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dicembre 2011 - gennaio 2012 mac las - Macplas · sente di realizzare manufatti con spessore di...

Date post: 05-Jul-2020
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mac las RIVISTA BIMESTRALE PER L’INDUSTRIA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA EDITRICE: PROMAPLAST SRL - CENTRO DIREZIONALE MILANOFIORI - PALAZZO F/3 - 20090 ASSAGO (MILANO) Sicurezza macchine: vantaggio o svantaggio? A Ecomondo tra eventi e curiosità Macchine per decorazione e stampa Progettare con le materie plastiche Tubi e dintorni primo piano ISSN 0394-3453 anno 36 numero 326 dicembre 2011 - gennaio 2012 dicembre 2011 - gennaio 2012 mac las p 326
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anno 36 numero 326 dicembre 2011 - gennaio 2012

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Sicurezza macchine: vantaggioo svantaggio? 11Corsi e seminari 20Forza Europa! 21Ripresa frenata 21Italiani in Russia 22Macchine a iniezione 22Mercato europeo dei plastici rinforzati 23Stampi nordamericani 24Rigida per alimenti 25Poliuretani e NAFTA 26

Consumo di poliammidi 26Naturale e sintetica 26Annunci economici 27

Notiziario UNIPLAST 89Normativa tecnica 92Biblioteca tecnica 93Notiziario SPE ITALIA 95Esposizioni e fiere 97Riflettori su Shanghai 97Istanbul in ripresa 98Ventunesima a Seoul 99Eventi a PLAST 2012 100Convegni e congressi 100

Notiziario ASSORIMAP 31A Ecomondo tra eventi e curiosità 33Sviluppo sostenibile 37Italia del riciclo 37Discarica zero 38Rifiuti marini 38Conferenza e premio 38Trasgressori nel sacco 39Progetto concluso 39Riciclo senza frontiere 41

Progettare con le materie plastiche 69Fabbrica del vapore 72Celle a combustibile 72Case galleggianti 74Casseforme monoblocco 74Tubi e dintorni 75Questioni tecniche 78Rigenerata e additivata 79Vino e birra 79Come l’acciaio 80Medicali al carbonio 80

Educazione fisica 80Microgranuli coloranti 81A futura memoria 81Legno plastico in laguna 82Specialisti a confronto 82Canoe naturali 83Notiziario dei compositi 85

Macchine per decorazione e stampa 45Flessibile per gomma 51Rotostampaggio sottovuoto 51Poliammide in 5 strati 52Formatura per affettati 52Dosaggio laterale 52Motori e riduttori 53Sacchi svuotati 54Estrusi macinati 54Termo-refrigerazione 55Frazioni separate 55Prestazioni sotto controllo 56Giornate ultrasoniche 58Canali caldi e ugelli 59

Rotazionale al sole 59Combinata per yogurt 60Raccordi stampati 60Compounding in vetrina 60Diretto per SMC 61Estrusione innovativa 62Mescole tecniche 63Micro in camera bianca 63Veloce per alimenti 63Foglia per imballaggi 64Pannelli per prefabbricati 64Brevetti italiani 64Vuoto nel forno 65

marketing

macchine e attrezzature

rubriche e varie

plastica e ambiente

materiali e applicazioni

sommario

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mac lasprivista bimestrale

dicembre 2011 - gennaio 2012

direttoreGino Delvecchio

redazioneLuca Mei - Girolamo Dagostino

pubblicitàGiuseppe Augello

segreteria di redazioneVeronica Zucchi

servizio lettori e abbonatiGiampiero Zazzaro

amministrazioneAlessandro Cerizza

comitato di direzioneGiorgio Colombo - Alessandro GrassiRiccardo Castello - Mauro Drappo

Giuseppe Lesce

editorePromaplast srl

20090 Assago (Milano)tel. 02 82283736 - fax 02 57512490

www.macplas.ite-mail: [email protected]

registrazione pressoTribunale di MilanoN. 68 del 13-2-1976

iscrizione presso Ufficio NazionaleStampa n. 4620 del 24-5-1994

direttore responsabileClaudio Celata

impaginazione e prestampaUmberto Perugini Associati (Desio)

stampaEditrice L’Ammonitore (Varese)

inoltro postaleTipleco (Piacenza)

PREZZO COPIA: 5 EURO

La direzione della rivista declinaogni responsabilità per

quanto riguarda l’attendibilitàdegli articoli e delle noteredazionali di fonte varia.

inserzionisti

sponsor istituzionali

4 ASSOCOMAPLAST www.assocomaplast.org30 BANDERA www.luigibandera.com28 BD PLAST www.bdplast.com49 BFM www.bfm.it43 BREVETTI ANGELA www.brevettiangela.com10 CACCIA ENGINEERING www.cacciaeng.com2 CESAP www.cesap.com99 CHINAPLAS www.chinaplasonline.com87 COLINES www.colines.it50 DOLCI EXTRUSION www.dolciextrusion.it65 ELECTRONIC SYSTEMS www.electronicsystems.it84 FAINPLAST www.fainplast.com68 FILIPPINI&PAGANINI www.filippinipaganini.com50 GMC www.gmcprinting.com81 GRAFE www.grafe.com44 GREEN BOX www.greenbox.it88 IMS DELTAMATIC www.imsdeltamatic.com55 MAAG www.maag.com62 MAST ……………………58 MATEX VARESE www.matexvarese.com3 MORETTO www.moretto.com8 NEGRI BOSSI www.negribossi.com94 NPE www.npe.org102 PLAST 2012 www.plastonline.org101 PLASTIBLOW www.plastiblow.com29 PERSICO www.persico.com61 PRESMA www.presma.it36 PUBLIAMBIENTE www.publiambiente.it40 REG MAC www.regmac.com57 RIPRESS www.ripress.it67 SALDOFLEX www.saldoflex.it7 SELLA www.sella-srl.it27 SIMO www.simoweb.it73 SOLVIN www.solvinpvc.com6 SOREMA www.sorema.it

SPE www.4spe.org66 TECNOVA www.tecnova-srl.it88 TERMOSTAMPI www.termostampi.it32 TRIA www.triaplastics.com83 ULTRAPURGE www.ultrapurge.com53 UNILOY MILACRON www.uniloy.com86 VELOX www.velox.com25 ZAMBELLO RIDUTTORI www.zambello.it in

serzionistie

sponsor

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AssocomaplastASSOCIAZIONE NAZIONALECOSTRUTTORI DI MACCHINE ESTAMPI PER MATERIE PLASTICHEE GOMMA

ASSORIMAPASSOCIAZIONE NAZIONALERICICLATORI E RIGENERATORIMATERIE PLASTICHE

AIPEASSOCIAZIONE ITALIANAPOLISTIRENE ESPANSO

IIPISTITUTO ITALIANODEI PLASTICI

UNIPLASTENTE ITALIANO

DI UNIFICAZIONE DELLEMATERIE PLASTICHE

UNIONPLASTFEDERAZIONEGOMMA PLASTICA

SPE ITALIASOCIETY OFPLASTICSENGINEERS

CIPADCOUNCIL OFINTERNATIONAL PLASTICSASSOCIATIONS DIRECTORS

Testata volontariamente sottopostaa certificazione di tiratura e diffusionein conformità al regolamento

Per il periodo 1/1/2010 - 31/12/2010Tiratura media n° 8.151 copieDiffusione media n° 8.067 copieCertificato CSST n° 2010.2112 del 28/2/2011Società di revisione: METODO

ASSOCIATO AUNIONE STAMPAPERIODICA ITALIANA

96-98

Vela srl (Varese)

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Spunti di attenzione...

In base alle rilevazioni statistiche relative ai primi nove mesi del 2011, As-socomaplast (l'associazione nazionale che raggruppa circa 170 costrut-tori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma) hacalcolato le proiezioni per l’intero anno su produzione, import ed export delcomparto, evidenziando il brillante andamento delle esportazioni e una so-stanziale staticità del mercato interno.A confronto con il 2010, il valore della produzione sarebbe cresciutodell’11,1% (da 3.600 a 4.000 milioni di euro), grazie soprattutto al so-stanziale recupero delle esportazioni, che registrano una progressione del19,3% (da 2.012 a 2.400 milioni), mentre l’import metterebbe a segno unincremento più contenuto (5,9%), passando da 567 a 600 milioni. In fun-zione di tali variazioni, il saldo della bilancia commerciale di settore (pari a1.800 milioni) registrerebbe un incremento considerevole (24,6%).L'analisi dei mercati di destinazione delle vendite all'estero mostra da unlato la riconferma del mercato tedesco quale principale acquirente dellatecnologia italiana ma anche il notevole balzo in avanti dell’export versoRussia, Polonia e Turchia. A livello di macro-aree, invece, la maggiore pro-gressione (30%) si rileva soprattutto per le vendite verso l'Estremo Oriente,dove a trainare la domanda è in particolar modo la Cina. Seguono poi imercati europei, grazie alle maggiori forniture ai tre paesi citati, mentre siè verificato un certo rallentamento, rispetto al trend decisamente positivoregistrato nei trimestri precedenti, per quanto concerne il Sudamerica.La classifica dei primi 10 paesi di destinazione dell'export settoriale ita-liano vede sempre saldamente al primo posto la Germania (253 milioni -14,8% del totale), mentre al secondo posto la Francia (109 - 6,4%) hascavalcato la Cina (104 - 6,1%). Al quarto posto si attesta la CSI/Federa-zione Russa (103 - 6%), a scapito degli Stati Uniti (80,4 - 4,7%).Relativamente alle principali tipologie di macchine, è confermato l'anda-mento positivo delle esportazioni di macchine a iniezione (+55%) ed estru-sori (+26%). Quasi raddoppiate anche le vendite di impianti permono/multifilamenti e termoformatrici, pur rappresentando tali macchinariuna quota sul totale più modesta.

Gli additivi per poliolefine, compresi agenti nucleanti e coadiuvanti di pro-cesso, consentono ai trasformatori di contenere l’aumento dei costi di pro-duzione a fronte di crescenti controlli normativi e della richiesta di prodottisempre più innovativi. Sulla base di queste considerazioni Clariant proponeai produttori di imballaggi farmaceutici - come quelli illustrati nella foto incopertina - la nuova gamma di additivi Mevopur, in grado di migliorare pro-duttività e redditività assecondando quanto previsto dalle norme vigenti.Come rilevato nei test effettuati nello stampaggio a iniezione e a iniezione-compressione di tappi per contenitori, questi nucleanti incrementano finoal 12% la resa produttiva rispetto alla lavorazione di polipropilene (omo-polimero e random) e HDPE-LDPE non-nucleati, riducendo i tempi di cicloe migliorando velocità e temperatura di cristallizzazione.I nucleanti Mevopur rendono i polimeri più rigidi grazie a una morfologia piùfine e costante, senza comprometterne la resistenza all’impatto, il che con-sente di realizzare manufatti con spessore di parete più sottile rispar-miando, di conseguenza, materia prima. Nel caso del PP-H la rigiditàindicata dal modulo a flessione aumenta del 10%, mentre la resistenzatermica, rilevata per mezzo della temperatura di distorsione al calore, risultaaccresciuta del 20%.Per ottimizzare i prodotti in base a specifiche esigenze, è possibile utiliz-zare differenti combinazioni di agenti nucleanti, i quali sono anche in gradodi ridurre i difetti tipici dello stampaggio, come segni di risucchio e sver-golamenti, conseguenti al ritiro anisotropico.

Macchine avanti tutta

In copertinaed

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Primo pianoNel “giro di opinioni” - che come di con-sueto viene proposto in apertura di questonumero - viene affrontato il problema dellasicurezza delle macchine per materie pla-stiche e gomma, cercando di capire inquale misura possa influenzare le attivitàmanifatturiere e gestionali delle aziendecostruttrici e trasformatrici ma anche lacompetizione sul mercato. Sempre nellarubrica del marketing trova poi spaziol’analisi dettagliata dei risultati di uno stu-dio annuale sulla produzione europea diplastici rinforzati.Nella sezione plastica e ambiente, da se-gnalare una carrellata di resoconti sinteticisu alcuni eventi che - nell’ambito dellamostra Ecomondo 2011 di Rimini - hannovisto protagonista l’industria delle materieplastiche e della gomma, con qualche ac-cenno a prodotti polimerici ecosostenibilipresentati in fiera. A chiusura della rubricaviene proposta una raccolta di notizie, pro-venienti da varie parti del mondo, sul rici-clo di rifiuti plastici.In apertura della rubrica riservata a mac-chine e attrezzature viene pubblicata unarassegna dedicata a varie tipologie dimacchine per decorazione e stampa. Piùavanti trova spazio un ampio resoconto diun seminario, svoltosi presso il Cesap, fo-calizzato sulle analisi in grado di fornireinformazioni sulla natura e struttura deimateriali polimerici al fine di controllarnequalità e prestazioniLa rubrica dedicata a materiali e applica-zioni si apre con la settima puntata dellaserie di articoli dedicati alla progettazionedi manufatti in materiali plastici. Succes-sivamente viene proposta una serie di no-tizie relative a recenti applicazioniinnovative dei materiali sintetici nella pro-duzione di tubi e condotte.

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Opinioni a confronto

Più o meno tutti conosciamo la famosafoto in bianco e nero che pubblichiamoqui accanto: ritrae undici operai como-damente seduti su una trave d’acciaiodurante la costruzione dell’Empire StateBuilding a New York. Quegli operai man-giano, bevono, fumano, chiacchieranotranquilli a decine e decine di metri d’al-tezza in semplici abiti da lavoro e nes-suno di loro indossa un casco né alcuntipo di imbragatura. Eravamo all’iniziodegli anni Trenta: altri tempi.Oggi non solo una scena simile è inim-maginabile ma, quando si fa visita aqualche azienda per un qualsiasi motivobisogna, nella maggior parte dei casi, re-gistrarsi, segnare l’ora d’ingresso, mu-nirsi di apposito badge d’identificazione epoi nuovamente segnare l’ora d’uscita. Equando si deve attraversare un repartoproduttivo spesso bisogna munirsi dicasco e apposite calzature antinfortuni-stiche. Questi sono solo gli aspetti che anche chinon è un esperto in materia di sicurezzasui luoghi di lavoro conosce, ma le normeda rispettare per la salvaguardia dei la-voratori in qualsiasi ambito produttivo e

professionale sono oggi molto articolatee cogenti e non possono essere disat-tese, pena severe sanzioni. Eppure, no-nostante tutto, ancora oggi gli infortuninei luoghi di lavoro sono all’ordine delgiorno, tanto che alla fine di novembre lecronache italiane riferivano, purtroppo, dicirca 1.000 lavoratori morti dall’inizio del2011 durante lo svolgimento delle pro-prie mansioni.

La sicurezza nei luoghi di lavoro oggi èun tema molto sentito e altrettanto di-battuto. Perché quando coinvolge le per-sone si avverte l’esigenze di non poterpiù lasciare niente al caso prevedendol’imprevedibile, ma le misure per soddi-sfare tale esigenza condizionano quasidel tutto le attività su cui si fonda lostesso lavoro di quelle persone.Per approfondire l’argomento sicurezza,in particolare quella delle macchine perla lavorazione di materie plastiche egomma, abbiamo rivolto ad alcuni co-struttori e trasformatori una serie di do-mande dalle cui risposte emerge comein effetti la sicurezza oggi non solo in-fluenzi le attività manifatturiere e gestio-nali delle aziende ma abbia conseguenzesulla competizione di mercato. Lasciamodunque la parola agli intervistati su en-trambi i fronti, ringraziandoli per la di-sponibilità dimostrata.

La parola ai costruttori…Ai costruttori abbiamo chiesto se oggi ilquadro normativo vigente in Italia e in Eu-ropa in materia di sicurezza è sufficiente-mente chiaro oppure risulta di difficileapplicazione. E se tutela in effetti in ma-niera esaustiva gli operatori del settore.

Per Giorgio Colombo, intervistato nelladoppia veste di imprenditore (Icma SanGiorgio) e presidente di Assocomaplast(l’associazione dei costruttori italiani dimacchine e attrezzature per materie plasti-che e gomma), il quadro normativo italianoed europeo risulta estremamente com-plesso e in alcuni casi deve essere inter-pretato, con i rischi che ne conseguono.

Per questo sarebbe importante forse unasemplificazione. A oggi, comunque, è necessario assicurarsila presenza continua a corsi di formazioneper assimilare le migliori prassi. In meritoalla tutela lo scopo è raggiunto, anche se ènecessario aver chiaro che un ambiente dilavoro è comunque pericoloso e che, mal-grado ogni possibile accorgimento, gli inci-denti possono comunque capitare, magarianche per negligenza del personale. Il ri-schio, dunque, non è azzerabile e di questoil sistema sanzionatorio deve tener conto inuna logica di equilibrio.

Piergianni Milani (Amut) considera chiaroil quadro normativo, seppure alcune volte

Sicurezza macchine:vantaggio o svantaggio?

COLOMBO

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di difficile applicazione. Il principio guidanon può che essere rappresentato dalla si-curezza, come è giusto che sia, anche sealcune direttive vanno oltre la logica delbuon senso, costringendo i costruttori aproteggere anche parti inutili.

Il quadro normativo è ritenuto sufficiente-mente chiaro da Silvio Tavecchia (NegriBossi) che, in qualche caso, lo considera ri-dondante ma sicuramente in grado di tute-lare l’operatore.

L’entrata in vigore della nuova DirettivaMacchine ha puntualizzato ed esplicitato al-cuni concetti che prima risultavano non

perfettamente chiari o davano adito a dif-ferenti interpretazioni, precisa EmanueleVassallo (Sacmi). Le norme tecniche diprodotto collegate, per quel che riguarda ilsettore specifico della sua azienda, risul-tano essere tecnicamente ben realizzate ecoprono, in modo efficace e puntuale, unavasta gamma dei propri prodotti. Uno sce-nario di questo tipo, così completo, risultaessere una sorta di tutela per chi cerca co-stantemente di perseguire standard di ec-

cellenza qualitativa e di sicurezza delle per-sone che vi lavorano.

Le norme di sicurezza sono chiare, esau-stive e applicabili, esordisce Mario Sacchi(Rodolfo Comerio), che però precisa come

gli utilizzatori finali spessosegnalino limitazioni eostacoli alla piena operati-vità degli impianti, causatidai dispositivi di sicurezza.

Secondo Simone Vettori(Cima Impianti), per una fa-cile applicazione della di-rettiva è necessario averenorme tecniche specificheper ogni famiglia di mac-chine. Attualmente lenorme tecniche di tipo Cnon esistono per tutti i tipidi macchine per plastica egomma e, in questo caso,l’applicazione della diret-tiva risulta troppo suscetti-bile a interpretazioni.

Giovanni Farioli (Bandera) ritiene che pur-troppo non sempre il quadro normativo ri-sulta chiaro prestandosi, in alcuni casi, adiverse interpretazioni.

La ridondanza di protezioni talvolta causa,secondo Ferruccio Giacobbe (Magic MP),difficoltà agli operatori che poi si trovano acondurre gli impianti. Fino a oggi si è pen-sato solo a preservare, ma il passo suc-cessivo sarà proprio quello di creare sistemiintelligenti che preservino e contempora-neamente guardino alla semplificazionedelle operazioni. Comunque il lavoro fatto alivello di normative in materia di sicurezza èsicuramente un passo sostanziale per ri-durre l'incidenzadegli infortuni, so-prattutto i più gravi.

Il quadro normativoè complesso e inmolti aspetti sog-getto a interpreta-zione, al punto dadipendere da con-sulenti specializzatianche in ambito diautocertificazione,riferisce Luca Ber-tolotti (Uniloy Mila-cron). La tutela degli operatori èsostanzialmente inesistente, dal momentoche non si sono costituiti, parallelamentealle norme, organismi di controllo preven-tivo e l’analisi della rispondenza ai requisitidi sicurezza avviene (nella pratica) solo aseguito della denuncia di un incidente, con

effetti trascurabili sulla commercializza-zione di prodotti non rispondenti alla normaEN 422.

Abbiamo poi chiesto agli intervistati se intema di sicurezza delle macchine per pla-stica e gomma, nel settore di competenza,hanno obiezioni in merito alla corretta ap-plicazione delle direttive e norme tecnicheda parte della concorrenza europea edextra-europea.

Giorgio Colombo riferisce che le macchinecinesi (asiatiche) spesso non sono a normae, infatti, è in atto da parte dell’associazioneda lui presieduta un’intesa attività di moni-toraggio, portata avanti in collaborazionecon le dogane nazionali, per verificare laconformità di tali attrezzature rispetto allenormative europee, a tutela sia dei trasfor-matori sia dei costruttori. Malgrado glisforzi, però, sarebbe necessario un forteimpegno di sistema, per assicurarsi il mas-simo risultato su questo fronte dove, pun-tualizza, sembra ci sia ancora da lavorare.

Sebbene Piergianni Milani ritenga la do-manda un po’ generica, riferisce che in ge-nere la concorrenza europea applica, otende ad applicare, le normative di legge,mentre quella extra-europea alcune voltenon rispetta le normative, soprattuttoquando si tratta di macchine provenienti dapaesi a basso costo del lavoro.

Per quanto riguarda la concorrenza euro-pea, SilvioTavecchia non evidenzia partico-lari problemi che, invece, si ravvisanoquando si prende in considerazione quellaasiatica sebbene, anche in questo caso, taliproblemi vadano diminuendo principal-mente nelle aziende con una vocazione in-

ternazionale più marcata.Il panorama normativo, costituito dalle di-rettive di prodotto e norme tecniche corre-late, risulta ampio e completo (soprattuttonel mondo della plastica), spiega EmanueleVassallo. Le norme tendono a coprire inquesti anni sempre più aspetti legati al

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ICMA SAN GIORGIO

MILANI

AMUT

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mondo del prodotto e con tempi di rispostasempre più brevi (norme tecniche e statodell’arte sono sempre più vicini). Tuttavia ilnuovo approccio, stabilito con l’avvento ditali direttive, identifica e responsabilizzaunivocamente il costruttore che per alcunisignifica, erroneamente, poter immetteresul mercato qualsivoglia prodotto.

Al contrario, la sua azienda sostiene inveceda anni proprio la normazione e l’innalza-mento del livello tecnico sui prodotti, al finedi rendere sempre più sicure le propriemacchine. In Europa e al di fuori del nostrocontinente sono presenti anche realtà che,attraverso politiche differenti dalla nostra,tendono a diluire l’effetto delle norme. Lasorveglianza del mercato risulta, a tale pro-posito, un’attività fondamentale per una li-bera e concorrenziale circolazione dellemerci basata sugli stessi parametri quali-tativi e quantitativi.

Mario Sacchi non avanza obiezioni rilevantiin merito all’applicazione delle direttive daparte di concorrenti europei. Ma precisache in ambito extra-europeo le normativenon sono uniformate a livello mondiale. Visono difficoltà, da parte dei costruttori, adadeguarsi alle norme del paese dell’acqui-

rente e, a volte, anche quest’ultimo ne hauna scarsa conoscenza.

Domenico Baudino (Bausano) fa notareche la sua azienda ha optato fin dai tempidella Direttiva Macchine per l’applicazionedelle norme antinfortunistiche UE su tuttala produzione, anche quella destinata apaesi extra-europei, al fine di salvaguardarel’incolumità degli operatori. A tale propositorileva che, su alcune macchine concorrenti,di provenienza extra-europea, è stata con-statata un’applicazione “allegra” di talinorme, specie dove sarebbero richiesti di-spositivi di tipo elettromeccanico. E ag-giunge che la propria azienda non rientratra quelle che ritengono che sia sufficienteapporre un cartellino marchiato CE per de-finire “a norma” una linea.

L’opinione di Simone Vettori è che alcunidei concorrenti sia italiani sia esteri non ap-plichino a dovere la direttiva. A tale ri-guardo, i prezzi più bassi e la pocaconoscenza delle norme tecniche per la si-curezza da parte di alcuni clienti garanti-scono l’immissione sul mercato dimacchine non rispondenti alle direttive.

Molto spesso, riferisce Giovanni Farioli, lemacchine provenienti da paesi extra-UEnon sono conformi alle prescrizioni impo-ste dalle norme europee e questo si ri-scontra in particolare su quelle che arrivanodal Sud-Est Asiatico.

Fidandosi della corretta applicazione e delrispetto delle norme, Ferruccio Giacobbecrede che la concorrenza europea realizzi ipropri sistemi di sicurezza applicandoquanto al momento vige in materia. Mentre,per quanto riguarda la concorrenza extra-europea, per esempio quella asiatica, nonpuò dirsi altrettanto certo.

Abbiamo quindi cercato di capire quanto il

sistema di sicurezza (dai componenti abordo macchina ai manuali per uso e ma-nutenzione) incide orientativamente, intermini di costi, sulla produzione e costru-zione dei macchinari.

Non poco, precisa Giorgio Colombo, so-prattutto in termini di tempo dedicato daciascun addetto alla corretta predisposi-zione delle macchine. Di fatto siamo in uncampo di crescente impegno, in relazioneal quale è fondamentale che ogni impresapianifichi le giuste risorse per raggiungerelivelli di eccellenza. Tanto più che, in pro-spettiva, questa può diventare un’area didifferenziazione anche a livello commer-ciale e una formidabile referenza verso for-nitori e clienti, in particolare nei gruppi didimensioni medio-grandi.

Secondo Piergianni Milani, nel caso di lineedi produzione “speciali” con soluzioni stu-diate su misura per il cliente, e quindi chenon sono standard, il “sistema sicurezza”nel suo complesso incide dal 5 al 7%. Permacchine standard o linee di produzione ri-

petitive tale incidenza scende al 3% circa.

Considerando una macchina per stampag-gio a iniezione di taglia media (200-400ton), Silvio Tavecchia ritiene che si possastimare un’incidenza tra il 5 e l’8% del va-lore della macchina stessa.

Emanuele Vassallo riferisce che nella suaazienda da sempre si crede e si investesulla sicurezza dei prodotti. La sicurezzanon è stata mai vista come un costo, mapiuttosto come un dovere professionale euno strumento di validazione del progetto.Il tema della sicurezza, se armonizzato conla progettazione e con un sistema azien-dale attento a tali tematiche (dagli acquistialle spedizioni), non risulta un appesanti-mento per il prodotto, ma una sua parte integrante e fondamentale. La consapevo-lezza e il conseguente approccio costrut-tivo alla sicurezza permettono di non

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avvertire alcuno squilibrio interno né pro-blemi nei confronti del mercato.

Al riguardo Mario Sacchi ritiene che di-pende molto dalla tipologia degli impianti,ma in media si può valutare un’incidenzavariabile dal 5 al 10%.

Domenico Baudino fa presente che chi haavuto occasione di tenere in mano un ma-nuale di un qualsiasi estrusore realizzatodalla sua azienda può rendersi conto dicome l’aspetto sicurezza (attivo o passivo)abbia un peso non indifferente sul totaledella macchina. Oltre alla progettazione,che sta a monte, l’incidenza di dispositivi disicurezza, interblocchi, protezioni, portelle,segnaletiche, manualistica ecc. sullo svi-luppo di una macchina rappresenta sicura-mente una percentuale rilevante.

Anche per Simone Vettori dipende molto daltipo e grandezza del macchinario. Orienta-tivamente i costi possono variare dal 5 al10% del valore complessivo. L’applicazionedella direttiva produce, oltre a una mag-giore attenzione alle parti critiche dei mac-chinari, un aumento di materiale cartaceo oelettronico per predisporre il fascicolo tec-nico. Questo si traduce in un incrementodella tempistica di messa in produzione deinuovi macchinari. Allo stesso modo, quellisviluppati con sistemi di sicurezza rispon-denti pienamente alla normativa presen-tano tempi di installazione e collaudo piùlunghi.

In merito a questa domanda Giovanni Fa-rioli ha qualche difficoltà a offrire un’indi-cazione dell’incidenza dei costi relativi alsistema di sicurezza. Gli impianti realizzatidalla sua azienda, infatti, sono personaliz-zati su specifiche esigenze del commit-tente. Questo rende la gamma di prodottomolto ampia ma non permette di avere unabase di prezzo predefinita su cui effettuareun calcolo preciso.

Conciso, ma più o meno in linea con gli altriintervistati che hanno risposto fornendopercentuali, Ferruccio Giacobbe ritiene chel’incidenza della sicurezza in termini di costinon sia inferiore al 10%.

Per Luca Bertolotti è difficile fare stime in assoluto,dato che unaquan t i f i c a -zione dei costidovrebbe es-sere riferita auna macchinat o t a l m e n t epriva di si-stemi di sicu-rezza, che nonè realizzabilené lo era pri-ma dell'intro-duzione dellenormative ar-monizzate. È chiaro chealmeno una

persona deve essere sistematicamente de-dicata a sicurezza, manualistica, traduzioni,redazione di fascicoli tecnici ecc. con il sup-porto di uno o più consulenti esterni in mi-sura variabile a seconda della complessitàdell'impianto.

Abbiamo quindi chiesto ai nostri interlo-cutori quale sia a loro parere il grado disensibilità sulle problematiche della sicu-rezza da parte dei rispettivi clienti italianirispetto a quelli di altri paesi europei.

Non sembra fare distinzioni Giorgio Co-lombo, che ritiene tale grado di sensibilitàbuono e generalmente crescente all’au-mentare delle dimensioni aziendali, fino arisultare massimo presso le multinazionali.

Piergianni Milani ritiene che in Europa la

sensibilità sia ugualmente elevata in Italiae all’estero.Secondo Silvio Tavecchia, il cliente-tipo ita-liano non si dimostra molto sensibile alleproblematiche inerenti alla sicurezza anchese, precisa, fanno eccezione le aziende condimensioni importanti.

L’attenzione e la sensibilità ai temi legatialla sicurezza nei luoghi di lavoro e, in par-ticolare, dei macchinari in utilizzo e presentinegli stabilimenti produttivi è in aumento,commenta Emanuele Vassallo. La situa-zione europea risulta essere ancora a mac-chia di leopardo; i paesi in cui l’attenzioneè più radicata fanno da traino e stimoloanche per tutti gli altri. In Italia, grazieanche al prezioso lavoro delle istituzioni edegli organismi di controllo sul territorio, lasituazione risulta in deciso miglioramento esempre più clienti iniziano ad avere unapiena e profonda consapevolezza degliadempimenti legislativi vigenti in materia.

Attualmente, riporta Mario Sacchi, la sensi-bilità dei clienti italiani è allineata, se nonsuperiore, alla media europea.

In Europa e, quindi, anche in Italia, per Do-menico Baudino il cliente che acquista unprodotto nuovo è sensibile alle problemati-che inerenti alla sicurezza, in quanto è con-scio del fatto che, più tale aspetto è risoltoda un fornitore “serio”, meno fastidi o pro-blemi saranno a suo carico in futuro. Ov-viamente il grado di sensibilità allanormativa varia da paese a paese, ma inItalia ci si può considerare “allenati” daclienti tradizionalmente molto rigidi come,per esempio, i francesi.

Simone Vettori fa presente che la suaazienda, nel proprio settore di competenza,fornisce tanto le multinazionali quanto i pic-coli artigiani. Quando la struttura del clienteha al suo interno uffici dedicati alla sicu-rezza, la sensibilità aumenta ed è la stessa,che si faccia riferimento sia all’Italia sia adaltri paesi. Quando si parla di sicurezza,precisa richiamandosi alla domanda prece-dente, i costi non aumentano solo per i pro-duttori di macchine ma anche per chi leutilizza. Inoltre le norme, non essendo sem-pre precise e dettagliate, lasciano spazio ainterpretazioni diverse.

Da un punto di vista formale, afferma Gio-vanni Farioli, i clienti italiani sono attenti agliaspetti legati alla sicurezza tanto quantoquelli esteri. Ma va precisato che, moltospesso, sia quelli italiani sia quelli esteri sa-rebbero felici di non avere vincoli derivantidalla sicurezza, i quali influiscono, allun-gandolo, sul tempo necessario per eseguirevarie operazioni di produzione.

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RODOLFO COMERIO

BAUDINO

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Il grado di sensibilità dei clienti italiani, se-condo Ferruccio Giacobbe, è equiparabilea quello dei clienti europei.

Nessuno dei clienti italiani, informa LucaBertolotti, ha mai avanzato richieste inerentil’aggiornamento di macchine o introdottocapitolati tecnici con specifiche dedicatealla sicurezza.

Infine abbiamo chiesto se il ritiro e la ven-dita di macchine usate, alla luce delle nor-mative vigenti in tema di sicurezza,rappresenti un problema.

Sì, risponde categorico Giorgio Colombo,perché vanno rimesse a norma, fatto cheelimina la convenienza economica alla lorocommercializzazione da parte dei costrut-tori.

Per Piergianni Milani si tratta di un grossoproblema, tanto che i costruttori di mac-chine tendono a evitare di ritirare l’usato, ameno che non sia “recente” e quindi già anorma o quasi.

Anche per Silvio Tavecchia il ritiro e la ven-dita di macchine usate costituisce unenorme problema che normalmente com-porta perdite a volte anche rilevanti.

L’opinione di Emanuele Vassallo è chel’usato rappresenta un tema sempre moltocomplesso e articolato. Le macchine, uti-lizzate per anni all’interno di siti produttivinelle condizioni più svariate, vengonospesso commercializzate in condizioni di-verse da quelle originarie, con modificheche possono essere lievi oppure sostanziali.Queste ultime sono quelle che normal-mente creano più problemi in quanto do-vrebbero comportare una ricertificazionedel prodotto. Per certe macchine le com-plicanze aumentano all’ennesima potenza

e la gestione da parte dei costruttori è sem-pre molto difficile. Pur operando da decine di anni nel settoree vendendo centinaia di macchina l’anno,la sua aziendacerca comun-que sempre diminimizzare lagestione e il ri-cevimento diquelle usate. È stata co-munque pre-disposta unap r o c e d u r aaziendale cheregolamental’acquisizionee la vendita dim a c c h i n eusate, prevedendo verifiche preliminarisulla loro condizione e la relativa docu-mentazione e l’aggiornamento allo statodell’arte. In tema di usato, infine il pano-rama europeo non sembra così unificato estandardizzato. Ci si trova di fronte a sin-gole legislazioni nazionaliche differiscono le unedalle altre e alla necessitàdi dover risolvere i problemiche ne derivano.

Di segno in parte oppostoa quelli fin qui espressi a ri-guardo sembra essere ilparere di Mario Sacchi, peril quale la vendita di mac-chine usate non rappre-senta un problema se ilcliente è a conoscenza cheessa presuppone l’adegua-mento dei dispositivi di si-curezza alle norme attualmente vigenti.

Per Domenico Baudino è ovvio che il legi-slatore europeo, nel proporsi di elevare lo

standard di sicurezza delle macchine, ri-chieda che anche quelle usate rimesse incommercio abbiano un livello di sicurezzaanalogo a quelle nuove. Questo può rap-

presentare un costo non indifferente al mo-mento di rimettere sul mercato una lineausata revisionata e di questo devono tenereconto i clienti al momento dell’acquisto, im-parando a distinguere fra “ usato” e “revi-sionato”.

Avendo una vasta base di clienti anchefuori dall’Unione Europea, Simone Vettoreriferisce che per la sua azienda il commer-cio di macchinari usati non è un grossoproblema.

La corretta gestione delle macchine usateè un effettivo problema anche per GiovanniFarioli. Infatti soddisfare gli attuali requisitidi sicurezza non è sempre facile e questocomporta costi elevati. Anche nel caso dimacchine già certificate è estremamentedifficile stabilire quando sia necessaria unanuova certificazione.

Per quanto li riguarda, fa sapere FerruccioGiacobbe, non ritirano né vendono mac-chine usate.

Luca Bertolotti ritiene che il costo di un in-tervento di retrofit su una macchina non ètrascurabile così come la sua ricollocazione

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CIMA IMPIANTI

GIACOBBE

BAUSANO

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a fronte della ridotta differenza di costo tranuovo e usato.

...e ai trasformatoriAi trasformatori abbiamo dapprima chie-sto come viene vissuto nella loro azienda ilproblema della sicurezza nell’ambiente dilavoro e, in particolare, dei macchinari.

A riguardo Massimo Centonze (ITP) rife-risce che la sua azienda si è certificataOHSAS 18001 fin dal 2003. Questo a te-stimonianza dell’importanza che viene data

alla sicurezza. Inoltre il fatto di sostituire pe-riodicamente gli impianti con massicci in-vestimenti fa sì che questi siano sempreadeguati alle normative di sicurezza. Da 5anni a questa parte l’incidenza degli infor-tuni è in costante diminuzione, segno che laformazione continua agli operatori porta ri-sultati concreti.

Ermanno Furlan (Chimar) fa notare che,essendo la propria azienda produttrice dipredispersi e masterbatch per colorazionedelle materie plastiche, la priorità è sempre

stata data alla manipolazione in sicurezzadelle materie prime. La formazione degliaddetti, i sistemi di aspirazione localizzata

e, per ultimo, l’adozione di adeguati DPI (Di-spositivi di Protezione Individuale) hannoportato a una situazione di estrema tran-quillità nell’ambiente di lavoro. Tutto que-sto non ha fatto dimenticare l’altroimportante aspetto concernente la sicu-rezza: le macchine e gli impianti, acquistatimettendo sullo stesso piano qualità, costi esicurezza. Con il risultato che gli infortunitendono allo zero e non sono imputabili allelinee produttive.

In azienda il tema della sicurezza viene ov-viamente tenuto inprimo piano, esordi-sce Marco Petruz(Friulsider). In parti-colare, nel repartostampaggio materieplastiche la presenzadi macchine relativa-mente "giovani" (conmeno di 10 anni) ga-rantisce un discretolivello di sicurezza inconfronto ad altri re-parti con macchinenettamente più vec-chie.

Tutto ciò che concerne la sicurezza inazienda viene considerato con molta atten-zione, commenta Alessandro Negri (Ne-vicolor), tanto che la sua azienda si staapprontando per il pre-audit per la certifi-cazione secondo la normativa 18001 conTÜV (ente di certificazione e ispezione).Questa certificazione è molto articolata el’azienda sta lavorando da un paio d’anniper ottemperare a tutto quanto essa pre-vede. Ancora non sono molte le aziendeche l’hanno adottata e quindi risulta poco

conosciuta pur essendo molto severa.L’aspetto formativo è di fondamentale im-portanza e a tale scopo l’azienda ha istituito

anche corsi di italiano per stranieri - nei re-parti produttivi trovano occupazione quasiesclusivamente extracomunitari - per ren-dere poi più accessibili quelli specifici sullaformazione.In azienda, afferma Marco Pucinischi

(Marangoni Tyre), c’è una reale attenzionealle problematiche di sicurezza dell’am-biente di lavoro, con sistematiche attività dimiglioramento previste in fase di pianifica-zione del budget annuale.

Giuliano Duranti (Sis-Ter) spiega che lapropria azienda è parte di una multinazio-nale e in questo senso la consapevolezzadella priorità della sicurezza è stata spessofacilitata. L’assetto legislativo che negli annicambia e si evolve viene sempre assorbitonel tessuto aziendale sia come rispettodelle regole sia come modo di approcciarsia una nuova direttiva: adeguarsi, crescere eandare oltre è in sintesi il pensiero azien-dale sulla sicurezza. Il concetto di prioritàinoltre si declina, per esempio, nell’ordinedel giorno di ogni riunione, operativa o stra-tegica che sia, in cui non si affronta nes-sun tema produttivo, o prettamente diqualità, se non dopo una solida informa-zione sullo stato e sul “percorso” della si-curezza. In particolare la sicurezza delle macchineviene chiaramente considerata un “tas-sello” importante anche se “unico” (l’avvia-mento di una macchina, per esempio, nonavviene mai se non prima di un’adeguataformazione del personale). Sin dall’origine(stesura delle specifiche e fase progettuale)si cerca di far emergere ogni situazione odettaglio tecnico che possa impattare sullasicurezza. I controlli rigidi presso il fornitoredanno ulteriori riferimenti di finiture o zonegrigie da chiarire e realizzare, di comuneaccordo, secondo precisi standard del no-stro servizio prevenzione e protezione. Nelcaso di macchine “a catalogo” questa faseviene però lasciata tutta al costruttore: inquesto caso il marchio CE dovrà dareampia garanzia di “macchina adeguata”.

Da anni - segnala Andrea Albieri (API) - lasua azienda promuove attività e iniziativevolte a diffondere rispetto e cultura di tuttigli aspetti legati a salute, sicurezza e qua-lità dell’ambiente di lavoro attraverso atti-

MAGIC MP

CENTONZE

UNILOY MILACRON

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vità di informazione e formazione. Allostesso tempo, attraverso un attento pianodegli investimenti, è in corso un rinnovoprogressivo di tutti gli impianti di processoe delle relative utility, mentre le macchinepiù datate (acquistate prima del 1996) sonostate tutte adeguate all’allegato V° del DLgs81/2008. Inizialmente questi importanti in-terventi di rinnovamento hanno incontratoqualche resistenza, soprattutto tra i lavora-tori con più alta anzianità di servizio, ma ladeterminazione della direzione aziendale hacontrastato queste resistenze e oggi tuttisono consapevoli che salute e sicurezzasono necessità imprescindibili. L’azienda, già certificata da molti anni se-condo le norem ISO 9001 e 14001, haadottato un SGLS (Sistema di Gestionesulla Sicurezza Lavoro) e, a ottobre 2010,ha ottenuto la relativa certificazione, se-condo le linee guida UNI-INAIL. Quest’ul-tima ha rafforzato il principio delmiglioramento continuo anche per quantoriguarda gli aspetti di salute e sicurezza.

Abbiamo poi chiesto ai trasformatori se icostruttori di macchine per materie plasti-che e gomma (soprattutto extra-UE) forni-scono macchinari pienamente rispondentialle normative vigenti o, in tale ambito,vengano incontrate ancora difficoltà.

È sempre una questione di serietà, ri-sponde categorico Ermanno Furlan. Avven-turieri disposti a tutto pur di fare businessce ne sono sempre stati, senza andare ne-cessariamente fuori dai confini europei mase, oltre al profitto, si mette in campoun’etica imprenditoriale, si possono otte-nere ottimi risultati. Anche i costruttoriextra-UE hanno dovuto adeguarsi a questalogica e oggi troviamo sul mercato propo-ste assai interessanti per rapporto qualità-prezzo e adeguate sotto il profiloantinfortunistico. Certamente non si deveprendere niente a scatola chiusa, anche lamarcatura CE non mette al riparo da spia-cevoli sorprese e, quindi, è estremamenteimportante, non solo per la cogenza nor-mativa, un’approfondita verifica da partedell’acquirente.

Secondo Marco Petruz le difficoltà maggioriche si riscontrano nell'acquisto della mac-china non sono legate tanto alla macchinastessa quanto a tutti gli accessori neces-sari al suo funzionamento. Manca un con-creto coinvolgimento di tuttigli operatori per offrire un"pacchetto completo" contutta la certificazione neces-saria. In particolare, perquanto riguarda le presse ainiezione, il fornitore dellamacchina non è lo stesso delmanipolatore o del nastro dievacuazione, “quasi mac-chine” che comunque sonoin qualche modo comandatedalla pressa: in questo casosi dovrebbe garantire la con-formità di tutto il sistema.Inoltre, nel tempo vengono poi effettuatiadeguamenti e modifiche agli impianti e laconformità iniziale viene a decadere.

Per Alessandro Negri quasi maisi riscontra una rispondenza al100%. La sua azienda comun-que non si affida a fornitoriextra-UE seppure siano stateacquistate macchine tedeschecostruite in Cina. D’altra parteanche la mancanza di un li-bretto d’istruzioni in italiano, peresempio, rende una fornituranon conforme alle norme vigentiin materia di sicurezza. A questosi aggiunge una certa discrezio-

nalità nella interpretazione delle normestesse da parte delle autorità competenti averificarne il rispetto. Ogni ASL sembra ba-sarsi su parametri diversi. Quella di ReggioEmilia, da cui l’azienda dipende, in alcunicasi ha avanzato osservazioni che nem-meno i fornitori tedeschi avevano previsto.

