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DoSSIeR eDIToRIA DIgITALeold.tuttoscuola.com/public/uploads/000/Editoria-digitale... · 2015. 8....

Date post: 13-Feb-2021
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a cura di Alfonso Rubinacci EDITORIA DIGITALE DOSSIER I l potenziamento delle iniziative di alfabetizza- zione all’uso di soluzioni digitali all’interno delle istituzioni scolastiche è oggetto di particolare attenzione da parte del legislatore e del governo con politiche di “… incentivo alla domanda di servizi digitali, anche tramite la definizione di nuove ge- nerazioni di testi scolastici, nonché attraverso la ricerca e l’innovazione tecnologica, considerati fattori essenziali di progresso ed opportunità di arricchimento culturale , civile e economico.. “ ma anche “nella prospettiva di limitare … fatte salve l’autonomia didattica e la libertà di scelta dei docen- ti, il costo che annualmente le famiglie devono soste- nere per l’acquisto dell’intera dotazione libraria
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  • a cura di Alfonso Rubinacci

    eDIToRIADIgITALe

    DOSSIER

    Il potenziamento delle iniziative di alfabetizza-zione all’uso di soluzioni digitali all’interno delle istituzioni scolastiche è oggetto di particolare attenzione da parte del legislatore e del governo con politiche di “… incentivo alla domanda di servizi digitali, anche tramite la definizione di nuove ge-nerazioni di testi scolastici, nonché attraverso la

    ricerca e l’ innovazione tecnologica, considerati fattori essenziali di progresso ed opportunità di arricchimento culturale , civile e economico.. “ ma anche “nella prospettiva di limitare … fatte salve l’autonomia didattica e la libertà di scelta dei docen-ti, il costo che annualmente le famiglie devono soste-nere per l’acquisto dell’intera dotazione libraria”

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    integrativi aperti all’interpretazio-ne degli autori e degli utilizzatori, ad interessi personali sollecitati in un processo d’apprendimento dove lo studio è fatto di stimoli, di do-mande e di ricerca, secondo per-corsi imprevisti e imprevedibili.

    Nell’idea di ricorrere al digita-le per i testi scolastici c’è, inol-tre, la convinzione che ciò possa rappresentare un risparmio per le famiglie e lo ‘sgravio’ fisico delle borse e degli zaini degli studenti.

    Parlare di innovazione tecnolo-gica porta subito ad immaginare nuovi modelli di apprendimento e nuove configurazioni organiz-zative del sistema educativo, là dove i docenti spesso sono quelli di “ieri” e, in molti casi, sono in-certi sugli esiti di pratiche che non appartengono alla loro esperienza e cultura.

    L’utilizzo dell’e-book, se è un mondo ancora da scoprire per la maggior parte dei docenti, pre-senta invece un forte carattere di stabilità in una rete di istituti sco-lastici, diffusi su tutto il territorio nazionale.

    (Circolare del 9 aprile 2014, MIU-RA00DGOS, prot. 2581). La citata circolare, inoltre, ipotizza, per le istituzioni scolastiche, la possi-bilità di “predisporre in proprio materiali didattici da utilizzare al posto degli abituali libri di testo” per i quali, il MIUR, sta forma-lizzando linee guida con le qua-li fornire ai docenti e alle scuole indicazioni su modalità, forme e criteri di autoproduzione di testi digitali, che possono rappresen-tare uno strumento e uno stimolo per l’innovazione didattica e or-ganizzativa. Il libro di testo rap-presenta lo sviluppo organico e sistematico di argomenti conside-rati funzionali all’apprendimento. Il passaggio al digitale non può che corrispondere alla stessa lo-gica, ossia nella direzione di un apprendimento non frammentario. Questa esigenza non ha ancora trovato soluzioni convincenti, ciò giustifica l’attuale opzione, anche legislativa, di un prodotto libro frutto di un progetto culturale e didat tico, ancorché str ingato, con l’accesso a contenuti digitali

    Il libro perfetto? È quello geneticamente

    personalizzato

    44

    1500

    1200

    27

    40000

    classi

    in rete

    docenti impegnati

    discipline

    alunni

    platea di

    d’insegnamento coinvolte

    110di scuole

    Di questo progetto, Book in progress, vogliamo parla-re per capire le ragioni di quello che possiamo considerare un successo, prenderne spunto per rif lettere su una soluzione di uso delle tecnologie che parte dal basso e interviene su diver-si aspetti dell’organizzazione e cambia l’approccio alla didattica attivando, anche, una collabora-zione tra i docenti che costituisce una spinta importante verso uno sviluppo professionale formativo.

    Le difficoltà dovute all’assetto organizzativo corrente, come l’o-rario delle lezioni calibrato sul-la lezione frontale, non è troppo compatibile con un effettivo uso del digitale, per attività da orga-nizzare individualmente e/o per gruppi e con la gestione di dina-miche più complesse. Il cambia-mento reale della scuola si fonda, sicuramente, sull’avere docenti capaci di scelte argomentate, di imparare dagli errori del passato e dalla loro capacità professiona-le di operare una revisione criti-ca del metodo e degli strumenti

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    I NUMERI DI BOOK IN PROGRESSsussidiari nell’apprendimento delle nuove generazio-ni, più avvezze alle nuove tecnologie ma anche più fragili nell’orientarsi in un percorso di crescita e svi-luppo cognitivo. Le scuole, gli insegnanti, si misurano di continuo con sfide innovative, tese al miglioramen-to degli esiti formativi degli studenti. È per questo che si registra la necessità di una maggiore flessibilità che aiuti l’adozione di nuove soluzioni anche orga-nizzative e, per lo stesso motivo, vogliamo cercare il dove e come sono stati trovati spazi di flessibilità che altrove impediscono innovazione e sperimentazione. Non è secondario considerare che la partecipazione al progetto, con il conseguente approccio alla tecnolo-gia, come dice il prof Salvatore Giuliano, dirigente scolastico dell’istituto “maiorana” di brindisi, non richiede “competenze digitali … di livello elevato”.

    “Il progetto Book in Progress ha come obiettivo specifico il cambiamento della didattica” afferma ancora Salvatore Giuliano, che si riflette nel “miglio-ramento dei livelli di apprendimento e nel successo scolastico” e, segnala la prof.ssa Maria Rita Salvi, dirigente scolastica dell’Istituto “Dalla Chiesa” di montefiascone, “Il fulcro del progetto è tutto nella riappropriazione della superiorità pedagogico-me-todologica dell’insegnante che “curva” il percorso di insegnamento alle esigenze formative dei propri studenti, che “adatta” il libro di testo alle situazioni concrete che affronta in classe”. Anche il Prof. An-tonio Calvani, professore ordinario di Didattica e Tecnologia dell’istruzione presso l’Università degli Studi di firenze, sottolinea che “sono la qualità degli insegnanti, le metodologie e l’impianto orga-nizzativo della scuola i fattori decisivi del successo scolastico”

    Tuttoscuola è convinta che se l’innovazione produce effetti positivi, questi non possono restare patrimonio esclusivo di chi li produce ma deve configurarsi come buona pratica da mettere a disposizione di altre scuo-le. Per questo motivo riteniamo che sia sul concetto di affidabilità dell’indicazione che si debba spostare l’at-tenzione dal momento che il campo dell’innovazione tecnologica è uno di quelli in cui il grado di trasferi-bilità dei modelli è maggiore rispetto ad altri ambiti.

    Ciò implica che le innovazioni richiedono valuta-zioni attendibili con il ricorso a modalità differenti dai test Invalsi e dalle mere ‘classifiche’ di scuole e docenti. L’esperienza della rete Book In Progress , rappresenta anche un’iniziativa di editoria scolastica digitale, realizzata per spinta progettuale “dal basso”, promossa nel 2009 presso l’istituto “Majorana” di Brindisi, istituto capofila della Rete nazionale, e pre-senta un elevato grado di complessità.

    L’obiettivo prioritario del racconto dell’esperienza condotta sia presso il “Majorana” di Brindisi che presso tre istituzioni scolastiche della rete, è di offrire uno spaccato funzionale alla lettura degli esiti finora prodotti dal progetto Book in Progress che, partendo

    dai quadri operativi scolastici, vuole stimolare, ad uso di future esperienze, elementi per un processo di analisi critica complessiva ma attenta ai dettagli e alle soluzioni innovative rivolte a tutta la comunità degli insegnanti.

    La documentazione offerta delinea un quadro dalle tante sfaccettature, a partire dall’interesse per un’e-sperienza che permette la condivisione dei programmi tra i docenti e tra scuole, la supervisione dei dirigenti scolastici e la fruizione integrale dei contenuti digitali da parte degli studenti.

    Il racconto dei protagonisti compone un ritratto dell’esperienza che guarda ai comportamenti profes-sionali, alle preoccupazioni e alle speranze dei docen-ti, e può aiutare a capire tanto i vincoli e i fattori di disturbo come anche l’interesse suscitato o meno in chi appartiene ad un contesto scolastico diverso.

    La rete di scuole aderenti al progetto Book in Pro-gress ha il merito di aver prodotto nella comunità un valore aggiunto nel superare “l’ognun per sé”, con l’ampliamento delle opportunità relazionali ed infor-mative per mezzo della rete. “Il valore aggiunto della rete di scuole” – conferma la prof.ssa Maria Rosaria Annoscia, dirigente scolastica dell’istituto “Perotti-Ruffo” di Cassano Murge - “è mettere in contatto e in relazione docenti e dirigenti di tutta Italia che si confrontano, collaborano e si sostengono a vicenda, mettendo un vero cantiere dell’innovazione. Non è sufficiente un singolo progetto sperimentale, se pur finanziato a livello centrale e monitorato”. Un vero salto, in termini di qualità, di quantità e di radica-mento, è possibile, ma necessita di una strategia di promozione di sistema ancora incompiuta.

    Il dirigente scolastico Salvatore Giuliano quando chiosa che “il livello di gradimento del progetto sia direttamente proporzionale all’innovazione intro-dotta nelle singole scuole” intende riferirsi, in primo luogo, ai docenti ma anche alle famiglie e agli stu-denti, perché “se si usa il book in progress come un tradizionale libro di testo non si fa innovazione e di conseguenza non si conseguono gli aspetti innovativi del progetto”. Le sue parole vogliono far intendere che l’innovazione, nell’adottare il book in progress, comporta un coinvolgimento non passivo come nel caso dell’adozione di un libro di testo ‘da seguire’, e che la partecipazione attiva e partecipe si può consi-derare quale risultato del progetto, insieme all’incre-mento dei risultati di apprendimento degli studenti.

    Al riguardo, tuttavia, non è difficile cogliere alcune perplessità nelle parole del professor Antonio Calva-ni che trovando “non condivisibile il mettere in rap-porto con la variabile in questione i risultati superiori alla media ottenuti dall’Istituto capofila del progetto in alcune prove Invalsi e il considerare questo risul-tato come prova di validità del progetto”, si domanda: “Attraverso quali criteri e procedure si può affermare che sono di elevato valore scientifico e comunicativo?

