Date post: | 24-Mar-2016 |
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Dossier mobilità sostenibile
Il futuro (sostenibile) arriva in
auto
Un dossier sulla mobilità sostenibile per un panorama a 360 gradi su un mondo in evoluzione rapidissima
di Luc ia S ch inzano pubblicato il 14 o t tob re 2013
2013 anno della mobilità sostenibile?
Sembrerebbe proprio di sì, stando alle
iniziative che si stanno moltiplicando in
tutt’Italia a favore di un modo di muoversi
alternativo a quelli tradizionali e decisamente
più vicino alla natura. Che questo possa
essere un anno decisivo lo dice anche
l’interesse crescente che gli italiani stanno
riservando ai veicoli a trazione elettrica.
Auto e moto alimentate a batteria non sono
più mosche bianche nelle nostre città; sono
in aumento i veicoli ibridi, ideali per il
traffico urbano e ormai amatissimi da
particolari categorie professionali come, ad
esempio, gli insegnanti, che vi vedono anche un esempio di green style da proporre agli studenti.
Proprio la mobilità sostenibile è il tema del nostro ultimo dossier, un grande caleidoscopio dove
trovano posto le notizie su tutti i vantaggi (e
i pochi difetti) di auto e moto elettriche:
parliamo di costi, di incentivi statali,
di bonus e di opportunità da sfruttare per
fare l’acquisto giusto. Per questo dedichiamo
molto spazio al Piano nazionale
infrastrutturale per la ricarica dei veicoli
alimentati ad elettricitàpromosso dal
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
ed alla normativa in vigore, normativa che
purtroppo a partire dal 2014 ridurrà gli
incentivi per gli acquisti. E allora forse è
Ion, l’auto elettrica della peugeot protagonista di Fa la cosa giusta!, a Milano
proprio questo il momento giusto per guardarsi intorno perchè la gamma di modelli è diventata ampia;
anche le maggiori case automobilistiche si sono convinte e propongono modelli ibridi che nulla tolgono
all’eleganza o alla potenza.
Il mondo della mobilità sostenibile riserva curiosità – come il camper attualmente i fase di progettazione
completamente elettrico e dotato persino di pannelli solari o il kit di conversione per auto a benzina inauto
elettriche – e belle proposte, come quelle che tra poche settimane verranno presentate ad H2R, la rassegna
della mobilità sostenibile che da quest’anno si sposta da Roma a Rimini nell’ambito di Ecomondo. Belle
proposte che però si scontrano con una tiepida attenzione a tutto l’indotto che ruota intorno ai veicoli
elettrici: le colonnine per la ricarica sono ancora poche, non esiste ancora una sostanziosa campagna di
pubblicizzazione di forme alternative trasporto. Insomma, l’auto elettrica avrà sì un futuro, ma deve
innanzitutto conquistare la mente della gente. Nell’attesa, quello che sta conquistando il cuore della
gente è il rapporto più diretto col mondo della natura, uno sguardo più sensibile verso le strade che
percorriamo. Così questo “andamento lento” sta diventando la parola d’ordine dei cittadini più attenti anche
se, specifica l’Assessore della Regione Puglia alla mobilità Giannini, le tante belle idee devono fare i conti
con il patto di stabilità che lega
strettissimamente i cordoni delle
borse delle amministrazioni
comunali.
Già, la Puglia, un laboratorio di
belle proposte che tra luci ed
ombre piacciono sempre di più.
Siamo andati alla ricerca di “buone
pratiche”: come l’ambizioso
progetto dei ragazzi delMovimento
5Selle che a Lecce stanno
imponendo (con la freschezza e
l’entusiasmo propri dei giovani)
l’uso della bicicletta; oppure l’happening che ancora un gruppo di giovani ha fatto sui mezzi pubblici
di Andria trasformati per l’occasione in palcoscenici per miniconcerti durante la settimana Europea della
mobilità sostenibile; o come l’ecometrò che percorrerà dalla prossima primavera una delle zone più belle
della regione tra Conversano ePolignano; ma non abbiamo trascurato la via crucis del Bike sharing a Bari,
cui però si contrappone la bella esperienza dei 5 park&ride cittadini. Per arrivare al mezzo più ecologico e
antiinquinante che possa esistere, vale a dire l’asinello di un parco a Ruvo. Dalla Puglia il nostro dossier
passa al resto d’Italia, con le belle esperienze di Roma e Milano per concludere con il minimetrò
a Perugia attivo dal 2008.
Siamo pronti allora per una sana mobilità sostenibile? Pare proprio di sì.
Auto elettriche: sogno da
realizzare o realtà da
consolidare?
