+ All Categories
Home > Documents > DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie...

DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie...

Date post: 10-Sep-2020
Category:
Upload: others
View: 2 times
Download: 1 times
Share this document with a friend
54
1 DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE Prof. Guido Governale Facoltà di Scienze della Mediazione Linguistica Università Gregorio VII – Roma Anno Accademico 2012-2013
Transcript
Page 1: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

1    

 

 

 

 

 

 

 

DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE

Prof. Guido Governale

Facoltà di Scienze della Mediazione Linguistica

Università Gregorio VII – Roma

Anno Accademico 2012-2013

 

 

 

 

 

Page 2: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

2    

Indice:

1. La voce

1.1 Gli organi di produzione dell’aria

1.2 Gli organi di produzione del suono

1.3 Gli organi di risonanza

1.4 Gli organi di articolazione della parola

2. La respirazione e l’articolazione

2.1 La zona della maschera e l’armonizzazione respirazione/voce

2.2 La muscolarità mimico-facciale

2.3 Esercizi per ottenere una buona articolazione

3. La dizione

3.1 L’accento tonico e fonico

3.2 Le sette vocali

3.3 Le consonanti

3.4 Le consonanti “s” e “z”

3.5 Gli omografi (omofoni e allofoni)

3.6 Regole generali di dizione

3.7 Il giusto posto dell’accento

3.8 Il rafforzamento

3.9 Gli scioglilingua

3.10 Il timbro e il volume

3.11 Appunti (verbi, numeri, giorni, mesi, nomi propri, la lingua italiana scritta)

Page 3: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

3    

1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni:

_ produzione dell’aria (attraverso i polmoni)

_ produzione del suono (grazie alla laringe e alle corde vocali)

_ risonanza (faringe, naso e seni paranasali), per amplificare il suono laringeo

_ articolazione della parola, garantita dalla presenza dell’apparato fonatorio (labbra, denti, lingua..)

 

1.1 Gli organi di produzione dell’aria

Per una corretta organizzazione del suono l’essere umano produce, per mezzo dell’apparato polmonare, l’aria. In assenza di una corretta respirazione, cioè di un corretto alternarsi tra movimenti espiratori e inspiratori e di un pieno coinvolgimento degli organi toracici e diaframmatici, a risentirne è proprio la qualità e quantità della nostra fonazione. Requisito fondamentale quindi, per una buona produzione del suono, è il corretto uso dell’apparato respiratorio. Questo assomiglia ad un albero rovesciato, con il tronco costituito dalla “trachea”, i rami costituiti dai “bronchi”, e infine i polmoni e il torace paragonabili alle fronde dell’albero. A separare il torace dall’addome c’è il diaframma, un organo a forma di cupola che, durante l’inspirazione, si contrare e si appiattisce e, durante l’espirazione, al contrario, sale verso l’alto per riprendere la sua forma originaria.

 

1.2 Gli organi di produzione del suono

L’aria che inspiriamo dalle narici esce dalla bocca attraverso un “apparato di emissione”, al cui interno sono presenti la laringe, l’epiglottide e soprattutto le corde vocali.

La laringe, posta al di sopra della trachea, è paragonabile ad uno strumento a fiato. La laringe è assente in tutti quegli animali che sono privi di polmoni (ad esempio gli insetti) poiché l’emissione del suono è strettamente collegata agli atti espiratori polmonari e quindi possiamo dire che in assenza di polmoni non può esserci la laringe. Nell’essere umano la laringe varia in base al sesso dell’individuo e non in base alla sua corporatura. In altre parole, determinando l’altezza sonora e l’intonazione del soggetto, nelle voci “basse” avremo una laringe molto sviluppata, mentre nelle voci “alte” la laringe sarà più minuta. C’è poi l’età dell’individuo che conta: la laringe rimane sostanzialmente inalterata fino alla pubertà superata la quale nell’arco di due - tre anni raggiunge il suo grado di sviluppo, insieme alle corde vocali che si rafforzano e all’epiglottide che si allarga, e tutto questo determina quello che definiamo il “cambiamento di voce”.

Page 4: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

4    

Le corde vocali sono organi molto delicati, determinanti nel processo di fonazione. Esse si presentano come due fasce chiare, di un centimetro e mezzo circa nelle donne e di due centimetri circa negli uomini. La loro dimensione varia in funzione del tipo di voce di ogni singola persona. Sono del tutto aperte durante nel momento dell’inspirazione, tendono invece a chiudersi e a vibrare nel momento dell’espirazione. Le corde vocali sono dotate, all’interno, di piccole fasce muscolari le quali, in relazione al suono da produrre, si accorciano e si ispessiscono, accentuando la loro vibrazione, oppure si tendono diventando lunghe e sottili, e in tal caso riducono notevolmente la tensione vibratoria. Questo succede, nel primo caso, nelle consonanti chiamate “sonore”(b, di, gi, gh, l, m, n, r,”s” sonora, v, “z” sonora) mentre, nel secondo caso, succede con le consonanti chiamate “sorde” (ci, ch, f, p, q, “s” sorda, t, “z” sorda).

Per avere consapevolezza delle vibrazioni delle corde vocali nei suoni consonantici, è sufficiente poggiare la propria mano sul collo, all’altezza del pomo d’Adamo. Mentre nei primi suoni, quelli sonori, avvertiremo un evidente ronzio interno (una sorta di rimbombo per la vibrazione delle corde), nei suoni sordi tale ronzio sarà molto più attenuato.

La velocità delle vibrazioni è legata all’altezza del suono. Durante l’emissione della voce in falsetto ad esempio, le corde vocali si tenderanno facendo registrare una frequenza di vibrazione più alta; per un suono più grave invece le corde vocali si allenteranno producendo una frequenza vibratoria più bassa.

L’epiglottide è un organo in qualche modo legato (in modo sicuramente più marginale) alla produzione del suono. Posta a metà tra la base della lingua e la laringe, l’epiglottide è una lamina sottile molto mobile che tende verso l’alto a forma di “cappello da gendarme”. L’epiglottide contribuisce, in stretta sintonia con le corde vocali, a colorare, modulare e variare il suono rendendolo più secco, morbido, caldo, etc. Contraendosi in maniera netta partecipa, infine, alla vocalizzazione del falsetto.

1.3 Gli organi di risonanza

Perché il suono possa uscire forte e netto dalla bocca occorre che esso sia amplificato da un articolato “apparato di risonanza”. Questo è composto da una serie di cavità: faringe, naso, seni paranasali e bocca. La faringe è un muscolo a forma di tubo che varia la sua forma e il suo volume in relazione al suono da produrre. La faringe è a sua volta collegata, attraverso un muscolo, alle “fosse nasali”, ai “seni paranasali” e al “naso”. Il naso, a forma di piramide, è dotato di una base (coincidente con le narici) e di un apice (radice del naso) e sovrintende a tre diversificate, importanti funzioni: olfattiva, respiratoria, fonatoria.

Il perfetto equilibrio tra faringe, bocca e naso permette una corretta emissione della voce, mentre ogni sbilanciamento teso a privilegiare un organo a svantaggio degli altri produce “ingolfamenti” (se prevale la faringe) o sonorità nasali sgradevoli e fastidiose. Un ulteriore problema può nascere infine dall’alterazione di uno degli organi di risonanza (la deviazione del setto nasale) o da piccole patologie quali la presenza di ispessimenti della mucosa nasale.

Page 5: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

5    

1.4 Gli organi di articolazione della parola

Nel passaggio dalla produzione del suono a quello della produzione della parola, il ruolo centrale è senz’altro svolto da quella che, in modo generale, costituisce l’insieme delle formazioni dell’apparato di articolazione: la bocca.

La bocca si divide in: labbra, guance, lingua, pavimento della bocca (la regione sottostante la lingua) e palato.

Le labbra si dividono in “superiori” e “inferiori”. A caratterizzare dal punto di vista muscolare le labbra, è la preponderante presenza del muscolo cosiddetto “orbicolare della bocca”, una sorta di elastico a forma di ellisse che gira, uniformemente, attorno alle labbra. Ad esso, però, se ne aggiungono molti altri che, a raggiera, convergono verso l’obicolare. Anche questi muscoli sono decisamente importanti nei processi di fonazione: nella mimica facciale, nei movimenti armonici del viso e nella puntualità e chiarezza articolatoria. Si tratta, più in particolare, dei muscoli zigomali, risori, canini, buccinatori, del mento.

La lingua, organo fondamentale nella complessità della bocca, con il suo continuo movimento ricopre un ruolo fondamentale nell’articolazione dei suoni. E’ un organo muscolare estremamente mobile e può roteare nelle più varie direzioni e con diverse intensità di spinta.

2. La respirazione e l’articolazione Molte persone credono ancora saldamente nel vecchio detto “pancia in dentro e petto in fuori”: così facendo però queste persone escludono del tutto, inconsapevolmente, l’addome e il diaframma, essenziali per una corretta respirazione. In questo modo si genera un violento rapporto tra polmoni e laringe, e si riduce visibilmente la quantità di aria che riusciamo ad incamerare con una singolo movimento respiratorio. Se quindi noi, il più delle volte, respiriamo sollevando e irrigidendo il nostro torace, distendendolo e abbassandolo poi nell’espirazione, si tratterà di ribaltare questo tipo di modello: si tratterà, in altre parole, di sfruttare principalmente la parte inferiore del torace e il diaframma.

Per acquisire e consolidare questo modello di respirazione, occorre inizialmente un’esercitazione puntuale e costante. E’ necessario quindi che, per almeno una settimana, per venti minuti circa al giorno, ci si dedichi alla cura e alla reimpostazione della propria respirazione. Un primo, elementare esercizio consiste nel distendersi in posizione supina (con la pancia all’aria) e, subito dopo, nel provare a respirare sollevando l’addome ed espandendo la zona attorno ai fianchi. E’ consigliabile, per seguire meglio l’evolversi dell’esercizio, mettere una mano sull’addome e l’altra sul petto. Il petto non dovrà in alcun modo sollevarsi mentre, perché la nostra attività possa procedere in modo corretto, dovrà elevarsi la parte inferiore del busto: per l’appunto l’addome. E’ l’addome infatti che, spinto dalla base del diaframma, tenderà a “gonfiarsi” e ad andare verso l’alto. Dopo aver ripetuto più volte questo esercizio e quando sarete capaci di controllarlo, è opportuno scandire meglio i relativi movimenti respiratori dividendoli in quattro fasi: una di “inspirazione”, un’altra di “apnea

Page 6: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

6    

piena”, un’altra ancora di “espirazione”, e una infine di “apnea vuota”. L’esperimento deve poi continuare in posizione eretta, cercando sempre di fare attenzione a che la pancia si gonfi e le spalle non si sollevino.

