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Direzione Generale della e del LAVORO. Annali di ... · organizzazione statistica ufficiale, che 1\...

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Direzione Generale della STATISTICA e del LAVORO. Annali di Statistica Serie V, vol. 1. G. MONTEMARTINI çCJ Le curve tecniche di occu- pazione industriale <;() <;() Roma, 1912 t;2 .ct2 Tipografia Nazionale di G. Bertero & C.
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Direzione Generale della STATISTICA e del LAVORO.

Annali di Statistica

Serie V, vol. 1.

G. MONTEMARTINI çCJ

Le curve tecniche di occu­

pazione industriale <;() <;()

Roma, 1912 t;2 .ct2 Tipografia Nazionale

di G. Bertero & C. ~

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INDICE

Lettera del direttore generale della Statistica e del Lavoro a S. E. l'on. prof. Nittl, Ministro per l'agricoltura, l'Industria ed il commercio

Nota preliminare . .

Le curve stagionai! della domanda di lavoro

l. - Le curve tecniche di occupazione industriale

§ 1. - Definizione . . . . .

§ 2. -- Come si costruiscono le eurve te~nirhe di occupazione

§ 4.

industriale " . . . . .

Il carattere di periodicitit nelle curve di domanda

l rapporti (]Uantitativi ~aratterizzanti lf~ diverse eurve

Il rapporto tra il minimo e(l il

(Rapp. Al massimo (li domanda

§ fi. -- Il rapporto tra l'occupazione costante e l'occupazione

Pag.

;,

7

11

11

11

12

1R

effettiva t0tale di un anno ~:Rapp. B) ~R

§ 7. - La relazione tra i rapporti A e B di (lornanda . :10

§ 8. - Curve in cui il Rapp. B ,-. superiore :tl 7:, p(~r cento :11

1. La dom;mda di la v oro nei porti . . .

a) le curve di occupazione nel porto d i Genova n d 1908

b) la curva di occup2.zione nel porto di Yenezia nel 1910 .

c) la curva di occupazione nel porto di Londra nel 1910

~. La domanda di lavoro nell'industria tes·.;ile

a) l'industria t~~ssile in g-enerale in Italia ..

b) l'industria del cotone (Italia, Ing-hilterra).

~) l'industria della iuta, dPl lino e della canapa lltalia, lllgliÌl-

terra)

:11

39

39

41

43

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;), La domanda di lavoro nell'industria rnineraria (Francia, In-

ghilterra) .•.. 46

1·. La domanda di lavom nelle industrie meccani(·he (Inghilterra,

Italia) . . . . . . . . . . 5':!

~). La domanda di lavoro in Italia . 57

a) ncll'industt·ia dei cappelli. 57

h) nell'industria del velro . . ~)8

e) nell'industria dei cementi. 58

d) nell'industria dei tabaechi 5~

* !J. - Curve in cui il Happ. B è inferiore al 50 per cento (il

1. La 1lomanda 1li lavoro nell'industria edilizia (Italia, Francia). Iii

2. La ùolltanda di lavoro nell'agricoltura. . . . . . . . . . . 71

~ 10. - Curve in cui i rapporti di domanda Yariano nella stessa

industria col variar•~ del complesso industriale. 7i'.

l. La manipolazione del tonno in conserva. 79

':!. La manipolazione tlel pomitloro. . . . . 81

:~. L'industria saccarifera in Italia. . . . . . 83

~ 11. - Il eomplcsso deJle eurve tecniche di occupazione indu-

striale in un mercato . 8G

* l'ì. - l rapporti di domanda nella curra complessiva di un

lltercato .. 87

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f../4 Sua fcallcn;;_a

l'OJZ. Prof. FJLJ xci:·scn 1V 1 rr1

Con vera trepidazione mista ad orgoglio accetto l'invito

dell'E. V. rli iniziare la quinta serie 1legli An11rtli di stati­

stica con un mio lavoro. In questo rinnovamf'Hf.o di'Ila

organizzazione statistica ufficiale, che 1\ n0ll'intewlimcnl.o c nell'opera costante della E. V., Voi mi spronaste a rilornar1'

in onore, dopo sì lungo silenzio, la glol'iosa t.radizionP dei

·nostri Annali i quali raccolsero la somma piì1 poderosa di

lavoro che i cultori delle discipline st.ntistielte ahhiano mai

prodotto in Italia. Se gli studi st::d.i~tici si rrndono viPP!lÌÙ

necessari e si debbono accentuare quando la vita di m1 paese si fa più complessa, più varia, più rapidamente· pul­

sante, certo lo sviluppo grandioso del nostro paese giu­

stifica la speranza di un fiorire di riccrehc e di nn con­

.seguente affinamento di metodi selcr.ionati 1l'indagine per

mettere in luce le vibrazioni della vita nar.ionale in tnt !P

le poliedriche sue manifestazioni. A questo desiderio intenso

di una statistica fatta di vita e per la vita, che palpiti dci

problemi che agitano il paese, ehe voglia prcsentarnc r'd

csprimern~ i bisogni, le esigenze, i nuovi aspetti, si va

orientando la nuova organizzazione ufficiale della statistica

nostra.

Il lavoro che io ho l'onore di presentare all' E. V. l'a

parte di una ricerca di più larghe dimensioni int.orno al

mNcato del lavoro. Si tratta di disciplinare la statistica della

domanda e dell'offerta del lavoro eonsirlerando questi ff'no­

meni nei loro aspetti demografico, industriale ed eeonom i co.

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È importante rilevare quale sia la quantità della mano d'o­

pera necessaria ed operante nelle varie industrie, quali siano

le variazioni nella domanda e nella offerta, quale sia il

flusso di capitale-salari che annualmente Yienc ad essere

assorbito nei vari mercati e come questo flusso si distri­

buisca sulla massa dci lavoratori. In questo primo saggio

di ricerche si studia la periodicità della domanda dal punto

di vista oggettivo dell'industria, sviluppandosi i primi ele­

menti di una statistica dell'occupazione.

Gli studi iniziati non hanno uno scopo solamente teorico,

ma cercano di delucidare e facilitare l'impianto di due rile­

vazioni statistiche alle quali deve attendere l'Ufficio e:he io

ho l'onore di dirigere: la statistica industriale e la stati­

stica della disoccupazione. È indispensabile per una com­

pleta statistica industriale di sapere in quali momentL ed in

quali proporzioni, vengono assorbite le forze eli lavoro; quanti

sono i lavoratori richiesti, quali le variazioni della domanda

nelle diverse stagioni. E per ciò che riguard:1 il problema

della . disoccupazione si deve riconoscere che una vera e

sicura stai istica del fenomeno non si può fare che con la

rilcvazionc continuativa delle forze di lavoro occupate; per

cui sarà lecito affermare che la statistica della disoccupa­

zione si otterrà facendo la statistica dell'occupazione.

Si è ton tali intendimenti pratici che si iniziano que­

sli studi teorici sul mercato del laYoro. Ed io ho fiducia

che l'E. V. vorrà approvare questo indirizzo che la nuova

Direzione generale tenta di imprimere alle ricerche della sta­

tistica ufficiale italiana.

Il Dl!-e1t1lle Gtneralt' della Sratistira e th·l Lavùru

G. MONTEMARTINI.

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NO'I,A PRELIMINARE

Nello studio delle· m a n i l es t az i o n i p cri o d i c h E'

dei fenomeni che si riscontrano sul mercato del lavoro noi

abbiamo messo in luce due specie di moYimcnti nella suc­

cessione del tempo. Essendo la domanda c l'offerta del la­

voro, i fenomeni fondamentali del mercato di hlvoro, con­

nessi strettamente all'ordinamento di determinate industrie

è evidente che l'unità di tempo da sottoporsi ad esame sia

queila corrispondente a l ciclo di operazioni che costituiscé

la vita dell'industri;: stessa, ciclo che si determina per ragioni

tecniche, per vicissitudini atmosferiche, per rag-ioni ed abi­

tudini commerciali. Supposto che r unità di tempo stati­

stica da considerarsi sia l'anno solare, una prirna ricerca

sarà di vedere come si comportino in un determinato mer·

cato e per una industria d~tta, la domanda e l'offerta di

lavoro nei diversi periodi nell'anno, considerando quali

siano, per es., le variazioni che il fenomeno prese n'a nei

diversi mesi. Potremo chiamare queste le v ari az i o n i

per i o d i c h e s l agi o n a l i dell'industria, dando alla

parola per i o d i c o il significato preciso statistico <.kl

ripetersi dei massimi e dei minimi di un fenomeno ad in­

tervalli di tempo pit~ttosto regolari. Ma continuando le

nostre osservazioni nel tempo e s'Jttoponendo· ad e:::ame i

successivi cicli di produzione, sarà interessante conoscere

quali siano le variazioni della domanda e dell'offerta di la­

voro negli anni che seguono l'annata presa come base dì

rilevazione. È aliora la storia dell'industria che noi vogliatnc•

costruire e que3te variazioni noi potremo chiamarle le v r~­

riazioni cicliche industriali.

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Gli scrittori inglesi che si occupano, anche da un punto di vista

t€orico, delle manifestazioni periodiche dei fenomeni dell'industria e del lavoro, accennano a questa distinzione che ~~ Ia più l~~gica e la più

rispondente alla realtà òei fatti.

Il Bowley nella sezione del suo manuale riguardante i fenomeni

perioLlici, osserva che nella statistica sociale ed industriale troviamo in

genere un periodo annuale con movimenti lentamente ondulatori nei

•liversi anni, confuso con un periodo irregolare pn~ssoché decennale,

dovuto aù un'alterna depressione Ad aumento del commercio. - A r­

tltur L. Bowley. Elements of Statistics, London, 1!)07, 3a ediz., pag. 178

e seguenti.

Il lJf:arle ùistingue: a) le variazioni nell'intensità di occupazione

per lunghi periodi di tempo, variazioni cicliche, che originano da cause

ordinarie o da cause anormali; b) le variazioni che sono state effettuate

e che portano ad un definito e permaneute cambiamento nelle condizioni

dell'industria e nelle domanLle di lavoro; p. es., introduzione di macchine;

'-')le variazioni che av,·engono durante l'annata, mensilmente, che si pos­

sono eon parola poco esatta chiam<"!.l'e variazioni stagionali: esse deri­

vano da cause naturali e da cause sociali. " JVonnan B. Dearle, Pro­

hlems of unernployrnent. in the London building t.rades •. London, Deat

~· C., 1 !108; pag. 2?> e seg., 31 e seg·. lif:i e ~eg.

Il prof. Clw1JtiWII parla di cicli di disoccupazione derivanti da callt­

hiamenti industriali, da fluttuazioni ritmiche tra buoni e cattivi affari, da oscillazioni stagionarie. L'esame dei cicli indm:triali e commerciali

gli "'uggerisce la generalizzazione che la durata ùei buoni periodi i• fun­

zione della dmata dei precedenti cattivi periodi. Quanto alla stagiona­

rieti\, osserva ch'essa ruù influire sull'occupazione e per eiò che riguarda

la durata e per ciù elle riguarda l'offerta " S. J. Chapman and H. j;J.

lfallsworth. Unemployment, the result ofan investigation made in Lan­

cashire •. l\Ianchester, at the University Press, 190H; pag. 2.) e seg, 105

e seg., 150 e seg. Il lJereridge tratta partitamente ed a lungo: a) delle fluttuazioni

stngionali ch'egli riconosce come un fatto normale dell'industria, non

da riguardarsj come un ]JrohlPrna 1li disoccupazione, bensì come un

problema L1i salarì; b) delle fluttuazioni ciclichP- che rappresentano

l'alternantr espansione e contrazione delle generali domande di lavoro,

uno 1legli aspetti del piìt generale !lusso e riflusso che domina la vita economi~a di un paese, veri periodi di diastole e sistole " 1V. H. Beve­

l'idye, Unemployment, a prohlem of industry ,. Lon1lon, Longmans, Green

and Co., 190!1. C:h. 3° e 4°, pag. :29 e seg. Le annotazioni dei • Reports of the labour Department of the

Board of trade , per l'Inghilterra, fino dal secondo rapporto annuale

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del 1804-!:K) riguardano le tluttuazioni statfiùlta!i e le fluttuazioni n'­

r:liehe nell'occupazione. 1:: vero che tali annotazioni si riferiscono piut­

to~to al numero dei disoeeu p ati eh e al numero degli occupati; grossa

questione questa di metodologia ~tatistira sulla differenza e portata

dirersa dei due sistemi di rilevazione; 11ue,.::tione ehe affro.ntererno nella

trattazione delle curve di offerta. Annotazioni simili a cruelle ingle~i si

po,.:::-:ono trarre dagli " Annua! Heports of Department Bureaux " ddlo

Stato di Xew York (veg-gasi il vol. Il, 191::?. pag. :XYI e :-:Pguenti).

Le variazi1;ni cicliche non sempre dimostreranno un ca­

rattere di periodicità.

In una serie di più anni si potra studiare p. es. la

stagionarietà dei movimenti confrontando i singoli mesi

tra loro nei di versi anni; ma potremo anche trovarci di

fronte a variazioni straordinarie provocate da cause straor­

dinarie. Il problenu allora da risolvere sarà l'accertamento

o la negazione dell'esistenza di un ritmo, di una ricorrenza

determinabile, di una periodicità nelle variazioni cicliche

straordinarie.

Elaborando il ric~.:hissimo materiale raccolto dall'Ufficio

del lavoro io ho potuto studiare quattro tipi di curve. rap­

presentanti i fenomeni fondamentali che si riscontrano nel

mercato del lavoro: due si riferiscono alla do1nanda c due

all'offerta. Le curve sono state studiate per i movimenti

periodici stagionali (curve stagionali) in anni determinati,

c per una serie più o meno lunga di anni (curve cicliche).

Per la domanda di lavoro si hanno:

lo Le curve tecniche di occupazione

i n d u s t r i a l e; indicano quanti lavoratori o quanti lavo­

ratori-giorno sono richiesti dagli imprenditori di uua rleter­

minata industria nelle singole unità di tempo per un periodo

considerato. In queste curve le ordinate indicano le quan­

tità di lavoro effettivamente domandato, 1e ascisse denotano

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le unità di tempo. Si ha così la rappresentazione grafica di

una serie statistica.

2o L e c u r v e e c o n o m i c h e d i o c c u p az i o n e

i n d u s t r i a l e; indicano, per i diversi momenti, quale è

stato l'ammontare dei salari pagati ai lavoratori effettiva­

mente domandati; indicano cioè il valore della domanda,

l'andamento dell'impiego del capitale salario o meglio espri­

mono la misura del flusso sa l ari o. Le ascisse indi·

cano i tempi; le ordinate le somme erogate in salari. Anche

qui si ha la rappresentazione grafica di una serie statistica·

Per l'offerta di lavoro si hanno :

1o Le curve tecniche di occupazione

opera i a; indicano su una determinata massa di lavo­

ratori la distribuzione dell'occupazione; si tratta di rappre­

sentare graficamente una seriazione statistica esprimente il

numero degli occupati in funzione della durata dell'occupa­

zione. Le ascisse denotano i tempi, le· ordinate il numero

dei lavoratori occupati corrispondenti a quei tempi.

