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Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

Date post: 19-Jun-2015
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Come si presenta la Lombardia alla Convenzione delle Alpi 18/10/2013 – Dopo la Convenzione delle Alpi: quale riforma del territorio? Claudio Conti
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Page 1: Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

Come si presenta la Lombardia alla Convenzione delle Alpi

18/10/2013 – Dopo la Convenzione delle Alpi:

quale riforma del territorio?

Claudio Conti

Page 2: Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

I comuni definiti come totalmente montani situati sulle Alpi lombarde sono 457 (*). Ad essi si aggiungono 12 comuni «parzialmente montani», che non saranno considerati in questa sede.

(*) ISTAT 31/12/2011. Nel numero non sono compresi i comuni montani situati nella provincia di Pavia. C.Conti

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DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI COMUNI TOTALMENTE MONTANI

Il diametro dei cerchietti è proporzionale alla dimensione della popolazione residente. In linea di massima i centri di maggiori dimensioni tendono ad addensarsi verso Sud in prossimità della pianura.

C.Conti

Page 4: Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

12%

19%

17% 30%

22%

n.comuni montani varese

como

sondrio

bergamo

brescia

DISTRIBUZIONE DEI COMUNI TOTALMENTE MONTANI PER PROVINCIA

0

20

40

60

80

100

120

varese como sondrio bergamo brescia

% su tot. comuni

Nel complesso il 55% dei comuni delle 5 provincie è classificato come totalmente montano: una % superiore alla media nazionale (43,7%). In particolare, tutta la provincia di Sondrio è catalogata in questo modo …

C.Conti

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… e del resto l’intero territorio della provincia di Sondrio costituisce una enclave particolarmente omogenea non soltanto sotto il profilo geo - morfologico; ma anche dal punto di vista storico e sotto l’aspetto socio – culturale.

LA PROVINCIA DI SONDRIO

C.Conti

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Quadro generale: la Lombardia ed il resto d’Italia (*)

(*) Fonte: IFEL – ANCI Comuni montani 2012. C.Conti

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MOVIMENTI DEMOGRAFICI

Tra il 2001 ed il 2011 la popolazione dei comuni montani in Lombardia è aumentata del 7%: un dato inferiore soltanto a quello del Trentino – AA.

C.Conti

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DENSITA’ TERRITORIALE

Inoltre i comuni montani lombardi si segnalano per la densità territoriale di gran lunga più elevata all’interno della categoria nel Paese: 125 abitanti per km2.

C.Conti

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NATALITA’ NEI COMUNI MONTANI

Il tasso di natalità dei comuni montani lombardi (9,36%o) è secondo soltanto a quello valdostano e trentino. Circostanza più interessante, il valore per i comuni montani non è molto inferiore a quello dei comuni rimanenti (-0,58), a differenza di regioni come il Piemonte, il Veneto ed il Friuli VG.

C.Conti

Page 10: Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

I GIOVANI NEI COMUNI MONTANI

Una sorpresa … la % dei giovani in età 0-14 residenti nei comuni montani lombardi è uguale a quella per gli altri comuni (14,2%). Se si considerano i minorenni in età 0-17 è addirittura superiore … Questo non è vero in Piemonte, nel Veneto e nel Friuli VG.

C.Conti

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L’INVECCHAMENTO NEI COMUNI MONTANI

L’indice di invecchiamento in Lombardia coincide praticamente con quello degli altri comuni (20,2%), ed è sensibilmente inferiore alla media nazionale (21,7%). Al solito, i dati relativi alle altre regioni alpine – eccettuato il Trentino AA - sono significativamente superiori.

C.Conti

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LA DIPENDENZA DEMOGRAFICA

L’indice di dipendenza demografica, calcolato come il rapporto tra la popolazione residente in età non attiva (0-14 anni, >=65) e la popolazione in età lavorativa (15-64) misura il carico sociale ed economico che grava teoricamente sulla popolazione attiva.

Come si vede, la differenza tra comuni montani e non per la Lombardia è modesta, ed ancora il dato è nettamente migliore rispetto al resto delle regioni sopra considerate (incluso ora anche il Trentino AA).

