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Ádám Bodor Boscomatto - Il Saggiatore · 2019. 1. 22. · Ádám Bodor Boscomatto Variazioni...

Date post: 25-Jan-2021
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Ádám Bodor Boscomatto Variazioni sulla fine dei giorni Ultimo romanzo di Ádám Bodor, Boscomatto è una succes- sione di tavole in cui le situazioni si ripetono in modo os- sessivo, come se i personaggi – soli e disperati, accomunati da un desiderio perennemente frustrato di contatto uma- no – fossero condannati a replicare senza sosta i gesti di una farsa insensata, senza passato, presente e futuro. C’è un paese che non c’è. Al centro di una valle nebbiosa, cir- condato da un bosco dai cui rami scheletrici penzolano ca- daveri di impiccati, vive una non-vita immota e immutabile, congelata in un’eterna ripetizione di gesti, riti, culti. L’inverno è lungo, l’estate corta, le gravidanze durano due anni: nem- meno i bambini vogliono nascere. Nulla turba questa quiete che è un coma: gli abitanti – il capo della brigata per il con- trollo delle acque; il giovane Adam, uscito dal penitenziario di Monor Gledin per aiutare il brigadiere nelle sue mansioni; la curatrice che sa resuscitare i morti; la sarta che predice il fu- turo nei fazzoletti inzuppati di lacrime – aspettano; aspettano che in paese arrivi qualcuno, ma non arriva mai nessuno, e quei pochi che arrivano se ne vanno, o scompaiono, o si get- tano nelle acque della sorgente numero due. Anche gli uccelli sono spariti: sono volati via, un giorno, e non sono più tornati. «Bodor è l’autore più spietato, più crudele della letteratu- ra contemporanea est-europea. Non conosce, né capisce, il significato della parola amore – se lo interroghi in proposito, ti guarda con l’espressione di chi ha appena morso una mela acerba. Eppure, mentre gli si chiede conto di ciò, la sua atten- zione e il suo autocontrollo sono eccezionali – questo indub- biamente fa parte della sua grandezza. Quando si legge Bodor si ha l’impressione che il XX secolo in realtà non sia ancora finito. E nemmeno il XIX. E dopo Boscomatto si ha l’impressio- ne che nessun secolo sia mai finito del tutto. I cambiamenti si svolgono in superficie, dice Bodor, nel profondo tutto resta sempre uguale – e sempre per lo stesso motivo.» László Krasznahorkai € 22,00 | pp. 312 Traduzione di Mariarosa Sciglitano Ádám Bodor, nato in Transilvania nel 1936 ed emigrato in Ungheria nel 1982, è uno dei più importanti autori di lingua ungherese. Nel 2003 ha vinto il prestigioso premio Kossuth. In libreria dal 7 febbraio
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  • Ádám BodorBoscomattoVariazioni sulla fine dei giorni

    Ultimo romanzo di Ádám Bodor, Boscomatto è una succes-sione di tavole in cui le situazioni si ripetono in modo os-sessivo, come se i personaggi – soli e disperati, accomunati da un desiderio perennemente frustrato di contatto uma-no – fossero condannati a replicare senza sosta i gesti di una farsa insensata, senza passato, presente e futuro.C’è un paese che non c’è. Al centro di una valle nebbiosa, cir-condato da un bosco dai cui rami scheletrici penzolano ca-daveri di impiccati, vive una non-vita immota e immutabile, congelata in un’eterna ripetizione di gesti, riti, culti. L’inverno è lungo, l’estate corta, le gravidanze durano due anni: nem-meno i bambini vogliono nascere. Nulla turba questa quiete che è un coma: gli abitanti – il capo della brigata per il con-trollo delle acque; il giovane Adam, uscito dal penitenziario di Monor Gledin per aiutare il brigadiere nelle sue mansioni; la curatrice che sa resuscitare i morti; la sarta che predice il fu-turo nei fazzoletti inzuppati di lacrime – aspettano; aspettano che in paese arrivi qualcuno, ma non arriva mai nessuno, e quei pochi che arrivano se ne vanno, o scompaiono, o si get-tano nelle acque della sorgente numero due. Anche gli uccelli sono spariti: sono volati via, un giorno, e non sono più tornati.

