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Dossier Convegno 4 maggio - Roberta Angelilli Convegno 4... · 2007. 5. 7. · Infanzia negata....

Date post: 31-Aug-2020
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Infanzia negata. Futuro zero. 2 INTRODUZIONE Il giro d’affari annuo che ruota intorno all’accattonaggio imposto ai moderni schiavi è di circa 200 milioni di euro, e coinvolge in Italia circa 50 mila bambini tra i 2 e i 12 anni. Solo nel Lazio, sarebbero almeno 8 mila i bambini che chiedono l’elemosina per strada con un guadagno giornaliero che a Roma si aggira tra i 70 e i 100 euro. La catena dell’accattonaggio coinvolge prevalentemente minori rom, insieme alle loro mamme (spesso bambine, perché diventano mamme per la prima volta tra gli 11 e i 16 anni). Qualcuno al Parlamento europeo ha definito questa cruda realtà "un olocausto esistenziale e sociale" L’accattonaggio non è mai una libera scelta: mamme e bimbi sono costretti a chiedere l’elemosina per sopravvivere, spesso obbligati a raccogliere una precisa quota giornaliera. Il loro destino è segnato: povertà ed esclusione sociale li rendono spesso vittime della criminalità, della tratta degli esseri umani e di ogni tipo di sfruttamento anche sessuale. Così i bambini non vanno a scuola e le mamme non lavorano. L’analfabetismo, come il basso grado di istruzione e di formazione, negano ogni possibilità futura di inserimento nel mondo del lavoro. Ecco perché l’elemosina può trasformarsi da atto di generosità e di solidarietà in una condanna, in un circolo vizioso di schiavitù, dove il futuro non esiste o comunque vale zero.
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Page 1: Dossier Convegno 4 maggio - Roberta Angelilli Convegno 4... · 2007. 5. 7. · Infanzia negata. Futuro zero. 4 I ROM IN EUROPA: LA MINORANZA PIU' NUMEROSA Con l’entrata della Romania

Infanzia negata. Futuro zero.

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INTRODUZIONE

Il giro d’affari annuo che ruota intorno all’accattonaggio imposto ai moderni schiavi è

di circa 200 milioni di euro, e coinvolge in Italia circa 50 mila bambini tra i 2 e i 12 anni.

Solo nel Lazio, sarebbero almeno 8 mila i bambini che chiedono l’elemosina per strada

con un guadagno giornaliero che a Roma si aggira tra i 70 e i 100 euro. La catena

dell’accattonaggio coinvolge prevalentemente minori rom, insieme alle loro mamme

(spesso bambine, perché diventano mamme per la prima volta tra gli 11 e i 16 anni).

Qualcuno al Parlamento europeo ha definito questa cruda realtà "un olocausto

esistenziale e sociale"

L’accattonaggio non è mai una libera scelta: mamme e bimbi sono costretti a chiedere

l’elemosina per sopravvivere, spesso obbligati a raccogliere una precisa quota giornaliera.

Il loro destino è segnato: povertà ed esclusione sociale li rendono spesso vittime della

criminalità, della tratta degli esseri umani e di ogni tipo di sfruttamento anche sessuale.

Così i bambini non vanno a scuola e le mamme non lavorano.

L’analfabetismo, come il basso grado di istruzione e di formazione, negano ogni possibilità

futura di inserimento nel mondo del lavoro.

Ecco perché l’elemosina può trasformarsi da atto di generosità e di solidarietà in una

condanna, in un circolo vizioso di schiavitù, dove il futuro non esiste o comunque vale

zero.

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Infanzia negata. Futuro zero.

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I ROM IN EUROPA: IL POPOLO DEI BAMBINI

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Infanzia negata. Futuro zero.

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I ROM IN EUROPA: LA MINORANZA PIU' NUMEROSA

Con l’entrata della Romania e Bulgaria, sono tra gli otto e i dieci milioni i rom presenti

sul territorio dell’Unione Europa. E’ la minoranza più numerosa d’Europa.

� Si tratta di una popolazione molto giovane: il 45-50% degli individui ha meno

di 16 anni e il 70% meno di 30, mentre solo il 2-3% supera i 60 anni. Queste

caratteristiche derivano da un’alta natalità, con un tasso di incremento demografico

del 3-5%, molto superiore a quello europeo.