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    PremessaMa si studia meglio sulla carta o

    con il digitale? Chi oggi fa uso del digitale, da adulto, ritiene che stu-diare sul libro sia ‘un’altra cosa’. A pensarlo sono anche molti ragaz-zi delle superiori, che per studiare continuano a preferire il libro per quello che è: un ragionamento con un’argomentazione completa, in

    grado di far seguire e capire l’im-postazione del ragionamento e che permette, eventualmente, di confu-tarla a ragion veduta.

    Ma a che punto siamo? Qua-li problemi sono stati sollevati? Come stanno le cose nelle realtà più avanzate? Quali sono i diversi orientamenti?

    Lo chiediamo al professore Sal-vatore Giuliano, dirigente scola-stico del “Maiorana” di Brindisi, istituto promotore del progetto Bo-ok in Progress e capofila della Rete nazionale degli istituti aderenti che lo hanno fatto crescere e sostenuto.

    Professor Giuliano com’è stata concepita e progettata l’iniziati-va? Chi l’ha promossa? Come si

    Esiste un percorso di accreditamento al termine del quale emerge questa valutazione?”Il professor Michele Pellerey, viceversa, pun-

    tualizza che “l’importanza di questa impresa può essere considerata da molti punti di vista … Si è molto insistito in questi ultimi decenni sull’im-portanza di una co-costruzione del sapere, sulla collaborazione nella produzione di artefatti, sul valore di una conoscenza distribuita, che si possa valorizzare nelle varie esigenze operative” . Il pro-getto sembra proprio corrispondere a una verifica della bontà di tali prospettive di lavoro”. Obiettivo immediato, ribadisce il prof Pellerey, è “cogliere, esaminando i risultati finali di tale impresa, cioè i vari libri di testi prodotti, quale sia l’impianto epistemologico e metodologico che emerge come il più gettonato da parte di docenti distribuiti sul territorio nazionale e che manifestano interesse, impegno e dedizione particolare al loro lavoro didattico”.

    “Lo scopo del progetto non è certamente quello di diventare editori” anche se, continua il dirigente scolastico Giuliano, “Diverse scuole italiane pro-ducono contenuti digitali che mettono a disposizio-ne di chiunque vi abbia interesse” mentre “Negli USA quasi tutte le università e moltissime scuole producono contenuti liberamente fruibili da tutti”, ma gli esiti possono offrire alcune indicazioni per i nostri editori, perché gli ebook “non possono essere la versione in formato pdf dei libri cartacei. “Il libro digitale è di reale cambiamento se è molto interattivo” e “ dovrebbe contenere gallerie d’im-magini, video, possibilità di fare esercizi interattivi e di costruire mappe concettuali…”.

    Non vanno sottovalutati i punti di vista, anche autorevoli, che sottolineano il rischio di puntare troppo sulla tecnologia convinti che l’apertura di un “meraviglioso archivio tecnologico” faccia di per sé

    migliorare il livello di qualità degli apprendimenti degli studenti, permetta di raggiungere quei target europei che sono gli indicatori della nostra capacità competitiva e di progresso ad ogni livello. Perciò, la prima cosa che va fatta è lavorare sulle risorse professionali, rinnovarle rendendole contempo-ranee. Se l’”archivio” tecnologico non è in mani esperte e responsabili, se manca la professionalità degli insegnanti la partita è persa in partenza.

    L’esperienza ‘book in progress’ dimostra che gli insegnanti sono coinvolti nel modo giusto, da protagonisti, tanto da stimolare la riflessione tra pari sulla didattica, sull’apprendimento e sulla sua efficacia. È il punto di partenza giusto per motiva-re i docenti e cercare un nuovo successo. “Solo se hai saputo costruire, con calma e pazienza, solide basi, potrai permetterti di decidere rapidamente le mosse successive per superare – aggiunge la prof.ssa Sonia Cattaneo, dirigente scolastica dell’istituto “Tosi” di Busto Arsizio – “l’autoreferenzialità delle scuole e dei docenti”. “L’ innovazione nella nostra scuola - conclude la dirigente scolastica Maria Ro-saria Annoscia “ … e’ stata realizzata anche grazie alla disponibilità delle famiglie ad investire in inno-vazione. Non siamo scuola 2.0 ma posso affermare che le famiglie sono entusiaste di investire in ma-teriali e tecnologie per i loro figli se si propone un progetto coerente ed organico”.

    Questo tema, insieme a quello dell’innovazio-ne digitale, è all’attenzione di Tuttoscuola nella convinzione che la documentazione di esperienze rilevanti offra una pluralità di spunti utili alla ri-flessione ed ai cambiamenti in corso nel sistema educativo. L’auspicio è che il confronto e il dibattito crescano, le esperienze si sviluppino, ne nascano anche di nuove, in una competizione che miri all’eccellenza nell’interesse comune.

    Intervista a Salvatore Giuliano, Dirigente Scolastico dell’ITIS Majorana di Brindisi.

    Book in Progress

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    inserisce il progetto nell’autono-mia scolastica?

    “L’iniziativa Book in Progress è nata nel 2009 al Majorana di Brin-disi per merito mio e di 4 docenti. Abbiamo voluto creare materiali didattici sostitutivi dei tradizionali libri di testo ‘calzandoli’ sui ritmi di apprendimento degli alunni.”

    Come si è sviluppata l’espe-rienza del “majorana” e su quali aspetti ha fatto leva ed ha inciso maggiormente? Quali gli obiet-tivi specifici del progetto, i pas-si più significativi del percorso? Quali i nodi più difficili e il cam-biamento più significativo che si è realizzato?

    “Il progetto Book in Progress ha come obiettivo specifico il cambia-mento della didattica. Una comu-nità di docenti ed alunni che crea contenuti sulla documentazione dei percorsi formativi. Un ruolo attivo e non più passivo dello studente. Le criticità più forti risiedono nel-la difficoltà al cambiamento della classe docente. Il cambiamento si-gnificativo registrato nelle istitu-zioni scolastiche aderenti alla rete, che hanno compreso che il progetto Book in Progress non consiste solo nella produzione di contenuti ma in un cambiamento della pratica didattica quotidiana ed è rappre-sentato da un miglioramento dei livelli di apprendimento e del suc-cesso scolastico. I dati oggettivi in tal senso, dell’istituzione scolasti-ca che dirigo, sono inequivocabili. E, indubbiamente, un aspetto del

    progetto che ha favorito la parteci-pazione di altre istituzioni scolasti-che è stato quello del risparmio di spesa per le famiglie.”

    Quanto vale nel progetto la competenza digitale?

    “Nell’evoluzione da prodotto a metodo, la competenza digitale è fondamentale per alunni e docenti coinvolti nel progetto book in Pro-gress. Ma occorre precisare che le competenze digitali richieste per innovare la didattica non sono as-solutamente di livello elevato.”

    Prof Giuliano, lei ha prodotto dall’anno scolastico 2012/13 libri cartacei, che pochi hanno avuto l’opportunità di esaminare, trat-tandosi di testi non “pubblici” e a circolazione limitata alle scuole aderenti al progetto. Ora però la legge è cambiata e un quid di digitale integrativo è obbligato-rio. Coma ha risposto a questa rinnovata esigenza?

    “Dall’a.s. 2013/2014 i testi pro-dotti quali ‘ book in progress’ sono disponibili anche in formato digi-tale, interattivo e multimediale.”

    I docenti come sono stati sele-zionati e retribuiti per il lavoro extra?

    “I docenti sono stati individuati dalle singole istituzioni scolasti-che, aderenti alla rete, in funzione della loro disponibilità e delle loro competenze. Ogni istituzione sco-lastica autonoma aderente alla rete ha individuato un riconoscimento

    del lavoro svolto anche se si trat-ta, comunque, di un compenso non proporzionato all’impegno profuso.”

    Quali le garanzie di affida-bilità sotto il profilo scientifico e didattico di contenuti auto-prodotti oltre a quelle assicurate dal docente supervisore? Sono previste forme di validazione del materiale didattico autoprodotto quando viene condiviso e utiliz-zato da altre scuole?

    “I materiali sono prodotti da docenti con pluriennale esperien-za professionale. Ogni disciplina è affidata ad un docente coordi-natore che ne cura l’omogeneità e l’originalità. Ogni dipartimento di-sciplinare è composto da almeno dieci docenti che collaborano alla creazione dei contenuti. I dipar-timenti si incontrano in presenza e mediante apposita piattaforma web in modo che ogni singolo contributo prodotto risulti dalla condivisione fra tutti i docenti partecipanti.”

    I testi sono stati adottati per singole discipline dai docenti ti-tolari delle materie o sono stati deliberati dal collegio dei docenti per l’intera offerta?

    “I materiali del book in progress sono adottati dai Collegi dei do-centi sia per singola disciplina, come hanno riguardato una o più classi, sia per tutte le discipline.”

    La vostra rete è una delle po-che con un coinvolgimento di circa 150 istituzioni scolastiche, sparse su tutto il territorio na-zionale. Cosa ha determinato un tale successo?

    “Il primo approccio alla rete book in progress ritengo sia moti-vato dal forte risparmio di spesa proposto alle famiglie. La singola dotazione delle dispense ‘book in progress’ per tutte le discipline non supera i 50 euro a fronte dei 350 euro e oltre per i libri tradizionali.

    Salvatore Giuliano è l’ideatore del progetto

    Book in Progress, libri di testo scritti dai

    docenti sulla base dei ritmi di apprendimento

    degli alunni. Attualmente il progetto Book

    in Progress coinvolge circa 150 istituzioni

    scolastiche di tutta Italia. I contenuti del Book in Progress

    sono anche fruibili in versione digitale interattiva.

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    complica l’utilizzo.” Ha mai pensato di configurare

    docenti e scuola come una nuova figura di editori, sottoposta agli stessi limiti e regole delle ordina-rie case editrici?

    “Lo scopo del progetto non è certamente quello di diventa-re editori, non nella definizione classica. Diverse scuole italiane producono contenuti digitali che mettono a disposizione di chiun-que vi abbia interesse, sono ancora molto poche. Negli USA quasi tut-te le università e moltissime scuole producono contenuti liberamente fruibili da tutti. Per incentivare la produzione di materiale didatti-co digitale da parte dei docenti si potrebbe prevedere un riconosci-mento economico e/o di carriera.

    innovazione e di conseguenza non si conseguono gli aspetti innovati-vi del progetto.”

    L’editoria digitale scolastica a che punto è? Pensa ci possa esse-re un ruolo per gli editori nell’ aiutare la scuola a sviluppare l’editoria digitale?