2o L e c u r v e e c o n o m i c h e d i o c c u p a z i o -

n e opera i a; indicano, per una determinata massa di

lavoratori, il numero degli occupa t i in funzione dei

salari; qui le ascisse denotano i diversi salari, le ordinate

gli operai che percepiscono il corrispondente salario. Cono­

sciuto il tempo di occupazione si avrà la curva dei re d­

d i t i d e i l a v or a t o r i . Anche in queste ultime cun·e

le ascisse denotano i salari, le ordinate il numero corrispon­

dente dei lavoratori che godono di quei salari.

Nella memoria presente illustriamo solo la prima delle

quattro curve accennate (otlo, se si tien conto delle stagio­

nali e delle cicliche): la curva periodica stagionale della

domanda industriale di lavoro.

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LE CURVE STAGlONALI DELLA DOMANDA DI LAVORO

lE CURVE TECNICHE 01 OCCUPAZIONE INDUSTRIALE

§ l. -- Definizione.

Si possono tracciare, per ogni industrja e per ogni mer­

cato, delle curve di occupazione che indichino qu;mti lavora­

tori, o quante giornate di lavoro, o quante ore di mano

d'opera sono richieste dalla totnlità degli imprenditori nelle

singole unità di tempo (settimana, mesi, stagioni lavorative)

e per un periodo determinato. In queste curve le ascisse

denoterebbero le unitù di tempo e le ordinate indichereb­

bero le quantità di lavoro effettivamente domandate dagli

i m prendi tori.

Si otterrebbe così la rappresentazione grafica di una

seri e sta t i s t i c a. È utile avvertire come le curve

che si vogliono così costruir& non sono curve astratte, ma

delle curve conr.rete che rappresentano in forma visibile

una serie di fatti. Le curve d'o~cupazione non si devono

confondere con le curve di domanda, quali sono definite

dalla economia pura e che si riferiscono a determinate quan­

tità in funzione a determinati prezzi. L'effettiva occupazione,

in un suo particolare momento o stato, è definita dall'incrocio

delle curve di domanda e di offerta dell'economia pura;

per cui le curve che stiamo trattando presuppongono una

schiera di curve di domanda ed un'altra di curve di offerta

e non sono che curve di incrocio. o di coincidenza, o di

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equilibrio tra la domanda e l'offerta corrispondr,nti ai tempi

considerati.

Negli uffici del lavot·o stranieri e nella letteratura economica ì• già

~tato accumulato molto materiale che potrehhe servire alla costruzione

di 11ueste curve. Una sintesi dei procedimenti e della letteratura veg­

ga3i in: Westergaard " Rapport général sur la statistique dn chomage ,.

(Compte-rendu de la Confércnce internationale du chomage, Paris,

l!)-21 septemhre 1910), e in: R. Bachi, ~ Appunti sui metodi per la

rilevazione dell'andamento del mercato del lavoro • (Giornale degli

economi;.;ti, pag. 7, fehhraio 1907).

§ 2. - Come si costruiscono le curve tecniche di occupazione industriale.

Si tra!ta di interrogare hnclustria o meglio gli indu­

striali e non gli operai; si tratta di mettere iu luce il mondo

della domanda di lavoro, non il mondo della offerta. La

ricerca può essere diretta o indiretta.

1 o RicERCA DIRETTA. - Si domanderà ad una serie di

imprese, in uno stesso mercato e per ogni iudustria, quanta

e quale specie di lavoro è stata domandata nella unità di

tempo considerata.

L' un i t à d i t e m p o più propria u contenere la ri­

levazione sarà quella che rappresenta tutto il ciclo lavorativo

di ogni industria: se l'industria è stagionaria l'unità sarà

la stagione di lavoro, se l'industria è continuativa potrà

assumersi come unità l'anno solare. Parlando di domanda

generale di un mercato, si parlerà sempre di un anno

solare.

L a q u a l i t à d i l a v o r o si riferirà alla categoria

dei diversi mestieri o al sesso dei lavoratori o alla loro età.

Così nelle nostre curve per l'industria agricola e per le

industrie tessili si tien conto del lavoro degli uomini, dellE:

donne e dei fanciulli ; nelle curve per il movimento nei porti

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si tien conto dei lavoratori addetti al movimento del car­

bone e dcilc merci varie. Le distinzioni e l'analisi dei me­

stieri può essere piit o meno approfondila a seconda che si

vuol raggiungere una rappresentazione più o meno esatta c che si vogliano ottenere approssimazioni più o meno grandi.

L a q u a n t i t a d e l l a v o r o domandato può rife­

rirsi: a) o al numero dei lavoratori impegnati nei diversi

momenti; b) o alle giornate di lavoro effettivamente doman­

date nei momenti considerati; t) o alle giornate di un deter­

minato orario. Quando si riesce a rappresentare il fenomeno

c) la rappresentazione i_· completa, perchi:~ si viene a tener

conto di tutto il fenomeno reale comprc!ldendo nel dato i

casi di lavoro straordinario ed i casi di s h or t- t i m e.

Quando Ei parla di lavoratori-giorno (b) si postula sempre

l'uguaglianza di orario, c o e te r i s pari h u s. La rile­

vazione anche isolata del fenomeno n) non è del resto priva

d'importanza per speciali considerazioni, riflettenti il numero

dei lavoratori che sono impegnati in una determinata in­

dustria e che vengono ad essere combinati coi restanti fat­

tori di produzione, in determinate condizioni di mercato,

condizioni che si riferiscono alla tecnica della produzione ed

alla potenzialità del!o smercio dei prodotti.

Sull'a m p i e z z a d e I l a r i l e v az i o n c, i dati rac­

colti presso le diverse imprese, possono abbracciare tutte le

imprese operanti sul mercato; alloril la rilevazione è totale

e le conclusioni che se ne possono trarre sono generali. È il caso, per es.! delle nostre curve per l'industria saccarifera

in Italia. Oppure la rilevazione è parzia!c, riferentesi cioè ad

una parte delle imprese operanti. In questo secondo caso,

che è il più comune, per stabilire il peso della rileva­

zione, converrà. calcolare la percentuale dei dati raccolti.

e rispetto al numero totale delle imprese, e rispetto al

numero totale dei la v aratori impiegati nella industria. Il

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grado più o meno grande di attendibilità sulla corrispondenza

tra l'andamento delle parti del fenomeno considerato e·

l'andamento del fenomeno totale, sarà in relazione oltre

che col numero delle rilevazioni fatte anche con la natura

de11e rilevazioni stesse e dell'industria considerata; avrà

molta influenza il fatto che trattasi di grande industria o

di piccola industria, di periodi di calma o di crisi, di im­

prese omogenee od eterogenee, di condizioni di mercato

similiari o diverse.

S u i m e t o d i d i r i l e v az i o n e , le ricerche pos­

sono essere effettuate : a) col m e t o d o d e l c e n s i -

m e n t o , rivolgendosi contemporaneamente a tutti gli indu­

striali di un mercato, domandando per es., quale è stata

la domànda effettiva di lavoro ripartita nei diversi mesi

dell'anno antecedente alla data dell'inchiesta. È il metodo

meno certo, a meno che non ci si rivolga alla grande in­

dustria che può riprodurre facilmente la do-manda in discorso,

coi registri che (dove esiste legislazione sociale), è obbligata

di tenere. La raccolta del materiale che è servita alla for­

mazione delle nostre curve, riferentisi al lavoro industriale

femminile, è stata fatta con questo metodo. Così dicasi per

l'industria snccarifera e per l'inòustria delle fornaci; b) c o l

m e t o d o d e l l a r i le v a z i o n c c o n t i n u a t a per

mezzo di moduli amministrativi introdotti dall'applicazione

delle leggi sul lavoro; l'Ufficio del lavoro italiano aveva

iniziato tale sistema coi moduli per l'amministrazione della

legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli; c) c o l m e­

t o d o d e l le risposte per i o d i c h e avute diretta­

mente dagli industr·iali di una data industria o direttamente

da organizzazioni di industriali. Questo ultimo sistema è

quello seguìto dai paesi ricchi di organizzazioni padronali,.

quali p. es. l'Inghilterra.

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Il sistema Llella inf•)rmazione diretta l· qu~llo tentato ùall'Ufticio

Nazionale del Lavoro. F'ra poco, per mezzo dell'Ispettorato del Lavoro, si a'll'it una serie di rilevazioni mensili, che andranno estendendosi man mano dalle industrie più importanti, :-;otto il punto di vi:;ta del

numero degli occupati, alle meno importar;ti, ed avt-nti per prineipale scopo la determinazione delle variazioni nella durata di lavoro. Cfr. Rapporto del Capo Circolo Ispettore I. Locatelli. Sulla rilerazione delle condizioni di lavoro degli operai occupati nell'industria; ~ Bol­lettino dell'Ispettorato del Laroro , ; gennaio·t"ehhraio 1 !)12, pag. 79 e

seguenti. Il metodo t'• soggetto a critiche Llal punto di vista dell'esecu­zione (cfr. \Vestergaard, Op. cit. a pag :3); certo l• il metodo logiea­mente più corn~tto e sicuro. Per le industrie di Stato o Municipali o eli altri Enti Pubblici, come per le nostre curve rappresentanti le do­mande di lavoro nel porto di Genova, rappresenta il 111assimo di per­fezione. Anche le nostre curve per i la v ori puhhlici e per l'industria dei tabacchi sono ricavate da materiale così raecolto.

Per la r a p p r e s e n t a z i o n e g r a f i c a , in vece di

registrare i datj assoluti è conveniente di registrare i dati

ridotti a percentuale, perchè le diverse scale non abbiano

a dare una impressione erronea sull'andamento del feno­

meno.

::2° RICERCA INDIRETTA. - Quando il numero dei laVO­

ratori è determinato dal numero delle macchine o degli

istrumenti di lavoro o dall'estensione del territorio occupato

e si suppongono stazionarie le condizioni del mercato e della

tecnica produttiva, allora si può desumere, conoscendo l'an­

damento dei giorni di apertura degli stabilimenti o i giorni

delle stagioni lavorative, il numero degli operai-giorni. Cosl

per le industrie te.ssili cono5cendosi il numero delle baci­

nelle, dei fusi. dei telai e la loro natura; così per il mercato

in agricoltura conoscendosi il numero degli ettari sottoposti

alle singole coltivazioni.

Per il m e r c a t o a g r i c o l o , che ha larga parte

nelle nostre rilevazioni, importa dare ulteriori spiegazioni.

Il dato primitivo dal quale occorre partire è il censimento

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dell'estensione del mercato che si vuole studiare, per es., di

un Comune agricolo, distribuendo la superficie della terra

coltivala per il numero di ettari sottoposti alle singole col­

tivazioni. Questa operazione per l'Italia sara presto un fatto

compiuto e sarà disponibile per lo studioso un ricco mate­

riale colla pubblicazione del catasto agrario per cura del­

l'Uffìcio della Statistica Agraria che in questi ultimi tempi

è stato aggregato alla Direzione della Statistica e del Lavoro.

Il secondo dato necessario alla costruzione delle nostre curn~

si è il numero annuo medio delle giornate di lavoro ché

ciascuna coltivazione richiede per ettaro nel mercato consi­

derato; tale numero deve essere analizzato per mese a

seconda delle operazioni agricole che nei diversi mesi si

eompiono. Questo dato medio. se ben studiato, ha valore

per tutto il tempo in cui una determinata tecnica produt­

tiva è in vigore ed essendo le variazioni nella tecnica pro­

duttiva lentissime nell'industria agricola, il dato ottenuto

avrà un'attendibilità per :mccessivi periodi in modo da per­

mettere una rilevazione indiretta del mercato del lavoro

agricolo. L'Ufficio del lavoro italiano offre anche le varia­

zioni mensili di salari pagati per le principali operazioni

agricole in circa 300 mercati. I questionari adottati dall'Uf­

ficio del lavoro in queste rilevazioni che sono fatti riem­

pire da tecnici agrari, hanno press'a poco la formulazione

seguente:

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-- 17 -

Indicazione delle giornate di lavoro richieste per ogni ettaro nelle varie operazioni principali di coltivazione.

Giornate di lavoro pl!l· ettaro nei meRi di

l ~~-

l

l OPERAZIONl Genn. Febb. Mat·zo ....... . ....... Dkem.

l ~ ~~ --------l l i l l._ l

l culturali ·- l ·- l

l lo! ] :; ·- l l:::

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l~ ::1 ~ d'~ .e : ~ : ·~ ~

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18 o o <1 o lo ~ 010 o!

o', o o! ::;J o ;.. ;:,IQ ... ::;J Oi"- ;::JIO ;..

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l Preparazione dl·l l l l l,

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~ \ terreno . l

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l 10 t S~emtna .

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! Pota tura. !

l l.a \ Concimazione . ·l l

l

[ > ( Zappatnra. . . l l l Ecc ....

l l l l

l l

}i;('C

l l l

l l l

i l i i

Per ciò elle riguarda il Cata:'lo agrario si l· proeedut.o giit alla

pubblicazione di un volume che sarebbe il sesto della serie e rl1e riguarda

i compartimenti delle Marche, dell'Urnbria e del Lazto. Colla pubblica­

zione si mira a far conoscere lo stato dellP colture e delle produzioni

agrarie e forestali nei diYersi compartimenti del Hegno (lli), dhtinta­

mente per circoscrizioni amministrative (provincie e comuni) e per circo­

::;crizioni agrarie (regioni e zone). I dati si riferiscono al periodo compre:-:o

nel triennio 1907-l!JO!J, in cui fu effettuata la ril~vazione nelle diver:"e

provincie del Hegno e va comi(lerato come il punto di I•arteuza e ùi

riferimento per la rilevazione annuale dei prodotti (Ministero d'A~Ticol­

tura, Indu:-tria e Commercio - Ufficio di Statistica agraria - Cata:-to

dgrario del Hegno d'Italia- Vol. Yf, Prefazione del prof. Ghino Valenti­

Roma, tipogTafia Xazionalc, l!H2J. Per 1·ii1 elle riguarda le rilevazioni

già compiute per le dornand~ di laYoro in agricoltura vegg. Materiali per

lo studio delle condizioni dei l;n·oratori della terra nel l\Iezzogiurnu.

Parte 1 a, Capitanata e Puglie, Puld1licazioni (h• l!' rffìcio dd Lavuru.

Serie B, n. 24,. Roma. l ~109.

2 - Annali rli Statistica - Yol. I.

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§ 3. - Il carattere di periodicità nelle curve di domanda.

1) Le curve si riferiscono a due tipi di industrie: vi

sono industrie in cui i processi produttivi sono continuativi,

cioè si manifestano per tutto l'anno, provocando quindi una

domanda di la v oro continua più o meno variabile; vi sono

industrie invece in cui i processi produttivi essendo effi­

cienti solo per una parte dell'anno, la domanda di lavoro

opera parzialmente. Diremo, per convenzione, curve c o n­

t i n u e le curve della prima specie, e curve d i sco n­

t i n u e le curve della seconda specie.

2) In qualunque industria, e quindi in qualunque

curva, la domanda di lavoro non appare quasi mai quan­

titativamente eguale nei diversi momenti; subendo Ja do­

manda di lavoro variazioni più o meno continue, più o

meno gravi; in altri termini, la domanda non sarà mai rap­

presentata da una retta, ma da una spezzata. Ciò dipende­

dal fatto che il fenomeno generale di un mercato è la

periodicità della domanda di lavoro e dell'occupazione. Se

si volesse definire stagionar i a l'industria soggetta a

variazioni nell'intensità produttiva e conseguentemente a

variazioni nella domanda di lavoro, si arriverebbe all'affer­

mazione che non vi è categoria speciale di industrie stagio­

nali, perchè tutte le industrie in grado più o meno elevato

sono stagionarie e tutti i lavoratori subiscono delle inter­

ruzioni di occupazione.