Di solito, rileva Marco Pucinischi, ci sonomaggiori difficoltà a richiedere sistemi di si-curezza conformi alle normative vigentiquando ci si rivolge a fornitori extra-UE.

L’esperienza della suaazienda, secondo GiulianoDuranti, in questo senso èabbastanza buona. Anchese, solo quindici anni fa, lasituazione era ancora ve-ramente molto confusa,negli ultimi anni la pres-sione comunitaria sulla si-curezza ha spinto anche ipiù pigri a produrre solomacchine con requisitiche soddisfano una “sicu-rezza minima“ da cui par-tire o ripartire.

Presse per termoplastici ed estrusori sonomacchine con rischio specifico molto alto,per cui l’attenzione a una chiusura stampoo all’altissima pressione di una testa diestrusione non può che tradursi in standard

di sicurezza base molto alti. L’interfacciacon un operatore innalza inevitabilmente illivello di guardia e di analisi del rischio. Unanota particolare va fatta infine per i dispo-sitivi di sicurezza: la funzione che anni faveniva espletata da un semplice microin-terruttore, a cui veniva dato l’appellativo “disicurezza”, oggi viene svolta da centralinesofisticate e collaudatissime che, oltre a vi-gilare su porte e accessi, vigilano anche susé stesse assicurando una supervisionecompleta del circuito di guardia.

Andrea Albieri ritiene che l’evoluzione nor-mativa nell’ambito della sicurezza abbia si-curamente reso più sicure le macchine e leattrezzature ma questo non può e non devebastare. Le nuove macchine, oggi dotate disofisticati sistemi di sicurezza e corredateda analisi dei rischi, fascicoli tecnici, ma-nuali d’uso e manutenzione, non possonoritenersi sicure a priori. Il loro inserimento inun ambiente lavorativo deve necessaria-mente prevedere un “risk assessment” piùampio, che tenga conto dell’ambiente al-l’interno del quale la macchina andrà inse-rita e dell’interazione che avrà con ilavoratori. Molto spesso nel settore di com-petenza dell’azienda più macchine (prove-

FURLAN

ALBIERI

API

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nienti da costruttori diversi) vengono as-semblate tra loro per formare una linea diproduzione e questo da origine a una mac-china complessa che deve necessaria-mente essere marchiata CE e pertantocorredata da analisi dei rischi, fascicolotecnico, manuale d’uso e manutenzionedell’insieme.

Abbiamo quindi cercato di capire se il qua-dro normativo vigente è adeguato alle esi-genze di sicurezza e di produzione o, comesostiene qualcuno, le macchine sono sem-pre più complesse da utilizzare e gestireperché i sistemi di sicurezza sono moltoarticolati.

È vero che le macchine, per via della sicu-rezza, sono sempre più complesse da uti-

lizzare, conferma Massimo Centonze. Ma èaltrettanto vero che, grazie all’automazione,è sempre meno necessario l’intervento delpersonale per compiere determinate ope-razioni, così che di fatto aumenta la sicu-rezza sulle macchine stesse.

Per Ermanno Furlan è una vecchia storia:gli italiani sono più realisti del re. A furia divoler prevedere e tenere sotto controllotutto, spesso ci si mette nelle condizioni di

non saper più lavorare. Non è possibile de-legare alla “intelligenza” delle macchinetutto il processo produttivo e non è possi-bile scindere l’intelligenza dell’uomo dallasua manualità. Certamente la tecnologia haconsentito di abbattere in modo significa-tivo il verificarsi di eventi infortunistici nelleaziende manifatturiere, ma c’è il concreto

pericolo di deresponsabi-lizzare gli operatori o di in-durli a manomettere isistemi di sicurezza per la-vorare in modo più “con-fortevole”. Come sempresi deve cercare il giustoequilibrio.

Gli operatori, se ben for-mati e motivati, non hannodifficoltà a lavorare in si-curezza e si rendono contodei rischi presenti in re-parto, afferma Marco Pe-truz. È pur vero che le

esigenze dal punto di vista produttivo nonsempre giocano a favore della sicurezza eil compromesso non è sempre così scon-tato. D’altra parte non sono mai stati rilevaticasi di rimostranze in reparto sulla difficoltàdi lavorare a causa dei sistemi di sicurezza,anche perché il personale vi si è abituatofin da subito. Tutto sommato le macchineper stampaggio a iniezione garantiscono unbuon livello di sicurezza agli operatori ri-spetto ad altre tipologie di macchine ben

più pericolose.

A parte i criteri ge-nerali, AlessandroNegri, riallaccian-dosi alla rispostadata alla domandaprecedente, ritieneche il problemamaggiore sia quellodell’interpretazionediscrezionale degliufficiali delle ASLlocali. Oltretutto ta-le discrezionalitàcambia da provin-cia a provincia cosìche, magari, si im-

pongono prescrizioni diverse e/o più severetra concorrenti che utilizzano lo stesso tipodi macchina.

Marco Pucinischi ritiene il quadro norma-tivo attuale sufficientemente adeguato alleesigenze di sicurezza e crede che sia lacomplessità tecnologica delle nuove mac-chine a richiedere sistemi di sicurezza chene siano all’altezza. Inoltre aggiunge di nonavere mai riscontrato sistemi di sicurezza

ingiustificatamente più articolati di quantofosse necessario.

Sinceramente non si sente la necessità dialtre norme o leggi dedicate alle macchine,è il parere di Giuliano Duranti. Qualunquesia la formulazione di una norma, si avràsempre una realtà tecnica molto complessain cui la norma stessa va applicata. Sicu-rezza in estrema sintesi significa preservarel’operatore che lavora intorno alla mac-china. Lo sforzo è sempre quello di elimi-nare ogni possibilità d’interferenza echiaramente per arrivare allo scopo è ne-cessario prevedere quello che potrà acca-dere in anni e anni di lavoro e d’interferenzafra l’impianto e chi opera su di esso. Va dasé che i casi da prevedere sono in numeroelevatissimo e di conseguenza molto sofi-sticati e complessi devono essere i dispo-sitivi di controllo.

Il quadro normativo vigente è sufficiente-mente adeguato alle esigenze del settoreindustriale per Andrea Albieri, che non èd’accordo con chi sostiene che i sistemi disicurezza cozzino con le esigenze della pro-duzione. A tale proposito crede che deb-bano essere contrastate quelle realtàindustriali che tentano di ridurre i costi e itempi di produzione a scapito della sicu-rezza, creando così concorrenza sleale.

Infine, poiché in base al testo unico sullasicurezza nell’ambiente di lavoro il datoredi lavoro è obbligato ad adeguare allostato dell’arte le macchine installate neipropri reparti, abbiamo chiesto agli inter-vistati se risulta più economico - quando èpossibile realmente - un adeguamento deimacchinari installati o un investimento innuove macchine.

Non ha dubbi Massimo Centonze, che pro-pende verso l’investimento in nuovi impiantianche perché questi ultimi, oltre a esserepiù sicuri, sono più produttivi e consumanomeno energia elettrica.

Per Ermanno Furlan dipende dalla com-plessità e dalla vetustà delle macchine edelle linee di produzione. Per singole mac-chine può essere ancora economico l’ade-guamento. Ma il ragionamento andrebbeallargato: se le linee di produzione non sonoadeguate dal punto di vista della sicurezza,probabilmente non lo sono anche perquanto riguarda la tecnologia e le presta-zioni, quindi il calcolo costi-benefici si devefare tenendo conto anche di questi aspettinon meno importanti.

Poiché le macchine utilizzate dalla suaazienda sono tutto sommato recenti, Marco

DURANTI

SIS-TER

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m

Secondo Emilio Moroni (ICEPI - Istituto Certificazione EuropeaProdotti Industriali), uno dei risultati importanti raggiunti negli ul-timi anni nel settore delle macchine industriali è la regolamenta-zione del mercato interno europeo e il conseguente innalzamentodel livello di sicurezza richiesto alle macchine stesse, allo scopodi uniformare le diverse prescrizioni vigenti nei paesi membri. Perpoter garantire la libera circolazione delle macchine si è reso ne-cessario redigere una direttiva, la cosiddetta Direttiva Macchine,la quale elenca i requisiti essenziali di sicurezza e tutela della sa-lute che le macchine devono soddisfare per essere immesse sulmercato e/o messe in servizio nonché le procedure applicabiliper la valutazione della conformità.La Direttiva Macchine, però, specifica solamente gli obiettivi daraggiungere. Questa è una delle principali difficoltà legate allasua applicazione manifestata nel corso degli anni e ancora oggitangibile. Il livello di sicurezza espresso dai requisiti essenziali disicurezza è infatti interpretabile e astratto.Proprio allo scopo di limitare questo motivo di soggettività nel giu-dicare se la macchina rispetti o meno i requisiti della direttivasono state emanate norme tecniche europee armonizzate. Lanorma tecnica cerca di codificare lo state dell’arte in un dato set-tore ma non sempre riesce a coprire tutti i rischi e tutte le tipolo-gie di macchine. Laddove esista una norma specifica di prodotto che possa aiutareil costruttore di una macchina non è detto che sia di facile appli-cazione. Si pensi solo alle numerose norme che trattano aspetticomuni richiamate dalla norma di prodotto: per esempio la EN60204-1 per la sicurezza elettrica, le EN 953, EN 1088 ed ENISO 13857 per i ripari mobili e fissi ecc.È quindi possibile affermare che ai costruttori sono stati forniti glistrumenti “pratici”, ma è anche innegabile che non sempre que-sti sono facilmente implementabili. Una su tutti, la nuova normasulla sicurezza funzionale (EN ISO 13849-1) che richiede calcoliprobabilistici di cui i costruttori avrebbero volentieri fatto a meno.Inoltre, se da un lato la norma rappresenta l’opportunità data ai

costruttori per godere della presunzione di conformità, dall’altroè uno strumento nelle mani delle autorità deputate al controlloper fissare il livello minimo di sicurezza. È comunque innegabileche questo livello minimo di sicurezza si è innalzato nel corsodegli anni e alcune regole base sono diventate oramai prassicome, per esempio, il divieto di utilizzo di elettronica program-mabile standard per svolgere funzioni dirette di sicurezza o disensori di prossimità standard per l’interblocco dei ripari mobiliecc.Oltre all’interpretazione tecnica dei requisiti di sicurezza per-mangono dubbi circa l’interpretazione giuridica che la nuova Di-rettiva Macchine 2006/42/CE avrebbe dovuto eliminare. Si pensiper esempio alla definizione di “quasi-macchina”. Risulta spessodifficile per i costruttori comprendere appieno tale definizione tan-t’è che vari organismi hanno redatto guide per tentare di farechiarezza. Si veda per esempio la guida Cetop per il settore flui-dico, oppure il parare pubblicato di recente dal CEI circa i sistemidi azionamento o ancora il documento d’interpretazione degli or-ganismi notificati sugli stampi dotati di attuatori. In questo clima d’incertezza è necessario aggiungere la scarsitàdi controlli che rendono l’autocertificazione il lasciapassare daesibire alle frontiere. Anche il tentativo di demandare parte delcontrollo del mercato agli acquirenti, responsabilizzando il datoredi lavoro in caso di acquisto di una macchina con palesi non con-formità, non ha prodotto gli effetti desiderati.In conclusione, la maggior parte dei costruttori italiani interpretaancora oggi gli adempimenti alla Direttiva Macchine come unaperdita di competitività più che un’opportunità per il libero mer-cato. Essi vorrebbero regole certe, prive di interpretazioni, e con-trolli omogenei distribuiti su tutto il territorio europeo. Infine èbene sottolineare che la crisi economica ha giocoforza influitoanche sulla sicurezza e, forse, ha rallentato quel processo di sen-sibilizzazione che stava lentamente portando a vedere la Diret-tiva Macchine non più come una sorta di autolesionismo tuttoeuropeo ma come un obbligo morale e sociale.

Petruz ritiene che oggi, per quanto li ri-guarda, non si debba pensare a rinnova-menti o sostituzioni. Allargando il discorso,comunque, la strada seguita dall’aziendanella stragrande maggioranza dei casi èquella dell'adeguamento con una revisioneprofonda della macchina, valutata (quasisempre) la soluzione migliore, cercando ov-viamente il miglior compromesso tra con-venienza e vantaggi produttivi.

Per Alessandro Negri tutto dipende dall’en-tità dell’intervento. In genere la sua aziendasegue la strada dell’adeguamento. Ma sequesto comporta costi superiori al 50%dell’investimento necessario per una mac-china nuova, allora la scelta propende perquest’ultima soluzione. In certi casi questapuò essere colta anche come una buonaoccasione per un rinnovamento parziale delparco macchine.

Nel caso della propria azienda, afferma

Marco Pucinischi, dipende dalla tipologiadei macchinari. In alcuni casi è più conve-niente adeguarli alle normative vigenti, inaltri sostituirli acquistandone di nuovi.

Ovviamente in questo caso la riposta è tut-t’altro che semplice o scontata per GiulianoDuranti. Da un certo punto di vista il mo-mento economico, non certo roseo, po-trebbe indurre a percorrere la stradafaticosa e acrobatica della messa a normadi attrezzature pre-direttiva. D’altro cantoinvece bisognerebbe valutare se a fronte dipreventivi tutt’altro che economici si possa,con una buona dose di lungimiranza, pren-dere in considerazione l’acquisto di unnuovo macchinario. In questo caso non si tratterebbe solo dellamessa norma di una portella o di una chiu-sura ma il nuovo impianto, oltre ad averevent’anni in meno, avrebbe tutta una seriedi innovazioni tecniche importantissime perla sicurezza del macchinario. La sicurezza

non viene ottenuta solo da micro o inter-blocchi ma anche dallo stato del motore edegli isolamenti, dal materiale delle prote-zioni e in generale da una concezione piùmoderna di macchina.

Andrea Albieri riferisce che risulta più eco-nomico adeguare allo stato dell’arte lemacchine installate/acquistate prima del-l’entrata in vigore della prima Direttiva Mac-chine (recepimento delle direttive europee89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e93/68/CEE). Infatti, con l’attuale TestoUnico sulla Sicurezza, adeguare le mac-chine allo stato dell’arte, significa assecon-dare l’allegato V° del DLgs 81/2008 (nonè quindi richiesta la marcatura CE che èmolto più onerosa).

Interpretazione della Direttiva Macchine

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Materie prime e laboratorio8-9 febbraio - Approfondimenti sulle gomme termoplastiche: cri-teri di scelta e modalità applicative14 febbraio - Principali famiglie di polimeri termoplastici: van-taggi, svantaggi e principali applicazioni8 marzo - Degradazione dei polimeri: modifica nel tempo delleproprietà15 marzo - Vantaggi e limiti applicativi dei materiali plastici tra-sparenti27 marzo - Nozioni di base sui polimeri per chi opera negli ufficicommerciali4-5 aprile - Le principali prove di laboratorio e l’interpretazione deirisultati12 aprile - Polimeri ad alte prestazioni: confronto con i materialimetallici19 aprile - Le poliammidi: come orientarsi nella scelta3-4 maggio - Proprietà, utilizzi e processi di trasformazione dellegomme vulcanizzabili16-17 maggio - Additivazione antifiamma e infiammabilità dellematerie plastiche22 maggio - Principali famiglie di polimeri termoplastici: vantaggi,svantaggi e principali applicazioni14 giugno - Modifica delle proprietà di un materiale mediantel’aggiunta di master19-20 settembre - Conoscenza e scelta delle materie plastichee lettura di una scheda tecnica27 settembre - Degradazione dei polimeri: modifica nel tempodelle proprietà5-12 ottobre - Le principali prove di laboratorio e l’interpretazionedei risultati11 ottobre - Il riciclaggio di materie plastiche: modalità ottimaliper l’uso di materie prime seconde18 ottobre - Nozioni di base sui polimeri per chi opera negli uf-fici commerciali25 ottobre - Additivi per le materie plastiche: classificazione efunzioni8 novembre - Principali famiglie di polimeri termoplastici: van-taggi, svantaggi e principali applicazioni

Progettazione e ingegnerizzazione22 marzo - Difettosità indotte da un’errata progettazione dei ma-nufatti stampati a iniezione23 marzo - Tolleranze dimensionali: distorsioni e ritiri23-24 maggio - Metodi di assemblaggio e finitura superficiale21 giugno - Tolleranze dimensionali: distorsioni e ritiri4-5 luglio - Criteri essenziali e errori tipici di progettazione di unmanufatto in plastica25 ottobre - Difettosità indotte da un’errata progettazione dei ma-nufatti stampati a iniezione

Stampaggio a iniezione1 febbraio - Le poliammidi (PA) nello stampaggio a iniezione: ca-ratteristiche e prestazioni14-16 marzo - Stampaggio a iniezione: conoscenze di base, conl’ausilio di prove pratiche21 marzo - Difettosità dei manufatti nello stampaggio a iniezione:cause e rimedi18-20 aprile - Approfondimenti sullo stampaggio a iniezione: teo-ria e pratica19 maggio - Corso pratico di stampaggio svolto principalmente

a bordo macchina30 maggio - Valutazione del costo di un manufatto stampato ainiezione6-8 giugno - Stampaggio a iniezione: conoscenze di base, conl’ausilio di prove pratiche20 giugno - Difettosità dei manufatti nello stampaggio a iniezione:cause e rimedi14 luglio - Corso pratico di stampaggio svolto principalmente abordo macchina3-5 ottobre - Approfondimenti sullo stampaggio a iniezione: teo-ria e pratica24 ottobre - Difettosità dei manufatti nello stampaggio a inie-zione: cause e rimedi13 novembre - Scheda di stampaggio: impostazione dei para-metri in fase di collaudo degli stampi

Stampi23-24 febbraio - Stampi per iniezione: funzioni meccaniche dibase7 marzo - Stampi per iniezione: le parti filettate nei pezzi stam-pati, problemi e soluzioni28 marzo - Termoregolazione degli stampi: modalità ottimali enovità11 aprile - Manutenzione degli stampi a iniezione: preventiva,programmata e straordinaria28 giugno - Valutazione economica-funzionale di uno stampo inrelazione alle variabili di processo26-27 settembre - Stampi per iniezione: funzioni meccaniche dibase16 ottobre - Stampi per iniezione con sistemi a canali caldi: evo-luzione, criteri di scelta e dettagli costruttivi

Estrusione14-16 febbraio - L’estrusione del futuro1 marzo - Difettosità nell’estrusione di film, foglie e lastre: causee rimedi22 marzo - Principi fondamentali del processo di estrusione(linee-guida di sola teoria)15-17 maggio - L’estrusione del futuro12-13 giugno - Estrusore bivite: principi fondamentali e analisidel processo10-11 luglio - Progettazione e verifica delle teste di estrusione17 luglio - Principi fondamentali del processo di estrusione (linee-guida di sola teoria)13-15 novembre - L’estrusione del futuro21 novembre - Difettosità nell’estrusione di tubi e profili: cause erimedi

Altre tecnologie21 febbraio - Stampaggio rotazionale: applicazioni e sviluppi29 febbraio - Termoformatura da lastra: tecnologia e progetta-zione dei manufatti14 marzo - Soffiaggio (blow moulding) di pezzi tecnici12 aprile - Termoformatura da bobina: tecnologia e progettazionedei manufatti

Ambiente e sicurezza29 novembre - Il rischio chimico nella trasformazione dei poli-meri

Corsi e seminariDi seguito segnaliamo ai lettori il programma provvisorio dei corsi e seminari di carattere tecnico-pratico (suddivisi per argomento)che si svolgeranno nel 2012 al CESAP di Verdellino-Zingonia (Bergamo), centro di assistenza alle imprese trasformatrici e utenti dimaterie plastiche gestito da associazioni di categoria e territoriali.

Oltre ai corsi svolti nella propria sede, CESAP organizza anche corsi aziendali in base a specifici programmi concordati con le imprese.Inoltre il centro offre assistenza nella certificazione e prove di laboratorio sui manufatti.Per ulteriori informazioni e quotazioni per servizi e consulenze “su misura” gli interessati possono: telefonare (035 884600), inviareun fax (035 884431) o una e-mail ([email protected]) oppure consultare il sito www.cesap.com.

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Forza Europa!Le istituzioni comunitarie sono state sollecitate da EuPC (l’asso-ciazione europea dei trasformatori di materie plastiche) a unmaggiore impegno per promuovere le attività industriali e pro-duttive nel Vecchio Continente. Secondo l’associazione, l’osses-sione per i problemi finanziari dell’UE farebbe trascurare leopportunità offerte dal settore manifatturiero e, in particolare,dalla trasformazione di materie plastiche.Sebbene l’UE abbia bisogno di misure di austerità, governi e or-gani d’informazione dovrebbero riconoscere che vaste aree in-dustriali stanno ottenendo buoni risultati, generando profitto ecreando posti di lavoro. Soffermarsi soltanto sulla crisi finanzia-ria è potenzialmente debilitante e rischia di trasmettere un’im-magine di generale malessere ai mercati emergenti a livellomondiale come Sudamerica e Asia, dove le aziende europee ope-rano con successo.Lo stesso settore delle materie plastiche non riflette le difficoltàche stanno attraversando le banche. Nella UE al momento sonoattive oltre 50.000 aziende trasformatrici che danno lavoro a 1,6milioni di persone e generano un giro d’affari di circa 280 miliardidi euro l’anno.

La plastica traina innovazione e ricerca e molte di queste attivitàsi svolgono in Europa, dove si sviluppano nuovi prodotti a base dimateriali di ultima generazione come le bioplastiche, si aprononuove strade per riciclare sempre più prodotti plastici, si utilizzanoquantità crescenti di materiali di recupero e si forniscono settoriapplicativi ad alto tasso tecnologicocome l’auto, l’aerospazio e il medicale.L’industria europea della plastica èanche all’avanguardia nell’affrontareproblemi impellenti come i cambiamenticlimatici, per esempio contribuendo a unpiù efficiente isolamento degli edifici perridurre i consumi energetici e le emis-sioni nocive nell’atmosfera.È dunque necessario entrare in unanuova fase in cui l’attività produttiva eu-ropea non sia più limitata e controllatabensì sostenuta e favorita. Questo ri-chiede un cambiamento di mentalità daparte delle istituzioni europee che passiattraverso una minore regolamentazionee una maggiore incentivazione per le ini-ziative imprenditoriali. Soprattutto le piccole e medie imprese, di cui è larga-mente composta l’industria europea

della plastica, hanno bisogno di più libertà d’azione e meno vin-coli burocratici.All’Europa si presenta un grande opportunità. Anche se la finanzapubblica e privata ha, in qualche modo, danneggiato la reputa-zione di operatori seri e affidabili, la loro credibilità produttiva nonsolo è rimasta intatta ma è in crescita, almeno per quanto ri-guarda il settore delle materie plastiche. In definitiva, il fatto cheun prodotto sia realizzato in Europa dovrebbe rappresentare mo-tivo di orgoglio e garanzia e non fonte di sospetto.

Ripresa frenataSecondo un recente studio pubblicato da AMI, il 2010 ha se-gnato una ripresa della domanda di termoplastici dopo un pes-simo biennio 2008-2009, il peggiore dalla crisi petrolifera deglianni Settanta. A fronte di un calo di oltre il 15% durante tale bien-nio, la domanda ha registrato un modesto +4% nel 2010 per unvolume complessivo di 37 milioni di ton.Il mercato è stato sollecitato dalla forte ripresa nei paesi di linguatedesca e dal trend nuovamente positivo dell’industria automo-bilistica (la più pesantemente colpita dalla crisi), come dimostrala notevole crescita della domanda di tecnopolimeri (che inveceavevano subito i cali più pesanti).Mentre nel primo semestre 2011 molti settori hanno registratouna crescita continua, ora cominciano a emergere alcuni segnalidi rallentamento tanto che l’intero anno dovrebbe chiudersi conun incremento pari a metà di quello del 2010. La ripresa è statain generale irregolare e a chiazze e ciò significa che la strada delritorno ai volumi del 2007 (41 milioni di ton) è ancora lunga.La ripresa della domanda negli ultimi due anni è anche stataostacolata da scarsa disponibilità di materie prime e variabilità deiprezzi. Oltre all’aumento costante dei prezzi da dicembre 2009a giugno 2011, dovuto al rincaro delle materie prime, i trasfor-matori hanno dovuto affrontare costi record e scorte sempre piùlimitate di molti pigmenti e additivi utilizzati nei manufatti plastici.Il boom della domanda in Asia, soprattutto in Cina, ha sottratto aimercati europei parte della fornitura di resine, ulteriormente li-mitata dai ritardi nell’avviamento di nuovi impianti produttivi inMedio Oriente e, nel contempo, dalla riduzione di capacità pro-duttiva in Europa. La recessione e la conseguente ripresa hanno inoltre ridisegnatole sorti di alcuni paesi: se fino a pochi anni fa la Germania venivaconsiderata un mercato ormai maturo e dalla crescita lenta, conmolte delle sue industrie trasformatrici dirette verso l’EuropaCentrale, la forza della sua industria manifatturiera è ora il perno

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della crescita in Europa Centrale e Occidentale. D’altro canto, lebrillanti aspettative riposte nei paesi dell’Europa meridionale(Spagna, Portogallo, Italia e Grecia) sono invece svanite di frontealle bolle speculative e ai deficit statali di massa. Un’altra conseguenza della crisi è la contrazione del consumopro-capite di termoplastici trasformati, che nel 2011 ammonta a74 kg contro gli 84 del 2007. Come si può immaginare, tale con-sumo è generalmente più elevato nei paesi occidentali piuttostoche in quelli orientali, anche se Repubblica Ceca, Slovacchia, Slo-venia e Ungheria hanno sorpassato diversi paesi occidentali, sot-tolineando lo spostamento a Est del consumo di polimeri. Il livello più basso è ora attribuito al Regno Unito, a seguito delprogressivo declino verificatosi oltre Manica nell’ultimo decen-nio, mentre il Benelux continua ad avere il primato del consumopro capite di termoplastici in virtù della presenza in molti tra-sformatori orientati all’export.

Italiani in RussiaL'analisi affettuata da Assocomaplast sui dati di commercioestero settoriale italiano di macchine, attrezzature e stampi perlavorazione di materie plastiche e gomma, relativi al primo se-mestre 2011, mostra come le vendite verso la Russia abbiano re-gistrato un deciso recupero rispetto allo stesso periodo del 2010(e anche del 2009), confermando così un'inversione di tendenzarispetto alla flessione registrata nel periodo più difficile della crisieconomica.Infatti il valore totale delle forniture italiane alle imprese russesfiora i 60 milioni di euro, con un incremento del 41% a con-fronto con il gennaio-giugno 2010, per una quota sul totale del5,2% che porta la Russia al 5° posto nella classifica dei paesi didestinazione dell'export italiano di settore.La Russia continua a essere tra i primissimi mercati di destina-zione delle esportazioni dei costruttori italiani di macchine permaterie plastiche e gomma che, dopo la battuta d'arresto verifi-catasi in seguito alla crisi mondiale, stanno rapidamente ricon-quistando la quota di mercato tradizionalmente detenuta neglianni precedenti (si pensi al picco di oltre 200 milioni di euro rag-giunto nel 2007) in diretta concorrenza con gli omologhi tedeschi.Non a caso l'associazione italiana di settore ha dedicato una co-stante attenzione, nel corso degli anni, alla Russia e ai paesi li-mitrofi, organizzando diverse attività promozionali come seminaritecnologici su tematiche specifiche legate ai vari processi di tra-sformazione delle materie plastiche, missioni e incontri tra ope-ratori locali e costruttori italiani, nonché corsi in Italia per tecnicirussi, ucraini ecc., presso il proprio centro di formazione Cesape, non da ultima, la tradizionalenutrita partecipazione, con unacollettiva di notevole impatto, allamostra Interplastica di Mosca.Non vanno dimenticate anche lediverse centinaia di visitatori dallaRussia e dai paesi CSI alla mo-stra internazionale triennalePLAST - organizzata dalla societàdi gestione di Assocomaplast - lacui prossima edizione si svolgeràa Milano dall'8 al 12 maggio2012. Ancora una volta la segre-teria organizzativa della mostra siattende una nutrita presenza dioperatori russi, che avrannomodo di aggiornarsi sulle ultimis-sime novità tecnologiche svilup-pate dai costruttori italiani.

Macchine a iniezioneIl mercato mondiale delle macchine per stampaggio a iniezionesi è ripreso rapidamente dal declino del 2009 con una crescitadel fatturato pari al 14,2% nel 2010. Mentre i paesi dell’EuropaOccidentale hanno registrato una moderata crescita della do-manda pari all’8%, gli stati emergenti in Europa Orientale,Estremo Oriente e ’America Latina mostrano una crescita del27,2%, come riferisce un recente studio di Interconnection Con-sulting.Nel periodo tra il 2009 e il 2013 per questo mercato si prevedeun incremento medio annuo pari al 15,5%, sotto la spinta delladomanda degli stampatori di Europa Orientale, Cina e Ame-ricaLatina, con una crescita rispettiva del 23,1-19,4-21,5%. Analo-gamente, alti tassi di cresci-ta sono previsti in India (18,1%), Eu-ropa Settentrionale (14,1%) e Meridionale (11,7%). Il fatturato più significativo è generato dalle macchine con forzadi chiusura tra 1.000 e 5.000 kN. Analizzando il volume dellevendite, queste macchine di medio tonnellaggio incidono sul fat-turato del mercato totale per il 53,4%, seguite dalle macchinesotto i 1.000 kN con una quo-ta del 30,2%. Il restante 16,4% ècostituito dalle macchine superiori a 5.000 kN. Questa situazione però, è destinata a cambiare nei prossimi anni.In Europa Centrale il tasso di crescita previsto per le macchine tra1.000 e 5.000 kN è particolarmente alto, fino al 67,1%, mentrele macchine sotto 1.000 kN dovrebbero registrare la quota mag-giore in Cina (44,7%), anche se le dimensioni del mercato ci-nese spingono la domanda verso macchine tecnologica-mentemeno avanzate.Il risparmio energetico spinge la vendita delle macchine e, afronte di tale obiettivo, risultano più richieste le macchine a inie-zione a comando elettrico o ibrido (idraulico/elettrico), che per-mettono di risparmiare fino il 70% di energia rispetto allemacchine idrauliche convenzionali. Il 30,7% di tutte le macchinevendute nel 2009 era a comando elettrico e il 6,1% a comandoi-brido; queste percentuali dovrebbero salire rispettivamente al33,3 e 7,2% nel 2013. Le mac-chine elettriche sono maggior-mente diffuse in Giappone-Corea Sud e Nordamerica, con quoteche in questi mercati raggiungono rispettivamente il 70,2 e il50,5%.Il 36,7% delle macchine a iniezione vendute nel 2009 era desi-nato al settore imballaggio, che nel 2010 è stato scavalcato dal-l’industria automobilistica, la cui quota è salita dal 35,8% al36,2%. Stanno acquistando sempre più importanza le applica-zioni medicali, la cui quota do-vrebbe crescere dal 12% del 2009al 13,6% nel 2013.

NEGRI BOSSI

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Crescita moderataIn occasione della propria conferenza tec-nica annuale - svoltasi nell’ambito dellamostra Composites Europe 2011 (Stoc-carda, 27-29 settembre) - AVK (la federa-zione tedesca dei plastici rinforzati) hadivulgati i risultati del suo uno studio an-nuale sulla produzione europea di GRP(glass reinforced plastics), puntualizzandoanzitutto diventa sempre più difficile quan-tificare lo sviluppo del mercato a frontedelle divergenze tra le previsioni dei varioperatori di mercato circa i volumi di pro-duzione, dovute in parte alla generale in-certezza sugli sviluppi macroeconomici amedio termine.Una semplice comparazione dei dati 2011con quelli del 2010 mostra che la produ-zione complessiva di GRP è cresciuta mo-deratamente, attestandosi al livello del2008. Comunque il valore della compara-zione anno su anno è limitato, poiché partedella crescita del 25% prevista esatta-mente un anno fa per il 2010 in realtà è av-venuta solo nella prima metà del 2011.La produzione di GRP in Europa è tornata,come detto, ai livelli del 2008 attestandosia 1,05 milioni di ton. Tuttavia nontutta l’inattesa forte crescita del2010 è di fatto da ascriversi allaproduzione, ma in parte è dovutaall’aumento delle scorte di ma-gazzino. La produzione nella primametà del 2011 è rimasta moltoelevata pur essendo dovuta ancheal posticipo di parte della crescitaattesa nel 2010.

Processi e componentiLa ripresa della domanda da parte

dell’industria automobilistica ed elettrica-elettronica ha portato all’aumento dellaproduzione di componenti in BMC e SMC,con i secondi che negli ultimi anni hannosvolto un ruolo di gran lunga preponderantein questo segmento, per il quale è attesauna crescita del 7% circa a fine anno.A questo proposito va sottolineato che nel2010 le previsioni per questo segmentoproduttivo erano considerevolmente più alterispetto alla crescita poi effettivamente re-gistrata, poiché in effetti alcune produzionisono state spostate al 2011 (la produzionedi SMC è cresciuta di oltre il 10% in con-fronto alla prima metà del 2010, quella diBMC del 3-5% circa). L’andamento mostraun leggero spostamento verso un numeromaggiore di applicazioni nell’industria au-tomobilistica. Anche la crescita di applica-zioni ibride con altri materiali è piùaccentuata rispetto agli anni passati, con losviluppo di potenziali applicazioni in settoricompletamente nuovi come quello delleenergie rinnovabili.La produzione di componenti mediantestratificazione manuale ha registrato inveceuna stagnazione e, per ora, un recupero dal

crollo conseguente alla crisi economica nonsembra possibile. Questa tecnologia, lameno automatizzata di tutti i processi equindi poco competitiva, viene sempre piùspesso sostituita da altri metodi di lavora-zione. Per i processi a spruzzo la tendenzaappare più positiva e la produzione sta tor-nando verso i livelli del 2008.In ogni caso questi cosiddetti “processiaperti” mostrano la crescita più lenta nelmercato dei GRP a la loro quota sulla pro-duzione totale negli ultimi anni è calata daoltre il 30 al 25%. Tuttavia il loro potenzialeapplicativo rimane elevato, anche perché disolito richiedono un modesto investimentoin macchinari e sono estremamente versa-tili nell’adattarsi a specifiche esigenze pro-duttive.

Il futuro si prospetta roseo per il processoRTM, la cui crescita risulta leggermentesopra la media. Oltre che in sostituzione deiprocessi aperti, il potenziale di questo seg-mento è espresso dalla crescita osservatasoprattutto nell’utilizzo di componenti (inparticolare a base epossidica) nell’industria

Mercato europeodei plastici rinforzati

PRODUZIONE DI GRP IN EUROPA 2008 2009 2010 2011 PROCESSI (kton) (stima)

SMC-BMC 280 216 267 267

STAMPO APERTO 305 197 252 258

RTM 106 94 113 120

PROCESSI CONTINUI 115 95 119 128

TUBI & SERBATOI 141 124 148 155

GMT-LFT 95 75 100 105

ALTRI PROCESSI 16 14 16 16

TOTALE 1.058 815 1.015 1.049

AG

US

TA W

ES

TLA

ND

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automobilistica. Inoltre la crescente do-manda di tali attrezzature da parte di uni-versità e istituti di ricerca porta a ritenereche siano in corso ricerche specifiche suapplicazioni innovative, che renderanno ne-cessarie ulteriori ottimizzazioni di proceduree processi. Le prospettive di crescita per laseconda metà del 2011 sono però legger-mente appannate dalla stagnazione dell’in-dustria dell’energia eolica.Anche il mercato dei profili pultrusi in GRP

ha resistito relativamente bene alla crisi econtinua a registrare una crescita sopra lamedia, sebbene a livelli di produzione an-cora piuttosto bassi. La crescita dei pan-nelli in GRP realizzati mediante processi incontinuo segue il passo dello sviluppo dellaprincipale area di applicazione ossia l’indu-stria dei veicoli commerciali. Nel comparto di tubi e serbatoi, la ristruttu-razione delle reti fognarie mediante rivesti-mento delle condotte continua a mostrareun andamento sopra la media. Per contro laproduzione di tubi in Europa, dove peraltrosi ravvisa un buon potenziale per gli im-pianti di trattamento dell’acqua potabile efognaria, continua a essere in ritardo sullacrescita osservata in altre regioni.GMT e LFT stanno traendo beneficio dalladomanda proveniente dall’industria auto-mobilistica. Alcuni anni fa i GMT detene-vano circa il 40% di tale mercato mentreadesso si sono stabilizzati poco oltre il30%. Per gli LFT, invece, interessanti po-

tenzialità sono intraviste nei processi diretti.

Termoplastici rinforzaticon fibre corteLa domanda di termoplastici rinforzati confibre corte sta registrando una crescita con-tinua, soprattutto in termini di nuove appli-cazioni nel settore automobilistico. Sebbenemolte delle condizioni generali in questomercato differiscano significativamente daquelle relative ai processi descritti in pre-

cedenza, nel medio e lungo termine que-sto segmento verrà incluso nel mercato deicompositi. La produzione di termoplastici rinforzati confibre corte, tra cui quelle di vetro detengonouna quota media del 30% sulla produzionetotale, nel 2011 dovrebbe superare il mi-lione di tonnellate, pari a una crescita adoppia cifra rispetto al 2010.

Settori applicativi e mercati nazionaliLa ripartizione del numero totale di compo-nenti in GRP utilizzati dai singoli settori ap-plicativi è rimasta sostanzialmente costantenel tempo. Un incremento contenuto è statomesso a segno dalle applicazioni nel settoredei trasporti, mentre quelle in edilizia hannoregistrato una leggera contrazione. Nel com-plesso le applicazioni dei GRP nell’industriaelettrica-elettronica sono per lo più tornateai livelli del 2008, mentre quelle in edilizia almomento restano ancora al di sotto.

Nel settore dei trasporti, la produzione diautomobili è ancora in aumento in moltimercati europei, seppure si riscontrino dif-ferenze molto marcate tra regione e re-gione e per il 2012 sia prevista unagenerale stagnazione. Tra i mercati disbocco, Cina, India e Russia dovrebbero re-gistrare una crescita sopra la media, coin-volgendo in tale andamento produttori,fornitori e trasformatori europei di GRP.Secondo le previsioni, la produzione euro-

pea di GRP nel 2011 dovrebbe ri-partirsi come segue tra i varisettori applicativi: trasporti 35%,edilizia e costruzioni 35%, elet-trico-elettronico 14%, sport etempo libero 14%, altri 2%.A livello di mercati nazionale, lacrescita più sostenuta in terminirelativi si riscontra in Germania eItalia, oltre che come in Austria eSvizzera. In Germania ciò è per lopiù dovuto alla tuttora prospera in-dustria automobilistica anche se,a livello europeo, nella prima metàdel 2011 si è rilevato un comples-sivo declino.Anche le applicazioni elettronichestanno crescendo bene al mo-

mento, in particolare in Germania e Scan-dinavia, mentre nel Sud Europa il declinodel settore edile rappresenta il maggiorfreno a una crescita più sostenuta.L’incremento sopra la media in EuropaOrientale nel 2011 è principalmente dovutoal maggior numero di paesi inclusi in que-sto studio con l’aggiunta di Lettonia, Litua-nia, Slovacchia e Slovenia.A livello globale il mercato dei compositipuò essere ripartito come segue: Europa25%, America 25%, Asia 50% (composititermoplastici inclusi). Le vendite di resineper compositi costituiscono un utile indica-tore sugli ulteriori sviluppi del mercato glo-bale, dove attualmente la crescita maggioreviene registrata in Cina, India e Brasile piut-tosto che in Europa, Stati Uniti e Canada.

PRODUZIONE DI GRP IN EUROPA 2008 2009 2010 2011PAESI (kton) (stima)

REGNO UNITO & IRLANDA 123 106 130 126

BENELUX 38 31 40 42

SCANDINAVIA 69 52 50 52

SPAGNA & PORTOGALLO 236 188 217 200

ITALIA 183 122 154 165

FRANCIA 115 87 116 122

GERMANIA 145 118 161 172

AUSTRIA & SVIZZERA 13 13 16 17

EUROPA ORIENTALE 136 98 131 153

TOTALE 1.058 815 1.015 1.049

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Stampi nordamericaniI risultati dell’indagine autunnale svolta da AMBA (American MoldBuilders Association) mostrano come le prospettive commercialiper l’industria produttrice di stampi rimangano stabili. L’attuale si-tuazione viene definita eccellente dal 78% degli intervistati, lastessa quota rilevata dal sondaggio svolto in estate. Le stimeper l’ultimo trimestre 2011 vengono definite ottimistichedall’82% degli intervistati: il 52% prevede che il giro di affari resticostante e il 30% che aumenti moderatamente. Nessuno attual-

mente registra situazioni commerciali negative né prevede unsostanziale decremento degli affari nel quarto trimestre.Rispetto all’indagine svolta in estate, il fatturato si è mantenutocostante per il 53% degli operatori contattati e in crescita se-condo il 27%. Le consegne di stampi restano invariate o sonoaumentate per il 92% degli intervistati. Il lavoro arretrato è in cre-scita per il 40% degli stampisti mentre è lo stesso per il 42%. Iprofitti rimangono costanti secondo l’84%, che afferma siano glistessi del secondo e terzo trimestre.Per il 38% delle aziende intervistate gli occupati hanno registrato

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ZAMBELLO (94x250)

una notevole crescita nel terzo trimestre rispetto al2% registrato nel sondaggio estivo. Solo il 7% dei ri-spondenti sostiene che il numero di addetti è dimi-nuito, contro il 28% riportato nel sondaggiod’estate, mentre per il 55% è rimasto invariato, di-mostrando così un buon balzo in avanti dell’occu-pazione nel settore.

A fine ottobre sono stati resi noti da CAMM (CanadianAssociation of MouldMakers) i risultati di una rileva-zione che, considerando le risposte fornite solo da unadozzina di aziende, mette in evidenza quanto segue.Oltre il 90% delle aziende produce stampi a inie-zione, il 36% per espansi, il 27% per stampaggio acompressione/transfer. La totalità dei costruttori distampi ha tra i propri clienti produttori di compo-nentistica auto, il 75% si rivolge anche a produttoridi beni di consumo e casalinghi, il 58% agli elettro-domestici, il 50% al settore dell'imballaggio e al-trettanto all'elettronica. Dal punto di vista del clima economico, l'attuale an-damento del settore è considerato buono dal 42%degli intervistati, eccellente e discreto dal 25% ri-spettivamente. Il tasso di utilizzo degli impianti èdell'80-90% per la metà dei rispondenti e del 91-100% per il 17%. Poco più di un terzo delle aziende riferisce di ela-borare al momento mediamente lo stesso numero dipreventivi del medesimo periodo del 2010, il 27%rileva un moderato aumento e la stessa percentualeuna modesta diminuzione; per il 17% degli intervi-stati oltre il 50% delle offerte si traduce in ordini ef-fettivi. Il 75% del panel intende effettuare neiprossimi dodici mesi investimenti in macchinari perla produzione di stampi ma, in oltre metà dei casi,si tratterà di sostituzioni di attrezzature esistenti; pe-raltro, negli scorsi 12 mesi il 67% delle aziende haacquistato nuove attrezzature.

Rigida per alimentiTra il 2010 e il 2015 il mercato europeo degli im-ballaggi rigidi in plastica per alimenti e bevande do-vrebbe registrare un aumento di volume al di sopradella media. Secondo una nuova ricerca condottada Pira International, la crescita annua del 3,7% sti-mata per bottiglie, vassoi, barattoli e vaschette ri-sulta quasi il doppio dell’1,9% previsto per l’interocomparto dell’imballaggio alimentare.Nel periodo in esame la crescita del numero di im-ballaggi dovrebbe risultare quattro volte superiorea quella in volume (1,9% contro 0,5%), come regi-strato tra il 2005 e il 2010 (1,7% contro 0,4%).Entro il 2015, inoltre, il consumo annuo dovrebbesuperare 858 miliardi di unità (75 miliardi in più del2010).Le bottiglie in plastica, che mostrano i risultati mi-gliori nei segmenti più ampi dell’imballaggio, tra il2005 e il 2010 sono cresciute in volume di circa 12miliardi di unità l’anno, valore che secondo le pre-visioni dovrebbe salire a 17 miliardi entro il 2015,pari a una crescita annua ben superiore al 3%.Entro il 2020, inoltre, dovrebbe avvenire il sorpasso

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su bottiglie e vasetti in vetro.Il PET è il polimero che segna la crescita più rapida e quello piùutilizzato per la produzione di bottiglie e vasetti. Negli ultimi annile bottiglie in PET hanno mostrato l’aumento più consistente nelcomparto delle bevande rimpiazzando, per molti prodotti, quellein vetro, i bricchi cartonati e le lattine in metallo. La migliore bar-riera ai gas e protezione alla luce ultravioletta consente di pro-lungare la durata a scafale dei prodotti imballati nel PET, mentrei recenti processi nel riempimento a caldo stanno aprendo nuoveopportunità per l’imballaggio di pasta, salse, succhi di frutta, be-vande energetiche, the pronti all’uso e birra.

