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Dipartimento di Impresa e Management Corso di Laurea in...

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1 Dipartimento di Impresa e Management Corso di Laurea in Consulenza Aziendale Tesi in Matematica Finanziaria Le valutazioni attuariali nei Bilanci redatti secondo i Principi Contabili Internazionali RELATORE Chiar. mo Prof. Gennaro Olivieri CANDIDATA Arianna Bonavita Matr. 658501 CORRELATORE Chiar. ma Prof. Antonella Campana Anno Accademico 2014/2015
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Dipartimento di Impresa e Management

Corso di Laurea in Consulenza Aziendale

Tesi in Matematica Finanziaria

Le valutazioni attuariali nei Bilanci

redatti secondo i Principi Contabili

Internazionali

RELATORE

Chiar. mo Prof. Gennaro Olivieri

CANDIDATA

Arianna Bonavita

Matr. 658501

CORRELATORE

Chiar. ma Prof. Antonella Campana

Anno Accademico 2014/2015

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Sommario Sommario .......................................................................................................................... 2

INTRODUZIONE .............................................................................................................. 4

CAPITOLO 1: PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI ......................................... 6

1.1 IL BILANCIO NELLA FORMA TRADIZIONALE CIVILISTICA. ....................... 6

1.1.1 LE FINALITA’ DEL BILANCIO ...................................................................... 7

1.1.2 I POSTULATI DEL CODICE CIVILE ........................................................... 8

1.2 ESIGENZA DI ARMONIZZAZIONE CONTABILE .......................................... 12

1.2.1 IASB FOUNDATION .................................................................................... 14

1.2.2 IL FRAMEWORK IASB ................................................................................ 18

1.3 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI .................................................... 24

1.3.1 IFRS 13 - FAIR VALUE ............................................................................... 24

1.3.2 IAS 32 - STRUMENTI FINANZIARI........................................................... 27

1.3.3 IAS 39 - STRUMENTI FINANZIARI: RILEVAZIONE E VALUTAZIONE

.................................................................................................................................. 31

1.3.4 IAS 36 - RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITA’ ........................... 35

1.3.5 IAS 19 - I BENEFICI PER I DIPENDENTI ................................................ 41

1.3.6 IAS 38 - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI .......................................... 44

1.3.7 IFRS 4 - CONTRATTI ASSICURATIVI. .................................................... 46

CAPITOLO 2: SOLVENCY II ........................................................................................ 51

2 INTRODUZIONE ..................................................................................................... 51

2.1 LINEE GUIDA E STRUTTURA DI SOLVENCY II .......................................... 52

2.2 BEST ESTIMATE E RISK MARGIN ................................................................. 54

2.3 IL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIILIA’ ............................................. 59

2.3.1 RISCHIO MORTALITA’ ............................................................................... 63

2.3.2 RISCHIO DI LONGEVITA’ .......................................................................... 63

CAPITOLO 3: APPLICAZIONE - FAIR VALUE E REQUISITO PATRIMONIALE 65

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3 INTRODUZIONE ..................................................................................................... 65

3.1 NOZIONI TEORICHE DI MATEMATICA ATTUARIALE ............................... 66

3.1.1 DEFINIZIONI DI BASE ................................................................................ 67

3.1.2 LE POLIZZE ASSICURATIVE .................................................................... 70

3.1.3 CASO MORTE .............................................................................................. 76

3.1.4 PREMI ASSICURATIVI ............................................................................... 79

3.1.5 LA RISERVA MATEMATICA ...................................................................... 82

3.1.6 CALCOLO STATISTICHE DI BASE .......................................................... 85

3.2 PORTAFOGLIO DI UNA COMPAGNIA ASSICURATIVA............................. 91

3.3 PROFIT TEST .................................................................................................... 104

3.4 CALCOLO SCR E RISK MARGIN .................................................................. 114

3.5 COMMENTO RISULTATI OTTENUTI ............................................................ 126

CONCLUSIONI ............................................................................................................. 127

Bibliografia ...................................................................................................................... 130

Sitografia ......................................................................................................................... 133

SINTESI ......................................................................................................................... 134

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INTRODUZIONE

Il lavoro proposto vuole essere un valido supporto per capire ed

applicare determinate disposizioni in tema di bilancio.

Il bilancio è il documento fondamentale per ogni tipo di società, con il

quale la stessa comunica i risultati conseguiti, il suo stato di salute e

sulla base del quale gli operatori assumono decisioni economiche.

La trattazione non poteva che iniziare quindi con un riferimento allo

stesso; nello specifico è stato valutato il progetto dello IASB con

riferimento all’emanazione dei Principi Contabili Internazionali, linee

guida per la redazione del bilancio.

Tali Principi non sono l’unico corpus di riferimento in materia

contabile, ma sono gli unici ad essere internazionalmente accettati ed

applicati dalle maggiori realtà economiche europee.

Tra i soggetti obbligati alla redazione secondo i suddetti sono

rinvenibili le Compagnie Assicurative per il bilancio consolidato o per

quello di esercizio se quotate, le quali, così come altri Enti di Pubblico

Interesse, devono conformarsi anche a direttive specifiche del loro

settore di attività, rappresentato in tal caso dal Regime Solvency II

entrato in vigore nel 2013, trasformando criteri di valutazione e

condizionando le dinamiche ad esse interne.

Il contributo qui fornito vuole avere soprattutto una valenza pratica,

costruendo un modello di riferimento su cui basare un’applicazione di

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quanto contenuto nel suddetto Regime in tema di Requisito

Patrimoniale di Solvibilità.

L’adeguatezza del capitale è il principio ispiratore della nuova

disciplina, il quale trova un nesso con la valutazione al Fair Value

prescritta dai Principi Contabili Internazionali.

La parte finale di questo lavoro vedrà prima l’esposizione di regole

teoriche seguite, poi il calcolo e la quantificazione, sulla base di un

ipotetico portafoglio di una Compagnia Assicurativa, dei requisiti

patrimoniali presenti in Solvency II.

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CAPITOLO 1: PRINCIPI CONTABILI

INTERNAZIONALI

1.1 IL BILANCIO NELLA FORMA TRADIZIONALE CIVILISTICA.

Il bilancio è lo strumento attraverso il quale tutte le operazioni e i fatti

che interessano l’impresa vengono rilevati.

La costruzione di un tale documento pone due tipi di problemi: formali

e sostanziali.

I primi attengono alla struttura e al contenuto, i secondi ai criteri di

misurazione e quantificazione dei valori che devono essere in esso

rappresentati.

Vi possono essere svariati tipi di bilancio e una prima distinzione

attiene alla sua destinazione, che può essere interna o esterna.

Solamente per la seconda tipologia sono imposte regole specifiche da

seguire presenti nel Codice Civile e nella Prassi contabile. Si

necessita di regole uniformi affinché possa essere identificato come

bilancio pubblico, ovvero lo strumento attraverso il quale i diversi

stakeholders1 recepiscono informazioni circa lo stato di salute

dell’impresa.

1 Con il termine stakeholder si indicano i diversi utenti che possono essere indirettamente

o direttamente influenzati dai risultati conseguiti dall’impresa. Ad esempio: clienti e fornitori, investitori, dipendenti, collettività e competitors.

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Le norme dettate dal Codice Civile sono rinvenibili negli articoli dal

2423 al 2435 bis, applicabili alle società di capitali che svolgono

attività industriale o commerciale.

Quanto alla prassi contabile si fa riferimento al corpus di norme

emanate da un organismo competente in materia di bilancio; in Italia

è rappresentato dall’Organismo Italiano Contabile (OIC), il cui compito

è quello di emanare principi contabili che integrano e interpretano

quanto disposto dal Codice Civile.

Ai fini di una completa overview sul bilancio occorre ricordare un terzo

attore che ne influenza la redazione, ovvero il Fisco. In particolare le

norme fiscali intaccano non tanto la stesura del bilancio, quanto più la

determinazione del reddito imponibile. Le principali disposizioni sono

rinvenibili nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi e mirano ad

evitare che avvengano delle sottrazioni di ricchezza al prelievo fiscale

e a dare impulso all’attività d’impresa.

1.1.1 LE FINALITA’ DEL BILANCIO

In origine il bilancio si configurava unicamente come un documento

ad uso interno, il cui scopo era quello di presentare i risultati conseguiti

dell’impresa a chi aveva investito i propri soldi per la costituzione della

stessa.

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Tale impostazione è andata via via modificandosi, dalla costatazione

che i soggetti interessati non erano più i soli soci, ma una pluralità di

individui.

Da qui nasce la funzione di informativa pubblica del bilancio. Dato che

non è configurabile una situazione in cui vengono redatti tanti bilanci

quanti sono i soggetti interessati, si è giunti alla definizione di un unico

bilancio ufficiale che presenti una base minima di conoscenza per tutti

i possibili stakeholders.

Tale strumento dovrà dunque fornire informazioni circa il capitale

investito per il funzionamento dell’impresa e il reddito prodotto dalla

gestione, tali da rendere possibile un’analisi sulla continuità aziendale,

sulla solidità della struttura patrimoniale e sulla liquidità che permetta

di assolvere le obbligazioni sociali.

1.1.2 I POSTULATI DEL CODICE CIVILE

I postulati sono rinvenibili negli art. 2423 e 2423 bis del Codice Civile

e fornisco delle indicazioni attraverso le quali la finalità del bilancio

può dirsi raggiunta.

FIGURA N.1: POSTULATI DEL CODICE CIVILE2

2 Elaborazione personale.

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a) La prima può essere interpretata come la trasparenza e

l’intellegibilità del bilancio; nel senso che i dati in esso presenti

devono essere verificabili. Infatti, riportando quanto disposto dal

Principio contabile 11:

“L’informazione patrimoniale, economica e finanziaria fornita

dal bilancio deve essere verificabile attraverso

un’indipendente ricostruzione del procedimento contabile,

tenendo conto anche degli elementi soggettivi.”

Per garantire la chiarezza, il bilancio dovrà essere redatto

secondo schemi predefiniti e dovrà contenere una serie di

informazioni aggiuntive oltre a quelle contenute nello stato

patrimoniale e nel conto economico.

b) La verità deve essere raggiunta sia in senso oggettivo che

soggettivo, in modo che la redazione del bilancio avvenga

PO

ST

ULA

TI

clausole generali

chiarezza

verità

correttezza

principi di redazione

logica di funzionamento

competenza

prudenza

costo storico

prevalenza forma sulla sostanza

comparabilità

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secondo la realtà dei fatti e i valori stimati, ovvero quelli che non

possono essere definiti in maniera oggettiva, devono seguire

una soggettività razionale, cioè essere frutto di un rigoroso

processo logico.

c) Quanto all’ultimo postulato, la correttezza deve essere

perseguita sia in senso tecnico, cioè nel rispetto di regole

contabili e esattezza numerica, sia in senso comportamentale

o deontologico, cosa che attiene all’assunzione di un

comportamento neutrale, leale e in buona fede del redattore del

bilancio.

I principi di redazione sono contenuti nell’art. 2423 bis del Codice

Civile. Sono di seguito analizzati:

a) Il primo ad essere annoverato è la logica di funzionamento che

si collega alla definizione dell’impresa come organismo vivente

dotato di un ciclo di vita. Il bilancio dovrà essere redatto

considerando l’impresa in una fase di normale e ordinario

svolgimento. Tale aspetto deve essere accertato attraverso

appositi indicatori di continuità aziendale che hanno natura

finanziaria, gestionale e altra natura con base fiscale o legale.

b) La competenza economica attiene al momento in cui un costo

o un ricavo deve essere rilevato. In particolare vanno prima

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individuati i ricavi realizzati3 e poi i costi sostenuti per la

realizzazione dei ricavi riconosciuti sulla base di una logica

causa-effetto.

c) La prudenza attiene all’atteggiamento cauto nell’effettuazione

di stime e congetture. In conformità a tale principio, le perdite,

anche se presunte, vanno rilevate, a differenza degli utili che

non vanno iscritti in bilancio fino a quando non saranno

effettivamente realizzati.

d) Il costo storico rappresenta il criterio alla base della valutazione

secondo il Codice Civile. Il riferimento è ad un costo passato,

ovvero quello sostenuto per l’acquisizione o la produzione del

bene/servizio. Tale valore però non è immutabile nel tempo,

anzi deve essere periodicamente riesaminato per valutare se

siano intervenute delle svalutazioni del valore tali da ridurre il

costo iscritto in bilancio.

e) Altro principio cardine risiede nella prevalenza della forma

giuridica sulla sostanza economica finanziaria.

f) La comparabilità, si collega direttamente al fine attribuito al

bilancio, infatti affinché questo possa essere efficacemente

interpretato dagli utilizzatori, è necessario che vi sia una

continuità nelle metodologie scelte per la rappresentazione in

3 Un ricavo si dice realizzato se il relativo processo produttivo è stato completato e se è avvenuto lo scambio con il conseguente passaggio di proprietà.

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bilancio. La comparabilità è definita sia dal punto di vista

temporale, cioè i bilanci da un esercizio all’altro devono risultare

omogenei in termini di principi contabili utilizzati e di ipotesi alla

base delle stime, sia spaziale, rendendo possibile il confronto

dell’impresa con altre che operano di diversi ambienti.

1.2 ESIGENZA DI ARMONIZZAZIONE CONTABILE

L’informativa di bilancio è ciò che rendere possibile l’assunzione di

decisioni economiche che possono condurre ad un’efficienza in

termini di scambi commerciali, reperimento di risorse finanziarie e

allocazione dei fattori produttivi.

Il processo di globalizzazione rappresenta l’input per il processo di

omologazione delle disposizioni in materia di bilancio. In un contesto

in cui si crea una rete di relazioni tra attori appartenenti a differenti

contesti, in cui la circolazione di capitali non conosce più le barriere

nazionali e lo sviluppo tecnologico dilaga da settore in settore, non è

più concepibile una situazione in cui non si parli un linguaggio

comune.

Si necessitava insomma, di un corpus di regole che trascendesse dai

confini nazionali e che permettesse la comparabilità dei bilanci per le

imprese operanti nei diversi stati, sempre in un’ottica orientata al

mercato; quanto più questo fosse sviluppato, tanto più alle imprese si

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presentavano opportunità di investimento e di profitto tali da

permettere una crescita sostenibile.

Tali implicazioni furono presto prese in considerazione, giungendo poi

all’emanazione di quelli che oggi conosciamo come i Principi Contabili

Internazionali, sui quali verterà la prima parte del lavoro proposto.

Il primo input verso un’unione economica nel continente europeo, lo

si può ritrovare nel 1957 quando, con il Trattato di Roma4, si legge la

chiara intenzione del voler attuare un’armonizzazione anche contabile

per gli Stati aderenti, realizzabile attraverso un mercato non affetto da

ostacoli5 alla libera circolazione dei capitali.

Diversi sono i contributi normativi che si sono susseguiti. Nel 1978

venne emanata la IV Direttiva CEE (n. 78/660/CEE del 25 luglio 1978)

che, unitamente alla VII Direttiva CEE (n. 83/349/CEE del 13 giugno

1983), hanno fornito un importante contributo in tema di comparabilità

dei conti, sia per le singole imprese che per i gruppi di società

dell’Unione Europea; in questo processo sono richiamati anche i

bilanci annuali e consolidati delle Banche e degli altri Istituti Finanziari,

nonché delle Imprese di Assicurazione con il recepimento delle

rispettive Direttive n. 86/635/CEE e n. 91/674/CEE.

4 Il 25 marzo 1957 segna la nascita delle Comunità Europee, con la sottoscrizione da parte dei paesi: Francia, Germania, Italia, Belgio, Lussemburgo e Olanda; i quali istituirono il Trattato della Comunità Economica Europea (CEE) 5 Ostacoli intesi sia come costi di transazione e barriere doganali, sia riferiti alla disomogeneità dei dati e alle asimmetrie informative che discendono da una limitazione della comunicazione di documenti contabili.

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Tale percorso normativo sembra non stare al passo con l’evoluzione

dei mercati e la complessità delle transazioni che si intensificano non

solo tra i paesi membri dell’Unione Europea, ma anche con il mercato

americano.

Infatti i requisiti richiesti dalla Security and Exchange Commission

(SEC), sono ben più particolareggiati e non risultano rispettati dai

tentativi fatti in Europa. In più si deve fare una semplice

considerazione sul carattere di rigidità e stabilità caratterizzanti le

Direttive e invece l’elasticità e la variabilità dell’ambito di riferimento.

Dovendo dunque dare un segnale al mercato, la Commissione

Europa si riunì nel 2000 per decidere quale sarebbe diventato il

linguaggio comune per la redazione dei bilanci in ambito Europeo,

sempre puntando ad una convergenza con gli US GAAP. Le

alternative cadevano sul formulare un nuovo corpus di regole, oppure

scegliere tra quelli più diffusi e convenzionalmente accettati.

Fu così che si scelsero i principi IAS, i quali erano supportati da un

organizzazione già stabile e che poteva contare sulla collaborazione

dalle migliori Associazioni Professionali dei paesi aderenti.

1.2.1 IASB FOUNDATION

Precedentemente alla modifica della denominazione, l’organismo

preposto all’emanazione dei Principi Contabili Internazionali era noto

come IASC (International Accounting Standards Committee).

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Lo IASB nasce a Londra nel 1973 ad opera delle maggiori

Associazioni Professionali degli Stati Uniti, Canada, Australia,

Messico, Giappone, Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania e

Olanda, e nel 2001 vede concludersi il processo di riforma con

l’ingresso di numerosi paesi tra cui l’Italia e l’assunzione dell’attuale

denominazione: IASB.

Tale soggetto opera come ente di carattere privatistico e il diritto di

coercizione discende dall’autorevolezza degli organismi che vi

aderiscono.

La collaborazione tra lo IASB e il FASB6 (organismo predisposto per

l’emanazione dei principi contabili americani) si vede incrementare nel

tempo e diversi sono i tentativi di convergenza tra i due sistemi per

eliminare il gap informativo creato dalla disomogeneità delle

disposizioni in materia di bilancio. Momento di contatto saliente tra i

due organismi avvenne nel 2005 quando la Commissione Europea e

la SEC stipularono un programma che prevedeva la rimozione dei

vincoli normativi entro il 2008, i quali imponevano la duplicazione del

lavoro per le imprese dual listed, quotate sia presso il mercato

borsistico Americano che Europeo.

6 Financial Accounting Standard Board è un’organizzazione statunitense non di carattere

governativo che si occupa dell’emanazione dei principi contabili americani denominati US GAAP (United State General Accepted Account Principle). Il suo operato è svolto sotto stretta vigilanza della SEC, essendo tali principi obbligatori per le società quotate.

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Il processo di riorganizzazione dello IASB, conclusosi nel 2001 ha

condotto verso l’attuale struttura di governance, articolato come

segue:

FIGURA N. 2: STRUTTURA IASB FOUNDATION7

Affinché l’attività risulti produrre risultati soddisfacenti, è

indispensabile che le diverse componenti lavorini in maniera

sinergica, favorendo un’ottica di feedback e basandosi su una chiara

suddivisione dei ruoli e delle responsabilità.

Al centro dell’organigramma sono collocati i 12 membri del Consiglio

della IASC Foundation8, scelti sulla base delle aree geografiche di

7 Immagine tratta dal sito web www.iasb.org 8 I principi emanati dalla IASC Foundation assumono la denominazione di IFRS, mentre quelli emanati dal precedente IASB mantengono la denominazione di IAS. Oggi comunemente identificati come IAS/IFRS.

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appartenenza. Al trustees sono demandati compiti di alta direzione e

gestione delle attività di indirizzo riguardanti:

La nomina dei membri dello IASB, IFRIC9 e SAC (Security

Advisory Council);

L’approvazione del budget annuale e forme di finanziamento;

La pubblicazione di una relazione annuale sulle attività svolte;

L’agire nel rispetto dell’interesse pubblico e la revisione

periodica della struttura e della sua efficacia.

Il secondo organo preposto è lo IASB, costituito da 12 componenti,

non più scelti su base geografica, ma nel rispetto di una precisa

composizione in merito alle competenze e conoscenze che tali

soggetti devono essere in grado di apportare10.

È loro la principale responsabilità per la preparazione e pubblicazione

dei Principi Contabili Internazionali, unitamente alla preparazione

delle bozze e delle maggiori interpretazioni, che avviene secondo

un’ottica due process ed articolata in gruppi di lavoro, commissione di

ricerca e pubbliche udienze.

L’IFRS Interpretation Committee, formato da 14 membri, svolge il

ruolo essenziale dell’interpretazione dei Principi Contabili

Internazionali e ne pubblica le relative bozze.

9 Comitato che si occupa di emanare le interpretazioni ufficiali dei principi contabili internazionali. 10 Le competenze richieste attengono alla redazione del bilancio, all’esperienza di chi ha operato nelle società di revisione e di chi proviene dal mondo accademico.

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All’Advisory Council è demandato il compito coadiuvare lo IASB

nell’articolato processo che prevede l’assunzione di decisioni in merito

alle attività da porre in essere e quale sia la gerarchia da dover seguire

nell’esecuzione delle stesse; inoltre assolve ad una funzione di

raccordo tra i singoli membri dei Consigli e tutti gli appartenenti alle

organizzazioni che collaborano e interagiscono con la IASB

Foundation.

Non poteva mancare un istituto che si occupasse di vigilare l’operato

dell’organizzazione, questo è appunto il Monitoring Board, il quale

oltre a supervisionare le azioni poste in essere e il loro graduale

adempimento, assicura che la Fondazione, nell’espletamento delle

sue funzioni, assolva effettivamente ad un interesse pubblico.

L’obiettivo dello IASB è quello di perseguire una standardizzazione

contabile a livello internazionale e quindi migliorare la comparabilità

globale delle informazioni contenute nel bilancio. Tale scopo risulta

conseguito attraverso l’emanazione del Framework.

1.2.2 IL FRAMEWORK IASB

Una prima versione è rinvenibile nel 1989, ma anche questo ha subito

diverse rivisitazioni per meglio rispecchiare il contesto e le dinamiche

presenti sul mercato. Infatti nell’attuale versione del 1995 è rinvenibile

un orientamento all’investitore, che favorirebbe l’adesione agli

IAS/IFRS nei mercati borsistici mondiali.

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Tale impostazione è desumibile anche dal fine principale che lo IASB

affida al bilancio, ovvero:

“La diffusione di informazioni sulla situazione patrimoniale e

finanziaria e sul risultato economico conseguito allo scopo di

consentire la consapevole e razionale assunzione di decisioni da

parte di un’ampia comunità di destinatari”.11

Infatti mentre nella tradizionale impostazione civilistica il bilancio

vedrebbe come destinatari gli organi sociali, qui si fa riferimento a tutti

i possibili operatori economici, rispecchiando il passaggio del bilancio

da una funzione estremamente ristretta di comunicazione dello stato

di salute dell’impresa, a uno ben più ampio di rappresentare la base

documentaria per i soggetti che devono assumere delle decisioni in

ambito aziendale.

Da qui è desumibile la composizione del bilancio che vede una

struttura non più a tre pilastri come nell’impostazione civilistica, bensì

a cinque con lo Stato Patrimoniale, il Conto Economico, il Rendiconto

Finanziario, il Patrimonio Netto e l’Allegato Esplicativo.

Sempre guardando al bilancio così come dettato dal Framework

possiamo dedurre una sorta di gerarchia che ne domina la struttura;

infatti all’apice sono collocati i postulati, ovvero gli assunti di base

della competenza e del going concern.

11 Framework www.ias.org

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Seguendo l’ordine gerarchico il secondo posto è occupato dalle

caratteristiche qualitative dell’informazione di bilancio, che risultano

essere:

Comprensibilità: si riferisce sia alle singole poste di bilancio che

al documento nel suo complesso. Con tale postulato si vuole

salvaguardare l’intenzione dell’utilizzatore che attraverso la

lettura del bilancio deve essere in grado di dedurre le

informazioni necessarie per l’assunzione di decisioni

responsabili e consapevoli. Ovviamente il lettore deve essere

in possesso di una cultura e conoscenza che gli renda possibile

la sua azione ed inoltre l’eventuale complessità di un fatto

amministrativo non è fonte di giustificazione per un’eventuale

omissione in bilancio.

Significatività: tale concetto può essere ampiamente

interpretato, ma quando ci si riferisce ad informazioni o dati

significativi, si vuole fare riferimento ad ogni dato che potrebbe

influenzare positivamente o negativamente lo stakeholder nel

processo decisionale. La significatività può essere ricondotta a

livelli quantitativi (in cui, per esempio un dato può essere

significativo se supera o se è inferiore ad un certo

ammortare12), oppure in base alla natura del dato (facendo

12 Il riferimento è ai livelli di Materiality definiti per la società

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riferimento alla fonte, al periodo di riferimento o al contenuto

qualitativo del dato). Ritroviamo tale requisito tra quelli di

maggiore interesse e sul quale bisogna porre particolare

attenzione, per evitare che l’informativa di bilancio risulti

inficiata di nozioni utili o che possano fuorviare il lettore.