Cfr. G. Montemartini. " Di alcuni provvedimenti contro la ùisoccu­

:done in Italia ,, in • Disoccupazione , (Relazioni e Dbcus.,ioni del 1 o Con­

gresso internazionale per la lotta contro la disoccupazione, 2-3 otto­

bre 1906). :\1ilano 1906, pag. 49; À. Caroncini. " La statistica della di­

soccupazione nei censimenti , (Giornale degli Economisti, novembre 1910,

nota a pag. 5fi5 e seg.).

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i3) Le c a u s c delle variazioni nell'intensità produttiva

delle diverse industrie si possono riferire: a) alla tecnica

proùuttiva. f~ evidente, per es., nell'agricoltura c nell'indu­

stria Pdilizia, che certe operazioni non si possono compiere

~e non in determinate stagioni; ù) alla stagionarietà dei

consumi. In genere si citano le industrie rlell'abbigliamento

ed i cambiamenti della moda. Ma anche le industrie che

soddisfano ai bisogni continui ed indispensabili presentano

variazioni rilevantissime. Così per l'inrtustria della panifica­

zione la stagionarietà è forte; nei grandi centri urbani di­

versiEsima è la produzione dell'inverno e dell'estate; un

movimento in senso opposto si ha nei centri di villeggia­

tura, eli bagni, nei comuni di forti immigrazioni per lavori

campestri. Anche l'industria dci trasporti presenta notevoli

variazioni; il movimento nelle ferrovie, sui laghi, nelle

tramvic, negli stessi servizi urbani di carrozze e di auto­

mobili dà luogo a differenze sensibilis~ime. Persino le indu­

strie a processo continuo prc~entano variazioni (d'altra

parte anche se per queste industrie si postulasse una do­

manda pressochè costante, si dovrebbe pur tener conto delle

variazioni per la necessità di una rise r v a) e le industrie

che fanno fronte a servizi pubblici (illuminazione, acqua

potabile, ecc.) sono soggette alle fluttuazioni dei consumi a

seconda le stagioni. La causa b) può essere attenuata in caso

di grande industria, con la possibilità di preparare durante

le stasi di consumo, forti stock s di merci da vendersi in

propizia stagione. Tuttavia, anche in questa ipotesi favore­

vole, si avranno sempre oscillazioni di produzione, e quindi

di domanda di lavoro, dovute a ragioni di mercato e spe­

cialmente a variazioni o a previsioni eli variazioni di valori

o a fenomeni di nuove combinazioni produttive o a crisi

parziali.

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Per ciò che riguarda le oscillazioni clei consumi e quindi della pro­

duzione in industrie riferentisi a pubblici servizi, interessantissimo lo

studio di Frani.: Popplewell, Seasonal fluduations in ernployment in the

gas industry (.J oumal of the Hoyal Statistica! Society, J une. 19 J 1, pag. 693

e seg.).

§ 4. - I rapporti quantitativi caratterizzanti

Je diverse curve.

Se le curve sono discontinue, ciò signitìca che la do­

manda di lavoro subirà delle variazioni contenute tra un

minimo ed un massimo di domanda. N e deriverà che mentre

la domanda di un'industria sara costante in tutto il periodo

considerato, per il quantitati v o di lavoro segnato dal minimo,

per il quantitativo superante questo minimo la domanda

sarà variabile, aumenterà o diminuirù. Ora da un punto eli

vista quantitativo, la distinzione o classifica_zione dell'in­

ò.ustria per ciò che riguarda la domanda di lavoro e per

conseguenza la distinzione delle curve può basarsi sul diverso

valore dei due seguenti rapporti:

RapJ)Orto A Minùno d'occupazione

Massimo d'occupazione

Ra})l)Ol'to B = ~ Occupazione costante di un anno

Occupazione ejJ'ettioa totale di un anno

Egli i• chiaro che di indici o rapporti o coefficienti, atti a rappre­

sentare essenziali o earatteristiei liueamellti del ffmomenu, po:-siamo

costruirne quanti vogliamo.

Tra i piìt fre<{Uentemente aJoperati suno qudli l1asati sulla nozione

della meJia intt·n:-:itit del fenomeno. Così, nel presente caso si Jicano

.'t't, .c:~, ... , :r 1 ~ le oceupazioni mensili, e si ponga successivamente:

l '1 ;'C = ,('t + ,1'2 + ... + ,l'i~ •

. l'i = .r + \ (i = l, 1, .... l<;;) .

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21 -

x ;. l'occupazione mensile meùia, \ ì~ lo :"eostamento (Ll tlevia~tione)

1Jell' occupazione mensile ,,.i dalla media, s'l i~ il valore llleùio dei qua­

drati <legli scostamenti, s 1'- lo scostarnento <JUadratic·o medio (lo sro­

stamento gaussiano), è un ottimo indice della distribuzione (Llella disper-

"inne) dei dodici numeri ;,·i intorno alla loro media .:c; ed il rapporto

_._'!_ , e cio1'- t/1 z a:

CÌ1J1., lo scostamento quaclmtil'n medio mì:;urato pren<hm<lo per unit.it

l'ocl'upazione me•lia, ha lo stesso vnlon• rappresPntativo. AHn~ttanto

dicasi di t .~

v--1~ .(: Invece degli :·wostamenti quadratici À~ possiamo considerare gli sco-

c;tamenti assoluti \ f . Dkasi /\ il valore eomune della somma degli

scrJ~tamenti vositivi )..i c della somma dei negativi. 1:: allora

,..,,=2__L__+;\ 12 li

lo scostamento assoluto medio, cd il pn~cedente rapporto l· sosti­

t.uito da

.J;

s' , doì· occ·ut,azione annua

't /\

Il rapporto che si ottiene dimezzando quest'ultim" mi 1-. :->tato cor­

tesemente suggerito dal prof. Pareto, per Pvitare tli dare <~ecPssiva im­

portanza alle punte. Semplieissimo i· il suo sig-nificato geometrico.

Trasformando il diagramma dell'oceupazionf' annua in un rettangolo

con la mAdesirna base e la medesima area, si ha rapporto =

parte del diagramma emergente oltre la retta di eonguaglio

diagramma

In base al materiale da me racrolto lo studioso può costruire

l'uno o l'altro di questi indici. Xei riguardi della precisa indagine ehe

tlUi ho intrapresa, i miei rapporti A e B che si fon1lano su PlPmenti

concreti, direttamente rilevati, sono più signitirutivi ùei tre sopra in-

4lil'ati che si appoggi:mo sulla nozione a~-<tnttta di media.

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§ 5. - Il rapporto tra il minimo ed il massimo di domanda.

Rap orto A = ~ _fYi_'!i'/'!o d'occt_tpaz_i~ne P f Masstmo d' occupazwne

1) I termini di questo rapporto A si possono consi­

derare come ordinate (minima e massima velocità di oc­

cupazione) e come aree (minima e massima occupazione

mensile). La seconda interpretazione è la più diretta quando

il diagramma grezzo presenti con dodici rettangoli contigui

le occupazioni afferenti ai diversi mesi dall'anno; la prima

importa la costruzione di uu diagramma teorico con qual­

che procedimento interpolatorio.

2) Calcolando i dati mensili, mentre le quantità in

confronto sono quantità assolute, esse non vengono a rap­

presentare tutta la v:1dahilità del fenomeno, perchè anche

nell'intervallo di tempo compreso nei diversi mesi formanti

la curva, la domanda di lavoro può subire continue oscil­

lazioni, Un esempio evidente ci è offerto dal seguente dia­

gramma che segna l'occupazione giornaliera dei lavoratori

nel Dock di Londra, per i mesi di maggio, agosto e no­

vembre 1910. Mentre per il maggio le oseillazioni variano

da un minimo dì 12,000 ad un massimo di 15,000 giornate

lavorative, in agosto abbiamo il minimo a 11,500 ed il mas­

simo a 13,700 ed in novembre il minimo segna 12,800 ed

il massimo 15,900.

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Occupazione giornaliera nel porto di Londra.

ANNO 1910.

Scale: mm. equivalgono a 100 operai mm. ~ » ad l giorno

Numero

l degli OJ•erai GRAFICI DATI NUMF.RIUI (l) occupati ~

G)

s -· -- -------- -

ai Numero degli operai

"' occupati durante i mesi òi "é o

Maggio l AgoBto l Novem. 6 l

/, l

15 ·ooo 1 .. .. i lil :105

IL \l\ ') l~ ii81 t:i 181 l

1:1 :152 !

~ l 3 12 9!)2 12 8·10 ).1 144 o 14 ·ooo l 'Sl

)/__~ 4 1:! 422 12 717 14 3~13 Cl oj

a /~lA " l '-, ii 13 150 13 069 13 271

;a 13 ·000 v v v v \ l

(j 13 556 12 767 .. Q) \ rJl 7 13 74-1 13 813 Q) i\/

.. ::e 12 000 H 13 779 13 7~4 y ..

!l 14 0!17 12 7H i 12 KH : __ l~ l

l

10 15 008 12 712 13 08fi l

11 13 639 12 7\lO ' 13 71!l l

l "•()()() 12 13 430 12 429 t:l 817 o

/l\ 13 637 11 712 ...,

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l 18 14 846 12 271 14 395

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l V\ 21 15 341 .. 15 ~49 15•000 ....,. i

! ( \ l 'v 22 .. 12 318 15 964

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l ~

l _\l 24

14 "'l 11 95:~ 15 003 ' 8 h r -r~ Q) r-- 25 14644 11 1-90 15 226 > ~ V'\ 1/ l o $:l 13 ·ooo j~ 26 13 531 11 803 14 928

i ;a \1' l 27 14 2-10 Il 534 .. Q)

l rJl 28 13 330 .. 14 435 Q) 1~. 000

l ~ - r-

t9 .. 12 153 1421<1

:iO 13 324 11 929 14 71ì8' 11 ·000

Giorni dtl mese j 31 12 5f>f> 12 014 .. 1 4 7 10 13 16 19 21 24 27 30

----------- ------ --- ---- ------ - --- -----

(1) I giorni mancanti di dati conispond.ono a giorni festivi.

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:3) Lo stabilire quando si verifica il minimrJ ed il mas­

simo di domanda è utile evidentemente per la determina­

zione della periodicità e stagionarietà di un'industria quando

la si confronti con tutte le altre in un mercato o in più

mercati di lavoro. Vengono ad esse fissate, per ciò che ri­

guarda la mano d'opera, le condizioni di concorrenza fra

varì mercati di lavoro, o fra diverse industrie in uno stesso

mercato.

Del resto tutto l'andamento della eurva al di sopra del

minimo ha uno speciale interesse per il mercato del lavoro.

Talvolta siamo Cii fronte a diverse punte (per esprimerci

con una locuzione geometrica tolta alle industrie che erogano

energia elettrica) che si ripetono parecchie volte nell'anno.

Anche qui per la determinazione delle condizioni di concor­

renza sarà utile il sapere in quali stagioni si succedano le

punte ed in quali stagioni si susseguono le morte stagioni.

4) Se h punta è una sola siamo evidentemente di fronte

ad una industria che in determinate stagioni domanda la

mano d'opera o a mercati vicini o ad altre industrir. Tale

è il caso frequentissimo che si riscontra nell'industria agri­

cola per alcune operazioni speciali: per esempio la monda­

tura del riso, la mietitura del grano, la vendemmia e che

dànno luogo agl'interessanti movimenti di migrazione interna.

Lo studio di tali fenomeni è fatto dall'Ufficio del la v oro colla" sta­tistica delle migrazioni periodiche interne. Cfr. Le correnti periodiche di migrazione interna in Italia durate il 1905 (Pubblicazioni dell'Ufficio del lavoro. Serie B, n. 15; Roma 1902). Entro il1912 sarà pubblicato il 2° volume comprendente i movimenti migratorì interni del 1910 e 1911.

Per ciò che riguarda il mercato intern 1zionale in agl'icoltura, si vegga: A. Beneduce. Saggio di statistica dei rimpatrì dalle Americhe (Bollettino dell'Emigrazione, n. 11 - 1911 ).

Così pure nelle industrie stagioniere del torrone, della

confezione di mostarde e frutti canditi, della raccolta pomi­

doro (di cui studiamo qualche tipo di curve) dove la mano

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d'opera è racimolata sullo stesso mercato di lavoro richia­

mandola da altre industrie o utilizzando forze che comu­

nemente non sono utilizzate (donne e fanciulli). Se la do­

manda è molto forte, per es. nella mondatura del riso,

operazione semplice non richiedente lavoro qualificato, la

ripercussione dei sslari di tale domanda si ha per tutto il

mercato del lavoro. In Italia, casi importanti di concorrenza

fra diverse industrie per ciò che concerne la mano d'opera

in periodi speciali dell'anno si hanno, oltre che fra l'agri­

coltura e l'industrie tessili in genere, anche fra le industrie

tessili fra loro, specie fra le industrie del cotone e della seta.

Cfr. L~ condizioni di lavoro nelle risaie (Pubblicazioni dell' Uftieio

del lavoro; Serie B, n. 8; Homa 1906, parte IV, png. 109 ~~ seg.)- IJottor

Lazzrwo Iarach, Statistica dei lavoratori impiegati nel Vercellese per

la mondatura dei risi nel 19:!9. Torino 1910 - Happorti sull'ispezione del lavoro (Pubblicazioni dell'Ufficio del lavoro; Serie C, n. l; pag. fd, (i4).

G) Se le punte delle curve si ripetono diverse volte

nell'annata le ripercussioni nel sistema economico sono

più complessé. I lavoratori che vengono dai mercati vicini

trovano convenienza a stabilirsi definiti va mente nel mercato

di nuova domanda, appena che i giorni la varati vi assicurati

nelle diver;:;e riprese e che in genere corrispondono ad alti

salari, rappresentano un reddito superiore al reddito del

mercato di provenienza. Così si spiega il concentramento di

popolazione agricola in alcune città dell'Italia meridionale.

Così pure si spiega una parte dell'urbanesimo o meglio l'inur­

barsi di alcune categorie di lavoratori (panettieri, muratori,

badilanti, ecc.) che sono soggetti ad una domanda inter­

mittente.

6) Ma il rapporto più importante che si può ricavare

dalla conoscenza dell'andamento della domanda si è quello

che intercede tra la domanda fissa costante per tutto l'anno

e la domanda variabile. È evidente che conoscendo il mi-

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nimo di domanda. si determina la quantità di lavoro che

costantemente, per tutto l'anno, deve mantenere impegnata

una data industria; al disopra di questo minimo la domanda

è variabile. Può darsi che la domanda fissa corrisponda ad

un numero fisso di determinati lavoratori, legati preceden­

temente e per contratto, alle diverse aziende esercitanti l'in­dustria. In questo caso si ha il rapporto tra lavoratori fissi

ed il totale dei lavoratori fissi ed avventizi, rapporto che

gioca una parte così notevole nell'industria agricola.

Cfr. Materiali per lo studio delle condizioni dei lavoratori della terra nel Mezzogiorno. Parte prima. Capitanata e Puglie cit.