Poliuretani e NAFTASecondo i risultati della ricerca biennale condotta da IAL Con-sultants per conto del CPI (Center for the Polyurethanes Indu-stry), l’industria dei poliuretani localizzata nei paesi del NAFTA(Stati Uniti, Canada, Messico) ha prodotto un volume di poco su-periore a 2,84 milioni di ton nel 2010, registrando un decre-mento del 2,4% rispetto al 2008. Il pacchetto degli incentivigovernativi ha contribuito a stimolare sia l’incremento della do-manda di PUR dall’industria automobilistica nel 2009 e all’iniziodel 2010 sia le vendite di elettrodomestici, ma questa situazioneè destinata a cambiare.I dati dei tre singoli paesi mostrano situazioni contrastanti. Laproduzione statunitense (2,25 milioni di ton) ha subito un calodel 3,6% rispetto al 2008, mentre in Canada (273.000 ton) eMessico (319.500 ton) ha registrato una crescita media rispet-tivamente dell’1,5 e 3,3%. Questa è la quarta edizione dell’in-dagine in cui il Messico mostra una crescita positiva,parzialmente a spese degli Stati Uniti, oltre al fatto che il paesevanta un florido flusso export di elettrodomestici e complementid’arredo sia verso il mercato statunitense sia in Sudamerica.Malgrado il negativo andamento del settore edile in Nordame-rica e il calo nella costruzione di nuove abitazioni tra il 2008 e il2010, la domanda di espansi rigidi si aggiudica la quota piùampia di produzione (34,6%). Nel complesso la produzioneannua è calata solo del 3,3% ma il prezzo dell’energia ha incisoin misura determinante sulla domanda.L’esigenza di un miglior isolamento delle abitazioni, di frigoriferie congelatori domestici più efficienti ha contribuito a mantenerecostante la domanda di espansi rigidi. Il governo canadese, adot-tando una detrazione fiscale, ha incoraggiato i proprietari a mi-gliorare l’isolamento delle proprie dimore e quello statunitense haanche promosso un efficiente e scrupoloso risparmio energeticoper contrastare la dipendenza dalle importazioni di petrolio e gas.I risultati dell’indagine evidenziano dal 2008 al 2010 un generaledeclino della produzione di poliuretani per edilizia, trasporti, ar-redamento e produzione di materassi. Al contrario, nell’industriadegli elettrodomestici la domanda è cresciuta dell’8% circa. Latecnologia RIM mostrato un calo rilevante, pari al 12%, anche a

causa della concorrenza di altri materiali come le poliolefine ter-moplastiche (TPO), utilizzate specialmente nell’industria auto-mobilistica. Infine la produzione di rivestimenti ha registrato unariduzione media annua del 4%, a causa della crisi delle maggioriindustrie utilizzatrici(auto, edilizia ed elettrodomestici.

Consumo di poliammidiÈ stato recentemente pubblicato da PCI Nylon uno studio detta-gliato sul mercato mondiale delle poliammidi (PA6 e PA66), dicui viene monitorata l’intera catena produttiva suddivisa in 6 seg-menti (filamenti tessili, filamenti industriali, filamenti per tappeti,rayon, tecnopolimeri per componentistica varia, film), i quali rap-presentano un consumo mondiale di circa 6,8 milioni di ton.Il devastante crollo della domanda registrato nel biennio 2008-2009 è stato tutt’altro che superato nel 2010 (e nei primi mesidel 2011), tuttavia si è verificato un deciso cambio di rotta. Granparte della ripresa della domanda è attribuibile alla rapida cre-scita economica della Cina, che da sola oggi consuma circa il30% delle poliammidi prodotte nel mondo (il 38% di PA6 e il15% di PA66, rispettivamente).La domanda mondiale di PA6 ha raggiunto nel 2010 la sogliarecord di 4,2 milioni di ton (193,000 in più rispetto al record pre-cedente del 2006). Il rapido sviluppo del settore abbigliamento inCina ha imposto un radicale ribaltamento della percezione, tra-dizionalmente negativa, dei mercati dei tessuti a base di PA6. Laproduzione di filamenti a base di PA6, di conseguenza, è desti-nata a crescere da 1,25 a 1,36 milioni di ton entro il 2020.La domanda di PA6 dovrebbe seguire un trend positivo ancheper tecnopolimeri e film. In merito ai primi, nel 2011 la richiestadovrebbe sfiorare le 1,5 milioni di ton, che entro il 2020 dovreb-bero salire a 2,29, con un tasso annuo di crescita del 4,8%.Anche il segmento dei film punta alla crescita (+4,2%) e - sem-pre entro il 2020 - dovrebbe superare le 600.000 ton.Data la presenza diffusa su mercati maturi, la PA66 ha risentitoin misura più consistente della crisi economica del 2008-2009.Altri fattori negativi sono la scarsa presenza sui nuovi mercatiemergenti e la pesante influenza dell’industria dell’auto (da cuideriva circa il 40% della richiesta di tecnopolimeri a base diPA66). È pur vero che la preponderanza del settore auto ha fortementesostenuto la ripresa della PA66 nel 2010 (+21%), visto che laproduzione di veicoli ha raggiunto velocemente i 72 milioni diunità. Si prevede che tale trend positivo continui fino al 2020 conun tasso di crescita medio annuo del 3,2%.

Naturale e sinteticaSecondo le elaborazioni di IRSG (International Rubber StudyGroup), il consumo totale di gomma a livello mondiale è destinatoa salire a 25,8 milioni di ton alla fine di quest’anno e a 27,5 nel2012. Per la domanda globale di gomma sintetica viene regi-strata una previsione di crescita del 4,4% fino 14,7 milioni di tonnel 2011 e di un ulteriore 7,9% arrivando a 15,8 milioni nel2012. Per la domanda della gomma naturale, invece, si prevedeun aumento pari al 2,6% per un totale di 11,1 milioni di ton que-st’anno e di un ulteriore 5,5% per 11,7 milioni nel 2012.Il consumo totale di gomma ha visto una progressiva crescitadurante il secondo trimestre, arrivando a 25,4 milioni di ton subase annua rispetto ai 25,2 milioni registrati nel primo trimestre.Nello stesso periodo il tasso di espansione ha subito un rallen-tamento, scendendo dal 9,1 al 7,1%.Il consumo globale di gomme sintetiche ha totalizzato 10,9 mi-lioni di ton in giugno, registrando un aumento rispetto ai 10,8milioni di marzo su base totale annua. Sta rallentando, comun-

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que, la crescita sia di gomma sintetica sia di quellanaturale. In particolare, per quest’ultima è previstoun incremento di produzione del 4,8% nel 2011(10,9 milioni di ton) e del 7,8% (11,7 milioni) nel2012, come conseguenza della nuova produzioneresa disponibile dagli alberi piantati a metà delloscorso decennio.

La produzione mondiale di gomma naturale po-trebbe crescere del 6% nel 2011 rispetto all’annoscorso, contro il 5,6% stimato all’inizio di ottobre,come riferisce ANRPC (l’associazione dei paesiproduttori di gomma naturale). La produzione dipaesi che rappresentano il 92% dell’offerta glo-bale potrebbe aumentare da 9,5 ai 10,06 milionidi ton.Quest’anno i Rubber Futures alla Borsa di Tokyohanno perso il 29% a causa della stasi economicastatunitense e della profonda crisi che sta attra-versando l’Europa, con conseguente riduzionedella richiesta di materie prime (i cui prezzi sonoaumentati del 4,6%) utilizzate nella produzione dipneumatici e guanti. L’impatto delle piogge e dell’alluvione in Tailandia,il paese con le maggiori piantagioni di gomma, hainciso minimamente sulla fornitura di gomma na-turale, essendo le colture principalmente concen-trate nel sud. A fine anno la produzione dovrebbearrivare a 3,38 milioni di ton, rispetto ai 3,25 del2010. In Indonesia la produzione in Indonesia èprevista a 2,96 milioni di ton (contro 2,749, men-tre in Malesia è stata stimata a 1,02 milioni di ton(939.000 previste). Le esportazioni dovrebbero aumentare del 2,6%,raggiungendo 7,67 milioni di ton, contro il 3,1%stimato a ottobre e il 10,4% del 2010. Mentre ilcalo dei prezzi è generalmente conseguenza di-retta della scarsità di domanda dovuta al ristagnoeconomico mondiale, le alluvioni in Tailandiahanno causato notevoli difficoltà nei trasporti versoi porti di partenza. La domanda da Cina, India eMalesia, che rappresentano il 45% del totale mon-diale, è cresciuta solo dello 0,7%, un dato forte-mente negativo rispetto al 4,7% del 2010.

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Italia del ricicloIl 1° dicembre scorso si è svolta a Roma lapresentazione del rapporto annuale L'Italiadel Riciclo, realizzato da FISE Unire e Fon-dazione per lo Sviluppo Sostenibile con ilpatrocinio del Ministero dell'Ambiente, delMinistero dello Sviluppo Economico e diISPRA.Per quanto riguarda il capitolo delle mate-rie plastiche, secondo Assorimap è palesela parzialità del rapporto, con evidenze solosul recupero dei rifiuti di imballaggio, cherappresentano solo il 50% dei materiali inplastica da recuperare, con informazionifornite esclusivamente da Corepla e senzail coinvolgimento dei sistemi autonomi cheproprio sul recupero degli imballaggi con-sentono all'Italia di centrare gli obiettivi eu-ropei, tra l'altro con percentuali tra il 45 eil 50 % del totale riciclato.Nel rapporto non vengono considerate leattività di recupero cosiddette del precon-sumo, cioè il recupero con riciclo da scartiindustriali, settore molto importante per lequantità (certo inferiori a quelle provenientidalla raccolta differenziata) ma anche perconoscere quelle tipologie di beni e di pla-stiche diverse su cui il legislatore non haimposto un contributo e per le quali è inte-ressante verificare come lo stesso mercatovalorizzi queste risorse.Assorimap ritiene che un rapporto nondebba essere solamente un aggregato didati analizzati più o meno correttamente,ma debba presentare le criticità di un si-stema di recupero sicuramente non ade-guato alle possibilità nazionali e ai principieuropei: occorre richiamare gli obiettivi e lemodalità con cui il sistema paese intendeperseguire tali obiettivi.È necessario evidenziare come in Italia esi-

sta, principalmente sulla plastica, un pro-blema di concorrenza con i produttori dimateria prima o meglio come non possaessere sviluppata tale concorrenza per unaserie di elementi sfavorevoli, che vannodalla determinazione delle regole alla ge-stione dei consorzi, che di fatto impedi-scono il rinnovamento e l'affermazione delriciclo.In paesi vicini come Francia e Spagna, pernon parlare della Germania culla del recu-pero, tali materiali plastici vengono "tenutistretti" e anche le imprese del riciclo, pernon cedere ad altri paesi un settore strate-gico, sempre più indispensabile se non sivorrà cedere le produzioni ai paesi emer-genti che adottano politiche opposte aquella dell'Italia.Apprezzabile l'inserimento sui dati importexport degli scarti di materiale plastico, macerto non la lettura - considerata positiva -delle rilevazioni: la crescita dell'export te-stimonia una qualità dei materiali alquantoscadente (non adatta alle nostre imprese,seconde a nessuno nella tecnologia), qua-lità scadente dovuta alla pessima raccoltache il sistema dei comuni ha attivato; inol-tre, quando si registrano valori export di taleportata, non può non esserci la preoccupa-zione che il sistema delle imprese delriciclo stia in sofferenza e diventi "rinun-ciatario".Parimenti non può essere condiviso l'otti-mismo per l'import che scende, in quantotale valore va letto con quanto si dicevaprima di Francia e Spagna, che tengonostretta la risorsa che consente notevoli ri-sparmi al paese in termina di energia edi CO2, nonché di rispettare le nuovedisposizioni europee che richia-mano l'utilizzo in percentuale cre-

scente di materiale riciclato (e non significacerto che le imprese italiane del riciclohanno materiali a sufficienza - attualmentela media nazionale di attività per impianto diriciclo è pari al 70% della capacità instal-lata).Assorimap intende tutelare i propri asso-ciati con una decisa campagna stampa cherenda nota alla politica e ai cittadini la realesituazione del riciclo di materie plastiche inItalia.

Applicazione del REACHÈ stato realizzato da Assorimap uno studiosull’applicazione del REACH, in particolareper comprendere meglio adempimenti escadenze per le imprese associate. Lamaggiore conoscenza della materia daparte delle imprese ha consentito di acqui-sire osservazioni e contributi sulla disciplinanonché alcune criticità.Le aziende italiane che riciclano PET dapost-consumo (attraverso la raccolta diffe-renziata e la gestione Conai-Corepla) rea-lizzano materie prime secondarie (scagliedi PET riciclato) che hanno meno del 2% inpeso di monomeri, con quantità annue ditali sostanze inferiori alla tonnellata. A talicondizioni dovrebbero essere escluse dalla

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NotiziarioASSORIMAP

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE RICICLATORI E RIGENERATORI MATERIE PLASTICHECorso Vittorio Emanuele II 39 - 00186 Roma - tel 06 6780199email: [email protected] - www.assorimap.it

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disciplina REACH laddove il produttore ori-ginario degli scarti di produzione abbia giàregistrato le sostanze in questione.La difficoltà alla verifica della tracciabilitàdei materiali fino al produttore - in quantoil passaggio della raccolta differenziata"spezza" la catena a monte per poter in-terpellare il produttore di materia prima -crea una situazione critica in quanto poneil riciclatore di fronte a una serie di proble-matiche tecniche e di registrazione onerosein termini organizzativi ed economici.Il 2 dicembre scorso la direzione Assorimapha incontrato Carlo Zaghi, responsabile delpreposto ufficio del Ministero dell’Am-biente, chiedendo che lo stesso ministerorisponda per iscritto al formale interpello

dell’associazione e dia quindi indicazionicerte in materia alle imprese riciclatrici.

Green economyIl 16 novembre Assorimap ha partecipato aun incontro, promosso dal consorzio Po-lieco per commentare quanto emerso dalla3a edizione della Forum sull'Economia deiRifiuti (Ischia, 23-24 settembre), finalizzatoalla definizione di quanto necessario alleimprese nella nuova economia dello svi-luppo sostenibile.Presenti all'incontro i rappresentanti di nu-merose imprese dei diversi settori della“green economy” (multi-utility, intermedia-zione MPS e rifiuti, riciclo della plastica,carta, biomasse ecc., fonti rinnovabili,

agroalimetari ecc.), asso-ciazioni (Legambiente, CNA,Coldiretti, Conapi, Assobio-plastiche ecc.).Dopo un ampio dibattitosono emerse le seguentilinee di azione da proporrea tutti i soggetti interessati:definizione dei principi dellagreen economy da condivi-dere e sostenere; predispo-sizione di un “manifesto” daproporre per relativa sotto-scrizione; costituzione di

una federazione delle imprese che possapromuovere e realizzare gli obettivi.Le imprese che intendono aderire perse-guono un modello di economia che con-senta di lavorare e sviluppare ulterioreproduttività, nel rispetto dell’ambiente e delsociale. Le aggregazioni già costituite sullospecifico non rispondono per coerenza agliobiettivi e ai principi che ispirano i sosteni-tori del progetto federativo.

Sinergie con ConadIl 25 ottobre scorso a Bologna una delega-zione Assorimap (il presidente CorradoDentis, il direttore Walter Regis, il respon-sabile della comunicazione Pasquale Alfieri)ha incontrato la dirigenza Conad al fine disviluppare possibili sinergie.Le scelte ambientali di Conad in ambitoproduttivo e commerciale sono state og-getto di apprezzamento da parte dell’asso-ciazione e per questo sono state poste allostudio diverse iniziative per una fattiva col-laborazione, anche con il supporto dellaLega delle Cooperative. Tra le diverse te-matiche è stata evidenziata la scelta diConad di rendere disponibili ai consuma-tori borse riutilizzabili in plastica riciclata.

NNoottiizziiaarriioo ASSORIMAP

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Kermesse ambientaleQuasi 76.000 visitatori complessivi(+16,7% sul 2010), di cui oltre 7.700esteri (+49%), per l’edizione 2011 di Eco-mondo, Key Energy e Cooperambiente, letre rassegne fieristiche svoltesi a Rimini dal9 al 12 novembre scorso. Numeri da recordper la grande kermesse ambientale, maanche la sostanza delle manifestazioni hapienamente soddisfatto le attese e gli inve-stimenti degli organizzatori di Rimini Fiera. Per quattro giorni la mostra internazionaledel recupero di materia ed energia e dellosviluppo sostenibile ha proposto l´offerta di1.200 imprese occupavano l´intero quar-tiere fieristico riminese. Nucleo centrale ilciclo dei rifiuti, mentre due interi padiglioniospitavano l´area educativa, visitata da oltre4.000 studenti provenienti da tutta Italia.Tra i protagonisti della manifestazione an-cora una volta figurava a pieno titolo l’in-dustria delle materie plastiche e dellagomma, con la partecipazione diretta di nu-merose aziende della filiera ma anche conuna serie di eventi mirati a mettere in evi-denza il ruolo chiave del settore quale idea-tore e fornitore di soluzioni innovative inmateria di sostenibilità ambientale.Qui di seguito riprendiamo in sintesi le te-matiche discusse in alcuni di questi eventi,oltre a offrire un breve accenno a qualcheprodotto ecosostenibile presentato in ante-prima nel corso della fiera.

Risorsa o sfida?In un convegno organizzato l’11 novembredal Consorzio Carpi sul tema "Il riciclo degliimballaggi in plastica: una risorsa o unasfida continua" è stato ribadito il ruolo deiriciclatori autonomi per il raggiungimentodegli obiettivi europei e la necessità di far sìche dell'impegno dei cittadini nella raccoltadifferenziata benefici prima di tutto il terri-

torio. L’evento ha visto per una volta prota-gonisti gli amministratori locali alle presecon il tema della raccolta e valorizzazionedei propri rifiuti, troppo spesso consideratiun onere e non una risorsa economica.A introdurre i lavori un intervento di LucianoPazzoni, vicepresidente del consorzio, ilquale ha ricordato come nel nostro paese visiano troppe normative sui rifiuti, non sem-pre scritte in modo chiaro e con la neces-saria competenza; arrivando al paradossodi avere troppe leggi e poche regole. Que-sto perché i riciclatori non riescono farsisentire: l'eccessiva frammentazione delsettore rende infatti difficile un confronto adarmi pari con le istituzioni e i consorzi. Ser-virebbe un'unica associazione, forte, unasorta di sindacato rappresentativo di tuttoil comparto per difendere gli interessi deiriciclatori. Analogamente andrebbe creatoun marchio di qualità a livello nazionale edeuropeo per i materiali ottenuti da plasticariciclata.Il tema è stato ulteriormente approfonditoda Gianni Marella di Carpi, che ha presen-tato alcuni numeri sul riciclo di plastiche -nel 2010 ha toccato il 34% dell'immessoal consumo (per la metà realizzato dai rici-clatori autonomi) - ha spiegato come fun-ziona il CAC (Contributo Ambientale Conai)e ha criticato il meccanismo delle aste, chein alcuni casi non si rivela la scelta più tra-sparente ed efficiente, soprattutto in pre-senza di una platea ristretta di compratoriuniti da vincoli associativi. In certe condi-zioni il meccanismo dell'asta può addirit-tura turbare il mercato, generando prezzi diriferimento vantaggiosi per chi dispone diforti stoccaggi di materiale. Marella ha quindi ricordato che il CAC vieneapplicato a tutti gli imballaggi, compresiquelli terziari che non vengono però raccoltinell'ambito dell'accordo quadro stipulato

con gli enti locali. Mancherebbe, in questocaso, la corrispondenza tra il contributo pa-gato dai produttori di questi imballaggi e ilcorrispettivo versato per il maggior costodella raccolta differenziata. Marella ha con-cluso il suo intervento proponendo quattrospunti di riflessione per rendere più effi-ciente ed equo il sistema, a partire dalla re-stituzione al territorio delle risorse ottenuteattraverso la raccolta differenziata, per evi-tare che i contributi pagati dai cittadini sitrasformino in profitti per terzi, tra i qualioperatori europei o extraeuropei. Ci sonopoi da valutare aspetti quali il trattamentodei rifiuti di imballaggio terziari, gli incentiviagli acquisiti verdi e la partecipazione deglienti locali alla formazione del piano con-sortile e alla gestione dei consorzi di filiera. La parola è passata quindi al territorio, conle esperienze di raccolta e riciclo in diverseregioni. Particolarmente significativo l'in-tervento di Alessandro Benassi (Arpa) sullaraccolta e riciclo di rifiuti in Veneto, dove laRegione ha varato il piano rifiuti nel 2004,con l'obiettivo di raggiungere una raccoltadifferenziata del 50%, oggi ampiamentesuperato, e arrivare alla "discarica zero"entro il 2010, risultato non molto lontano. Ilriciclo di plastiche in Veneto ha infatti rag-giunto una quota doppia rispetto al valoremedio nazionale. Grazie a sessanta impiantipresenti sul territorio, vengono recuperate70.000 ton di plastiche da imballaggi su untotale di 88.000 ton annue.

Terra, acqua, ariaCon il convegno “Terra, Acqua, Aria: i riferi-menti per la sostenibilità del PVC”, tenutosil’11 novembre, PVC Forum Italia ha propo-sto una nuova chiave di lettura della soste-nibilità ambientale legata ai tre compartiambientali di riferimento.Nell’intervento di apertura Carlo Ciotti, pre-

A Ecomondotra eventi e curiosità

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sidente dell’associazione, ha sottolineatocome le azioni congiunte e integrate del-l’industria in termini di sicurezza delle pro-duzioni, riduzione delle emissioni e utilizzoresponsabile delle risorse, così come l’uti-lizzo responsabile degli additivi e la pro-gressiva e volontaria sostituzione di quelliconsiderati più a rischio, ma anche l’avviodi schemi di raccolta e riciclo, hanno por-tato alla definizione di un materiale, un“nuovo PVC” che, mutuando il termine dalmondo della comunicazione digitale, po-trebbe essere chiamato PVC 2.0. Oltre ai vantaggi intrinseci derivanti dallaproduzione con una materia prima rinnova-bile, il sale (57%), il PVC può contare oggi

sull’utilizzo di additivi sempre più sostenibiliper minimizzare la contaminazione dei ter-reni, in particolare durante la fase di smal-timento e gestione del fine vita. L’industriaitaliana ed europea, con i suoi programmivolontari Vinyl 2010 prima e VinylPlus oggi,punta a un’ulteriore diminuzione dei con-sumi di energia, all’utilizzo di fonti e risorserinnovabili e al miglioramento degli schemidi raccolta e riciclo.L’industria del PVC intende dare il suo con-tributo attraverso la riduzione dei consumid’acqua nei processi di polimerizzazionecon la nuova tecnologia di riciclo PVCleanmessa a punto da Vinnolit, ma anche mi-gliorando il trattamento acque di scarico ola riduzione della presenza nell’eluato di so-stanze che impattano negativamente sul-l’ecosistema idrico.Negli ultimi anni l’industria del PVC hacompiuto enormi passi in avanti nel ridurrele emissioni in atmosfera nelle fasi di pro-duzione, trasformazione e smaltimento at-traverso l’applicazione dell’ECVM charter edelle Best Available Technics. E importantimiglioramenti sono stati ottenuti nell’otti-mizzazione del trattamento dei gas scaricoda termovalorizzazione.Un contributo importante alla sostenibilitàattuale è stato offerto dal programma vo-lontario Vinyl 2010, contributo che conti-nuerà nei prossimi dieci anni con il nuovoimpegno volontario VinylPlus, che è stato

presentato nella relazione del direttore ge-nerale Helmut Leitner. Tra gli obiettivi con-creti è importante segnalare il riciclo di800.000 ton di PVC su base annua entro il2020, di cui 100.000 attraverso tecnologieinnovative in grado di riciclare anche le ap-plicazioni finora più problematiche da trat-tare. Di sostenibilità di specifiche applicazionicome film e calandrati in PVC hanno parlatoClaudio Barberis e Claudia Pozzato delgruppo di lavoro film e calandrati di PVCForum Italia. Uno studio recentemente ela-borato dal gruppo dimostra come il PVCpossa vantare prestazioni ambientali, eco-nomiche e sociali paragonabili e in qualche

caso anche supe-riori a quelle deimateriali concor-renti. Proprio a raf-forzare la soste-nibilità dei propriprodotti, la filiera ita-liana del PVC ha svi-luppato marchi diqualità e sostenibi-lità per alcuni settoriapplicativi.Dei modelli di eti-chettatura ecologicaha parlato GianLucaBaldo di LCE Engi-

neering. Esistono oggi strumenti semprepiù perfezionati e consolidati, come quelliche fanno riferimento alle norme ISO14021 o ISO 14063, come le EPD (dichia-razioni ambientali di prodotto). Tutti questistrumenti si riferiscono a indicatori d’im-patto ambientale quali consumo di energia,contributo ai gas serra, emissioni in acquae atmosfera o rifiuti generati. Come sottolineato infine da Marco Piana,direttore di PVC Forum Italia, l’attività del-l’associazione si orienta su ricerca e speri-mentazione attraverso le attività dei gruppidi lavoro suddivisi per applicazioni e pro-getti trasversali. Ne sono un esempio leborse di studio promosse in collaborazionecon PlasticsEurope Italia per ricerche e in-novazioni sui serramenti o la collaborazionecon la Facoltà di Architettura del Politecnicodi Torino per lo studio di edifici ambiental-mente sostenibili.

Seconda vitaNello stand di IPPR (Istituto per la Promo-zione delle Plastiche da Riciclo) era in mo-stra la gamma di contenitori a doppia valva(clamshell) Fruitpack-Satispack in R-PETper ortofrutta e gastronomia, realizzati daIsap Packaging, società veronese operantenel settore del monouso e dell’imballaggioagro-alimentare, che ha di recente acqui-sito la certificazione PSV (Plastica SecondaVita) Food Contact. Tale marchio consente

che gli imballaggi contenenti PET riciclato,e non più solo quelli prodotti interamentecon polimero vergine, possano essere im-piegati per il confezionamento dei prodottialimentari. Isap ha attuato un percorso di sviluppo im-prontato sulla ricerca di materiali innovativia elevata eco-compatibilità per i suoi im-ballaggi. Tra questi l’R-PET, ottenuto daraccolta differenziata e riciclo meccanico. Imigliori risultati in termini di riduzione del-l’impatto ambientale si ottengono quandol’utilizzo dell’R-PET è associato ad alcunidei prodotti certificati PSV, come la serieSatispack, il cui brevetto propone un'origi-nale tecnica produttiva: base e coperchiodel contenitore vengono realizzati separa-tamente (con foglia di diverso spessore e/ocolore) e combinati solo in un secondo mo-mento mediante saldatura a ultrasuoni.

Pneumatici fuori usoIl 10 novembre è stato organizzato daEcopneus un convegno sul tema “Oggi edomani: le sinergie per lo sviluppo diun'economia del riciclo dei pneumatici fuoriuso”, nel corso del quale è stato tracciatoun primo bilancio della partenza del si-stema di raccolta e recupero dei PFU, indi-cando le sinergie per lo sviluppo diun'economia del loro riciclo. Sulla spinta del DM 11 aprile 2011 n. 82,che vede già messi in atto procedure voltea garantire l’efficienza del sistema e il coin-volgimento degli addetti, si sta consoli-dando una vera e propria industria delriciclo, con un obiettivo di raccolta 2011 diquasi 100.000 ton di PFU, pari al 25% del-l’immesso al consumo, quota che dovrà di-ventare il 100% (380.000 ton) entro il2013.La situazione attuale è stata fotografata daGiovanni Corbetta, direttore generale diEcopneus. Sono 38 le organizzazioni chehanno ricevuto finora l’autorizzazione dalMinistero Ambiente ad applicare il contri-buto ambientale per il riciclo dei PFU, ma inumeri confermano che il consorzio gesti-sce la quota maggioritaria di materiale. Neiprimi due mesi sono pervenute 12.000 ri-

PVC FORUM

NICOLA ANTONELLI

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chieste di prelievo da oltre 15.000 punti digenerazione di PFU. La raccolta è in lineacon il target del 25% del totale che dovràessere raggiunto entro fine anno. La rete Ecopneus è costituita da 16 im-prese regionali di raccolta che si avvalgonodi 60 subfornitori. Il materiale raccolto vieneconsegnato a 30 imprese di frantumazione.La parte finale della filiera è composta dacementifici che attuano recupero energe-tico e da aziende che reimpiegano lagomma da riciclo in applicazioni industriali. I rappresentanti della filiera hanno discussosu quanto resta da fare per perfezionare ilsistema. Questa filiera deve crescere e raf-forzarsi - ha dichiarato Corrado Scapino,presidente di FISE-Unire - la normativapone obiettivi che partono dall’esigenzaambientale e che poi si scontrano con ilmercato. Oggi ci sono alcune regioni e pro-vince che sono più all’avanguardia nellaspinta al GPP (Green Public Procurement) enelle sperimentazioni rispetto agli utilizzidella gomma da riciclo di PFU. A livello na-zionale però siamo molto in ritardo e nonc’è più nessuna giustificazione. Ormai bi-sogna considerare il riutilizzo del materialericiclato come la questione centrale relativaal recupero dei rifiuti.

Angelo Bonsignori, direttore generale Fe-derazione Gomma Plastica, ha puntualiz-zato che si va a incidere su una filiera didecine di migliaia di operatori che hanno leloro difficoltà nel recepimento degli obbli-ghi previsti dal decreto. Devono essere an-cora risolti diversi aspetti operativi, non tuttidi dettaglio, che vanno chiariti in questafase di applicazione del decreto. La Fede-razione è altresì consapevole che le diffi-coltà che ci possono essere adessosaranno compensate in futuro da ricadutepositive sul settore.Giorgio Russomanno (Confartigianato Im-prese) ha sottolineato che Ecopneus è statol’unico soggetto a porsi nei confronti distrutture come la loro in un’ottica di per-corso virtuoso di dialogo e confronto, percercare di comprendere e risolvere le pro-blematiche dei loro operatori. Le criticità cisono, come per esempio le regole legatealle modalità di ritiro degli pneumatici daigommisti, e restano ancora aperti moltipunti in relazione alle modalità di applica-zione del contributo ambientale sui qualisono stati chiesti chiarimenti al Ministerodell’Ambiente.Santino Cannavò (UISP) ha illustrato il pro-getto attualmente in corso, in collabora-zione con Ecopneus, rivolto a 20.000dirigenti e opinion leader del settore spor-tivo. Finora i risultati dell'indagine eviden-ziano come lo sviluppo di applicazione dimateriali riciclati come la gomma da PFU

nell'impiantistica sportiva possa avere unsignificato fortissimo per il mondo dellosport. Quale testimonianza dell’impegno costantea favore del corretto recupero dei PFU, nonun rifiuto di cui disfarsi ma una preziosa ri-sorsa, capace anche d’ispirare oggetti dal-l’alto valore artistico, Ecopneus ha decisodi ospitare per tutta la durata della fiera, al-l’interno del proprio stand, una scultura in-titolata La Mano di Dio, realizzata da NicolaAntonelli, vincitrice del Mascitti CreativeContest 2011, concorso che premia opererealizzate con pneumatici fuori uso.Allo stesso modo in cui la natura compie ilsuo corso infinito trasformandosi continua-mente - ha dichiarato lo scultore - così lacreatività scopre il riciclo della materiaestranea ai processi di trasformazione na-turale. Antonelli ha voluto sottolineare il va-lore ludico che può anche assumere unagomma, anche al di fuori delle competizionia cui può essere legato.

Bioraffinerie per il rilancioIl 10 novembre si è svolto un convegno sultema “Raffinerie chimiche verso bioraffine-rie: una strategia possibile per il rilanciodella chimica in Italia?”, a cura del Mini-stero dello Sviluppo Economico, SusChemItaly, Biofuels Italia e Federchimica. L'in-contro si poneva l'obiettivo di migliorare laconoscenza di una nuova importante op-portunità che si offre all'industria chimicagrazie all'adozione di processi di conver-sione come quelli biologici e all'uso dellebiomasse quali materie prime alternative aiderivati del petrolio.A presiedere il convegno Andrea Bianchi(Ministero dello Sviluppo Economico) CatiaBastioli, amministratore delegato di Nova-mont, mentre tra i relatori figurava MarcoVersari, presidente di Assobioplastiche.Anche in un momento difficile di crisi eco-nomica come quello che stiamo vivendo -ha dichiarato Catia Bastioli - crediamo sia

importante continuare a sensibilizzare l’in-dustria, la pubblica amministrazione e isemplici cittadini sul fatto che esiste unmodo diverso di produrre i prodotti cheusiamo nella vita di ogni giorno, senza dis-sipare risorse energetiche e ambientali. Il Mater-Bi è un biopolimero contenenteamidi e oli vegetali ed è prodotto all’internodi bioraffinerie integrate nel territorio - haaggiunto Bastioli - a dimostrazione che oggiè possibile pensare a un modello industrialesostenibile, capace di operare in armoniacon l’agricoltura e l’ambiente lungo tutto ilciclo produttivo, riducendo gli sprechi di ri-sorse e le emissioni inquinanti.

Campagna creativaIl 9 novembre la piattaforma creativa Eco-Art Project, impegnata nello sviluppo di ini-ziative culturali e di comunicazione ispiratea tematiche di sostenibilità, ha presentatola campagna Plastic Vortex 2012, un pro-getto internazionale per la sensibilizzazionesui rifiuti di materiale plastico il cui nome èispirato al Pacific Trash Vortex, l’immensamassa di spazzatura nel mezzo dell’OceanoPacifico. La campagna sarà sviluppata con diverseiniziative in via di organizzazione e se-guendo un format creativo che coinvolgetre diversi segmenti: aziendale e istituzio-nale, educational, sistema dell´arte con-temporanea. L’intento del progetto è disviluppare una rinnovata ed estesa perce-zione circa l’importanza del riciclo, dellaraccolta differenziata e valorizzazione dei rifiuti e, nel contempo, innescare meccani-smi di promozione dello "smart-packa-ging", di nuove tecnologie per gli imballaggidelle merci e dell’utilizzo di materie eco-compatibili, come le bio-plastiche, quandopossibile.Nella stessa occasione sono stati inoltrepresentati due concorsi che si apriranno nel2012: Plastic Vortex Click&Ciak, rivolto astudenti di scuole medie inferiori e supe-

ECOART PROJECT

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riori; Call for Artists Plastic Vortex, rivolto ad artisti nazionali e in-ternazionali. Infine, nel corso della fiera, su un’area di 700 m2 ha preso formail Plastic Vortex Art Work in Progress: sono stati messi a disposi-zione di EcoArt Project e dei suoi artisti gli imballaggi di scarto ri-sultanti dall’allestimento degli stand della fiera. Dalla montagnainiziale di plastica recuperata è nata un’installa-zione artistica creando un impattante ambientesurreale. Nella stessa area, un'attività educativaha impegnato studenti e visitatori, che hanno po-tuto prender parte a questa suggestiva e originaletrasfigurazione realizzando sfere di vario diametroarrotolando la plastica a disposizione.

Impronta eccellenteIl 10 novembre la Fondazione per lo Sviluppo So-stenibile ha assegnato a Vinyloop Ferrara (gruppoSolvin) un diploma di riconoscimento che sottoli-nea l’intenso impegno profuso nel riciclaggio dirifiuti post-consumo. Questi attestati sono attri-buiti alle società che si sono contraddistinte per ilsignificativo contributo al miglioramento del futurodella collettività attraverso soluzioni innovative intre settori: trattamento rifiuti, energia e prodotti,servizi innovativi. In particolare VinyLoop è stata selezionata tra leprime dieci società italiane nell’ambito del trattamento dei rifiuti.Messo a punto per il riciclo di manufatti compositi in PVC a finedel ciclo di vita, il processo Vinyloop consente di ottenere un pro-dotto di elevato standard qualitativo, paragonabile a un materialevergine, nonché estremamente costante, caratteristica fonda-mentale per gli utilizzatori. Un recente studio ha dimostrato che

i materiali risultanti da tale processo hanno un'impronta am-bientale decisamente favorevole: rispetto al PVC vergine ridu-cono di oltre il 72% l'impronta idrica, del 46% l'improntaenergetica e del 39% il potenziale di riscaldamento globale.Lo studio sull'impronta ecologica è un'analisi conforme allenorme ISO sull’analisi del ciclo di vita. Alla luce dei risultati,

l'azienda sta sviluppando un nuovo strumento per calcolare l'im-pronta ambientale di manufatti costituenti tipiche applicazioni diVinyloop: per esempio tubi per giardinaggio, membrane e suoleper calzature.La proposta commerciale di Vinyloop ora comprende anche ser-vizi di eco-consulting, grazie ai quali i clienti potranno accertarequale può essere la loro impronta ambientale e a loro volta po-

tranno comunicare i risultati ai loro clienti lungo lacatena del valore.

Riciclo in motoIl 10 novembre, nel corso di un evento organizzatocongiuntamente da Revet, Corepla e Piaggio, sonostate illustrate la ricerca e le applicazioni industrialidelle plastiche miste riciclate di alta qualità. In par-ticolare, il materiale messo a punto da Revet a par-tire da sacchetti della spesa, imballaggi deisupermercati e flaconi di detersivi ha dato origine auno speciale polimero capace di dare nuova vita amateriali "poveri", normalmente destinati a finire indiscarica o inceneriti. Nella produzione Piaggio, grazie a questa iniziativa,è stato possibile adottare componenti di alta qualitàrealizzati in materiale plastico riciclato - derivantedalle raccolte differenziate e dal riciclo gestito dalconsorzio Corepla - come le pedane, i vani porta-casco e i bauletti di scooter come il Piaggio Mp3. Con oltre 57 milioni di italiani e 7100 comuni coin-volti e 615.000 tonnellate raccolte e riciclate, il si-stema Corepla è una delle eccellenze italiane chenel complesso muove un settore di circa 300 im-prese per 2.000 addetti e un fatturato di 700 milionidi euro. Il consorzio eroga ai comuni, sotto forma dicontributi per la raccolta differenziata, oltre 150 mi-lioni di euro l'anno e nel complesso ha fatto rispar-miare - anche grazie alla collaborazione con Revete Piaggio - emissioni di CO2 per oltre 3 milioni ditonnellate.

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VINYLOOP

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Sviluppo sostenibileIl 18 novembre presso la sede di Federchimica a Milano si è te-nuta una giornata tecnologica sul tema “I polimeri e lo svilupposostenibile”, organizzata in collaborazione con PlasticsEurope Ita-lia e AIM (Associazione Italiana Macromolecole). L’evento era di-viso in una sessione mattutina e una pomeridiana all’interno dellequali le presentazioni dei vari relatori erano raggruppate pertema.A proposito di polimeri ed energia, M. Loubry (PlasticsEurope) hapresentato i risultati dello studio “I risparmi energetici derivantidall’uso delle materie plastiche”, condotto dall’austriaca Den-kstatt, da cui emerge in particolare che gli imballaggi in plasticarappresentano oggi la scelta più oculata in chiave di sostenibilitàambientale. Questo perché risultano pratici, efficaci, economici esicuri e la loro sostituzione impatterebbe sia sull’economia siasull’ambiente.Secondo lo studio, infatti, la sostituzione della plastica con altrimateriali da imballaggio avrebbe almeno una triplice conse-guenza: un aumento del 3,6% del volume totale degli imballaggi;

un incremento del 2,2% del consumo energetico durante tutto ilciclo di vita dell’imballaggio, pari a 1.240 milioni di GJ l’anno,equivalenti a 27 milioni di ton di petrolio o 20 milioni di case ri-scaldate; una crescita del 2,7% delle emissioni di gas serra,equivalenti a 61 milioni di ton di CO2, paragonabili alla circola-zione di 21 milioni di autovetture.Tutti i sette settori presi in esame dallo studio mostrano comel’adozione di imballaggi in plastica offra di fatto maggiori van-taggi ambientali rispetto a quelli derivanti dall’uso di qualsiasialtro materiale sia in fase di utilizzo vero e proprio sia durante ri-ciclo e recupero. Lo studio rivela anche che l’uso di imballaggi inplastica per alimenti freschi ne riduce almeno del 10% il dete-rioramento rispetto ad altri tipi di confezioni e, di conseguenza,le emissioni di CO2 nell’atmosfera correlate.Oltre alla presentazione del suddetto studio, dopo l’introduzioneall’evento (P. Lomellini, AIM), al mattino il programma prevedevai seguenti interventi:• Polimeri ed energia (A. Citterio, Politecnico di Milano)• Riciclo dei materiali polimerici (G. Rossi, Corepla)• Nuovi elastomeri per un minore consumo di carburante

(F. Bacchelli, Polimeri Europa)• Espansi polimerici per l’isolamento termico (L. Castellani,

Polimeri Europa)• Come risparmiare energia in produzione e in opera: l’esempio

dei serramenti in PVC (C. Ciotti, PVC Forum Italia).Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con la presentazione delle seguenti relazioni:• Monomeri e polimeri bio-based (M. Scandola, Università di

Bologna)• Polimeri da fonti rinnovabili = Polimeri del futuro.

Un’equazione sostenibile (S. Cobror, Mossi & Ghisolfi)• Biodegradabilità e compostabilità: gli standard per le plastiche

e gli imballaggi recuperabili mediante riciclo organico (F. Degli Innocenti, Novamont)

• Biodegradabilità dei materiali: metodi di prova e risultati di laboratorio (P. Sadocco, Stazione Sperimentale Carta)

• Principali problematiche della materie plastiche (G. Riva, PlasticsEurope).

Italia del ricicloIl settore del riciclo rifiuti in Italia inverte la tendenza registrata nel2009 (-25%) e torna a crescere: nel 2010 sono stati riciclatiquasi 34 milioni di tonnellate (+40%). Tutti positivi gli indici per

i sei principali flussi di materiali avviati a riciclo chesono tornati a crescere, a eccezione della plastica,che ha accusato una flessione modesta (-0,7%) toc-cando quota 1,4 milioni di ton. I dati raccolti nel 2011lasciano però intravedere segnali preoccupanti per ilsettore, ancora lontano dal superamento della crisidovuta alla flessione della produzione e quindi anchedella domanda di materie prime ricavate dai rifiuti. Sono questi i principali dati che emergono dallo stu-dio annuale L’Italia del Riciclo, il rapporto promosso daFISE Unire (l’associazione di Confindustria che rap-presenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fon-dazione per lo Sviluppo Sostenibile, presentato il 1°dicembre nel corso di un convegno tenutosi a Romapresso la Sala Conferenze di Piazza Montecitorio.Il saldo export-import continua a essere negativo conun peggioramento del 5,3% e con un valore di circa2,5 milioni di tonnellate, non molto diverso da quellodel 2009 (circa 2,4). Fanno eccezione il settore dellacarta e quello della plastica, che presenta un saldoattivo di 129.000 ton (nel 2009 invece il saldo era

negativo per 246.000 ton).Nel settore degli imballaggi, dopo la flessione nel 2009, le quan-tità avviate al riciclo hanno raggiunto quota 7,34 milioni di ton-nellate, pari al 5,6% in più rispetto all'anno precedente. In terminipercentuali, invece, è stata raggiunta una quota di tasso di rici-clo pari al 65%, con un incremento dell'1,6% sul 2009; più con-tenuto è invece l'aumento della plastica (+1,4%).Sul prossimo numero saranno analizzati in dettaglio i dati ri-guardanti il recupero e riciclo di rifiuti in materiali plastici egomma.

