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DISTRETTO ICT & SECURITY · La governance, nello specifico riferita ai modelli di ricerca...

Date post: 08-Jul-2020
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DISTRETTO ICT & SECURITY TECNOLOGIE ABILITANTI per il SISTEMA IMPRESA REGIONE TOSCANA Direzione Generale dello Sviluppo Economico Settore delle Politiche per l’Innovazione la Ricerca ed il Trasferimento Tecnologico
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DISTRETTO

ICT & SECURITY

TECNOLOGIE ABILITANTI per il SISTEMA IMPRESA

REGIONE TOSCANA Direzione Generale dello Sviluppo Economico Settore delle Politiche per l’Innovazione la Ricerca ed il Trasferimento Tecnologico

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Distretto ICT & Security – Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa

INDICE Introduzione ..................................................................................................................................................................... 2 Il Sistema TOSCANA ...................................................................................................................................................... 4 Il sistema produttivo ....................................................................................................................................................... 4 Il sistema dei centri servizi e del trasferimento tecnologico ...................................................................................... 5 Il sistema della ricerca ..................................................................................................................................................... 6 Il sistema accademico...................................................................................................................................................... 6 Investimenti regionali per l’innovazione tecnologica................................................................................................. 7 I riferimenti politici.......................................................................................................................................................... 7 Le politiche per l’innovazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico.................................................................. 8 Gli strumenti di intervento............................................................................................................................................. 9 Il Progetto del Distretto Tecnologico .......................................................................................................................... 11 Le tecnologie abilitanti .................................................................................................................................................. 12 ICT & Security ................................................................................................................................................................ 13 Comprensione degli scenari di sviluppo.................................................................................................................... 14 Il percorso regionale a supporto dell’innovazione.................................................................................................... 16 Un approccio basato sul consenso............................................................................................................................... 17 Coerenza dell’iniziativa con le politiche nazionali ed europee ............................................................................... 18 Assi Tematici .................................................................................................................................................................. 20 Governance del Distretto .............................................................................................................................................. 22 Criteri di valutazione dei progetti ............................................................................................................................... 23 Meccanismi di gestione dei diritti di proprietà intellettuale.................................................................................... 24 Il Paradigma di Sostenibilità ........................................................................................................................................ 24 Il Ruolo di Sviluppo Italia S.p.a. ................................................................................................................................. 25 Gli interventi regionali .................................................................................................................................................. 28 ALLEGATI...................................................................................................................................................................... 31 ALLEGATO “A” - Analisi Economica IRPET 2004.................................................................................................. 32 ALLEGATO “B” - Scheda mappatura associazioni di categoria e Centri Servizi e trasferimento .................... 38 ALLEGATO “C” - Istituti e Sezioni del CNR in TOSCANA .................................................................................. 40 ALLEGATO “D” -Elenco delle facoltà in TOSCANA ............................................................................................ 42 ALLEGATO “E” - Le Cifre della Ricerca e dell’Innovazione in TOSCANA....................................................... 44 ALLEGATO “F”- Rete Regionale della Alta Tecnologia ......................................................................................... 47 ALLEGATO “G” - Piani finanziari............................................................................................................................ 49 ALLEGATO “H” - ICT in TOSCANA ....................................................................................................................... 50 ALLEGATO “I” - I NUMERI DELLA TOSCANA ................................................................................................... 54 ALLEGATO “L” - LETTERE DI IMPEGNATIVA................................................................................................... 60

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Introduzione Le sfide imposte dalla globalizzazione non possono prescindere da strumenti cardine quali l'innovazione, la ricerca ed il trasferimento tecnologico. Le politiche perseguite dalla nostra Regione sono volte alla definizione di un modello di sviluppo nel quale conoscenza contestuale e ricerca di frontiera sono messi a sistema e proiettati su assi e articolazioni a forte contenuto tecnologico. Il trasferimento di know-how è la leva strategica da azionare ed è finalizzato alla creazione dello Spazio Regionale dell'Innovazione e della Ricerca, ossia un complesso articolato di relazioni tra tutti i soggetti che partecipano ai processi innovativi e che svolge la funzione di piattaforma immateriale sulla quale dialogare, confrontarsi e generare valore. Vengono supportati in questo modo nuovi modelli di democrazia e distribuzione della ricchezza, insita nella conoscenza e nella capacità di un sistema di esprimere valore attraverso prodotti e servizi ad alto contenuto innovativo. Le “Linee guida per la politica scientifica e tecnologica del Governo”, approvate con deliberazione CIPE n. 35 del 19 aprile 2002, stabilisce, nell’ambito delle strategie di intervento delineate nell’Asse 4, l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di leadership tecnologica nei settori strategici del sistema industriale nazionale e la capacità d'innovazione nelle imprese, agendo sugli strumenti della programmazione negoziata nonché sulla concertazione con i governi regionali. Le azioni di concertazione si tradurranno in interventi programmatici finalizzati alla creazione d'aggregazioni sistemiche a livello territoriale, attraverso reti innovative costituite dall’integrazione di poli di eccellenza scientifica e tecnologica pubblici con i sistemi di produzione specializzati. Il fine ultimo è quello di favorire una maggiore competitività delle aree produttive esistenti, rafforzandole attraverso la ricerca e lo sviluppo focalizzato nelle tecnologie in grado di abilitare l’innovazione di prodotto, di processo ed organizzative. Il progetto di un distretto tecnologico in Toscana si colloca in questa strategia rispondendo appieno agli obiettivi della politica scientifica e tecnologica nazionale. In particolare nella realizzazione del distretto tecnologico per la Toscana, che ovviamente coinvolge l’intero territorio regionale, si tiene conto delle caratteristiche peculiari definite come elementi essenziali per una costruzione della proposta; queste sono successivamente riprese e meglio dettagliate nei contenuti della proposta. Di seguito ne definiamo gli elementi di base: - sono state coinvolte attraverso sia rapporti specifici che incontri a più ampia rappresentanza, sia il “sistema” delle imprese toscane che le aziende leader dei vari settori coinvolti con un forte radicamento al territorio regionale: tra queste citiamo le aziende del gruppo Finmeccanica, Galileo Avionica, Ansaldo Breda, Amtec, Ote Comunication, Elsag, Syrio Panel, Whitehead, la Piaggio, Il Nuovo Pignone, Chiron, Lonza Spa, Alcatel Italia Spa, Società Autostrade, El.En Spa, Esaote Biomedica – Bracco, Engineering Spa, Intecs Spa, Solvay, Gruppo Bassilichi, Infogroup. - nell’attività di interlocuzione sono state coinvolte le dieci amministrazioni provinciali che hanno sottoscritto la loro adesione anche attraverso la messa a disposizione di risorse finanziarie; in maniera analoga il sistema camerale congiuntamente ad Unioncamere hanno confermato più volte la loro disponibilità nei confronti della proposta progettuale emersa dal processo di concertazione; - il sistema accademico costituito da Università di Firenze Pisa Siena, dalla Scuola Superiore S. Anna e dalla Scuola Normale di Pisa nonché dalle due aree del CNR di Firenze e Pisa e dai numerosi Enti di ricerca pubblici e privati presenti sul nostro territorio ha manifestato attraverso la propria adesione gli elementi di eccellenza orientati all’apporto di valore aggiunto nel settore delle ICT & Security. - sia il sistema camerale, che le amministrazioni provinciali assieme ad alcune fondazioni bancarie (Fondazione MPS, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Pisa, Lucca) garantiscono un’addizionalità di risorse finanziarie per attivare un programma di ricerca industriale e precompetitivo nonché azioni tese allo sviluppo del sistema impresa; - il modello di governance toscano basato sulla concertazione risulta essere uno degli elementi portanti del sistema regione; per le specifiche peculiarità caratterizzate dalla struttura produttiva mista e frammentata

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regionale, il coinvolgimento diretto sia del governo territoriale che delle parti sociali diviene elemento indispensabile per gestire la complessità dei nostri processi. L’autorità dimostrata in questo caso dal governo regionale si traduce essenzialmente in un ruolo di coordinamento e di integrazione delle differenti proposte programmatiche con lo scopo precipuo di riequilibrare i processi di sviluppo economico all’interno dell’intero territorio. La governance, nello specifico riferita ai modelli di ricerca trasferimento innovazione, nasce in Toscana già dal 1992 allorquando fu istituito il tavolo di coordinamento tra Giunta Regionale e i Rettori degli Atenei toscani; successivamente attraverso la Rete Regionale dell’Alta Tecnologia istituita con L. R. n 99/1996 fu disciplinato il rapporto e i ruoli dei tre Atenei rispetto al tessuto produttivo toscano nel settore delle produzione di punta; dal 2000 al 2005 attraverso un coinvolgimento diretto delle province e delle CCIAA ma anche degli oltre 30 centro servizi (si considerano Centri Servizi i soggetti che hanno tra i loro associati oltre che le imprese, le Pubbliche Amministrazioni locali) si è esteso il processo di trasferimento tecnologico dalla ricerca all’impresa mediante programmi e risorse derivanti da fondi comunitari (FESR-FSE) fondi nazionali (CIPE-FIT) e risorse proprie; i Progetti Integrati di Sviluppo Locale e i Patti Territoriali per lo Sviluppo hanno intensificato il processo di concertazione assegnando ancor più al governo regionale il ruolo e la funzione di coordinamento. - in particolare le esperienze maturate da oltre tre programmi europei di fondi strutturali hanno fatto maturare all’interno dell’Amministrazione Regionale capacità e competenze nella programmazione indirizzo coordinamento controllo di risorse non indifferenti. Non solo quindi un monitoraggio fisico delle azioni messe in campo ma anche una capacità di controllo finanziario (la Regione Toscana è stata destinataria per il quinquennio 2000-2006 della premialità riservata dall’Unione Europea alle regioni eccellenti). - quello che intendiamo fare attraverso la realizzazione del Distretto delle Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa- ICT&Security è la creazione di un modello metodologico di gestione delle risorse umane, materiali e finanziarie per dinamicizzare in maniera autonoma i processi di sviluppo attraverso il sostegno non tanto alle singole imprese quanto alle strutture che supportano il sistema produttivo. Tutto questo viene realizzato su una scala che ha dimensioni regionali e che permette quindi un assemblaggio di realtà differenti tra loro. - la previsione a medio lungo termine della sostenibilità del distretto: solo attraverso un forte legame del sistema della ricerca e del mondo accademico generatore di capitale umano con il sistema produttivo si possono generare quelle sinergie capaci di alimentare in maniera autonoma la ricerca per l’innovazione;

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Il Sistema TOSCANA

Il sistema produttivo Il successo delle produzioni toscane tradizionali può essere ricondotto all’unicità del modello economico toscano che vede l’impresa “diffusa”, di piccole dimensioni, accanto a grandi industrie con marchi leader sugli scenari mondiali. Il cuore del sistema industriale toscano è costituito dalle PMI operanti nei classici settori del Made in Italy e che si orientano soprattutto verso i segmenti medio-alti del mercato internazionale, caratterizzati da alto contenuto qualitativo, innovazione e design. Il sistema produttivo toscano, composto da 350.000 imprese attive a fronte di una popolazione di circa 3.600.000 abitanti, presenta una conformazione estremamente complessa ed eterogenea, dominata prevalentemente da micro imprese. Dal punto di vista dell’output prodotto, il terziario rappresenta il settore economicamente più consistente, sebbene l’industria rimanga ancora un settore trainante sia in termini di contribuzione al PIL che di occupazione; dall’altro lato il settore primario costituisce una piccola parte dell’economia complessiva, ma esprime importanti eccellenze produttive e gioca un ruolo determinante in tema di salvaguardia dell’ambiente e conservazione del paesaggio. L’industria toscana ha una forte specializzazione produttiva nei cosiddetti settori tradizionali del Made in Italy, come:

- Tessile e abbigliamento, pelletteria e calzature; - Oro e gioielli; - Carta; - Marmo e piastrelle; - Mobili; - Artigianato: ceramiche, vetro e cristalli;

Queste eccellenze produttive sono rappresentate dai 12 Distretti Industriali individuati sul territorio regionale e da alcune imprese di grandi dimensioni. Un ruolo strategico per la propria trasversalità intersettoriale è ricoperto settore della meccanica di precisione e strumentale che raggiunge picchi di estrema specializzazione nei contesti economici specifici dei singoli distretti industriali. Di estremo interesse è inoltre il comparto della nautica ed in particolar modo quello di nicchia dedicato alla diportistica: questo, sebbene contribuisca in misura minore al PIL, vede tassi di crescita notevoli e presenta sul territorio regionale eccellenze di spicco costituendo un esempio di integrazione tra design e tecnologia, innovazione e tradizione. Lo stesso approccio distrettuale che ha permesso in passato lo sviluppo dell’industria tradizionale, permette oggi lo sviluppo di una nuova generazione di imprese e una galassia composta da multinazionali e piccole e medie imprese, legate ad una rete di laboratori e connessi al sistema dei centri di ricerca. I segmenti ad alto contenuto tecnologico ed in forte crescita sul territorio regionale sono : - Telecomunicazioni e tecnologia informatica; - Robotica; - Macchinari e componenti elettrici ed elettronici; - Chimica; - Trasportistica; - Farmaceutica e biotecnologia;

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In fine per ciò che attiene al settore primario è da sottolineare la presenza dei cosiddetti “distretti rurali” caratterizzati dalla qualità delle proprie produzioni in termini di gusto, autenticità e tipicità. Questi concetti si manifestano a più livelli: - Prodotti certificati e garantiti con lo scopo di proteggere le caratteristiche agroalimentare di specifiche

aree o metodi produttivi (docg, doc, dop, igp); - Agricoltura biologica che coinvolge 2.700 produttori e copre una superficie di circa 95.ooo ettari; - Agricoltura integrata che presenta un metodo di coltivazione ecologicamente compatibile e volto a

proteggere la salute dei consumatori basato sulla riduzione dei prodotti chimici; - Il turismo rurale ed eco-compatibile sta crescendo rapidamente e sta stimolando uno sviluppo bilanciato

e sostenibile in armonia con l’agricoltura, la natura ed il paesaggio. Il sistema Toscano si presenta come estremamente eterogeneo soprattutto in termini di forme industriali presenti sul territorio; accanto a distretti industriali fortemente votati ad un determinato settore produttivo vi sono sistemi produttivi locali che presentano più specializzazioni produttive, e a volte una subfornitura “sterile” nella misura in cui non partecipa alle fasi di ideazione e design del prodotto o comunque a quelle a più alto valore aggiunto. Il rapporto delle grandi imprese sul territorio è strategico nella misura in cui queste istaurano collaborazioni capaci di creare valore e non siano mere esternalizzazioni fini a politiche aziendali di riduzione del rischio. Vi sono inoltre aree che hanno visto un vivace sviluppo di imprese operanti in settori molto lontani dal Made in Italy, alcuni grandi gruppi industriali che operano immettendo sul mercato prodotti ad altissimo contenuto tecnologico sviluppando i propri business con dinamiche cooperative e partnership vanno ben al di là dei confini regionali e nazionali. La forma industriale più diffusa richiama le formazioni distrettuali, anche se accanto a queste figurano grandi gruppi industriali impresa non localizzata e la recente formazione dei distretti rurali; inoltre è in atto un graduale processo di terziarizzazione che sebbene stia conoscendo andamenti crescenti e performanti il mercato ancora non presenta livelli di export sufficienti, rimane dipendente alla propria componente dei servizi all’impresa e trova le ragioni della propria performance per gran parte nell’aver beneficiato del maggior aumento dei prezzi rispetto al settore primario e secondario (a tale proposto si veda in allegato i dati IRPET sull’andamento settoriale a prezzi costanti). Il ciclo economico e la recente congiuntura internazionale ha fortemente segnato alcuni dei settori più forti, in termini di contribuzione al Pil che la Toscana presenta; la forte propensione all’export ed il forte posizionamento nei settori cosiddetti tradizionali ha visto molte delle imprese toscane subire la concorrenza delle potenze asiatiche anche in luce di un forte apprezzamento dell’Euro e del dumping sociale che questi paesi sfruttano.

In allegato A: SCHEDA ANALISI ECONOMICA IRPET 2004

Il sistema dei centri servizi e del trasferimento tecnologico Un player importante all’interno dello Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca è costituito dal sistema dei centri servizi e trasferimento tecnologico. L’Amministrazione Regionale ha promosso fortemente la creazione di strutture che avessero un forte legame con il territorio e che sapessero proiettare le eccellenze locali sulle direttrici nazionali ed internazionali dell’innovazione. Il territorio regionale presenta un fitta rete, non formalizzata, di centri servizi composta da oltre 90 soggetti aventi specializzazioni settoriali e/o tecnologiche capaci di agire sia orizzontalmente che verticalmente nelle dinamiche sistemiche dei processi innovativi. Questi costituiscono un partner prezioso ed un interlocutore di riferimento nell’attuazione delle politiche per il trasferimento riuscendo ad abbattere le barriere comunicative che tengono lontani il mondo della ricerca da quello dell’impresa. A quella dei Centri Servizi va affiancata l’azione degli Incubatori Tecnologici che forniscono un contributo tecnico e logistico importante alle costituende imprese nella fase di start-up e accelerando i processi di spin-

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off della ricerca. Questi lavorano in stretta sinergia con i centri servizi e di trasferimento intervenendo in maniera efficace sulle eccellenze tecnologiche che il territorio è in grado di esprimere.

In allegato B: SCHEDA MAPPATURA ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA E CENTRI SERVIZI E DI TRASFERIMENTO IN TOSCANA

Il sistema della ricerca Il sistema della ricerca è composto da 240 centri di ricerca (tra pubblico e privato); a questi il Consiglio Nazionale delle Ricerche partecipa con 16 istituti e 143 sezioni attive. Il CNR in Toscana presenta forti eccellenze nell’area fiorentina e pisana, in termini di output il CNR toscano costituisce il più grosso assembramento di ricerca pubblica in Italia. Le eccellenze delle ricerca presenti in sul territorio toscano, gravitano su più filoni; in questa sede sottolineiamo i centri di ricerca europei dell’optoelettronica CEO, il CERM, il LENS l’istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa ed il Dipartimento di Biologia Molecolare di Siena. Il sistema della ricerca in Toscana ovviamente non si esaurisce con i centri di ricerca pubblici ma trova eccellenze anche in realtà di impresa che, per caratteristiche legate ai settori di appartenenza, dedicano gran parte delle proprie risorse all’attività di ricerca; facciamo riferimento all’industria ad alto contenuto tecnologico ed in particolar modo alle ICT, alla Farmaceutica all’industria Chimica, alla componentistica elettronica ed alla robotica.

In allegato C: SCHEDA ELENCO DELGI ISITUTI E DELLE SEZIONI DEL CNR IN TOSCANA

Il sistema accademico Il Sistema Accademico toscano è composto da 3 poli universitari corrispondenti all’Ateneo di Firenze, quello di Pisa e quello di Siena ; a questi si devono aggiungere le attività della Scuola Normale Superiore di PISA e della Scuola Sup. di Studi Univ. e Perfezionamento S.Anna di PISA. All’attività accademica ordinaria dedicata alla ricerca e alla didattica si aggiungono le collaborazioni con il mondo delle imprese, la presenza all’interno dei Poli Tecnologici e la partecipazione nei Consorzi Interuniversitari anche regionali ed extra-regionali. In totale a fronte di una domanda rappresentata da circa 135.ooo studenti, l’offerta formativa regionale è sostenuta da 37 facoltà per un totale di 184 Dipartimenti e oltre 11.000 tra professori e personale addetto alla ricerca. Le eccellenze scientifiche che il mondo accademico presenta sono legate:

- per ‘area pisana alle ICT, Biotecnologie, Scienze aerospaziali, Scienze mediche, Micro-nanotecnologie;

- per l’area fiorentina alla Elettronica, Meccanica, Scienze Farmaceutiche, Optoelettroniche, Chimiche;

- per l’area senese alle Scienze Farmaceutiche, Biotecnologie,Microelettronica, Robotica.

