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IL PROTORAZIONALISMO Prof. Raffaele Giannantonio A.A. 2017 - 2018 CORSO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA Ia Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA
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IL PROTORAZIONALISMO

Prof. Raffaele Giannantonio

A.A. 2017-2018

CORSO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA Ia

Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti e PescaraDIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA

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Con Protorazionalismo s’intende il periodo della storia dell’architettura che va dagli anni Dieci

del ‘900 alla fine della WW1. Esso si distinse dall’Art Nouveau, in quanto attuò una notevole

riduzione geometrica, accogliendone tuttavia la problematica socio-culturale che sviluppò nel

settore delle arti applicate, nella tecnologia edilizia e nell’urbanistica.

IL PROTORAZIONALISMO

Edoardo Persico, a proposito del palazzo Stoclet

costruito da Josef Hoffmann a Bruxelles afferma che

l’edificio costituisce l’affermazione del

Protorazionalismo in quanto «è la conclusione di un

lungo processo del gusto; un’opera rappresentativa

per la stessa assenza di quel “genio” che segna

invece le opere di un Otto Wagner». Edoardo Persico (1900-36)

Non riuscì a sfociare nel

Razionalismo degli anni

’20-’30 perché non fu in

grado di assorbire

l’apporto delle

Avanguardie figurative

che avevano trasformato

radicalmente la

concezione e la

rappresentazione

dello spazio.

È il critico italiano

Edoardo Persico ad usare

per primo il termine

“Protorazionalismo”

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IL PROTORAZIONALISMO: I FATTORI INVARIANTI

Aderisce alla geometria

dei prodotti meccanici

Per sostituire l’ornamento

Art Nouveau ripropone il Classicismo

Acquista un accento nuovo grazie

alla capacità di sintesi espressiva di Wright e grazie

all’apporto delle Avanguardie: nuovi significati

Prosegue la tendenza all’”astrazione”

enunciata dall’Art Nouveau (Mackintosh)

Il Protorazionalismo è uno stile fortemente riduttivo

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«Poiché l’ornamento -

non è più

organicamente

connesso con la nostra

cultura, non è più

neppure l’espressione

della nostra cultura.

L’ornamento che oggi

viene prodotto non ha

nessun rapporto con

noi, non ha in generale

nessun rapporto

umano, nessun

rapporto con l’ordine

cosmico. Non è

suscettibile di sviluppo

(...)».

«Il difensore dell’ornamento crede che il mio bisogno di semplicità equivalga ad una mortificazione

della carne. No, egregio professore della scuola d’arte, io non mi mortifico! Mi piace più così. I piatti

spettacolari dei secoli passati, che mettono in mostra ogni genere d’ornamenti per far apparire

saporiti i pavoni, i fagiani e i gamberi, su di me producono l’effetto contrario. Provo ribrezzo quando

passo davanti ad un’esposizione di arte culinaria e penso che dovrei mangiare queste carcasse di

animali ripiene. Io mangio roastbeaf».

Adolf Loos, da Ornamento e delitto (1908)

Con Adolf Loos la

semplificazione delle

forme, il loro affrancarsi

dallo spirito decorativo

proprio della Secessione

viennese, si traduce in

lotta allo spreco e al

superfluo acquistando

pertanto un accento

morale ed una precisa

connotazione sociale.

ADOLF LOOS (1870 – 1933)

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1903,

esce la rivista

“L’Altro”

(“Das

Andere”), “un

periodico per

l’introduzione

della civiltà

occidentale in

Austria”

Adolf Loos, Parole nel vuoto, saggi del

1897-1900 pubblicati nel 1932

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Sotto il profilo progettuale, tutte le opere più famose di

Loos sono la dimostrazione di due principi fondamentali:

a) la lotta ad ogni forma di decorazione per realizzare una

economia di natura «estetica» e per una sociale

avversione allo spreco;

b) La tendenza a dimostrare l’indipendenza

dell’architettura dalle altre forme d’arte figurativa,

puntando al suo specifico spaziale, alle proprietà figurative

insite nella natura dei materiali: le venature dei marmi, le

fibre del legno, il colore degli stucchi, ecc.

ADOLF LOOS: IL CONCETTO DI RAUMPLAN

Per quanto concerne la

conformazione degli

spazi interni, Loos fonda

la sua progettazione sul

principio del “Raumplan”

secondo il quale gli

ambienti

planimetricamente più

ampi richiedono

un’altezza maggiore degli

ambienti contigui aventi

una pianta più piccola

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ADOLF LOOS: IL CONCETTO DI RAUMPLAN

Sezione Villa Müller

“La mia architettura non è concepita come piani, ma come spazi. Io

non disegno piante, facciate, sezioni.

Per me non c’è il piano terreno, il primo piano, eccetera.

Per me ci sono solo spazi continui e contigui, stanze e antistanze,

terrazzi, e così via. I livelli si fondono e gli spazi si relazionano tra loro.

