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Documentazione e ricerche
Normativa europea in materia bancaria
e recepimento in Italia
n. 224/1
2 agosto 2016
Camera dei deputati
XVII LEGISLATURA
D o c u m e n t a z i o n e e r i c e r c h e
Normativa europea in materia bancaria e recepimento in Italia
n. 224/1
02 agosto 2016
SERVIZIO STUDI Dipartimento Finanze Tel. 06 6760-9496 – [email protected] - @CD_finanze Documentazione e ricerche n. 224/1 La documentazione dei Servizi e degli Uffici del Senato della Repubblica e della Camera dei
deputati è destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. Si declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.
FI0440a.docx
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I N D I C E
Premessa ........................................................................................................ 1
Normativa europea in materia bancaria e recepimento in Italia ............ 3
Proposte dell’UE in materia bancaria ...................................................... 12
La legislazione in materia bancaria: gli interventi nella XVII Legislatura .................................................................................................. 17
Lo stato di salute del sistema bancario italiano ....................................... 28
La situazione delle banche europee in sintesi: i dati EBA relativi al primo trimestre 2016 ................................................................ 32
EBA (European Banking Authority), Risk Dashboard, data as of Q1 2016 ................................................................................................... 41
PREMESSA
1
PREMESSA
La legislatura in corso è caratterizzata da una produzione normativa consistente nel settore bancario e creditizio, stante l'attuale contesto socioeconomico.
In primo luogo il legislatore è intervenuto allo scopo di garantire una maggiore trasparenza nei rapporti tra banche e clienti e, complessivamente, per potenziare gli strumenti di tutela dei consumatori.
Sotto un diverso fronte, è stato avviato un processo di riforma
complessiva del sistema bancario nazionale, dapprima con il decreto-legge n. 3 del 2015 con riferimento alle banche popolari, continuando poi con le fondazioni bancarie e con l'autoriforma delle banche di credito cooperativo, confluita nel decreto-legge n. 18 del 2016.
È inoltre proseguita l'attività di recepimento della disciplina europea in
materia bancaria e creditizia, soprattutto alla luce del nuovo quadro dell'Unione Bancaria.
Il presente dossier dà quindi conto innanzitutto dell’evoluzione
normativa a livello europeo e a livello nazionale, nonché delle proposte normative in discussione a livello europeo e, nella seconda parte, della situazione delle banche italiane ed europee, sulla base di alcuni indicatori significativi, quali: il capitale di migliore qualità; la qualità dei portafogli bancari; il tasso di copertura delle sofferenze; la redditività; il rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione; il loan-to-deposit ratio, vale a dire, il rapporto tra l’ammontare totale
degli impieghi e l’ammontare totale della raccolta diretta, le attività liquide e passività a breve termine.
È allegato infine il documento dell’Eba (Autorità bancaria europea) che
espone la situazione dei rischi degli istituti bancari in Europa.
NORMATIVA EUROPEA IN MATERIA BANCARIA E RECEPIMENTO IN ITALIA
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NORMATIVA EUROPEA IN MATERIA BANCARIA E RECEPIMENTO IN ITALIA
Il Sistema europeo delle autorità di vigilanza finanziarie (SEVIF)
Nel corso del 2010 è stato creato un sistema europeo delle autorità di vigilanza finanziarie (SEVIF) mediante l'istituzione, con appositi regolamenti, di tre nuove autorità di vigilanza europee competenti, rispettivamente per le banche, i mercati finanziari e le assicurazioni, e di un Comitato europeo per il rischio sistemico incaricato della vigilanza macroprudenziale.
In particolare il regolamento (UE) n. 1093/2010 ha istituito l'Autorità bancaria europea (EBA); il regolamento n. 1094/2010 ha istituito l'Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA) ed il regolamento n. 1095/2010 ha istituito l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA). Con il regolamento n. 1092/2010 relativo alla vigilanza macroprudenziale del sistema finanziario nell'Unione europea è stato istituto il Comitato europeo per il rischio sistemico(CERS).
La creazione del SEVIF fa seguito alle proposte elaborate da un gruppo di esperti (cd. gruppo "de Larosière") incaricato dalla Commissione europea, nel novembre 2008, di formulare delle raccomandazioni su come rafforzare i meccanismi di vigilanza europei a fronte della crisi finanziaria.
La disciplina sui requisiti patrimoniali
Allo scopo di ridurre l’eventualità di crisi bancarie di carattere sistemico suscettibili di mettere a rischio la stabilità finanziaria complessiva, sono state introdotte nell’ordinamento europeo (attraverso il regolamento (UE) n. 575/2013 e la direttiva 2013/36/UE, cosiddetta Capital Requirements Directive IV – CRD IV) norme che recepiscono l'accordo di Basilea 3 sui requisiti patrimoniali delle banche.
Obiettivo della disciplina è di imporre alle banche di accantonare un capitale adeguato per far fronte ad eventuali perdite inattese e rimanere comunque solvibili in situazioni di crisi. L’importo del capitale è correlato ai rischi legati alle attività svolte; per le attività più sicure è previsto un fattore di ponderazione minore. Il capitale Tier 1 è quello previsto per consentire a ciascuna banca di svolgere la sua attività preservandone la solvibilità; il capitale Tier 2 è invece riferito al caso di cessazione di attività e risponde allo scopo di permettere alla banca di rimborsare i depositanti e i creditori privilegiati in caso di insolvenza. L’importo totale del capitale deve essere pari almeno all’8% delle attività
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ponderate per il rischio. La percentuale di capitale Tier 1 (di elevatissima qualità) deve rappresentare il 4,5% delle attività ponderate per il rischio. E’ inoltre previsto a carico delle istituzioni finanziarie l’obbligo di disporre di attività liquide sufficienti far fronte a eventuali deflussi in dipendenza di forti stress. A tal fine è stabilito un coefficiente di copertura della liquidità di ammontare crescente dal 60% nel 2015 al 100% nel 2018. Da ultimo, la disciplina ha introdotto norme volte a ridurre leve finanziarie (rapporto tra il capitale e le sue attività totali) eccessive, suscettibili di provocare conseguenze negative sulla solvibilità delle banche.
Le banche italiane negli anni più recenti hanno realizzato diversi interventi per aumentare la propria dotazione di capitale e per adeguarsi ai requisiti richiesti.
La Banca d’Italia ha quindi dato avvio all’attuazione in Italia della direttiva
2013/36/UE con l’emanazione delle disposizioni di vigilanza per le banche (circolare n. 285 del 17 dicembre 2013, successivamente aggiornata nel tempo).
Le disposizioni sono entrate vigore il 1° gennaio 2014, data dalla quale è direttamente applicabile nei singoli Stati il menzionato regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) in materia di requisiti patrimoniali.
In particolare con l’aggiornamento del 6 maggio 2014 alle Disposizioni di vigilanza per le banche è stato inserito, alla parte prima, il nuovo titolo IV "Governo societario, controlli interni, gestione dei rischi", capitolo 1 "Governo societario" (comunicato stampa della Banca d'Italia). Le norme confermano principi già presenti nelle recedenti disposizioni, tra cui: la chiara distinzione di compiti e poteri tra gli organi societari; l'adeguata dialettica interna; l'efficacia dei controlli e una composizione degli organi societari coerente con le dimensioni e la complessità delle aziende bancarie.
A livello di normativa primaria, è col decreto legislativo n. 72 del 2015 che sono state apportate opportune modifiche al Testo Unico Bancario e al Testo Unico della Finanza volte a recepire, a livello legislativo, la direttiva 2013/36/UE sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento (c.d. CRD IV), conformemente alla delega conferita dalla legge 7 ottobre 2014, n. 154 (legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre).
Le principali disposizioni del predetto decreto legislativo prevedono: una complessiva riforma dei requisiti degli esponenti aziendali e dei
partecipanti al capitale, valida non solo per il settore bancario e creditizio, ma che si estende anche agli enti operanti nel settore finanziario (ovvero i soggetti disciplinati dal TUF). Le linee guida della riforma prevedono l'integrazione dei vigenti requisiti con criteri di competenza e correttezza, la cui individuazione concreta spetta alla normativa di rango secondario (articoli 23 e 91 della CRD IV); il divieto di cumulo degli incarichi;
un rafforzamento dei poteri di intervento e correttivi delle Autorità di vigilanza (Banca d'Italia e Consob);
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specifici meccanismi di segnalazione, sia all'interno degli intermediari che presso l'autorità di vigilanza, delle eventuali violazioni normative;
l'obbligo di astensione di soci e amministratori nelle delibere in cui presentino un interesse in conflitto, in luogo del vigente obbligo dell'amministratore di dare notizie al board dell'interesse di cui è portatore in una specifica operazione il rafforzamento dei poteri della Banca d'Italia;
in ordine alle sanzioni, oltre agli adeguamenti dei massimali e dei minimi secondo quanto previsto dalla legge delega, le disposizioni proposte differenziano inoltre tra persone fisiche e giuridiche;
secondo quanto previsto dalla norma di delega, si svincola il potere regolamentare della Banca d'Italia dalla necessità di una previa deliberazione del Comitato interministeriale per il Credito e il Risparmio (CICR).
L’unione bancaria
La crisi economico-finanziaria ha prodotto significativi effetti negativi sui bilanci delle banche, derivanti dalla rilevante quantità di titoli di debito pubblico detenuti in portafoglio per i quali è emersa una forte criticità e dall’aumento delle sofferenze, provocato dalla crescita delle insolvenze. L’UE è intervenuta con strumenti regolamentari e normativi eterogenei, al fine di creare un meccanismo normativo e regolamentare valido a contrastare gli effetti della crisi finanziaria.
Per porre fine al circolo vizioso tra crisi dei sistemi bancari e crescita del debito sovrano, è stata avviata la costruzione dell’Unione bancaria, fondata su tre pilastri: un sistema unico di vigilanza; un meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie, dotato anche di
un fondo comune; un sistema europeo di garanzia dei depositi bancari.
Allo stato attuale, il progetto dell’Unione bancaria vede realizzati i primi
due pilastri, e nello specifico: il meccanismo unico di vigilanza bancaria (single supervisory
mechanism, SSM, istituito con il regolamento (UE) n. 1024/2013), che prevede l'attribuzione alla BCE di compiti di vigilanza prudenziale direttamente sulle banche cd. "sistemiche" (circa 130 su un totale di 6000 banche europee), e indirettamente – per il tramite delle autorità di vigilanza nazionali - su tutti gli istituti di credito. Le banche sistemiche sono quelle il cui valore totale delle attività supera i 30 miliardi di euro, ovvero il rapporto tra le attività totali e il PIL dello Stato membro in cui sono stabilite supera il 20%, a meno che il valore totale delle attività sia inferiore a 5 miliardi di euro (per quanto riguarda l’Italia, l’elenco comprende 15 istituti di credito: Banca Carige , Banca Monte dei Paschi di
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Siena, Banco Popolare , Banca Popolare dell’Emilia Romagna , Banca Popolare di Milano , Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare di Vicenza, Barclays Italia, Credito Emiliano, Iccrea Holding, Intesa Sanpaolo , Mediobanca , Unicredit , Unione di Banche Italiane e Veneto Banca);
il meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie (istituito con il regolamento (UE) n. 806/2014), che mira a limitare l'impatto sui bilanci pubblici degli interventi di salvataggio delle banche in crisi (cd. bail-out), introducendo il principio per cui il finanziamento degli istituti di credito è affidata in primo luogo ad azionisti, obbligazionisti e creditori delle banche stesse (cd. bail-in). Si è provveduto inoltre ad istituire, con accordo intergovernativo, il fondo unico di risoluzione (operativo dal 1° gennaio 2016), che sarà alimentato da contributi delle banche per un totale stimato di 55 miliardi di euro. Il Fondo unico di risoluzione inizialmente è costituito di "comparti nazionali". Questi verranno gradualmente fusi nel corso di una fase transitoria della durata di otto anni. Questa messa in comune dei fondi versati inizierà con il 40% nel primo anno e un ulteriore 20% nel secondo anno, per poi aumentare continuamente con importi uniformi nei rimanenti sei anni, fintanto che i comparti nazionali non cesseranno di esistere. Al termine del processo di mutualizzazione, il Fondo dovrebbe raggiungere almeno l'1% dell'importo dei depositi protetti di tutti gli enti creditizi autorizzati in tutti gli Stati membri dell'unione bancaria (pari al citato importo di circa 55 miliardi di euro). Sul punto si ricorda che la legge di stabilità 2016 (articolo 1, commi 880-885)
ha autorizzato il Ministero dell'economia e delle finanze a stipulare con l'organo competente alla gestione del Meccanismo di risoluzione unico degli istituti bancari (SRM), ovvero il Comitato di risoluzione, gli accordi necessari a dare attuazione alla dichiarazione Ecofin del 18 dicembre 2013, la quale tra l'altro stabilisce che gli Stati membri partecipanti all'Unione bancaria assicurino finanziamenti ponte al Fondo di risoluzione unico previsto dal predetto regolamento, ove le risorse del medesimo siano insufficienti. Con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze si dispone l'erogazione di finanziamenti ponte fino a 5.735 milioni di euro. Ove non si possa procedere mediante le ordinarie procedure di gestione dei pagamenti, i decreti del MEF che dispongono l'erogazione dei finanziamenti autorizzano il ricorso ad anticipazioni di tesoreria.
Viene dunque istituito, per assicurare la disponibilità delle somme eventualmente richieste, nello stato di previsione del MEF un apposito fondo con dotazione iniziale di 2.500 milioni di euro per il 2016, per cui si prevede una contabilità speciale. La dotazione del fondo è così costituita: per 1.500 milioni, mediante versamento all'entrata del bilancio dello Stato delle
somme giacenti sulla contabilità speciale istituita per il riacquisto da parte delle regioni dei titoli obbligazionari da esse emessi, ivi compreso il contributo MEF
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a tale scopo, nella parte non utilizzata per la ristrutturazione del debito regionale;
per i restanti 1.000 milioni, mediante corrispondente riduzione del rifinanziamento al Fondo destinato ad integrare le risorse iscritte sul bilancio destinate alle garanzie rilasciate dallo Stato. Accanto al predetto regolamento UE) n. 806/2014, la direttiva
2014/59/UE ha istituito un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento. Detta direttiva (definita BRRD - Bank Recovery and Resolution Directive) affronta il tema delle crisi delle banche approntando strumenti nuovi che le autorità possono impiegare per gestire in maniera ordinata eventuali situazioni di dissesto non solo a seguito del loro manifestarsi, ma anche in via preventiva o ai primi segnali di difficoltà. Essa introduce una molteplicità di strumenti, aventi carattere preventivo, carattere di intervento immediato, così come strumenti di "risoluzione" della crisi.
Il recepimento della direttiva BRRD è stato affidato a due distinti provvedimenti: il decreto legislativo n. 181 del 2015 (atto del Governo n. 208), che introduce
nel Testo unico bancario le disposizioni relative ai piani di risanamento, alle forme di sostegno all'interno dei gruppi bancari, alle misure di intervento precoce; sono inoltre modificate le norme sull'amministrazione straordinaria delle banche e la disciplina della liquidazione coatta amministrativa. Le stesse materie sono inserite nel Testo unico in materia di intermediazione finanziaria con riferimento alle società di intermediazione mobiliare (SIM); sono inoltre dettate le disposizioni sulle procedure di risoluzione delle SIM non incluse in un gruppo bancario o che non rientrino nell'ambito della vigilanza consolidata (SIM stand alone);
il decreto legislativo n. 180 del 2015 (atto del Governo n. 209), che reca la disciplina in materia di predisposizione di piani di risoluzione, avvio e chiusura delle procedure di risoluzione, adozione delle misure di risoluzione, gestione della crisi di gruppi cross-border, poteri e funzioni dell'autorità di risoluzione nazionale e disciplina del fondo di risoluzione nazionale. Le Autorità preposte all'adozione delle misure di risoluzione delle banche potranno attivare una serie di misure, tra cui il temporaneo trasferimento delle attività e delle passività a un'entità (bridge bank) costituita e gestita dalle autorità per proseguire le funzioni più importanti, in vista di una successiva vendita sul mercato, il trasferimento delle attività deteriorate a un veicolo (bad bank) che ne gestisca la liquidazione in tempi ragionevoli ed il cd. bail-in, ossia la procedura che consente di svalutare azioni e crediti e convertirli in azioni, per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in difficoltà o una nuova entità che ne continui le funzioni essenziali. Il legislatore italiano, in tema di risoluzione delle crisi bancarie, è poi
puntualmente intervenuto con il decreto-legge n. 183 del 2015, recante
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disposizioni urgenti per il settore creditizio, il cui testo è poi è confluito nella legge di stabilità 2016 (articolo 1, commi 842-854 della legge n. 208 del 2015).
Tali norme, nel quadro delle procedure di risoluzione delle crisi bancarie, hanno inteso consentire la tempestiva ed efficace attuazione dei programmi di risoluzione di alcuni istituti bancari, segnatamente della Cassa di risparmio di Ferrara Spa, della Banca delle Marche S.p.A., della Banca popolare dell'Etruria e del Lazio - Società cooperativa e della Cassa di risparmio della Provincia di Chieti S.p.A., tutte in amministrazione straordinaria. In particolare sono dettate misure e procedure specifiche ed eccezionali per la costituzione di quattro enti ponte, in corrispondenza delle summenzionate banche.
Nel quadro di tali misure, la Banca d’Italia – quale Autorità di Risoluzione individuata dalla normativa UE e nazionale – ha tempestivamente adottato i provvedimenti di risoluzione nei confronti dei predetti istituti.
Si ricorda inoltre che gli articoli da 8 a 10 del decreto-legge n. 59 del
2016 hanno disposto in favore degli investitori delle predette quattro banche sottoposte a risoluzione. A specifiche condizioni di legge e in presenza di determinati presupposti di ordine patrimoniale e reddituale, gli investitori possono chiedere l'erogazione di un indennizzo forfetario, pari all'80 per cento del corrispettivo pagato per l'acquisto degli strumenti finanziari, al netto degli oneri e spese connessi all'operazione di acquisto e della differenza positiva tra il rendimento degli strumenti finanziari subordinati e il rendimento di mercato individuato secondo specifici parametri.
Tale indennizzo è a carico del Fondo di solidarietà per l'erogazione di prestazioni in favore degli investitori, istituito dall'articolo 1, comma 855, della citata legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208 del 2015). La presentazione dell'istanza di indennizzo forfetario preclude, a specifiche condizioni, la possibilità di esperire la specifica procedura arbitrale disciplinata dalla legge di stabilità 2016 (commi da 857 a 860).
Per quanto concerne la garanzia dei depositi, il decreto legislativo n.
30 del 2016 (Atto del Governo n. 241) ha recepito le nuove norme europee sui Sistemi di Garanzia dei Depositi - SGD, in attuazione della direttiva 2014/49/UE. Le norme UE dispongono che entro il 2024 il termine per i rimborsi sia abbreviato a 7 giorni (dagli attuali venti), aumentano le informazioni fornite ai depositanti e introducendo meccanismi di finanziamento dei SGD ex ante, fissati in linea di massima allo 0,8% dei depositi coperti. Si prevede che il finanziamento dei fondi dei sistemi di garanzia venga assicurato dal settore bancario.
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Credito ipotecario, credito al consumo e alle imprese
Il decreto legislativo n. 72 del 2016 (A.G. 256) ha recepito nell'ordinamento interno la direttiva sul credito ipotecario 2014/17/UE (cd. Mortgage Credit Directive), adottata il 4 febbraio 2014 per garantire un elevato livello di protezione dei consumatori che sottoscrivano contratti di credito relativi a beni immobili (mutui ipotecari). Il decreto attua dunque la delega contenuta nell'Allegato B, punto 13), della legge 9 luglio 2015, n. 114 (legge di delegazione europea 2014), sulla base dei principi e criteri generali contenuti nella legge stessa.
La Direttiva definisce un quadro comune per alcuni aspetti concernenti i contratti di credito garantiti da un'ipoteca o altrimenti relativi a beni immobili residenziali, al fine di accrescere il livello di protezione del consumatore e di potenziare i presidi prudenziali riguardanti la valutazione del merito di credito dei consumatori stessi. Sono quindi definiti standard qualitativi per alcuni servizi, in particolare per quanto riguarda la distribuzione e l'erogazione di crediti attraverso creditori e intermediari del credito. Sono inoltre dettate disposizioni in materia di abilitazione, vigilanza e requisiti prudenziali per gli intermediari.
Si rammenta che in materia di credito al consumo il D.Lgs. 141/2010 (successivamente modificato e integrato nel tempo), oltre al recepire la direttiva 2008/48/CE sui contratti di credito ai consumatori, ha introdotto norme in materia di trasparenza dei contratti e, più in generale, in materia di tutela dei consumatori. Ha altresì recato una compiuta disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario. Si rinvia all'apposito tema web per ulteriori informazioni.
In questa sede si ricorda inoltre che il citato decreto legislativo disciplina anche i c.d. consulenti del credito, soggetti professionali cui è riservata la prestazione in via esclusiva di servizi di consulenza indipendente, che costituiscono un nucleo specifico nell'ambito della consulenza e che vengono ricondotti all'interno della categoria, già esistente, del mediatore creditizio, alle condizioni di legge.
Per approfondimenti si rinvia al relativo dossier di documentazione. Il citato decreto-legge n. 59 del 2016, all’articolo 2, ha introdotto una
speciale forma di finanziamento alle imprese, garantito dal trasferimento di proprietà immobiliari o altri diritti reali immobiliari, sospensivamente condizionato (cd. “patto marciano”). Infatti, in caso di inadempimento al pagamento, il creditore può attivare la procedura per rivalersi sul diritto immobiliare posto a garanzia, notificando la volontà - al debitore o al titolare del diritto reale immobiliare - di avvalersi degli effetti del patto di trasferimento. In tal caso, si chiede al presidente del tribunale competente la nomina di un perito, per la stima del diritto immobiliare reale oggetto del
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patto. Il trasferimento può avvenire anche quando il diritto reale immobiliare è sottoposto ad esecuzione forzata per espropriazione. Al proprietario va corrisposta l'eventuale differenza tra il valore di stima del diritto e l'ammontare del debito inadempiuto e delle spese di trasferimento.
