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Dipartimento di Fisica - Università degli studi di Trieste

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE LAUREA TRIENNALE IN FISICA TESI DI LAUREA IL FENOMENO DELLA SINCRONIZZAZIONE IN MECCANICA CLASSICA Laureando: Giacomo Catto Relatore: Prof. Fabio Benatti Anno accademico 2014-2015
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE

LAUREA TRIENNALE IN FISICA

TESI DI LAUREA

IL FENOMENO DELLA SINCRONIZZAZIONE IN MECCANICA CLASSICA

Laureando: Giacomo Catto Relatore: Prof. Fabio Benatti

Anno accademico 2014-2015

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Abstract

In questo lavoro di tesi viene introdotto il concetto di sincronizzazione completa per sistemi

formati da due o più oscillatori interagenti. Dopo le definizioni di base viene presentato il

formalismo degli esponenti di Lyapunov per poter stabilire, partendo dalle equazioni che

determinano l’evoluzione del sistema, quando questo può trovarsi in regime di sincronizzazione.

L’applicazione del metodo analizzato su sistemi di coppie di oscillatori armonici identici smorzati e

non smorzati e linearmente accoppiati porta alla conclusione che questi non possono

sincronizzare. In particolare si vedrà come le informazioni fornite dagli esponenti di Lyapunov

siano necessarie ma non sufficienti per valutare la possibilità di sincronizzazione. Verrà poi

introdotto un accoppiamento non lineare, per il quale si troverà possibilità di sincronizzazione.

Infine verrà presentato il modello di Kuramoto, generalizzazione dell’esempio in cui viene trovata

sincronizzazione, e verrà presentata una sua applicazione su di un sistema a molte componenti.

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Indice

-INTRODUZIONE

- SINCRONIZZAZIONE: DI COSA SI TRATTA?

- ESPONENTI DI LYAPUNOV E ACCOPPIAMENTO TRA SISTEMI -RICERCA DI SINCRONIZZAZIONE IN SISTEMI DI DUE OSCILLATORI ARMONICI DI

VARIO TIPO

-MODELLO DI KURAMOTO

-PROBLEMI CON LA MECCANICA QUANTISTICA

-APPENDICI

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INTRODUZIONE

Nel 1656 il matematico e fisico olandese Christiaan Huygens notò un curioso fenomeno: due

orologi a pendolo uguali, appesi allo stesso supporto si muovevano in perfetta antifase.

Perturbando uno dei due, ovvero rompendo la simmetria del loro moto e facendoli uscire dal

regime di antifase, questi modificavano impercettibilmente la loro naturale oscillazione fino a

riportarsi in antifase l’uno rispetto all’altro.

Huygens intuì che ciò era dovuto all’interazione tra i due pendoli attraverso il supporto a cui

erano appesi. Riprodusse le stesse condizioni utilizzando un orologio molto preciso ed uno che

invece perdeva diversi minuti ogni ora, e vide che dopo diverso tempo i due si muovevano alla

stessa velocità e di conseguenza indicavano lo stesso tempo con uguale precisione.

Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, un fenomeno simile venne notato dal fisico John

William Strutt Rayleigh su delle canne di un organo: se fatte interagire (anche semplicemente

posizionandole molto vicine tra loro), due canne di lunghezza leggermente diversa l’una dall’altra

tendono a suonare all’unisono.

Ancora nel 1920 W. H. Eccles e J. H. Vincent mostrarono che mettendo in relazione due tubi a

vuoto nei quali veniva prodotta una corrente alternata a due frequenze leggermente diverse

(mettendo le bobine dei generatori abbastanza vicine per poterle far interagire ciascuna con il

campo magnetico dell’altra), questi alteravano spontaneamente le loro frequenze fino a produrre

corrente alla stessa frequenza.

Questi sono alcuni esempi di un fenomeno largamente diffuso in natura e con applicazioni in fisica,

ingegneria, biologia: la sincronizzazione.