In allegato D: ELENCO FACOLTA’ DEL SISTEMA ACCADEMICO TOSCANO

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Investimenti regionali per l’innovazione tecnologica

I riferimenti politici

Il Piano Regionale Innovazione Ricerca e Trasferimento Tecnologico trova nei seguenti punti gli elementi programmatici di riferimento:

- Indicazioni di Lisbona 2000 e Barcellona 2002: Per colmare il divario tra l'UE e i suoi principali

concorrenti, si dovrà aumentare in modo significativo lo sforzo globale di R&S e di innovazione nell'Unione, ponendo un accento particolare sulle tecnologie di punta. Pertanto il consiglio europeo ha convenuto che gli stanziamenti globali in materia di R&S e di innovazione si avvicinino al 3% del PIL entro il 2010; due terzi di questo nuovo investimento dovrebbero provenire dal settore privato; Il dinamismo del sistema produttivo e la competitività deve essere raggiunta sulla base di un modello di sviluppo sostenibile che tenga conto di stabilità sociale e tutela ambientale;

- PRSE 2003-2005 Piano Regionale di Sviluppo Economico: definisce le linee di indirizzo generali dell'attività di programmazione della Direzione Generale Sviluppo Economico in materia di attività produttive; mette in atto, nel proprio ambito di intervento, le proposte contenute nel Programma Regionale di Sviluppo 2003-2005 (PRS), sperimentando e approfondendone le linee strategiche; recepisce gli obiettivi delle politiche comunitarie nel campo delle politiche economiche, della governance e della riforma del mercato interno.In tema di innovazione e ricerca applicata il PRSE finalizza tutti gli interventi alla creazione di uno Spazio Regionale dell'Innovazione e della Ricerca inteso come coordinamento di relazioni tra i principali attori della ricerca dell'innovazione e del trasferimento tecnologico;

- Docup Ob2 2000-2006: All'interno del DOCUP sono presenti numerose misure e azioni che contribuiscono, attraverso diverse tipologie di intervento, alla costituzione dello Spazio Regionale dell'Innovazione e della Ricerca. L'offerta che si ottiene nel suo insieme favorisce lo sviluppo dell'economia toscana, intervenendo nei vari stadi di evoluzione delle imprese (early stage, reti, ricerca industriale e competitiva) e potenziando il sistema dei servizi a favore delle aziende con la creazione della “Società dell’Informazione”;

- Programma di Governo 2005-2010: Il Programma di Governo 2005-2010 approvato in Consiglio Regionale quale documento di base per il prossimo PRS – Piano Regionale di Sviluppo - riconosce all’Innovazione e alla Ricerca un ruolo primario per la costruzione della Società della Conoscenza in un ottica di Sviluppo Sostenibile. In questo contesto gli obiettivi del prossimo PRS 2006-2010 sono rivolti a favorire una maggiore competitività complessiva dei sistemi produttivi territoriali, ambientale, sociali, culturali contribuendo a creare nuove iniziative imprenditoriali nei settori ad alta tecnologia allargandone lo spazio di applicazione, qualificando il capitale umano e agevolando il dialogo tra le eccellenze della ricerca e dell’innovazione a livello globale. All’interno del Programma di Governo 2005-2010 le ICT e le tecnologie per la sicurezza sono state riconosciute come strumenti preziosi per il rafforzamento dello Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca indicando la “società dell’informazione” come veicolo importante per la società della conoscenza e lo sviluppo sostenibile.

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Le politiche per l’innovazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico

La competizione a scala globale si gioca oggi, in primo luogo, sull’innovazione e la ricerca. Gli obiettivi generali da perseguire, in un costante dialogo tra istituzioni, Università, Centri di ricerca, imprese e parti sociali, possono essere così sintetizzati:

- rafforzare ed espandere i settori ad alta innovazione tecnologica, formale e organizzativa, mobilitando e coordinando i soggetti che svolgono attività di ricerca e che promuovono il trasferimento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche; - favorire l’evoluzione del nostro sistema produttivo che opera nei settori più tradizionali, verso prodotti, servizi e modalità di produzione che abbiano un tasso di innovazione elevato; - promuovere la ricerca e l’innovazione in settori particolarmente strategici per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini; - assicurare una domanda di prodotti e servizi ad alta tecnologia da parte dei settori pubblici e dei settori dei servizi pubblici a rilevanza economica; - rafforzare il legame tra Università e Centri di Ricerca migliorando gli strumenti per il trasferimento della conoscenza tecnologica e delle “best practices” verso le imprese toscane in particolare attraverso l’interscambio di risorse umane; - rafforzare le reti fra i diversi attori dell’innovazione a scala territoriale (che possono essere più o meno ampie – locali o regionali – a seconda delle aree e dei settori di riferimento). favorire la crescita dei cosiddetti “cluster innovativi” ed all’interno di questi la nascita di nuove imprese come effetto di spin-off della ricerca.

Gli interventi della Regione Toscana sono finalizzati a:

• innalzare il livello della cooperazione tra Università, Centri di Ricerca, Imprese e Pubblica Amministrazione attraverso la creazione di reti per trasferimento tecnologico che si attivano su progetti di ricerca e trasferimento tecnologico; • utilizzare strumenti finanziari al fine di incentivare l’investimento privato in Ricerca, Trasferimento e Innovazione, attraverso incentivi alla progettazione delle imprese per la ricerca industriale e precompetitiva e forme di venture capital; • consolidare la rete delle infrastrutture regionali per la ricerca precompetitiva e il trasferimento attraverso nuovi investimenti, la qualificazione delle strutture esistenti secondo sistemi di controllo della qualità; allo stesso tempo occorre consolidare il sistema di e-government e le applicazioni della società della informazione ad una serie di settori produttivi regionali; • avviare la costituzione di un distretto tecnologico. Il Ministero delle Università e delle Ricerca ha avviato il finanziamento una serie di progetti regionali tesi al potenziamento dell’ICT e della ricerca applicata come essenziale fattore di sviluppo e trasferimento di innovazione tecnologica al sistema produttivo. La Regione Toscana ha avviato una serie di contatti tecnici per definire a breve un progetto di fattibilità.

Visto il carattere multidisciplinario dei processi innovativi, le principali innovazioni di policy adottate dall’Amministrazione Regionale Toscana riguardano:

- l’integrazione delle risorse e lo sviluppo di sinergie tra i vari soggetti competenti; - a questo più profondo coordinamento si deve aggiungere l’approccio bottom-up di interlocuzione

nei confronti dei vari soggetti che partecipano al sistema regionale dell’innovazione e della ricerca; - un modello di governance cooperativa improntato alla concertazione continua tra i soggetti

istituzionali, il sistema associativo, il mondo dei servizi e del trasferimento, quello accademico e della ricerca;

- la definizione di strumenti sostenibili nel tempo diretti al sistema più che alle singole realtà produttive.

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Gli strumenti di intervento

1) DOCUP Ob2 2000-2006 - Fondi di seed capital e nuovi strumenti di credito (Mis: 1.3 DOCUP ob2 2000-2006) - Azioni di rete (Mis: 1.7 DOCUP ob2 2000-2006) - Sostegno alla ricerca industriale e precompetitiva (Mis: 1.8 DOCUP ob2 2000-2006) - Sostegno della società dell’informazione (Mis: 2.8 DOCUP ob2 2000-2006) - Incentivi agli investimenti delle imprese in R&S (Mis: 1.1 DOCUP ob2 2000-2006) 2) PRAI – Programma Regionale Azioni Innovative Economia della conoscenza e innovazione tecnologica L’azione si articola in: - Reti per il trasferimento tecnologico; - Innovazione nel sistema moda: tessile, abbigliamento, calzature; - Applicazioni industriali delle tecnologie optoelettroniche; - Applicazioni industriali, agro-alimentari ed ambientali delle biotecnologie; - Sostegno di un programma mirato di disseminazione delle opportunità di innovazione presso le PMI; 3) Attività di trasferimento tecnologico attivata con risorse proprie L’Amministrazione Regionale è impegnata nell’attivazione di risorse proprie per attività di trasferimento tecnologico e per il rafforzamento dello Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca. Annualmente effettua azioni di animazione, disseminazione, e marketing territoriale presentando le attività di ricerca e innovazione di maggior pregio scientifico sviluppatesi sul territorio regionale, e facendo un continuo monitoraggio sulle dinamiche evolutive della frontiera dell’innovazione e della ricerca in Toscana; 4) Progetti INTERREG III I Progetti INTERREG fanno capo all’omonima Iniziativa Comunitaria della Commissione Europea finanziata con fondi FESR per il periodo 2000-2006 ed avente lo scopo di favorire la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale tra autorità nazionali, ovvero accordi tra paesi diversi per favorire lo sviluppo equilibrato di aree multiregionali Al momento la Regione Toscana è fortemente impegnata in 4 progetti INTERREG III B, la cui area di riferimento è il MEDOCC (Mediterraneo Occidentale). 5) Fondi CIPE Il CIPE (Comitato Interministeriale per la programmazione economica) opera con il trasferimento alle amministrazioni di settore dei compiti di mera gestione tecnica, amministrativa e finanziaria, il ruolo di coordinamento degli interventi di politica economica sul piano territoriale e settoriale. Attraverso la delibera CIPE n.36/2002 ha destinato per la prima volta dei fondi strutturali per le aree sotto-utilizzate a favore della ricerca per le regioni del centro Italia; a questi si sono aggiunte ulteriori risorse con la successiva delibera CIPE n. 17/2003. Questo investimento, unito ai finanziamenti di Enti Locali, altri Enti Pubblici e privati, ha permesso la realizzazione di numerosi progetti sul territorio regionale. Nel marzo 2004, la Regione Toscana, il Ministero dell'Economia e delle Finanze (Servizio per le Politiche di Sviluppo Territoriale e le Intese) ed il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca hanno firmato l'Accordo di Programma Quadro Ricerca e trasferimento tecnologico per il sistema produttivo, finalizzato a promuovere interventi per il potenziamento della competitività delle imprese e del territorio nella Regione. 6) Il Sesto Programma Quadro della Ricerca; Il Programma Quadro (PQ) è lo strumento principale della politica comunitaria nel settore della ricerca: esso definisce gli obiettivi, le priorità e le condizioni dell’intervento finanziario della Commissione europea per cinque anni. Il cambiamento principale introdotto dal VI PQ, che coprirà il quinquennio 2002-2006, è il modo di concepire il programma, che da elemento essenziale della strategia comunitaria di R&S diventa strumento finanziario per la realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca (SER). La Regione Toscana è impegnata in progetti integrati e Specific Support Actions facenti capo al VI PQ; partecipa inoltre all’attività di definizione delle proposte per gli orientamenti strategici del prossimo VII PQ.

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7) Il Coordinamento Nazionale ed Europeo dei PRAI; - CoorIInnA (Coordination of Italian Innovative Actions) rete interregionale delle azioni innovative

italiane; - La rete ERIK (European Regional Knowledge Based Innovation Network) attività di cooperazione fra le

regioni Europee e in particolare per fornire supporto e opportunità di scambio di esperienze alle regioni che stanno realizzando programmi regionali di Azioni Innovative (PRAI);

In allegato E: Le cifre dell’innovazione in Toscana

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Il Progetto del Distretto Tecnologico

In accordo con le linee guida per la politica scientifica e tecnologica nazionale, la Regione Toscana intende proporre e sostenere l’iniziativa di un distretto tecnologico, che valorizzi i “saperi” abilitanti per il sistema impresa con particolare riferimento alle ICT e alle tecnologie per la “sicurezza”: le attività di Distretto saranno finalizzate allo sviluppo di attività di ricerca a supporto della sicurezza, della fiducia e della confidenza nei prodotti, nei processi e nelle infrastrutture. Gli obiettivi preposti sono i seguenti: a. creare e potenziare l’eccellenza tecnologica territoriale, veicolando risorse importanti verso attività di

ricerca svolte in Toscana; b. rafforzare il sistema regionale della ricerca favorendo la cooperazione tra Università, Enti di Ricerca e

soggetti privati, dando concretezza allo Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca; c. promuovere, monitorare e coordinare efficacemente le attività di ricerca di interesse strategico per la

regione anche in riferimento ad altre opportunità e iniziative presenti nei programmi comunitari e nazionali;

d. rafforzare i settori produttivi tradizionali del territorio, dotandoli del valore aggiunto oggi necessario per differenziare il Made in Italy dai prodotti di altre economie emergenti che producono a costi minori o con maggiore qualità grazie a soluzioni tecnologiche efficaci;

e. sostenere una politica di “marketing territoriale della ricerca” al fine di attrarre investimenti per cofinanziare le attività di ricerca e di sviluppo tecnologico, nella prospettiva di rendere durevoli e sostenibili nel tempo tali investimenti;

f. porre le basi per la costituzione di nuove microfiliere produttive, incoraggiando nuove iniziative imprenditoriali, avviate dai risultati industrialmente più promettenti e aiutando iniziative di spin-off ad alto contenuto tecnologico a individuare operatori di business appropriati;

g. creare un interlocutore appropriato in grado di suggerire l’utilizzo delle risorse dedicate alla ricerca e allo sviluppo tecnologico, erogate da soggetti diversi, verso una strategia comune, incrementandone le ricadute per il territorio;

L’amministrazione regionale ha scelto di sostenere lo sviluppo di una famiglia di tecnologie fortemente legate che, in modo trasversale, siano in grado di sostenere e rafforzare il sistema produttivo toscano. L’approccio seguito è quello bottom-up, nel quale la determinazione puntuale delle tecnologie è espressa dagli interessi reali delle aziende. Questa scelta nasce dalla considerazione che la bassa incidenza del finanziamento pubblico previsto e l’alto tasso d’investimento privato richiesto ai privati, attirerà le aziende solo verso il cofinanziamento di attività di ricerca che produrranno ricadute dirette sul loro core-business. Conseguentemente l’amministrazione regionale ha cercato, come primo passo, di dare massima diffusione all’iniziativa e di approfondire la concertazione con le imprese in modo da identificare “ambiti” tecnologici strategici, delineando al contempo l’impalcatura e l’organizzazione del distretto. L’analisi:

- della situazione economica della regione e le sue le prospettive; - del know-how scientifico e tecnologico presente sul territorio; - dei settori produttivi più promettenti in termini di interesse e volontà di cofinanziamento della

ricerca; - dei risultati di un’intensa attività di concertazione condotta con gli attori Istituzionali e non presenti

sul territorio; ha permesso di delimitare un’area tematica che, ancorché vasta, ha una grande rilevanza strategica nel rilancio dell’economia regionale nel medio/lungo termine. L’ area tematica individuata è quella della sicurezza, della fiducia e della confidenza, intese in un’accezione ampia che interessa numerose applicazioni:

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- fiducia in un prodotto in termini di affidabilità, sicurezza, certificazione e tracciabilità della qualità dei processi e dei materiali utilizzati;

- sicurezza e fiducia in un servizio in termini di affidabilità, protezione della privatezza, confidence della comunicazione e di protezione da eventi esterni tesi a usi illeciti del servizio stesso;

- sicurezza in termini di salvaguardia dell’individuo (“safety”) in riferimento alla salute, alla protezione personale e a situazioni specifiche quali la mobilità o la manipolazione/conduzione di strumenti/veicoli;

- sicurezza intermini di sorveglianza e monitoraggio di aree specifiche o territoriali; - sicurezza in termini di protezione e controllo delle infrastrutture; - sicurezza in termini di gestione del rischio (es.: finanza, business, infrastrutture, ambiente); La tematica individuata permette di attuare una “strategia del doppio binario”, che favorisce contemporaneamente il sostegno ai nuovi settori hi-tech e la promozione e difesa dei settori tradizionali. L’obiettivo è quello di individuare e sviluppare soluzioni tecnologiche multisettoriali con la doppia finalità di ottimizzare le ricadute sui settori tradizionali dell’economia toscana e permettere lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali. Con riferimento al precedente punto d), il “valore aggiunto” al quale si fa cenno è in buona parte identificabile nelle caratteristiche che incrementano la qualità dei prodotti e dei processi in termini di: sicurezza, affidabilità, garanzia, fiducia. Queste caratteristiche sono sempre più frequentemente abilitate o garantite da tecnologie sofisticate. Queste tecnologie costituiscono l’area d’intervento del Distretto Tecnologico toscano. Il Distretto Tecnologico toscano sarà quindi dedicato allo sviluppo delle Componenti Tecnologiche atte a garantire sicurezza e fiducia sia a livello di singole soluzioni (prodotti e processi) che delle infrastrutture che le sostengono. Le tecnologie che potenzialmente possono intervenire nella costruzione di soluzioni a garanzia della sicurezza e della fiducia, nell’accezione di cui ai punti precedenti, sono molteplici. Un’attenzione particolare sarà rivolta allo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (abbreviate nel seguito come ICT, “Information and Communication Technologies”) La presente iniziativa si pone inoltre come obiettivo principale la costituzione di una struttura di governo capace di identificare e coordinare le attività di distretto con il fine specifico di focalizzare la pianificazione su attività dedicate allo sviluppo d’imprenditoria tecnologica e alla massimizzazione delle ricadute sui settori produttivi del territorio.

Le tecnologie abilitanti La Toscana presenta notevoli eccellenze scientifiche nelle seguenti aree:

- Aree pisana: ICT, Biotecnologie, Scienze aerospaziali, Scienze mediche, Micro e Nanotecnologie; - Area fiorentina: Elettronica, Meccanica, Scienze Farmaceutiche, Optoelettroniche, Chimiche; - Area senese: Scienze Farmaceutiche, Biotecnologie,Microelettronica, Robotica.

La Regione Toscana, di concerto con i soggetti consultati, ha individuato nelle ICT una tecnologia di forte eccellenza e tradizione scientifica produttiva. Le ICT - sono riconosciute come tecnologie trasversali ed abilitanti, capaci di molteplici campi applicativi e di forti ricadute sui tutti i comparti produttivi. Queste presentano una forte concentrazione nell’area pisana e fiorentina, ma vi sono eccellenze in ICT anche in altre aree del territorio regionale. In termini produttivi in Toscana esiste una galassia composta da multinazionali e piccole e medie imprese, legate ad una rete di laboratori e connessi al sistema dei centri di ricerca. L’area che va da Firenze a Pisa è un area leader in Italia per le attività legate al settore della New Economy. In termini di densità geografica delle imprese e del tasso di occupazione nel settore dei servizi high-tech, la Toscana si pone immediatamente dietro le aree di Milano e Roma. Nell’area operano piccole imprese

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indipendenti specializzate nell’automazione, nella robotica, nell’aerospaziale e nella tecnologia informatica; i fattori chiave risultano la presenza di università, istituti di ricerca ed una “massa critica” di esperti del settore. Le eccellenze organizzative toscane, attive sul settore delle ICT, non si localizzano unicamente in quest’area, è tuttavia interessante sottolineare come in questa area i legami del sistema delle imprese con la comunità scientifica ed i centri di trasferimento abbiano effettuato una propagazione di produzioni ad alto contenuto tecnologico. L’Amministrazione Regionale vede nelle ICT uno strumento di break-through tecnologico per i settori tradizionali; l’obiettivo quindi non è solo quello di sostenere un settore nel quale vi siano eccellenze scientifiche ma soprattutto quello di trasferire tale knowhow agli altri comparti produttivi. Con le ICT si promuovono i processi di accelerazione delle dinamiche innovative, e si punta a colmare i gap tecnologici che la subfornitura toscana presenta con i quali non è possibile affrontare adeguatamente le sfide globali. Quindi è da sottolineare l’importanza delle ICT perché :

- sono una tecnologia abilitante; - sono trasversali; - costituiscono un elemento di differenziazione e di innovazione di processo per l’intero sistema; - costituiscono un’eccellenza tecnologico-scientifica in Toscana; - nel territorio toscano è presente un cluster di imprese innovative che basano sulle ICT il proprio core

business; queste creano valore contribuiscono alla formazione della ricchezza e presentano saldi occupazionali e andamenti economici decisamente interessanti;

- il nostro sistema di subfornitura presenta un technological divide in termini di ICT che può essere colmato con l’intervento del Distretto delle Tecnologie Abilitanti per il sistema Impresa - ICT & Security;

In ogni modo considerati gli aspetti multidisciplinari dell’innovazione e considerata la forte presenza di altre eccellenze nel territorio regionale, all’interno del Distretto tecnologico trovano spazio anche sezioni dedicate a tecnologie distinte dalle ICT, ma che in via sinergica sono suscettibili di più ampie ricadute e permettono un’azione più pervasiva sul territorio.