Per quanto concerne le condizioni alle quali l'inadempimento qualificato del debitore comporta la possibilità di avvalersi di tale patto, si specifica che l’inadempimento si deve protrarre: per oltre nove mesi dalla scadenza di almeno tre rate, anche non
consecutive, nel caso di rimborso a rate mensili; per oltre nove mesi dalla scadenza anche di una sola rata, quando il
debitore è tenuto al rimborso rateale secondo scadenze superiori al mese; per oltre nove mesi, quando non è prevista la restituzione a rate, dalla
scadenza del rimborso previsto nel contratto di finanziamento. Inoltre, ove alla scadenza della prima delle rate non pagate il debitore
abbia già rimborsato almeno l'85 per cento della quota capitale del finanziamento concesso, il predetto periodo di inadempimento è innalzato da nove a dodici mesi. Per quanto riguarda gli effetti del patto esso, ai fini del concorso tra i creditori, è equiparato all'ipoteca.
Normativa europea sui bilanci
I decreti legislativi n. 136 e 139 del 2015 hanno recepito nell'ordinamento italiano la direttiva 2013/34/UE relativa ai bilanci d'esercizio, ai bilanci consolidati e alle relative relazioni di talune tipologie di imprese.
In particolare, con il D.Lgs. n. 139 del 2015 (A.G. n. 171, qui il parere reso dalla Commissione VI Finanze della Camera) è stata recepita la disciplina del bilancio di esercizio e di quello consolidato per le società di capitali e per gli altri soggetti individuati dalla legge, mentre il D.Lgs. n. 136 del 2015 (A.G. n. 172; qui il parere della Commissione VI Finanze della Camera) dà attuazione alla direttiva per la parte relativa ai conti annuali ed ai conti consolidati delle banche e degli altri istituti finanziari, nonché in materia di pubblicità dei documenti contabili delle succursali, stabilite in uno Stato membro, di enti creditizi ed istituti finanziari con sede sociale fuori di tale Stato membro.
Conti correnti di base
La direttiva 2014/92/UE reca specifiche prescrizioni sulla comparabilità delle spese relative al conto di pagamento, sul trasferimento del conto di pagamento e sull'accesso al conto di pagamento con caratteristiche di base.
Essa in particolare reca una disciplina relativa alla trasparenza e alla comparabilità delle spese addebitate ai consumatori per i conti di pagamento detenuti nell'Unione, nonché la disciplina del trasferimento del
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conto di pagamento all'interno di uno Stato membro e le norme per agevolare l'apertura di un conto di pagamento transfrontaliero da parte dei consumatori. Inoltre viene fissato il quadro di riferimento di norme e condizioni in base al quale gli Stati membri devono garantire nell'Unione il diritto dei consumatori di aprire e utilizzare un conto di pagamento con caratteristiche di base.
In merito ai conti di base, gli Stati membri sono tenuti ad assicurare che almeno un prestatore di servizi di pagamento offra conti di pagamento con caratteristiche di base, comprendenti servizi quali i prelievi, i bonifici bancari e una carta di debito.
La legge di delegazione europea 2015 (A.S. 2345, approvata definitivamente il 28 luglio 2016 ma non ancora pubblicata) all'articolo 14 reca i principi e criteri direttivi per il recepimento completo, nell'ordinamento nazionale, della citata Direttiva 2014/92/UE.
In ordine al conto corrente di base, si ricorda che sul fronte interno tale strumento è stato già previsto dall'articolo 12, comma 3 e seguenti del decreto-legge n. 201 del 2011. La predetta norma disponeva che il MEF, la Banca d'Italia, l'ABI, Poste Italiane S.p.A. e le associazioni dei prestatori di servizi di pagamento definissero con apposita convenzione le caratteristiche di un conto di base, che le banche, Poste italiane S.p.A. e gli altri prestatori di servizi di pagamento abilitati ad offrire servizi a valere su un conto di pagamento sarebbero stati tenuti a offrire ai consumatori.
La convenzione è stata firmata il 28 marzo 2012: è stato dunque previsto un conto di pagamento pensato per chi ha limitate esigenze di operatività, aperto a tutti, offerto gratuitamente per le fasce svantaggiate (ISEE fino a 7.500 euro) e per i pensionati fino a 1.500 euro al mese. Tale prodotto standard, le cui caratteristiche sono state individuate dalla convenzione (sottoscritta da MEF, Banca d'Italia, ABI, Poste Italiane e Associazione Istituti di pagamento e moneta elettronica) è stato offerto a partire dal 1° giugno 2012.
PROPOSTE DELL’UE IN MATERIA BANCARIA
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PROPOSTE DELL’UE IN MATERIA BANCARIA
Completamento dell’Unione bancaria: il sistema comune di assicurazione dei depositi
Allo scopo di completare l’architettura dell’Unione bancaria (che poggia sui due pilastri del sistema unico di vigilanza e del meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie), il 24 novembre 2015 la Commissione europea ha presentato: una comunicazione “Verso il completamento dell’Unione bancaria”,
nella quale prospetta ulteriori misure che dovrebbero rispondere all’obiettivo di ridurre i rischi residui nel settore bancario. In particolare, si sottolinea che: − sono necessari ulteriori interventi per garantire che il meccanismo
unico di vigilanza possa operare nel modo più efficace possibile, riducendo le opzioni e le discrezionalità nazionali nell'applicazione delle norme prudenziali;
− l'armonizzazione dei sistemi nazionali di garanzia dei depositi dovrà progredire contemporaneamente all'istituzione del sistema comune di assicurazione dei depositi (European deposit insurance scheme, EDIS);
− il Comitato di risoluzione unico1 deve poter intervenire in modo tempestivo ed efficace nel caso di banche in dissesto o a rischio di dissesto, per salvaguardare la stabilità finanziaria e limitare i costi potenziali per l'intero settore bancario e per i contribuenti.
− è essenziale che l'uso dei finanziamenti pubblici per mantenere la solvibilità e la resilienza del settore bancario sia ridotto al minimo e sia disponibile solo in ultima istanza;
− va rafforzata la convergenza fra gli Stati membri per quanto riguarda la normativa sull'insolvenza e le procedure di ristrutturazione, come evidenziato nel piano d'azione per la creazione dell'Unione dei mercati dei capitali presentato dalla Commissione europea il 30 settembre 2015;
− dovrebbero essere adottate ulteriori misure prudenziali volte a limitare la leva finanziaria delle banche, garantire la stabilità dei finanziamenti bancari e migliorare la comparabilità degli attivi ponderati per il rischio;
1 Il Comitato, istituito dal regolamento UE/2014/806, è pienamente operativo da gennaio 2016.
PROPOSTE DELL’UE IN MATERIA BANCARIA
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− si dovrebbe infine riesaminare l'adeguatezza del trattamento prudenziale delle esposizioni delle banche al rischio sovrano;
una proposta di regolamento che istituisce un sistema comune di
assicurazione dei depositi bancari (il sopra citato EDIS), che si applicherebbe a tutti i sistemi di garanzia dei depositi (SGD) ufficialmente riconosciuti in uno Stato membro partecipante e a tutti gli enti creditizi affiliati a tali sistemi. Non dovrebbero esservi costi aggiuntivi per gli istituti di credito europei. Le banche continueranno a finanziare il loro fondo nazionale che poco alla volta confluirà al fondo europeo. L’EDIS verrebbe introdotto in tre fasi: − nella fase di riassicurazione (fino al 2020), l’EDIS fornirà
finanziamenti limitati e coprirà una quota limitata della perdita di un SGD partecipante. In sostanza, in questa fase, un sistema nazionale potrà chiedere l’intervento del DIF (fondo di assicurazione dei depositi che sostiene l’EDIS) fino al 20% del suo ammanco di liquidità; la restante parte (80%) dovrà essere coperta con altre risorse;
− coassicurazione: la quota iniziale del contributo dell'EDIS sarà relativamente bassa (20%), per crescere al 40% il secondo anno, al 60% il terzo e all’80% dal quarto anno. Viene pertanto introdotto un maggior grado di condivisione dei rischi tra i sistemi nazionali attraverso l'EDIS;
− assicurazione: a partire dal 2024, l'EDIS assicurerà integralmente i SGD nazionali. Nello stesso anno è previsto anche il completamento del Fondo unico di risoluzione.
In base alla proposta, l’amministrazione dell’EDIS sarebbe affidata al Comitato unico di risoluzione e al SGD partecipante.
L'iter presso le istituzioni europee
L'esame della proposta di regolamento sul sistema comune di assicurazione dei depositi ha conosciuto un avvio particolarmente contrastato in sede di Consiglio, mentre il Parlamento europeo si è per ora limitato a incardinare la proposta stessa presso la Commissione ECON.
In particolare, sia in sede di Consiglio europeo che in sede di Consiglio ECOFIN, sarebbe emersa una posizione nettamente contraria alla proposta sull'EDIS da parte della Germania (supportata da Finlandia e Austria), che avrebbe evidenziato come i rischi dei sistemi bancari nazionali dell'area euro vadano ridotti prima di pensare a qualunque forma di mutualizzazione, e come sia pertanto opportuno attendere la piena
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operatività del Meccanismo unico di risoluzione con l'entrata in vigore del criterio del bail-in.
Tuttavia, il Consiglio ECOFIN del 17 giugno 2016 ha concordato su una tabella di marcia per il completamento dell'Unione bancaria, che prevede che la Commissione presenti quanto prima, e al più tardi entro la fine del 2016: modifiche al quadro legislativo vigente relativo ai requisiti di capacità
aggiuntiva di assorbimento di eventuali perdite bancarie (total loss absorbing capacity, TLAC) e ai requisiti minimi in materia di fondi propri e passività ammissibili (minimum requirement for own funds and eligible liabilities, MREL);
una proposta su un approccio comune alla gerarchia dei creditori delle banche, al fine di rafforzare la certezza del diritto in caso di risoluzione;
modifiche alla disciplina dei requisiti patrimoniali delle banche, al fine di armonizzare o ulteriormente specificare le opzioni e discrezionalità concesse agli Stati membri, da un lato, e di introdurre un coefficiente di leva finanziaria, possibilmente fissato sopra al 3%, per le banche di importanza sistemica;
un proposta legislativa di armonizzazione minima relativamente alla normativa sull'insolvenza.
Inoltre, la tabella di marcia prevede: in ordine al sostegno comune (common backstop) che dovrebbe
intervenire nel caso in cui non fossero sufficienti le risorse del Fondo unico di risoluzionedelle crisi bancarie, il Consiglio dell’UE prende atto dell'intenzione degli Stati membri di avviare i lavori nel settembre 2016, se e quando tutti gli Stati membri avranno recepito la direttiva sul meccanismo comune di risoluzione delle crisi bancarie;
riguardo al trattamento dell'esposizione delle banche ai titoli di stato, il Consiglio dell’UE conviene di attendere i risultati del Comitato di Basilea. Al riguardo, si ricorda che la questione è oggetto di discussioni presso la
Banca per i regolamenti internazionali dove, secondo fonti di stampa, molti Paesi emergenti sarebbero contrari a introdurre limiti all’esposizione sovrana, e pertanto l'ipotesi sembra rinviata sine die. Analogamente, in sede UE alcuni Paesi, tra cui l'Italia, si oppongono all'idea di altri Stati, come la Germania o l'Olanda, di introdurre limiti al possesso di titoli di stato o modifiche alla disciplina che ora assegna al titolo di stato un “rischio zero” e quindi ne prevede un trattamento preferenziale.
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La proposta in materia di riforma strutturale del settore bancario
Il 29 gennaio 2014 la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento sulla riforma strutturale del settore bancario.
La proposta mira alla separazione delle attività finanziarie più rischiose delle banche da quelle di intermediazione tradizionale. In particolare, la disciplina proposta prevede: il divieto di negoziazione per conto proprio in strumenti finanziari e in
merci, al solo scopo di ottenere un utile per la banca; il potere dell’autorità di vigilanza, e addirittura l’obbligo in determinate
circostanze, d’imporre il trasferimento di attività di negoziazione ad alto rischio a entità giuridiche di negoziazione distinte all’interno del gruppo bancario. La proposta, che segue la procedura legislativa ordinaria, è ancora
all’esame del Consiglio dell’UE e del Parlamento europeo.
Il negoziato UE per il sostegno del sistema bancario italiano
Dal registro degli aiuti di Stato risulta che la Commissione europea avrebbe autorizzato la misura, richiesta dal Governo italiano, riguardante una eventuale concessione di garanzia pubblica sulle passività delle banche italiane a sostegno della liquidità dei predetti istituti. I termini dell'autorizzazione non sono ancora stati resi pubblici.
Detta garanzia coprirebbe le emissioni senior delle banche italiane, verrebbe attivata su richiesta degli istituti di credito e non dovrebbe avere un impatto diretto e immediato sui conti pubblici, interessati solo qualora gli istituti incontrassero difficoltà nei rimborsi delle obbligazioni garantite. Essa avrebbe un tetto massimo di 150 miliardi di euro e potrebbe essere attivata entro la fine del 2016.
La misura si attiverebbe alle condizioni previste dalla Comunicazione 2013/C 216/01 sugli aiuti di stato nel settore bancario e trova riscontro nell'articolo 32 della direttiva sulla risoluzione delle banche (direttiva BRRD, Bank Recovery Resolution Directive, 2014/59/UE).
L'articolo 32, par. 4 della direttiva considera in stato di dissesto (condizione
per l'avvio della risoluzione) l'ente creditizio se – tra le altre ipotesi – esso necessita di un sostegno finanziario pubblico straordinario. Sono esclusi tuttavia i casi in cui, al fine di evitare o rimediare a una grave perturbazione dell'economia di uno Stato membro e preservare la stabilità finanziaria, il sostegno finanziario pubblico straordinario si concretizza in una delle forme indicate dalla norma, tra cui la garanzia dello Stato sulle passività di nuova emissione.
Le garanzie sono limitate agli enti solventi e subordinate all'approvazione finale nell'ambito della disciplina degli aiuti di Stato dell'Unione. Le misure hanno carattere cautelativo e temporaneo e sono proporzionate per rimediare alle
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conseguenze della grave perturbazione e non vengono utilizzate per compensare le perdite che l'ente ha accusato o rischia di accusare nel prossimo futuro.
Da notizie di stampa si apprende che è oggetto di discussione la
possibilità del Governo italiano di organizzare ricapitalizzazioni precauzionali, consentita – a specifiche condizioni – dalle norme UE, al fine di rimediare alle sofferenze del sistema.
Appare inoltre in discussione la possibilità, nell’eventualità di un intervento straordinario a favore delle banche italiane, di sospendere alcuni principi che presiedono alla nuova normativa europea sulle crisi bancarie.
Sempre da notizie di stampa, sembra che il negoziato verta sulla sospensione delle disposizioni che consentono di condividere gli oneri della crisi bancaria, sia nel caso di obbligazioni subordinate sottoscritte dagli investitori retail (presupponendo che tali soggetti non abbiano acquistato i bond in condizioni di piena trasparenza sui rischi), sia ove le obbligazioni subordinate siano state acquistate da investitori istituzionali o professionali (in tal caso, per evitare l’effetto domino sull’attrattività di altri titoli italiani).
LA LEGISLAZIONE IN MATERIA BANCARIA: GLI INTERVENTI NELLA XVII LEGISLATURA
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LA LEGISLAZIONE IN MATERIA BANCARIA: GLI INTERVENTI NELLA XVII LEGISLATURA
Oltre al recepimento della normativa europea, gli interventi normativi nel settore bancario hanno anzitutto avuto lo scopo di garantire una maggiore trasparenza nei rapporti tra banche e clienti e, complessivamente, di potenziare gli strumenti di tutela dei consumatori: si è intervenuti su un ampio raggio di materie, dalla portabilità dei conti di pagamento senza oneri o spese, al diritto di ripensamento per l'offerta fuori sede, alla revisione del sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie con la clientela.
Sono stati specificati i principi generali di diligenza e trasparenza che dovranno essere rispettati dal finanziatore e dall’intermediario del credito, il comportamento dei quali dovrà tenere conto dei diritti e degli interessi del consumatore. Inoltre i medesimi soggetti sono chiamati a valutare tutte le informazioni riguardanti la situazione del consumatore e le specifiche esigenze da questi comunicate, nonché le ipotesi ragionevoli con riguardo ai rischi cui è esposta la situazione del consumatore per la durata del contratto di credito (nuovo articolo 120-septies del TU Bancario, introdotto dal D.Lgs. n. 72 del 2016) . Sono definiti i contenuti necessari dell’informazione pubblicitaria, che deve essere chiara, corretta e non ingannevole. Nell’ambito degli obblighi precontrattuali si introduce il Prospetto informativo europeo standardizzato e si assicura al consumatore un periodo di riflessione di almeno sette giorni (nuovo articolo 120-novies TUB) prima della conclusione del contratto di credito ai fini di una decisione informata e per favorire il confronto tra le offerte sul mercato. Sono definiti gli obblighi di informazione relativi agli intermediari del credito e i principi sulla verifica del merito creditizio.
Sotto un diverso e più consistente fronte, è stato avviato un processo di riforma complessiva del sistema bancario nazionale, dapprima con il decreto-legge n. 3 del 2015 con riferimento alle banche popolari, continuando poi con le fondazioni bancarie e con l'autoriforma delle banche di credito cooperativo, sostanzialmente confluita nel decreto-legge n. 18 del 2016.
La riforma del sistema bancario
L'esigenza di rifondare il sistema bancario italiano, come conseguenza della crisi economico-finanziaria e alla luce dell'attuale contesto socioeconomico e di vigilanza, si è concretizzata anzitutto in misure legislative di rango primario e secondario (riforma delle banche popolari). Dall'altro lato, il Governo ha avviato un dialogo con i rappresentanti di categoria (in particolare delle fondazioni bancarie e delle banche di credito
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cooperativo) al fine di avviare un processo di autoriforma che coinvolga non solo la governance, ma il complessivo assetto sostanziale degli istituti di credito italiani.
Il decreto-legge n. 3 del 2015 ha inteso riformare le banche popolari, prevedendo, tra l'altro: l'introduzione di limiti dimensionali per l'adozione della forma di banca
popolare, con l'obbligo di trasformazione in società per azioni delle banche popolari con attivo superiore a 8 miliardi di euro;
una disciplina delle vicende straordinarie societarie (trasformazioni e fusioni) che si applica alle banche popolari, con lo scopo di introdurre una normativa uniforme per tutte le banche popolari, sottraendo agli statuti la determinazione delle maggioranze previste per tali vicende societarie;
l'introduzione della possibilità, per tali istituti, di emettere strumenti finanziari con specifici diritti patrimoniali e di voto;
l'allentamento dei vincoli sulla nomina degli organi di governo societario, con l'attribuzione di maggiori poteri agli organi assembleari;
l'introduzione di limiti al voto capitario, consentendo agli atti costitutivi di attribuire ai soci persone giuridiche più di un voto. Per quanto riguarda le banche di credito cooperativo, il 10 febbraio
2016 il Governo ha approvato un decreto-legge di riforma del settore, in continuità con la proposta di autoriforma presentata da Federcasse l'8 giugno 2015. Le linee guida dell’intervento riformatore sono: confermare il ruolo delle BCC come banche cooperative delle comunità
e dei territori; migliorare la qualità della governance e semplificare l’organizzazione
interna; assicurare una più efficiente allocazione delle risorse all’interno del
sistema; consentire il tempestivo reperimento di capitale in caso di tensioni
patrimoniali, anche attraverso l’accesso di capitali esterni al mondo cooperativo;
garantire l’unità del sistema per accrescere la competitività e la stabilità nel medio-lungo periodo.
Il decreto-legge n. 18 del 2016 recepisce gli indirizzi emersi in sede di autoriforma delle banche di credito cooperativo, prevedendo che l'esercizio dell'attività bancaria in forma di banca di credito cooperativo è consentito solo alle BCC appartenenti un gruppo bancario cooperativo; parallelamente vengono innalzati i limiti al numero minimo di soci (500)
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e al valore nominale della partecipazione detenibile da ciascun socio (100 mila euro) in una BCC.
Si stabilisce, inoltre, che la BCC esclusa da un gruppo bancario cooperativo può continuare l'attività bancaria solo a seguito di un'autorizzazione della Banca d'Italia e trasformazione in S.p.A..
In deroga alla disciplina sulla devoluzione del patrimonio della cooperativa, che si applica nei casi di fusione e trasformazione di BCC, le banche di credito cooperativo coinvolte in dette operazioni straordinarie possono conferire l'azienda bancaria a una SpA autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria, purché al 31 dicembre 2015 il patrimonio netto sia superiore a 200 milioni di euro. All'atto del conferimento, la BCC conferente deve versare allo Stato il 20 per cento del proprio patrimonio netto. Le riserve indivisibili riconducibili alla BCC, al netto di quanto versato allo Stato, restano nella società cooperativa conferente, che acquisisce la partecipazione nella società bancaria conferitaria. La BCC conferente si obbliga a mantenere le clausole mutualistiche, nonché ad assicurare ai soci servizi funzionali al mantenimento del rapporto con la S.p.A. conferitaria, di formazione e informazione sui temi del risparmio e di promozione di programmi di assistenza.
Le banche di credito cooperativo presenti nelle province autonome di Trento e Bolzano possono costituire autonomi gruppi bancari cooperativi, composti solo da banche aventi sede e operanti esclusivamente nella medesima provincia autonoma. Si consente inoltre la costituzione nel gruppo bancario cooperativo di eventuali sottogruppi territoriali facenti capo a una banca costituita in forma di S.p.A. Tale soluzione tiene conto delle specificità territoriali del paese e dell'arricchimento che esse potranno fornire al gruppo, anche in termini di maggiore consolidamento del gruppo stesso.