Per concludere sottoponetevi a questo esperimento: prendete aria e leggete il testo che segue “tutto d’un fiato” (la punteggiatura è stata volutamente omessa).

LETTURA DI PROVA DELLA CAPACITA’ RESPIRATORIA:

SPESSO SI RITIENE CHE LA CAPACITA’ RESPIRATORIA DI UNA PERSONA NON ALLENATA CHE MAGARI FUMA SIA ESTREMAMENTE LIMITATA BEH DOVREMO RICONOSCERE INVECE CHE IL NOSTRO FISICO CI CONSENTE EXPLOIT CHE NEMMENO IMMAGINAVAMO E CHE CON UN PICCOLO SFORZO RIUSCIREMO A CONQUISTARE UN BEL NUMERO DI PAROLE E DI FRASI PRIMA DI SENTIRCI SCOPPIARE E DI DOVER INTERROMPERE PER RESPIRARE NUOVAMENTE.

Forse non riuscirete a leggerlo tutto d’un fiato la prima volta ma ci arriverete abbastanza in fretta, e a quel punto dovreste fare questo ragionamento: “Se riesco a leggere otto righe di testo senza prendere fiato perché non dovrei riuscire a gestire correttamente una frase normale che, di solito, non è più lunga di un paio di righe?”

2.1 La zona della maschera

E’ denominata zona della maschera tutta quella parte che, dalla gola fino alle sopracciglia, permette di amplificare il suono che le corde vocali inviano al fine di trasformarlo in voce. E’importante verificare che la nostra produzione vocale avvenga soprattutto in questa zona e che non sia invece “tentata” da una eccessiva laringizzazione e “ingolamento”.

Per regolare correttamente la propria voce, per verificare cioè che la nostra voce non sia alterata o innaturale, è sufficiente provare, concentrandosi sulle proprie narici, a emettere un qualsiasi suono nasalizzato: posso cioè provare a vocalizzare, a bocca chiusa, per qualche secondo, il suono “hmh-hmh”.

Sempre a bocca chiusa, per avere un’ulteriore conferma della correttezza del proprio timbro vocale, si può provare a toccare con la mano il proprio naso, sentendo in tal modo il pieno coinvolgimento di quest’ultimo nella emissione del suono “hmh-hmh”.

Per essere ancora più certi di non incorrere in nessun errore di ingolfamento, può essere utile infine porsi di fronte allo specchio controllando il proprio “pomo d’Adamo”. Se durante la vocalizzazione “hmh-hmh” questo tenderà ad abbassarsi (o semplicemente a non innalzarsi),

Page 7: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

7    

allora la nostra voce è sicuramente male impostata; essa, in assenza di un tempestivo rimedio, è destinata a logorarsi e a subire le conseguenti, connesse patologie.

Armonizzazione respirazione-voce

Prima fase: inspirazione (gonfiare l’addome e contrarre per un secondo l’intera parete addominale)

Seconda fase: rilassare e sgonfiare l’addome emettendo il suono hmh-hmh seguito da:

1- Numeri: hmh-uno-hmh-due-hmh-tre-hmh-quattro-hmh-cinque… 2- Giorni della settimana: hmh-lunedì-hmh-martedì-hmh-mercoledì-hmh-giovedì... 3- Mesi dell’anno: hmh-gennaio-hmh-febbraio-hmh-marzo-hmh-aprile-hmh-maggio….

Pronunciare i seguenti fonemi: NA – NE – NI – NO – NU MA – ME – MI – MO – MU MI – NI – MI – NI – MI – NI –MI … NIEN – NEAN – NOUN MIEM – MEAM – MOUM Pronunciare le seguenti parole: NINNA – NANNA – NONNO – MEGLIO - Alcuni consigli per usare al meglio l’apparato respiratorio e fonatorio:

1- Per le voci eccessivamente “basse”(problemi di raucedine o disfonia) è consigliabile esercitarsi con i suoni delle vocali più alte: la “i” e la “è”. Ripetere più volte sillabe tipo: ninni – dimmi – mimmi – gnimmi… oppure: èmme – ènne – nènne – gnègne…

2- Per le voci nasali, acute, “sottili” usare sillabe con vocali chiuse. Ripetere più volte: nunnu – mummu – mommo – nonno – gnogno (le “o” sempre chiuse)

3- Chi ha attacchi bruschi nell’uso della propria voce o per renderla più fluida e morbida:

Page 8: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

8    

inspirare e espirare più volte producendo “aria calda”. Dopo aver inspirato bisognerà, con la faringe rilassata, far uscire l’aria calda molto lentamente dalla bocca.

2.2 La muscolarità mimico-facciale

Molte persone frequentano le palestre, luoghi deputati al culto del fisico, e si allenano cercando di far crescere e potenziare i propri muscoli (bicipiti, tricipiti, pettorali…). Perché non proviamo a pensare che il nostro viso è formato, come il resto del corpo, da muscoli? E che i muscoli del nostro viso, se ben allenati possono consentirci di comunicare in maniera più efficace? Spesso ci dimentichiamo, o forse ignoriamo l’aspetto muscolare del nostro volto. Molte persone comunicano normalmente con la bocca “leggermente” socchiusa: questo fatto, probabilmente causato da insicurezze personali, si traduce in immobilità del viso, lieve atrofia muscolare e appannamento della specificità sonora delle singole parole. Per migliorare la muscolarità mimico-facciale occorre fare, per pochissimi minuti al giorno, questi esercizi:

esercizio composto da 5 movimenti: nel primo movimento faremo strisciare verso l’alto il labbro fino a mostrare i denti dell’arcata superiore e, il più possibile, le gengive. Nel secondo movimento occorre portare forzatamente all’interno la parete esterna del labbro nascondendo, ovviamente, denti e gengive. Nel terzo movimento portare verso l’alto il labbro superiore sovrapponendolo, per quello che ci è possibile, alle nostre narici. Con il quarto movimento tenderemo a spingere forzatamente verso l’interno il labbro inferiore mentre con il quinto movimento lo porteremo vistosamente in fuori, verso l’esterno.

Ci sono poi moltissimi altri esercizi quali la masticazione (riprodurre il movimento della masticazione immaginando di avere una pallina in bocca) oppure il sorriso-bacio (riprodurre il movimento della bocca quando sorridiamo e poi portare le labbra in avanti come per dare un bacio), etc.

Chi inizierà a praticare questi semplici esercizi, mentre è alla guida, o mentre sta guardando la televisione, si accorgerà in breve tempo dei miglioramenti che potrà verificare con un semplice test: prima di aver iniziato l’allenamento prendere un testo di venti/trenta righe e cronometrare il tempo impiegato nella lettura (ad alta voce) e fare lo stesso test dopo due settimane di allenamento muscolo-facciale attraverso gli esercizi sopra elencati. Una regola importante quando si eseguono gli esercizi è provare, soprattutto all’inizio, quel lieve dolore, necessario perché ciò significa che i nostri muscoli stanno lavorando, e faticando.

2.3 Esercizi per ottenere una buona articolazione

Di seguito troverete elencati una serie di esercizi per sciogliere e potenziare l’apparato muscolo-facciale.

Page 9: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

9    

Primo esercizio: è l’esercizio che impegna le labbra, per un minuto:

Ripetere: BA BA BA BA BA BA BA BA BA BA …

PA PA PA PA PA PA PA PA PA PA ….

Infine BA PA BA PA BA PA BA PA BA PA …

Secondo esercizio: impegna labbra e denti, per un minuto:

Ripetere: VA VA VA VA VA VA VA VA VA …

FA FA FA FA FA FA FA FA FA FA ….

Terzo esercizio: due minuti per esercitare la punta della lingua:

da ta za sa – da ta za sa – da ta za sa – da ta za sa – da ta za sa – da ta za sa ….

Quarto esercizio: punta della lingua e palato:

la ra la ra la ra la ra la ra la ra la ra la ra la ra ……

Quinto esercizio per esercitare insieme dorso della lingua, palato, denti e naso.

Gna gna gna gna na gna gna gna gna gna gna gna gna gna gna gna gna ….

Pronunciare i seguenti fonemi cercando di articolare e scandire ogni suono:

GHI - BAZ - FUB - IOC - SUG - ZIR - DAC - LEC - VUM - PID -

CAL - VAB - TUV - ZOB - GEC - CIV - ZUC - CUR - FON - BEG -

URB - SGNOC - MART - KRAB - SMURT - CIANG - RIGNOC - GNAO

BAU - GRRR - SQUIT - BEE - DRIN - BRRR - SPLASH - NOC.

____________________________________________________________________

ASTROLOGO - FIGLIOLANZA - DENTALE - STRETTAMENTE

MAGLIERIA - COGNIZIONE - MACROCOSMO - GLOBALE

SOLLECITUDINE - DISOCCUPAZIONE - BARBARIE - POTENZA

Page 10: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

10    

FANTOCCIO - GIOVANOTTO - GENEROSITA’

____________________________________________________________________

BLA - BRA - BSA - BTA - BCA - BGA

CLA - CRA - CSA - CTA - CZA

DRA - DSA - DTA

FLA - FRA - FSA - FTA

GLA - GRA - GSA - GTA

PLA - PRA - PSA - PTA - PCA - PGA

TLA - TRA - TSA

VLA - VRA - VSA - VTA

BULAM - BULEM - BULIM - BULOM - BULUM (ripetere come scioglilingua più volte)

CA X GA X CA X GA X CA X GA X CA X GA X…..