PLASTICSEUROPE

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Discarica zeroSi è svolto il 15 novembre presso la Facoltà di Ingegneria del-l’Università Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza (Varese) unnuovo appuntamento del ciclo di incontri Rifiuto=Valore, propo-sti dall’ateneo per esaminare e approfondire la gestione del finevita dei prodotti e dei materiali, con particolare riferimento a quellidella filiera delle materie plastiche. Esigenza questa che nascedalla constatazione di come non si possa pensare, progettare erealizzare alcun prodotto senza considerare il suo intero ciclo divita né sapere quale sarà la sua “destinazione finale”.Nel precedente incontro dello scorso maggio erano state pre-sentate alcune relazioni tecniche riguardanti la valorizzazione deirifiuti da materiali polimerici, mentre questa volta l’attenzione siè spostata sulle esperienze degli enti istituzionalmente prepostialla gestione del problema.Questo appuntamento intitolato Obiettivo Discarica Zero!, orga-nizzato ancora una volta in collaborazione con Unionplast, Asso-comaplast, Federchimica PlasticsEurope Italia e Unione Industrialidelle Provincia di Varese, si è dipanato sullatraccia di quanto definito ancora recente-mente in sede europea, dove è stato chia-ramente ribadito e precisato come in realtànon esista un’unica modalità di smalti-mento dei rifiuti ma piuttosto un insieme diinterventi - dalle varie pratiche di riciclo eriutilizzo alla termovalorizzazione - mirati aridurre al massimo l’inevitabile ultimaspiaggia dello smaltimento, la discarica.Il programma, dopo il benvenuto di ValterLazzari e un’introduzione di Paolo Lamberti(rispettivamente rettore e presidente del-l’ateneo ospitante). prevedeva la presenta-zione di 3 relazioni: 1) gestione dei rifiuti diimballaggio in Italia: il modello Conai (Wal-ter Facciotto, direttore generale Conai); 2)recupero energetico nel waste manage-ment (Giuseppe Rossi, presidente Corepla);3) analisi della situazione in Lombardia (Da-miano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia).A questi interventi ha fatto seguito una tavola rotonda alla qualehanno preso parte i sindaci di alcuni comuni della zona - Fabri-zio Farisoglio (Castellanza), Gianluigi Farioli (Busto Arsizio), Edo-ardo Guenzani (Gallarate) e Lorenzo Vitali (Legnano) - perdiscutere e cercare elementi di convergenza sulle soluzioni tec-niche e operative più idonee per dare un’impostazione all’annosoe critico problema dello smaltimento.

Rifiuti mariniL’industria mondiale delle materie plastiche intensifica la guerraai rifiuti marini: il 16 e 17 novembre rappresentanti del settoreprovenienti da ogni parte del mondo si sono dati appuntamentoa Dubai per concertare un piano d’azione globale. Il consegui-mento degli obiettivi è previsto in tempi brevi, entro il 2012, gra-zie alla realizzazione di 100 progetti da realizzare in 32 paesi: un“arsenale” di tutto rispetto per vincere la sfida più ambiziosa ov-vero risolvere una volta per tutte il problema dei rifiuti marini.L’incontro di Dubai è stato definito da Wilfried Haensel, direttoreesecutivo di PlasticsEurope, un grande passo in avanti per i rap-presentanti dell'industria delle materie plastiche verso un pianod'azione mondiale che offra valide soluzioni al problema. A suavolta Patrick Thomas, presidente dell’associazione europea eCEO di Bayer MaterialScience, ha aggiunto che l'industria mon-

diale delle materie plastiche è determinata nel fare la propriaparte e giocare un ruolo costruttivo nella messa a punto nuovepartnership e trovare soluzioni.La "dichiarazione per la soluzione dei rifiuti marini", sottoscrittanel marzo scorso a Honolulu e finora adottata da 54 organizza-zioni dell’industria delle materie plastiche, delinea una strategiad’intervento in 6 punti e sollecita una stretta collaborazione conle diverse parti interessate. A tale proposito PlasticsEurope cita al-cuni esempi di progetti già avviati. Tra le attività in fase d’imple-mentazione anche la partnership con Gesamp, un organoconsultivo che nell’ambito delle Nazioni Unite monitora gli aspettiscientifici della protezione dell'ambiente marino.

La comunità dei pescatori belgi e la locale industria delle mate-rie plastiche (rappresentata da Federplast) hanno lanciato l’8 no-vembre scorso il progetto pilota WFO (Waste Free Oceans) perripulire le coste dai rifiuti plastici, con il supporto di Maria Da-manaki, Commissario Europeo per gli affari marittimi e la pesca.

Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con SDVO (Fon-dazione Belga per lo Sviluppo Sostenibile della Pesca) ed Euro-pean Waste Free Oceans Foundation, con il sostegno economicodi Essenscia, la federazione belga dell’industria chimica e dellescienze vitali.I pescatori belgi attiveranno un monitoraggio sistematico dei ri-fiuti presenti nei porti uscendo in mare 5 giorni alla settimanacon reti per pesca a strascico, specificamente studiate per la rac-colta dei rifiuti galleggianti. I risultati di questa iniziativa consen-tiranno di valutare se tale esperimento va protratto nel tempo,con i fondi europei per la pesca.I rifiuti ”pescati” verranno trasferiti agli impianti di selezione del-l’iniziativa Fishing for Litter, finanziato dalle autorità federali bel-ghe allo scopo di recuperare i rifiuti depositati sui fondali. Dopola fase di selezione e analisi, la frazione plastica verrà riciclata daEkol, azienda belga da anni attiva nel riciclo dei rifiuti in materialeplastico. Il progetto ha anche il supporto di Sioen Industries, pro-duttore di tessuti e abbigliamento tecnico, che ha fornito indu-menti protettivi ai pescatori aderenti al progetto.

Conferenza e premioCon circa 420 delegati provenienti da oltre 250 aziende e istitu-zioni, la sesta edizione della conferenza europea sulle bioplasti-che (svoltasi a Berlino il 22-23 novembre) è stata un vero

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successo. Oltre l’80% dei partecipanti proveniva dall’Europa, il10% dall’Asia e la maggior parte del restante 10% da Nord eSud America.Nel suo intervento introduttivo Maurits van Tol (DSM) ha affer-mato che la produzione di massa di bioplastiche è ormai dietrol’angolo; i loro sbocchi sui diversi mercati saranno favoriti da im-pianti di grandi dimensioni, meglio gestiti dal punto di vista deicosti. Werner Ressing (ministero tedesco degli affari economici etecnologici) considera i nuovi materiali bioplastici un’importante

risorsa per la crescita economica europea.Gli interventi hanno illustrato il potenziale delle bioplastiche sottomolti aspetti, in primis quello dell’innovazione (materiali, additivie approcci al fine vita). La sessione dedicata alla sostenibilità haofferto spunti di riflessione su comunicazione e certificazione am-bientale.Il presidente di European Bioplastics, Andy Sweetman, ha sotto-lineato il trend positivo dell’industria delle bioplastiche: nel 2012il ruolo e l’impegno dell’associazione sarà sempre più impor-tante e di sostegno per questo giovane settore. Appuntamentiormai consolidati, come la conferenza annuale, assumeranno unruolo chiave per garantire uno scambio di know-how e di cono-scenze sempre più sfaccettato.

Di particolare rilievo, nel corso dell’evento, la premiazione delconcorso annuale Global Bioplastics Award, organizzato da Bio-plastics Magazine. Il vincitore (Danone, Germany) è stato sele-zionato da una giuria composta da esponenti della stampatecnica e delle associazioni di categoria di America, Europa eAsia.All’azienda vincitrice è stato riconosciuto il forte contributo nel-l’aver traghettato un imballaggio inizialmente di nicchia versoorizzonti più di massa, grazie al lancio degli yogurt Activia e Ac-timel in vasetti realizzati in PLA e HDPE ecologico. In Germania,a oggi, circa metà dei prodotti Danone viene commercializzatain bio-confezioni.Il materiale dei vasetti Actimel è il cosiddetto HDPE ecologico, dal

punto di visto chimico praticamente identico al tradizionale PE,ma prodotto con bioetanolo a base di zucchero di canna.Anche il PLA, utilizzato invece per le confezioni degli yogurt Ac-tivia, è a base di materiali completamente rinnovabili. In questocaso però Danone non sottolinea tanto la compostabilità del pro-dotto ma piuttosto incoraggia altri produttori a utilizzare questostesso materiale in modo da avere sul mercato grandi quantitàdi PLA che possano dare vita a impianti per il riciclo “da PLA aPLA”, un interessante business dal punto di vista sia ecologico siaeconomico.

Progetto conclusoIl 28 ottobre si è svolto al Cesap di Zingonia (Bergamo) un semi-nario informativo sui risultati finali del progetto europeo Wheyla-yer, che è giunto al termine dopo tre anni di ricerche esperimentazioni. Finanziato dalla Commissione Europea nell'am-bito del 7° Programma Quadro, il progetto ha coinvolto 14 par-tner (associazioni di categoria, PMI e centri di ricerca) inrappresentanza di 7 paesi (per l’Italia lo stesso Cesap, Assori-map e Università di Pisa). Obiettivo finale la produzione di un filmaccoppiato innovativo per alimenti e cosmesi utilizzando un de-rivato dalle proteine del siero del latte (caseina - whey), in modo

Trasgressori nel saccoÈ stata sviluppata da SMP (Sfregola Materie Plastiche)un'invenzione che potrebbe tornare utile per controllarela raccolta differenziata e, allo stesso tempo, offrire alleautorità locali un mezzo per incentivare, con una ridu-zione della tassa sui rifiuti, i comportamenti virtuosi.Si tratta di un sacchetto in plastica riciclata, denominatoRadiobag, che contiene un microchip personalizzato chepermette al sacchetto di “comunicare” in tempo realecon una piattaforma tecnologica capace di identificare edi tracciare i sacchetti destinati alla raccolta sia diffe-renziata sia indifferenziata. Diventa così possibile moni-torare quantità e qualità del rifiuto, seguendolo in tutto ilsuo percorso. Attraverso RadioBag è possibile creare un meccanismodi incentivo-deterrente, per premiare i cittadini più vir-tuosi con sconti in bolletta introducendo una vera e pro-pria “raccolta punti”. Inoltre è possibile individuare coloroche trasgrediscono le buone regole della differenziata,nei confronti dei quali le singole amministrazioni pos-sono eventualmente procedere con le azioni che riter-ranno opportune. Sarà infatti proprio l’operatoreecologico, tramite un sistema di lettura (senza controllareil contenuto del rifiuto), a risalire all’identità di chi hacommesso un eventuale irregolarità, il tutto nel totale ri-spetto della privacy del cittadino. Una serie di test condotti in alcuni comuni italiani ha per-messa di individuare i principali vantaggi offerti da Ra-diobag: riduzione della raccolta indifferenziata, grazieall’efficacia del meccanismo di controllo dell'utenza, au-mento di materia prima destinata non più alle discarichema ai circuiti pertinenti e ai relativi consorzi di recupero,possibilità di monitorare il consumo di sacchetti dei sin-goli cittadini, opportunità di effettuare una corretta e pun-tuale consegna evitando distribuzioni a pioggia, riduzionedella spesa per lo smaltimento in discarica.

DANONE

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da garantire le necessarie proprietà barriera offerte, per esempio,dall'EVOH ma migliorando e ottimizzando le possibilità di recu-pero e riciclo post-consumo. La materia prima per la sintesi del polimero deriva da un sotto-prodotto ottenuto a seguito della lavorazione del latte con sem-plici operazioni di filtrazione ed essiccazione. Non sononecessarie elevate purezze nella materia prima. Il polimero otte-nuto è piuttosto fragile e pertanto è stato miscelato con plastifi-canti già utilizzati per il contatto con alimenti. Lo studio ha portato alla realizzazione di un film accoppiato co-stituito da uno strato di PET, dalla spalmatura di un polimero ot-tenuto dalle proteine del latte (whey), da un adesivo e da unostrato protettivo di PE. Il film accoppiato offre elevata barriera aossigeno e vapore acqueo e non presenta alcuna cessione dispecie chimiche dannose o che possano modificare il sapore delprodotto confezionato. Il grado di trasparenza resta sostanzial-mente invariato con una minima riduzione.

Il processo di realizzazione del film accoppiato prevede la sbobi-natura del film di PET, la spalmatura dello strato di caseina e in-fine l’applicazione del collante e dello strato di copertura in PE.A tale scopo è stato sviluppato un prototipo di attrezzatura per laspalmatura e successiva polimerizzazione dello strato di wheyall’interno del film multistrato: nella parte centrale si ha l’essic-cazione e la polimerizzazione mediante irraggiamento con lam-pade a infrarossi. Inoltre è possibile funzionalizzare lo strato dicaseina mediante antiossidanti o antimicrobici, che poi diffon-dono attraverso lo strato di PE all’interno del prodotto confezio-nato esercitando la loro azione antibatterica nel tempo.

Diversamente dagli accoppiati tradizionali non separabili, questomultistrato può essere separato in quanto lo strato proteico puòessere sciolto da una soluzione acquosa di enzimi. Il processo didissoluzione è funzione della concentrazione di enzimi e dellatemperatura del bagno e indicativamente può essere acceleratofino a ridurre il tempo di dissoluzione a 30-40 minuti. Poiché il processo di scollamento delle due parti procede per in-filtrazione dell’acqua ed enzima all’interno dello spessore di ca-seina contenuto tra due strati essenzialmente impermeabili (nelbreve periodo), è fondamentale la dimensione dei frammenti difilm riciclato. Una volta separato lo strato di PE da quello di PET,è possibile avviarli separatamente al riciclo. In ultima analisi ilprogetto si è quindi occupato della possibilità di spalmare lostrato di caseina all’interno di film PLA, contribuendo ad au-mentarne l’effetto barriera e rendendo completamente compo-stabile il film multistrato.

WHEYLAYER

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REuropei in assembleaNei giorni 16 e 17 novembre si è tenuta aBarcellona l’assemblea generale annuale diEuPR (European Plastics Recyclers), che haregistrato la presenza di oltre 150 rappre-sentanti di imprese che si occupano del ri-ciclo delle plastiche per fare il punto sullasituazione per quanto riguarda l’andamentodel mercato e le prospettive future dell’in-tero settore. Quale filo conduttore del-l’evento è stato scelto lo slogan “Le portedei riciclatori sono aperte”, a dimostrazioneche l’industria del riciclo intende contribuirea costruire un’Europa sempre più efficientedal punto di vista delle risorse.In tale occasione Ton Emans (CeDo) è statoeletto presidente, succedendo all’uscenteBernard Merckx, e subito dopo l’elezione,ha dichiarato che “in questi tempi di incer-tezza economica, chi investe nel riciclo dimaterie plastiche dovrà dare sfogo a tuttala sua creatività per generare una crescitaeco-compatibile. Oggigiorno alcuni nostriinvestimenti sono insicuri a causa dellamancanza di una fornitura affidabile. Lamia priorità è cambiare le condizioni delmercato, facendo in modo che i rifiuti pla-stici rimangano il più possibile in Europa eaumentando la qualità della selezione perl’immissione del materiale nei circuiti deiriciclatori”.Nel lungo periodo EuPR si è posta due

obiettivi chiave: in primo luogo un bandoeuropeo su larga scala che vieti l’immis-sione di materie plastiche in discarica; se-condariamente un potenziamento del riciclomeccanico nelle varie legislazioni. Tali mi-sure sono necessarie per dare una svoltaecologica all’economia e generare una cre-scita “verde”.

Nell’ambito dei vari gruppi di lavoro, quellorelativo a LLDPE e film agricolo ha regi-strato la presenza di 52 operatori di 17paesi diversi. Unico rappresentante dei ri-ciclatori indipendenti italiani il direttore ge-nerale del Consorzio CARPI, Alfeo Mozzato.Il presidente di sezione, dopo aver elencatole grandi capacità dimostrate dal compartodel riciclo di polietilene derivante da filmagricolo, ha sottolineato che i maggiori con-correnti rimangono i soggetti esportatori neipaesi extra-europei. Due sembrano essere i motivi che avvan-taggiano l’esportazione rispetto alla lavora-zione in loco dei rifiuti: la bassa qualità delmateriale richiesto dai paesi non membri ele diverse modalità di trasporto con le qualisi effettuano i carichi di materiale destinatoall’estero. Ciò causa una generalizzataminor quantità di rifiuti da riciclare per leaziende europee. Nel riciclo di film derivantida post-consumo agricolo rimane confer-

mata la leadership della Spagna, seguita daItalia e Germania. Nei gruppi di lavoro relativi a HDPE e PP èstato sottolineato come i paesi europei lea-der nel riciclo del primo rimangano semprela Germania, con il 48% di materiale rici-clato sull’immesso a consumo, e la Fran-cia che si stabilizza attorno al 38%, seguitadalla Polonia ferma al 10%. Anche nel casodel PP a farla da padrona è sempre al Ger-mania (33%), mentre il resto degli stati eu-ropei raggiunge a malapena il 13%. L’interosettore prevede ampi margini di migliora-mento. Le diverse sezioni di lavoro hanno indivi-duato tre strade da percorrere per far fronteal generale aumento dei prezzi dovuto allascarsità di rifiuti riciclabili da trattare: mag-gior promozione a livello comunicativo del-l’intero settore; ricerca di una sempre piùefficace indipendenza energetica europea;approccio più deciso a un minor utilizzo difonti non rinnovabili durante il processoproduttivo a favore dello sviluppo dell’eco-nomia verde.

Import cineseNel bimestre settembre-ottobre è scesadell’80% l'importazione di rifiuti e scartiplastici in Cina attraverso la dogana diGuangzhou, capoluogo della provincia diGuangdong. Questa sembra essere la con-seguenza diretta - almeno in apparenza -delle nuove norme governative per control-lare finalmente i rifiuti solidi con maggiorattenzione.L’industria cinese riciclatrice di materie pla-stiche teme una forte scossa una volta cheil governo avrà impartito a tutte le doganesparse sul vastissimo territorio del paese diadeguarsi alle nuova normativa allo scopodi controllare severamente il flusso di rifiuti.La Cina dipende dalle importazioni per al-meno il 50% del materiale che ricicla e, inbase alle statistiche fornite dall’ammini-strazione generale delle dogane, durante ilprimo e il quarto trimestre 2011 si è regi-strata l’entrata, attraverso la dogana diGuangzhou, di oltre un milione di tonnellatedi rifiuti plastici. Tale quantità è crollata cla-morosamente nel terzo trimestre (-35%

Riciclosenza frontiere

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anno su anno) e le importazioni in ottobresono scese drasticamente a 22.000 ton (-82% anno su anno).La dogana di Guangzhou rappresenta unimportante varco per l’import di rifiuti pla-stici in Cina. Nei primi 10 mesi del 2011 daessa ne sono transitati circa 1,3 milioni diton (il 20% circa dell’intero import locale).In base ai dati rilasciati dalle dogane, l’im-port totale di rifiuti plastici in Cina nel 2010ha totalizzato ben 7,4 milioni di ton (26%in più all’anno rispetto al 2002), con un in-cremento medio annuo del 26%.

Record per il latteSecondo uno studio annuale svolto da Re-coup, nel 2010 il riciclo di bottiglie per lattein HDPE nel Regno Unito ha raggiunto ilmassimo storico: il 76% di quelle usate e

raccolte è stato riciclato, con una progres-siva crescita dopo il 57% del 2008 e il 72%nel 2009. Lo studio, che identifica le quotedi riciclo di tutti i tipi di bottiglie in plastica,mostra che quelle in HDPE per il latte rap-presentano un terzo delle 281.000 ton de-stinate al riciclo nel 2010, pari a 93.000ton.Questa costante crescita annuale viene at-tribuita all’aumento del numero dei conte-nitori per la raccolta differenziata a bordodei marciapiedi: ora 21,7 milioni di famigliebritanniche li utilizzano ed è stato stimatoche l’83% delle bottiglie per uso domesticovenga raccolto secondo questa modalità.Nonostante il notevole incremento del nu-mero di bottiglie riciclate, nel 2010 ne sonostate buttate in discarica ancora 22.700ton circa e si stima che questo materialesprecato valga 1,8 milioni di sterline e

abbia un potenziale valore di vendita, unavolta riciclato, pari a 8 milioni.

Panoramica irlandeseLa prima indagine sul riciclo e la domandadi materie plastiche nell’intera Irlanda (Eire+ Nord Irlanda), condotta tra il 2010 e il2011 dall’agenzia RX3 su incarico delle au-torità governative locali, ha visto il coinvol-gimento di oltre 100 partecipanti. Il resoconto finale evidenzia una produzioneannua di rifiuti plastici pari a 482.366 ton,mentre la domanda di materiali ha toccatoquota 450.381 ton. Gli impianti di ricicloper materie plastiche dislocati sul territorionon sono utilizzati a dovere, infatti il 71%dei rifiuti plastici viene immesso in disca-rica (342.479 ton all’anno).Secondo quanto emerso dall’indagine,

l’intera Irlanda avrebbepotuto ritrasformare319.800 ton di materialiplastici, ma nel 2011solo 108.730 ton sonostate effettivamente rici-clate e - nonostante que-sta grande quantità dimateriale disponibile nonvenga sfruttata - i tra-sformatori locali conti-nuano a importare rifiutiplastici dall’estero.

Recupero in fieraLe imponenti dimensionidi NPE 2012, la mostrainternazionale che sisvolgerà dall’1 al 5 aprilepresso l'Orange CountyConvention Center (OCCC)di Orlando (Florida), com-porteranno un elevatovolume di scarti riutilizza-bili prodotti giornalmente

dagli impianti in funzione nei vari padiglioni.Per evitare che questomateriale vada perduto,l’ente organizzatore SPI(Society of the PlasticsIndustry) ha affidato aMaine Plastics (Illinois)raccolta, separazione,trasporto e rilavorazionedegli scarti delle linee diproduzione e di altri ri-fiuti, come le bottiglie inPET, che verranno pro-dotti da più di 60.000visitatori. La prossima edizionedel salone triennaleamericano è la quintaper la quale il servizio diriciclaggio è affidato al-

l’azienda suddetta, che coordinerà con SPI,OCCC, gli espositori e i fornitori la gestionedel programma, la cui partecipazione nonavrà per gli espositori un costo superiore aquello dei normali servizi di smaltimento ri-fiuti.L’obiettivo è quello di eguagliare o megliosuperare il risultato dell'edizione 2009, du-rante la quale erano state raccolte e rici-clate in totale 57 ton ovvero il 95% deimateriali recuperabili. In linea di massimagli organizzatori si attendono che neglispazi espositivi di NPE2012 venga prodottoun quantitativo di scarti molto maggiore, ilche corrisponderebbe a un sostanzioso in-cremento del numero di macchinari espo-sti in funzione. In collaborazione con la stessa Maine Pla-stics, durante la mostra SPI organizzeràinoltre una dimostrazione di rilavorazionedal vivo, accompagnata da un'esposizionedi prodotti ottenuti da bottiglie in PET rici-clate, quali fibre e abiti, cinture e ovvia-mente altre bottiglie.

Contenitori USASecondo l’ultimo studio realizzato congiun-tamente da NAPCOR (National Associationfor PET Container Resources), APPR (Asso-ciation of Postconsumer Plastic Recyclers)e PETRA (PET Resin Association), negli StatiUniti il riciclo di contenitori post-consumoin PET ha raggiunto la quota del 29% nel2010.È il settimo anno consecutivo che la quotadi riciclo registra un incremento: il volumetotale di PET raccolto e destinato al ricicloha toccato il valore più alto fino a oggi (oltre680.000 ton), così come l’impiego del PETriciclato (circa 450.000 ton), ormai estesoa un campo sempre più ampio di applica-zioni.

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KRONES

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Lo sviluppo tecnologico cui, negli ultimianni, sono state soggette le macchine perdecorazione e stampa di semilavorati e ar-ticoli finiti in materiali plastici risponde aesigenze di carattere tanto tecnico quantoestetico. Partendo da questo secondoaspetto, sempre più articoli di uso quoti-diano devono essere in grado di differen-ziarsi gli uni dagli altri ed essereimmediatamente riconoscibili in manieradistintiva, per vincere una concorrenzasempre più agguerrita anche sotto questopunto di vista. A tale scopo lo studio di sa-gome ricercate, il ricorso a forme sinuose el’utilizzo di colori attraenti e loghi identifi-cativi è ormai all’ordine del giorno ancheper oggetti e beni di consumo dal ridottovalore aggiunto.Va però detto che anche nei suddetti casinon tutto è finalizzato alla pura apparenzapriva di sostanza, anzitutto perché comun-que alla base vi sono sempre investimentiimportanti di risorse economiche e umanein attività di ricerca e sviluppo sulle mac-chine da parte delle aziende costruttrici.Sempre più spesso sistemi di decorazionee stampa sofisticati dal punto di vista tec-nologico non solo permettono di assecon-dare gusti estetici in continuo cambiamentoma, soprattutto, di imprimere al prodottocaratteristiche funzionali.In altre parole, le macchine per decorazionee stampa oggi devono essere in grado didare risposta a una domanda eterogeneaconsentendo praticamente la realizzazionedi qualsiasi decoro e finitura su qualsiasimateriale di qualsiasi forma. Nelle pagineseguenti offriamo una panoramica, seppureparziale, dello stato dell’arte attuale delletecnologie per decorazione e stampa oggidisponibili sul mercato, avvalendoci comedi consueto del contributo di alcuni co-struttori specializzati.

Flessograficaper polipropileneDue esemplari della macchina Marte GLcon tecnologia gearless per la stampa fles-sografica a 8 colori sono stati di recente in-stallati da BFM presso altrettantitrasformatori. Il primo (con tavola da 1.200mm) viene impiegato per la decorazione difilm CPP per imballaggio di caramelle, rag-giungendo una velocità di 250-300 m/mincon film da 900 di larghezza e differentispessori. Il secondo viene utilizzato per ladecorazione a 7 colori di film BOPP per ilconfezionamento di pasta, patatine e bi-scotti. In entrambi i casi sono adottate la-stre in fotopolimero da 1,14 mm dispessore con incisione digitale a 48-54linee/cm, mentre i cliché sono montati sumaniche con struttura in poliuretano e fibradi vetro.Questa macchina in grado di raggiungerevelocità di 350 m/min presenta un tamburocentrale da 1.750 mm di diametro, che ga-rantisce il posizionamento orizzontale ditutti i gruppi di stampa, un migliore tratta-mento del film in lavorazione grazie a unamaggiore superficie di appoggio e uno spa-zio più ampio tra un gruppo e l’altro pereffettuare l’asciugamento preliminare. Que-ste caratteristiche assicurano una qualitàdi stampa molto elevata evicina a quella delle mac-chine rotocalco, ren-dendo questa linea unpotenziale so-stituto di que-ste ultime.Per assecon-dare specificheesigenze in ter-mini di carat-teristiche tecni-che, diametro della bobina, sviluppo

di stampa ecc. la macchina offre un elevatogrado di personalizzazione. Qualora si vo-glia ottenere uno sviluppo di stampa fino a1.200 mm, come accade per esempio nelcaso dei film per il settore delle acque mi-nerali, il tamburo centrale può essere am-pliato fino a 2.200 mm, consentendo ilmontaggio di maniche più grandi. Inoltre ilcambio rapido di lavorazione è possibilegrazie a un mandrino ad aria che rimanesempre in macchina in posizione “cantile-ver”, permettendo di sostituire le manichein poco tempo. Questa operazione, inoltre,è coadiuvata da sistemi automatici e se-miautomatici per la pulizia di racla e cilin-dro anilox nel passaggio da un coloreall’altro.Particolare attenzione è stata posta ancheal risparmio energetico con l’utilizzo di bru-ciatori a metano per ridurre la potenza in-stallata. Una macchina a 8 colori gearlesscon tavola da 1.200 mm e resistenze elet-triche per riscaldare l’aria, per esempio, haun fabbisogno energetico di 280-300 kWche, con il suddetto tipo di bruciatore, puòessere contenuto a 80-90 kW. Al ridottoconsumo energetico contribuiscono anchemotori di ultima generazione che, unita- 45

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Macchineper decorazione e stampa

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BFM

FILIPPINI & PAGANINI

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mente alla soluzione gearless, consentonoun risparmio nell’ordine del 30%.

Trasmissione direttaDue nuovi modelli della gamma Superfle-xol per stampa flessografica su film sonostati di recente messi a punto da Filippini& Paganini (divisione di Saldoflex). Il primo,recentemente entrato in produzione pressoun trasformatore europeo, è una macchinaa 8 colori gearless con gruppi di stampa/in-chiostrazione sovrapposti e cilindri di con-tropressione indipendenti per ciascuncolore. La tecnologia gearless era stata fi-nora adottata prevalentemente su mac-chine a tamburo centrale di ultimagenerazione, mentre rappresenta una no-vità su stampatrici flessografiche congruppi sovrapposti e cilindri indipendenti.Ciascun gruppo colore viene azionato da 4motori brushless con sistema a ricircolo disfere e guide lineari di precisione, mentrerullo porta-cliché e cilindro retinato sonodotati di sistema di cambio rapido in mac-china delle maniche. I mandrini porta-ma-niche in fibra di carbonio consentonolarghezze di stampa fino a 1.200 mm.La trasmissione diretta consente di ridurreil fabbisogno energetico nell’ordine del 20-25%, mentre in chiave ambientale il si-stema di asciugamento è dotato di undispositivo di ricircolo dell’aria calda concontrollo ridondante della concentrazionedei solventi. Completano il corredo di dota-zioni della macchina un sistema a due te-lecamere per il controllo qualità dellastampa in “bianca” e “volta”, un guida-bordo a 3 stazioni, svolgitore e avvolgitorecon sollevamento idraulico della bobina.Il secondo modello, consegnato a un im-portante trasformatore italiano, è una mac-china a 6 colori gearless, caratterizzatadallo svolgitore/avvolgitore automatico ditipo “revolver” a due assi con stazione diprelevamento della bobina in svolgimento

e scarico di quella in avvolgimento. Questamacchina è in grado di lavorare bobine condiametro e larghezza rispettivamente fino a1.300 e 1.600 mm, mentre il cambio au-tomatico della bobina viene effettuatosenza rallentare la velocità di stampa.

Versione ibridaUna nuova versione “ibrida” della macchinaSMV-3 per stampa serigrafica e laccaturafino a 3 colori su contenitori di forma cilin-drica (capsule, siringhe e tubetti flessibili),di recente realizzata da Moss, è caratteriz-zata da una velocità operativa fino a 150pezzi al minuto e una serie di servo-motoriche aiutano l’operatore nei vari settaggi, in-clusa la regolazione della spatola di stampacon motore lineare. La macchina ora è di-sponibile con moduli aggiuntivi per stampaa caldo e trasferimento digitale, in sostitu-zione dei colori serigrafici e dei forni a raggiUV, appositamente studiati per questanuova versione.La combinazione di diverse tecnologie sullastessa macchina risponde a un’esigenza diflessibilità applicativa particolarmente sen-tita, per esempio, nel settore della decora-zione di articoli per cosmetica, dove èfrequente trovare la stampa serigrafica ab-binata a quella a caldo. L’abbinamento dellatecnologia serigrafica con quella digitale a1.200 dpi consente invece di stampare im-magini fotografiche con porzioni in rilievoper ottenere particolari effetti estetici.Per quanto riguarda la decorazione seri-grafica, la macchina prevede un’area distampa da 126 x 150 mm e da 190 x 220mm nella configurazione rispettivamenteper capsule e siringhe (diametro da 5 a 40mm e lunghezza da 10 a 120 mm) e tubettiflessibili (5-60 mm; 20-230 mm) ed è do-tata di torretta rotante a 12 posizioni confunzionamento intermittente. I 3 moduli distampa, azionati da un motore lineare cia-scuno, operano in sincronia con la rota-

zione meccanica dei contenitori in modoche, al variare del diametro di questi ultimi,non è necessario sostituire gli ingranaggiper la loro stessa rotazione.La macchina è dotata di un sistema di pre-trattamento a fiamma con controllo elettro-nico della presenza del pezzo, mentre perl’essiccazione è possibile scegliere tra unaspeciale lampada a raggi UV schermata perridurre la dispersione di calore o lampadecon raffreddamento ad acqua.

Tubetti per mascaraLa macchina proposta da GPE Ardenghi perla stampa serigrafica di piccoli oggetti ci-lindrici (come, per esempio, i tubetti permascara) prevede un sistema di trasporto acatena con maglie a V che provvede allamovimentazione dei pezzi durante l’interociclo di lavorazione. Inoltre maglie specialiin poliammide caricata evitano che la su-

perficie dei pezzi possa subire danni.L’articolo viene caricato mediante tramog-gia) o appositi sistemi realizzabili infunzione di specifiche esigenze del com-mittente) e, prima della decorazione vera epropria, sottoposto ad alcuni pre-tratta-menti. Esso passa dapprima attraverso unsistema antistatico dove un corpo mecca-nico provvede alla rimozione di eventuali re-sidui di polvere, mentre un getto d’ariadeionizzata gli toglie appunto la staticità. Ungruppo di aspirazione e filtraggio impedi-sce che la polvere rimossa ritorni sul pezzoo si depositi sui componenti della mac-china.Vista l’attuale propensione all’utilizzo di PEe PP per questo tipo di applicazioni, la mac-china è dotata di una stazione di flamma-tura dove, mediante gas propano e aria,viene innescato un processo chimico-fisicoche modifica temporaneamente la strutturasuperficiale del materiale plastico, consen-tendone la stampa diretta con prodotti abase sia di solvente sia di acqua.Il tubetto viene a questo punto inviato allaprima stazione di stampa mediante un pro-cesso che consente di riprodurre immaginisu qualsiasi tipo di superficie regolare. Ladecorazione viene effettuata per mezzo diMOSS

GPE ARDENGHI

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un tessuto (poliammide o poliestere) ap-propriatamente inciso, mentre l’inchiostroviene fatto penetrare mediante una racla.Al termine di questa fase il pezzo viene tra-sportato sotto un primo forno di essicca-zione a raggi UV, che consente di ottenerestampe con elevato livello di lucidità e de-finizione. Il pezzo viene fatto ruotare di360° sotto la lampada in modo che i raggilo colpiscano su tutta la superficie. A que-sto punto è pronto per la seconda stazionedi stampa e il relativo ciclo di essiccazione,dopo il quale viene adagiato su uno scivoloche lo convoglia in un contenitore di rac-colta.

Capsule decorateLe macchine Servotube M3 e M4 sono pro-poste da Omso per la decorazione di cap-sule cilindriche mediante la tecnologia“servo” con stampa diretta che consente diottenere risultati qualitativamente parago-nabili alle immagini fotografiche ma a costimolto contenuti. Queste macchine, di cuialcuni esemplari sono stati di recente com-missionati da Guala per i propri stabilimentiin Europa, Asia a America Centrale, pos-sono includere fino a 4 stazioni per stampaserigrafica, flessografica e/o laccatura. Gra-zie a registri di stampa servo-assistiti i co-lori possono essere registrati in modo moltoaccurato con tolleranze estremamente ri-stretta per eseguire lavorazioni con mezze-tinte e retinatura.I mandrini sono comandati da servomotoriindividuali ad accoppiamento diretto senzaingranaggi e consentono il cambio formatoin modo rapido e semplice. Anche l’aggiu-stamento dei retini e delle spatole neigruppi di stampa avviene per mezzo di ser-vomotori con fasatura elettrica di tutti gliassi di stampa e movimentazione. Il retinoserigrafico viene esposto mediante pellicolaprecedentemente punzonata e montato inmacchina con un riferimento preciso cosìda poter ottenere immediatamente il cor-retto registro. Il cambio formato risulta per-tanto rapido e non richiede l’utilizzo di

utensili. Durante tutto il processo di stampale capsule sono sottoposte a temperaturacostante per evitare slittamenti incontrol-lati, grazie a un sistema di controllointegrato nella macchina, mentre l’essicca-zione intermedia viene ottenuta per mezzodi lampade UV con struttura raffreddata adacqua.

Trasferimento digitaleIl campo di applicazione della tecnologiaHDT (Heat Digital Transfer) sviluppata daGMC è stato esteso dalle cartucce sigillantiagli imballaggi di piccole dimensioni (fino a1 kg) per impieghi generici e ai pennarellicon corpo in plastica. Recentemente la te-desca Ritter ha adottato la decorazione atrasferimento digitale con toner secco po-

limerico per lanciare sul mercato prodottiresi più attrattivi grazie a immagini multi-colore in alta definizione anche di ampie di-mensioni pur mantenendo i costi diproduzione a un livello competitivo.In particolare il sistema si compone di

stampante Digitron 6520 per la stampa di-gitale a toner su supporto antiaderente edall’applicatore Applitron 800 che trasferi-sce le immagini su superfici in PP, PE eHDPE bianche o trasparenti.La stampante di quarta generazione è statarealizzata per garantire immagini di elevataqualità (risoluzione 1.800 x 600 dpi) graziea un motore di stampa che utilizza un’unicasorgente laser e specchio poligonale inte-grati. Consente di realizzare stampe conlunghezza e altezza rispettivamente di1.200 e 297 mm e di organizzare più lavo-razioni in parallelo. Inoltre un sistema di ta-glio in uscita permette di decorarecontemporaneamente più bobine da utiliz-zare poi nell’applicatore.L’applicatore multi-mandrino a 8-16-24

stazioni con si-stema di cambiorapido (15 mm)del formato, è ingrado di trattareda 40 a 200 pezzial minuto ed è do-tato di unità dilaccatura a rullocon essiccazione araggi UV/flash perconferire brillan-tezza alla decora-zione. La soluzionerivolta agli imbal-laggi rigidi e arti-coli di diametroridotto (da 5 a 50mm), come peresempio i penna-relli, è equipag-giata con plateauindicizzato.

Come il legnoUn primario trasformatore sudamericano harecentemente commissionato vari impianticompleti per l’estrusione di profili deckingin FFC (Foam Fiber Composite), basati sullatecnologia appositamente sviluppata da a

Friul Filiere per la lavo-razione di questo mate-riale. Oltre a estrusoribivite conici e lineeOmega Evolution, taliimpianti comprendono,in sostituzione dei si-stemi di verniciaturasolitamente utilizzati,unità dedicate a lavora-zioni speciali per otte-nere un prodotto finitocon un elevato livelloestetico.Per il settore decking èstato specificamentemesso a punto il si-

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stema Valley-Printing, che prevede l’abbi-namento di un’unità di stampa dellagamma Paint-X e una di goffratura che,operando in perfetta sincronia, consentonodi conferire ai profili le venature tipiche dellegno. Tale doppia azione simultanea per-mette in pratica di ottenere infinite combi-nazioni di finitura superficiale e tonalità perriprodurre svariati tipi di legno, in funzionedelle applicazioni di destinazione.In particolare l’unità Paint-X, sviluppata ap-positamente per la decorazione in linea diprofili mediante stampa rotocalco, garanti-sce elevata velocità operativa (fino a 35m/min) e rapidità nel cambio di colori e ci-lindri. La configurazione della macchinapuò prevedere fino a 6 gruppi colore e lastampa viene eseguita utilizzando vernicicatalizzate mediante lampade a raggi UV,eliminando così l’utilizzo di solventi polari.Le applicazioni principali riguardano, oltrea quella in questione, la nobilitazione di pro-fili per porte a soffietto, rivestimenti murali,arredamento e progettazione di interni(dalla piattina al battiscopa) ecc.

Rotocalcoper biodegradabiliLa linea RS 4003MP HS è stata sviluppatada Rotomec (Bobst Group) per la stamparotocalco su film biodegradabili, le cui pro-prietà fisiche sono differenti da quelle dellepellicole convenzionali e influiscono sullalavorabilità del semilavorato, risultando unfattore di primaria importanza sul frontedella trasformazione. La nuova linea è statapertanto studiata affinché consenta una la-vorazione redditizia di tali film e allo stessotempo risulti più efficiente in termini di eco-compatibilità.A tale scopo sono stati ottimizzati utilizzo erecupero di energia elettrica e termica, duearee in cui le soluzioni tecniche adottate si

traducono in una significativa riduzione deiconsumi. In questi termini è stato ridotto ilvolume di aria esausta mantenendo un ec-cellente livello di concentrazione del sol-vente e abbattendo il consumo di energiaelettrica e termica.In una recente dimostrazione, dove la lineastampava un film trasparente da 20 microna base di cellulosa, inoltre la riduzione aiminimi termini degli scarti si è rivelata es-senziale per rendere la lavorazione soste-nibile e allo stesso tempo consentire un

risparmio sui costi. E alcune soluzioni tec-niche sono risultate particolarmente idoneea ridurre l’uso dei materiali di consumo: dalsistema per l’impostazione automatica delpre-registro al carrello di stampa, dal di-spositivo d’inchiostrazione agli essiccatori.Durante la dimostrazione la linea ha rag-giunto una velocità di circa 300 m/min,dato il particolare substrato biodegradabile,sebbene sia in grado di arrivare a 500m/min.

Stampa tridimensionaleUscito nelle sale cinematografiche lo scorsoottobre, il film Real Steel narra una storiaambientata nel 2020, dove gli incontri dibox sono combattuti da robot invece che daesseri umani. Per rendere i robot più reali-stici, Legacy Effects ne ha realizzato i mo-delli in scala 1:5 utilizzando una stampantetridimensionale di Objet. Una volta pitturatia mano, illuminati e approvati dalla produ-zione, i robot Atom, Noisy Boy e Ambushsono stati poi costruiti in scala reale.Grazie alla stampa di modelli tridimensio-nali ad alta risoluzione, i designer sonopassati dalla fase concettuale alla proget-tazione finale e alla produzione in scalareale nel più breve tempo possibile. LegacyEffects ha utilizzato le stampanti tridimen-sionali per creare una serie di modelli inscala ma aveva già utilizzato la stessa tec-nologia anche per realizzare vari compo-

nenti impiegati in filmcome Jurassic Park 3,Iron Man 2 e Avatar.,così come in film di ani-mazione.Accuratezza, versatilitànel trattare materiali di-versi e qualità super-ficiale ottenibile dellestampanti tridimensio-nali di Objet consentonoagli artisti di trasformareogni sfumatura e detta-glio delle proprie idee inmodelli che appaionoassolutamente credibilisotto le lenti delle cine-prese. Ma i settori appli-cativi di tali stampantispaziano dai beni di con-sumo ed elettronici al-l’aerospazio e la difesa,dall’industria automobili-stica a quella medica-le, dall’architettura al-le macchine industriali,dagli articoli sportivi aigiocattoli.

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FRIUL FILIERE

OBJET

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Flessibile per gommaLa nuova gamma di estrusori bivite Convex controrotanti e com-penetranti è stata sviluppata da Pomini per il trattamento di me-scole in gomma ottenute nel mescolatore interno. Particolareattenzione è stata posta a geometria delle viti, calandra, facilitàdi pulizia e capacità di raffreddamento.La realizzazione delle viti dell’estrusore è stata ottimizzata, so-prattutto per quanto riguarda il comportamento del flusso dellamescola, grazie ad analisi CFD (fluido dinamica computazionale)e FEM (metodo a elementi finiti), che hanno permesso di ridurreil fabbisogno energetico a parità di portata.Inoltre ciascuna vite e cilindro della calan-dra, riprogettata per renderla più compattae funzionale, sono dotati di un singolo mo-tore. Per rendere gli interventi di pulizia,per esempio nel caso di cambio della me-scola, più efficaci e semplici, l’estrusore ela calandra possono essere separati.Per quanto riguarda la capacità di raffred-damento, è fondamentale che all’internodell’estrusore la temperatura delle me-scole, in particolare quelle a passaggiosingolo o quelle finali, non subisca un in-nalzamento, mentre piuttosto è auspica-bile che diminuisca. A questo contribuisceanzitutto la geometria delle viti a bassofabbisogno energetico grazie al ridotto ri-flusso. Inoltre, a migliorare ulteriormente taleaspetto contribuisce anche l’ottimizzazione

del profilo dei canali di raffreddamento e delle superfici a contattocon la mescola. In aggiunta le viti possono essere raffreddatealle estremità, ossia laddove viene generata la maggiore pres-sione.Grazie a un nuovo sistema di controllo, la macchina opera in mo-dalità completamente automatica, a garanzia di una qualità co-stante della mescola e, quindi, di minori scarti e costi diproduzione inferiori. In termini di flessibilità la macchina può es-sere accoppiata, anziché a una calandra, a una unità di granula-zione. L’incremento di pressione richiesto da questo processoviene ottenuto per mezzo di viti con profilo speciale.

