi che attendevano di avere un luogo ade-guato per seguire le lezioni possono accedere alle aule.L’inaugurazione del nuovo complesso si è svolta nel mese di maggio, è stato per noi e per tutta la comunità di Mtende un momento molto importante che ha visto la partecipazio-ne del Ministro dell’educazione e di tantissi-me persone provenienti da diversi villaggi. Pertanto non ci resta che ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a rendere possi-bile questo traguardo, e augurare buon lavoro a tutti i ragazzi e le ragazze che frequenteran-no il Polo, e ai loro insegnanti!

per WHY Zanzibar |Arianna |

>> La libreria, con scaffali in muratura, più robusti

Le attività a Zanzibar proseguono abbastan-za bene. Come anticipato nell’editoriale, tutte sono monitorate dal nostro staff con la supervisione di Sara e Andrea, che da gen-naio diventeranno nostri coordinatori a pie-no titolo. Ovviamente dopo un periodo così lungo di incertezze sia organizzative che di coordinamento, dovuto a motivi ormai noti, non si poteva pretendere di aumentare tan-to anche la qualità del lavoro nei progetti, e la professionalità dei collaboratori che vi sono impegnati. Questa, specie negli asili, è una questione che ci preme molto e che da tempo ci siamo posti come obiettivo: vista la lacunosa offerta dei corsi di aggiornamento ministeriali a disposizione degli insegnanti, e la latitanza del Ministero dell’istruzione, dovremo pensare ad un sistema gestito da noi per dare alle maestre gli input e la pre-parazione in più necessari per migliorare il loro lavoro, e quindi il servizio educativo offerto ai bambini. È questa una tra le nuo-ve sfide che affronteremo l’anno prossimo, che ci impegnerà molto anche negli anni a venire e che ormai si pone come una neces-sità inderogabile.

Per formare le maestre con personale com-petente e corsi adeguati, l’idea è quella di sfruttare la nostra nuova struttura, il Polo

professionale in realizzazione a Jambiani ecostruito con i finanziamenti della Regione TAA, ma soprattutto con l’aiuto dell’azienda milanese Baci&Abbracci e l’interessamento di Alberto Caffi.La struttura, dopo varie modifiche proget-tuali subite in corso d’opera e alcuni ritar-di nei lavori di costruzione dovuti agli im-mancabili contrattempi, ha definitivamente preso corpo, ed oggi è quasi ultimata. Ora necessita solo del materiale d’arredo e del-le forniture, e una volta completata sarà a disposizione sia per noi di WHY che per la popolazione di Jambiani e dintorni, che po-trà utilizzarla come centro di aggregazione.

Altra importante struttura che stiamo re-alizzando, con parecchio sacrificio ma che da tempo era nei nostri sogni, è la casa di WHY: un posto tutto nostro da utilizzare per le tante attività che svolgiamo a Jambiani, e che ci libera dal continuo aumentare degli affitti delle strutture locali, diventati ormai proibitivi. Si tratta di una casetta con 2 ap-partamenti, realizzata nei pressi del Polo, che andrà ad ospitare i vari volontari che scenderanno per i campi annuali, ma anche per quelli reclutati ad hoc per tenere corsi specifici al Polo e che naturalmente neces-siteranno di un alloggio.

>> Il Polo di WHY a Jambiani. La struttura è ultimata, ora mancano solo gli arredi interni e il giardino esterno.

UlTiME da JaMBiaNi

>> ZaNZiBar

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“A memoria d’uomo non si è mai vista acqua tanto alta” si mormora in paese. E in effetti il mare è arrivato dove non si era mai spinto prima. Per chi è stato a Jambiani: ha lambito il giardino dell’asilo di Mwendawima!Oltre ad aver allagato diverse abitazioni, si è portato via una bella fetta di spiaggia, come potete vedere dalla foto che è stata scattata allo Starfish, il ristorantino di fronte alla no-stra Muba GH. Il “muro” che arriva alle spalle del ragazzo con la maglietta bianca non esi-steva: è il buco creatosi con il reflusso della sabbia. Ora si può solo aspettare che il mare la restituisca, pole pole…

A novembre, all’annuale bando della Provin-cia Autonoma di Trento per progetti di coo-perazione allo sviluppo, WHY presenterà una richiesta di intervento a sostegno della clinica di Jambiani.Il centro sanitario funge da pronto soccorso per tutti gli abitanti di Jambiani e dei villaggi limitrofi di Kitogani, Paje e Bwejuu e in parti-colare è punto di riferimento al momento del parto per tutte le donne di queste comunità, e per le vaccinazioni dei bambini al di sotto dei cinque anni. La clinica versa da anni in pessime condizioni. L’obiettivo del progetto è di migliorare la struttura attraverso il ri-facimento del tetto (attualmente in eternit!), dell’intonaco, dei serramenti, dei pavimenti,

del sistema elettrico e dei servizi igienici, e la completa ristrutturazione e l’allestimento de-gli ambulatori di ginecologia e ostetricia, che necessitano di nuova strumentazione. In collaborazione con il partner locale, l’ONG Tuishi, si è pensato di dedicare una parte del progetto anche alla formazione con l’orga-nizzazione di corsi di aggiornamento per il personale medico sulle cure materno/infantili e sugli stessi temi dei corsi di formazione per le donne dei villaggi coinvolti. Vi terremo informati sull’esito del bando nel prossimo numero!