� Le comunità presenti in Europa sono caratterizzate da una grande eterogeneità per

quanto riguarda il gruppo di appartenenza, il periodo e il contesto di insediamento.

La presenza più consistente viene stimata in Spagna (700.000).

I dati in materia di censimento della popolazione rom sono spesso carenti poiché

una parte degli stati membri dell’UE non fornisce statistiche ufficiali adeguate (tra

questi paesi la Spagna, la Grecia e l’Italia).

Dati dell’ Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e di xenofobia (EUMC)

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SONDAGGIO DELL’EUROBAROMETRO: “Discrimination in The European Union”- 2007

L’Unione Europea ha proclamato il 2007 “Anno europeo delle pari opportunità per tutti”.

Secondo un sondaggio di Eurobarometro, è emerso che:

� quasi 8 cittadini europei su 10 (77%) ritengono che essere di etnia Rom

rappresenti uno svantaggio nella società;

� per 9 italiani su 10 essere Rom è uno svantaggio;

� particolarmente svantaggiati sono considerati i minori Rom.

Essere Rom in Europa: percezione di uno svantaggio

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Italia

Austria

Belgio

Cipro

Rep. Ceca

Danimarca

Estonia

Grecia

Spagna

Finlandia

Ungheria

Irlanda

Lituania

Lussemburgo

Lettonia

Malta

Olanda

P olonia

P ortogallo

Svezia

Slovacchia

Slovenia

Regno Unito

Bulgaria

Romania

% Cittadini che

credono sia uno

svantaggio

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I ROM IN ITALIA: IL POPOLO DEI BAMBINI

� In mancanza di dati ufficiali precisi, le stime generalmente accettate indicano la

presenza di circa 120.000 – 150.000 Rom e Sinti in Italia. Circa il 60% dei Rom e

Sinti è di nazionalità italiana. La maggior parte del restante 40% è costituita da Rom

provenienti dai Balcani e in numero crescente dalla Romania.

� Sono 1.000 al mese in media i Rom che arrivano in Italia, dopo l'entrata della

Romania e della Bulgaria.

� Oltre il 50% sono bambini al di sotto dei 14 anni. E’ per questo che secondo

l’Opera Nomadi, i Rom sono “il popolo dei bambini”. Le prospettive di vita alla

nascita di un rom in Italia sono di 45 anni, a fronte dei 70 di un italiano.

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LA DISPERSIONE SCOLASTICA

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Infanzia negata. Futuro zero.

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ISTRUZIONE: L'OLOCAUSTO SOCIALE DEI BAMBINI ROM

In EUROPA:

Secondo l’EUMC esiste un allarme istruzione e formazione che riguarda i bambini e

i giovani rom:

� Il grado di dispersione scolastica è molto alto, con effetti estremamente negativi in

termini di successive opportunità di lavoro, determinando di conseguenza elevati

tassi di disoccupazione, povertà ed esclusione sociale.

Per questo motivo, già nel 2005, con una Risoluzione, il Parlamento Europeo invitava

gli Stati membri ad incoraggiare l’accesso all'istruzione e a prevenire l'abbandono

della scuola da parte dei bambini rom. Inoltre, la risoluzione sollecitava interventi

sociali ed istituzionali per responsabilizzare i genitori dei bambini Rom rispetto

all’importanza/obbligo dell’istruzione.

Alcuni esempi:

- Un recente studio condotto in Catalogna (Spagna) rivela che l’80% dei rom abbandona la

scuola prima dei 14 anni di età e che l’11% dei rom risulta analfabeta e solo lo 0,02% ha

una laurea;

- In Germania vivono più di 50.000 bambini Rom con lo status di “rifugiato”, nella maggior

parte dei casi in condizioni di povertà estrema; secondo l’Unicef, in Germania solo metà dei

bambini rom è andata a scuola; di quelli che vi sono andati, l’80 % frequentava scuole

speciali;

- In Irlanda il 63% dei ragazzi nomadi ha completato il proprio percorso di studi prima dei 15

anni, rispetto al 15% della media nazionale;