Pro e contro di una tecnologia nata alla fine dell’Ottocento, ma che ancor oggi comincia a “muovere i primi
passi”
di G io rg io Vent r ice l l i pubblicato il 14 o tto b re 2013
Era il 1899 quando La Jamais
Contente, prototipo a motore
elettrico pilotato da Camille
Jenatzy, fu la prima automobile al
mondo a superare la soglia dei 100
km/h. Non era questa la prima
vettura a trazione elettrica della
storia; già dagli anni Trenta
dell’Ottocento, le vetture elettriche
fecero la loro comparsa sulle strade
di Gran Bretagna e Francia, le
stesse nazioni dove, negli ultimi
anni, la mobilità elettrica ha
trovato terreno fertile. Che cosa ha portato però i veicoli a trazione elettrica ad essere relegati nell’oblio per
oltre un secolo? A cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, le BEV (Battery Electric
Vehicle) ebbero un buon mercato, ma l’avvento dei veicoli con motore a combustione interna cambiò gli
scenari della mobilità, soppiantando in poco tempo la tecnologia elettrica in favore di quella a benzina,
supportata dalle lobby petrolifere.
Quali allora i pro e contro di questa
tecnologia? Iniziamo da alcuni
vantaggi.
Possono percorrere con pochi euro
di ricarica molti chilometri; non
emettono e non disperdono agenti
inquinanti in atmosfera; sono
silenziose; possono circolare nelle ztl e
durante le giornate di targhe alterne o
di blocco totale del traffico; il bollo
non si paga per i primi cinque anni
successivi all’immatricolazione (ma in
Era il 29 aprile 1899 quando Camille Jenatzy stabilì il record di velocità con l’auto elettrica Jamais Contente
Ampera, il modello di auto elettrica prodotto dalla Opel
Piemonte e Lombardia l’esenzione è perpetua) e dal sesto anno è prevista una riduzione del 75%;
l’assicurazione può arrivare a costare anche il 50% in meno di quella delle vetture tradizionali; riducono la
dipendenza dal petrolio e non risentono della volatilità dei prezzi manipolati da produttori e distributori a
loro vantaggio; in caso di incidente stradale le batterie difficilmente tendono ad incendiarsi e possono essere
recuperate; contribuiscono a limitare il riscaldamento globale se la loro energia proviene da fonti rinnovabili;
hanno costi di manutenzione meccanica contenuti; recuperano energia con il sistema di ricarica in
frenata e in discesa; il motore ha un’efficienza del 90% rispetto a quello tradizionale che non raggiunge il
30%; vengono costruite con materiali riciclati come: alluminio, plastica, vetro; hanno un’accelerazione
superiore alle auto tradizionali. I contro sono: limitata autonomia di percorrenza che la relega, al momento,
ad un uso urbano; scarsa se non assente diffusione sul territorio nazionale delle colonnine di ricarica; costo
elevato delle batterie; scarse prestazioni di alcuni tipi di batteria a basse temperature; l’energia usata per
caricare le batterie proviene quasi completamente da fonti fossili, pertanto, non rinnovabili e inquinanti; non
sono completamente ad “emissioni zero” tranne nel momento dell’uso, perché la produzione di un’auto
elettrica prevede dei costi ambientali dovuti alla trasformazione delle materie, al trasporto e al
deterioramento delle batterie. Gli svantaggi relativi la diffusione dei veicoli elettrici sono legati allo sviluppo
della stessa tecnologia; l’auto elettrica avrà sì un futuro, ma deve innanzitutto conquistare la mente della
gente, vera “leva di marketing” cui le case automobilistiche fanno riferimento.
Auto e moto elettriche fai da te?
con un kit di conversione è
possibile
A Treviso un gruppo di artigiani locali ha realizzato un kit che converte un’auto tradizionale in elettrica,
mentre negli USA è già disponibile, da alcuni anni, un kit di conversione in elettrica per la Vespa Piaggio
di G io rg io Vent r ice l l i pubblicato il 14 o tto b re 2013
Qual è la differenza tra un normale veicolo a
quattro o due ruote e uno a trazione elettrica? Il
motore. Sembrerebbe il classico uovo di Colombo,
ma in realtà questa “differenza” può divenire il
fulcro su cui costruire una vera politica dimobilità
sostenibile, con un occhio di riguardo al recupero
e al riutilizzo di auto e moto destinate alla
demolizioneo all’oblio dimenticate in polverosi
garage. A Treviso, un gruppo di artigiani locali ha
ideato un kit di conversione che trasforma le
normali vetture in veicoli a trazione elettrica. Un
team di meccanici, elettricisti ed esperti in
elettronica aderenti a Confartigianato Veneto, ha
avuto un’idea che potrebbe rivoluzionare il mondo
della mobilità sostenibile. Con un costo che si aggira intorno ai 1.ooo euro è possibile trasformare una
vecchia FIAT 500, ad esempio, in una “nuova” FIAT 500 elettrica, con il fascino e la consapevolezza di
guidare un veicolo storico ed è il caso di dirlo, al passo coi tempi (vedi il filmato). L’idea è innovativa quanto
geniale, basti pensare che attualmente un’auto elettrica di nuova generazione ha un costo medio che oscilla
tra i ventimila e quarantamila euro. Cifre spropositate che fanno del mezzo elettrico non una scelta ma una
nicchia destinata ad una élite. Trasformare una
vecchia utilitaria, magari destinata alla
rottamazione, potrebbe pertanto diventare
economicamente conveniente; si svilupperebbe
un vero mercato dell’auto elettrica con benefici
non solo ambientali, ma anche economici sia
per l’utente sia per un futuro comparto di tecnici
specializzati nella conversione. Più lavoro,
dunque, maggiore risparmio per gli automobilisti
non più costretti a subire lo strozzinaggio del
costo dei carburanti e salvaguardia dell’ambiente.