7) N e Ba teoria della colonizzazione si è sempre data

grandissima importanza alla disponibilità della popolazione

agricola. Ma questa disponibilità non concerne il massimo

di popolazione, necessaria solo in determinati momenti,

m a x i m u m che un paese esclusivamente agricolo non

potrebbe mantenere, concerne il m i n i m u m . La possi­bilità di aver solo temporaneamente la popolazione suffi­

ciente a far fronte alla quantità di domanda è il problema

più difficile della colonizzazione, che spiega lo sforzo dei

paesi colonizzatori a dar vita a correnti migratorie tempo­

ranee. 8) Quando si dice che un paese presenta condizioni

propizie sul mercato del lavoro per l'impianto di un'indu­

stria stagioniera ciò vuoi dire che le punte di domanda di lavoro in questa industria si avverano nei periodi in cui le

curve di domanda nelle altre industrie subiscono degli ab­bassamenti. Nei paesi o ve è prevalente l'industria agricola

a colture semplici, il fenomeno è quasi sempre verificabile.

9) Il diverso valore del rapporto fra il minimo ed il massimo di domande di lavoro ha specifica influenza nei

seguenti atteggiamenti del mercato industriale: a) st!lla

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p ossi bi l i t à d i esercitar e d e t e r m i n a t e i n­

d u strie o di procedere alla coltivazione di deterìninati

prodotti che richieggono massimi di domande troppo forti

e quindi troppo costosi. I limiti della domanda sono nella

ma.ssima parte limiti economici; avviene lo stesso fenomeno

che si riscontra nel trasporto a grandi distanze della energia

elettrica, possibile tecnicamente, negativo economicamente;

b) sulla gr a n d e z z a d egli i m p i a n t i. Da un punto

di vista industriale l'utilizzare tutto il materiale per un

breve o per un lungo periodo non è indifferente; d'altro lato

la grandezza dell'impianto dovrà atteggiarsi sul massimo

della domanda, lasciando così sospeso per tempi determinati

il funzionamento di parte di esso ed aggravando il costo chP

si riferisce alla spesa generale. Infatti data un'industria a fasi

intermittenti è necessaria un'istallazionc, e un investimento

capitalistico sufficienti ai massimi di atttività. Ciò significa

che in questi momenti tutto l'impianto è utilizzato, mentre

nei momenti di stasi solo una parte dell'impianto si utilizza.

Le spese generali non gravano sempre su una quantità

massima di prodotti, ma tal volta su piccole quantità e l'unità

di prodotto annuo sarà così sovraccaricata di un costo mag­

giore. Esempi spiccatissimi se ne hanno nell'industria tram­

viaria e nell'industria degli alberghi. c) sull' u t i l i z z a­

z i o n e d e l l a v or o. Talvolta per mantenere impegna t a

nell'industria la massa di lavoratori rappresentanti il m a­

x i m u m di domanda o la domanda più frequente al di­

sopra del m in i m u m si dovrà adottare il sistema dei

turni per distribuire il lavoro e ripartire quindi i redditi su

tutti i componenti la massa. Generalmente parlando mag­

giore lo scarto tra massimo e minimo e più grande si pre­

senterà la possibilità di procedere ai turni. d) sull'incentivo

alla formazione di quelli che il P a n t a l e o n i chiama

c o m p l e s s i i n d u s t r i a l i. Per non tenere inutilizzata

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la massa dei lavoratori si aggiungeranno riparti d'industrie

affini o complementari all'industria stagioniera che presenta

forti scarti tra m a x i m u m e m i n i m u m di domanda.

Cfr. P ANTALEO~I. Di alcuni fenomini di dinamica economica in Scritti varì di economia. Serie 3a.

§ 6. - Il rapporto tra l'occupazione costante e l'occupazione effettiva totale di un anno.

Ra B = 1 ___ g_ccuE_a;i_:!'!!!<!stan_te_di_un anno __ pp. l Occupazione effettiva totale di un anno

1) Il rapporto tra il m a x i m u m ed il m i n i -

m u m di domanda, se è fecondo di deduzioni, non rap­

presenta che un aspetto della curva di domanda del la­

voro, perchè facendosi astrazione dell'andamento della curva

stessa, non si può desumere quale sia la grandezza effettiva

di quella quantità variabile di lavoro domandata al disopra

del m i n i m u m. Trattasi quindi di determinare la massa

dei lavoratori o di lavoro occupato per tutto l'anno, di

fronte alla totale occupazione effettiva dell'anno in una de­

terminata industria.

~) Per ottenere questo secondo rapporto basta trasfor­

mare la curva effettiva, quale l'abbiamo ottenuta dalla ri­

levazione diretta, in una curva che chiameremo c u r v a

trasformata monotona non crescente, ot­

tenuta allineando sulle ascisse in ordine decrescente, senza

aver riguardo alla successione naturale dei mesi, le diverse

ordinate che rappresentano le domande mensili. Congiun­

gendo le estremità delle ordinate si ottiene un'area che può

essere divisa, tirando una parallela all'asse delle ascisse,

passante per l'estremità dell'ordinata minore, in due aree

ben distinte; l'area inferiore compresa tra le due parallele

rappresenterà la domanda di lavoro costante per tutto

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- 2~-

l'anno, l'area al disopra delle parallele segnerà la q~w.ntitù

di lavoro domandata in modo variabile nello stesso periodo

di tempo. Il rapporto tra la prima di queste aree e la somma

delle due aree stesse sarà il rapporto tra l'occupazione co·

stante e l'occupazione effettiva totale.

3) L'importanza del rapporto B, se noi limitiamo le

nostre conclusioni al solo mercato del lavoro, è molto più

grande di quella del rapporto A, perehè ci dà la completa

espressione quantitativa del lavoro richiesto in un tempo

determinato da un'industria e del lavoro domandato in modo

intermittente per lo stesso tempo. Se il rapporto tra queste

due quantità sarà elevato, vorrà dit·e che le oscillazioni

nelle domande sono state piccolissime o sono state di breve

durata, c che le industrie in queste condizioni, presentando

una domanda di lavoro pres;;;ochè costante, non dànno luogo

a turbamenti. Viceversa se il rapporto sarù basso, vorrà

dire che la curva di domanda avrà ~ubito variazioni forti

e darà luogo a turbamenti sensibili nel mercato del lavoro.

Data l'iruportanza di questo rapporto e data la necessaria

relazione tra i rapporti A e B, possiamo assumerlo comt·

base nella classi fie azione delle curve, per la costruzione·

delle quali abbiamo raccolto il nostro materiale di studio,

distinguendo tre grandi tipi di curve corrispondenti ai se­

guenti stati industriali: a) sta t o i n d u stria l e nei quali

la curva di occupazione segna un rapporto superiore al 7.) 0.":

b) s t a t o i n d u s t r i a l e in cui il rapporto l~ al disotto

del 50 °/o; c) sta t o i n d u stria l e il cui rapporto puo

variare nella stessa industria a seconda del c o rn p l e~ so

industriale.

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- 30-

§ 7. - La relazione tra i rapporti A e B eli domanda.

Sebbene tra i due rapporti di domanda A e B vi sia stretta relazione, pure in determinate circostanze, la conoscenza dell'uno non implica iffatto la conoscenza dell'altro. Si può soltanto affermare che il rapporto A è sempre inferiore al rapporto B.

A parità di domande massima e minima, e cioè a pa­rità di rapporti A, due industrie possono dar luogo a rap­porti B molto diversi. Solo si può dire che se il rap­porto A è molto alto, i due rapporti A e B saranno molto vicini, perchè la curva della domanda, trasformata in curva monotona, nella sua discesa dal massimo al minimo avrà ben poca possibilità di forti oscillazioni; quindi anche il rap­porto B sarà elevato. Ma se il rapporto A è basso, l'altezza del rapporto B varierà a seconda del variare e del com­portarsi della curva di domanda. Si possono dare i tre casi tipici segnati nella figura seguente, dove, secondo il solito, sono segnati sull'asse AD delle ascisse i vari mesi e sul­l'asse AE delle ordinate gli operai occupati o le giornate lavorative corrispondenti a quei mesi:

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E

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a) La curva di domanda (a) discenda dal massimo A E

al minimo C D gradatamente; allora il rapporto B tra l'area

AB C D e l'area A E C D sarà mediamente favorevole.

b) la curva di domanda (b) non discenda verso il minimo che negli ultimi tratti, o nelle ultime unità di tempo;

il rapporto tra l'area A B C D e l'area A ~ F C D è il più

basso ed il più favorevole, il più vicino al rapporto A.

c) la curva di domanda (c) corra subito sul minimo

originando, in questo ca:.;o, un rapporto B più elevato, più

sfavorevole e più lontano dal rapporto A.

Per cui, nel caso (b), cioè quando il rapporto B è basso,

inferiore a quello corrispondente alla curva (a), la massa

lavoratrice è grande c trova stabile occupazione durante

quasi tutto l'anno, quindi la domanda ha maggiore costanza

e l'industria si trova nelle migliori condizioni per lo sfrut­

tamento continuo del capitale. Al contrario nel caso (c).

Così pure, dato per due industrie Io stesso rapporto B,

non è detto che i massimi ed i minimi di domanda siano

pressochè uguali.

§ 8. - Curve in cui il rapporto tra domanda costante e domanda totale (Rapp. B) è superiore al 75 °.'o·

l. LA DOMANDA DI LAVORO NEI PORTI. -- IJ movimento

della domanda di lavoro nei porti è stato studiato in Italia

per il porto di Genova e per il porto di Venezia. Per l'estero

si è studiato il porto di Londra. I dati si riferiscono per

Genova all'anno 1908, per Venezia e Londra all'anno 1910.

Le fonti sono: per Genova, le pubblicazioni del Consm·zio

del porto di Genova - Esposizione statistica dell'anno 1908 -

... llovimento operaio, ferroviario, 1n~rittimo, ~ommerciale, opere,

savizi nel porto di Genova. - Genova, Pa,qauini, 1909; per

Venezia, la pubblicazione degli ingegneri ispettori del lavoro

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- 32-

del Circolo di Brescia: Il lavoro 'nel porto di Venezia nei

rapporti dell' applicazione delle leggi sugli infortuni de_qli

operai sul lavoro " Bollettino dell' lr;pettoruto del lavuro ,

apt'ile-maggio 1911, pag. ~31 e seg. Per Londra i dati sono

forniti dal Board of Trade nella " Labor Gazzette ,. a) Le c u r v e d i o c c u p a z i o n e n e l p o r t o

d i G e n o v a per l'anno 1908 risultano da] seguente dia­

gramma, in cui si dànno distinti i movimenti dovuti al carico

e scarico del carbone (linea punteggiata), i movimenti dovuti

alle merci Yarie (linea irattcggiata) e il movimento totale

(linea unita). Il diagramma segna le percentuali e i dati nu­

merici (assoluti e percentuali) sono ripor! ati a fianco.

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Occupazione nel porto di Genova.

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ANNO 1908.

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Totale Carbone

Merci varie -. ·.-.-

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- 34-

Trasformate le curve effettive in curve monotone, ab­

biamo il seguente diagramma, dal quale è facile ricavare i rapporti A e B per le singole specie di merci soggette al mo­

vimento totale.

Occupazione nel porto di Genova.

A"~o 1908.

Scalr: mm. 5 equivalgono all'l 0 / 0 Totale

i Occu-:Ja- l ~ tione :percentuale

Q)

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10

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ad 1 mese Mer·ci varie · · - ·- · •

GRAFICI

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- 35-

Per l'occupa~ione totale .

Per le merci oarie

Per il carbone . . . . . . . . .

j Rapp. A= 0,71. l Rapp. B = 0,86

l Ra.pp. A= 0,67

Ì Rapp. B = 0,85

1 Rapp. A = 0,68 l Rapp. B = 0,80

Se limitiamo le nostre considerazioni al rapporto B si

vede che la pertentuale minore di occupazione continua e

e fissa per tutto l'anno è data dal carbone (80 o /o) che il

rapporto aumenta per le merci varie, presentandosi al lavo­

ratore un numero superiore di merci al trasporto (84· o /n),

c che è massimo se si considera il lavoro totale del porto

(86°/o)• b) L a curva d i occupazione d e l por l o

d i V e n e zia espressa in percentuale, essendo riportati a

fianco i dati assoluti, si ha per l'anno 191 O nel seguente

diagramma.

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-ati-

Occupazione nel porto di Venezia.

ANNO 1910.

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lf> :~fiO

~l aggio 1- 12: Ul 7 d~·

(;ingnc 11!. ;\~ Jj ;,(,(1

Lu~·lic, 8. :ìl_l! 11 ll71;

Agosto &. ~.)i l;) ~j';t

t-di<· mi>. ~ \ . ! ·1 ];-, f.j(!

(lttohrl' ~- 03' 11 !l] l

~0\"(•rtlh, 7. -.t~ l 1:1 c-:.-~

llicemh. ~l, 0!) l l;, :!:-)1

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.\\psi Il lU 11 J~

La trasformata monotonrr che ne risuìta è la seguente:

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10

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- 37 -

Occupazione nel porto di Venezia.

_\:-;:\<) 1910.

:-;,~;d.•: Illlt> F. '"1\liY;dt;ollo all'l '. 0

llii!ì. ;, ad l lllt·,;••

<; l: .\ F l <'O

1--~---------------------------------i_:'_~ei l l :J lfJ l1 l:!

Ed rapporti che ne risultano sono:

Rapp. A = O ,11~

Rapp. B = o ,84

Confrontando questi rapporti coi rappm ti ricavati nel

porto di Genova, si vede che la percentuale di occupazione

permanente in Venezia corrisponde presso a poeo a quella

per il rnovirncntc totale. Così dicasi per il rapporto tra il

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-38-

massimo ed il minimo, che è più favorevole in Genova pel movimento totale, e che per le restanti merci è quasi eguale per i due porti.

c) L a curva d i occupazione n e l por t o d i L o n dr a, per il 1910 è portata come esempio di grande porto da confrontarsi coi nostri grandi por t i italiani. V cggasi il quadru seguente:

Occupazione nel porto di Londra.

ANNO 1910.

Scale: mm. 5 equivalgono all' 1 °, 0

mm. 5 ad 1 mese

;; DATI NU~!ERICI

~o ------"' .. l'lo ~"' <P .... l> GR A t' [C O 1\lESI l'l- l'l o col o o! o o!

l·~- .N E aN,:: C) ofj:l "' .. ~~~~ .::.. .. - o.., l o~

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! Gennaio 8. 7~ 3:16 254!

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Febbraio 7. f;7 ;jQ8 865[ l

li l

Marzo 7. 98 325 4101

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i Aprile 8.59 350 1821

l !) /

~ / ~ ...... """"" / Maggio 8.07 ;j29 027

i 8

'\~ -""' t-"'

Giugno 7. 83 319 083 i 7

l Luglio 8. 33 339 667

l

li l

Il Agosto 7. 88 321 528:1 l l 4

l Settemb. 8 16 332 834'

;)

l l Ottobre 8. 70 354 G35i i 2 i l :

Novemb. 9.10 370 864)

l l

l Dicemb. 9. 05 369 240 o J

j

l ·f 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 l Mes1 l 2

-· - --- -

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- 3~-

I rapporti che si ottengono sono seguenti:

Rapp. A = 0,83

Rapp. B = 0.90

Si vede subito quanto maggiore sia la stabilitù di do­

manda nel porto di Londra di fronte ai porti di minor

traffico.