3. La dizione

Che cos’è la dizione? Cosa significa avere una “buona dizione”? Non è semplice, dal mio punto di vista, trovare una esatta definizione del termine “dizione” poiché sono molti gli elementi che devono concorrere affinché si possa parlare di una dizione corretta. Proviamo ad elencarli. Un primo elemento necessario è la corretta gestione del “fiato”: se non utilizzo una corretta respirazione, coinvolgendo cioè il torace e il diaframma, rischio di “spezzare le frasi” perché sono in debito di ossigeno e questo può creare ansia e tensione nel mio interlocutore. Un secondo elemento è la corretta articolazione delle parole, senza la quale non riusciamo ad essere sufficientemente chiari nell’esposizione verbale di un qualsiasi concetto, e questo inevitabilmente genera nella persona che abbiamo davanti una difficoltà nel riuscire a seguire il nostro discorso. Non dimentichiamoci mai che stiamo parlando affinché qualcuno ci ascolti, e possa essere interessato a quello che stiamo dicendo! Il terzo elemento è la corretta pronuncia delle vocali e-o, che possono avere due diversi suoni, come vedremo più avanti, e la conoscenza dettagliata delle regole basilari della dizione, oltre che della grammatica italiana, una lingua sempre meno conosciuta. Manca un ultimo elemento, nonché a mio avviso uno dei più importanti, per completare il quadro del termine “dizione”. Per individuarlo vi invito a rispondere ad una semplice domanda: se racconto una favola ad un bambino lui mi ascolta? È interessato? Riesco ad attirare la sua attenzione? Se la risposta è sì allora

Page 11: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

11    

abbiamo superato anche l’ultimo “step” e possiamo affermare con sicurezza di conoscere quelle che vengono definite le tecniche “affabulatorie”. Come dice la parola stessa, che deriva dal latino fabula, affabulare altro non è che l’arte di saper raccontare una fabula, cioè una storia, un episodio qualunque o leggere un testo o una poesia utilizzando al meglio il dono della parola emozionando chi ci ascolta. Per fare questo occorre cercare di variare, all’interno del racconto, il ritmo, il volume e l’intensità della nostra voce.

3.1 L’accento tonico e fonico

Esistono due tipi di accenti: quello tonico e quello fonico.

L’accento tonico è quello che ci indica il tono della parola, cioè l’appoggiatura. In base all’accento tonico le parole sono divise in:

_ tronche (accento sull’ultima sillaba) es. caffè

_ piane (accento sulla penultima sillaba) es. signora

_ sdrucciole (accento sulla terzultima) es. àrbitro

_ bi-sdrucciole (accento sulla quartultima) es. persèverano

_tri-sdrucciole (accento sulla quintultima) es. rècitamelo

Es. utensìle e non utènsile; gratùito e non gratuìto, etc.

L’accento fonico è quello che ci indica il suono della parola. Ci sono due tipi di accento:

_ chiuso o acuto: es. pénna, corsa

_ aperto o grave: es. pèlle, mòlla

3.2 Le sette vocali

Nella dizione italiana le vocali sono sette e non cinque come ci hanno insegnato a scuola. Esistono due vocali, e - o ,che possono essere pronunciate in due modi differenti (aperte o chiuse), cosa che non succede invece per le altre tre vocali (a-i-u) il cui suono è sempre invariato.

Per questo motivo la scala delle vocali, in relazione al movimento di chiusura-apertura-chiusura della bocca è la seguente:

ì - é - è - a - ò - o – u

i massima chiusura

Page 12: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

12    

é semi - chiusura

è semi - apertura

a apertura

ò semi - apertura

o semi - chiusura

u chiusura

3.3 Le consonanti

Le consonanti, secondo la pronuncia, le distinguiamo in:

LABIALI: P – B – M (si pronunciano serrando il labbro inferiore contro quello superiore)

LABIODENTALI: F – V (si pronunciano appoggiando il labbro inferiore ai denti incisivi superiori)

ALVEOLO-DENTALI: D – T –N (si pronunciano appoggiando la punta della lingua sugli alveoli dei denti incisivi superiori)

ALVEOLARI: S – Z (la punta della lingua è posizionata verso il basso e la parte anteriore del dorso della lingua tocca gli alveoli degli incisivi inferiori)

PALATO-ALVEOLARI: C – G (DOLCI) (si pronunciano appoggiando la lingua nella parte anteriore del palato, vicino agli alveoli)

VELARI O GUTTURALI: C – G – Q (DURE) (si articolano sull’ultima regione del palato e si pronunciano ritirando la lingua indietro, verso la gola).

3.4 Le consonanti “s” e “z”

La “s” e la “z” sono le uniche due consonanti che possono avere due differenti suoni:

s aspra o sorda (es. casa, stanza, assalire, essere, cosa, così, naso)

S dolce o sonora (es. Sbadiglio, chieSa, diSgregare, viSo)

z aspra o sorda (es. zio, lezione, pozzo, zucchero)

Z dolce o sonora (es. orZo, ZanZara, ZuZZurellone)

Page 13: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

13    

Per convenzione grafica indicheremo la s sorda (sale) e la z sorda (pazzo) in carattere minuscolo, mentre la S sonora (Sbaglio) e la Z sonora (ZanZara) saranno rappresentate in carattere maiuscolo.

Di seguito una serie di parole con la z sorda a inizio parola: zampogna, zampata, zanna, zampone, zattera, zacchera, zampillo, zecca, zecchino, zéppo, zeppola, zio, zimbello, zoccolo, zoppo, zompare, zucca, zuffa, zufolo, zuppo…

z sorda in mezzo alla parola: aguzzo, bazzicare, bozzetto, bozzolo, calza, Enzo, fidanzato, guizzo, impazzire, mazzo, mazza, merluzzo, paranza, scherzo, spezia, schizzo, Venezia, azzannare, azzeccato, azzittire, azzoppare, lezione…

z sonora a inizio parola: Zavorra, Zaino, Zar, Zante, Zaffìro, Zeus, Zizzania, Zolla, Zona, Zabaione, Zinco, Zodiaco, Zoofilo, Zonzo, Zafferano, Zoologia, Zotico.

z sonora in mezzo alla parola: amaZZone, arZillo, aZZurro, aZZardo, aguZZino, aZienda, barZelletta, baZZecola, breZZa, aguZZino, doZZina, friZZante, garZone, pranZo, raZZo, schiribiZZo, sgabuZZino, trameZZo, roZZo…

Esistono alcune parole che se vengono pronunciate con la z sorda hanno un significato, se le pronunciamo invece con la Z sonora allora il significato cambia, eccole qui:

razza (stirpe) raZZa (pesce)

mézzo (bagnato) mèZZo (metà, modo)

mozzo (garzone) mòZZo (pezzo della ruota).

Passiamo ora alla consonante s.

Per quanto riguarda la s a inizio parola, se questa precede le consonanti sonore (quelle nella cui fonazione interviene il totale coinvolgimento delle corde vocali, quindi quelle che vibrano di più: b, d, gh, gi, l, m, n, r, s sonora, v, z sonora) allora sarà sempre sonora: es. Sbaglio, Sdentato, Slegare, Smania, ….).

La s a inizio parola è invece sempre sorda nei seguenti casi:

- se è seguita dalle consonanti non elencate, quelle aspre (ch, ci, f, p, q, s, t, z): es. scherzo, sfarzo, spina, squadra.

- quando è seguita da qualsiasi vocale: es. sapone, sedia, signore….

La s è sempre sorda anche quando è doppia interna a sostantivi: es. gesso, masso, lusso, passo, fesso….

Il discorso sulla s intervocalica (preceduta e seguita da una o più vocali) è invece più complicato:

Page 14: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

14    

è sorda in vocaboli come asino, casa, mese, cosa, peso, naso; nel suffisso oso (smanioso, scontroso), è quasi sempre sorda nel suffisso ese (genovese, ateniese), ad eccezione però delle parole franceSe, marcheSe, borgheSe, corteSe, paeSe, che hanno invece la s sonora.

E’ sempre sorda nelle desinenze dei predicati verbali terminanti in es (chiesi), is (risi), os (posi), us (chiusi).

E’ sempre sorda in parole composte o precedute da prefissi: buonasera, ventisei, risentire, risollevare.

Ecco di seguito un elenco di parole con la s sorda:

attesa, ascesa, asino, casa, casella, casino casinò, caserma, cosa, così, chiuso, desiderio, desistere, disegno, desumere, esteso, fusa, gelosia, impresa, intesa, mimosa, mese, naso, pisello, peso, posa, posata, posato, posare, presidio, presentimento, presa, presupporre, riso, raso, riserva, risoluto, risolvere, risultato, resa, rosicchiare, resoconto, resistere, resistenza, residuo, risiedere, residenza, rasoio, sorpresa, sorriso, spesa, téso, usato.

La s è invece sempre sonora quando corrisponde alla “X” latina: eSigere, eSame, eSercito, eSibire.

Ecco di seguito un elenco di parole con la s sonora:

avviSare, aSilo, applauSo, ASia, acquiSire, asceSi, abuSo, aSola, accuSa, baSe, baSetta, borgheSe, biSogno, biaSimo, caSacca, compoSizione, coeSione, criSi, corteSe, concluSione, conciSo, caSo, cauSa, caSeificio, chieSa, confuSione, diSertare, deSerto, deSolato, diffuSione, deciSo, diviSo, doSe, dioceSi, enfaSi, elemoSina, esploSione, entusiaSmo, faSe, fraSe, fantaSia, filoSofia, fuSo, fuSione, geneSi, GeSù, ginnaSio, improvviSo, impoSizione, inciSo, iSola, inviSo, inquiSizione, infuSo, intruSo, laSagna, leSo, laSer, leSinare, miSura, muSeo, muSica, marcheSe, miSero, narciSo, obeSo, occaSione, oSare, paeSe, paeSaggio, paleSe, paradiSo, poeSia, prepoSizione, preSente, previSione, preciSo, proSa, presuntuoSo, poSitivo, prognoSi, proteSi, quaSi, raSente, roSa, reSina, seSamo, spoSo, scuSa, scuSare, teSoro, tèSi, televiSione, uSo, ucciSo, ucciSione, viSo, viSone, viSita, viSione, viSivo.

3.5 Gli omografi (omofoni e allofoni)

Gli omografi sono tutte quelle parole che si scrivono nello stesso modo.

Gli omografi si distinguono in:

omografi – omofoni, parole che si scrivono e si pronunciano nello stesso modo, hanno cioè lo stesso suono ma un significato diverso: es. sette (numero, associazioni segrete), letto (divano, participio passato di leggere), retta (tassa, giusta)

omografi - allofoni, parole che si scrivono nello stesso modo ma un diverso suono: es. bòtte, botte / pèsca (frutto), pésca (verbo pescare) / ménto (parte del viso), mènto (verbo mentire) /

Page 15: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

15    

ésca (amo), èsca (verbo uscire) / tèma (argomento), téma (timore) / accétta (ascia), accètta (verbo accettare) / ….