ICT & Security Affiancando alle ICT il “concetto” di Security, l’Amministrazione Regionale ha dato una forte caratterizzazione all’azione del Distretto Tecnologico. Con il termine Security si fa riferimento al concetto di sicurezza per il consumatore finale o end-user, assimilabile per altro al concetto più volte richiamato in ambiti comunitari di “Trust & Confidence”: in tal senso il tema di sicurezza, che diviene di processo e di prodotto, si estende a molti campi applicativi con ricadute su tutti i settori produttivi. Al Made in Italy si associa comunemente il concetto di sicurezza e reliability (affidabilità); mettendo a sistema eccellenze tecnologiche trasversali, da un lato diamo un contenuto tecnologico superiore all’industria toscana ed in primis a quella manifatturiera, e dall’altro sviluppiamo notevolmente le applicazioni che competono a determinati segmenti produttivi posizionati nei settori emergenti. L’amministrazione regionale ha quindi scelto di promuovere un’azione sistemica volta al sostegno e allo sviluppo di tecnologie trasversali ed abilitanti per l’intero tessuto produttivo toscano. Il richiamo alla “Security” diviene caratterizzante nella misura in cui si possano sviluppare innovazioni di prodotto che in accordo con i nostri riferimenti politici e coerentemente con le politiche e gli schemi comunitari possano dare un forte contributo al sistema.

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Comprensione degli scenari di sviluppo Come anticipato precedentemente, l'industria toscana è rappresentata in primo luogo dal comparto del Made in Italy (moda, arredamento, gioielli, ecc.) nella sua più ampia accezione di “beni per la casa la persona e la meccanica di precisione”; il comparto del Made in Italy trova prevalentemente le proprie forme di eccellenza massima nelle realtà distrettuali anche se vi sono eccellenze organizzative “non localizzate” che si sono affermate nei mercati internazionali. Il comparto esprime i valori tipici della cultura regionale sia nel sistema di conoscenze e di competenze applicate alla produzione (gusto, educazione alle forme, abilità artigianale ecc.) che nei modelli d’organizzazione dei processi produttivi (piccole imprese autonome, mercato comunitario, relazioni localizzate, ecc.). Sebbene il comparto rappresenti il punto di forza dell'economia regionale, al contempo costituisce l’elemento di maggiore resistenza al cambiamento di fronte all'inevitabile processo di ristrutturazione richiesto dall'attuale fase della globalizzazione dell'economia. Esso si esplica in sistemi produttivi ancorati ai vantaggi competitivi del "saper fare", ma ancora relativamente deboli nell'area delle funzioni finali (commercializzazione) e di supporto all'attività produttiva in senso stretto (finanza, ricerca, innovazione formazione) che invece presentano più alti livelli di valore aggiunto. Sono sistemi che finalizzano la decentralizzazione del modello produttivo per difesa, piuttosto che per la ricerca di modi e forme di un’internazionalizzazione produttiva maggiormente mirata ad innescare processi di penetrazione in nuovi mercati. In particolare, i comparti del sistema produttivo regionale, e specialmente quelli dei settori tradizionali, sono generalmente poco inclini a realizzare investimenti rilevanti in ricerca. Ciò avviene in un territorio che ospita centri di ricerca pubblici e universitari con elevata potenzialità di sviluppo tecnologico e d’acquisizione/coordinamento di risorse per attività di RST. La mancanza d’investimenti privati è in parte spiegata dalla dimensione delle aziende e da un gap oggettivo, che ad oggi limita e spiega la modesta ricaduta innovativa della ricerca nel territorio. Il tema proposto delle “ICT & Security” in parte riduce questo rischio: di fatto, il tema della sicurezza nell’accezione ampia, come già anticipato precedentemente è trasversale a molti settori produttivi. Il Distretto tecnologico toscano intende contribuire ad una strategia del doppio binario, finalizzata al sostegno dei nuovi settori hi-tech e, al contempo, alla promozione e difesa dei settori tradizionali. Questa strategia è, sostanzialmente, una scelta obbligata in un’ottica di breve periodo, scelta vincolata:

- dall’attuale trend di una lenta crescita dimensionale delle imprese; - dalla difficoltà dell’acquisizione di posizioni di leadership in settori hi-tech e nei servizi dedicati; - dall’opportunità di valorizzare meglio l’eccellenze e le risorse umane disponibili, peraltro molto

qualificate. Le tematiche tecnologiche che potranno essere sviluppate in Distretto Tecnologico costituiscono un elemento di convergenza tra i due obiettivi; i risultati delle ricerche, infatti, potranno essere facilmente sfruttate per il sostegno delle attività tradizionali e per rafforzare l’accettazione e la tutela del Made in Italy. Questo approccio risponde parzialmente all’indicazione di livello Europeo, che invita i governi locali a favorire un approccio bottom-up, volto a rafforzare il trasferimento di conoscenza e le relazioni tra gli attori del sistema innovativo senza l’individuazione di specifiche priorità tecnologiche. Al contempo, al fine di ridurre il rischio di una dispersione delle risorse, la proposta del distretto delle Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa - ICT & Security delimita lo sviluppo tecnologico ad un’area, che seppur ampia, ha connotazioni precise. Lo sviluppo di Distretto dovrà inoltre considerare elementi di criticità sul lato dell’offerta tecnologica, peraltro comuni in tutto il territorio nazionale, quali:

- la mancanza di massa critica dei team di ricerca che operano nelle singole aree tecnologiche - l’età media elevata dei ricercatori degli Enti Pubblici di Ricerca (es., CNR) - la mancanza di finanziamenti adeguati - la politica di incentivazione verso i ricercatori degli Enti Pubblici di Ricerca, che ha da tempo

gratificato la produzione di articoli accademici piuttosto che risultati sfruttabili industrialmente. Poiché queste criticità potrebbero vanificare gli effetti dell’intera iniziativa, sarà necessario identificare modalità di partecipazione ed accordi con i potenziali attori istituzionali della ricerca al fine di garantire l’allocazione di risorse adeguate, incentivazione dei partecipanti ed il coinvolgimento di giovani ricercatori. Un serio ed efficace monitoraggio delle attività costituirà il processo sul quale sarà imperniata la pianificazione delle attività e dalla quale dipenderà il successo dell’iniziativa. Esso sarà basato

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sull’istituzione di un sistema di valutazione in itinere dei progetti, nei quali potranno essere identificate valutazioni go/no-go. E’ inoltre parte della comprensione degli scenari di sviluppo del Distretto Tecnologico il raggiungimento dell’obiettivo operativo di attirare sul territorio soggetti imprenditoriali e di ricerca che operano o intendono operare come partner della ricerca toscana sia su scala nazionale che internazionale. La pianificazione delle attività prevede inizialmente una partnership tra imprese ed enti di ricerca limitata all’insediamento di unità operative miste presso aree di ricerca già esistenti, che potranno avvantaggiarsi dei benefici logistici e strutturali (macchinari, infrastrutture), e ampliarsi successivamente, dando eventualmente luogo, nei casi più favorevoli, all’insediamento di nuove unità produttive.

TREND EVOLUTIVI - Le attività del Distretto esplicano obiettivi realizzativi di più ampio raggio che hanno ricadute sull’intero sistema produttivo e concorrono al rafforzamento del Sistema Toscana. Il Distretto tecnologico diviene funzionale alla ulteriore definizione e rafforzamento dello Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca in Toscana raggiungendo i seguenti obiettivi:

1) valorizzazione del capitale umano del tessuto imprenditoriale toscano; una crescita di tipo

manageriale capace di agevolare processi di sviluppare i livelli di professionalità gestionale; 2) favorire processi di crescita dimensionale e forme di aggregazione di impresa; 3) attivare processi organizzativi che vadano oltre gli schemi della subfornitura sterile ma che vedano

la formazione di organizzazioni reticolari cosiddette “lunghe” capaci di attivare processi a più alto valore aggiunto e più elevato contenuto tecnologico; a tale scopo è importante lo sviluppo di un’intelligenza terziaria che sia in grado di valorizzare ed esaltare le competenze presenti sul territorio declinandole secondo i paradigmi dell’innovazione e del trasferimento che oramai assumono dinamiche e proporzioni internazionali;

4) rafforzare il sistema dei centri di eccellenza e le sinergie con il sistema degli incubatori; 5) creazione di processi virtuosi capaci di generare valore e processi di continua competitività capaci

di concertare le esigenze delle parti e valorizzare le potenzialità del sistema imprese in termini di innovazioni di processo e di prodotto;

6) rafforzamento del legame tra mondo della ricerca e sistema produttivo; accelerazione dei processi di trasferimento tecnologico-cognitivo generabile da una nuova figura di ricercatore particolarmente dedicata alla funzione di trait d’union tra mondo della ricerca e mondo dell’impresa che in maniera “osmotica” veicoli conoscenza e trovi forme di collaborazione diretta con le imprese.

7) creazione di strumenti finanziari e infrastrutturali e sovrastrutturali capaci di dare sostenibilità al progetto del Distretto Tecnologico;

8) creazione di un “laboratorio” permanente che consenta un’efficace governance di distretto e che organizzi una “filiera cognitiva” di sostegno per le attività finalizzate alla sostenibilità di distretto;

OBIETTIVI - Contestualmente ai trend evolutivi che il Distretto Tecnologico deve esplicare, l’Amministrazione Regionale si propone il perseguimento degli specifici obiettivi realizzativi il cui raggiungimento diviene strategico per affrontare le sfide economiche globali.

contributo al mantenimento del livello di piena occupazione (ponendosi come parametro di riferimento il 4% di disoccupazione);

clusterizzazione delle imprese operanti nei segmenti innovativi a forte correlazione con le tematiche sviluppate con le attività di Distretto;

accelerazione processo di aggregazioni industriali e crescita dimensionale delle imprese con il superamento di forme di impresa con meno di 3 soggetti;

aumento del livello di alfabetizzazione/diffusione informatico telematica; accelerazioni ingresso laureati nel mondo del lavoro; aumento dell’occupazione femminile; evoluzione organizzativa di macrolotti funzionali territoriali sviluppo e rafforzamento della RTRT per la trasmissione dei dati in fibra ottica e ampliamento di

banda a 2,5 Gbps;

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RISULTATI ATTESI – Con le attività di Distretto l’amministrazione regionale inoltre individua forti aspettative nel raggiungimento di specifici risultati:

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un consolidamento del rapporto tra mondo accademico e sistema impresa; creazione della rete dei centri servizi e di trasferimento; creazione di un meta-database delle attività di ricerca a livello regionale; creazione della “borsa” dell’innovazione per il sistema impresa; creazione di un sistema di monitoraggio dell’evoluzione delle skills universitarie e delle best

practices tra le eccellenze organizzative di impresa con analisi biennali; individuazione di tematiche di riflessione e dibattito in tema di rapporto tra ricerca innovazione

trasferimento e globalizzazione, con cadenza biennale;

Il percorso regionale a supporto dell’innovazione Viene qui ricostruito il percorso che ha portato l’Amministrazione Regionale alla formulazione della proposta progettuale del Distretto Toscano delle “Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa - ICT & Security”. Il Distretto Tecnologico si sviluppa nel contesto delle iniziative svolte in Regione a sostegno dei processi innovativi, come perfezionamento di un percorso composto da vari fasi e che trova le proprie origini nella Rete Regionale per l’Alta Tecnologia e si corrobora con l’attuazione dello Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca

- Rete Regionale per l’Alta Tecnologia - è stato il primo tentativo di legare le attività dei centri di ricerca delle università e del sistema produttivo nella società della conoscenza e portare le “Universitas” vicino al mondo delle imprese. A fronte della sempre più presente globalizzazione, il sistema produttivo toscano, sebbene presentasse allora trend di crescita interessanti, non riusciva a fare significativi salti tecnologici soprattutto nelle produzioni manifatturiere; la Toscana si presentava allora come una regione sede di forti eccellenze scientifiche accademiche ma queste non venivano efficacemente trasferite al mondo economico. Con la Rete Regionale dell’Alta Tecnologia, si individuano le eccellenze scientifiche presenti in Toscana si costituiscono degli organismi intermedi capaci di veicolare knowledge e fornire service e vi è la prima intuizione dei centri di competenza virtuali, traducibili come coordinamenti di più soggetti che in maniera multidisciplinare e sistemica si confrontano contribuendo allo sviluppo delle dinamiche innovative.

In allegato F: descrizione RRAT - Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca - Il secondo step fondamentale è l’intuizione –

per altro prima che la Commissione Europea lanciasse l’iniziativa analoga denominata ERA, European Research Area - del concetto di Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca: questo non si traduce in una nuova architettura istituzionale, ma consiste in un processo fondato sul coordinamento degli attori che lo compongono, in cui l’integrazione delle risorse che ciascuno mette a disposizione, in termini di competenze, di infrastrutture, di finanziamenti, concorre alla produzione delle politiche per la ricerca e l’innovazione. Con lo Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca si ricerca un momento di incontro tra domanda ed offerta di innovazione e la determinazione dei soggetti che partecipano al processo innovativo regionale. Lo Spazio Regionale Innovazione e Ricerca trova i suoi momenti attuativi nella creazione della Società della Conoscenza nella Società dell’Informazione e nella creazione di un modello di Sviluppo Sostenibile. Le politiche volte alla creazione dello Spazio Regionale Innovazione e Ricerca volgono ad attuare interventi a sostegno del sistema piuttosto che delle singole imprese o aree geografiche.

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Si promuovono partnership intersettoriali e multidisciplinari; il principio dei network e delle organizzazioni reticolari diventa lo strumento principe di un politica che fa del trasferimento tecnologico la leva strategica competitiva. Il Distretto delle Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa - ICT & Security è uno degli interventi volti a far emergere le eccellenze scientifiche e produttive che la regione presenta, metterle a sistema per creare processi spill-over cognitivo dinamiche innovative generative.

Il Distretto si inserisce perfettamente nel quadro degli interventi regionali e diviene funzionale per il raggiungimento degli obiettivi del PRSE nell’intento di mettere a sistema le eccellenze scientifiche e tecnico produttive presenti sul territorio, per la costruzione dello Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca.

Un approccio basato sul consenso

Approccio concertativo – bottom-up - L’Amministrazione Regionale coerentemente con una policy votata alla Governance Cooperativa, ha intavolato una serie di incontri con vari categorie di soggetti per la definizione dell’ impianto generale, dei contenuti tematici e del modello di governance del distretto tecnologico. I soggetti coinvolti nelle ripetute interlocuzioni rappresentavano:

- le associazioni di categoria; - le parti sociali; - il sistema del credito; - il sistema camerale; - gli enti locali; - il sistema camerale; - il mondo della ricerca pubblica e privata; - il sistema degli incubatori e poli tecnologici; - centri servizi e trasferimento tecnologico; - il mondo accademico; - rappresentanze dei distretti industriali; - le amministrazioni provinciali; - alcune eccellenze organizzative;

In occasione di questi incontri, coerentemente con gli orientamenti strategici espressi dal PRSE – Piano Regionale Sviluppo Economico – i dettami del Consiglio Europeo di Lisbona e di Barcellona e con quanto viene indicato all’interno del Docup Ob.2 2000-2006, la Direzione Generale dello Sviluppo Economico ha formulato una proposta progettuale che ha poi presentato agli interlocutori intervenuti come oggetto di discussione. Il progetto iniziale è stato positivamente accolto e progressivamente perfezionato, ottenendo alla fine il consenso generale di tutti i soggetti.

Analisi del sistema regionale - Il sistema regionale toscano è estremamente complesso ed

eterogeneo, sia in termini economici che culturali: è fatto di “particularismi” che hanno fatto grande la storia toscana, ma che possono costituire un limite notevole nei contesti iper-competitivi globali nei quali fare sistema diviene una prerogativa irrinunciabile. L’economia è dominata quasi totalmente dalle PMI, i settori prevalenti sono quelli tradizionali del Made in Italy e della meccanica di precisione, sviluppati per lo più nelle forme organizzative dei Distretti Industriali; affianco vi sono realtà di impresa di piccole e grandi dimensioni ad elevato contenuto tecnologico spesso localizzate in aree strategiche in termini di relazioni con poli tecnologici e centri di ricerca.

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L’Amministrazione Regionale Toscana memore dell’esperienza della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia, nelle consultazioni intercorse ha optato per un approccio bottom up cercando di far convergere le esigenze del sistema produttivo con le eccellenze della ricerca, e di porre ascolto alla domanda di innovazione prima che all’offerta.

In risposta ad una attenta analisi delle esigenze del territorio il modello proposto aldilà degli aspetti tematici, deve presentare una struttura elastica ed una governance non articolata; in realtà sociali ed economiche come quella Toscana, approcci rigidi top down non risultano efficaci; al contrario occorrono strutture abilitanti, flessibili, quasi virtuali che espresse dal basso possano presentare un forte radicamento con il territorio e con le esigenze del sistema produttivo.

Coerenza dell’iniziativa con le politiche nazionali ed europee Coerenza del progetto con le Linee Guida per la Ricerca 2003/2006 Le “Linee guida per la politica scientifica e tecnologica del Governo”, approvate con deliberazione CIPE n. 35 del 19 aprile 2002, stabilisce, nell’ambito delle strategie d’intervento delineate nell’Asse 4, l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di leadership tecnologica nei settori strategici del sistema industriale nazionale e la capacità d'innovazione nelle imprese, agendo sugli strumenti della programmazione negoziata nonché sulla concertazione con i governi regionali. Le azioni di concertazione dovrebbero tradursi in interventi programmatici finalizzati alla creazione d'aggregazioni sistemiche a livello territoriale, attraverso reti innovative costituite dall’integrazione di poli di eccellenza scientifica e tecnologica pubblici con i sistemi di produzione specializzati. Il fine ultimo è quello di favorire una maggiore competitività delle aree produttive esistenti, rafforzandole attraverso la ricerca e lo sviluppo focalizzato nelle tecnologie in grado di abilitare l’innovazione: di prodotto, di processo ed organizzative. Il presente progetto per la creazione di un distretto tecnologico in Toscana si colloca in questa strategia rispondendo appieno agli obiettivi della politica scientifica e tecnologica nazionale.