Uno dei difetti legati allo stampaggio rotazionale è la presenza dipiccole bolle d’aria sulla superficie esterna dei manufatti stam-pati e all’interno della sezione del pezzo stesso. La formazione diqueste bolle ha origine nella tecnica stessa di stampaggio, nellaquale il polimero viene caricato nello stampo in forma di polveree poi sottoposto a un processo termico e meccanico per distri-buirlo sulle pareti dello stampo, fonderlo e quindi solidificarlo.In questo processo il materiale tende a inglobare bolle di aria cherestano “intrappolate” tra i granelli di polvere durante la sinteriz-zazione del materiale ovvero quando i granelli fusi tendono adaderire l’uno all’altro e quindi a compattarsi. Se non corretta-mente eliminate, queste bolle peggiorano le caratteristiche mec-caniche del materiale e nel contempo offrono a sporco, polvereecc. la possibilità di annidarsi sulla superficie esterna dei manu-fatti. Per eliminare tale fenomeno solitamente il materiale viene lavo-rato a una temperatura molto più alta di quella di fusione per untempo prolungato, aumentandone la fluidità affinché sia in gradodi “riassorbire” le bolle. Questo metodo elimina le bolle presentinella sezione del manufatto ma non è ugualmente efficace conquelle superficiali e oltretutto allunga i tempi di ciclo, aumenta ilconsumo di energia e porta a una maggiore degradazione ter-mica del polimero. Lo stampaggio sottovuoto consente di eliminare le bolle sia sullasuperficie sia all’interno del manufatto, poiché il loro volume vieneridotto rapidamente approssimandosi alle dimensioni di collasso.In abbinamento a uno speciale trattamento della superficie dellostampo è possibile ottenere manufatti con distribuzione uniformedel materiale, trasparenza senza aloni e caratteristiche mecca-niche ottimizzate.

Questa tecnica di fatto elimina le bolle presenti nella sezione delmateriale ma non è ugualmente efficace nel fare sparire quellepresenti sulla superficie esterna. Oltretutto ha il notevole e ovviosvantaggio di allungare il tempo di ciclo, aumentare il consumodi energia e incrementare la degradazione termica dei polimeritrasformati.

Per cercare di risolvere questo limite della tecnologia, Persico haeffettuato una serie di prove di stampaggio sottovuoto su diversitipi di polietilene a parità di condizioni termiche ma andando adagire sulla pressione interna degli stampi. Con la macchina Leo-nardo risulta infatti facile sia controllare direttamente la tempe-ratura dello stampo e quella interna del manufatto siapressurizzare e depressurizzazione gli stampi.Le prove effettuate hanno dati ottimi risultati in differenti condi-zioni di materiale e di spessore, rilevando che il ciclo di stam-

Rotostampaggio sottovuoto

POMINI

PERSICO

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paggio sottovuoto porta a una completa scomparsa delle bollesia nella sezione sia sulla superficie esterna. Questo risultato sispiega in base a due fenomeni. Innanzitutto, lavorando in atmo-sfera rarefatta durante la fase di sinterizzazione, le bolle intrap-polate tra i granelli di polvere, pur avendo lo stesso volume,contengono una quantità ridotta d’aria (1/4). Questo implica cheil processo di dissoluzione del gas nel fluido che porta alla scom-parsa delle bolle deve agire andando a far passare in soluzionemolto meno gas rispetto a quanto avviene in condizioni normali.Per lo stesso motivo le bolle che si creano quando il polimerofonde, a parità di tensione superficiale risultano di dimensionimolto ridotte consentendo di raggiungere la soglia di collassomolto prima. Il secondo fenomeno entra in gioco nel momento incui, a fine fusione, la pressione interna viene riportata al valoreambiente. In questo passaggio, dal punto di vista delle bolle checontengono gas a pressione ridotta, è come se si effettuasse unapressurizzazione delle stesse. Aumentando la pressione esternaalle bolle si arriva a una riduzione immediata del volume dellebolle.

Poliammide in 5 stratiÈ stata di recente messa a punto da Union una linea a testa pianaper l’estrusione di film con struttura a 5 strati (larghezza utile1.400 mm) in poliammide oppure in poliammide e polipropilenecaricato. La linea garantisce una portata oraria da 600 a 1.200kg in funzione dello spessore del film ed è equipaggiata con treestrusori (TRS 160-90-60) tutti con doppio degasaggio. Le at-trezzature a corredo comprendono: sistema di essiccazione perpoliammide e materiali caricati, dosatore gravimetrico, cambia-

filtri in continuo e pompe a ingranaggi.La testa piana automatica è dotata di parzializzatori di flusso e si-stema del vuoto, installato prima del gruppo chill-roll. Questo,con tavola da 1.600 mm, presenta un rullo pulente e due di raf-freddamento, lama d’aria gestita da inverter e fissa-bordi per ri-durre al minimo il ritiro del film. Il film viene sottoposto atrattamento corona su entrambe le superfici e a monitoraggiodella qualità per mezzo di telecamere, mentre il controllo dellospessore avviene mediante un sistema a raggi X che, collegatoalla testa, la regola automaticamente tramite tasselli termici. Lalinea è completata dal traino e dalla stazione di avvolgimento contaglio automatico del film.

Formatura per affettatiÈ stata di recente istallata da Amut presso un trasformatore ita-liano una termoformatrice FG 820 per la produzione di conteni-tori per affettati partendo da foglia multistrato in PET. La

macchina prevede una stazione di formatura e taglio con fustellasimultanei, garantendo elevata precisione pur utilizzando stampidi costo relativamente contenuto, e una stazione di impilamentodei contenitori.La possibilità ditrattare fogliecon larghezza fi-no a 920 mmconsente di lavo-rare su un’areadi formatura di880 x 620 mm.La formatura av-viene mediantearia compressae/o vuoto, men-tre la movimen-tazione dei pianidella pressa è ot-tenuta mediantequattro ginoc-chiere azionateda vite a rulli sa-telliti per ciascunpiano, a garanziadi resistenza e prestazioni a elevate velocità e alti carichi, fonda-mentali con foglia multistrato in PET come in questo caso. Lastazione di formatura dispone di dispositivi per il cambio rapidodello stampo e in dotazione viene fornito un carrello studiato ap-positamente per facilitarne l’installazione.

Per semplificare il fine linea, il modulo di impilamentoè automatizzato tramite manipolatore robotizzato a 3assi, così da disporre di una stazione ibrida adatta alfunzionamento con braccio robotizzato oppure con pa-ratie, a seconda del tipo di articolo da produrre. Sva-riate sono le possibilità di personalizzazione perquanto riguarda sia lo sfalsamento degli articoli impi-lati (A-B) sia il trasporto in uscita o il lato di scarico.

Dosaggio lateraleUna linea GM160 con alimentazione forzata orizzon-tale di Gamma Meccanica è attualmente in funzionepresso un riciclatore di scarti industriali e materialipost-consumo, dove viene utilizzata per il riciclo diHDPE e LDPE rinforzati con varie cariche. La lineacomprende inoltre dosatori laterali, estrusore, cam-

biafiltri e taglio in testa che consentono di ottenere una produ-zione oraria di1.000 kg di rici-clato, nella fatti-specie destinatoalla produzione ditubi.L’alimentazione la-terale direttamentenell’estrusore con-sente di aumen-tare la percentualedi carica impiegatae al contempo diridurre costi ener-getici e usura divite e cilindro. Duedosatori vengono

UNION

GAMMA MECCANICA

AMUT

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utilizzati per le cariche e uno per additivi e master-batch.Studiato per questa applicazione specifica, l’estru-sore è dotato di vite con rapporto L/D = 45 (quindipiù lunga rispetto a quelle usate generalmente suquesto tipo di impianti) e di due camini di degasag-gio, per migliorare la lavorazione del materiale. Ilcambiafiltri è equipaggiato con 4 filtri per garantireelevata capacità di filtraggio e ridurre le interruzionidel processo produttivo.Il taglio in testa ad anello liquido, che assicura laproduzione di granuli uniformi ed esenti da difetti, avantaggio del successivo impiego del materiale, èstato realizzato sulla base di un innovativo concettoper una messa in funzione e un cambio di produ-zione più semplici e veloci.

Motori e riduttoriI motori coppia TMW sviluppati da Parker Hannifinsono stati di recente adottati su una linea di estru-sione per il rivestimento con materiale plastico ditubi in gomma, allo scopo di proteggerli da even-tuali danni nelle successive lavorazioni. Una voltaterminate tali lavorazioni, i tubi in gomma vengonosfilati e il materiale plastico recuperato e reintro-dotto nel ciclo produttivo.Disponibili in versione ad albero sporgente o cavo,i motori vengono accoppiati direttamente al caricosenza impiegare riduttori, cinghie, pulegge ecc. Ilprimo vantaggio derivante da questa soluzione con-siste nel risparmio sui costi del materiale e sultempo impiegato per assemblare e allineare tutti glielementi meccanici, nonché sul tempo necessarioalla manutenzione.Una caratteristica peculiare di questi motori è la ca-pacità di erogare coppie elevate a basse velocità,garantendo uniformità nel moto e, nel caso specificodi questa applicazione, linearità e costanza nel-l’estrusione del materiale sopra il tubo. Non menoimportanti risultano semplicità di impiego e manu-tenzione e maggiore efficienza rispetto a sistemi conriduttore, data la mancanza di perdita di potenza ti-pica delle trasmissioni meccaniche.I motori coppia, rispetto a quelli idraulici, permet-tono significativi risparmi energetici. Inoltre sonoestremamente compatti con conseguenti benefici,per la linea su cui vengono installati, in termini d’in-gombro. Infine il raffreddamento ad acqua dei mo-tori ha permesso di eliminare le ventole diraffreddamento, causa della presenza di polvericontaminanti sul luogo di produzione.

In risposta alla crescente domanda di prestazionisempre più elevate nelle linee di estrusione, Zam-bello Riduttori ha messo a punto la nuova gamma diriduttori TST (Twin Super Torque) per estrusori bi-vite corotanti. Disponibili in diverse taglie con inte-rasse variabile da 21,5 a 120 mm, questi riduttorisono stati progettati ponendo particolare attenzionealla compattezza e alla ottimizzazione della distri-buzione dei carichi. Un nuovo sistema di distribu-zione della coppia permette di incrementare la

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velocità massima in uscita (fino a 1.800 giri/min) e la densità dicoppia trasmissibile.Inoltre è stata ampliata la gamma di riduttori ZPE per estrusorimonovite di grandi dimensioni, offrendo la possibilità di utilizzarevarie misure di cuscinetti reggispinta su ogni taglia disponibile.In particolare la taglia 630 presenta un momento torcente inuscita fino a 450.000 Nm.

Sacchi svuotatiIl nuovo sistema Oktomatik è stato sviluppato da Moretto per losvuotamento automatico degli octabin, gli imballaggi a base ot-tagonale utilizzati nell’industria delle materie plastiche. Questosistema consente di svuotare in maniera completamente auto-matica contenitori da 500-1.000-1.500 kg di capacità, incli-nandoli fino a 55°, ed è in grado di gestire fino a 12 contenitoril’ora con altezza da 1.500 a 2.000 mm.La stessa azienda ha messo a punto anche i nuovi dispositiviSBB Baggy per lo svuotamento dei big-bag, i sacconi flessibilialtrettanto diffusi per l’imballaggio di materie plastiche. Tali di-spositivi modulari sono in grado di gestire sacchi da 500 a 1.200

kg di capacità e, in presenza di materiali particolarmente difficilida trattare, possono essere dotati di vibratore per agevolarel’operazione di svuotamento. Il dispositivo è dotato anche di unparticolare sistema anti-sfilamento, mentre per lo sgancio sicurodella bocca del sacco è previsto un apposito sportello.

Per approvvigionare automaticamente i silos dell’impianto di ali-mentazione centralizzato, Campetella Robotic Center ha svilup-pato un sistema basato su un robot cartesiano che, per mezzo diuno speciale dispositivo di presa dotato di ventose ellittiche in si-licone, preleva i sacchi di materiale dai pallet, li apre, ne riversail contenuto nelle tramogge di carico e li deposita vuoti su un na-stro di recupero.Il sistema prevede due postazioni di alimentazione dotate di rul-liere folli su cui i pallet vengono posizionati dall’operatore tramitecarrello elevatore. Il cuore del sistema, che dispone di un’area dilavoro di 4 x 1,1 m, è costituito dal robot cartesiano con asse Xdi estrazione fisso su carrello dell’asse Z.Il dispositivo di presa viene fissato al polso del robot tramite

snodo e compensazione meccanica per potersi adattare alle di-verse dimensioni dei sacchi. Questi ultimi vengono prelevati dalpallet e posizionati su una serie di lame fisse sopra l’imboccaturadelle tramogge, dotate di sensori di livello che provvedono ad at-tivare il ciclo di carico.

Il sistema Sweeper è stato progettato da Maguire per lo svuota-mento completo mediante aspirazione di due octabin adiacentisenza ricorrere all’impiego di ribaltatori né all’intervento del-l’operatore, annullando così i tempi morti generalmente legatialla sostituzione di tali contenitori. Il sistema può essere adottatoper octabin da 1.000 kg di capacità (con tubo del vuoto da 64mm di diametro).Un dispositivo di controllo consente di spostare automaticamentel’aspirazione dal contenitore appena svuotato a quello ancorapieno, in modo da non interrompere il flusso di materiale che ali-menta la macchina di processo. Il sistema di aspirazione si ab-bassa in funzione del livello di materiale all’interno del

Estrusi macinatiDue macchine 60-42 XT con entrata frontale sono statedi recente consegnate da Tria a un cliente americano chele ha destinate alla macinazione di profili in PVC con su-perficie esterna rigida e nucleo interno espanso. Il com-mittente aveva la necessità di macinare profili conlunghezza di 3,5 m, larghezza di 40 cm e spessore di30 mm per ottenere una produzione oraria di 500 kg congriglia da 8 mm.La serie XT si compone di 10 modelli in grado di coprireproduzioni orarie da 50 a 1.500 kg ed è stata sviluppataspecificamente per la macinazione, in linea e non, di pro-dotti o scarti ottenuti per estrusione come lastre, profili,cavi e tubi anche di grandi dimensioni. A tale scopo, infunzione delle diverse applicazioni, viene corredata di ac-cessori dedicati all’alimentazione, quali ribaltatori, segheper tubi, ghigliottine per rifili ecc., e di dispositivi per de-polverare il macinato in fase di uscita.La camera di macinazione presenta di un sistema di ta-glio inclinato che consente la presa e granulazione otti-male di scarti e profilati anche pesanti. I rotori possonoessere dotati di 3 o 5 lame, eseguendo un taglio rispet-tivamente a forbice e a freccia.

MORETTO

CAMPETELLA

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contenitore. Una valvola deviatrice connette i due circuiti di aspi-razione del sistema e, una volta avvenuto lo spostamento da uncontenitore all’altro, l’operatore può procedere alla sostituzione diquello vuoto. Nel caso in cui anche il secondo contenitore sisvuoti senza che il primo sia stato rimpiazzato, scatta un allarmeche avverte l’operatore.

Termo-refrigerazioneLa nuova serie di termo-refrigeratori Minibox-10 di Green Box, dainstallare a bordo delle presse a iniezione, è disponibile in tre ver-sioni: solo freddo (per temperature di lavoro da -5 a 20°C) e auna o due zone termo-refrigerate (da 5 a 90°C), tutte con refri-gerante ecologico R410A in grado di offrire un migliore COP (co-efficient of performance) rispetto a quelli attualmente in uso.Ogni refrigeratore è condensato ad acqua e il serbatoio pressu-rizzato ne consente l’installazione a qualsiasi altezza o distanzadallo stampo senza provocare versamenti d’acqua. Una pompadedicata a ciascuna zona dello stampo garantisce costanza diportata e temperatura eliminando ogni possibile variazione dovutaa fattori esterni. Un microprocessore dedicato a ciascun refrige-ratore e a ogni zona termoregolata consente il controllo accuratodella temperatura del circuito frigorifero, mentre l’acqua termo-regolata viene modulata mediante valvola miscelatrice.Le versioni a 1 o 2 zone termoregolate sono dotate di termostatoanche per il circuito interno di refrigerazione la cui temperatura,nel caso in cui quella di processo sia relativamente elevata, puòessere impostata a 20-25°C, garantendo un basso consumoenergetico. Inoltre, per ottenere un significativo risparmio di energia è di-sponibile anche un sistema automatico con free-cooling direttoo indiretto. Nel primo caso l’acqua proveniente dalfree-cooler viene prelevata e iniettata nel circuito diraffreddamento dello stampo; nel secondo unoscambiatore ad alta efficienza consente di utilizzarel’acqua proveniente dal circuito di raffreddamentoglicolato senza contaminare gli stampi.

Frazioni separateNel riciclo di PET è fondamentale che bottiglie escaglie siano separate in frazioni ben distinte e privedi contaminanti. A questo scopo S+S propone unaserie di soluzioni in grado di separare i contaminantidai flussi di PET, smistando questi ultimi in frazioniben distinte. Per individuare i contaminanti e i diversi tipi di po-limeri sono utilizzati separatori dotati di sensorimulti-spettro, che separano automaticamente il PETdagli altri materiali plastici sulla base dei rispettivi li-velli di assorbimento degli infrarossi. In tal modo èpossibile rimuovere per esempio le bioplastichecome il PLA, che altrimenti ridurrebbero la qualitàdel riciclato o renderebbero impossibile il riciclo dimateriale di elevata qualità. Sullo sfondo del crescente utilizzo di “bio-bottiglie”,realizzate fino al 100% con materie prime di originevegetali e apparentemente non distinguibili daquelle in PET, questo risulta un importante criterio diselezione e separazione.I separatori di contaminanti, dotati di sensori indut-tivi, rimuovono ogni tipo di metallo dal PET misto.Mentre i separatori convenzionali sono in grado diselezionare solo certi tipi di metallo come, per

esempio, l’acciaio inossidabile, quelli proposti da S+S garanti-scono elevate prestazioni a prescindere dal tipo di metallo.Infine separatori con sensori ottici sono in grado di selezionareautomaticamente i materiali con colorazioni anomale dal flussodi PET. L’ispezione ottica viene eseguita mediante telecamere adalta velocità e le frazioni di colore desiderato o indesiderato ven-gono separate in base alle informazioni raccolte.

S+S

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PIl 10 novembre si è svolto presso la sededel Cesap a Zingonia un seminario sultema “Qualità e prestazioni dei materiali po-limerici: come controllarle?” - organizzatoin collaborazione con Perkin Elmer - foca-lizzando l’attenzione sulle analisi in gradodi fornire informazioni sulla natura e strut-tura dei materiali plastici.Sono state descritte analisi chimiche, qualila spettroscopia infrarossa FT-IR eventual-mente perfezionata tramite l’utilizzo di unmicroscopio come analizzatore, e analisitermiche, quali la calorimetria a scansionedifferenziale (DSC) o la termogravimetria(TGA9, in alcuni casi considerando anchetecniche combinate, quali TGA/FT-IR, chesfruttano la complementarietà delle infor-mazioni ottenute.La numerosa partecipazione al seminarioha confermato da una parte che le analisisui polimeri vengono sempre più conside-rate fondamentali per conoscerli e valutarlimeglio e dall’altra che vi è per chi svolgetali analisi la necessità di acquisire infor-mazioni utili a una migliore e più completainterpretazione dei dati ottenuti.In tutti gli interventi che si sono succedutisono stati presentati e discussi esempi dicasi pratici e reali, per i quali era necessa-rio individuare la composizione del mate-

riale o le cause di un suo particolare com-portamento, quali la rottura di un partico-lare.In effetti la determinazione della matricepolimerica di un materiale è probabilmentela richiesta più frequente posta al Cesap epuò nascere dall’esigenza di conoscere la composizionedi un particolareincognito dellaconcorrenza re-perito sul mer-cato, di verificarela natura di unmateriale rici-clato, per evitarela presenza dimateriali inqui-nanti rispetto aquelli previsti, oancora di verifi-care che un parti-colare prodotto altrove sia effettivamentecostituito dal materiale concordato.In più esempi si è evidenziata la capacità didifferenziare, tramite le tecniche adeguate,materiali apparentemente uguali, perlo-meno nominalmente o da quanto risultavaa fronte dell’esito di altre analisi. In questomodo si è anche capito il motivo di quello

che risultava essere un diverso comporta-mento da parte di quei materiali.

Tutte le apparecchiature relative alle ana-lisi descritte hanno subito negli ultimi annimodifiche e migliorie tecniche che le ren-

dono più facilmente utilizzabili e anche laparte interpretativa, che pure presupponela presenza di personale che conosca ab-bastanza bene le materie plastiche, oggi ènotevolmente semplificata dalla presenzadi librerie informatiche contenenti i riferi-menti analitici di materiali noti, con i qualiconfrontare quelli acquisiti dal campioneanalizzato.Un altro aspetto che recentemente ha regi-strato una notevole ottimizzazione è quellorelativo all’ingombro degli strumenti, at-tualmente davvero ridotto, permettendocosì in alcuni casi la possibilità di spostarlidove necessario.L’esempio probabilmente più rappresenta-tivo, dal punto di vista della velocità ed ef-ficacia dell’informazione ottenuta, è quellorelativo alla spettroscopia infrarossa (FT-IR),con la quale si riesce in pochi secondi a determinare la famiglia polimerica di ap-partenenza di un materiale mettendo que-st’ultimo a contatto con l’area di letturadello strumento, rappresentata da un pic-colo diamante sintetico di diametro 1 mm.Quando l’informazione proveniente dal-l’analisi FT-IR non è sufficientemente chiarao completa, per esempio perché la famigliaevidenziata è particolarmente ampia, comenel caso delle poliammidi, e non si riesce a

Prestazionisotto controllo

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PERKIN ELMER

PERKIN ELMER

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definire con certezza quale sia la specifica tipologiadel polimero nell’ambito di tale famiglia, attraversol’analisi DSC e quindi la determinazione delle tem-perature di transizione termica dei polimeri (tempe-ratura di fusione o di transizione vetrosa) si ottienequel dato ulteriore che permette di definire nel det-taglio la composizione del materiale.Per esempio, nel caso di un materiale che l’analisiFT-IR ha indicato essere una poliammide, ricevendodall’analisi DSC l’indicazione che la sua tempera-tura di fusione corrisponde a circa 220°C, si puòdesumere che il materiale in questione è una PA 6,la quale fonde appunto in quell’intorno di tempera-tura, mentre per esempio la PA 66 fonde a circa260°C.

Interessante anche il richiamo alle tecniche combi-nate ovvero a quelle apparecchiature che, oltre alavorare singolarmente, possono operare anche inserie tra loro, fornendo in un’unica analisi informa-zioni molto più complete.Il caso più significativo è quello relativo alla TGA(analisi termogravimetrica), che permette di indivi-duare quantitativamente i componenti di un mate-riale riscaldandolo e registrandone la gradualedecomposizione, accoppiata a uno spettrofotometroFT-IR, che fornisce la possibilità anche d’individuarequalitativamente le sostanze che man mano si sonovolatilizzate nel corso dell’analisi TGA.È stato sottolineato che l’aspetto più critico nellamessa a punto delle tecniche accoppiate risulta es-sere quello del trasferimento del materiale analiz-zato con una prima apparecchiatura, verso unaseconda ed eventualmente altre ancora, in quantoè indispensabile avere la garanzia che quanto si staanalizzando tramite le apparecchiature successivecorrisponda a una ben specifica frazione o compo-nente individuata e separata in quelle precedenti eciò avviene tramite appositi dispositivi di trasferi-mento che collegano gli strumenti utilizzati. Per esempio, nell’analisi TGA/FT-IR è fondamentaleche i composti volatilizzati nel corso della termo-gravimetria TGA vengano inviati allo spettrofotome-tro FT-IR mantenendo un flusso che permetta ai gasdi restare separati così come generati inizialmente,senza perdite di sostanze o sovrapposizioni tra loronel corso del trasferimento.

Al termine del seminario sono state effettuate al-cune prove pratiche, utilizzando uno spettrofotome-tro FT-IR Perkin Elmer molto compatto eparticolarmente adatto per il trasporto, durante lequali è apparso chiaramente quanto velocementesi possano ottenere informazioni sui materiali equanto queste ultime, se debitamente gestite e in-terpretate, possano portare a considerazioni fonda-mentali sulle loro proprietà e applicazioni.

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Giornate ultrasonicheIn occasione della celebrazione del 50° anniversario dalla fon-dazione, Herrmann Ultraschall ha organizzato il 3 e 4 novembrescorso presso la sede di Karlsbad (Germania) l’evento UltrasonicTechnology Days, durante il quale i circa 400 ospiti hanno avutomodo di assistere a varie presentazioni tecniche e visitare gli sta-bilimenti produttivi.Attraverso 12 workshop sono stati trattati i principi fondamentalialla base della saldatura di materie plastiche e gli aspetti econo-mici inerenti all’uso della tecnologia a ultrasuoni, comprese letendenze di mercato attualmente in atto, rispetto ad altri metodiconcorrenti, il tutto coadiuvato da dimostrazioni pratiche. In par-ticolare è stato dimostrato come l’adozione di un generatore a ul-trasuoni completamente digitale sia in grado di ridurre i consumienergetici del 30%, permettendo di abbassare i costi nei pro-

cessi in continuo quali laminazione o goffratura di nontessuti.La saldatura a ultrasuoni di materiali termoplastici è stata pre-sentata come una tecnologia ideale per la realizzazione di pro-cessi rapidi e di giunzioni estremamente resistenti in svariatisettori industriali, dall’automobilistico all’elettronico, fino al me-dicale. Essa è in grado di offrire una buona qualità di lavorazioneanche in cicli produttivi molto veloci e spesso risulta il metodopreferito di giunzione per componenti stampati a iniezione otte-nuti con polimeri amorfi o semi-cristallini. In pratica in pochi mil-lisecondi è possibile ottenere una saldatura estremamenteresistente e a tenuta stagna nei confronti di acqua e gas senzadover ricorrere all’utilizzo di additivi.Materiali quali PC, PS, SAN, ABS e PMMA presentano caratteri-stiche di buona trasmissione delle onde ultrasoniche, mentre conaltri (come PA, PP, PE e POM) i migliori risultati si ottengono inprossimità dell’elemento saldante. Inoltre i componenti possono

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essere lavorati subito dopo la giunzione, permettendo di inte-grare le saldatrici in isole automatizzate di processo.

Canali caldi e ugelliIl nuovo sistema a canali caldi Ultra SideGate, progettato daHusky per la produzione di componenti con geometria molto pro-fonda (quali pipette, cilindretti per siringhe ecc.) consente l’at-tacco del punto d’iniezione direttamente in corrispondenza delpezzo, che altrimenti richiederebbe un sistema a canale freddo,risultando quindi particolarmente utile quando qualità e visibilitàdel punto d’iniezione stesso risultano cruciali.L’attacco in prossimità del pezzo consente di utilizzare una quan-tità inferiore di materiale, ridurre il ciclo e migliorare le prestazioniin uno spettro più ampio di temperature. Inoltre rende possibilel’accesso diretto al puntale di ciascun ugello senza rimuovere lostampo dalla macchina.In pratica questo sistema lascia una traccia del punto d’iniezionedi circa 0,05 mm. Inoltre, consentendo l’adozione di cavità mo-noblocco nella realizzazione dello stampo, vengono risolti i pro-blemi solitamente legati a cavità divise come, per esempio,l’eccesso di materiale sul pezzo stampato dovuto al disallinea-mento delle cavità stesse. Tutto ciò risulta di particolare impor-tanza nell’industria medicale, dove gli spigoli vivi possono esseremolto dannosi.Per minimizzare l’ingombro purcon un elevato numero di cavità, lospazio tra puntale e puntale è in-feriore a 55 mm, riducendo del75% l’area di alloggiamento del-l’ugello, da cui deriva anche unmigliore raffreddamento. Il sistemaè disponibile in configurazione a 1-2-4 puntali per ciascun ugello.

Per ottimizzare lo stampaggio ainiezione di precisione, per esem-pio nel caso di produzioni elevatedi articoli di peso ridotto, accor-ciando i tempi di ciclo e assicu-rando una eccellente qualità delpunto d’iniezione, Inglass proponela gamma Multitech di sistemi acanali caldi e ugelli. Tale gammacomprende il sistema Hot Half per

stampi a 72 cavità, messo a punto per la produzione di tappi echiusure e realizzato utilizzando piastre integrate e soluzioni ro-

buste in tutti i punti critici. Il sistema è dotato del nuovo ugello MTF (MultitechFast), caratterizzato da un ottimo profilo termico erealizzato per ridurre l’area di contatto tra le piastredello stampo, aumentando così la barriera al calore.L’aspetto innovativo dell’ugello è rappresentato dalpuntale con geometria tale da ridurre l’usura dellasuperficie della cavità anche con produzioni elevate. Il cambio colore può essere effettuato in 60 stam-pate anche lavorando materiali critici, grazie al bi-lanciamento dei canali e alla conformazione dellasede del puntale, studiata per ottimizzare la puliziadella cavità tra essa e il puntale stesso durante lafase d’iniezione e per ridurre drasticamente le zonedi ristagno del materiale.La gamma Multitech è realizzata per resistere a ele-vate pressioni d’iniezione e il sistema Hot Half vienefornito completamente cablato pronto all’installa-zione, che richiede solo pochi minuti per il montag-

gio della parte fredda. L’otturatore può essere regolato dallapiastra di fissaggio senza smontare lo stampo, rendendo così piùsemplici le operazioni di manutenzione.

Rotazionale al soleMessa a punto da LightManufacturing (California), la tecnologiaSRM (Solar Rotational Molding) consentirebbe di sfruttare l’ener-gia solare per riscaldare gli stampi utilizzati nello stampaggio ro-tazionale. Grazie a tale fonte “verde” di approvvigionamentoenergetico, utilizzabile su quasi metà della superficie terrestre,sarebbe possibile ridurre l’impiego di fonti di origine fossile e,quindi, l’immissione di gas serra nell’atmosfera.La tecnologia si basa su una serie di specchi che concentranol’energia solare direttamente sugli stampi rotazionali in modo daraggiungere in pochi secondi la temperatura necessaria alla fu-sione del materiale in polvere. Una superficie di 0,75 m2 di spec-chi sarebbe sufficiente a produrre circa 600 W di energia,incrementabili combinando tra loro più moduli. La posizione deglispecchi mobili viene regolata seguendo il movimento del sole,per garantire la migliore resa in ogni momento della giornata.Secondo l’azienda, un pacchetto hardware disponibile con un in-vestimento contenuto e una fonte energetica come il sole, ac-

HERRMANN ULTRASCHALL

LIGHTMANUFACTURING

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cessibile praticamente a tutti, permetterebbero di sostituire i si-stemi di riscaldamento tradizionali ben più onerosi attualmenteutilizzati nello stampaggio rotazionale. La tecnologia SRM, inol-tre, non richiede la realizzazione di strutture specifiche né l’al-lacciamento a reti del gas o elettriche.

Sull’argomento abbiamo interpellato alcuni costruttori italiani diimpianti per stampaggio rotazionale tra i quali Caccia Enginee-ring, in particolare, rileva che la tecnologia proposta da Li-ghtManufacturing è comunemente in uso nelle centrali solari conspecchi parabolici a concentrazione. Nella fattispecie però vienemesso in evidenza che, a fronte di una potenza di 600 W (0,6 kW)ottenibile da 0,75 m2 di superficie a specchi, per riscaldare unoo più stampi fino a raggiungere il punto di fusione del PE (114°Ccirca) servirebbero potenze di decine, se non centinaia, di kW.Di conseguenza quanti metri quadri di specchi parabolici sareb-bero necessari per ottenere una cottura ottimale del materiale?La risposta si trova nelle conclusioni che vengono offerte al ri-guardo. Il sistema richiede superfici molto estese a cielo apertoed è estremamente costoso e utilizzabile solo in alcune aree geo-grafiche, risultando comunque dipendente dalle condizioni me-teorologiche. Tutto ciò, in definitiva, lo renderebbe improponibileper l’impiego sugli impianti per stampaggio rotazionale.

Combinata per yogurtIn una open house svoltasi dal 17 al 21 ottobre nella sede di Ca-stel Guelfo (Bologna), Techne Graham Packaging Company Italiaha presentato un impianto integrato per soffiaggio, riempimentoe tappatura di bottiglie da 200 ml in polietilene per yogurt dabere (destinato a un’azienda lattiero-casearia cinese) basato sullamacchina modulare Unika.Si tratta di una soluzione integrata per contenitori in PE o PP concapacità da 60 ml a 5 litri destinati, oltre che al settore alimen-tare (latte e derivati, succhi di frutta ecc.), anche a quelli delladetergenza, della cosmesi e dei prodotti industriali. La soffiatrice completamente elettrica garantisce un ridotto con-sumo energetico grazie all’assenza di un impianto idraulico e asistemi avanzati come per esempio un dispositivo simile al KERS(Kinetic Energy Recovery System), che rigenera circa il 30% del-l’energia dissipata durante la frenata delle parti in movimento ela reintroduce in linea in tempo reale. In questo modo la mac-china consente di abbattere di 30.000-35.000 euro l’anno i costienergetici.L’estrusore (diametro 120 mm, portata 410 kg/ora) è posizionatosu una piattaforma (che può ospitare fino a 4 estrusori per pro-durre bottiglie a 6 strati) ed è collegato a una testa ad alimenta-zione verticale con cui, durante la dimostrazione, erano estrusi 8parison monostrato. Questo tipo di teste di estrusione permetteuna migliore e più omogenea distribuzione del fuso e un cambiocolore molto rapido. La piattaforma di estrusione si muove se-

condo il principio del bobbing, favorendo così taglio e prelievodel parison da parte dello stampo.La soffiatrice è configurabile in versione a corsa corta (510 mm)o lunga (700 mm) con 2 carri (2 stampi) oppure, come in questocaso, con 4 carri (4 stampi a 8 cavità), per assicurare una pro-duzione oraria di 12.000 bottiglie.Il trasferimento delle bottiglie dalla soffiatrice alla riempitrice av-viene tramite un sistema di trasporto pneumatico ad aria pres-surizzata e filtrata. In questo modo risultano virtualmente chiuseed esenti da qualsiasi contaminazione atmosferica fino all’in-gresso nella riempitrice. Sulla versione a 2 carri è possibile uti-lizzare la tecnologia IML, per realizzare soffiaggio, etichettatura,riempimento e tappatura in un’unica macchina ed eliminare l’im-piego di sistemi di trasporto, silos, riordinatori, nastri ecc.

Compounding in vetrinaIl 2 e 3 novembre si è tenuto a Norimberga un workshop di Lei-stritz Extrusionstechnik per presentare le più recenti innovazioninel settore del compounding. Il primo giorno Kathrin Lehmann (Evonik) ha parlato della me-scolazione di nanocompositi, con particolare riferimento a quellicon elevata resistenza al graffio per applicazioni quali, per esem-pio, gli interni auto. In seguito Werner Rahm (Kuhne Group) hapresentato lo sviluppo congiunto con Leistritz di linee per estru-sione diretta di film a testa piana. Sono stati proposti i risultati ot-tenuti dall’utilizzo di un estrusore bivite con elevate proprietà didegasaggio e miscelazione nella produzione di film impiegandodiverse percentuali di PET vergine e riciclato.Peter Vollmann (NatureWorks) ha trattato la produzione di com-pound a base di biopolimeri (PLA), sottolineando i tratti che l’ac-comunano a quella del PET, mentre uno studio sull’influenza didiverse configurazioni vite sul tempo di residenza è stato espsotoda Gerd Wehnert (Georg-Simon-Ohm College). In particolare, è stato sottolineato che anche un estrusore di pic-cola taglia (come il bivite ZSE 18 Maxx), dato lo stesso rapportoL/D di tutti quelli della gamma, offre, a un livello di energia esat-tamente definito, un’eccellente capacità di miscelazione, favo-rendo lo sviluppo di un processo affidabile per scale produttive dimaggiori dimensioni. I vari tipi di talco utilizzabili nella compoundazione sono stati pro-posti da Jerome Crépin-Leblond (Imerys), che ne ha sottolineato

Raccordi stampatiTra gli stampi a iniezione realizzati di recente da Marrariveste particolare interesse uno con matrici e punzoniintercambiabili per la produzione di raccordi a T di variodiametro e del relativo gomito in polietilene.I punzoni (2.060 x 970 x 1.630 mm) sono movimentatimediante martinetti idraulici interni, che permettono diridurre, oltre alle dimensioni dello stampo, i tempi dicambio e montaggio/smontaggio e, di conseguenza, diutilizzare una pressa con forza di chiusura inferiore a3.000 ton.Il cambio di versione dei raccordi viene effettuato diret-tamente sulla pressa, senza smontaggio dello stampo,mediante un sistema idraulico di estrazione e inseri-mento delle varie matrici. Dato il peso dei pezzi stampa-tio (fino a 27 kg), è previsto l’utilizzo di una camera calda,mentre il tempo di ciclo si attesta a circa 15 minuti.

TECHNE GRAHAM

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la capacità di migliorare le proprietà di resistenzameccanica, all’impatto e al graffio.Tutte queste relazioni sono state anche oggetto didimostrazioni pratiche presso i laboratori di Leistritz,dove è stato presentato il nuovo dispositivo Probeper la misurazione dei cilindri di estrusione con vitida 50-180 mm per mezzo di un laser.Il secondo giorno Armin Kayser (ESK Ceramics) haintrodotto nuovi compound contenenti nitruro diboro, particolarmente adatti per tecnologie LED, bat-terie a ioni di litio, motori elettrici ed elettronica dipotenza. A sua volta Christian Guckel (Basf) ha sottolineato ipiù recenti sviluppi nella dispersione di pigmenti or-ganici nel processo di estrusione, finalizzati a clas-sificarne la lavorabilità a fornire indicazioni suiparametri da impostare quando di utilizzano estru-sori bivite. L’evento si è concluso con una panora-mica di Andy Beevers (AMI Europe) sul mercatoeuropeo del compunding.Il workshop ha avuto un seguito ideale il 4 novem-bre con una giornata sull’estrusione diretta orga-nizzata in collaborazione con Kuhne Group peroffrire, anche in questa circostanza attraverso rela-zioni e prove pratiche, uno sguardo approfonditosulla produzione di film mediante estrusori bivite.

Diretto per SMCLa cerimonia di premiazione degli InnovationAwards 2011 si è svolta in occasione della confe-renza tecnica annuale di AVK (federazione tedescadei plastici rinforzati), nell’ambito della mostra Com-posites Europe (Stoccarda, 27-29 settembre). Nellacategoria industriale il premio è stato assegnato aDieffenbacher per un nuovo processo diretto per laproduzione di componenti in SMC.Fino a oggi dagli SMC venivano ottenuti semilavo-rati in forma di stuoie per realizzare poi i compo-nenti finiti mediante compressione. Dieffenbacherha sviluppato una innovativa tecnologia diretta cheper la prima volta consente di lavorare materiali rin-forzati con fibre lunghe in un processo continuo aciclo chiuso che va dalla materia prima al prodottofinito.Tale processo consente di saltare fasi costose qualistoccaggio, imballaggio e trasporto dei semilavorati.La lavorazione diretta dei compound offre svariativantaggi, tra cui maggiore flessibilità nello sviluppodi ricette per componenti specifici, una ottimizza-zione più rapida e la possibilità di utilizzare nuovi tipidi resine con proprietà migliori.L’intero processo, dal dosaggio delle materie primealla compressione, risulta stabile e riproducibile, ga-rantendo una qualità di classe A. Dieffenbacheraveva iniziato a lavorare nel 2003 allo sviluppo diun processo diretto per SMC in collaborazione conDSM e Fraunhofer ICT. Nel 2010 è stata avviata una produzione di scala suun impianto pilota, ottimizzando il processo fino aottenere il primo campione di un componente rea-lizzabile a livello industriale, dimostrando quindi lavalidità di questo nuovo approccio. Il nuovo sistemaviene commercializzato a livello globale dall’inizio

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del 2011 come impianto chiavi in mano, dallo stoccaggio del ma-teriale alla pressa e ai processi a valle. I partner di progetto al momento stanno sviluppando particolariformulazioni di materiali e testando specifiche applicazioni per-sonalizzate, mentre varie prove hanno già dato buon esito nelsettore automobilistico e dei trasporti. Secondo le previsioni, laflessibilità e la libertà offerte dal processo nello sviluppo di nuoveformulazioni specifiche potranno spianare la strada ad applica-zioni innovative in settori in cui gli SMC non sono attualmenteimpiegati.

Estrusione innovativaIl primo premio del concorso Extrusion Innovation Contest - isti-tuito da Reifenhäuser per stimolare nuove idee applicative nel-l’ambito dell’estrusione - è stato assegnato al progetto EnergyRecovery, basato sullo sfruttamento delle differenze di tempera-tura nel processo di estrusione per recuperare energia.Al secondo posto si è piazzato il sistema Exow Street per il dre-naggio stradale mediante l’impiego di piastrelle estruse, che per-metterebbero di ridurre i danni alle strade incrementandone illivello di sicurezza. Sul terzo gradino del podio è salito un progetto relativo all’utilizzo di un supporto in nontessuto per una

superficie in erba sin-tetica.L’utilizzo del principiodi un motore rotativodi tipo Wankel per ali-mentare un estrusoree per aumentare lapressione al suo in-terno è stato ritenutoun nuovo modo dipensare al processodi estrusione rispettoa quanto avviene oggie quindi l’idea Com-pact Extrusion è statapremiata come la so-luzione più anti-con-venzionale di possibileapplicazione.Oltre ai riconoscimentidella giuria, era previ-sta anche una vota-

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zione on-line che ha decretato vincitore il progetto Write in Pla-stic, ovvero un estrusore portatile con tablet integrato rivolto adartisti, designer e artigiani che così possono dare corpo alle pro-prie idee estrudendo ovunque prototipi di forme e spessori di-versi.

Mescole tecnicheUn estrusore bivite ZSK Mc18, equipaggiato con viti da 45 mm,due alimentatori laterali e un bivite laterale per l’estrazione dellesostanze volatili, è stato commissionato da Ensinger a Coperion.La linea, destinata alla produzione di compound tecnici a base diPA, PEEK e PET rinforzati con fibre di vetro e carbonio, assicurauna capacità di riscaldamento del 50% più elevata rispetto allelinee standard, tale da raggiunge temperature superiori a 350°C,necessarie per lavorare, in particolare, il PEEK.Il controllo della temperatura di estrusione è risultato uno dei fat-tori decisivi nella scelta di questa linea. I canali di raffreddamento,che circondano la sezione di processo in ciascun cilindro, sonodisposti alla giusta angolazione nel senso di scorrimento del ma-teriale, per garantire una elevata e omogenea capacità di raf-freddamento.Ciascun cilindro della sezione di processo dispone di un propriocontrollo di temperatura. A differenza dei gusci di riscaldamentoesterni, i riscaldatori a cartuccia generano calore direttamenteall’interno della sezione di processo esattamente dove necessa-rio, consentendo un trasferimento termico ottimale che rende piùrapido ed efficiente lo scambio di calore tra il materiale e la ri-spettiva sezione di estrusione. Uno dei due alimentatori laterali in-stallati sulla linea è dotato di un sistema che consentel’introduzione di grandi quantità di cariche e additivi a bassa den-sità apparente quali, per esempio, talco e sfere di vetro cave.