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SINCRONIZZAZIONE: DI COSA SI TRATTA?

Consideriamo un sistema oscillante, come ad esempio un pendolo, la cui evoluzione è descritta da

una funzione periodica (che può descrivere l’evoluzione nel tempo della posizione o del

momento del nostro sistema, o nel caso del pendolo l’angolo che questo spazza rispetto alla

verticale), ovvero con dove è il periodo: considerando lo stato del sistema in un

determinato istante, questo si ripeterà identico dopo un tempo pari a . Il sistema ha quindi un

moto periodico con una determinata frequenza. Definiamo “sincronizzazione” quel fenomeno

causato da un’ interazione periodica con l’esterno (può trattarsi di una forza esterna o di altri

oscillatori) che porta il sistema oscillante a variare il proprio moto per evolvere in accordo con

l’interazione. Esistono diversi tipi di sincronizzazione; in questa tesi ci concentreremo sulla

cosiddetta sincronizzazione completa.

Consideriamo ad esempio un sistema formato da due pendoli. Possiamo descriverne lo stato

tramite lo spazio delle fasi, ovvero lo spazio quadridimensionale determinato dalle possibili

posizioni e momenti di ciascun pendolo, ovvero (per :

Partendo da una configurazione generica dove posizioni e momenti sono diversi

saremo in regime di sincronizzazione se le traiettorie si modificheranno a causa dell’interazione tra

i due sistemi e andranno a coincidere da un istante in poi, ovvero

.

Diremo che due sistemi sincronizzano completamente se le loro traiettorie nello spazio delle fasi convergono asintoticamente nel tempo a una medesima traiettoria, con convergenza esponenzialmente veloce. Otterremo quindi che i due sistemi che si sincronizzano coincideranno nello spazio delle fasi asintoticamente nel tempo, e manterranno questa configurazione di sovrapposizione dei punti-fase per tutta la loro evoluzione successiva.

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SISTEMI DINAMICI ED ESPONENTI DI LYAPUNOV Vogliamo ora definire una quantità che stabilisca univocamente la convergenza o divergenza di due traiettorie nello spazio delle fasi asintoticamente nel tempo, ovvero la possibilità di sincronizzazione tra due sistemi. Definiamo, prima di passare al caso reale, un metodo per valutare l’evoluzione di un sistema generico descritto da una funzione che rappresenta il punto nello spazio delle fasi, qui considerato per praticità unidimensionale. Dopodiché passeremo ad applicare il metodo a sistemi sullo spazio bidimensionale con evoluzione lineare, che utilizzeremo per gli esempi pratici nei capitoli seguenti. Presi due valori e che corrispondono a due configurazioni iniziali diverse di uno stesso sistema, definiremo esponente di Lyapunov la quantità

in modo tale da poter evidenziare l’andamento esponenziale nel tempo dell’errore iniziale, che sarà

Osservazione: dovendo parlare di oscillatori, ovvero di sistemi che evolvono in una regione limitata dello spazio delle fasi, la distanza tra i punti-fase dei sistemi non può crescere indefinitamente, e ciò porterebbe inevitabilmente all’annullamento dell’esponente di Lyapunov se non fosse per il limite sugli stati di errore iniziale tendente a zero. Notiamo quindi che per esponenti di Lyapunov negativi la distanza tra i punti descriventi il sistema al tempo si riduce rispetto a quella nella configurazione iniziale, e in particolare avremo convergenza ad uno stesso punto con velocità esponenziale come richiesto dalla definizione di sincronizzazione completa. Cerchiamo ora di applicare gli esponenti di Lyapunov a sistemi descritti sullo spazio delle fasi. Consideriamo un sistema descritto da un vettore sullo spazio delle fasi bidimensionale dove i punti-fase sono le coppie coordinata-momento . Considereremo sistemi con dinamica lineare, ovvero il cui stato cambia secondo funzioni indipendenti dallo stato su cui agiscono: le componenti evolveranno da un punto iniziale con il prodotto scalare con le funzioni e

rispettivamente, ovvero

Posizione e momento del sistema sono quindi entrambi influenzati da posizione e momento iniziali. Volendo la distanza tra i due punti fase al tempo , prendiamo in considerazione due sistemi descritti dai vettori e rispettivamente e valutiamo la distanza tra le componenti dopo averle fatte evolvere per un tempo con le funzioni e