per WHY Zanzibar |Arianna |

UN ProGETTo TUTTo NUoVo: la CliNiCa di JaMBiaNi

Inoltre, la struttura potrà servire anche per eventuali turisti in caso di over-booking presso la nostra Muba guest house o per permanenze particolarmente lunghe, of-frendoci così l’occasione di un’ulteriore fon-te di raccolta fondi da destinare ai progetti.Nelle nostre intenzioni la casa di WHY sarà il centro delle nostre attività zanzibarine, e speriamo di poterla sfruttare al meglio!

Passando agli asili, quello di Kikadini è in fase di ristrutturazione, con la costruzione ex-novo della cucina/dispensa, il rifacimen-to dei bagni, delle pavimentazioni nelle aule e di tutto l’impianto idraulico, per garantire uno standard igienico più idoneo alla strut-tura in genere. Questo intervento è stato possibile grazie alla fondazione Aiutare i Bambini di Milano, che ringraziamo per l’at-tenzione e anche per la pazienza…!Anche gli altri asili saranno interessati da opere di ristrutturazione, specie per quanto riguarda gli esterni e l’arredo dei giardini.L’asilo di Sogeani è già stato rinnovato, e nelle aule è stato sostituito il vecchio pavi-mento in cemento, sempre rotto, con delle piastrelle in ceramica.Ma come dicevamo all’inizio, gli interventi maggiori negli asili verranno fatti sul per-sonale. Sara e Andrea, appena entreranno a pieno regime lavorativo con noi, saranno concentrati specialmente su questo obietti-vo: dare una marcia in più a tutti, per miglio-rare ancora la realtà scolastica promossa

nelle opere di WHY. In questi anni siamo riu-sciti a portare l’istruzione di base in villaggi dove c’era poco o nulla. Ma non basta anco-ra, e si può migliorare tanto. Sarà un lavoro lungo e sicuramente non facile, visto il ritmo “lento” e poco stimolato con cui le maestre sono abituate ad operare, ma ci vogliamo provare! Queste sono solo alcune delle attività at-tualmente in corso a Zanzibar, e molte altre sono in cantiere: ci sono tante idee rispetto alle attività da proporre con il Polo, tutte da sviluppare; ma c’è anche la ristrutturazione della clinica pubblica di Jambiani (cui dedi-chiamo un articolo a parte); la promozione turistica della Muba Guest House, che fino ad oggi ci ha dato grandi soddisfazioni ma che anch’essa può darci ancora di più; la preparazione del prossimo campo di lavoro per volontari; eccetera eccetera…Di sicuro nei prossimi mesi non ci sarà da annoiarsi, anzi: WHY è più che mai attiva, su più fronti, e speriamo che con gli investi-menti fatti negli ultimi tempi, specie a livello di figure professionali, riusciremo a reggere bene tutte queste sfide.L’augurio che ci vogliamo fare è sempre questo: di trovare sempre più forze, più sti-moli, più entusiasmo per un futuro più se-reno e in sinergia con la popolazione locale.

per WHY Zanzibar |Mauro |

>> Casa WHY. I lavori sono ancora in corso, ma siamo ottimisti: dovremmo finirla per la primavera prossima!

>> La cucina di Kikadini, che va a sostituire quella inmakuti, fragile e spesso inutilizzabile sotto le forti piogge!

MarEGGiaTa a JaMBiaNi: Mai ViSTo UN MarE CoSì!

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>> iTalia

Scambio reciproco: è questo il concetto che sta alla base di questo piccolo progetto. Scambio di cosa? Di conoscenze, prima di tutto. Informazioni, modi di vedere e fare le cose, di vivere le proprie tradizioni e culture…E perché reciproco? Perché vorrebbe essere il più possibile alla pari. Non c’è interesse a far emergere un “meglio” rispetto ad un “peggio”, o un “giusto” rispetto ad uno “sba-gliato”. Semplicemente si vuole mettere in contatto, e non necessariamente a confron-to, gruppi di bambini zanzibarini e italiani, che vivono quindi luoghi diversi, climi diver-si, vite diverse, culture e tradizioni diverse, che hanno abitudini diverse, affrontando così questo tema così attuale – la diversità – in modo giocoso e soprattutto costrutti-vo. E vedere cosa ne viene fuori: i bambini sanno sorprendere nel trovare il lato bello e positivo delle cose!Perché in realtà questi bambini hanno anche tanto in comune. Tutti loro giocano, sognano, amano imparare cose nuove, e hanno un fu-turo accomunato da un’analoga realtà: quel-la della così detta globalizzazione, che porte-rà le loro generazioni ad un contatto sempre più frequente e profondo tra le varie culture e i popoli del pianeta, con tutte le ricchezze