    “Nell’ultimo anno l’editoria digitale scolastica ha registra-to notevoli innovazioni anche se siamo ancora lontani dall’avere un’offerta ampia e valida di libri digitali interattivi multimediali. Un aspetto riguarda l’omogeneità di fruizione dei contenuti digitali prodotti dai diversi editori: ogni editore utilizza la propria piat-taforma di fruizione con le pro-prie regole e i propri standard. Ciò disorienta e molto spesso ne

    Il valore aggiunto del progetto è rappresentato da una collaborazio-ne tra docenti di scuole diverse e dalla possibilità di aggiornare e in-novare costantemente la didattica. Il book in progress è soprattutto un metodo.”

    Quali sono state le fasi di va-lutazione dell’esperienza in atto nella rete degli istituti che hanno sostenuto e fatto crescere il pro-getto? Che cosa hanno riguarda-to? Quali i criteri?

    “Sono state realizzate attività di monitoraggio che hanno fatto ri-scontrare come il livello di gradi-mento del progetto sia direttamente proporzionale all’innovazione in-trodotta nelle singole scuole. Se si usa il book in progress come un tradizionale libro di testo non si fa

    LA VoCe DeL DoCenTeProf.ssa Rossella Palmizio, cosa si aspetta

    per il prossimo anno scolastico 2015/2016 per l’editoria digitale?

    “Mi aspetto che l’editoria digitale tenga conto che le metodologie di insegnamento e apprendi-mento stanno cambiando; i prodot ti digitali non devono essere estranei a questo processo metodologico. Il prodotto digitale deve essere f lessibile e non strutturato per essere utilizzato soltanto in una lezione frontale. “

    editoria digitale significa forse reinventare la realtà scolastica. Qual è il punto di parten-za per i docenti? Cosa trovano utile cambiare perché sia davvero innovativo?

    “Il docente, oltre ad avere le competenze e le conoscenze della propria disciplina di inse-gnamento, deve progettare la propria lezione in modo chiaro e sintetico, tenendo conto che gli studi scientif ici dimostrano che la concentra-zione degli studenti ‘cala’ dopo 15 minuti. Bi-sogna trovare un modo per mantenere la loro concentrazione viva con metodologie innovati-ve e attraverso l’utilizzo della tecnologia. Una vera innovazione è nell’utilizzo della tecnolo-gia come non solo strumento di t rasmissione ma come elaborazione del contenuto. Dotando ogni aula di un proiet tore interat t ivo, di un computer e con la rete si pot rebbe cambiare l’insegnamento e aumentare la qualità dell’ap-prendimento degli studenti. Un semplice video

    trasmesso al momento giusto, anima la lezione e concentra gli studenti. La vera innovazione sta nel cambiare gli ambienti di apprendimento e avere meno studenti in classe a cui dedicare più tempo nella lezione. Un’alt ra innovazio-ne consiste nel far creare documenti digitali della propria lezione (video, libri interat tivi, mappe concettuali,…) agli studenti che diven-tano attivi in tutto il processo di creazione e di apprendimento.”

    La quantità di dotazione tecnologiche quale ruolo può svolgere nel migl ioramento del-la scuola e dei processi d i insegnamento/apprendimento?

    “Gli studenti sono st rategici per l’ut il izzo della tecnologia, sono veloci ad imparare e so-no molto creativi. Il docente non deve insegnare come usare la tecnologia ma deve dare delle idee sul come poterla utilizzare. Quest’anno stiamo organizzando dei corsi di formazione sull’uso di diverse applicazioni e software per creare contenuti digitali. Abbiamo provato a fare un corso di formazione misto in cui ci sono gruppi formati da studenti e docenti che lavo-rano alla pari: il docente trasmette i contenuti della disciplina e vede come lo studente li tra-sforma con grande facilità mediante un sistema tecnologico. Questa collaborazione sta permet-tendo di coinvolgerli e di formarli allo stesso tempo … e ha riscosso molto entusiasmo.”

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    considerazione difficoltà ogget-tive di diverso ordine. In primo luogo non deve esserci nessun ob-bligo da parte dei docenti e delle rispettive istituzione scolastiche di dover ‘conferire’ i materia-li prodotti. In secondo luogo, in merito alla interoperabilità dei contenuti su diverse piattaforme, occorre considerare che molte istituzioni scolastiche hanno, nel rispetto dell’autonomia, effettuato delle precise scelte in merito alle dotazioni hardware e software. E’ inevitabile che i contenuti prodotti risentano di tali scelte e che un loro adattamento a criteri di interope-rabilità comporterà delle difficoltà ulteriori. Una norma che compor-ta, in partenza, tanti diversi osta-coli sicuramente non favorirà lo sviluppo di contenuti.”

    ma comunque la produzione di contenuti va incoraggiata e in-centivata… E sarebbe molto utile selezionare e catalogare i miglio-ri contenuti prodotti dagli alunni mettendoli a disposizione di tutti.”

    Si prevede la partenza della sperimentazione generalizzata in base all’art 6 della legge 8 novembre 2013, n. 218 (differi-ta all’anno scolastico 2015/2016) che consente al mIUR di predi-sporre la piattaforma di raccolta del materiale autoprodotto e di definire il profilo del docente su-pervisore. Cosa ne pensa?

    “La predisposizione della piat-taforma è sicuramente una pro-spettiva molto interessante per la condivisione dei materiali. Tut tavia occor re prendere in

    Si avvierebbe cosi una grande ope-razione di condivisione e traspa-renza che porterebbe del bene alla scuola ed ai livelli di apprendimen-to degli alunni.”

    Prof Giuliano, ritiene si possa generalizzare l’autoproduzione di materiale didattico digitale?

    “Perché continuiamo a parlare di autoproduzione? Auto cosa? So bene che anche la norma fa riferi-mento all’autoproduzione ma i ma-teriali didattici non si producono automaticamente. Da soli. Preferi-sco parlare di materiali prodotti dai docenti. E sono moltissimi i do-centi che, insieme agli alunni delle loro classi, producono quotidiana-mente. Molti di questi materiali presentano interessanti spunti di innovazione e creatività altri meno

    Come pensa l’integrazione delle tecnolo-gie nella didattica della sua disciplina?

    “Nella mia disciplina (Chimica) l’integra-zione tecnologica è fondamentale. Un video 2D e 3D offre la possibilità di vedere e vivere alcuni fenomeni scientif ici altrimenti di dif-ficile comprensione.

    In una lezione in Spaced learning è fonda-mentale la tecnologia: si introduce la lezione con una proiezione, si usa musica nelle pause, si ricerca sul web per ampliare i contenuti e infine si monitora l’apprendimento mediante test interattivi da tablet o pc.”

    I docenti considerano il libro digitale uno

    strumento di cambiamento della scuola? Se sì, come modifica il loro modo di insegnare?

    “Il libro digitale è di reale cambiamento se è molto interattivo: dovrebbe contenere gallerie d’immagini, video, possibilità di fare esercizi interattivi e di costruire mappe concettuali, di prendere appunti, ecc... Un libro interat-tivo permette anche di seguire meglio l’ap-prendimento dello studente, di monitorarlo e aiutarlo nella comprensione … anche con delle video lezioni. Lo studente è il centro del processo di apprendimento.

    Nella mia scuola i libri interattivi costruiti da noi docenti permettono di sviluppare di-verse metodologie … la f lipped classroom, lo spaced learning, ecc..”

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    ALE LA VOCE

    DI DIRIGENTI, DOCENTI, STuDENTI E GENITORIdi Paola Torre

    Dall’intervista/racconto di dirigenti, docenti, studenti e genitori, coinvolti da protagonisti nel progetto, emerge che l’introduzione delle tecnologie nelle scuole non rappresenta di per sé un fattore di migliora-mento dei risultati degli studenti se non è accompagnata ad altri elementi legati ai comportamenti pro-fessionali dei docenti.

    CHI SONOLa prof.ssa Maria Rita Salvi, dirigente scolastica dell’istituto “Dalla Chiesa” di Montefiascone, la prof.

    ssa Nadia Cattaneo , dirigente scolastica dell’istituto “Tosi” di Busto Arsizio, la prof.ssa Maria Rosaria Annoscia , dirigente scolastica dell’istituto comprensivo“ Perotti-Ruffo” di Cassano Murge, hanno for-nito molti elementi che aiutano a dare una visione propositiva del progetto e della sua relazione con il panorama scolastico.

    Com’è stato condiviso il progetto book in Pro-gress dell’istituto “II.SS. Carlo Alberto Dalla Chie-sa” di montefiascone? Di chi è stata l’iniziativa?

    “Il BIP (Book in Progress) è stato condiviso con tutti gli OO.CC. della scuola, tramite attività di infor-mazione diffusa e coinvolgimento dei responsabili. L’iniziativa è stata della D.S. che ha “incontrato”, per caso, la proposta sul web ed è stata colpita dall’inno-vazione del Progetto.”

    Quali sono i segni di un mondo scolastico che cambia?

    “Il progressivo affermarsi della necessità di coin-volgere ogni studente nel proprio percorso formativo, la maggiore sensibilità delle famiglie all’innovazio-ne, il discorso del neopresidente Mattarella che ha associato il bisogno di innovazione della scuola alle risposte qualificate che saprà dare allo sviluppo delle tecnologie digitali.”

    Quali ostacoli avete incontrato e come li avete superati? Ve ne sono ancora, quali?

    “Abbiamo incontrato molti ostacoli. Il più difficile da superare è quello legato alla eccessiva dipendenza del docente dal libro di testo. Invece di essere, il libro di testo, uno strumento in mano al docente, spesso finisce che il docente diventi lo strumento attraverso il quale il libro di testo perpetra una didattica rigida, ripetitiva, insensibile ai differenti stili di apprendi-mento. Il fulcro del progetto è tutto nella riappro-priazione della superiorità pedagogico-metodologica

    dell’insegnante che “curva” il percorso di insegna-mento alle esigenze formative dei propri studenti, che “adatta” il libro di testo alle situazioni concrete che affronta in classe. Com’è com-prensibile, ancora incontriamo difficoltà numerosissime:a. la diffidenza di quanti non

    vogliono accettare que-sta scommessa e sentono la necessità di affermare la propria convinzione at-traverso la denigrazione dell’iniziativa;

    b. la difficoltà oggettiva, anche dei docenti più corag-giosi, a personalizzare in concreto le metodologie didattiche, smontando e rimontando il libro di testo (ovvero “smontando e rimontando” la propria atti-vità di insegnamento);c. la tendenza a marginalizzare la portata dirom-

    pente di questa innovazione, utilizzando il testo BIP come un qualsiasi libro di testo, ignorando il ruolo che le metodologie innovative giocano nell’intera iniziativa del progetto.”

    La sfida del book in Progress è stata vinta? Il progetto avrà carattere di stabilità nella vostra scuola? Quali i possibili sviluppi?

