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Date post: 05-Mar-2018
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RIPASSIAMO MANZONI E I PROMESSI SPOSI ALESSANDRO MANZONI La vita Nacque a Milano il 7 marzo 1785 dal conte Pietro Manzoni e da Giulia Beccaria. Dopo la separazione dei genitori venne educato in collegi religiosi. Nel 1805 raggiunse la madre a Parigi ed entrò in contatto con importanti intellettuali illuministi . nel 1808 sposò Enrichetta Blondlel , una calvinista convertita al cattolicesimo e nel 1810 si converte anche lui. Tornato a Milano condusse una vita schiva e appartata, interamente dedicata all’ attività letteraria , tra il 1812 e il 1827 compose liriche religiose e patriottiche, due tragedie, Fermo e Lucia, pubblicato per la prima volta nel 1827 con il titolo I Promessi Sposi. Negli anni successivi si dedicò soprattutto alla revisione linguistica del romanzo che pubblicò nella versione definitiva del 1840. Abbandonata la produzione propriamente creativa si dedicò alla stesura di trattati storici . Nel 1861 venne nominato senatore a vita. Morì a Milano nel 1873. Le opere: oltre ai Promessi Sposi , tra le opere principali ricordiamo : - Le due odi civili - i cinque Inni Sacri
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RIPASSIAMO MANZONI E I PROMESSI SPOSI

ALESSANDRO MANZONI La vita Nacque a Milano il 7 marzo 1785 dal conte Pietro Manzoni e da Giulia Beccaria. Dopo la separazione dei genitori venne educato in collegi religiosi. Nel 1805 raggiunse la madre a Parigi ed entrò in contatto con importanti intellettuali illuministi . nel 1808 sposò Enrichetta Blondlel , una calvinista convertita al cattolicesimo e nel 1810 si converte anche lui. Tornato a Milano condusse una vita schiva e appartata, interamente dedicata all’ attività letteraria , tra il 1812 e il 1827 compose liriche religiose e patriottiche, due tragedie, Fermo e Lucia, pubblicato per la prima volta nel 1827 con il titolo I Promessi Sposi.Negli anni successivi si dedicò soprattutto alla revisione linguistica del romanzo che pubblicò nella versione definitiva del 1840.Abbandonata la produzione propriamente creativa si dedicò alla stesura di trattati storici . Nel 1861 venne nominato senatore a vita. Morì a Milano nel 1873.Le opere:oltre ai Promessi Sposi , tra le opere principali ricordiamo :

- Le due odi civili - i cinque Inni Sacri

La poeticaNella verità degli eventi storici, egli spinto da un profondo senso religioso , ricercava i valori cristiani e l’azione della Provvidenza Divina, intesa come una forza misteriosa che volge verso il bene gli eventi , secondo un piano che l’uomo non può conoscere ma che premia chi resta fedele

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al bene e alla fede. Come egli stesso affermò , l’arte deve avere “ l’utile per iscopo, il vero per soggetto, l’interessante per mezzo”, cioè deve:

- Proporsi come scopo l’utilità morale del lettore- Basarsi sul vero storico o verosimile- Utilizzare una forma piacevole per raggiungere e interessare un vasto pubblico.- Nella sua opera è presente un vivo patriottismo che si esprime sia nell’ adesione agli ideali