E non c'è dubbio che se avessimo le curvP di occupazione

dei nostri porti minori (LiYorno, Spezia) troveremmo delle

oscillazioni di domanda maggiori e rapporti indicanti la fissità

della domanda per tutto l'anno più sfavorevoli. Ciò spiega

pcrchè non in tutti i porti sia facile regolare e disciplinare le

offerte di lavoro come si è potuto fare per esempio nel porto

di Genova.

2. LA IJOl\lANDA DI LAVORO NELL'INDuSTRIA TESSILE.

a) L'i n d u stria t essi l e i n g c n era 1 c. Nella

grande inchiesta compiuta dall'Ufficio Kazionale del Lavoro

sulla donna nell'industria italiana, è calcolata complessi va­

mente la curva d'occupazione per tutte le industrie tessili

nell'anno 1 goG. Riportiamo qui sotto la curva percentuale e i

dati numerici (l'inchiesta comprese 1751 opifici e 137,300 ope­

raie-tipo, cioè 137,300 x 300 = 41,190,000 operaie-giorno;

nel prospetto l'occupazione effettiva è rappresentata in mi­

gliaia di operaie-giorno).

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12

11

10

o

- 40-

Industria tessile.

A~xo 1906.

Sc;de: llHll. 5 rqui valg-rJno all' 1 '1 '

wu1. o acl 1 lllt:'Sf'

l l

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Marzo

Aprile

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Giugno

Luglio

Agosto

Settemh.

<lttobre

Dieemb.

I rapporti che ne risultano sono i seguenti:

Rapp. A 0,68

Rapp. B 0,76

DATI NUMERICI

s. 2 ;) 364

8.0 3 305

i'. 7 s :'iuo

8. tì il 553

8.1 ;; 310

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3 1'00

8. 9 3 66D

s. ti 3 553

9. 2 3 7Rn

~.t) 3 518

7. (Ì :l 144

Un'ulteriore specificazione per le singole industrie può

essere data per ciò che riguarda le industrie del cotone,

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-41-

delh ~anapa, della juta e del lino. Paragoniamo le curve

ottenute per l'industria italiana, con le curve del 'mercato

inglese.

b) I n d u stria d e l c o t o n e. Per l'anno 1909, l'oc­

cupazione calcolata in quaranta cotonifici è data dal se­

guente diagramma, che segna gli estremi PL'l' ogni trime­

stre. Il diagramma riporta iu percentuale l'andamento della

domanda.

31\

30

25

20

!

l 15

l, lO

o

: Trimestri

Industria del cotone in Italia.

,\:-;:-.;, 1!!09.

~,·aie: flllll. l "'[llÌ\'al~·,.n,> all'l ') 0

llllll. lO ;td l •r·irrlf',;(l'f'

GRAFICI)

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~1. ,;

24. 7

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OI'CIIJ!:t(i

dl'ettivamonte ,

:r; tì02

;)7 114

:n :H7

I rapporti che ne cleri vano sono i segueu ti:

Rapp. A 0,86

Rapp B 0,98

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-42-

Se noi paragoniamo l'andamento della curva di domanda

italiana con quella del mercato inglese (il raffronto è fatto

per anni diversi trattandosi per il mercato inglese dell'an­

nalu 191 O) vediamo che le oscillazioni sono maggiori in

Inghilterra. Ma questo non si deve tanto attribuire a mag­

giori variazioni che possono essere intervenute su quel mer­

cato, sibbene al fatto che i rilievi in Italia sono fatti trime­

stralmente, venendosi così a trascurare ed eliminare le

oscillazioni avvenute nell'interno dei trimestri ed inoltre

sono fatti per ditte selezionate. A1lungando i periodi di

tempo, e calcolando a medie trimestrali si eleva il Rap. A,

perchè si deprimono le punte e si elevano le depressioni, e si eleva il Rap. B perchè rimane invariata l'occupazione totale

- denominatore - ed aumenta l'occupazione costante. È

naturale quindi che anche i rapporti risultino più bassi,

come appare dalla curva seguente :

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- 43-

Industria del cotone in· Inghilterra.

ANNO 1910.

Scale: mrn. 5 PquiYalgono all'l 0 ' 0

mm. 5 a1l l nw;;"

G RA ~,I C O

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:

! 1121 t---+-+---+-+---+---+j--_.~---1---4--11).·~1~1 (>t>nnaio

l 1 Fehbraig i i l l

Aprile

Maggio

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8

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Novemh.

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i ! [ ; i ~ l l l Dicembre

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8. fii) 121 ·:llfi

l-ì.li3 1122·705

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G.iiG !H·Iifi7

li. 75 9:. ·883

7.8G lll·6~4

7. ~· 1 112 •476

9.f•5113f>·77()

9. 82 t:m· 607

9. 2ll 113l·Oil7

l

I rapporti che se ne ricavano sono seguenti:

Rapp. A = 0,68

Rapp. B = 0,80

c) I n d u s t r i a d e Il a juta, d e l l i n o e d e Il a

c a n a p a. !n Italia la rilevazione per il 1909, anr,he in

questo caso trirnestrale, fu fatta cumulativamente per le tre

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- 44 ---

industrie, per avere dei numeri abbastanza forti sempre da

nn puuto di vista relatiYo. Lcl curva monotona di domanda

t~ la seguente :

Industria della juta, del lino e della canapa in Italia.

A:s:so 1909.

Scale: mm. e1ruivalgono all't 0/ 0

mm. lO ad 1 trimestre

G){AFIUO

30

~o

15

lO

o 25.4

------~-------------------lrimestri l l' III" IV'

I rapporti che ne deriv<mo sono :

Rapp. A = 0,96

Rapp. B = 0,98

Per l'Inghilterra presentiamo separate le curve di do­

manda per il lino e per la juta nell'anno 1 ~HO. Per l'in­

dustria d.el lino, la curva, coi corrispondenti dati numerici,

è la seguente :

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-- 45 -

Occupazione nell'industria del lino in Inghilterra.

A:\NC 1910.

Scale: 1!1111. o t'qui valgono all' 1

llllll. 5

HRAFlCO

1:J

11

10

-

o

;\fesi Il 5

I rapporti sono:

l

Rapp. A Rapp. B

ad 1

--l

./ r-- -

11) !l 12

0,90

0,97

o. /()

Il l(',.;('

DITI NUMEI\11'1

lJ <!) lJ

M l'si ::l- Q oS o ol

·~.E·~ ·~ = ~ ~

""'"' P. <l.> :::>.

~ " ::1~ ç ;.., ~~ lJ

P.

Ot·nuaio 1'.:111 1!1 ·::t<;!

}\·bbraio H. 7t f>1. i'i,.;!l

llfano:o Il. 14 ·Iii '41 ~

Aprile· H."' 4:-; .·,11

l\la~~iu '. ~~ ·lii·H%

UiUg'llO

l H. lll ;',(1•)11

Luglio 1'.11 :.u·1121i

A go-to ~-~w .;x·~~~

f'dtf'mhre x. lx ·l~•t"!Jti

Ottohre 1-i.l:i ;,0·1SI

Novembre H. Ili [,()·:l! li

Diremhre H 71 ,·,J •fì;!.J

'l

Per l'industria della juta abbiamo per il 1~1() la segueute

curva, alla quale mettiamo a fianco i dati assoluti relativi.

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-46-

Occupazione nell'industria della juta in Inghilterra.

ANNO 1910.

Scale: m m. o equivalgono all' l 0/0

mm. o ad l mese

1-J% l

l l 1:3

l 12

fu l

i 10

i 9 !

GRAFICO

i---+--+--!----l--+----+-----+1---~·-i~ l ! !

l l l l 1---+-; -+--t--1--+--J---i--1---4--+-r--1

l ...... '- l l ~~ l ......... 1--. .JII""~--+-~o....__,, .. ,,, _ _L_.......

'

l .: l l 1- ..::o,~...::............,-~-,v~~~ ~---+-f---""1'+""! =--~

J i l l l

l

_.....__..._ _ _,_____, __ .. _ ----

i Mesi Il 3 8 9 10 11 1:!

I rapporti che ne seguono, sono:

Rapp. A 0,88

.Rapp. B 0,92

MESI

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

.,I aggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settem b.

Ottobre

Novemb

Dicemb.

DATI NUMERICI

8.57

8. :.!6

8 66

8.11

7. 6:.!

8. 38

8. 111

8.54

8. 33

8.45

8. 19

8.42

18 ·592

18 •138

18 ·776

l7 ·597

Hi·564

18 •183

17·700

18 •534

l

18 ·512 l

18 ·330

17 ·767

18 •2ìil ! l

l

l i

3) LA DOMANDA DI LAVORO NELL'INDUSTRIA MINERARIA. - Lo

studio della domanda di lavoro nelle miniere è di molto

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facilitata in alcuni paesi, data la quasi perfetta organiz­

zazione di controllo nell'applicazione delle diver'se leggi

sociali riguardanti l'esercizio dell'industria mineraria. L'at­

tenzione degli scrittori è già stata attira t a sulla perio­

dicità di dornande nel lavoro minerario; ricordiamo ad

esempio le osservazioni del Leroy-Beaulien (Traité théorique

et pratique d'économie politique. - Paris, 189G, tom. 2°,

pag. 31::3 e seg.; torn. 4-o, pag. 496 e seg.). I nostri dati

sono stati raccolti tanto per l'Inghilterra rhe per la Francia

per l'anno 1910. Per Plnghiltcrra i dati furono desunti per

le miniere di carbone dalla Bo a r d of Tra d e l ab o n r

G az e t t e; per la :B,rancia si riporta l'annotazione, pflr

le miniere, del B u l l e t i n d c l' O f f i c e d u tra v a i 1.

In ambedue i casi si tenne conto dei dati riguardanti il

numero dei lavoratori occupati mensilmente ed i dati espri­

menti il numero delle giornale efì'eltive di lavoro doman­

date ed eseguite in miniere mese per mese. Come (~ facile

prevedere, le curve corrispondenti del numero degli operai

e delle giornate di lavoro non procedono uniformemente;

in genere le oscillazioni nelle giornate sono molto maggiori

delle corrispondenti oscillazioni del numero degli operai, il

che si spiega col desiderio e colla necessità, in industrie a

domanda variabile, di conservare la maestranza c mediante

i sistemi del short time o del turno di ripartire sulla massa

il totale della domanda. Lo studio delle divergenze nell'an­

damento delle due curve potrà essere molto interessante

e portare ad un'ulteriore analisi del fenomeno, epperò noi

diamo i dati assoluti e re lati vi di ambedue le cnr ve.

In Inghilterra, per le miniere di carbone, le due curve

primitive e le corrispondenti derivate, per gli operai e per

il numero delle giornate di lavoro, sono le seguenti:

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Or.cupa· zione 01

0

l

l

i ~ ,...., l cd

1 e

Il

10

16

LI ; l" Il

5

4

!\T cRi

Occupazione nelle miniere di carbone dell'Inghilterra.

A.r-.;r-.;o 1910.

Scale: mm. 5 equivalgono all'l 0; 0

mm. 5 ad l !l1PSP

URAJ<'ICO DATI NUMI<~RICI

l

0f'cnpazione percentuale i

f--+--·1 l ! l l l 1 1 1 1 1 , Opmi , 0;,·,,.,. -~ Opmi !liomate

M E~ T Occupazione effettiva

f----t----1 l

~ """ - -·-' ""- Uennaio il, 41) 8. 02 665 295 13 013 1(;8 ............. - Febbraio. 8. !i;; 8. 90 tì6H 88!i 14 442 720