    “Il progetto ha già un carattere stabile nel nostro isti-tuto. Obiettivi futuri possono essere un maggior coin-volgimento del settore liceale ed un potenziamento

    Il racconto della prof.ssa Maria Rita Salvi, dirigente scolastica dell’istituto “Dalla Chiesa” di Montefiascone

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    DossierEDITORIA DIGITALE

    delle metodologie didattiche che sostengono l’utilizzo dell’e-book.”

    Un libro digitale che cosa è? Quanti docenti fanno parte del team di autori?

    “Un libro digitale è un libro organizzato in modo diverso rispetto a quello tradizionale, in particolare per l’attivazione in prima persona del soggetto che apprende.

    Nel nostro Istituto il ‘team autori’, connesso con la rete di progetto, è composto da cinque persone: - un docente di Diritto coordina il Dipartimento na-

    zionale di Diritto;- due docenti di Italiano collaborano nel Dipartimen-

    to di Italiano;- un docente di Storia collabora nel Dipartimento di

    Storia;- un docente di Filosofia collabora nel Dipartimento

    di Filosofia.”

    L’utilizzo di contenuti digitali impone un cam-biamento della didattica? Quali i vantaggi ri-scontrabili sui risultati dell’apprendimento degli studenti?

    “L’utilizzo di contenuti digitali impat ta,

    inderogabilmente, sulle metodologie didattiche e sull’organizzazione di specifici ambienti di appren-dimento. Utilizzare un learning object all’interno di una metodologia didattica tradizionale è inutile perché nuovi strumenti necessitano di nuove modalità operative, altrimenti la loro funzionalità è nulla. Può anche essere pericoloso, perché i primi fallimenti in-ducono ad affrettati giudizi negativi che rischiano di far ricadere gli attori del processo educativo in logi-che conservatrici ormai obsolete. Per quanto riguarda gli effetti riscontrabili sui risultati di apprendimento forse è un po’ presto per “tirare somme”.”

    Quali i vantaggi per i docenti?“Al momento per i docenti più che di vantaggi si

    parla di più impegno, fatica, coraggio e capacità di mettersi in discussione. Il vantaggio cha la Rete BIP offre ai docenti consiste nell’opportunità di lavorare in rete, con la collaborazione di docenti della stessa disciplina, operanti in scuole ad indirizzo diverso e diffuse su tutto il territorio nazionale. L’appartenenza ad una “comunità“ di pratiche è un’opportunità molto importante.”

    Quanto vale nel progetto la competenza digitale?“Nella realizzazione di questo progetto la compe-

    tenza digitale non è tutto, ma vale moltissimo.”

    Come si inserisce il progetto nell’autonomia sco-lastica? La realizzazione del progetto ha messo in evidenza ambiti di autonomia che non erano stati preventivati?

    “Il progetto del BIP incide prevalentemente sull’ autonomia didattica, quindi sul cuore dell’Autono-mia. Spesso ci dimentichiamo che il DPR 275/99 ha riconosciuto alle scuole “l’Autonomia di ricerca, spe-rimentazione e sviluppo” (art.6). Questo è l’ambito nel quale si colloca il BIP.”

    A quali livelli sono coinvolti il modello organiz-zativo e la dirigenza?

    “È molto coinvolto il livello organizzativo. Nel nostro Istituto, quando abbiamo aderito alla Rete BIP, le LIM erano poche unità, oggi tutte le classi sono dotate di LIM, questo è stato un grosso impegno per l’Istituto. Diciamo che i risultati che stiamo ottenendo possono anche essere ascritti al fatto che tra i miei obiettivi di dirigenza è presente una forte intenziona-lità a digitalizzare i servizi, anche quelli formativi. Il nostro Istituto è molto sviluppato dal punto di vista dell’informatizzazione e delle logistiche di supporto, anche in campo amministrativo. Tutto questo non si può ottenere senza una dirigenza… “impegnata” e capace di coinvolgere.”

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    ALE LA VOCE DEI DOCENTIIl digitale è entrato nelle aule scolastiche e sta cambiando la scuola. non tutto è così semplice, sono molte le paure e le incognite quando il cambiamento è vissuto in solitudine. Su questo ed

    altro abbiamo ascoltato il prof. Giuseppe moscatelli, docente presso IISS “Dalla Chiesa” di montefiascone, coordinatore nazionale della rete book in Progress per Diritto-economia, che risponde dopo aver condiviso i contenuti con il gruppo di lavoro del bIP.

    LA VOCE DEGLI STUDENTI

    Prof. moscatelli cosa si aspetta per il prossimo an-no scolastico 2015/2016 per l’editoria digitale?

    “Mi aspetto anzitutto che abbia nelle scuole maggior diffusione di quanto avvenga ora. E’ un dato reale il fatto che parte del corpo docente, specie negli indirizzi di studio liceali, abbia scarsa propensione per l’utilizzo e la valorizzazione di strumenti didattici alternativi rispetto al libro di testo tradizionale. Il book digitale viene consi-derato come un complemento, un’integrazione del testo cartaceo… quando dovrebbe, invece, sostituirlo.”

    editoria digitale significa reinventare la realtà scolastica. Qual è il punto di partenza per i docenti? Cosa trovano davvero innovativo?

    “Non direi propriamente “reinventare”: i contenuti veicolati sono pressoché gli stessi. L’ e-book è sem-plicemente uno strumento didattico più innovativo e flessibile. E soprattutto più “friendly” per i nostri ragazzi che, essendo “nativi digitali”, hanno grande confidenza con le nuove tecnologie. Per molti di noi docenti l’e-book è un mondo ancora da scoprire. Il fattore innovativo, a mio giudizio, consiste soprattutto nelle potenzialità insite nel concetto di ”multimedialità”: di link in link il book digitale può diventare un “libro infinito”.”

    La quantità di dotazione tecnologiche quale ruolo può svolgere nel miglioramento della scuola e dei processi di insegnamento/apprendimento?

    “Le dotazioni tecnologiche rappresentano un punto di non ritorno nell’esperienza didattica. Si può anche sostenere la validità di un insegnamento basato sul trit-tico voce-gesso-lavagna, ma la verità è che io oggi non potrei fare a meno, nella mia professione di insegnante, di lim, internet, wi-fi, multimedialità e books digitali... e neanche del registro elettronico. La validità ai fini dell’apprendimento è dimostrata dal moltiplicarsi delle classi 2.0 . In questo sono abbastanza fortunato perché la nostra scuola mette a disposizione degli insegnanti tutte

    queste opportunità.”

    Come pensa l’integrazione delle tecnologie nella didattica della sua disciplina?

    “E’ un percorso direi naturale. Io insegno diritto ed economia e niente è più spontaneo che mostrare i luoghi istituzionali quando se ne parla; visualizzare i testi delle fonti normative quando vengono citate; rappresentare con immagini, voci, video, grafici, schemi e tabelle le tematiche di studio. Analogamente per le verifiche: la tecnologia wi-fi mi consente di effettuare verifiche istantanee per appurare, con immediatezza, le cono-scenze e le competenze acquisite al termine o nel corso di una lezione. Mi basta inviare uno o più test ad una mailing list che comprenda tutti gli alunni della classe, sollecitando una mail di risposta entro un tempo prede-terminato. E tante altre analoghe opportunità.”

    I docenti considerano il libro digitale uno stru-mento di cambiamento della scuola? Se si, come modifica il loro modo di insegnare? Si sente contento e soddisfatto?

    “Ribadisco che parte della classe docente è connotata da un certo conservatorismo rispetto all’innovazione tecnologica in ambito scolastico. Il passaggio alla didat-tica digitale sarà progressivo, ma ineludibile. Credo che per la mia disciplina sia ben spendibile come per quasi tutte le altre, fatte salve alcune specificità. Io Personal-mente mi ritengo più che soddisfatto.”

    Come cambia il rapporto docente-studente? Cosa suggerisce di fare al docente?

    “Cambia in positivo. Incrementa la vicinanza. Gli studenti già padroneggiano tecnologie che per qualche docente potrebbero essere non ancora pienamente fa-miliari. Ciò conferisce un ruolo attivo e non meramente ricettivo all’alunno nel confronto didattico. Ai docenti suggerirei di essere all’altezza dei propri alunni.”

    Come il libro digitale utilizzato nella tua scuola ha arricchito il tuo studio?

    Simone: lo ha reso più divertente ed anche più pra-tico. - Raffaela: Sono d’accordo con Simone. Porto il book con me nel mio smartphone e, se ne ho voglia, posso sfruttare ovunque, le attese o le pause, per un rapido ripasso.

    Come ha cambiato, nella tua scuola, la lezione tradizionale?

    Simone: il book digitale di per sé rappresenta un vantaggio per noi alunni ma non cambia più di tanto la lezione se non è inserito in un contesto didattico che valorizzi l’innovazione tecnologica. Per fortuna la nostra scuola ha investito su questo: io e i miei compagni abbiamo sul banco un netbook e seguiamo le lezioni su una lim. - Raffaela: cosa aggiungere? ha detto tutto Simone! La lezione ci guadagna perché è più interattiva.

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    LA VOCE DEI GENITORI

    Come suo figlio parla dell’uso del libro digitale a scuola?

    Sig.ra ferri: lui dice di essere soddisfatto, va a scuola volentieri e con lo zaino meno pesante. Io non ho molta confidenza con questi strumenti però appro-vo l’innovazione, penso che la scuola non può restare sempre uguale a se stessa.

    Sig.ra Duranti: anche mia figlia ritiene di essere facilitata nello studio. Il fatto di poter utilizzare in-differentemente il book digitale su un computer, uno smartphone o un tablet costituisce certamente un van-taggio in termini di praticità e flessibilità.

    Il libro digitale aiuta i genitori a seguire meglio i figli nello studio? Quali gli aspetti positivi? Quali quelli negativi?

    Sig.ra ferri: non saprei rispondere con precisione, ho già premesso di non aver particolare dimestichezza con questi strumenti. Con i libri cartacei è per me più facile verificare il tempo dedicato da mio figlio allo studio. Quando è davanti a un computer non è sempre semplice capire di cosa effettivamente si stia occupan-do. Tra gli aspetti positivi metto sicuramente il rispar-mio: un book digitale costa pochi euro e comunque molto meno di un tradizionale volume cartaceo.

    Sig.ra Duranti: non sono del tutto d’accordo... anche quando un ragazzo è nella sua cameretta e ha davanti a sé un libro aperto non è detto che si concentri nello studio, magari sta pensando ad altro. Per me è più agevole il rapporto con le nuove tecnologie, visto che lavoro in questo ambito. Il mio giudizio è quindi in tutto e per tutto positivo. Se è vero che il book digitale di per sé non costituisce un aiuto aggiuntivo per i ge-nitori, il complesso delle dotazioni tecnologiche fa la differenza: il registro elettronico consente ai genitori un controllo in tempo reale sui figli e la comunicazione scuola-famiglia via email ha caratteri di grande pratici-tà e immediatezza.

    Il racconto prosegue con l’intervista al-la prof.ssa nadia Cattaneo, dirigente sco-lastica dell’istituto “Tosi” di busto Arsizio.