C.Conti

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IMMIGRAZIONE

Un valore positivo del tasso migratorio significa la prevalenza di flussi di immigrazione rispetto agli esodi.

Prevedibilmente l’immigrazione nei comuni montani della Lombardia è superiore a quella dei restanti comuni; tuttavia esiste, cresce con un ritmo persino più accelerato (217,7%) e supera in termini relativi quella negli omologhi comuni piemontesi; mentre è quasi o del tutto assente nelle aree di montagna del Veneto e del Friuli VG.

C.Conti

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NATALITA’ E MORTALITA’ DELLE IMPRESE

Il tasso di natalità delle imprese nei comuni montani della Lombardia (6,8%) è secondo solo a quello della Val d’Aosta. Soltanto tra questi comuni e gli omologhi trentini si registra un tasso di incremento positivo.

C.Conti

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SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA DEI COMUNI MONTANI

Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un risultato sorprendente … Mentre nel resto delle regioni alpine prevale il settore dell’agricoltura, i comuni montani lombardi specializzati nel settore dell’industria sono una percentuale elevatissima (61,6%) e non lontana da quella dei comuni non montani.

C.Conti

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REDDITO IMPONIBILE

Come in altre circostanze, il dato relativo ai comuni montani della Lombardia (21,83) è inferiore solamente a quello del Trentino AA e della Val d’Aosta.

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OSPITALITA’ E TURISMO

Ancorché si tratti di una affermazione grossolana, verrebbe da dire che i comuni montani lombardi non hanno una particolare vocazione turistica … Quelli classificati come «turistici» sono soltanto il 16,9%: una % molto bassa, se confrontata con quelle prossime al 100% di Piemonte, VdA, Trentino AA e Veneto … Ad analoghe conclusioni si perviene considerando il n. di posti letto per 1000 ab.

C.Conti

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PER CONCLUDERE …

I risultati sin qui esposti sembrerebbero sfatare il luogo comune di una montagna lombarda declinante, svuotata di energie e trasformata in un «paese per vecchi». Abbiamo infatti visto che:

nel decennio 2001-2011 la popolazione si è accresciuta significativamente e la densità di abitanti per km2 è la più alta tra le regioni dell’arco alpino;

la natalità non è significativamente diversa da quella calcolata per i comuni non montani, e l’incidenza della fascia di popolazione più giovane è addirittura uguale; lo stesso si può dire per l’indice di invecchiamento e quello di dipendenza demografica;

i comuni montani lombardi attraggono immigrazione; mentre questo non è vero per gli omologhi del Nord Est;

essi costituiscono un’area in cui nascono imprese e la specializzazione industriale è sorprendentemente assai elevata; i riflessi si vedono anche attraverso al reddito imponibile, secondo soltanto a quello di aree «particolari», come il Trentino AA o la Val d’Aosta;

viceversa non sembra essersi qui sviluppata una «vocazione turistica massificata come nel resto dell’arco alpino.

Per concludere: i comuni montani della Lombardia costituiscono una categoria vitale con identità «forte» ed energie e potenzialità ancora da comprendere e sfruttare in modo conveniente. In definitiva: una opportunità per la Lombardia e per l’intero Paese …

C.Conti

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I comuni montani della Lombardia: analisi in profondità (*)

(*) Fonte: Progetto GALILEO – elaborazioni originali C.Conti

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Primo criterio di analisi

C.Conti

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PREMESSA

Nel seguito l’analisi verrà circoscritta ai soli comuni montani lombardi. Inoltre si farà uso di criteri «discriminanti», ovvero di chiavi di classificazioni volte ad identificare l’esistenza o meno di differenze significative tra le varie modalità. Il primo criterio è costituito dal rapporto

reddito medio imponibile del comune nel 2010 reddito medio imponibile medio dei comuni montani nel 2010

Tale criterio è stato articolato nelle seguenti modalità:

molto più alto (indice >120%) più alto (indice >110%) moderatamente più alto (>105%) sostanzialmente uguale (105%-95%) moderatamente più basso (<95%) più basso (<90%) molto più basso (<80%)