Micro in camera biancaIl modello più piccolo della gamma elettrica IntElect di SumitomoSHI Demag è stato di recente presentato quale elemento cen-trale di un’isola messa a punto per la produzione in camerabianca di micro-componenti (3,5 mm di diametro) in POM perapparecchi acustici. A fronte dell’iniezione di 280 mg di mate-riale, peso del componente finito di 10 mg e un tempo di ciclo di10 sec, la pressa 50-45 IntElect con forza di chiusura di 500 kNsi è dimostrata la soluzione ideale per soddisfare standard qua-litativi e di riproducibilità molto elevati.A tale scopo la macchina è equipaggiata con uno stampo a 4cavità dotato di sistema a canali freddi e alimentazione a tunnel.Un apposito sistema provvede a depurare l’aria esterna e a for-nire un flusso laminare costante e pulito in tutta l’area dellostampo. L’isola include anche un robot a 6 assi, installato sulpiano fisso non solo per contenere gli ingombri e diminuire il nu-mero di parti in movimento ma anche per accorciare le corse delrobot stesso e ridurre il rischio di contaminazione dei pezzi stam-pati, dall’estrazione al confezionamento, passando per il controlloottico di qualità.L’intero pacchetto di caratteristiche di questa macchina, dal-l’ampio passaggio tra le colonne alle guide lineari che garanti-scono il parallelismo dei piani, si presta alla produzione di articolimedicali. La vite da 14 mm consente la plastificazione ottimaledi ridotte quantità di materiale anche grazie alla presenza di unavalvola di non-ritorno.

Veloce per alimentiA metà novembre Colines ha aperto le porte del proprio stabili-mento per mostrare in funzione un impianto Polycast - destinatoal trasformatore saudita PSF - per l’estrusione di film CPP a 5strati (larghezza utile massima 2.500 mm) per imballaggio ali-mentare. La linea è equipaggiata con 4 estrusori (due da 140mm e due da 80 mm), alimentati da 4 dosatori gravimetrici aquattro componenti ciascuno, in grado di assicurare una capa-cità oraria di 1.300 kg circa e una velocità operativa effettiva dioltre 400 m/min.I due estrusori principali vengono alimentati per circa il 10% dellaloro capacità con gli sfridi tagliati in fase di avvolgimento e rein-trodotti direttamente nel ciclo di estrusione mediante il sistemaRefesave, che consente di recuperare a freddo il materiale discarto e di riutilizzarlo senza ricorrere alla rigranulazione o aestrusori laterali, riducendone la degradazione e abbattendo ilfabbisogno energetico complessivo dell’impianto. Dopo la testa troviamo un primo cilindro termoregolato da 960mm di diametro per il raffreddamento immediato del film, carat-terizzato da uno spessore di parete estremamente sottile e dauna elevata portata di acqua refrigerata, seguito da un secondo

REIFENHÄUSER

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cilindro termoregolato (diametro 300 mm) per la stabilizzazioneottimale del film. Una lama d’aria di aspirazione progettata espressamente per laproduzione di film CPP consente di ottenere l’adesione ottimaletra film estruso e chill-roll, il cui potere refrigerante risulta quindiincrementato, con un’efficienza migliore rispetto ai classici va-cuum box ed evitando i vincoli geometrici tipici di quest’ultima so-luzione circa il posizionamento relativo testa/chill-roll. La linea prevede infine un misuratore di spessore senza raggibeta (quindi con sorgente non radioattiva) e uno sbandatore perdistribuire, in fase di avvolgimento, le micro-variazioni di spessoredel film su tutta la larghezza della bobina, così da renderla per-fettamente planare.

Foglia per imballaggiA fine novembre, presso lo stabilimento di Bandera, si sono svoltealcune dimostrazioni produttive su una linea di coestrusione perfoglia multistrato destinata alla termoformatura di imballaggi in-dustriali e alimentari. L’impianto si basa su un estrusore bivitecorotante da 85 mm (L/D = 52) per lo strato centrale e un mo-novite da 65 mm (L/D = 35) per quelli esterni. I due estrusori vengono alimentati con sistema di dosaggio gra-vimetrico a perdita di peso: il primo a 4 ingredienti, il secondo alotti per 3 ingredienti. Grazie a un innovativo sistema di dega-saggio e a un cambiafitri a piastre rotanti autopulenti, viene ot-tenuto un fuso a elevata purezza.La linea include blocco di coestrusione a 3 strati, testa piana acanale singolo con parzializzatori interni e stratificatore e calan-dra orizzontale con sistema “cross axis” per raffreddamento e lu-cidatura di foglia in PET/PP/PS/PLA. Inoltre un sistema a caldo ocon rullo pressore gommato consente la laminazione di film in PE. Il fine linea prevede un sistema di avvolgimento a 4 stazioni perbobine fino a 1.500 mm di diametro. La capacità oraria dell’im-pianto è superiore a 1.200 kg (PET), mentre la foglia ha una lar-ghezza netta di 1.100 mm con spessore compresi tra 0 e 1.500micron.

Pannelli per prefabbricatiIl produttore scozzese di case in legno Scotframe ha deciso diaffidarsi alla tecnologia di Hennecke per convertire la propria pro-duzione verso pannelli sandwich in poliuretano allo scopo di ridurre significativamente i costi. In particolare la fornitura com-

prende dosatori HK, sistemiper il trattamento del pen-tano e teste di miscelazioneportatili MXL con deviatore esistema di pulizia ad aria.Essendo portatili, le teste dimiscelazione sono indicatesoprattutto per l’uso in areedi difficile accesso e per pro-duzioni discontinue.L’utilizzo di pannelli san-dwich in poliuretano perl’isolamento delle abitazionicosì come per la realizza-zione di case prefabbricate èuna tendenza ormai in atto,sostenuta da un lato dallanecessità di ridurre le emis-sioni di CO2 e dal crescente

Brevetti italianiQuesto spazio è riservato alla descrizione dei brevettieuropei relativi al settore materie plastiche e gommaconcessi a società italiane. Per ulteriori informazioni suisingoli brevetti gli interessati possono rivolgersi alleaziende titolari, i cui riferimenti anagrafici possono es-sere eventualmente richiesti alla nostra redazione (Veronica Zucchi - tel 02 82283736 email: [email protected])

Taglierina ribobinatricePer ridurre drasticamente il fermo di produzione nelleoperazioni di scarico delle bobine, taglio e riattacco dellecode e successiva ripartenza della macchina, è stata svi-luppata una taglierina ribobinatrice ad avvolgimento cen-tro-periferico. Il tempo morto legato alla ripartenza dellamacchina, da sempre il punto debole dei modelli con av-volgimento centro-periferico, viene completamente eli-minato, allineando la produttività di questa unità conquella delle più tradizionali soluzioni bi-albero a torretta.I vantaggi offerti dalla tecnologia centro-periferica ven-gono mantenuti inalterati: controllo estremamente accu-rato della densità di avvolgimento e assenza quasi totaledi “sbandamenti” delle fasce in avvolgimento, grazie alladistanza ridotta tra taglio e riavvolgimento, rendono que-sta macchina ideale per materiali difficili da trattare etagli molti stretti.

IMS Deltamatic - IT MI20092046 (A1) - 20 novembre2009

Contenitori medicaliÈ stato messo a punto un processo per la produzione dicontenitori medicali che comprende tanto la fase diestrusione del tubolare plastico quanto quella di soffiag-gio per realizzare pluralità di contenitori medicali.Il processo prevede anche la calibrazione, effettuata su-bito dopo la fase di estrusione, della superficie interna ditali contenitori, allo scopo di renderla continua e liscia.

Brevetti Angela - WO 2010143219 (A2) - 6 dicembre 2010

HENNECKE

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costo dell’energia, dall’altro dall’aumento dei costiin edilizia e di quelli di trasporto. Inoltre il poliuretanoè un materiale più isolante rispetto alla lana mine-rale, poiché fonde e aderisce completamente ai ri-vestimenti e le sue celle sono chiuse impedendo lacircolazione dell’aria.Le celle chiuse dei pannelli sandwich in poliuretanoconsentono il passaggio di una ridotta quantità diumidità e la condensa si forma solo sulle superficiesterne, mentre la lana minerale possiede proprietàisolanti limitate che lasciano passare l’acqua, favo-rendo l’insorgenza di colonie batteriche e fungine. Ipannelli in PUR sono migliori di quelli riempiti conlana minerale anche in termini di decomposizionefisica e resistenza alla fatica.

Vuoto nel fornoIl nuovo metodo per la post-vulcanizzazione termicadi gomme siliconiche presentato da Wacker a Fa-kuma (Friedrichshafen, 18-22 ottobre 2011) si basasul principio del vuoto, utilizzando un sistema di ri-ciclo dell’aria esausta ad alta efficienza che riducesignificativamente lo spreco di gas. Il cuore del nuovo metodo è costituito da uno spe-ciale forno del vuoto sviluppato in collaborazionecon il produttore di sistemi di essiccazione EberlTrocknungsanlagen. Il sistema opera a temperaturetra 150 e 200°C e, diversamente dai metodi tradi-zionali, a una pressione di soli 100 mbar, riducendosignificativamente il flusso d’aria necessario a ven-tilare la camera del forno.Anche il sistema integrato di riciclo dell’aria esau-sta rappresenta un elemento importante: quando icomponenti a basso peso molecolare del siliconesono rilasciati durante il processo di post-vulcaniz-zazione, vengono assorbiti all’interno del flussod’aria. Questa viene poi trattata da appositi depu-ratori e reintrodotta nel forno. Tale ciclo continuofunziona senza alcuna perdita e riduce quasi deltutto le emissioni contenute nell’aria esausta.Tutte le fasi di processo hanno luogo sottovuoto, ilche rende le operazioni estremamente sicure datal’assenza, a pressioni inferiori a 150°C, di rischi diesplosione, indipendentemente dalla concentra-zione di componenti volatili del silicone nell’aria diprocesso. Inoltre la bassa pressione rende il pro-cesso di purificazione dell’aria più efficiente. Leemissioni totali della post-vulcanizzazione sotto-vuoto risultano circa il 70% inferiori rispetto a quelledei processi tradizionali. Il nuovo metodo inoltrecomporta il riscaldamento di una quantità d’aria relativamente ridotta, abbattendo del 20% il fabbi-sogno energetico in confronto ai processi conven-zionali.Gli elastomeri siliconici trattati con il nuovo metodopossiedono le stesse proprietà meccaniche deicomponenti stampati che vengono post-vulcanizzaticon processi standard. A pressioni ridotte i compo-nenti volatili evaporano a temperature relativamentebasse, rendendo il metodo sottovuoto adatto a trat-tare componenti bimateriale sensibili oppure otte-nuti con materiali di origine organica.

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PConcetti di riempimento stampiDopo avere acquisito una certa conoscenzadelle proprietà dei materiali e dei vincoligeometrici imposti dalla tecnologia di stam-paggio, il progettista deve consolidare al-cune basi di progettazione degli stampi.

Vincoli imposti dallo stampo Pur senza entrare nel dettaglio della pro-gettazione meccanica degli stampi, il pro-gettista deve comunque essere in gradod’interagire con lo stampista e consigliarealcune scelte per soddisfare le funzionalitàdi cui lui solo ha completa conoscenza.Deve in particolare contribuire a definire:• posizione permessa per accettare il

segno lasciato dalla giunzione dello stampo

• posizione permessa per le micro-difettosità indotte nel punto d’iniezione e le relative posizioni delle linee di giunzione flussi

• la dimensione del punto d’iniezione in funzione del grado di compattamento desiderato, della entità del segno lasciato sul manufatto e del tipo di estrazione

• spessori e geometrie che permettano di avere flussi bilanciati

• posizionamento e tipologie dei canali di termoregolazione dello stampo

• grado di finitura delle superfici dello stampo (se necessarie per la funzionalità o per le caratteristiche estetiche del manufatto).

Il progettista può invece permettersi di nonsoffermarsi particolarmente su (oggettodella attività specifica dello stampista):• tipologia, posizione e geometrie degli

sfoghi d’aria• tipologie di attacchi di colata e

geometrie dei canali di flusso• distribuzione di flusso con canali caldi o

materozza• tipi di metalli utilizzati e relativi

trattamenti termici• movimenti per l’estrazione (svitamenti e

movimenti di carrelli laterali, guance)• ogni altro aspetto relativo alla pro-

gettazione meccanica e realizzazione

dello stampo• fascicolo dello stampo con la

descrizione dei pezzi soggetti a usura e descrizione del piano di manutenzione.

Le scelte progettuali indotte da vincoli este-tici sono facilmente comprensibili e hannobisogno di particolari approfondimenti, percui si affronteranno in dettaglio solo queivincoli che generano difettosità strutturali efunzionali.

Posizione e dimensionidel punto d’iniezione Il posizionamento del punto d’iniezione(gate) condiziona il bilanciamento dei flussie la posizione delle linee di giunzione. Oltrea limitazioni estetiche, vale la pena ricor-dare che una linea di giunzione “fredda” ri-duce la resistenza del materiale fino araggiungere livelli pari all’80% di quella no-minale nel caso di materiali tal quali fino al30% di quella nominale nel caso di mate-riali rinforzati fibra vetro. La linea di giunzione dovrà quindi esserelontana da punti di massima sollecitazione.Essa, inoltre, peggiora la sua qualità se èaccompagnata difficoltà di sfogare l’ariache pertanto si accumula e lascia solchi piùprofondi in corrispondenza della giunzionedei flussi. Per ridurre l’effetto della linea digiunzione si dovrà fare in modo che la giun-zione avvenga alla temperatura più altapossibile. In casi particolari si può miglio-rare la giunzione dando più materiale e“spostando verso l’esterno” la giunzione. La figura 1 mostra lo spostamento versol’esterno della linea di giunzione in mododa aumentare la resistenza della sezione.In alcuni casi il materiale aggiunto dovràessere rimosso, in altri sarà di limitataestensione e compatibile con la geometriafunzionale ed estetica del manufatto.La posizione del punto d’iniezione influenzaanche l’orientazione delle macromolecolee con esse le tensioni interne e le distor-sioni dei manufatti stampati a iniezione. Ledimensioni e la posizione del punto d’inie-zione influenzano il compattamento del ma-nufatto, le dimensioni, le proprietàmeccaniche e l’uniformità superficiale (ri-succhi). La figura 2 mostra come l’iniezionea film riduca le differenze di stiramento tra

le macromolecole e minimizzi i ritiri diffe-renziali che generano distorsioni.

Il punto d’iniezione dovrà avere le dimen-sioni minime per i materiali amorfi pari a0,4-0,5 volte lo spessore massimo del ma-nufatto e per i materiali semicristallini paria 0,6-0,7 volte. Le maggiori dimensioni delpunto d’iniezione per i materiali cristallini (egeneralmente per quelli rinforzati con fibradi vetro) sono dovute alla necessità d’intro-durre più materiale durante il compatta-mento e quindi di mantenere aperto ilpassaggio per più tempo. Le dimensioni del punto d’iniezione do-vranno anche permettere un flusso tale danon accentuare il gradiente di scorrimentoe i conseguenti sforzi di taglio che allineanole molecole e possono portare a degrada-zione il materiale fuso iniettato. Ogni mate-

69macplas326

Progettarecon le materie plastiche

mat

eria

li e

appl

icaz

ioni

Figura 1 - Spostamento verso l’esternodella linea di giunzione in modo

da aumentare la resistenza della sezione

Figura 2 - L’iniezione a film riduce le differenze di stiramento tra

le macromolecole e minimizza i ritiri differenziali che generano distorsioni

Angiolino Panarotto

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riale presenta una diversa sensibilità ai gra-dienti di scorrimento: quelli più sensibili de-vono contenere i gradienti sotto i10.000-15.000 1/sec, mentre quelli piùresistenti permettono anche 60.000-80.000 1/sec. L’iniezione dovrà essere po-sizionata in corrispondenza degli spessorimaggiori.La figura 3 mostra le dimensioni di riferi-mento effettive per la valutazione del rap-porto tra dimensioni del gate e spessoremassimo del manufatto.Per evitare il jetting (getto in avanti del ma-teriale), il materiale dovrà sbattere controuna parete e quindi distribuirsi su una su-perficie più ampia invece di essere proiet-tato in avanti nel manufatto. La figura 4mostra come il flusso viene indirizzato con-tro una parete per evitare il jetting.Le cadute di pressione generalmente noncostituiscono un aspetto limitante per la ri-dotta estensione del tratto di gate (qualchemillimetro al massimo). La caduta di pres-

sione limita invece le dimensioni dei canalidi flusso. In linea del tutto generale si do-vrebbe contenere la caduta di pressione dicanali di adduzione (hot o cold runner) al disotto del 20-30% della caduta di pressionetotale.

Bilanciamento dei flussi I filetti fluidi devono arrivare a fine flussonello stesso istante, diversità di completa-menti inducono diversi compattamenti. Ilmateriale più compattato ritira di meno eha densità superiori. I diversi ritiri possono

indurre tensioni interne e svergolamenti.Ancora più chiaro è il bilanciamento distampi a più cavità: le cavità che si riem-piono prima producono manufatti più pe-santi (e di dimensioni maggiori). Perl’enorme importanza che riveste il compat-tamento, si cerca di progettare stampi amulticavità già geometricamente bilanciatia scapito di una maggiore complessitànella realizzazione dello stampo. La figura 5 mostra uno stampo multicavitànon bilanciato, bilanciato geometricamentee bilanciato mediante variazione dei dia-metri dei canali di flusso (runner).Il bilanciamento delle impronte non bilan-ciate geometricamente impone di avere lastessa caduta di pressione nei diversi per-corsi di flusso. Tale uguaglianza si può ot-tenere limitatamente anche variando latemperatura (nel caso di canali caldi e iniet-tori) di alcuni percorsi (zone) rispetto adaltri. Per bilanciare un percorso rispetto a un

altro, potrebbe essere necessarioimporre una caduta di pressioneaggiuntiva per rallentare il flussorispetto al percorso più favorevole(maggiore spessore e/o ridottadistanza rispetto al punto d’inie-zione). In tal caso è possibile ge-nerare la differenza di caduta dipressione aumentando la visco-sità (riducendo la temperaturadella zona) o riducendo (durantela progettazione) il raggio del ca-nale. Si noti che una piccola va-riazione delle dimensioni delcanale incide con la 4a potenzasulla caduta di pressione. La figura 6 mostra la riduzionedel raggio del canale di flusso ela generazione di un extra di ca-duta di pressione per rallentare ilflusso verso il pezzo più piccolo(e dello stesso spessore).

La stessa relazione utilizzata aglielementi finiti e in condizioni nonisoterme permette di simulare lafase di riempimento e ottenere

graficamente le posizioni nel tempo deifronti di avanzamento del materiale fuso. Sicapisce come variando le condizioni al con-torno (geometria e temperature) sia possi-bile modificare il fronte di flusso e quindibilanciare i flussi o spostare la linea di giun-zione.La figura 7 riporta la rappresentazione delleisocrone per riempimento con ingloba-mento di aria (geometria originaria a spessori costanti) e l’immagine senza in-globamento di aria ottenuta simulando unariduzione di spessore che rallentando il

flusso laterale lascia il tempo a quello su-periore di procedere e di spostare la linea digiunzione evitando l’intrappolamento diaria. Il rallentamento del flusso è ottenutotramite due riduzioni di spessore lungo lepareti.

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Figura 3 - Dimensioni di riferimento effettive per lavalutazione del rapporto tra dimensioni del gate e

spessore massimo del manufatto

Figura 5 - Stampo multicavità non bilanciato, bilanciato geometricamente e

bilanciato mediante variazione dei diametri dei canali di flusso (runner)

Figura 6 - Riduzione del raggio del canaledi flusso e generazione di un extra di

caduta di pressione per rallentare il flusso verso il pezzo più piccolo

(e dello stesso spessore)

Figura 4 - Il flusso viene indirizzato contro una parete per evitare il jetting Figura 7 - Rappresentazione delle

isocrone per riempimento con inglobamento di aria (geometria originaria

a spessori costanti) e immagine senza inglobamento di aria ottenuta simulando

una riduzione di spessore che rallentandoil flusso laterale lascia il tempo a quellosuperiore di procedere e di spostare la

linea di giunzione evitando l’intrappolamento di aria.

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Quando non si dispone di specifici pro-grammi di simulazione è comunque possi-bile applicare la relazione in formanumerica o utilizzare l’analoga rappresen-tazione graficamente. In tal caso si riportain ascissa la pressione necessaria e in or-dinata la lunghezza di flusso raggiunta perun certo polimero e per determinate con-dizioni di temperatura. L’andamento è di tipo lineare come previstodalla relazione analitica già richiamata. Percomodità, un tempo i produttori riportavanoin altra forma l’andamento delle variabili diflusso per dare una visione immediata delladistanza massima raggiungibile in funzionedello spessore del manufatto: in tale rap-presentazione è assunta una pressione ti-pica di riempimento e condizioni standarddi trasformazione. La figura 8 riporta la rap-presentazione della lunghezza di flussomassima raggiunta in funzione dello spes-sore nelle condizioni tipiche di stampaggioper un certo materiale.

Posizione e dimensioni deicanali di termoregolazione Lo stampo viene termoregolato in modo damantenere nel tempo le stesse condizioni erendere lo stampaggio indipendente dallecondizioni esterne e dai transitori (notte-giorno, estate-inverno, inizio stampaggio ea regime). La termoregolazione deve man-tenere uguale ai valori desiderati la tempe-ratura della parete a contatto con ilmateriale fuso; la distribuzione deve es-sere uniforme. Disuniformità di temperaturaproducono diversi raffreddamenti che ge-nerano ritiri diversi inducendo tensioni in-terne o svergolamenti.

In termini del tutto generali unraffreddamento omogeneo ge-nera ritiri, mentre un ritiro diso-mogeneo produce ritiridifferenziali e quindi per conti-nuità degli svergolamenti o delletensioni interne. Il raffredda-mento è omogeneo quanto il ma-teriale nelle diverse sezioni siraffredda nello stesso tempo. Inqualche caso vincoli geometriciimpongono un posizionamentoasimmetrico dei canali di raffred-damento in modo da rendereomogeneo il raffreddamento chedovrà essere maggiore per la ri-duzione della superficie di scam-bio.La figura 9 mostra l’addensa-mento dei canali di raffredda-mento in prossimità dello spigolodove minore è la superficie discambio. Mentre sarà necessario rendereomogenea la temperatura con

un’adeguata distribuzione dei canali di ter-moregolazione, così pure si dovranno ri-durre le differenze di spessore, gli accumulidi materiale e le differenze di superficie discambio attraverso una accurata revisionedelle sezioni da stampare. Poiché nell’an-golo si assiste a un addensamento di ma-teriale con ridotta superficie di scambio latointerno, si dovrà cercare di rendere ugualile superfici di scambio (raggiando lo spi-golo) oppure ridurre la quantità di materialeaccumulato nello spigolo entrando con ilraffreddamento (con il punzone raffred-dato).

La figura 10 mostra un tentativo di ridurrele differenze di raffreddamento tra lato in-terno e lato esterno attraverso: a) elimina-zione dello spigolo e conseguente aumentodella superficie di scambio interno; b) ridu-zione della massa accumulata nell’angoloa opera del punzone raffreddato.Con la logica finora espressa i canali di ter-moregolazione dovranno essere posizionatinello stampo a una distanza tale da con-sentire di avere una discreta omogeneità ditemperature sulla parete a contatto con ilmateriale fuso. Per questo si possono adot-tare geometrie e disposizioni come quelleriportate e da tempo accettate dai proget-tisti.Il suggerimento già proposto relativo allospessore tipico di un manufatto da stam-pare a iniezione si giustifica dal tempo ne-cessario per raffreddare il manufatto epermetterne l’estrazione. Tale andamento èfunzione delle proprietà del materiale, dellecondizioni al contorno (temperatura del

fuso, temperatura dello stampo, tempera-tura di estrazione) e soprattutto è funzionedel quadrato dello spessore h secondo unarelazione molto semplice del tipo: t= kh2. Poiché tipicamente il valore k è pari a circa3 s/mm2, il tempo necessario per raffred-dare uno spessore di 2 mm è pari a 12 secmentre quello per raffreddare uno spessoredi 4 mm è pari a 48 sec ( 4 volte di più afronte di un aumento dello spessore deldoppio). Poiché i tempi tipici di uno stam-paggio in grande serie impongono cicli dicirca 20 sec, si capisce come lo spessorepiù ricorrente sia pari a circa 2 mm e si cer-chino di evitare spessori superiori.

Il progettista concorda quindi con lo stam-pista quelle geometrie che gli permettonodi ridurre la cause di difettosità in terminidi superficie, riempimento, dimensioni esvergolamento. Da tutte le considerazionifatte emerge la notevole interdisciplinaritàdi conoscenze che contribuiscono al buonesito di un progetto di un manufatto stam-pato a iniezione.Il progettista deve quindi possedere un’am-pia e diversificata conoscenza ed essere ingrado di coordinare il lavoro di altri specia-listi nel caso le sue competenze non sianosufficienti a padroneggiare le notevoli pro-

blematiche che sono coinvolte nella produ-zione di manufatti di larga serie. Neiprossimi articoli si affronteranno argomentirelativi alle modifiche indotte nelle proprietàe nella geometria del manufatto per effettodelle particolari condizioni di trasformazione(tipicamente stampaggio a iniezione) e perfinire si ipotizzeranno alcune procedure(prove di laboratorio) per il controllo dellaproduzione.

(7 - continua)

Figura 8 - Rappresentazione della lunghezza diflusso massima raggiunta in funzione dello spessorenelle condizioni tipiche di stampaggio per un certomateriale. I dati si riferiscono a PBT Valox 300 di

Sabic (dati 2003)

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Figura 10 - Tentativo di ridurre le differenze di raffreddamento tra lato

interno e lato esterno attraverso: a) eliminazione dello spigolo e

conseguente aumento della superficie di scambio interno; b) riduzione della

massa accumulata nell’angolo a operadel punzone raffreddato

m

Figura 9 - Addensamento dei canali di raffreddamento in prossimità dello spigolo dove

minore è la superficie di scambio

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Fabbrica del vaporeL’iniziativa del Comune di Milano di destinare un’area industrialedismessa, originariamente (1899) sede della società Carminati eToselli, specializzata nella produzione di carrozze e vagoni ferro-viari, si pone l’obiettivo di promuovere un polo di incontro, spe-rimentazione, divulgazione delle idee di gruppi di giovani,favorendo la verifica delle loro capacità propositive e creative.Denominato Fabbrica del Vapore, il progetto di ristrutturazioneprevede la realizzazione di spazi articolati dove confrontare cul-tura e produzione, impresa e circuiti distributivi, per lo sviluppo diprogetti innovativi culturali e tecnologici. La serie di edifici coinvolti nella rivalutazione ur-bana è circoscritta tra quattro importanti arteriecittadine della zona attigua al Cimitero Monu-mentale di Milano. Questo progetto è ormaigiunto a una fase finale e in alcuni edifici sonogià operanti più di 20 laboratori destinati ad at-tività giovanili culturali ed artistiche. All’internodella struttura vengono ospitate mostre, rasse-gne teatrali, spettacoli di danza, workshop e in-contri.Attualmente sono in corso il lavori di ristruttura-zione del grande edificio definito La Cattedrale,dove venivano assemblate le carrozze tranvia-rie, che diventerà un grande contenitore, verocuore pulsante della Fabbrica del Vapore, luogod’incontro per grandi manifestazioni culturali.Nei lavori di ristrutturazione dell’edificio si è provveduto alla ri-mozione del manto di copertura esistente e alla sostituzione del-l’orditura secondaria, liberando così le capriate in ferro, sulle qualiè stata ricostruita una nuova orditura secondaria composta davari tipi di legno.Il pacchetto di copertura è stato perfezionato con la stesura diuna barriera al vapore continua sul piano delle falde inclinate.Sulla stratificazione sono stati messi in opera pannelli termoiso-lanti appartenenti al sistema Isotec di Brianza Plastica.Questi pannelli, realizzati in poliuretano espanso rigido (densità

38 kg/m3), sagomati a battenti contrapposti (per evitare ponti ter-mici), sono rivestiti con una lamina di alluminio e rinforzati con unprofilato d’acciaio che garantisce un’efficace micro-ventilazionesotto le tegole. In questo caso il pacchetto di stratificazione pre-visto dai progettisti ha consentito di ottenere un valore di tra-smittanza U pari a 0,35 W/m2K.

Celle a combustibileSi è tenuto il 24 novembre presso il Politecnico di Milano il con-vegno sul tema “Materiali innovativi per celle a combustibile amembrana polimerica: dalle proprietà idrofobiche alla conduci-bilità elettrica”, durante il quale sono stati presentati i risultati diun progetto - condotto dal Dipartimento di Chimica, Materiali e In-gegneria Chimica Giulio Natta dell’ateneo milanese e finanziatodalla Fondazione Cariplo - relativo a materiali avanzati (tessutisuper-idrofobici e inchiostri a base di nanocarbonio) per elettrodia diffusione di gas (GDE) in celle a combustibile con membrane

elettrolitiche polimeriche (PEMFC).Le celle a combustibile sono dispositivi elettrochimici che gene-rano energia elettrica per reazione tra idrogeno e ossigeno, pro-ducendo acqua come sottoprodotto. Quelle studiate nel questoprogetto generano circa 3 kWh a un costo tra 5 e 10 euro/kW esono pensate per applicazioni quali batterie da campo per situa-zioni di emergenza, telecomunicazioni, automazione industriale,apparecchiature elettromedicali e nautica.Perché l’applicazione diventi commerciale vanno risolti alcuniproblemi legati a generazione di idrogeno, peso e dimensioni del-l’apparecchiatura, efficienza, durata e, non ultimo, costi. A parte

la generazione di idrogeno, gli altri pro-blemi sono potenzialmente risolvibili me-diante l’utilizzo di nuovi materiali. Peresempio, l’acqua prodotta della reazionetra idrogeno e ossigeno non è nociva perl’ambiente ma se resta all’interno dellacella ne peggiora il funzionamento. Disporre di materiali altamente idrofobiciin grado di eliminare in modo rapido edefficiente l’acqua è di fondamentale im-portanza. La ricerca ha portato alla pro-duzione di un tessuto superidrofobicoche è stato utilizzato in una cella proto-tipo da laboratorio e ha migliorato sial’efficienza della produzione di energiaelettrica (circa il 60%) sia la stabilitàdelle prestazioni.Uno dei filoni più interessanti nel campodei materiali nano e micro-strutturati ri-guarda lo studio di materiali innovativiper alcuni componenti fondamentali

delle celle a combustibile a membrana polimerica (PEMFC) conelevate proprietà idrofobiche e di conducibilità elettrica.La possibilità di disporre di materiali in grado di rimuovere inmodo efficiente l'acqua prodotta nelle celle diminuendo i costi èl'obiettivo che si è proposto il progetto di ricerca. Le più recenticelle utilizzano un sistema costituito da fibre di carbonio che

BRIANZA PLASTICA

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macplas326

hanno diverse funzioni, tra cui trasporto dei gas agli elettrodi, ri-mozione dei prodotti di reazione (acqua o gas) e trasferimento dicalore dall'elettrodo al piatto bipolare. Per migliorare le presta-zioni viene invece applicato uno strato microporoso a base di car-bonio.

In dettaglio, dopo il benvenuto di Renato Rota, direttore del di-partimento Giulio Natta, il programma dei lavori del convegnoprevedeva una panoramica sulla tecnologia delle celle combu-stibili a membrana polimerica, a cura di Irene Gatto (CNR ITAEMessina), seguita da 4 interventi di rappresentanti del suddettodipartimento:• Introduzione al progetto “Advanced Materials for GDE (gas

diffusion electrodes) in PEMFC (polymer electrolytes membranes fuel cells): super hydrophobic textiles and nanocarbon-base inks” (Cinzia Cristiani)

• Funzionalizzazione idrofobica di tessuti (Stefano Turri)• Effetto del trattamento di idrofobizzazione sui gas diffusion

layers (Paola Gallo Stampino)• Ruolo e importanza dei Gas Diffusion Layers nelle prestazioni

di cella (Giovanni Dotelli).A questi interventi ha fatto seguito quello di Davide Brivio (SaatiGroup) su sviluppo e industrializzazione di tessuti tecnici per cellea combustibile a membrana polimerica. In chiusura Diana Poz-zoli ha illustrato il sostegno della Fondazione Cariplo a progetti diricerca scientifica e tecnologica sui materiali avanzati.

Case galleggiantiA breve Venezia potrebbe non essere più la sola “città galleg-giante”, grazie a un progetto di ricerca per lo sviluppo di “abita-zioni anfibie” concepite per galleggiare in caso di alluvioni.Floatec è un progetto europeo sottoscritto da Eureka, un networkintergovernativo costituito per sostenere attività di ricerca e svi-luppo orientate al mercato e progetti innovativi portati avanti daindustrie, centri di ricerca e università operanti in vari settori tec-nologici.Il progetto ha individuato nell’Olanda il primo mercato di riferi-mento, poiché il suo territorio risulta particolarmente esposta aglieffetti dell’aumento del livello del mare. Ma le abitazioni anfibiepotrebbero consentire anche ai piccoli stati-isola nell’Oceano Pa-cifico e Indiano, che rischiano di scomparire nei prossimi centoanni, di continuare a esistere grazie all’uso di strutture artificialigalleggianti.

Il principale partner di progetto è Dura Vermeer, società olandeseche si è guadagnata una posizione di primo piano nel mercatodelle costruzioni galleggianti. Sebbene possa sembrare compli-cato, la società ritiene che costruire una casa galleggiante rap-presenti un processo in realtà relativamente semplice. Il segretostarebbe tutto nelle fondamenta realizzate con strati multipli dimateriale polimerico espanso leggero che sostiene il cemento egli consente di galleggiare.La tecnologia utilizzata finora aveva mostrato limiti in termini didimensioni e peso, oltre i quali una struttura perde la propria gal-leggiabilità e affonda. Per risolvere questo problema Dura Ver-meer ha costituito un team di lavoro con le spagnole AccionaInfrastructures e Solintel per sviluppare un nuovo metodo perrealizzare edifici galleggianti più solidi, semplici e basati su ma-teriali più leggeri.Il nuovo metodo costruttivo messo a punto utilizza polistireneespanso, che viene inserito in strati multipli tra strati di materialecomposito e cemento poi divisi in moduli simili a travi, che pos-sono essere facilmente assemblati in strutture di sostegno piùgrandi come blocchi da costruzione. I moduli sono disposti in unagriglia galleggiante al cui interno viene colato il cemento.Sebbene la nuova tecnologia sia più avanzata rispetto ai metoditradizionali, risulta ancora molto più economica rispetto a questiultimi, data la minore quantità di materiale impiegato. Blocchi piùpiccoli sono in grado di sostenere strutture più grandi e, in ultimaanalisi, il costo dell’intera costruzione risulta inferiore.

Casseforme monobloccoLe nuove casseforme monoblocco riutilizzabili costruite con LNPVerton, un materiale composito anticorrosione rinforzato con fibredi vetro lunghe, sono state sviluppate da Sabic e Meccano deMexico per sostituire le pesanti casseforme tradizionali in acciaiocomposte da più parti, riducendo il peso fino al 40%, i tempi diciclo da 3 ore ad alcuni minuti e consentendo la riduzione deicosti globali di costruzione per ottenere abitazioni a un prezzopiù accessibile. Queste casseforme, utilizzate per stampare pannelli di cementoper le abitazioni (in media sono necessari 500 pannelli per unavilletta a schiera tipica), sono disponibili in un'ampia gamma didimensioni e configurazioni: altezza media pari a 1.100 mm elarghezza di 200-300-600 mm.Il materiale composito strutturale è in grado di ridurre i costi d'im-pianto, il tempo di ciclo e il peso rispetto al metallo, fornendo alcontempo prestazioni meccaniche eccezionali, tra cui stabilità

dimensionale, forza e resistenza all'umi-dità, necessarie per i lavori in cementopiù impegnativi. La fabbricazione delle tradizionali casse-forme metalliche richiede il montaggio di30 diversi componenti, per una durata dicirca tre ore. Eliminando la necessità dimontaggio, grazie alla progettazione in ununico blocco, le casseforme sono prontein pochi minuti: permettono quindi di au-mentare il volume di lavoro e offrono lapossibilità a più appaltatori di costruireabitazioni più rapidamente e di ridurre icosti globali. Inoltre il peso ridotto rispetto al metallo (-20% rispetto all'alluminio e -40% ri-spetto all'acciaio al carbonio) consente ditrasportare e manovrare le casseformesul posto con maggiore facilità e senza lanecessità di attrezzature speciali o gru.

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Tubi e dintorniSupertubo biorientato La pasta sfoglia non è certo quello che ver-rebbe in mente pensando a come renderepiù resistenti i tubi in PVC per l’adduzionedi acqua in alta pressione. Ma, detto e fatto,alcuni ricercatori hanno ragionato come sefossero panettieri, sviluppando un modo in-novativo per migliorare il comportamentomeccanico del PVC.Più in dettaglio, GDS ha cercato di capirecome poter accrescere la resistenza fisicae all’impatto di tale materiale senza utiliz-zare additivi chimici. La società è diventatacosì la prima in Italia che produce un tuboin PVC sfruttando il concetto dell’orienta-zione delle molecole, mettendo appunto in-sieme agli spagnoli di Molecor uno deimigliori processi produttivi di questo ge-nere. Molto spesso il miglioramento di una pro-prietà ne riduce un’altra e l’uso di additivi ègeneralmente più costoso che quello delsolo PVC. La soluzione, che già altri nelmondo utilizzano sebbene con processi di-versi, consiste nell’orientare le catene mo-lecolari del PVC in modo tale che sidispongano in forma reticolare, dando allepareti del tubo una struttura lamellare astrati, proprio come quelli della pasta sfo-glia. Il PVC è usato da parecchi anni per pro-durre tubazioni per l’adduzione di fluidi e ilprocesso di biorientazione ne migliora laqualità in maniera sorprendente, assicu-rando un elevato livello di affidabilità. A talescopo dapprima avviene un normale pro-cesso di estrusione e il tubo in PVC che neesce viene portato uniformemente a100°C. A questo punto il materialediventa malleabile

e, attraverso un si-stema di aria forzata, viene “stirato” più o

meno fino a raddoppiarne il diametro. In

questo modo le catene molecolari si orien-tano come spiegato sopra, il tubo viene poiraffreddato, con aria anziché con acqua, inmodo da congelare tale orientazione mole-colare.Da questo processo ha origine un prodottodenominato SupertuBO, che possiede stra-ordinarie proprietà: resistenza a impatto epressione e rigidità lo rendono pratica-mente infrangibile.Tutto ciò con unospessore pari a metàcirca di quello di untubo standard inPVC, aumentandocosì il diametro in-terno e dunque laportata. Il tubo risulta per-tanto anche più leg-gero e la sua pro-duzione richiede unminor quantitativo dirisorse naturali (ma-teria prima ed ener-gia). È particolar-mente adatto perl’adduzione di acqua potabile a elevatapressione, data l’eccellente resistenza alungo termine e il basso costo al metro.

Risposta alle dispersioniIl distretto Wimmera Mallee è una delle re-gioni più calde e aride dell’Australia: le tem-perature massime si aggirano sui 30-35°Ce la piovosità annua non

supera i 300-500 mm. Il problema

è stato ulteriormente aggravato dal sistemafin qui utilizzato per la distribuzione dell’ac-qua, costituito da una rete di canali a cieloaperto: l’85% dell’acqua evaporava o s’in-

filtrava nel suolo e, dei 120.000 miliardi dilitri immessi ogni anno nei canali ne rima-nevano disponibili solo 17.000. Le conseguenze sono state disastroseanche sul piano ecologico, con il prosciu-gamento dei corsi d’acqua locali. A fronte diquesta situazione, la soluzione è stata indi-viduata in una rete di condotte di plastica,principalmente PVC (36.000 ton). Il territo-

rio del Wimmera Mallee oggi è attraversatoda 8.772 km di condotte, tra cui 1.000 dicondutture principali (con tubi di 225 mm didiametro) e 40 stazioni di pompaggio. Tutte le aziende agricole collegate alla retedevono installare un serbatoio che sarà ali-mentato direttamente, permettendo dismussare i picchi della domanda e assicu-rare un’autonomia di almeno tre giorni perogni azienda agricola. In questo modo sipotranno reimmettere nei corsi d’acquaquasi 80.000 miliardi di litri. Il PVC ha per-messo di dimezzare i tempi di realizzazionedel progetto: 5 anni contro i 10 previsti ini-zialmente. Ha un costo contenuto e in piùdura a lungo, con una vita utile garantita di80-100 anni, non è soggetto a corrosionee semplifica le operazioni di movimenta-zione e posa in opera (anche in pendenza).

PEEK per petrolio e gasIn risposta alla crescente domanda di tu-bazioni sempre più performanti destinate acontesti particolarmente difficili, Victrex Po-lymer Solutions ha lanciato una nuova fa-miglia di prodotti estrusi a base di PEEKsviluppati per sostituire le leghe anticorro-sione utilizzate per tubi e sistemi di tuba-zioni destinati all’estrazione e al trasporto

GDS

WHITTLE

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nelle industrie petrolifere e del gas. I pro-dotti della serie Victrex Pipes sono attual-mente disponibili in una gamma di diametriesterni compresi fra 6 e 200 mm, conspessore di parete da 0, 8 fino a 5 mm.Sono altresì disponibili in svariate lunghez-ze o, su diametro inferiore, anche in bobinacon lunghezza totale fino a 3.000 m. Le proprietà del PEEK consentono di rive-stire le tubazioni in metallo fornendo così

un'alternativa alle costose leghe anticorro-sione che, tipicamente, si trovano nell'in-dustria petrolifera e del gas, dove sipossono sviluppare dare temperature ope-rative superiori e 140 °C, in presenza diidrogeno, metano, biossido di carbonio ecc. I tubi in PEEK sono leggeri e intrinseca-

mente privi di alogeni,con bassa emissionedi fumi e gas tossici,assicurando così nonsolo condizioni parti-colarmente sicure maanche qualità e ot-temperanza ai rego-lamenti in vigorenell'industria aero-spaziale, offrendo in-oltre un interessantepotenziale in terminidi riduzione di pesonel caso di sostitu-zione dei metalli.L’isolamento elettrico,la stabilità dimensio-nale, le prestazionichimiche, la resisten-za alla fatica e al-l'idrolisi anche ad altetemperature permet-tono ai tubi in PEEK difornire potenziali so-luzioni a numerose ri-

chieste di prestazioni a livello industriale.

Corrugati interratiMentre i tubi corrugati in HDPE con diame-tro fino a 900 mm sono utilizzati da parec-chi anni in Canada per i sistemi didrenaggio, di recente si è manifestata unanuova tendenza con un progressivo pas-saggio a tubi di diametro più ampio. Tutto ècominciato nell’aprile 2009, con l’installa-

zione di un tubofognario da 1.200mm di diametrosotto un’autostra-da a due corsie inprossimità di Char-lottetown, la capi-tale della provinciasuddetta al largodella costa orien-tale del Canada. A una profondità di2 metri è stata in-stallata una tuba-zione lunga 40 min HDPE, materialescelto per la com-provata capacità diresistere agli ele-vati livelli di aciditàche caratterizzano

il deflusso delle acqua della regione. Se-condo PPI (Plastics Pipe Institute), l’uso ditubi in HDPE sotto le strade è sempre piùdiffuso in Nordamerica. Sembra che il pas-saggio dai piccoli ai grandi diametri siaquasi naturale, come è accaduto appuntoin Canada, dove questi ultimi registrano un

impiego crescente.In applicazioni di questo tipo devono esserepresi in considerazione fenomeni di conge-lamento e disgelo così come suoli di tiposabbioso, limaccioso e argilloso che condi-zionano la scelta del materiale. I tubi inHDPE si sono dimostrati idonei in tutte que-ste situazioni estreme, garantendo unamaggiore resistenza a corrosione e abra-sione e mostrandosi duttili e tenaci allostesso tempo. Le loro caratteristiche assi-curano prestazioni inalterate nel temposenza che ne risenta la funzionalità, nono-stante i movimenti o il compattamento dellaterra circostante.I tubi utilizzati nel caso specifico apparten-gono alla gamma Soloflo Max di Soleno epresentano una doppia parete, liscia all’in-terno per uno scorrimento ottimale e cor-rugata o rinforzata con nervature all’esternoper assicurare la dovuta resistenza mecca-nica. La tenuta stagna assicurata da bic-chiere e guarnizione integrati mantieneintatte le sezioni di tubo durante le stagionirigide preservandole dalle infiltrazioni.