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Coerenza del progetto con le politiche europee La commissione ha varato un cospicuo numero di iniziative di ricerca e sviluppo nel settore della sicurezza. Alcune di esse sono discusse sotto: queste potranno offrire opportunità rilevanti alle attività svolte nel Distretto delle Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa - ICT & Security. a. Il regolamento n. 460/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 marzo 2004, istituisce

l'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione, denominata ENISA. Creata proprio nel corso del semestre di presidenza italiana della UE, Enisa, che ha sede nell'isola di Creta, in Grecia, ha il compito di controllare e promuovere lo sviluppo delle reti di telecomunicazione, assicurandone la sicurezza e la tutela dei dati. La missione dell'Agenzia è di assistere la Commissione nel compito di assicurare un livello particolarmente elevato di sicurezza delle reti e dell'informazione. L'Agenzia contribuirà pertanto allo sviluppo di una cultura della sicurezza delle reti e dell'informazione a beneficio dei cittadini, dei consumatori, delle imprese e delle organizzazioni del settore pubblico dell'Unione europea, contribuendo in tal modo all'ordinato funzionamento del mercato interno. A fronte della crescente importanza del settore dell'informazione e dei rischi paralleli, dall'hackeraggio alla violazione della tutela per i dati personali, alla proliferazione dei crimini online, l'Unione europea ha voluto con l'Enisa dotarsi di uno strumento specifico per gestire queste nuove problematiche. Tra gli obiettivi dell’Agenzia è importante rilevare, ai fini del Distretto Tecnologico Toscano, che essa dovrà cooperare con i diversi soggetti che operano nel settore, in particolare tramite la creazione di un partenariato pubblico / privato con le imprese del settore operanti a livello dell'Unione europea e/o a livello mondiale;

b. Il programma European Security Research Programme (ESRP) prevede lo stanziamento di un miliardo di euro per la ricerca nel settore della sicurezza da parte della Commissione Europea. I finanziamenti, che dovrebbero essere disponibili dal 2007, prevedono progetti di ricerca dedicati a potenziare l’industria europea di difesa e dual-use, ovvero le applicazioni che hanno un doppio uso civile e militare. L’istituzione dell’ESRP è iniziata formalmente con una decisione della Commissione del 3 febbraio 2003, che ha previsto l'adozione di un'azione preparatoria (con un budget di 65 milioni di € per il triennio 2004-2006), allo scopo di "sondare il terreno", finanziando una dozzina di progetti, scelti attraverso un apposito invito a presentare proposte. Come nel caso precedente l’ESRP potrebbe offrire opportunità importanti ai partenariati del Distretto, soprattutto nello sviluppo di tecnologie dual-use.

c. La priorità IST (Information Society Technologies) del Sesto Programma Quadro ripropone, come già nel Quarto e nel Quinto Programma Quadro, il tema della sicurezza, della fiducia e della confidenza come area strategica. La linea sulla quale sono attese proposte di progetto di ricerca è dedicata ad infrastrutture informatiche sicure ed affidabili. Il bando quarto, con scadenza 22 Marzo 2005, introduce anche una linea specifica denominata “eSafety”, relativamente alla sicurezza degli utenti nei mezzi di trasporto e ai servizi nelle infrastrutture di trasporto.

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Distretto ICT & Security – Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa

Assi Tematici Il Distretto Toscano delle Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa - ICT & Security presenta modalità operative analoghe a quelle del DOCUP ob2 2000-2006 nella misura in cui si procederà per bandi e l’intero programma avrà un modello di governance coerente con i regolamenti comunitari. Questo in ogni modo opererà sull’intero territorio regionale avendo come beneficiari finali soggetti operanti in area obiettivo e fuori obiettivo; i bandi saranno mirati alle sottomisure definite nella fase progettuale del Distretto e puntualizzate in maniera precisa con l’Accodo di Programma Quadro da siglare con il MIUR. Il Distretto prende forma attraverso l’esplosione di otto assi tematici che tengono conto della caratterizzazione e delle eccellenze tecnologico-produttive che lo Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca in Toscana esprime.

1) ICT per la modellistica il design ed il manufactural processing; Con questo asse tematico si fa riferimento alle innovazioni informatico telematiche che afferiscono alle fasi cruciali della catena del valore del “sistema tradizionale”; le ICT contribuiscono alla creazione di valore aggiunto sviluppando la qualità intrinseca e aumentando il contenuto tecnologico dei prodotti del made in Italy. 2) Applicazioni micrometriche e nanometriche; La frontiera della ricerca si sta movendo sempre più velocemente verso le soglie micrometriche e nanometriche della scienza; con questo asse tematico si da risalto allo sviluppo di attività che presentano una forte interdisciplinarietà con il mondo delle micro e delle nanotecnologie. 3) Nuovi materiali; Attività di ricerca e trasferimento finalizzata alla sperimentazione industriale e precompetitiva di materiali avanzati, polimerici e compositi; 4) Sistemi Optoelettronici; Applicazioni delle tecnologie optoelettroniche nei settori produttivi dedicati all’automazione industriale, -dove la sensoristica optoelettronica gioca un ruolo strategico per il controllo di processo e di qualità di prodotto- all’analisi strutturale e l’analisi di materiali - dove si apprezza l’assenza di contatto tra strumento di misura ed oggetto - al design industriale e la prototipazione rapida - in cui la strumentazione optoelettronica per il rilievo tridimensionale di forme e oggetti si coniuga con il rilievo a contatto tipico delle macchine a coordinate - al rendering al CAD meccanico e alle più moderne tecniche di prototipazione rapida, oltre che al controllo dimensionale di superfici estese e alla catalogazione virtuale e alla lavorazione di materiali metallici e non metallici mediante laser, in cui le moderne sorgenti veicolate o meno in fibra ottica svolgono il ruolo di utensili flessibili e senza contatto con il pezzo per la marcatura, la foratura, la saldatura, l’apporto assistito da laser di materiali alliganti, ecc. 5) Meccanica avanzata e robotica; Sviluppo di attività legate alla simulazione e progettazione integrata di componenti legati alla meccanica motoristica, utensile e di precisione; sviluppo di attività dedicate ad apparecchiature robotizzate e all’automazione robotica con legami ai sistemi complessi dedicati alle neuroscienze; 6) Sistemi di navigazione ed infomobilità; Le soluzioni tecnologiche innovative dedicate alla logistica, alla mobilità e alla sicurezza, i sistemi di trasporto intelligente, insieme ai sistemi in-vehicle intelligenti e alle applicazioni di infomobilità, rappresentano un fattore cruciale nel raggiungimento dell'efficienza, sia delle infrastrutture che delle risorse. A questi vanno aggiunti i servizi e le applicazioni della comunicazione e navigazione satellitare nei segmenti dedicati al controllo del traffico aereo al trasporto ferroviario e marittimo , a sistemi di Fleet Management, Hazmat Transportation ecc…;

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7) Reti telematiche fisse/mobili, Trasmissioni Dati, Servizi ed Applicazioni Informatiche; Creazione di strumentazioni infrastrutturali dedicate al tele-rilevamento e trasferimento dati e abilitazioni di servizi ed applicazioni di carattere informatico telematico a sostegno dell’impresa e del cittadino; l’asse prevede anche lo sviluppo di attività legate ai sistemi di e-Learning, e-Health, e-Government, e-Business; 8) ICT per le scienza della Vita; Realizzazione di un sistema integrato a supporto della ricerca dello sviluppo tecnologico nel settore biomedico e delle tecnologie della salute comprendente attività di biosimulazione predittiva, simulazione sequenze DNA e derivati, tecnologie per la sensoristica e la diagnostica, e l’optoelettronica medicale; a queste attività si aggiungono quelle di integrazione di nuovi materiali e processi innovativi, sistemi integrati multifunzionali micro/nano che combinano le tecnologie dell'informazione con la nano-biologia, la nano-chimica, micro fluidi; Le attività concernenti quest’asse devono essere in ogni modo coordinate con l’attività inerente il programma di ricerca definito dalla Fondazione Toscana Life Science in materia di biotecnologie per le Scienze della Vita; Le attività del Distretto delle Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa - ICT & Security e quelle della Fondazione Toscana Life Science trovano un momento attuativo nello Spazio Regionale della Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica. L’evoluzione dei processi innovativi che da un modello lineare passa ad un modello sistemico e multidisciplinare richiedono la massima integrabilità di intervento in maniera tale da raggiungere la maggiore efficacia possibile sul territorio. Questa asse di intervento, per come descritta, mira ad un’azione di tipo complementare con quella portata avanti dalla Fondazione Toscana Life Science nella misura in cui fa del connubio ICT e biotecnologie, uno strumento principe per esaltare ulteriormente le eccellenze presenti sul territorio Toscano in materia di biotecnologie. Gli assi di intervento individuati, una volta ratificati dal Protocollo di Intesa e perfezionati con

l’Accordo di Programma Quadro, saranno debitamente oggetto di bandi regionali e/o ministeriali: gli enti emettenti il bando concorreranno alla nomina delle rispettive commissioni di valutazione e aggiudicazione.

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Governance del Distretto Nella fase di progettazione l’Amministrazione Regionale ha attivato un processo di concertazione continua che non si esaurisce con la definizione dei dettagli del Distretto delle Tecnologie Abilitanti - ICT & Security ma che continua anche successivamente attraverso gli organi di supporto per la governance di Distretto. La suddetta struttura di Governance è a supporto dell’Amministrazione Regionale nell’espletamento dell’ordinaria gestione del Distretto per il continuo e pieno rispetto dello spirito concertativo che sta alla base del Distretto Tecnologico. Il modello di governance prevede infatti la costituzione di:

- Comitato di Sorveglianza:

Organo di controllo composto da rappresentati del MIUR della Regione Toscana dalle parti sociali e dal sistema accademico, ha il compito di indirizzo, monitoraggio e definizione delle attività; Il Comitato di Sorveglianza sarà composto da 21 membri secondo le seguenti rappresentanze:

• Rappresentanza istituzionale della Regione Toscana e del MIUR; • Rappresentanze delle organizzazioni sindacali; • Rappresentane delle associazioni datoriali; • Rappresentanze del sistema camerale; • Rappresentanze del sistema delle fondazioni bancarie; • Rappresentanze di U.R.P.T. e A.N.C.I. ;

Al momento sono in corso interlocuzioni con altre Fondazioni Bancarie che insistono sul territorio regionale, una volta definito il loro livello di coinvolgimento sarà parimenti definito il loro livello di partecipazione alla struttura di Government del Distretto.

La Presidenza e la Segreteria del Comitato di Sorveglianza saranno attribuite d’ufficio ai rappresentanti del MIUR e della Regione Toscana; il supporto tecnico logistico al Comitato di Sorveglianza sarà garantito dalla Regione Toscana; analogamente la Regione Toscana garantirà il supporto tecnico e l’attività di segreteria anche per il Comitato Tecnico Scientifico che per la Commissione di Valutazione;

- Comitato Tecnico Scientifico:

Organo di indirizzo tecnico con il compito di fornire indicazioni a carattere consultivo per il Comitato di Sorveglianza finalizzato alla definizione degli ambienti tematici dai quali dovranno scaturire i bandi regionali e ministeriali; Nell’ambito della propria attività istituzionale, il suddetto comitato dovrà fornire indicazioni di natura scientifica al Comitato di Sorveglianza contestualmente agli assi tematici definiti nel Protocollo di Intesa, con lo scopo di perseguire 4 obiettivi realizzativi. Le attività del distretto e contenuti tematici dei bandi dovranno essere declinati coerentemente seguenti Obiettivi Realizzativi: OR 1) Valorizzazione del Capitale Umano; OR 2) Definizione di modelli di sviluppo sostenibili in termini economico finanziari; OR 3) Sostegno alla crescita delle imprese secondo forme aggregative e di partnership; OR 4) Sostegno ai processi di Internazionalizzazione e di Competitività; OR 5) Implementazione del concetto di sicurezza in tutte le sue articolazioni; Dopo la costituzione del Comitato di Sorveglianza, la Regione Toscana ed il Ministero Istruzione Università e Ricerca individueranno i membri facenti parte del Comitato Tecnico Scientifico, che saranno successivamente ratificati dal Comitato di Sorveglianza.

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Il Comitato tecnico Scientifico sarà composto da 12 membri secondo le seguenti rappresentanze:

• Rappresentanze del sistema della ricerca; • Rappresentanze del sistema produttivo; • Rappresentanze delle grandi imprese; • Rappresentanze del sistema camerale;

- Commissione di Valutazione e Monitoraggio:

Organo di controllo e monitoraggio tecnico a supporto del comitato di sorveglianza, ex ante, in itinere ed ex post. La Commissione Valutazione e Monitoraggio sarà individuata con bando regionale e le mansioni di questa saranno riassunte nella formulazione di indicatori di performance, nell’attività di monitoraggio di questi e nella definizione di parametri di efficacia dell’intervento.

L’operazione del Distretto Tecnologico non esaurisce assolutamente gli interventi sul territorio e gli importi ipotizzati sebbene cospicui non sono tali da cambiare le tendenze economiche congiunturali; in ogni modo l’operazione “ICT & Security” diviene strategica nella misura in cui viene perfezionato ulteriormente un “modus operandi” di riferimento, con il quale si ascoltano le esigenze dei vari interlocutori e si allacciano forti relazioni utili per la definizione dello Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca.

Prossimamente procederemo al Protocollo di intesa e con l’accordo di programma passeremo ad una sorta di “complemento di programmazione” in cui verranno esplosi i contenuti tematici degli assi.

Criteri di valutazione dei progetti Al fine di focalizzare la pianificazione del Distretto su attività che abbiano al contempo il maggior potenziale di sviluppo d’imprenditoria tecnologica e la massima ricaduta sui settori produttivi del territorio, un obiettivo prioritario della presente iniziativa sarà la costituzione di una struttura di governo con il compito di identificare e coordinare un numero limitato di aree d’intervento. Le attività da promuovere saranno identificate attraverso bandi di gara; i criteri di selezione privilegeranno le proposte progettuali in grado di dimostrare :

- livello di innovazione tecnologica

- massa critica e qualità dei partecipanti,

- commitment finanziario delle imprese partecipanti

- chiara applicabilità industriale e evidenti ricadute economiche

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Meccanismi di gestione dei diritti di proprietà intellettuale

La proprietà intellettuale generata dall'attività scientifica, la sua protezione e il suo sfruttamento a fini economici sono aspetti basilari nello sviluppo del Distretto Tecnologico. Un progetto di successo richiede, infatti, un alto livello di coesione tra i partner anche sulle disposizioni relative alla tutela ed allo sfruttamento dei risultati della ricerca. La progettazione del Distretto Tecnologico dovrà considerare l’identificazione di strategie di protezione e sfruttamento dei risultati della ricerca che soddisfino sia le aziende che le università e gli enti pubblici di ricerca. Da un lato è presumibile che l’entità della quota di finanziamento a fondo perduto attiri verso i bandi di Distretto solo aziende “realmente” interessate, ovvero imprese che vedono nel Distretto un’opportunità di sviluppare soluzioni vicine al loro core business. Quindi, la definizione di regole puntuali per la protezione della conoscenza (pregressa e nuova) è un elemento fondamentale per lo sfruttamento industriale e commerciale dei risultati della ricerca. Dall’altro gli enti pubblici di ricerca e le università possono oggi valorizzare i risultati inventivi sviluppati nell’ambito della ricerca pubblica, mediante cessione di brevetti e licenze di sfruttamento commerciale. Negli ultimi anni l’argomento ha ricevuto un’attenzione particolare; la regolamentazione dello sfruttamento della ricerca è indicata da normative sviluppate all’interno delle strutture di ricerca pubbliche, con lo scopo sia di sensibilizzare i ricercatori sull'argomento che di disciplinare la protezione brevettuale. Poiché i criteri di gestione della proprietà intellettuale potranno variare da progetto a progetto, è previsto che la normativa di attuazione delle attività progettuali di distretto indicherà diversi modelli di gestione. Per questi ci si ispirerà ai modelli indicati dalla Commissione Europea nell’ambito del VI Programma Quadro. Questi variano in base alla tipologia di progetto: in genere le conoscenze derivanti dai progetti di ricerca sono di proprietà dei partecipanti che effettuano i lavori che portano a tali conoscenze. Altri programmi, quali i progetti di Ricerca Cooperativa (CRAFT) prevedono che le conoscenze derivanti dallo sviluppo del progetto siano di proprietà congiunta delle imprese o dei gruppi d’imprese. In generale, i bandi emessi per l’assegnazione dei progetti di distretto richiederanno ai partecipanti di concordare e specificare, nel contratto consorziale, la ripartizione e i termini dell’esercizio della proprietà delle conoscenze.

Il Paradigma di Sostenibilità

La sostenibilità del Distretto è garantita dalla creazione di un’impalcatura di strumenti che sostengono le attività del Distretto. Questi elementi per natura differenti costituiscono le maglie di uno strumento integrato capace di permeare e valorizzare l’attività dei vari soggetti che partecipano allo Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca. Gli elementi fondanti e caratterizzanti il paradigma di sostenibilità del distretto sono rappresentati da strumenti di carattere finanziare infrastrutturale e sovrastrutturali. 1) VENTURE CAPITAL - La costituzione di un fondo rotativo di Venture Capital dedicato al seed e pre-seed capital financing quale strumento finanziario di sostegno alla creazione di spin-off ed al sostegno di start-up di impresa; questo strumento finanziario, costituito nella forma del fondo rotativo, si presenta come un volano di sviluppo nella misura in cui si ricostituisce continuamente e ed ha un ruolo di propagatore di imprenditoria ad alto contenuto tecnologico; 2) ATTIVITA’ NETWORK ANALYSIS - Agli 8 assi tematici individuati nella fase di consultazione va aggiunta una misura di intervento dedicata al monitoraggio ed allo studio di soluzioni sostenibili; per questo scopo hanno forte valenza metodologie di network analysis finalizzate all’individuazione di relazioni

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rapporti di forza e dinamiche generative in relazione all’ispessimento e alla frequenza delle relazioni emerse dalle attività finanziate con i bandi del Distretto delle Tecnologie Abilitanti ICT & Security. La parametrazione delle dinamiche relazionali degli attori dell’innovazione e la definizioni di comunità virtuali di eccellenza costituiranno l’elemento di partenza per la definizione di eventuali opportunità di interventi più strutturati contestualmente alle di Distretto. 3) CREAZIONE DI INFRASTRUTTURAZIONI INFORMATICHE TELEMATICHE - Con questo intervento si mira alla realizzazione di una rete informatica telematica multimodale che costituisca l’infrastrutturazione di riferimento per la sicurezza l’efficacia e l’efficienza del trasferimento dati, finalizzati all’erogazione di servizi ad alto valore aggiunto ed elevato contenuto tecnologico per l’impresa e per il cittadino; Questo “scaffold integrato”, che vede al proprio interno l’azione integrata dei tre elementi del paradigma di sostenibilità, si propone come habitat naturale di sviluppo delle attività di distretto e ne costituisce al tempo stesso la garanzia di sostenibilità nella misura in cui viene continuamente alimentato dalle attività progettuali del distretto che in itinere ne perfezionano ulteriormente la definizione; E’ in questo panorama che devono essere contestualizzate e trovano particolare risalto le attività di ricerca di innovazione tecnologica e di trasferimento tecnologico dei sistemi caratterizzanti lo Spazio Regionale dell’Innovazione della ricerca e del Trasferimento Tecnologico in toscana; facciamo riferimento in questa sede all’attività espressa dal: sistema degli incubatori tecnologici; sistema dei centri regionali di eccellenza; rete dei centri servizi e di trasferimento tecnologico;

- sistema delle aree industriali e/o macrolotti funzionali;

Il Ruolo di Sviluppo Italia S.p.a. A seguito dell’Accordo di Programma Quadro siglato in data 1 dicembre 2004 dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca e Sviluppo Italia Spa, prendiamo atto della collaborazione attivata dalle parti per lo sviluppo delle linee guida per la politica scientifica e tecnologica del governo, con particolare attenzione alle azioni inerenti l’asse IV dedicato alle attività di promozione della capacità di innovazione delle imprese attraverso la creazione d’aggregazioni sistemiche a livello territoriale. In particolare in linea con il suddetto APQ, riconosciamo tra le finalità della collaborazione Sviluppo Italia e MIUR quelle dedicate all’attrazione degli investimenti e sviluppo locale, al sostegno agli start up tecnologici, allo sviluppo dei Distretti Tecnologici.