Attendibilità: un’informazione è ritenuta attendibile dallo IASB

quando risulta essere:

“Scevra da errori e distorsioni rilevanti e quando gli utilizzatori

possono fare affidamento su di essa come presentazione

attendibile di ciò che intende rappresentare o di ciò che si può

ragionevolmente ritenere che essa rappresenti”13.

Quindi un bilancio è ritenuto attendibile se è capace di

rappresentare in maniera veritiera e fedele la situazione

patrimoniale, finanziaria ed economica dell’impresa.

Comparabilità: si riferisce a due dimensioni, ovvero la

temporale e la spaziale, come già precedentemente visto ed

inoltre il Framework consiglia di inserire in Conto Economico e

in Stato Patrimoniale, oltre ai dati del periodo, anche quelli del

precedente. Tale requisito può essere pienamente soddisfatto

solamente se vi è un’unità nei metodi che dettano la redazione

del bilancio e nei metodi di valutazione, che devono risultare

13 Framework, 2001: § 31

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assolutamente omogenei e privi del carattere della

discrezionalità.

Dopo questi requisiti di carattere qualitativo di primo ordine se ne

possono rinvenire altri di secondo ordine che devono essere

comunque presenti nelle informazioni contabili, e sono: la rilevanza,

la rappresentazione fedele, la prevalenza della sostanza sulla forma,

la neutralità, la prudenza e la completezza.

Quanto agli elementi strutturali del bilancio secondo gli IAS/IFRS, è

doveroso ricordare la definizione che il Framework riconduce ad

ognuna di loro.

Per quanto concerne le componenti dello Stato Patrimoniale, le

Attività sono definite come le risorse controllate dall’impresa, risultato

di operazioni svolte in passato, dalle quali sono attesi futuri benefici

economici per l’impresa; mentre le Passività sono delle obbligazioni

attuali dell’impresa derivanti da operazioni svolte in passato, il cui

regolamento porterà alla fuoriuscita dall’impresa delle risorse

economiche che costituiscono benefici economici.

Le componenti del Conto Economico positive sono i Ricavi definiti

come degli incrementi di benefici economici nel corso dell’esercizio

sotto forma di afflusso o rivalutazione di attività, nonché di decremento

di passività; mentre le negative sono rappresentate dei Costi, ovvero

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23

dei decrementi dei benefici economici nel corso dell’esercizio sotto

forma di deflusso o svalutazione di attività o di incremento di passività.

Affinché si possa ritenere esaustiva la trattazione sul bilancio, quale

strumento di rappresentazione fedele della gestione realizzata

durante l’ultimo esercizio, ricorrendo alla redazione dello Stato

Patrimoniale, del Conto Economico, del Rendiconto Finanziario e dei

prospetti esplicativi supplementari secondo i Principi Contabili

Internazionali, occorre fare un breve excursus sui principali metodi di

valutazione delle singole poste, per poi focalizzarsi su quello che

risulterà essere più appropriato ai fini della trattazione, ovvero il Fair

Value.

Dovendo chiarire cosa si intende per metodi di valutazione delle

poste, con tale espressione si fa riferimento ai diversi processi che

conducono ad assegnare un dato valore agli asset tangibili e

intangibili.

I metodi di valutazione riportati nel Framework sono:

Costo Storico: le attività sono valutate misurando le risorse

finanziarie uscite per sostenere la loro acquisizione, così come

le passività verranno contabilizzate con l’ammontare ricevuto

come contropartita per le obbligazioni assunte.

Costo Corrente: in questo caso la valutazione di basa

sull’importo che ad oggi dovrebbe essere elargito per

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estinguere l’obbligazione o per acquisire un medesimo bene

qualora fosse acquisito nel momento della redazione del

bilancio.

Valore di Realizzo: il riferimento per l’iscrizione delle attività è

l’ammontare che si realizzerebbe vendendo quel dato asset sul

mercato in condizioni di normalità e le passività saranno

valutate in base alle risorse finanziarie necessarie per

estinguere il debito.

Valore Attuale: stima dei flussi di cassa in entrata e uscita che

si generano dalla normale gestione patrimoniale.

Il Framework non indica quale sia il preferibile o quale consenta una

migliore rappresentazione dell’informativa economica finanziaria, ma

come si seguito sarà esplicato, l’assunto base per le valutazioni

orientate al costo è riposto nel concetto del Fair Value.

1.3 I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI

Di seguito verranno analizzati i principali Principi Contabili

Internazionali che risultano essere funzionali per la successiva

trattazione.

1.3.1 IFRS 13 - FAIR VALUE

Il Fair Value o “Valore Equo” secondo la traduzione italiana, è definito

come:

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“(…) corrispettivo al quale un bene può essere scambiato, o una

passività estinta, tra parti consapevoli e indipendenti, in una

transazione equa”14.

È doveroso precisare che, così come prescritto dallo IAS 8,

l’applicazione degli IAS/IFRS segue una logica retroattiva, ovvero:

“Come se tale principio fosse da sempre stato applicato”15.

La ragione per cui in esposizione di bilancio vede figurare una tale

situazione di continuità, è rinvenibile nella già citata comparabilità che

deve essere perseguita come uno degli attributi primari affinché il

bilancio possa ben rispondere all’esigenze dei suoi utilizzatori.

In tal modo viene sancito l’obbligo per l’impresa di rideterminare i

valori contabili che ne risultano interessati; ciò ovviamente non è

sempre di facile attuazione e può richiedere un ingente impego di

risorse sia in termini di tempo che di costo.

Proprio per arginare tale situazione, lo IASB sancisce alcuni casi di

esenzione del suddetto principio.

Tra questi è infatti rinvenibile:

1. Il Fair Value o rideterminazione del valore come sostituto del

costo;

14 Traduzione definizione tratta da IFRS13 15 IAS 8: principi contabili, cambiamenti di stime e errori

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2. Valutazione al Fair Value di attività o passività finanziarie al

momento della rilevazione iniziale.16

Al momento di una prima applicazione degli IAS/IFRS, seguendo una

logica di non tassatività imposta dallo IASB, l’impresa potrà

liberamente scegliere se valutare un’immobilizzazione materiale o

immateriale, nonché un investimento mobiliare al:

Costo storico, secondo un’impostazione civilistica del bilancio;

Fair Value: modello proposto dagli IAS/IFRS.

Il secondo approccio implica un’annuale rivisitazione della valutazione

effettuata, tale che questa rispecchi effettivamente il valore corrente

del bene o diritto.

È evidente come l’intenzione dello IASB sia implicita in ogni sua

disposizione, infatti anche in questo caso la ratio è sempre quella di

fornire dei dati e delle informazioni che rispecchino il più possibile la

situazione rinvenibile sul mercato. Sembra assolutamente più logico

che il valore affidato ad un asset corrisponda a quello che è

osservabile sul mercato di riferimento e che sarebbe richiesto in caso

di transazione, e non quello che invece è stato sostenuto nel passato.

In altre parole, rispetto ad una logica basata su dati storici, viene

preferita un’impostazione orientata al futuro che, sulla base di un

16 IFRS 1

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approccio di mercato, rende possibile previsioni anche per gli asset di

cui la valutazione risulta maggiormente ostica.

Dopo questa breve trattazione si può capire come il Fair Value

rappresenti il filo conduttore delle valutazioni, e pertanto all’interno dei

Principi Contabili Internazionali, tale concetto viene richiamato più

volte per l’applicabilità a vari ambiti, nonché per la successiva

applicazione al caso pratico proposto.

Di seguito si analizzeranno i maggiori.

1.3.2 IAS 32 - STRUMENTI FINANZIARI

La finalità perseguita è quella di fornire dei criteri di rappresentazione

degli strumenti finanziari in bilancio per migliorarne la comprensibilità.

L’applicabilità di tale principio riguarda le attività finanziarie, le

passività finanziarie, nonché gli strumenti rappresentativi del capitale.

Restano invece esclusi tutti quelli che, seppur considerati come

strumenti finanziari, vengono trattati separatamente da specifici

Principi Contabili Internazionali; ne sono un esempio:

Partecipazioni in controllate (IAS 27)

Partecipazioni in collegate (IAS 28)

Partecipazioni in joint venture (IAS 31)

I piani pensionistici e i benefici per i dipendenti (IAS 19 e 26)

Contratti di assicurazione (IFRS 4)

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Uno strumento finanziario è definito come un qualsiasi contratto che

dia origine a un’attività finanziaria per un’impresa e in contropartita

una passività finanziaria o uno strumento rappresentativo del

patrimonio netto di un’altra impresa17.

Le attività finanziarie possono essere sia delle disponibilità liquide, sia

degli strumenti rappresentativi del capitale, sia dei diritti contrattuali a

ricevere delle attività.

Le passività finanziarie invece sono definite come delle obbligazioni

contrattuali a consegnare delle disponibilità liquide o strumenti

finanziari, nonché un contratto che risulterà estinto tramite la cessione

di strumenti rappresentativi del proprio patrimonio.

Nell’applicazione sono annoverati anche gli strumenti derivati, i quali

sono degli strumenti finanziari il cui valore però “deriva” da modifiche

che possono interessare il tasso d’interesse, il prezzo dei titoli, il

prezzo della materie prime, il tasso di cambio, il merito creditizio, indici

di credito o indici costruiti sulle variabili precedentemente indicati18.

Tali strumenti saranno regolati a data futura e richiedono un apporto

iniziale nullo o comunque minimo.

Da qui discende la necessità di effettuare una valutazione di tale

elementi, che riporta al concetto di Fair Value, infatti come già

precedentemente visto, il Fair Value è quel valore al quale un’attività

17 Manuale IAS/IFRS ed. 2012- Dezzani, Biancore, Busso - IPSOA 18 Manuale IAS/IFRS ed. 2012- Dezzani, Biancore, Busso - IPSOA

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può essere scambiata o una passività estinta, tra parti consapevoli in

una transazione equa.

Quindi se esiste un mercato attivo di riferimento, tale valore coinciderà

con quello di mercato; se invece non è individuabile una tale

situazione, dovranno essere fatte una serie di rettifiche al Fair Value,

spiegate poi nelle informazioni integrative unitamente all’eventuale

segnalazione di una impossibilità di determinazione dello stesso.

Da ciò discende l’impostazione generale secondo cui, è sempre

determinabile e rappresenta un’attendibile approssimazione del

valore degli strumenti finanziari, ad eccezione di quelli rappresentativi

del patrimonio netto delle azioni non quotate.

1.3.2.1 ESPOSIZIONE IN BILANCIO

Viene specificato che, la società che emette uno strumento

finanziario, deve classificare il suddetto come passività finanziaria o

patrimonio netto, in base alla natura del contratto sottostante.

Se si tratta di uno strumento composto, cioè che rappresenta parte di

passività e parte di patrimonio netto, allora questo sarà classificato

distintamente nelle sue determinanti.

Poi, trattando di un acquisto di azioni proprie, nei limiti statutari,

dovranno essere dedotte dal capitale, senza la rilevazione di utili o

perdite in conto economico. Il corrispettivo pagato invece, sarà

rilevato direttamente a patrimonio.

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La rilevazione a conto economico, nella forma di costi o ricavi invece,

sarà seguita per l’esposizione in bilancio di interessi, oneri o proventi

derivanti dagli strumenti finanziari. In patrimonio netto saranno poi

esposti le distribuzioni di utili agli azionisti.

Inoltre è possibile effettuare una compensazione tra attività e passività

finanziarie, rilevando il saldo in patrimonio netto, solamente quando

esiste un diritto legale derivante dal contratto, ad effettuare tale

operazione.

In bilancio devono essere riportate anche una serie di informazioni

integrative sulla misura in cui sono stati utilizzati gli strumenti

finanziari, sul loro rischio e sugli scopi ad essi associati, che

serviranno al lettore per delle scelte sempre più responsabili.

Per rischio si intende un qualunque evento che possa impattare

negativamente sul raggiungimento dell’obiettivo, pertanto è

configurabile un universo di rischi cui l’impresa, nello svolgimento

dell’attività, è esposta.

Riducendo l’osservazione agli strumenti finanziari è possibile

annoverare il rischio di credito, di prezzo, di liquidità e quello sui flussi

finanziari che appunto attengono ad una serie di situazioni che, con

una data probabilità di accadimento, possono minare alla stabilità

dell’azienda, ma più verosimilmente possono rendere inefficaci

business plan e previsioni effettuate, con la conseguente

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ripercussione per chi ha fatto affidamento sui suddetti nell’assunzione

delle scelte economiche.

L’impresa per arginare o rendere meno probabile tale situazione deve

sviluppare ed efficacemente comunicare, la strategia e le procedure

di gestione del rischio finanziario.

Le informazioni devono anche riguardare l’ammontare nonché la

natura degli strumenti detenuti, le condizioni e i limiti contrattuali che

possono incidere su tempi, importi e probabilità, ed anche i Principi

Contabili adottati con le conseguenti metodologie.

1.3.3 IAS 39 - STRUMENTI FINANZIARI: RILEVAZIONE E

VALUTAZIONE

Il fine del presente principio è:

“Stabilire i principi per rilevare e valutare le attività e le passività

finanziarie, nonché alcuni contratti per l’acquisto o la vendita di

elementi non finanziari”.19

Nonostante l’applicabilità sia prescritta per tutti gli strumenti finanziari,

anche in questo caso sono presenti delle esenzioni che, oltre quelle

già viste precedentemente, sono:

Diritti e obblighi relativi a contratti di leasing;

19 Manuale IAS/IFRS di Dezzani, Biancone e Busso ed. Ipsoa.

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Contratti forward che danno vita ad una aggregazione

aziendale ad una data di acquisizione futura;

Impegni all’erogazione di finanziamenti diversi da quelli presenti

nel principio;

Diritto al rimborso derivante da spese rilevate come passività.

Quando nella definizione della finalità si è fatto riferimento a contratti

per acquisto o vendita di un bene non finanziario, l’applicabilità o

meno dello IAS 39 dipende dallo scopo per il quale tali contratti sono

stati stipulati. In particolare quelli che vengono inclusi sono i cosiddetti

“non normali”, a discapito dei “normali”; la differenza tra i due non

risiede tanto nelle condizioni del contratto o nelle rispettive

obbligazioni, quanto al fine per il quale è stato posto in essere,

essendo il “non normale” stipulato non propriamente per giungere poi

al possesso del bene non finanziario, quanto per il fine speculativo

che ne deriva.

1.3.3.1 CLASSIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI

La classificazione così come proposta dallo IAS 39, è articolata in

quattro categorie, ognuna delle quali segue una valutazione

differenziale successivamente trattata.

Fair Value to Profit e Loss (FVTPL) - sono le attività e le passività

finanziarie al Fair Value rilevate in conto economico. Tale categoria

comprende sia gli strumenti finanziari detenuti per la negoziazione

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(HfT), sia gli strumenti che in prima rilevazione sono stati valutati al

Fair Value (Fair Value Option).

Essendo stati acquistati al fine di trarre profitto dalla fluttuazione dei

prezzi, si poggia un orizzonte temporale di breve periodo e tale attività

dovrebbe configurarsi come un’operazione di routine posta in essere

dall’impresa.

Held to Maturity (HtM) - è un’attività o una passività finanziaria

detenuta ai fini della negoziazione, quindi di venderla o riacquisirla nel

breve periodo. Rientrano i portafogli che l’impresa gestisce e detiene

fino alla data di scadenza, sulla base di una strategia ben definita

messa in atto per incrementare il profitto.

Loans and Receivables (L&R) - nella terza categoria annoverata dallo

IAS 39, troviamo i finanziamenti e crediti che prevedono pagamenti

fissi e che non devono essere quotati nel mercato borsistico. Tali

strumenti finanziari sono generati da prestiti di denaro, per esempio

quelli elargiti dalle banche, dalla vendita di beni o dalle prestazioni di

servizio. Quindi classici esempi possono essere i finanziamenti attivi,

i crediti commerciali a breve scadenza, investimenti in titoli di debito

(che però non devono essere mai stati quotati) e depositi che le

banche effettuano presso altri istituti di credito.

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Tali attività e passività così originate, non saranno classificate tra gli

investimenti detenuti fino a scadenza, anche se non vi è l’intenzione

dell’impresa di vendere nel breve termine.

Available for Sale (AfS) - non è rinvenibile una definizione univoca di

tale categoria, avendo essa una natura residuale. Infatti, qui trova

allocazione tutto ciò che non è negoziazione ed è disponibile per la

vendita

Possono rientrare in tale ambito:

Le attività finanziarie effettivamente detenute pe la vendita;

Titoli azionari per il trading;

Titoli di debito, detenute per attività diverse dal trading e non

classificabili in HtM;

Crediti la cui cessione è già stata prevista;

Tutte le attività non classificate in un’altra categoria.

1.3.3.2 ISCRIZIONE IN BILANCIO E RILEVAZIONE

Dalla definizione di strumento finanziario, si deduce che ciò che rileva

è il contratto sottostante in virtù del quale nascono reciproche

obbligazioni.

Quindi, lo strumento finanziario dovrà essere rilevato, per la prima

volta quando l’impresa potrà configurarsi come una delle parti

contrattuali.

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La rilevazione in conformità con i principi generali degli IAS/IFRS,

deve essere effettuata al Fair Value, per le attività, va rilevato il valore

equo del corrispettivo pagato, per le passività, quello del corrispettivo

ricevuto. Dunque, il costo coinciderà con il prezzo di mercato, se

questo esiste, altrimenti si dovrà effettuare una stima dei cash flow

futuri attualizzandoli al tasso di mercato.

Nella rilevazione iniziale devono essere considerati anche i costi di

transazione, che possono essere direttamente attributi al processo

che ha condotto all’acquisizione o all’emissione. Con tale espressione

ci si riferisce ai costi diretti come quelli dovuti ad agenti, brokers e

advisor, oppure le commissioni pagate alle agenzie e alle commissioni

di controllo e vigilanza. Ne restano invece esclusi i costi amministrativi

interni, quelli di manutenzione, oppure i costi per uscire o vendere la

transazione.

1.3.4 IAS 36 - RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITA’

Il suddetto principio IAS disciplina il procedimento che porta a definire

se l’attività è iscritta in bilancio ad un corretto valore, ovvero che non

siano avvenute delle perdite di valore e che il valore iscritto non sia

superiore al valore di recuperabile.

Tale ammontare è definito come il maggiore tra il Fair Value al netto

di eventuali costi di dismissione e il valore d’uso, ovvero il valore

attuale dei flussi finanziari futuri.

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L’applicazione riguarda:

L’avviamento;

Le attività immateriali;

Le attività materiali non correnti;

Partecipazioni in controllate, collegate e joint venture (presenti

nel bilancio consolidato.

Non trovano invece applicazione:

Le rimanenze;

Le attività derivanti da lavori in corso su ordinazione;

Le attività fiscali differite;

Le attività derivanti da benefici per i dipendenti;

Le attività finanziarie rientranti nello IAS 39;

Gli investimenti immobiliari valutati al Fair Value;

Le attività non correnti.

Il Principio Contabile Internazionale prescrive che l’Impairment Test

serve a valutare che le singole attività non siano iscritte in bilancio ad

un valore contabile più alto di quello recuperabile.

La regola aurea è che tale analisi deve essere condotta sulla singola

attività, salvo che non sia in grado di generare flussi finanziari in

entrata indipendenti da quelli che derivano da altre attività.

Il primo step consiste nell’identificazione di un’unità che possa aver

subito una riduzione di valore. Tale procedura deve essere svolta

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annualmente per le attività immateriali con vita utile indefinita e che

non siano ancora disponibili per l’uso e per l’avviamento; oppure ogni

qual volta si manifestino degli indicatori o dei segnali tali da rendere

plausibili una perdita di valore.

A tal proposito le fonti che possono condurre ad una simile situazione

hanno natura esterna o interna.

Quanto alla prima si tratta di informazioni che provengono dal

contesto in cui l’impresa opera, ovvero:

Quando si è verificato, nel corso dell’esercizio, una diminuzione

del valore di mercato più alta di quanto ci si sarebbe aspettati;

Quando si verificano variazioni nella tecnologia, mercato,

ambiente finanziario o normativo in cui l’impresa opera o è

collegata;

Tassi di interesse o altri indicatori di redditività degli

investimenti.

Quanto alla seconda, si necessita di quantificare la perdita

all’esistenza di uno dei seguenti indicatori:

Deterioramento o obsolescenza dell’attività;

Cambiamenti che includono piani di ristrutturazione o di

cessazione attività;

Risultati economici peggiori rispetto i preventivati;

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Dati provenienti dal sistema di controllo interno relativi a

budget e performance.

Di seguito verranno analizzate le modalità di calcolo del Fair Value ai

fini dell’applicazione dell’Impairment Test. La miglior indicazione del

Fair Value deriva dall’osservazione del prezzo che emerge da un

accordo di vendita vincolante, oppure dal prezzo di riferimento in un

mercato attivo; nei casi in cui tali situazioni non sono configurabili, di

determina l’ammontare in base alle migliori informazioni disponibili

valutate per accuratezza e attendibilità. Da tale importo, come già

accennato precedentemente, vanno dedotti i costi di vendita o di

dismissione20.

Quello che invece si può definire come valore interno è il Valore d’uso,

ovvero l’attualizzazione dei flussi finanziari futuri generati da una

singola attività o da un gruppo di attività.

Da qui c’è una chiara impostazione attuariale del compito da svolgere,

dovendo poi scontare tali flussi finanziari con appropriato tasso di

attualizzazione per portare la valutazione al tempo presente.

I criteri per la stima di tali grandezze, devono basarsi su presupposti

ragionevoli e sostenibili, in modo da rappresentare la miglior stima

possibile. Le proiezioni inoltre devono basarsi sui budget approvati

20 Sono considerati tali le spese legali, di imposta, di bollo e simili, i costi di rimozione dell’attività, i costi che si rendono necessari per prendere possibile la vendita.

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dalla direzione, che devono coprire un periodo massimo di cinque

anni, facendo uso di un appropriato tasso di crescita.

I flussi devono considerare:

Le proiezioni dei flussi positivi che derivano dall’uso

continuativo dell’attività;

Le proiezioni dei flussi negativi necessari per generare flussi

finanziari dell’uso continuativo dell’attività;

I flussi finanziari netti che derivano dalla dismissione alla fine

della sua vita utile.

Definendo così i flussi finanziari è doveroso effettuare una stima del

tasso di attualizzazione, il quale differisce in base a come l’impresa

ha determinato i flussi finanziari. Infatti può essere seguito un

approccio tradizionale o un approccio basato sui flussi di cassa attesi.

Dunque se si opta per l’approccio tradizionale, si deve tener conto,

non solo del valore attuale del denaro, ma anche delle possibili

variazioni nei flussi, dell’incertezza implicita nell’attività, nonché di una

serie di fattori che possono verificarsi sul mercato ed incidere sulla

stima. La seconda alternativa invece incorpora tali considerazioni già

nel calcolo dei flussi e pertanto il tasso di sconto riflette solo l’elemento

del denaro.

A prescindere dal tipo di impostazione scelto, il tasso di

attualizzazione dovrà in ogni caso essere al lordo dell’imposta.

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Basandoci sull’approccio tradizionale dunque, il tasso deve

rappresentare il costo opportunità dell’investimento, ovvero il

rendimento che si avrebbe sul mercato investendo in un’attività di

medesima rischiosità, rappresentando così il tasso di mercato.

Nella determinazione del tasso si deve tener conto del Costo Medio

Ponderato del Capitale (WACC), il quale rappresenta una media

ponderata del costo del capitale di debito e proprio, considerando il

beneficio che deriva dall’indebitamento21.

WACC=𝐸

𝐸+𝐷× 𝑟𝑒 +

𝐷

𝐸+𝐷× 𝑟𝑑 × (1 − 𝑡𝑐)

In cui:

E= equity

D= debt

E+D= enterprice value

re & rd= rispettivamente costo dell’equity e del debt

(1-tc)= tax shield, ovvero beneficio fiscale da indebitamento.

Quindi il WACC non è altro che il tasso che l’impresa dovrà sostenere

se ipotizza di finanziarsi sia con capitale proprio che con capitale

esterno

21 La formula di seguito proposta è infatti relativa al WACC after tax

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1.3.5 IAS 19 - I BENEFICI PER I DIPENDENTI

Il presente principio contabile ha la finalità di mostrare la modalità di

contabilizzazione e le informazioni integrative riguardanti i benefici

erogati ai dipendenti.

Per benefici si intende ogni tipo di remunerazione erogata da

un’impresa ai dipendenti, in cambio della prestazione lavorativa da

loro eseguita; per dipendenti invece si vuole far riferimento a tutto il

capitale umano impiegato nell’azienda.

Dalla seguente trattazione non trovano riscontro i pagamenti sotto

forma di azioni22.

Lo IAS 19 individua quattro categorie di benefici che possono essere

erogati e sono: benefici a breve termine, benefici successivi al

rapporto di lavoro, altri benefici a lungo termine23 e benefici per la

cessazione anticipata del rapporto di lavoro.

Benefici a breve termine: sono dei compensi dovuti per l’opera

prestata, che devono essere liquidati entro i dodici mesi successivi

alla chiusura dell’esercizio in cui l’attività è stata prestata24. Classici

esempio possono essere i salari e stipendi o i contributi per oneri

sociali.