e le difficoltà che già tutti noi conosciamo. Una realtà, questa, concreta e in espansione, e per questo abbiamo tutti il dovere e la re-sponsabilità lavorare per renderla positiva e costruttiva per noi e per le future generazio-ni, e non lasciare che si manifesti in un mo-tivo di disagio. Per dare il nostro piccolo contributo abbia-mo deciso di partire da un concetto mol-to semplice: se una cosa la conosci non la allontani, e anzi hai tutti gli strumenti per saperla accogliere, offrendo rispetto e chie-dendo rispetto nel modo giusto.Ecco, il progetto RACCONTAMI UNA STORIA LONTANA! si propone come un piccolo pas-so in più verso questa diffusione di reciproca conoscenza tra comunità “lontane”, e lo fa partendo dai bambini. E qual’è il modo mi-gliore per insegnare qualcosa ai bambini? Raccontare loro una a favola!L’idea è semplice: con la collaborazione di tre classi scelte nei nostri asili a Zanzibar (Jumbi, Kikadini e Mwendawima) e tre classi trentine (asilo di Vigo Meano, asilo di Villaz-zano, e la classe prima delle elementari di Calceranica al Lago) abbiamo scelto ed ela-borato sei favole, illustrate dai bambini con l’aiuto delle maestre e, nel caso degli asili

di Zanzibar, dei nostri volontari. Le classi hanno avuto piena libertà nella scelta della loro favola, unica richiesta: che fossero pre-senti elementi tipici dei luoghi di provenien-za, come animali, ambienti, climi, cibi, ecc… In questo modo le favole possono diventare un primo mezzo per iniziare a far conoscere ai rispettivi gruppi i loro “colleghi” lontani. Queste sei favole andranno a comporre un libro bilingue – italiano e kiswahili – che, accompagnato da materiale illustrativo, im-magini, racconti e video verrà portato in giro per le scuole interessate, trentine e

non, e a Zanzibar presso i nostri asili, per fare una “chiacchierata” insieme ai bambini e ragionare insieme sui vari temi emersi.I primi incontri “sperimentali” con alcune classi trentine si sono rivelati più che sod-disfacenti: i bambini si sono mostrati molto interessati, hanno fatto un mare di domande su tantissime cose, hanno visto che ci sono tanti modi diversi di giocare e di “essere bambini”, e sono fioccate le proposte per at-tività correlate da sviluppare in altri incontri.Si tratta di un progetto assolutamente nuovo per noi, e quindi col tempo potrà essere svi-luppato in vari modi anche in collaborazione con gli insegnanti e in base ai programmi dei bambini: speriamo che venga ben accolto e che soprattutto possa davvero far crescere la voglia di scoprire la ricchezza che c’è nel conoscere “gli altri”!

Grazie alla Provincia Autonoma di Trento abbiamo ricevuto i finanziamenti necessa-ri per realizzare il libro che, naturalmente, una volta realizzato verrà anche messo in vendita, come mezzo di raccolta fondi per i nostri progetti.

per WHY Trento |Martina |

iMPariaMo qUaNTo è riCCa la diVErSiTà: “raCCoNTaMi UNa SToria loNTaNa!”

>> I bambini di Jumbi, uno degli asili coinvolti a Zanzibar, disegnano la loro storia, che parla di amicizia e animali…

>> La classe di Calceranica, che ha anche inventato la sua storia: protagonista una pigna… luminosa!

>> Parte del progetto prevede un “viaggio immagi-nario” a conoscere Zanzibar per i bambini italiani, accompagnati da simpatici animali viaggiatori.Lo stesso verrà realizzato per i bambini degli asili di Zanzibar, che “visiteranno” così il nostro Paese.

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Turisti di ViaggieMiraggi, turisti di pas-saggio, backpackers, e tanti amici hanno potuto conoscere quest’anno la nostra piccola Muba guest house.Sono oltre settanta le persone che vi hanno pernottato nel 2012!Visto il successo della nostra iniziativa e il sostegno che ne deriva per le nostre attività, abbiamo deciso di rafforzare ulte-riormente le opportunità offerte ai turisti di vivere una vera esperienza di turismo re-sponsabile. Abbiamo aumentato il numero di escursio-ni “solidali”, come la cena presso una fami-glia locale o la visita al progetto di apicoltura.Inoltre, per promuovere la guest house all’estero, abbiamo tradotto il sito internet in inglese e a breve saranno online anche le pa-gine in tedesco e francese. Il 5 ottobre abbiamo organizzato, in colla-borazione con Tremembè e GTV Onlus, un incontro a Rovereto presso The HUB per ri-flettere e confrontarsi sul tema del turismo responsabile nei Paesi in via di sviluppo. Tutte tre le Associazioni sono da anni impe-gnate nel sostegno a iniziative di turismo re-sponsabile affinché queste possano diventare per le popolazioni locali fonte di autofinanzia-mento nel rispetto dei territori, delle culture e

delle persone. L’incon-tro è stato un viaggio virtuale fra tre conti-nenti: prima in Vietnam, con l’esperienza di ecoturismo, poi a Zanzibar con la nostra guest house, per giungere in Brasile con la rete di turismo comunitario TUCUM.Alla serata hanno partecipato anche Paolo Grigolli del TSM e Fabio Sacco di Antipodi Tourism che hanno contribuito a riflette-re sul significato di turismo responsabile e sulla commercializzazione di queste mete turistiche.