    «Bodor è l’autore più spietato, più crudele della letteratu-ra contemporanea est-europea. Non conosce, né capisce, il

    significato della parola amore – se lo interroghi in proposito, ti guarda con l’espressione di chi ha appena morso una mela acerba. Eppure, mentre gli si chiede conto di ciò, la sua atten-zione e il suo autocontrollo sono eccezionali – questo indub-

    biamente fa parte della sua grandezza. Quando si legge Bodor si ha l’impressione che il XX secolo in realtà non sia ancora

    finito. E nemmeno il XIX. E dopo Boscomatto si ha l’impressio-ne che nessun secolo sia mai finito del tutto. I cambiamenti

    si svolgono in superficie, dice Bodor, nel profondo tutto resta sempre uguale – e sempre per lo stesso motivo.»

    László Krasznahorkai

    € 22,00 | pp. 312

    Traduzione di Mariarosa Sciglitano

    Ádám Bodor, nato in Transilvania nel 1936 ed emigrato in Ungheria nel 1982, è uno dei più importanti autori di lingua ungherese. Nel 2003 ha vinto il prestigioso premio Kossuth.

    In libreria dal 7 febbraio

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  • Filippo TuenaLe galantiQuasi un’autobiografia

    A cavallo tra il romanzo e l’autobiografia, tra atmosfere in-time e fiabesche, Filippo Tuena ripercorre la sua carriera letteraria, lanciandosi in un’esplorazione che riporta in vita tutti i protagonisti dei suoi romanzi più celebri. Leggendo queste pagine ci si avventura in una sorta di camera del-le meraviglie, vibrante e incantata, nella quale trovano po-sto storie dimenticate, aneddoti misteriosi, splendide opere d’arte, fotografie del passato, luoghi perturbanti e misterio-si, per riflettere sulla vita e sul vero significato dell’estremo atto creativo.

    DAL LIBRO

    Mi sono allontanato e ho pensato per un attimo che, sì, sono i desideri del momento a muoverci, a rendere vivo il mondo; gli appuntamenti pressanti, gli incontri improcrastinabili, ma che la nostra natura è tale che non esiste quiete nep-pure quando si percepisce il sentimento dell’assenza; che quel che ci manca è quel che ci rende vivi; che la memoria e il tempo irrecuperabile producono passione e muovono il mondo, al pari dei desideri dei sognatori e degli amanti e co-sì ho pensato a certi messaggi che provengono dal passato, che mentre vivi il presente ti riportano a un tempo lontanis-simo e a un mondo lontano che però è attuale e contempo-raneo e vicino.

    € 32,00 | pp. 672

    Filippo Tuena è uno scrittore italiano, autore di saggi di storia dell’arte e di romanzi. Per il Sag-giatore sono usciti Ultimo parallelo, Memoriali sul caso Schumann e Com'è trascorsa la notte.

    In libreria dal 14 febbraio

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  • FORMATO SPECIALE John CageSilenzioIl Saggiatore riporta in libreria gli scritti di John Cage in una traduzione riveduta e con una nuova prefazione. È il 1961 quando esce Silenzio. Cage parla e scrive volen-tieri del suo modo di operare, nello stesso modo poetico e imprevedibile con cui fa musica. Quando si decide a racco-gliere i suoi scritti e le sue conferenze-performance, il suo pensiero ha da poco contagiato in maniera irreversibile la nuova musica che si fa in Europa. Silenzio diffonde il con-tagio al di là dell’ambito musicale e dà a Cage una notorie-tà senza precedenti. Il libro viene accolto da una comunità di giovani in pieno fermento artistico, culturale e politico. Diventa subito un manifesto, e un caso letterario. Insieme di articoli, conferenze e saggi composti fra il 1939 e il 1960, Silenzio spazia dai discorsi sulla musica – propria e degli altri – alla danza, alla pittura, alla disciplina zen, con storie e aneddoti nel tempo divenuti proverbiali.

    DALLA PREFAZIONE DI KYLE GANN

    Silenzio di John Cage è il libro che ho riletto più volte nella mia vita. È quel genere di libro. Continuavo a rileggerlo in parte perché quello il suo presunto significato cambiava di volta in volta. Lo lessi per la prima volta nel 1971, quindi ol-tre a essere il cinquantesimo anniversario della prima pub-blicazione, questo è anche il quarantesimo anniversario del nostro fidanzamento. Avevo quindici anni, e il libro ebbe su di me un impatto profondo, rivitalizzante. A diciassette anni lo rilessi e mi accorsi che la prima volta non l’avevo capito davvero. A diciannove lo rivalutai ancora di più. E probabil-mente lo rifeci a ventuno o ventidue, e poi a venticinque, e svariate volte negli anni ottanta e novanta, riscoprendone regolarmente il significato in un flusso caleidoscopico. E ora, rileggendolo ancora una volta, più attentamente, dall’inizio alla fine, a cinquantacinque anni, scopro una prospettiva mai avuta prima d’ora. Ma sono restio a dedurre che questa lettura sia più o meno realistica o autentica rispetto a quelle precedenti. Il testo rimane invariato: sono io a cambiare.