Ecco una filastrocca che contiene una serie di allofoni:

C’era una volta un ré

Col volto color di céra

amava gli accordi in rè

crédo che recitasse il crèdo

ogni vénti ore

si lasciava cullare dai vènti del nord

e a volte pareva che corrésse, cosa che presto corrèsse, verso delle fòsse come se fosse un atleta che pensa solo a vincere delle còppe / la coppa era la parte del maiale che egli preferiva.

Di seguito un elenco dettagliato di omografi allofoni:

abbàino (vèrbo abbaiàre) abbaìno (soffìtta)

àbitino (vèrbo abitàre) abitìno (àbito, diminutìvo)

affàscino (vèrbo affascinàre) affascìno (vèrbo, preparàre fascìne)

‘Alice (nóme di città) Alìce (nóme pròprio)

àltero (vèrbo alteràre) altèro (aggettìvo, orgoglióso)

àmbito (spàzio delimitàto) ambìto (vèrbo ambìre)

àncora (sostantìvo) ancóra (avvèrbio)

àrbitri (pluràle di àrbitro) arbìtri (pluràle di arbìtrio)

àrista (schièna dél maiàle) arìsta (spìga)

armeggìo (affaccendaménto confùso) arméggio (armaménto)

àuguri (pluràle di àugure) augùri (pluràle di augùrio)

àuspici (pluràle di àuspice) auspìci (pluràle di auspìcio)

‘Avena (nóme di città) avéna (piànta erbàcea)

Page 16: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

16    

bàcino (vèrbo baciàre) bacìno (recipiènte)

bàlia (nutrìce) balìa (potére)

bàlzano (vèrbo balzàre) balzàno (stràmbo)

bécchino (vèrbo beccàre) becchìno (addétto àlla sepoltùra)

benèfici (pluràle di benèfico) benefìci (pluràle di benefìcio)

bùchino (vèrbo bucàre) buchìno (pìccolo bùco)

càpitano (vèrbo capitàre) capitàno (gràdo militàre)

càpito (vèrbo capitàre) capìto (vèrbo capìre)

Càscina (nóme di città) cascìna (insediaménto agrìcolo)

circùito (spazio delimitàto) circuìto (vèrbo circuìre)

colonìa (contràtto agràrio) colònia (comunità, profùmo)

còmpito (esecuzióne) compìto (garbàto, vèrbo compìre)

crògiolo (vèrbo crogiolàre) crogiòlo (recipiènte)

cùpido (àvido) Cupìdo (dìo déll’amóre)

dècade (dièci giórni) decàde (vèrbo decadére)

dèmoni (pluràle di dèmone) demòni (pluràle di demònio)

desìderi (vèrbo desideràre) desidèri (pluràle di desidèrio)

dèstino (vèrbo destàre) destìno (fàto, vèrbo destinàre)

diménticati (vèrbo dimenticàre) dimenticàti (oméssi)

esàmino (vèrbo esaminàre) esamìno (pìccolo esàme)

èstimo (valutazióne di bèni) estìmo (vèrbo estimàre)

frùstino (vèrbo frustàre) frustìno (pìccola frùsta)

gorghéggio (sostantivo

e vèrbo gorgheggiàre)

gorgheggìo (sequènza di gorghéggi)

Page 17: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

17    

gorgóglio (brève gorgogliaménto) gorgoglìo (gorgogliaménto insistìto)

ìmpari (disuguàle) impàri (vèrbo Imparàre)

ìndice (dìto, sìntomo) indìce (vèrbo indìre)

ìntimo (àmbito privàto) intìmo (vèrbo intimàre)

intùito (perspicàcia) intuìto (vèrbo intuìre)

lèggere (vèrbo) leggère (aggettìvo)

lìnceo (aggettìvo, délla lìnce) Lincèo (nóme pr. e mèmbro accadèmia dei lincèi)

malèdico (maldicènte) maledìco (vèrbo maledìre)

malèfici (capàce di provocàre il màle) malefìci (pluràle di malefìcio)

màrtiri (pluràle di màrtire) martìri (plurale di martìrio)

mèndico (vèrbo mendicàre) mendìco (mendicànte)

móndano (da mondàre:

togliere buccia)

mondàno (frìvolo)

móntano (vèrbo montàre) montàno (di montàgna)

nòcciolo (interno legnoso dei frutti) nocciòlo (àlbero)

òccupati (imperativo del

vèrbo occupàre)

occupàti (aggettìvo, impegnàti)

òmero (spàlla) Omèro (nóme pròprio)

òvvio (aggettìvo, evidènte) ovvìo (vèrbo ovviàre)

pàgano (vèrbo pagàre) pagàno (aggettìvo)

pàttino (vèrbo pattinàre) pattìno (imbarcazióne)

prèdico (vèrbo predicàre) predìco (vèrbo predire)

prèsidi (pluràle di prèside) presìdi (pluràle di presìdio)

prìncipi (pluràle di prìncipe) princìpi (pluràle di princìpio)

Page 18: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

18    

pùntino (vèrbo puntàre) puntìno (diminutìvo di pùnto)

rasségnati (vèrbo rassegnàre) rassegnàti (pluràle di rassegnàto)

règia (aggettìvo, reàle) regìa (méssa in scèna)

rèsina (sostànza plàstica) Resìna (nóme di città)

rètina (membràna déll’òcchio) retìna (diminutìvo di réte)

ricòrdati (imperatìvo del

vèrbo ricordàre)

ricordàti (paricìpio passàto di ricordàre)

rùbino (vèrbo rubàre) rubìno (piètra preziósa)

séguito (sostantìvo e vèrbo seguitàre) seguìto (vèrbo seguìre)

Sòfia (nóme di città) Sofìa (nóme pròprio)

Spàlato (nóme di città) spalàto (vèrbo spalàre)

spìano (vèrbo spiàre) spiàno (vèrbo spianàre)

sùbito (avvèrbio) subìto (vèrbo subìre)

Tàrsia (nóme di città) tarsìa (decorazióne dél légno o délla piètra)

tèmperino (vèrbo temperàre) temperìno (sostantìvo)

tèndine (terminazióne mùscolare) tendìne (diminutìvo pluràle di tenda)

tènere (pluràle di tènera) tenére (vèrbo)

tùrbine (vòrtice) turbìne (pluràle di turbìna)

vìola (vèrbo violàre) viòla (fióre)

vìolino (vèrbo violàre) violìno (struménto musicàle)

vitùperi (vèrbo vituperàre) vitupèri (pluràle di vitupèrio)

vólano (vèrbo volàre) volàno (òrgano rotànte)

Page 19: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

19    

3.6 Regole generali di dizione

Di seguito troverete una serie di regole generali che riguardano le vocali e-o e le consonanti s-z.

La vocale e è sempre aperta (è) nei seguenti casi:

1 – Nelle terminazioni verbali dei condizionali in ei, èbbe, èbbero

Es. vorrèi, potrèi, saprèi, saprèbbe, partirèbbero…

2 – Nei diminutivi in ello e nei nomi che terminano in ello,ella

Es. bambinèllo, somarèllo, anèllo, novèlla, favèlla

3 – Nei nomi che terminano in èma

Es. tèma, problèma, teorèma…

4 - Nei nomi che terminano in ènda

Es. agènda, aZiènda, faccènda, tènda…

5 - Negli infiniti in èndere

Es. accèndere, attèndere, difèndere…

6 – Negli aggettivi in èndo

Es. orrèndo, stupèndo, tremèndo…

7 – Nel gerundio in èndo

Es. salèndo, potèndo, volèndo…

8 – Negli aggettivi in ènse, ènso, ènte, ènto

Es. circènse, dènso, coerènte, furènte, attènto, contènto…

9 – Nel participio presente in ènte

Es. accogliènte, esauriènte, fervènte…

10 – Nei nomi che terminano in ènza

Es. concorrènza, paziènza, potènza…

11 – Nei nomi e aggettivi in èrio, èria

Es. critèrio, artèria, matèria…

12 – Nei numerali in èsimo

Page 20: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

20    

Es. dodicèsimo, ventèsimo, centèsimo…

13 – Nei nomi e aggettivi in èstre, èstro, èstra

Es. alpèstre, canèstro, finèstra…

14 – Nelle terminazioni verbali in ètti, ètte, èttero

Es. io dètti (dare), egli dovètte (dovere), essi stèttero (stare)…

15 – Nei nomi in èzio, èzia

Es. trapèzio, scrèzio, inèzia…

16 – Nel dittongo iè

Es. cièlo, pièno, chièsa, carrièra, vièni…

17 – Nei nomi tronchi d’origine straniera (es. bignè, caffè…)

La vocale e è sempre chiusa (é) nei seguenti casi:

1 – Nei monosillabi

Es. che, me, re (sovrano)

2 – Nei polisillabi tronchi in é accentata

Es. finché, poiché, giacché…

3 – Nei nomi e aggettivi terminanti in éccio

Es. casaréccio, cicaléccio, libéccio…

4 - Nei nomi in éfice

Es. artéfice, carnéfice, Pontéfice…

5 -Nei nomi (o voci verbali) in éggio, éggia

Es. postéggio, disorméggia, villéggia…

6 – Nelle forme verbali in éi, ésti, é, éste, émmo, éste, érono (pass.remoto)

Es. teméi, volésti, poté, dovémmo, sapéste, credérono…

7 – Nell’infinito dei verbi in ére

Es. sedére, bére, cadére, vedére…

8 – Nei nomi in ésa

Page 21: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

21    

Es. attésa, imprésa, sorprésa…

9 – Negli aggettivi in ésco

Es. giullarésco, pazzésco…

10 – Nei nomi in ése

Es. cortése, francése, inglése…

11 – Nei nomi in éssa

Es. dottoréssa, contéssa, professoréssa…

12 – Nelle forme verbali in éte

Es. faréte, potréte…

13 – Nelle forme verbali in éssi, ésse, éssero

Es. sapéssi, credésse, voléssero…

14 – Nei nomi e aggettivi in étto, étta

Es. architétto, casétta, civétta…

15 – Nelle forme verbali in éva

Es. credéva, sapéva, voléva…

16 – Negli aggettivi in évole

Es. sociévole, amorévole, piacévole…

17 – Nei nomi in ézza

Es. tristézza, dolcézza…

18 – Negli avverbi in ménte

Es. agilménte, dolceménte, serenaménte…

19 – Nei nomi in ménto

Es. fidanzaménto, abbigliaménto…

20 – Nelle forme verbali in rémo, réte

Es. dirémo, faréte, potréte…

21 – Nella terminazione in ésimo dei nomi astratti

Es. cristianésimo, incantésimo…

Page 22: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

22    

La vocale o è sempre aperta (ò) nei seguenti casi:

1 – Nei nomi che terminano in iòlo

Es. figliòlo, vaiòlo, paiòlo…

2 – Nei nomi che terminano in òccio

Es. bambòccio, cartòccio…

3 – Nel participio passato in òsso

Es. commòsso, promòsso…

3 – Nelle terminazioni verbali in òlsi, òlse, òlsero

Es. còlsi, sciòlse, tòlsero…

4 - Nei nomi in òtto

Es. decòtto, pancòtto…

5 – Nei nomi in òzio

Es. negòzio, sacerdozio…

6 – Nei nomi in òzzo, òzza

Es. abbòzzo, tòzzo, tavolòzza…

7 – Nei nomi in sòrio

Es. accessòrio, illusòrio, provvisòrio…

8 – Nel dittongo uò

Es. buòno, cuòre, muòre, ruòta, scuòla…

9 – Nei monosillabi

Es. nò, so, dò…

10 – Nei polisillabi tronchi in ò accentata

Es. dirò, però, pagherò…

La vocale o è sempre chiusa nei seguenti casi:

1 – Nelle parole che terminano in oce

Es. atroce, foce, croce…

Page 23: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

23    

2 – Nei nomi in ogna, ogno

Es. carogna, menzogna, vergogna, bisogno sogno…

3 – Nei nomi che terminano in oio

Es. avvoltoio, accappatoio, rasoio, vassoio…

4 – Nelle parole in onda, ondo

Es. baraonda, fecondo, mondo, tondo…

5 – Nei nomi che terminano in one

Es. bottone, carbone, educazione…

6 – Nelle forme verbali che terminano in ono

Es. abbandono, ispeziono, seleziono…

7- Nei nomi in ore

Es. ambasciatore, calore, compositore, cultore…

8 – Nelle forme verbali in osi, ose, osero

Es. posi, nascose, riposero…

9 – Negli aggettivi in oso

Es. delizioso, affettuoso, chiassoso…

La consonante s è sempre sorda (come in “sasso”) nei seguenti casi:

1 – Quando è doppia

Es. rosso, masso, passo, assai…

2 – Quando si trova in principio di parola ed è seguita da una vocale

Es. sale, sole, superare, silenzio, salute…

3 – Quando è seguita, sia all’inizio sia nel corpo della parola, dalle consonanti: c, f, p, q, t

Es. scansare, aspetto, astio…

4 – Quando è preceduta da un’altra consonante

Es. psicanalisi, falso, corsa, borsa…

Page 24: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

24    

La consonante S è invece sempre sonora (cioè vibrante) nei seguenti casi:

1 – Davanti alla “b” (Sbaciucchiare, Sbaglio, Sberla…)

Davanti alla “d” (Sdegno, Sdentato…)

Davanti alla “g” (Sgabello, Sgabuzzino…)

Davanti alla “l” (Slancio, Slitta…)

Davanti alla “m” (Smania, Smacco…)

Davanti alla “n” (Snello, Snob…)

Davanti alla “r” (Sragionare, Sradicare…)

Davanti alla “v” (Sveglia, Svenire…)

2 – Nella maggioranza dei casi la S intervocalica è sonora

Es. aSilo, aSola, auSilio, baSe, baSilica, biaSimo, biSunto, cauSa, caSo, ceSello, ceSoie, clauSura, criSi, eSempio, fiSica, iSola, marcheSe, miSeria, muSo, paeSe, paradiSo, pauSa, proSa, poeSia, scuSa, spoSo, teSoro, vaSo, viSo…

La consonante z è sempre sorda nei seguenti casi:

1 – Nelle parole che terminano in:

azia (grazia, disgrazia…)

azie (grazie…)

azio (strazio…)

èzia (inezia, facezia…)

èzio (screzio, trapezio…)

izia (pigrizia, furbizia…)

izie (calvizie…)

izio (comizio, fittizio…)

òzio (negozio, sacerdozio, ozio…)

uzia (astuzia, arguzia…)

uzie (balbuzie…)

2 – Nelle parole che terminano in ézza, òzza, uzzo

Es. bellezza, carrozza, merluzzo…

Page 25: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

25    

La Z è sempre sonora (come in biZZarro) nei seguenti casi:

1 – Nelle parole che terminano in:

iZZare (elettriZZare, sintetiZZare…)

iZZire (imbiZZire…)

iZZatore (vaporiZZatore, sonoriZZatore…)

3.7 Il giusto posto dell’accento

L’accento tonico ci indica il tono della parola, l’appoggiatura, cioè la sillaba su “appoggiamo” la voce. Spesso ignoriamo l’esatta posizione di questo accento. Di seguito troverete un elenco di parole che abbastanza comunemente vengono pronunciate in maniera scorretta; l’accento tonico qui sarà evidenziato in neretto.

Pronuncia sbagliata Pronuncia corretta

abrogo abrogo

acchito acchito (soltanto una “t”)

agglutino agglutino

alchimia alchimia

amaca amaca

caduco caduco

catodo catodo

centellino centellino

codardia Codardia

cognac cognac

cosmopolita cosmopolita

constato constato

cuculo cuculo

edile Edile

evapora evapora

faida faida

Page 26: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

26    

Friuli Friuli

gomena gomena

guaina guaina

inclito inclito

infingardia infingardia

incavo incavo

invadere invadere

istigo istigo

leccornia leccornia

Nobel Nobel

persuadere persuadere

pudico pudico

rubrica rubrica

salubre salubre

sguaino sguaino

violo violo

3.8 Il rafforzamento

Alcune consonanti, quando si trovano ad inizio parola, devono essere “rafforzate”, cioè pronunciate come se fossero doppie. Questo rafforzamento avviene nei seguenti casi:

-Dopo tutte le parole polisillabe tronche perché no --> perché-nnò città santa --> città-ssanta sarò tua --> sarò-ttua

-Dopo i monosillabi accentati o tonici né, già, quà, là, fa, più, sì, ma, sa, fra, se, a, e, o… già detto > già-ddetto là sotto > là-ssotto fra noi > fra-nnoi se dici > se-ddici e poi > e-ppoi

Page 27: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

27    

a noi > a-nnoi

-Dopo la forma è del verbo essere è vero > è-vvero è falso > è-ffalso

3.9 Gli scioglilingua

Lo scioglilingua rappresenta una successione di parole i cui suoni, spesso ripetuti all’interno della stessa frase, risultano difficili da pronunciare, soprattutto se articolati velocemente. Sono un buon esercizio di articolazione. Ne proponiamo alcuni:

In un coppo poco cupo poco pepe cape.

Se il coniglio gli agli ti piglia, togligli gli agli e tagliagli gli artigli.

Sette scettici sceicchi sciocchi con la sciatica a Shanghai.

La ruota rotonda ruotava rovente, restando rasente la rete.

L'amata Mita a metà ammattita mise metà matita e la matita in tasca.

Chi porta in porto le porte, parta dai porti e porti in porto le porte aperte.

Sessantasei assassini andarono ad Assisi tutti e sessantasei assassinandosi.

Quanti rami di rovere roderebbe un roditore se un roditore potesse rodere rami di rovere?

Sopra un sasso messo stava su se stesso un sasso stava.

Sedendo carponi cogliendo foglioni, foglioni cogliendo carponi sedendo.

Nel giardin di Frate Andrea, Fra` Simon foglion cogliea. Nel giardin di Fra` Simon, Frate Andrea cogliea foglion.

Page 28: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

28    

In via dell'agnolo c'era un pizzicagnolo che aveva un frignolo sul dito mignolo.

Ti ci stizzisci? E stizziscitici pure!

Sul mare ci sono nove navi nuove una delle nove non vuole navigare.

Tu che attacchi i tacchi, attaccami i tacchi. Io? attaccare i tacchi a te che attacchi i tacchi? Ma attaccateli tu i tuoi tacchi!

Un limone, mezzo limone due limoni, mezzo limone tre limoni, mezzo limone…. Etc

Ho un campo di lupini da diradare; chi me li diraderà?

Chi seme di senapa secca semina sempre seme di senapa secca raccoglie.

Chi tocca di zucca la zucca di Checca fa zucca barucca e la zucca si ammacca. Che pacca che schiocca!

Scopo la casa, la scopa si sciupa;ma se non scopo sciupando la scopa, la mia casetta con cosa la scopo?

Due dadi Dado ha avuto in dono ma Ida e Ada gelose sono.

Prendi questa barca e impegolamela e quando l'avrai impegolata disimpegolamela senza impegolarmi.

Treno troppo stretto e troppo stracco stracca troppi storpi e stroppia troppo.

Sa chi sa che non sa non sa chi non sa che non sa.

Caro conte chi ti canta tanto canta che t'incanta.

In un conca nuotano a rilento tre trote, cinque triglie e tinche cento.

Tigre intriga tigre.

Tre tigri contro tre tigri.

Lucio e Decio lisciano dodici gatti felici.

Page 29: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

29    

Filastrocca sciogligrovigli con la lingua ti ci impigli ma poi te la sgrovigli basta che te la pigli.

È passato lo stracciatoppe e non m'ha stracciatoppato. Quando ripasserà mi stracciatopperà.

Filo fine dentro il foro se l'arruffi non lavoro, non lavoro e il filo fine fora il foro come un crine.

Pio Pietro Paolo Pula, pittore palermitano pinse pittura per poco prezzo. Prepotente popolo, pagate presto Pio Pietro Paolo Pula per partire per Palermo propria patria.

Il cuoco cuoce in cucina e dice che la cuoca giace e tace perché sua cugina non dica che le piace cuocere in cucina col cuoco.

O schiavo con lo schiaccianoci, che cosa schiacci? Schiaccio sei noci del vecchio noce con lo schiaccianoci.

Un pezzo di pizza che puzza nel pozzo del pazzo di pezza.

"C'è il questore in questura a quest'ora?" "No, non c'è il questore in questura a quest'ora, perché se il questore fosse in questura a quest'ora sarebbe questa la questura!"