risorgimentali, sia nella ricerca di una lingua unitaria , che possa favorire il processo di unificazione nazionale.I PROMESSI SPOSIIl genere Sono un romanzo storico . Appartengono a questo genere le narrazioni ambientate in un’epoca passata che l’autore ricostruisce con precisione, basandosi anche su documenti e fonti dell’ epoca; su questo sfondo viene pio ricostruita una vicenda verosimile, cioè inventata ma perfettamente coerente con l’epoca e l’ ambiente sociale rappresentato. Anche i personaggi possono essere storici (realmente esistiti) oppure verosimili .Manzoni scelse questo genere letterario perché riteneva che l’arte dovesse trasmettere un profondo insegnamento cristiano e morale , e che solo basandosi sulla realtà storica e umana ciò sarebbe stato possibile. La tramaNell’ introduzione al romanzo Manzoni scrive di aver trovato un manoscritto, opera di un anonimo autore del Seicento, che raccontava una storia bella e istruttiva, degna di essere scritta in una lingua più moderna e pubblicata. In realtà il manoscritto è una finzione letteraria , usata da Manzoni per rafforzare l’impressione di verità del suo racconto e per avere a disposizione due voci narranti: l’anonimo , portatore delle credenze e dei valori del tempo, e un narratore moderno, che commenta i fatti e i giudizi dell’ anonimo.Capitoli 1-8Il romanzo si apre con la descrizione del luogo dove inizia la vicenda : il lago di Como e le montagne nei pressi di Lecco, le stradine, i campi coltivati, i vigneti.Dopo il narratore spiega che il Ducato di Milano , di cui questo posto faceva parte, era possedimento spagnolo da circa un secolo. E’ molto ironico quando parla del malgoverno degli occupanti.La sera del 7 novembre 1628 Don Abbondio , prete di un paesino del posto, percorreva, come al solito, una stradina, leggendo il suo libro di preghiere, quando incontra due bravi (pericolose guardie del corpo dei signorotti locali, che dicono al prete di non celebrare il matrimonio.Terrorizzato dall’ incontro e dalla scoperta che dietro ai bravi c’era Don Rodrigo , il curato rientra a casa e trova Perpetua, la sua governante buona ma anche pettegola, che vedendolo spaventato lo tempesta di domande finchè lui non rivela l’accaduto. A quel punto Don Abbondio , stremato si mette a letto ma non riesce a prender sonno . La mattina seguente arriva Renzo, puntuale, a fissar la data del matrimonio. Di fronte a Renzo , Don Abbondio balbetta, lascia capire che ci sono problemi, manca qualche autorizzazione ma Renzo insiste, chiede spiegazioni, e alla fine perde la pazienza quando il prete inizia a

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parlare latino per confonderlo. Ma siccome Renzo e’ serio e rispettoso , alla fine si rassegna e accetta di spostare la data del matrimonio di una settimana. Però, uscendo , incontra Perpetua , che gli rivela una parte della verità. A quel punto torna da Don Abbondio e lo mette alle strette fino a farlo pronunciare il nome di don Rodrigo . Renzo ha un attacco d’ira, vorrebbe uccidere il signorotto , ma pensa a Lucia e si calma, così si dirige verso la casa di Lucia, che ignara di tutto si sta preparando per il matrimonio.A questo punto il narratore fa il primo ritratto di Lucia, insiste sul suo carattere dolce, schivo e umile, sorretto dalla fede in Dio . Lucia racconta che aveva notato le attenzioni di don Rodrigo verso di lei e che ne aveva parlato al suo confessore, fra Cristoforo, che le aveva consigliato di affettare il matrimonio e di non uscire di casa. Disperata Agnese, la mamma di Lucia, elabora un piano, dice che bisogna rivolgersi ad un avvocato, che saprà come sistemare la cosa. L’ avvocato Azzecca- garbugli non è capace, come dice il suo nome, di difendere i più deboli , ed infatti l’ incontro tra Renzo e l’avvocato è fallimentare, quando quest’ ultimo capisce che Renzo deve denunciare Don Rodrigo, lo caccia dallo studio. Arrabbiato e confuso, Renzo torna a casa di Lucia, e decide che l’indomani si parlerà con la sola persona che possa veramente aiutarlo: fra Cristoforo. Questi era un frate che dopo una gioventù ricca e sventurata, si era macchiato di omicidio e per sfuggire all’ arresto si era rifugiato in convento e lì aveva maturato la sua vocazione e in seguito si era dedicato solo ad aiutare il prossimo.La mattina dopo, fra Cristoforo si presenta a casa di Lucia e si fa raccontare tutto, rimprovera Renzo per i suoi propositi di vendetta e si avvia verso il palazzo di don Rodrigo per far lasciar in pace Lucia.La facciata della dimora di don Rodrigo , con il particolare degli avvoltoi inchiodati al portone, è la rappresentazione simbolica del suo potere, pronto a esercitarsi solo sui più deboli. Viene introdotto nella sala da pranzo, dove il signorotto sta banchettando con altri personaggi prepotenti, tra i quali il podestà del luogo e l’avvocato Azzecca-garbugli. Dopo un po’ don Rodrigo lo riceve in un’altra stanza e lo provoca con i suoi modi sprezzanti , ma il frate sopporta e non reagisce, e lo invita ad agire per il bene. Don Rodrigo si prende gioco di lui suggerendo di voler far da protettore a Lucia, a questo punto fra Cristoforo passa al contrattacco con la sola arma della fede.Mentre fra Cristoforo fa ritorno verso la casa di Lucia, Agnese progetta il piano del matrimonio a sorpresa a casa di Don Abbondio, che non avrà il tempo di reagire quando loro pronunceranno le formule rituali. Anche don Rodrigo sta però progettando: incarica Griso, capo dei suoi bravi, di preparare il rapimento di Lucia per l’indomani notte. Così inizia la “ notte degli imbrogli” dove tutti i piani falliscono : Don Abbondio riesce a sottrarsi dal matrimonio a sorpresa e sveglia, urlando e facendo suonare le campane , tutto il paese; i bravi non trovano Lucia a casa e sentendo movimento nelle strade, scappano. Agnese, Renzo e Lucia , sentito del tentato rapimento si rifugiano a Pescarenico , nel convento di fra Cristoforo. Questi comunica loro che una separazione temporanea è necessaria, perché don Rodrigo continua ad avere cattive intenzioni. Cosi Agnese e Lucia si recheranno in un convento vicino , mentre Renzo andrà in un altro convento a Milano. I tre