    € 42,00 | pp. 312

    Traduzione di Giancarlo Carlotti Prefazione di Kyle Gann

    John Cage è nato a Los Angeles nel 1912 e mor-to a New York nel 1992. Compositore, teorico della musica, scrittore, filosofo, pittore, è stato uno degli artisti più rivoluzionari e influenti del Novecento. Nel 2017 il Saggiatore ha pubblica-to Musicage.

    In libreria dal 14 febbraio

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  • Jean-Paul SartreL'idiota della famigliaGustave Flaubert dal 1821 al 1857

    Libro eretico e inclassificabile, ridefinizione dell’etica sar-triana della libertà, monumentale incontro tra due grandi classici della letteratura francese, L’idiota della famiglia vie-ne oggi riproposto con un’inedita introduzione di Massimo Recalcati. Chi era Gustave Flaubert? L’idiota della famiglia, un imbe-cille preda di lunghi stati d’assenza stuporosa, lo sguardo perso a inseguire miraggi; l’istrionico attore mancato, per chi lo ha conosciuto adolescente. No, il Gustave dell’episto-lario è prima di tutto un incurabile nevrotico, che accarezza con la mente le tenebre delle sue malinconie. Si tratta, in ogni caso, dell’autore di quel prezioso capolavoro chiamato Madame Bovary. Come si fa a definire un uomo? Come fare per armonizzare le opposte verità in cui si disperde la sua biografia? Sartre accetta la sfida: si spinge a rivangare il passato, senza pudo-re per l’intimità violata; raccoglie la materia pulviscolare, che irradia gli strati multiformi del ricordo, e la ricompo-ne in un ritratto concreto. Guidandoci attraverso la galleria di specchi deformanti, dell'individuo che coglie negli occhi dell’altro il riflesso traviato di se stesso, il maestro dell’esi-stenzialismo mostra che nessuno si sottrae al crudele gioco del rovescio, in cui gli uomini s’incrociano per scambiarsi a vicenda l’effige della maschera sociale, così lontana dalla loro essenza profonda. Reagire diventa imperativo catego-rico: non farsi imprigionare dalla verità dell’altro, ma per-mettere alla voce interiore di librarsi leggera, perché possa trovare la sua consistenza nella scrittura.

    € 65,00 | pp. 1008

    Traduzione di Corrado Pavolini Introduzione di Massimo Recalcati

    Jean-Paul Sartre (Parigi 1905-1980), scrittore e filosofo, è stato uno dei massimi esponenti dell'esistenzialismo.

    In libreria dal 21 febbraio

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  • Annemarie SchwarzenbachI miei occhi sul mondoScritti di viaggio

    Le piste carovaniere del deserto iraniano; i passi tra le mon-tagne del Kurdistan; le strade verso l’antica città di Ur, spaz-zate da tempeste di sabbia; le mulattiere afghane da cui si scorgono i monti dell’Hindu Kush; ma anche i vicoli di Li-sbona, le autostrade americane e i sentieri dell’isola di Nan-tucket. Queste e molte altre sono le innumerevoli strade percorse e raccontate da Annemarie Schwarzenbach nel suo vagabondare tra i continenti. Scrittrice, fotografa, intel-lettuale bohémien impegnata contro il nazionalsocialismo, posseduta da un animo inquieto, un desiderio di vedere i nomi delle carte geografiche trasformarsi davanti agli occhi in paesaggi vivi, fatti di montagne, coste, villaggi, città, uo-mini, donne. Ma ogni viaggio è anche accompagnato da un male oscuro, una lacerazione dell’anima in un’Europa op-pressa dalla dittatura nazista, che per Annemarie non è solo una patria che attrae e respinge, ma un ideale giunto alla sua crisi definitiva, a cui il suo pensiero ritorna di continuo.I miei occhi sul mondo raccoglie una selezione di testi e ar-ticoli, quasi tutti inediti, che attraversano anni e continenti seguendo il percorso di una scrittura in costante mutazio-ne. Una scrittura che vive e respira attraverso lo sguardo, capace di fotografare la vitalità e la speranza degli Stati Uni-ti durante la rielezione di Roosevelt, il sole che sfolgora su una casa da tè sulle montagne persiane o la semplice felicità di vagabondare sotto il vasto cielo di Maiorca.