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Possiamo quindi riformulare il problema tramite una matrice

ottenendo

Siano gli autovalori della matrice; gli esponenti di Lyapunov del nostro sistema saranno dati da

Osservazione: possiamo definire più esponenti di Lyapunov a seconda delle dimensioni del sistema; generalmente per permettere la sincronizzazione è necessario che tutti gli esponenti siano negativi. Considereremo quindi l’esponente maggiore che chiameremo ; se questo sarà negativo lo saranno di conseguenza tutti gli altri. Scriveremo perciò l’andamento della distanza tra i punti fase dei sistemi componente per componente in modo analogo a quanto fatto per il caso unidimensionale, utilizzando gli esponenti di Lyapunov. Otteneniamo

Vediamo quindi che per avere sincronizzazione completa (e quindi e asintoticamente nel tempo) dobbiamo avere esponenti di Lyapunov negativi; in questo modo la distanza tra i punti che descrivono lo stato del sistema diminuirà con il passare del tempo e di conseguenza le due traiettorie e convergeranno con velocità esponenziale ad una stessa traiettoria, come richiesto dalla definizione di sincronizzazione data.

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ESPONENTI DI LYAPUNOV E ACCOPPIAMENTO TRA SISTEMI In questa sezione analizziamo il ruolo dell’accoppiamento tra due sistemi e valutiamo come tenerne conto nel calcolo degli esponenti di Lyapunov; in particolare considereremo un accoppiamento dipendente dalla posizione, che sarà poi quello che utilizzeremo per dei tentativi pratici di sincronizzazione. Consideriamo due sistemi oscillanti il cui stato è descritto dai vettori nello spazio delle fasi per il primo e per il secondo (per alleggerire la notazione omettiamo la dipendenza dalla condizione iniziale e ). L’ evoluzione di questi

stati è data dalla matrice

come visto sopra

Ora facciamo interagire linearmente due sistemi in posizione (ovvero le posizioni di un’oscillatore

sono influenzate dalla distanza tra i due oscillatori, e quindi dalla differenza tra le due posizioni)

con una matrice

dove è una costante che determina l’intensità dell’interazione.

Nota: con questo particolare accoppiamento sceglieremo

, con sistemi indipendenti per

e massimamente accoppiati a

.

Ciò equivale a far evolvere i sistemi con una perturbazione dovuta alla comunicazione tra le due

posizioni. L’evoluzione del sistema sarà quindi di questo tipo

Valutiamo ora la distanza tra le 2 traiettorie per un tempo . Otteniamo

Abbiamo così ottenuto una nuova matrice, della quale possiamo calcolare gli autovalori e di

conseguenza gli esponenti di Lyapunov, tenendo conto dell’interazione di questo tipo tra i due

oscillatori.

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RICERCA DI SINCRONIZZAZIONE IN SISTEMI DI DUE OSCILLATORI ARMONICI DI VARIO TIPO

Abbiamo ora i mezzi per valutare la possibilità di sincronizzazione completa tra due oscillatori

armonici identici, cioè di stessa massa e frequenza angolare. In appendice 1 è riportata la

risoluzione delle equazioni differenziali per un oscillatore armonico, i cui risultati verranno

utilizzati da qui in avanti.