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pregano per un istante e poi si dirigono al lago, dove li attende una barca, durante la traversata Lucia guarda il paesaggio e dà un silenzioso e commosso addio.Capitoli 9-17La barca che porta i tre fuggiaschi arriva alla riva opposta del lago e un carro li attende per portarli a Monza ; qui si separano : Renzo prosegue per Milano e le due donne si recano presso il convento di monache di clausura , per chiedere accoglienza alla “ signora”, la suora più potente del luogo. Giunte al convento, vengono fatte accomodare nel parlatorio e, seminascosta da una grata , compare l’enigmatica figura della “signora”.La storia di Lucia incuriosisce molto la monaca di Monza, che le chiede di restare solo con lei. A questo punto , il narratore inserisce un lungo flash-back in cui racconta la vicenda della “signora”, ispirata alla storia di Maria Anna de Leyva, poi suor Virginia , protagonista di u celebre scandalo, seguito da processo, nel Seicento. Geltrude, questo il nome della “signora” , era nata da una potente famiglia del Milanese , che fin da piccola l’aveva destinata al convento per dare tutta l’eredità al primogenito. Gertrude viene educata e viziata dalle suore che desiderano compiacere suo padre, viene anche incoraggiata all’ esibizione di comportamenti superbi e sprezzanti nei confronti delle altre educante ; finchè un giorno non capisce che proprio queste altre sono destinate alla vita fuori dal convento , che a lei sembra ricca di piaceri e divertente. Dopo molte titubanze si decide a scrivere al padre dicendo di non voler adempiere al suo volere, ma la lettera non riceve mai una risposta . Siccome prima di prendere i voti , le novizie devono tornare a casa per un mese, così fa anche Gertrude , sperando di trovare un ambiente accogliente, ma trova solo ostilità e freddezza, solo un paggio si mostra gentile con lei , al quale ricambia scrivendogli una lettera, che intercettata da una serva meschina diventa una potente arma di ricatto nelle mani del padre. Così egli accusa Gertrude di aver coperto la famiglia di vergogna e di essersi condannata da sola con il suo comportamento scorretto alla vita da suora. Cosi Geltrude viene riportata in convento , dove resterà per sempre covando rancore nei confronti del padre. Il suo comportamento è segno di un animo tormentato , anche se dopo qualche tempo sembra placarsi poiché è avvicinata da un giovane, il cui palazzo si affaccia sul chiostro del convento. Inizia così una relazione con Egidio , che però viene notata da un ‘altra suora che durante un litigio con la “ signora” minaccia di parlarne . Cosi Egidio decide di zittire per sempre la suora e la uccide. Tormentata dal rimorso , succube di Egidio , Geltrude trascorre un altro anno inquieto , finchè arriva Lucia nel suo convento. Renzo , invece arriva a Milano, ma niente è come se l’aspettava. Le strade sono deserte, il suolo è cosparso di farina e di pane. Poco a poco , Renzo comprende che è in corso una sollevazione popolare e si avvicina alla Corsia dei servi, centro dell’ agitazione. L’ evento è storico: l’11 novembre 1628 i milanesi, furiosi per i rincari del pane, assaltarono i forni, ritenendo i fornai responsabili degli aumenti di prezzo.Dalla Corsia dei servi il tumulto si trasferisce davanti alla casa del vicario di Provvisione , l’amministratore incaricato degli approvvigionamenti cittadini. Un po’ sospinto dalla folla e un po’ per sua volontà vi arriva anche Renzo, che urla per riportare alla calma i manifestanti . Così viene scambiato per un rivoltoso e ingannato da un poliziotto in