Grazie all’uso di sofisticati software è possibile
Una mitica FIAT 500 del 1970
L’intramontabile Vespa Piaggio
progettare con precisione di particolari la conversione per ogni singola auto.
Il kit è in grado di superare i test di sicurezza necessari e previsti nel caso in cui un veicolo sia oggetto di
modifiche strutturali; al momento, il kit è in attesa di ottenere l’omologazione prevista dalle norme di legge.
Non solo quattro ruote però ma anche due ruote elettriche. Negli Stati uniti, già da alcuni anni, è possibile
convertire una vecchia Vespa Piaggio in una Vespa Elettrica grazie ad un kit di conversionemesso a
punto dalla Sound Speed Scootersdi Seattle. La casa motociclistica di Pontedera non ha mai realizzato una
versione elettrica del celebre scooter, ma la richiesta sempre più alta di una Vespa Elettrica ha spinto alcune
aziende che hanno fiutato l’affare a produrre scooter elettrici simili nel design al blasonato motociclo. Il kit
di conversione ha un costo che si aggira intorno ai 1.000 euro e prevede la sostituzione del motore
tradizionale con uno elettrico da 3000W, la modifica del forcellone e la batteria agli ioni di litio che viene
adattata alla forma del serbatoio della benzina, in modo da avere una distribuzione dei pesi intelligente. Con
una spesa contenuta è possibile così dare nuova vita ad un veicolo.
Vuoi acquistare un’auto
elettrica? Per te un bonus da
5000€!
L’Italia crede “nell’elettrico” e lo fanno anche le sue istituzioni, come dimostrano gli incentivi di …
di F rancesco Va lente pubblicato il 14 o t tob re 2013
L’Italia crede “nell’elettrico” e lo fanno anche le
sue istituzioni, come dimostrano
gliincentivi di 50 milioni di euro stanziati dal
Governo per il 2013, che nei due anni successivi
saranno lievemente ridotti a 45 milioni di euro.
Incentivi che potranno essere utilizzati per
acquistare auto elettriche godendo di
unbonus pari al 20% del costo di acquisto e per
un massimo di 5mila euro, per vetture con
emissioni di CO2 inferiori a 50g per km;
ilbonus si riduce ad un massimo di 4mila
euro per emissioni comprese tra i 50 ed i 95
g/km e a 2mila euro per le auto con emissioni
superiori ai 95 g/km e inferiori a 120 g/km.
Auto a parte, sarà un po’ tutto il comparto
dell’elettrico a godere di interessanti bonus,
compresi i mezzi a due ruote, come gliscooter,
per i quali sono previsti incentivi sull’acquisto,
esonero dal pagamento delle tasse di proprietà
e agevolazioni anche per l’RC. Per maggiori
informazioni riguardo incentivi ed esoneri per gli
scooter è consigliabile consultare i vari portali
online specializzati nel confronto della migliore assicurazione per il proprio motociclo e avere così la
possibilità di risparmiare ulteriormente già sugli sconti previsti.
È l’anno giusto per puntare sull’elettrico? Decisamente sì, visto che già a partire dall’anno prossimo, come
visto, diminuirà la cifra stanziata dal governo per gli incentivi e dal 2015 cambierà la modulazione
deibonus secondo questo schema: l’incentivo massimo sarà di 3.500 euro per veicoli con immissioni
inferiori a 50 g/km, 2.000 euro per quelli con immissioni comprese tra 50 e 95 g/km, e 1.800 euro per
veicoli con immissioni comprese tra 95 e 120 g/km.
Basteranno questi incentivi a lanciare definitivamente “l’elettrico” in Italia? Ovviamente no. Un altro passo
fondamentale è la creazione di una “reale” rete di supporto logistico a questi mezzi, con centraline per la
Auto elettriche in ricarica
ricarica delle batterie, tanto negli ambiti privati quanto in quelli pubblici; per capirsi, basti considerare
l’esempio di una città come Roma, su cui ad oggi insistono solo 65 punti di ricarica rispetto ad una
estensione di 1200 km quadrati; meno di una centralina ogni 20 km quadrati!