Isolamento sottozeroPer semplificarne trasporto e stoccaggio, ilgas naturale liquefatto viene sciolto tempo-raneamente a temperature molto basse (in-feriori a -162°C) e quindi l’isolamento delletubazioni deve essere altamente efficiente.A tale scopo è stato utilizzato per la primavolta in Corea l’espanso melaminico Baso-tect di Basf, che ha permesso di isolare letubazioni delle cisterne con una coperturarimovibile.Secondo SKI Insulation, società fornitricedella copertura, la protezione con questoespanso è più efficiente dal punto di vistaenergetico, in quanto più sottile del 20% ein grado di offrire un isolamento termico del50% più alto rispetto a un espanso con-venzionale. Nei test di laboratorio, anche a-200°C il materiale ha dimostrato di poterconservare le sue proprietà. L’alto livello dielasticità e la capacità d’isolamento termicodella schiuma rimangono inalterati rispettoa un espanso convenzionale che, per con-tro, diventa molto fragile se esposto a tem-perature così estreme.Il materiale, flessibile e leggero, può essererimosso per consentire regolari ispezioni alletubazioni e poi riutilizzato, a differenza diquanto accade con le schiume convenzio-nali, rigide e difficili da sostituire. I costi dimanutenzione risultano di conseguenza ridotti. Infine la resina melaminica che compone questo espanso a celle aperte lorende ignifugo, altra proprietà fondamentaledata l’elevata infiammabilità del gas natu-rale, con possibilità di utilizzarlo fino a240°C senza che le sue proprietà venganoalterate.

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VICTREX

SOLENO

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Scarichi insonorizzatiL’innovativo sistema insonorizzante SiTech,sviluppato da Wavin Italia, comprendeun’ampia gamma di tubi e raccordi in poli-

propilene studiati appositamente per ga-rantire il massimo isolamento dai rumoricausati dagli scarichi e, di conseguenza,per assicurare un elevato comfort abitativo.Durevoli, resistenti alla corrosione e ai li-quidi più aggressivi, questi tubi e raccordisono caratterizzati da una superficie estre-mamente liscia per garantire un buon de-flusso delle acque nere e da un praticocollegamento a innesto rapido che rende ilsistema facile da montare. Le tubazioni presentano una struttura tri-strato. Lo strato esterno in polipropilene blupresenta elevata resistenza alle sollecita-zioni meccaniche esterne e agli agenti am-bientali, mentre quello intermedio èrealizzato in PP copolimero con cariche mi-nerali che garantisce proprietà ottimali an-tirumore. Lo strato interno, anch’esso in PPcopolimero, studiato invece per assicurareelevata resistenza allo schiacciamento eagli agenti chimici, garantisce il massimoscorrimento dei fluidi grazie alla superficieliscia e offre la migliore visibilità interna perispezione, grazie al colore bianco.

Riciclabile per acqua potabilePer la realizzazione di un tubo flessibile auso sanitario e alimentare che, oltre a pre-servare la potabilità dell’acqua, risultasseinteramente riciclabile, Parigi Industry è an-data alla ricerca di nuovi materiali che nonrilasciano sostanze nocive a contatto conl’acqua potabile e che allo stesso tempogarantiscono un miglioramento delle carat-teristiche di resistenza meccanica del pro-

dotto finito senza ovviamente perdere divista la facilità di installazione.La materia prima scelta per il nuovo tuboTermopar è il poliuretano, che garantisce

resistenza all’idrolisi, tenuta ot-timale anche alle temperaturepiù alte, potabilità totale e ga-ranzia di un utilizzo sicuro neltempo. Completamente traspa-rente, il nuovo tubo si presentaa prima vista diverso da quellitradizionali. A differenza di altriprodotti realizzati con materialitermoplastici presenti sul mer-cato, ha una flessibilità identicaai tubi di gomma rispetto aiquali resiste a pressioni supe-riori con acqua a 90°C.

Fluoro nell’animaUn tempo le superfici internedei tubi flessibili impiegati nel-l’industria alimentare eranorealizzate in PTFE, in seguitosostituito con il FEP, che è piùmorbido e consente di otteneresuperfici più lisce. Ma anche

quest’ultimo fluoropolimero oggi non sem-bra più del tutto adatto a soddisfare qual-siasi esigenza in specifici settori industrialicome, nella fattispecie, il trasporto o il ca-rico e scarico di alimenti.In questo settorele unità di tra-sporto e alimen-tazione devonoessere chimica-mente resistentie semplici dapulire e steriliz-zare. Il materialeutilizzato devepoter essere pu-lito con diversitipi di detergentie la sua superfi-cie deve essereliscia, per garan-tire la necessariasterilità. Inoltre itubi senza rinforzo esterno devono avere unraggio di curvatura minimo ed essere uti-lizzabili in applicazioni sottovuoto.Con le soluzioni disponibili finora questeesigenze non erano soddisfatte ma, grazieallo sviluppo di nuovi materiali, Cimaka harealizzato il tubo Cimachem in MFA, unfluoropolimero con eccellente resistenzachimica agli agenti più aggressivi. La su-perficie estremamente liscia dell’anima deltubo e la sua densità prossima a quella delgas riducono al minimo i depositi di mate-riali estranei e, in funzione di mezzo e con-centrazione, possono essere coperte

temperature da -40 a +170°C, ma la resi-stenza dell’anima risulta elevata indipen-dentemente dalla temperatura.

Rinnovabili per biocarburantiOltre a cercare di aumentare l’uso di poli-meri derivati da fonti rinnovabili per ridurrela dipendenza dai combustibili fossili, lecase automobilistiche e i loro fornitoristanno modificando i sistemi di motori ecarburanti per farli funzionare in modo ef-ficiente con le ultime generazioni di biocar-buranti. I componenti per questi sistemidebbono resistere ad agenti chimici ag-gressivi, temperature estreme e stressmeccanici per tutta la durata di vita del vei-colo. Hutchinson Italia, fornitore di sistemi per iltrasferimento di fluidi, ha specificato un tipodi Zytel RS a base di PA1010 di DuPont perla produzione di tubi per carburante usaticon diesel o biodiesel. La poliammide alunga catena molecolare proveniente dafonti rinnovabili è stato preferito rispetto avari tipi di PA12 per le superiori prestazionidi resistenza alle temperature e invecchia-mento a lungo termine nei biodiesel. Il tuboper carburante estruso monostrato di Hut-chinson è già in uso nei nuovi motori turboe diesel multijet su diversi veicoli delGruppo Fiat.

Con oltre il 60% in peso, il materiale in que-stione possiede uno dei più elevati livelli dicontenuto rinnovabile attualmente disponi-bili per una poliammide a elevate presta-zioni. Il carbonio rinnovabile contenuto nellaPA1010 deriva dall’acido sebacico, che asua volta deriva da olio di ricino. Questo tipodi Zytel RS offre proprietà tipiche delle po-liammidi flessibili con ulteriori vantaggi,come superiore resistenza alle alte tempe-rature, elevata resistenza ad agenti chimicie bassa permeabilità a carburanti e gas.

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WAVIN

DUPONT

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Vulcanizzazione con perossidi Dalla mia macchinetta del caffè provengono odori sgradevoli. Ho contattato l’assistenza clienti del produttore che miha prontamente sostituito il tubo di carico dell’acqua ma il problema non si è risolto. Ho provato a smontare la calda-ietta e secondo me l’odore proviene dalla guarnizione in gomma. È possibile? Ho letto in rete che la gomma può assu-mere odori nella fase di vulcanizzazione. È vero?

La vulcanizzazione con perossidi di EPR (gomma etilene-propilene) ed EPDM (gomma etilene-propilene-diene-monomeri) offre uno spettro di proprietà fisico meccaniche inferiore rispetto alla classica vulcanizzazione con zolfo e ac-celeranti (utilizzabile peraltro solo nel caso delle EPDM che contengono gli indispensabili doppi legami), bilanciato tuttaviain una certa misura da migliori caratteristiche di resistenza all’invecchiamento termo-ossidativo.La vulcanizzazione con perossidi è sostanzialmente il risultato della competizione fra reazioni di scissione molecolare ereazioni di reticolazione che prendono corpo contemporaneamente; nel caso delle EPDM la presenza dei doppi legami,dovuti al terzo comonomero, attenua in qualche misura l’entità delle reazioni di scissione a favore di quelle di reticola-zione. Nel caso delle EPR i radicali primari che danno il via alle reazioni di reticolazione sono di tipo terziario (cioè con l’elet-trone spaiato presente su un carbonio terziario), mentre nel caso delle EPDM prevalgono i radicali di tipo allilico gene-rati dalle reazioni in corrispondenza ai doppi legami.I principali fattori in grado di influenzare l’efficienza della reticolazione per le gomme EPR ed EPDM sono:tipo e quantitàdel terzo comonomero dienico, rapporto etilene/propilene, distribuzione dei comonomeri lungo le catene polimeriche, pesomolecolare e distribuzione dei pesi molecolari, tipo e quantità di perossido, eventuale coagente di vulcanizzazione, cari-che, plastificanti e antiossidanti.Nel caso delle gomme EPDM il terzo comonomero dienico migliora in misura appezzabile l’efficienza della vulcanizza-zione grazie alla duplice possibilità, offerta dal doppio legame, di consentire sia l’addizione dei radicali liberi sia la facileestrazione di idrogeni allilici: il reale meccanismo di vulcanizzazione sarà pertanto costituito da una combinazione di que-ste due possibilità. Quando si voglia realizzare un vulcanizzato in grado di esprimere il massimo della resistenza termo-ossidativa, si utilizzano le gomme EPR completamente sature rinunciando in questo modo alla migliore efficienza invulcanizzazione delle EPDM.

La concentrazione dl perossido è il parametro fondamentale nel determinare la densità di reticolazione del vulcanizzatofinale e quindi il suo spettro di proprietà. Per aumentare la densità di reticolazione si ricorre spesso all’impiego di coa-genti di vulcanizzazione che risultano indispensabili nel caso di covulcanizzazione di mescole accoppiate o per favorireper esempio l’ancoraggio del vulcanizzato su superfici metalliche.Pur potendo scegliere fra numerosi coagenti di natura organica lo zolfo è sicuramente il coagente di reticolazione an-cora più utilizzato: è sicuramente il più economico e, aggiunto in ragione di 1 g atomo per 1 g mole di perossido, deter-mina sensibili incrementi dell’efficienza di vulcanizzazione. Il perossido da utilizzare in combinazione con lo zolfo vatuttavia scelto con particolare attenzione poiché, per esempio, l’accoppiata zolfo-cumilperossido produce nel vulcaniz-zato un odore sgradevole difficile da eliminare o attenuare anche dopo prolungati trattamenti di post-vulcanizzazione adalta temperatura.Per quanto riguarda gli odori, sono associati ai composti organici volatili (VOC) prodotti a seguito della rottura omoliticaper via termica dei perossidi introdotti per formare i radicali necessari nella reticolazione. La natura e concentrazione deiVOC dipendono, oltre che dal tipo di perossido utilizzato, anche dagli ingredienti presenti nella formulazione che possonointeragire con esso e dalle condizioni adottate per la vulcanizzazione in termini di tempo e temperatura.Spesso, anche avendo a disposizione la formulazione dettagliata della mescola, risulta difficile prevedere la presenza diodori nel vulcanizzato ottenuto e si analizza a posteriori il risultato complessivo della mescola ottenuta. Nel caso speci-fico è preferibile sostituire la guarnizione in quanto probabilmente l’azienda produttrice, avendone l’evidenza, avrà cer-tamente provveduto a modificare le tipologie di additivi introdotti e migliorato il processo di stabilizzazione in modo daeliminare l’inconveniente.

Questioni tecnicheSpazio riservato alle domande pervenute dai lettori su problematiche relative alla lavorazione dei polimeri. Le risposte vengono for-nite dagli esperti del Cesap di Verdellino-Zingonia, centro di assistenza alle imprese trasformatrici e utenti di materie plastiche. Invi-tiamo i lettori a indirizzare le domande direttamente a [email protected] oppure alla nostra redazione ([email protected]).

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RRigenerata e additivataDopo anni di ricerche e test sul campo, Industrie generali ha in-trodotto sul mercato una nuova resina poliolefinica, derivata dalriciclo di materie plastiche post-consumo provenienti dalla rac-colta differenziata, che vengono selezionate per tipo, separate elavate in differenti vasche, decontaminate, triturate ed estrusefino a ottenere un granulo che poi viene additivato con talco,carbonato di calcio, sfere di vetro, bario ecc. Alla fine viene aggiunta una certa percentuale di polipropilenevergine, ottenendo cosi il Polyecolene, un compound poliolefi-nico di composizione speciale, formulato a misura dell’applica-zione. Il materiale sotto forma di granuli presenta caratteristicheparticolari assimilabili a una resina vergine, ma prodotta a costiinferiori perché proveniente da rigenerato. Assenza di odore, resistenza alla luce, possibilità di essere pro-dotto in diversi colori e verniciato rendono il nuovo materiale par-ticolarmente interessante e utile per essere impiegato in diversisettori, nella produzione di componenti ad alto valore aggiunto.Possiede inoltre buone proprietà termiche, meccaniche e acu-stiche.Prima di introdurre il Polyecolene nel ciclo produttivo di manufattiindustriali, Industrie Generali, in collaborazione con diverseaziende italiane, ne ha testato sul campo le prestazioni su mi-gliaia di oggetti differenti, per verificarne la fattibilità, le caratte-ristiche e le proprietà intrinseche. I risultati brillanti ottenuti hannopermesso a diverse aziende di avviare la produzione industrialedi serie utilizzando il nuovo prodotto. Sul mercato italiano sono giàpresenti prodotti realizzati con Polyecolene: bauletti per scooter,componenti per auto ed elettrodomestici, persiane colorate ecc.

Vino e birraL’uso di bottiglie leggere in PET da 187 ml per il vino è ormaiconsolidato per Amcor Rigid Plastics. Le principali cantine cali-

forniane, per esempio, scelgono sempre più spesso il PET datala leggerezza abbinata a trasparenza simil-vetro, trasportabilità,sostenibilità e costo ridotto. Le bottiglie sono ben accette dai con-sumatori e sono ammesse nei locali pubblici dove invece sonobandite quelle in vetro per il rischio di rottura. Il vino confezionatoin queste bottiglie può essere venduto nei parchi, ai concerti e inaltri luoghi all’aperto. Leggerezza e sostenibilità sembrano at-trarre sempre più anche l’interesse delle compagnie aeree.Le bottiglie in questione presentano il rivestimento barriera KHSPlasmax in ossido di silicio (SiOx) che sigilla il contenitore dal-l’interno per proteggere il contenuto dall’ossidazione. Questo ri-vestimento ultrasottile (meno di 100 nm) è trasparente eresistente a rottura, abrasione e delaminazione. Inoltre non si de-grada né limita il tempo di stoccaggio delle bottiglie vuote, è fa-cilmente rimuovibile durante il riciclo e non contamina il sistemadi riciclaggio.Sutter Home e il principale produttore di bottiglie da 187 ml pervino, con una quota di mercato del 30% circa. La società ha co-minciato nel 2005 a passare alle bottiglie in PET con effetto bar-riera al posto di quelle in vetro, spostando poi l’intera produzioneverso la plastica, che permette inoltre di utilizzate le linee di riem-pimento esistenti. Fetser confeziona la propria linea di vino in bottiglie in PET da187 ml, che vende al dettaglio e all’ingrosso. Le bottiglie con-servano l’aspetto del vetro e sono utilizzate sulle linee di riempi-mento esistenti con minimi adattamenti. Inoltre pesano un sestodi quelle in vetro, riducendo i costi di trasporto e rendendo più ef-ficiente la catena delle distribuzione.Cecchetti Wine Company ha registrato una larga diffusione dibottiglie in PET da 187 ml per vino in molte compagnie aeree. Lasocietà rifornisce Air Canada, British Airways e Continental Airli-nes, che considerano il PET un’alternativa leggera e di qualitàsimile al vetro ma capace di ridurre consumo di carburante ecosti.

Per il lancio della birra Carlsberg Export neipunti vendita locali di Sainsbury (Regno Unito)è stata scelta una nuova bottiglia da 500 mlin PET, che dovrebbe dare nuovo impulso allevendite di birra lager di alta fascia. La bottigliarealizzata mediante soffiaggio include il logoCarlsberg in rilievo ed è chiusa con i tradizio-nali tappi a corona. Venduta attraverso i di-stributori automatici, è considerata ideale perle occasioni all’aperto quali picnic e barbe-cue.Secondo Carlsberg UK il settore della birrafredda presenta un ampio potenziale di cre-scita ancora poco sfruttato. Una ricerca con-dotta lo scorso anno dalla società ha mostratoche nei centri commerciali i distributori di bi-bite fredde attraggono il consumatore fino aquattro volte di più di un’insegna pubblicita-ria.Ci troviamo di fronte a un classico esempiodell’innovazione di un imballaggio trainata dalfornitore. La nuova bottiglia da 500 ml pre-senta un design di elevata qualità che ben siaddice alla birra fredda e rappresenta un au-tentico elemento di distinzione sul mercatobritannico.

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AMCOR

CARLSBERG

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Come l’acciaioSebbene sia esteticamente gradevole e duraturo, l'acciaio inos-sidabile spazzolato presenta alcuni inconvenienti particolarmenteevidenti negli articoli d'uso quotidiano, specialmente se impie-gato come interfaccia tattile. Per esempio, anche il minimo toccocon un dito lascia sulla superficie d’acciaio un antiestetico segnoche naturalmente può essere rimosso facilmente ma, per man-tenere la condizione originale della superficie, occorre pulirla con-tinuamente. Inoltre, nonostante l'acciaio sia per natura robusto, anche le mi-nime azioni abrasive possono alterarne la superficie in modo per-manente. Altri inconvenienti noti riguardano gli elevati costi inizialidi produzione e il fatto che si tratta di un materiale difficile dasaldare e dunque viene impiegato maggiormente per superficirelativamente semplici e piane. Le materie plastiche e, in questo caso, le pellicole in PET con-sentono di evitare molti di questi inconvenienti. ma fino a pocotempo fa la maggior parte dei produttori non è riuscita a ripro-durre sulle superfici plastiche gli effetti esteticamente piacevolidell'acciaio inossidabile spazzolato. Lo sviluppo di una nuova pel-licola PET resistente alle abrasioni da impiegare come materialedi copertura grafica per tastiere, cruscotti e pannelli di strumentisembra destinato a cambiare la situazione. Denominato Autotex Steel, questo nuovo materiale sviluppato daMacDermid Autotype è formato da uno strato ricettivo all'inchio-stro sulla superficie del lato opposto e da uno strato esterno spe-ciale con rivestimento duro trattato chimicamente e resistente airaggi UV. Lo strato esterno presenta finiture testurizzate che,quando la pellicola viene stampata sul lato opposto con inchio-stri metallici standard o nuovi inchiostri specchiati, creano l'ef-fetto di un pannello in acciaio inossidabile spazzolato.Questa soluzione innovativa offre inoltre una serie di vantaggi ri-spetto al tradizionale acciaio inossidabile: dalla capacità di pro-durre tastiere o pannelli grafici di alta qualità, a costi moltoinferiori con i processi di serigrafia standard, alla semplicità distampaggio. Proprio questo rende Autotex Steel ideale per l'usocon le tastiere a membrana tattili o a cupola e nelle applicazioniin cui le aree dei tasti o del pannello devono avere i bordi rialzati,in quanto il materiale possiede un eccellente modulo di flessibi-lità, con una durata tipica dei tasti a cupola che supera i cinquemilioni di azionamenti. L'applicazione di tasti a una superficie inacciaio richiederebbe componenti separati, mentre con la pelli-cola di PET i tasti vengono incorporati come una singola parte,agevolando la creazione di cruscotti o tastiere completamente

sigillati resistenti ai liquidi.Diversamente dall'acciaio inossidabile, la nuova pellicola non ri-vela la presenza di impronte e può essere stampata con facilitàper creare finestre trasparenti o per contenere grafici visibili solose illuminati, poiché vanta una straordinaria riproduzione dei co-lori e un'eccellente trasmissione della luce nelle aree trasparenti.Normalmente le parti grafiche vengono stampate al rovescio, inmodo che lo strato della pellicola e la superficie superiore con ri-vestimento duro testurizzato le proteggano dall'usura e dal-l'abrasione. Questa superficie inoltre resiste a solventi e liquidi dipulizia industriali.

Educazione fisicaGrazie alla collaborazione di Ticona Engineering Polymers, lagamma di prodotti MultiGoal di GenMove è stata convertita in

una linea più flessibile e resistente di at-trezzature per l’educazione fisica deigiovani di qualsiasi età, dalla prima in-fanzia alle scuole superiori, così comeper i disabili.MultiGoal consiste in una rete cilindricache si presta a svariati giochi e attività econsente di andare a segno da qualsiasiposizione, per la gioia dei giocatori, ed ècomposta da una serie di manicotti, pa-letti e bracci realizzati da APM (Ameri-can Plastic Molding, Indiana) mediantestampaggio a iniezione utilizzando ilPOM Hostaform HS15 di Ticona.I due partner hanno lavorato per svilup-pare l’intelaiatura con l’impiego di unPOM ad alta resistenza, in grado di sop-portare anche i giocatori più entusiastigrazie a una robustezza e una duratache vanno ben oltre le aspettative.

Medicali al carbonioRecentemente introdotta da Ensinger sul mercato degliarticoli medicali, la serie di semilavorati compositi Teca-tec, caricati con un’elevata percentuale di fibra di car-bonio, è destinata alla realizzazione di particolaricaratterizzati da elevata resistenza meccanica e stabilitàdimensionale anche a temperature elevate, oltre alla bio-compatibilità.La combinazione di una matrice termoplastica accop-piata con un tessuto in fibra di carbonio assicura il rag-giungimento di valori di resistenza a trazione e aflessione molto più alti rispetto ai classici estrusi rinfor-zati con fibre. Il materiale presenta un basso peso spe-cifico, è radio-lucente e offre una buona resistenzachimica; l’insieme di queste specifiche lo rendono idealeper la produzione di dispositivi medicali come fissatoriesterni e strumenti chirurgici.L’ultimo nato delle gamma (Tecapec PEEK CW50), di-sponibile in lastre con spessore da 3 a 40 mm) utilizzala matrice polimerica del PEEK, nella quale vengono im-pregnati gli strati di tessuto in carbonio. Quest’ultimo,presente nel materiale in quantità pari al 50% in peso,assicura elevatissima rigidità ed eccezionale stabilità di-mensionale anche dopo svariati cicli di sterilizzazione.

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MMicrogranuli colorantiUn nuovo tipo di microgranuli, introdotti da Novosystems con ilnome di Novopearls, combinano le migliori caratteristiche dei co-loranti liquidi e dei materiali in granuli convenzionali e permettonodi ottenere un ampio spettro di colorazioni risparmiando sui costi.I microgranuli sferici (diametro medio 450 micron) contengonouna speciale miscela di cera che può essere omogeneizzata inmaniera eccellente con svariati termoplastici. Per la prima volta

è possibile sfruttare le migliori caratteristiche dei materiali liquidicon più elevato potere colorante (per un volume massimo del3%) riducendo allo stesso tempo la quantità di materiale ag-giunto.I Novopearls sono altamente pigmentato, possono essere mi-scelati, sono esente da polvere e presentano una bassa viscosità,ma soprattutto vantano un punto di fusione di 85°C. I micro-gra-nuli fondono più rapidamente dei materiali di base da colorare equesto si traduce in una rapida omogeneizzazione senza striaturedi colore e polimero, finora ottenibile solo con i colori liquidi. Gra-zie alla dispersione ottimale dei pigmenti nel granulo a base dicera è possibile impiegare quantità estremamente ridotte (tra 0,1e 0,9%) di additivi. I risparmi in termini di costi possono variaredal 20 al 30%.I micro-granuli, da un lato, sono molto più conveniente dei gra-nuli convenzionali e, dall’altro, data la specifica pigmentazione,consentono livelli di colorazione più elevati dei coloranti liquidi, ri-spetto ai quali generano un effetto pulente comparabile conquantità molto ridotte di materiale aggiunto e un’eccellente omo-geneizzazione. L’abrasione è ridotta rendendo gli agenti pulentisuperflui, mentre la formazione di polvere non è più un problema.

A futura memoriaNel corso del ventesimo secolo gli artisti hanno fatto ampio usodi materiali polimerici per creare opere che oggi sono conside-rate autentici capolavori. Purtroppo alcune di queste creazioni -contrariamente alle aspettative - stanno subendo una veloceusura e la loro conservazione si presenta come una vera e pro-pria sfida. Attualmente sembra mancare la conoscenza di metodiNOVOSYSTEMS

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per l’esposizione, la pulizia e la sistemazione delleopere al fine di preservarle dal deterioramento. A talescopo è nato il progetto Popart (Preservation Of PlasticARTefacts), finanziato dalla Commissione Europea peril periodo da ottobre 2008 a marzo 2012. Dodici partner da 8 paesi (tra cui l’Istituto di Fisica Ap-plicata “Nello Carrara” del CNR di Firenze) collaboranoper diffondere quanto più possibile know-how ed espe-rienza, allo scopo di mettere a punto una strategia eu-ropea condivisa per migliorare la conservazione deglioggetti d’arte plastici nelle collezioni dei musei. Basatasu dati scientifici e sullo scambio di conoscenze, talestrategia si propone di valutare e definire pratiche e ri-schi connessi all’esposizione, pulizia e restauro delleopere originali.Un altro aspetto del progetto, invece, riguarda l’esposizione di 25esempi di materie plastiche “storiche” in 11 ambienti differenti inEuropa e in Egitto a dimostrazione di come clima e soglie d’in-quinamento diversi possano influire sul comportamento dei po-limeri. Lo studio porterà all’elaborazione di modelli realistici didanno.Dal 7 al 9 marzo 2012 CRCC (Centre de Recherche sur la Con-servation des Collections) organizzerà a Parigi una conferenzainternazionale per presentare i risultati ottenuti alla fine dei 4 annidi durata del progetto. Il simposio includerà lezioni plenarie almattino e workshop o visite nel pomeriggio di ciascun giorno. Le relazioni porranno particolare accento sulle seguenti temati-che: storia, valutazione e problematiche delle collezioni; valuta-zione del danno per oggetti artistici in plastica; conservazione deimanufatti artistici (pulizia e restauro). Infine una sessione postersarà riservata alla presentazione di nuove ricerche, trattamenticonservativi e studio di casi specifici.

Legno plastico in lagunaL’abbinamento tra le proprietà dei materiali plastici e l’estetica ti-pica del legno ottenibile con la lavorazione dei WPC (Wood-Pla-stic Composite) non è più una novità ma, anzi, rappresenta ormaiil punto di maggiore forza tecnologica e commerciale che ha per-messo a tali materiali di affermarsi come valida alternativa eco-nomica a quelli naturali. Ed è proprio sfruttando tale punto diforza che Plasticwood.it, azienda veronese parte del gruppo Geo-fin, si è affermata in Italia e nel mondo non solo come produttoredi manufatti in legno-plastica, ottenuti mediante estrusione con

linee fornite da Bausano, ma anche degli stessi compound, perrealizzare i quali vengono impiegate linee di Icma San Giorgio.Tra le più recenti applicazioni dei prodotti dell’azienda troviamodue nuovi grandi pontili di attracco nel cuore di Venezia, uno perle imbarcazioni che mettono in comunicazione la città con il Lido,l’altro per quelle di collegamento con l’aeroporto Tessera.I prodotti in WPC trovano in strutture come i pontili della lagunaveneziana campi di applicazione ideali proprio perché richiedonouna manutenzione ridottissima anche se sottoposti a condizioniambientali estremamente severe e sollecitazioni meccanichemolto elevate (attracco delle imbarcazioni, passaggio di migliaiadi passeggeri ogni giorno) garantendo al contempo prestazionisempre elevate. In questo caso, più che in altri, è risultata vincente la possibilitàofferta dai WPC di riprodurre alla perfezione la naturalezza dellegno, così da inserire in un paesaggio urbano dalla forte con-notazione storico-artistica manufatti ad alto tasso tecnologico madal bassissimo impatto ambientale ed estetico.

Specialisti a confrontoLe ultime novità in materia di produzione di profili tec-nici in PVC sono state esaminate da alcuni esperti delsettore che, nel corso di un simposio che si è svoltol’11 e 12 novembre ad Ascoli Piceno presso la sededi Fainplast, hanno avuto la possibilità di confrontarsisulle tecnologie più recenti e le soluzioni più innova-tive. Organizzato in collaborazione con Battenfeld-Cin-cinnati, Mc Plast e ConPro, l’evento ha visto alternarsimomenti di dibattito a dimostrazioni pratiche: l’obiet-tivo era quello di rendere il più completo possibile unmomento di studio e di analisi tra specialisti dedicatoa questa tecnica di lavorazione. Gli oltre 70 partecipanti hanno potuto assistere al-l’estrusione ad alta velocità di profili tecnici in PVC,

con cambio di colorazione in linea (estrusione rigida masteriz-zata in linea), un metodo che permette di colorare grandi quan-tità di materiale partendo dal naturale, attraverso l’utilizzo di unmasterbatch specificamente studiato e formulato da Fainplast edi macchinari altamente performanti.Nella prima parte della giornata il dibattito si è sviluppato sugli in-terventi delle aziende partecipanti. Enrico Buran (Battenfeld Cin-cinnati) ha presentato TechBEX, una soluzione integrata per profilitecnici”. A sua volta Marco Veronesi (Fainplast) si è soffermatosulla suddetta estrusione rigida masterizzata in linea, mentreMirko Melchiori (Mc Plast) ha approfondito il tema dell’innova-zione nelle attrezzature per estrusione. A chiudere il dibattito An-dreas Meyer zu Kuingdorf (ConPro) con un intervento sul sistema

PLASTICWOOD.IT

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gravimetrico per il completo controllo di produzione che mantiene costante ilpeso medio del profilo. Nella seconda parte della giornata i partecipanti hannopotuto esaminare attentamente sia i macchinari sia i materiali utilizzati per la di-mostrazione. Ciò che è emerso nei due giorni di lavori è la possibilità di ridurre al minimo gliscarti derivanti dal cambio di colore grazie alla facilità e all’immediatezza delprocesso di colorazione e all’ottima qualità dei materiali, con conseguente no-tevole incremento della produttività aziendale, grazie anche alle soluzioni im-piantistiche presentate, che rappresentano un’innovazione assoluta nel campodell’estrusione di profili in PVC.

Canoe naturaliUna canoa completamente naturale è stata fabbricata da Flaxland (Regno Unito)impiegando uno strato di tessuto Biotex Flax Hopsack di Composites Evolutione una bio-resina polimerizzata a raggi UV (EcoComp UV-L) fornita da Sustaina-ble Composites. Per l’imbarcazione è stato realizzato un telaio di compensatonautico e pino europeo ricoperto con il rinforzo Biotex e successivamente im-pregnato con resina a base di semi di lino.Negli ultimi anni i materiali sintetici, quali i tessuti spalmati in poliestere, sonostati sempre più utilizzati nella costruzione navale. Nel tentativo di tornare aimetodi tradizionali, ora Flaxland ha sperimentato l’utilizzo del lino quale colturasostenibile per produrre olio e fibre con cui realizzare imbarcazioni.Tra i vari tessuti a base di lino testati, Biotex è risultato il più adatto alle esigenzeprogettuali: possiede proprietà di impregnazione e resistenza alla lacerazioneparagonabili a quelle dei materiali sintetici, che si prestano quindi alla realizza-zione di canoe flessibili, eppure resistenti, senza l’impiego di stampi.Finora sono stati messi a punto 7 prototipi utilizzando tessuti Biotex dei tipi FlaxHopsack e 3H Satin. Il primo permette di realizzare canoe resistenti e durevoliche pesano meno di 12 kg, il secondo consente di ridurre ulteriormente il peso(8 kg) delle canoe da competizione.

FAINPLAST

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NBrevi dal mondoNell'universo fantascientifico di Star Wars,gli Stormtrooper (truppe d'assalto) erano letruppe d'elite dell'Impero. Caratterizzati dauna tipica corazza bianca, questi soldati in-tergalattici sono tra i primi a cadere nelcorso dei tanti scontri della storia. Visto cheGeorge Lucas non ha pensato di proteg-gere un po’ di più l’esercito imperiale deiribelli, è intervenuto Léonard Carson, fan diStar Wars e ingegnere presso San DiegoComposites. Carson ha, infatti, reso nota la notizia diaver finalmente portato a termine un sognoche accarezza da diversi anni: creare uncostume da Stormtrooper completamenterealizzato in materiale polimerico rinforzatocon fibra di carbonio. Ed è riuscito a con-vincere tre suoi colleghi a creare un set di4 costumi Stormtrooper. Il risultato finale èeccezionale, tanto che il loro capo ha de-

ciso di sostenere finanziariamente e mate-rialmente il progetto. Il costo di questachicca, che fa si-curamente gola aitantissimi appas-sionati della sagafantascientifica, èancora un mistero.

I materiali polime-rici fibrorinforzatinon servono solo aplasmare gli og-getti del futuro maanche a riportaread antico splen-dore grandi capo-lavori del passato.È il caso dell’antica chiesa di Santa Giustinadi Ravenna che, grazie all’utilizzo di tali

materiali, è stata com-pletamente restauratanella sua struttura prin-cipale. La struttura del campa-nile, particolarmenteesile a causa di diversicrolli e di una fessura-zione diffusa, necessi-tava di un consoli-damento sia del tettosia delle pareti. Inoltrela muratura esternapresentava una finiturasuperficiale in fortestato di deterioramento.L’intervento sulla co-pertura della chiesa èstata l’opera più lungae onerosa del restauro:l’edificio si stava infattiaprendo dall’alto. Inol-tre le arcate dell’absideerano sfondate e face-vano penetrare l’acquapiovana. Proprio per ripristinarela copertura è stato uti-

lizzato un cordolo completamente realizzatoin materiale polimerico rinforzato con fibra

di carbonio. Successivamente, tramite l’uti-lizzo di lamine, sempre realizzate in mate-riale composito, è stato effettuato ilconsolidamento dell’arcata. Per il consoli-damento dell’arco nell’aula centrale, delcampanile e del cordolo in carbonio sultetto dell’abside è stata impiegata malta fi-brorinforzata tixotropica, specifica per ripri-stini di murature e composta da specialicementi solfatoresistenti, sabbie classifi-cate, fibre sintetiche e additivi.

Il sogno più bello, per chi è costretto all'im-mobilità a causa di un incidente, è di potertornare nuovamente a camminare. Unsogno che è diventato realtà grazie allamessa a punto delle “elegs”: un esosche-letro robotico realizzato, quasi interamente,con materiali innovativi avanzati quali quellipolimerici fibrorinforzati. La prima a beneficiare di questa invenzioneè stata una sportiva di 43 anni, AmandaBoxtel, che dal febbraio del 1992, a causadi un incidente sulle piste da sci del Colo-rado, non riesce più a muoversi autonoma-mente a causa di una lesione midollare.Oggi Amanda, animatrice della non-profitChallenge Aspen, è la testimonial di un mi-racolo della tecnologia che esce dai labo-

Notiziariodei compositi

A cura di Luca Carrino (tel. 347 9405794 - e-mail: [email protected])

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ratori di Berkeley in California.Le “elegs” sono la derivazione di un'inven-zione militare, il cui scopo era quello di

mettere i marine americani, impegnati interritori particolarmente accidentati, nellacondizione di trasportare con meno fatica

carichi superiori ai 60 kg in spalla.L'esercito era stato dotato di questoaiuto supplementare che dava al sol-dato la possibilità di camminare me-glio, di spingere sui suoi muscolianche nelle salite più difficili. Si chia-mava Hulc (Human Universal LoadCarrier), un portatore di pesi univer-sale. Successivamente Berkeley Bionicsha acquisito il brevetto e l’ha svilup-pato con l'università per usi civili. Unpiccolo zainetto con batterie agli ionidi litio, due ossa leggere in acciaio emateriale polimerico rinforzato confibra di carbonio, sensori che leg-gono il movimento, due stampelle:ecco gli elementi principali dell'eso-scheletro che permette alla personaparalizzata di alzarsi dalla carrozzella,stare in piedi e muoversi.

Al fine di controllare gli approvvigio-namenti di fibra di carbonio, ritenutifondamentali per lo sviluppo delleauto di prossima generazione, BMW

ha acquistato il 15,2% del capitale della te-desca SGL Carbon. La casa bavarese stagià utilizzando la fibra di carbonio per ilmarchio Lamborghini, fornendosi da Voithche possiede, a sua volta, il 9,14% di SGL. Il peso della vettura, come noto, ha un im-patto diretto sulle emissioni di CO2 e, diconseguenza, influisce sulla rispondenzadei modelli alle prossime omologazioni eu-ropee. È questo il motivo principale che haspinto BMW a puntare sui materiali poli-merici fibrorinforzati; che vantano unamaggiore leggerezza (almeno il 50%) ri-spetto alla maggior parte degli acciai, puressendo di gran lunga più resistenti.

Airam, giovane azienda del Torinese, hadato vita a una collezione di gioielli moltoparticolare, realizzata con materiali polime-rici e fibra di carbonio. Il procedimento uti-lizzato è segreto e le sue fasi, nel dettaglio,non sono note, per proteggere una produ-zione che rischia di subire la copia. Si sacomunque che la realizzazione avviene at-traverso la sovrapposizione di 14 strati dimateriale polimerico rinforzato con fibra dicarbonio, precedentemente impregnati diuna particolare resina accuratamente te-stata per evitare ogni tipo di reazione aller-

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gica al prodotto. Successivamente viene eliminata la resina in eccesso, attraversouna lavorazione manuale che rende visibile la lucentezza del car-bonio senza che si rendano necessarie verniciature. Infatti tutti glialtri prodotti in fibra di carbonio vengono di norma verniciati, ope-razione che rende la superficie estremamente fragile agli urti enon permette alla fibra di essere visibile nella sua reale lucen-tezza.

In libreriaDallo scorso numero abbiamo iniziato a “costruire” una biblio-teca ideale sui plastici rinforzati: così, partendo dall’idea che nonserve possedere tutti o una grande quantità di testi per assicu-rarsi un’ottima biblioteca specifica, abbiamo operato una primaselezione di quei libri che, a nostro parere, possono garantire unasufficiente ampiezza degli argomenti e consen-tire gli opportuni approfondimenti. Un’opera-zione di questo genere ha ancora più sensonell’era del web.2, dal momento che oggi è pos-sibile ottenere informazioni di cui si ha bisognodi tanto in tanto dalle tante biblioteche disponi-bili nella rete, senza impegnare spazio fisico einvestire una somma considerevole. Nella nostra ideale costruzione dobbiamo ini-ziare dai testi base, a partire dai quali si pos-sono poi diramare tutti gli interessi settoriali e/otecnologici specifici. Tra le nostre preferenze cipiace collocare "Engineering Mechanics ofComposite Materials", Second Edition, OxfordUniversity Press, New York, 2006, scritto daIsaac M. Daniel and Ori Ishai. Questo libro nonè forse altrettanto noto come altri, ma è forse ilmigliore per gli studenti dei corsi universitari di-sponibile a tutt’oggi.Questa seconda edizione sta rinnovando e am-plificando il grande successo di quella prece-dente. Il testo è stato rivisto, aggiornato eampliato in funzione dell'evoluzione del settore,dei progressi nella ricerca scientifica svolta dagliautori e dei suggerimenti ricevuti dai lettori. Illibro inizia con due capitoli sulla terminologiafondamentale e sui principali concetti di basedella scienza e della tecnologia dei plastici rin-forzati. La proposta di un vocabolario chiaro ecompleto è un’operazione molto apprezzabile enormalmente assente nei testi simili. Singoli capitoli sono dedicati al comportamentomeccanico, anche tridimensionale, sia di una la-mina unidirezionale sia di laminati multidirezio-nali. Anche gli effetti igrotermici sono coperti in

modo più dettagliato rispetto alla maggior parte dei libri di testoe un capitolo intero dedicato alla caratterizzazione dei materialirinforzati costituisce senz’altro una presenza apprezzabile. Ognicapitolo presenta tutte le equazioni importanti e i principali mo-delli analitici e numerici; sono presenti, inoltre, numerose foto eillustrazioni per mostrare il significato fisico dei concetti principalie di quanto trattato già a livello teorico. Il nuovo testo contieneuna trattazione più completa della teoria fondamentale della la-

minazione, con attenzione estesa agli effettitridimensionali, una maggiore enfasi sui ma-teriali più ampiamente utilizzati, come i com-positi tessili, e una presentazione esaurientee pratica delle teorie di rottura e della loroapplicabilità. In tutti i capitoli le descrizioniteoriche sono confrontate con i risultati spe-rimentali. Gli autori pongono una cura particolare nelpresentare le diverse procedure di calcolo eforniscono comodi diagrammi di flusso per icalcoli, in modo da guidare anche i menoesperti. I metodi e gli strumenti più avanzatidi progettazione e ottimizzazione dei processiper le strutture composite sono descritti e il-lustrati con esempi specifici e con un effi-

cace riferimento a casi applicativi. Un ampio capitolo è dedicatoalla caratterizzazione sperimentale e alle prove, compresi i piùrecenti metodi di test e alle relative norme, naturalmente secondogli standard ASTM.

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Applicazioni agricoleNella riunione della sottocommissione Uni-plast SC9 (Foglie e film) del 6 ottobre - pre-sidente Andrea Ferraresi (Agriplast) - si èdiscusso sulla definizione delle caratteristi-che meccaniche dei film da impiegare perla disinfestazione dei suoli agricoli da pa-rassiti quali funghi e nematodi. Le proprietàdi permeabilità ai gas potranno essere de-finite con precisione solo quando verrannoidentificate le molecole ammesse per gliagrofarmaci che attualmente sono inesame alla commissione europea.Informazioni più attendibili si avranno neiprimi mesi del 2012, nel frattempo si pro-seguirà con la stesura di una prima bozzapreliminare di progetto di norma che avràun’impostazione per le caratteristiche mec-caniche dei film simile alla norma sui filmagricoli termoplastici per pacciamatura EN13655 "Materie plastiche - Film termopla-stici per pacciamatura per uso in agricol-tura ed orticoltura".

La riunione della sottocommissione Uni-plast SC19 (Applicazioni di materie plasti-che in agricoltura) del 30 novembre -presidente Andrea Ferraresi (Agriplast) -aveva come tema la discussione dei com-menti al progetto E13.19.D06.0 ”Materialitermoplastici biodegradabili per uso in agri-coltura e orticoltura - Film per pacciama-tura - Requisiti e metodi di prova”.Sono stati rivisti alcuni punti del progetto ri-guardanti le caratteristiche dimensionali dilarghezza e spessore con l’introduzione ditolleranze e limiti di variazione rispetto aivalori nominali di spessore in linea conquelli della EN 13655 ”Plastics - Mulchingthermoplastic films for use in agricoltureand horticulture”.Nelle proprietà fisico meccaniche sarà inol-tre introdotta la prova di “dart drop test” se-condo EN ISO 7765-1 ”Plastics film andsheeting - Determination of impact resi-stance by the free-falling dart method -Part 1: Staircase methods” e verranno rivi-ste le classi di durata dei film biodegrada-bili per pacciamatura nei limiti del loro

impiego, per una più diretta corrispondenzacon quelle attualmente d’uso per i film perpacciamatura rispondenti alla EN 13655.