- Attrazione investimenti e sviluppo locale: promozione e marketing territoriale delle eccellenze espresse dal territorio con particolare riferimento ai settori a forte contenuto tecnologico per promuovere nuovi distretti tecnologici ad elevata attrattività e competitività e rafforzare quelli esistenti;

- Start up tecnologici: creazione di un contesto favorevole alla nascita di start up tecnologici valorizzando i risultati della ricerca con azioni di trasferimento e attivando strumenti di finanza innovativa, specifici per le imprese ad alto contenuto tecnologico;

- Distretti Tecnologici: rafforzamento della capacità competitiva del territorio di attrarre investimenti sviluppare appropriate dinamiche distrettuali e valorizzare economica dei risultati della ricerca;

In considerazione di quanto sopra e coerentemente con l’azione svolta dalla consociata territoriale Sviluppo Italia Toscana, l’Amministrazione Regionale rinnova e valorizza la collaborazione con Sviluppo Italia nell’implementazione di politiche volte alla promozione delle eccellenze tecnologiche presenti sul territorio ed al potenziamento di processi di trasferimento tecnologico alle imprese. Sviluppo Italia può esercitare un ruolo prezioso per l’efficacia e la sostenibilità dell’azione del Distretto delle Tecnologie Abilitanti ICT&Security.

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In questa sede avanziamo un’ipotesi di collaborazione volta al potenziamento e alla sistematizzazione delle attività che Sviluppo Italia Toscana sta portando avanti sul territorio regionale e che riguardano le seguenti linee di azione: Il sistema degli incubatori - Sviluppo Italia Toscana al momento gestisce sul territorio regionale i seguenti incubatori: - Polo Scientifico di Sesto F.no / Brozzi; - Incubatore di Navicelli; - Incubatore di Massa; - Incubatore di Venturina; - Incubatore di Massa Marittima; - Incubatore di Follonica / Scarlino; - Incubatore di Grosseto; Sul territorio regionale sono in ogni modo presenti altri incubatori tecnologici di estrema valenza per l’azione di promozione delle competenze espresse dal territorio e per il contributo ai processi di trasferimento tecnologico: - Siena Biotech /Toscana Life Sciences; - Pont-Tech; - PST Livorno; - Polo Tecnologico di Navacchio; - Polo Tecnologico della Valdera; Il compito che in questa sede Sviluppo Italia Toscana può espletare, riguarda la messa in rete degli incubatori tecnologici regionali, per la valorizzazione dei saperi in una visione sistemica di sviluppo dei processi innovativi. I servizi erogati negli incubatori tecnologici risultano più efficaci se inseriti in reti nelle quali le specifiche competenze vengono più adeguatamente utilizzate; quello che manca ad oggi è un momento di razionalizzazione ed un’azione di coordinamento delle attività dei singoli incubatori. Finanza Innovativa – L’impegno di Sviluppo Italia Toscana per la promozione della finanza innovativa si concretizza in azioni svolte autonomamente ed altre svolte in collaborazioni con l’Ente Regione e che hanno visto la costituzione congiunta di un fondo di Venture Capital – Early Stage per il sostegno di start-up e spin-off. In questa sede avanziamo l’opportunità da parte Sviluppo Italia (Toscana) di orientare gli ambiti operativi del fondo rotativo di early stage, precedentemente indicato, al “paradigma di sostenibilità” delle azioni Distretto delle Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa - ICT & Security. Infatti, l'azione menzionata configura un fondo specializzato in azioni a sostegno della nascita e dello sviluppo di imprese ad elevato potenziale di crescita, attraverso strumenti finanziari in grado di utilizzare le risorse pubbliche quale leva per valorizzare l'intervento privato. Il fondo dovrà svolgere un ruolo complementare rispetto al set di strumenti finanziari già disponibile per le imprese toscane, integrandolo a ampliandolo allo scopo di soddisfare quella parte della domanda di finanziamento che trova le maggiori difficoltà ad essere soddisfatta. Il fondo finanzia la creazione di nuove imprese, in particolare avviate da giovani e donne e nei settori relativi alle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (ICT), alle biotecnologie, alle tecnologie ambientali. L’inserimento del fondo early stage menzionato all’interno di quello che è stato identificato come il “paradigma di sostenibilità” del Distretto delle Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa - ICT&Security significa orientare l’azione di intervento verso spin-off e start-up operanti negli otto assi tematici che esplicano l’azione del Distretto, il tutto per valorizzare le leadership tecnologiche espresse dal territorio. Attività di benchmarking finalizzata al marketing territoriale – l’attività di valorizzazione del territorio volta all’attrazione di investimenti esteri è un elemento estremamente importante dell’impianto strategico del Distretto delle Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa - ICT&Security.

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Con riferimento a questa linea di azione, alle attività già “in ponte” per la promozione delle leadership tecnologiche nel settore delle biotecnologie, deve essere affiancata la valorizzazione del sistema di eccellenze scientifiche e di competenze produttive proprie del Distretto Tecnologico, un sistema complesso che seppur

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spalmato sull’intero territorio regionale, si concentra lungo l’asse Firenze - Pisa (Arno Valley) ed è in grado di esprimere output ad elevato contenuto di know how. In questi termini quindi proponiamo azioni di benchmarking basate sull’elaborazione di indicatori ponderati e rispondenti alla complessità del territorio. Attività di foresight – infine si ipotizza di utilizzare le strutture di Sviluppo Italia per azioni di valutazione, analisi e foresight delle dinamiche di sviluppo del Distretto delle Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa - ICT&Security nel medio lungo periodo, coniugandoli in particolar modo ai cambiamenti che si prospettano nella prossima programmazione dei fondi strutturali 2007-2013 e del VII Programma Quadro della Ricerca. Questa attività si propone come un’azione trasversale che, partendo da valutazioni ex ante, in itinere ed ex post delle attività del Distretto, è in grado di effettuare proiezioni delle eccellenze toscane in un contesto internazionale che tenga conto dei cambiamenti principali dei prossimi anni.

Con la sistematizzazione delle attività degli incubatori regionali, della finanza innovativa, del marketing territoriale, e delle attività di foresight, Sviluppo Italia ricopre attraverso le società operative territoriali un ruolo di primo piano all’interno del Paradigma di Sostenibilità del Distretto ponendo quegli elementi infrastrutturali e sovrastrutturali che stanno alla base della valorizzazione delle eccellenze tecnologiche toscane.

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Gli interventi regionali L’Attività Regionale dopo il processo di interlocuzione e di governance cooperativa avviato in occasione del Patto per lo Sviluppo ed intensificato per le attività dedicate ai patti territoriali per l’innovazione, una volta istituiti gli organi di governo definiti precedentemente, procederà coerentemente con le indicazioni emerse nella predisposizione dei propri strumenti finanziari a sostegno delle attività di distretto; Le attività regionali si esplicheranno in bandi che contestualmente agli aspetti tematici degli assi di Distretto promuoveranno l’attivazione di: - reti per il trasferimento tecnologico; - attività di ricerca industriale e precompetitiva; - la costituzione di un fondo rotativo di Venture Capital, finalizzato al sostegno di azioni di spin-off della

ricerca; - attività atte allo sviluppo e alla diffusione della Società dell’Informazione; - lo sviluppo di infrastrutture materiali dedicate per la valorizzazione dei centri di eccellenza presenti sul

territorio; Nel dettaglio le misure attivate contestualmente alle attività del Distretto Tecnologico sono le seguenti:

1. Reti per il trasferimento tecnologico (Mis: 1.7 DOCUP ob2 2000-2006)

La misura si propone di garantire un sostegno ai processi di crescita e di rafforzamento della competitività internazionale delle imprese, in particolare nei in segmenti di mercato maggiormente caratterizzati dalla presenza di prodotti e servizi innovativi o classificabili come sostenibili. L'azione, che si fonda sulle indicazioni del progetto RITTS Toscana e sull'esperienza concreta sviluppata nell'ambito dei progetti RIS+Toscana e Rete regionale dell'innovazione formale, prevede la creazione/consolidamento di network di imprese e di sviluppo di attività di trasferimento tecnologico e di diffusione dell'innovazione in determinati ambiti tecnologici: - tecnologie dell’informazione, della comunicazione e loro applicazione; - biotecnologie; - tecnologie per i beni culturali; - tecnologie per la riduzione della pressione del sistema produttivo sull’ambiente; - tecnologie per lo sviluppo dell’innovazione formale. L'intervento dovrà dimostrare la possibilità di ricadute dell'attività su tutta la filiera o distretto produttivo interessato ed essere oggetto di specifiche azioni di valutazione circa il conseguimento dei risultati e l'impatto atteso. Si tratta anche di piani e di interventi funzionali all’attuazione della programmazione regionale mediante operazioni riconducibili alle funzioni della P.A..

Per il piano finanziario della misura vedi ALLEGATO G

2. Attività di ricerca industriale e precompetitiva

(Mis: 1.8 DOCUP ob2 2000-2006) La misura si configura in due tipologie di interventi:

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• Ricerca precompetitiva; agevolazione alle piccole e medie imprese per la realizzazione di progetti finalizzati alla concretizzazione dei risultati della ricerca industriale attraverso studi di fattibilità, piani, progetti o disegni per prodotti, processi produttivi o servizi nuovi; • Ricerca industriale; sostegno alla ricerca pianificata o ad indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze utili a mettere a punto nuovi prodotti o processi produttivi, o comportare un notevole miglioramento dei prodotti o processi produttivi. Gli aiuti devono incentivare le imprese ad intraprendere attività di ricerca e sviluppo supplementari, che si aggiungono a quelle da esse normalmente svolte nel quadro delle loro attività correnti Per l’attuazione dei progetti, potranno essere previste apposite convenzioni tra le piccole e medie imprese e le Università o i Centri di ricerca pubblici e privati e aziende del terziario innovativo.

Per il piano finanziario della misura vedi ALLEGATO G 3. Fondo rotativo di Seed Capital

(Mis: 1.3 DOCUP ob2 2000-2006)

La misura configura la creazione di fondi specializzati in azioni a sostegno della nascita e dello sviluppo di imprese, degli investimenti e dell’innovazione attraverso strumenti finanziari in grado di utilizzare le risorse pubbliche quale leva per valorizzare l'intervento privato. Fondo di seed capital - Il fondo dovrà svolgere un ruolo complementare rispetto al set di strumenti finanziari già disponibile per le imprese toscane, integrandolo a ampliandolo allo scopo di soddisfare quella parte della domanda di finanziamento che trova le maggiori difficoltà ad essere soddisfatta. Il fondo opera mediante due modalità di intervento distinte: Pre-Seed Financing: azioni di pre-seed, finalizzate allo sviluppo dei risultati di attività di ricerca e

sperimentazione di prodotti e processi nel momento in cui occorre, realizzare un prototipo, effettuare test, verificare il mercato e implementare gli aspetti organizzativi della nuova impresa, Start-Up Financing: azioni il cui obiettivo è supportare la materiale implementazione di progetti

industriali frutto di attività di R&S, sostanzialmente finanziando lo sviluppo di un prodotto a partire da un prototipo e la sua commercializzazione, contribuendo a creare le condizioni per l’intervento di investitori privati, informali, Venture Capitalists, ovvero soggetti in grado di supportare professionalmente, oltre che finanziariamente, lo sviluppo e la crescita dell'impresa. Nuovi strumenti di credito - verranno avviate collaborazioni con istituti di credito per la messa a punto di nuovi strumenti di credito per il sostegno al consolidamento delle imprese, degli investimenti e dell’innovazione.

Per il piano finanziario della misura vedi ALLEGATO G

4. Sostegno della Società dell’Informazione

(Mis: 2.8 DOCUP ob2 2000-2006) La misura è finalizzata al sostegno ed alla diffusione delle nuove tecnologie per la società dell’informazione con particolare riferimento ai settori del territorio, dell’ambiente, dei sistemi produttivi e della pubblica amministrazione che abbiano ricaduta diretta sulle imprese, sui sistemi di impresa e sui distretti industriali. Gli interventi sono finalizzati allo sviluppo di servizi informativi e telematici per le imprese, applicazioni per la meteorologia, la modellistica ambientale e l’analisi territoriale finalizzate all’attività di impresa e la riduzione del rischio sismico nelle aree produttive. L’obiettivo della misura è quello di potenziare le infrastrutture per i sistemi produttivi, sostenere la diffusione delle imprese in comparti innovativi, ridurre le pressioni ambientali derivanti dal sistema produttivo e diminuire il consumo di energia e risorse da parte delle imprese, aumentare il livello di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, partendo dagli indirizzi della legge 626/1994 e dalla direttiva Seveso.

Per il piano finanziario della misura vedi ALLEGATO G

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3) Lo sviluppo infrastrutturale (Fondi CIPE) Nel marzo 2004, la Regione Toscana, il Ministero dell'Economia e delle Finanze (Servizio per le Politiche di Sviluppo Territoriale e le Intese) ed il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca hanno firmato l'Accordo di Programma Quadro “Ricerca e trasferimento tecnologico per il sistema produttivo”, finalizzato a promuovere interventi per il potenziamento della competitività delle imprese e del territorio nella Regione Con i Fondi CIPE si andranno a sostenere ulteriormente gli investimenti in infrastrutture dedicate al potenziamento delle attività dei centri d’eccellenza e di trasferimento tecnologico alle imprese;

Per il piano finanziario della misura vedi ALLEGATO G

6) Attività di trasferimento tecnologico, animazione, marketing territoriale (Risorse Proprie) L’Amministrazione Regionale è impegnata nell’attivazione di risorse proprie per attività di trasferimento tecnologico e per il rafforzamento dello Spazio Regionale dell’Innovazione e della Ricerca. Annualmente effettua azioni di animazione, disseminazione, e marketing territoriale presentando le attività di ricerca e innovazione di maggior pregio scientifico sviluppatesi sul territorio regionale, e facendo un continuo monitoraggio sulle dinamiche evolutive della frontiera dell’innovazione e della ricerca in Toscana;

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ALLEGATI

Allegato A: ANALISI ECONOMICA IRPET 2004 Allegato B: SCHEDA MAPPATURA DEI SERVIZI E DEL TRASFERIMENTO IN TOSCANA

Allegato C: ISITUTI E DELLE SEZIONI DEL CNR IN TOSCANA

Allegato D: ELENCO FACOLTA’ PRESENTI IN TOSCANA

Allegato E: LE CIFRE ED I NUMERI DELL’INNOVAZIONE IN TOSCANA

Allegato F: RRAT – Rete Regionale Alta Tecnologia

Allegato G: I PIANI FINANZIARI

Allegato H: ICT in TOSCANA

Allegato I: I NUMERI DELLA TOSCANA

Allegato L: LETTERE DI IMPEGNATIVA

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ALLEGATO “A” - Analisi Economica IRPET 2004

In Toscana l’aumento del PIL nel 2004 è stimabile attorno all’1,1%, un tasso di crescita ancora molto basso specie se si tiene conto del fatto che segue due anni di andamento negativo dell’economia. La ripresa delle esportazioni rappresenta naturalmente una nota confortante anche se l’aumento -stimabile attorno al 3,4%- in linea con quello medio del paese, consentirebbe solo un recupero molto parziale delle perdite accumulate nei due anni precedenti (le esportazioni erano infatti diminuite del 12% dal 2001 al 2003). Per il turismo vale la stessa considerazione: aumenta in modo significativo la spesa degli stranieri, la quale tuttavia resta al di sotto dei valori raggiunti nel 2001. La domanda interna, infine, si manterrebbe depressa nella componente dei consumi, mentre manifesterebbe un certo dinamismo nella spesa per investimenti. Grafico 2.1 IL CONTO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI DELLA TOSCANA Tassi di variazione 2004/2003

Come per l’Italia i riflessi di questa nuova ed attesa ripresa delle esportazioni non sono visibili sul fronte della produzione industriale: secondo le rilevazioni di Confindustria Toscana e Unioncamere Toscana, infatti, al massimo si può parlare di arresto della caduta della produzione, visto che dopo 13 trimestri consecutivi di diminuzione, spesso anche rilevante, nel terzo trimestre del 2004, il calo della produzione tende oramai allo zero. Anche i dati sull’andamento dell’artigianato del primo semestre dell’anno sono tutt’altro che incoraggianti, dal momento che la caduta del fatturato è ancora del 5,9%, una caduta che nel comparto della moda supera, addirittura, il 10%. Le difficoltà ancora persistenti nel settore industriale non si colgono, tuttavia, in modo altrettanto netto osservando l’evoluzione del valore aggiunto a prezzi costanti per i motivi già segnalati per l’economia italiana e che valgono a maggior ragione per la Toscana: il valore aggiunto dell’industria cresce infatti

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dell’1,1%, esattamente in linea con il resto dell’economia, evidenziando però al suo interno andamenti molto differenziati.

In modo particolare è il settore tessile a non mostrare segni di ripresa (graf. 2.2), come invece dopo l’espansione della domanda mondiale -e soprattutto dopo le gravi cadute degli anni trascorsi- era lecito attendersi. Quando un settore registra cadute come quelle che il tessile ha registrato nel biennio 2002-2003 poteva infatti attendersi almeno un effetto di rimbalzo che, pur non consentendo il recupero delle quote perdute, facesse comunque intravedere l’uscita dalla fase più negativa. Le previsioni dell’IRPET fatte senza tener conto dei dati di consuntivo del primo semestre, indicavano, infatti, per il tessile una crescita del 2,8% che, pur non essendo esaltante, avrebbe dato comunque il segno di una certa reattività del settore: in realtà, vista la caduta delle esportazioni che è continuata anche nella prima parte dell’anno (a dire il vero con segni di graduale miglioramento nel corso dei mesi), è del tutto verosimile che anche nel 2004 il valore aggiunto del settore subisca una ulteriore caduta (da noi stimata attorno al 3,9%). Un comportamento, invece, non distante dalle aspettative e con connotazioni più positive viene messo in evidenza dal settore della “concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature”; in questo caso le stime fatte alla luce delle prime risultanze relative all’export sono sostanzialmente analoghe alle previsioni fatte solo sulla base dello scenario esogeno, per cui la lieve ripresa della produzione (+1,1%) sembra essere in linea con le attese. Positiva, invece, la spinta espansiva proveniente dagli altri settori della regione ed in particolare da quelli del comparto meccanico (comprensivo anche dei mezzi di trasporto) i quali, pur avendo sofferto le difficoltà di questi ultimi anni, sono immediatamente ripartiti quando il ciclo ritornava favorevole: già nella prima parte del 2004 le esportazioni riprendevano in modo sostenuto e con esse il valore aggiunto prodotto. Il complesso di queste circostanze non conduce tuttavia ad un risultato aggregato particolarmente favorevole: come abbiamo già detto la crescita del PIL prevista per il 2004 si attesta attorno all’1,1%, restando inferiore anche a quella media nazionale ed alla crescita toscana di lungo periodo (Graf. 2.3). D’altronde l’effetto della specializzazione produttiva è ancora presente, nel senso che il 2004 è solo un anno di parziale ripresa in cui per buona parte dell’anno hanno continuato a mantenersi vivi i segni della stagnazione; questa, come sempre accade, ha colpito soprattutto le aree ed i settori più aperti agli scambi con l’esterno, tra i quali, con particolare acutezza proprio quelli della moda, coinvolgendo pesantemente quelle aree in cui tale settore continua ad essere particolarmente rappresentativo.