H2R, elettrico è bello
Da H2R alle macchine raccoglitrici : l’orientamento è verso motori elettrici, decisamente ecocompatibili e
rispettosi dell’ambiente
di Ad r iana Fa renga pubblicato il 14 o t tob re 2013
Come in una matrioskaEcomondo -
Key Energynasconde per la sua 17ma
edizione un dono prezioso: ed
è H2Roma, l’evento nazionale
dedicato all’auto sostenibile, che dalla
capitale, dopo 11 anni si sposta con
una nuova veste e una nuova sigla a
Rimini Fiera.Dal 6 al 9 novembre,
infatti, il più qualificato e frequentato
happening della Green
Economy ospiterà un nuovo evento di
respiro internazionale: H2R –
Mobility for Sustainability, il primo
Salone della mobilità per la
sostenibilità.
Non poteva trovarsi per questo battesimo una location migliore: Ecomondo, infatti, con gli eccellenti risultati
della scorsa edizione (oltre 84.000 visitatori, 150 convegni, 1.000 relatori, circa 650 giornalisti accreditati e
1.200 aziende espositrici in più di 100.000 mq di esposizione) rappresenta una vetrina prestigiosa per un
discorso – la mobilità sostenibile – destinato a diventare trainante nel gran mondo della green economy.
Tutti in pista - Questa edizione di H2R si presenta ancor più spumeggiante degli anni passati. Non
mancheranno le passerelle delle auto “più sostenibili che mai”, i meeting, le anteprime; appassionati ed
esperti, ricercatori e manager
discuteranno anche con i visitatori
di motori e fonti rinnovabili,
energia e mobilità davanti al
cambiamento: un esclusivo
connubio fra ricerca, industria e
istituzioni per conoscere le
tecnologie che verranno e le
soluzioni più innovative per ridurre
l’impatto ambientale della
circolazione.
Da quest’anno H2Roma (nella foto, la passata edizione) si sposta a Rimini Fiera, all’interno di Ecomondo-Key Energy
Il Sindaco di Salerno e Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti Vincenzo De Luca inaugura la stazione di ricarica per auto elettriche di Piazza della Concordia a Salerno
Non solo Rimini Fiera -Che questo sia ormai un imperativo per gli anni a venire lo dimostrano piccoli ma
significativi episodi. Anzitutto, sono in aumento (anche se non impetuoso) le città che si dotano di stazioni
di ricarica per auto elettriche. L’ultima in ordine di tempo è Salerno, dove lo scorso 14 settembre è stata
inaugurata in Piazza della Concordia una nuova colonnina per la ricarica per auto elettriche che consentirà la
ricarica contemporanea di due autoveicoli, con una presa dedicata anche ai motocicli ed i quadricicli, come
ad esempio la Twizy di Renault. In aggiunta, unbonus per gli automobilisti virtuosi, che avranno ricarica e
sosta gratuite per le prime tre ore. Non solo, a queste buone pratiche se ne aggiungono altre, come, sempre
a Salerno, abbonamenti a prezzi popolari per possessori di auto elettriche che potranno sostare in particolari
aree ed accedere liberamente alle ZTL.
Vedere per credere - Ad H2R dal 6 al 9 novembre gli ospiti potranno visionare l’esposizione statica dei
mezzi messi a disposizione dalle case automobilistiche ed accreditarsi per i test drive volti ad approfondire la
conoscenza dei più recenti veicoli a basse emissioni. L´esposizione e la messa su strada delle tecnologie
automobilistiche con minor impatto ambientale e maggiore contenuto tecnologico permetterà anche a chi
non appartiene al settore della mobilità
di conoscere e toccare con mano i
risultati e le potenzialità della ricerca
automobilistica in tema di sostenibilità
dello sviluppo.
Macchine elettriche anche tra i
campi - Peccato che mancherà una
macchina tutta speciale: è stata
presentata al MACFRUT 2013 ed è la
prima raccoglitrice dedicata alle
colture orticole per foglie da taglio a
funzionamento elettrico e, pertanto, a
zero emissioni. Slide Eco – questo il
suo nome – è nata per eliminare il
livello di inquinamento prodotto dai
gas di scarico dei motori endotermici, sostituendo questi ultimi con motori elettrici, in un’ottica di
potenziale aumento del valore aggiunto dei prodotti della terra coltivati con metodologie biologiche o
ecocompatibili. Il motore elettrico della macchina sviluppa una potenza di 30 Kw ed è alimentato da una
batteria che consente un’autonomia di 14 ore lavorative. La ricarica – dicono i dati tecnici – dura 3 ore ed è
effettuabile con il cavo da 10A in dotazione, collegabile ad una normale presa domestica di 220 V. La durata
media della batteria è di 1.500 ricariche, il che significa oltre quattro anni di lavoro continuativo.