per WHY Zanzibar |Arianna |

Continuano a susseguirsi le tappe che ve-dono esposta la nostra mostra fotografica, realizzata dal campo di volontari 2010 e pro-posta per la prima volta nel giugno 2011.Col tempo ci stiamo sempre più “specializ-zando”, sia negli allestimenti dell’esposizio-ne che nell’animazione delle serate di inau-gurazione, anche grazie al coinvolgimento dei tanti amici di WHY che ci hanno fatto da apripista nei luoghi dove siamo stati.Certo, trovare delle location disponibili e abbastanza grandi e accoglienti, portare a spasso i 54 pannelli delle fotografie nel loro valigione pesantissimo, organizzare la serata di inaugurazione e gestire il periodo di esposizione, non è un impegno da poco. Serve la disponibilità di volontari che diano una mano, di persone che offrano tempo ed energie perché il tutto venga allestito e se-

guito adeguatamente… E anche in questo la mostra è stata un’iniziativa che ci ha portato tante soddisfazioni: in ogni luogo in cui sia-mo stati abbiamo trovato persone disponibi-li ed entusiaste all’idea di darci una mano, propositive, aperte a creare momenti di ag-gregazione e conoscenza che andavano ben oltre la sola esposizione delle fotografie, rendendo il lavoro organizzativo piacevole e costruttivo.Qui vogliamo ringraziare proprio queste persone, che tanto ci hanno dato, e che ci hanno permesso di far conoscere in giro WHY, la nostra attività, e di raccogliere fondi per i nostri progetti.E speriamo che possa essere un esempio per stimolare altri a proporre la nostra mo-stra nelle loro città! Per avere informazioni scrivete a [email protected].

TUriSTi SEMPrE PiU’ rESPoNSaBili!

alTrE TaPPE PEr la MoSTra iTiNEraNTE di why

iNFo E PrENoTaZioNi SU:mubaguesthouse.wordpress.comwww.whyinsieme.org (menù viola a destra, TURISMO RESPONSABILE)

>> Serata a Montevaccino,con i ragazzi del Gruppo Giovani

>> Serata a Rovereto, dedicata alle donne, nella suggestiva scenografia del Ristorante Doge, organizzata da Ornella e Stefania

>> Mauro, Apt di Vezzano, ci ha portati nelle belle sale del Comune…

>> … Anna ed Elisabetta all’Officina degli Angeli di Negrar (VR), con concerto e aperitivo solidali

>> Mostra presso il Barycentrodi Trento, accompagnata da una cena etnica solidale

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Una rubrica dedicata ad argomenti che non riguardano direttamente le attività di WHY Onlus, ma che comunque ci sono vicini e ci teniamo a condividere con tutti i nostri ami-

ci e sostenitori. Eventi, notizie e iniziative di altre associazioni amiche: attraverso la reciproca collaborazione potremo fare cose ancora più grandi!

>> alTrENoTiZiE

Avevamo già parlato di Nonno Luigi Panze-ri, e della sua enorme opera di solidarietà a Ndugu Zangu, nel Diario numero 18.Missionario laico, nel 1996 Nonno Luigi fonda nel poverissimo territorio Samburu (Kenya), una comunità di giovani chiamata “Ndugu Zangu”, che significa fratellanza. Qui vi trovano ospitalità bambini orfani e pa-recchi giovani ai quali viene offerta un’istru-zione di base e assistenza sanitaria. La Co-munità dispone di un’ampia zona coltivata che le permette di sostentarsi, e di avere una piccola economia interna dando lavoro e permettendo alle famiglie del posto di man-tenersi. Nel 2001, Nonno Luigi ha iniziato i “Viaggi della speranza”, quando si è chiesto cosa potesse fare per i tanti bambini affetti

dalle gravi cardiopatie che sono diffusissime in quella zona.Grazie alla sua tenacia e all’aiuto di molti medici ed istituzioni italiane ha così comin-ciato a portare questi bambini sia in Italia, presso diversi ospedali, che in Sudan, al Salam Center di Emergency, per poterli sottoporre agli interventi necessari. Grazie a questi viaggi, tanti bambini possono oggi avere un futuro nella loro terra.Diversi volontari e amici di WHY hanno già visitato il Nonno e la sua Comunità, altri si sono attivati per portare aiuto in varie forme.Speriamo che questo rapporto si consolidi ancora nel tempo! Questa estate è stata la volta di Eveline e Valentina, che qui ci rega-lano i loro ricordi.