Per quanto riguarda la riforma delle fondazioni bancarie, il Ministero dell'economia e delle finanze (autorità di vigilanza sulle fondazioni di origine bancaria) e l'ACRI, l'associazione rappresentativa delle stesse, hanno firmato il 23 aprile 2015 un Protocollo d'intesa che definisce in modo più analitico della legge i parametri di riferimento cui le fondazioni conformeranno i comportamenti, con l'obiettivo di migliorare le pratiche operative e rendere più solida la governance.
Tra i principi cardine contenuti nel protocollo vi è la diversificazione degli investimenti: una fondazione non può concentrare più del 33% dell'attivo patrimoniale in un singolo soggetto. Inoltre, è previsto un divieto generale di indebitamento, salvo in caso di temporanee e limitate esigenze di liquidità, e non è permesso l'uso di derivati se non per finalità di copertura o in operazioni in cui non siano presenti rischi di perdite patrimoniali. In ogni caso, l'esposizione debitoria complessiva non può
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superare il dieci per cento della consistenza patrimoniale (secondo i dati relativi al 2013 sono 27 le fondazioni indebitate, di cui 5 sopra il tetto del 10%). In relazione alla governance, l'organo di amministrazione, il presidente e l'organo di controllo durano in carica per un periodo massimo di quattro anni, rinnovabile una sola volta. Con il protocollo le fondazioni si impegnano a garantire trasparenza nelle loro attività pubblicando sui rispettivi siti web i bilanci, le informazioni sugli appalti, i bandi per le erogazioni, le procedure attraverso le quali si possono avanzare richieste di sostegno finanziario e i criteri di selezione delle iniziative.
La gestione dei crediti bancari deteriorati
La eccezionale gravità della recessione ha inciso significativamente sulla qualità degli attivi delle banche italiane, divenuta il principale fattore di vulnerabilità del sistema. La Banca d’Italia, nel supplemento al Bollettino Statistico “Moneta e Banche” pubblicato il 12 luglio 2016 ha dichiarato che le sofferenze bancarie totali, a fine maggio 2016, ammontavano a 199,9 miliardi di euro.
Risultano in aumento le sofferenze nette, pari a 84,947 miliardi (83,956 in aprile 2016). Tuttavia il tasso di crescita dei crediti inesigibili rallenta a 3,2% dal 3,5% di aprile.
La Relazione Annuale per il 2015 (pubblicata a maggio 2016) rilevava come nel corso del 2015 i crediti in sofferenza ammontavano a 210 miliardi. Al netto delle rettifiche di valore gli importi in bilancio erano rispettivamente pari a 197 e 87 miliardi. L’incidenza dei crediti deteriorati lordi dei principali gruppi bancari italiani era del 16,8 per cento, contro una media europea del 5,89 .In particolare, il 78,7 per cento dei crediti deteriorati lordi era verso imprese.
Tuttavia il livello di sofferenze non è l'unico criterio per valutare il livello di rischio associabile a un istituto di credito o al settore di uno specifico paese. Le banche di altri Paesi, per esempio, risultano molto più esposte di quelle italiane verso i paesi emergenti, che stanno affrontando una difficile fase economica. O ancora sono molto più esposte su quegli strumenti derivati da cui ha preso le mosse la crisi finanziaria tra il 2007 e il 2008, per poi contagiare il comparto del debito sovrano e l'economia reale.
Ma anche restando nell'ambito dei crediti, le statistiche mettono in luce un tasso di copertura dei crediti deteriorati da parte delle banche italiane superiore a quello che si registra in altri Paesi. Gli stessi indici relativi alla leva finanziaria collocano i nostri istituti di credito in una posizione di vantaggio rispetto a quelli degli altri Paesi dell'Eurozona.
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Il già richiamato decreto-legge n. 18 del 2016 recepisce l’accordo raggiunto con la Commissione Europea sul meccanismo per smaltire i crediti in sofferenza presenti nei bilanci bancari, da attuare mediante la concessione di garanzie dello Stato nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione che abbiano come sottostante crediti in sofferenza (Garanzia cartolarizzazione crediti in sofferenza – GACS).
La presenza della garanzia pubblica è volta a facilitare il finanziamento delle operazioni di cessione delle sofferenze per liberare risorse da destinare al finanziamento del sistema produttivo.
In estrema sintesi, oggetto della garanzia dello Stato sono solo le cartolarizzazioni cd. senior, ossia quelle considerate più sicure, in quanto sopportano per ultime eventuali perdite derivanti da recuperi sui crediti inferiori alle attese.
Non si procede al rimborso dei titoli più rischiosi se prima non sono integralmente rimborsate le tranches di titoli coperto dalla garanzie di Stato.
Le garanzie possono essere chieste dagli istituti che cartolarizzano e cedono i crediti in sofferenza, a fronte del pagamento di una commissione periodica al Tesoro, calcolata come percentuale annua sull'ammontare garantito. Il prezzo della garanzia è di mercato, come anche ribadito dalla Commissione europea al fine di non dar vita ad aiuti di Stato.
Si prevede che il prezzo della garanzia sia crescente nel tempo, allo scopo di tener conto dei maggiori rischi connessi a una maggiore durata dei titoli e di introdurre nel meccanismo un incentivo a recuperare velocemente i crediti.
Al fine del rilascio della garanzia, i titoli devono avere preventivamente ottenuto un rating uguale o superiore all'investment grade da un'agenzia di rating indipendente e inclusa nella lista delle agenzie accettate dalla BCE secondo i criteri che le agenzie stesse sono tenute ad osservare.
Inoltre, per favorire il recupero dei crediti, è stata inserita una misura che agevola la vendita di immobili in esito a procedure esecutive, prevedendo una netta riduzione dell’imposta di registro che deve essere versata nella misura fissa di 200 euro (anziché del 9% per valore di assegnazione). L'agevolazione è fruibile a condizione che l'immobile sia rivenduto nei due anni successivi.
Tale piano rientra in una più ampia strategia strutturale (come esposto nel comunicato del MEF del 27 gennaio 2016), basata, oltre che sul ritorno alla crescita economica, anche: sul già esposto consolidamento del settore bancario, attraverso la
riforma delle maggiori Banche popolari, la riforma delle Fondazioni bancarie, la prossima riforma delle Banche di credito cooperativo;
riduzione dei tempi di recupero dei crediti, in Italia storicamente più alti che altrove. In particolare, con il decreto-legge n. 83 del 2015 è
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stata introdotta una prima revisione delle procedure concorsuali, in attesa della più ampia riforma della legge fallimentare. Tali interventi intendono ridurre i costi di recupero crediti e migliorare il prezzo potenziale dei crediti deteriorati in caso di cessione. Sul punto si ricorda che il decreto-legge n. 83 ha introdotto disposizioni fiscali
relative agli istituti di credito. In particolare, con una modifica alla disciplina delle svalutazioni e delle perdite su crediti degli enti creditizi e finanziari e delle imprese di assicurazione, ne viene consentita la deducibilità in un unico esercizio (rispetto ai precedenti 5 anni) ai fini delle imposte dirette; viene bloccata parzialmente l'applicazione delle disposizioni sui Deferred Tax Assets – DTA (che consentono di qualificare come crediti d'imposta le attività per imposte anticipate iscritte in bilancio). In particolare, si prevede che esse non trovino applicazione per le attività per imposte anticipate, relative al valore dell'avviamento e delle altre attività immateriali, iscritte per la prima volta a partire dai bilanci relativi all'esercizio in corso al 27 giugno 2015.
All’inizio di aprile è stata resa nota la costituzione di un fondo di
investimento privato volto a sostenere futuri aumenti di capitale da parte di banche e a contribuire alla dismissione dei crediti deteriorati attualmente nei bilanci degli intermediari italiani. Si tratta del cd. “Fondo Atlante”, Fondo di Investimento Alternativo (FIA). Si tratta di un'iniziativa del settore privato, costituita da una società di gestione del risparmio indipendente che raccoglie capitali di istituzioni finanziarie (banche, assicurazioni e fondazioni che partecipano su base volontaria). Le finalità del Fondo sono: assicurare il successo degli aumenti di capitale richiesti dall'Autorità di
Vigilanza a banche che oggi si trovano a fronteggiare oggettive difficoltà di mercato, agendo da back stop facility;
contribuire a far decollare un mercato delle sofferenze bancarie: l'ammontare di sofferenze che potranno essere deconsolidate dai bilanci bancari sarà di gran lunga superiore a quelle acquistate dal Fondo, in quanto Atlante concentrerà i propri investimenti sulla tranchejunior di veicoli di cartolarizzazione, potendo far leva su quelle a maggior seniority per le quali c'è un manifesto interesse da parte degli investitori;
offrire agli investitori rendimenti attraenti in un'ottica di medio-lungo periodo e benefici per il sistema bancario che si rifletteranno sull'economia del Paese in termini di stabilità e di prospettive di crescita. Si rammenta sul punto che l’articolo 7 del decreto-legge n. 59 del 2016
dispone l'acquisizione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze della Società per la Gestione di Attività S.G.A. S.p.A., la società costituita in occasione del salvataggio del Banco di Napoli nel 1997 allo
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scopo di recuperare i crediti in sofferenza. A fronte del trasferimento delle azioni della Società è riconosciuto un corrispettivo non superiore a 600.000 euro, pari al loro valore nominale. Successivamente all'acquisizione la Società potrà estendere la sua operatività, acquistando e gestendo crediti e altre attività finanziarie anche da soggetti diversi dal Banco di Napoli.
Il sostegno alla liquidità delle imprese: il D.L. n. 59 del 2016 e la riforma della crisi di impresa
Nel solco di tali interventi, ovvero per sostenere la liquidità delle imprese, si colloca l’insieme di norme contenute nel decreto-legge n. 59 del 2016 (L. 119 del 2016).
In primo luogo, il provvedimento ha introdotto una nuova garanzia reale mobiliare, di natura non possessoria, denominata "pegno mobiliare non possessorio" (articolo 1).
Tale disposizione del DL anticipa i contenuti dell’art. 11 del disegno di legge del Governo di riforma delle procedure concorsuali (AC 3671-bis), attualmente all’esame della Camera (v. ultra.)
Si tratta di una garanzia del credito concesso per l’esercizio dell’impresa (costituito con contratto scritto a pena di nullità) in cui il debitore - diversamente che nel pegno (possessorio) – non si spossessa del bene mobile che ne è oggetto. Possono essere oggetto del pegno non possessorio: i beni mobili anche immateriali, destinati all’esercizio dell’impresa e i crediti derivanti dallo stesso esercizio o ad esso inerenti; tali beni possono essere esistenti o futuri, determinati o determinabili, anche facendo riferimento a una categoria merceologica o a un valore complessivo. Non possono essere, invece, oggetto della garanzia i beni mobili registrati.
La mancata disponibilità del bene da parte del creditore garantito è compensata da adeguate forme di pubblicità che, nello specifico, consistono nell'iscrizione della garanzia in un apposito registro informatizzato costituito presso l’Agenzia delle entrate; una volta iscritto, il pegno prende grado ed e è opponibile a terzi e nelle procedure esecutive e concorsuali; l’iscrizione ha una durata di 10 anni ed è rinnovabile e la sua cancellazione può essere domandata consensualmente, dal creditore e dal datore di pegno o può essere chiesta da quest’ultimo al giudice.
E’ fatta salva la possibilità, per il creditore, di promuovere azioni conservative o inibitorie se il debitore o il terzo costituente pegno abusano nell'utilizzo del bene che resta in loro possesso. La disciplina del pegno mobiliare non possessorio può essere ricondotta, per quanto non espressamente previsto dal decreto-legge, alla disciplina codicistica del pegno.
Al verificarsi di un evento che determina l’escussione del pegno, previa intimazione al debitore: il bene mobile oggetto di pegno può essere oggetto
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di vendita da parte del creditore, che si soddisfa fino alla concorrenza della somma garantita ; se oggetto del pegno è un credito questo, analogamente, essere escusso (o ceduto a un terzo). Se previsto dal contratto ed iscritto nel citato registro informatizzato, il bene: può essere locato dal creditore, incassando i canoni o può essere oggetto di appropriazione da parte di quest’ultimo (in entrambi i casi, fino alla concorrenza della somma garantita).
L'articolo 3 del provvedimento istituisce presso il Ministero della giustizia un registro elettronico delle procedure di espropriazione forzata immobiliari, delle procedure d'insolvenza e degli strumenti di gestione della crisi.
L'articolo 4 reca misure acceleratorie della procedura di espropriazione forzata, anche attraverso novelle al codice di procedura civile. Tra l'altro, la norma dispone che: il pignoramento deve contenere l'avvertimento che l'opposizione
all'esecuzione è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione del bene pignorato;
per quanto riguarda l'istituto della vendita a mezzo di commissionario nell'esecuzione mobiliare, il soggetto incaricato della vendita non può protrarre le attività di vendita oltre i sei mesi. Con riferimento al numero degli esperimenti di vendita, essi sono limitati ad un massimo di tre (mentre nella formulazione previgente non potevano essere inferiori a tre);
in ordine alle vendite giudiziarie di beni immobili, per semplificare le procedure di liberazione degli immobili, il custode deve procedere secondo le disposizioni del giudice dell'esecuzione immobiliare, senza essere tenuto all'osservanza delle formalità del codice di procedura civile. Per l'attuazione dell'ordine il giudice può avvalersi della forza pubblica e nominare ausiliari. Inoltre, si consente agli interessati a presentare l'offerta d'acquisto di esaminare i beni in vendita entro 7 giorni dalla richiesta, effettuata tramite il portale delle vendite pubbliche;
le vendite dei beni immobili pignorati devono avere luogo obbligatoriamente con modalità telematiche;
i giudici dell'esecuzione e i professionisti delegati possono effettuare distribuzioni anche parziali delle somme ricavate dall'esecuzione immobiliare;
nel caso in cui il debitore contesti un credito solo parzialmente, il giudice è obbligato a concedere la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto sulla parte non contestata, garantendo in tal modo la provvisoria esecutività del credito avente prova certa. L'articolo 5 interviene sulla materia della ricerca con modalità
telematiche dei beni da pignorare. In particolare si dispone che, ai fini del recupero o della cessione dei crediti, i soggetti incaricati possono avvalersi
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delle norme per la ricerca dei beni con modalità telematiche per accedere ai dati relativi ai soggetti nei cui confronti la procedura ha ragioni di credito, anche in mancanza di titolo esecutivo nei loro confronti. Nell'ambito di procedure concorsuali e di procedimenti in materia di famiglia, l'autorizzazione viene data dal giudice del procedimento.
L'articolo 5-bis istituisce e disciplina l'elenco dei professionisti che provvedono alle operazioni di vendita dei beni pignorati. Detto elenco, in particolare, è costituito presso ciascun Tribunale e per farne parte occorre, accanto ai titoli abilitativi, aver assolto appositi obblighi di prima formazione, stabiliti con decreto del Ministro della giustizia. Si fa salva la possibilità, ove ricorrano speciali ragioni, di conferire l'incarico a persona non iscritta in alcun elenco ma nel provvedimento di conferimento dell'incarico devono essere analiticamente indicati i motivi della scelta.
L'articolo 6 interviene sulla legge fallimentare (di cui al R.D. n. 267 del 1942), con la dichiarata finalità di velocizzare le procedure. Si introduce la possibilità, alle condizioni di legge, di svolgere in via telematica le udienze in relazione all’elevato numero di creditori e all’entità del passivo. Si inserisce inoltre, tra le giuste cause di revoca del curatore, anche il mancato rispetto dell'obbligo di presentare un progetto di ripartizione delle somme, quando vi siano somme disponibili da distribuire ai creditori. Sono state modificate le norme relative al procedimento di ripartizione dell'attivo, allo scopo di chiarire che: se sono in corso procedimenti di impugnazione del decreto che accerta
il passivo, il curatore deve indicare, nel progetto di ripartizione, per ciascun creditore, le somme che possono essere ripartite immediatamente e quelle per le quali, invece, occorre attendere una fideiussione, idonea a garantire la restituzione alla procedura delle somme (con gli interessi) che risultino ripartite in eccesso;
se sono presentati reclami contro la ripartizione dell'attivo, il progetto di ripartizione è dichiarato esecutivo e non occorre accantonare le somme corrispondenti ai crediti oggetto di contestazione, se viene presentata una idonea fideiussione. Nel solco del processo di riforma inaugurato con il menzionato D.L. n.
83 del 2015, la Commissione Rordorf istituita presso il Ministero della giustizia con DM 28 gennaio 2015 ha elaborato una complessiva riforma delle procedure concorsuali. La Commissione ha concluso i propri lavori lo scorso 31 dicembre 2015; all’esito dei quali, il 10 febbraio 2016 Governo ha approvato un disegno di legge delega per la riforma organica delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza (A.C. 3671), avente l’obiettivo di affrontare tempestivamente i casi di crisi aziendale al fine di limitare le perdite del tessuto economico, sia nella dimensione strettamente
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imprenditoriale sia sul piano finanziario, o di risanare l’azienda, con benefici sul piano occupazione e più in generale tutelando il tessuto economico contiguo.
L’esigenza di una riforma nasce dalla necessità, avvertita da tempo dagli studiosi e dagli operatori del settore, di un approccio alle procedure concorsuali non più episodico ed emergenziale, bensì sistematico e organico, in modo da ricondurre a linearità un sistema divenuto nel tempo troppo farraginoso per le modifiche intervenute sulle originarie norme del 1942.
Nell’ambito del disegno di legge delega il 18 maggio 2016, la Camera ha stralciato la parte inerente la materia dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza (AC 3671-ter), che prevede una revisione delle leggi Prodi e Marzano finalizzata a contemperare la continuità produttiva e occupazionale delle imprese con la tutela dei creditori.
Sulla residua e più corposa parte del provvedimento di riforma delle procedure concorsuali (AC 3671-bis), la Commissione Giustizia ha avviato l’8 giugno scorso una indagine conoscitiva.
I principali profili innovativi del disegno di legge delega appaiono i seguenti: nel generale quadro di favore per gli strumenti di composizione
stragiudiziale della crisi, viene introdotta una fase preventiva di “allerta”, finalizzata all’emersione precoce della crisi d’impresa e ad una sua risoluzione assistita;
la facilitazione, nello stesso quadro, all’accesso ai piani attestati risanamento e agli accordi di ristrutturazione dei debiti;
la semplificazione delle regole processuali con la riduzione delle incertezze interpretative, anche di natura giurisprudenziale, che nuocciono alla celerità delle procedure concorsuali; in caso di sbocco giudiziario della crisi è prevista, in particolare, l’unicità della procedura destinata all’esame di tutte le situazioni di crisi e di insolvenza; dopo una prima fase comune, la procedura potrà, seconda i diversi casi, evolvere nella procedura conservativa o in quella liquidatoria;
la revisione della disciplina dei privilegi – ritenuta ormai obsoleta – che, tra le maggiori novità, prevede un sistema di garanzie mobiliari non possessorie;
l’individuazione del tribunale competente in relazione alle dimensioni e tipologia delle procedure concorsuali; in particolare, le procedure di maggiori dimensioni sono assegnate al tribunale delle imprese (a livello di distretto di corte d’appello);
LA LEGISLAZIONE IN MATERIA BANCARIA: GLI INTERVENTI NELLA XVII LEGISLATURA
27
l’eliminazione della procedura fallimentare e la sua sostituzione con quella di liquidazione giudiziale; tale strumento vede, in particolare, il curatore come dominus della procedura e, come possibile sbocco (in caso di afflusso di nuove risorse), anche un concordato di natura liquidatoria;
una rivisitazione, sulla base delle prassi verificate e delle criticità emerse, della normativa sul concordato preventivo, lo strumento ritenuto più funzionale tra quelli concorsuali attualmente vigenti;
la sostanziale eliminazione come procedura concorsuale, della liquidazione coatta amministrativa, che residua unicamente come possibile sbocco dei procedimenti amministrativi volti all’accertamento e alla sanzione delle gravi irregolarità gestionali dell’impresa;
la previsione di una esdebitazione di diritto (non dichiarata, quindi, dal giudice) per le insolvenze di minori dimensioni
le modifiche alla normativa sulle crisi da sovraindebitamento, sia per coordinarla con la riforma in essere che per il sostanziale fallimento dell’istituto introdotto dalla legge n. 3 del 2012;
colmando una lacuna dell’attuale legge fallimentare, viene introdotta una specifica disciplina di crisi e insolvenza dei gruppi di imprese.
LO STATO DI SALUTE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
28
LO STATO DI SALUTE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
Nonostante sia essenzialmente orientato verso la tradizionale attività di intermediazione creditizia, il sistema bancario italiano ha retto, nel complesso, all’urto della crisi, pur con difficoltà, anche gravi, di singoli istituti. Il sistema si è adeguato al marcato inasprimento della regolamentazione internazionale, adattandosi al nuovo regime di vigilanza europeo. Le banche hanno fatto fronte alla diminuzione dei ricavi in larga parte attraverso riduzioni dei costi operativi, soprattutto quelli per il personale (-10 per cento, -23 punti base in rapporto all'attivo). Il riassetto organizzativo è stato di ampie dimensioni: dal 2008 il numero di sportelli è diminuito dell'8 per cento e quello dei dipendenti del 12 (secondo quanto riferito nel rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia n. 1 del 2015).
Come riferito dalla Banca d’Italia nel corso dell’audizione svoltasi presso la VI Commissione Finanze della Camera dei deputati il 9 dicembre 2015, dalla fine del 2008 il capitale di migliore qualità del sistema bancario, la cui definizione è nel frattempo divenuta più restrittiva, è aumentato di oltre 50 miliardi di euro e del 40 per cento, portandosi a quasi 190 miliardi; in rapporto alle attività a rischio è cresciuto dal 7,1 al 12,3 per cento. Le principali banche hanno raccolto sul mercato dei capitali – in condizioni spesso sfavorevoli – risorse per oltre 40 miliardi di euro. Al sistema bancario italiano sono state complessivamente indirizzate risorse pubbliche largamente inferiori rispetto ai partner europei.