Pietro Perrone, pregiato pittor perugino, pinse pittura per poco prezzo. Poi, pentitosi pel poco prezzo percepito, partì per Perugia, proseguì per Palestrina, però per perfidia pagana. Pregategli perpetua pace.

Avevo una graticola da ringraticolare. La portai dal capo ringraticolatore delle graticole, ma il capo ringraticolatore delle graticole non c'era. Allora me la ringraticolai da me e me la ringraticolai meglio del capo ringraticolatore delle graticole.

Sei tu quel barbaro barbiere che barbaramente barbasti la barba a quel povero barbaro barbone?

Page 30: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

30    

Sotto le frasche del capanno quattro gatti grossi stanno; sotto quattro grossi sassi, quattro gatti grossi e grassi.

Vedo un ragno nel suo regno, che lavora con impegno; e uno gnomo che fa il bagno con un cigno nello stagno.

La marmotta, quando annotta, nella grotta già barbotta che la pappa non è cotta! Quando è cotta ribarbotta, perché scotta!

C'era una volta una cincibiriciaccola, che aveva centocinquanta cincibiriciaccolini. Un giorno la cincibiriciaccola disse ai suoi centocinquanta cincibiriciaccolini: "Smettetela di cincibiriciaccolare sempre, altrimenti un giorno non cincibiriciaccolerete più".

Eva dava l'uva ad Ava; Ava dava l'uova ad Eva; ora Eva è priva d'uva, mentre Ava è priva d'uova.

Ciò che è, è; ciò che non è, non è; ciò che è, non è ciò che non è; ciò che non è, non è ciò che è.

Ho in tasca l'esca ed esco per la pesca, ma il pesce non s'adesca, c'è l'acqua troppo fresca. Convien che la finisca, non prenderò una lisca! Mi metto in tasca l'esca.

3.10 Il timbro e il volume

Nella maschera facciale risiede la chiave per arrivare al timbro della voce, ossia a quella sensazione di corposità della voce. Occorre fare attenzione però al termine corposità, con il quale non si intende la qualità più o meno scura della voce (ossia il registro), ma la sua capacità di rendersi perfettamente risonante e perciò ben udibile. L’udibilità della voce non è quindi un fattore legato al volume, cioè alla quantità di suono emesso, ma al timbro, cioè alla

Page 31: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

31    

qualità della risonanza. Pensiamo ad esempio ad un impianto stereo: se questo avesse gli altoparlanti rotti, anche se alzassimo il volume al massimo, il suono che ne verrebbe fuori sarebbe estremamente povero. Se però cambiamo gli altoparlanti allora la corposità del suono sarà tale da permetterci di godere della musica anche ad un volume bassissimo.

Proponiamo un esercizio per rinforzare la risonanza.

Inspirare, prendere aria dalla pancia e pronunciare i seguenti suoni:

NA – NO - NA - NO

MA – MO – MA - MO

DA – DO – DA – DO

Nì – Né – Né – NA – Nò – NO – NU

MI – Mé – Mè – MA – Mò – MO – MU

TI – Tè – Tè – TA – Tò – TO – TU

BI – Bé – Bè – BA – Bò – BO – BU

EA – EI – EO – EU

IA – IE – IO – IU

OA – OE – OI – OU

UA – UE – UI – UO

AE – AI – AO – AU

Esercizio per il volume e il timbro. Provare a leggere questi testi cercando di rimanere fedeli, con le variazioni di timbro e di volume, a quanto suggerito dalla lettura.

“PUNTO PRIMO IL VOLUME

NELLE SUE VARIETA’

SI PARLA AD ALTA VOCE

E SE PARLI AD UN TAL CHE PASSA

IL VOLUME CAMBIERA’

TU PUOI PARLARE AGLI ALTRI

O PUOI PARLAR PER TE

Page 32: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

32    

PARLARE AD UN GRANDE PUBBLICO

PARLARE A DUE O A TRE

PUO’ SEMBRARE MOLTO FACILE

MA FACILE NON E’”

“PUNTO SECONDO IL TIMBRO

NELLE SUE MODALITA’

SI PARLA RAUCHI O LIMPIDI

DI GOLA OPPUR SI VA

CERCANDO ANCHE NEL NASO

ALTRE SONORITA’

UN SOFFIO APPENA UDIBILE

UN URLO UN CRA CRA CRA

DI PETTO DALLE VISCERE

DI TESTA E ANCOR CE N’è””

3.11 Appunti (verbi, numeri, giorni, mesi, nomi propri, la lingua italiana scritta)

I verbi ausiliari (essere e avere) Modo/Tempo Verbo essere Verbo avere Indicativo/Presente sóno, sèi, è, siète, sóno hò, avéte Indicativo/Imperfetto èro, èri, èra, èrano avévo, avévi, avéva, avévano Indicativo/Fut. semplice sarò, sarémo, saréte avrò, avrémo, avréte Indicativo/Passato remoto fósti, fóste èbbi, avésti, èbbe, avémmo,

avéste, èbbero

Condizionale/Presente sarèi, sarésti, sarèbbe, sarémmo, saréste, sarèbbero

avrèi, avrésti, avrèbbe, avrémmo, avréste, avrèbbero

Congiuntivo/Imperfetto fóssi, fósse, fóssimo, fóste, fóssero avéssi, avésse, avéste, avéssero

Participio/Presente -------- avènte

Page 33: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

33    

Gerundio/Presente essèndo avèndo Le principali desinenze dei verbi non ausiliari Modo/Tempo Singolare Plurale 1^ pers. 2^ pers. 3^ pers. 1^ pers. 2^ pers. 3^ pers. Indicativo/Presente ----- ----- ----- ----- -éte ----- Indicativo/Imperfetto -évo -évi -éva ----- ----- -évano Indicativo/Futuro semplice -ò ----- ----- -émo -éte ----- Indicativo/Passato remoto -éci ----- -éce ----- ----- -écero -éi -ésti -é -émmo -éste -érono -élsi ----- -élse ----- ----- -élsero -énni ----- -énne ----- ----- -énnero I numeri, i mesi, i giorni I numeri cardinali ùno sèi ùndici sédici trénta dùe sètte dódici diciassètte ----- tré òtto trédici diciòtto cènto quàttro nòve quattórdici diciannòve ----- cìnque dièci quìndici vénti milióne I numeri ordinali prìmo sèsto undicèsimo sedicèsimo secóndo sèttimo dodicèsimo diciassettèsimo tèrzo ottàvo tredicèsimo diciottèsimo quàrto nòno quattordicèsimo diciannovèsimo quìnto dècimo quindicèsimo ventèsimo I mesi dell'anno gennàio febbràio màrzo aprìle màggio giùgno lùglio agósto settèmbre ottóbre novèmbre dicèmbre

Page 34: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

34    

I giorni della settimana lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sàbato doménica

I nomi propri Abèle, Adèlchi, Adèle, Adòlfo, Adóne, Albèrto, Agnèse, Alèssio, Alfrédo, Alighièro, Ambrògio, Amedèo, Amèlia, Amlèto, Anaclèto, Andrèa, Angèlica, Antònio, Antonèllo, Ansèlmo, Arnòldo, Auròra;

Benedétto, Bèrta, Bòris;

Carlòtta, Carmèlo, Celèste, Césare, Clèlia, Clemènte, Cornèlio, Còsimo, Cristòforo;

Danièle, Demètrio, Desidèrio, Diègo, Doménico, Dòra, Donatèlla, Èbe, Edmóndo, Ègle, Èlena, Eleonòra, Elèttra, Èlio, Elisabètta, Elisèo, Élsa, Emanuèle, Èmma, Ènnio, Ènzo, Ernèsto, Èster, Èttore, Eugènio, Eusèbio, Èva;

Fedéle, Fedòra, Filibèrto, Fiorènzo, Francésco, Fulgènzio;

Gabrièle, Gabrièlla, Galilèo, Gaudènzio, Gastóne, Gèmma, Genèsio, Genovèffa, Gilbèrto, Ginévra, Gigliòla, Giórgio, Giosuè, Giròlamo, Gisèlla, Giusèppe, Goffrédo, Gregòrio, Gualtièro, Guglièlmo;

Innocènzo, Irène, Isabèlla, Isòtta, Ippòlito;

Leopòldo, Lambèrto, Lorènzo;

Maddalena, Marcèllo, Mattèo, Michèle, Milèna, Mirèlla, Mònica;

Nicòla, Nòra, Nòrma;

Ofèlia, Olivièro, Òlga, Omèro, Orèste, Ornèlla, Órsola, Òscar, Otèllo;

Perpètua, Piètro, Pompèo;

Rachèle, Raffaèle, Raimóndo, Rebècca, Rèmo, Robèrto, Romèo, Ròcco, Ròmolo, Ròsa, Ruggèro;

Salvatóre, Secóndo, Sèrgio, Sèsto, Sèttimo, Sevèro, Silvèstro, Simóne, Simonétta, Stéfano, Sònia;

Taddèo, Telèmaco, Teodòro, Terènzio, Terèsa, Tesèo;

Umbèrto;

Valèrio, Verònica, Vincènzo, Vittòrio.

Page 35: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

35    

La lingua italiana scritta (errori più frequenti)

Con o senza accento?

Le parole di questa lista sono, a due a due, identiche. Le distingue solo l'accento: su una ci vuole, sull'altra no.

L'accento va messo su: L'accento non va messo su:

dà (verbo dare) Es. Luigi mi dà la mano

da (preposizione) Es. Vengo da Roma

là (avverbio di luogo) Es. Vai là

la (articolo o pronome) Es. La chitarra la suoni?

Lì (avverbio di luogo) Es. Stai lì

Li (pronome) Es. Li senti?

è (verbo essere) Es. Il tavolo è di legno

e (congiunzione) Es. Il gatto e la volpe

Sé (pronome)* Es. Pensa solo per sé

Se (congiunzione) Es. Se sei stanco, dormi

Né (congiunzione negativa) Es. Né carne, né pesce

Ne (avverbio e pronome) Es. Me ne vado; Ne vuoi ancora?

Sì (affermazione) Es. Stai bene? Sì.

Si (pronome) Es. Il piatto si è rotto.

Tè (bevanda) Es. Ti piace il tè?

Te (pronome) Es. Parlo con te!