1--+-1 '• l l l l l l l l Marzo H. -:14 8. 1!4 660 681 u 508 552

Aprile 8.11 8.13 635 4(5 13 191 836 1---t--1-+--1 l l l l l l l

Maggio. 8. 44 7.1!-i 660 904 12 874 408

~~~- l l---l l l l l Giugno. 8.44 s.:u 660 597 13 476 176

Luglio 8. 44 8. IC 661 295 13 146 :i36

Agosto 8. 21 7. 8~ 643 374 12 687 3:J2

Settembre g_ :~3 8.39 652 149 13 616 868

Ottobre. 8. 27 8.51 1347 583 13 80() 41i)8

Novembre. 8.14 s. 34 637 831 13 522 016

Dicembre.

'~- l l ]0 12

8. 14 8.60 637 237 13 942 744

L

~ 00

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Occupazione nelle miniere di carbone dell'Inghilterra.

ANNO 1910.

Scale: mm. 6 equivalgono all'l o;o

Occupa- l zio ne

percentuale

l

Jlllll. D ad l IIIPS<'

t>RAI<'IOO

l Il r- --+-!--i---il--+---t-+----1--+--l -----

l 10

Cl) +" i c6 9 r::l ~ -...

l ~-o a 8

J - 1--7

i l (j

l [, --~-- r---

1 !! t---~ -+--+---lr---t--+-·•--- ----- --1

Mesi

5

4

3

f--· '-- ---

--l-- ---+---+--+--+--+--+-t----1--1

11 2 3 5 8 9 10 11 12 i

Ne risultano per ciò che riguarda le curve del numero degli operai domandati, i seguenti rapporti:

Rapp. A o= 0,95

Rapp. B = 0,97

c per ciò che riguarda la curva delle giornat1• fli cffPtt.iva occupazione, si hanno i seguenti rapporti:

Rapp. A = 0,87

Rapp. B = 0,94

4: - Annali di Statistica - Vol. l.

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l~~pa- -~ ZIO Q e

percentuale

11

a> l 10 .... ~ t:: s.. o i3 8

i

[_J_5 f

i

i l ~

l

L

-~o.. ~

l

Occupazione nelle miniere della Francia.

ANNO 1910.

Scale: mm. 5 equivalgono all'l % mm. 5 » ad l mese

GRAFICO DATI NUMERICI

OccUPAZIONE PERCEN· AlESI TUALE OccuPAZIONE EI'FKTTtv A

l - ---· ------ --------

l l

Operai Giornate Operai Giornate l di lavoro di lavoro

l

l l

-~ l ,......_

~ "-.. ...., Gennaio . 8. 21 7. 84 180 001 4 ·046 •420

l

"'"""' Febbraio . 8.54 s. 70 187 •215 4· 493 •160

l Marzo .. 8.63 8.63 189•109 4·455 •408

Aprile .. 8.58 8. 61 187 ·954 4 •443•232

:\faggio •. 8.38 s. 45 183 ·704 4 ·364•804

Giugno. 8.40 8.52 184 •212 4 ·398•980

-....... _~o----~ ~~---- Luglij .• 8. 00 8. 02 175 •420 4•139'912

Agosto .. 8.36 l

8. 37 183•202 4 ·323 ·504

l l Settembre. 8.41

i

8.47 184 '288 4 ·371·308

Ottobre. ;, 90 7. 97 173 •117 4 •113 •256

Novembre. 8. 37 8.06 183 ·547 4•162 ·844

Dicembre. '3.22 8.36 180 '191 4 ·317 •376

l l

LJjl r---t--t---t-111-+--+----+--t-1111-1~ Ili Mesi f 1 2 3 4 5 6 7 8 9 lO 11 12 l

l

l

Il' ~ ::::s o Q.. ::::s -Il' .,.....

::::s s ~ .,..... "'%j ('t) ('t)

::::s "":

l

l

..... 1':1 ~ o :::s Cl,. ~

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1':1 ('t) ...,

l Cl,. ...... ~

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Occupazione nelle miniere deUa Francia.

ANNO 1910.

Scale: mm. 5 equivalgono all'l 8 / 0

mm. 5 ad l mese

----

l l Oooup&·l GRAFICO zione percentuale

l

l l

11 l l

10

'

Q)

~ !l --~ ~ o 8

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7

l l l : -~- l

i !) : .....

8 -·~

7

~ Q) (j !:l.

! o 5

4

l 3

Mesi l 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12i

I rapporti che ne derivano sono i seguenti :

a) per le curve esprimenti il numero degli operai :

Rapp. A = 0,92

Rapp. B = 0,95

b) per le curve esprimenti le giornale effettive dì

lavoro: Rapp. A = 0,90

Rapp. B = 0,94

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-52 -

Confrontando l'andamento del lavoro minerario nei due

paesi, si può osservare che in Inghilterra il rapporto è più

elevato per ciò che riguarda il mantenimento neìl'industria

della massa lavoratrice.

Al contrario la stabilità della mano d'opera non si dif­

ferenzia nei due paesi; tutta la massa occupata viene occu­

pata colla stessa continuità.

4. LA DOMANDA DI LAVORO NELLE INDUSTRIE MECCANICHE. -

Lo studio è stato fatto per l'Inghilterra; alcuni dati, molto

imperfetti, si hanno anche per l'Italia. Per l'Inghilterra i

dati si riferiscono, per il 1910, a11e industrie meccaniche e

sono tolti da T h e B o a r d o f T r a d e L ab o n r

G az e t t e. Essi sono completi in quanto dànno per mese,

il numero degli operai ed il numero rlelle corrispondenti

giornate di lavoro. Le curve coi rispettivi dati numeri~i re­

lativi ed asRoluti sono lP sPguenti :

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G)~ =-0<1 -;j N..,

l 01!:! l J:lo.,

"'"' Q .. l.,~

OJ:lo

13

12

11

lO

\)

8

2

1\ ~

r\ .__ -- -~-

Occupazione nelle industrie meccaniche in Inghilterra.

GRAFIUO

-- ·--Ì\. ~1/

ANNO 1910.

Scale: m m. l equivalgono all'l 0; 0

mm. o » ad 1 mese

MESI

Linea unita -- giornate di lavoro. Linea punteggiata · • --- operai occupati.

DATI NUMERICI l 0CCUPAZION.I!: PER·

CENTUALE l

OccuPAziONE EFFET'I'IV~ \

----------- l

Operai Giornate Operai Giornate l

Gennaio 8. 31 12.27 i

168·S.8 5 ·740 832 !

Febbraio. 8. ;)7 10.61 170•024 4 ·9o4 •70v

Ma1·zo 8. 33 10. 27 169 ·336 4 •809 •140

Aprile 8. 34 8. 83 169 •3;")2 4 '132 •188

-+-... ~ Maggio. 8. 37 7. 8~ 170 ·159 3 •675 •432

y Gingno . 8. 37 6.40 170 ·083 2 9U3 ·460

Luglio R. 25 6.45 167 ·678 3 ·OJ8 ·204

Agosto . 8. 36 6. 39 169 ·9:!0 2•990 ·592

Settembre s. 36 6. 87 169'864 3 '261 •388

Ottobre. 8.38 7. 28 170•274 3 405 ·480

Novembre. 8. 43 8. 49 171•362 3 -~75 -:'.96

Dicembre. 8.13 8.19 165 ·218 8. 833. 05f)

o , l l l l l l l , l l l l l j l 11

.~~~-l __ ' _ _' t 5 6 7 ' 9 IO Il "_ ~

Q1 :.0

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Occupazione nelle industrie meccaniche in Inghilterra.

l lP s:l 2 =~ ~ g o

13

l Hl

l 11

10 l

9

8

7

6

! 5 l

' l! 3

' i' l

1

o

Mesi l

ANNO 1910.

Scale: mm. o equivalgono all'l 0 / 0

mm. o ad l mese

- Linea unita, giornate di lavoro punteggiata, operai occupati.

GRAFICI

\

' " !"-- -- --~ ..... - - - - --~---'

............. "--- ...._

-.-

1 2 :~ 4 5 fj 7 8 9 lO 11 - -------·- -- -- --· -- --- -----

I rapporti che si ricavano sono:

l l l l l

!

i l !

l

12

n) per le curve riguardanti il numero degli operai:

Rapp. A

Rapp. B 0,96

0,98

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b) per le curve riguardanti il numero delle giornate

di lavoro: Rapp. A = 0,52

Rapp. B = O,ì7

I rapporti, se hanno un significato, indicano che nelle

industrie meccaniche inglesi, si stava attraversando, durante

il 1910, un periodo di crisi, in cui pur mantenendo al la­

voro quasi tutte le masse lavoratrici si diminuiva di molto

la domanda effettiva impiegando le forze di lavoro poco

più di tre quarti della loro potenza effettiva. Ed infatti ri­

scontrando i dati ofì'ertici dall' Economist (febbr. 'V l t) ve­

diamo che il 1910 non fu in generale propizio all'industria

mPccanica inglese. Nella cosl.rur.ione delle locomotive, p. es.,

erano impiegati a settembre 20,27 4 operai, quasi tutti a

short time, contro 21,1 1-4 nell'anno precedente e 23,2G9

nel '907.

Per l'Italia i dati sono privi di significato, in quanto ri­

guardano pochi opifici e pochi operai, sono raccolti per

trimestri e comprendono insicllle l' industria meccanica, la

metallurgica e la siderurgica. Essi si rifel'iscono al 1 V09.

La curva che se ne trae è la seguente:

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Industria meccanica metallurgica e siderurgica in Italia.

ANNO 1909.

Scale: mm. equivalgono all'l 0; 0

mm. 10 ad l trimestre

~~ ~ ~ ~

l ~ Q) DATI NUMERICI ~

<1> l §Q)

l

l

·NOi GRAI<'ICO TRIMESTRI Operai Operai l ~" ~-:;jl:l occupati

1 occupati effet- , "'.,

"'"' .,. l tivamente l o

l

i

35 l

i

I• 24.6 18 970 l 30 l l 25

l"'"" Il• ~5.0 t!J 353

20 i l

15 l l

III• 24.9 t!) ·266 l lO

5

o IV• 25. •1 l!J •651

l l I• i

l i Trimestri n· III" IV•

l_~ l --- -- -

I rapporti che ne derivano sono:

Rapp. A = 0,96

Ra.pp. B = O,!l8

--·- ------

La costanza dei rapporti si può anche spiegare dal fatto

che traltandosi di imprese seledonatc queste hanno tutto

l'interesse a mantenere le maestranze nei diver8i periodi

dell'anno. Questa ragione va in aggiunta alle altre ragioni

già enunciate in casi di rilevazioni similiari.

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-57-

5. LA DOMANDA DEL LAVORO NELLA INI>USTHI.\ UF:l l:APi'ELLI,

DEL VETHO, DEI CEMENTI E UEI TABACCHI IN I TALlA.

a) Nell'I n d u stria d e i c a p p e Il i la domanda

di lavoro è stata studiata, per ciò che riguarda il nmtwro

dei lavoratori, pel 1 ~09. La curva che ne risulta è la se­

guente:

Industria dei cappelli in Italia.

ANNO 1909.

Scale: m m. 1 equivalgono all' 1 °/,) mm. 10 ad 1 trim(•sti'P

<l> <l) l'l-o ol

DA'l'l NUMJ<JRIUI

-:l N+> ol~ ~<l) :l<.> ()lo. ., <l)

o~

GRAFICO TRIMFSTRI N f Nun~t.·ro de ~n~,m:rai i degl~ operai [

g o; P [ (1ffcttivaJm;nte o oceupat1

35

30 l" 24.0 H ·350

15 -- -20 JIO 2:1. H 3. 322

15 ~

10 Il l" 2fl. :! 3 ·532

5

IV" 26.7 :!•721

Trimestri l 1° no

I rapporti che ne risull ano sono : ·

Rapp. A= 0,8!)

Rapp. B = 0,95

da cui si vede che le condizioni di occupazione presentata

dall'industria sono abbastanza favorevoli;

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58-

b) Nell'I n d u stria d e l v c t r o le curve di oc­

cupazione studiate per il 1909 sono le seguenti:

Occupazione nell'industria del vetro in Italia.

ANNO 1909.

Scale: mm. equivalgono all'l oj0

mm. 5 ad l trimestre

! ~~ DATI NUMERICI o.s

l OM ... ....... -·---- ----- ~--------- --------

l .S>:~ GRAFICO TRIMESTRI Numo<o l Numo" • l Q,~

i ::lCJ Q .. d r . degh operai ..,~ eg 1 op_e~at esclusivamente oç;..

occupati /. occupati :

i l 35 l

i }" l/6.0 2 •107

20

25 - / ........... ~ v n• 25.2 2•010

20

l lb

l iO Il l'' 21 1 1•738

l 5

l o IV" :a.:<! !1·20!1

l ,,;.,.,,; LI· Il" Il l" VI"

- - -----

l rapporti che ne derivano sono:

Rapi»· A 0,7U

Rapp. B 0,8U

da cui si deduce che la periodicilà delle lavorazioni ha una

certa inlluenza sull'andamento della domanda;

c) Nell'Industria dei cementi l'andamento

della domanda fn studiato per il L 909 e dà la seguente

curva:

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l

<!)<!) =-o c .... ::s N .. -= ~<!) ::SCJ ., .. CJGl o~

l 31

30

25

20

l

15

lO

l 5

l lrim~Uri l

-59-

Industria dei cementi in Italia

ANNO 1909.

Scale: mm. 1 equivalgono all' 1 °/0

mm. 6 ad l trimestre

--

DATI NUMEHICl

GRAFICO TRIMESTRI Numero operai

-·--l N"m"'" operai elt'ett1vameute "/o occupati

-l" 27. il iJ•3!)0

~ loooo.... - Il" 25.0 3 ·0!17

llf0 24.6 3.0(6

lV" 23.0 2.8-14.

JO Il" Ilio IV"

---

I rapporti che ne derivano sono :

Rapp. A = o.~H

Rapp. B = 0,92

d) N eli' l n d u ::; t r i a d c i t a h a c c lt i i dati si ri­

feriscono al H)03 e sono tratti dall'inchiesta citala dell'Uf­

ficio Nazionale del Lavoro sulla donna nell'industria italiana.

Trallandosi di uua industria di Stato, la domanda si do­

vrebbe p re su p porre quasi costante ; ma certo l'e fretti va

occupazione presenta variazioni dovute ai regolamenti, alle

vacanze, alle malattie, ecc. La curva, comprendente tutte

le donne impiegate nell'industria dci tabacchi in Italia, è la

seguente:

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l

-- 60-

Occupazione nell'industria dei tabacchi in Italia.

ANNO 1903.

Scale: mm. 6 equivalgono all'l 0 / 0

mm. 6 ad 1 mese

l ....

~~~-~~-~H~~-~ QJ

~

G)

l'l G) G) ~~ l o QJ

GHAFIOO MESI §~ §!-.. o! o! ::l

·•a "~ l ~ .. "'= o!,~ :::1 = ~8 §'~ <.><P "'u 8~ g~ iO

l

o~ o 111

l

l 13 Gennaio R.30 316 l l

l

12 Febbraio 7. 68 2\JJ

i 11

l\Iarzo 8. 51 325

l 10 l

Aprile 8. 52 325

l

9 l---t-- .....,_ ....._,..., / Ì'- v Ì""-t-- Maggio 8. 2U :316 8 ""' / t--.... .... 7

Giugno 7.80 298

6 Luglio ~. !Jl 340

5 Agosto ~. 30 :316

4 Settemb. 8 24 314

3 Ottobre 8. U::l

l au

2

1-Nove mb. 8. 2(i 315

l l

l Dlcemb. 8. 26 311i

o l i

l ., 2 :l 4 fi G 7 8 ~ 10 11 12 ~~esi_l

-- ------- --- -- - - --- ~---~----

i

i

(*) Rappresentata in migliaia di operaie-giorno.

I rapporti che 11e derivano so11o :

Rapp. A Rapp. B

0,86

0,92

l l

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§ 9. - Curve in cui il :rapporto tra la domanda costante e la domanda. totale (Rapp. B) è inferiore al 50 !'f o•

Le I n d u s t r i e s t a g i o n a r i e d i s c o n t i n n f'

nel senso di lavorazioni che cessano completamente lWl'

una o più determinate stagioni, dovrebbero presentare sem­

pre curve di questo genere, se si dovesse notare con zero

o con uno il valore da attribuire alla domanda nel periodo

mancante. Tuttavia, per queste curve, si è ritenuto più

conveniente perchè il rapporto potesse avere qualche si­

gnificazione concreta, di escludere i mesi con occupazione

zero c di calcolare i massimi ed i minimi per i mesi aventi

occupazione, pur facendo rilevare che trattasi di una curva

non di 12 mesi, ma di 10, 9, 8, ccc. Per ciò le industrie•

stagionarie possono presentare a seconda della loro rwtnrn,

curve in cui il rapporto di domaiHla di lavoro i..• supf'­

riore o inferiore al 50 per cento.

Le i n d u s t r i e s o g g e t t e a Il e v i c i s s i t u d i n i

a t m o s f e r i c h e possono invece essere considerate come

le industrie tipiche per la presentazione di curve di questa

seconda specie. La domanò.a essendo determinata dall'an­

damento variabile delle stagioni sarà diversa nei singoli

momenti e la curva che la rappresenta sarà caratterizzata

da forti punte e da depressioni sensibili. I massimi ed i minimi di domande verranno molto distinti c l'area della

occupazione costante sarà molto ristretta di fronte all'area

dell'occupazione totale. Lo studio di 'queste curve è stato

fatto per l'industria edilizia e specialmente per l'industria

agricola. Tuttavia sarà facile osservare che, pur mantenendo

]e stesse caratteristiche, le diverse curve varieranno a se­

conda le località, a seconda la coltura ed a seconda le

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diverse condizioni dell'ambiente, pre8entando rapporti di

domanda fra loro molto dissimili per valore e per signifi­

cazione.

1. LA DOMANDA DI LAVORO NELLA INDUSTRIA EDILIZIA. -

Abbiamo collocata l'industria edilizia in questa categoria,

perchè il ricco e speciale materiale che disponiamo per

l'Italia, presenta appunto dei rapporti di domanda inferiori

al 50 per cento. Tuttavia allargando le nostre ricerche alla

Francia, abbiamo trovato e riporteremo per l'edilizia dei

rapporti fra il 50 ed il 60 per cento.

Il che dimostra come le condizioni dell'ambiente - le

variazioni atmosferiche non so!o, ma lo svolgersi l'industria

in grandi centri o in piccoli centri, per opera di liberi im­

prenditori c sotto la direzione dei pubblici poteri - pos­

sano influire grandemente sull'andamento della curva rli

domanda.

a) Il n1 a t eri a l c per l'I t a l i a ò prezioso percht'~

rappresenta l'occupazione nei lavori pubblici eseguiti in

tutto il Regno, per l'anno 190G, sotto la sorvegliam~a degli

Uffici del Genio Civile; la raccolta dei dati è stata fatta

con diligenza ed esattezza assoluta e l'elaborazione fu fatta

dall'Ufficio del Lavoro.