La Banca d’Italia nella predetta sede ha riferito che alla fine del 2014 gli aiuti di Stato concessi alle banche ammontavano a 238 miliardi di euro in Germania (8,2 per cento del PIL), 52 miliardi in Spagna (5,0 per cento), 42 miliardi in Irlanda (22,6 per cento), 40 miliardi in Grecia (22,2 per cento), 36 miliardi nei Paesi Bassi (5,5 per cento), 28 miliardi in Austria (8,4 per cento), 19 miliardi sia in Portogallo (11,0 per cento) sia in Belgio (4,6 per cento). A quella stessa data era di circa 1 miliardo il sostegno pubblico in Italia, oggi integralmente restituito.
A fronte del pur ridotto sostegno, lo Stato italiano ha conseguito guadagni netti, a differenza degli altri paesi, che hanno subito forti perdite. Come chiarito dalla BCE nell’articolo “L’impatto fiscale degli interventi a sostegno del settore finanziario durante la crisi”, pubblicato sul Bollettino economico BCE numero 6 del 2015, in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, le entrate cumulate derivanti dalle misure di assistenza finanziaria sono state lievemente superiori alle uscite.
Si ricorda che il decreto legge n. 95 del 2012 ha introdotto misure finalizzate alla ripatrimonializzazione della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (MPS). L’intervento normativo si inseriva nel solco delle indicazioni e delle
LO STATO DI SALUTE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
29
direttive fornite in sede europea per il rafforzamento dei requisiti di capitale degli istituti di credito, stante le perduranti tensioni sui mercati finanziari con particolare riferimento ai titoli di debito sovrano. Le citate norme hanno autorizzato il Ministero dell'economia e delle finanze a sottoscrivere nuovi strumenti finanziari, emessi da MPS, per l’importo massimo di 2 miliardi; a tale importo si aggiunge l’emissione di ulteriori 1,9 miliardi, destinata a sostituire le obbligazioni emesse dalla banca nel 2009 (ai sensi del decreto-legge n. 185 del 2008) e non ancora rimborsati. L’importo complessivo dell’emissione autorizzato è stato dunque pari ad un massimo di 3,9 miliardi. Nel luglio 2016 MPS ha emesso a favore del Ministero dell'Economia, a titolo di interessi maturati al 31 dicembre 2014, 117.997.241 azioni ordinarie, pari al 4% del capitale sociale, con contestuale aumento del capitale sociale per euro 243.073.800, rendendo lo Stato azionista di Mps.
Di fatto, il costo della crisi dell’economia italiana è stato assorbito in
ampia misura dalle banche e dai loro azionisti, anche attraverso un eccezionale aumento delle rettifiche su crediti.
Già l’esito della valutazione approfondita dei bilanci delle banche di tutta l'area euro, svoltasi nell’anno 2014 ai fini dell'avvio della vigilanza unica e reso possibile anche grazie al notevole impegno della Banca d'Italia, sia stato complessivamente positivo per le banche italiane, evidenziando carenze di capitale solo per 4 istituti di credito.
Di recente, in parallelo con la ripresa congiunturale, la redditività delle banche italiane ha registrato un miglioramento, pur contenuto. Nei primi sei mesi dell’anno 2015 il rendimento del capitale e delle riserve (ROE) è cresciuto di circa due punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a poco più del 5 per cento.
Il Bollettino economico della Banca d’Italia di luglio 2016 evidenzia una moderata crescita del credito al settore privato non finanziario, con tassi più sostenuti nei comparti dove la ripresa dell’attività economica si è avviata più stabilmente: i prestiti al complesso delle imprese ristagnano, ma sono in deciso aumento quelli alle società manifatturiere. La qualità del credito beneficia gradualmente della ripresa ciclica: nel primo trimestre del 2016 il flusso dei nuovi crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti è ulteriormente diminuito; per i gruppi bancari la quota di crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti si è contratta rispetto al trimestre precedente (sia al lordo, sia al netto delle rettifiche).
L’incertezza diffusasi sui mercati ha indotto il Governo italiano a notificare alla Commissione europea, che l’ha approvata, l’intenzione di concedere, entro quest’anno e solo qualora ve ne sia la necessità, la garanzia dello Stato a passività bancarie di nuova emissione, remunerata a condizioni di mercato e nel rispetto della disciplina sugli aiuti di Stato.
LO STATO DI SALUTE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
30
L’istituto rileva come la situazione dei mercati possa creare rischi sistemici per i singoli Stati membri e per l’area nel suo complesso, che richiedono la predisposizione di un sistema di sostegno finanziario pubblico da attivare in caso di necessità; le norme comunitarie prevedono, con riferimento ai risultati delle prove di stress, la possibilità di interventi pubblici precauzionali di ricapitalizzazione nel settore bancario per evitare gravi perturbazioni dell’economia e per preservare la stabilità finanziaria.
Il 29 luglio 2016 l’European Banking Authority - EBA ha pubblicato i
risultati degli stress test per 51 banche in paesi della UE e dello Spazio Economico Europeo, che copre circa il 70 per cento degli asset bancari in ciascuna giurisdizione e in Europa. I test hanno coinvolto anche le principali cinque banche italiane (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare e UBI Banca). L’esercizio è stato coordinato dall’Autorità Bancaria Europea (EBA), in collaborazione con la BCE e le autorità di vigilanza nazionali. Si tratta di un esercizio che valuta la capacità di tenuta delle grandi banche europee in condizioni economiche e finanziarie avverse, con bassa probabilità di realizzarsi.
I risultati sono destinati a fornire alle autorità di Vigilanza indicazioni utili ai fini dell’ordinaria attività di supervisione. L’esercizio condotto è stato particolarmente rigoroso, sia per la lunghezza del periodo temporale considerato – un triennio– sia per alcune importanti assunzioni metodologiche.
Lo stress test ipotizza per ciascun paese due scenari: uno di base (baseline), ripreso dalle previsioni della Commissione europea formulate nell’autunno 2015, e uno avverso (adverse). La simulazione è stata condotta a partire dai dati di bilancio delle banche di fine 2015.
In particolare, nello scenario avverso si ipotizza per l’Italia una caduta del PIL reale nel triennio 2016-18 di quasi sei punti percentuali rispetto alle previsioni dello scenario di base. Nel 2018 il livello del prodotto sarebbe di circa 10 punti percentuali inferiore a quello osservato all’inizio della crisi finanziaria (2007); si tratterebbe di una perdita senza precedenti dall’ultimo conflitto mondiale. Lo scenario avverso ipotizza inoltre un aumento nel triennio del rendimento dei titoli di Stato italiani a lungo termine di circa 100 punti base, che comporterebbe una svalutazione del 12 per cento di tali titoli. Allo scenario macroeconomico avverso si aggiungono una serie di assunzioni metodologiche, sostenibili per il complesso degli intermediari, che possono avere effetti particolarmente negativi per le banche ancora in ristrutturazione o già caratterizzate da condizioni di debolezza.
La Banca d’Italia spiega nel dettaglio la metodologia utilizzata in una Nota del 29 luglio 2016.
Per quanto riguarda le banche italiane, quattro delle cinque prese in considerazioni mostrano una buona tenuta.
LO STATO DI SALUTE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
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Per queste banche (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco Popolare e UBI Banca) l’impatto ponderato sul capitale (CET1) derivante dallo scenario avverso è pari a 3,2 punti percentuali a fronte del 3,8 per cento della media del campione EBA. Comprendendo anche il Monte dei Paschi, l’impatto sarebbe, in termini ponderati, di 4,1 punti percentuali.
A differenza delle altre quattro banche il Monte dei Paschi di Siena, che supera il test nello scenario di base, mostra nello scenario avverso un risultato negativo.
In particolare, la Banca d’Italia nella predetta nota fa presente che le condizioni del Monte dei Paschi di Siena sono da tempo all’attenzione dell’SSM. Dal novembre del 2013 il gruppo è sottoposto a un piano di ristrutturazione approvato dalla Commissione europea, tuttora in corso, durante il quale sono stati conseguiti risultati notevoli, sul piano della razionalizzazione organizzativa e dell’abbattimento dei costi.
Il Consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi ha deliberato un piano che prevede la cessione dell’intero portafoglio di crediti in sofferenza e un aumento di capitale fino a 5 miliardi, che consentirà di incrementare significativamente gli accantonamenti sui restanti crediti deteriorati. Per effetto di tale operazione, la banca deterrà prestiti deteriorati – ma non in sofferenza – in linea con quelli medi del sistema bancario italiano. Il patrimonio di Vigilanza della banca si manterrà sugli attuali livelli e la redditività potrà risentire di miglioramenti sia sul fronte dei costi della provvista e del credito sia su quello del rendimento dell’attivo e della liquidità.
Si apprende da fonti di stampa che la Commissione UE ha ritenuto il piano MPS in linea con la normativa UE in materia di aiuti di Stato nel settore bancario.
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, nel commentare l’operazione annunciata da MPS, ha affermato che il Governo ha preso atto con “grande soddisfazione” dell’operazione lanciata dalla Banca Monte de’ Paschi di Siena. A parere del Ministro si tratta di una operazione di mercato che consentirà di rafforzare la posizione patrimoniale della Banca e di liberarla completamente dai crediti in sofferenza e che permetterà inoltre alla banca di sviluppare un solido piano industriale, grazie al quale aumenterà il sostegno all’economia reale attraverso l’erogazione di credito a famiglie e imprese.
LA SITUAZIONE DELLE BANCHE EUROPEE IN SINTESI: I DATI EBA RELATIVI AL PRIMO TRIMESTRE 2016
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LA SITUAZIONE DELLE BANCHE EUROPEE IN SINTESI: I DATI EBA RELATIVI AL PRIMO TRIMESTRE 2016
I dati dell’EBA – European Banking Authority (“Risk dashboard data – Q1 2016”) sulla situazione delle banche UE, diffusi nel mese di luglio 2016 con riferimento al primo trimestre del 2016, mostrano le risultanze di seguito esposte.
Il capitale delle banche UE.
Il capitale di migliore qualità (Common equity tier 1 - CET1) è rimasto a livelli di sicurezza, con una modesta discesa dal 13,6 al 13,4 per cento durante il primo trimestre 2016. Resta ancora ampio il divario tra paesi e tra banche di diverse dimensioni.
Fonte: EBA, Risk dashboard data, pag. 8 – Solvency, CET1 Ratio
LA SITUAZIONE DELLE BANCHE EUROPEE IN SINTESI: I DATI EBA RELATIVI AL PRIMO TRIMESTRE 2016
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La qualità dei portafogli
L’EBA rileva un modesto miglioramento nella qualità dei portafogli bancari, che rimane tuttavia fonte di preoccupazione, con una diminuzione di 10 punti-base delle sofferenze (cd. non performing loans - NPLs), scese al 5,7 per cento nel primo trimestre 2016. Permane il divario tra paesi e tra banche: le banche più grandi presentano un numero più basso di sofferenze (4,2 per cento) contro le percentuali significativamente più elevate per le istituzioni di medie (12,7 per cento) e di minori dimensioni (22,4 per cento). Inoltre, anche con riferimento alle sofferenze il tasso di dispersione per Paese permane significativo, con un range compreso tra l’1 ed il 50 per cento.
Fonte: EBA, Risk dashboard data, pag. 10 – Credit Risk and Asset Quality; Ratio of non‐performing loans and advances (NPL ratio)
LA SITUAZIONE DELLE BANCHE EUROPEE IN SINTESI: I DATI EBA RELATIVI AL PRIMO TRIMESTRE 2016
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Tasso di copertura delle sofferenze
Il livello di copertura delle sofferenze è lievemente migliorato, dal 43,7 per cento del terzo trimestre 2015 al 43,8 per cento nel primo trimestre 2016.
Per tale dato vi è un modesto divario tra banche di diverse dimensioni (tra il 41 ed il 45 per cento circa), mentre il gap è ampio se calcolato per paese (da circa il 30 a quasi il 70 per cento).
Fonte: EBA, Risk dashboard data, pag. 11– Credit Risk and Asset Quality; Coverage ratio of non‐performing loans and advances
LA SITUAZIONE DELLE BANCHE EUROPEE IN SINTESI: I DATI EBA RELATIVI AL PRIMO TRIMESTRE 2016
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La redditività delle banche UE: RoE
La redditività delle banche europee rimane bassa. Il return on common equity - RoE, ossia l’indice di redditività del capitale proprio, si attesta al 5,8 per cento, più basso di 1,1 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2015. Tuttavia, rispetto all’ultimo trimestre del 2015 (4,7 per cento) il RoE è in aumento, dimostrando così un andamento stagionale.
Anche per tale dato vi è un tasso di dispersione piuttosto ampio per paese (da circa il 3 al 17 per cento).
Fonte: EBA, Risk dashboard data, pag. 14 – Profitability; return on equity (RoE)
LA SITUAZIONE DELLE BANCHE EUROPEE IN SINTESI: I DATI EBA RELATIVI AL PRIMO TRIMESTRE 2016
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La redditività delle banche UE: RoA
L’indice RoA (return on asset, che misura la redditività relativa al capitale investito o all'attività svolta), è stato in media dello 0,36 per cento nel primo trimestre 2016.
Fonte: EBA, Risk dashboard data, pag. 15 – Profitability; return on assets (RoA)
LA SITUAZIONE DELLE BANCHE EUROPEE IN SINTESI: I DATI EBA RELATIVI AL PRIMO TRIMESTRE 2016
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Rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione
Per quanto riguarda il rapporto cd. cost/income, ovvero il rapporto tra i costi operativi (ad es. costi amministrativi e per il personale) e il margine di intermediazione, tale valore nel primo trimestre 2016 è aumentato, arrivando al 66 per cento (contro il 62,8 per cento nel precedente trimestre).
Fonte: EBA, Risk dashboard data, pag. 16 – Profitability; cost to income ratio
LA SITUAZIONE DELLE BANCHE EUROPEE IN SINTESI: I DATI EBA RELATIVI AL PRIMO TRIMESTRE 2016
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Loan-to-deposit ratio
Si è registrata un’inversione nell’andamento del cd. loan to deposit ratio (LTD), ovvero del valore che esprime il rapporto tra l’ammontare totale degli impieghi e l’ammontare totale della raccolta diretta.
In contrasto con quanto avvenuto nei tre trimestri precedent, durante il primo trimestre 2016 il rapporto LTD è aumentato, sino a raggiungere il 121,6 per cento (rispetto al 121,2 per cento del periodo precedente).
Il valore minimo è stato quello registrato per le banche di minori dimensioni (attestandosi mediamente al 96,1 per cento) e il valore massimo si registra per le banche di medie dimensioni (137,8 per cento); per le banche di grandi dimensioni si è attestato al 119,2 per cento.
Fonte: EBA, Risk dashboard data, pag. 21 - Balance Sheet Structure and
Liquidity; loan‐to‐deposit ratio for households and non‐financial corporations
LA SITUAZIONE DELLE BANCHE EUROPEE IN SINTESI: I DATI EBA RELATIVI AL PRIMO TRIMESTRE 2016
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Attività liquide e passività a breve termine
Gli indicatori di liquidità sono lievemente migliorati, registrando un rapporto attività liquide / passività a breve termine in aumento dal 21,4 al 21,7 per cento.
Fonte: EBA, Risk dashboard data, pag. 22 - Balance Sheet Structure and
Liquidity; liquid assets to short-term liabilities
EBA (EUROPEAN BANKING AUTHORITY), RISK DASHBOARD, DATA AS OF Q1 2016
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EBA (EUROPEAN BANKING AUTHORITY), RISK DASHBOARD, DATA AS OF Q1 2016
2
Contents
1 Summary 3
2 Overview of the main risks and vulnerabilities in the EU banking sector 4
3 Heatmap 5
4 Risk Indicators (RIs)
4.1 Solvency Tier 1 capital ratio 6
Total capital ratio 7
CET1 ratio 8
CET1 ratio (fully loaded) 9
4.2 Credit Risk and Asset Quality Ratio of non‐performing loans and advances (NPL ratio) 10
Coverage ratio for non‐performing loans and advances 11
Forbearance ratio for loans 12
Ratio of non‐performing exposures (NPE ratio) 13
4.3 Profitability Return on equity 14
Return on assets 15
Cost to income ratio 16
Net interest income to total operating income 17
Net fee and commission income to total operating income 18
Net trading income to total operating income 19
Net interest income to interest bearing assets 20
4.4Balance Sheet Structure
and Liquidity
Loan‐to‐deposit ratio (for households and non‐financial
corporations)21
Liquid assets to short‐term liabilities 22
Liquid assets to total items requiring stable funding 23
Debt to equity ratio 24
Asset encumbrance ratio 25
5 Annex 1: Statistical Annex Asset composition and volumes 27
Liability composition and volumes 28
Risk‐weighted asset composition and break‐down of asset quality
data29
Profitability analysis 30
6 Annex 2: Methodological note on the RIs heatmap 31
7 Annex 3: The RI and Annex database 32
44
3
Summary *
The CET1 ratio remained at comfortable levels, albeit declining modestly from 13.6% to 13.4% in Q1 2016,
driven by a decline of capital that was not offset by the decrease of risk weighted assets. The former was
negatively affected by higher 'other transitional adjustments' and decreasing 'retained earnings'. Dispersion
among countries as well as across banks of different size remained wide. The CET1 fully loaded ratio was 12.9% in
Q1 2016 (13.0% per year end 2016).
Asset quality further modestly improved in Q1 2016, but remains a concern. The ratio of non‐performing loans
(NPL) decreased ‐ similar to two former quarters ‐ another 10bps, to 5.7% in Q1 2016. Dispersion among
countries is between about 1% and nearly 50%. Smaller banks' NPL ratio was higher (22.4%), compared to
medium‐sized (12.7%) and larger banks (4.2%). A declining ratio of forborne loans to total loans (FBL ratio) ‐ from
3.6% in the former quarter to 3.5% in Q1 2016 ‐ confirmed the asset quality trend. Also the coverage ratio for
NPLs modestly improved, from 43.7% in Q4 2015 to 43.8% in Q1 2016. Whereas the dispersion among banks of
different size remained narrow (between about 41% and about 45%), dispersion among countries was again wide
(from about 30% to nearly 70%).
Profitability remains squeezed. The annualised return on equity (RoE) in Q1 2016 decreased to 5.8%, 1.1
percentage points (p.p.) below the first quarter last year. However, compared to Q4 2015 (4.7%), the RoE
improved, showing its typical seasonality. Dispersion among countries was wide (fom about ‐3% to about 17%).
Whereas smaller banks' RoE had been below EU average in Q4 2015 (2.6%), it was higher again in Q1 2016
(8.0%). Larger banks RoE was 6.2% (5.5% in Q4 2015) and medium‐sized banks' RoE was 3.5% (0.7% in Q4 2015).
The average return on assets (RoA) was 0.36% in Q1 2016 (0.29% per year end 2015 and 0.40% in Q1 2015). The
cost to income ratio further deteriorated in Q1 2016 to 66.0% (62.8% in the previous quarter).
In contrast to the three former quarters, the loan‐to‐deposit ratio increased. It was 121.6% in Q1 2016 (121.2%
in the former quarter). The ratio was lower for small banks (96.1%) and higher for mid‐sized institutions (137.8%,
for large banks 119.2%). Liquidity indicators slightly improved, with the ratio of 'liquid assets to short term
liabilities' increasing from 21.4% to 21.7% and the ratio of 'liquid assets to total items requiring stable funding'
increasing from 15.3% to 15.6%. The asset encumbrance ratio decreased to 25.4% in Q1 2016 (25.6% in the
former quarter). It is influenced by the funding mix (secured vs. unsecured funding, including deposits) as well as
the level of central bank funding.
Increasing market volatility following the result of the UK's referendum indicate a significantly heightened risk
outlook of EU banks.
*) This risk dashboard is based on a sample of Risk Indicators (RI) from 198 European banks (unconsolidated number of banks, including 40 subsidiaries; the list of the banks can be found under the link
http://www.eba.europa.eu/risk‐analysis‐and‐data). The sample of banks is reviewed annually by competent authorities and adjusted accordingly (http://www.eba.europa.eu/documents/10180/16082/
EBA+DC+090+%28Decision+on+Reporting+by+Competent+Authorities+to+the+EBA%29.pdf/9beaf5be‐2624‐4e36‐a75b‐b77aa3164f3f). This can determine breaks in the time series. For Q1 2016 FINREP data for 3 SK banks is not
included. Ratios provided in the text are weighted average if not otherwise stated. The name of the country is only disclosed if the number of reporting institutions is at least three. The data is based on the EBA’s implementing
technical standards (ITS) on supervisory reporting (EU Regulation No 680/2014 and it subsequent amendments). In the chart on Risk Indicators by size class, considering the distribution of the average total assets, the small banks
are those below the first quartile, the large banks are those above the third quartile. Underlying data in this risk dashboard has been compiled by the EBA since 2014 and it has served as basis for additional analyses included in
EBA's Risk Assessment Report, last version published in December 2015.
The net interest margin slightly decreased from 1.59% (Q4 2015, measured as a percentage of interest bearing
asset) to 1.50% in Q1 2016. Net interest income further increased as a share of total operating income in Q1
2016 from 57.4% in the former quarter to 58.6% in Q1 2016. It was driven by a faster decline of the denominator
than for the numerator. Driven by the same effect, the share of net fee and commission income increased (up
30bps to 27.1%), whereas the share of net trading result in total operating income further decreased (from 5.6%
to 4.9%).
45
4
LevelExpected
TrendLevel
Forward
Trend
‐ 1 ‐ 1
‐ 1 ‐ 1
‐ 1 ‐ 1
0 0
‐ 1 ‐ 1
‐ 1 ‐ 1
0 0
0 0
0 0
‐ 1 ‐ 1
‐ 1 ‐ 1
‐ 1 0 1
High Medium Low
Increasing Stable Decreasing
Level The level of risk summarises, in a judgmental fashion, the probability of the materialisation of the risk factors and the likely impact
on banks. The assessment takes into consideration the evolution of market and prudential indicators, National Supervisory
Authorities' and banks’ own assessments as well as analysts’ views.Trend
Fragmentation of asset quality and profitability remains high among
jurisdictions. Usage of central bank funding partially significantly differs
between countries. Following the UK's referendum, further indications of
fragmentation across the single market need monitoring.