    Profssa nadia Cattaneo, com’è stato condivi-so il progetto book in Progress dell’istituto “ma-jorana” di brindisi? Di chi è stata l’iniziativa? “L’ITE Enrico Tosi ha sostenuto e partecipato atti-vamente al progetto Bookinprogress dal 2009, col-laborando alla nascita della Rete Bookinprogress. L’iniziativa fu dell’allora Preside Benedetto Di Rienzo, ed io l’ho continuata volentieri. La proposta è anche condivisa sia dai genitori che dalla Provincia di Varese. Quali sono i segni di un mondo scolastico che cambia? La scuola italiana, purtroppo, è tendenzialmen-te conservativa. Lo si nota soprattutto da quando la

    “rivoluzione” tecnologica ha impresso una forte acce-lerazione alle forme e ai tempi della comunicazione e dell’accesso alle informazioni e alla conoscenza e sta modificando le modalità di apprendimento delle nuove generazioni. I segni di una scuola che cambia sono ne-gli apparati tecnologici presenti in molte scuole. Essi, tuttavia, rimangono a volte arredi e spesso sono stati scelti seguendo mode invece che visioni didattiche e formative.”

    Quali ostacoli avete incontrato e come li avete superati? se ve ne sono ancora, quali?

    “Le difficoltà si sono manifestate nel superare l’au-toreferenzialità delle scuole e dei docenti e nel far capire che essi, insieme agli studenti, sono un pa-trimonio di intelligenze che non può rinchiudersi negli automatismi di un apprendimento e di una tra-smissione del sapere meccanici. Si deve liberare per produrre sapere costruito su problemi, su casi da ana-lizzare e risolvere secondo la metodologia dell’ ”im-parare facendo” e dell’apprendimento cooperativo.” La sfida del book in Progress è stata vinta? Il pro-getto avrà carattere di stabilità nella vostra scuola? Quali i possibili sviluppi?

    “È nella filosofia e nel nomen/omen del progetto di non concludere, di essere sempre in progress … anche nelle modalità organizzative e propositive. Il futuro del progetto sta nella capacità delle scuole di trovare nuovi e innovativi pathway centrati sul-lo studente e sulla valorizzazione delle tecnologie come strumenti di studio e di ricerca, con adegua-te modalità di organizzazione della conoscenza.” Un libro digitale che cosa è? Quanti docenti fanno parte del team di autori?

    “Un libro digitale non è né un pdf né un power point. E’ un testo multicanale che contiene percor-si di apprendimento, anche multidisciplinare, per far conseguire competenze disciplinari e trasversa-li, secondo una concezione olistica del sapere. Al Tosi sono più di una decina i docenti del team dei cosiddetti “autori”; tuttavia essi raccolgono i sugge-rimenti e le esperienze dei diversi gruppidisciplinari. L’util izzo di contenuti digitali impone un

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    ALE cambiamento della didattica? Quali i vantaggi riscontrabili sui risultati dell’apprendimento

    degli studenti?“I contenuti digitali sono lo strumento, il pre-

    testo per indurre nuove modalità didattiche cen-trate sull’apprendimento, sulla certificazione delle competenze, sul coinvolgimento degli studenti at-traverso f lipped-classroom, cooperative learning, problem posing and solving, studi di caso, episodi di apprendimento situato.”

    Quali i vantaggi per i docenti?“La produzione di materiali in progress, anche

    nel formato multimediale, ha costretto i docen-ti a essere più attivi, proattivi e propositivi; a mettere in discussione il metodo tradizionale per cercare modalità di insegnamento che prevedano diverse organizzazioni del tempo e dello spazio dell’apprendimento. Insomma a mettersi in di-scussione, a essere più creativi, a imparare a usare la tecnologia nonostante le resistenze causate dal timore del nuovo e dalla mancanza di adeguati riconoscimenti.”

    Come ha realizzato il coinvolgimento del corpo docente, a livello di classe e di collegio docenti?

    “Il coinvolgimento si realizza attraverso la col-laborazione nei coordinamenti disciplinari.”

    Quanto vale nel progetto la competenza digitale?

    “Serve una competenza digitale di base che vie-ne sostenuta attraverso la formazione offerta dalla Rete e da noi è realizzata in modo sistematico. E’ importante ricordare che al Tosi il processo di informatizzazione è avviato dagli anni novanta.”

    Come si inserisce il progetto nell’autonomia sco-lastica? La realizzazione del progetto ha messo in evidenza ambiti di autonomia che non erano stati preventivati?

    “Il progetto del Bookinprogress declina l’art. 6 del DPR275/99 “Autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo” e si connette con le altre opportunità offerte dal decreto. Esalta le potenzialità del costituirsi in Rete, innescando un processo di rinnovamento della scuola che parte dal basso. Mette in evidenza alcune anomalie della scuola italiana, quale la rigidità organizzativa e la mancanza di flessibilità nella valorizzazione delle professionalità presenti tra i docenti.”

    Lo scarso utilizzo delle potenzialità del digitale mette la scuola in situazione di svantaggio compe-titivo in campo sociale e produttivo. Se si, quanto tempo è ancora pensabile che le scuole italiane, i docenti, rimangano ai margini dello sviluppo tecnologico?

    “Credo che l’analfabetismo tecnologico e digitale diventerà una delle nuove forme di emarginazione so-ciale che la scuola deve contribuire a superare. Inoltre, poiché manca un’etica della comunicazione digitale, anche in questo ambito la scuola ha un compito fonda-mentale e imprescindibile.”

    Il digitale è entrato nelle aule scolastiche e sta cambiando la scuola. Una realtà che coinvolge in primo luogo i docenti ai quali spetta promuovere un clima collaborativo nei rapporti all’interno dell’aula. Su questo ed altro abbiamo ascoltato la prof.ssa elide Casati.

    Prof.ssa Casati cosa si aspetta per il prossimo anno scolastico 2015/2016 per l’editoria digitale?

    “Mi aspetto che venga promossa e sostenuta.”editoria digitale significa reinventare la realtà

    scolastica. Qual è il punto di partenza per i do-centi? Cosa trovano davvero innovativo?

    “La multimedialità presente nei libri digitali per-mette di attivare diverse strategie di attenzione e memoria. L’utilizzo di eBooks permette di sele-zionare, annotare, riutilizzare e condividere testi e materiali didattici.”

    La quantità delle dotazioni tecnologiche quale ruolo può svolgere nel miglioramento della scuola e dei processi di insegnamento/apprendimento?

    “Se “la quantità di dotazioni tecnologiche” si-gnifica l’utilizzo di mobile devices, ritengo pos-sa costituire uno strumento utile, nello sviluppo dell’autonomia procedurale ed interpretativa, nello sviluppo di capacità di confronto e collaborazione in vista, anche, della costruzione di percorsi cognitivi collettivi. La presenza di video proiettori multime-diali collegati a PC, dispositivi del genere sono essenziali in ogni aula scolastica per promuovere una didattica flessibile e adeguata alle esigenze del gruppo classe. In presenza di gruppi non omogenei può essere utile adattare la classe ad accogliere più di un dispositivo, anche per attuare una didattica per livelli di apprendimento.”

    LA VOCE DEI DOCENTI

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    Come pensa l’integrazione delle tecnologie nella didattica della sua disciplina?

    “In modo assolutamente positivo. Nell’insegna-mento/apprendimento della lingua e letteratura e della storia mi consentono di strutturare percorsi concettuali personalizzati, che oltrepassano il testo verbale, creando legami e parallelismi con i lin-guaggi non verbali. Consentono inoltre di improv-visare tali percorsi in relazione agli stimoli che emergono, in modo differente, di volta in volta, e che trovano nella multimedialità la possibilità di esprimersi. In tal modo Si può superare così una lettura puramente nozionistica e strutturalistica dei testi, e si valorizza la dimensione emotiva dell’e-sperienza cognitiva.

    Le tecnologie consentono di divenire artefici di materiali didattici, non semplici fruitori, arbitri di una costruzione collettiva di mappe di conoscenze e non semplici trasmettitori. Il ruolo del docente competente, sia a livello disciplinare che culturale generale e relazionale, ne risulta valorizzato.

    Trovo che il vantaggio fondamentale sia l’indu-zione ad una didattica attiva e creativa.”

    I docenti considerano il libro digitale uno stru-mento di cambiamento della scuola? Se si, come modifica il loro modo di insegnare? Si sente con-tento e soddisfatto?

    “Al di là dell’accuratezza e verificabilità dei con-tenuti, l’esperienza di Book in Progress, in generale e non solo della versione digitale, ha consentito ai docenti di acquisire la consapevolezza di una pos-sibile autonomia nella creazione e gestione di ma-teriali didattici. Il modo di insegnare é divenuto più consapevole perciò più autorevole.”

    Come cambia il rapporto docente-studente? Cosa suggerisce di fare al docente?

    “Personalmente, non essendo particolarmente abile dal punto di vista tecnologico, ho la necessità di una collaborazione da parte degli studenti … Che ovviamente si sentono coinvolti e valorizzati. Sono emerse le capacità di mettermi in gioco, di aggior-narmi, di mostrarmi carente e di cercare aiuto e col-laborazione , quindi, di conseguenza, l’autenticità e la problematicità del mio patrimonio di conoscenze e competenze … professionali e umane.”

    Come parla suo figlio dell’uso del libro digi-tale a scuola? 2)Il libro digitale aiuta i genitori a seguire meglio i figli nello studio? 3) Quali gli aspetti positivi? Quali quelli negativi?

    Sig. Torri1)Mio figlio ne parla in modo positivo; gli aspetti

    prevalenti sono la semplicità d’uso e la possibilità di condivisione. Non va trascurato l’aspetto “logistico” dettato dalla praticità nel trasporto.

    2) Per la nostra personale esperienza il libro digi-tale non aiuta a seguire i figli in quanto, probabil-mente per nostra abitudine mentale, fatichiamo ad adattarci alle “cose virtuali” in genere. Peraltro ci è praticamente impossibile impossessarci del tablet.

    3) Tra gli aspetti positivi ribadirei quelli legati alla facilità d’uso, alla condivisione, agli aggiornamenti e, buon ultimo, alla praticità di trasporto.

    Sig. ra Cantù1) Mio figlio pensa che il libro digitale sia pra-

    tico ed efficiente per lavorare a scuola, si sfoglia

    velocemente , è sempre a disposizione.2) Noi genitori pensiamo che il libro digitale non

    ci aiuti a seguire nostro figlio nello studio perché siamo poco “tecnologici “, siamo cresciuti con i libri tradizionali.

    3) Gli aspetti positivi sono sostanzialmente quelli già detti, non ultimo l’aspetto economico. Quelli negativi, a nostro parere, sono la capacità di man-tenere la concentrazione dal momento che si passa facilmente dal libro al social alla mail…

    LA VOCE DEI GENITORI

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    ALE LA VOCE DEGLI STUDENTI

    ELISAIl libro digitale utilizzato nella tua scuola come ha arricchito il tuo studio?