Si tratta di una curva speciale di domanda, che in

questa rappresentazione e per i nostri scopi è limitata ni

soli lavori dei muratori, scalpellini ed affini, e che certo

rappresenta una domanda normale come que1la che è fatta

da Uffici di Stato nei mesi e nei tempi più adatti per la

esecuzione delle opere. La curva primitiva di occupazione

e la curva derivata, calcolata complessivamente su 802154

giornate di lavoro, e cioè per tutti i lavoratori domandati

per le opere pubbliche nel Regno nel 190(), sono le seguenti

con lP relative annotazioni in numeri assoluti e relativi:

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Occupazione nei lavori pubblici in Italia.

ANNO 1906.

Scale: m m. 5 equivalgono all'i Ofo mm. 5 ad 1 mese

Ql

NUMERICI !:l DATI o ·w <'Il

l Ql

ç, Ql

" ·; §.~ C) GRAFICO MESI ';i ';i

o ... ::J :;;a~ <V ... çl,!:l l ç, oli p.

- o~ o.~ g

% z~ ~z~g p. l ~

l l

13 r-1-- Gennaio !l. (jfl 77 •(ì:!O l

12 78 ·!16fì l ~'t,bbraio 9. g,,

11 l

M:uzo 8.64 (iH ·4G~ l 10 1--' i\. )~ 1--""

Ap1·ilo 7. !H 5H·:wt 1 9

'f\ 1/ ~ 8 Maggio 7.8H (i:l·t9:1 l \ v ~ 7:!·!->171 7

' Oingno !J. !Jf,

(j

l 1\ Luglio !1• 41 75 .,u::l l

5 i

' Agosto :l. 43 '7fl'liH2 !

l

' Sette mb. 71 ·0121 8. 8[,

3 l l

Ottobre 8. 32 GG ·70!! 2

Novemb. 6. 48 fol •989 l

~

o Diccmb. 4. :3-t 34•850

1

Mesi Il 2 3 4 5 6 7 8 9 lO Il 12 --- --

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Occupazione nei lavori pubblici in Italia.

l

Ili 13 12

l ll

l IO

l

ANNO 1906.

Scale: m m. 6 equivalgono all'l •;. mm. 6 ad l mrRe.

GRAFICO

--....._,

1\ ; 'l

rapporti di domande che se ne deducono sono:

Rapp. A = 0,52

Rapp. B = 0,43

Se questi sono i rapporti generali riguardanti tutto il

H.egno, non sarà difficile trattandosi di industria la cui do­

manda i~ variabile a seconda le diverse regioni di trovare

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rapporti di versi regione per regione. Possedendo l'analisi

della domanda per regioni, possiamo mettere a cònfronto

regioni fra loro molto diverse per condizioni atmosferiche,

le Puglie, per esempio, regione meridionale in cui i lavori

possono essere proseguiti anche nella stagione invernale ed

il Piemonte ed il Veneto in cui la domanda di lavoro cessa

affatto durante l'inverno.

Per le Puglie la curYrr di domanda monotona è la se­

guente, col relativo specchio numerico:

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Occupazione nei la v ori pubblici ~n Italia.

Puglie - ANNO 1906.

Scale: m m. o equivalgono all'l 0 /o di occupazioni'

o ad l mese

GHAFICO MJ<JSI

17

16 Gennaio 6.14

15 ~ 14

\

' Febbraio 16.07

:\larzo 6. 78 1

13

"' 12

1\ 11 \

Aprile

l Maggio

t). 31

12.55

10 \ Giugno 13.20

9

t\ Luglio 8.56 8 \ 7 """' :--t--- i--

Agosto 6.45

(i

5 --~ Settembre 5. 20

Ottobre 5. 71 4

ll

2

Novembre

Dicembre

7.101 5. 93

o l Mesi Il 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

l l

Ed rapporti che ne conseguono sono :

Rapp. A = 0,32

Rapp. B = 0,62

l

l

l 587 :1'

4 156

l

1 754 i

l 633 ~

l 3 216 \

3 416 :

l

2. 214 l

l 669

l 344

l 478

l 837

1 533

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Per il Veneto la curva subisce delle depressioni lortis-

sime in gennaio, febbraio, novembre e dicembre come ap-

pare dal seguente grafico:

o/o

l :: l 12

11

10

Occupazione nei lavori pubblici in Italia.

Veneto - A:-;No 1906

Scale: mm. 5 equivalgo 10 all'l •1• di occupazione

mm. o ad l mese

ORA FICO

i -;~~-,-.

1---+--~-+---1--+---f---J--+---i--l-~1 C:enualn

l

Marzo

Avrilo

Maggio

Gluguo

Luglio

Sette m L.

Otto h re

Novernb.

Hicernh.

UATI Nli!IK~ICI l

·~ l ·~ l ot':3 o~--~1 ~~~l~ 5_.~ ~l so"'lleo~=l

i~~lif~ ~l l

l

'· "'' ]''"' !

~.1a 1 ·~:1~ l x.,->1 4 ·011~1 l

10.31 1•i<r.7 l

12. 12 ;, ·nu4

!J. 2[, 4 ·362 l

l Il. f>3 f, ·.J:I:~ 1

l

t:J. 7!ì () 49~

4.!">1! 2'127

:;. 77 ! l ·77(:

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68-

N c conseguono seguenti rapporti:

Rapp. A- 0,15

Rapp. B = 0,26

Lo stesso andamento, più accentuato, presenta la curva

di dor11anda nel Piemonte.

Occupazione nei lavori pubblici in Italia.

Piemonte - ANNo 1906.

Scale: mm. 5 equivalgono all'l • 0 di occupazione mw. 5

1- --41 ~ :>An !u";t" l ·~ c:!

"' ,;) l <;::: l ~ (;H A F I Cl' 1\ll<~SI ·~] l ·~ ~ 2. i l

l c ~§ ~~:::

c:.. .: ~ o'

z s zo; o lo ;:._' ~

l l

17 ~ l

l Gennaio 1. 55! 1M.

Jtj

lfl ;, Febbraio l. 161 11:)

11 l \

1 691 / \ l\Iarzu 168

t:l l v \ 1:!

"\prile 7. 78 77::

l ,

li :\l aggio

l ~ 10.13 l 01:6

l 10

!l l~ IJ \ Gi'j1-{UO i. 221 711

k H--~ 1/ \ l \ 'V Lu~lio v. 331 ~l:!lj

7

rtt~ f) Agosto "081 !·HIV

--+ l :-ettemb. 5 ' l l i ! if Hta: l· li t

·l ,,, l l Ottobre l . fl(~~

l ,, ! l_ ! l

2 Novl'mb. 11 27i l •llf!

l ~: l

l i - .l

l " ; i Dirt·lllh. l. 6;\ 75:1

l

Mesi l : l 2 :~ !l fJ li 7 ... !• 10 J1 l~

l

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I rapporti che ne derivano sono:

Rapp. A = 0,07

Rapp. B = O,l3

1,) In F'rancia il Bnlletin dr~ I'Office

d u t r a v a i l oH're i dati percentuali della disoccupazione

degli operai inscritti nei sindacati. I dati dell'nccnpazione

si sono potuti ricostruire conosccwlosi, nwsr~ pr•r nwse, il

numero dei sindacati per i quali è data la pcrcentnal(• del1a

disoccupazione. I dati si riferiscono all'annata t ç)l() c ri­

guardano complessivamente circa :WO,OOO lavoratori. Le

curve ricavate sono le segnenti:

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Francia - Industria edilizia.

Rulletin de l'Offi()e du Travail - ANNO 1910

Scale: m m. 6 equi valgono all'l •;. flliTI. 6 ad un mese.

[JH[ NUMERICI _________ , __

"2~ i ~

Mesi 1·;Hl~, (l;~

1 iii a"' ', >=>. .. l ;:l.O\I >=>.

~~ 1 °.~ E i .~ ~

Z.v lzi ;::>.

GR A t'I C()

"/o

Gennaio 73511J~O: 13 l>--~

l~

Febbraio 5.11 20•286 ; Il

IO Marzo i'\.03 14 •447 l

Aprile 8. 5{ 12 532 ij

-r--17 ·3391 Maggio 8. 74 v ~ ~

Giugno 8. fl9 20 ·i\43:

Luglio 9.(15 15 ·232 •

j li 1\ l

\V Agosto 9. 07 \5 ·371) '

Settemb. 8.98 18 ·841 !

Ottobre 8. 96 18 ·874 !

:

1\'ovemb. 8. t>9 113 ·7!)8

l Dicembre '·"l l j ·ti\2

lO 11 12

o

blesi l 2

I rapporti di domanda che ne deriYano sono:

Rapp. A = 0,56

Rapp. B = 0,61

Come abbiamo già avvertito, la curYa riferentesi alla

Francia presenta una variabilità minore, che si spiega forse

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notando che trattasi di lavoratori in sindacato, di un nu­

mero relativamente piccolo e selezionato di lavoratori, di

lavoratori forse prevalentemente urbani.

2. LA DOMANDA DJ LAYOHO NELL' AfHHt:OLTL'H.\. - Man

mano che 1' Ufficio di Statistica Agraria fornisce i dati per

il censimento agricolo, P Ufficio del lavoro va irtegrando le

notizie sul mercato del lavoro domandando iiÌ corrispon­

denti il numero medio delle giornate necessarie per ogni

ettaro di coltivazione dei singoli prodotti, il tempo in cui

le diverse opernzioni agrarie si effettuano cd i salari nor

mali che vengono pagati per le operazioni stesse. Si va a

questo modo costituendo, come si è giù accennato, nn ricco

materiale che ci permetfrrà per tutto il H.egno c per le

singole regioni la costruzione delle curve di domanda, la

cui eonosccnza è indispensabile in un paese come il nostro

dove la coltivazione di certi prodotti si basa sulla possibi­

lità delle migrazioni interne di lavoro.

Per i nostri scopi baster:i usufruire del materiale già

raccolto dall'Ufficio nello studio delle condizioni agricole

dei lavoratori delle Puglie. E basterà riportare la curva di

domanda di tre mercati: quelli dei .-:omuni di Barletta, Ce­

rignola, San Severo per dimostrare come la diversa coltura

o la diversa ripartizione delle colture nei diversi mercati,

dia luogo a curve diversissime ed a rapporti di domande

molto vari.

È intuitivo che la diversità della cultura abbia enorme

influenza sulla domanda di lavoro, Da un punto di vista

puramente quantitativo, da un primo esame che noi ab­

biamo fatto nei tre comuni tipici sopra ricordati, troviamo

che in media se un ettaro di terra è coltivato a ccn~ali ri­

chiede circa 78 giorni di lavoro, se è coltivato a prato

circa 80, se è coltivato ad olivo circa ~JO, se a mandorlo

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circa 130, se a vite circa 150 e se ad orto circa 1000 gior­

nate di lavoro. Ma più che il punto di vista quantitativo

vale il punto di vista della distribuzione più o meno accen­

trata in pochi mesi delle giornate occorrenti alla lavora­

zione. Se nel Comune vi sono molti orti 1 la lavorazione

occorrente sarà pressochè continua, se vi sono molte viti

. le diverse operazioni sono ripartite nell'annata dando luogo

a diverse punte nella curva della domanda, le lavorazioni

dci cereali al contrario sono poche ed accentrate in qualche

mese ed ancora maggiormente spicca questa caratteristica

nel prato. Sarà poi da vedere se nel mercato in questione

prevale una VD.ria coltura, dando luogo ad una curva com­

plessiva più accidentata e varia, o si eset'citi una sola col­

tivazione, dando luogo a punte fortissime ed a depressioni

forti e durature.

Il primo mercato che studiamo è quello del C o m un e 1

d i B a r l e t t a. I dati si riferiscono al 1906 e riguardano

una domanda totale, comprendente i lavori richiesti dagli

uomini, donne e fanciulli ed una domanda speciale riguar­

dante il solo lavoro degli uomini. Data la natura della la­

vorazione agricola, la curva più importante è quella riflet­

tente la domanda totale; tuttavia essendo alcune operazioni

proprie degli uomini, sarà utile riportare anche la curva

speciale (punteggiata). Le curve, coi dati numerici corri­

spondenti sono le seguenti:

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Occupazione nell'industria agricola in Italia.

Barletta. - Anno 1906.

Scale: m m. o etluivalgouo all'l n/ 0 •

mm. o a<l l mese

ò ~ DATI NUMERICI

l ~ l'l

·~ GRAI<'ICO UOMINI 'l,o•rALE

! i ?,

)fESI ·;;., l

. ...- ~ ·- " '§~--· l

g ,__ ., >:l

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27 ::l <:J ~~o "'"' ~-~o l Z"'- ~'<'t; ~At ;..o;'t;j l 1 l

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25 /

l 24 Oen1:aio. ·L li"> ;,a ·.wo :\.42 l ;,7 ·RtiO ,

23 ~ J l

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22 -- Febbraio. 17. 4~ 2~·1 !1~0 1-1.:17 l

:!Il! ·ti20 '

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~~~ J\fatzo . 13.0(i 11)8 •(l()() lO.tìlì

l

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Ap;il.., . 14. tj4 188•3()0 1-I.:J\I l

21:1 ·noo i 18

l l 17

' 17 Maggio. 2. 70 :.14 ·7ti0 m·:Jtìo l \ :L !J!I 16

" f l \ \ ' "l : \ l' v " ~ '

J l Giugno. W.3n 210 '100 l :l. iif> 228 ·(;()() 14

'Il' t l ~

i l l t l

13 l r '

l

\ 71·720: l ,, l Luglio . f>. 02 64 ·(j20 4. 2f> 12

l l l l i

11 ' l l

l \ .

l ' , l i Agosto. ;;. 17 40·HIJ 5. 04 85·]30 l lO

l ' : l

-~ :

9 l l

: ' ,

' Settembre 5. li6 72 ·840 4.. r,s 77 •240 ! 8 t j , 1 l

' i 7 ' l ' i

l' ' l

~----1 6 l l t l Ottobre 4. 79 61·600 4. !15 ~3 ·HOO [l ' l lf" ...

, ~ 5

l l l l

' l 1', l

~,)T

4 ;. J Novembre 6.13 78 ·\J05 10.83 182 ·725

Ili \ ' 3 l \1

!

2 Dicembre fi. 83 87 ·900 9. 97 168 ·340

l

l l

o l Mesi Il 2 .) 4 5 6 7 8 H lO 11 12

-~· -

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- 74-

I rapporti di domande che ne derivano, sono:

a) per la curva totale:

Rapp. A= 0,2:l

Rapp. B = 0,41

b) per la curva speciale riguardante gli uomini:

Rapp. A = O, 15

Rapp. B = 0,32

Per spiegare questi rapporti, che sono i più alti e quiudi

i più favorevoli che riscontriamo nei tre mercati studiati,

osserviamo che il territorio presenta grande varietà di col­

tura, in cui però prevalgono i prodotti di maggiore e più

varia domanda. Infatti su un totale di ett. 16,063 coltivati,

si ha un complesso di ett. 13,13;') coltivati a vigneti, oliveti,

mandorleti, contro circa 1900 ett. coltivati a cereali.

Per il m e r c a t o d i C eri g n o l a che contempla

l'importante numero di :-3,446,000 di giornate lavorative do­

mandate, la curva che riguarda il lavoro complDssivo è

la seguente:

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- 75 --

Occupazione nell'industria agricola.

Cerignola - A~:so 1906.

Scalt>: m m. 5 PquiyaJgono all'l 0i0 O ad l illPSP .