Sovereign risk Debt overhangRisks from a large debt overhang in some countries remain high. Significant
sovereign exposure leads to elevated vulnerabilities of banks in some
jurisdictions.
Covered bonds and deposits remain an important channel in the banks'
funding mix. However, banks have proven their continued access also to AT1
and T2 as well as MREL / TLAC eligible funding after heightened market
volatility in February and March had calmed down again. Access to central
bank funding remains ample.
Environment
Regulatory and legal environment Risk weighted assets,
MREL, MDA
Regulatory uncertainty remains on the banks' agendas in several areas. This
includes, but is no restricted, to uncertainty in respect of risk weighted asset
requirements, including potential minimum risk weights for sovereign
exposures. Further regulatory uncertainty includes MREL and MDA.
Fragmentation
Asset quality,
profitability, funding,
supervision
Liquidity & Funding Access to funding and maturity
distribution
Spread widening and
significant decreased
primary market activity
in February and March
With interest income under pressure in an environment of low interest rates,
banks have not yet deomnstrated that they can increase fee income. Growth
in loan volumes does neither offset margin pressure. Income from
investment banking activity was under pressure, too, in the first quarter, not
least driven by negative volume trends in debt and equity capital market
business.
Funding structure
Relative importance of
covered bonds and
deposits, ample access
to central bank funding
After a significant widening of spreads and decline in issuance activity mainly
of senior unsecured and subordinated debt in February and March, markets
have stabilisied again. Banks from core as well as peripheral countries have
resumed issuance activity in all funding instruments. However, not at least
spreads of subordinated debt remain on elevated levels compared to last
year. In senior unsecured funding of some core banks a lenghtening of
maturities could be seen. Following the UK's referendum spreads on
secondary markets increased and banks are delaying potential issuances.
Recent cyber attacks at banks' infrastructure have demonstrated the
vulnerability of information and communication technologies. New
technologies can cause various risks prior to and post implementation,
including legal risks.
Pillar 2
Concentration risk, IRRBB and otherLow interest rate
environment
An environment of low interest rates contributes to banks' increased
preparedness for higher risk exposures. It also fosters risks of price bubles in
real estate and other markets. Some of the central banks' measures
additionally contribute to further pressure on lending margins, e.g. in
corporate business.
Reputational and legalMisconduct, litigation
costs
The scope of identified misconduct practices and incurring costs remains
wide, and further occurrences continue to come up. They include, but are
not restricted to, misconduct in customer related business, breaches of
sanctions, proprietary trading or market making as well as other areas,
including involvement in tax evasion schemes.
Profitability
Interest income, fee
income, investment
banking revenue
NPL ratios remain high in parts of the EU. Further measures and initiatives to
reduce stocks of NPLs are being implemented from supervisory side, from
the banking industry itself as well as on political level (structural reforms).
They will still have to prove their success. Main vulnerabilities result from
global economic developments, not at least driven by emerging market and
political risks (the latter inside and outside the EU), as well as commodity,
energy and shipping expoures.
Market risk
Heightened market
volatility, risk from
declining market
liquidity
Financial markets had already been volatile before the UK's referendum, not
least driven by elevated political risks. Volatility significantly increased
afterwards. Trading income has increasingly come under pressure. There is a
persistent risk of a sudden decrease in market liquidity, which would
additionally accelerate market volatility.
Capital
Pillar 1
Credit risk
Asset quality,
vulnerabilities due to
global economic
development,
initiatives to reduce
the stock of NPLs
Operational risk
Information &
communication
technologies, cyber
attacks
Overview of the main risks and vulnerabilities in the EU banking sector
Bank risk Risk drivers
Level of risk
Contributing factors/interactionsLast quarter
(memo)Current quarter
46
5
Sample of banks*
151 153 153 153 153 157
Threshold
Current vs previous
quarters for the
worst bucket
201412 201503 201506 201509 201512 201603
> 15% 21.5% 14.1% 16.9% 27.7% 29.8% 28.3%
[12% ‐ 15%] 48.3% 57.8% 63.9% 52.7% 62.2% 63.9%
< 12% 30.2% 28.1% 19.2% 19.7% 7.9% 7.9%
> 14% 19.4% 11.7% 19.6% 13.1% 25.3% 21.0%
[11% ‐ 14%] 39.4% 50.1% 66.5% 73.8% 70.3% 74.6%
< 11% 41.2% 38.2% 13.9% 13.1% 4.4% 4.4%
< 3% 37.1% 39.5% 40.9% 41.2% 38.2% 39.8%
[3% ‐ 8%] 46.3% 50.3% 50.1% 50.0% 55.0% 53.8%
> 8% 16.6% 10.2% 9.0% 8.9% 6.8% 6.4%
> 55% 9.6% 10.2% 10.4% 11.2% 11.1% 11.5%
[40% ‐ 55%] 53.9% 53.7% 56.6% 54.5% 47.3% 45.4%
< 40% 36.5% 36.1% 33.0% 34.3% 41.6% 43.0%
< 1.5% 31.5% 31.4% 38.0% 38.9% 44.6% 43.8%
[1.5% ‐ 4%] 39.3% 41.2% 33.4% 32.8% 35.7% 37.0%
>4% 29.2% 27.5% 28.6% 28.3% 19.8% 19.2%
> 10% 5.5% 20.0% 25.9% 24.4% 7.0% 3.4%
[6% ‐ 10%] 31.5% 33.0% 47.0% 36.0% 50.1% 44.1%
< 6% 63.1% 47.0% 27.1% 39.6% 42.9% 52.6%
< 50% 10.9% 11.3% 12.4% 13.2% 12.2% 12.7%
[50% ‐ 60%] 12.2% 33.1% 34.5% 36.8% 18.3% 18.3%
> 60% 76.9% 55.7% 53.1% 50.0% 69.5% 69.0%
< 100% 30.6% 31.4% 29.6% 31.7% 32.4% 29.3%
[100% ‐ 150%] 56.8% 56.4% 57.8% 56.1% 55.4% 58.3%
> 150% 12.7% 12.2% 12.5% 12.2% 12.2% 12.4%
> 30% 3.2% 3.3% 3.1% 2.9% 5.0% 8.8%
[20% ‐ 30%] 37.8% 51.2% 38.9% 52.6% 59.1% 44.4%
< 20% 59.0% 45.5% 58.0% 44.5% 35.9% 46.9%
< 12x 8.4% 7.9% 5.0% 8.6% 10.0% 6.7%
[12x ‐ 15x] 28.0% 34.8% 43.9% 39.9% 39.5% 38.4%
> 15x 63.7% 57.3% 51.1% 51.5% 50.5% 54.9%
Cost to income ratio
Loan‐to‐deposit ratio for
households and non‐
financial corporations
Liquid assets to short‐term
liabilities
Debt to equity ratio
Balan
ce Sheet Structure
Profitability
Note: Traffic lights provide the trend of the KRI given the historical time series. Data bar colour scale: green for the "best bucket", yellow for the intermediate and red for
the "worst bucket".
* Number of banks after consolidation. Furthermore, not all banks submit respective data for all Risk Indicators.
RIs heatmap
Return on equity
Forbearance ratio for loans
and advances
Coverage ratio of non‐
performing loans and
advances
Traffic light
Credit Risk & Asset Quality
Solvency
RI
Tier 1 capital ratio
CET1 ratio
Ratio of non‐performing
loans and advances (NPL
ratio)
47
6
Dec ‐ 14 13.4% 11.5% 13.5% 16.2%
Mar ‐ 15 13.4% 11.6% 13.5% 16.2%
Jun ‐ 15 13.9% 11.9% 13.7% 16.5%
Sep ‐ 15 14.1% 12.1% 14.1% 17.7%
Dec ‐ 15 14.8% 13.0% 14.8% 19.0%
Mar ‐ 16 14.5% 12.8% 14.7% 18.1%
Solvency
1 ‐ Tier 1 capital ratio
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016. Non‐FINREP banks are assigned to the bucket of small banks.
Period Weighted average 25th 50th 75th
94
96
98
100
102
104
106
108
110
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Tier 1 capital
Denominator: Total risk exposure amount
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
EE FI SE LT MT HR BG SI LV CZ DK RO LU IE SK GR NL NO BE DE PL CY GB FR HU ES IT AT PT
EU
12.5%
13.0%
13.5%
14.0%
14.5%
15.0%
15.5%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
48
7
Dec ‐ 14 16.2% 13.7% 16.1% 19.4%
Mar ‐ 15 16.1% 13.7% 15.8% 19.5%
Jun ‐ 15 16.7% 14.2% 16.6% 20.3%
Sep ‐ 15 17.0% 14.4% 16.8% 21.7%
Dec ‐ 15 17.7% 14.8% 17.5% 23.0%
Mar ‐ 16 17.4% 14.9% 17.2% 22.3%
Solvency
2 ‐ Total capital ratio
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016. Non‐FINREP banks are assigned to the bucket of small banks.
Period Weighted average 25th 50th 75th
94
96
98
100
102
104
106
108
110
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Total capital
Denominator: Total risk exposure amount
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
EE SE FI MT LT LV DK HR NL RO BG IE SI GB SK LU CZ NO DE BE FR HU GR PL AT CY IT ES PT
EU
14.5%
15.0%
15.5%
16.0%
16.5%
17.0%
17.5%
18.0%
18.5%
19.0%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
49
8
Dec ‐ 14 12.5% 11.1% 12.8% 15.5%
Mar ‐ 15 12.4% 11.4% 12.9% 15.1%
Jun ‐ 15 12.8% 11.5% 13.0% 15.7%
Sep ‐ 15 13.0% 11.7% 13.4% 17.2%
Dec ‐ 15 13.6% 12.4% 14.0% 17.3%
Mar ‐ 16 13.4% 12.4% 14.1% 17.3%
Solvency
3 ‐ CET1 ratio
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016. Non‐FINREP banks are assigned to the bucket of small banks.
Period Weighted average 25th 50th 75th
94
96
98
100
102
104
106
108
110
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: CET1 capital
Denominator: Total risk exposure amount
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
EE FI LT MT HR SE SI LV BG RO LU CZ IE DK GR SK PL BE CY NO DE NL HU GB FR ES AT PT IT
EU
11.5%
12.0%
12.5%
13.0%
13.5%
14.0%
14.5%
15.0%
15.5%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
50
9
Dec ‐ 14 11.5% 10.5% 12.1% 14.9%
Mar ‐ 15 11.7% 10.6% 12.3% 15.0%
Jun ‐ 15 12.1% 10.6% 12.3% 15.0%
Sep ‐ 15 12.3% 11.1% 12.8% 16.0%
Dec ‐ 15 13.0% 11.7% 13.6% 17.0%
Mar ‐ 16 12.9% 11.8% 13.7% 17.1%
Solvency
4 ‐ CET1 ratio (fully loaded)
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016. Non‐FINREP banks are assigned to the bucket of small banks.
Period Weighted average 25th 50th 75th
94
96
98
100
102
104
106
108
110
112
114
116
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: CET1 capital (fully loaded)
Denominator: Total risk exposure amount (fully loaded)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
EE FI LT MT HR SI SE LU LV BG RO CZ SK DK PL IE GR NO CY NL HU DE GB FR BE AT IT ES PT
EU
10.0%
10.5%
11.0%
11.5%
12.0%
12.5%
13.0%
13.5%
14.0%
14.5%
15.0%
15.5%
16.0%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
51
10
Dec ‐ 14 6.5% 2.4% 5.9% 15.7%
Mar ‐ 15 6.2% 2.4% 6.1% 15.8%
Jun ‐ 15 6.0% 2.4% 6.0% 15.0%
Sep ‐ 15 5.9% 2.4% 5.6% 14.9%
Dec ‐ 15 5.8% 2.4% 5.2% 15.1%
Mar ‐ 16 5.7% 2.2% 5.1% 14.9%
Credit Risk and Asset Quality
5 ‐ Ratio of non‐performing loans and advances (NPL ratio)
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
90
92
94
96
98
100
102
104
106
108
110
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Non‐performing loansDenominator: Total loans
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
CY
GR SI PT IT IE RO
HU
BG
HR PL
MT
AT ES LT FR LV BE
DK
DE CZ
NL
GB EE FI
NO LU SE
SK*
EU
0%
3%
6%
9%
12%
15%
18%
21%
24%
27%
30%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
52
11
Dec ‐ 14 43.3% 31.8% 40.7% 47.3%
Mar ‐ 15 42.9% 31.2% 40.9% 46.8%
Jun ‐ 15 43.6% 32.8% 40.9% 47.3%
Sep ‐ 15 43.6% 33.3% 41.7% 47.7%
Dec ‐ 15 43.7% 31.1% 40.6% 47.5%
Mar ‐ 16 43.8% 31.0% 40.4% 47.6%
Credit Risk and Asset Quality
6 ‐ Coverage ratio of non‐performing loans and advances
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
90
92
94
96
98
100
102
104
106
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Specific allowances for loansDenominator: Non‐performing loans
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
RO SI
HU CZ PL
HR
AT
BG FR GR IT ES BE
LU PT
MT IE NL
NO DE CY LT DK FI GB LV EE SE
SK*
EU
34%
36%
38%
40%
42%
44%
46%
48%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
53
12
Dec ‐ 14 3.9% 1.4% 3.5% 9.1%
Mar ‐ 15 3.8% 1.4% 3.4% 9.4%
Jun ‐ 15 3.7% 1.3% 3.5% 9.0%
Sep ‐ 15 3.7% 1.3% 3.2% 9.1%
Dec ‐ 15 3.6% 1.3% 2.9% 9.3%
Mar ‐ 16 3.5% 1.3% 3.0% 9.5%
Credit Risk and Asset Quality
7 ‐ Forbearance ratio for loans and advances
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
92
94
96
98
100
102
104
106
108
110
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Forborne loansDenominator: Total loans
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
CY
GR IE SI PT
BG ES RO
MT
HU
HR IT LV LT AT PL
EE DE
NL
DK BE
GB FI
NO FR CZ SE LU SK*
EU
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
14%
16%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
5%
10%
15%
20%
25%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
54
13
Dec ‐ 14 5.5% 2.2% 4.8% 13.0%
Mar ‐ 15 5.3% 2.0% 4.7% 12.5%
Jun ‐ 15 5.2% 2.0% 4.9% 12.4%
Sep ‐ 15 5.1% 2.0% 4.9% 12.4%
Dec ‐ 15 5.0% 1.9% 4.4% 12.1%
Mar ‐ 16 4.9% 1.8% 4.5% 12.1%
Credit Risk and Asset Quality
8 ‐ Ratio of non‐performing exposures (NPE ratio)
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
90
92
94
96
98
100
102
104
106
108
110
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Non‐performing debt instruments
Denominator: Total debt instruments
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
CY
GR PT SI IT BG IE HR
RO
HU PL
AT ES LT MT
FR DK LV BE
DE
NL
CZ
GB EE FI
NO SE LU SK*
EU
0%
3%
6%
9%
12%
15%
18%
21%
24%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
55
14
Dec ‐ 14 3.5% ‐3.8% 3.5% 8.0%
Mar ‐ 15 6.9% 3.3% 7.0% 10.4%
Jun ‐ 15 6.8% 3.5% 7.0% 10.2%
Sep ‐ 15 6.4% 3.5% 6.6% 10.4%
Dec ‐ 15 4.7% 2.7% 5.9% 9.5%
Mar ‐ 16 5.8% 2.0% 5.0% 8.9%
Profitability
9 ‐ Return on equity
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
60
80
100
120
140
160
180
200
220
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Profit or loss for the yearDenominator: Total equity
‐5%
0%
5%
10%
15%
20%
EE BG
MT
RO SI CZ
HR
HU LV SE NO PL
DK FI IE BE
NL
ES LT GB
AT
CY
FR LU IT DE
GR PT
SK*
EU
‐2%
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
‐40%
‐30%
‐20%
‐10%
0%
10%
20%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
56
15
Dec ‐ 14 0.20% ‐0.15% 0.24% 0.53%
Mar ‐ 15 0.40% 0.20% 0.43% 0.72%
Jun ‐ 15 0.41% 0.21% 0.45% 0.72%
Sep ‐ 15 0.38% 0.20% 0.39% 0.66%
Dec ‐ 15 0.29% 0.15% 0.37% 0.61%
Mar ‐ 16 0.36% 0.13% 0.34% 0.64%
Profitability
10 ‐ Return on assets
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
60
80
100
120
140
160
180
200
220
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Profit or loss for the yearDenominator: Total assets
‐0.50%
0.00%
0.50%
1.00%
1.50%
2.00%
2.50%
3.00%
3.50%
EE BG SI HR
RO LV CZ PL
HU
MT IE LT NO CY SE ES BE
DK FI AT
NL
LU GB FR IT GR
DE PT
SK*
EU
‐0.2%
0.0%
0.2%
0.4%
0.6%
0.8%
1.0%
1.2%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
‐3.0%
‐2.5%
‐2.0%
‐1.5%
‐1.0%
‐0.5%
0.0%
0.5%
1.0%
1.5%
2.0%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
57
16
Dec ‐ 14 62.8% 45.9% 58.2% 67.7%
Mar ‐ 15 60.9% 45.0% 56.8% 65.7%
Jun ‐ 15 59.3% 46.4% 56.4% 65.3%
Sep ‐ 15 59.9% 47.3% 57.4% 66.3%
Dec ‐ 15 62.8% 48.3% 59.2% 67.4%
Mar ‐ 16 66.0% 51.5% 64.6% 73.8%
Profitability
11 ‐ Cost to income ratio
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
94
96
98
100
102
104
106
108
110
112
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: CostsDenominator: Net operating income
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
DE FR BE
AT
HU IT NL
PT
GB IE LU SI RO DK
MT
GR
HR PL
ES SE LT CY
CZ FI LV EE NO
BG
SK*
EU
46%
49%
52%
55%
58%
61%
64%
67%
70%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
20%
40%
60%
80%
100%
120%
140%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
58
17
Dec ‐ 14 58.8% 49.6% 62.4% 75.5%
Mar ‐ 15 55.6% 43.3% 59.1% 74.9%
Jun ‐ 15 54.9% 46.0% 59.0% 72.8%
Sep ‐ 15 56.3% 48.3% 60.5% 77.8%
Dec ‐ 15 57.4% 47.9% 60.6% 76.9%
Mar ‐ 16 58.6% 51.7% 64.7% 80.5%
Profitability
12 ‐ Net interest income to total operating income
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
94
96
98
100
102
104
106
108
110
112
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Net interest income
Denominator: Net operating income
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
NL
GR CY
HR
BG
NO DK BE
MT
AT ES CZ
HU PT IE PL SI RO EE GB SE LT LV IT DE
LU FR FI
SK*
EU
44%
47%
50%
53%
56%
59%
62%
65%
68%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
20%
40%
60%
80%
100%
120%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
59
18
Dec ‐ 14 27.1% 13.7% 22.8% 29.8%
Mar ‐ 15 26.5% 13.6% 22.4% 30.3%
Jun ‐ 15 26.2% 13.5% 21.7% 30.4%
Sep ‐ 15 26.4% 13.3% 21.6% 30.9%
Dec ‐ 15 26.8% 12.3% 22.1% 30.4%
Mar ‐ 16 27.1% 14.4% 23.7% 33.2%
Profitability
13 ‐ Net fee and commission income to total operating income
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
94
96
98
100
102
104
106
108
110
112
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Net fee and commission income
Denominator: Net operating income
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
IT LV LT FR PT
LU HU SE AT
DE EE HR SI PL
RO DK ES BG
GB BE
CZ IE FI NL
CY
MT
NO
GR
SK*
EU
20%
21%
22%
23%
24%
25%
26%
27%
28%
29%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
‐10%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
60
19
Dec ‐ 14 6.8% ‐0.4% 1.2% 5.7%
Mar ‐ 15 7.8% ‐0.8% 1.1% 10.0%
Jun ‐ 15 6.1% ‐1.4% 1.3% 5.5%
Sep ‐ 15 6.0% ‐1.5% 1.5% 4.4%
Dec ‐ 15 5.6% ‐0.7% 0.9% 4.6%
Mar ‐ 16 4.9% ‐1.8% 0.2% 3.8%
Profitability
14 ‐ Net trading income to total operating income
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Figures for Sweden regarding this particular indicator are currently under review.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
65
75
85
95
105
115
125
135
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Net trading income
Denominator: Net operating income
‐20%
‐15%
‐10%
‐5%
0%
5%
10%
15%
20%
FI GB
DE LV NO
HR FR CZ
RO EE HU LT PL SI
MT
LU CY
GR
NL
ES IT IE AT
DK BE
BG SE PT
SK*
EU
‐8%
‐6%
‐4%
‐2%
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
‐30%
‐20%
‐10%
0%
10%
20%
30%
40%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
61
20
Dec ‐ 14 1.56% 1.09% 1.49% 1.82%
Mar ‐ 15 1.55% 1.06% 1.50% 1.81%
Jun ‐ 15 1.57% 1.06% 1.52% 1.84%
Sep ‐ 15 1.57% 1.05% 1.52% 1.84%
Dec ‐ 15 1.59% 1.12% 1.49% 1.86%
Mar ‐ 16 1.50% 1.08% 1.45% 2.09%
Profitability
15 ‐ Net interest income to interest bearing assets
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
96
97
98
99
100
101
102
103
104
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Net interest income
Denominator: Interest earning assets
0.0%
0.5%
1.0%
1.5%
2.0%
2.5%
3.0%
3.5%
4.0%
4.5%
5.0%
HU
BG
RO
HR PL
CY
GR SI
MT
CZ ES AT
EE IE LV NO PT
NL
GB IT LT BE
FR DE
DK SE LU FI
SK*
EU
1.3%
1.4%
1.5%
1.6%
1.7%
1.8%
1.9%
2.0%
2.1%
2.2%
2.3%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0.0%
0.5%
1.0%
1.5%
2.0%
2.5%
3.0%
3.5%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
62
21
Dec ‐ 14 124.4% 98.7% 121.4% 191.8%
Mar ‐ 15 125.2% 99.7% 123.0% 189.5%
Jun ‐ 15 124.7% 100.1% 120.9% 182.6%
Sep ‐ 15 123.2% 99.5% 120.2% 187.0%
Dec ‐ 15 121.2% 94.0% 118.3% 179.4%
Mar ‐ 16 121.6% 97.4% 119.6% 178.3%
Balance Sheet Structure and Liquidity
16 ‐ Loan‐to‐deposit ratio for households and non‐financial corporations
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
98
99
100
101
102
103
104
105
106
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Loans to NFCs and households
Denominator: Deposits to NFCs and households
0%
50%
100%
150%
200%
250%
300%
350%
400%
DK SE NO FI DE IT LU GR
NL
ES IE FR EE AT
BE PL LT PT
GB CY
CZ
HU
HR
BG
RO SI LV MT
SK*
EU
90%
95%
100%
105%
110%
115%
120%
125%
130%
135%
140%
145%
150%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
25%
200%
375%
550%
725%
900%
1075%
1250%
1425%
1600%
1775%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
63
22
Dec ‐ 14 19.1% 14.7% 20.1% 26.7%
Mar ‐ 15 19.8% 13.3% 20.0% 26.4%
Jun ‐ 15 19.7% 14.4% 20.0% 28.3%
Sep ‐ 15 20.6% 15.2% 20.8% 28.8%
Dec ‐ 15 21.4% 15.4% 21.9% 28.8%
Mar ‐ 16 21.7% 16.1% 22.3% 30.7%
Balance Sheet Structure and Liquidity
17 ‐ Liquid assets to short‐term liabilities
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
96
98
100
102
104
106
108
110
112
114
116
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Liquid assets
Denominator: Items providing stable funding (less than 12 months)
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
MT
RO LV SI
HU
BG FI
NO SE SK HR
DE
LU IE AT
BE
GB PL
NL
EE CY
DK ES IT LT PT
FR GR
CZ*
EU
16%
17%
18%
19%
20%
21%
22%
23%
24%
25%
26%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
64
23
Dec ‐ 14 13.9% 8.8% 12.6% 17.2%
Mar ‐ 15 14.2% 8.6% 12.4% 16.9%
Jun ‐ 15 14.3% 9.0% 12.6% 17.9%
Sep ‐ 15 14.7% 9.9% 13.5% 18.5%
Dec ‐ 15 15.3% 10.0% 14.2% 18.1%
Mar ‐ 16 15.6% 10.3% 14.3% 19.4%
Balance Sheet Structure and Liquidity
18 ‐ Liquid assets to total items requiring stable funding
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
92
96
100
104
108
112
116
120
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Liquid assets
Denominator: Items requiring stable funding
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
MT
RO LV SI BG
HU LU FI SK BE
GB SE NO
HR EE IE DE CY PL LT AT
NL
ES PT IT DK FR GR
CZ*
EU
11.5%
12.0%
12.5%
13.0%
13.5%
14.0%
14.5%
15.0%
15.5%
16.0%
16.5%
17.0%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
65
24
Dec ‐ 14 15.9 11.4 14.7 19.3
Mar ‐ 15 16.3 11.6 14.1 19.8
Jun ‐ 15 15.5 11.7 14.2 19.3
Sep ‐ 15 15.3 11.5 14.1 18.6
Dec ‐ 15 14.7 11.1 13.8 17.7
Mar ‐ 16 15.1 10.1 13.6 17.8
Balance Sheet Structure and Liquidity
19 ‐ Debt to equity ratio
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016.