- In Ungheria una grande percentuale di ragazzi rom sono stati etichettati come

“mentalmente disabili” e il 30% dei ragazzi rom tra i 6 e 14 anni frequenta delle scuole

speciali senza una valida giustificazione. Inoltre la percentuale dei ragazzi ungheresi che

procede con degli studi superiori supera l’80%, cifra che scende al 16% per i ragazzi rom;

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- In Repubblica Ceca si stima che circa il 75% dei bambini Rom non sono ammessi nelle

scuole pubbliche e vengono dirottati in classi speciali di più basso livello educativo

riservate ai bambini con difficoltà di apprendimento, con ovvie gravi conseguenze sulla loro

formazione superiore;

- Secondo l’Unicef, in paesi come Bulgaria e Romania tra il 20 e il 40% dei bambini Rom non

sono nemmeno iscritti a scuola.

In ITALIA:

Secondo l’Opera Nomadi, sono circa 13.000 gli alunni Rom/Sinti iscritti nelle scuole

d’Italia, su una popolazione stimata di circa 150.000 persone, per circa la metà composta

da bambini in età scolare. Quindi circa il 70% dei bambini Rom non va a scuola o la

frequenta non assiduamente.

� Questi numeri spiegano chiaramente l’altissima dispersione scolastica di queste

popolazioni, anche in Italia.

Confrontando le varie esperienze vissute dagli operatori che lavorano nei progetti di

scolarizzazione dei bambini rom presenti in Italia si sono individuate alcune problematiche

ricorrenti, legate all’apprendimento scolastico:

� Difficoltà di memorizzazione;

� Difficoltà di mantenimento dell’attenzione e della concentrazione;

� Difficoltà della lettura, scrittura e comprensione di un testo;

� Difficoltà nel tradurre in forma scritta pensieri, conoscenze e contenuti appresi e

precedentemente espressi oralmente;

� Difficoltà di astrazione: scarsa capacità di applicare regole logiche che prevedono il

passaggio dal particolare la generale dal concreto all’astratto;

� Scarsa conoscenza lessicale e difficoltà di comprensione delle regole grammaticali;

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Le problematiche elencate sono determinate dalla frequenza scolastica scarsa o

comunque irregolare dei bambini rom.

Bambini e adolescenti Rom iscritti alle scuole

dell'obbligo - Roma

11611391

1749 1791 1833 1818 18362029

1999

/200

0

2000

/200

1

2001

/200

2

2002

/200

3

2003

/200

4

2004

/200

5

2005

/200

6

2006

/200

7

Bambini e Adolescenti Rom iscritti alla Scuola

dell'Infanzia e Scuola Materna Statale - Roma

230

292337 359

334 319 313

399

1999

/200

0

2000

/200

1

2001

/200

2

2002

/200

3

2003

/200

4

2004

/200

5

2005

/200

6

2006

/200

7

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Questi dati vanno analizzati tenendo conto dell’alto tasso di dispersione scolastica presente tra i ragazzi rom:

Frequenza dei Bambini Rom: Settembre 2005 -

Roma

56%24%

20%

Frequenza regolare e media Frequenza scarsa Nessuna frequenza

Frequenza dei Bambini Rom: Giugno 2006 - Roma

50%

13%

37%

Frequenza regolare e media Frequenza scarsa Nessuna Frequenza

Nell’anno scolastico in esame oltre alle alte percentuali di scarsa e nessuna frequenza, è

interessante notare come la partecipazione all’attività scolastica diminuisca nel corso

dell’anno:

� a settembre 2005 le frequenze erano del 56% e sono passate al 50% nel giugno

2006;

� nello stesso periodo è quasi raddoppiata la percentuale di chi non frequentava

affatto, passando dal 20% del settembre 2005 al 37% del giugno 2006;

� nel giugno 2006, la percentuale dei bambini che frequentavano poco o non

frequentavano affatto la scuola, arriva a circa il 50%.

In realtà la percentuale dei bambini che non va a scuola è ben superiore, poiché ci

sono a Roma almeno altri 2000 bambini che non si iscrivono affatto.

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EMERGENZA SALUTE

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SALUTE DEI BAMBINI ROM

Per i bambini rom il diritto alla salute è quasi inesistente.