    “Mi ha spinto a cercare informazioni su internet perché molto spesso non riuscivo a studiare solo dal libro e a consultare altri testi o ad interagire meglio con compagni e professori. Questo ha favorito uno studio per niente superficiale e ho notato che spesso le lezioni sono diventate più coinvolgenti.”

    Come ha cambiato, nella tua scuola, la lezione tradizionale?

    “Le lezioni sono diventate più dinamiche e inte-ressanti grazie al materiale preparato dalla profes-soressa e alle eventuali ricerche da noi effettuate. Tutti partecipano rendendo le spiegazioni più ricche di concetti e curiosità. Inoltre durante le lezioni ci si divide il lavoro e spesso si trovano spunti nuovi e interessanti che aiutano a collegare vari argomenti tra loro e ha favorito la partecipazione degli studen-ti. Purtroppo a volte l’utilizzo del book in progress in formato digitale ha rallentato la lezione o ha reso più difficile la spiegazione di alcuni concetti.”

    nella tua scuola in quali situazioni le tecnolo-gie sono dei distrattori? In quali sono un valido aiuto?

    “Durante le lezioni scolastiche l’utilizzo di bo-ok in progress le rende più comode perché grazie all’ipad si possono utilizzare in meno spazio e più comodamente molte applicazioni con funzionalità diverse che contribuiscono ad apprendere e ricorda-re meglio i vari argomenti.Sono per dei distrattori nel momento in cui, in alcuni momenti della lezione, ci si concentra su altri aspetti della tecnologia e si perde l’attenzione. A casa invece, secondo me, il

    libro cartaceo è molto più comodo perché spesso, per svolgere i compiti, nell’ibook non vi è lo spazio per scrivere ed é necessario spostarsi da un’applica-zione all’altra, questo comporta una perdita di tem-po. Un altro motivo è che spesso avere un ipad per studiare fa perdere tempo perché a volte ci si distrae guardando cose di interesse personale e rimandan-do lo studio delle varie materie sui libri stessi.”

    MARTINAIl libro digitale utilizzato nella tua scuola come

    ha arricchito il tuo studio? “I libri digitali che stiamo utilizzando sembra che

    non hanno arricchito molto il mio studio; in realtà mi costringono a cercare informazioni perché essi contengono informazioni essenziali che comple-tiamo insieme. Alcuni libri sono molto utili per le spiegazioni e le esercitazioni, come economia e matematica.”

    Come ha cambiato, nella tua scuola, la lezione tradizionale?

    “Grazie al libro digitale, c’è più partecipazione attiva da parte della classe, insieme possiamo ar-ricchire la lezione cercando approfondimenti su Internet.”

    nella tua scuola in quali situazioni le tecnolo-gie sono dei distrattori? In quali sono un valido aiuto?

    “Le tecnologie sono dei distrattori quando le le-zioni, diventano noiose, e quindi ci si può distrarre facilmente. Sono un valido aiuto quando bisogna approfondire alcuni argomenti confrontando diversi punti di vista e usufruendo di cartine e immagini per comprendere meglio la lezione.”

    Chiudiamo il ciclo con la prof.ssa maria Rosaria Annoscia, dirigente scolastica dell’istituto com-prensivo“ Perotti-Ruffo” di Cassano murge.

    Profssa maria Rosaria Annoscia, com’è stato condiviso il progetto Book in Progress dell’istituto “majorana” di brindisi? Di chi è stata l’iniziativa?

    “L’iniziativa di conoscere il progetto”Book in pro-gress” con visite al Majorana di Brindisi e poi di condividerlo è nata congiuntamente tra docenti e dirigente e con la sollecitazione dei genitori. Il nostro Istituto, infatti, stava già sperimentando una didat-tica innovativa con nuove tecnologie e l’esigenza di prodotti didattici più adeguati e più economici era avvertita da tutta la comunità scolastica.”

    Quali sono i segni di un mondo scolastico che cambia?

    “Un mondo scolastico che non cambia, rimanendo ancorato a modalità standardizzate quanto deconte-stualizzate e ripetitive, è un mondo che finisce per essere lontano dei ragazzi di oggi che lo vivono con stanchezza e demotivazione disconoscendolo. Il pri-mo segnale di una comunità scolastica che cambia è quindi la partecipazione e la condivisione che si crea tra discenti, docenti e famiglie spinti dal comune intento di offrire realmente ai ragazzi una “ Buona Scuola “.

    Il cambiamento per essere tale deve coinvolgere, però, tutti gli aspetti della comunità scolastica da quelli organizzativi a quelli metodologici, didattici,

    LA VOCE DEI DOCENTI

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    DossierEDITORIA DIGITALE

    strutturali e procedurali nell’ottica della globalità del curricolo. Tutto, dall’ambiente agli strumenti all’approccio metodologico contribuisce alla costru-zione del curricolo e delle competenze e allo star bene a scuola: non è sufficiente un singolo progetto sperimentale , se pur finanziato a livello centrale o monitorato.”

    Quali ostacoli avete incontrato e come li avete superati? se ve ne sono ancora, quali?

    “Generalizzando paradossalmente si potrebbe definire come un ostacolo il fatto che il cambiamen-to avviene dalla base nelle scuole della rete. Vista nell’ottica dell’autonomia e della partecipazione re-almente condivisa dai protagonisti , essa diventa un punto di forza ma è un ostacolo quando le singole scuole devono fare i conti con infrastrutture non ancora al passo con i tempi, come la mancanza di banda larga o di spazi e arredi da reinventare, con i vincoli finanziari o con l’impossibilità di ricono-scere o ricompensare risorse professionali elevate , o di attuare scambi tra scuole e formazione reciproca se non a costo di sacrifici e a spese, a volte, dei singoli docenti protagonisti…”

    La sfida del book in Progress è stata vinta? Il progetto avrà carattere di stabilità nella vostra scuola? Quali i possibili sviluppi?

    “Il nostro istituto continuerà a lavorare al progetto per la scuola del primo grado contribuendo alla re-alizzazione dei volumi per il secondo e il terzo anno. All’interno della rete stiamo valutando la possibilità di condividere strumenti didattici per la Scuola primaria.”

    Un libro digitale che cosa è? Quanti docenti fanno parte del team di autori?

    “Le scuole della rete Book in Progress del secondo ciclo sono più di cento con circa 800 docenti col-laboratori, è una realtà consolidata da anni. Per il Primo ciclo abbiamo cominciato dallo scorso anno scolastico a produrre materiali didattici, come è più appropriato definirli piuttosto che semplicemente libri. Siamo circa venti Istituti Comprensivi su tutto il territorio nazionale. Ciascuna scuola aderente col-labora con due docenti per ogni disciplina, tra questi un coordinatore con il compito di organizzare il lavo-ro e verificare la qualità e attendibilità del materiale

    prodotto insieme al Gruppo coordinatore e al Co-mitato Scientifico della rete Nazionale . Le scuole del primo ciclo, nel primo anno di lavoro, hanno realizzato il Book di storia, di grammatica, di inglese e di matematica per le classi prime. Il Book è quindi il risultato di un lavoro in rete con l’apporto di più docenti e non è il lavoro del singolo o di una singola scuola. Ha il vantaggio di essere validato in classe prima di essere proposto in alternativa all’adozione tradizionale e di essere uno strumento di lavoro in continuo divenire.”

    L’utilizzo di contenuti digitali impone un cam-biamento della didattica? Quali i vantaggi ri-scontrabili sui risultati dell’apprendimento degli studenti?

    “L’uso di contenuti digitali di per sé non è garan-zia di cambiamento ma è un fattore propulsivo. Cer-tamente l’utilizzo dei contenuti digitali presuppone l’allestimento di un ambiente di apprendimento do-tato di rete wifi, monitor o LIM, PC, software inte-rattivi, dispositivi mobili per ogni alunno, tavoli di lavoro. Un ambiente attrezzato favorisce e facilita il cambiamento didattico e l’introduzione di pratiche quali il cooperative learning, la flipped classroom, l’autoproduzione di materiali attraverso attività di ricerca. Il cambiamento vero nella didattica direi sia proprio il passaggio dalla fruizione passiva di contenuti statici, scelti da altri, alla produzione e al ruolo attivo dell’alunno nell’apprendimento. Pro-cesso in cui il docente assume il ruolo del tutor e del facilitatore. Dall’esperienza di questi anni nella no-stra scuola, posso assicurare che i docenti sono non solo pronti ma entusiasti di tale passaggio, perché riscontrano il consolidamento degli apprendimenti, la possibilità di una reale acquisizione di competen-ze e una maggiore motivazione in tutti gli alunni, anche in alunni con Bisogni Educativi speciali.

    Un valore aggiunto in queste classi è il lavoro trasversale, per il possesso negli alunni di una competenza digitale elevata e completa. È riduttivo affermare che i ragazzi oggi sanno naturalmente usare le tecnologie, non basta saper smanettare o chattare per possedere una competenza digitale, indicata dall’Unione Europea come “saper utiliz-zare con dimestichezza e spirito critico le tecnolo-gie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione…reperire, valu-tare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni, nonché comunicare e partecipare a reti collaborative”. Questa teoria diviene pratica all’interno delle classi del BOOK in Progress e delle classi digitali nelle quali si apprende e si fa un uso sensato dei media e si diventa un cittadino che trae vantaggio da questi strumenti, che sa governarli e non subirli passivamente.”

    Quali i vantaggi per i docenti?

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    Una prof.ssa di lettere della mia scuola, con oltre trenta anni di esperienza mi diceva che da quando insegna in una classe “digitale” e collabora alla produzione di materiali con i propri alunni e colle-ghi ha ritrovato l’entusiasmo e la motivazione per venire a scuola e soprattutto una grande “legitti-mazione” da parte dei suoi alunni , tutti aspetti che sembravano persi quando si entrava in classe ed era faticoso anche solo attirare l’ attenzione e farsi ascoltare.

    Come ha realizzato il coinvolgimento del corpo docente, a livello di classe e di collegio docenti?

    “Il coinvolgimento dei docenti si è realizzato par-tendo appunto dal loro “disagio” e dalla volontà di migliorare la relazione con gli alunni, il cambiamento è atteso e cercato oggi dai docenti. L’adesione alla rete nazionale del Book in Progress è stato poi un elemento fortemente positivo per il coinvolgimento. Perché al di là di quanto si produce, il valore aggiunto della rete di scuole è mettere in contatto e in relazio-ne docenti e dirigenti di tutta Italia che si confronta-no, collaborano e sostengono a vicenda mettendo in atto un vero cantiere dell’innovazione.