Due oscillatori identici liberi:

Consideriamo per cominciare il caso più semplice: un sistema di due oscillatori armonici identici

indipendenti. Vogliamo capire se esiste una qualche condizione per la quale questi possano

sincronizzarsi. L’hamiltoniana del sistema sarà

Dove lo stato del sistema sarà descritto dai punti e nello spazio delle

fasi, la cui evoluzione è data da

Con . Valutiamo la distanza tra le traiettorie

Gli esponenti di Lyapunov del sistema si ricavano dagli autovalori della matrice i quali

risolvono l’equazione

Gli autovalori sono quindi

Troviamo quindi i due esponenti di Liapunov

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Notiamo che, avendo esponenti di Lyapunov nulli i punti-fase dei nostri sistemi non si

sincronizzano, ma continuano imperturbati la loro oscillazione. Questo risultato non ci stupisce,

infatti non essendoci interazione tra i due non c’è motivo di pensare che questi possano

sincronizzarsi.

Due oscillatori identici accoppiati:

Consideriamo ora il sistema di due oscillatori armonici di hamiltoniana

accoppiati tramite la matrice utilizzata nel paragrafo precedente; un sistema del genere descrive

ad esempio due pendoli collegati tra loro con una molla. Dobbiamo quindi correggere le equazioni

utilizzate sopra con un parametro che indicherà l’intensità dell’interazione. Otterremo

l’equazione per la traiettoria

E di conseguenza la differenza tra le due traiettorie sarà

In questo modo le posizioni e sono influenzate dalla distanza .

Possiamo calcolare gli autovalori , ottenendo

Per ritroviamo gli autovalori per la matrice del caso degli oscillatori non interagenti. Anche

in questo caso, i due sistemi non sincronizzano; infatti gli esponenti di Lyapunov saranno

Notiamo come l’esponente di Lyapunov vada a zero. Il sistema si muove infatti con nuovi modi

normali; considerando l’Hamiltoniana totale del sistema avremo

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Questa hamiltoniana è separabile (Appendice 2) e di conseguenza il sistema si muove con modi

normali, ovvero in una configurazione stabile nel tempo; non ci sarà quindi l’andamento

esponenziale che dovrebbe portare i punti-fase a coincidere.

Anche in questo caso, quindi, non c’è possibilità di sincronizzazione.

Due oscillatori identici ugualmente smorzati:

Consideriamo ora un oscillatore armonico smorzato, ovvero che diminuisce esponenzialmente la

propria ampiezza fino a portarla asintoticamente a zero. Ad esempio possiamo immaginare un

pendolo immerso in un fluido; l’attrito toglierà energia al pendolo, che lentamente si fermerà.

L’equazione differenziale che governa il moto sarà

In appendice 2 è riportata la risoluzione all’equazione differenziale che porta alla matrice delle

traiettorie sotto utilizzata, dove è la costante positiva che caratterizza l’entità dello

smorzamento. Facendo la differenza tra i punti-fase ad un tempo otteniamo

Avremo quindi che gli esponenti di Lyapunov, calcolati tramite gli autovalori della matrice, saranno

dove il è definito in appendice 2. Essendo un polinomio trigonometrico, otterremo un

esponente di Lyapunov negativo. Ciò significa che le traiettorie nello spazio delle fasi dopo un

tempo sufficientemente lungo coincideranno. Abbiamo quindi sincronizzazione? NO! In figura

possiamo vedere evidenziata la regione in cui le traiettorie vanno a coincidere: evolvendo

liberamente i due pendoli finiscono per fermarsi e di conseguenza, per far coincidere i loro punti-

fase nell’origine degli assi nello spazio delle fasi.

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In figura vediamo, a sinistra la posizione dell’oscillatore smorzato in funzione del tempo. A destra lo spazio

delle fasi dell’oscillatore smorzato la cui traiettoria viene percorsa in senso antiorario.

La sovrapposizione delle traiettorie per tutti i tempi successivi all’arresto degli oscillatori è però

dovuta al loro moto imperturbato, che finisce per arrestarsi senza l’ausilio di forze esterne o

interazioni di alcun tipo. Non avendo più moto quindi non possiamo parlare di sincronizzazione.