Le condizioni sanitarie di questi minori sono spesso compromesse da:

� patologie neonatali;

� mancanza di cure mediche in caso di patologie;

� mancanza di vaccinazione;

� deficienze nutrizionali;

� tossicodipendenze;

� rilevante percentuale di incidenti domestici e di lesioni involontarie

� gli indici di natalità, morbilità, mortalità, rilevati nei diversi gruppi Rom sono

in molti casi paragonabili a quelli dei paesi in via di sviluppo.

Nella maggior parte dei casi i bambini rom entrano in contatto con una struttura sanitaria

per la prima volta quando ricorrono alle cure del pronto soccorso ospedaliero. Il ricorso a

tale struttura avviene dunque soltanto nel momento della necessità acuta.

Le affezioni anche gravi rimangono ignorate per lungo tempo. I dati di dimissioni

ospedaliere relative ai ricoveri evidenziano frequenti ospedalizzazioni in età pediatrica,

soprattutto nel corso del primo anno di vita, con una predominanza di ricoveri per malattie

infettive, respiratorie e per patologie neonatali.

Soprattutto i bambini che vivono nei campi nomadi abusivi (dove spesso manca l’acqua

potabile, l’elettricità e non c’è un adeguato smaltimento dei rifiuti) registrano un aumento

delle patologie legate alla precaria condizione igienico-sanitaria (asma, diarrea, bronchiti,

ecc.).

Per questi motivi, con una decisione dell’aprile 2006, il Comitato Europeo per i Diritti

Sociali ha censurato l’Italia1.

1 Il Comitato europeo per i diritti sociali (ECSR) verifica che gli stati membri del Consiglio d’Europa onorino gli impegni

assunti firmando la Carta Sociale Europea.

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Caso studio:

In uno studio di epidemiologia condotto in Italia avente come oggetto la relazione tra lo stato di

salute dei bambini d'età compresa tra zero e cinque anni e le condizioni di vita in cinque campi

abitati da rom, sono emersi dati allarmanti:

� La prevalenza di alcune patologie come bronchiti, asma e diarrea tra i piccoli rom è

sensibilmente più alta della media italiana. Nel periodo di osservazione, la percentuale

di bambini che ha avuto la diarrea è stata del 32%, mentre i bambini che hanno avuto la

tosse sono stati il 55%.

� La proporzione di bambini con asma varia, inoltre, secondo le condizioni dell'abitazione, e

aumenta gradatamente con il peggioramento di queste. I campi più affollati e con le

maggiori carenze igieniche, hanno la percentuale più alta di bambini con asma.

� Il 10% di questi bambini è nato sottopeso.

La vaccinazione della popolazione nomade rappresenta una priorità di sanità

pubblica perché, data l’elevata mobilità e lo scarso utilizzo dei servizi sanitari, questo

gruppo di popolazione presenta un elevato rischio di trasmissione delle malattie infettive.

Solo per fare un esempio:

� Nel 2006, in Italia si sono verificati numerosi focolai epidemici di morbillo che hanno

interessato principalmente la popolazione nomade Rom/Sinti, in Sardegna, a

Bolzano e nel Lazio ( in particolare la città di Roma e di Latina).

� La causa principale della diffusione dei focolai nei campi nomadi è la bassa

copertura vaccinale e quindi l’accumulo di soggetti suscettibili.

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DROGHE

L'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze rileva come il

consumo di sostanze stupefacenti (eroina, ecstasy, ecc.) sia esteso fino ai minori di 11

anni, ma ad esse vanno aggiunte sostanze come gli inalanti: benzine, colle, vernici, gas

delle bombolette spray.

� La benzina ha un costo irrisorio, è una sostanza lecita perché non rientra tra le

sostanze stupefacenti, ma è una vera droga, la droga dei poveri e degli

emarginati.

� A Roma, già da qualche anno, l'uso della benzina si sta diffondendo tra i minori

delle diverse comunità rom.

MINORI ROM E IL PROBLEMA DELLA REGISTRAZIONE ALLA NASCITA: IL POPOLO INVISIBILE

� Secondo l'Unicef oltre 50 milioni di bambini, il 41 per cento di tutti i neonati del

mondo, sono privi di registrazione alla nascita. Nei paesi più industrializzati circa il

2% dei bambini non possiede un certificato di nascita, in alcuni paesi in via di

sviluppo la cifra sale oltre il 71%.