Ogni spazio necessita di una differente altezza: la stanza da pranzo è

certamente più alta della cucina e della dispensa, di conseguenza i

soffitti sono a livelli diversi.

Legare questi spazi in modo che il salire e lo scendere siano non solo

impercettibili ma anche pratici: in questo io vedo ciò che per altri è il

grande segreto, mentre per me è solo una logica conseguenza.

(…) È proprio questa interazione e austerità spaziali che sono stato

capace finora di realizzare meglio nella casa del Dottor Müller”.

Adolf Loos, Trascrizione di una intervista concessa a Plzeň (Pilsen) nel 1930

Il Raumplan

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L’ATTEGGIAMENTO VERSO LA TECNICA - PERRET E GARNIER

Il carattere “prosastico” e non “poetico” del

Protorazionalismo si fonde con il

nuovo atteggiamento verso la tecnica.

Se l’architettura degli ingegneri aveva risolto l’arte

nella tecnica e se l’Art Nouveau aveva tentato di

“piegare” i prodotti della tecnica alla fantasia

dell’artista, il Protorazionalismo, che coincide con la

diffusione del cemento armato, sfrutta le possibilità dei

materiali per raggiungere il suo programma

semplificatorio e della massima economia.

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AUGUST PERRET

Il contributo di Auguste Perret al

Protorazionalismo sta soprattutto

nell’aver acquisito all’architettura la

tecnica del c.a. come aveva fatto

Horta con la tecnica del ferro.

Ma mentre nell’Art Nouveau la

struttura metallica veniva “piegata” al

gusto, in Perret è l’architettura ad

adeguarsi alla struttura del c.a.

Perret è tra i primi costruttori a

tradurre in elementi lineari la plastica

fluidità del c.a. ed il primo a trarre da

questo procedimento il massimo

effetto architettonico.

Ma quando i vuoti del telaio non

vengono chiusi da ampie vetrate,

Perret usa elementi di un dato gusto.

Pertanto, a differenza di Loos, non

abbandona la “decorazione”

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TONY GARNIER (1869-1948)

Tony Garnier fornisce un’altra versione del

Protorazionalismo: quella per cui

ogni opera architettonica s’inquadra in un

programma urbanistico

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TONY GARNIER

Anche in Tony Garnier troviamo il solito limite

dell’ispirazione classicista comune a tutto il

Protorazionalismo, anzi si direbbe che in lui manchi

l’intenzione stessa di ricercare un nuovo linguaggio.

Le sue opere di architettura sono tessere pazienti di un

mosaico urbanistico non storicista (Sitte), non

sociologico (Howard), non negatore della città stessa

(la città-giardino o la Brodoacre city

di Frank Lloyd Wright).

Egli infatti affronta il suo compito con la mentalità

dell’architetto che colloca le sue opere in un piano più

vasto che a sua volta si sostiene sulla realtà di tali

opere, saldandosi architettura e urbanistica

in un tutto unitario.

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LA GERMANIA: BEHRENS ED IL DEUTSCHER WERKBUND

Nel 1907, su iniziativa di Hermann Muthesius,

dell'imprenditore Karl Schmidt e del politico

liberale Friedrich Naumann.il viene fondato a

Monaco di Baviera il DWB che raccoglie

produttori, artisti, uomini di cultura. Il

programma del DWB è di “nobilitare il lavoro

artigiano, collegandolo con l’arte e con

l’industria”. Tale programma risulterà ancora

incerto fra industria e artigianato, risolvendosi

in un generico richiamo al “Lavoro di Qualità”.

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DEUTSCHER WERKBUND

Walter Grophius Peter Behrens

Bruno Taut

Henry van de Velde

Typisierung - Standardizzazione

Kunstwollen - Volontà di forma

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PETER BEHRENS

Emil Rathenau

Walter Rathenau

(figlio di Emil)

I fase:

II fase:

AEG

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PETER BEHRENS: LA FABBRICA DI TURBINE AEG DI BERLINO

Karl Friedrich Schinkel: “La rappresentazione dell’ideale della funzionalità

determina il valore artistico dell’opera”

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P.BEHRENS: Fabbrica dei materiali ad alta tensione AEG, Berlino-Wedding

Il Protorazionalismo tedesco anticipa quasi tutta la tematica di

fondo socioculturale e politica del Razionalismo, ma il suo

specifico apporto sta nell’aver assunto come fattore positivo la

“quantità”.

Grazie al Protorazionalismo si comincia a parlare esplicitamente

di fenomeni che fino a qualche anno prima sembravano

contraddizioni in termini: “Bellezza oggettiva”, “Lavoro di qualità”,

“Standardizzazione”, “Stile-macchina”.

Si tratta non più di espressioni metaforiche ma di termini del

linguaggio comune dell’architettura che indicano una valenza

estetica tra le più tipiche del nostro tempo, per cui non si

riconosce qualità e “bellezza” di un edificio o di un oggetto d’uso

se questo non è, almeno potenzialmente, quantificabile.


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