Capiamo perciò che esponenti di Lyapunov negativi sono una condizione necessaria ma non

sufficiente per la sincronizzazione di due sistemi.

Due oscillatori identici ugualmente smorzati e accoppiati:

Accoppiamo ora gli oscillatori smorzati come abbiamo fatto per gli oscillatori semplici; un esempio

pratico è dato da due pendoli immersi in un fluido e collegati da una molla. Aggiungiamo quindi il

termine di interazione all’evoluzione ricavata in appendice 3.

Abbiamo quindi la differenza tra le due traiettorie

Analogamente al caso non interagente avremo gli autovalori formati da funzioni trigonometriche

ed esponenziali , che porteranno a esmponenti di Lyapunov negativi. Infatti, con uguale

all’autovalore della matrice , in modo analogo al caso precedente, avremo

Anche qui, come nel caso precedente, i due oscillatori rallentano fino a fermarsi e di conseguenza

non possiamo parlare di sincronizzazione.

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In definitiva, non abbiamo trovato una configurazione nella quale un sistema formato da due

oscillatori armonici identici interagenti in posizione (smorzati e non) possa trovarsi in regime di

sincronizzazione. Le possibilità che abbiamo considerato sono sostanzialmente di due tipi:

esponenti di Lyapunov nulli (e quindi oscillazione senza possibilità di sincronizzazione) o sistemi

smorzati che arrestano il loro moto (e per i quali, nonostante gli esponenti negativi, non c’è

sincronizzazione). Cerchiamo quindi un diverso tipo di interazione tra due oscillatori armonici.

Accoppiamento in una diversa variabile:

Invece di descrivere l’oscillatore armonico con variabili nello spazio delle fasi, possiamo riscrivere

le equazioni del moto in funzione di un parametro (in appendice 4) cambiando le variabili con

dove è l’energia dell’oscillatore. Otteniamo

Consideriamo ora due oscillatori identici scritti in questa forma e accoppiamoli con un termine

proporzionale ad una costante positiva nel seguente modo

L’interazione tra i due oscillatori è quindi proporzionale alla differenza tra i due angoli. Possiamo

riscrivere queste equazioni come un sistema

La soluzione per questa equazione differenziale viene ricavata in appendice 5, ottenendo una

equazione del tipo

E di conseguenza, un esponente di Lyapunov pari a

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abbiamo quindi un esponente di Lyapunov negativo che indica convergenza tra i due valori e

asintoticamente nel tempo. Inoltre, notiamo come e non si stabilizzano ad un

valore costante: infatti, asintoticamente nel tempo avremo

Gli oscillatori quindi si sincronizzeranno e oscilleranno in fase senza fermarsi. Abbiamo finalmente

trovato un sistema di due oscillatori identici in grado di sincronizzare.

Questo sistema è un’approssimazione per piccole distanze angolari di un modello matematico per

la sincronizzazione di sistemi formati da un numero tendente ad infinito di oscillatori accoppiati,

noto come modello di Kuramoto.

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MODELLO DI KURAMOTO

Consideriamo un grande numero di oscillatori ciascuno debolmente accoppiato con gli altri con

una costante di accoppiamento . In un sistema del genere osserviamo che, se le frequenze dei

singoli oscillatori sono molto diverse tra loro in relazione all’intensità dell’accoppiamento, questi

continuano a muoversi incoerentemente. Se invece abbiamo un interazione sufficientemente

forte e degli oscillatori simili tra loro, ci sarà una modifica nel moto che porterà alla

sincronizzazione di un determinato cluster di oscillatori. Il modello di Kuramoto studia le

condizioni per la sincronizzazione di sistemi di questo tipo. Consideriamo il moto di un pendolo

descritto dall’angolo spazzato dalla verticale , e l’interazione di tutti gli oscillatori sull’ -esimo

come un campo medio sinusoidale: l’equazione per questo oscillatore sarà

dove è il numero totale di oscillatori e è la frequenza del -esimo oscillatore imperturbato. Le

frequenze sono distribuite secondo una distribuzione di probabilità centrata in un valore

. L’ -esimo oscillatore modifica il proprio moto di un fattore

per ogni -esimo

oscillatore. Per oscillazioni simili tra loro, e quindi per , possiamo

linearizzare il problema ottenendo il caso generalizzato a oscillatori della formula 35).