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Una considerazione a parte merita infine il terziario il quale, se in genere risulta più distaccato dalle vicende congiunturali legate alla evoluzione dei mercati internazionali, soffre però dello scarso dinamismo della domanda interna che, dopo essere rimasta abbastanza sostenuta negli scorsi anni, come abbiamo già ricordato, sembrerebbe ora segnare il passo: come è noto i consumi stentano ancora a riprendere, indicando un diffuso senso di sfiducia da parte delle famiglie, associato ad un potere di acquisto che si è indebolito in questi ultimi anni. Come conseguenza di tutto questo tutti i comparti del terziario crescono anche nel 2004, ma a ritmi molto attenuati, con le uniche eccezioni dell’informatica e dei trasporti e comunicazioni. Vale tuttavia la pena di ricordare che anche per il terziario toscano, come già ricordato per l’Italia, l’osservazione delle dinamiche a prezzi costanti penalizza questo settore il quale in realtà si avvale di un favorevole andamento dei prezzi relativi che consente, a parità di quantità di servizi venduti, di aumentare invece i fatturati e quindi la remunerazione dei fattori. Il processo di terziarizzazione che ha negli anni investito anche l’economia toscana non è, quindi, solo dovuto al fatto che è aumentata la domanda di servizi, sia da parte delle famiglie che da parte delle imprese, ma anche al fatto che la crescita dei prezzi è stata in questo settore ben più forte che nel resto dell’economia. La ripresa dovrebbe consolidarsi negli anni successivi Pertanto, se da un lato sembrerebbero oramai certi i segnali dell’uscita dalla lunga fase recessiva che ha colpito l’economia italiana e con essa quella toscana, dall’altro la ripresa che si è manifestata in questi ultimi mesi non appare particolarmente brillante e non sono pochi quelli che vedono già un ridimensionamento delle attese per il 2005 (Tab. 2.4). Sono diversi gli elementi che spingono in questa direzione, primo tra tutti il rincaro del petrolio, evento questo non previsto negli scenari che si formulavano solo pochi mesi or sono e che, secondo le stime dell’OCSE, potrebbe ridurre di mezzo punto percentuale il ritmo di crescita dell’economia mondiale, la quale dovrebbe rallentare già nel 2005 e negli anni successivi, sia per il contributo degli Stati Uniti che per quello della Cina entrambi visti in rallentamento rispetto alla forte espansione del 2004. In questo contesto si prevede un ulteriore, sebbene lieve, deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro la cui quotazione potrebbe anche superare il livello di 1,25 previsto nella maggior parte degli scenari attuali.

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Il ridimensionamento delle previsioni coinvolge anche l’intera Unione Economica e Monetaria Europea, il cui PIL dovrebbe crescere dell’1,9% nel 2005, del 2,1% nel 2006, del 2,2% nel 2007, crescite dunque inferiori a quelle che si indicavano solo pochi mesi fa, ma in ogni caso migliori di quelle del 2004 ad indicare una certa asincronia del ciclo europeo rispetto a quello mondiale. Un quadro, dunque, non particolarmente positivo, all’interno del quale, come abbiamo già visto, si confermerebbe il minor dinamismo dell’economia italiana anche rispetto a quella europea anche se le distanze si ridurrebbero rispetto a quelle degli anni più recenti (nel 2005 la crescita prevista del PIL italiano è dell’1,7% vicino, dunque, all’1,9 dell’UEM). Le esportazioni continuerebbero ugualmente ad avere il ruolo tradizionale di traino dell’economia dal momento che, al rallentamento della crescita della domanda mondiale, dovrebbe contrapporsi una maggiore stabilità del dollaro, mentre, nell’ipotesi dell’affermarsi anche all’interno del paese di un clima di maggiore ottimismo e fiducia da parte degli operatori, dovrebbero riprendere anche consumi ed investimenti. Qualora tutto questo si verificasse, la crescita del PIL toscano si intensificherebbe nel corso del 2005 e soprattutto del 2006, raggiungendo di nuovo il 2% annuo (Tab. 2.5), ma confermando anche la crescente dipendenza dall’esterno, visto che l’aumento delle importazioni continuerebbe ad essere sensibilmente superiore a quello delle esportazioni (ma solo in termini reali); in termini nominali l’economia toscana potrebbe, invece, di nuovo avvantaggiarsi del fatto che i prezzi all’export potrebbero aumentare più di quelli all’import.

Come nel passato, la crescita trainata dalle esportazioni dovrebbe condurre ad una nuova espansione del settore industriale e di tutti i sistemi locali che fanno delle produzione industriali vendute sui mercati internazionali l’elemento di loro maggiore specializzazione. La ripresa, con un certo ritardo rispetto alle attese, dovrebbe quindi coinvolgere anche i settori più tradizionali della regione (il sistema moda), consentendo, però, solo in parte, di coprire i volumi di produzione perduti nel corso degli ultimi anni.

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Continuerebbe, invece, la crescita della meccanica, il cui peso sull’economia regionale tenderebbe oramai ad avvicinarsi a quello della moda. Il terziario, sostenuto sia dalla ripresa della produzione che da quella dei consumi (che dopo una certa stasi nel 2004 dovrebbero ritornare a crescere), dovrebbe mantenere l’aumento del valore aggiunto prodotto attorno al 2% con punte più elevate proprio nel comparto dei servizi alle imprese. Quindi, qualora questo scenario si verificasse, verrebbe confermato il forte ridimensionamento dei prodotti più tipici della regione che, dopo la tendenza declinante degli anni novanta e le gravi cadute di quest’ultimo periodo, recupererebbero solo parzialmente le perdite subite. Si confermerebbero invece, da un lato, l’evoluzione del settore metalmeccanico e, dall’altro, quella del terziario il quale, come più volte abbiamo ricordato in queste pagine, può contare sulla possibilità di poter scaricare sui prezzi di vendita tutti gli eventuali aumenti nei costi di produzione che, in genere, in questo settore aumentano in modo più marcato proprio per la più bassa crescita della produttività del lavoro. Ciò fa sì che tra il 1980 ed il 2002 il peso del valore aggiunto terziario sul totale del valore aggiunto toscano passi a prezzi costanti dal 62% al 69%, mentre a prezzi correnti dal 55% ad oltre il 70% (Graf. 2.7).

In termini occupazionali questa evoluzione dell’economia toscana, qualora si confermassero i ritmi di crescita della produttività del lavoro degli ultimi anni, potrebbe condurre comunque ad aumenti nella domanda di lavoro, valutabili attorno alle 20 mila unità l’anno (Tab. 2.8), quasi tutte concentrate nel terziario. Da tutti i punti di vista si delinea oramai chiaramente uno scenario in cui il peso del terziario tende a divenire sempre più crescente: anche in termini di unità di lavoro il peso del terziario è passato dal 49% del 1980 al 66% del 2002. È quindi evidente che i processi innovativi che investiranno questo settore saranno determinanti per delineare le sorti future dell’economia toscana ed in generale la competitività del sistema produttivo regionale. Da questo punto di vista può apparire confortante che nel decennio intercensuario 1991-2001 l’aumento di occupati di questo settore abbia riguardato soprattutto le attività informatiche e di ricerca e sviluppo assieme a quelle più tradizionali inerenti i servizi personali e sociali, delineando in modo perfetto le due principali aree di sviluppo del settore: da un lato le attività che entrano direttamente nella filiera produttiva rivolta ai mercati internazionali e che vanno nella direzione della costante smaterializzazione dei processi produttivi e d’altro quelle attività che, sempre più, sono dirette a soddisfare le esigenze delle famiglie.

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Dal punto di vista della distribuzione territoriale, gli scenari proposti tendono a delineare, dopo le difficoltà dei sistemi locali distrettuali che si sono prolungate anche nel 2004 (Graf. 2.9), una loro significativa ripresa nel periodo successivo. In effetti, nell’anno in corso, le condizioni sono apparse più favorevoli, da un lato, a tutte le aree maggiormente specializzate in attività terziarie – in modo particolare quelle urbane- e, dall’altro, a quelle in cui sono più presenti le attività della meccanica e dei mezzi di trasporto (cantieristica da diporto in particolare).

Nei prossimi anni questa logica potrebbe consolidarsi visto che nelle nostre previsioni si conferma il maggior successo delle aree più aperte agli scambi internazionali, ma anche la crescente importanza, anche nelle dinamiche di più breve periodo, da un lato del terziario specie quello verso le imprese) e dall’altra delle produzioni metalmeccaniche. Ciò potrebbe creare condizioni favorevoli per la crescita soprattutto delle aree più terziarie della regione (quelle urbane in modo particolare), mentre sono da verificare le sorti dei sistemi locali più legati alle produzioni tradizionali (i distretti della moda), in particolare se il previsto ridimensionamento dei loro settori più tipici verrà smentito (come più volte era successo in passato) o se, anche in presenza del calo delle produzioni più tipiche, sapranno invece rapidamente convertirsi verso altre produzioni attualmente più dinamiche, senza ovviamente perdere il radicamento con le prime.

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ALLEGATO “B” - Scheda mappatura associazioni di categoria e Centri Servizi e trasferimento

ica;; Polo

Centri servizi e trasferimento

CE.S.A.P.P Centro Servizi Maglieria Co.Pr.A.S.; PIN

Etruria Innovazione; GAL - Consorzio qualità maremma; GAL – Amiata; Grosseto Sviluppo; LaMMA CRES;

ARPAT; ARSIA; Artex; Artigiancredito Toscano; Cescot; Cosvig; Fiditoscana; Firenze Tecnologia; GAL - Ambiente Sviluppo Mugello; GAL – Eurochianti; I.R.I.P.A.; I.R.P.E.T.; I2T3; IBIMET CNR - L.A.M.M.A.; MPS Merchant; Polimoda; Promomoda; Promofirenze; SAGO; Sviluppo Italia Toscana; Toscana Promozione;

BIC Livorno; GAL - Arcipelago Toscano; LaMMA CoMMA-MED; Polo Nazionale BioelettronTecnologico di Magona; Polo Scientifico e Tecnologico dell'Area Livornese;

Consorzio Pisa Ricerche Consorzio Qualital Polo Scientifico e Tecnologico di Navacchio; PONT-TECH; PO.TE.CO Consorzio California

Artel; Consorzio Arezzo Innovazione; Etruria Innovazione; GAL - Appennino Aretino S.A.G.O.R. Valdarno Sviluppo

C.I.I. - Centro Impresa Innovazione GAL - Appennino Pistoiese e Pratese Servindustria Pistoia

CE.SE.CA.; CO.S.MA.VE.; GAL - GarfagnanaAmbiente e Sviluppo;

Ambiente; Consorzio Z.I.A.; Erica; GAL - Sviluppo Lunigiana; Internazionale Marmi Macchine; Sviluppo Italia

CSM - Consorzio Sperimentale del Mobile; Centro Toscano per la qualità; Consorzio Travertino Rapolano; Etruria Innovazione; Etruria Telematica; Eurobic - Toscana sud; GAL - Leader Siena; ILO - Università di Siena; ILO - Custom ;

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Confartigianato Pistoia Associazione Industriali Pistoia CNA Pistoia Unione Provinciale Agricoltori di Pistoia

Associazione Industriali Livorno CNA Livorno Confartigianato Livorno API Toscana - Livorno Unione Industriale Pisana Unione Provinciale Agricoltori di Livorno

API Toscana - Pisa CNA Pisa Unione Agricoltori della Provincia di Pisa Unione Industriali Pisana

Associazione Industriali Grosseto Confartigianato Grosseto CNA Grosseto Unione Provinciale Agricoltori di Grosseto

Associazione Industriali Siena; API Toscana - Poggibonsi API Toscana – Siena; Confartigianato Siena CNA Siena Unione Provinciale Agricoltori di Siena

API Toscana - Arezzo Associazione Industriali Arezzo CNA Arezzo Confartigianato Arezzo Unione Agricoltori della Provincia di Arezzo

CNA Prato Confartigianato Prato Unione Industriale Pratese

Associazione Industriali Lucca CNA Lucca Confartigianto Lucca Unione Provinciale Agricoltori di Lucca

API Toscana - Massa Carrara Associazione Industriali Massa Carrara CNA Massa Carrara Confartigianato Massa Carrara Unione Provinciale degli Agricoltori di Massa e Carrara

Anca Toscana; API Toscana; API Toscana - Firenze Associazione Industriali Firenze; C.I.A. CNA Regionale CNA Firenze Confartigianato Firenze Confartigianato Toscana Confindustria Toscana Consorzio dell'olio toscano Federazione Regionale Cooperative Agricole ed Agroalimentare;Federazione Regionale Unioni Provinciali ;Agricoltori della Toscana Unione Provinciale Agricoltori di Firenze

Associazioni di categoria

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ALLEGATO “C” - Istituti e Sezioni del CNR in TOSCANA

La ricerca pubblica è per lo più caratterizzata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche; a seguito elenchiamo gli istituti e le sezioni del CNR che contribuiscono a caratterizzare le eccellenze scientifiche regionali: Istituti CNR

CITTA' SIGLA DENOMINAZIONE

Sesto Fiorentino IPP Istituto per la protezione delle piante

Firenze ITTIG Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica

Sesto Fiorentino ICCOM Istituto di chimica dei composti organo metallici

Firenze IFAC Istituto di fisica applicata "Nello Carrara"

Firenze IBIMET Istituto di biometeorologia

Sesto Fiorentino ICVBC Istituto per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali

Firenze OVI Istituto opera del vocabolario italiano

Sesto Fiorentino IVALSA Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree

Pisa IN Istituto di neuroscienze

Pisa IFC Istituto di fisiologia clinica

Pisa IIT Istituto di informatica e telematica

Pisa IPCF Istituto per i processi chimico-fisici

Pisa ISTI Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione "Alessandro Faedo"

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Pisa ILC Istituto di linguistica computazionale

Pisa IGG Istituto di geoscienze e georisorse

Sezioni Territoriali di Istituti del CNR

CITTA' SEZIONE DENOMINAZIONE ISTITUTO

Sesto Fiorentino Sezione di Firenze Istituto per lo studio degli ecosistemi

Sesto Fiorentino Sezione di Firenze

Istituto per le applicazioni del calcolo "Mauro Picone"

Firenze Sezione di Firenze Istituto di radioastronomia

Firenze Sezione di Firenze Istituto di genetica vegetale

Firenze Sezione di Firenze Istituto di geoscienze e georisorse

Massa Carrara Sezione di Massa Carrara Istituto di fisiologia clinica

Pisa Sezione di Pisa Istituto di elettronica e di ingegneria dell'informazione e delle telecomunicazioni

Pisa Sezione di Pisa Istituto per lo studio degli ecosistemi

Pisa Sezione di Pisa Istituto di chimica dei composti organo metallici

Pisa Sezione di Pisa Istituto di biofisica

Pisa Sezione di Pisa Istituto per i materiali compositi e biomedici

Pisa Pisa Istituto di biologia e biotecnologia agraria

Siena Sezione di Siena Istituto di fisiologia clinica

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ALLEGATO “D” -Elenco delle facoltà in TOSCANA

Il sistema accademico è un partner di riferimento per lo sviluppo dell’innovazione della ricerca e del trasferimento; in Toscana è presente con Atenei nelle città di Firenze, Pisa e Siena.

Facoltà di Agraria Università degli Studi di FIRENZE Facoltà di Architettura Facoltà di Economia Facoltà di Farmacia Facoltà di Giurisprudenza Facoltà di Ingegneria Facoltà di Lettere e Filosofia Facoltà di Medicina e Chirurgia Facoltà di Psicologia Facoltà di Scienze della Formazione Facoltà di Scienze Matematiche fisiche e naturali Facoltà di Scienze Politiche

Facoltà di Agraria Università degli Studi di PISA Facoltà di Economia Facoltà di Farmacia Facoltà di Giurisprudenza Facoltà di Ingegneria Facoltà di Lettere e Filosofia Facoltà di Lingue e Letterature straniere Facoltà di Medicina e Chirurgia Facoltà di Medicina Veterinaria Facoltà di Scienze Matematiche fisiche e naturali Facoltà di Scienze Politiche

Classe di Lettere e Filosofia Scuola Normale Superiore di PISA Classe di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali S.S. Sant’Anna Classe di Scienze Sociali

Classe di Scienze Sperimentali

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Facoltà di Economia Università degli Studi di

SIENA Facoltà di Farmacia Facoltà di Giurisprudenza Facoltà di Ingegneria Facoltà di Lettere e Filosofia Facoltà di Lettere e Filosofia II Facoltà di Medicina e Chirurgia Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Facoltà di Scienze Politiche

Facoltà di Lingua e Cultura Italiana

Università per Stranieri di SIENA

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ALLEGATO “E” - Le Cifre della Ricerca e dell’Innovazione in TOSCANA

Investimenti regionali in R&S per gli anni 2001–2006. Stato di avanzamento al 30 Set. 2004

Investimenti regionali in R&S per gli anni 2001–2006. Stato di avanzamento al 30 Set. 2004

A B C

Spesa pubblica 2000-

2006 Pagamenti (Dic. 2003) B/A

Pagamenti (Set. 2004) C/A

Cluster di imprese e centri di ricerca e trasferimento 24.284.587,00 9,33 2.912.439,80 3,05 11,99 7.660.193,26 5,78 31,54 Incentivi pubblici agli investimenti delle PMI 160.575.157,07 61,68 88.009.100,36 92,14 54,81 105.937.234,25 79,98 65,97

Venture capital 24.369.695,00 9,36 0,00 0,00 0,00 11.500.000,00 8,68 47,19 Infrastrutture per la ricerca e il trasferimento 51.086.421,00 19,62 3.260.662,04 3,41 6,38 7.354.258,04 5,55 14,40

TOTALE 260.315.860,07 100,00 94.182.202,20 100,00 36,69 132.451.685,55 100,00 50,88

A B C

Spesa pubblica

2000-2006 Pagamenti (Dic. 2003) B/A

Pagamenti (Set. 2004) C/A

Reti per il trasferimento tecnologico 24.284.587,00 9,33 2.912.439,80 3,05 11,99 7.660.193,26 5,78 31,54

Docup Misura 1.7 19.251.769,00 7,40 586.328,00 0,61 3,05 2.957.191,26 2,23 15,36

PRAI 5.032.818,00 1,93 2.326.111,80 2,44 46,22 4.703.002,00 3,55 93,45

Incentivi pubblici agli investimenti delle PMI 160.575.157,07 61,68 88.009.100,36 92,14 54,81 105.937.234,25 79,98 65,97

Potenziamento delle attività di ricerca industriale (Docup Mis. 1.8) 19.251.767,25 7,40 1.514.340,74 1,59 7,87 6.875.808,00 5,19 35,72

Incentivi agli investimenti delle imprese in R&S (Docup Mis. 1.1 e Fondo unico)* 141.323.389,82 54,29 86.494.759,62 90,56 61,20 99.061.426,25 74,79 70,10

Venture capital 24.369.695,00 9,36 0,00 0,00 0,00 11.500.000,00 8,68 47,19

Docup Mis. 1.3.4 - Fondo Sviluppo Italia Toscana 24.369.695,00 9,36 0,00 0,00 0,00 11.500.000,00 8,68 47,19

Infrastrutture per la ricerca e il trasferimento 51.086.421,00 19,62 3.260.662,04 3,41 6,38 7.354.258,04 5,55 14,40

Del. CIPE 36/2002 e 17/2003 26.010.000,00 9,99 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Società dell'informazione - Docup Mis. 2.8 25.076.421,00 9,63 3.260.662,04 3,41 13,00 7.354.258,04 5,55 29,33

TOTALE 260.315.860,07 100,00 94.182.202,20 100,00 36,69 132.451.685,55 100,00 50,88

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Consistenza e avanzamento della spesa regionale in ricerca e innovazione tecnologica