22 Ad esempio i piani di stock option trattati separatamente dall’ IFRS 2. 23 Sono dovuti dopo più di un anno dal termine dell’esercizio, e possono essere: permessi legati all’anzianità di servizio o alla possibilità di periodi sabbatici, benefici per invalidità o strumenti di partecipazioni agli utili. 24 I principi contabili internazionali – G. Savioli – ed. Giuffrè.

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La rilevazione in conto economico avviene in base al principio di

competenza economica, al valore nominale, senza la necessità di

effettuare delle valutazioni attuariali.

Benefici successivi al rapporto di lavoro: qui sono disciplinati tutti i

benefici che pervengono al lavoratore una volta che il rapporto di

lavoro è stato concluso25.

È possibile individuare due categorie, rispettivamente quelle che

prevedono programmi a contribuzione definita e quelli invece a

benefici definiti.

Quanto alla prima, sarà l’impresa a dover versare dei contributi

appunto definiti in un apposito fondo e sarà proprio da questo fondo

che trovano capienza tutti i benefici dovuti. L’ammontare delle somme

corrisposte ai dipendenti, dipenderà, oltre da tali contributi, anche

dall’effettivo rendimento delle somme investite nel lasso di tempo che

precede la maturazione del diritto, nonché della tabelle attuariali

utilizzate. Quindi in tale caso l’obbligazione del datore di lavoro si

esaurisce nel versamento dei contributi e quindi il rischio26 graverà in

maniera integrale sul dipendente.

25 Fanno eccezione quelli disciplinati dall’IFRS 2 e quelli dovuti per la cessazione del rapporto di lavoro 26 Rischio di investimenti, relativo alla gestione del fondo, e rischio attuariale, connessi ad un’eventuale svalutazione, al tempo e ai benefici attesi.

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Dal punto di vista della valutazione contabile, troveremo in conto

economico il costo ed in stato patrimoniale tra le passività, il debito

corrispondente già decurtato delle somme eventualmente versate.

Quanto invece ai piani a benefici definiti, abbiamo un’inversione del

soggetto che sopporta il rischio, essendo questa volta il datore di

lavoro; ciò accade perché la situazione è rovesciata.

È già definito l’ammontare che dovrà pervenire al dipendente e in

base alle tecniche attuariali, si stima un certo valore che il datore è

tenuto a versare; qualora questo non sia sufficiente, il datore dovrà

effettuare delle integrazioni per garantire le prestazioni pensionistiche

predeterminate.

Per quanto attiene alla valutazione e rilevazione di bilancio, si dovrà

contabilizzare non solo il costo previdenziale, ma anche il valore

attuale dell’obbligazione. Quindi occorrerà stimare una serie di ipotesi

di base che influenzeranno il costo dei benefici come: il tasso di

rotazione dei dipendenti, il tasso di mortalità o aumenti retributivi

attesi.

Dunque il primo passo da fare per una corretta contabilizzazione

risiede nell’effettuare una stima dei compensi dovuti basandosi sul

Projected Unit Credit Method.

Tale metodologia, che rappresenta la tecnica attuariale di base, ha

origine anglosassone e si distanzia fortemente dall’impostazione

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civilistica. Partendo dalle basi tecniche demografiche finanziarie e

economiche finanziarie, simula nel futuro le obbligazioni verso ogni

dipendente, per poi attualizzarle alla data di bilancio.

Il Tasso di sconto è rappresentato dal rendimento delle obbligazioni

di società che possono essere comparate per condizioni e valuta27.

Le passività così determinate andranno rilevate in conto economico e

risulterà il costo del servizio prestato dal dipendente, maggiorato dei

interessi passivi.

Se risultano delle differenze tra quanto stimato e quanto realmente

accaduto, vanno rilevate degli utili o perdite attuariali, che possono

derivare anche da modifiche nelle basi tecniche selezionate.

1.3.6 IAS 38 - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI

Le immobilizzazioni immateriali sono definite come delle attività che

non presentano una consistenza fisica.

Ai fini dell’iscrizione in bilancio, è necessario che sia desumibile un

afflusso di benefici economici riferibili all’attività e il relativo costo deve

poter essere stimato in maniera attendibile.

27 Il tasso di sconto può essere definito anche come costo opportunità dell’investimento, infatti in Corporate Finance, si fa riferimento alla possibilità che gli azionisti, piuttosto che investire in asset aziendali, posso investire la stessa somma liberamente sul mercato. Il rendimento interno deve almeno uguagliare quello che si potrebbe ottenere sul mercato, altrimenti questo non avrebbe un senso economicamente conveniente, preferendo a parità di condizioni un rendimento più alto.

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In base alle modalità di acquisizione della stessa, varia la

configurazione del costo da rilevare, infatti nel presente Principio ne

sono individuate cinque modalità:

Attività acquistate separatamente, in tal caso le due caratteristiche

richieste sono chiaramente desumibili dal prezzo pagato per

l’acquisizione separata, al netto di sconti commerciali e abbuoni,

imputando anche gli oneri necessari all’acquisizione.

Attività acquisite attraverso operazioni di aggregazione aziendale, il

costo di iscrizione iniziale coinciderà con la valutazione al Fair Value

alla data in cui l’operazione ha avuto luogo.

Attività generate internamente, l’identificazione della probabilità di

generazione di flusso e la determinazione del costo diventano più

complesse e potrebbero essere affette da eccessiva discrezionalità.

Pertanto l’impresa dovrà distinguere due fasi, quella di ricerca e quella

di sviluppo, in cui la prima attiene all’indagine, all’ideazione e alla

progettazione, mentre la seconda alla fattibilità e realizzabilità della

stessa.

Tutti i costi che saranno sostenuti in tale processo, confluiranno nel

costo dell’attività immateriale da iscrivere in bilancio28.

28 I principi contabili internazionali – G. Savioli – ed. Giuffrè

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1.3.7 IFRS 4 - CONTRATTI ASSICURATIVI.

L’IFRS 4 ha lo scopo di fornire indicazioni circa la contabilizzazione

dei contratti assicurati, ma occorre specificare che tale principio, non

rappresenta la soluzione definitiva alla questione, la quale conoscerà

stabilità solo quando sarà terminata la seconda fase del progetto

portato avanti dal Board. Successivamente verrà analizzato nel

dettaglio con il riferimento più ampio al settore assicurativo, per il

momento la trattazione è limitata a quanto riportato sull’attuale

formulazione dell’IFRS 4.

Innanzitutto occorre definire cosa di intende per contratto assicurativo,

secondo il Principio Contabile Internazionale, appendice A, esso è:

“Un contratto in base al quale una delle parti (l’assicuratore) accetta

un rischio assicurativo significativo da un terzo (l’assicurato)

concordando di risarcire l’assicurato nel caso in cui lo stesso subisca

danni conseguenti a uno specifico evento futuro incerto (l’evento

assicurato)”.

Da questa definizione possiamo ricavare una serie di elementi salienti

ai fini della trattazione. Anche in questo caso, data la natura

contrattuale sono identificabili le due parti, l’assicuratore e

l’assicurato. Tra questi due soggetti avviene il trasferimento del rischio

contro un pagamento rappresentato dal premio, il quale dovrebbe

avare ammontare relazionato all’entità del rischio che l’assicuratore

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viene così a sostenere, ricordando che la gestione del rischio è

l’attività primaria delle compagnie assicurative.

Il rischio in questione è ovviamente di tipo assicurativo, che si

differenzia rispetto al finanziario e deve avere il carattere della

significatività29. Quanto all’evento futuro incerto, l’incertezza risiede

sia nella sua probabilità di accadimento, sia nel momento e sia

nell’ammontare che dovrà essere elargito in caso di accadimento;

basta anche solo uno di questi requisiti per classificare un evento

come tale. In base alla natura dell’evento poi si definiscono di rami

dell’assicurazione, essendo configurabile o come polizza danni o

come polizza vita, ma la specifica è rinviata a successiva trattazione.

Una volta delineati così gli elementi cardine di un contratto

assicurativo, torniamo alle disposizioni dell’IFRS 4, in cui dopo aver

confinato l’ambito di applicazione, ovvero i contratti assicurativi (ivi

compresi quelli di riassicurazione) e gli strumenti finanziari di propria

emissione contenti un elemento di partecipazione discrezionale,

disciplina la misurazione e rilevazione degli stessi.

In particolare al paragrafo 15 viene specificato che:

“L’assicuratore deve valutare, a ogni data di riferimento del bilancio,

l’eventuale congruità delle passività assicurative rilevate, utilizzando

29 Così come già anticipato, un rischio è tale se vi è una ragionevole certezza che esso si verifichi, causando un cambiamento significativo nel valore attuale dei flussi di cassa netti dell’assicuratore.

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stime correnti dei flussi finanziari derivanti dai proprio contratti

assicurativi. Se da tale valutazione si evince che il valore contabile

delle passività assicurate (al netto delle attività immateriali e dei costi

di acquisizione differiti connessi) è inadeguato alla luce dei flussi

finanziari futuri stimati, l’intera carenza deve essere rilevata nel

conto economico”.

L’assicuratore deve quindi effettuare una verifica di congruità delle

passività, conforme alle disposizioni minime, ovvero:

Considerare le stime correnti di tutti i flussi finanziari contrattuali

e di quelli ad esso annessi;

Rilevare a conto economico l’eventuale incongruità.

Se invece, per i principi contabili adottati dall’assicuratore, non è

prevista un’analisi come questa sopra descritta, l’assicuratore dovrà:

Determinare la differenza tra il valore contabile delle passività

assicurate e di qualsiasi costo correlato, attività immateriale

correlata;

Valutare se l’importo che risulta iscritto in bilancio sia inferiore

o meno a quanto richiesto dallo IAS 3730. Se l’importo è

inferiore allora la differenza andrà a conto economico e si

30 IAS 37, Accantonamenti, passività e attività potenziali.

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dovrà aumentare il valore contabile delle passività

assicurative31.

Come si evince dal paragrafo 2 del presente principio, l’applicabilità è

estesa anche ai contratti di riassicurazione, definiti come un contratto

assicurativo emesso al fine d indennizzare un altro assicuratore per

perdite derivanti da contratti emessi dal cadente.

Se tali attività subisco una riduzione di valore32, il cedente dovrà

ridurre il valore contabile e in contropartita rilevare la perdita a conto

economico.

Quanto alle informazioni integrative che devono essere fornite, queste

devono riportare all’identificazione ed illustrazione degli importi iscritti

in bilancio. In particolare devono riguardare la scelta dei Principi

Contabili adottati, le attività e le passività derivanti dai contratti

assicurativi, il processo che ha condotto alla determinazione delle

ipotesi.

Inoltre, deve essere presente anche una specifica in merito alla natura

ed entità dei rischi:

Obiettivi, politiche e processi per la gestione del rischio;

Informazioni sul rischio assicurativo (sensitività, concentrazioni,

i sinistri effettivi rispetto alle stime precedenti)

31 Oppure alternativamente ridurre il valore contabile delle attività immateriali o dei costi di acquisizione connessi. 32 Tale situazione è configurabile se esistono prove oggettive e se l’impatto può essere misurato in maniera attendibile.

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Informative relative al rischio di credito, di liquidità e di

mercato33.

33 La classificazione delle informazioni integrative è stata ripresa dai paragrafi 36/37/38/39 dell’IFRS4.

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CAPITOLO 2: SOLVENCY II

2 INTRODUZIONE

Il capitolo che segue, frutto anche dello studio di un libro con vede

come autore Stefano Hajek e intitolato “Solvency II – Strumenti per il

risk management delle imprese assicurative-”, sarà focalizzato

sull’analisi di alcune direttive desunte dal progetto denominato

Solvency II, il quale concerne la definizione di regole e i loro effetti

sulla solvibilità delle imprese di assicurazione.

Le motivazioni che hanno condotto all’emanazione di un simile corpus

sono numerose quanto intuitive dall’osservazione di ciò che accade

sul mercato.

Innanzitutto la situazione da arginare è quella in cui una compagnia

non sia in grado di soddisfare le obbligazioni verso gli assicurati e se

ciò non fosse possibile, di ridurre le perdite che gli assicurati

subiranno; poi si trovano elementi rinvenibili nella tempistica con la

quale l’autorità di vigilanza deve essere avvisata e intervenire nel caso

in cui il capitale scenda al di sotto di un livello minimo, nonché

promuovere un senso di fiducia nella stabilità finanziaria del settore

assicurativo.

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Nel nuovo regime Solvency II l’attenzione è rivolta, oltre che alle

riserve e agli investimenti a copertura, ai Requisiti Patrimoniali di

Solvibilità (SCR).

Dunque, le informazioni che dovranno essere fornite ai diversi

stakeholders, riguardano soprattutto il monitoraggio dei rischi e la loro

quantificazione, il capitale necessario per mantenere un livello minimo

di solvibilità, gestione del rischio in termini di risposta allo stesso e

infine una valutazione della redditività dei portafogli vagliando gli

scenari configuratisi.

2.1 LINEE GUIDA E STRUTTURA DI SOLVENCY II

Introducendo i principi ispiratori del nuovo regime, ciò che risulta

essere chiaro è quanto sia dominante una visione del Bilancio redatto

in conformità ai principi contabili internazionali, elemento conduttore

di tutta la trattazione.

Come già precedentemente visto, grazie a questa impostazione, si

perviene a livelli di conformità e scindibilità, impossibili da raggiungere

seguendo principi local.

Un altro fattore maggiormente enfatizzato è il risk management, non

intendendo però una particolare centralità del risk manager, quanto

più una consapevolezza generale e una cultura orientata al rischio a

tutti i livelli dell’impresa; tanto più che un altro elemento che si trova

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tra i principi ispiratori è proprio un approccio risk sensitive, il quale

attraverso opportune linee di azione può condurre al successo di

un’azienda sia come maggiore redditività sia come vantaggio

competitivo e sostenibile.

Rivolgendo poi l’attenzione sulla struttura che presenta il regime di

solvibilità in questione, è ormai comune definirla, secondo una

metafora, a “tre pilasti” come si può osservare all’immagine:

FIGURA N. 3: STRUTTURA SOLVENCY II34

Nel primo sono rinvenibili disposizione in merito ad aspetti

quantitativi e criteri di valutazione delle attività e passività,

determinazione dei fondi propri e la loro ammissibilità ai fini della

copertura dei requisiti patrimoniali, il calcolo del Solvency Capital

34 Immagine tratta da www.assicuriamocibene.it

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Requirement (SCR) e del Minimum Capital Requirement (MCR) e gli

investimenti necessari per la copertura delle riserve e del SCR.

Nel secondo pilastro sono trattati aspetti prettamente qualitativi

che, come già accennato nell’introduzione, rappresentano parte

integrante del nuovo regime. Infatti qui vengo definiti alcuni ruoli

essenziali per l’efficienza della struttura, c’è la centralità del risk

manager e del supervisor, che servono a definire i requisiti e i criteri

per una giusta valutazione e riposta al rischio, nonché requisiti

patrimoniali aggiuntivi e con maggior grado di dettaglio.

Il terzo infine, concerne tutta la serie di obblighi informativi e di

disciplina di mercato a carico delle imprese di assicurazione verso i

fruitori. Le stesse riguardando i più svariati aspetti che possono

influenzare le decisioni economiche, come gli obiettivi raggiunti e

quelli invece mancati in termini di solvibilità e di requisiti patrimoniali,

nonché informazioni riguardanti la struttura di governance e quante

altre utili per definirla chiara e trasparente.

2.2 BEST ESTIMATE E RISK MARGIN

Desumendo alcuni articoli dalla Direttiva 2009/138/CE, la quale

contiene i principi generali del regime Solvency II, si può leggere che:

“Le attività sono valutate all’importo al quale potrebbero essere

scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione

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svolta a normali condizioni di mercato; le passività sono valutate

all’importo al quale potrebbero essere trasferite, o regolate, tra parti

consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali

condizioni di mercato”. (art. 75)

Queste sono le regole per valutare le attività e le passività secondo

un approccio market consistent, ovvero coerente alle condizioni di

mercato e che fanno riferimento al valore che queste potrebbero

assumere se fossero allocate a quel tempo in una transazione.

Chiaro è anche il riferimento al criterio del Fair Value, infatti vi è

specifico richiamo ai principi IAS/IFRS come base per la valutazione

di tali elementi.

Da questo primo articolo non si desume alcun punto di scostamento

dalla tradizionale impostazione che dovevano seguire le imprese

assicurative, ma l’applicazione di tale concetto riguarda anche le

riserve tecniche, le quali devono essere calcolate in maniera

prudenziale e obiettiva.

Infatti si legge che:

“Il valore delle riserve tecniche corrisponde all’importo attuale che le

imprese di assicurazione e di riassicurazione dovrebbero pagare se

dovessero trasferire immediatamente le loro obbligazioni di

assicurazione e di riassicurazione a un’altra impresa di

assicurazione o di riassicurazione.” (art. 76)

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Le polizze assicurative però non possono essere assimilate ad un

bene materiale che può essere scambiato sul mercato, poiché un

mercato in cui è possibile osservare i prezzi delle relative transazioni

non è configurabile.

Ciò potrebbe condurre ad una eccessiva discrezionalità, quando si fa

riferimento all’importo che le imprese dovrebbero pagare,

presentando queste diverse caratteristiche ed elementi che non

possono essere valutati in maniera omogenea senza operare termini

di distinzioni.

L’EIOPA35 si è adoperata in tal proposito stabilendo che le riserve

tecniche dei rami vita dovranno essere classificate in base alle Linee

di Business (LoB)36, tener conto di tutti i flussi di cassa futuri che

derivano dai contratti, basarsi su ipotesi realistiche di base37 e sarà

richiesta, ai fini della stima del risk margin, la protezione dei requisiti

di capitale fino a scadenza delle obbligazioni.

35 European Insurance and Occupational Pension Authority, è un organismo dell’Unione Europea con sede a Francoforte. Attività primaria è la vigilanza sul mercato assicurativo e delle pensioni aziendali e professionali. Risponde quindi ad una protezione dell’interesse pubblico e da un contributo per la stabilità e l’efficacia del sistema economico europeo. 36 Con il termine Linee di Business si fa riferimento al concetto di segmentazione che deve essere effettuato per la valutazione delle riserve. In particolare la classificazione dei diversi contratti presenti nel portafoglio di una compagnia assicurativa deve essere effettuata per una omogeneità della sostanza e non tanto della forma degli stessi; altro punto di contratto con i Principi Contabili Internazionali. Facendo riferimento ai contratti vita, che sono quelle studiate in tale sede, una metodologia che può essere seguita è quella che prevede la suddivisione in contratti in cui il è prevalente il rischio di morte oppure di sopravvivenza, nonché di invalidità/morbilità ed infine quelli che sono perlopiù assimilabili ad un contratto di investimento. 37 Ad esempio: inflazione, mortalità riscatti, spese e azioni del management.

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Il successivo articolo continua specificando che l’importo di tali riserve

deve essere pari alla somma di due componenti: la migliore stima e il

margine di rischio; definiti come:

“La migliore stima corrisponde alla media dei flussi di cassa futuri

ponderata con la probabilità, tenendo conto del valore temporale del

denaro (valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri) sulla base

della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di

rischio.” (art. 77.2)

Il calcolo dovrà essere riferito al lordo di eventuali importi recuperabili

tramite contratti di riassicurazione e, basandosi su ipotesi realistiche,

perviene alla definizione di tutte le entrate e uscite di cassa necessarie

per l’estinzione delle obbligazioni.

“Il margine di rischio è tale da garantire che il valore delle riserve

tecniche sia equivalente all'importo di cui le imprese di assicurazione

e di riassicurazione avrebbero bisogno per assumersi e onorare le

obbligazioni di assicurazione e riassicurazione.” (art. 77.3)

Inoltre:

“Il margine di rischio è calcolato determinando il costo della

sostruzione di un importo di fondi proprio ammissibili pari al requisito

patrimoniale di solvibilità necessario per far fronte alle obbligazioni di

assicurazione e di riassicurazione per tutta la loro durata di vita.”

(art. 77.5)

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Da qui si desume che la normativa suggerisce l’utilizzo del metodo del

costo del capitale a discapito di quello dei percentili.

Seguendo la prima impostazione, il risk margin viene determinato in

base al costo di detenzione del capitale necessario per far fronte alle

obbligazioni verso gli assicurati, determinando poi i futuri risk capital

in un orizzonte temporale relativo agli impegni già in essere al

momento della valutazione. Il risk margin che rappresenta quella

quota di eccedenza delle riserve rispetto la best estimate, si configura

qui come il prezzo per il rischio in una accezione del tutto coerente

con quanto disciplinato dagli IAS/IFRS.

La seconda modalità invece prevedeva un calcolo di base stocastica,

che vede la differenza tra un percentile stabilito (al 75%) e il valore

della best estimate. Appare evidente quanto il risultato dipenda

estremamente del percentile e dalla metodologia stocastica.

In ottemperanza alle disposizioni dell’art. 77, la migliore stima e il

margine di rischio devono essere valutati separatamente, eccezion

fatta dei casi in cui i flussi futuri possano essere desumibili in maniera

certa dal valore di mercato.

A norma dell’art. 78, gli altri elementi che devono essere considerati

per il calcolo delle riserve tecniche risultano essere:

Le spese relative all’estinzione delle obbligazioni;

Il tasso di inflazione;

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Tutti i pagamenti che sono previsti a favore dei contraenti e/o

beneficiari.

2.3 IL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIILIA’

A norma della Direttiva 2009/138/CE, art. 101-104, il requisito

patrimoniale di solvibilità è stabilito in modo da garantire che siano

presi in considerazione tutti i rischi quantificabili cui la Compagnia è

esposta, cosa che corrisponde al valore al rischio dei propri fondi.

Il Solvency Capital Requirement (SCR) è il capitale necessario per

garantire l’adempimento, nel corso dei successivi dodici mesi, delle

obbligazioni verso i clienti che hanno stipulato polizze, con una

probabilità pari o superiore al 99.5%.

Quando la probabilità è più bassa, ovvero pari all’85%, si parla di

Requisito Patrimoniale Minimo (MCR), il quale può oscillare tra il 25%

e il 45% dell’SCR, ma comunque non inferiore a euro 3.200.000 per

le imprese di assicurazione vita. All’aggravarsi della situazione,

diverse saranno le forme di intervento da parte dell’Autorità di

Vigilanza.

Per calcolare l’SCR di Base, occorre prendere in considerazione

opportuni coefficienti di correlazione, ovvero:

Il rischio di sottoscrizione non vita (SCRnl) e vita (SCRlife),

Il rischio di sottoscrizione malattia (SCRhealth),

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Il rischio di mercato (SCRmkt),

Il rischio di credito (SCRdef),

Il rischio operativo (SCRop).

Da cui:

𝐵𝑆𝐶𝑅 = √∑ 𝐶𝑜𝑟𝑟𝑖𝑗 × 𝑆𝐶𝑅𝑖 × 𝑆𝐶𝑅𝑗𝑖𝑗

Dove, 𝑆𝐶𝑅𝑖 , 𝑆𝐶𝑅𝑗 corrispondono ai relativi moduli di rischio,

intendendo poi con tale nomenclatura che la sommatoria dei vari

termini dovrebbe coprire tutte le possibili combinazioni i e j.

Il fattore di correlazione invece fa riferimento alla seguente tabella:

FIGURA N. 4: INDICI DI CORRELAZIONE38

Ai fini del calcolo del requisito di capitale, si procede inizialmente ad

un calcolo dei coefficienti di correlazione dei vari sottosistemi che

presentano i principali rischi sopra descritti, aggregandoli poi per

ottenere un BSCR.

38 Tabella tratta da Dir. 138/2009/CE Allegato IV.

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A questo poi vengono aggiunti poi il rischio operativo ed un relativo

aggiustamento per l’assorbimento del rischio dalle riserve tecniche,

ottenendo così il Solvency Capital Requirement complessivo.

Da cui:

𝑆𝐶𝑅 = 𝐵𝑆𝐶𝑅 + 𝐴𝐷𝐽 + 𝑆𝐶𝑅𝑜𝑝

Inserendo una rappresentazione grafica della scomposizione operata:

FIGURA N.5: SCOMPOSIZIONE SCR39

Volendo soffermare l’attenzione al primo coefficiente elencato, si

definisce come Rischio di Sottoscrizione vita, una componente

caratteristica dell’attività posta in essere dalla Compagnia, relativo alle

dinamiche che interessano la vita dei clienti assicurati.

39 Immagine tratta da www.huo.hr

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La logica di calcolo sarà la medesima della sopradescritta, ma

saranno presi in considerazione i diversi sottomoduli che

compongono il modulo di base, ovvero:

Mortalità;

Longevità;

Invalidità, morbilità;

Spesa dell’assicurazione vita;

Revisione;

Estinzione anticipata;

Catastrofe.

Quanto appena trattato fa riferimento alla formula standard, però

come specificato all’art. 110 Dir. 138/2009/CE, nel caso in cui tale

procedura non risulti essere appropriata, la compagnia può produrre

un suo modello interno ai fini del calcolo dello stesso.