Slide Eco, la prima macchina raccoglitrice a zero emissioni presentata al MACFRUT 2013
BMW, alla conquista delle auto
green
Se anche BMW punta sull’ibrido, allora è proprio vero che stiamo entrando nell’era dei motori …
di F rancesco Va lente pubblicato il 14 o t tob re 2013
Se anche BMW punta sull’ibrido, allora è proprio vero che stiamo entrando nell’era dei motori elettrici.
D’altronde tutte le grandi casi automobilistiche, chi prima chi dopo, stanno rincorrendo le utilitarie
giapponesi in questa corsa verso la
produzione di veicoli in cui le
prestazioni motoristiche si
coniughino con quelle ambientali,
che significa:bassi consumi e
basseemissioni.
Ma non solo. Scegliere mezzi a
basse emissioni, almeno in Italia,
significa anche poter contare su
assicurazioni auto a costo
contenuto, soprattutto se tali
assicurazioni vengono acquistate
online e godono, inoltre, dell’esenzione dal pagamento del bollo per i primi 5 anni.
La i8 è un’auto ibrida in cui il motore TwinPower Turbo da 1500 cc di cilindrata, con una potenza di 231
Cv, a iniezione diretta, capace di sviluppare 320 Nm di coppia, è affiancato da un motore elettrico BMW
eDrive che porta alla causa i suoi 131 cavalli addizionali e 250 Nm di coppia. La somma è presto fatta, cioè
un veicolo la cui potenza totale sfiora i 370 Cv e con una coppia complessiva di 370 CV in grado di
muovere con una certa agilità un coupé da 1500 kg e 4.68 metri per 1.94 metri. Ecco quindi che la
nuova BMW i8, presentata all’ultimo Salone di Francoforte, rappresenta una scelta di stile ma anche
di risparmio, forse nuova alla tipica clientela BMW.
Parliamo, infine, di ricariche e di autonomia. Le batterie della BMW i8 si ricaricano in un massimo di tre ore
circa: se si viaggia in modalità ibrida l’autonoma è di quasi 600 chilometri, se invece ci si affida al solo
motore elettrico l’autonomia si accorcia a 35 km circa. I consumi secondo BMW si attesterebbero, in
modalità ibrida, sui 2.5 litri ogni 100 km, con immissioni di CO2 dell’ordine dei 60 g/km.
BMW-Efficient-Dynamics-concept.jpg
Moto elettriche: due ruote per la
sostenibilità ambientale
Silenziose e a zero emissioni CO²: il mercato delle moto elettriche punta sulla mobilità sostenibile e strizza
l’occhio a giovani e lavoratori
di G io rg io Vent r ice l l i pubblicato il 14 o tto b re 2013
Agli italiani piace viaggiare sulle due ruote, se poi
sono elettriche ancor meglio. Secondo i dati diffusi
da Confindustria ANCMA(Associazione
Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) a ottobre
2012 gli scooter elettrici immatricolati hanno
superato le mille unità, con un trend in crescita
costante da alcuni anni. Qual è l’identikit del
guidatore di scooter elettrico? Lavoratore e
giovane. Il successo della categoria si riscontra su
un uso pratico del mezzo; le attuali batterie agli
ioni di litio, più efficienti rispetto a quelle al
piombo usate un tempo, consentono in media
mille cicli di carica/scarica: al costo di un solo euro per singola ricarica l’autonomia è compresa tra 50-100
km, arrivando anche a 150 km in base al
tipo di batteria usato. Pertanto, ogni
singolo accumulatore consente di
percorrere circa cinquantamila chilometri. I
motocicli elettrici di ultima generazione
sono dotati di batterie estraibili, collocate
sotto la sella: una volta parcheggiato lo
scooter è possibile estrarre le batterie e
metterle in carica a una normale presa
domestica da 220V. Non è necessario
perciò avere un garage o una colonnina di
ricarica nei paraggi, le batterie si possono
caricare nuovamente in ufficio o a casa.