Period Weighted average 25th 50th 75th
94
96
98
100
102
104
106
108
110
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Total liabilities
Denominator: Total equity
0%
500%
1000%
1500%
2000%
2500%
DE SE FI DK
NL
BE
FR GB
MT IT AT ES LU NO PT IE
HU LT GR CZ
CY
RO LV BG SI PL
HR EE SK*
EU
800%
900%
1000%
1100%
1200%
1300%
1400%
1500%
1600%
1700%
1800%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
500%
1000%
1500%
2000%
2500%
3000%
3500%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
66
25
Dec ‐ 14 25.4% 13.1% 24.5% 38.8%
Mar ‐ 15 25.6% 14.3% 24.8% 38.0%
Jun ‐ 15 25.8% 14.5% 25.4% 36.2%
Sep ‐ 15 25.4% 13.8% 25.1% 36.0%
Dec ‐ 15 25.6% 15.2% 25.4% 36.6%
Mar ‐ 16 25.4% 14.3% 24.7% 36.4%
Balance Sheet Structure and Liquidity
20 ‐ Asset encumbrance ratio
Dispersion Numerator and denominator: trends
5th and 95th pct, interquartile range and median.Total numerator and denominator.
Dec 2014 =100.
Country dispersion (as of Mar. 2016) KRI by size class
( * ) Not reported.
Weighted Averages by country.
Weighted average. Banks are classified in the size class according to the their average total assets
between Dec. 2014 and Mar. 2016. Non‐FINREP banks are assigned to the bucket of small banks.
Period Weighted average 25th 50th 75th
94
95
96
97
98
99
100
101
102
103
104
105
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Numerator: Encumbered assets and collateral
Denominator: Total assets and collateral
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
DK GR DE IT IE ES SE BE GB FI CY FR NO PT SK NL AT HR LU HU LV MT BG PL CZ SI LT RO EE
EU
20%
22%
24%
26%
28%
30%
32%
34%
36%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
Small Medium All banks Large
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Dec ‐ 14
Mar ‐ 15
Jun ‐ 15
Sep ‐ 15
Dec ‐ 15
Mar ‐ 16
67
27
% of total assets
Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16
AT 1.0% 1.0% 1.1% 1.0% 0.8% 0.8% 0.6% 0.6% 17.0% 16.7% 16.5% 16.4% 73.2% 73.7% 73.8% 73.7% 3.7% 3.6% 3.4% 3.7% 4.3% 4.2% 4.6% 4.7%
BE 0.2% 0.2% 0.2% 0.2% 0.7% 0.7% 0.7% 0.7% 22.6% 22.4% 22.6% 21.8% 61.6% 61.8% 61.5% 61.7% 7.5% 7.4% 7.2% 7.6% 7.3% 7.5% 7.7% 8.0%
BG 1.6% 1.6% 2.0% 1.5% 0.1% 0.1% 0.2% 0.2% 10.3% 10.2% 9.9% 11.3% 83.2% 83.7% 82.3% 81.2% 0.5% 0.4% 0.4% 0.3% 4.4% 4.0% 5.4% 5.5%
CY 0.7% 0.6% 0.8% 0.7% 0.1% 0.1% 0.2% 0.2% 7.3% 7.7% 6.6% 6.2% 84.5% 85.7% 86.4% 86.4% 0.1% 0.1% 0.0% 0.0% 7.3% 5.8% 5.9% 6.5%
CZ 1.3% 1.3% 1.6% 1.2% 0.2% 0.2% 0.3% 0.2% 23.1% 22.1% 20.7% 19.8% 70.5% 71.5% 72.6% 73.7% 2.8% 3.0% 2.8% 3.1% 2.1% 1.9% 2.1% 2.1%
DE 0.1% 0.1% 0.1% 0.1% 3.3% 2.8% 3.1% 2.6% 16.4% 16.6% 16.4% 15.3% 56.9% 56.9% 58.0% 56.2% 18.7% 19.3% 18.5% 20.0% 4.6% 4.3% 3.8% 4.8%
DK 0.2% 0.2% 0.2% 0.2% 0.6% 0.5% 0.7% 0.5% 15.1% 14.5% 14.7% 13.8% 73.6% 74.0% 73.9% 75.0% 8.0% 8.1% 8.1% 7.7% 2.5% 2.6% 2.4% 2.8%
ES 0.5% 0.5% 0.6% 0.6% 1.4% 1.2% 1.3% 1.2% 16.6% 16.2% 15.4% 15.9% 67.3% 67.5% 68.7% 68.0% 5.0% 5.5% 5.1% 5.3% 9.3% 9.1% 9.0% 9.1%
FI 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 0.5% 0.4% 0.5% 0.4% 11.5% 10.5% 11.1% 11.3% 63.6% 63.6% 62.7% 61.8% 19.5% 20.2% 20.4% 20.7% 4.9% 5.2% 5.2% 5.8%
FR 0.2% 0.2% 0.2% 0.2% 3.9% 3.3% 3.1% 2.8% 12.8% 12.7% 12.2% 12.1% 61.8% 61.8% 63.5% 63.0% 13.3% 14.0% 13.1% 13.9% 7.9% 7.9% 7.9% 7.9%
GB 0.2% 0.2% 0.2% 0.2% 2.5% 2.1% 2.3% 1.9% 13.5% 13.8% 14.4% 14.1% 60.6% 59.5% 60.8% 58.6% 17.9% 19.3% 18.4% 20.4% 5.3% 5.2% 3.9% 4.9%
GR 1.0% 0.8% 0.7% 0.6% 0.2% 0.2% 0.3% 0.2% 17.7% 17.9% 18.5% 18.6% 66.4% 65.7% 58.3% 57.9% 2.6% 2.9% 2.1% 2.5% 12.1% 12.6% 20.2% 20.2%
HR 2.0% 2.0% 2.1% 2.2% 0.3% 0.3% 0.4% 0.4% 11.1% 9.8% 9.9% 10.5% 82.5% 83.8% 83.5% 82.8% 0.9% 0.8% 0.8% 0.8% 3.2% 3.3% 3.3% 3.3%
HU 1.5% 1.6% 1.6% 1.5% 0.8% 0.7% 0.8% 0.9% 19.0% 21.1% 21.8% 23.8% 71.5% 69.7% 69.5% 67.4% 2.1% 1.9% 1.7% 1.8% 5.2% 4.9% 4.5% 4.6%
IE 0.2% 0.3% 0.3% 0.3% 0.2% 0.2% 0.3% 0.3% 21.2% 21.5% 20.6% 18.7% 68.5% 69.1% 70.4% 70.4% 5.4% 5.4% 5.2% 5.8% 4.5% 3.6% 3.2% 4.5%
IT 0.4% 0.4% 0.5% 0.4% 1.6% 1.5% 1.5% 1.4% 18.4% 18.4% 18.1% 18.7% 67.3% 67.7% 68.3% 67.8% 5.6% 5.4% 5.0% 5.3% 6.8% 6.6% 6.6% 6.4%
LT 1.6% 1.5% 1.8% 1.8% 0.0% 0.0% 0.2% 0.2% 5.3% 4.8% 5.9% 4.4% 89.8% 90.5% 88.9% 91.0% 0.8% 0.7% 0.7% 0.7% 2.5% 2.5% 2.4% 1.9%
LU 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 2.4% 1.9% 1.2% 1.1% 21.7% 20.9% 20.2% 19.0% 71.9% 73.1% 74.6% 75.2% 0.8% 1.1% 1.5% 1.9% 3.2% 3.0% 2.5% 2.8%
LV 0.9% 1.0% 0.9% 0.8% 0.2% 0.2% 0.4% 0.4% 24.6% 22.5% 23.5% 22.6% 71.9% 74.0% 72.8% 73.8% 0.8% 0.7% 0.8% 0.7% 1.7% 1.6% 1.5% 1.7%
NL 0.1% 0.1% 0.1% 0.1% 1.1% 0.9% 1.0% 0.9% 10.7% 10.6% 10.6% 10.5% 77.7% 78.2% 78.4% 77.7% 6.3% 6.3% 6.1% 6.6% 4.1% 3.9% 3.8% 4.2%
NO 0.1% 0.1% 0.1% 0.1% 0.3% 0.2% 0.3% 0.3% 10.6% 11.0% 11.5% 11.2% 81.2% 80.0% 79.8% 80.0% 6.2% 7.3% 7.1% 7.2% 1.5% 1.4% 1.2% 1.3%
PL 1.3% 1.4% 1.5% 1.4% 0.2% 0.2% 0.4% 0.4% 20.0% 20.8% 18.8% 20.7% 72.7% 71.9% 73.9% 72.6% 1.8% 1.8% 1.8% 1.4% 3.9% 3.8% 3.6% 3.5%
PT* 0.7% 0.6% 0.8% 0.7% 2.9% 3.3% 3.3% 3.3% 17.5% 17.9% 18.0% 19.0% 67.4% 68.1% 68.3% 66.9% 1.4% 1.5% 1.4% 1.5% 10.2% 8.7% 8.2% 8.6%
RO 2.3% 2.6% 2.8% 2.7% 0.2% 0.2% 0.4% 0.4% 25.5% 24.7% 24.8% 26.5% 68.8% 69.3% 68.8% 67.1% 0.2% 0.2% 0.2% 0.2% 3.0% 3.0% 3.0% 3.1%
SE 0.1% 0.1% 0.1% 0.1% 1.8% 1.6% 1.2% 1.2% 11.0% 10.7% 10.9% 11.1% 75.5% 75.2% 75.8% 75.7% 8.8% 9.3% 8.9% 8.9% 2.8% 3.1% 3.0% 3.1%
SK** 1.4% 1.4% 1.4% n.a. 0.1% 0.1% 0.3% n.a. 23.0% 22.5% 21.4% n.a. 72.4% 73.0% 74.1% n.a. 0.5% 0.5% 0.5% n.a. 2.5% 2.5% 2.3% n.a.
EE*** n.a. n.a. n.a. 0.7% n.a. n.a. n.a. 0.2% n.a. n.a. n.a. 2.1% n.a. n.a. n.a. 95.3% n.a. n.a. n.a. 0.4% n.a. n.a. n.a. 1.2%
SI*** n.a. n.a. 1.7% 1.5% n.a. n.a. 0.8% 0.9% n.a. n.a. 27.2% 28.6% n.a. n.a. 66.2% 65.1% n.a. n.a. 0.3% 0.3% n.a. n.a. 3.9% 3.5%
MT*** n.a. n.a. 0.5% 0.4% n.a. n.a. 0.5% 0.6% n.a. n.a. 33.5% 32.7% n.a. n.a. 62.5% 63.4% n.a. n.a. 0.1% 0.1% n.a. n.a. 2.9% 2.8%
EU 0.2% 0.3% 0.3% 0.3% 2.4% 2.1% 2.1% 1.9% 14.6% 14.6% 14.6% 14.4% 64.5% 64.3% 65.3% 64.3% 12.1% 12.7% 11.9% 12.9% 6.2% 6.1% 5.8% 6.2%
T02_1 T02_1 T02_1 T02_1 T02_3 T02_3 T02_3 T02_3 T02_2 T02_2 T02_2 T02_2 T03_1 T03_1 T03_1 T03_1 T03_1 T03_1 T03_1 T03_1
201506 201509 201512 201603 201506 201509 201512 201603 201506 201509 201512 201603 201506 201509 201512 201603
Volumes bln EUR; % Volumes; bln EUR
Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16
707.3 704.3 700.7 712.7 3.6% 3.5% 3.3% 3.5% 3.7% 3.2% 3.8% 3.4%
1,023.7 1,020.2 984.6 1,023.5 8.2% 7.8% 6.9% 7.4% 8.5% 8.6% 9.7% 9.3%
18.6 19.1 20.0 19.8 0.7% 0.7% 0.6% 0.5% 0.8% 0.8% 1.1% 1.3%
46.3 45.0 44.2 43.3 0.1% 0.1% 0.1% 0.0% 0.5% 0.7% 3.1% 3.5%
103.7 107.3 106.6 112.1 4.0% 4.2% 2.6% 3.8% 2.9% 2.9% 5.2% 4.7%
4,102.6 4,148.2 3,941.8 4,060.0 27.7% 27.6% 26.7% 27.6% 2.9% 2.8% 3.1% 3.0%
708.0 688.7 681.6 808.4 17.3% 16.7% 17.0% 16.0% 0.5% 0.4% 0.4% 0.7%
3,354.1 3,368.9 3,370.3 3,323.3 8.2% 8.2% 7.8% 8.3% 1.2% 1.0% 1.1% 1.1%
487.2 487.6 439.4 471.6 39.6% 38.7% 36.8% 36.7% 1.3% 1.2% 1.4% 1.2%
6,891.4 6,896.1 6,722.1 6,954.4 25.3% 25.5% 23.2% 24.3% 2.8% 2.8% 2.9% 2.8%
7,902.4 7,795.9 7,305.5 7,371.7 27.1% 27.6% 26.0% 28.2% 2.8% 2.6% 2.7% 2.6%
341.8 336.3 337.5 334.4 2.8% 3.0% 2.9% 2.9% 1.5% 1.5% 1.8% 1.7%
35.2 37.1 36.0 35.4 1.1% 1.0% 0.9% 1.0% 1.9% 2.0% 7.4% 2.4%
55.1 55.4 56.8 56.4 3.4% 3.3% 2.6% 3.8% 0.6% 0.5% 1.1% 0.8%
297.8 288.1 285.6 324.5 3.8% 3.8% 3.3% 4.4% 3.1% 3.0% 4.3% 4.0%
2,312.7 2,296.5 2,276.0 2,322.9 8.5% 8.3% 8.3% 8.7% 3.3% 3.4% 2.8% 1.9%
16.6 17.0 17.4 17.1 2.0% 1.8% 2.1% 1.8% 0.3% 1.0% 3.9% 4.9%
279.4 290.9 292.4 299.7 1.7% 2.0% 2.0% 2.5% 0.7% 0.8% 1.0% 0.6%
13.2 13.6 13.9 13.6 4.0% 3.0% 3.2% 3.4% 0.0% 0.0% 1.1% 1.4%
2,169.1 2,171.1 2,112.1 2,191.1 10.0% 9.9% 9.4% 10.1% 2.4% 2.3% 2.3% 2.1%
370.2 357.1 337.6 348.2 17.5% 17.3% 20.5% 16.9% 13.7% 13.9% 10.4% 11.2%
133.2 131.9 134.4 132.1 2.7% 3.0% 2.3% 2.1% 1.4% 1.3% 5.4% 5.1%
319.4 311.7 298.3 297.6 2.0% 1.8% 1.9% 2.8% 22.8% 24.3% 25.4% 23.7%
34.5 34.5 35.4 35.1 1.1% 0.8% 0.9% 0.8% 0.9% 1.1% 2.5% 2.3%
1,537.5 1,522.6 1,412.1 1,531.4 21.0% 20.6% 18.5% 19.2% 0.7% 0.8% 0.8% 0.7%
35.4 36.2 37.8 n.a. 1.1% 0.9% 0.8% n.a. 1.2% 0.7% 2.4% n.a.
n.a. n.a. n.a. 15.6 n.a. n.a. n.a. 1.9% n.a. n.a. n.a. 3.7%
n.a. n.a. 18.7 22.7 n.a. n.a. 1.5% 1.6% n.a. n.a. 0.5% 0.5%
n.a. n.a. 18.2 18.4 n.a. n.a. 0.1% 0.1% n.a. n.a. 0.2% 0.2%
31,635.8 31,502.7 30,377.3 31,092.9 19.8% 19.9% 18.5% 19.6% 2.9% 2.8% 2.9% 2.7%
** Data for Q1 2016 not reported.
*** Data before Q4 2015 / Q1 2016 respectively is not disclosed because it was reported for less than three institutions.
* One institution was included in PT data until Q3 2015, but is no more included in Q4 2015 and following data.