Quanto detto, riporta all’art. 101, paragrafo 3, in cui si evince che il

requisito patrimoniale di solvibilità deve essere calibrato sulla base dei

rischi cui si è esposti e quindi i relativi moduli considerati possono

variare in base allo specifico contesto e attività svolta dalla compagnia

assicurativa.

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2.3.1 RISCHIO MORTALITA’

Tale rischio ed il successivo trattato sono quelli analizzati

nell’applicazione presente nel successivo capitolo, quindi appare utile

una breve spiegazione qui riportata.

Questa componente di rischio è rinvenibile nelle polizze che

prevedono il pagamento di un capitale, agli eredi, in caso di decesso

del soggetto assicurato entro un lasso di tempo previsto dal contratto

sottoscritto.

Ciò che ne consegue è quanto potrebbe avvenire nel caso in cui i tassi

stabiliti dalla compagnia non si rivelassero essere appropriati.

La stima dei suddetti, partendo da tavole demografiche, prevede

determinate percentuali che vadano ad incrementare la percentuale

base per pervenire ad un carattere di maggiore prudenzialità40.

Il requisito patrimoniale deve essere calcolato come una variazione

NAV conseguente allo shock previsto.

2.3.2 RISCHIO DI LONGEVITA’

Situazione ribaltata rispetto al caso appena descritto, infatti questo è

il rischio che riguarda le assicurazioni che prevendono il pagamento

di rate in favore del cliente in base l’evento aleatorio riferito all’essere

in vita ad ogni scadenza del contratto sottoscritto.

40 Si prevede uno shock pari al 15% dei tassi di mortalità per ciascuna età.

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Il caso sfavorevole per l’assicurazione è se il soggetto superi le

aspettative di vita assegnatagli delle tecniche assicurative; pertanto si

dovrà ponderare una maggiore probabilità di vita che si traduce in un

decremento del tasso di mortalità41.

41 Decremento pari al 20% dei tassi di mortalità per ciascuna età.

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65

CAPITOLO 3: APPLICAZIONE - FAIR VALUE E

REQUISITO PATRIMONIALE

3 INTRODUZIONE

Il primo capitolo era incentrato sui Principi Contabili Interazionali e sul

Fair Value, il secondo sul nuovo regime cui si devono conformare le

imprese di assicurazione ovvero Solvency II.

Occorre ricordare che tali disposizioni pongono il focus su due punti

differenti: i Principi Contabili Internazionali mirano ad analizzare la

redditività del business, mentre il regime Solvency II ad una

adeguatezza del capitale.

Da ciò scaturirà una diversa impostazione sia per le riserve tecniche

che, secondo gli IAS/IFRS, seguono le passività finanziarie e sono

valutate quindi al Fair Value, sia per i premi che invece rappresentano

componenti positive di bilancio e si troveranno iscritti in proventi

finanziari.

Volendo introdurre l’applicazione pratica di seguito svolta, calcolata

sulla base di un ipotetico portafoglio di una compagnia assicurativa e

giungendo alla definizione della somma accantonata a titolo di Risk

Margin, la prima parte di questo capitolo sarà finalizzata a richiamare

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alcuni concetti che rappresentano la base teorica della matematica

attuariale, la seconda, invece, verterà su una formalizzazione del caso

proposto.

3.1 NOZIONI TEORICHE DI MATEMATICA ATTUARIALE

La matematica attuariale rappresenta un ramo della matematica

finanziaria che studia il rapporto che sussiste tra eventi certi e eventi

aleatori.

Nello specifico tale relazione si sostanzia nei contesti assicurativi in

cui, l’evento incerto è rappresentato dalla probabilità di un individuo di

una data età di essere in vita o di morire dopo un determinato numero

di anni, o entro un certo periodo nonché ad una data fissata nel caso

più semplice di capitale differito.

In tali operazioni come già accennato non si parla solo di eventi

incerti, ovvero aleatori, ma anche di una componente fissa e certa,

individuata essa nelle operazioni finanziarie alla base dei calcoli

attuariali. Se in un contratto fosse presente solo questa seconda

componente non si tratterebbe di un contratto assicurativo, bensì di

investimento ponderando solo la capitalizzazione senza considerare

le probabilità di vita o di morte.

La base di partenza è rappresentata dalle funzioni biometriche, le

quali riguardano la misura della vita umana e attraverso queste si

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producono le tavole demografiche, suddivise in tavole di mortalità e di

sopravvivenza.

Quest’ultime partendo da un campione di riferimento42 di 100.000

individui con età compresa tra 0 e 12043, riportano anno per anno il

numero dei sopravvissuti. Da qui si procederà calcolando le relative

probabilità nonché le basi per poi giungere alla definizione di quello

che sarà un premio da pagare come contropartita di una rendita

assicuratasi.

3.1.1 DEFINIZIONI DI BASE

/𝒏𝒒𝒙, rappresenta la probabilità che, un individuo di età x, muoia

entro n anni; volendolo rappresentare su un asse temporale, utile ai

fini di una migliore comprensione, risulta essere:

FIGURA N.6: RAPPRESENTAZIONE PROBABILITÀ DI MORTE44

𝒏𝒑𝒙, rappresenta invece la probabilità che, un individuo di età

x, arrivi in vita all’età x+n; ovvero:

42 Ci si riferisce a Gruppi Omogenei, ovvero un insieme di soggetti connotati da uguali condizioni sociali, ambientali ecc. 43 Attualmente 120 anni è considerata come Vita Estrema ω, ovvero quell’età alla quale nessun individuo del campione arriva in vita. 44 Elaborazione personale.

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FIGURA N.7: RAPPRESENTAZIONE PROBABILITÀ DI VITA45

Essendo l’uno speculare dell’altro, risulterà che:

/𝒏𝒒𝒙 + 𝒏𝒑𝒙 = 𝟏

Ovviamente, indicando rispettivamente con tali notazioni la probabilità

di morte e di vita di un individuo, al tendere dell’età verso la vita

estrema (ω) il primo tenderà ad 1 e il secondo a 0.

Volendo considerare invece, la probabilità che un individuo di età x,

muoia tra x+n anni e x+n+k anni, espresso come 𝒏/𝒌𝒒𝒙 e indicando

con tale simbolismo un differimento di n anni ed una temporaneità di

k, può essere così rappresentato su un asse cartesiano:

RIFERIMENTI N.8: RAPPRESENTAZIONE PROBABILITÀ DI MORTE COMPRESA TRA X+N E X+N+K46

45 Elaborazione personale 46 Elaborazione personale.

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Seguendo il principio delle probabilità composte47, la stessa ipotesi

può essere anche espressa come:

𝒏/𝒌𝒒𝒙 = 𝒏𝒑𝒙× /𝒏𝒒𝒙+𝒏

Inoltre, indicando con 𝒍𝒙 il campione originario di osservazione all’età

x, si può osservare che:

𝒍𝒙+𝒏 = 𝒍𝒙 × 𝒏𝒑𝒙

Ovvero che il numero dei sopravvissuti all’età x+n è uguale al

campione iniziale 𝒍𝒙, ponderato per la probabilità di essere in vita tra

x e n anni.

Da siffatto assunto di base si possono ricavare una serie di relazioni

che saranno poi utilizzate nel successivo lavoro svolto.

Quindi operando semplici passaggi matematici si otterrà che:

La probabilità di vita48: 𝑛𝑝𝑥 =𝑙(𝑥+𝑛)

𝑙𝑥

La probabilità Di morte49: /𝑛𝑞𝑥=𝑙𝑥−𝑙(𝑥+𝑛)

𝑙𝑥

Vita media50: 𝑒𝑥 =𝑙(𝑥+1)+𝑙(𝑥+2)+⋯+𝑙(𝜔−1)

𝑙𝑥

47 Il suddetto principio deriva della Probabilità condizionata, secondo cui:

P(AᴖB) = P(B)×P(A|B) = P(A)×P(B|A), Ovvero che la probabilità che due eventi si verifichino all’unisono è pari alla probabilità di uno dei due moltiplicato la probabilità dell’altro evento condizionato al primo. 48 La probabilità di vita può essere interpretata come il rapporto tra i casi favorevoli (ovvero i sopravvissuti) su tutti i casi possibili (cioè il campione iniziale di osservazione). 49 Spiegando la probabilità di morte, si può dire che rappresenta il rapporto tra i decessi e tutti quelli che potevano decedere. 50 La vita media o speranza di vita incompleta è il numero medio di anni di un uomo di età x che ha ancora da vivere e va calcolato come il valore medio delle variabili aleatorie.

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70

Vita media completa51: 𝑒𝑥° = 𝑒𝑥 +

1

2

3.1.2 LE POLIZZE ASSICURATIVE

Desumendo da quanto riportato nell’ IFRS 4, una polizza è definita

come il diritto che, un determinato soggetto (il cliente) ha nei confronti

di un altro (la compagnia assicurativa), nel vedersi effettuare a suo

favore pagamenti al versificarsi di un determinato evento, contro

pagamento di un premio.

Come già anticipato tali contratti prevedono una componente certa e

una aleatoria. Analizziamo la prima:

Supponendo di essere all’epoca 0, se si vuole sapere il valore

attuale certo di 1€ che sarà disponibile all’epoca n, con un dato tasso

d’interesse i, si può scrivere che:

𝑣𝑛 =1

(1 + 𝑖)𝑛

Definendo 𝑣𝑛 come Fattore di Attualizzazione, che appunto

rappresenta di valore attuale di 1€.

FIGURA N.9: RAPPRESENTAZIONE FATTORE DI ATTUALIZZAZIONE52

51 La vita media completa rappresenta piuttosto una forma di precisazione andando ad aggiungere alla precedente mezzo anno; questo perché supponendo il caso in cui un individuo muoia tra 0 e 1 anno di vita, secondo la prima notazione, si considererebbe che lo stesso abbia campato 0 anni, ma ciò non è del tutto corretto. Quindi con tale espressione di contano anche gli eventuali 6 mesi di vita. 52 Elaborazione personale.

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Introducendo anche il fattore aleatorio, volendo calcolare

sempre il valore attuale di 1€, bisogna introdurre anche la probabilità

di arrivare in vita a quella certa data; quindi se all’epoca n si è in vita

si potrà riscuotere l’euro, viceversa la somma sarà pari a 0.

Volendo schematizzare quanto detto possiamo scrivere, indicando

con x la variabile aleatoria, che:

FIGURA N.10: SCHEMA PROBABILITÀ CON ATTUALIZZAZIONE53

V.A (X) 1×𝑣𝑛 0×𝑣𝑛

Probabilità 𝑛𝑝𝑥 /𝑛𝑞𝑥

Sintetizzando questo concetto di attualizzazione ponderata con la

probabilità di vita con la nomenclatura 𝑛𝐸𝑥, definiamo che:

𝑛𝐸𝑥=[(1 × 𝑣𝑛) × 𝑛𝑝𝑥]+[(0 × 𝑣𝑛) ×/𝑛𝑞𝑥]

Da cui:

𝑛𝐸𝑥 = 𝑣𝑛×𝑙𝑥+𝑛

𝑙𝑥

FIGURA N.11: RAPPRESENTAZIONE CAPITALE DIFFERITO54

53 Elaborazione personale. 54 Elaborazione personale.

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Allargando l’orizzonte temporale e ponendo il caso che l’1€ lo si voglia

ottenere a partire dall’epoca x+1 fino a ω-x-1, si avrà che:

FIGURA N. 12: RAPPRESENTAZIONE RENDITA VITALIZIA55

Quindi, assumendo che un caso di questo genere è definito come

Rendita Vitalizia caso Vita 𝑎𝑥, si capisce che il calcolo da effettuare

non è altro che una sommatoria di tanti capitali differiti attualizzati di

volta in volta al periodo di riferimento, da cui:

ax = 𝑣1 × 𝑝1 𝑥 × 𝑣2 × 𝑝2

𝑥 + (… ) + 𝑣𝜔−𝑥−1 × 𝑝𝜔−𝑥−1 𝑥

Quindi:

ax = ∑ 𝑣𝑟

𝜔−𝑥−1

𝑟=1

𝑝 𝑥𝑟 = ∑ 𝑟𝐸𝑥

𝜔−𝑥−1

𝑟=1

55 Elaborazione personale.

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Tale rendita rappresenta la base, il punto di partenza per calcolare

tutte le diverse tipologie, differendo solo dall’anno in cui si inizia a

percepirla o per il fatto che essa non arrivi fino alla vita estrema ω, ma

sia limitata ad un certo periodo.

Di seguito verranno analizzate, ma occorre fare una precisazione;

quella appena analizzata è detta rendita vitalizia posticipata, perché i

capitali vengono percepiti dall’anno 1, ovvero ipotizzando di stipulare

il contratto all’anno 0, saranno al partire dall’anno successivo.

Per completezza di trattazione bisogna considerare anche il caso in

cui tali rendite vengano pagate da subito, quindi tornando al discorso

dell’euro, tale si avrà già all’anno 0 e non sarà sottoposto ad

attualizzazione, per cui:

�̈�𝑥 = 𝑎𝑥 + 1

Nonché:

�̈�𝑥 = ∑ 𝑟𝐸𝑥

𝜔−𝑥−1

𝑟=0

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Si definisce come rendita vitalizia differita 𝑚/𝑎𝑥, una rendita di

importo unitario pagabile dopo m anni per ciascun anno in cui

l’assicurato è in vita.

FIGURA N.13: RAPPRESENTAZIONE RENDITA VITALIZIA DIFFERITA56

m/ax = vm+1 × pm+1 x + vm+2 × pm+2

x + (… ) + vω−x−1 × pω−x−1 x

Quindi:

m/ax = ∑ 𝑣𝑟

𝜔−𝑥−1

𝑟=𝑚+1

𝑝 𝑥𝑟 = ∑ 𝑟𝐸𝑥

𝜔−𝑥−1

𝑟=𝑚+1

Nonché:

m/ax= 𝑚𝐸𝑥 × 𝑎𝑥+𝑚

56 Elaborazione personale.

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75

Considerando che una rendita differita di m anni non è altro che una

rendita vitalizia che parte da x+m, ponderata con l’ipotesi in cui il

soggetto sia in vita tra x e m anni.

Inoltre, si definisce come rendita posticipata e temporanea

/𝑛𝑎𝑥, un insieme di importi unitari pagabili a partire da x+1 per n anni,

a patto però che il soggetto arrivi in vita all’epoca x+n, da cui:

FIGURA N.14: RAPPRESENTAZIONE RENDITA POSTICIPATA E TEMPORANEA57

Quindi:

/𝑛𝑎𝑥= 𝑣1 × 𝑝1 𝑥 + 𝑣2 × 𝑝2

𝑥 + (… ) + 𝑣𝑛 × 𝑝 𝑥𝑛

Allora:

/𝑛𝑎𝑥 = ∑𝑣𝑟

𝑛

𝑟=1

𝑝 𝑥𝑟 = ∑ 𝐸 𝑥𝑟

𝑛

𝑟=1

L’ultimo caso da analizzare non è altro che una combinazione

dei precedenti due, ovvero si tratta di un assicurato che all’età x stipula

una contratto che prevede il pagamento di un importo unitario a partire

57 Elaborazione personale.

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da x+m, ma non fino la vita estrema, bensì un periodo precedente qui

indicato come x+m+n, sempre nel caso in cui il soggetto arrivi in vita

a tale epoca.

FIGURA N.15: RAPPRESENTAZIONE RENDITA DIFFERITA E TEMPORANEA58

𝑚/𝑛ax= vm+1 × pm+1 x + vm+2 × pm+2

x + (… ) + vx+m+n × p xn+m+n

Quindi:

𝑚/𝑛ax = ∑ 𝑣𝑟

𝑥+𝑚+𝑛

𝑟=𝑚+1

𝑝 𝑥𝑟 = ∑ 𝐸 𝑥𝑟

𝑥+𝑚+𝑛

𝑟=𝑚+1

3.1.3 CASO MORTE

Fino a questo punto sono stati analizzati tutti casi vita, ovvero

situazioni in cui la variabile aleatoria era rappresentata dalla

58 Elaborazione personale.

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probabilità che il soggetto assicurato aveva di arrivare in vita all’epoca

utile per beneficiare del pagamento delle rate.

Ovviamente quanto detto è valido anche per il caso morte, con la

differenza che l’attualizzazione dovrà essere ponderata però con la

probabilità di morte ed il pagamento del capitale sarà effettuato in

favore dell’erede della testa assicurata.

Sono fatti salvi tutti i calcoli e le relazioni sviluppate finora, ma con una

piccola precisazione.

La seguente formula esplica il nesso che sussiste tra i due casi e

rende facilmente intuibile il procedere a seconda del tipo di

assicurazione che si sta trattando.

Dunque, considerando una Vita Intera 𝐴𝑥, ovvero un capitale unitario

pagabile all’epoca della morte, o meglio alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso dell’assicurato, a prescindere da quando questa

avvenga, si avrà:

𝐴𝑥 = 𝑣 ×𝑙𝑥 − 𝑙𝑥+1

𝑙𝑥+ 𝑣2

𝑙𝑥+1 − 𝑙𝑥+2𝑙𝑥

× +(… ) + 𝑣𝜔−1−𝑥 ×𝑙𝜔−1 − 𝑙𝜔

𝑙𝑥

Moltiplicando il fattore di attualizzazione:

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𝐴𝑥 = 𝑣 − 𝑣 ×𝑙𝑥+1𝑙𝑥

+ 𝑣2 ×𝑙𝑥+1𝑙𝑥

− 𝑣2 ×𝑙𝑥+2𝑙𝑥

+ (… ) + 𝑣𝜔−1−𝑥 ×𝑙𝜔−1

𝑙𝑥

Moltiplicando e dividendo per v e attuando le opportune

considerazioni:

𝐴𝑥 = −𝑎𝑥 + (𝑣 + 𝑣2 ×𝑙𝑥+1𝑙𝑥

+ (… ) + 𝑣𝜔−1−𝑥 ×𝑙𝜔−1

𝑙𝑥) ×

𝑣

𝑣

𝐴𝑥 = −𝑎𝑥 + (1 + 𝑣1 ×𝑙𝑥+1𝑙𝑥

+ (… ) + 𝑣𝜔−2−𝑥 ×𝑙𝜔−1

𝑙𝑥) × 𝑣

Da cui:

𝐴𝑥 = −𝑎𝑥 + �̈�𝑥 × 𝑣

Allora:

𝐴𝑥 = 1 − �̈�𝑥 + �̈�𝑥 × 𝑣 = 1 − �̈�𝑥(1 − 𝑣)

Ponendo [(1 − 𝑣) = 𝑑] si ottiene:

𝐴𝑥 = 1 − 𝑑 × �̈�𝑥

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79

Per l’applicazione di questa e delle precedenti formule si rinvia alla

seconda parte del capitolo.

3.1.4 PREMI ASSICURATIVI

Finora si è trattato di un flusso economico che risulta essere in entrata

per l’assicurato, come facilmente si può immaginare anche per questo

esiste una contropartita: il Premio Assicurativo, considerato nella

successiva applicazione come il valore rilevante ai fini della

tariffazione.

Il premio è quella somma che viene pagata dal contraente al momento

della stipula del contratto59, per assicurarsi un determinato pagamento

al verificarsi dell’evento aleatorio.

Se il premio è pagato in un’unica soluzione ed è calcolato

considerando solamente il capitale assicurato e il fattore di sconto,

questo sarà detto Premio Unico Puro. Questo corrisponde in maniera

equa al contratto sottostante e la speranza di guadagno da parte

dell’assicuratore risulta essere pari a 0, perché non presenta alcuna

59 È prassi che il premio venga pagato contestualmente alla stipula del contratto. Tornando alle notazioni precedentemente viste, se il contratto è sottoscritto all’epoca 0 e i capitali verranno pagati dall’epoca 1, il premio sarà esigibile già dall’anno 0. Si tratta appunto di una componente anticipata che segue le regole già sopra esplicate. Quanto detto però non esaurisce la totalità dei casi essendo sempre possibile diverse clausole contrattuali.

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80

componete di commissioni o comunque di carico da parte della

compagnia.

Ipotizzando il caso semplice di un capitale differito, il premio risulta

essere:

𝑈 = 𝐶 × 𝑛𝐸𝑥

Indicando con C il capitale assicurato.

Così si procedere per tutte le tipologie di contratti assicurativi sia vita

che morte, andando a moltiplicare il capitale assicurato per la relativa

formula sottostante.

Continuando, si definisce Premio Periodico Puro, un premio che non

è pagato tutto al momento della stipula, bensì periodicamente ogni

anno così come pattuito dal contratto. È come se, a fronte di un caso

in cui viene pagato in un’unica soluzione, qui fosse suddiviso in rate,

la somma delle quali dovrà comunque uguagliare l’importo dovuto.

Questo concetto è la cosiddetta Equivalenza Attuariale, per cui:

𝑈 = 𝑃 × 𝑎𝑥 ↦ 𝐶 × 𝑛𝐸𝑥 = 𝑃 × �̈�𝑥

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81

Indicando con P il premio periodico60, si conclude che:

𝑃 =𝐶 × 𝑛𝐸𝑥

𝑎�̈�

FIGURA N.16: RAPPRESENTAZIONE PREMIO PERIODICO61

Premio di Tariffa è invece quel premio che aggiunge al premio puro o

equo un cosiddetto caricamento implicito.

Risulta quindi essere quantitativamente più alto del precedente,

contemplando una quantità funzionale al margine di guadagno e allo

stesso tempo alla copertura delle spese per la compagnia

assicurativa.

60 Questo è il cosiddetto premio periodico Vitalizio, non prevede un intervallo di tempo in cui lo stesso deve essere pagato, considerando come pagamento ultimo l’anno in cui il soggetto è in vita. Volendolo invece delineare ad un periodo prestabilito, come ad esempio 5 anni, si procederà considerando il suo carattere di temporaneità, ovvero:

𝑃 = 𝑈

�̈�𝑥 −/𝑛�̈�𝑥 × 𝑛𝐸𝑥

61 Elaborazione personale.

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82

Ancora una precisazione, i premi che vengono pagati alla fine di ogni

anno, a partire dalla stipula, servono per coprire il rischio dell’anno

successivo sostenuto dall’assicurazione. Quindi così come si può

osservare dal grafico elaborato, avranno un andamento crescente al

passare degli anni. Tale tipologia è definita come Premio Naturale.

FIGURA N.17: RAPPRESENTAZIONE

PREMIO NATURALE62

Dunque, i premi che risultano pagati prima del momento di

intersezione saranno minori rispetto P(x), situazione opposta si

verificherà dopo; così si genera anche un bilanciamento tra i due

effetti.

3.1.5 LA RISERVA MATEMATICA

La riserva matematica presenta i caratteri di un fondo, ovvero una

posta nella quale vengono accantonate delle somme.

Le somme in questione traggono origine dalle rispettive obbligazioni

della compagnia assicurativa e del soggetto assicurato, la differenza

delle quali, se risulta essere positiva, rappresenta l’importo che dovrà

62 Elaborazione personale.

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essere accantonato dalla compagnia per far fronte agli obblighi futuri63

a favore degli assicurati.

Da notare è che però, la costituzione di una tale posta non garantisce

la piena solvibilità verso i clienti, essendo questa costituita con dei

criteri di prudenza, ma che talvolta risultano non essere sufficienti;

infatti come di seguito sarà analizzato, in ottemperanza al regime

Solvency II, una compagnia dovrà accantonare a titolo di SCR

determinate quote di utile.

Volendo fornire un paio di definizioni rilevanti, la riserva matematica

si configura come:

Il valore medio delle prestazioni future della compagnia;

Il valore residuo che la compagnia presenta verso i suoi

assicurati.

Da queste definizioni prenderà spunto il successivo lavoro, in quanto

nella prassi è compito dell’attuario certificare il valore della riserva e

valutare se siano state prese in considerazione corrette ipotesi di

valutazione.

Tornando alla trattazione in corso, veniamo ora ad alcune definizioni:

una riserva si dice Prospettica quando, essa è valutata ad un’epoca t,

63 Nelle parole “obblighi futuri” è racchiuso il senso proprio di tali fondi, perché la ratio di base è lo sfasamento temporale dal momento in cui il cliente paga il premio e quello in cui invece si vedrà ripagato il capitale assicurato.

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relativamente ad un contratto di n anni con premio periodico pagabile

per la durata del contratto, calcolata quindi rispetto impegni futuri, per

cui:

Al momento della stipula del contratto, t=0:

𝑃𝑟𝑒𝑠𝑡[0, 𝑛] − 𝑃𝑟𝑒𝑚𝑖[0, 𝑛] = 0

Successivamente, con t>0:

𝑃𝑟𝑒𝑠𝑡[𝑡, 𝑛] 𝑃𝑟𝑒𝑚𝑖[𝑡, 𝑛]

Rispettivamente, essendo le prestazioni gli impegni della compagnia

e i premi quelli dell’assicurato, una simile situazione configura un

debito da parte della compagnia di assicurazione.

La riserva matematica a ciascuna epoca t rappresenta la differenza

tra le reciproche obbligazioni e, presentando un valore positivo, è

l’eccedenza di una sull’altra, nonché il valore residuo del contratto

assicurativo che delinea una posizione creditizia del cliente.