*Quando il pronome sé è seguito da stesso o medesimo, l'accento può essere tralasciato perché non c'è rischio di confusione con la congiunzione se. Si può scrivere dunque sia se stesso, sia sé stesso

Page 36: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

36    

Vanno scritte sempre senza accento le seguenti parole:

qui (avverbio) Es. Sono qui qua (avverbio) Es. Sono qua so (prima persona dell'indicativo presente del verbo sapere) Es. Io so leggere sa (terza persona dell'indicativo presente del verbo sapere) Es. Lui sa ascoltare fa (terza persona dell'indicativo presente del verbo fare) Es. Lui fa molto sport va (terza persona dell'indicativo presente del verbo andare) Es. Marco va in piscina fu (terza persona del passato remoto del verbo essere) Es. Leopardi fu un grande poeta blu (sostantivo o aggettivo) Es. Il cielo è blu re (sostantivo) Es. Il leone è il re della foresta tre (numero) Es. I tre moschettieri Su (avverbio e preposizione) Es. Vieni su; L'ho visto su una barca Do (prima persona singolare del verbo dare) Es. Ti do una mano; Ti do un consiglio

Vanno scritte sempre con l'accento:

già, giù, più, ciò.

Page 37: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

37    

Con o senza apostrofo? Quando l'apostrofo si usa preferibilmente, ma non obbligatoriamente

esempi

Con l'articolo la e con le preposizioni composte con la La impronta e l'impronta Con questa e quella

Questa immagine e quest'immagine, quella immagine e quell'immagine

Con le parole di una sola sillaba

T'amo e ti amo, m'ha detto e mi ha detto, d'essere e di essere

Con l'articolo gli e con le preposizioni articolate composte con gli (degli, agli, dagli, ecc.) si può usare l'apostrofo solo se la parola successiva comincia per i (è però un'abitudine rara)

Gli Italiani e gl'Italiani, degli Italiani e degl'Italiani

Quando l'apostrofo non si usa mai esempi

Con ci, davanti a parola che comincia per a, o, u

Ci aveva detto (NON c'aveva detto), ci udì (NON c'udì)

Con da (tranne che nelle frasi elencate sopra) Il treno proviene da Ancona Con i pronomi personali le e li

Le accadde (=accadde a lei), li osserva (= osserva quelli)

Se la parola successiva comincia con i, y o j seguita da un'altra vocale

Lo iodio (NON l'iodio), lo yemenita (NON l'yemenita)

L'apostrofo dopo l'articolo indeterminativo un, uno, una

Se la parola che segue l'articolo inizia per vocale ed è maschile non c'è bisogno dell'apostrofo, perché per il maschile esiste la forma autonoma un non apostrofata. Se invece la parola che segue l'articolo inizia per vocale ed è femminile, bisogna usare l'apostrofo, perché, in questo caso, la forma un deriva da una, dove la vocale a cade per elisione davanti ad altra vocale. Dunque si dovrà scrivere un altro e un'altra.

Page 38: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

38    

Si scrive qual'è o qual è?

Maschile e femminile hanno sia la forma piena quale, sia la forma ridotta qual senza apostrofo. Quindi non dovremo mettere l'apostrofo né con una parola maschile né con una parola femminile. Dunque si dovrà scrivere: "Qual è la casa che ti piace?" e "Qual è il colore che ti piace?"

Si può andare a capo con l'apostrofo?

Sì, si deve. La presenza dell'apostrofo in fondo alla riga non dà alcun fastidio a chi legge. Darebbe fastidio invece una forma innaturale e grammaticamente scorretta come "dello oggetto". Per cui, per andare a capo, è consigliabile usare una forma come la seguente: "....dell' oggetto...."

Gli avverbi in "ora"

Tutti gli avverbi che finiscono in "ora" si scrivono senza apostrofo: finora; sinora; tuttora; allora, ecc. E' sbagliato scrivere, ad esempio, "fin'ora" non ho avuto sue notizie…

Page 39: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

39    

Con o senza “i”

I verbi con la radice in "gn" I verbi con la radice in gn (accompagnare, assegnare, bagnare, consegnare, guadagnare, segnare, sognare, vergognare, ecc.), secondo la norma tradizionale, presentano la i nella desinenza della 1a persona plurale dell'indicativo e del congiuntivo presente e nella desinenza della 2a persona plurale del congiuntivo presente. Quindi si scrive: "guadagniamo", "sogniamo", "bagniamo", ecc. Accanto a questo tipo di grafia si è diffusa col tempo anche quella senza la i.

Le parole in ce, ge, sce e cie, gie, scie

Non esiste una regola che ci dica con certezza quali parole si scrivano con ce, ge, sce e quali parole si scrivano con cie, gie e scie. La cosa migliore, in questi casi, è consultare sempre il dizionario. Di seguito elenchiamo solo alcune parole di uso comune nella loro grafia corretta.

Si scrivono con la i: cosciente coscienza sufficiente sufficienza artificiere braciere cartucciera formaggiera cielo scienziato scienza...ecc. Si scrivono senza la i: innocente confacente indecente indecenza

Page 40: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

40    

carcere pancetta megera celo (verbo celare) scendere...ecc.

Il plurale dei nomi femminili in cia e gia

Le parole piane (quelle cioè con l'accento sulla penultima sillaba) che finiscono in cia e gia possono formare il plurale con o senza la i.

Le parole che hanno il plurale con la i

Se la c e la g sono precedute da una vocale (es. ciliegia, camicia, fiducia), il plurale si forma con la i.

Singolare Plurale La camicia Le camicie

La ciliegia Le ciliegie

La fiducia Le fiducie

La malvagia Le malvagie

La socia Le socie

La valigia Le valigie

Le parole che hanno il plurale senza la i

Se la c e la g sono precedute da una consonante (es. pioggia, pancia, pronuncia), il plurale si forma senza la i.

Singolare Plurale L'arancia Le arance

La boccia Le bocce

La buccia Le bucce

La doccia Le docce

Page 41: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

41    

La focaccia Le focacce

La frangia Le frange

La freccia Le frecce

La goccia Le gocce

La mancia Le mance

L'orgia Le orge

La pancia Le pance

La parolaccia Le parolacce

La pelliccia Le pellicce

La pioggia Le piogge

La pronuncia Le pronunce

La provincia Le province

La rinuncia Le rinunce

La roccia Le rocce

La scheggia Le schegge

La spiaggia Le spiagge

Il plurale dei nomi femminili in scia I nomi femminili in scia hanno il plurale in sce.

Singolare Plurale L'ambascia Le ambasce

L'angoscia Le angosce

L'ascia Le asce

La biscia Le bisce

La fascia Le fasce

La striscia Le strisce

Page 42: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

42    

MAIUSCOLA o minuscola?

Quando la maiuscola è obbligatoria

All'inizio di una frase, dopo il punto. Es. Ho sonno. Vado a dormire.

All'inizio di un discorso diretto, dopo le virgolette o la lineetta. Es. - Sei stanco? - Andiamo a casa

Con i nomi propri di persona e di animale, reali e immaginari. Es. Luca, Francesca, Pinocchio, Fido...

Con i soprannomi. Es. il Parmigianino, l'Africano...

Con i nomi geografici, reali e immaginari. Es. Roma, Tevere, Topolinia, Cervino...

Con i nomi di Dio e della Madonna e con altri termini che li designano. Es. il Creatore, l'Onnipotente, la Vergine...

Con i nomi di divinità e di oggetti di culto di tutte le religioni. Es. Buddah, Shiva, la Sindone, la Croce...

Con i nomi di corpi celesti. Es. Marte, Saturno...

Con i nomi di feste civili e religiose. Es. Natale, Pasqua, Ferragosro, il Primo maggio...

Con i nomi dei secoli. Es. il Trecento, il Cinquecento...

Con i titoli di un'opera artistica (un libro, un quadro, un'opera musicale) e dei giornali. Es. I Promessi sposi, I girasoli, la Venere di Milo, Il Resto del carlino, Il Corriere della sera...

Con i nomi degli avvenimenti storico-culturali o di movimenti e scuole di pensiero. Es. la Prima guerra mondiale, la Rivoluzione del Milla, lo Stoicismo, il Simbolismo, la Riforma protestante...

Con i nomi dei periodi storici. Es. Il Medioevo, il Fascismo...

Con i nomi delle istituzioni. Es. lo Stato, la Provincia...

Con i nomi di cariche istituzionali. Es. il Segretario generale dell'ONU, il Presidente della Repubblica...

Con i nomi delle materie d'insegnamento. Es. il Latino

Page 43: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

43    

Quando la maiuscola è facoltativa

Con i nomi piazza, strada, via, viale, vicolo. Es. Piazza Duomo o piazza Duomo, Via Cavour o via Cavour.

I nomi terra, sole e luna, se sono usati come termini generici, vogliono la minuscola; se invece sono usati come termini astronomici, vogliono la maiuscola. Es. Oggi c'è un bel sole; la distanza dalla Terra al Sole è...

I sostantivi di popolo vogliono la maiuscola; gli aggettivi di popolo, invece, vogliono la minuscola. Es. gli Italiani, gli uomini italiani.

Con i titoli professionali e le cariche (più spesso useremo la maiuscola per ragioni di convenienza sociale o di rispetto). Es. il Dottor Rossi; il dottor Rossi

N.B. nei nomi composti da più parole si scrive maiuscola solo la prima. Es. il Consiglio dei ministri, l’Università degli studi, ecc.