Come per le auto elettriche, anche gli
scooter hanno l’esenzione dal pagamento
delle tasse automobilistiche per cinque anni
a decorrere dalla data di prima
immatricolazione; le aziende assicuratrici
offrono sconti sulle polizze fino al
Lo scooter elettrico Penelope
In evidenza le batterie estraibili ricaricabili
50%, possono circolare nelle ztl e durante le giornate di blocco del traffico hanno bassi costi di
manutenzione, non emettono agenti inquinanti in atmosfera, sono silenziosi e si possono utilizzare
anche in ambienti chiusi. Il costo di uno scooter elettrico, in alcuni casi e per alcuni modelli, è ancora sopra
le righe rispetto ai normali motocicli a benzina, ma bisogna considerare due importanti aspetti: un mercato
dell’usato che inizia a muovere i primi passi e l’investimento iniziale che è ammortizzato dai bassi costi di
gestione (manutenzione, ricarica, bollo, assicurazione). Anche se la velocità media è limitata per legge a 45
km/h (equivalente 50cc) e 80 km/h (equivalente 125cc) non bisogna vedere questa “restrizione” come uno
svantaggio, innanzitutto perché rispetta il codice della strada ed evita le sanzioni amministrative previste, ma
soprattutto guidare in modo slow, lento, diminuisce il rischio di incidenti dovuti all’alta velocità e permette di
gestire con intelligenza la ricarica delle batterie. Dal 2013 sono in vigore gli incentivi statali per l’acquisto dei
veicoli a basse emissioni, tra cui ciclomotori e motocicli a due o tre ruote, pari al 20% del prezzo di
acquisto del veicolo. L’Italia è il Paese degli scooter, basti pensare alla mitica Lambretta e all’intramontabile
Vespa Piaggio che hanno segnato gli usi e costumi degli italiani. A differenza delle auto elettriche, le quali
hanno ancora un costo esorbitante per le tasche degli automobilisti del Belpaese, le moto elettriche sono alla
portata di tutte le tasche.
Trasporto ferroviario: in Puglia
è sempre più cura del ferro
Treni moderni, nuove stazioni ferroviarie, quattro aziende private al servizio del territorio: la Puglia punta
sempre più sulla mobilità sostenibile che viaggia sui binari
di G io rg io Vent r ice l l i pubblicato il 15 o tto b re 2013
La rete ferroviaria pugliese in
esercizio è di 1.522 km (dati
ASSTRA) di cui 815,89 km sono di
proprietà di Rete Ferroviaria
Italiana; i restanti 706 km
appartengono rispettivamente
a Ferrovie del Sud Est (473, 11
km),Ferrovie del Gargano (97,65
km), Ferrotramviaria (74,98 km)
e Ferrovie Appulo Lucane (60,05
km). In Puglia ci sono 258 comuni e
in 149 è presente una stazione
ferroviaria; l’81,4% della popolazione regionale (quattro milioni di abitanti – ISTAT 2011) ha accesso diretto
alla rete. Da qualche anno, la Regione Puglia ha iniziato una “cura del ferro” per promuovere l’uso
del treno a discapito del trasporto privato, finanziando opere infrastrutturali per l’ammodernamento della
rete, l’acquisto di vetture e la realizzazione di nuove tratte e stazioni ferroviarie. Ultima in ordine di tempo è
quella di Apricena Città, delle Ferrovie del Gargano. Sono stati realizzati 11,7 km di binari che collegano
Apricena a San Severo, dove i moderni e confortevoli treni Flirt potranno viaggiare a una velocità di 140
km/h impiegando solosette minuti per collegare le due città. L’entrata in servizio della nuova tratta è
prevista per metà dicembre; tra Foggia e Apricena (via San Severo) viaggeranno invece tredici coppie di treni
al giorno, che impiegheranno venticinque minuti per collegare la popolosa cittadina dell’Alto Tavoliere al
capoluogo di provincia, rispetto agli attuali 55 minuti spesi da un bus di linea.
I treni Flirt delle Ferrovie del Gargano da poco collega Apricena a san Severo in soli sette minuti
Per quanto riguarda, invece, la
tratta verso il nord del Gargano, è
in fase di realizzazione la variante
perSannicandro Garganicodove,
tra fine 2014 e inizio 2015,
dovrebbero essere ultimati i lavori
di costruzione di una galleria di
3.200 metri, che consentirà ai treni
di abbandonare l’attuale tracciato
che passa per la stazione di San
Marco in Lamis, accorciando
notevolmente i tempi di
percorrenza. Al chilometro 8+900
tra Apricena e San Severo è stato
anche realizzato un piccolo scalo
merci a servizio delle vicine cave di pietra.
Ferrovie del Gargano vuole bissare il successo ottenuto con la tratta Lucera-Foggia attivata nel 2009 dopo
decenni di oblio; l’iniziativa ha consentito di eliminarecompletamente il servizio bus rendendo più sicura
l’arteria stradale, abbattendo le emissioni di polveri sottili in atmosfera, velocizzando il trasporto dei
passeggeri e concentrando su Lucera il traffico bus dei paesi dei Monti Dauni.
Un altro importante risultato è stato raggiunto a luglio di quest’anno con l’inaugurazione del passante
ferroviario che collega le città servite da Ferrotramviaria all’aeroporto internazionale “Karol Wojtyla” di
Bari-Palese. Dalla stazione di Bari Centrale il treno impiega quattordici minuti per raggiunge lo scalo
aeroportuale, percorrendo un totale di 7,7 km di tragitto a doppio binario. La “cura del ferro” ha prodotto i
suoi primi effetti: la Puglia diviene così una regione proiettata sempre più allamobilità sostenibile, dove
il treno è protagonista e artefice del cambiamento in corso.