    DAL LIBRO

    «Perché viaggiare è partire senza meta: con uno sguardo fu-gace si abbraccia un villaggio, una valle, e ciò che si ama di più lo si ama già con il dolore dell’addio.»

    € 22,00 | pp. 280

    A cura di Tina D'Agostini

    Annemarie Schwarzenbach, scrittrice, gior-nalista e fotografa svizzera, è nata a Zurigo nel 1908 ed è morta a soli trentaquattro anni. Grande viaggiatrice, ribelle e anticonformista, ha scritto articoli, saggi, reportage, romanzi e racconti. Il Saggiatore ha pubblicato Oltre New York (2004), Dalla parte dell’ombra (2011), Ogni cosa è da lei illuminata (2012), La notte è infini-tamente vuota (2014), Tutte le strade sono aperte (2015), Fuga verso l’alto (2016) e la biografia Una terribile libertà scritta da Dominique Laure Mier-mont (2015).

    In libreria dal 21 febbraio

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  • Chris WoodfordFisica della lavatriceIl meraviglioso mondo degli oggetti che ci circondano

    Fisica della lavatrice ci porta a scoprire la scienza segreta degli oggetti di ogni giorno: dall’energia cinetica che permette alla macchina di avanzare nel traffico alle leve nascoste in asce, martelli e rotoli di carta igienica; dalla fotodegradazione che stinge le nostre magliette preferite all’elasticità delle assi di le-gno del pavimento; dai fluidi non-newtoniani che ingeriamo abitualmente, come il ketchup, alle microcapsule di colla che rendono «magici» i post-it. Un viaggio tra elettricità e forza gravitazionale, termodinamica e relatività, che ci fa guardare da un punto di vista inatteso il nostro microcosmo domesti-co, con rivelazioni e curiosi quesiti, scientificamente fondati: è possibile incendiare casa utilizzando un trapano elettrico? Perché il vento non butta giù i grattacieli? Come mai alcune persone russano e altre no? È meglio la vasca o la doccia?Il vetro attraverso cui passa la luce che ci sveglia, la fetta di pane tostato con cui facciamo colazione, i jeans che indos-siamo per uscire, le ruote della bici che sostengono il nostro peso mentre torniamo dal lavoro, il palazzo tra le cui mura ci addormentiamo: ogni singolo oggetto del nostro quoti-diano funziona e opera grazie alle leggi di fisica, chimica e biologia, in modi che di solito ignoriamo completamente. Chris Woodford ci spalanca le porte delle misteriose forze che collegano le nostre camere da letto alle distese senza fine dello spazio interstellare, e i nostri spazzolini da denti all’origine dell’universo. Un libro che è un invito a perderci in armadi e garage, cucine e lavastoviglie, radio a transistor e polverosi ripostigli per riemergerne più consapevoli e af-fascinati – dell’incredibile potenza che si nasconde dietro a pressoché tutto ciò che ci circonda.

    € 24,00 | pp. 344

    Traduzione di Allegra Panini

    Chris Woodford è un divulgatore scientifico, curatore del popolare sito Explain That Stuff. Dei suoi numerosi libri, tradotti in più di 20 paesi, ricordiamo How Cool Stuff Works (2005) e Earth Matters (2008).

    In libreria dal 21 febbraio

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  • Akwaeke EmeziAcquadolceAda è una ragazza nigeriana, che, a diciotto anni, lascia il pae-se dove è nata per andare a studiare negli Stati Uniti, dove tut-to è festa, le ragazze ballano nei bar e i ragazzi, nei dormitori, bevono birra e giocano ai videogiochi. Ada è un’adolescente come tante. Ma Ada è un’adolescente come nessun’altra. Ada è anche Noi, perché nella sua mente dimorano demoni e dèi: sono gli spiriti ancestrali della sua terra, spiriti di fuoco e fu-mo, e l'hanno seguita nel mondo quando è nata. Le porte che separano la nostra realtà dall'altra parte non si sono chiuse in tempo, e ora gli spiriti sono bloccati nel suo corpo, e Ada è fumo e ombra. E quando un compagno di college si appro-fitta della sua innocenza, Ada è Asu. ghara: donna e serpente e fuoco e rabbia e dolore e riso sprezzante e caos, e la sua vita non sarà più la stessa. Gli dèi proteggono i loro favoriti, a co-sto di distruggere tutto il resto. Acquadolce è un’esplorazione coraggiosa dei recessi più reconditi della psiche umana e, allo stesso tempo, un lungo canto d’amore per un passato mitico cui solo la letteratura può dare nuova vita. La voce di Akwae-ke Emezi, alla sua prova d’esordio, ha la forza sciamanica di un lungo incanto, e la grazia e il ritmo pulsante di un antico esorcismo o sacrificio.