Mercoledì 8 agosto. Dopo un lunghissimo viaggio, tra aereo, traffico di Nairobi e l’in-finita strada sterrata della savana kenyota, sono piombata nella profonda e fredda notte africana, in un posto che ancora dovevo sco-prire…Finalmente ero li, nella comunità di bambini cardiopatici fondata da Nonno Luigi (così si fa chiamare). Il Nonno, un uomo che ha de-ciso di stabilirsi definitivamente a Oldonyro, in piena savana, e fondare Ndugu Zangu dove accoglie ed educa più di 200 tra ragazzi e bambini orfani, abbandonati, e poveri. Lu-igi è anche l’organizzatore dei “Viaggi della speranza”, viaggi che permettono ai bambini cardiopatici ospitati nella comunità di esser sottoposti a interventi chirurgici per ridonare

loro un cuore nuovo e la vita che gli spetta.Al mattino il canto del gallo svegliava tutta la comunità, compresi noi volontari. Scendevo dal letto, aprivo la porta, e l’aria fresca africa-na mi salutava. In lontananza sentivo sempre alcuni colpi di tosse: il Nonno in arrivo: dal suo buongiorno nasceva la nostra giornata in quel di Ndugu Zangu, seguito dalle urla dei bambini pronti per la colazione e il cinguettio degli uccellini. L’Africa al risveglio era un mix di sensazioni uniche che porterò sempre nel cuore. I primi raggi di sole che donavano alla terra quell’indimenticabile colore rosso acce-so, che abbagliava e incantava, il verde delle acacie con le loro affilate spine che brillavano attraverso le foglie, sotto un cielo azzurro che sembrava dipinto, la cornice delle immense nuvole bianche risaltava quell’infinito pae-saggio di emozioni intense.

Le giornate erano accompagnate da sguardi, sorrisi, carezze, urla, canti, giochi, passeg-giate, risate, chiacchiere, confidenze... Noi volontari avevamo un unico scopo: donare allegria.Il tutto terminava con gli occhi puntati al cie-lo, alla ricerca della stella più bella, più lumi-nosa. Impossibile da dimenticare quel cielo stellato, fatto di infiniti punti di luce, pronti a trasformarsi in stelle cadenti per darci la possibilità esprimere un desiderio. Che era forse quello di potersi sentire più utili, forse di riuscire a guarire tutti quei piccoli angiolet-ti neri, forse di poter tornare ancora in quel posto, che assieme alla sofferenza libera la testa e riempie cuore.

da Altrenotizie - Ndugu Zangu |Eveline |

Prima ancora di metterci fisicamente piede l’8 agosto scorso insieme a quelli che sareb-bero stati poi i miei insostituibili compagni di viaggio, a Ndugu Zangu dal Nonno Luigi c’ero già stata con animo e cuore nei mesi precedenti la partenza, attraverso i raccon-ti di alcuni volontari di WHY che mi avevano consigliato l’esperienza proprio come alter-nativa al campo volontari di Jambiani a cui ambivo, che però non sarebbe partito. E così conosco Eveline, mi faccio contagiare dal suo irrefrenabile entusiasmo e mi innamoro ulte-riormente del progetto coi bimbi cardiopatici. Di lì all’organizzazione logistica dello zaino da portare con me il passo è stato brevissimo e mai come stavolta posso dirmi soddisfatta e gratificata dall’aver seguito ancora una volta l’istinto in una scelta di cuore!Quello da Nonno Luigi è stato un viaggio nel viaggio. Arrivare, ognuno col proprio bagaglio di aspettative e speranze, in una realtà così assolutamente schietta e spiazzante è stato come perdere le scarpe - o abbandonarle da qualche parte presi dal desiderio irrefrena-bile di fondersi subito con quella natura – e camminare a piedi nudi sulla terra rossa afri-cana, piena di suggestione ma anche di aghi

di acacia che sanno ferire e lasciare tracce indelebili anche sui piedi più avvezzi ai terreni più sconnessi e dissestati. Ma è stato un po’ come farlo sapendo di camminare a fianco di compagni che all’occorrenza avrebbero sapu-to aiutarti a toglierle, quelle spine. E questo, si sa, fa un’enorme differenza in qualunque importante esperienza di condivisione. Buffo

VoloNTari a NdUGU ZaNGU, a CoNoSCErE il GraNdiSSiMo laVoro di NoNNo lUiGi

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come proprio gli aghi di acacia, al di là di ogni facile metafora, sembrino avventarsi su qua-lunque “inesperto viaggiatore” che vi passi di fianco, e come entrino così facilmente sotto-pelle quasi a volersi insinuare forzatamente e pungolare corpo e anima sulla realtà che ti circonda. Impossibile rimanerne impassibili. I colori, la luce e le suggestioni della savana africana sanno ispirare, ammutolire e infon-dere una sensazione di caldo e rassicurante benessere, pur sapendo di essere lì “ospite” nell’immenso giardino di leoni, iene, elefanti e bisonti. Di cicatrici da acacia ne portiamo tutti, noi di ritorno da questo viaggio a Ndugu Zangu, come sicuramente altri volontari pri-ma di noi.Ma è incredibile come, ogni volta che mi ri-miro quei segni sulle gambe, mi si accenda sempre un sorriso a tutto viso e ricominci ogni volta il vortice dei ricordi: le risate coi bambini, le “lezioni di bracialetti” impartite dalle loro piccole mani, le carezze, le chiac-chiere coi ragazzi più grandi sui loro pro-getti da adulti, i canti e le preghiere mano nella mano, l’entusiasmo dei piccoli come dei grandi nel rincorrere le bolle di sapone, l’orgoglio di Kamais nel portarci in giro per