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borghese che lo fa bere ed ubriacare e poi lo arresta. Per fortuna , con l’aiuto di un passante, Renzo si libera e si dà alla fuga ciecamente , senza sapere dove andare. Finisce in un bosco e si accorge di essere ancora nei pressi dell’Adda , al confine tra il ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Trascorre la notte in un capanno abbandonato e ripensa alla sua triste storia. L’ indomani all’ alba varca il fiume e raggiunge il paese di suo cugino Bartolo , che gli assicura alloggio e lavoro.Cap. 18-27Da Milano arrivano notizie confuse sia a Monza sia al paesino di Renzo e Lucia, Don Rodrigo e Lucia vengono a sapere che Renzo è stato arrestato. Agnese decide di tornare al paese per avere notizie da fra Cristoforo , che nel frattempo è stato trasferito a Rimini da un potente “zio “ di don Rodrigo. Cosi allontanato Renzo e il frate, don Rodrigo pensa al secondo rapimento. A questo punto entra in scena l’Innominato, un personaggio tanto potente e malvagio da sembrare un diavolo: don Rodrigo si reca al suo palazzo per chiedergli aiuto. E qui il narratore fa la descrizione del castello dell’ innominato, che accetta volentieri di aiutare don Rodrigo perché sa di poter contare su Egidio, il quale, a sua volta, tiene in pugno col ricatto Gertrude. Quest’ ultima, alla richiesta dell’ amante, inorridisce, perché è affezionata a Lucia , ma la paura del ricatto è più forte ed accetta. Con un pretesto manda Lucia fuori dal convento , dove l’aspetta una carrozza guidata da Nibbio, il più spregiudicato tra i bravi dell’ innominato. Il rapimento ,questa volta, riesce. A nulla servono le preghiere e le lacrime di Lucia, che viene condotta al castello. Qui l’innominato, che per la prima volta sente una stana inquietudine, decide di vederla e anche se non sa perché , teme quell’ incontro. A questo punto l’ innominato va a trovare Lucia nella sua stanza. Dopo la visita , Lucia rimane sola con la vecchia serva e soffre da sola rannicchiata in un anglo. Trova conforto solo nel pensiero della Madonna e le offre in voto la sua castità, se potrà salvarsi dal periodo incombente. Infine , confortata da ciò , si addormenta. Invece l’innominato , ripensando alle pessime azioni compiute durante la sua vita, trascorre una notte di dolore e angoscia. Finchè la mattina seguente , sentendo il paese in festa, viene a sapere che il cardinale Federigo Borromeo sta per arrivare in visita pastorale. Chiede di essere accolto dal cardinale. E qui nel colloquio l’ innominato vince il suo orgoglio e scopre il miracolo della conversione. Primo atto della sua nuova vita è liberare Lucia, che viene affidata alle cure di donna Prassede e don Ferrante, nobili coniugi milanesi. La conversione dell’ innominato si viene a sapere anche nel paese di Renzo e Lucia. Siccome il cardinale Borromeo prosegue proprio lì la visita ufficiale, don Rodrigo, per togliersi dall’ imbarazzo di un incontro col cardinale va a Milano e a don Abbondio viene fatto il rimprovero ufficiale , che tanto temeva. Intanto dal suo paese, nel Bergamasco, anche Renzo cerca di mettersi in contatto con Agnese e Lucia. Non sapendo né leggere né scrivere si affida ad un intermediario e viene a sapere del voto di castità di Lucia e fa sapere che non l’accetterà mai . Intanto Lucia , stabilitasi a Milano a casa di donna Prassede , cerca di dimenticarlo.Cap. 28-38