Page 44: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

44    

Nomi composti: come si forma il plurale? In italiano trova largo impiego il procedimento della composizione, che consiste nell'unire due o più parole diverse per dar vita a una nuova parola. I nomi ottenuti in questo modo si chiamano nomi composti. Il comportamento dei nomi composti, per quanto riguarda il passaggio dal singolare al plurale, cambia secondo il tipo di parole da cui sono costituiti. Ecco i casi più comuni. Sostantivo + sostantivo I nomi formati da due sostantivi mutano nel plurale soltanto la desinenza del secondo termine.

l'arcobaleno gli arcobaleni la banconota le banconote il cavolfiore i cavolfiori la ferrovia le ferrovie la madreperla le madreperle l'autostrada le autostrade

I nomi composti con la parola capo

I nomi composti con la parola capo non si comportano sempre allo stesso modo. 1. Se la parola capo significa 'colui che è a capo di qualcosa', il plurale si forma volgendo al plurale solo la parola capo:

Singolare Plurale il capobanda i capibanda il capobarca i capobarca il capocellula i capicellula il capocordata i capicordata il capofabbrica i capifabbrica il capofamiglia i capifamiglia il capofficina i capofficina il capogabinetto i capigabinetto il capogruppo i capigruppo il capopartito i capipartito

Page 45: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

45    

il capopopolo i capipopolo il caporeparto i capireparto il caposezione i capisezione il caposquadra i capisquadra il capostazione i capistazione il capotreno i capitreno il capoufficio i capiufficio

In alcuni composti di questo tipo, però, si modifica solo la desinenza della seconda parola:

Singolare Plurale il capocomico i capocomici il capocontabile i capocontabili il capocuoco i capocuochi (o i capicuoco) il capomastro i capomastri (o i capimastri) il caporedattore i caporedattori

2. Se la parola capo indica 'posizione di preminenza o di inizio di qualcosa', il plurale si forma modificando solo la desinenza del secondo elelemento:

Singolare Plurale il capodanno i capodanni il capogiro i capogiri il capolavoro i capolavori il capoluogo i capoluoghi il capostipite i capostipiti il capoverso i capoversi

3. Se il composto è di genere femminile e il nome capo si riferisce a una donna che è a capo di qualcosa, il plurale è invariabile:

Singolare Plurale la capofamiglia le capofamiglia la capolista le capolista la capopopolo le capopopolo la cporedazione le caporedazione la caposala le caposala

Page 46: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

46    

la caposquadra le caposquadra la capoufficio le capoufficio

Ovviamente, anche in questo caso, non mancano le eccezioni:

Singolare Plurale la capocronista le capocroniste la capocuoca le capocuoche la caporedattrice le caporedattrici

Sostantivo + aggettivo I nomi formati da un sostantivo seguito da un aggettivo trasformano in plurale entrambe le parole componenti.

il caposaldo i capisaldi la cartastraccia le cartestracce la cassaforte le casseforti il pellerossa i pellirosse la piazzaforte le piazzeforti

Aggettivo + sostantivo I nomi formati da un aggettivo seguito da un sostantivo prendono il plurale solo nel secondo elemento.

l'altoparlante gli altoparlanti il bassorilievo i bassorilievi il francobollo i francobolli il mezzogiorno i mezzogiorni

I nomi composti con le parole alto- e basso-

Sono ammesse due forme di plurale:

Singolare Plurale l'altoforno gli altoforni o gli altiforni l'altopiano gli altopiani o gli altipiani il bassofondo i bassofondi o i bassifondi

Page 47: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

47    

il bassopiano i bassopiani o i bassipiani il bassorilievo i bassorilievi o i bassirilievi

Verbo + sostantivo I nomi formati da un verbo e un sostantivo si comportano in maniera diversa a seconda che il sostantivo sia singolare o plurale. 1. Se il sostantivo è plurale, il nome composto resta invariato:

l'accendisigari gli accendisigari il cavatappi i cavatappi il guastafeste i guastafeste il lustrascarpe i lustrascarpe il portaombrelli i portaombrelli lo stuzzicadenti gli stuzzicadenti

2. Se il sostantivo è singolare, il nome composto può assumere la desinenza del plurale o rimanere invariato. Assume la desinenza del plurale quando il sostantivo componente è di genere maschile.

il battibecco i battibecchi il parafango i parafanghi il parafulmini i parafulmini il passaporto i passaporti

Rimane invece invariato quando il sostantivo componente è di genere femminile.

l'aspirapolvere gli aspirapolvere il cacciavite i cacciavite il portacenere i portacenere il salvagente i salvagente

Verbo + verbo e verbo + avverbio I nomi costituiti da due forme verbali o da una forma verbale e un avverbio sono invariabili al plurale.

Page 48: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

48    

l'andirivieni gli andirivieni il dormiveglia i dormiveglia il parapiglia i parapiglia il saliscendi i saliscendi il posapiano i posapiano il viavai i viavai

Preposizione o avverbio + sostantivo I nomi formati da una preposizione o un avverbio e un sostantivo non sono in realtà nomi composti ma prefissati. Essi non seguono una regola costante; alcuni rimangono invariati, altri mutano la desinenza del secondo elemento.

il doposcuola i doposcuola il retroterra i retroterra il senzatetto i senzatetto il sottoscala i sottoscala il dopopranzo i dopopranzi la soprattassa le soprattasse il sottopassaggio i sottopassaggi la sottoveste le sottovesti

Vi sono anche nomi composti da più di due elementi; tra questi ricordiamo i nomi composti con due sostantivi uniti da una preposizione, come ficodindia, fiordaliso, messinscena, che fanno rispettivamente fichidindia, fiordalisi, messinscene. Un caso particolare è rappresentato dal nome pomodoro, che ha ben tre plurali: pomodori, pomidori (popolare), pomidoro (regionale).

Page 49: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

49    

Si scrive staccato o attaccato?

Parole che si scrivono solamente attaccate

Si scrive NON si scrive

Abbastanza A bastanza

Affatto A fatto

Allora All'ora

Allorché Allor che, all'or che

Almeno Al meno

Altrimenti Altri menti

Ancorché Ancor che

appunto A punto

Benché Ben che

Bensì Ben sì

Chissà Chi sa

Davvero Da vero, davero

Dinanzi, dinnanzi Di nanzi, d'inanzi

Dopodomani Dopo domani

Dovunque D'ovunque

Ebbene E bene

Eppure E pure

Fabbisogno Fa bisogno

Finché Fin che

Finora Fin ora, fin'ora

Giacché Già che

Infatti In fatti

Inoltre In oltre

Invano In vano

Page 50: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

50    

Invero In vero

Laggiù Là giù

Lassù Là su

Malgrado Mal grado

Neanche Né anche

Nemmeno Né meno

Neppure Né pure

Nonché Non che

Oppure O pure

Ossia O sia

Ovvero O vero

Ovverosia O vero sia, ovvero sia

Perciò Per ciò

Perfino Per fino

Pertanto Per tanto

Piuttosto Più tosto

Poiché Poi che

Pressappoco Press'a poco, pressa poco, pressapoco

Purtroppo Pur troppo

Quaggiù Qua giù

Qualcosa Qual cosa

Quassù Qua su

Sebbene Se bene

Sennonché, senonché Se non che

Seppure Se pure

Sicché Sì che

Siccome Sì come

Page 51: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

51    

Sissignore Sì signore

Soprattutto Sopra tutto, sopratutto

Sottosopra Sotto sopra

Talmento Tal mente

Talora Tal ora, tal'ora

Taluno Tal uno, tal'uno

Talvolta Tal volta

Tuttavia Tutta via

Tuttora Tutt'ora

Parole che si scrivono solamente staccate

Si scrive NON si scrive

A proposito Approposito

Al di là Aldilà (a meno che non si intenda l'aldilà, il regno dei cieli)

Al di sopra, al disopra Aldisopra

Al di sotto, al disotto Aldisotto

All'incirca Allincirca

D'accordo Daccordo

D'altronde Daltronde

In quanto Inquanto

L'altr'anno Laltranno, l'altranno

Per cui Percui

Senz'altro Senzaltro

Tutt'e due Tuttedue, tutteddue

Page 52: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

52    

Parole che si scrivono sia attaccate sia staccate

Si scrive ...ma si scrive anche...

Anzitempo Anzi tempo

Anzitutto Anzi tutto

Casomai Caso mai

Ciononostante Ciò nonostante

Controvoglia Contro voglia

Dappertutto Da per tutto (ma NON si scrive dapertutto)

Dappoco Da poco

Dappresso Da preso

Dapprima Da prima

Dapprincipio Da principio

Disotto Di sotto

Dopotutto Dopo tutto

Nondimeno Non di meno

Nonostante Non ostante

Oltremisura Oltre misura

Oltremodo Oltre modo

Perlomeno Per lo meno

Perlopiù Per lo più

Quantomeno Quanto meno

Quantopiù Quanto più

Suppergiù Su per giù

Tantomeno Tanto meno

Tantopiù Tanto più

Tuttalpiù Tutt'al più

Page 53: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

53    

“Z”, semplice o doppia??

Le parole che al loro interno contengono una “z” sono sempre causa di dubbi amletici. Perché, per esempio, “pazzia” ha due “z” e “direzione”, invece, una sola? Si ha doppia zeta (zz) davanti a vocale semplice: corazza, pazzo. Si ha una sola zeta (z), invece, davanti a due vocali: azione, abbazia. Le eccezioni sono quasi inesistenti: razzìa e pochissime parole derivate da altre che al loro interno ne contengono due per la “regola” sopra citata: pazzia (da ‘pazzo’); corazziere (da ‘corazza’).    

Impossibile o inpossibile?

La n si muta in m davanti alle lettera b e p. in-battibile e in-possibile, per motivi eufonici, cioè di miglior suono, diventano imbattibile e impossibile.

G (doppia o no?)

Perché alcune parole hanno una doppia g (stupidaggine, testardaggine) e altre no (voragine)? Come regolarsi nel dubbio? Lombaggine o lombagine? Immagine o immaggine? Una regola empirica (valida nel 95 per cento dei casi: propaggine, infatti, rientra nel restante 5) può essere di aiuto. Alla parola testardaggine, per esempio, se si toglie ggine e resta un vocabolo di senso compiuto, vuol dire che ci vogliono due g: testarda ha un senso compiuto, quindi, due g. Da immaggine (?) togliamo ggine e resta imma che non ha alcun senso; quindi, una sola g: immagine. Cartagine, ovviamente, fa eccezione perché è una città, anche se togliendo ggine resta carta che è una parola di senso compiuto.

Page 54: DIZIONE E QUALITA’ DELLA VOCE1).pdf3!! 1. La voce L’essere umano è in grado di parlare grazie all’azione combinata di almeno cinque, fondamentali funzioni: _ produzione dell’aria

 

54    

Gli errori più comuni

Un'indagine svolta fra i redattori e i collaboratori della casa editrice Zanichelli ha identificato gli errori più frequenti e insidiosi nello scrivere italiano. Eccone l'elenco. Grafia delle parole

Errato Corretto accellerare accelerare a gratis gratis anedottico aneddotico appropiato appropriato avvallo avallo areoporto aeroporto biricchino birichino Caltanisetta Caltanissetta

collutazione colluttazione colluttorio collutorio conoscienza conoscenza coscenza coscienza efficenza efficienza essicare essiccare esterefatto esterrefatto ingegniere ingegnere interpetrare interpretare Macchiavelli Machiavelli Missisipi Mississippi metereologia meteorologia pressocché pressoché scenza scienza scorazzare scorrazzare  


Recommended