6% 9%

12%

39%

16%

15%

3% Distribuzione comuni

molto più alto

più alto

moderatamente più alto

uguale

moderatamente più basso

più basso

molto più basso

C.Conti

Page 22: Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

COME I COMUNI SI DISTRIBUISCONO IN FUNZIONE DEL CRITERIO ADOTTATO

reddito superiore alla media reddito molto superiore alla media

reddito inferiore alla media reddito molto inferiore alla media

Il criterio adottato permette di identificare aree del territorio internamente omogenee e ben definite da un punto di vista geografico. I comuni meno avvantaggiati si trovano alle latitudini più alte «tra le montagne». Merita sottolineare l’area particolarmente svantaggiata a Nord Ovest del lago di Como.

C.Conti

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ATTENZIONE …

Le mappe precedenti offrono una indicazione non banale. Mettono in luce l’esistenza di «omogeneità» per così dire longitudinali, trasversali: da Ovest ad Est. La «montagna» lombarda pertanto non è riconducibile ad un patchwork di «isole» separate, racchiuse e isolate entro recinzioni disegnate dalle vallate. Piuttosto, è un sistema complessivo, fatto di sotto-sistemi che non si possono ricondurre semplicemente entro i confini amministrativi delle province. Occorre prestare attenzione: perché un confine può anche costituire una cesura, una discontinuità più o meno evidente nei flussi degli scambi e delle relazioni; mentre la montagna è un mondo che deve trarre le proprie energie di sviluppo dalla capacità di interazione ed integrazione interna: dalla sua capacità – appunto – di funzionare come sistema.

C.Conti

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Secondo criterio di analisi

C.Conti

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PREMESSA

Introduciamo ora un secondo criterio, di tipo diacronico o «evolutivo»:

reddito medio imponibile del comune nel 2010 reddito medio imponibile medio del comune nel 2008

In sostanza la domanda è: come sembrano uscire i comuni montani dalla crisi apertasi nel 2008? Tale criterio è stato articolato nelle seguenti modalità:

reddito crescente (indice >104%) reddito stazionario(104%-99%) reddito decrescente(<99%)

C.Conti

18%

67%

15%

Distribuzione comuni

reddito crescente

reddito stazionario

reddito decrescente

Queste demarcazioni, come per il precedente criterio, tengono ovviamente conto della particolare distribuzione osservata per il criterio in questione.

Page 26: Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

C.Conti

COME I COMUNI SI DISTRIBUISCONO IN FUNZIONE DEL CRITERIO ADOTTATO

reddito crescente

reddito decrescente

Le mappe hanno ora un aspetto più complesso. Innanzitutto si osservi l’addensamento nella parte settentrionale della Lombardia (in specie nella Valtellina) di comuni che hanno visto un incremento nei redditi imponibili durante il triennio 2008-2010. Allo stesso tempo si può sottolineare un aggregato di comuni nell’area compresa tra il lago di Iseo e il lago di Garda dove si è invece registrato l’esito contrario. Infine abbiamo 2 aree per così dire contraddittorie, dove si trovano comuni con risultati di segno opposto: si tratta di quella gravitante tra il lago Maggiore ed il lago di Como, e di quella compresa in una fascia immediatamente a Nord di Bergamo, tra il lago di Como e quello di Iseo.