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A separare Renzo e Lucia non sono solo i chilometri ma anche il vorticoso sviluppo degli eventi storici. Milano , tra la primavera e l’estate del 1629 , soffre di una terribile carestia, e cui si aggiunge la peste. Il contagio si espande, anche perché non ci sono adeguati interventi governativi, finchè nell’ autunno, quando sembra essere tutto sotto controllo, arriva una nuova sciagura: i lanzichenecchi, i mercenari tedeschi. Entrano nel ducato di Milano a settembre, tipo gli Unni , distruggono tutto. La stessa cosa fanno al paese di Renzo e Lucia, da cui Agnese, Perpetua e don Abbondio fuggono , trovando riparo, cosi come molti altri, presso il castello dell’innominato. Alla fine del 1629 distruggono anche la città di Milano ed insieme alla violenza portano anche la peste. Il panico aumenta sempre di più esplode una follia collettiva, mancano le norme basilari di convivenza civile. Ognuno guarda il proprio vicino sospettando di essere un untore, cioè un personaggio mandato dal demonio a ungere con sostanze velenose i muri delle case , al fine di diffondere il contagio. Anche i governanti credono a ciò e fanno processi a poveri innocenti accusati di stregoneria. La situazione diventa orribile. I morti sono 150 000 su 200 000 mila abitanti , vengono ammucchiati per strada finchè il carro dei monatti li porta via.Don Rodrigo si ammala e Griso invece di aiutarlo lo deruba e lo abbandona ma muore prima di arrivare al lazzaretto , il ricovero per i contagiati . Anche Renzo si ammala ma guarisce e superato il timore di essere ricercato dalla polizia deide di cercare Lucia. Tornato al suo paese trova tutto devastato ma viene a sapere che ella si trova a Milano, dove torna un anno e mezzo dopo la sua prima visita.Lo spettacolo che gli si presenta è orrendo, ovunque un silenzio di morte Mentre pensa che Lucia potrebbe essere lì ad un angolo di strada agonizzante gli si presenta la scena della madre di Cecilia. Commosso e impietosito si rimette in marcia verso il palazzo di donna Prassede, ma giunto lì apprende che Lucia è stata portata al lazzaretto . Mentre sta lì una donna lo scambia per untore e urla, così i passanti si avvicinano minacciosamente, Renzo si salva gettandosi su un carro di monatti ubriachi e festanti per la pestilenza che porta loro occasioni di arricchimento.Finalmente arriva al lazzaretto e trova uno spettacolo orrendo , ad un certo punto scorge la figura familiare di fra Cristoforo, che anche se malato sta lì a portare il suo aiuto. I due si ritrovano , si raccontano a vicenda gli eventi e Renzo viene rimproverato perché dice di volersi vendicare di don Rodrigo se scopre che Lucia è morta di peste e si pente.Cosi il frate lo accompagna ad una capanna poco distante dove c’è don Rodrigo che muore. Renzo si aggira tra le capanne delle malate , ma non trova Lucia tra le convalescenti, poi da dietro una parete di paglia la vede: è lei. Finalmente dopo due anni sono di nuovo vicini , egli non si rassegna al voto di castità e vanno da fra Cristoforo , che scioglie il voto. Renzo , felicissimo , si rimette in cammino verso il paese per annunciare ad Agnese che presto ci sarà un matrimonio rimandato troppo a lungo . Intanto il cielo, da giorni, oppresso da nubi nere, lascia cadere il suo carico di pioggia , che lava via la peste e, simbolicamente, tutte le sofferenze di Renzo. Da questo momento in poi Renzo è affaccendato a preparare il suo futuro . Dopo aver incontrato Agnese , torna nel bergamasco, compra una casa per la famiglia che si formerà , poi si mette in cammino verso il suo paese, dove aspetterà Lucia.

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La giovane, concluso il periodo di quarantena in lazzaretto, viene ospitata da una buona donna con cui aveva condiviso la malattia e qui viene a sapere della morte dei suoi benefattori: fra Cristoforo, donna Prassede e don Ferrante. Finalmente Lucia torna al suo paese, don Abbondio , non fidandosi della morte di don Rodrigo rimanda il matrimonio . ma il successore di don Rodrigo è un marchese di ottima fama che appena arrivato al paese si preoccupa di compensare i promessi sposi per le offese subite. A quel punto , rassicurato don Abbondio celebra il matrimonio . Finalmente marito e moglie , Renzo e Lucia si trasferiscono nel Bergamasco , qui i vicini chiacchierano e spettegolano perché credevano che Lucia fosse una grande bellezza. Cosi Renzo , infuriato, si rimette in cammino per l’ultima volta: la loro meta è un paesino alle porte di Bergamo e qui nacque la loro bambina che chiamarono Maria, in seguito ebbero altri figli e Renzo volle che imparassero tutti a leggere e a scrivere.