Tubazioni metallo-plasticiNella riunione del gruppo di studio UniplastSC8/GS16 (Sistemi di tubazioni multistratometallo-plastici) del 13 ottobre - coordina-tore Giuseppe Mondello (Kiwa Italia) - èstata ripresa la bozza di studio per la revi-sione della UNI TS 11344 "Sistemi di tuba-zioni multistrato metallo-plastici e raccordiper il trasporto di combustibili gassosi perimpianti interni", analizzando in particolaregli spessori dello strato di alluminio per idiametri maggiori di 40 mm e rivedendo ilprospetto 5: Caratteristiche del sistema perla resistenza allo sfilamento, i cicli termicied i cicli di pressione.Si è quindi considerato ISO DIS 17484-1"Plastics piping systems - Multilayer pipesystems for indoor gas installations with amaximum operating pressure up to and in-cluding 5 bar (500 kPa) - Part 1: Specifica-tions for systems " e in particolare le provea bassa temperatura (0°C) previste nel-l'Annex J (Thermal Cycling test on joints),verificando che sono molto difficili da rea-lizzare se non in un’appropriata camera cli-matica.

Biodegradabilie compostabiliIl 7 ottobre si tenuta una riunione delgruppo di studio uniplast SC21/GS4 (Ma-teriali plastici biodegradabili e compo-stabili) - coordinatore Francesco Degli In-nocenti (Novamont). Il gruppo ha decisol'invio del progetto E13.21.D17.0 "Mate-riali plastici biodegrabili in suolo - Tipi, re-quisiti e metodi di prova" all'UNI per l’avviodelle procedure d’inchiesta pubblica.A seguire è stata esaminata la situazionedei lavori del CEN TC 249/WG17 (Biopoly-mers) con particolare attenzione ai com-menti ricevuti sul WI 249781 "Plastics -

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UNIPLAST - ENTE ITALIANO DI UNIFICAZIONE DELLE MATERIE PLASTICHE FEDERATO ALL’UNI20123 Milano - Via dei Piatti - tel 02 8056684 - fax 02 8055058email: [email protected] - www.uniplast.info

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Environmental declaration on biopolymers and bioplastics". Mau-rizio Tosin (Novamont) ha relazionato quindi sull'attività del nuovoISO TC 61/ SC5 / WG23 (Test methods for bioplastics), che ha te-nuto la sua prima riunione a Kuala Lumpur il settembre scorsoe che dovrà rivedere il testo dell’ISO CD 16620 "Plastics - De-termination of the biomass carbon ratio in plastics products andtheir components", articolandolo in 3 parti (Generalità - Metodi dicalcolo del carbonio di origine biologica - Metodo per la deter-minazione del polimero di origine biologica).Tosin ha poi evidenziato anche le attività dell'ISO TC61/SC5/WG22 (Biodegradability), riunitosi il 27 settembre, fra cuile prove di laboratorio che hanno portato a definire un suolo sin-tetico tipo nell’ISO DIS 17556 "Plastics - Determination of theultimate aerobic biodegradability in soil".Si è infine discusso dello sviluppo di una nuova proposta di lavoroche vorrebbe identificare le caratteristiche e il campo di variabi-lità dei requisiti dei materiali termoplastici ottenuti miscelando ipolimeri termoplastici con quantità da definire di particolari com-posti chimici in grado di accelerare la frammentazione delle ma-terie termoplastiche e i cui frammenti hanno caratteristichechimico fisiche variate rispetto a quelle del manufatto originariotali da poter essere assimilati dai microrganismi esistenti in na-tura secondo limiti, condizioni di umidità, temperatura e tempo dadefinirsi. La discussione proseguirà coinvolgendo le sottocom-missioni SC1/2 (Prove chimico-fisiche) ed SC7 (Materiali termo-plastici).

Trasporto di fluidi e gasIl 26 ottobre si è tenuta ad Amsterdam una riunione della sotto-commissione ISO TC 138/SC4 (Plastics pipes, fittings and val-ves for the transport of fluids and for the supply of gaseous fuels)- presidente Dave Oesterholt (Olanda). I coordinatori dei varigruppi di lavoro hanno esposto lo stato dei lavori dei singoli WG.L'ISO TC 138/SC4/WG3 (PE pipe systems) - co-ordinato da Steve Beech (UK) ha programmatola revisione di 0ISO 4437:2007 sulle tubazioni dipolietilene per gas rivedendolo in 4 parti (Parte 1:Generalità, Parte2: Tubi, Parte 3: Raccordi, Parte5: Idoneità allo scopo del sistema).Nella riunione della SC4 il presidente Oesterholtha proposto la revisione della ISO 10933 "Po-lyethylene (PE) valves for gas distribuition sy-stems" e l'attribuzione della nuova numerazionecome ISO 4437-4. Si è inoltre concordato, pre-sente Walter Moretti, presidente della sottocom-missione ISO/TC 138/SC7 (Valves and auxiliaryequipment of plastics meterials), che la revisionedella ISO 10933 sarà effettuata nella SC7 e neiprimi tre mesi del 2012 ci sarà una richiesta in-ternazionale di esperti per il nuovo lavoro. L'ISO TC 138/SC4 ha richiesto all'ISO CS una re-visione minima dell'ISO 18225:2007 "Plasticspiping systems - Multilayer piping systems foroutdoor gas installations - Specification for sy-stems" ma l'ISO-CS non ha alcuna proceduraper revisioni di minor entità perciò si è deciso di mettere in revi-sione la norma nel gruppo di lavoro ISO TC 138/SC4/WG5 "Mul-tilayer and barrier pipes" il cui coordinatore è Ms. Hella Rijpkema(Olanda).Il gruppo ISO TC 138/SC4/WG6 (Buttfusion procedures) - coor-dinatore è Ted Striplin (USA) - ha affrontato la revisione della ISO21307:2009 "Plastics pipes and fittings - Butt fusion jointingprocedures for polyethylene (PE) pipes and fittings used in theconstruction of gas and water distribuition systems", con la ri-

chiesta di includere anche altri metodi di saldatura oltre ai 3 giàriportati nella norma. Su questa raccomandazione vi è stata unapresa di posizione di Svizzera e Italia contraria alla proposta USAper avere invece un unico metodo di saldatura. La discussione siè chiusa con l'incoraggiamento a cercare di studiare una solu-zione meno dispersiva per ridurre i metodi di saldatura.

Il 27 ottobre si è tenuta ad Amsterdam una riunione della sotto-

Laminati decorativiNella riunione del gruppo di lavoro CEN TC 249/WG4(Decorative laminate sheets based on thermosetting re-sins), tenutasi il 19 e 20 ottobre presso l’UNI a Milano,è stato fatto il punto della situazione sulla sperimenta-zione in corso per la nuova tipologia di prove inerente ladefinizione delle caratteristiche superficiali allo sfrega-mento, che verrà introdotta nelle parti di interesse dellaEN 438 "High-pressure decorative laminates (HPL) -Sheets based on thermosetting resins (usually called la-minated)". Si è quindi proseguito con la revisione della Parte 7:"Compact laminated and HPL Composite panels for in-ternal and external wall and ceiling finishes" della EN438, con l'apporto di numerosi commenti del consulentedel CEN per la CPD presente in riunione, per verificare sei punti della revisione soddisfacevano i requisiti del man-dato emesso in ottemperanza alla direttiva prodotti dacostruzione 89/106/EC. Se la norma non sarà emessa prima del luglio 2013,l'appendice ZA "Clauses of this European Standard ad-dressing essential requirements of other provisions ofEU Directives" dovrà essere rivista alla luce del nuovoRegolamento (EU) 305/2011 del 09/03/2011 "Layingdown harmonised conditions for the marketing of consi-deration products and repleacing Concil Directive89/106/EEC”, che però non introdurrà grandi modifichesostanziali.

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commissione ISO TC 138/SC5 (Plastics pipes, fittings and val-ves for the transport of fluids - General properties of pipes, fittingsand valves of plastics materials and their accessories - Test me-thods and basic specifications) - presidente Philippe Vanspey-broeck (Belgium). Sono state evidenziate in particolare alcuneattività di diversi gruppi di lavoro.Nell'ISO TC 138/SC5/WG5 è stata discussa la proposta spagnolaper la revisione della ISO 6964 "Polyolefin pipes and fittings -Determination of carbon black content by calcination and pyro-lysis - Test method and basis specification".Nell’ISO TC 138/SC5/WG17 si è esaminata approfonditamentela proposta coreana per un NWI relativa ai controlli per le giun-zioni elettrofuse con ultrasuoni: ISO NP 16943 "Plastics pipingsystems for the supply of gaseous fuels - On site inspection of PEelectrofusion joints - Non Destructive Testing (NDT), che ha sol-levato molte discussioni fra gli esperti sulla sua affidabilità. L'ISO TC 138/SC5/WG18 ha proposto la revisione delle norme diprova ISO 3458, ISO 3459, ISO 3501, ISO 3503, ISO 13844 edISO 13845 con l'apporto degli esperti dell'ISO TC 138/SC2 edSC4, e ha richiesto un NWI per la trasposizione in ISO della EN12117 "Plastics piping systems - Fittings, valves and ancillaries- Determination of gaseous flow rate/pressure drop relation-ships".L'ISO TC 138/SC5/WG20 ha in corso una sperimentazione in 8laboratori per la valutazione delle prove di CRB (cracker roundbar) a fatica su provino cilindrico con un intaglio circonferenziale,per caratterizzare la slow crack growth resistance e avere i datiper completare l'ISO DTS 16479 "Thermoplastics pipes for theconvejance of fluids - Determination of the slow cracking resi-stance of pipes and fittings using the Notched Ring Test (NRT).

Tubazioni in vetroresinaLa riunione del gruppo di studio Uniplast SC8/GS6 (Sistemi di tu-bazioni di PRFV) svoltasi il 14 novembre - coordinatore Luca Mo-scatelli (NSguassero) - si è aperta con l'esame delle attività delCEN TC 155/WG14 (System of glass-reinforced thermosettingplastics for all applications - Polyester, epoxy and polyester resinbased concrete", la cui prossima riunione è in programma il 14e 15 febbraio a Lisbona.Si sono poi esaminati il prEN 1796 "Sistemi di tubazioni di ma-teria plastica per la distribuzione dell' acqua con o senza pres-sione - Materie plastiche termoindurenti rinforzate con fibre divetro (PRFV) a base di resina po-liestere insatura (UP)" e il prEN14364 Sistemi di tubazioni dimateria plastica per fognature escarichi con o senza pressione -Materie plastiche termoindurentirinforzate con fibre di vetro(PRFV) a base di resina poliestereinsatura (UP) - Specifiche pertubi, raccordi e giunzioni ", deci-dendo per il voto positivo.A seguire si è ripresa la discus-sione sulla specifica per la lami-nazione di tubi e raccordi in PRFVesaminando i commenti inviatiper l'introduzione della lamina-zione dei tubi centrifugati. La re-dazione della specifica perlaminazione richiede l'introdu-zione di argomenti di dettaglio dielevata specificità per il docu-mento che si ritiene potranno es-sere completati solo su base

volontaria e in funzione della effettiva disponibilità in termini ditempo.

Materie plasticheIl 17 novembre si è svolta a Bruxelles una riunione del CEN TC249 (Plastics) - presidente Roland Dewitt, segreteria Hubert Jan-ssens (Belgio) - nella quale è stato fatto il punto della situazioneper le attività di diretta attinenza: AHG dipendenti al TC e relazionicon ISO TC 61 (Plastics) per l'adozione come norme EN di normeISO e inoltre di quelle dei vari gruppi di lavoro attivi.L'AHG "Accelerated photo-ageing using medium-pressure Hglamp" con segreteria francese sarà trasformato nel gruppo di la-voro CEN TC 249/WG19 ma il titolo del nuovo WG19 sarà defi-nito a seguito di un’inchiesta interna. Si propende per "Exposureto light" in analogia con quanto trattato da ISO TC 61/SC6/WG2.Non è stato ancora definito come potrà essere pubblicata lanuova ISO 472 "Plastics - Vocabulary" perché i nuovi termini delvocabolario sono stati inseriti in un data base accessibile agliesperti di ISO TC 61. Il nuovo testo necessita di un’adeguataforma redazionale nel caso di pubblicazione usuale o, se si sce-glierà la strada del website, che vengano risolte le questioni ine-renti i diritti di accesso al server su cui sarà posto il database delvocabolario.Alain Genty (BNPP), segretario del CEN TC 249/WG13 (Woodplastics composites -WPC), ha richiesto l'attivazione di 5 NWI:WPC - Characterisation of materials and products; WPC - Cha-racterisation of compounds; WPC - Profiles for decking; WPC -Profiles for siding; WPC - Load bearing applications - Bendingproperties.Gianluigi Moroni (Uniplast) ha relazionato sulle attività in corsonei gruppi di lavori CEN TC 249/WG4 (Decorative laminated she-ets), WG 7 (Thermoplastic films for use in agricolture), WG9 (Cha-racterisation of degradability), WG 16 (Welding of thermoplastics),evidenziando quei punti per cui era necessario l'intervento dellasegreteria del TC. Il presidente ha reso noto però che, a causa delvenir meno del sostegno finanziario, se non subentreranno altrifinanziamenti per la gestione del comitato tecnico, ne dovrannoessere sospese le attività e sarà messo a inchiesta fra gli enti dinormazione per trovare una nuova segreteria e un nuovo presi-dente.

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Normativa tecnicaProgetti di norma

Riportiamo qui di seguito l'elenco dei progetti di norma ISO eCEN inviati in inchiesta pubblica nei mesi di ottobre e novembre2011 per il settore materie plastiche e gomma. Ulteriori infor-mazioni riguardanti le materie plastiche possono essere richie-ste a UNIPLAST - tel 02 8056684 - fax 02 8055058 - e-mail:[email protected]

ISO TC 23/SC18 (Irrigation and Drainage Equipment and Systems)ISO/CD 13693-1 "Irrigation equipment - Safety devices for che-migation - Part 1 Small plastics valves for chemigation"ISO/CD 16399-1 "Meters for irrigation water - Part 1: General re-quirements"ISO/CD 16399-2 "Meters for irrigation water - Part 2: Installationand conditions of use"ISO/CD 9912-2 "Agricultural irrigation equipment - Fil-ters - Part 2: Strainer-type filters".

ISO TC 61 (Plastics)ISO/TC 61/SC 6 N 1283 - NWIP Standard table for re-ference global solar spectral irradiance at sea level -Horizontal, relative air mass 1ISO 17282:2004/DAM 1 Plastics - Guide to the acqui-sition and presentation of design data Amendment 1ISO/TC 61/SC 10 N 1268 - NWIP on "Self-supportingmetal faced sandwich panels"ISO/TC 61/SC 5 N 1249 - 2nd Japanese NWIP "Pla-stics - Determination of image clarity" (Vote 2012-02-16).

ISO TC 122 (Packaging) ISO/TC 122/SC 4 N 156 - ISO/PDTR 16218 "Packagingand the environment - Chemical recovery"ISO/TC 122/SC 4 N 157 - ISO/PDTR 17098 "Packagingmaterial recycling - Report on substances and materialswhich may impede recycling"ISO/TC 122/SC 4 N 158 - Explanatory Note - Vote on ISO/DTR17098 Packaging material recycling - Report on substances andmaterials which may impede recyclingISO/DIS 18601 "Packaging and the environment - General re-

quirements for the use of ISO standards in the field of packagingand the environmentISO/DIS 18602 "Packaging and the environment - Optimizationof the packaging systemISO/DIS 18603 "Packaging and the environment - ReuseISO/DIS 18604 "Packaging and the environment - Material re-cyclingISO/DIS 18605 "Packaging and the environment - Energy reco-very" ISO/DIS 18606 "Packaging and the environment - Organic recy-cling".

ISO TC 138 (Plastics Pipes, Fittings and Valves for the Transport of Fluids)ISO/DIS 17467-1 Plastics piping systems for the supply of ga-seous fuels - Unplasticized polyamide (PA-U) piping systems join-ted by solvent cement - Part 1: GeneralISO/DIS 17467-2 Plastics piping systems for the supply of ga-seous fuels - Unplasticized polyamide (PA-U) piping systems join-ted by solvent cement - Part 2: Pipes

ISO/DIS 17467-3 Plastics piping systems for the supply of ga-seous fuels - Unplasticized polyamide (PA-U) piping systems join-ted by solvent cement - Part 3: FittingsISO/TC 138/SC 5 N 2145 - NWIP - Plastics piping systems - Fit-tings, valves and ancillaries - Determination of gaseous flowrate/pressure drop relationships.

CEN TC 155 (Plastic Piping Systems and Ducting Systems)FprCEN/TS 13598-3 - Plastics piping systems for non-pressureunderground drainage and sewerage - Unplasticized poly(vinylchloride)(PVC-U), polypropylene (PP) and polyethylene (PE) - Part3: Guidance for assessment of conformityCENTC155 FprCEN/TS 1452-7 Rev - Plastics piping systems forwater supply and for buried and above - ground drainage andsewerage under pressure - Unplasticized poly(vinyl chloride)(PVC-U) - Part 7: Guidance for the assessment of conformity.

CEN TC 166 (Chimneys)prEN 14471 Chimneys - System chimneys with plastic flue li-ners - Requirements and test methodsprEN 14241-1 Chimneys - Elastomeric seals and elastomericsealants - Material requirements and test methods.

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Tutto sui polimeriUn recente manuale dato alle stampe da ChemTec Pu-blishing prende in esame tutti i principali materiali poli-merici oggi in uso nel settore delle materie plastiche ein altri rami dell’industria chimica così come i polimeri dispecialità utilizzati per applicazioni elettroniche, farma-ceutiche, medicali, aerospaziali ecc. Inoltre fornisceanche approfondite informazioni sui biopolimeri.Il volume è stato realizzato attingendo a fonti di varia na-tura - articoli, relazioni di conferenze e libri - così comea quelle messe a disposizione dai produttori di diversitipi di polimeri e manufatti finiti. Quasi tutte tali fonti sonostate pubblicate e rese note nel corso del 2011, per of-frire al lettore dati assolutamente aggiornati.Frequentemente i dati ricavati da fonti diverse devonoessere resi omogenei a beneficio di una maggiore com-prensibilità. Pertanto, per fornire ai lettori informazionicaratteristiche dei prodotti attualmente disponibili, sonostati utilizzati i dati più vicini alla media o quelli basatisu prove e test dei più comuni gradi di materiali, con-centrandosi sul loro potenziale utilizzo nella risoluzionedi problemi pratici. Il manuale contiene informazioni su tutti i dati essenzialiutilizzati per applicazioni pratiche e ricerca, fornendoquei dati che sono disponibili per ogni particolare mate-riale. In totale sono stati indagati 230 tipi di dati per ognisingolo materiale, escludendo da tale computo campispecifici che potrebbero essere aggiunti per caratteriz-zare le prestazioni di polimeri di specialità nelle loro ap-plicazioni. Nella maggior parte dei casi le informazionisono auto-esplicative, considerando che ogni campo didati è composto di parametro (o proprietà misurata),unità, valore e riferimento.

George Wypych - HANDBOOK OF POLYMERS (ChemTec Pu-blishing - www.chemtec.org - ISBN 378-1-895198-47-8 -395 dollari)

Sicurezza nell’industria della gommaÈ stato di recente pubblicato da Smithers Rapra un vo-lume sulla sicurezza e la salute nell’industria dellagomma. Questa oggi si basa sull’utilizzo di gomma sianaturale sia sintetica, assorbite a livello globale rispetti-vamente per il 75% e il 60% dal settore degli pneuma-tici, dove trova occupazione circa mezzo milione dilavoratori. Tra i principali prodotti realizzati, oltre aglipneumatici, rientrano cinghie e condotti per automobili,guanti, profilattici e calzature.Il volume fornisce una panoramica dettagliata sugli ef-fetti sulla salute - tra cui riniti allergiche, asma e der-matiti - causati dal lavoro nell’industria della gomma,dalla produzione di materia prima alla realizzazione dimanufatti finiti. Vengono presentate le diverse legisla-zioni, regolamentazioni e normative nazionali - quelle diRegno Unito e Stati Uniti, in particolare, vengono analiz-zate in profondità - che definiscono le procedure di la-voro raccomandate per manipolare mescole e altriprodotti chimici così come i limiti di esposizione. Vengono discusse la sicurezza delle attrezzature di pro-cesso così come le misure che possono essere intra-prese per evitare incidenti conseguenti all’uso dellemacchine. Viene ricordato, se mai fosse necessario, chedatori di lavoro e lavoratori devono rispettare la legisla-zione vigente e cooperare per implementare e miglio-rare attrezzature e pratiche di sicurezza.In breve il libro descrive specifici problemi relativi a sa-lute e sicurezza così come le linee guida d’interesse pertutti gli operatori coinvolti a vario titolo nell’industria dellagomma. Tutto ciò attraverso 6 capitoli dalla gomma inrelazione alla crescita degli alberi, all’industria dellagomma; dalla legislazione inerente a salute e sicurezza,alla sicurezza nell’industria della gomma; dagli effettisulla salute derivante dal lavoro nell’industria dellagomma, alle raccomandazioni generali.

Naesinee Chaiear, Nutjaree Saejiw - UPDATE ON HEALTHAND SAFETY IN THE RUBBER INDUSTRIES (Smithers Rapra- www.ismithers.net - ISBN 978-1-84735-425-9 - 95 euro)

Biblioteca tecnica

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Presidenza italianaIl 12 novembre scorso a Barcellona, alla vi-gilia della conferenza Eurotec, durante lariunione del consiglio direttivo di SPE Eu-rope la presidente Maria Ciliberti è statarichiamata negli Stati Uniti e ha dovuto la-sciare l’incarico. Subito dopo un’intensa eapprofondita discussione, Roberto Frassine,attuale vice-presidente europeo e di SPEItalia, è stato eletto all’unanimità nuovo pre-sidente di SPE Europe. In passato la presi-denza era stata affidata a Bernhard Peters(Germania), Jan Spoormaker (Olanda),Romeo Cociancich (italia) e Jukka Silen(Finlandia).Attualmente docente e direttore dei servizid’ingegneria del Politecnico di Milano, oltrea detenere la presidenza di Assocompositi,Frassine ha annunciato tre importanti di-rettrici per il suo mandato, che durerà sinoal maggio 2013 : • incrementare il numero di iniziative

promozionali unitamente alla ricerca di nuovi sponsor e nuovi fondi da parte dalla Commissione Europea

• formalizzare nuovi rapporti tra l’asso- ciazione e le università europee in cui sono attive le facoltà dedicate all’indu-

stria delle materie plastiche e gomma• attivare nuove sezioni associative nel

maggior numero possibile di paesi europei e coordinarne l’ attività.

Sono state anche condivise con il consigliodirettivo le possibili strategie per il raggiun-gimento di questi target ambiziosi: la colla-borazione tra SPE e associazioni nazionalipotrà essere promossa attraverso accordiche prevedano l’offerta della doppia asso-ciazione, come avvenuto nel Regno Unitonel caso dell’accordo con Rapra, o attra-verso l’offerta di uno sconto significativoper l’associazione a SPE a soci di altre as-sociazioni, come nel caso dell’accordo conAIM (Associazione Italiana Macromolecole).Tali azioni, oltre al semplice incremento delnumero di soci delle singole sezioni, do-vranno portare a una collaborazione nellosviluppo di iniziative comuni alle associa-zioni. Per quanto riguarda i contatti con le uni-versità si è deciso di individuare per ognipaese europeo alcuni atenei ritenuti di rife-rimento per il settore materie plastiche perinstaurare con loro collaborazioni, anche at-traverso il contributo di borse di studio of-ferte dalla SPE Foundation.

Buona la primaLa conferenza Eurotec2011, svol-tasi a Barcellona nel novembrescorso in concomitanza con la mo-stra Equiplast e pensata come la ri-sposta Europea ad Antec, si èrivelata un notevole successo, comeriferito sullo scorso numero. Valecomunque la pena di spendere an-cora qualche parola per un reso-conto più dettagliato dell’evento. Anzitutto, tra le riunioni plenarie varicordata l’ultima - tenuta da AshishK. Kulkarni, vice-presidente di Ti-cona Engineering Polymers - sulledifficoltà nel proporre nuovi mate-riali polimerici capaci di penetrare ilmercato in tempi brevi dal loro svi-

luppo. Il tema, molto sentito dall’audience,ha portato a una lunga e molto partecipatadiscussione in cui si sono evidenzaiti i com-piti dei vari attori in gioco nell’innovazionee le difficoltà nella collaborazione tra essi esi sono proposti e condivisi possibili modellidi sviluppo. Per quanto riguarda le sessioni tecniche,vera anima del congresso, quella dedicataal settore automobilistico, così ricca dadover essere estesa a entrambe le giornatedi lavoro, ha fatto la parte del leone: du-rante la sessione sono stati presentati di-versi materiali e processi innovativi e si èampiamente dibattuta la possibilità d’im-piegare in modo più economico ed estesoi compositi, a matrice sia termoplastica siatermoindurente, considerando per ciascunovantaggi e svantaggi, applicabilità dei pro-cessi produttivi e metodi di progettazionespecifici.Anche le sessioni dedicate ai polimeri perusi medicali e alla termoformatura hannoriscosso un indubbio successo, grazie al-l’attenta organizzazione da parte di duedelle divisioni europee più attive e dinami-che.Più di nicchia, ma decisamente partecipata,la sessione dedicata all’analisi e preven-zione del cedimento: argomento principedella discussione il cedimento dei tubi inmateriale polimerico e le tecniche di carat-terizzazione e previsione del fenomeno. Duediverse scuole si sono confrontate: l’una diorigine accademica ha discusso e presen-tato nuovi metodi per la previsione del-l’avanzamento della frattura basati su proveaccelerate - ma comunque di una certa du-rata - effettuate su provini di laboratorio;l’altra, di provenienza industriale, ha avan-zato una proposta di un nuovo test stan-dard - la cui efficacia è tutt’ora da valutare- basato sull’esecuzione di prove decisa-mente più semplici e rapide.Da ultimo, interessanti forse più dal puntodi vista scientifico che da quello dell’appli-cazione industriale le sessioni dedicate ai

NotiziarioSPE ITALIA

SPE ITALIA - SOCIETY OF PLASTICS ENGINEERSVia Luigi Zoja 35 - 20153 Milano - tel +39 02 4521313 - fax +39 02 700523813email: [email protected]

FRASSINE

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nanocompositi con argille o nanotubi dicarbonio, organizzate secondo lo schematipico dei convegni scientifici: di esse vannosottolineate le relazioni introduttive sullostato dell’arte nei due settori considerati,seguite da contributi offerti da ricercatoriprovenienti per lo più da istituti universitari.In conclusione, malgrado alcune difficoltà“di rodaggio” - più di tipo logistico che or-ganizzativo - la prima conferenza Eurotecorganizzata da SPE Europe si è rivelata unottimo punto di osservazione sulle ultimenovità nel campo delle materie plastichenel Vecchio Continente e hanno costituitouna buona occasione di incontro tra le di-verse figure impegnate nel settore dei po-limeri.

Innovazione nell’autoIl 9 novembre scorso a Detroit sono statiproclamati i vincitori della 41a edizione delconcorso organizzato dalla divisioneAutomotive di SPE, senza dubbio il più prestigioso riconoscimento per l’industria automobilistica e quella delle materie pla-stiche degli Stati Uniti e forse del mondo:ogni anno decine di team composti da tec-nici di case automobilistiche, trasformatorie produttori di materiali si sfidano propo-nendo progetti su materiali, componenti o

interi veicoli. Quest’anno i partecipanti sonostati sottoposti a diverse fasi di selezioneche hanno portato all’individuazione deivincitori per le diverse categorie: carrozze-ria interna/esterna, componentistica, am-biente, materiali, sottocofano, processi etecnologie, sicurezza. Tra queste categoriequella riguardante i processi e le tecnologieè stata selezionata per l’individuazione del-l’idea più innovativa sull’impiego della pla-stica nel settore automobilistico. Vincitore è risultato il team che ha propostola tecnologia di stampaggio a iniezione Mu-Cell per la produzione di un cruscotto di vei-coli Ford. L’impiego della tecnologia, che

prevede l’iniezione di un espandente du-rante lo stampaggio, ha permesso per laprima volta la realizzazione di questo com-ponente in materiale semiespanso, con unariduzione contemporanea di tempo ciclo(15%), forza di chiusura della pressa (45%)e peso del manufatto e permettendo cosìun risparmio stimato di 3 dollari al pezzo ri-spetto all’iniezione tradizionale. Oltre a es-sere più economico, il manufatto innovativosi è rivelato migliore anche in termini diproprietà meccaniche.

NNoottiizziiaarriioo SPE ITALIA

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1-6 febbraio - Plastindia (Delhi, India)14-16 febbraio - Tire Technology Expo (Köln, Germania)15-18 febbraio - IPF Dhaka Plas Print Pack Fair (Dhaka, Bangladesh)27 febbraio-1 marzo - Plastex (Cairo, Egitto)28 febbraio-1 marzo - Polyurethanex (Mosca, Russia)28 febbraio-1 marzo - Composites Expo (Mosca, Russia)29 febbraio-2 marzo - Plastics & Rubber Vietnam (HoChiMinhCity, Vietnam)6-8 marzo - Tyrexpo Africa (Johannesburg, Sudafrica)8-10 marzo - Rubber Technology Expo (Bangkok, Tailandia)8-11 marzo - Diemould India (Mumbai, India)13-15 marzo - Oman Plast (Muscat, Oman)13-15 marzo - EPLA (Poznan, Poland)14-16 marzo - Plastex Central Asia (Almaty, Kazakhstan)17-19 marzo - 3P (Plas, Print, Pack) (Lahore, Pakistan)21-23 marzo - Plast Serbia (Novi Sad, Serbia)21-24 marzo - KFO (Bad Salzuflen, Germania)27-29 marzo - JEC Composites (Paris, Francia)1-5 aprile - NPE (Orlando, Stati Uniti)10-13 aprile - Plastshow (São Paulo, Brasile)11-13 aprile - Plastic Japan (Tokyo, Giappone)11-14 aprile - Indoplas (Jakarta, Indonesia)17-19 aprile - Utech Europe (Maastricht, Olanda)17-20 aprile - Tires & Rubber (Mosca, Russia)18-21 aprile - Chinaplas (Shanghai, Cina)18-21 aprile - Intermold (Osaka, Giappone)2-3 maggio - Plastec South (Charlotte, Stati Uniti)8-12 maggio - PLAST 2012 (Milano, Italia)10-13 maggio - Plas Tech (Izmir, Turchia)14-17 maggio - Plastivision Arabia (Sharja, Arabia Saudita)16-18 maggio - N PLas (Tokyo, Giappone)

16-18 maggio - Plastex Uzbekistan (Tashkent, Uzbekistan)16-18 maggio - Plastex Caspian (Baku, Azerbaijan)23-26 maggio - Expoplast (Lima, Perù)29-30 maggio - Plastics Design & Moulding (London, RegnoUnito)29 maggio-1 giugno - Plastpol (Kielce, Polonia)5-8 giugno - Vietnam Plas (Hanoi, Vietnam)18-22 giugno - Argenplas (Buenos Aires, Argentina)19-21 giugno - Vietnam Plastics Fair (HoChiMInh City, Vietnam)21-24 giugno - Interplas Thailand (Bangkok, Tailandia)19-22 luglio - M’Sia Plas (Kuala Lumpur, Malesia)10-12 agosto - Sri Lanka Plast (Colombo, Sri Lanka)17-20 agosto - Camboplas (Phnom Penh, Cambogia)20-24 agosto - Euromold Brasil (Joinville, Brasile)20-24 agosto - Interplast (Joinville, Brasile)6-8 settembre - Plasti&Pack Pakistan (Lahore, Pakistan)10-14 settembre - Plastex (Brno, Repubblica Ceca)12-14 settembre - Expo PLasticos (Guadalajara, Messico)13-16 settembre - Rubber Fair (Istanbul, Turchia)20-22 settembre - China Injection Moulding (Tianjin, Cina)21-25 settembre - Taipeiplas (Taipei, Taiwan)25-26 settembre - Mediplas (Birmingham, Regno Unito)1-5 ottobre - Colombiaplast (Bogotà, Colombia)9-11 ottobre - Brityrex (Manchester, Regno Unito)10-13 ottobre - Plastics & Rubber Indonesia (Jakarta, Indonesia)16-20 ottobre - Fakuma (Friedrichshafen, Germania)16-18 ottobre - Plasto Ispack (Tel Aviv, Israele)7-9 novembre - JEC Americas (Boston, Stati Uniti)14-15 novembre - Expoplast (Montreal, Canada) 28 novembre-2 dicembre - Saurashtra Plast (Rajkot, India)29 novembre-2 dicembre - Plast Eurasia (Istanbul, Turchia)

Esposizioni e fiere

Riflettori su ShanghaiGiunta alla 26a edizione, Chinaplas 2012 occuperà tutti i 17 pa-diglioni del Shanghai New International Expo Centre e si esten-derà su una superficie espositiva di 200.000 m2. Oltre 2.600espositori da 35 paesi e regioni e più di 100.000 visitatori da140 paesi si ritroveranno a questo importante evento dedicato al-l’industria di materie plastiche e gomma.

L’area denominata Bioplastics Zone istituita per il secondo annosarà ampliata di oltre il 40%. Con la crescente attenzione a livelloglobale verso le attività produttive “verdi”, le bioplastiche, con illoro enorme potenziale di mercato, attireranno inevitabilmentel’attenzione dell’industria della plastica. Grazie alla caratura dipiattaforma tecnologica internazionale per tutta la filiera della pla-stica e della gomma, Chinaplas 2012 offrirà un palcoscenico diprimo piano ai principali produttori mondiali di bioplastiche e ai

manufatti realizzati con il loro impiego.In concomitanza con Chinaplas 2012 avrà luogola 4a conferenza internazionale sulle bioplasti-che e le loro applicazioni, evidenziando i più re-centi sviluppi e tecnologie disponibili in talesettore. Come nell’edizione del 2011, anche intale occasione saranno presentate varie relazionida parte dei rappresentati dei più importanti pro-duttori mondiali di biopolimeri.Dopo che il rilancio dell’area Rubber Machinery& Equipment nel 2011 aveva ricevuto una caldaaccoglienza, gli organizzatori la riproporrannoanche all’edizione 2012 raddoppiandone la su-perficie. Saranno in mostra macchine per la tra-sformazione della gomma, attrezzature diprocesso, strumenti di prova e misura, stampi efiliere per realizzare prodotti quali nastri tra-sportatori, tubi, componenti auto ecc. L’accesso

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a quest’area inoltre sarà facilitato da una guida ai fornitori digomma appositamente redatta.Un altro motivo d’interesse sarà rappresentato dal ritorno del pa-diglione coreano che, con il decisivo sostegno dell’associazionedell’industria petrolifera coreana, attrarrà la presenza di nume-rose società con i loro prodotti di punta. Nella prima metà del2011 la Corea risulta una dei primi 10 paesi di importazione dellemacchine cinesi per materie plastiche.

Istanbul in ripresaSi è tenuta a Istanbul, dal 27 al 30 ottobre, la ventunesima edi-zione di Plast Eurasia, con il patrocinio dell’associazione di cate-

goria turca Pagev. In concomitanza, alla vigilia della mostra si èsvolta la sesta edizione del congresso nazionale delle materieplastiche sul tema "Green world of plastics”.Secondo i dati diffusi dall’organizzatore, la ventunesima edizionedella mostra turca ha coinvolto 1.020 espositori (522 in forma di-retta e i restanti attraverso agenti locali) provenienti da 44 paesidiversi, che hanno usufruito di una superficie netta di circa20.000 m2 , distribuita in 9 padiglioni. Rispetto all’edizione 2010(circa 750 aziende partecipanti, fra espositori diretti e indiretti,su una superficie netta di circa 15.000 m2), si può affermare chei risultati di quest’anno mostrano un maggior interesse da partedegli operatori del settore verso l’evento, riportando la manife-stazione ai livelli del 2008.

Le risultanze di questa edizione rispondono,in primo luogo, a ragioni che si riferiscono algraduale processo di riassestamento del-l’economia mondiale e, in seconda battuta,a una certa solidità del mercato turco dellematerie plastiche che rimane importante ri-ferimento in quanto area geografica disnodo fra i mercati europei e medio-orien-tali. Quanto alla partecipazione italiana, in que-sta edizione era presente una novantina diaziende, di cui il 75% nello stand del pro-prio agente locale. Si tratta di una buona ri-presa rispetto all’edizione precedente,quando era presente una settantina di im-prese italiane, alla quale non corrispondetuttavia una maggior presenza di macchi-

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nari made in Italy.Le partecipazioni collettive nazionalihanno confermato una consistente pre-senza della Cina (forte di circa 80aziende), che nel 2010 ha ricoperto il se-condo posto nella graduatoria dei primidieci paesi di provenienza dell’importturco di macchine per materie plastichee gomma, dopo la Germania, rappresen-tando il 21% degli acquisti locali. L’im-portanza di tale scenario si evidenzia inparticolar modo per il settore dell’inie-zione dove l’export cinese verso la Tur-chia ha superato anche quello tedesco,per un valore che nel 2010 ha raggiuntoi 42 milioni di euro.Un commento riguardo l’affluenza al-l’evento espositivo risulta problematico,soprattutto per la consistente disparitàche è stata rilevata tra le dichiarazionidell’organizzatore, che ha stimato un nu-mero di visitatori superiore alle 35.000unità, e le sensazioni di chi ha vissutotutti e quattro i giorni di manifestazione. La prossima edizione di Plast Eurasia èin programma dal 29 novembre al 2 di-cembre 2012.

Ventunesimaa SeoulSi è svolta a Gyeonggi, nelle vicinanze diSeoul, dal 28 settembre al 1° ottobre, laventunesima edizione di Koplas, allaquale hanno partecipato 13 aziende ita-liane, oltre a uno spazio informativo alle-stito dalla segreteria Assocomaplast. Idati comunicati dall’organizzatore mo-strano un calo rispetto alla precedenteedizione in termini di: espositori (240contro i 314 del 2010), visitatori (circa20,000 contro 23.000) e superficieespositiva netta (10,800 m2 nel 2011 e14.500 nel 2010). Le dichiarazioni rilasciate da alcune delleaziende italiane presenti in fiera con-cordano su una scarsa affluenza di visitatori, anche se tecnologicamentepreparati. Va peraltro sottolineato cheKoplas era contenuta in uno dei 5 padi-glioni del quartiere espositivo che ospi-tava anche altri eventi estranei al nostrosettore. Persistono, come in passato, al-cune difficoltà linguistiche legate allascarsa conoscenza della lingua ingleseda parte degli operatori locali.Nonostante la Corea del Sud, con unaquota dello 0,51% sul totale, occupi soloil 51° posto nella graduatoria dell'exportitaliano 2010 di macchine per materieplastiche e gomma, non vanno trascu-rate le potenzialità del mercato locale,visto il boom dei settori automobilistico(Hyundai, Kia ecc.) ed elettronico (Sam-

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Convegni e congressiAustria27-29 febbraio - Wien: “Rivestimenti per condotte”24-25 aprile - Wien: “Film estensibili e retraibili”

Belgio26-27 gennaio - Bruxelles: “Materiali compositi leggeri per unfuturo sostenibile”

Corea Sud21-24 maggio - Jeju: “Conferenza internazionale sulla gomma(IRC)”

Francia7-9 marzo - Paris: “Conservazione di oggetti d’arte in plasticanei musei”22 marzo - Douai: “Riciclo di materie plastiche nell’industriaautomobilistica”27-29 marzo - Paris: “Materiali compositi (JEC)”4-5 aprile - Lyon: “Meeting sulle materie plastiche”1-2 ottobre - Lyon: “Conferenza internazionale sullo stampag-gio rotazionale”

Germania27-28 febbraio - Frankfurt: “Simposio europeo sul nailon”7-8 marzo - Aachen: “Tecnologie integrative per le materie pla-stiche (IKV)”14-15 marzo - Köln: “Bioplastiche e biocompositi”20-22 marzo - Düsseldorf: “Formulazione di PVC”20-22 marzo - Köln: “Chimica dei polimeri verdi”21-22 marzo - Mannheim: “Materie plastiche nell’ingegneriaautomobilistica”26-27 marzo - Köln: “Imballaggi plastici sostenibili”24-26 aprile - Köln: “Polimeri nel fotovoltaico”15-16 maggio - München: “Congresso mondiale sui PLA”19-20 giugno - Fellbach: “WPC a base di biomateriali, fibrenaturali e biocompositi innovativi”2-5 luglio - Nürnberg: “Conferenza tedesca sulla gomma(DKT)”

Italia19-20 aprile - Parma: “Imballaggi in polimeri biodegradabili”23-24 aprile - Venezia: “Congresso mondiale sui biopolimeri”26-27 aprile - Venezia: “Conferenza europea SPE sulla termo-formatura”

7 maggio - Assago: “Approfondimento sui polimeri”3-7 giugno - Gargnano: “Sistemi porosi a base polimerica:dalla progettazione all’applicazione”10-14 giugno - Ischia: “Tempi dei polimeri e compositi (TOP)”24-28 giugno - Venezia: “Conferenza europea sui materialicompositi (ECCM)”3-6 luglio - Ustica: “Convegno nazionale di reologia”15-19 ottobre - Riccione: “Congresso ISO TC 45 - Gomma eprodotti in gomma”

Malesia13-14 marzo - Kuala Lumpur: “Lattice e dispersioni di polimerisintetici”

Norvegia14-16 maggio - Oslo: “Tecnologie avanzate della gomma perapplicazioni petrolchimiche ed energetiche (RubberCon)”

Olanda17-19 aprile - Maastricht: “Conferenza internazionale sui po-liuretani (Utech)”20-23 maggio - Kerkrade: “Sostenibilità e materiali polimerici”

Stati Uniti9-10 febbraio - Daytona Beach: “Film in polietilene”30 marzo - Atlanta: “Simposio americano sul nailon”18-19 aprile - Miami: “Cavi in materie plastiche”8-9 maggio - Miami: “Lavorazione e mescolazione di bioplasti-che”14-18 maggio - Seattle: “Materiali bioplastici”13-15 giugno - San Francisco: “Bioplastiche - La reinvenzionedelle materie plastiche”19-20 giugno - Chicago: “Imballaggi a pareti sottili”26-27 giugno - Chicago: “Film multistrato per imballaggio”24-26 settembre - Atlanta: “Conferenza tecnica sui poliure-tani”

Svizzera20-22 febbraio - Zürich: “Erba e superfici sintetiche”14-16 febbraio - Zürich: “Catena del poliestere e PET”

Turchia22-23 marzo - Istanbul: “Conferenza mondiale sulla pultru-sione (EPTA)”

sung, LG ecc.). Ovviamente Giappone e Cina sono favoriti permotivi di vicinanza geografica. La prossima edizione di Koplas è prevista a marzo 2013, in dataancora da destinarsi.

Eventi a PLAST 2012Prende via via corpo l'ampio panorama di congressi e seminaritecnici programmati nelle sale del quartiere di Fiera Milano, du-rante i cinque giorni di PLAST 2012 (8-12 maggio). Riportiamoqui di seguito l'elenco provvisorio degli eventi, che viene aggior-nato tempestivamente man mano che i singoli organizzatori de-finiscono i rispettivi programmi:• Terra, acqua, aria. Gli impatti e la sostenibilità del PVC (9 mag-

gio - PVC Forum Italia)• La ricerca italiana sugli imballaggi attivi, con particolare focus

all'utilizzo dei nanomateriali (9 maggio - Istituto Italiano Imballaggio)

• I-tec (9-10 maggio - SPE Italia)• L'EPS fra energia e ambiente. Come risparmiare energia e va-

pore e come limitare le emissioni in atmosfera nel processo produttivo (10 maggio - AIPE)

• I marchi di qualità come garanzia per lo sviluppo competitivo delle imprese. Certificazioni per la sostenibilità ambientale (10 maggio - IIP)

• Le innovazioni nella verniciatura di materiali plastici - Verplast (11 maggio - Anver)

• Convegno internazionale sui biopolimeri - Biopolpack (10-11 maggio - Università di Parma)

• Plastiche intelligenti in una filiera agricola di qualità (11 mag-gio - Gruppo Sole 24 Ore).

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