.. DATI NUMERICI i ~ .. Cl Cl ~.,!. ~ § ~ (;H A :F l C O MESI c. ;l.~ o

li·;;-;;; o

i~j-~ li o:!:::: f: -~ l• ;::.;:

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l c:;"' a-'<)<.l ~~ i~~g ·O

18 l ut·:,oo

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17

! 16 ~ ~'eiJin·aio 7.:17 2r,4 ooo

l 15 J \ l l \

Marzo lf•. ~'l f!:![,·((i(l

14 l

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11 Giugno 12. !l·li ·l4ti 000

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8 /~ AgoRto 1:3.()()1 44H 000

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t- l \ Settembre ìj. 7!11 23·1·0()01

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4 Novembre 3. 861 133 000 •. 3

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Mesi l l

1 2 3 4 5 (i 7 8 9 lO 11 12 i

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I rapporti di domande che ne derivano, sono:

Rapp. A= O, 18

Rapp. R = 0,36

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Le rlifferenze di questi rapporti con quelli del mercato di Barletta si spiegano osservando le caratteristiche delle coltivazioni nel comune di Cerignola. Inratti su un comples­sivo di eU. G7,000 coltivati, ett. 15,000 sono a vite ed ct­iari 42,000 sono a grano ed a prato, coltivazioni che pro­vocano punte e depressioni più accentuale nella curva della domanda.

Queste caratteristic·he si accentuano per il m e r c a t o di San Severo.

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28

27

26

23

22

21

Occupazione nell'industria agricola in Italia.

San Severo -- Anno 1906.

Scala: mm. o equivalgono all'l o.

mm. o ad l llleSt'.

OATI~Ui\lERICl

GRAFICO

l l Ue>MINI !ToTALt:l PoMI N! 'foTAL\<: [

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Le curve che riportiamo dànno seguenti rapporti di

domanda:

a) per la curva totale, (continua):

Rapp. A = O ,06 Rapp. B = 0,16

b) per la curva speciale uomini, (punteggiata):

Rapp. A = 0,04 Rapp. 8 =O, l~

Questi rapporti confrontati a quelli degli altri due mer­

cati, si spiegano rilevando le condizioni qualitative delle

diverse culture in San Severo; infatti su un totale coltivato

di ett. 32,514, la coltivazione prevalente è quella a cereali

ed a pascoli (ett. 25,054), mentre la coltivazione a vigneto

e ad oliveto è di soli ett. 8000.

§ 10.- Curve in eni i rapporti di domanda variano nella stessa industria col variare del complesso industriale.

Si è già avvertito che i rapporti di domanda non deri­

vano esclusivamente dalla natura dell'industria studiata

quanto dalle condizioni in cui un'industria si esercita. Tra

queste condizioni (oltre le condizioni atmosferiche già rile­

vate) hanno talvolta grande importanza tutte quelle cause

economiche che influiscono sull'estensione più o meno grande

dell'impresa, sulla riunione di più branche di produzioni

complementari, che derminano quello che il P a n t a l e o n i

chiama il c o m p l es s o di una impresa industriale.

A dimostrare quanto sopra, riportiamo le curve di do­

manda di due industrie, che essendo di natura loro stagio-

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narie o temporanee dovrebbero presentare delle punte ecce­

zionali e dei rapporti di domanda bassissimi. Si tratta della

lavorazione del tonno in conserva e. della lavorazione, rac­

colta e conserva pomodori.

1) La prima curva è stata studiata per la d i t t a

F l or i o in comune di Favignana, provincia lli Trapani, c

riguarda la domanda o l'occupazione effettiva avutasi nel­

l'annahl H)08 per la manipolazione dd tonno iu conserva.

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- 80 -

Occupazione nell'industria della manipolazione del tonno. ANlw 1908. -- Italia.

Scale: m m. 5 equivalgono a 1. 50 o; o mrn, o ad 1 mese.

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DATI ~r\!ERlC! ! ::::

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24.

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Genr.aio 2. 7G 'ì3 22

ii 21 \ \ Febbraio 2. 83. 7r)

20

1!1 \ j Marzo 3. 211 8~ lg

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l ti J Aprile 12. 344

15 l

14 Maggio 31. 4.?1 913

13

12 (ifuguo :22.80 UC-1

11

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r--r-r---Agosto :ì. 9() 1(15

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T rapporti che ne derivano! sono:

RaJlp. A = o,tHi

Rapp. B = 0,2ti

l~:videnlcmcnle si tralta di un'indnst.ria di slagimw in rni

per alcuni mesi dell'anno (gennaio, l't•bl>raio, marzo, agosto,

::ettcmbrc, ottobre, novembre, <licemhre) i grandi lavori si fermano prr estrinsecarsi e svilupparsi enormemente nel­l'epoca della raccolta, corrispondente ai mesi dì pesca per

il tonno (aprile, maggio, giugno e luglio). 2) La seconda curva riguarda la lavorazione pPr la

raccolta e la manipolazione del pomodoro

nello stabimento Nasturzi di Genova durnul.c il 1~)0~). Si

fratta della distribuzione di hcn SR,D10 giornal.e di lavoro

nei diversi mesi dell'anno.

r. · A1111ali di Stttti~ri,·u \'' ,J l.

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Occupazione nell'industria del pomodoro in Italia.

ANNO 1909.

Scale: mm. o equivalgono all' 1 °/0

mm. 5 ad 1 mese.

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Mt,si l l ') :l 4 [) t) 7 8 9 lO 11 1:! ..

I rapporti che ne derivano, sono:

Rapt•· A = 0,37

Rapp. B = O,i'l

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l 11.12 !1.8!11

16.65' 14.807

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Sebbene nei mesi corrispondenti alla raccolta del pomo­

doro (luglio, agosto, settembre) la punta ddla curva sia

fortissima, tuttavia i rapporti sono molti alti, pcrch,è nello

stabilimento la lavorazione si mantiene sempre elevata du­

rante Lutto l'anno. Ciò significa che al riparto lavorazione

pomo loro, sono uniti altri riparti in cui si procede alla

preparazione della tutta degli imballaggi, delle scatole, rag­

giungcndosi quel complesso nella organizzazione (~cH'impresa

che corrisponde al massinw uti~e dell'imprendilore e che

provoca una nmggiorc stabilità nella domanda di mano

d'opera sul mercato del lavoro.

:n L'industria saccarifera.

L'esempio più bello di quanto possa inlluire su un'ill­

dustria stagionaria l'attlpit~zza dell'impresa quando abbraccia

un r.~ompll'l;so industriale, nel senso pa11t.aleouiano, si ha iu Italia per l'industria dello zucchero di barbabietola. Una pub­

blicazione dell'lspelloratu del la v oro ci t nette in grado di

p()ler seguire per l'anuo HHO tutte le domande di lavoro

dw l'industria italiana lta provocato per tutte le fabbriehe

esistenti cd operanti in Italia ill detto anno (Ing. Uriyatti,

L'industria sacc:arifera italiana c la campagna l ~)1 O, ci t.).

Le fabbriche per l'estrazione dello zucchero da1la bietola

sono attive solo durante la cosidetta campa,r;mt vietolij'era,

periodo abbastanza breve che da noi diffìcilrnente raggiunge

i 100 giorni e che si inizia nel mese di luglio. Le fabbriche

che fanno anche la raffìneria possono continuare !Jer un

periodo più lungo; ad ogni modo di fronte a tre rartlneric semplici ed a sei fabbriche-raffinerie funzionavano, nel 1 ~)1 O,

29 fabbriche; un totale rli R8 opifici.

L'industria dello zucchero si è andata in Italia rapida­

mente sviluppando dopo il 1899- ~)()(); si può valutare al­

l'incirca un investimento di 1~5 milioni fatto da pochi c

grandi gruppi finanziari, che hanno saputo concentrare e

far funzionare in un numero ristretto di opifìci un moderno

e ricco macchinario. Per ciò che riguarda il mercato della

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mano d'opera l'importanza dell'industria saccarifera è cvi­dente; la domanda di lavoro si estrinseca da una parte nella popolazione agricola col provocare l'introduzione e lo sviluppo della coltura della batbabietola, dall'altra si af­ferma creando un temporaneo ma intensivo impiego di mano d'opera industriale negli opifici. Calcolando a circa 50,000 gli ettari coltivati a barbabietola e potcndosi, in tale colti­vazione, ammettere come meJia la domanda di 125 gior­nate di lavoro per ettaro, ~i arriva ad una domanda com­plessiva di G,250,00U giornate agr·icolc. Quanto alla domanda di operai industriali, trattasi di un impiego di 15,517 operai che banno reso :1A86,000 giornate di lavoro. Se si vuoi considerare il flusso salario, questo amlllonta, per il l~ 10, a circa 10,000,000 di Jirc per la domanda agricola ed a lire 14,08~),487 per la domanda industriale.

Dato il tipo della grande industria, concentrata in ampie imprese, ne è venuto naturale che ogni impresa pensi di­rettamente al proprio macchinario, alle manutenzioni, ripara­zioni, preparazioni durante i momenti di riposo. Fatta astra­zione dall'unione della fabbrica alla raffineria, ne è derivata, anche per la semplice fabbrica, la necessità per ogni opi­ficio di crearsi la propria officina meccanica interna che obbliga all'assunzione di un buon numero di oper:.-~i fissi. Negli opitìci infatti il rapporto tra gli operai fissi o profes­sionisti ed operai avventizi sale fino al ':20 per cento. Ma gli operai avventizi sono chiamati per solo 100 giornate, gli operai fissi sono impegnati per tutto l'anno. Il numero medio delle giornate di lavoro mensili, al di fuori della campagna bietolifera, è di 5000, mentre al 1 ti settembre, massimo di domanda in piena campagna, si è avuta una domanda di 15,G17 giornate. Non farà quindi meraviglia se il rapporto A che ne consegue risulterà molto basso, mentre molto più elevato dovrà risultare il rapporto B.

Riportiamo la curva di domanda veramente interessante del 1910, con i rispettivi dati numerici:

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Occupazione nell'industria dello zucchero durante l'anno 1910

. 27 l.Jgli~ J9JO _t

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25 Gennaio 1911

'Scala giornate di lavoro i o ..-..,. ..... - ••

)l2 çent. _1 _1000 giornat ...

Sc,tla 1/2 cent. - 1 :-ettiHwna

rapporti di domande che ne risultano sono i seguenti:

Rapp. A =-= O ,31

Rapp. B = 0,72

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s l t. - Il complesso tlelle cm·vl~ tecniche di occupazione industriale su un mercato.

La conoscenza perfetla di un mercato di lavoro la si

ulliene solatucnte quando non una sola, ma tutte le curve

di un mercato di lavoro sono clctermiuatè. Hifercndoci, per

ora, aila sola. cm·va di domanda industriale vediamo quali

t:ondizioni possono presentarsi su m1 determinalo mercato.

Non escludiamo il caso in cui un'industria sola domiui,

o almeno sia assorbente, su un mercato. È questo il caso

per es. !lei mercati agricoli. Essen(lO tuttavia frequente il

easo di un'unica industria in una zona agricola, si po­

lrclJbe, a rigore, trattare il mercato agricolo come un mer­

cato eomplesso in cui ogni coltivazione può essere consi­

derata come nn men~ato a parte che dia lu(lgo a curve spe­

eiali di domande. Per cui il caso più frequente, anzi l'unico

caso teorico è il caso in cui di v erse industrie, con propria

curva di domanda, si facciano piìt o meno concorrenza

nell'acquisto delta diversa quantità di lavoro offerto su un

mercato. Hiducendo, per semplificazione, l'analisi al caso

di due sole industrie operanti sul mercato, possono farsi

L re i potcsi:

a) le curve di domanda siano p c r f c t t H m c n t c

u g u a l i per le diverse industrie così che le punte c le

depressioni dell'una corrispondano, negli ;,tessi tempi, alle

punte e depressioni dell'altra. In questa ipotesi la curva

totale di domanda sul mercato che è la somma delle due

curve, richiederà una popolazione operaia doppia, la popo­

lazione operaia massima che possa richiedersi;

b) le curve di domanda presentino perfettamente un

a n d a m e n t o c o n trar i o, per modo che quando la

curva dell'industria A assurge in una punta, la curva del-

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- R7-

l'industria R si a r valli in una <h·pn~s:)ionr. o viec·vprsa. r n

questa ipotesi, se trattasi l1i lavoro non qualilicato, st~ eio(·

verificasi la condizione di un passaggio rapido di ma~stnmza

1b una all'altm industria, la curva totale dd mrrcat1l ri­

ehiederù una popolazione opPraia che non sorpas,-erù la

massima punta della curva. l~ l'ipotesi piì1 fann·cvole alla

popo1azione operai a che .si vede domanda! a per l ulta ranllata;

c) le curve di domanda iu alcuni nwsi I'Omlmeino cd

in altri abbiano un andamento contrario; (· l'ipol•'sÌ piÌI

frequenl <', piu o meno i':t v<,n~vol(• a l l 'indmd ria P d alla cla~S<'

bvoratriec a seconda che si av\·icina più all'ipoi.P:-;i f,) cliP

all'ipotesi a).

Come conscguciJza di qu<'sl.o studio sul corrrplesso dt·lk

curre ~i avrebhe un quadro in cui .sarehlwro eonl'ronl.ali i massimi ed i minimi di domanda prr ogni i11dustria, sareb­bero segnate lP t1iverse periodicitù per ogni curva e s~uPhllP

p<'r ogni mcsP calcolala la f:1sP (li l:uoro eomplessiv:lnwlll"

dornan(lalo sul mercato.

~ 12. - l rapporti di domantla nella curva eomple~siva di un mereato.

Sommando tutte le singole curve di domanda per '" diverse industri<', si puù costrnin', per un lllcreato, litta

r,urva complPssiva ùi dom::mda, du~ trasformata in una

curv:t monotona pw) esprimere i rapporti A e B di domanda

studiati.

Al sopraggiungere di una nuova industria snl nwrcalo

si possono fare due ipotesi:

a) o la popolazione npéraia domanda! a i· popolaziorH'

operaia nnova, diversa dalla popolazione pn~cedcntcrnenlc

oecup:tta (per es. oper;ìi immigrali, donne, f'anrinlli, popo­

laziOJw prima impm(lllllivfl, •·<:c.);

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-- 88 -

h) o la popolazione operaia per la nuova indnstria è

ùomaHdata fra la stessa popolazione gia ridticsta per le

altre industrie.

A seconda dell'una o dell'altra ipotesi le conseguenze

s:-uanno divers(~ per la classe lavoratrice e per le cunT{~ di

occupazione operaia (curve di offerta) che ne risulteranno.

Per ciò, invece, che riguarda i rapporti di domanda t'

imlifferente che il fenomeno si verifichi nell'uno o nell'altro

mo<lo coutcmplato dalle due ipotesi; perchè non si tiene

conto mai del numero della popolazione operaia esistcnlc,

non si lien conto cioè de1l'offPrta di lavoro. Si polrà solo

constatare che i rapporti di domanda risultanti da due o

più curve che si sovrappongono c si sommano hanno qncsle

earatteristichc:

a) non sono mai inferiori ai rapporti minimi presen­

tati dalle curve più sfavorevoli;

b) sono sempre maggiori del rapporto massimo delle

curve più favorevoli quando le oscillazioni in un senso, in

una cnrva, sono compensate da oscillazioni in senso op·

posto <la altre curve. Maggiori sono queste compemmzioni

e sempre più il rapporto complessivo si avvicina a cento;

t) sono intermedì tra il rapporto minore cd il rap­

porto maggiore quancto non c'i• rompensazione nf'll'anda·

mento delle diverse cnrve.

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