    Il Collegio dei docenti, ma anche e soprattutto il Consiglio di Istituto, hanno sostenuto inizialmente il gruppo e i due consigli di classe che hanno inteso per primi aderire alla esperienza del BOOk in Progress. Tre anni fa erano due prime classi di secondaria di primo grado. Il successo della loro esperienza e il riscontro positivo delle famiglie che, volontariamente nella nostra scuola, scelgono di far frequentare ai pro-pri figli classi “digitali”, ci ha portato oggi ad avere nove classi in cui si usano testi in formato digitale con dispositivi mobili individuali e in cuisono coinvolti attivamente tutti i docenti. Anche nelle altre classi, comunque, si utilizzano strumenti come LIM e PC, e si usano i primi testi prodotti da BOOK in pro-gress per il Primo ciclo. I docenti della rete, infatti, producono i materiali nella versione digitale oltre che cartacea.”

    Quanto vale nel progetto la competenza digitale?

    “Non è la competenza essenziale, gli attuali di-spositivi mobili o software e applicazioni specifiche si caratterizzano proprio per la facilità d’uso. Nella nostra scuola ci sono docenti giovani e docenti con più di trenta anni di servizio o prossimi alla pensione che usano quotidianamente, e con lo stesso risultato, le tecnologie nella didattica e nella gestione di registri e scrutini. E’ bastata una buona attività di start up per co-minciare a lavorare in classe superando comprensibili incertezze e timori iniziali.

    Certamente la messa a punto definitiva dei materiali e lo start up richiedono un docente più esperto o un coordinatore ma questi sono scelti dagli stessi colleghi, all’interno della rete o della scuola, nell’ottica dello scambio tra pari che risulta vincente rispetto a forma-zione “altra “, lontana dalla pratica e dalle quotidiane necessità didattiche. Piuttosto occorrerebbe una com-petenza specifica per la manutenzione ordinaria e stra-ordinaria, la gestione delle reti, dei siti, l’archiviazione dei materiali prodotti, la consulenza negli acquisti. Un supporto a livello tecnico e di sistema, una figura di-versa dal docente e appositamente dedicata, soprattutto nella scuola primaria e secondaria di primo grado.”

    A quali livelli coinvolge il modello organizzativo e la dirigenza?

    “La dirigenza deve mettere in campo tutti gli stru-menti offerti dall’autonomia e condurre ad unitarietà il processo di innovazione.”

    Lo scarso utilizzo delle potenzialità del digitale rende alla scuola uno svantaggio competitivo in campo sociale e produttivo. Se si, quanto tempo è ancora pensabile che le scuole italiane, i docenti, rimangano ai margini dello sviluppo tecnologico?

    “L’uso delle tecnologie nel mondo fuori dalla scuola non è il futuro ma il presente, pertanto una scuola che rimane ai margini di questo processo non solo non è più pensabile… poiché deve già recuperare un ritardo rispetto ad altri stati europei.”

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    DossierEDITORIA DIGITALE

    LA VOCE DEI DOCENTI

    Il digitale una realtà che coinvolge in primo luo-go i docenti ai quali spetta promuovere un clima collaborativo nei rapporti all’interno dell’aula. Su questo ed altro abbiamo ascoltato la prof.ssa Gior-gio Rossana, docente di lettere della Scuola Secon-daria di Primo Grado “Vincenzo Ruffo”.

    Prof.ssa Rossana Giorgio, cosa si aspetta per il prossimo anno scolastico 2015/2016 per l’editoria digitale?

    “Con l’avvento anche nella scuola dell’”era digi-tale” ritengo che il concetto di libro inteso nel senso

    tradizionale di “contenitore di contenuti” deve essere superato. Dall’editoria digitale mi aspetto la creazione non di “testi” bensì di “piattaforme de-dicate” dove si possano reperire materiali didattici e contenuti digitali selezionati che il docente potrà utilizzare per costruire la sua lezione e gli alunni per consolidare gli apprendimenti. E’ necessario ormai rendere vivi i materiali e liberarli dalla staticità in modo che possano essere il punto di partenza e lo strumento indispensabile per cambiare la didattica. Una didattica in cui tutto venga deciso dai docenti non dagli editori.”

    editoria digitale significa reinventare la realtà scolastica. Qual è il punto di partenza per i docen-ti? Cosa trovano davvero innovativo?

    “Credo che la vera innovazione non siano i libri digitali ma la possibilità di cambiare la didattica, di stravolgerla rispetto al passato. I docenti dovranno divenire degli esperti nella progettazione dei percorsi di insegnamento-apprendimento, dovranno essere dei costruttori di apprendimenti e delle guide per i loro discenti.”

    La quantità di dotazione tecnologiche quale ruo-lo può svolgere nel miglioramento della scuola e dei processi di insegnamento/apprendimento?

    “Non credo che la tecnologia sia la panacea che risolve tutti i problemi nei processi di insegnamento/apprendimento. Le tecnologie sono strumenti per facilitare gli apprendimenti, per renderli trasversa-li e mezzi a sostegno della didattica che ora è una didattica per competenze. La didattica e l’apprendi-mento, però, potranno cambiare solo se si cambierà radicalmente il modo di fare lezione e le dotazioni tecnologiche favoriranno certamente questo processo di rinnovamento. Bisognerà, però, saper usare bene le tecnologie, a prescindere della quantità a disposizio-ne, per poterne sfruttare adeguatamente le potenziali-tà e raggiungere gli scopi prefissati.”

    Come pensa l’integrazione delle tecnologie nella didattica della sua disciplina?

    “L’utilizzo delle tecnologie sta concretamente sup-portando la didattica della mia disciplina e, credo,

    ne stia migliorando l’efficacia. Tre sono i punti di forza di questa integrazione: individualizzazione de-gli apprendimenti, integrazione sociale e formativa di tutti quegli alunni cosiddetti BES e recupero di tutti quelli che hanno maggiori difficoltà. Non vengono, infine, trascurate le eccellenze per le quali si aprono nuovi canali di approfondimento. Tutti gli alunni in questo modo hanno la possibilità di ampliare le pro-prie competenze, di sviluppare le proprie abilità e di accrescere il loro potenziale intellettivo e cognitivo. L’integrazione della tecnologia nella didattica della mia disciplina può essere considerata sicuramente come un “valore aggiunto”.”

    I docenti considerano il libro digitale uno stru-mento di cambiamento della scuola? Se si, come modifica il loro modo di insegnare? Si sente con-tento e soddisfatto?

    “Personalmente ritengo che il libro digitale sia solo uno degli strumenti di cambiamento della scuola, for-se il primo ma non l’unico. Per me, ad esempio, è stato il primo passo per innovare e rendere più attive le mie lezioni. Non sono stata soddisfatta quando il libro digitale consisteva solo in un prodotto che permetteva di “leggere” su un device il libro cartaceo, sono stata più soddisfatta quando i contenuti sono divenuti inte-rattivi ma attualmente sono alla ricerca di un prodotto che sia più duttile, che sia in evoluzione. Il progetto Book in progress, a cui ho aderito con entusiasmo, mi ha permesso di avere un prodotto digitale interattivo scritto, però, con linguaggio più semplice di quello dei testi scolastici tradizionali, con dei contenuti semplifi-cati e un abbattimento notevole dei costi.”

    Come cambia il rapporto docente-studente? Co-sa suggerisce di fare al docente?

    “In una società di nativi digitali è fondamentale per i docenti avvicinarsi alla tecnologia e tramite essa avvicinarsi agli alunni stessi, per capire il loro mondo. Il docente dovrà innanzitutto imparare ad usare linguaggi più affini agli alunni per migliorare il processo di insegnamento-apprendimento. Dovrà, inoltre, diventare il mediatore della conoscenza e degli apprendimenti e valorizzare le potenzialità degli alunni. L’utilizzo di una nuova didattica porta inevita-bilmente ad una rottura degli schemi scolastici classi-ci in cui il docente è dietro la cattedra che spiega ed interroga e lo studente è dietro il banco che ascolta, studia e ripete quanto ha imparato. È fondamentale, invece, ribaltare questo rapporto così statico attra-verso i metodi della didattica attiva ed interattiva (la flipped classroom, il cooperative learning, la classe scomposta), di una didattica per problemi e progetti in cui possano emergere tutti i tipi di intelligenze e possano essere sviluppate delle competenze e non solo conoscenze, come accadeva in passato.”

  • TuTToSCuoLA n. 550

    DossierED

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    ALE Come ha arricchito il tuo studio il libro digitale

    utilizzato nella tua scuola?

    Federica, IICPrima il mio studio ed i miei lavori erano aridi,

    semplici e solo mnemonici. In questi due anni, in-vece, ho notato che ho arricchito il mio bagaglio di conoscenze perché, lavorando con i libri digitali, ho la possibilità di ricercare informazioni nuove attraverso i contenuti digitali in essi presenti (link a siti internet, video, immagini, documenti) che sul libro tradizionale non compaiono. Poi mi diverto ad assemblare tutte le notizie ricavate realizzando dei lavori interessanti.

    Clelia, IIICIl libro digitale in sé non mi ha arricchito molto

    lo studio durante il primo anno della scuola media, perché studiavo solamente su libri in formato PDF., che non avevano niente di diverso rispetto al testo cartaceo tradizionale. Il secondo anno, invece, ab-biamo avuto i nostri primi libri interamente digitali che, attraverso i focus aggiuntivi, le schede didatti-che e i materiali multimediali, ci hanno permesso di avere una più ampia possibilità di studi.

    Come ha cambiato, nella tua scuola, la lezione tradizionale?

    Federica IINella scuola primaria mi annoiavo un po’ per-

    ché c’erano solo pochi insegnanti ed avere una maestra ed un libro davanti per diverse ore era noioso. Invece ora restare a scuola per sei ore in un’aula confortevole, con tanti professori tec-nologici, tablet, pc e TV 32” è un vero piacere. Secondo me ascoltare una lezione partendo non da una classica spiegazione del professore ma da un video o da una presentazione multimediale è molto più accattivante; poter rivedere a casa quello che si è fatto in classe è molto meno noioso che stare a leggere intere pagine di un libro.

    Clelia IIIFacendo parte di una classe sperimentale che

    per la prima volta utilizzava il digitale nella mia scuola, gran parte dei nostri professori non sa-peva bene come usare questa nuova metodologia didattica e abbiamo imparato insieme. Pian piano le nostre lezioni si sono diversificate da quelle tradizionali. Abbiamo iniziato diverse tipologie di studio: la f lipped classroom, con cui abbiamo “invertito le regole”, studiando in classe e ripe-tendo a casa, e il cooperative learning, con cui riusciamo a lavorare tranquillamente in gruppo, collaborando attivamente alla creazione di elabo-rati multimediali.

    Come parla suo figlio del libro digitale a scuola?

    GENITORE 1Mio figlio parla con entusiasmo dell’utilizzo del

    libro digitale, che ha arricchito il suo bagaglio di conoscenze per le numerose possibilità che esso offre in termini di sussidi didattici quali video, col-legamenti a siti internet e ad altre discipline. Inoltre mio figlio, e anche noi genitori, siamo contenti per il peso che non portano nello zaino.