Page 27: Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

C.Conti

cod.ISTAT Comunesuperfici

e

densità

km2

altitudin

e slm

totale

residenti

2012

stranieri

T 2012

12001 AGRA 2.80 138 655 386 72

12010 BEDERO VALCUVIA 2.56 261 520 670 55

12043 CASTELLO CABIAGLIO 6.98 76 514 532 56

12100 MASCIAGO PRIMO 1.81 159 343 288 26

13026 BLEVIO 5.47 214 231 1173 101

13030 BRIENNO 8.97 45 203 402 27

13037 CAGLIO 6.52 66 800 431 40

13044 CARATE URIO 6.94 174 204 1206 53

13065 CERNOBBIO 12.28 556 201 6823 522

13139 MAGREGLIO 3.08 209 744 643 749

13152 MOLTRASIO 8.90 183 247 1632 106

13236 VELESO 5.86 46 826 269 114

14003 ANDALO VALTELLINO 6.78 81 229 548 38

14009 BORMIO 41.44 97 1225 4019 136

14018 CHIAVENNA 10.77 678 333 7306 399

14020 CHIURO 51.76 49 390 2521 94

14039 MANTELLO 3.78 198 211 749 45

14044 MONTAGNA IN VALTELLINA44.97 67 567 3035 96

14045 MORBEGNO 14.82 797 262 11808 666

16032 BORGO DI TERZO 1.83 597 300 1092 191

16065 CASTRO 2.59 533 200 1380 164

16112 GEROSA 10.17 37 760 374 15

16137 MONASTEROLO DEL CASTELLO8.75 135 365 1183 108

16205 SPINONE AL LAGO 1.97 525 360 1037 107

17169 SALE MARASINO 16.59 203 200 3368 283

QUALI SONO I COMUNI «VIRTUOSI»?

16%

32%

28%

20%

4% Distribuzione comuni

varese como

sondrio bergamo

brescia

Naturalmente si tratta di una etichetta discutibile … Questo l’elenco dei comuni a reddito crescente e superiore alla media generale. Il 60% si trova nelle province di Como e di Sondrio.

Page 28: Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

C.Conti

cod.ISTAT Comunesuperfici

e

densità

km2

altitudin

e slm

totale

residenti

2012

stranieri

T 2012

12086 LAVENA PONTE TRESA 4.44 1222 275 5430 447

12129 TRONZANO LAGO MAGGIORE 11.06 23 342 255 37

13021 BENE LARIO 5.59 61 377 342 31

13077 CORRIDO 6.19 136 483 844 45

13130 LIVO 33.13 6 675 190 379

13155 MONTEMEZZO 9.02 29 522 262 311

13178 PEGLIO 10.57 17 650 181 78

13203 SALA COMACINA 4.73 130 213 614 644

13226 TREZZONE 3.91 61 430 237 82

13233 VAL REZZO 6.61 27 1044 179 101

13239 VERCANA 15.01 50 345 749 130

14008 BIANZONE 17.11 74 444 1272 49

14013 CASPOGGIO 7.31 205 1098 1498 5

14029 FORCOLA 15.90 52 289 831 20

14058 SAN GIACOMO FILIPPO 61.85 6 522 397 3

14062 SPRIANA 7.69 13 754 101 2

14067 TORRE DI SANTA MARIA 44.24 19 772 826 16

14073 VALFURVA 215.02 13 1339 2692 50

16027 BLELLO 2.20 35 815 76 1

16061 CASSIGLIO 13.68 9 602 122 0

16106 FUIPIANO VALLE IMAGNA 4.28 51 1019 220 1

16159 PARZANICA 9.82 39 753 379 16

16184 RONCOBELLO 25.39 17 1007 425 4

16228 VALSECCA 5.38 80 627 428 6

16229 VALTORTA 30.90 9 935 291 3

17063 CORTENO GOLGI 82.61 24 925 2019 63

17089 LIMONE SUL GARDA 23.03 50 65 1162 167

17110 MONNO 31.03 18 1066 562 2

17111 MONTE ISOLA 12.61 143 262 1804 29

E QUALI I COMUNI «QUASI VIRTUOSI»?

7%

31%

24%

24%

14%

Distribuzione comuni

varese como

sondrio bergamo

brescia

Questo invece l’elenco dei comuni a reddito crescente e però inferiore alla media generale. Il 55% si trova nuovamente nelle province di Como e di Sondrio.