� In Europa questo fenomeno è molto diffuso anche tra i minori rom

Non essere registrati significa non avere diritto a un’identità, a un nome, a una

nazionalità, ad una educazione, alle cure sanitarie, In altre parole, non esistere.

“L’invisibilità dei bambini” aggrava la situazione rendendo difficile il controllo, la

prevenzione e l'intervento in caso di violazione dei loro diritti. Secondo Marta Santos Pais,

direttore del centro di ricerca "Innocenti" dell'UNICEF: “Un bambino non registrato alla

nascita semplicemente non esiste, é una non-persona e un non-membro della società.

Questo individuo non potrà mai votare, ereditare, sposarsi, o anche solo prendere la

patente.

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Inoltre nella maggior parte dei casi, un bambino non registrato alla nascita, essendo

privo di uno status legale, è oggetto di:

- tratta e sfruttamento sessuale;

- riduzione in schiavitù;

- lavoro minorile.

PROSTITUZIONE MINORILE

La prostituzione minorile maschile è un fenomeno diffuso, ma spesso ignorato. Si riscontra

soprattutto nelle aree urbane di città grandi e medie. La fascia di età più interessata è

quella dai 13 ai 17 anni, e si tratta in particolare di ragazzi rumeni, spesso di origine

rom, e in misura minore provenienti dal Maghreb, dai Balcani e dall’Albania

CAMPI NOMADI A ROMA

Nel novembre del 1995 è stato svolto il primo censimento generale: furono rilevate 5467

presenze (oltre il 50% di minorenni); i campi erano 50 spontanei ed uno attrezzato (aperto

nel 1994).

Oggi, secondo il rapporto stilato dalla “Conferenza Regionale sulla sicurezza”:

� la comunità nomade è presente in modo disordinato ma capillare in molte aree

della città, spesso all'interno di insediamenti abusivi in alcuni dei quali vivono

centinaia di persone in condizioni di assoluto degrado igienico-sanitario;

� sono 25 gli accampamenti seguiti dal Comune di Roma, per una popolazione

di circa 6Milapersone. A queste vanno aggiunti oltre 10Mila nomadi che si sono

stabiliti abusivamente in campi nel territorio della capitale;

� il 70% della popolazione nomade risulta essere sotto i 21 anni e il 37% è nella

classe di età compresa fra zero e 14 anni.

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LE DONNE ROM

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DONNE ROM

Povertà, sfruttamento, prostituzione, violenza: la condizione delle donne Rom è

particolarmente a rischio.

L’Unione Europea ha spesso denunciato la condizione a cui sono costrette le donne

rom, che spesso sono condannate ad una vita senza futuro. Infatti, per effetto di

presunte tradizioni, molte donne e ragazze rom, non godono del pieno rispetto della libertà

di scelta relativamente alla maggior parte delle decisioni fondamentali della loro vita e,

pertanto, sono ostacolate nell’esercizio dei loro diritti umani fondamentali:

� Nell’organizzazione sociale rom, la donna dipende completamente dal marito. Il

matrimonio, concordato e contratto dalle ragazze/bambine si traduce in una sorta di

vendita della ragazza alla famiglia del marito. Tali matrimoni combinati tra minori

espongono la ragazza ad abusi sessuali e allo sfruttamento. Così donne e

bambine diventano l’anello debole della catena, spesso destinate alla tratta di

persone indirizzata alla mendicità o, peggio ancora, allo sfruttamento

sessuale;

� Questi matrimoni prevedono uno scambio di denaro o oro in forma di dote. Le

giovani donne devono quindi “ripagare” quanto per loro è stato versato dalla

famiglia del marito, anche rispetto al numero minimo di figli concordati (una delle

condizioni di tali matrimoni);

� Inoltre, vi è un’ampia documentazione in cui si attesta la specifica esclusione della

donne rom dalle cure sanitarie e il fatto che spesso esse vi abbiano accesso solo

in casi di estrema urgenza o in caso di parto;

� La speranza di vita delle donne rom risulta essere di 10 anni minore rispetto

alla media delle altre donne.