    GENITORE 2Mia figlia parla del libro digitale come di uno

    strumento indubbiamente più attraente del cartaceo.

    Ritiene che il libro digitale non l’annoi, anzi con il suo utilizzo le lezioni sono diventate più vive, inte-rattive ed interessanti. Credo che l’aiuti anche nella socializzazione poiché i ragazzi lavorano spesso in gruppi e ,talvolta , diventano i protagonisti delle lezioni. Inoltre lei è diventata la nostra “esperta” perché ha acquisito ottime competenze digitali.

    Entrambi i genitori concordano nell’affermare: “Ci sembra un nuovo modo di affrontare l’ im-pegno scolastico che gratifica e facilita lo svol-gimento dei compiti a casa. L’utilizzo del libro digitale, e quindi del tablet, talvolta però distrae a causa della possibilità di utilizzare altre funzioni del dispositivo.”

    LA VOCE DEGLI STUDENTI

    LA VOCE DEI GENITORI

  • TuTToscuolA n. 550

    DossierEDITORIA DIGITALE

    Sul ruolo e le possibilità delle tecnologie nella scuola, dopo trent’anni di innovazioni con-dotte in varie parti del mondo e rigorosamente comparate, si può affermare che la ricerca dispone ormai di uno stato dell’arte ragio-nevolmente consolidato, tenendo pur conto delle dovute distinzioni di ambito e finalità: una cosa sono infatti le tecnologie come strumen-to per apprendere, altra cosa è la tecnologia come oggetto di appren-dimento - l’area della competenza digitale - diverso è, infine, l’arti-colato ambito delle tecnologie co-me supporto al contesto come, ad esempio, i network tra insegnanti1. Ci sono applicazioni la cui utilità

    1 Per una sintesi dello stato dell’arte della ricerca Cfr. Calvani A., Vivanet G. Tec-nologie per apprendere. Quale il ruolo dell’Evidence Based Education?”ECPS Journal,10/2014, pp. 84 -112.

    è di così immediata comprensio-ne per cui si può dare per insen-sata la questione del se e perché introdurre la tecnologia. Quando la tecnologia offre a un disabile un supporto comunicativo indispen-sabile, se un semplice applicativo gratuito di Google consente agli insegnanti di condividere risor-se e lavoro collaborativo, il fatto stesso che contenuti in formato di-gitale offrano, in virtù della faci-lità dell’editing, la possibilità per l’insegnante di apportare adatta-menti, eventuali semplificazioni, per personalizzare l’apprendimen-to, questi sono vantaggi oggettivi, che non meritano ulteriori analisi. La questione si pone diversamen-te quando si tratta del valore delle tecnologie come mezzo per miglio-rare l’apprendimento. A questo

    riguardo si registra una storia di aspettative che ciclicamente sono andate deluse. Se c’è una cosa che oggi possiamo affermare, alla luce di un ingente quantità di evidenze raccolte, è che l’introduzione delle tecnologie impiegate su larga scala possa generare un innalzamento degli apprendimenti è pura mitolo-gia. Non esiste alcun determinismo tra tecnologia e apprendimento: la risposta costante dai dati è “no si-gnificant difference”. In altri ter-mini dovrebbe essere compito di chiunque intervenga nel dibattito sulle tecnologie prendere le debite distanze da quelle credenze inge-nue, che periodicamente riemergo-no, si chiamino esse un computer per banco, un tablet per alunno, una Lim per classe, come volani per rinnovare la qualità della scuo-la. Apprendimenti significativi richiedono operazioni rif lessive, interne, complesse, dalle quali le

    TeCnoLogIA non È SInonImo DI InnoVAZIone e QuALITÀ

    Antonio Calvani *

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    Rimango, dunque, disponibile a riconsiderare quanto dirò, pur li-mitandomi ad alcuni r i l ievi. Sul piano metodologico non risul-ta chiaro in cosa consista la stes-sa variabile indipendente - Book in progress - e se questa si iden-tifichi con il fatto che i docenti costruiscono da sé i libri di testo in formato digitale, o se questo aspetto è una componente di una metodologia più globale, la quale dovrebbe, allora, essere descritta più analiticamente nei suoi ingre-dienti essenziali, differenziandola da altre metodologie e modelli di istruzione innovativi già esistenti e collaudati. Trovo non condivisibile (come riporta un’intervista rivolta al preside di tale Istituto) il met-tere in rapporto con la variabile in questione i risultati superiori alla media ottenuti dall’Istituto capofila del progetto in alcune prove Inval-si e il considerare questo risultato come prova di validità del progetto. Come già detto, sono solitamente la qualità degli insegnanti e i metodi, unitariamente all’organizzazione razionale della scuola, a produrre le differenze, cui va aggiunta, ov-viamente, la qualità degli alunni in ingresso. Bisognerebbe quanto meno poter escludere che la scuola in questione disponga insegnanti ed alunni (in ingresso) più bravi della media, escludere anche che abbia un’organizzazione comples-siva migliore della media delle altre scuole, per poter cominciare a pen-sare che la variabile “Book in pro-gress” sia proprio ciò che genera la differenza. A prima vista mi sem-bra invece che si sia di fronte ad una scuola che, in virtù anche delle tante iniziative, riesce ad esercita-re una discreta forza attrattiva su docenti ed alunni bravi, aspetti ai quali è più ragionevole imputare gli eventuali successi. Oltre a ciò, in generale, anche a fronte di un’inno-vazione che risultasse efficace, di fronte al suo eventuale trasferimen-to, bisogna tener conto di quello che in letteratura viene chiamato

    metodologie e i modelli più effica-ci, è sufficiente documentarsi ade-guatamente e provare a riadattarli, con buon senso, nel proprio conte-sto. Questo è l’aspetto principale che tutti gli educatori, e tanto più i consulenti istituzionali, dovreb-bero conoscere e raccomandare. Venendo al modello Book in pro-gress, mi trovo in imbarazzo ad esprimere una valutazione artico-lata in quanto non riesco a reperi-re una esauriente documentazione che illustri il razionale teorico e gli strumenti di verifica che sono stati preposti alla base del tutto, al di là delle dichiarazioni di prin-cipio. Neanche sono riuscito ad analizzare qualcuno di questi libri né tanto meno a comprenderne il processo della loro costruzione, se e come sono coinvolti gli alunni. La mia unica fonte rimane quan-to è reperibile sui siti Internet, digitando il nome del progetto.

    tecnologie, tendenzialmente estro-flessive, allontanano, dando sem-mai spazio fattori di distrattività e favorendo sovraccarico cognitivo. Va da sé, poi, che singoli insegnanti particolarmente bravi, riescono a curvare in forme efficaci tecnolo-gie, anche modeste, verso finalità di alta rilevanza cognitiva e edu-cativa: la ricerca si occupa appun-to di individuare queste eccezioni “felici”. Sappiamo, da autori che hanno sintetizzato comparativa-mente migliaia di ricerche, che so-no la qualità degli insegnanti, le metodologie e l’impianto organiz-zativo della scuola i fattori decisi-vi del successo scolastico, non le tecnologie2. Fortunatamente oggi sappiamo anche quali sono queste

    2 Hattie J., Visible Learning: A Synthesis of Over 800 Meta-Analyses Relating to Achievement, London New York, Rout-ledge, 2009.

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    DossierEDITORIA DIGITALE

    NUOVE PROSPETTIVE PER I LIBRI DI TESTODa strumenti di sussidio alla didattica a campo di ricerca e sperimentazione: il progetto book in progress.

    Il progetto bookinprogress promosso dall’ITIS Majorana di Brindisi, che ne rimane il capo-fila, deriva dalla convergenza di alcuni fattori fondamentali. In primo luogo, la sempre più ac-centuata diffusione delle comunicazioni tramite la rete web, che consentono la condivisione di testi, video, audio, immagini, ecc. tra le persone, indipendentemente dalla loro collocazione geogra-fica e dal tempo di utilizzo della rete. In secondo luogo, la possibilità di collocare tali artefatti in un deposito accessibile in ogni momento da parte de-gli interlocutori, con possibilità non solo di fruirli passivamente online, ma di scaricarli, di interagire on line con essi, ecc. Ma, soprattutto, l’interesse e la disponibilità di molti docenti distribuiti su tutto il territorio nazionale a partecipare a una impresa collettiva nella redazione di libri di testo per le scuole.

    In questo quadro la normativa ministeriale, dopo molte tergiversazioni e oscillazioni, ha riconosciu-to le conseguenze dell’entrata in vigore del Rego-lamento sull’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche e formative relativamente all’adozione dei libri di testo. Ricordiamo come da molti veniva considerato problematico che il Ministero potesse continuare a imporre l’adozione di testi sia carta-cei, sia digitali, stante le disposizioni derivanti dal Regolamento sull’autonomia scolastica del 1999. L’obbligo di adottare testi scolastici (stampati o digitali) per la varie discipline di insegnamento risultava, infatti, assai poco coerente con i principi sanciti circa l’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche.

    Oggi viene riconosciuto che: “il collegio dei docenti può adottare, con formale delibera, libri di testo oppure strumenti alternativi, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e con il limite di spesa stabilito per cia-scuna classe di corso”1.

    1 Inoltre la norma prevede che: “nel termine di un triennio, a decorrere dall’anno scolastico 2014-2015, […] gli istituti scolastici possono elaborare il materiale didattico digitale per specifiche discipline da utilizzare come libri di testo e strumenti didattici per la disciplina di riferimento; l’elaborazione di ogni prodotto è affidata ad un docente supervisore che garantisce, anche avvalendosi di altri docenti, la qualità dell’opera sotto il profilo scientifico e didattico, in collaborazione con gli studenti delle proprie classi in orario curriculare nel corso dell’anno scolastico. L’opera didattica è registrata con licenza che consenta la condivisione e la distribuzione gratuite e successivamente inviata, entro la fine dell’anno scolastico,

    Quindi l’iniziativa bookinprogress si colloca nella prospettiva ormai prevista dalla normativa nazionale, ma in qualche misura la supera, perché estende la partecipazione all’impresa comune a scuole e docenti di tutta la penisola e non solo a docenti del proprio istituto. Viene prevista, poi, la responsabilità di una scuola e di un coordinatore per ogni progetto di testo disciplinare da produrre, mentre la collaborazione alla sua redazione è aper-ta a tutti quelli che intendono partecipare. Un rego-lamento chiarisce tutta una serie di problematiche connesse con i diritti d’autore, con la questione della gratuità della prestazione, ecc.

    L’importanza di questa impresa può essere con-siderata da molti punti di vista. Credo interes-sante sottolinearne solo due. Si è molto insistito in questi ultimi decenni sull’importanza di una co-costruzione del sapere, sulla collaborazione nella produzione di artefatti, sul valore di una conoscenza distribuita, che si possa valorizzar


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