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QUALCHE CONCLUSIONE

L’analisi in funzione del primo criterio si potrebbe sintetizzare nel motto «large is effective»: i redditi pro-capite più elevati si ritrovano tendenzialmente nei comuni montani di dimensioni maggiori, situati ad altitudini più basse rispetto al livello del mare. Livelli di scolarizzazione mediamente più alti, maggior peso delle attività non agricole laddove l’industria manifatturiera svolge un ruolo importante, una vocazione turistica che quando è «forte» può essere un elemento trainante dell’economia, anche per fronteggiare la crisi … tutti questi sono ingredienti compatibili con la sintesi proposta dall’espressione precedente. Condizioni queste che trascinano con sé anche una maggiore autonomia – finanziaria e tributaria – dei comuni … Tuttavia a questo punto ci imbattiamo in un dato apparentemente problematico: non è vero che nei comuni a reddito più basso non si effettuino spese per investimenti. Al contrario, esse denotano un picco nel valore pro-capite. Si pone perciò per questi ultimi un problema di efficacia della spesa. Il secondo criterio suggerisce invece un motto di segno opposto: «small may work». L’analisi ha identificato un gruppo di comuni in contro-tendenza rispetto al quadro generale dell’attuale crisi: i redditi pro capite sono cresciuti nel triennio 2008-2010, in alcuni casi in modo significativo. In questo caso l’agricoltura nella forma dell’allevamento – per quanto meno rilevante rispetto all’industria – svolge un ruolo apprezzabile, e soprattutto il turismo appare essere il fattore - chiave di successo. In queste località la pressione tributaria è elevata, come la spesa corrente; ma anche la spesa per investimenti è maggiore che altrove.

Page 30: Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

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QUALCHE CONCLUSIONE (segue)

Si è visto nella prima parte di questo studio che la «montagna lombarda» ha una sua identità forte, se confrontata con il resto dell’arco alpino. Si è quindi rintracciata la presenza di evidenti omogeneità a carattere «trasversale», che suggeriscono l’idea di un ecosistema montano segmentato in una serie di sub-aree o sotto-sistemi, che andrebbero approfonditi e correttamente identificati. Infine vi è il discorso concernente il turismo. Non c’è dubbio sulla sua capacità di agire come traino significativo dell’economia locale; così come è evidente una sorta di ritardo della Lombardia in questo settore rispetto al Piemonte, al Veneto ed al Trentino AA. Si tratta soltanto di intendersi su quale sia la forma di turismo auspicabile. Oggi consiste essenzialmente di «episodi» essenzialmente concentrati sullo sci (stazioni sciistiche / termali a forte richiamo) ed estremamente localizzati: dunque una sorta di «pelle di leopardo» di località avvantaggiate e circondate da un contesto relativamente «grigio». E’ questo ll modello da perseguire? Sembra piuttosto difficile vincere in questo modo la sfida con «concorrenti» ormai consolidati, come il Piemonte, la Val d’Aosta, il Trentino AA ed il Veneto; per non parlare della Francia, della Svizzera e dell’Austria.

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QUALCHE CONCLUSIONE (segue)

Forse c’è bisogno di un turismo diverso, che sappia valorizzare tutti gli «ingredienti» della montagna: verrebbe da dire, tutti i servizi di ecosistema: non soltanto quelli di tipo strettamente ricreativo / sportivo; ma anche quelli culturali in senso lato (comprese le testimonianze di una storia singolare e poco conosciuta) e paesaggistici: si pensi al ruolo che possono svolgere i laghi, un unicum tutto lombardo, ecc. In questo modo alle «macchie» della pelle di leopardo si sostituirebbe un tessuto percorso fittamente da interazioni e capace di generare una ricaduta – in termini economici – più vasta e partecipata. Insomma, la montagna lombarda è esigente: richiede vedute larghe e proposte non banali.

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Terzo criterio di analisi

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PREMESSA

L’ultimo criterio affronta il tema del grado di isolamento. Si tratta di una nozione complessa, che coinvolge una molteplicità di aspetti: non solo economici e legati al sistema di infrastrutture e dei servizi; ma anche culturali, sociali e persino soggettivi: emotivi, identitari … Un tema difficile, che in questa sede non può che essere affrontato in maniera rudimentale. Si è perciò considerata la distanza in linea d’aria di ciascun comune montano da:

Il più prossimo comune (montano e non) di almeno 3000 abitanti, giudicando questa una soglia sufficiente a garantire presidi e servizi integrativi a quelli di prima necessità. Queste le modalità utilizzate: molto vicini (dist. <3 km) vicini (<5 km) moderatamente lontani (<10 km) lontani (>=10 km)