la scuola nuova, la gioia di vivere e il talento di Topolino nel disegnare, colorare, tessere braccialetti con il suo unico braccino, la fra-tellanza e il senso di protezione dei più grandi verso i piccoli o quelli in maggiore difficoltà, il cuore che batte all’impazzata nel petto di Faith, gli slanci di affetto e la tenerezza negli occhi di Iruko – entrambi prossimi all’inter-vento chirurgico -, la gita nella savana col Nonno che ci illustra con orgoglio e ancora grande emozione i luoghi dove ha costruito il pozzo artesiano e la diga che portano acqua pulita all’intera vallata.E ancora gli occhi immensi e la perenne goc-cia al naso di Amos mentre ti sfinisce per essere preso in braccio e coccolato, le risa-te fino alle lacrime con i miei indimenticabili compagni di viaggio, le lunghissime chiac-chierate a cercare 1001 nuove risorse da sfruttare per dare una mano all’autososten-tamento della Comunità e al finanziamento dei “Viaggi della speranza”, l’indimenticabile tossire del Nonno a scandire il nuovo giorno. Il senso della vita, ritrovato e confermato ogni mattina all’aprire della finestra su quel pro-filo della collina delineato dalla tavolozza di rossi che coloravano l’alba nella savana.

Per ogni volontario che decida di intrapren-dere un’esperienza del genere, che la si chiami “campo volontari” o “vacanza social-mente utile”, penso sia inevitabile rimanere spiazzato davanti al richiamo fortissimo di quella terra e alla realtà che ti scaraventa di fronte e al tempo stesso sentirsi piccolissi-mo di fronte a tutto quello che ci sarebbe da fare. Ho smesso di chiedermi cosa posso fare io per l’Africa perché, da quando ho lasciato che l’Africa stessa mi entrasse nel cuore, non ho fatto che scoprire risorse che non sapevo nemmeno di avere.E non ho potuto eludere la crisi di coscienza e dei valori. Non c’è niente di più spiazzante e destabilizzante della crisi di valori che sanno generare esperienze così forti. Di buono c’è

che alla fine ti impone sempre una reazione, una presa di posizione. A volte segui solo il richiamo, ti fai guidare dall’istinto e lasci che sia l’Africa a mostrarti quel che potresti fare per lei. E sarà sempre comunque di più quel-lo di cui lei ti arricchirà, rispetto a quello che potrai regalarle tu.Un grazie speciale al Nonno Luigi, per l’espe-rienza di condivisione e l’accoglienza nella famiglia di Ndugu Zangu, e ai miei specialis-simi compagni di viaggio, Eveline, Cri, Katy, Stefano ed Ale senza i quali il mio viaggio non avrebbe avuto gli stessi colori caldi e brillanti. Ndugu Zangu twawatakia mema!

da Altrenotizie - Ndugu Zangu |Valentina |

Franco è un membro storico di WHY Onlus. Da anni infatti ci sostiene, insieme agli amici del Gruppo Gocce d’Amore di Napoli, finan-ziando alcuni degli asili realizzati a Zanzibar e passandoci a trovare annualmente a Jam-biani. Abitudine che ha rafforzato il rapporto con i bambini, le maestre e lo staff locale, e che permette a Franco di essere direttamen-

te aggiornato sull’andamento dei progetti di WHY.Dal 2011 Gocce d’Amore ha deciso di esten-dere il suo impegno di solidarietà realizzan-do un bel progetto in Tanzania (terraferma) a favore dei piccoli orfani di Lukobe. Ecco il racconto di Franco e Peppe, che hanno dato vita al progetto.