Statistical Annex
Asset composition and volumes
Asset composition
Cash balances Equity instruments Debt securities Loans and advances Derivatives Other Assets
NL
NO
PL
PT*
RO
SE
HU
IE
IT
LT
LU
LV
BG
CY
CZ
DE
DK
SK**
EE***
SI***
MT***
ES
FI
FR
GB
GR
HR
LU
LV
SK**
EE***
SI***
MT***
CZ
DE
DK
HU
IE
IT
LT
ES
FI
FR
GB
GR
HR
NL
NO
PL
PT*
RO
SE
517.4
73.1 76.7 77.4
309.7 310.2 275.7
29.1 31.1 30.1
14.9 15.3 15.5
300.7 285.9 269.4
BG
CY
525.2
630.9 630.0 605.3 631.4
Assets
Total Assets Share of financial assets held for trading Share of fair value level 3 to total fair valued
assets
517.9 519.1
Jun‐15 Sep‐15
BE
Loans and advances
AT
BE
AT
Dec‐15 Mar‐16
82.6
2,335.3 2,358.3 2,286.5 2,282.2
15.5 16.0 16.4 16.1
39.1 38.6 38.2 37.4
291.3
4,260.9 4,265.2 4,270.3 4,383.4
520.9 509.9 503.4 606.3
2,256.5 2,274.3 2,314.2 2,259.2
29.3
39.4 38.7 39.5 38.0
4,792.1 4,636.6 4,444.6 4,316.7
227.1 220.8 196.8 193.7
15.5
200.9 212.5 218.0 225.4
204.0 199.0 200.9 228.4
1,555.3 1,554.2 1,554.3 1,575.3
278.4
96.9 94.8 99.4 95.8
9.5 10.1 10.1 10.0
1,685.5 1,698.0 1,655.1 1,703.1
215.2 212.2 203.7 199.2
23.7 24.0 24.4 23.6
1,161.3 1,144.8 1,071.0 1,159.0
n.a n.a n.a 14.8
n.a n.a 12.4 14.8
28.0 n.a25.6 26.5
Individual country data includes subsidiaries, which are excluded from EU aggregate. For example, at country level the subsidiary in country X of a bank domiciled in country Y is included both in data for countries X and Y (for the latter as part of the consolidated entity). In the EU aggregate, only the consolidated entity domiciled in
country Y is considered. The sample of banks is unbalanced and reviewed annually.
n.a n.a 11.3 11.7
20,399.7 20,242.0 19,839.7 19,982.3EUEU
69
28
% of total liabilities
Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16
15.2% 14.8% 15.2% 14.9% 14.3% 14.3% 13.1% 13.3% 60.0% 60.5% 61.7% 61.7% 10.5% 10.4% 10.1% 10.1%
19.0% 18.5% 19.2% 19.6% 11.1% 11.9% 11.5% 11.3% 50.6% 50.2% 51.7% 50.9% 19.3% 19.4% 17.5% 18.2%
0.9% 0.7% 0.7% 0.6% 8.5% 7.9% 8.3% 7.6% 88.3% 89.3% 89.1% 88.7% 2.2% 2.1% 1.9% 3.1%
0.4% 0.5% 0.5% 0.5% 1.4% 1.3% 1.0% 1.4% 79.0% 82.8% 85.3% 86.2% 19.1% 15.4% 13.2% 11.9%
4.0% 3.6% 8.3% 7.1% 9.5% 11.9% 6.2% 8.2% 80.5% 78.5% 80.3% 78.6% 6.0% 6.0% 5.2% 6.1%
19.4% 19.5% 19.0% 16.6% 14.1% 13.8% 13.7% 13.7% 36.4% 35.7% 37.6% 36.7% 30.1% 31.0% 29.8% 33.0%
51.8% 52.8% 54.0% 52.8% 6.8% 6.1% 5.3% 5.4% 25.1% 25.3% 23.7% 25.1% 16.3% 15.8% 17.1% 16.6%
14.1% 14.0% 14.3% 14.0% 8.9% 9.5% 8.7% 8.9% 59.9% 59.5% 60.5% 60.6% 17.0% 17.0% 16.4% 16.5%
14.7% 15.0% 18.8% 15.1% 22.4% 20.6% 18.0% 20.1% 33.4% 33.5% 32.7% 33.8% 29.6% 30.8% 30.5% 31.0%
19.0% 18.3% 18.6% 18.1% 7.4% 7.7% 7.1% 7.5% 46.2% 46.3% 48.0% 47.1% 27.3% 27.7% 26.2% 27.3%
10.6% 10.4% 10.6% 10.0% 6.0% 5.7% 5.2% 5.4% 55.7% 55.2% 58.2% 54.8% 27.7% 28.8% 25.9% 29.7%
2.1% 2.1% 0.6% 0.6% 1.9% 2.1% 2.6% 3.9% 49.5% 50.0% 48.2% 48.1% 46.5% 45.8% 48.6% 47.4%
0.4% 0.4% 0.4% 0.4% 20.8% 18.9% 15.8% 15.2% 75.4% 76.1% 79.4% 80.8% 3.4% 4.6% 4.4% 3.6%
3.6% 3.5% 3.2% 3.2% 11.1% 10.1% 9.8% 7.7% 76.3% 77.4% 78.7% 78.8% 9.0% 8.9% 8.4% 10.2%
18.1% 18.5% 18.2% 16.5% 9.3% 8.8% 8.0% 9.6% 61.0% 61.4% 62.7% 60.7% 11.6% 11.2% 11.2% 13.1%
21.0% 20.7% 20.5% 19.3% 7.6% 7.6% 7.1% 7.3% 52.4% 53.0% 54.6% 55.6% 18.9% 18.8% 17.8% 17.8%
0.3% 0.3% 0.3% 0.3% 14.6% 15.6% 12.3% 13.4% 80.3% 79.3% 82.9% 81.4% 4.9% 4.9% 4.5% 4.9%
14.1% 13.4% 14.7% 14.5% 38.2% 40.9% 42.6% 41.4% 42.3% 40.5% 37.5% 38.0% 5.4% 5.2% 5.2% 6.1%
4.1% 4.4% 4.6% 4.7% 9.3% 8.9% 7.6% 5.9% 83.4% 83.4% 84.1% 85.0% 3.2% 3.3% 3.8% 4.4%
28.4% 27.8% 27.9% 27.6% 4.0% 4.1% 3.4% 4.0% 55.5% 55.8% 56.9% 55.6% 12.1% 12.3% 11.8% 12.7%
34.0% 34.7% 35.7% 36.6% 13.1% 11.9% 10.2% 10.4% 42.6% 41.7% 44.4% 41.8% 10.3% 11.8% 9.6% 11.1%
4.8% 5.0% 3.7% 3.7% 8.3% 8.0% 3.6% 3.4% 80.8% 81.8% 83.7% 84.4% 6.1% 5.3% 9.0% 8.6%
10.4% 10.3% 8.9% 8.4% 5.1% 4.8% 4.4% 4.9% 70.6% 72.3% 74.2% 73.0% 14.0% 12.6% 12.5% 13.6%
0.7% 0.7% 0.7% 0.6% 14.2% 11.7% 10.2% 10.9% 82.3% 84.5% 86.3% 85.3% 2.8% 3.0% 2.9% 3.2%
41.7% 42.5% 45.8% 42.2% 6.7% 6.0% 4.8% 5.7% 35.6% 35.0% 34.3% 36.2% 15.9% 16.5% 15.1% 15.9%
10.3% 10.3% 10.1% n.a. 4.2% 5.2% 5.0% n.a. 83.1% 82.2% 82.7% n.a. 2.4% 2.3% 2.2% n.a.
n.a. n.a. n.a. 0.3% n.a. n.a. n.a. 9.3% n.a. n.a. n.a. 88.1% n.a. n.a. n.a. 2.4%
n.a. n.a. 1.9% 1.7% n.a. n.a. 7.0% 6.4% n.a. n.a. 85.9% 86.3% n.a. n.a. 5.2% 5.6%
n.a. n.a. 2.5% 2.7% n.a. n.a. 1.0% 1.6% n.a. n.a. 94.5% 93.2% n.a. n.a. 2.0% 2.5%
19.0% 18.8% 19.1% 18.3% 7.9% 7.9% 7.3% 7.6% 49.7% 49.5% 51.3% 50.0% 23.3% 23.8% 22.3% 24.0%
(1) Customer deposits include deposits from non financial corporations, households, other financial institutions and general governments.
(2) Also includes deposits from central banks.
T05_1 T05_1 T05_1 T05_1 T05_1 T05_1 T05_1 T05_1 T04_2 T04_2 T04_2 T04_2
201506 201509 201512 201603 201506 201509 201512 201603
Volumes; bln EUR % of debt securities issued
Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16
34.1% 35.9% 31.0% 32.1%
25.3% 26.1% 26.4% 26.0%
0.0% 0.0% 0.0% 0.0%
0.0% 0.0% 0.0% 0.0%
65.3% 70.1% 21.2% 21.4%
26.2% 24.7% 26.0% 29.2%
89.8% 89.8% 89.1% 89.9%
50.7% 50.6% 50.1% 49.7%
41.8% 42.3% 38.9% 44.9%
23.6% 26.7% 23.9% 23.6%
19.2% 18.6% 18.7% 18.9%
20.0% 20.9% 65.4% 70.8%
0.0% 0.0% 0.0% 0.0%
11.5% 11.7% 11.1% 11.3%
73.3% 74.7% 71.3% 72.1%
23.7% 28.7% 24.7% 25.8%
0.0% 0.0% 0.0% 0.0%
6.7% 6.6% 0.0% 0.0%
0.0% 0.0% 0.0% 0.0%
17.6% 17.4% 17.0% 16.5%
58.1% 52.1% 53.3% 56.3%
5.4% 9.4% 12.3% 12.8%
29.8% 36.5% 38.4% 40.1%
0.0% 0.0% 0.0% 0.0%
45.9% 45.6% 47.7% 49.5%
92.2% 92.1% 92.2% n.a.
n.a. n.a. n.a. 0.0%
n.a. n.a. 0.0% 0.0%
n.a. n.a. 0.0% 0.0%
32.6% 33.4% 33.1% 33.8%
** Data for Q1 2016 not reported.
*** Data before Q4 2015 / Q1 2016 respectively is not disclosed because it was reported for less than three institutions.
* One institution was included in PT data until Q3 2015, but is no more included in Q4 2015 and following data.
Statistical Annex
Liability composition and volumes
Customer deposits (1)Debt securities issued Other liabilities (2)
DK
ES
FI
966.0
BG 16.3 16.7 17.4 17.4
CY 41.2 40.1 39.4 38.5
CZ 93.5 96.5
FR
GB
GR
HR
Individual country data includes subsidiaries, which are excluded from EU aggregate. For example, at country level the subsidiary in country X of a bank domiciled in country Y is included both in data for countries X and Y (for the latter as part of the consolidated entity). In the EU aggregate, only the
consolidated entity domiciled in country Y is considered. The sample of banks is unbalanced and reviewed annually.
Deposits from credit institutions
Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16
BE
BG
CY
CZ
DE
AT 656.1 653.3 649.8 660.5
BE 965.2 960.1 926.9
100.0
DE 3,903.9 3,956.7 3,748.5 3,867.9
DK 671.7 652.4 645.2 766.4
94.9
ES 3,107.2 3,121.0 3,121.6 3,076.3
FI 466.7 464.7 415.6 448.3
FR 6,493.0 6,490.9 6,307.8 6,534.4
GB 7,399.5 7,293.0 6,816.8 6,904.1
GR 316.5 310.0 301.5 298.6
HR 30.0 32.3 31.1 30.4
49.2 49.5 50.9 50.5
LU 257.2 269.1 269.9 277.1
IE 271.0 260.7 260.0 292.0
IT 2,148.6 2,129.9 2,110.6 2,155.8
SK** 31.8 32.5 33.8 n.a.
RO 30.7 30.5 31.3 30.9
EE*** n.a. n.a. n.a. 13.0
SI*** n.a. n.a. 16.4 19.7
MT*** n.a. n.a. 16.9 17.1
EU 29,715.5 29,575.4 28,438.7 29,165.5
SK**
EE***
SI***
MT***
EU
HU
IE
IT
LT
LU
LV
NL
NO
PL
RO
AT
Total Liabilities
PT* 296.5 289.0 275.1 274.8
SESE 1,465.5 1,450.1 1,335.9 1,458.8
NO 344.3 332.3 311.9 321.6
PL 116.4 114.8 117.0 114.1
HU
LU
LV
NL
NO
PL
PT*
RO
SE
PT*
LV 11.4 11.8 12.0 11.9
NL 2,058.4 2,059.3 1,997.3 2,075.3
LT 14.3 14.7 15.1 15.2
Liabilities composition
Share of secured funding
SK**
EE***
SI***
MT***
EU
AT
BE
BG
CY
CZ
DE
DK
ES
FI
FR
GB
GR
HR
HU
IE
IT
LT
70
29
% of total RWA
Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16
AT 85.8% 86.3% 86.5% 85.9% 0.2% 0.2% 0.2% 0.2% 3.4% 2.7% 2.8% 3.0% 9.7% 10.1% 9.8% 10.2% 0.9% 0.8% 0.7% 0.7%
BE 81.7% 81.4% 82.3% 82.4% 2.3% 2.3% 2.0% 1.8% 2.9% 3.1% 2.9% 2.8% 7.4% 7.5% 7.5% 7.5% 5.7% 5.6% 5.4% 5.6%
BG 90.9% 90.7% 90.9% 90.8% 0.2% 0.1% 0.1% 0.1% 0.3% 0.4% 0.4% 0.2% 8.6% 8.6% 8.3% 8.7% 0.0% 0.2% 0.2% 0.2%
CY 89.4% 89.0% 88.0% 87.6% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 0.1% 0.6% 0.8% 1.1% 10.2% 10.2% 11.0% 11.2% 0.3% 0.2% 0.2% 0.2%
CZ 82.5% 82.5% 83.1% 82.6% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 3.9% 3.8% 3.4% 3.7% 12.8% 12.8% 12.7% 12.7% 0.8% 0.9% 0.9% 0.9%
DE 72.5% 72.3% 72.9% 72.4% 3.7% 3.5% 3.4% 3.4% 9.5% 9.4% 8.8% 8.8% 11.0% 11.6% 12.1% 12.7% 3.2% 3.3% 2.9% 2.7%
DK 79.7% 80.8% 81.1% 82.3% 0.2% 0.2% 0.2% 0.2% 10.6% 9.3% 9.4% 7.7% 8.0% 8.5% 8.4% 9.0% 1.5% 1.2% 1.0% 0.8%
ES 85.4% 85.8% 87.0% 86.8% 0.5% 0.5% 0.4% 0.4% 3.9% 3.7% 3.2% 3.4% 9.4% 9.2% 8.6% 8.5% 0.8% 0.8% 0.8% 0.8%
FI 81.9% 82.8% 82.7% 82.4% 0.3% 0.2% 0.2% 0.1% 7.2% 5.9% 5.8% 6.4% 8.4% 8.6% 8.9% 8.9% 2.2% 2.5% 2.3% 2.2%
FR 83.5% 83.7% 84.0% 84.2% 1.6% 1.5% 1.5% 1.3% 3.5% 3.2% 3.1% 3.1% 9.3% 9.5% 9.6% 9.7% 2.0% 2.1% 1.7% 1.7%
GB 68.4% 69.4% 69.0% 69.4% 1.4% 1.4% 1.4% 1.3% 11.8% 11.9% 12.0% 12.0% 9.8% 10.1% 10.7% 10.4% 8.6% 7.2% 6.8% 7.0%
GR 90.4% 90.2% 89.1% 89.2% 0.1% 0.1% 0.1% 0.1% 2.6% 2.8% 3.3% 3.1% 6.6% 6.7% 7.3% 7.3% 0.3% 0.2% 0.3% 0.4%
HR 88.5% 86.6% 86.7% 87.3% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 1.0% 3.1% 2.8% 2.1% 10.4% 9.9% 10.2% 10.3% 0.1% 0.4% 0.3% 0.4%
HU 81.3% 81.2% 80.8% 79.8% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 4.3% 4.6% 4.6% 5.7% 13.9% 13.9% 14.3% 13.8% 0.5% 0.4% 0.3% 0.6%
IE 90.0% 90.6% 90.4% 88.5% 0.6% 0.6% 0.6% 0.5% 1.0% 0.7% 0.6% 1.3% 5.8% 6.0% 6.5% 7.7% 2.6% 2.2% 1.9% 2.0%
IT 85.2% 85.4% 85.6% 85.6% 0.8% 0.8% 0.8% 0.8% 4.2% 3.9% 3.9% 4.0% 8.9% 9.0% 8.8% 8.8% 0.9% 0.9% 0.9% 0.9%
LT 89.5% 89.6% 89.4% 90.1% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 1.5% 1.5% 1.7% 1.4% 9.0% 8.9% 8.8% 8.5% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0%
LU 91.1% 91.0% 91.0% 90.8% 0.5% 0.5% 0.4% 0.5% 0.6% 0.6% 0.5% 0.5% 7.0% 7.1% 7.3% 7.5% 0.8% 0.8% 0.8% 0.9%
LV 87.2% 86.6% 86.2% 86.2% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 1.5% 1.8% 1.7% 1.8% 11.3% 11.7% 12.1% 12.1% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0%
NL 83.0% 82.3% 82.4% 82.1% 1.0% 0.9% 0.9% 0.9% 2.6% 2.6% 2.2% 2.6% 12.0% 12.8% 12.9% 12.9% 1.4% 1.4% 1.6% 1.6%
NO 74.5% 74.8% 73.0% 72.0% 1.2% 1.4% 1.0% 1.0% 1.3% 1.3% 1.2% 1.1% 7.3% 7.1% 7.4% 7.6% 15.6% 15.3% 17.3% 18.2%
PL 89.7% 90.1% 90.3% 89.9% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 2.3% 2.0% 2.1% 2.6% 7.2% 7.1% 6.7% 6.7% 0.9% 0.9% 0.9% 0.8%
PT* 88.5% 88.2% 88.6% 88.1% 1.2% 1.3% 1.1% 1.2% 2.8% 2.9% 2.9% 3.4% 6.0% 6.1% 6.0% 6.1% 1.5% 1.5% 1.4% 1.2%
RO 82.5% 82.4% 81.4% 79.1% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 4.6% 4.7% 5.4% 5.7% 12.6% 12.6% 12.9% 14.9% 0.2% 0.2% 0.3% 0.3%
SE 79.5% 80.2% 81.3% 81.1% 0.1% 0.2% 0.2% 0.1% 6.2% 5.4% 4.7% 4.6% 11.2% 11.3% 11.6% 11.7% 3.0% 2.9% 2.2% 2.5%
SK** 87.9% 87.8% 87.8% 86.9% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 0.7% 0.8% 0.9% 0.8% 10.6% 10.6% 10.3% 11.0% 0.8% 0.8% 1.0% 1.3%
EE*** n.a n.a n.a 89.8% n.a n.a n.a 0.0% n.a n.a n.a 0.4% n.a n.a n.a 9.7% n.a n.a n.a 0.1%
SI*** n.a n.a 86.7% 87.1% n.a n.a 0.0% 0.0% n.a n.a 1.5% 1.4% n.a n.a 11.7% 11.5% n.a n.a 0.1% 0.1%
MT*** n.a n.a 89.4% 89.5% n.a n.a 0.0% 0.0% n.a n.a 0.0% 0.0% n.a n.a 10.4% 10.3% n.a n.a 0.2% 0.2%
EU 78.2% 78.7% 79.0% 79.0% 1.4% 1.3% 1.3% 1.2% 6.8% 6.6% 6.4% 6.4% 9.6% 9.9% 10.1% 10.1% 3.9% 3.5% 3.2% 3.2%
T08_1 T08_1 T08_1 T08_1 T08_1 T08_1 T08_1 T08_1 T09_1 T09_1 T09_1 T09_1 T09_1 T09_1 T09_1 T09_1
201506 201509 201512 201603 201506 201509 201512 201603
% %
* One institution was included in PT data until Q3 2015, but is no more included in Q4 2015 and following data.
** Data for Q1 2016 not reported.
*** Data before Q4 2015 / Q1 2016 respectively is not disclosed because it was reported for less than three institutions.
Statistical Annex
Risk‐weighted asset composition and break‐down of asset quality data
RWA composition
Credit risk capital requirements
(excl. securitisation)
Securitisation capital requirements Market risk capital requirements Operational risk capital
requirements
Other capital requirements
6.5%
BE 4.0% 3.9% 3.9% 3.7%
NPL Ratio (weighted average) Coverage ratio of NPLs (weighted average)
Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16
AT 7.7% 7.4% 6.9%
Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16
AT 54.7% 54.7% 55.6%
BG 13.1% 12.7% 13.7% 13.7%
CY 49.6% 50.0% 48.9% 48.5%
CZ 3.7% 3.4% 3.3% 3.0%
DE 3.4% 3.2% 3.1% 3.1%
DK 3.5% 3.6% 3.6% 3.6%
ES 7.1% 6.8% 6.3% 6.3%
FI 1.5% 1.4% 1.6% 1.5%
FR 4.2% 4.2% 4.0% 4.0%
GB 2.7% 2.5% 2.5% 2.3%
GR 42.0% 43.5% 46.2% 46.6%
HR 14.4% 13.6% 12.5% 12.5%
HU 15.9% 16.0% 14.0% 13.8%
IE 21.5% 20.6% 18.5% 15.8%
IT 16.8% 16.9% 16.8% 16.6%
LT 6.0% 5.5% 5.1% 4.9%
LU 1.6% 1.5% 1.2% 1.2%
LV 5.5% 4.9% 4.0% 3.9%
NL 2.9% 2.8% 2.8% 2.7%
18.8% 19.2%
RO 16.7% 16.1% 14.6% 14.5%
NO 1.3% 1.3% 1.4% 1.4%
PL 6.8% 7.3% 6.8% 6.9%
5.9% 5.8% 5.7%
EE*** n.a n.a n.a 1.6%
SI*** n.a n.a 21.5% 19.7%
56.9%
MT*** n.a n.a 7.4% 6.8%
SE 1.1% 1.0% 1.2% 1.1%
SK** 5.4% 5.2% 5.2% n.a
PT* 18.1% 18.8%
BE 41.6% 42.6% 42.7% 42.7%
BG 54.2% 54.9% 55.8% 56.7%
CY 32.3% 33.9% 38.0% 37.1%
CZ 60.0% 59.6% 59.9% 60.5%
DE 34.8% 35.4% 37.9% 37.3%
DK 36.0% 32.7% 31.5% 30.9%
ES 46.1% 46.3% 45.7% 45.4%
FI 30.5% 32.4% 30.9% 30.9%
FR 51.3% 51.5% 51.5% 50.9%
GB 33.4% 31.3% 30.4% 29.9%
GR 47.7% 47.6% 48.5% 48.3%
HR 54.9% 56.2% 57.8% 58.9%
HU 55.4% 57.7% 59.5% 61.9%
IE 41.1% 40.8% 38.8% 38.6%
IT 45.2% 45.1% 45.5% 45.8%
LT 31.0% 31.5% 31.7% 32.8%
LU 40.8% 41.9% 45.2% 41.3%
LV 31.8% 32.9% 30.9% 29.3%
NL 37.3% 38.7% 37.5% 37.5%
NO 39.2% 42.7% 37.1% 37.5%
PL 59.4% 57.8% 58.6% 60.0%
PT* 40.0% 39.0% 39.7% 41.0%
RO 64.1% 66.6% 65.4% 67.1%
SE 29.0% 30.6% 29.5% 28.4%
SK** 54.3% 55.3% 54.1% n.a
Individual country data includes subsidiaries, which are excluded from EU aggregate. For example, at country level the subsidiary in country X of a bank domiciled in country Y is included both in data for countries X and Y (for the latter as part of the consolidated entity). In the EU
aggregate, only the consolidated entity domiciled in country Y is considered. The sample of banks is unbalanced and reviewed annually.