La riserva Retrospettiva invece rappresenta la differenza tra i premi

versati che sono già stati utilizzati e gli impegni assolti nello stesso

periodo dalla compagnia, per cui:

𝑤𝑡 = 𝑃𝑟𝑒𝑚𝑖[0, 𝑡] − 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑡[0, 𝑡]

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85

Sebbene di tratta di due punti diversi di osservazione, se ben

supportate da idonee basi tecniche, il risultato cui giungono

dovrebbe essere il medesimo.

3.1.6 CALCOLO STATISTICHE DI BASE

Seguendo lo stesso iter teorico sopra descritto, il punto di partenza è

rappresentato dalla tavola demografica, che in tale contesto è stata

considerata la IPS55, elaborata dall’ ANIA sulla base dei dati ISTAT

TABELLA N.1: CURVA TASSI RISK FREE- EIOPA64

64 Dati forniti dal docente.

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86

Età IPS55dif IPS55dif

x m f

lx lx

0 100.000 100.000

1 99.682 99.633

2 99.664 99.608

3 99.649 99.586

4 99.637 99.570

5 99.628 99.556

6 99.620 99.544

7 99.612 99.534

8 99.604 99.525

9 99.596 99.517

10 99.588 99.509

11 99.581 99.500

12 99.574 99.492

13 99.566 99.484

14 99.555 99.475

15 99.541 99.464

16 99.520 99.452

17 99.492 99.438

18 99.459 99.423

19 99.421 99.407

20 99.382 99.391

21 99.341 99.374

22 99.301 99.358

23 99.259 99.341

24 99.219 99.323

25 99.178 99.304

26 99.135 99.283

27 99.091 99.259

28 99.043 99.234

29 98.990 99.205

30 98.932 99.174

31 98.867 99.142

32 98.800 99.109

33 98.730 99.075

34 98.662 99.039

35 98.595 99.001

36 98.530 98.961

37 98.465 98.919

38 98.400 98.875

39 98.333 98.829

40 98.263 98.779

41 98.189 98.727

42 98.115 98.672

43 98.039 98.613

44 97.961 98.549

45 97.877 98.481

46 97.787 98.408

47 97.692 98.328

48 97.591 98.243

49 97.483 98.152

50 97.368 98.055

51 97.243 97.952

52 97.108 97.843

53 96.960 97.726

54 96.797 97.600

55 96.617 97.465

IPS55 Impegni Differiti56 96.419 97.323

57 96.201 97.172

58 95.964 97.014

59 95.704 96.848

60 95.419 96.672

61 95.099 96.483

62 94.734 96.274

63 94.319 96.039

64 93.851 95.778

65 93.326 95.491

66 92.734 95.157

67 92.070 94.796

68 91.328 94.399

69 90.500 93.960

70 89.577 93.471

71 88.545 92.922

72 87.403 92.311

73 86.152 91.648

74 84.790 90.934

75 83.307 90.146

76 81.692 89.278

77 79.903 88.301

78 77.901 87.192

79 75.644 85.916

80 73.125 84.445

81 70.366 82.760

82 67.391 80.854

83 64.236 78.713

84 60.920 76.331

85 57.392 73.633

86 53.706 70.644

87 49.871 67.322

88 45.928 63.677

89 41.902 59.734

90 37.805 55.507

91 33.714 51.069

92 29.676 46.421

93 25.714 41.636

94 21.899 36.784

95 18.294 31.945

96 14.943 27.232

97 11.901 22.735

98 9.216 18.548

99 6.920 14.751

100 5.016 11.411

101 3.501 8.563

102 2.357 6.230

103 1.524 4.390

104 943 2.989

105 556 1.960

106 312 1.235

107 166 745

108 84 429

109 40 234

110 18 121

111 7 59

112 3 27

113 1 12

114 0 5

115 0 2

116 0 1

117 0 0

118 - 0

119 - -

120 - -

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87

Analizzando e operando dalla tabella sopra riportata, e considerando

solo il genere maschile ai fini di una successiva costruzione di un

portafoglio di una compagnia assicurativa, sono state stimate le

seguenti probabilità nonché, sfruttando le relazioni indicate nel

paragrafo precedente, le casistiche basilari di rendita vitalizia caso

vita e vita intera caso morte, come nella figura sottostante:

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88

TABELLA N.2: CALCOLO ELEMENTI DI BASE DELLE RENDITE

m m m m m m m m

età q(x) p(x) e(x) e(x) compl e(x) ric a(x) a(x) ant A(x)

0 0,3179% 99,6821% 83,9337 84,4336643 83,9337 68,08475 69,08475 0,656294791

1 0,0182% 99,9818% 83,2014 83,70137415 83,2014 67,64342 68,64342 0,65849047

2 0,0148% 99,9852% 82,2165 82,71651777 82,2165 66,99401 67,99401 0,661721362

3 0,0119% 99,9881% 81,2287 81,72870391 81,2287 66,33896 67,33896 0,66498032

4 0,0097% 99,9903% 80,2383 80,73834009 80,2383 65,67856 66,67856 0,668265873

5 0,0081% 99,9919% 79,2462 79,7461523 79,2462 65,01338 66,01338 0,671575229

6 0,0076% 99,9924% 78,2525 78,75254006 78,2525 64,34371 65,34371 0,674906902

7 0,0081% 99,9919% 77,2585 77,75851042 77,2585 63,67036 64,67036 0,678256891

8 0,0081% 99,9919% 76,2647 76,76473119 76,2647 62,99387 63,99387 0,681622542

9 0,0076% 99,9924% 75,2709 75,77087243 75,2709 62,31394 63,31394 0,685005292

10 0,0072% 99,9928% 74,2766 74,77662422 74,2766 61,63029 62,63029 0,68840651

11 0,0072% 99,9928% 73,2820 73,78197972 73,2820 60,94291 61,94291 0,691826324

12 0,0081% 99,9919% 72,2873 72,78726387 72,2873 60,25204 61,25204 0,695263484

13 0,0106% 99,9894% 71,2931 71,79309384 71,2931 59,55818 60,55818 0,698715504

14 0,0144% 99,9856% 70,3007 70,80065602 70,3007 58,86232 59,86232 0,702177495

15 0,0212% 99,9788% 69,3108 69,8108048 69,3108 58,16518 59,16518 0,705645895

16 0,0280% 99,9720% 68,3255 68,82552083 68,3255 57,46841 58,46841 0,709112376

17 0,0332% 99,9668% 67,3447 67,84468785 67,3447 56,77196 57,77196 0,712577331

18 0,0379% 99,9621% 66,3670 66,86702571 66,3670 56,07474 57,07474 0,716046063

19 0,0400% 99,9600% 65,3922 65,892165 65,3922 55,37646 56,37646 0,71952009

20 0,0405% 99,9595% 64,4184 64,91835305 64,4184 54,67563 55,67563 0,723006806

21 0,0410% 99,9590% 63,4444 63,94444687 63,4444 53,97127 54,97127 0,726511103

22 0,0414% 99,9586% 62,4704 62,97044424 62,4704 53,26335 54,26335 0,730033081

23 0,0410% 99,9590% 61,4963 61,99633632 61,4963 52,55185 53,55185 0,733572866

24 0,0415% 99,9585% 60,5216 61,0215872 60,5216 51,8363 52,8363 0,737132839

25 0,0424% 99,9576% 59,5467 60,04671667 59,5467 51,11711 52,11711 0,740710887

26 0,0446% 99,9554% 58,5720 59,07198043 58,5720 50,39449 51,39449 0,744306005

27 0,0485% 99,9515% 57,5981 58,09811257 57,5981 49,66906 50,66906 0,747915117

28 0,0537% 99,9463% 56,6261 57,12606163 56,6261 48,94163 49,94163 0,751534184

29 0,0590% 99,9410% 55,6565 56,15649406 55,6565 48,21277 49,21277 0,755160342

30 0,0651% 99,9349% 54,6893 55,18932594 54,6893 47,48242 48,48242 0,75879394

31 0,0682% 99,9318% 53,7249 54,22493279 53,7249 46,7509 47,7509 0,762433337

32 0,0705% 99,9295% 52,7616 53,26158868 52,7616 46,01671 47,01671 0,766086015

33 0,0693% 99,9307% 51,7988 52,29878836 51,7988 45,2794 46,2794 0,769754224

34 0,0677% 99,9323% 50,8347 51,33469926 50,8347 44,53735 45,53735 0,77344604

35 0,0660% 99,9340% 49,8691 50,36911492 49,8691 43,79034 44,79034 0,777162509

36 0,0657% 99,9343% 48,9021 49,40206406 48,9021 43,03836 44,03836 0,780903657

37 0,0662% 99,9338% 47,9342 48,43421671 47,9342 42,282 43,282 0,784666689

38 0,0685% 99,9315% 46,9660 47,46598772 46,9660 41,52157 42,52157 0,788449899

39 0,0704% 99,9296% 45,9982 46,49818911 45,9982 40,75779 41,75779 0,792249806

40 0,0753% 99,9247% 45,0306 45,53058707 45,0306 39,99043 40,99043 0,79606752

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89

41 0,0757% 99,9243% 44,0645 44,56451039 44,0645 39,22066 40,22066 0,799897225

42 0,0771% 99,9229% 43,0979 43,59791073 43,0979 38,44664 39,44664 0,803748068

43 0,0801% 99,9199% 42,1312 42,6311575 42,1312 37,66868 38,66868 0,807618515

44 0,0861% 99,9139% 41,1649 41,66494469 41,1649 36,88738 37,88738 0,811505565

45 0,0917% 99,9083% 40,2004 40,70043747 40,2004 36,10378 37,10378 0,81540407

46 0,0964% 99,9036% 39,2373 39,73734631 39,2373 35,31761 36,31761 0,819315352

47 0,1034% 99,8966% 38,2752 38,7752171 38,2752 34,52846 35,52846 0,823241491

48 0,1108% 99,8892% 37,3148 37,814837 37,3148 33,73702 34,73702 0,827178991

49 0,1186% 99,8814% 36,3562 36,8562387 36,3562 32,94333 33,94333 0,831127725

50 0,1279% 99,8721% 35,3994 35,89941395 35,3994 32,14736 33,14736 0,835087753

51 0,1389% 99,8611% 34,4448 34,94475391 34,4448 31,34948 32,34948 0,839057318

52 0,1521% 99,8479% 33,4927 33,99266399 33,4927 30,55005 31,55005 0,843034581

53 0,1681% 99,8319% 32,5437 33,04369041 32,5437 29,74958 30,74958 0,847017037

54 0,1862% 99,8138% 31,5985 32,09848839 31,5985 28,94867 29,94867 0,851001657

55 0,2053% 99,7947% 30,6574 31,15743238 30,6574 28,14768 29,14768 0,85498666

56 0,2257% 99,7743% 29,7205 30,22050958 29,7205 27,34662 28,34662 0,858972026

57 0,2467% 99,7533% 28,7877 29,28774764 28,7877 26,54553 27,54553 0,862957549

58 0,2702% 99,7298% 27,8589 28,35894626 27,8589 25,74424 26,74424 0,866944071

59 0,2983% 99,7017% 26,9344 27,43441225 26,9344 24,94305 25,94305 0,870930103

60 0,3351% 99,6649% 26,0150 26,51499052 26,0150 24,14276 25,14276 0,87491165

61 0,3843% 99,6157% 25,1025 25,60245737 25,1025 23,34505 24,34505 0,878880348

62 0,4381% 99,5619% 24,1993 24,6993072 24,1993 22,5523 23,5523 0,882824402

63 0,4955% 99,5045% 23,3058 23,80578865 23,3058 21,76479 22,76479 0,886742353

64 0,5598% 99,4402% 22,4218 22,92184405 22,4218 20,98253 21,98253 0,890634156

65 0,6339% 99,3661% 21,5481 22,04806811 21,5481 20,20616 21,20616 0,89449672

66 0,7163% 99,2837% 20,6855 21,18553187 20,6855 19,43674 20,43674 0,898324687

67 0,8061% 99,1939% 19,8348 20,33477209 19,8348 18,67485 19,67485 0,902115158

68 0,9062% 99,0938% 18,9960 19,49595787 18,9960 17,92075 18,92075 0,905866935

69 1,0207% 98,9793% 18,1697 18,66967043 18,1697 17,17505 18,17505 0,909576869

70 1,1512% 98,8488% 17,3570 17,85703716 17,3570 16,43892 17,43892 0,913239203

71 1,2897% 98,7103% 16,5592 17,05918703 16,5592 15,71353 16,71353 0,916848114

72 1,4316% 98,5684% 15,7755 16,27553345 15,7755 14,99842 15,99842 0,920405865

73 1,5813% 98,4187% 15,0046 15,50464898 15,0046 14,29233 15,29233 0,923918749

74 1,7484% 98,2516% 14,2457 14,74572868 14,2457 13,59458 14,59458 0,927390168

75 1,9389% 98,0611% 13,4992 13,999232 13,4992 12,90567 13,90567 0,930817539

76 2,1898% 97,8102% 12,7661 13,26614398 12,7661 12,22665 13,22665 0,934195747

77 2,5063% 97,4937% 12,0520 12,55196118 12,0520 11,5629 12,5629 0,937498032

78 2,8968% 97,1032% 11,3618 11,86178516 11,3618 10,91945 11,91945 0,940699265

79 3,3295% 96,6705% 10,7007 11,20073708 10,7007 10,30143 11,30143 0,943773982

80 3,7737% 96,2263% 10,0693 10,56928791 10,0693 9,709509 10,70951 0,946718862

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90

81 4,2277% 95,7723% 9,4642 9,964175129 9,4642 9,140738 10,14074 0,949548567

82 4,6822% 95,3178% 8,8820 9,381958919 8,8820 8,591965 9,591965 0,95227878

83 5,1614% 94,8386% 8,3183 8,818256557 8,3183 8,059088 9,059088 0,954929911

84 5,7911% 94,2089% 7,7710 8,270959588 7,7710 7,540175 8,540175 0,957511569

85 6,4226% 93,5774% 7,2486 7,748646943 7,2486 7,043694 8,043694 0,959981622

86 7,1416% 92,8584% 6,7462 7,246154817 6,7462 6,564771 7,564771 0,962364325

87 7,9061% 92,0939% 6,2650 6,764993031 6,2650 6,105007 7,105007 0,964651706

88 8,7663% 91,2337% 5,8028 6,302832443 5,8028 5,662258 6,662258 0,96685444

89 9,7757% 90,2243% 5,3604 5,860404251 5,3604 5,237354 6,237354 0,96896839

90 10,8231% 89,1769% 4,9412 5,441197694 4,9412 4,833839 5,833839 0,970975927

91 11,9779% 88,0221% 4,5409 5,040893231 4,5409 4,447607 5,447607 0,972897477

92 13,3483% 86,6517% 4,1588 4,658808354 4,1588 4,078092 5,078092 0,97473586

93 14,8387% 85,1613% 3,7995 4,299454702 3,7995 3,729836 4,729836 0,976468478

94 16,4602% 83,5398% 3,4615 3,961480151 3,4615 3,40163 4,40163 0,978101345

95 18,3176% 81,6824% 3,1435 3,643512154 3,1435 3,092228 4,092228 0,979640655

96 20,3587% 79,6413% 2,8485 3,348458283 2,8485 2,804602 3,804602 0,981071631

97 22,5639% 77,4361% 2,5766 3,076607424 2,5766 2,539148 3,539148 0,982392298

98 24,9141% 75,0859% 2,3274 2,827398088 2,3274 2,295419 3,295419 0,983604882

99 27,5169% 72,4831% 2,0996 2,599648968 2,0996 2,072344 3,072344 0,984714707

100 30,2018% 69,7982% 1,8967 2,396744711 1,8967 1,873369 2,873369 0,985704631

101 32,6616% 67,3384% 1,7175 2,217469114 1,7175 1,697399 2,697399 0,986580106

102 35,3503% 64,6497% 1,5505 2,050503744 1,5505 1,533302 2,533302 0,987396507

103 38,1380% 61,8620% 1,3983 1,898314983 1,3983 1,383566 2,383566 0,988141463

104 40,9816% 59,0184% 1,2604 1,760376118 1,2604 1,247717 2,247717 0,988817328

105 43,8590% 56,1410% 1,1356 1,635563064 1,1356 1,124684 2,124684 0,989429431

106 46,7540% 53,2460% 1,0227 1,522696716 1,0227 1,013336 2,013336 0,989983403

107 49,6423% 50,3577% 0,9207 1,420699814 0,9207 0,912635 1,912635 0,990484402

108 52,5191% 47,4809% 0,8283 1,328319007 0,8283 0,821366 1,821366 0,990938478

109 55,3432% 44,6568% 0,7445 1,244531054 0,7445 0,738536 1,738536 0,991350565

110 58,1081% 41,8919% 0,6672 1,16722973 0,6672 0,662075 1,662075 0,991730971

111 61,1559% 38,8441% 0,5927 1,092741935 0,5927 0,588339 1,588339 0,992097817

112 64,0138% 35,9862% 0,5260 1,025951557 0,5260 0,522189 1,522189 0,992426919

113 67,3077% 32,6923% 0,4615 0,961538462 0,4615 0,458339 1,458339 0,992744581

114 70,5882% 29,4118% 0,4118 0,911764706 0,4118 0,408989 1,408989 0,992990105

115 70,0000% 30,0000% 0,4000 0,9 0,4000 0,397515 1,397515 0,993047189

116 66,6667% 33,3333% 0,3333 0,833333333 0,3333 0,331675 1,331675 0,993374751

117 100,0000% 0,0000% - 0,5 - 0 1 0,995024876

118 0,0000% 0,0000% - 0,5 - 0 1 0,995024876

119 0,0000% 0,0000% - 0,5 - 0 1 0,995024876

120 0,0000% 0,0000% - 0,000000 - 0 1 0,995024876

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91

3.2 PORTAFOGLIO DI UNA COMPAGNIA ASSICURATIVA

Il caso qui proposto si basa sull’applicazione pratica del regime

Solvency II con riferimento al capo VI sezione 4.

Si ipotizza quindi che l’attività posta in essere una compagnia

assicurativa riguardi la gestione delle seguenti polizze fino alla loro

estinzione e non sono previsti nuovi ingressi.

Dunque il portafoglio risulta essere così composto:

Temporanee caso morte:

1. Un soggetto maschio di età 40 anni, si assicura un

capitale di 1000 € pagabile in nel caso in cui il decesso

avvenga entro 10 anni dalla stipula;

2. Un soggetto maschio di età 40 anni, si assicura un

capitale di 1000 € pagabile in nel caso in cui il decesso

avvenga entro 11 anni dalla stipula;

3. Un soggetto maschio di età 30 anni, si assicura un

capitale di 1000 € pagabile in nel caso in cui il decesso

avvenga entro 10 anni dalla stipula;

4. Un soggetto maschio di età 50 anni, si assicura un

capitale di 1000 € pagabile in nel caso in cui il decesso

avvenga entro 11 anni dalla stipula;

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92

5. Un soggetto maschio di età 55 anni, si assicura un

capitale di 1000 € pagabile in nel caso in cui il decesso

avvenga entro 15 anni dalla stipula;

6. Un soggetto maschio di età 60 anni, si assicura un

capitale di 1000 € pagabile in nel caso in cui il decesso

avvenga entro 15 anni dalla stipula;

7. Un soggetto maschio di età 60 anni, si assicura un

capitale di 1000 € pagabile in nel caso in cui il decesso

avvenga entro 12 anni dalla stipula;

8. Un soggetto maschio di età 35 anni, si assicura un

capitale di 1000 € pagabile in nel caso in cui il decesso

avvenga entro 12 anni dalla stipula;

9. Un soggetto maschio di età 45 anni, si assicura un

capitale di 1000 € pagabile in nel caso in cui il decesso

avvenga entro 13 anni dalla stipula;

10. Un soggetto maschio di età 45 anni, si assicura un

capitale di 1000 € pagabile in nel caso in cui il decesso

avvenga entro 14 anni dalla stipula;

Vita intera:

1. Un soggetto maschio di età 57 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso;

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93

2. Un soggetto maschio di età 30 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso;

3. Un soggetto maschio di età 40 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso;

4. Un soggetto maschio di età 45 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso;

5. Un soggetto maschio di età 50 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso;

6. Un soggetto maschio di età 55 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso;

7. Un soggetto maschio di età 60 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso;

8. Un soggetto maschio di età 35 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso;

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94

9. Un soggetto maschio di età 70 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso;

10. Un soggetto maschio di età 80 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso.

Mista:

1. Un soggetto maschio di età 30 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile dopo 5 anni per ciascun anno

in cui è in vita, oppure pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso a patto che sia entro 10 anni dalla

stipula;

2. Un soggetto maschio di età 35 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile dopo 10 anni per ciascun anno

in cui è in vita, oppure pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso a patto che sia entro 10 anni dalla

stipula;

3. Un soggetto maschio di età 40 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile dopo 15 anni per ciascun anno

in cui è in vita, oppure pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso a patto che sia entro 11 anni dalla

stipula;

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95

4. Un soggetto maschio di età 45 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile dopo 20 anni per ciascun anno

in cui è in vita, oppure pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso a patto che sia entro 11 anni dalla

stipula;

5. Un soggetto maschio di età 50 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile dopo 25 anni per ciascun anno

in cui è in vita, oppure pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso a patto che sia entro 12 anni dalla

stipula;

6. Un soggetto maschio di età 60 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile dopo 10 anni per ciascun anno

in cui è in vita, oppure pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso a patto che sia entro 12 anni dalla

stipula;

7. Un soggetto maschio di età 55 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile dopo 15 anni per ciascun anno

in cui è in vita, oppure pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso a patto che sia entro 13 anni dalla

stipula;

8. Un soggetto maschio di età 32 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile dopo 18 anni per ciascun anno

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96

in cui è in vita, oppure pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso a patto che sia entro 13 anni dalla

stipula;

9. Un soggetto maschio di età 70 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile dopo 5 anni per ciascun anno

in cui è in vita, oppure pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso a patto che sia entro 15 anni dalla

stipula;

10. Un soggetto maschio di età 30 anni, si assicura un

capitale di 1000€ pagabile dopo 10 anni per ciascun anno

in cui è in vita, oppure pagabile alla fine dell’anno in cui

avviene il decesso a patto che sia entro 15 anni dalla

stipula.

Per le suddette sono stati calcolati i premi l’andamento delle riserve

matematiche calcolate come differenziale tra gli impegni della

compagnia e quelli della testa assicurata.

A titolo esplicativo se ne riporta una per ogni tipologia analizzata.

Temporanea caso morte:

TABELLA N.3: CALCOLO TEMPORANEA CASO MORTE

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97

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97720719

0,0

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0,7

7€

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06,6

94

44

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9€

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3€

6,7

3€

0,9

96921235

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0€

5,9

27845

€ 5

,9278

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28

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3€

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96062421

0,0

00859

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6€

5,0

98671

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,0987

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46

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3€

5,1

2€

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95148755

0,0

00914

0,9

1€

4,2

10498

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04,2

10

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2€

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94189191

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0096

0,9

6€

3,2

71987

€ 3

,2720

03,2

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0,0

2€

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0,9

93161138

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01028

1,0

3€

2,2

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€ 2

,2603

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60

49

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6€

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1€

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7€

0,9

92060424

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01101

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0€

1,1

70880

€ 1

,1709

01,1

71

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7€

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1€

1,1

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01177

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-€

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98

Vita intera:

TABELLA N.4: CALCOLO POLIZZA VITA INTERA

so

gg

1p

rem

io8

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75

48

6

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. ass.t

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86

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6€

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86

2,9

6€

4

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7€

1,0

00

,00

2,4

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86

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1€

86

4,8

1€

-€

86

4,8

1€

59

86

4,8

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628,

64€

13,1

4€

2.64

1,78

0,

4235

0,04

0742

3,54

2.21

8,24

2.

218,

24€

-€

2.

218,

24€

902.

218,

24€

11,0

9€

2.22

9,33

0,

3821

0,04

1438

2,14

1.84

7,19

1.

847,

19€

-€

1.

847,

19€

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102

età

f.d

o in

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lein

tp

ag

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ioto

tso

pra

vv

issu

tidecessi

cap

. p

ag

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ag

Mf.

do

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ale

imp

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om

p.

imp

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ss.t

ori

s. M

at

911.

847,

19€

9,24

1.

856,

43€

0,34

080,

0414

340,

78€

1.

515,

65€

1.51

5,65

-

1.51

5,65

921.

515,

65€

7,58

1.

523,

23€

0,30

000,

0408

299,

96€

1.

223,

27€

1.22

3,27

-

1.22

3,27

931.

223,

27€

6,12

1.