Nel modello di Kuramoto, con distanze angolari piccole lo studio della sincronizzazione si effettua

tramite un parametro d’ordine per descrivere la dinamica dell’intero sistema, immaginando

l’angolo descritto da un punto che ruota nel tempo sulla circonferenza unitaria

Il parametro d’ordine sarà un vettore sulla circonferenza unitaria definito dalla seguente formula

Dove definiamo un parametro di coerenza tra e corrispondente alla lunghezza del vettore

che spazza la fase media, definito da

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che quantificherà la variazione tra le frequenze dell’oscillatore, e una fase media definita da

In sistemi di oscillatori identici, vediamo che se i pendoli saranno completamente sincronizzati,

e quindi si muoveranno perfettamente in fase con per ogni , avremo che il

parametro raggiungerà valore costante 1. Per valutare la possibilità di sincronizzazione si

guarderà quindi a questi due parametri.

Moltiplicando questo per e considerando soltanto la parte immaginaria otteniamo

Da qui, ricaviamo nuovamente l’equazione del moto del singolo oscillatore; notiamo però che

questo sarà funzione delle quantità medie e , ovvero

Tramite simulazioni numeriche (svolte da Kuramoto) sulla soluzione stazionaria di questo modello

(ovvero per costante) si è visto esistere un valore critico della costante di accoppiamento, che

chiameremo , sopra il quale gli oscillatori potranno evolvere in 2 modi: se

l’oscillatore -esimo si sincronizzerà con gli altri alla frequenza ; se l’oscillatore -

esimo varierà il proprio moto sotto l’effetto degli altri, senza però stabilizzarsi alla stessa

frequenza.

Possiamo utilizzare il modello di Kuramoto per valutare la possibilità di sincronizzazione tra sistemi

di più oscillatori. Un esempio dove possiamo applicare questo modello lo troviamo nell’anno 2000

a Londra, all’inaugurazione del Millennium Bridge, un ponte in acciaio sospeso sul Tamigi. Il giorno

dell’inaugurazione ci si rese conto che il passaggio di circa 200 persone in contemporanea causava

una lieve oscillazione del ponte, la quale a sua volta causava la sincronizzazione dei passi delle

persone che lo attraversavano, che si ritrovavano involontariamente a camminare ondeggiando

allo stesso ritmo delle altre persone, incrementando le oscillazioni del ponte. Due giorni dopo

l’inaugurazione il ponte venne chiuso per manutenzioni e riaperto dopo 2 anni. Possiamo

considerare il ponte e le persone in moto su di esso come oscillatori di uno stesso sistema: il

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ponte di massa sarà un oscillatore armonico smorzato il cui spostamento orizzontale sarà

modificato dal passaggio di pedoni secondo la formula

Dove è la posizione dell’ -esimo pedone nel proprio moto destra-sinistra e è la massima forza

che viene mediamente impressa da ogni pedone. Di contro l’oscillazione del ponte modifica la

marcia dell’ -esimo pedone secondo la formula

Dove è la frequenza di oscillazione dell’ -esimo pedone con distribuzione , quantifica la

sensibilità media dei pedoni all’oscillazione del ponte, è la fase dell’oscillazione del

ponte e un parametro che tiene conto dell’oscillazione precedente all’istante di tempo .