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Spesa pubblica Pagamenti 2003 Pagamenti 2004

Reti per il trasferimento tecnologico Incentivi pubblici agli investimenti delle PMIVenture capital Infrastrutture per la ricerca e il trasferimento

Spesa per R&S intra-muros secondo il peso dell'investimento delle imprese sul totale. Anno 2001(Valori assoluti in migliaia di Euro)

A B (A+B) C

REGIONI Amministrazioni pubbliche Università Imprese Totale

Lazio 1.336.988 561.575 1.898.563 650.960 2.549.523

Lombardia 285.214 553.885 839.099 2.172.117 3.011.216

Toscana 118.804 466.292 585.096 301.572 886.668

Emilia Romagna 121.522 427.633 549.155 680.355 1.229.510

Piemonte - V. d'Aosta 85.815 266.554 352.369 1.480.557 1.832.926

Veneto 67.626 272.260 339.886 346.805 686.691

Marche 13.549 101.046 114.595 63.090 177.685

TOTALE 2.493.294 4.418.275 6.911.569 6.660.900 13.572.469

Nord 2.079.207 3.120.278 5.199.485 4.519.230 9.718.715

Centro 232.262 730.036 962.298 1.720.973 2.683.271

Mezzogiorno 279.393 1.369.510 1.648.903 588.472 2.237.375

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Spesa in attività di ricerca e sviluppo rispetto al PIL (valori percentuali) Regioni, 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Piemonte 1,71 1,68 1,68 1,62 1,65 1,74 Lombardia 1,18 1,19 1,17 1,18 1,18 1,22 Veneto 0,50 0,52 0,52 0,51 0,54 0,62 Emilia - Romagna 0,83 0,94 0,97 0,93 0,96 1,15 Toscana 0,93 0,91 0,96 0,95 1,02 1,07 Italia 1,01 1,05 1,07 1,04 1,07 1,11 Fonte: Istat (elaborazioni) Addetti in termini assoluti ed in termini percentuali

A B (A+B) C

REGIONI Amministrazioni

pubbliche Università Imprese Totale

Lazio 13.424 8.331 21.755 5.795 27.550

Toscana 1.839 5.159 6.998 2.922 9.920

Marche 223 1.300 1.523 915 2.438

Veneto 1.063 3.677 4.740 4.215 8.955

Emilia Romagna 1.614 5.528 7.142 7.704 14.846

Lombardia 3.345 6.660 10.005 18.691 28.696

Piemonte - V. d'Aosta 1.077 3.093 4.170 13.853 18.023

TOTALE 29.765 58.869 88.634 65.271 153.905

Nord 9.247 22.853 32.100 48.911 81.011

Centro 15.684 16.486 32.170 10.051 42.221

Mezzogiorno 4.834 19.530 24.364 6.309 30.673

A B (A+B) C

REGIONI Amministrazioni pubbliche Università Imprese Totale

Lazio 48,73 30,24 78,97 21,03 100,00

Toscana 18,54 52,01 70,54 29,46 100,00

Marche 9,15 53,32 62,47 37,53 100,00

Veneto 11,87 41,06 52,93 47,07 100,00

Emilia Romagna 10,87 37,24 48,11 51,89 100,00

Lombardia 11,66 23,21 34,87 65,13 100,00

Piemonte - V. d'Aosta 5,98 17,16 23,14 76,86 100,00

TOTALE 19,34 38,25 57,59 42,41 100,00

Nord 11,41 28,21 39,62 60,38 100,00

Centro 37,15 39,05 76,19 23,81 100,00

Mezzogiorno 15,76 63,67 79,43 20,57 100,00

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ALLEGATO “F”- Rete Regionale della Alta Tecnologia Rete Regionale Alta Tecnologia (Legge Regionale 99/93) Si cerca di rispondere alla progressiva deindustrializzazione del territorio incominciata negli anni novanta, soprattutto alla luce del fatto che il sistema produttivo mostra modesti livelli tecnologici e una scarsa capacità di diffusione dell’innovazione; a questo si deve aggiungere la presa di coscienza delle eccellenze scientifiche e della ricerca presenti in Toscana e delle potenziali ricadute sia in termini di nuove attività ad alto contenuto tecnologico che in termini di connessioni con i settori tradizionali. Pertanto con questo intervento la Regione Toscana si prefiggeva 2 macro-obiettivi:

1) ricondurre in una cornice unitaria le iniziative presenti nelle tre aree di Firenze, Pisa, Siena in cui

esistono iniziative volte a organizzare le potenzialità esistenti in un ottica di valorizzazione delle competenze distintive e delle complementarietà esistenti;

2) valorizzare e rivitalizzare il patrimonio economico esistente creando occasioni di interazione tra i

produttori della conoscenza ed il sistema delle imprese toscane. La Rete presentava una struttura organizzativa incentrata principalmente su 3 soggetti:

- La Direzione Tecnica del progetto con la funzione di assicurare il coordinamento e la direzione scientifica della rete;

- I Poli della Rete (Cesvit, Consorzio Pisa Ricerche, Consorzio Siena Ricerche) con il compito di essere i bracci operativi della Rete sui territori e di assicurare le sinergie tra i diversi esistenti e promossi nell’intera Regione;

- I Centri Virtuali di Competenza concepiti come organismi a valenza regionale con l’obiettivo di rafforzare i rapporti fra i poli e sistema della ricerca, sistema produttivo e istituzioni;

Dal punto di vista operativo la Rete ha promosso progetti operativi in quelle che sono state individuate come le più promettenti aree di interazione tra sistema della ricerca e sistema delle imprese:

- Produzioni tradizionali: alta tecnologia e innovazione di processo nelle produzioni che rappresentano la base produttiva regionale;

- Beni culturali: applicazione di metodologie di frontiera nei campi della prospezione archeologica e del restauro, manutenzione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico;

- Ambiente: sviluppo delle nuove tecnologie e delle applicazioni sistemiche e di telerilevamento a fini di protezione ambientale riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni, ricerca di fonti energetiche alternative;

- Agricoltura: ricerca e sviluppo per le produzioni dell’agricoltura tipica (olio vino), dell’agricoltura avanzata (floricoltura e vivaismo) e dell’agricoltura sperimentale;

- Produzioni innovative: sviluppo ei prodotti e processi innovativi in aree a significativo radicamento in Toscana di attività produttive e di centri di ricerca avanzata, quali: Tecnologie biomediche e farmaceutiche, strumenti e materiali avanzati, robotica e tecnologie dell’informazione.

I Centri Virtuali di Competenza (CVC), coordinati da membri dei tre Poli di riferimento, avevano le seguenti mansioni:

1) individuare i soggetti attivi nei campi di interesse della Rete; 2) promuovere cooperazione tra imprese ricerca e istituzioni; 3) contribuire nella diffusione delle conoscenza e informazioni tra soggetti; 4) diffondere informazioni su attività della rete e strumenti finanziari a disposizione; 5) curare sistematicamente l’aggiornamento e il perfezionamento del patrimonio dei progetti della rete

Le attività dei Centri gravitavano sui Poli secondo questa suddivisione orientativa:

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- Polo della Costa (Pisa): produzioni tradizionali, tecnologie dell’informazione, telematica, robotica; - Polo della Toscana Centrale (Firenze): ambiente, beni culturali, strumenti e materiali avanzati, spazio

e tecnologie multimediali; - Polo della Toscana Centro-Meridionale (Siena): biotecnologie e tecnologie farmaceutiche;

Elenco dei Centri Virtuali di Competenza:

1) Agricoltura 2) Beni culturali 3) Ambiente 4) Industria tipica 5) Produzioni biomediche e farmaceutiche 6) Biotecnologie 7) Multimedia 8) Robotica 9) Spazio 10) Strumentazioni e materiali avanzati 11) Tecnologie dell’informazione 12) Telematica

La Rete (oltre ai 33 progetti pilota e ad altri progetti approvati e co-finanziati dalla Commissione europea) produce sicuramente dei risultati positivi :

- il tentativo di aver promosso una politica per l’innovazione regionale, basata su un modello di intervento nuovo ed originale, finalizzato alla valorizzazione della cooperazione tra mondo della ricerca e della produzione;

- tentativo di creare una struttura di coordinamento a livello regionale in cui si riconoscano le diverse componenti della comunità scientifica e high-tech toscana;

A minare la solidità del progetto sono stati i seguenti fattori:

- caratteristiche del tessuto produttivo toscano, fatto da micro imprese scarsamente sensibili a percorsi; innovativi condivisi;

- l’atteggiamento del mondo accademico non sufficientemente aperto; - i poli erano rappresentativi del territorio ma troppo lontani dalla comunità scientifica; - le risorse finanziarie non erano adeguate; - la mancanza di fiducia nel progetto da parte dei soggetti coinvolti ha generato una sorta di sfiducia

politica e, visto il carattere prevalentemente top-down dell’operazione, ha minato pesantemente il proseguimento dell’esperienza della Rete;

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Piano finanziario in corso di definizione

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ALLEGATO “H” - ICT in TOSCANA

I paesi industrializzati stanno perdendo progressivamente quote di mercato a favore dei paesi emergenti; per l’Italia il fenomeno è dovuto in gran parte ad una contrazione del cosiddetto Made in Italy. Le produzioni del sistema moda non riescono più ad alimentare il processo di crescita ed il fatto ancora più preoccupante è che non sembra avviato un processo di sostituzione da parte di altri settori e risulta significativo che le nostre produzioni stia perdendo quote soprattutto in Europa. Il made in Italy dunque presenta sintomi di affaticamento che sembrano derivare da una perdita di competitività delle produzioni italiane non più compensate da una strategia di forte differenziazioni delle produzioni. La Toscana dal 2000 è entrata in una fase di rallentamento della crescita e soprattutto nei settori legati al made in Italy. In Toscana si contrae agricoltura e industria in termini di output ed occupazione a fronte di una sostanziale tenuta dei servizi. Al momento in ogni modo è precoce parlare di processo di terziarizzazione visto soprattutto il fatto che le quote di export dei servizi presentano un livello ancora troppo basso per fare di questi un volano di propagazione economica. La diffusione delle ICT può dare un grosso contributo allo sviluppo del PIL e della produttività. Il sistema economico italiano si è dimostrato abbastanza poco permeabile al pieno uso di internet ed in genere dei nuovi strumenti di comunicazione. Le PMI presentano palesi ritardi nell’adozione e nell’utilizzo delle nuovo tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni e recenti indagini hanno evidenziato hanno evidenziato come al ridursi del peso del sistema moda nell’economia toscana si contrapponga una buona tenuta del settore della meccanica ed in particolare dei beni strumentali. A fronte di questa situazione è da segnalare che negli ultimi anni in Toscana si è rapidamente sviluppato il settore dell’alta tecnologia che conta oltre 12.000 imprese con più di 40.000 addetti in totale, nel quale le ICT giocano un ruolo numerico rilevante. Nonostante le recenti dinamiche espansive però il settore presenta diffusi elementi di debolezza soprattutto per la ridotta dimensione delle imprese la ristrettezza dei mercati serviti, la bassissima propensione all’export e la carenza di skills manageriali: la capacità di interagire con le grandi filiere dell’ICT a livello mondiale sono invece le ragioni dello sviluppo competitivo del settore delle ICT di altri paesi. Alcune importanti considerazioni legati allo sviluppo del segmento ICT in Toscana: - Interessante il rapporto tra competenze tecnologiche e manageriali per cui le più importanti

esperienze innovative e di trasferimento si hanno in presenza di un management maturo; - Si parla di imprese senza prodotto alla ricerca di applicazioni per il proprio know how;

generalmente le competenze tecnologiche sono molto più diffuse delle competenze manageriali; - Presenza delle caratteristiche di debolezza del neo infant industry sebbene con elevate potenzialità

di sviluppo; - Quello delle ICT è l’unico settore diffuso emerso recentemente in Toscana, gli altri settori sono per lo

più legati all’attività di poche eccellenze organizzative e generano bassi livelli di out sourching; - E’ unico settore che registra la presenza di imprenditori di nuova generazione; - Le ICT presentano la possibilità di forti integrazioni con le vocazioni locali, consentendo processi

virtuosi di rigenerazione innovativa;

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I bisogni del settore ICT in Toscana:

- Le ICT in Toscana si sono sviluppate per gemmazione spontanea, si tratta di consolidare questo processo con gli strumenti tecnici, logistici e di trasferimento tecnologico necessari;

- Il settore necessita di interventi finalizzati alla creazione di condizioni per una crescita dimensionale delle imprese;

- Aumentare la visibilità del settore a livello internazionale; - Definire azioni per lo sviluppo e l’apertura delle imprese ai mercati internazionali; - Aumentare la capacità del territorio di attrarre nuovi investimenti in ICT; - Sviluppare una politica territoriale che punti al miglioramento delle possibilità delle condizioni

insediative delle imprese;

Le ICT costituiscono per la Toscana uno strumento strategico di rilievo per la creazione della Società della Conoscenza in accordo con gli obiettivi del Consiglio Europeo di Lisbona. Il nuovo modello di sviluppo post-fordista si presenta come un paradigma costituito da tre processi di cambiamento radicale:

• Rivoluzione settoriale nei costi (new economy); • Rivoluzione nelle relazioni (net economy); • Rivoluzione nella produzione e nell’uso della conoscenza (knowledge economy);

Il nuovo paradigma della conoscenza va in ogni modo declinato secondo i paradigmi di uno sviluppo sostenibile. Le leve di propagazione della conoscenza devono essere abilmente gestite tra strategie di condivisione e strategie di codificazione; la dimensione delle nostre imprese e lo stile manageriale che ereditano basato sulle relazioni competitive e cooperative tipiche del distretto consigliano un peso maggiore delle strategie di condivisione della conoscenza lasciando alle grosse multinazionali business che si alimentano con la diffusio0ni di standard codificati. Le strategie delle reti o delle organizzazioni reticolari in generale rispondono fedelmente ad una propagazione della conoscenza basata su strategie di condivisione più tosto che codificazione. Negli ultimi dieci anni in Toscana si sono verificate evoluzioni particolarmente intense del settore ICT che accoglie oggi quasi 42000 addetti con una crescita del 31.2% in un decennio (contro il 24,45% dell’Italia). Peraltro all’interno del settore ICT le dinamiche più significative si sono presentate nel comparto manifatturiero mentre nel comparto dei servizi la crescita è stata meno intensa che nel resto del paese. Ciò anticipa un ulteriore aspetto che sembrerebbe caratterizzare l’economia toscana e che emerge con una certa evidenza osservando l’evoluzione del terziario. Questo ha avuto andamenti diversi segnalando da un lato un ridimensionamento dell’occupazione in alcuni settori tradizionali e dall’altro una forte crescita dei comparti più moderni. In alcune attività come R&S o servizi alla ricerca informatica collaudi ed analisi tecniche l’aumento di addetti è straordinario superiore al 70%.

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consistenza delle imprese nei settori manifatturieri in base al contenuto tecnologico

toscana piemonte lombardia veneto emilia romagna italia industrie ad alta tecnologia 3,9 6,7 7,1 5,7 5,6 6,2 industrie a medio-alta tecnologia 8,2 17,1 17,7 14,5 17,4 12,6 industrie a medio-bassa tecnologia 18,4 30,9 29,2 25,9 27,2 25,2industrie a bassa tecnologia 69,5 45,3 46,1 53,9 49,8 56 totale 100 100 100,1 100 100 100

fonte union camere dati 31/12/2003

andamento delle imprese toscane dei settori manifatturieri in base al contenuto tecnologico 2003 settori di attività valori assoluti tassi (valori %) registrate iscritte cessate saldo iscrizioni cessazioni crescitaindustrie ad alta tecnologia 2.667 123 104 19 4,6 3,9 0,7 industrie a medio-alta tecnologia 5.618 302 241 61 5,4 4,3 1,1 industrie a medio-bassa tecnologia 12.590 710 603 107 5,7 4,8 0,9 industrie a bassa tecnologia 47.641 2.875 3.309 - 434 5,9 6,8 -0,9 totale 68.516 4.010 4.257 - 247 5,8 6,1 -0,4

fonte union camere dati 31/12/2003

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consistenza delle imprese registrate nei settori Hi-Tech al 31dic 2003

valori assoluti toscana emilia romagna lombardia marche piemonte veneto italia prodotti chimici 546 401 2.154 118 350 508 6.280 macchine per ufficio elaboratori e sistemi informatici 232 317 863 109 339 288 4.443 macchine e apparecchi elettrici 719 1.084 3.384 337 916 1.544 11.539 apparati redio-televisivi e per le comunicazioni 581 811 2.558 380 824 691 9.770 app. medicali di precisione strumenti ottici e orologi 1.954 2.517 6.418 921 2.569 3.333 30.672 costruzioni automobili e veicoli spaziali 13 13 62 3 36 18 256 totale imprese high-tech manifatturiere 4.045 5.143 15.439 1.868 5.034 6.382 62.960 informatica ed attività connesse 7.274 6.636 20.638 2.239 7.047 7.810 90.722 ricerca e sviluppo 266 234 614 48 163 156 2.778 collaudi analisi tecniche e controllo qualità prodotti 677 565 1.106 188 480 541 5.840 totale imprese high-tech servizi 8.217 7.435 22.358 2.475 7.690 5.807 99.340 totale imprese high-tech 12.262 12.578 37.797 4.343 12.724 14.889 162.300 totale imprese attive 346.126 383.856 861.011 136.022 382.724 404.532 4.917.902 composizione percentuale toscana emilia romagna lombardia marche piemonte veneto italia totale imprese high-tech manifatturiere 33,0 40,9 40,8 43,0 39,6 42,9 38,8 totale imprese high-tech servizi 67,0 59,1 59,2 57,0 60,4 57,1 61,2 totale imprese high-tech 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 totale imprese high-tech su totale imprese (al netto dell'agricoltura) 3,5 3,3 4,4 3,2 3,3 3,7 3,3

fonte Unioncamere dati 31/12/2003

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ALLEGATO “I” - I NUMERI DELLA TOSCANA