229,

38€

0,25

990,

0400

259,

92€

96

9,46

969,

46€

-

969,

46€

9496

9,46

4,85

97

4,31

0,22

140,

0386

221,

35€

75

2,96

752,

96€

-

752,

96€

9575

2,96

3,76

75

6,72

0,18

490,

0364

184,

92€

57

1,81

571,

81€

-

571,

81€

9657

1,81

2,86

57

4,66

0,15

100,

0339

151,

04€

42

3,62

423,

62€

-

423,

62€

9742

3,62

2,12

42

5,74

0,12

030,

0308

120,

29€

30

5,44

305,

44€

-

305,

44€

9830

5,44

1,53

30

6,97

0,09

320,

0271

93,1

5€

213,

82€

21

3,82

-€

21

3,82

9921

3,82

1,07

21

4,89

0,06

990,

0232

69,9

4€

144,

95€

14

4,95

-€

14

4,95

100

144,

95€

0,

72€

145,

67€

0,

0507

0,01

9250

,70

94

,97

94

,97

-

94,9

7€

101

94,9

7€

0,47

95

,45

0,

0354

0,01

5335

,39

60

,06

60

,06

-

60,0

6€

102

60,0

6€

0,30

60

,36

0,

0238

0,01

1623

,83

36

,54

36

,54

-

36,5

4€

103

36,5

4€

0,18

36

,72

0,

0154

0,00

8415

,40

21

,31

21

,31

-

21,3

1€

104

21,3

1€

0,11

21

,42

0,

0095

0,00

599,

53€

11,8

9€

11,8

9€

-€

11

,89

105

11,8

9€

0,06

11

,95

0,

0056

0,00

395,

62€

6,33

6,

33€

-€

6,

33€

106

6,33

0,

03€

6,36

0,

0032

0,00

253,

16€

3,20

3,

20€

-€

3,

20€

107

3,20

0,

02€

3,22

0,

0017

0,00

151,

68€

1,53

1,

53€

-€

1,

53€

108

1,53

0,

01€

1,54

0,

0008

0,00

080,

85€

0,70

0,

70€

-€

0,

70€

109

0,70

0,

00€

0,70

0,

0004

0,00

040,

40€

0,30

0,

30€

-€

0,

30€

110

0,30

0,

00€

0,30

0,

0002

0,00

020,

18€

0,12

0,

12€

-€

0,

12€

111

0,12

0,

00€

0,12

0,

0001

0,00

010,

08€

0,04

0,

04€

-€

0,

04€

112

0,04

0,

00€

0,04

0,

0000

0,00

000,

03€

0,02

0,

02€

-€

0,

02€

113

0,02

0,

00€

0,02

0,

0000

0,00

000,

01€

0,00

0,

00€

-€

0,

00€

114

0,00

0,

00€

0,00

0,

0000

0,00

000,

00€

0,00

0,

00€

-€

0,

00€

115

0,00

0,

00€

0,00

0,

0000

0,00

000,

00€

0,00

0,

00€

-€

0,

00€

116

0,00

0,

00€

0,00

0,

0000

0,00

000,

00€

0,00

0,

00€

-€

0,

00€

117

0,00

0,

00€

0,00

0,

0000

0,00

000,

00€

0,00

-

-€

-

118

0,00

0,

00€

0,00

0,

0000

0,00

00-

0,00

-

-€

-

119

0,00

0,

00€

0,00

0,

0000

0,00

00-

0,00

-

-€

-

120

0,00

0,

00€

0,00

0,

0000

0,00

00-

0,00

-

-€

-

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103

Il premio relativo a tali polizze si è ipotizzato essere unico e quindi

pagabile al momento della stipula del contratto.

Volendo schematizzare e riassumere i casi esaminati e i risultati

ottenuti, si ottiene:

TABELLA N.6: COMPOSIZIONE PORTAFOGLIO COMPAGNIA ASSICURATIVA

Come già detto in sede di trattazione teorica, da polizze così costituite,

l’utile atteso da parte della compagnia risulta essere pari a zero.

età cap. assicurato tasso d'interesse premio unico

57 1.000,00€ 0,50% 862,96€

30 1.000,00€ 0,50% 758,79€

40 1.000,00€ 0,50% 796,07€

45 1.000,00€ 0,50% 815,40€

50 1.000,00€ 0,50% 835,09€

55 1.000,00€ 0,50% 854,99€

60 1.000,00€ 0,50% 874,91€

35 1.000,00€ 0,50% 777,16€

70 1.000,00€ 0,50% 913,24€

80 1.000,00€ 0,50% 946,72€

età temporanea per anni cap. assicurato tasso d'interesse premio unico

40 10 1.000,00€ 0,50% 8,85€

40 11 1.000,00€ 0,50% 10,05€

30 10 1.000,00€ 0,50% 6,57€

50 11 1.000,00€ 0,50% 22,51€

55 15 1.000,00€ 0,50% 69,33€

60 15 1.000,00€ 0,50% 120,82€

60 12 1.000,00€ 0,50% 80,80€

35 12 1.000,00€ 0,50% 8,85€

45 13 1.000,00€ 0,50% 18,77€

45 14 1.000,00€ 0,50% 21,24€

età differito di anni temporanea di anni cap. assicurato tasso d'interesse premio unico

30 5 10 1.000,00€ 0,50% 42.573,09€

35 10 10 1.000,00€ 0,50% 34.104,00€

40 15 11 1.000,00€ 0,50% 25.691,15€

45 20 11 1.000,00€ 0,50% 17.452,00€

50 25 12 1.000,00€ 0,50% 9.773,66€

60 10 12 1.000,00€ 0,50% 14.762,38€

55 15 13 1.000,00€ 0,50% 14.194,88€

32 18 13 1.000,00€ 0,50% 28.970,07€

70 5 15 1.000,00€ 0,50% 12.049,34€

30 10 15 1.000,00€ 0,50% 37.798,08€

VITA INTERA

TEMPORANEA CASO MORTE

MISTA (DIFFERITA CASO VITA+TEMPORANEA CASO MORTE)

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104

3.3 PROFIT TEST

Il fine ultimo dell’applicazione qui riportata è di mostrare come una

compagnia di assicurazione deve procedere nella gestione dei

contratti che ha sottoscritto con riferimento al requisito patrimoniale di

solvibilità precedentemente trattato.

Il profit test consiste sostanzialmente in una valutazione dell’utile

previsto dalla compagnia assicurativa.

Finora si è convenuto essere pari a zero.

Ovviamente nella realtà tale situazione non sarebbe economicamente

conveniente ed sarà sicuramente richiesta una componente di ricavo

per l’attività posta in essere dall’azienda.

Per ottenere una somma sotto forma di utile potenzialmente

distribuibile, le compagnie procedono nel valutare i contratti che

hanno in essere con delle seconde basi tecniche (relative al tasso

d’interesse e alla probabilità di morte) definite di secondo ordine.

Occorre ricordare che per la costruzione delle riserve e quindi dei

valori di tariffazione, devono essere seguiti dei criteri di prudenzialità,

che in genere differiscono da quello che realmente le compagnie ai

aspettano che avvenga.

Quindi si possono definire le basi tecniche di secondo ordine come

realistiche o effettive, dall’applicazione delle quali scaturisce una

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105

situazione favorevole all’assicuratore, nonché una prospettiva di

guadagno.

Da cui, relativamente ad una polizza che paga caso morte si avrà che:

𝑞𝑥 ≥ 𝑞𝑥∗

Indicando rispettivamente la probabilità di morte di primo ordine e di

secondo.

Inoltre, ricordando che si sta effettuando un’applicazione del capo VI

Solvency II, l’art. 77 richiede una valutazione della Best Estimate, per

cui ai fini di un’attualizzazione dei capitali pagati dall’assicurazione, è

stata presa in considerazione la curva dei tassi risk free elaborata dall’

Autorità Europea delle Assicurazioni e delle Pensioni Aziendali e

Professionali.

Quindi riprendendo le tre polizze sopra indicate, procedendo in tale

ottica, si ottiene:

Temporanea caso morte:

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106

TABELLA N.7: CALCOLO POLIZZA TEMPORANEA B.T. II ORDINE

-10%

sopravv. effettivi decessi effettivi cap. pag. eff. attualizzazione flusso curva tassi rf

0,068% 1

0,068% 0,99932 0,0007 0,677495178 0,67708 0,062%

0,069% 0,99864 0,0007 0,681210114 0,68019 0,075%

0,072% 0,99795 0,0007 0,6928039 0,69032 0,120%

0,078% 0,99723 0,0007 0,719699497 0,71443 0,184%

0,083% 0,99646 0,0008 0,773170969 0,76316 0,261%

0,087% 0,99563 0,0008 0,822624418 0,80590 0,343%

0,093% 0,99477 0,0009 0,864027375 0,83840 0,431%

0,100% 0,99384 0,0009 0,925787145 0,88752 0,529%

0,107% 0,99285 0,0010 0,991323527 0,93701 0,628%

0,115% 0,99179 0,0011 1,059906227 0,98624 0,723%

V.A flussi in uscita 7,9802

-

V.A. flusso in entrata 8,85€

=

utile della compagnia 0,87-€

UTILIZZANDO BASI TECNICHE DI II ORDINE

𝑞𝑥 𝑒 𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎

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107

Vita intera:

TABELLA N.8: CALCOLO POLIZZA VITA INTERA CON B.T. II ORDINE

V.A flussi in uscita 565,7576

-

V.A. flusso in entrata 862,96€

=

utile della compagnia 297,20-€

-10%

età sopravv. effettivi decessi effettivi cap. pag. eff. attualizzazione flusso curva tassi rf

57 0,222% 1

58 0,243% 0,99778 0,0022 2,22041 2,21904 0,062%

59 0,268% 0,99535 0,0024 2,42599 2,42235 0,075%

60 0,302% 0,99268 0,0027 2,67198 2,66238 0,120%

61 0,346% 0,98969 0,0030 2,99374 2,97181 0,184%

62 0,394% 0,98626 0,0034 3,42335 3,37902 0,261%

63 0,446% 0,98238 0,0039 3,88866 3,80959 0,343%

64 0,504% 0,97799 0,0044 4,38091 4,25099 0,431%

65 0,571% 0,97307 0,0049 4,92733 4,72369 0,529%

66 0,645% 0,96752 0,0056 5,55141 5,24728 0,628%

67 0,725% 0,96128 0,0062 6,23732 5,80379 0,723%

68 0,816% 0,95430 0,0070 6,97391 6,37683 0,817%

69 0,919% 0,94652 0,0078 7,78299 6,99376 0,895%

70 1,036% 0,93783 0,0087 8,69487 7,67337 0,966%

71 1,161% 0,92811 0,0097 9,71705 8,43241 1,018%

72 1,288% 0,91734 0,0108 10,77247 9,17204 1,078%

73 1,423% 0,90552 0,0118 11,81898 9,89136 1,119%

74 1,574% 0,89263 0,0129 12,88702 10,59260 1,160%

75 1,745% 0,87859 0,0140 14,04602 11,33194 1,200%

76 1,971% 0,86325 0,0153 15,33142 12,15365 1,230%

77 2,256% 0,84624 0,0170 17,01350 13,23142 1,265%

78 2,607% 0,82715 0,0191 19,08843 14,52050 1,311%

79 2,997% 0,80559 0,0216 21,56517 16,00702 1,364%

80 3,396% 0,78145 0,0241 24,13975 17,44192 1,423%

81 3,805% 0,75491 0,0265 26,54057 18,63227 1,485%

82 4,214% 0,72618 0,0287 28,72396 19,55929 1,549%

83 4,645% 0,69558 0,0306 30,60107 20,18624 1,613%

84 5,212% 0,66327 0,0323 32,31149 20,62260 1,677%

85 5,780% 0,62870 0,0346 34,56957 21,32679 1,740%

86 6,427% 0,59236 0,0363 36,34128 21,65046 1,802%

87 7,115% 0,55429 0,0381 38,07365 21,88420 1,863%

88 7,890% 0,51485 0,0394 39,44019 21,85914 1,922%

89 8,798% 0,47423 0,0406 40,61959 21,69659 1,979%

90 9,741% 0,43250 0,0417 41,72300 21,46115 2,035%

91 10,780% 0,39037 0,0421 42,12914 20,86618 2,088%

92 12,013% 0,34829 0,0421 42,08260 20,05616 2,140%

93 13,355% 0,30645 0,0418 41,84191 19,18267 2,190%

94 14,814% 0,26552 0,0409 40,92577 18,04430 2,238%

95 16,486% 0,22619 0,0393 39,33522 16,67589 2,284%

96 18,323% 0,18890 0,0373 37,28909 15,19836 2,328%

97 20,308% 0,15429 0,0346 34,61160 13,55638 2,371%

98 22,423% 0,12296 0,0313 31,33196 11,79242 2,412%

99 24,765% 0,09539 0,0276 27,57000 9,97141 2,451%

100 27,182% 0,07176 0,0236 23,62249 8,20736 2,489%

UTILIZZANDO BASI TECNICHE DI II ORDINE

𝑞𝑥 𝑒 𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎

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età sopravv. effettividecessi effettivicap. pag. eff. attualizzazione flusso curva tassi rf

101 29,395% 0,05226 0,01951 19,51€ 6,51€ 2,526%

102 31,815% 0,03690 0,01536 15,36€ 4,92€ 2,561%

103 34,324% 0,02516 0,01174 11,74€ 3,61€ 2,595%

104 36,883% 0,01652 0,00864 8,64€ 2,55€ 2,628%

105 39,473% 0,01043 0,00609 6,09€ 1,73€ 2,659%

106 42,079% 0,00631 0,00412 4,12€ 1,12€ 2,689%

107 44,678% 0,00366 0,00266 2,66€ 0,69€ 2,719%

108 47,267% 0,00202 0,00163 1,63€ 0,41€ 2,747%

109 49,809% 0,00107 0,00096 0,96€ 0,23€ 2,774%

110 52,297% 0,00054 0,00053 0,53€ 0,12€ 2,800%

111 55,040% 0,00026 0,00028 0,28€ 0,06€ 2,825%

112 57,612% 0,00011 0,00014 0,14€ 0,03€ 2,850%

113 60,577% 0,00005 0,00007 0,07€ 0,01€ 2,873%

114 63,529% 0,00002 0,00003 0,03€ 0,01€ 2,896%

115 63,000% 0,00001 0,00001 0,01€ 0,00€ 2,918%

116 60,000% 0,00000 0,00000 0,00€ 0,00€ 2,940%

117 90,000% 0,00000 0,00000 0,00€ 0,00€ 2,960%

118 0,000% 0,00000 0,00000 0,00€ 0,00€ 2,981%

119 0,000% 0,00000 0,00000 -€ -€ 3,000%

120 0,000% 0,00000 0,00000 -€ -€ 3,019%

𝑞𝑥 𝑒 𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎

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109

Mista:

TABELLA N.9: CALCOLO POLIZZA MISTA CON B.T. II ORDINE.

V.A

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110

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0,

8065

80,

0186

180

6,58

228,

87€

0,

03€

48

2,99

7%0,

7855

785,

55€

0,

7855

50,

0210

378

5,55

214,

04€

0,

03€

49

3,39

6%0,

7620

762,

01€

0,

7620

10,

0235

476

2,01

199,

26€

0,

03€

50

3,80

5%0,

7361

736,

13€

0,

7361

30,

0258

873

6,13

184,

81€

0,

03€

51

4,21

4%0,

7081

708,

12€

0,

7081

20,

0280

170

8,12

170,

68€

0,

03€

52

4,64

5%0,

6783

678,

28€

0,

6782

80,

0298

467

8,28

156,

95€

0,

03€

53

5,21

2%0,

6468

646,

77€

0,

6467

70,

0315

164

6,77

143,

69€

0,

03€

54

5,78

0%0,

6131

613,

06€

0,

6130

60,

0337

161

3,06

130,

70€

0,

03€

55

6,42

7%0,

5776

577,

63€

0,

5776

30,

0354

457

7,63

118,

24€

0,

03€

56

7,11

5%0,

5405

540,

50€

0,

5405

00,

0371

354

0,50

106,

19€

0,

03€

57

7,89

0%0,

5020

502,

04€

0,

5020

40,

0384

650

2,04

94,6

8€

0,03

58

8,79

8%0,

4624

462,

43€

0,

4624

30,

0396

146

2,43

83,6

7€

0,03

59

9,74

1%0,

4217

421,

74€

0,

4217

40,

0406

942

1,74

73,2

7€

0,03

60

10,7

80%

0,38

0738

0,66

0,38

066

0,04

108

380,

66€

63

,44

0,

03€

61

12,0

13%

0,33

9633

9,63

0,33

963

0,04

104

339,

63€

54

,34

0,

03€

62

13,3

55%

0,29

8829

8,83

0,29

883

0,04

080

298,

83€

45

,88

0,

03€

63

14,8

14%

0,25

8925

8,92

0,25

892

0,03

991

258,

92€

38

,16

0,

03€

64

16,4

86%

0,22

0622

0,56

0,22

056

0,03

836

220,

56€

31

,19

0,

03€

65

18,3

23%

0,18

4218

4,20

0,18

420

0,03

636

184,

20€

25

,00

0,

03€

66

UT

ILIZ

ZA

ND

O B

AS

I T

EC

NIC

HE

DI

II O

RD

INE

Cas

o V

ita

Cas

o M

ort

eC

om

bin

azio

ne

cas

o v

ita

a ca

so m

ort

e

𝑞𝑥 𝑒 𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎

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111

Come si può osservare, tramite l’utilizzo delle basi tecniche di

secondo ordine, la differenza tra il totale dei flussi in uscita attualizzati

-10,

000%

sopravv

. E

ffett

ivi

cap. pag

. eff

. sopravv

. E

ffett

ivi

decessi

eff

ett

ivi

cap. pag

. eff

ett

ivi

tota

le c

ap. pag

. eff

ett

ivi

att

uali

zzazio

ne f

lusso

cu

rva

tassi

rf

epoca

20,3

08%

0,15

0415

0,45

0,15

045

0,03

375

150,

45€

19

,60

0,

03€

67

22,4

23%

0,11

9911

9,90

0,11

990

0,03

055

119,

90€

14

,99

0,

03€

68

24,7

65%

0,09

3093

,01

0,

0930

10,

0268

893

,01

11

,16

0,

03€

69

27,1

82%

0,07

0069

,98

0,

0699

80,

0230

369

,98

8,

06€

0,03

70

29,3

95%

0,05

1050

,96

0,

0509

60,

0190

250

,96

5,

63€

0,03

71

31,8

15%

0,03

6035

,98

0,

0359

80,

0149

835

,98

3,

82€

0,03

72

34,3

24%

0,02

4524

,53

0,

0245

30,

0114

524

,53

2,

50€

0,03

73

36,8

83%

0,01

6116

,11

0,

0161

10,

0084

216

,11

1,

57€

0,03

74

39,4

73%

0,01

0210

,17

0,

0101

70,

0059

410

,17

0,

95€

0,03

75

42,0

79%

0,00

626,

15€

0,00

615

0,00

401

6,15

0,55

0,

03€

76

44,6

78%

0,00

363,

57€

0,00

357

0,00

259

3,57

0,31

0,

03€

77

47,2

67%

0,00

201,

97€

0,00

197

0,00

159

1,97

0,16

0,

03€

78

49,8

09%

0,00

101,

04€

0,00

104

0,00

093

1,04

0,08

0,

03€

79

52,2

97%

0,00

050,

52€

0,00

052

0,00

052

0,52

0,04

0,

03€

80

55,0

40%

0,00

020,

25€

0,00

025

0,00

027

0,25

0,02

0,

03€

81

57,6

12%

0,00

010,

11€

0,00

011

0,00

014

0,11

0,01

0,

03€

82

60,5

77%

0,00

000,

05€

0,00

005

0,00

006

0,05

0,00

0,

03€

83

63,5

29%

0,00

000,

02€

0,00

002

0,00

003

0,02

0,00

0,

03€

84

63,0

00%

0,00

000,

01€

0,00

001

0,00

001

0,01

0,00

0,

03€

85

60,0

00%

0,00

000,

00€

0,00

000

0,00

000

0,00

0,00

0,

03€

86

90,0

00%

0,00

000,

00€

0,00

000

0,00

000

0,00

0,00

0,

03€

87

0,00

0%0,

0000

0,00

0,

0000

00,

0000

00,

00€

0,

00€

0,03

88

0,00

0%0,

0000

0,00

0,

0000

00,

0000

00,

00€

0,

00€

0,03

89

0,00

0%0,

0000

0,00

0,

0000

00,

0000

00,

00€

0,

00€

0,03

90

UT

ILIZ

ZA

ND

O B

AS

I T

EC

NIC

HE

DI

II O

RD

INE

Cas

o V

ita

Cas

o M

ort

eC

om

bin

azio

ne

cas

o v

ita

a ca

so m

ort

e

𝑞𝑥 𝑒 𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎

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112

ed il versamento del premio unico da parte del cliente, configura una

quota di eccedenza a favore della compagnia.

Nella seguente tabella, vengono riportati per le diverse polizze in

essere, i valori di tariffazione che corrispondono al versamento del

premio nonché la Best Estimate Stimata, che corrisponde

all’attualizzazione di un flusso stabilito sulla base i ipotesi

maggiormente realistiche.

Quindi si può schematizzare come segue:

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113

TABELLA N.10: CONFRONTO RISULTATI OTTENUTI CON B.T. I ORDINE E B.T. II ORDINE

Quindi risulta che, dalla gestione di un portafoglio così composto, alla

compagnia dovrebbe risultare un utile di circa ottantamila euro.

Con la successiva applicazione delle disposizioni contenute negli art.

100 e seguenti, si noterà come da tale importo verrà scomputata una

quantità per rispondere ai requisiti di adeguatezza del capitale alla

base del regime Solvency II.

valori di tariffazione (I ord.) best estimate (II ord.) valutazione utile

8,8510€ 7,9802€ 0,8708€

10,0509€ 9,0243€ 1,0266€

6,5721€ 5,9334€ 0,6387€

22,5087€ 20,1928€ 2,3159€

69,3266€ 60,6099€ 8,7168€

120,8224€ 106,0350€ 14,7874€

80,8019€ 72,2145€ 8,5873€

8,8462€ 7,9144€ 0,9318€

18,7664€ 16,6480€ 2,1184€

21,2365€ 18,7208€ 2,5157€

367,7828€ 325,2734€ Ut. Tot 42,5094€

862,96€ 565,76€ 297,20€

758,79€ 222,72€ 536,08€

796,07€ 320,72€ 475,35€

815,40€ 383,15€ 432,25€

835,09€ 454,36€ 380,73€

854,99€ 532,91€ 322,08€

874,91€ 615,83€ 259,08€

777,16€ 267,35€ 509,82€

913,24€ 774,28€ 138,96€

946,72€ 893,74€ 52,98€

8.435,33€ 5.030,81€ Ut. Tot 3.404,52€

42.573,09€ 28.389,90€ 14.183,19€

34.104,00€ 22.486,87€ 11.617,13€

25.691,15€ 16.737,40€ 8.953,76€

17.452,00€ 11.198,03€ 6.253,97€

9.773,66€ 6.154,72€ 3.618,94€

14.762,38€ 12.721,95€ 2.040,43€

14.194,88€ 11.041,77€ 3.153,11€

28.970,07€ 16.386,96€ 12.583,11€

12.049,34€ 11.704,04€ 345,31€

37.798,08€ 23.631,77€ 14.166,31€

237.368,66€ 160.453,40€ Ut. Tot 76.915,25€

V.A. medio Utile Futuro 80.362,28€

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114

3.4 CALCOLO SCR E RISK MARGIN

Il primo step da effettuare per stimare innanzitutto l’SCR, corrisponde

nel valutare quale sia la Best Estimate relativa ai pagamenti delle

polizze nel caso in cui avvenga un cosiddetto shock, ovvero una

situazione che andrebbe ad intaccare negativamente la sfera

dell’assicuratore, comportando maggiori somme necessarie per

l’estinzione delle polizze.

Quanto detto si effettua ponendo:

𝑞𝑥𝑝𝑠 = 𝑞𝑥

∗ × (1 + 15%)

Relativamente al caso morte, indicando con 𝑞𝑥𝑝𝑠 la probabilità di

morte post shock e con 𝑞𝑥∗ la probabilità di morte con base tecnica di

secondo ordine (già maggiorata del 10% rispetto quella del primo).