Tramite simulazioni numeriche si trova che raggiunto un numero critico di persone che

attraversano il ponte , questo inizia a oscillare con ampiezza sempre crescente; il ritmo dei passi

delle persone che attraversano il ponte sincronizzerà soltanto se avremo almeno , mentre al di

sotto di questo valore non si noterà nessuna oscillazione coerente. Nel caso più semplice, con

e distribuzione centrata nel valore di risonanza del ponte

avremo un

numero critico di

che nel nostro caso equivale a poco meno di 200 persone.

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SINCRONIZZAZIONE IN MECCANICA QUANTISTICA: LIMITI

Possiamo ora chiederci se i concetti introdotti per la sincronizzazione di sistemi classici possono

essere applicati anche a sistemi quantistici. Se consideriamo un sistema classico, il suo stato viene

descritto da un punto sullo spazio delle fasi e la traiettoria di quel punto indica la sua evoluzione

nel tempo. Due sistemi descritti da una traiettoria chiusa si sincronizzeranno se, interagendo,

evolveranno fino a stabilizzarsi su di una traiettoria comune. Cercando di estendere questa

definizione ad un sistema quantistico troviamo un ostacolo che complica notevolmente il concetto

di sincronizzazione, ovvero il principio di indeterminazione di Heisemberg: il compiere una

misurazione su un sistema quantistico altera lo stato del sistema stesso. In particolare, se vogliamo

misurare la posizione di un sistema inevitabilmente ne alteriamo il momento , e viceversa

misurando il momento del sistema ne alteriamo la posizione. Definendo l’incertezza sulla nostra

conoscenza della posizione e sulla nostra conoscenza del momento , possiamo quantificare

l’impossibilità di avere una conoscenza infinitamente precisa del nostro sistema, ovvero

dove è la costante di Planck. Portando queste considerazioni nello spazio delle fasi otteniamo

che il sistema non è più descritto da un punto-fase che ne determina posizione e momento, ma

bensì da un’area. Non possiamo più considerare la sincronizzazione come sovrapposizione dei

punti-fase perché il concetto di punto-fase non è più valido. L’esponente di Lyapunov inoltre non

può più essere descritto come nel caso classico, poiché non possiamo fare il limite per la

convergenza degli stati iniziali ad uno stesso punto. Abbiamo quindi bisogno di una diversa

definizione di sincronizzazione e di diversi strumenti per valutare l’evoluzione di sistemi

quantistici.

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CONCLUSIONI

Abbiamo analizzato semplici sistemi di due oscillatori accoppiati linearmente e abbiamo concluso

che questi non possono in alcun modo sincronizzare. Accoppiamenti non lineari come quello che ci

ha portato al modello di Kuramoto invece possono avere esponenti di Lyapunov negativi e quindi

trovarsi in regime di sincronizzazione. Lo studio degli esponenti di Lyapunov è quindi un potente

mezzo per valutare l’andamento dell’evoluzione di un sistema; nonostante ciò, la difficoltà di

calcolarli in sistemi più complessi ha portato alla ricerca di metodi alternativi per valutare la

sincronizzazione. Il modello di Kuramoto ne è un esempio, nel quale invece degli esponenti di

Lyapunov andiamo a valutare il parametro di coerenza . Altre possibilità sono date da

simulazioni numeriche su casi specifici, per i quali è possibile stimare gli esponenti di Lyapunov.

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APPENDICI

1_OSCILLATORE ARMONICO

Consideriamo un oscillatore armonico, come ad esempio una massa collegata a un capo di una

molla di constante elastica . L’hamiltoniana del sistema sarà

L’equazione che governa il moto dell’oscillatore è

Dove è la coordinata lungo l’asse orizzontale dello spazio delle fasi. Definendo

e

scrivendo l’equazione per il momento otteniamo

Che possiamo scrivere come

Risolvendo questa come un’equazione differenziale otteniamo che il punto-fase evolve dallo stato

iniziale con

dove è la matrice di evoluzione scritta sopra. Espandendo l’esponenziale in serie otteniamo

L’evoluzione del moto dell’oscillatore nello spazio delle fasi avrà quindi la forma

L’importanza dello studio dell’oscillatore armonico è dovuta al fatto che, nel limite di piccole

oscillazioni tutti gli oscillatori possono essere approssimati ad un oscillatore armonico; trovando le

condizioni entro le quali due oscillatori armonici sincronizzano, avremo una soluzione

approssimativamente valida per una vasta gamma di oscillatori.