1 - Popolazione e territorio Fonte Toscana

Totale superficie kmq 1997 Istat 22.997

di cui Montagna kmq 1997 Istat 5.771

di cui Collina kmq 1997 Istat 15.296

di cui Pianura kmq 1997 Istat 1.930

n°comuni totale v.a. 2003 (31-12) Istat 287

di cui n° com<20000ab. v.a. 2002 (31-12) Istat 251

di cui n° com>=20000ab. v.a. 2002 (31-12) Istat 36

n°famiglie v.a. 2001 (21-10) Istat 1.388.260

Popolazione residente in famiglia v.a. 2001 (21-10) Istat 3.472.226

n°componenti per famiglia indicatore 2001 (21-10) Elaborazione 2,51

Popolazione Totale anagrafica v.a. 2002 (31-12) Istat 3.516.296

- di cui maschi v.a. 2002 (31-12) Istat 1.691.051

- di cui femmine v.a. 2002 (31-12) Istat 1.825.245

- di cui maschi % 2002 (31-12) Elaborazione 48,1

- di cui femmine % 2002 (31-12) Elaborazione 51,9

di cui Popolazione 0-14 v.a. 2002 (31-12) Istat 415.858

di cui Popolazione 15-64 v.a. 2002 (31-12) Istat 2.299.362

di cui Popolazione >64 v.a. 2002 (31-12) Istat 801.076

di cui Popolazione 0-14 % 2002 (31-12) Elaborazione 11,6

di cui Popolazione 15-64 % 2002 (31-12) Elaborazione 66,6

di cui Popolazione >64 % 2002 (31-12) Elaborazione 21,9

di cui Maschi 0-14 v.a. 2002 (31-12) Istat 213.391

di cui Maschi 15-64 v.a. 2002 (31-12) Istat 1.146.620

di cui Maschi > 64 v.a. 2002 (31-12) Istat 331.040

di cui Maschi 0-14 % 2002 (31-12) Elaborazione 12,6

di cui Maschi 15-64 % 2002 (31-12) Elaborazione 67,8

di cui Maschi > 64 % 2002 (31-12) Elaborazione 19,6

di cui Femmine 0-14 v.a. 2002 (31-12) Istat 202.467

di cui Femmine 15-64 v.a. 2002 (31-12) Istat 1.152.742

di cui Femmine >64 v.a. 2002 (31-12) Istat 470.036

di cui Femmine 0-14 % 2002 (31-12) Elaborazione 11,1

di cui Femmine 15-64 % 2002 (31-12) Elaborazione 63,2

di cui Femmine >64 % 2002 (31-12) Elaborazione 25,8

Densità abitativa ab per kmq 2002 (31-12) Elaborazione 152,9

Pop<20.000ab. v.a. 2002 Istat 1.454.883

Pop>=20.000ab. v.a. 2002 Istat 2.061.413

Pop<20.000ab. % 2002 (31-12) Elaborazione 41,4

Pop>=20.000ab. % 2002 (31-12) Elaborazione 58,6

Tot. Stranieri residenti v.a. 2001 (21-10) Istat 108.702

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Distretto ICT & Security – Tecnologie Abilitanti per il Sistema Impresa

di cui appartenenti ai paesi dell'Europa a 15 paesi v.a. 2001 (21-10) Istat 13.405

di cui appartenenti ai paesi neo entrati nell'Unione Europea v.a. 2001 (21-10) Istat 2.947,0

di cui extracomunitari v.a. 2001 (21-10) Istat 92.350,0

di cui appartenenti ai paesi dell'Europa a 15 paesi % 2001 (21-10) Elaborazione 12,3

di cui appartenenti ai paesi neo entrati nell'Unione Europea % 2001 (21-10) Elaborazione 2,7

di cui extracomunitari % 2001 (21-10) Elaborazione 85,0

totale stranieri/ab.* 100000 indicatore 2001 (21-10) Elaborazione 3.108

Nati vivi (totale) v.a. 2002 Istat 29.384

Morti (totale) v.a. 2002 Istat 40.443

Iscritti totali v.a. 2002 Istat 110.058

Cancellati totali v.a. 2002 Istat 79.745

Saldo Demografico v.a. 2002 Istat 19.254

Indice di dipendenza strutturale indicatore 2002 (31-12) Elaborazione 52,9

Indice di dipendenza giovanile indicatore 2002 (31-12) Elaborazione 18,1

Indice di dipendenza degli anziani indicatore 2002 (31-12) Elaborazione 34,8

Indice di vecchiaia indicatore 2002 (31-12) Elaborazione 192,6

Indice di struttura indicatore 2002 (31-12) Elaborazione 107,8

Indice di ricambio indicatore 2002 (31-12) Elaborazione 161,8

2 - Il tessuto imprenditoriale Fonte Toscana Totale imprese attive v.a. 2003 (31-12) Infocamere 346.126

di cui Agricoltura, caccia e silvicoltura v.a. 2003 (31-12) Infocamere 48.652

di cui Pesca,piscicoltura e servizi connessi v.a. 2003 (31-12) Infocamere 417

di cui Estrazione di minerali v.a. 2003 (31-12) Infocamere 295

di cui Attività manifatturiere v.a. 2003 (31-12) Infocamere 57.781

di cui Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua v.a. 2003 (31-12) Infocamere 128

di cui Costruzioni v.a. 2003 (31-12) Infocamere 51.308

di cui Commercio e riparazioni v.a. 2003 (31-12) Infocamere 94.048

di cui Alberghi e ristoranti v.a. 2003 (31-12) Infocamere 18.309

di cui Trasporti,magazzinaggio e comunicazioni v.a. 2003 (31-12) Infocamere 12.380

di cui Intermediazione monetaria e finanziaria v.a. 2003 (31-12) Infocamere 7.331

di cui Attività immobiliari.,noleggio,informatica e ricerca v.a. 2003 (31-12) Infocamere 37.177

di cui Pubbl.amministrazione e difesa; assic.sociale obbligatoria v.a. 2003 (31-12) Infocamere 21

di cui Istruzione v.a. 2003 (31-12) Infocamere 984

di cui Sanita' e altri servizi sociali v.a. 2003 (31-12) Infocamere 972

di cui Altri servizi pubblici,sociali e personali v.a. 2003 (31-12) Infocamere 15.507

di cui Servizi domestici presso famiglie e convivenze v.a. 2003 (31-12) Infocamere 4

di cui Imprese non classificate v.a. 2003 (31-12) Infocamere 812

di cui Agricoltura, caccia e silvicoltura % 2003 (31-12) Elaborazione 14,1

di cui Pesca,piscicoltura e servizi connessi % 2003 (31-12) Elaborazione 0,1

di cui Estrazione di minerali % 2003 (31-12) Elaborazione 0,1

di cui Attività manifatturiere % 2003 (31-12) Elaborazione 16,7

di cui Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua % 2003 (31-12) Elaborazione 0,0

di cui Costruzioni % 2003 (31-12) Elaborazione 14,8

di cui Commercio e riparazioni % 2003 (31-12) Elaborazione 27,2

di cui Alberghi e ristoranti % 2003 (31-12) Elaborazione 5,3

di cui Trasporti,magazzinaggio e comunicazioni % 2003 (31-12) Elaborazione 3,6

di cui Intermediazione monetaria e finanziaria % 2003 (31-12) Elaborazione 2,1

di cui Attività immobiliari.,noleggio,informatica e ricerca % 2003 (31-12) Elaborazione 10,7

di cui Pubbl.amministrazione e difesa; assic.sociale obbligatoria % 2003 (31-12) Elaborazione 0,0

di cui Istruzione % 2003 (31-12) Elaborazione 0,3

di cui Sanita' e altri servizi sociali % 2003 (31-12) Elaborazione 0,3

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di cui Altri servizi pubblici,sociali e personali % 2003 (31-12) Elaborazione 4,5

di cui Servizi domestici presso famiglie e convivenze % 2003 (31-12) Elaborazione 0,0

di cui Imprese non classificate % 2003 (31-12) Elaborazione 0,2

Densità imprenditoriale per 100 abitanti (imprese attive) indicatore 2002 (31-12) Elaborazione 10,0

Totale imprese artigiane attive v.a. 2003 (31-12) Infocamere 114.158

- Imprese artigiane attive/ Totale imprese attive % 2002 Elaborazione 33,0

Unità Locali distrettuali attive v.a. 2003 (31-12) Infocamere 160.817

- Unità Locali distrettuali attive/ tot. Unità Locali attive % 2003 (31-12) Elaborazione 38,6

Peso % delle ditte individuali indicatore 2003 (31-12) Elaborazione 62,9

Imprese registrate extra-agricole v.a. 2002 (31-12) Infocamere 347.137

Imprese registrate extra-agricole v.a. 2003 (31-12) Infocamere 353.203

Imprese iscritte extra-agricole v.a. 2002 Infocamere 27.743

Imprese iscritte extra-agricole v.a. 2003 Infocamere 26.329

Imprese iscritte extra-agricole 2002-2003 v.a. 2002-2003 Infocamere 54.072

Imprese cancellate extra-agricole v.a. 2002 Infocamere 21.698

Imprese cancellate extra-agricole v.a. 2003 Infocamere 20.301

Imprese cancellate extra-agricole 2002-2003 v.a. 2002-2003 Infocamere 41.999

Tasso di Evoluzione (per 100 imprese) indicatore 2003 Elaborazione 1,7

Tasso di Natalità (per 100 imprese) indicatore 2003 Elaborazione 7,6

Tasso di Mortalità (per 100 imprese) indicatore 2003 Elaborazione 5,8

Imprese per classe dimensionale (totale) v.a. 2001 (21-10) Istat 313.020

- con un addetto v.a. 2001 (21-10) Istat 170.094

- con due addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 60.267

- da 3 a 5 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 49.459

- da 6 a 9 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 16.678

- da 10 a 15 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 8.633

- da 16 a 19 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 2.536

- da 20 a 49 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 4.031

- da 50 a 99 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 824

- da 100 a 199 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 306

- da 200 a 249 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 51

- da 250 a 499 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 80

- da 500 a 999 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 36

- da 1000 addetti in poi v.a. 2001 (21-10) Istat 25

- con un addetto % 2001 (21-10) Elaborazione 54,3

- con due addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 19,3

- da 3 a 5 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 15,8

- da 6 a 9 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 5,3

- da 10 a 15 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 2,8

- da 16 a 19 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 0,8

- da 20 a 49 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 1,3

- da 50 a 99 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 0,3

- da 100 a 199 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 0,1

- da 200 a 249 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 0,0

- da 250 a 499 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 0,0

- da 500 a 999 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 0,0

- da 1000 addetti in poi % 2001 (21-10) Elaborazione 0,0

Addetti per classe di addetti (totale) v.a. 2001 (21-10) Istat 1.079.064

- con un addetto v.a. 2001 (21-10) Istat 170.094

- con due addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 120.534

- da 3 a 5 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 180.690

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- da 6 a 9 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 119.074

- da 10 a 15 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 103.749

- da 16 a 19 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 43.763

- da 20 a 49 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 117.208

- da 50 a 99 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 56.055

- da 100 a 199 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 41.623

- da 200 a 249 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 11.241

- da 250 a 499 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 26.964

- da 500 a 999 addetti v.a. 2001 (21-10) Istat 25.163

- da 1000 addetti in poi v.a. 2001 (21-10) Istat 62.906

- con un addetto % 2001 (21-10) Elaborazione 15,8

- con due addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 11,2

- da 3 a 5 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 16,7

- da 6 a 9 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 11,0

- da 10 a 15 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 9,6

- da 16 a 19 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 4,1

- da 20 a 49 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 10,9

- da 50 a 99 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 5,2

- da 100 a 199 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 3,9

- da 200 a 249 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 1,0

- da 250 a 499 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 2,5

- da 500 a 999 addetti % 2001 (21-10) Elaborazione 2,3

- da 1000 addetti in poi % 2001 (21-10) Elaborazione 5,8

Imprese secondo l'anno di iscrizione - -

- prima del 1980 v.a. 2003 (31-12) Infocamere 39.157

- dal 1980 al 1989 v.a. 2003 (31-12) Infocamere 68.171

- dal 1990 al 1999 v.a. 2003 (31-12) Infocamere 147.841

- dal 2000 in poi v.a. 2003 (31-12) Infocamere 90.957

- prima del 1980 % 2003 (31-12) Elaborazione 11,3

- dal 1980 al 1989 % 2003 (31-12) Elaborazione 19,7

- dal 1990 al 1999 % 2003 (31-12) Elaborazione 42,7

- dal 2000 in poi % 2003 (31-12) Elaborazione 26,3

Esercizi alberghieri (n° esercizi) v.a. 2002 Istat 2.971

- N° posti letto v.a. 2002 Istat 167.881

- Presenze Italiani (giornate) v.a. 2002 Istat 10.454.079

- Presenze Stranieri (giornate) v.a. 2002 Istat 10.833.576

- Presenze Totali (giornate) v.a. 2002 Istat 21.287.655

- Giornate di presenza / n° posti letto * 365 indicatore 2002 Elaborazione 0,35

Esercizi complementari (n° esercizi) v.a. 2002 Istat 5.287

- N° posti letto v.a. 2002 Istat 249.228

- Presenze Italiani (giornate) v.a. 2002 Istat 8.903.506

- Presenze Stranieri (giornate) v.a. 2002 Istat 7.825.529

- Presenze Totali (giornate) v.a. 2002 Istat 16.729.035

- Giornate di presenza / n° posti letto * 365 indicatore 2002 Elaborazione 0,18

Esercizi turistici complessivi (n° esercizi) v.a. 2002 Istat 8.258

- N° posti letto v.a. 2002 Istat 417.109

- Presenze Italiani (giornate) v.a. 2002 Istat 19.357.585

- Presenze Stranieri (giornate) v.a. 2002 Istat 18.659.105

- Presenze Totali (giornate) v.a. 2002 Istat 38.016.690

3 - Il mercato del lavoro Fonte Toscana Popolazione > 15 anni v.a. 2003 (media) Istat 3.106.525

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Totale Occupati v.a. 2003 (media) Istat 1.483.215

- Occupati per settore di attività - -

di cui Agricoltura v.a. 2003 (media) Istat 54.633

di cui Industria v.a. 2003 (media) Istat 478.061

di cui Altre attività v.a. 2003 (media) Istat 950.521

di cui Agricoltura % 2003 (media) Elaborazione 3,7

di cui Industria % 2003 (media) Elaborazione 32,2

di cui Altre attività % 2003 (media) Elaborazione 64,1

- Occupati per posizione - -

di cui Occupati dipendenti v.a. 2003 (media) Istat 1.022.877

di cui Occupati indipendenti v.a. 2003 (media) Istat 460.338

di cui Occupati dipendenti % 2003 (media) Elaborazione 69,0

di cui Occupati indipendenti % 2003 (media) Elaborazione 31,0

Persone in cerca di occupazione v.a. 2003 (media) Istat 73.083

Forze di lavoro v.a. 2003 (media) Istat 1.556.297

Non forze di lavoro v.a. 2003 (media) Istat 1.550.224

Tasso di attività indicatore 2003 Elaborazione 50,1

tassi di occupazione per classi d'età - -

- classe 15-24 indicatore 2003 (media) Elaborazione 32,0

- classe 25-29 indicatore 2003 (media) Elaborazione 69,0

- classe 30-64 indicatore 2003 (media) Elaborazione 67,0

- classe 15-64 indicatore 2003 (media) Elaborazione 62,3

- Totale indicatore 2003 (media) Elaborazione 47,7

tassi di disoccupazione per classi d'età indicatore 2002 -

- classe 15-24 indicatore 2003 (media) Elaborazione 15,0

- classe 25-29 indicatore 2003 (media) Elaborazione 10,9

- classe 30-64 indicatore 2003 (media) Elaborazione 3,2

- classe 15-64 indicatore 2003 (media) Elaborazione 4,8

- Totale indicatore 2003 (media) Elaborazione 4,7

Popolazione > 15 anni v.a. 1995 Istat 3.078.716

Totale Occupati v.a. 1995 Istat 1.355.454

- Occupati per posizione - -

di cui Occupati dipendenti v.a. 1995 Istat 916.475

di cui Occupati indipendenti v.a. 1995 Istat 438.979

di cui Occupati dipendenti % 1995 Elaborazione 67,6

di cui Occupati indipendenti % 1995 Elaborazione 32,4

Persone in cerca di occupazione v.a. 1995 Istat 122.021

Forze di lavoro v.a. 1995 Istat 1.477.476

Non forze di lavoro v.a. 1995 Istat 1.601.244

tasso di attività (Forze di lavoro / Popolazione>15 anni) indicatore 1995 Elaborazione 48,0

tasso di occupazione indicatore 1995 Elaborazione 44,0

tassi di disoccupazione indicatore 1995 Elaborazione 8,3Peso percentuale delle unità di lavoro non regolari sul totale delle unità di lavoro indicatore 2001 Istat 19,2

Entrate di Dipendenti previste per l'anno 2004 v.a. 2004 Unioncamere-Excelsior 42.778

Uscite di Dipendenti previste per l'anno 2004 v.a. 2004 Unioncamere-Excelsior 36.848

Entrate-Uscite di Dipendenti previste per l'anno 2004 v.a. 2004 Unioncamere-Excelsior 5.930

- di cui in imprese con 1-49 dipendenti v.a. 2004 Unioncamere-Excelsior 7.074

- di cui in imprese con almeno 50 dipendenti v.a. 2004 Unioncamere-Excelsior -1.144

Tasso di variazione totale previsto per l'anno 2004 Elaborazione 2004 Elaborazione 0,8

- di cui in imprese con 1-49 dipendenti Elaborazione 2004 Elaborazione 1,6

- di cui in imprese con almeno 50 dipendenti Elaborazione 2004 Elaborazione -0,4

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5 - Tenore di vita Fonte Toscana reddito disp. totale milioni di euro 2001 Istituto Tagliacarne 56.872

reddito disp. procapite euro 2001 Elaborazione 16.263,02

consumi finali interni milioni di euro 2002 Istituto Tagliacarne 52.020

- procapite euro 2002 Elaborazione 14.793,86

- consumi alimentari milioni di euro 2002 Istituto Tagliacarne 8.408

- consumi non alimentari milioni di euro 2002 Istituto Tagliacarne 43.612

- consumi alimentari % 2002 Elaborazione 16,2

- consumi non alimentari % 2002 Elaborazione 83,8

consumi finali interni milioni di euro 1995 Istituto Tagliacarne 37.231

- procapite indicatore 1995 Elaborazione 10.567,32

- consumi alimentari milioni di euro 1995 Istituto Tagliacarne 6.893

- consumi non alimentari milioni di euro 1995 Istituto Tagliacarne 30.339

- consumi alimentari % 1995 Elaborazione 18,5

- consumi non alimentari % 1995 Elaborazione 81,5

- Depositi Bancari delle Famiglie milioni di euro 2003 (31-12) Banca d'Italia 28.468

Numero di edifici complessivi v.a. 2001 (21-10) provvisorio Istat 767.000

Numero di edifici ad uso abitativo v.a. 2001 (21-10) provvisorio Istat 667.694

Numero di edifici destinati ad Alberghi, uffici, comm. e industria, comunicazioni e trasporti

v.a. 2001 (21-10) provvisorio Istat 39.795

Numero di edifici destinati ad altri tipi di utilizzo v.a. 2001 (21-10) provvisorio Istat 30.743

Numero di edifici non utilizzati v.a. 2001 (21-10) provvisorio Istat 28.768

% di edifici ad uso abitativo su totale edifici % 2001 (21-10) provvisorio Elaborazione 87,1% di edifici destinati ad Alberghi, uffici, comm. e industria,

comunicazioni e trasporti % 2001 (21-10) provvisorio Elaborazione 5,2

% di edifici destinati ad altri tipi di utilizzo % 2001 (21-10) provvisorio Elaborazione 4,0

% di edifici non utilizzati % 2001 (21-10) provvisorio Elaborazione 3,8

Numero di abitazioni v.a. 2001 (21-10) provvisorio Istat 1.667.000

Numero di abitazioni occupate da persone residenti v.a. 2001 (21-10) provvisorio Istat 1.375.000

% di abitazioni occupate da persone residenti % 2001 (21-10) provvisorio Elaborazione 82,5

Consumi Energia Elettrica per Usi domestici milioni di Kwh 2002 Grtn 4.019

% Consumi Energia Elettrica per Usi domestici % 2002 Elaborazione 21,0

Consumo En. El. Usi domestici procapite Kwh 2002 Elaborazione 1.143

Consumo benz. Totale tonnellate 2002 Ministero Attività Produttive 1.200.885

- Consumo totale procapite tonnellate 2002 Ministero Attività Produttive 0,34

- Consumo benzina/ n° autovet. Circolanti tonnellate 2002 Elaborazione 0,55

Totale autovetture circolanti v.a. 2002 Aci 2.189.954

di cui >2000 cc. v.a. 2002 Aci 115.301

di cui >2000 cc. % 2002 Elaborazione 5,3

- n° autovetture circolanti per 1000 abitanti indicatore 2002 Elaborazione 623

Totale autovetture immatricolate v.a. 2001-2002 Aci 375.899

- n° autovetture immatricolate per 1000 abitanti indicatore 2001-2002 Elaborazione 106,9

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ALLEGATO “L” - LETTERE DI IMPEGNATIVA

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