Mentre per una polizza che paga caso vita, si avrà che:

𝑞𝑥𝑝𝑠 = 𝑞𝑥

∗ × (1 − 20%)

Si procede applicando quanto detto, quindi:

Temporanea caso morte:

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115

TABELLA N.11: CALCOLO CON SHOCK DEL 15% SUL TASSO DI MORTALITÀ

Vita intera:

TABELLA N.12. CALCOLO CON SHOCK DEL15%SUL TASSO DI MORTALITÀ

15% UTILIZZANDO BASI TECNICHE DI II ORDINE + SHOCK: INCREMENTO 15% MORTALIA'

sopravv. effettivi decessi effettivi cap. pag. eff. attualizzazione flusso curva tassi rf

0,0779% 1,00000

0,0784% 0,99922 0,0008 0,779119455 0,79868 0,062%

0,0798% 0,99844 0,0008 0,783311965 0,80716 0,075%

0,0829% 0,99764 0,0008 0,796561951 0,83570 0,120%

0,0892% 0,99681 0,0008 0,827399408 0,89053 0,184%

0,0949% 0,99592 0,0009 0,888776428 0,98644 0,261%

0,0998% 0,99498 0,0009 0,945514158 1,08430 0,343%

0,1070% 0,99399 0,0010 0,992979116 1,17937 0,431%

0,1147% 0,99292 0,0011 1,063817603 1,31377 0,529%

0,1228% 0,99178 0,0011 1,138965979 1,46306 0,628%

0,1324% 0,99057 0,0012 1,217580639 1,62420 0,723%

V.A flussi in uscita 10,9832

-

V.A. flusso in entrata 8,85€

=

utile della compagnia 2,13€

𝑞𝑥 𝑒 𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎 + shock

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116

V.A flussi in uscita 2886,2323

-

V.A. flusso in entrata 862,96€

=

utile della compagnia 2.023,27€

1000,0000015

15% UTILIZZANDO BASI TECNICHE DI II ORDINE + SHOCK: INCREMENTO 15% MORTALITA'

sopravv. effettivi decessi effettivi cap. pag. eff. attualizzazione flusso curva tassi rf

0,2553% 1,00000

0,2796% 0,99745 0,0026 2,55347 2,64529 0,062%

0,3087% 0,99466 0,0028 2,78896 2,91072 0,075%

0,3468% 0,99159 0,0031 3,07063 3,28786 0,120%

0,3978% 0,98815 0,0034 3,43901 3,81889 0,184%

0,4534% 0,98422 0,0039 3,93072 4,56031 0,261%

0,5128% 0,97975 0,0045 4,46268 5,42441 0,343%

0,5794% 0,97473 0,0050 5,02460 6,42032 0,431%

0,6561% 0,96908 0,0056 5,64752 7,62874 0,529%

0,7414% 0,96272 0,0064 6,35798 9,08399 0,628%

0,8343% 0,95559 0,0071 7,13739 10,76096 0,723%

0,9379% 0,94761 0,0080 7,97251 12,67631 0,817%

1,0564% 0,93873 0,0089 8,88768 14,76812 0,895%

1,1915% 0,92881 0,0099 9,91675 17,15193 0,966%

1,3348% 0,91774 0,0111 11,06716 19,71146 1,018%

1,4817% 0,90549 0,0122 12,24996 22,56877 1,078%

1,6366% 0,89208 0,0134 13,41633 25,29523 1,119%

1,8096% 0,87748 0,0146 14,60007 28,17000 1,160%

2,0068% 0,86160 0,0159 15,87868 31,33458 1,200%

2,2665% 0,84431 0,0173 17,29023 34,70069 1,230%

2,5940% 0,82517 0,0191 19,13611 39,16842 1,265%

2,9982% 0,80377 0,0214 21,40516 44,96007 1,311%

3,4460% 0,77967 0,0241 24,09878 52,14711 1,364%

3,9058% 0,75280 0,0269 26,86752 60,09588 1,423%

4,3757% 0,72340 0,0294 29,40276 68,09422 1,485%

4,8461% 0,69174 0,0317 31,65380 75,98563 1,549%

5,3420% 0,65822 0,0335 33,52229 83,40927 1,613%

5,9938% 0,62306 0,0352 35,16240 90,68279 1,677%

6,6474% 0,58571 0,0373 37,34483 99,76644 1,740%

7,3916% 0,54678 0,0389 38,93496 107,68426 1,802%

8,1828% 0,50636 0,0404 40,41559 115,65588 1,863%

9,0731% 0,46493 0,0414 41,43483 122,54599 1,922%

10,1178% 0,42275 0,0422 42,18351 128,79507 1,979%

11,2019% 0,37997 0,0428 42,77270 134,74006 2,035%

12,3971% 0,33741 0,0426 42,56410 138,10818 2,088%

13,8155% 0,29558 0,0418 41,82882 139,71827 2,140%

15,3580% 0,25474 0,0408 40,83581 140,25956 2,190%

17,0363% 0,21562 0,0391 39,12366 138,02633 2,238%

18,9587% 0,17889 0,0367 36,73378 132,96496 2,284%

21,0712% 0,14497 0,0339 33,91458 125,81257 2,328%

23,3536% 0,11442 0,0305 30,54728 116,07445 2,371%

25,7861% 0,08770 0,0267 26,72225 103,89208 2,412%

28,4800% 0,06509 0,0226 22,61499 89,86053 2,451%

31,2589% 0,04655 0,0185 18,53685 75,23642 2,489%

33,8047% 0,03200 0,0146 14,55109 60,29257 2,526%

36,5875% 0,02118 0,0108 10,81725 45,70611 2,561%

39,4728% 0,01343 0,0077 7,74996 33,37308 2,595%

42,4159% 0,00813 0,0053 5,30198 23,25545 2,628%

45,3940% 0,00468 0,0034 3,44842 15,38882 2,659%

48,3903% 0,00256 0,0021 2,12516 9,64333 2,689%

51,3798% 0,00132 0,0012 1,23707 5,70781 2,719%

54,3573% 0,00064 0,0007 0,67789 3,17679 2,747%

57,2802% 0,00029 0,0003 0,34869 1,65875 2,774%

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69,6635% 0,00001 0,0000 0,01212 0,06093 2,873%

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69,0000% 0,00000 0,0000 0,00037 0,00191 2,940%

103,5000% 0,00000 0,0000 0,00010 0,00051 2,960%

0,0000% 0,00000 0,0000 0,00004 0,00024 2,981%

0,0000% 0,00000 0,0000 0,00000 0,00000 3,000%

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𝑞𝑥 𝑒 𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎 + shock

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Mista:

TABELLA N.13: CALCOLO MISTA CON SHOCK DEL 15% SUL TASSO DI MORTALITÀ E DEL 20% SUL TASSO DI

SOPRAVVIVENZA.

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120

Il secondo step, consiste nel valutare la differenza nella Best Estimate

tra il caso ante shock e post shock.

Ciò che ne risulta è proprio l’SCR, mortality o longevity in base al caso

in cui paga l’assicurazione, che in poche parole corrisponde proprio a

quanto l’assicurazione deve mettere da parte nel caso in cui si

verificasse una tale situazione sfavorevole, riprendendo i concetti di

prudenzialità e di solvibilità che la compagnia deve mettere in atto

nell’esplicazione della propria attività.

Procedendo quindi con quanto detto, la tabella contenente la

valutazione dell’utile risulta essere così estesa:

TABELLA N.14: CALCOLO SCR MORTALITY E LONGEVITY

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121

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-€

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07€

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72€

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2.

733,

4469

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2,72

63-€

815,

40€

383,

15€

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2,25

2.

880,

1353

2.49

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33-€

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09€

454,

36€

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75-€

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24€

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2.

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Tot

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5€

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122

Per combinare dunque i due risultati ottenuti, ovvero l’SCR mortality

e longevity, si considera la correlazione che sussiste tra i due, ovvero:

𝐶𝑜𝑟𝑟(𝑚𝑜𝑟𝑡;𝑙𝑜𝑛𝑔) = −0.25

Da cui, operando come riportato:

TABELLA N.15: OPERAZIONE MATRICIALE CON SCR

Si giunge a definire l’SCR totale.

Precedentemente si era anticipato che il Risk Margin è funzione del

Solvency Capital Requirement, in particolare la relazione che sussiste

è la seguente:

𝑅𝑀 =∑ 𝑆𝐶𝑅𝑖 × 6%𝑛−1𝑖=0

1 + 𝑖(0; 1)𝑖+1

165.809,49€ NAV

194.332,13€

28.522,65€ Δ NAV

Dati:

scr mortality 21.470,09€

scr longevity 6.488,73€

corr(mort,long) 0,25-€

Da cui:

SCR 21.470,09€ S 1 -0,25

6.488,73€ -0,25 1

27.958,82€

Operando, si ottiene l' SCR al tempo 0 : 20.818,54

𝐵𝑒𝑠𝑡 𝐸𝑠𝑡𝑖𝑚𝑎𝑡𝑒𝑡 𝑟

𝐵𝑒𝑠𝑡 𝐸𝑠𝑡𝑖𝑚𝑎𝑡𝑒𝑡 𝑟, 𝑝𝑜𝑠𝑡 𝑠 𝑜𝑐 𝐴

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123

Ragionando sulla formula appena descritta, si nota che l’SCR deve

essere relativo a tutti i periodi considerati, mentre quello sopra

calcolato risulta essere attualizzato all’epoca zero.

Quindi per ottenere il suddetto valore alle diverse epoche si utilizza

una relazione che vede una costante nel tempo tra la Best Estimate e

ed il capitale impiegato.

Applicando quanto appena detto e quindi concludendo l’analisi qui

condotta:

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124

TABELLA N.16: APPLICAZIONE FORMULA E OTTENIMENTO RISK MARGIN

SCR al tempo: epoca i(0,t) attualizzazione del 6% dell'SCR

TOT rapporto 20.818,54€ 0 1.248,34€

102,05€ 1,00€ 20.811,80€ 1 0,062% 1.247,93€

111,07€ 1,00€ 20.804,47€ 2 0,075% 1.246,40€

119,95€ 1,00€ 20.796,56€ 3 0,120% 1.243,31€

128,93€ 1,00€ 20.788,05€ 4 0,184% 1.238,15€

139,52€ 1,00€ 20.778,84€ 5 0,261% 1.230,59€

2.083,47€ 0,99€ 20.641,37€ 6 0,343% 1.213,30€

2.080,63€ 0,98€ 20.504,08€ 7 0,431% 1.193,76€

2.076,87€ 0,98€ 20.367,04€ 8 0,529% 1.171,52€

2.072,27€ 0,97€ 20.230,31€ 9 0,628% 1.147,32€

2.066,21€ 0,97€ 20.093,97€ 10 0,723% 1.121,84€

4.990,11€ 0,95€ 19.764,70€ 11 0,817% 1.084,35€

4.959,53€ 0,93€ 19.437,46€ 12 0,895% 1.047,98€

4.900,96€ 0,92€ 19.114,07€ 13 0,966% 1.012,11€

4.855,77€ 0,90€ 18.793,67€ 14 1,018% 978,54€

4.816,36€ 0,89€ 18.475,87€ 15 1,078% 943,86€

6.629,62€ 0,87€ 18.038,42€ 16 1,119% 905,79€

6.570,13€ 0,85€ 17.604,90€ 17 1,160% 868,23€

6.505,41€ 0,83€ 17.175,65€ 18 1,200% 831,41€

7.424,26€ 0,80€ 16.685,77€ 19 1,230% 793,64€

7.348,79€ 0,78€ 16.200,87€ 20 1,265% 755,97€

8.230,08€ 0,75€ 15.657,82€ 21 1,311% 714,65€

8.140,02€ 0,73€ 15.120,71€ 22 1,364% 673,41€

8.045,02€ 0,70€ 14.589,87€ 23 1,423% 632,51€

7.944,58€ 0,68€ 14.065,65€ 24 1,485% 592,47€

7.839,02€ 0,65€ 13.548,41€ 25 1,549% 553,54€

8.609,17€ 0,62€ 12.980,34€ 26 1,613% 513,76€

8.479,36€ 0,60€ 12.420,84€ 27 1,677% 475,65€

8.344,36€ 0,57€ 11.870,25€ 28 1,740% 439,38€

8.203,82€ 0,54€ 11.328,93€ 29 1,802% 404,96€

8.058,55€ 0,52€ 10.797,20€ 30 1,863% 372,36€

7.907,31€ 0,49€ 10.275,44€ 31 1,922% 341,70€

7.751,66€ 0,47€ 9.763,96€ 32 1,979% 312,92€

7.591,59€ 0,44€ 9.263,04€ 33 2,035% 285,88€

7.426,25€ 0,42€ 8.773,03€ 34 2,088% 260,71€

7.255,81€ 0,40€ 8.294,26€ 35 2,140% 237,18€

7.079,28€ 0,38€ 7.827,14€ 36 2,190% 215,30€

6.896,84€ 0,35€ 7.372,06€ 37 2,238% 195,02€

6.708,46€ 0,33€ 6.929,42€ 38 2,284% 176,26€

6.514,69€ 0,31€ 6.499,55€ 39 2,328% 158,95€

6.315,94€ 0,29€ 6.082,80€ 40 2,371% 142,95€

6.111,80€ 0,27€ 5.679,52€ 41 2,412% 128,26€

5.904,18€ 0,25€ 5.289,94€ 42 2,451% 114,79€

5.694,01€ 0,24€ 4.914,23€ 43 2,489% 102,44€

5.481,88€ 0,22€ 4.552,52€ 44 2,526% 91,14€

5.268,26€ 0,20€ 4.204,90€ 45 2,561% 80,85€

5.052,61€ 0,19€ 3.871,51€ 46 2,595% 71,49€

4.835,78€ 0,17€ 3.552,42€ 47 2,628% 62,98€

4.617,61€ 0,16€ 3.247,74€ 48 2,659% 55,29€

4.398,03€ 0,14€ 2.957,54€ 49 2,689% 48,35€

4.177,27€ 0,13€ 2.681,91€ 50 2,719% 42,08€

3.954,77€ 0,12€ 2.420,95€ 51 2,747% 36,47€

3.732,03€ 0,10€ 2.174,70€ 52 2,774% 31,45€

3.509,13€ 0,09€ 1.943,16€ 53 2,800% 26,98€

3.286,87€ 0,08€ 1.726,28€ 54 2,825% 23,01€

3.065,36€ 0,07€ 1.524,01€ 55 2,850% 19,49€

2.844,53€ 0,06€ 1.336,32€ 56 2,873% 16,41€

2.625,62€ 0,06€ 1.163,07€ 57 2,896% 13,71€

2.409,17€ 0,05€ 1.004,11€ 58 2,918% 11,36€

2.195,98€ 0,04€ 859,21€ 59 2,940% 9,33€

somma best estimate post shock

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125

Dunque la quota parte relativa al portafoglio ipotizzato che deve

essere accantonata a titolo di risk Margin risulta essere pari a circa

trentuno mila euro.

SCR al tempo:epoca i(0,t) attualizzazione del 6% dell'SCR

TOT rapporto

1.986,77€ 0,03€ 728,11€ 60 2,960% 7,59€

1.782,27€ 0,03€ 610,51€ 61 2,981% 6,10€

1.584,16€ 0,02€ 505,98€ 62 3,000% 4,86€

1.393,54€ 0,02€ 414,03€ 63 3,019% 3,81€

1.211,29€ 0,02€ 334,11€ 64 3,037% 2,95€

1.038,99€ 0,01€ 265,55€ 65 3,055% 2,25€

877,97€ 0,01€ 207,62€ 66 3,072% 1,69€

729,76€ 0,01€ 159,47€ 67 3,089% 1,25€

595,56€ 0,01€ 120,17€ 68 3,105% 0,90€

476,42€ 0,00€ 88,73€ 69 3,121% 0,64€

372,97€ 0,00€ 64,12€ 70 3,136% 0,44€

285,13€ 0,00€ 45,31€ 71 3,151% 0,30€

212,86€ 0,00€ 31,26€ 72 3,165% 0,20€

154,97€ 0,00€ 21,04€ 73 3,179% 0,13€

109,84€ 0,00€ 13,79€ 74 3,193% 0,08€

75,69€ 0,00€ 8,80€ 75 3,206% 0,05€

50,64€ 0,00€ 5,45€ 76 3,219% 0,03€

32,87€ 0,00€ 3,29€ 77 3,232% 0,02€

20,68€ 0,00€ 1,92€ 78 3,244% 0,01€

12,61€ 0,00€ 1,09€ 79 3,256% 0,01€

7,44€ 0,00€ 0,60€ 80 3,268% 0,00€

4,25€ 0,00€ 0,32€ 81 3,280% 0,00€

2,34€ 0,00€ 0,16€ 82 3,291% 0,00€

1,23€ 0,00€ 0,08€ 83 3,302% 0,00€

0,64€ 0,00€ 0,04€ 84 3,312% 0,00€

0,32€ 0,00€ 0,02€ 85 3,323% 0,00€

0,15€ 0,00€ 0,01€ 86 3,333% 0,00€

0,08€ 0,00€ 0,00€ 87 3,343% 0,00€

0,03€ 0,00€ 0,00€ 88 3,352% 0,00€

0,02€ 0,00€ 0,00€ 89 3,362% 0,00€

0,02€ 0,00€ 0,00€ 90 3,371% 0,00€

risk margin 31.243,09€

somma best estimate post shock

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3.5 COMMENTO RISULTATI OTTENUTI

Il fine ultimo di tutta l’applicazione appena conclusa sta

nell’evidenziare quanta parte dell’utile ipotizzato inizialmente per la

Compagnia si può propriamente definire tale e quindi essere anche

finalizzato ad una sua distribuzione in forma di dividendi, e quanto

invece deve essere accantonato sotto forma di Risk Margin in

ottemperanza di quanto previsto dal regime Solvency II.

Matematicamente si opera in maniera elementare, sottraendo la parte

di Risk Margin all’utile, quindi:

TABELLA N. 17: EVIDENZIAZIONE RISULTATO OTTENUTO IN TERMINI DI UTILE

risk margin 31.243,09€

V.A. medio utile 80.362,28€

V.A. medio utile netto 49.119,19€

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CONCLUSIONI

Il lavoro qui trova la sua conclusione.

Il primo capitolo ha visto la disamina dei Principi Contabili

Internazionali, seguendo il lungo iter che ha condotto alla loro

emanazione e applicazione alle maggiori realtà economiche.

I Principi Contabili Internazionali rappresentano il linguaggio comune

attraverso il quale i diversi attori possono comunicare, lo schema di

riferimento per ottenere la comparabilità dei documenti anche se

prodotti da soggetti operanti in diversi contesti e settori.

Le norme contabili emanate dallo IASB presentano caratteri di

maggiore dinamicità rispetto i criteri più statici prescritti dal nostro

Codice Civile, pongono il focus sul valore da assegnare agli asset in

esso presenti; in ciò si trova l’elemento conduttore di tutta la

trattazione, ovvero il Fair Value.

Tale metodo di valutazione poggia le basi in un’ottica di

attualizzazione dei flussi, concetto ampiamente presente anche nella

Direttiva analizzata nel secondo capitolo riguardante Solvency II.

Tale regime, costituisce per le imprese di assicurazione il metro su cui

valutarsi, introduce metodologie prima non adoperate, frutto di

osservazione empirica e di una sempre maggiore consapevolezza

verso valori etici come la fiducia, sia verso la compagnia nella quale

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un cliente decide di affidare i proprio soldi, sia verso un mercato che

si configura come un’enorme macchina costruita di tanti elementi e la

quale necessita di una sinergia di tutti gli attori.

Per far sì che tale fiducia sia mantenuta, sono necessarie delle

promesse.

Le promesse devono riguardare il buon funzionamento della

macchina, una corretta manodopera e monitoraggio degli ingranaggi.

Nel settore assicurativo fondamentale è la capacità di adempiere alle

obbligazioni.

Il cliente sarà selezionato a monte dalla compagnia, ma il cliente potrà

valutare una simile capacità verso l’impresa cui sta affidando i propri

soldi?

Per quanto questo possa essere competente ed avere dati a

disposizione è molto difficile da attuarsi.

Ecco perché un simile controllo viene effettuato dagli Enti regolatori i

quali pongo parametri, cui le compagnie devono conformarsi, affinché

siano ritenute affidabili ed in termini specifici: solvibili.

Il regime Solvency II punta proprio in questa direzione, introducendo

il Capital Solvency Requirement come requisito patrimoniale di

riferimento.

La strada qui intrapresa è stata quella di valutare effettivamente,

tramite la simulazione di ciò che avviene all’interno della compagnia,

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l’incidenza di tali requisiti e valutare quanta parte di quelli che sono i

guadagni lordi di una compagnia si tradurranno in netti.

Ciò che risulta alla luce di un’ampia disamina è che la metodologia ad

oggi in vigore sconta ciò che la compagnia potrebbe idealmente

distribuire come dividendi o reinvestire, di una parte considerevole,

valutando oltre le ipotesi realistiche anche differenti scenari del tutto

negativi verso la posizione debitoria della compagnia.

Dunque se è vero che non si possono immaginare limiti a ciò che

negativamente potrebbe accadere, è anche vero che le compagnie ad

oggi assolvono in pieno ai loro obblighi per mantenere alto quel livello

di fiducia nel mercato, funzionale ad una sua crescita e futura

espansione.

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SINTESI

La struttura del lavoro risulta essere articolata in tre capitoli:

1. Il primo, sul bilancio e i principi che ne regolano la redazione;

2. Il secondo, sulle disposizioni presenti nel regime Solvency II;

3. Il terzo, prevede un focus sulla matematica attuariale e

l’applicazione pratica, di quanto presente nel secondo capitolo,

ad un portafoglio ipotetico di una compagnia assicurativa.

Il primo capitolo, dunque, inizia con l’analizzare il bilancio e le funzioni

alle quali questo assolve, ponendo particolare attenzione alla sua

valenza di documento informativo e base documentale per

apprendere lo stato di salute nel quale l’azienda verte. Prima di

introdurre i Principi Contabili Internazionali, si è analizzata la

tradizionale forma civilistica, facendo riferimento agli art. dal 2423 al

2435 bis, di applicazione alle attività industriali o commerciali.

Si considerano anche altri due attori che influenzano la stesura dello

stesso, ovvero l’Organismo Italiano di Contabilità, ente preposto

all’emanazione di Principi Contabili in Italia e il Fisco.

Vengono attentamente esaminati i postulati che devono essere

presenti nella redazione del bilancio, suddivisi in clausole generali e

principi di redazione.

I primi riguardano la chiarezza, la verità e la completezza, come

aggettivi indispensabili per un’efficace rappresentazione della realtà

organizzativa cui il documento si riferisce e fanno rischiamo ad un

concetto più ampio di eticità e responsabilità che deve assumere il

professionista nella redazione del bilancio.

I secondi sono invece la logica di funzionamento, la competenza, la

prudenza, il costo storico, la prevalenza della forma sulla sostanza

nonché la comparabilità nel tempo e nello spazio.

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Una volta esplicitato il significato ed l’ambito in cui tali postulati vanno

inseriti, si inserisce una visione del mercato e delle sue dinamiche con

orizzonti ben più estesi.

Si guarda alla globalizzazione, agli scambi sempre più intensi tra attori

appartenenti a diversi Paesi, nonché alla necessità di regole comuni

che garantiscano e incrementino tali prospettive di sviluppo,

considerando anche la problematica affrontata da aziende operanti in

diverse nazioni e magari quotate su differenti mercati borsistici, nel

redigere differenti bilanci in base a quanto previsto dalla normativa in

vigore nel territorio.

Dopo un breve excursus che analizza il processo che ha condotto

all’emanazione di un tale linguaggio comune in ambito europeo, ma

con intenzione di una convergenza verso quello in vigore negli Stati

Uniti, si è giunti all’adozione degli IAS/IFRS.

Con tale acronimo, si fa riferimento a quel corpus di regole emanate

ad opera dello IASB, ente di carattere privatistico, nato a Londra nel

1973 ad opera delle maggiori associazioni professionali.

In tale contesto il bilancio assume una valenza più ampia, soprattutto

rispetto ai soggetti verso cui questo è indirizzato.

Qui si configurano diversi stakeholders come destinatari delle

informazioni contenute nel bilancio, le quali devono essere sufficienti

per permettere l’assunzione di decisioni economiche; quindi non è più

uno strumento indirizzato ai soli soci, bensì al mercato.

All’interno del lavoro è stato attentamente analizzato il Framework

IASB, nonché le maggiori differenze tra tale corpus dallo stampo

internazionale e quello invece prescritto dal nostro Codice Civile.

Da qui vengono trattati alcuni dei principali principi contabili

internazionali, scelti per la loro rilevanza non in termini assoluti, ma

relativi all’argomentazione che proseguirà nei successivi due capitoli.

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136

Il primo che rappresenta il filo conduttore della trattazione qui

riassunta, per i numerosi richiami e poi applicazione in ottica Solvency

II, risulta essere l’IFRS 13 relativo al Fair Value, definito dallo stesso

come:

“(…) il corrispettivo al quale un bene può essere scambiato, o una

passività estinta, tra parti consapevoli e indipendenti, in una

transazione equa.”

La logica di impostazione ha natura retroattiva, ovvero come se da

sempre fosse impiegato, anche se lo IASB non impone una

tassatività, prevedendo comunque un’alternativa rappresentata dal

costo storico.

L’altro principio che in tale sede risulta utile richiamare è l’IFRS 4, che

definisce un contratto assicurativo come:

“Un contratto in base al quale una delle parti (l’assicuratore) accetta

un rischio assicurativo significativo da un terzo (l’assicurato),

concordando di risarcire l’assicurato nel caso in cui lo stesso subisca

danni conseguenti a uno specifico evento futuro incerto (evento

assicurato)”.

Senza dilungarsi, si vuole solo far notare come da tale definizione

emergano gli aspetti chiave di un contratto assicurativo, ovvero i due

soggetti tra i quali avviene un trasferimento del rischio, contro

pagamento di un premio e il rischio stesso, evento aleatorio il quale,

se si verifica, determina l’onere a carico dell’assicuratore

nell’adempimento dell’obbligazione sottoscritta.

Chiuso così il primo capitolo, il secondo inizia con un focus nel settore

assicurativo, essendo le imprese appartenenti a tale ambito

anch’esse obbligate a redigere il bilancio secondo tali standard.