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2_HAMILTONIANA SEPARABILE PER OSCILLATORI ARMONICI ACCOPPIATI

L’hamiltoniana del sistema è

Attraverso un cambio di coordinate riscriveremo questa hamiltoniana in forma separabile.

Definiamo la matrice

Con la quale otteniamo

Possiamo riscrivere la matrice utilizzando i suoi auto valori e e una matrice

di trasformazione che troveremo dopo ottenendo

Da qui possiamo ridefinire le coordinate

E quindi riscrivere l’hamiltoniana in forma separabile

Abbiamo quindi trovato che il sistema è equivalente a 2 oscillatori armonici indipendenti, di

frequenza e .

3_OSCILLATORE ARMONICO SMORZATO

Per un oscillatore armonico smorzato avremo un’equazione del moto del tipo

Dove è la costante positiva che indica l’entità dello smorzamento. Trovando le radici del

polinomio caratteristico ci riconduciamo ad un’equazione del tipo

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La cui derivata prima sarà

Imponendo le condizioni iniziali troviamo una matrice di evoluzione del tipo

Per ritroviamo l’equazione di evoluzione per l’oscillatore non smorzato.

Chiameremo gli autovalori della matrice appena trovata, ovvero le soluzioni dell’equazione

Vediamo che sarà una funzione trigonometrica, e che di certo non andrà come un esponenziale

asintoticamente nel tempo.

4_OSCILLATORE IN

Consideriamo l’oscillatore armonico dell’appendice 1 di Hamiltoniana

Data l’energia del sistema questa descrive un’ellisse nello spazio delle fasi.

Possiamo fare un cambio di coordinate per trasformare questa ellisse in una circonferenza

ridefinendo le quantità

Da questa ricaviamo il valore del parametro facendo il rapporto tra queste due equazioni,

ottenendo

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Otteniamo quindi una nuova formulazione per l’oscillatore armonico facendo la derivata di questa

quantità

5_SOLUZIONE PER COPPIA DI OSCILLATORI IN

L’equazione differenziale da risolvere è

Possiamo riscriverla con una terminologia più comoda chiamando il vettore con componenti

,e considerando il vettore

e la matrice

ottenendo

Non essendo la matrice invertibile troviamo la soluzione a questa equazione differenziale

applicando la matrice a tutti gli elementi del sistema e quindi valutando la differenza tra i due

sistemi, con la relazione sulla matrice , otteniamo

La cui soluzione è

Ottenendo

Considerando due oscillatori uguali avremo quindi

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Da cui ricaviamo immediatamente l’esponente di Lyapunov

vediamo come l’esponente di Lyapunov sia negativo, e quindi ci sia sincronizzazione per questo

caso.

BIBLIOGRAFIA

A.Pikovsky, M.Rosenblum, J.Kurths; Synchronisation, An Universal Concept in Nonlinear Science,

Cambridge

Y.Y.Lu; Introduction to Dynamical Systems and Chaos; Università di Hong Kong

C.W.Wu; Synchronization in Complex Networks of Nonlinear Dynamical Sistems, World Scientific

A.Arenas, A.Diaz-Guilera, J.Kurths, Y.Moreno, C.Zhou; Synchronization in complex networks;

physics report, 12 dicembre 2008

S.H.Strogatz; Crowd synchrony on the Millennium Bridge; Nature vol. 438

S.H.Strogatz; From Kuramoto to Crawford: exploring the onset of synchronization in populations of coupled oscillators; Elsevier


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