Secondo un recente rapporto condotto dell’European Roma Rights Centre:

� Nelle comunità Rom è particolarmente diffusa la pratica dei Matrimoni Forzati,

a partire dai 9 anni d’età;

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� le ragazze rom si sposano molto giovani, nella maggior parte dei casi il partner è un

adulto. Spesso, questa pratica richiede un test della verginità. Con effetti e modalità

che incidono negativamente sulla condizione fisica e psichica della ragazza.

Le donne “bambine” che contraggono matrimoni forzati:

- hanno spesso gravidanze precoci, con effetti dannosi sulla salute;

- hanno un elevato tasso di analfabetismo;

- tendono ad essere disoccupate a vita.

Tutti gli studi dimostrano la correlazione tra la pratica dei matrimoni forzati o

concordati ed alcune forme di violenza ed esclusione sociale, come:

� Violenza Domestica

� Rischio di tratta: in uno studio dell’OSCE su 660 famiglie prese in esame, il 5%

dichiarava di aver avuto esperienza di giovani donne spesso ripudiate e poi

trafficate a scopo di prostituzione.

� Negazione del diritto all’istruzione con conseguenze negative sulla possibilità

di impiego.

Per questo motivo, il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione sulla situazione

delle donne Rom nell'Unione europea. In essa, si invitano gli Stati a promuovere e ad

adottate politiche volte a:

- impedire la pratica dei matrimoni in giovane età;

- prevenire e sanzionare casi di violenza domestica;

- bloccare il traffico di donne Rom;

- garantire l’accesso di tutte le donne Rom alle cure sanitarie di base, di urgenza e

preventive;

- prevenire e vietare la sterilizzazione forzata;

- incoraggiare la formazione per favorire l’occupazione.

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MATERIALE DI RIFERIMENTO

SCENARIO EUROPEO:

- Relazione "La situazione dei Rom in una Unione europea allargata", Direzione

generale CE per l'occupazione e gli affari sociali, Unita D3, 2004. - Uguaglianza e non discriminazione: Rapporto annuale 2005, Commissione europea

- Direzione generale dell’Occupazione, degli affari sociali e delle pari opportunità. - Annual Report 2006: Situation regarding Racism and Xenophobia in the Member

States of the EU, European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia. - Breaking the Cycle of Exclusion: Roma Children in South East Europe, Unicef –

2007.

SCENARIO ITALIANO

- Sinti, Rom e Camminanti: così vicini cosi lontani: Scheda di approfondimento

dell’Eurispes, 2006. - Convegno: Sinti e Rom tra integrazione e marginalità sociale, Opera Nomadi,

febbraio 2007. - Europeam Commission against Racism and Intolerance, Terzo Rapporto sull’Italia.

2005. DATI SUI ROM NELLA CITTA’ DI ROMA:

- Dati di Roma diffusi durante la “Conferenza Regionale sulla sicurezza”, dal Prefetto Serra, aprile 2007. - Frequenze scolastiche – Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche, settembre 2006.

ISTRUZIONE e SALUTE DEI BAMBINI ROM: - Roma grossly disadvantaged in education, "Roma and Travellers in Public

Education", European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia, Maggio 2006.

- Stato di Salute e condizioni di vita per bambini da 0 a 5 anni d’età: Studio effettuato da Lorenzo Monasta e pubblicato da OsservAzione - centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e sinti e dal CIET (International Tropical Disease Research Centre), dicembre 2005.

- Dati diffusi dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute – Reparto Epidemiologia malattie infettive, 2006.

DONNE ROM: - "Rompere le barriere — Le donne Rom e l’accesso all’assistenza sanitaria",

European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia, 2003.

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Infanzia negata. Futuro zero.

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- “Forced Arranged Marriage of Minors Among Traditional Romani Communities in Europe”, European Roma Rights Centre, Novembre 2006.

- “AMBULANCE NOT ON THE WAY: The Disgrace of Health Care for Roma in Europe”, European Roma Rights Centre, Ottobre 2006.

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SONDAGGIO EUROBAROMETRO: - “Discrimination in The European Union”, Public Opinion Analysis – Eurobarometro,

2007.


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