EE*** n.a n.a n.a 28.8%
EU 43.6% 43.6% 43.7% 43.8%
SI*** n.a n.a 62.7% 63.4%
MT*** n.a n.a 35.9% 39.2%
EU 6.0%
71
30
%
Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16 Jun‐15 Sep‐15 Dec‐15 Mar‐16
AT 7.6% 7.0% 6.4% 6.0% 3.0% 2.9% 3.0% 2.7% 14.10 14.10 14.08 13.72 25.7% 23.4% 22.1% 20.8% 68.8% 72.1% 68.2% 77.1%
BE 8.8% 8.8% 9.9% 8.3% 1.8% 1.7% 1.8% 1.6% 17.74 17.46 17.52 17.43 35.7% 38.3% 36.7% 25.1% 76.3% 75.1% 87.5% 115.8%
BG 15.6% 15.6% 14.1% 16.4% 5.5% 5.4% 5.9% 4.8% 7.67 7.61 7.63 7.86 41.4% 42.1% 34.8% 48.4% 89.8% 89.9% 89.9% 89.7%
CY 3.3% ‐5.0% ‐12.8% 5.7% 4.6% 3.6% 3.7% 3.4% 9.16 9.23 9.31 9.15 12.0% ‐9.0% ‐35.6% 21.2% 65.7% 31.1% 94.6% 87.2%
CZ 14.7% 14.6% 13.5% 12.0% 3.8% 3.7% 3.7% 3.5% 9.61 9.53 9.12 9.19 49.1% 50.0% 48.0% 46.0% 82.7% 82.8% 82.3% 81.8%
DE 5.5% 1.1% 0.7% 2.6% 1.8% 1.7% 1.7% 1.7% 21.10 21.61 20.98 20.63 21.9% 9.4% 7.0% 13.5% 66.2% 30.2% 27.7% 54.1%
DK 10.9% 8.9% 7.5% 8.9% 1.4% 1.3% 1.3% 1.3% 20.18 19.91 19.77 18.88 50.9% 44.8% 38.6% 44.0% 78.3% 76.7% 74.6% 79.9%
ES 10.0% 8.5% 6.8% 7.0% 3.1% 3.1% 3.0% 2.7% 13.67 13.67 13.65 13.50 27.7% 24.5% 20.6% 25.6% 84.6% 81.9% 80.3% 73.7%
FI 10.8% 10.6% 9.3% 8.8% 1.1% 1.1% 1.1% 1.1% 24.08 22.73 21.16 19.38 52.2% 53.0% 49.4% 49.2% 75.8% 78.9% 78.4% 87.1%
FR 7.5% 7.5% 6.8% 5.3% 2.2% 2.1% 2.2% 2.1% 17.46 17.34 16.93 16.40 27.9% 28.6% 26.6% 21.8% 69.4% 70.4% 70.1% 71.7%
GB 6.8% 6.6% 3.3% 6.0% 2.2% 2.1% 2.1% 1.9% 16.20 16.09 15.82 15.35 25.0% 24.6% 13.8% 27.4% 75.7% 78.6% 70.8% 76.7%
GR ‐38.8% ‐21.1% ‐25.5% 1.3% 2.9% 2.8% 2.4% 2.6% 12.10 11.80 10.13 9.36 ‐141.0% ‐107.8% ‐129.6% 4.1% 121.0% 141.6% 119.3% 130.9%
HR 6.7% ‐3.1% ‐1.4% 11.5% 4.1% 4.2% 3.9% 3.8% 6.66 7.13 6.97 7.19 30.1% ‐13.2% ‐6.7% 51.6% 81.0% 121.4% 122.0% 80.9%
HU 5.6% 5.2% 5.8% 11.3% 5.2% 5.4% 5.7% 5.9% 9.40 9.39 9.57 9.50 14.1% 12.1% 12.7% 26.9% 82.2% 84.5% 83.8% 74.8%
IE 7.7% 8.8% 7.4% 8.7% 2.1% 2.0% 2.1% 2.3% 11.79 11.49 11.85 10.11 45.9% 50.3% 43.2% 44.8% 68.5% 74.8% 70.4% 83.9%
IT 4.4% 3.9% 3.1% 3.3% 2.9% 2.8% 2.9% 2.7% 14.27 14.11 14.10 13.83 15.8% 14.4% 9.2% 12.3% 65.8% 68.0% 81.4% 72.3%
LT 6.8% 7.2% 7.1% 6.9% 2.5% 2.5% 2.5% 2.4% 7.36 7.37 7.37 8.27 44.1% 45.7% 44.9% 41.2% 85.5% 85.7% 87.0% 84.3%
LU 7.1% 7.2% 6.7% 5.2% 1.7% 1.6% 1.7% 1.5% 12.61 13.03 12.82 13.13 42.3% 42.6% 40.4% 34.5% 79.3% 78.8% 78.1% 74.2%
LV 12.4% 12.0% 11.6% 10.9% 3.3% 3.2% 3.2% 3.0% 7.23 7.23 7.18 7.63 59.3% 58.5% 57.4% 53.5% 87.7% 87.7% 86.9% 88.4%
NL 7.9% 9.9% 7.7% 7.5% 1.9% 1.9% 1.9% 1.6% 19.30 19.22 18.71 18.67 28.3% 35.0% 31.7% 25.7% 75.5% 79.3% 70.1% 96.5%
NO 13.6% 13.1% 13.0% 10.5% 2.1% 1.9% 2.0% 2.0% 15.17 15.24 14.56 13.12 57.6% 60.0% 60.4% 51.6% 74.6% 74.3% 75.4% 76.9%
PL 13.5% 12.5% 10.9% 9.8% 4.4% 4.4% 4.4% 4.4% 7.88 7.78 7.78 7.53 47.0% 44.8% 39.2% 36.8% 82.2% 81.5% 81.6% 80.0%
PT* 2.5% 1.2% ‐2.4% ‐2.5% 2.5% 2.4% 2.4% 2.0% 14.04 13.93 13.45 12.94 8.4% 3.9% ‐6.5% ‐13.1% 82.6% 89.5% 84.0% 125.3%
RO 40.0% 29.8% 23.3% 13.5% 5.2% 5.4% 5.5% 5.2% 9.42 9.18 9.25 8.47 86.6% 65.4% 45.7% 36.7% 94.2% 92.6% 99.4% 83.2%
SE 12.6% 11.7% 11.7% 10.9% 1.5% 1.5% 1.6% 1.4% 20.77 20.60 19.35 19.79 51.3% 50.2% 49.0% 47.8% 76.5% 76.7% 77.9% 80.0%
SK** 13.7% 13.6% 12.1% n.a 4.4% 4.3% 4.2% n.a 9.56 9.48 9.31 n.a 42.8% 43.6% 41.0% n.a 76.3% 76.2% 75.9% n.a
EE*** n.a n.a n.a 17.3% n.a n.a n.a 3.0% n.a n.a n.a 5.97 n.a n.a n.a 105.2% n.a n.a n.a 91.2%
SI*** n.a n.a 5.0% 13.4% n.a n.a 3.9% 3.8% n.a n.a 8.27 7.71 n.a n.a 18.5% 50.4% n.a n.a 83.3% 90.1%
MT*** n.a n.a 11.2% 15.6% n.a n.a 2.7% 3.4% n.a n.a 14.00 14.10 n.a n.a 43.0% 41.5% n.a n.a 69.4% 78.0%
EU 6.8% 6.4% 4.7% 5.8% 2.3% 2.2% 2.2% 2.0% 16.71 16.64 16.29 15.87 24.5% 23.3% 18.2% 23.6% 74.0% 75.4% 71.7% 75.9%
* One institution was included in PT data until Q3 2015, but is no more included in Q4 2015 and following data.
** Data for Q1 2016 not reported.
*** Data before Q4 2015 / Q1 2016 respectively is not disclosed because it was reported for less than three institutions.
Individual country data includes subsidiaries, which are excluded from EU aggregate. For example, at country level the subsidiary in country X of a bank domiciled in country Y is included both in data for countries X and Y (for the latter as part of the consolidated entity). In the EU
aggregate, only the consolidated entity domiciled in country Y is considered. The sample of banks is unbalanced and reviewed annually.
* The RoE is decomposed according to the formula: RoE = (NoP / Asset) * (Asset / Equity) * (EbT / NoP) * (NP / EbT). In case of a negative EbT, the ratio NP / EbT is computed according to the formula (1 ‐ ((EbT ‐ NP) / ABS (EbT))) to maintain the sign of the tax effect. Therefore, the RoE
decomposition adjusts to the following: RoE = (NoP / Asset) * (Asset / Equity) * (EbT / NoP) * (1+ (1‐(NP / EbT))).
Statistical Annex
Profitability analysis
Decomposition of the RoE
RoE
(Return on Equity)
NoP / Assets
(asset yield contribution)
Assets / Equity
(leverage contribution)
EbT / NoP
(operating contribution)
NP / EbT*
(tax effect on the capital yield)
72
31
Methodological note on the Risk Indicators' (RIs) heatmap
The heatmap provides a quick overview of the main RIs, in which it is possible to find the category, number and
designation of the specific RI, its historic development and the three buckets in which each data point is assigned to across
time (green for the “best” bucket, yellow for the intermediary one and red for the “worst” bucket). The “sample of
reporting banks” returns the actual number of banks that submitted the expected data for that reference date
(consolidated view).
For each of the RIs' quarterly data, the distribution across the three buckets is computed in respect of the sum of total
assets from all banks. Thus, if we observe any given bucket increasing its percentage, we immediately acknowledge that
more assets are being assigned to that bucket. However, this does not necessarily mean that more banks are comprised
within the bucket (the sum of total assets for all banks is fixed, as well as the total assets from each bank taken
individually).
The traffic light of each RI can assume three colours (green, yellow and red) depending on the latest developments on the
“worst” bucket of the RI comparing to the whole time series. If the “worst” bucket is progressing positively (i.e. in case
fewer assets are being assigned to it), the traffic light should be moving away from red getting closer to green. The colour
is computed considering the 33rd and the 67th percentile of the time series.
To help reading the heatmap, let us consider the example of the cost to income ratio:
The green traffic light for the ratio points to the good behaviour of this RI in the last quarter relating to past observations.
More than just declaring if the “worst” bucket has more or less percentage of assets assigned to it, this traffic light
approach delivers simultaneously an insight to the latest developments in the RI’s “worst” bucket and to the relative
position of that data point comparing to all other observations in the same bucket.
< 50% 12.6% 12.2% 12.5% 13.7% 14.5%
[50% ‐ 60%] 25.0% 12.0% 32.6% 34.0% 36.3%
> 60% 62.5% 75.8% 54.9% 52.3% 49.3%
Cost to income ratio
73
Risk Indicators in
the Dashboard
Nr
Risk Indicator
code
Dashboard nam
eForm
ula
Template
Row
Column
Template
Row
Column
Template
Row
Column
1SV
C_1
Tier 1 capital rati o
Tier 1 capital (A) / To
tal risk exposure amount (B)
C 01.00
015
010
C 02.00
010
010
2SV
C_2
Total capital rati o
Own funds (A) / To
tal risk exposure amount (B)
C 01.00
010
010
C 02.00
010
010
3SV
C_3
CET1 ratio
Common equity TIER
1 capital (A) / To
tal risk exposure amount (B)
C 01.00
020
010
C 02.00
010
010
4SV
C_29
CET1 ratio (fully loaded
)Tier 1 capital (A) / To
tal risk exposure amount (B) with both, numerator
and den
ominator, being adjusted
for transitional effects
5AQT_3.2
Level of non‐perform
ing loans and advances
(NPL ratio)
Non‐perform
ing loans and advances (A) / To
tal gross loans and advances
(B)
F 18.00
070, 250
060
F 18.00
070, 250
010
6AQT_41.2
Coverage ratio of non‐perform
ing loans and
advances
Specific allowances for loans (A) / To
tal gross non‐perform
ing loans and
advances (B)
F 18.00
070, 250
150
F 18.00
070, 250
060
7AQT_42.2
Forbearance ratio for loans and advances
Exposures with forbearance m
easures (A) / To
tal gross loans and
advances (B)
F 19.00
070, 250
010
F 18.00
070, 250
010
8AQT_3.1
Ratio of non‐perform
ing exposures (NPE
ratio)
Non‐perform
ing deb
t securities and loans and advances (A) / To
tal gross
deb
t securities and loans and advances (B)
F 18.00
330
060
F 18.00
330
010
9PFT_21
Return on equity (numerator annualised
,
den
ominator as average)**
Profit or loss for the year (A) / To
tal equity (B)
F 02.00
670
010
F 01.03
300
010
10
PFT_24
Return on assets (numerator annualised
,
den
ominator as average)**
Profit or loss for the year (A) / To
tal assets (B)
F 02.00
670
010
F 01.01
380
010
11
PFT_23
Cost to income ratio
Administrative and dep
reciation expen
ses (A) / To
tal net operating
income (B)
F 02.00
360, 390
010
F 02.00
355
010
12
PFT_25
Net interest income to total operating
income
Net interest income (A) / To
tal net operating income (B)
F 02.00
010, 090
010
F 02.00
355
010
13
PFT_26
Net fee
and commission income to total
operating income
Net fee
and commission income (A) / To
tal net operating income (B)
F 02.00
200, 210
010
F 02.00
355
010
14
PFT_29
Net trading income to total operating incomeNet gains or losses on financial assets & liabilities held for trading (A) /
Total net operating income (B)
F 02.00
280
010
F 02.00
355
010
15
PFT_41
Net interest income to interest bearing
assets (numerator annualised
, den
ominator
as average)**
Net interest income (A) / Interest earning assets (B)
F 02.00
010, 090
010
F 01.01
010, 080,
090, 120,
130, 160,
170, 180, 210
010
16
FND_32
Loan
‐to‐dep
osit ratio for households and
non‐financial corporations
Total loans and advances to non‐financial corporations and households
(A) / To
tal dep
osits to non‐financial corporations and households (B)
F 05.00
080
050, 060
F 08.01
260, 310
010, 020, 030
17
LIQ_3
Liquid assets to short‐term liabilities
Liquid assets (A) / To
tal items providing stable funding in less than
12
months (B)
C 51.00
(010‐390)
excl. 030
020 (if not
available:
010) and 040
(if not
available:
030)
C 61.00
(010‐250)
(010‐040)
18
LIQ_4
Liquid assets to total items requiring stable
funding
Liquid assets (A) / To
tal items requiring stable funding (B)
C 51.00
(010‐390)
excl. 030
020 (if not
available:
010) and 040
(if not
available:
030)
C 60.00
(010‐1310)
excl. 030,
(100‐150),
(180‐230),
(1260‐1280)
(010‐150)
19
FND_12
Deb
t to equity ratio
Total liabilities (A) / To
tal equity (B)
F 01.02
300
010
F 01.03
300
010
20
FND_33
Asset encumbrance ratio
Total encumbered
assets and collateral (A) / To
tal assets and collateral
(B+C
) ***
F 32.01 &
F32.02
010, 130
010
F 32.01
010
010, 060
F 32.02
130
010, 040
* The data points refer either to FINREP
tables ("F") or COREP
tables ("C") (http://w
ww.eba.eu
ropa.eu
/regulation‐and‐policy/supervisory‐rep
orting/im
plemen
ting‐technical‐standard‐on‐supervisory‐rep
orting)
** For the calculation of the average the previous Decem
ber figure is used as an
“anchor” for the subsequen
t year, and the second the number is taken
from the latest quarter observation, i.e. Q
1, Q
2, Q
3 or Q4
*** Encumbered
assets (recognised
on the balance sheet) are considered
at their carrying value, collateral received is considered
as at fair value
Data Point A*
Data Point B*
Data Point C*
{C 01.00(r020, c10) ‐ C 05.01(r010, c010) ‐ C 01.00(r440, c010) + MIN ([C 01.00(r530, c10) ‐ C 01.00(r740, c10) ‐ C 05.01(r010, c020) ‐
C 01.00(r720, c10) + MIN ([C 01.00(r750, c10) ‐ C 01.00(r970, c10) ‐ C 05.01(r010, c030)], 0)], 0)} / ( {C 02.00;r010;c010} ‐ {C
05.01;r010;c040} )
74
Risk Indicators in
the Statistical A
nnex
Annex series
Risk Indicator
code
RI's param
eter
shown
Form
ula
Template
Row
Column
Template
Row
Column
Cash balances
RDB_1
Ratio
Cash positions (A) / To
tal A
ssets (B)
F 01.01
020
010
F 01.01
380
010
Equity instrumen
tsRDB_2
Ratio
Equity instrumen
ts (A) / To
tal A
ssets (B)
F 01.01
070, 110, 150
010
F 01.01
380
010
Deb
t securities
RDB_3
Ratio
Deb
t securities (A) / To
tal A
ssets (B)
F 01.01
080, 120, 160, 190,
220
010
F 01.01
380
010
Loans and advances
RDB_4
Ratio
Loans and advances (A) / To
tal A
ssets (B)
F 01.01
030, 040, 090, 130,
170, 200, 230
010
F 01.01
380
010
Derivatives
RDB_5
Ratio
Derivatives (A) / To
tal A
ssets (B)
F 01.01
060, 240
010
F 01.01
380
010
Other assets
RDB_6
Ratio
Other assets (A) / To
tal A
ssets (B)
F 01.01
250, 260, 270, 300,
330, 360, 370
010
F 01.01
380
010
Total A
ssets
RDB_1
Den
ominator
Total assets (B)
n/a
n/a
n/a
F 01.01
380
010
Share of financial assets held for trading
LIQ_13
Ratio
Financial assets held for trading (A) / To
tal assets (B)
F 01.01
050
010
F 01.01
380
010
Share of fair value level 3 to total fair valued
assets
AQT_22.3
Ratio
[level of FV
hierarchy for assets] (A) / [sum of levels 1 to 3 for assets] (B)
F 14.00
010, 060, 100, 140
030
F 14.00
010, 060, 100, 140
010, 020, 030
Total loans and advances
RDB_4
Numerator
Loans and advances (A) / To
tal A
ssets (B)
F 01.01
030, 040, 090, 130,
170, 200, 230
010
n/a
n/a
n/a
Deb
t securities issued
FND_9
Ratio
Deb
t securities issued
(A) / To
tal liabilities (B)
F 01.02
050, 090, 130
010
F 01.02
300
010
Dep
osits from credit institutions
FND_10
Ratio
Dep
osits from credit institutions (A) / To
tal liabilities (B)
F 08.01
160
010, 020, 030
F 01.02
300
010
Customer dep
osits
FND_18
Ratio
Total dep
osits other than
from banks (A) / To
tal liabilities (B)
F 08.01
110, 210, 260, 310
010, 020, 030
F 01.02
300
010
Other liabilities
n/a
Ratio
Residual in
total liabilities
n/a
n/a
n/a
n/a
n/a
n/a
Total liabilities
FND_18
Den
ominator
Total dep
osits other than
from banks (A) / To
tal liabilities (B)
n/a
n/a
n/a
F 01.02
300
010
n/a
n/a
n/a
n/a
n/a
n/a
FND_28
Numerator
Covered bonds at cost and at fair value (A) / To
tal financial liabilities (B)
F 08.01
390
010, 020, 030
n/a
n/a
n/a
FND_29
Numerator
Asset‐backed securities at cost and at fair value (A) / To
tal financial liabilities (B)
F 08.01
380
010, 020, 030
n/a
n/a
n/a
Calculated as SCV_4
‐ SCV_6
n/a
n/a
n/a
n/a
n/a
n/a
SCV_4
Ratio
Credit risk capital req
uirem
ents (A) / To
tal capital req
uirem
ents (B)
C 02.00
040
010
C 02.00
010
010
Securitisation capital req
uirem
ents
SCV_6
Ratio
Securitisation capital req
uirem
ents (A) / To
tal capital req
uirem
ents (B)
C 02.00
220, 430
010
C 02.00
010
010
Market risk capital req
uirem
ents
SCV_8
Ratio
Market risk capital req
uirem
ents (A) / To
tal capital req
uirem
ents (B)
C 02.00
520
010
C 02.00
010
010
Operational risk capital req
uirem
ents
SCV_9
Ratio
Operational risk capital req
uirem
ents (A) / To
tal capital req
uirem
ents (B)
C 02.00
590
010
C 02.00
010
010
Other capital req
uirem
ents
n/a
Ratio
Residual in
total capital req
uirem
ents
n/a
n/a
n/a
n/a
n/a
n/a
NPL Ratio
AQT_3.2
Ratio
Non‐perform
ing loans and advances (A) / To
tal gross loans and advances (B)
F 18.00
070, 250
060
F 18.00
070, 250
010
Coverage ratio of NPLs
AQT_41.2
Ratio
Specific allowances for loans (A) / To
tal gross non‐perform
ing loans and advances (B)
F 18.00
070, 250
150
F 18.00
070, 250
060
NoP / Asset (asset yield contribution)
(numerator annualised
, den
ominator as average)**
PFT_17
Ratio
Total net operating income (A) / To
tal A
ssets (B)
F 02.00
355
010
F 01.01
380
010
Asset / Equity (leverage contribution)
(numerator and den
ominator both as average)**
PFT_18
Ratio
Total A
ssets (A) / To
tal equity (B)
F 01.01
380
010
F 01.03
300
010
EbT / NoP
(Non operating contribution)
PFT_19
Ratio
[Earnings before Tax = Profit or (‐) loss before tax from continuing operations (A)] / [Net operating Profit
=Total operating income net (B)]
F 02.00
610
010
F 02.00
355
010
NP / EbT
(tax effect on the capital yield)
PFT_20
Ratio
1 ‐ {(Earnings before Tax(B) ‐ Net Profit (A) )/ ABS [Earnings before Tax (B)]}
F 02.00
670
010
F 02.00
610
010
* The data points refer either to FINREP
tables ("F") or COREP
tables ("C") (http://w
ww.eba.eu
ropa.eu
/regulation‐and‐policy/supervisory‐rep
orting/im
plemen
ting‐technical‐standard‐on‐supervisory‐rep
orting).
** For the calculation of the average the previous Decem
ber figure is used as an
“anchor” for the subsequen
t year, and the second the number is taken
from the latest quarter observation, i.e. Q
1, Q
2, Q
3 or Q4.
Data Point A*
Data Point B*
Share of secured funding
Calculated as sum (numerator FN
D_28 and FND_29) / numerator FN
D_9
Credit risk capital req
uirem
ents (excl. securitisation)
75
34
1
Department Oversight ‐ Risk Analysis Unit
European Banking Authority
One Canada Square, Canary Wharf ‐ London E14 5AA, United Kingdom
76