I personaggi Da una parte Renzo ( 20 anni, operaio tessile e contadino, fidanzato di Lucia) e Lucia (18 anni, filatrice, fidanzata di Renzo) , i protagonisti; d’ altra don Rodrigo ( malvagio signorotto del paese) , l’antagonista. Svolgono la funzione di aiutanti di Renzo e Lucia fra Cristoforo (frate cappuccino) e il cardinale Federigo Borromeo ( cardinale di Milano, modello di alta spiritualità cristiana), oltre ad Agnese ( madre di Lucia) ed altri personaggi minori quali la famiglia del sarto, donna Prassede e il cugino Bortolo. Sul versante dei cattivi troviamo , invece, il conte Attilio e il conte-zio come rappresentanti del potere familiare e politico, oltre ai “satelliti” quali il Griso e l’Azzecca- garbugli. Antagonista è anche Don Abbondio , anche se alla fine sarà proprio lui a celebrare con soddisfazione il sospirato matrimonio.Personaggi ambigui sono invece la monaca di Monza e l’Innominato, con esiti abbastanza diversi . Geltrude prima è un’ aiutante di Lucia ma poi per debolezza morale si trova a fare la complice ai suoi persecutori.Percorso inverso compie invece l’Innominato : prima è un alleato di Don Rodrigo , poi si trasforma nel più valido alleato di Lucia.I personaggi si possono dividere anche in statici e dinamici , il caso più significativo sono proprio i due protagonisti. Da un lato Lucia , che resta stabile durante tutta la vicenda nei suoi semplici ma forti convincimenti religiosi e morali . D’ altro l’irruente e dinamico Renzo , sempre in movimento , che dalle sue esperienze ne trae sempre qualcosa e si trasforma, come lui stesso cerca di sintetizzare nella personale “morale” che propone alla fine del racconto . Sotto questo punto di vista I Promessi Sposi sono stati spesso definiti come il “ romanzo di formazione” di Renzo. Il tempo La vicenda del romanzo si svolge dalla fine del 1628 all’ autunno del 1630 , con una rapida proiezione conclusiva e indeterminata degli anni successivi.

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I luoghi

La vicenda si svolge nel territorio lombardo . A quei tempi il territorio di Milano e della riva occidentale dell’ Adda ( e quindi del lago di Como) facevano parte del ducato di Milano ,

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sotto la dominazione spagnola. Il territorio di Bergamo , sul lato orientale dell’Adda, era invece provincia della Repubblica di Venezia.

Nel romanzo si alternano spazi aperti e spazi chiusi , che fanno via via da sfondo , atmosfera , o rispecchiano lo stato dei personaggi. Lo stileE’ uno stile medio, senza effusioni liriche o tentazioni enfatiche. Sono considerati la prima grande opera popolare della tradizione italiana: scritti per un pubblico vasto, composti in una lingua comune e viva ma artisticamente valida, dedicati a vicende della storia italiana, essi furono considerati non solo un modello linguistico , ma anche l’ opera letteraria che è riuscita a rappresentare l’ unità culturale italiana. Il narratorePrevale il narratore onnisciente , che spiega e chiarisce i diversi avvenimenti, scruta l’interiorità dei personaggi e alla fine esprime un giudizio sul loro comportamento , qualche volta spinge il lettore a trovare un messaggio morale e ideologico, e quindi un narratore che spesso interviene in prima persona. Per bilanciare tutta questa invadenza l’ autore spesso assume atteggiamenti compensatori :

- Si appella alla fedeltà di fatti accaduti realmente, citando anche le fonti.- Si nasconde ironicamente attribuendo il racconto a qualche manoscritto anonimo trovato

per caso.

L’ importanza dell’ opera- E’ il primo vero romanzo della letteratura italiana;- Per la prima volta sono protagonisti gli umili;- Propone una visione provvidenziale della storia;

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- Tutti i personaggi sono raccontati nella loro umanità;- E’ scritto in una lingua accessibile e semplice, che diventa un modello di prosa moderna e

chiara.


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