la NUoVa aVVENTUra dEll’aMiCo FraNCo E di GoCCE d’aMorE

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Lasciate le bianche spiagge di Jambiani, d’accordo con il direttivo di WHY al quale da sempre abbiamo affidato le cure degli asi-li, nel settembre del 2011 ci siamo imbarcati nell’avventura di Lukobe.Appena arrivati all’aeroporto di Mwanza, po-sta sulle rive del grande lago Vittoria, sentia-mo nel profondo che ci mancano i sorrisi dei bimbi degli asili, le allegre risate delle ma-estre, la pazienza di Juma e di Mr Omar, il continuo mutevole colore dell’oceano…Ed ancora di più sentiamo questo disagio quando, dopo una breve sosta, ci rechiamo in un villaggio a 15 km dalla città. Raggiungere questo villaggio infatti - sembra un assurdo - ci fa apprezzare le strade malconce tante vol-te percorse per raggiungere ad esempio gli asili di Uzi e Charawe! Si incrocia un traffico “bestiale” dove i pulmini (i dala-dala di Zan-zibar) sono come mosche sulla marmellata: tantissimi, stracolmi di persone, che vengo-no guidati alla solita maniera veloce ed irre-sponsabile. In più, il fenomeno delle moto-

taxi contribuisce non poco a creare problemi. Ci sentiamo frastornati, dopo 20 ore fra volo e sosta. E il viaggio si complica, inoltrandoci in un percorso sterrato pieno di buche e polvere ed un’infinità di bancarelle (leggi “negozi”) ai bordi dei due lati della strada che porta fino al villaggio di Lukobe.

Non sapevamo, a questo punto, cosa pen-sare su come avremmo potuto dare una mano - anche con l’aiuto di altre associazioni presenti - cercando se possibile di risolvere qualche problema a favore dei bambini. Ci trovavamo in una parte di mondo che pote-va bene configurarsi come parte di un girone dantesco! Non ci è voluto molto per capire che un problema da risolvere è (ed è immen-so) rappresentato dalla moltitudine di ragazzi che vivono in uno stato di abbandono. Abban-dono da parte delle famiglie e delle istituzioni pubbliche, che li costringe a vivere al di fuori di ogni definizione civile, imboccando presto la strada della rapina, del furto e della pro-stituzione.A Lukobe abbiamo preso contatti con Hisa-ni, un’Associazione esistente da una decina d’anni che ha costruito sul posto una casa che accoglie dagli 80 ai 120 bambini e ragaz-zi sino a 18 anni. Sono ragazzi abbandonati, alcuni già con trascorsi difficili, molti malati di AIDS e altre patologie. Hisani li assiste e

cerca di curarli, dando loro pasti e riparo.Abbiamo detto che CERCA di curarli, perché si avvale del contributo e da ciò che riesce fare un medico part-time di un’altra Asso-ciazione, l’Asante Sana, che sul posto sta provvedendo alla costruzione di un piccolo ospedale. Di fronte a questo stato di cose,

constatata la completa assenza di una qual-siasi istituzione governativa, tutti d’accordo ci siamo rimboccati le maniche cercando un modo per dare una mano, coscienti che il problema non era di riuscire, ma anche solo di trovare il coraggio di tentare questa nuova, diversa e ben più difficile esperienza. Per la neonata Gocce d’Amore non era cosa da poco, anche se alle spalle avevamo i con-sigli di Hisani, WHY, e Asante Sana. È nata così l’idea di costruire una nuova casa di ac-coglienza che potesse ospitare i bambini più piccoli ospiti del centro di Hisani.

Ad oggi, è trascorso circa un anno da quel-la prima traumatica esperienza. Altre volte siamo tornati ed il nostro disagio ogni volta diminuiva, perché il progetto diveniva ogni volta sempre più una realtà: in un’area recin-tata nasceva un refettorio, un dormitorio con servizi igienici, uno spazio didattico, un corpo ufficio ed infermeria, e una grande zona adi-bita a giardino.

È proprio vero che la solidarietà è un fuoco che brucia sotto la cenere, e che il più delle volte basta soffiare per far nascere un amo-re. Un qualcosa di non definibile per queste piccole e grandi iniziative, così lontane da noi, dal nostro modello di vita, ma a cui tanti partecipano sempre con tanto cuore e tanta generosità.Ora i piccoli avranno una casa fatta su misura per loro, ed il nostro unico grande cruccio è di non poter trascorrere più tempo insieme. Speriamo però che tanti volontari li andranno a trovare, dando loro un sorriso ed un poco del loro amore. Ne hanno tanto bisogno, per-ché non ne hanno mai avuto… A Lukobe non abbiamo il mare che c’è a Jambiani, ma vici-no abbiamo l’oasi del Serengheti, e credeteci: anche un solo passaggio lascia dentro delle emozioni impensabili!A presto dunque!

da Altrenotizie - Gocce d’Amore |Franco e Peppe |

SoSTEGNo a diSTaNZa

L’aiuto di molti sostenitori di WHY si è espres-so anche quest’anno nella scelta del soste-gno a distanza. Fortunatamente abbiamo avuto anche nuovi aderenti, che si sono ap-passionati alla causa e che hanno optato per un aiuto diretto e concreto ai bambini di Zan-

zibar. Il loro prezioso contributo si traduce in quaderni, matite, penne, materiali scolastici, sedie e banchi, un tetto quando mancava e una cucina per poter mangiare la merenda con i compagni di classe, stipendi alle inse-gnanti che hanno potuto anche partecipare a corsi di aggiornamento per migliorare la loro preparazione.WHY ha scelto di sviluppare il suo proget-to di sostegno a distanza in questo modo: garantire l’abbinamento 1 sostenitore - 1 bambino, per creare un “filo”diretto che uni-sca le due realtà. Il bambino o la bambina fa così da “messaggero” per raccontare ciò che succede a Jambiani e ciò che impara a scuola attraverso disegni e racconti. Il so-stenitore può così sentirsi più vicino alla vita quotidiana dei questi bimbi essendo riporta-ta direttamente dalla testimonianza di uno di loro.Il suo contributo però non va a sostenere

>> SoSTiENi i ProGETTi di why!