Da luglio 2013 è operativo il passante ferroviario che collega le città servite dalla ferrotramviaria all’aereoporto Karol Wojtyla di Bari-Palese
Bicicletta a pedalata assistita:
due ruote al servizio della
mobilità sostenibile
Sempre più italiani comprano biciclette a pedalata assistita per muoversi in città, con benefici ambientali,
economici e fisici, contrastando la crisi economica e l’inquinamento dovuto alle polveri sottili
di G io rg io Vent r ice l l i pubblicato il 15 o tto b re 2013
Agli italiani piace pedalare.
Lebiciclette hanno scritto un pezzo
importante nella storia del Belpaese;
basti pensare come, prima ancora
dell’avvento di scooter e automobili, le
“due ruote” siano state il mezzo di
locomozione più diffuso tra la gente.
La usarono i Bersaglieridurante la
Grande Guerra, epiche furono le sfide
tra Coppie Bartali al Giro d’Italia,
furono immortalate in celebri film
come“Ladri di biciclette” di Vittorio De
Sica, la usarono i nostri nonni per
raggiungere la città dalla campagna, è da sempre il regalo più ambito per ogni bambino. La bicicletta è nel
DNA dell’italiano.
La crisi economica, le strade cittadine sempre più congestionate dal traffico veicolare,
l’inquinamento dapolveri sottili dannoso alla salute umana hanno spinto gli abitanti della penisola italica a
pedalare sì, ma in modo ancora più sostenibile sia per l’ambiente sia per l’economia domestica. Come? Con
lebiciclette a pedalata assistita.
Le EPAC (Electric Pedal Assisted
Cycle), dette anche pedelec,
secondo la direttiva europea
2002/24/CE che disciplina
l’argomento, sono biciclette “dotate
di un motore ausiliario elettrico avente
potenza nominale continua massima di
0,25 kW la cui alimentazione è
progressivamente ridotta e infine interrotta
quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o
prima se il ciclista smette di pedalare”. Il
“Ladri di Biciclette” di Vittorio De Sica ha incarnato le condizioni di vita nel dopoguerra
Le biciclette a pedalata assistita montano un motore con una potenza nominale massima di 250 W
motore elettrico è posizionato su una delle due ruote o nella zona dei pedali ed ha una potenza nominale
massima di 250 W. Come per le moto e le auto elettriche, le batterie sono agli ioni di litio e si possono
ricaricare ad una normale presa domestica da 220V.
L’autonomia dipende da diversi fattori: dal percorso intrapreso, se pianeggiante, collinare o montuoso, dal
peso del ciclista e della bicicletta, dalla velocità sostenuta, dall’asfalto. È importante ricordare che le
biciclette a pedalata assistita non prevedono come in altri veicoli la passività del guidatore, non si accelera su
una manopola per dare movimento al mezzo, che si ottiene dall’azione congiunta tra la forza umana con il
motore elettrico. In media, con una ricarica è possibile percorrere 50-80 km. Confindustria ANCMAstima
che nel 2011 sono state
acquistate in Italia cinquantamila
biciclette elettriche.
I motivi? Non pagano bollo e
assicurazione perché il Codice
della Strada le include nella
stessa categoria delle normali
biciclette, non hanno bisogno di
benzina per alimentare il
motore, sono facili da
parcheggiare, occupano poco
spazio e possono circolare
ovunque.
Quanto costano? Si parte da
cinquecento euro circa per
arrivare a modelli anche di
duemila euro, ricchi di accessori e realizzati con materiali all’avanguardia nel campo tecnologico. L’acquisto
di una pedelec deve essere rapportato ai benefici economici, ambientali e fisici; pertanto, tenendo presente i
vantaggi descritti, la bicicletta a pedalata assistita è un investimento che non tarda a far vedere i suoi frutti.
Concludendo: Italiano, hai voluto la bicicletta (elettrica)? E ora pedala!
Le pedelec non pagano bollo e assicurazione perché il Codice della Strada le include nella stessa categoria delle normali biciclette
Arriva “Ecco”: il camper del
futuro!
Sarà a zero emissioni il camper del futuro. Sempre più viaggiatori scelgono una vacanza ecologica, …
di F rancesco Va lente pubblicato il 14 o t tob re 2013
Sarà a zero emissioni il camper del futuro. Sempre più viaggiatori scelgono una vacanza ecologica, nel
pieno rispetto della natura e che consenta contemporaneamente di limitare le spese dello spostamento. Il
camper elettrico rappresenta la soluzione ideale per una vacanza di questo tipo.
“Ecco”, il camper zero
emissioni progettato dallaNau
Design Team è completamente
elettrico, ma non solo: Ecco è dotato
persino di pannelli solari in
copertura, che consentono di
ricaricare il mezzo quando non vi
sono fonti di energia nelle
immediate vicinanze. Altrimenti il
camper potrà essere ricaricato nelle
stazioni standard a 240V.