In particolare l’attenzione è posta sul nuovo regime entrato in vigore

nel 2013, ovvero: Solvecy II.

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Tale regime pone l’enfasi su un approccio di tipo risk sensitive e in

particolare sui requisiti patrimoniali di solvibilità.

Lo stesso presenta una struttura definita a tre pilastri, qui analizzati

brevemente:

1. Nel primo sono rinvenibili disposizioni in merito ad aspetti

quantitativi e criteri di valutazione delle attività e passività,

determinazione dei fondi propri e la loro ammissibilità ai fini

della copertura dei requisiti patrimoniali, nonché disposizioni in

merito al Capital Solvency Requirement (CSR) e al Minimum

Capital Requirement;

2. Nel secondo pilastro sono trattati aspetti qualitativi che

rappresentano parte integrante del nuovo regime; inoltre

vengono definiti alcuni ruoli essenziali per l’efficienza della

struttura;

3. Il terzo concerne una serie di obblighi informativi e di disciplina

di mercato a carico delle imprese di assicurazione verso i

fruitori.

Introducendo aspetti che saranno poi applicati nell’ultimo capitolo,

vengono qui spiegati concetti quali la Best Estimate (B.E.) e il Risk

Margin.

Il tutto in un’ottica Market Consistent, si legge all’interno della

DIR/2009/138/CE, art.76, che:

“Il valore delle riserve tecniche corrisponde all’importo attuale che le

imprese di assicurazione e di riassicurazione dovrebbero pagare se

dovessero trasferire immediatamente le loro obbligazioni di

assicurazione o di riassicurazione ad un’impresa di assicurazione o

di riassicurazione”.

Inoltre prosegue con l’affermare che le stesse devono essere pari alla

somma di due componenti: Best Estimate e Risk Margin.

La Direttiva definisce, all’interno dell’art. 77.2, la prima come:

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“La media dei flussi di cassa futuri ponderata con la probabilità,

tenendo conto del valore temporale del denaro (valore atteso dei

flussi di cassa futuri) sulla base della pertinente struttura per

scadenza dei tassi di interesse privi di rischio”.

Prosegue con il successivo comma definendo che il secondo deve:

“Garantire che il valore delle riserve tecniche sia equivalente

all’importo di cui le imprese avrebbero bisogno per assumersi e

onorare le obbligazioni di assicurazione e riassicurazione”

A norma della Direttiva 2009/138/CE, art. 101-104, il Requisito

Patrimoniale di Solvibilità è stabilito in modo da garantire che siano

presi in considerazione tutti i rischi quantificabili cui la compagnia è

esposta.

L’ SCR è definito quindi come il capitale necessario per garantire

l’adempimento, nel corso dei successivi dodici mesi, delle obbligazioni

verso i clienti che hanno stipulato polizze, con una probabilità pari o

superiore al 99.5%; mentre con una probabilità pari all’85% si parla di

Requisito Patrimoniale mMnimo (MCR), il quale può comunque

oscillare tra il 25% e il 45%.

Ai fini del calcolo dell’SCR di base occorre considerare opportuni

coefficienti di correlazione, ovvero:

Il rischio di sottoscrizione non vita e vita;

Il rischio di sottoscrizione malattia;

Il rischio di mercato;

Il rischio di credito;

Il rischio operativo.

Da cui:

𝐵𝑆𝐶𝑅 = √∑ 𝐶𝑜𝑟𝑟𝑖𝑗 × 𝑆𝐶𝑅𝑖 × 𝑆𝐶𝑅𝑗𝑖𝑗

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Dove, 𝑆𝐶𝑅𝑖 , 𝑆𝐶𝑅𝑗 corrispondono ai relativi moduli di rischio,

intendendo poi con tale nomenclatura che la sommatoria dei vari

termini dovrebbe coprire tutte le possibili combinazioni i e j.

Ai fini del calcolo del requisito di capitale, si procede inizialmente ad

un calcolo dei coefficienti di correlazione dei vari sottosistemi che

presentano i principali rischi sopra descritti, aggregandoli poi per

ottenere un BSCR.

A questo poi vengono aggiunti poi il rischio operativo ed un relativo

aggiustamento per l’assorbimento del rischio dalle riserve tecniche,

ottenendo così il Solvency Capital Requirement complessivo.

Da cui:

𝑆𝐶𝑅 = 𝐵𝑆𝐶𝑅 + 𝐴𝐷𝐽 + 𝑆𝐶𝑅𝑜𝑝

Volendo soffermare l’attenzione al primo coefficiente elencato, si

definisce come Rischio di Sottoscrizione vita, una componente

caratteristica dell’attività posta in essere dalla Compagnia, relativa alle

dinamiche che interessano la vita dei clienti assicurati.

La logica di calcolo sarà la medesima della sopradescritta, ma

saranno presi in considerazione i diversi sottomoduli che

compongono il modulo di base, ovvero: mortalità, longevità, invalidità,

morbilità, spesa dell’assicurazione vita, revisione, estinzione

anticipata e catastrofe.

Quanto appena trattato fa riferimento alla formula standard, però

come specificato all’art. 110 Dir. 138/2009/CE, nel caso in cui tale

procedura non risulti essere appropriata, la compagnia può produrre

un suo modello interno ai fini del calcolo dello stesso.

La successiva applicazione pratica si concentrerà esclusivamente sul

longentity e mortality risk, definiti come un incremento o decremento

del tasso di mortalità che, in base alle polizze presenti nel portafoglio

della compagnia di assicurazione, determinerebbe un maggiore

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esborso in termini di capitali pagati. Il tutto si calcola aggiungendo alla

B.E. una percentuale corrispondente allo shock ipotizzato.

Così trova la conclusione il secondo capitolo, ponendo tutte le basi e

le nozioni per l’approfondimento effettuato nel terzo capitolo.

Il suddetto inizia con una completa ed esaustiva trattazione sulla

matematica attuariale, con le definizioni di base, le formule relative al

calcolo delle diverse rendite ed esplicazione della formula che trova

la relazione tra il caso vita e il caso morte, rappresentazione grafica

che aiuti una migliore comprensione, teoria e calcolo relativa ai premi

e alle riserve.

In tale sede, per motivi di sintesi non è riportato quanto sopra detto,

ma seguirà la spiegazione del caso applicato ad un ipotetico

portafoglio di una compagnia assicurativa composto da 10 polizze

temporanee caso morte, 10 polizze vita intera e 10 che prevedono un

caso combinato tra una rendita differita che paga caso vita ed una

temporanea che paga caso morte.

Volendo qui riassumere i casi trattati ed i relativi premi che dunque

figurano come valori di tariffazione calcolate con le basi tecniche di I

ordine, si ottiene:

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141

FIGURA N.1: COMPOSIZIONE PORTAFOGLIO COMPAGNIA ASSICURATIVA E RELATIVI PREMI PAGATI65.

Volendo eseguire un Profit Test, le suddette polizze sono state

calcolate una seconda volta con delle basi tecniche di II ordine, ovvero

che pongono condizioni maggiormente realistiche, in termini di tasso

di interesse e di tasso di mortalità, tali da generare una prospettiva di

profitto per l’assicuratore.

Per cui, per una polizza che paga caso morte, si avrà che:

65 Elaborazione propria.

età cap. assicurato tasso d'interesse premio unico

57 1.000,00€ 0,50% 862,96€

30 1.000,00€ 0,50% 758,79€

40 1.000,00€ 0,50% 796,07€

45 1.000,00€ 0,50% 815,40€

50 1.000,00€ 0,50% 835,09€

55 1.000,00€ 0,50% 854,99€

60 1.000,00€ 0,50% 874,91€

35 1.000,00€ 0,50% 777,16€

70 1.000,00€ 0,50% 913,24€

80 1.000,00€ 0,50% 946,72€

età temporanea per anni cap. assicurato tasso d'interesse premio unico

40 10 1.000,00€ 0,50% 8,85€

40 11 1.000,00€ 0,50% 10,05€

30 10 1.000,00€ 0,50% 6,57€

50 11 1.000,00€ 0,50% 22,51€

55 15 1.000,00€ 0,50% 69,33€

60 15 1.000,00€ 0,50% 120,82€

60 12 1.000,00€ 0,50% 80,80€

35 12 1.000,00€ 0,50% 8,85€

45 13 1.000,00€ 0,50% 18,77€

45 14 1.000,00€ 0,50% 21,24€

età differito di anni temporanea di anni cap. assicurato tasso d'interesse premio unico

30 5 10 1.000,00€ 0,50% 42.573,09€

35 10 10 1.000,00€ 0,50% 34.104,00€

40 15 11 1.000,00€ 0,50% 25.691,15€

45 20 11 1.000,00€ 0,50% 17.452,00€

50 25 12 1.000,00€ 0,50% 9.773,66€

60 10 12 1.000,00€ 0,50% 14.762,38€

55 15 13 1.000,00€ 0,50% 14.194,88€

32 18 13 1.000,00€ 0,50% 28.970,07€

70 5 15 1.000,00€ 0,50% 12.049,34€

30 10 15 1.000,00€ 0,50% 37.798,08€

VITA INTERA

TEMPORANEA CASO MORTE

MISTA (DIFFERITA CASO VITA+TEMPORANEA CASO MORTE)

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142

𝑞𝑥 ≥ 𝑞𝑥∗

Indicando rispettivamente la probabilità di morte di primo ordine e di

secondo.

Volendo confrontare, solo relativamente ad una temporanea caso

morte, quanto ottenuto con le basi tecniche di primo ordine e di

secondo ordine, si avrà che:

FIGURA N.2: TEMPORANEA CASO MORTE, BASI TECNICHE DI II ORDINE66.

Ai fini del calcolo dell’SCR e del Risk Margin, il primo step da

effettuare corrisponde nel valutare quale sia la Best Estimate relativa

ai pagamenti delle polizze nel caso in cui avvenga un cosiddetto

shock.

Quanto detto si effettua ponendo:

𝑞𝑥𝑝𝑠 = 𝑞𝑥

∗ × (1 + 15%)

Relativamente al caso morte, indicando con 𝑞𝑥𝑝𝑠 la probabilità di

morte post shock e con 𝑞𝑥∗ la probabilità di morte con base tecnica di

secondo ordine (già maggiorata del 10% rispetto quella del primo).

Riprendendo l’esempio della temporanea caso morte:

66 Elaborazione propria.

-10%

sopravv. effettivi decessi effettivi cap. pag. eff. attualizzazione flusso curva tassi rf

0,068% 1

0,068% 0,99932 0,0007 0,677495178 0,67708 0,062%

0,069% 0,99864 0,0007 0,681210114 0,68019 0,075%

0,072% 0,99795 0,0007 0,6928039 0,69032 0,120%

0,078% 0,99723 0,0007 0,719699497 0,71443 0,184%

0,083% 0,99646 0,0008 0,773170969 0,76316 0,261%

0,087% 0,99563 0,0008 0,822624418 0,80590 0,343%

0,093% 0,99477 0,0009 0,864027375 0,83840 0,431%

0,100% 0,99384 0,0009 0,925787145 0,88752 0,529%

0,107% 0,99285 0,0010 0,991323527 0,93701 0,628%

0,115% 0,99179 0,0011 1,059906227 0,98624 0,723%

V.A flussi in uscita 7,9802

-

V.A. flusso in entrata 8,85€

=

utile della compagnia 0,87-€

UTILIZZANDO BASI TECNICHE DI II ORDINE

𝑞𝑥 𝑒 𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎

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143

FIGURA N.4: CALCOLO BEST ESTIMATE CON SHOCK DEL 15% SUL TASSO DI MORTALITÀ67.

Il secondo step, consiste nel valutare la differenza nella Best Estimate

tra il caso ante shock e post shock.

Ciò che ne risulta è proprio l’SCR, mortality o longevity in base al caso

in cui paga l’assicurazione, che in poche parole corrisponde proprio a

quanto l’assicurazione deve mettere da parte nel caso in cui si

verificasse una tale situazione sfavorevole, riprendendo i concetti di

prudenzialità e di solvibilità che la compagnia deve mettere in atto

nell’esplicazione della propria attività.

Procedendo quindi con quanto detto, la tabella contenente la

valutazione dell’utile risulta essere così estesa:

67 Elaborazione propria.

15% UTILIZZANDO BASI TECNICHE DI II ORDINE + SHOCK: INCREMENTO 15% MORTALIA'

sopravv. effettivi decessi effettivi cap. pag. eff. attualizzazione flusso curva tassi rf

0,0779% 1,00000

0,0784% 0,99922 0,0008 0,779119455 0,79868 0,062%

0,0798% 0,99844 0,0008 0,783311965 0,80716 0,075%

0,0829% 0,99764 0,0008 0,796561951 0,83570 0,120%

0,0892% 0,99681 0,0008 0,827399408 0,89053 0,184%

0,0949% 0,99592 0,0009 0,888776428 0,98644 0,261%

0,0998% 0,99498 0,0009 0,945514158 1,08430 0,343%

0,1070% 0,99399 0,0010 0,992979116 1,17937 0,431%

0,1147% 0,99292 0,0011 1,063817603 1,31377 0,529%

0,1228% 0,99178 0,0011 1,138965979 1,46306 0,628%

0,1324% 0,99057 0,0012 1,217580639 1,62420 0,723%

V.A flussi in uscita 10,9832

-

V.A. flusso in entrata 8,85€

=

utile della compagnia 2,13€

𝑞𝑥 𝑒 𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎 + shock

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144

FIGURA N.5: PROFIT TEST COMPLESSIVO E SCR MORTALITY/LONGEVITY68.

Per combinare dunque i due risultati ottenuti, ovvero l’SCR mortality

e longevity, si considera la correlazione che sussiste tra i due, ovvero

pari a -0.25%.

Da cui, operando come riportato:

68 Elaborazione personale.

valo

ri di

tarif

fazio

ne (I

ord

.)be

st e

stim

ate

(II o

rd.)

valu

tazio

ne u

tile

best

est

imat

e (II

ord

.) +1

5%be

st e

stim

ate

(II o

rd.)

-20%

scr m

orta

lity

scr l

onge

vity

8,85

10€

7,98

02€

0,

8708

10

,983

2€

3,

0030

-€

10,0

509

9,02

43€

1,

0266

12

,799

1€

3,

7749

-€

6,57

21€

5,93

34€

0,

6387

7,

7471

1,

8137

-€

22,5

087

20,1

928

2,

3159

30

,472

3€

10

,279

5-€

69,3

266

60,6

099

8,

7168

11

2,59

99€

51

,990

1-€

120,

8224

106,

0350

14

,787

4€

202,

4318

96,3

968

-€

80,8

019

72,2

145

8,

5873

12

0,84

80€

48

,633

5-€

8,84

62€

7,91

44€

0,

9318

11

,168

4€

3,

2541

-€

18,7

664

16,6

480

2,

1184

26

,243

7€

9,

5957

-€

21,2

365

18,7

208

2,

5157

30

,565

0€

11

,844

2-€

367,

7828

325,

2734

Ut

. Tot

42,5

094

11

,56%

862,

96€

565,

76€

29

7,20

2.

886,

2323

2.

320,

4748

-€

758,

79€

222,

72€

53

6,08

2.

297,

7248

2.

075,

0061

-€

796,

07€

320,

72€

47

5,35

2.

733,

4469

2.

412,

7263

-€

815,

40€

383,

15€

43

2,25

2.

880,

1353

2.

496,

9833

-€

835,

09€

454,

36€

38

0,73

2.

948,

9935

2.

494,

6375

-€

854,

99€

532,

91€

32

2,08

2.

923,

7069

2.

390,

8008

-€

874,

91€

615,

83€

25

9,08

2.

802,

4675

2.

186,

6387

-€

777,

16€

267,

35€

50

9,82

2.

531,

7273

2.

264,

3801

-€

913,

24€

774,

28€

13

8,96

2.

372,

0695

1.

597,

7885

-€

946,

72€

893,

74€

52

,98

1.88

3,80

74€

990,

0647

-€

8.43

5,33

5.03

0,81

Ut

. Tot

3.40

4,52

40,3

6%

42.5

73,0

9€

28

.389

,90

14.1

83,1

9€

6,

82€

28

.833

,99

-

44

4,08

75-€

34.1

04,0

0€

22

.486

,87

11.6

17,1

3€

7,

35€

23

.000

,83

-

51

3,96

21-€

25.6

91,1

5€

16

.737

,40

8.95

3,76

10,3

7€

17

.328

,12

-

59

0,72

85-€

17.4

52,0

0€

11

.198

,03

6.25

3,97

14,8

4€

11

.856

,69

-

65

8,65

76-€

9.77

3,66

6.15

4,72

3.

618,

94€

26

,68

6.81

5,83

-€

661,

1051

-€

14.7

62,3

8€

12

.721

,95

2.04

0,43

82,6

2€

13

.691

,20

-

96

9,24

34-€

14.1

94,8

8€

11

.041

,77

3.15

3,11

53,3

1€

11

.892

,63

-

85

0,85

73-€

28.9

70,0

7€

16

.386

,96

12.5

83,1

1€

9,

24€

16

.839

,38

-

45

2,41

64-€

12.0

49,3

4€

11

.704

,04

345,

31€

342,

22€

12.6

15,3

5€

-€

911,

3150

-€

37.7

98,0

8€

23

.631

,77

14.1

66,3

1€

10

,39

24.0

68,1

3€

-€

436,

3597

-€

237.

368,

66€

160.

453,

40€

Ut

. Tot

76.9

15,2

5€

32

,40%

V.A.

med

io U

tile

Futu

ro80

.362

,28

tot

27.3

89,9

972

166.

942,

1359

21

.470

,085

8€

6.

488,

7327

246.

171,

77€

165.

809,

49€

an

te sh

ock

post

shoc

k19

4.33

2,13

31€

sc

r mor

talit

ysc

r lon

gevi

tyto

t. Be

st e

stim

ate

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145

FIGURA N.6: CORRELAZIONE SCR MORTALITY/LONGEVITY69.

Si giunge a definire l’SCR totale.

Precedentemente si era anticipato che il Risk Margin è funzione del

Solvency Capital Requirement, in particolare la relazione che sussiste

è la seguente:

𝑅𝑀 =∑ 𝑆𝐶𝑅𝑖 × 6%𝑛−1𝑖=0

1 + 𝑖(0; 1)𝑖+1

Ragionando sulla formula appena descritta, si nota che l’SCR deve

essere relativo a tutti i periodi considerati, mentre quello sopra

calcolato risulta essere attualizzato all’epoca zero.

Quindi per ottenere il suddetto valore alle diverse epoche si utilizza

una relazione che vede una costante nel tempo tra la Best Estimate e

ed il capitale impiegato.

Applicando quanto appena detto e quindi concludendo l’analisi qui

condotta, all’interno della Figura n.7 di propria elaborazione:

69 Elaborazione personale.

165.809,49€ NAV

194.332,13€

28.522,65€ Δ NAV

Dati:

scr mortality 21.470,09€

scr longevity 6.488,73€

corr(mort,long) 0,25-€

Da cui:

SCR 21.470,09€ S 1 -0,25

6.488,73€ -0,25 1

27.958,82€

Operando, si ottiene l' SCR al tempo 0 : 20.818,54

𝐵𝑒𝑠𝑡 𝐸𝑠𝑡𝑖𝑚𝑎𝑡𝑒𝑡 𝑟

𝐵𝑒𝑠𝑡 𝐸𝑠𝑡𝑖𝑚𝑎𝑡𝑒𝑡 𝑟, 𝑝𝑜𝑠𝑡 𝑠 𝑜𝑐 𝐴

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146

SCR al tempo: epoca i(0,t) attualizzazione

3.871,51€ 46 2,595% 71,49€

3.552,42€ 47 2,628% 62,98€

3.247,74€ 48 2,659% 55,29€

2.957,54€ 49 2,689% 48,35€

2.681,91€ 50 2,719% 42,08€

2.420,95€ 51 2,747% 36,47€

2.174,70€ 52 2,774% 31,45€

1.943,16€ 53 2,800% 26,98€

1.726,28€ 54 2,825% 23,01€

1.524,01€ 55 2,850% 19,49€

1.336,32€ 56 2,873% 16,41€

1.163,07€ 57 2,896% 13,71€

1.004,11€ 58 2,918% 11,36€

859,21€ 59 2,940% 9,33€

728,11€ 60 2,960% 7,59€

610,51€ 61 2,981% 6,10€

505,98€ 62 3,000% 4,86€

414,03€ 63 3,019% 3,81€

334,11€ 64 3,037% 2,95€

265,55€ 65 3,055% 2,25€

207,62€ 66 3,072% 1,69€

159,47€ 67 3,089% 1,25€

120,17€ 68 3,105% 0,90€

88,73€ 69 3,121% 0,64€

64,12€ 70 3,136% 0,44€

45,31€ 71 3,151% 0,30€

31,26€ 72 3,165% 0,20€

21,04€ 73 3,179% 0,13€

13,79€ 74 3,193% 0,08€

8,80€ 75 3,206% 0,05€

5,45€ 76 3,219% 0,03€

3,29€ 77 3,232% 0,02€

1,92€ 78 3,244% 0,01€

1,09€ 79 3,256% 0,01€

0,60€ 80 3,268% 0,00€

0,32€ 81 3,280% 0,00€

0,16€ 82 3,291% 0,00€

0,08€ 83 3,302% 0,00€

0,04€ 84 3,312% 0,00€

0,02€ 85 3,323% 0,00€

0,01€ 86 3,333% 0,00€

0,00€ 87 3,343% 0,00€

0,00€ 88 3,352% 0,00€

0,00€ 89 3,362% 0,00€

0,00€ 90 3,371% 0,00€

SCR al tempo: epoca i(0,t) attualizzazione

20.818,54€ 0 1.248,34€

20.811,80€ 1 0,062% 1.247,93€

20.804,47€ 2 0,075% 1.246,40€

20.796,56€ 3 0,120% 1.243,31€

20.788,05€ 4 0,184% 1.238,15€

20.778,84€ 5 0,261% 1.230,59€

20.641,37€ 6 0,343% 1.213,30€

20.504,08€ 7 0,431% 1.193,76€

20.367,04€ 8 0,529% 1.171,52€

20.230,31€ 9 0,628% 1.147,32€

20.093,97€ 10 0,723% 1.121,84€

19.764,70€ 11 0,817% 1.084,35€

19.437,46€ 12 0,895% 1.047,98€

19.114,07€ 13 0,966% 1.012,11€

18.793,67€ 14 1,018% 978,54€

18.475,87€ 15 1,078% 943,86€

18.038,42€ 16 1,119% 905,79€

17.604,90€ 17 1,160% 868,23€

17.175,65€ 18 1,200% 831,41€

16.685,77€ 19 1,230% 793,64€

16.200,87€ 20 1,265% 755,97€

15.657,82€ 21 1,311% 714,65€

15.120,71€ 22 1,364% 673,41€

14.589,87€ 23 1,423% 632,51€

14.065,65€ 24 1,485% 592,47€

13.548,41€ 25 1,549% 553,54€

12.980,34€ 26 1,613% 513,76€

12.420,84€ 27 1,677% 475,65€

11.870,25€ 28 1,740% 439,38€

11.328,93€ 29 1,802% 404,96€

10.797,20€ 30 1,863% 372,36€

10.275,44€ 31 1,922% 341,70€

9.763,96€ 32 1,979% 312,92€

9.263,04€ 33 2,035% 285,88€

8.773,03€ 34 2,088% 260,71€

8.294,26€ 35 2,140% 237,18€

7.827,14€ 36 2,190% 215,30€

7.372,06€ 37 2,238% 195,02€

6.929,42€ 38 2,284% 176,26€

6.499,55€ 39 2,328% 158,95€

6.082,80€ 40 2,371% 142,95€

5.679,52€ 41 2,412% 128,26€

5.289,94€ 42 2,451% 114,79€

4.914,23€ 43 2,489% 102,44€

4.552,52€ 44 2,526% 91,14€

4.204,90€ 45 2,561% 80,85€

Page 147: Dipartimento di Impresa e Management Corso di Laurea in ...tesi.eprints.luiss.it/16550/1/658501.pdfDipartimento di Impresa e Management Corso di Laurea in Consulenza Aziendale ...

147

Il fine ultimo di tutta l’applicazione appena conclusa sta

nell’evidenziare quanta parte dell’utile ipotizzato inizialmente per la

Compagnia si può propriamente definire tale e quanto invece deve

essere accantonato sotto forma di Risk Margin in ottemperanza di

quanto previsto dal regime Solvency II. Matematicamente si opera in

maniera elementare, sottraendo la parte di Risk Margin all’utile,

quindi:

TABELLA N. 8: EVIDENZIAZIONE RISULTATO OTTENUTO IN TERMINI DI UTILE

Concludendo, in tale sede si può affermare che le compagnie

assicurative, le quali operano in ottemperanza al regime Solvency II,

sembrano porre le basi per un efficace sistema di mercato; basato

sulla fiducia vista come capacità di assolvere alle obbligazioni,

elemento fondamentale per lo sviluppo e la prosperità di un simile

comparto economico.

risk margin 31.243,09€

V.A. medio utile 80.362,28€

V.A. medio utile netto 49.119,19€


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