SOSTENGOA DISTANZA

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solo il bambino, bensì il progetto cui il bam-bino partecipa: in questo caso specifico, la scuola che frequenta. Il nostro sostegno a distanza non è un aiuto diretto alla famiglia del bambino (che deve e può continuare a sostenersi attraverso il lavoro e l’impegno dei suoi membri), ma un aiuto alla scuola e agli insegnanti che permettono al bambino di crescere avvalendosi di un’istruzione al-trimenti non garantita, affinché possa ave-re gli strumenti per diventare un adulto più consapevole e attivo nella sua comunità.Si tratta quindi di “spalmare” i contributi su tutti i bambini che beneficiano del lavoro che WHY ha fatto costruendo e mantenendo la struttura scolastica, preparando e pagando le insegnanti. Si evita in questo modo che si vengano a creare spiacevoli e ingiuste pre-ferenze all’interno della stessa comunità tra un bimbo sostenuto dal SAD e uno che an-cora non lo è, e creando così un motore di sviluppo per tutto il contesto sociale in cui il bambino cresce.Per l’anno nuovo è in arrivo una novità: lo staff WHY sta pensando ad una nuova for-mula di SAD che si affiancherà alla classica in vigore ora: una versione economicamente più leggera per il sostenitore ma che garan-tisca comunque un aiuto reale ai nostri pro-getti scolastici.

Ultima news di servizio: il conto postale verrà presto eliminato per ridurre ulterior-mente le spese, quindi preghiamo i soste-nitori di versare i loro preziosi aiuti sul solo conto corrente bancario intestato a “WHY Onlus” – Cassa Rurale di Trento, IBAN: IT45 J083 0401 8170 0001 6317 342

Ricordiamo infine che chiunque può attivare un SAD, in qualunque forma: persona singo-la, coppia, gruppo di amici, colleghi di lavo-ro, classi scolastiche, aziende...Più persone possono unirsi per attivare un singolo SAD, dividendosi così l’impegno economico che esso comporta: l’importante è che una sola persona si faccia portavoce per tutti, diventando il nostro punto di riferi-mento per la spedizione del materiale infor-mativo periodico.

PEr Chi VolESSE aVErE UlTEriori iN-ForMaZioNi sul SAD ricordiamo la pagina web dedicata: http://www.whyinsieme.org/sostegno-distanzaPEr Chi VolESSE aTTiVarE UN Sad è atti-va la casella di posta [email protected], oppure il numero di telefono 3478224608.

referente SAD |Giorgia |

i SEGNaPaCCo Solidali

Per il prossimo Natale 2012 abbiamo pen-sato di realizzare questi bigliettini da ap-pendere ai vostri pacchetti: per augurare buone feste con un pensiero rivolto alla solidarietà. Piccoli, simpatici, colorati. Con diversi soggetti che vanno dal classico allo spiritoso… Sarà facile trovare il giusto bi-glietto per tutti!CaraTTEriSTiChE:Cartoncino 6×6 cm formato chiuso / 6×12 cm f.to aperto.Foratura per appenderli al fiocco del pacco regalo.Stampati fuori e bianchi dentro per acco-gliere le vostre dediche.Retro personalizzato WHY.12 € x confezione da 12 pezzi assortiti(spese di spedizione comprese)SPECIALE AZIENDE:Per quantitativi oltre i 30 pezzi possiamo fornire a scelta un unico soggetto+ personalizzazione all’interno col logo e la dedica aziendale1 € a biglietto(spese di spedizione comprese)iNFo E ordiNi:www.whyinsieme.com/segnapacconatale/scrivere a [email protected]

iNiZiaTiVE PEr aiUTarCi

Le idee per aiutarci a raccogliere fondi sono tante... Basta la voglia di fare! Alcuni esem-pi? Daniela a Milano organizza mercatini in ufficio con i nostri prodotti. Ciro e Teresa del “Di Domenico parrucchieri” di Napoli hanno realizzato un salvadanaio per raccogliere le donazioni. E ancora: pubblicizzate le nostre bomboniere solidali, i sostegni a distanza, i regali a distanza… Spesso basta un semplice “Sai che c’è anche questa Associazione che fa questa cosa? Io la conosco, se vuoi te ne par-lo!”: sembra poco, ma il passaparola è sem-pre un mezzo eccezionale… Basta provarci!

Interno biancoper le tue dediche

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PEr doNarE: CONTO CORRENTE BANCARIO Intestato a WHY OnlusCassa Rurale di Trento, IBAN: IT45 J083 0401 8170 0001 6317 342