    «Acquadolce racconta la “litania di pazzie” sofferta dalla giovane Ada, e lo fa con una prosa serpentina che proce-de con movimenti obliqui e ipnotizzanti prima di affon-

    dare i denti nel lettore. Misterioso come gli dèi e i demoni che lo narrano, Acquadolce è l'ultimo capolavoro di questa

    età dell'oro del romanzo nigeriano.»The Wall Street Journal

    «Coraggioso e straordinario, poetico e disturbante.»The New York Times

    «Perfetto. Sexy, sensuale, spirituale, saggio.»The Guardian

    € 21,00 | pp. 220

    Traduzione di Benedetta Dazzi

    Akwaeke Emezi nasce in Nigeria e studia alla New York University. Nel 2017 vince il Common-wealth Short Story prize for Africa. Suoi lavori sono apparsi su molti magazine letterari, tra cui Granta. Acquadolce, nominato dal New York Times fra i cento migliori libri del 2018, è il suo romanzo d’esordio.

    In libreria dal 28 febbraio

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  • David PillingL'illusione della crescitaPerché le nazioni possono essere ricche senza rinunciare alla felicità

    L’imperativo della nostra economia è la crescita, costante, continua, il metro con cui giudichiamo il valore delle società. Il PIL ne è il parametro principale: uno specchio magico che dice quanto le economie sono belle e produttive, oggi più che mai. Se però si ha il coraggio di guardare gli strumenti usati per misurare la crescita con lucidità si scopre una realtà ben diversa. Se il prodotto interno lordo fosse una persona, sareb-be miope e non priva di difetti: apprezza le guerre e la pro-duzione di armi per sanare i danni dei conflitti; la criminalità non lo disturba se significa pagare corpi di polizia nutriti; se la cava benissimo a contare la produzione di sbarre d’acciao e mattoni, ma è davvero scarso nel calcolare beni immate-riali come un taglio di capelli, una seduta di psicoanalisi o qualsiasi attività che non comprende un passaggio di denaro. L’illusione della crescita è un viaggio attraverso le economie mondiali e gli strumenti imperfetti usati per misurare la pro-duttività, che generano politiche sbilanciate verso una cresci-ta aggressiva senza curarsi degli effetti devastanti sulla natura o sulle fasce più deboli della società. Per uscire da questa spi-rale negativa Pilling propone nuovi parametri per misurare la ricchezza, ponendo l’accento non sulla dimensione di un sistema economico ma sulla sua qualità.

    «Pilling ha colto nel segno.»The Financial Times

    «Coinvolgente e appassionato.»The Guardian

    «È quasi un miracolo.»Ha-Joon Chang, autore di

    23 cose che non ti hanno mai detto sul capitalismo

    € 24,00 | pp. 264

    Traduzione di Fabio Galimberti e Gaia Seller

    David Pilling è stato inviato e redattore del Fi-nancial Times per venticinque anni. Attualmen-te è il responsabile per l’Africa e uno degli edi-torialisti fissi del giornale; in precedenza è stato il responsabile per l’Asia, realizzando servizi in tutto il continente.

    In libreria dal 28 febbraio

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    Allen GinsbergLe migliori menti della mia generazioneStefano AgostiBaudelaireEmmanuel Le Roy LadurieMontaillouMatteo MarchesiniCasa di carteCento pagine d'amoreCorrado StajanoIl sovversivoJacopo TomatisStoria culturale della canzone italianaMarshall McLuhanEric McLuhanLe tetradi perdute di Marshall McLuhanÁdám BodorBoscomattoFilippo TuenaLe galantiJohn CageSilenzioJean-Paul SartreL'idiota della famigliaAnnemarie SchwarzenbachI miei occhi sul mondoChris WoodfordFisica della lavatriceAkwaeke EmeziAcquadolceDavid PillingL'illusione della crescitaFrank TallisBreve storia dell'inconscioGiuseppe PlazziI tre fratelli che non dormivano maiPierre DemartyNessun cieloEmiliano BrancaccioGiacomo BracciIl discorso del potereJoyce Carol OatesAi limiti dell'impossibileCory TaylorMorireRosalba SantoroContro i bambiniAshley KahnA Love SupremeJeremy BernsteinL'uomo senza frontiereIsaac AsimovVisioni di robotAmir D. AczelL'enigma di FermatJoseph MazurAchille e la tartaruga


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