Il più prossimo comune (montano e non) di almeno 10000 abitanti, nell’ipotesi che qui vi possano essere presidi strategici come quelli per la salute ecc. Di seguito l’articolazione utilizzata: molto vicini (<5 km) moderatamente vicini (<10 km) abbastanza vicini (<15 km) abbastanza lontani (<20) moderatamente lontani (<30 km) molto lontani (>=30 km)

L’idea sottesa (e certamente non esente da obiezioni) è che la distanza fisica possa essere un fattore capace di indurre isolamento nell’accezione sopra ricordata.

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DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI COMUNI «DISTANTI»

rispetto alla soglia >= 3000 ab.

rispetto alla soglia >= 10000 ab.

Trattandosi di montagna, è ovvio il ruolo delle caratteristiche orografiche e geomorfologiche nel determinare la distribuzione dei comuni «distanti». Questo è particolarmente visibile nel secondo caso (soglia di almeno 10000 ab.) , dove la specifica configurazione delle vallate è la causa principale degli addensamenti di comuni «distanti». Per i più «lontani» occorrono in media 12 km in linea d’aria per raggiungere il più vicino centro di 3000 ab., e 20 per quello di 10000 ab.

0

2

4

6

8

10

12

14

0

5

10

15

20

25

distanza >=10000ab. Kmdistanza >=3000ab. Km

dist.3000 ab.

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C.Conti

PER CONCLUDERE

I comuni fisicamente «isolati» - perché maggiormente distanti dal più vicino centro con almeno 3000 abitanti – appaiono essere anche quelli dove il turismo è più forte. Turismo qui significa essenzialmente sci. Proviamo a riflettere sul significato di questa circostanza apparentemente banale. Isolamento significa anche lunghi tragitti, da parte dei turisti provenienti dalle altre località lombarde e dal resto d’Italia o dall’estero, per raggiungere gli impianti sciistici. Tragitti che non hanno praticamente ricaduta economica sulle altre parti delle aree montane limitrofe, limitandosi la spesa per lo più all’acquisto eventuale di carburante, di generi di consumo ecc. Allo stesso tempo in queste località relativamente «avulse» dal contesto si concentrano in misura anomala spese correnti e spese per investimento molto elevate: risorse che vengono canalizzate entro un imbuto territoriale, ed hanno verosimilmente una bassa capacità di irradiamento. E’ questo il modello delle cosiddette «località invernali», obsoleto quanto quello delle «località balneari». Non vi è dubbio che la domanda di sport invernali sia importante e vada affrontata; il punto è: come esattamente? E come evitare concentrazioni eccessive di risorse, a danno di un patrimonio potenziale enorme che attende ancora di essere sfruttato in modo intelligente?

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C.Conti

CENTRI DI GRAVITAZIONE

Consideriamo ora i centri con almeno 10000 abitanti. Per la loro dimensione, essi possono in linea di principio essere assunti come «centri gravitazionali»; possiamo allora chiederci:

quali siano questi centri, e dove si trovino quanti comuni montani siano compresi entro il «bacino « che ad

essi fa riferimento. Queste informazioni possono riuscire utili in vista di future pianificazioni dell’area alpina lombarda. La tabella seguente fornisce una risposta (ancorché non completa) ai due quesiti:

centro >= 10000 n.comuni

darfo boario terme 67

albino 59

morbegno 52

sondrio 41

mandello del lario 37

luino 32

como 25

erba 20

induno olona 16

salò 15

calolziocorte 13

gardone val trompia 11

gavardo 10

alzano lombardo 9

lumezzane 9

palazzolo sull'oglio 8

cazzago san martino 5

gussago 3

malnate 2

nave 2

varese 2

botticino 1

cantù 1

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C.Conti

CENTRI DI GRAVITAZIONE

Per concludere, questa è infine la localizzazione dei 23 centri gravitazionali identificati:

Page 38: Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

C.Conti

Ed ora … buon lavoro a

tutti!


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