La scocca a forma di goccia di
questo camper interamente ecologicogarantisce, grazie alla sua particolare resistenza all’aria,
un’ottima aerodinamicità del veicolo, realizzato in alluminio e vetro.
Il tetto apribile a fisarmonica concede un maggiore spazio al posizionamento delle celle fotovoltaiche.
Quando il camper non è in movimento, poi, la calotta può essere scoperta: all’interno dell’abitacolo ci si
sente così un po’ più vicini alla natura. Ecco è provvisto inoltre di aperture di vetro semitrasparente,
attraverso le quali i passeggeri possono ammirare il panorama circostante senza essere esposti a sguardi
indiscreti. Ecco costituisce il camper ideale per tutti coloro che amano i viaggi “verdi” e vogliono spostarsi
senza dimenticare la tutela dell’ambiente.
Con il camper ecologico infine non si risparmia solo in inquinamento ma anche in denaro: sono molti
infatti gli incentivi che permettono di risparmiare sulle spese dei veicoli elettrici, come per l’assicurazione
verificabile in siti web in cui è possibile fare un confronto tra assicurazioni online, spese di acquisto, spese di
manutenzione e ovviamente costi di consumo. Allo stato attuale Ecco, il camper elettrico ideato per
trasportare cinque passeggeri, si trova ancora in fase di progettazione ma molti confidano in una sua
prossima realizzazione.
“Ecco”, il camper zero emissioni, completamente elettrico, dotato persino di pannelli solari
Primo bando per i veicoli
elettrici
Si attendono le valutazioni ministeriali per le domande di partecipazione pervenute. Primo bando nazionale
da 5 milioni di euro per la realizzazione di impianti cittadini per la ricarica di veicoli pubblici e privati
alimentati a energia elettrica
di Sanz ia Mile s i pubblicato il 14 o t tob re 2013
Nuova energia, proprio il caso di
dirlo, per il Piano nazionale
infrastrutturale per la ricarica dei
veicoli alimentati ad
elettricitàpromosso dal Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti,
anche mediante l’istituzione di un
apposito fondo con 20 milioni di
euro in dotazione per l’anno 2013 e
15 milioni per ciascuno degli anni
2014 e 2015. Secondo quanto
ravvisato dalla Legge n. 134 del 7
agosto 2012, la crescita del Paese
Italia passa anche da qui, dal
sostegno alla mobilità sostenibile grazie alla “realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli
alimentati ad energia elettrica e la sperimentazione e la diffusione di flotte pubbliche e private di veicoli a
basse emissioni complessive, con particolare riguardo al contesto urbano, nonché l’acquisto di veicoli a
trazione elettrica o ibrida”
Cosa prevede il Piano - Il Piano
nazionale si prefigge così di definire
le linee guida con cui garantire lo
sviluppo unitario del servizio di
ricarica dei veicoli alimentati ad
energia elettrica sul territorio
nazionale, tenendo oggettivamente in
conto l’effettivo fabbisogno presente
nelle diverse realtà territoriali, sulla
base dei concorrenti profili della
congestione di traffico veicolare
privato, della criticità
dell’inquinamento atmosferico e dello sviluppo della rete stradale urbana ed extraurbana e di quella
Palazzo Ateneo, postazione di ricarica per auto elettriche
Finanziabili anche i provvedimenti delle regioni a favore delle moto elettriche
autostradale.In particolare,
prevede:l’istituzione di un servizio
di ricarica dei veicoli, a partire dalle
aree urbane, per trasporto privato e
pubblico; l’introduzione di
procedure di gestione del servizio di
ricarica (quanto a costi, tariffe
differenziate, tempi e modi,
ottimizzazione…); l’introduzione di
agevolazioni per
l’ammodernamento degli impianti;
la realizzazione di programmi
integrati di promozione
dell’adeguamento tecnologico degli
edifici esistenti, nonché la promozione della ricerca tecnologica per tali reti infrastrutturali.
Le regioni si attivano - È all’interno di questo contesto che veniva dato modo alle Regioni di presentare
domanda, con scadenza al 16 settembre 2013, per il “Bando a favore delle regioni per il finanziamento di
reti di ricarica dedicati ai veicoli elettrici”, pubblicato in luglio in Gazzetta Ufficiale, con cui il Ministero ha
destinato 5 milioni di euro complessivi “per il finanziamento di interventi finalizzati alla risoluzione delle
più rilevanti esigenze nelle aree urbane ad alta congestione di traffico attraverso lo sviluppo di reti
infrastrutturali per la ricarica dei veicoli elettrici”.
Ad annunciare il proprio vivo interesse, alcune Regioni. Come ad esempio la Lombardia. Oppure le Marche,
che nel progetto, mediante la stipula di un Protocollo, hanno coinvolto i capoluoghi di provincia,
unitamente alle città costiere più significative, ovvero quelle realtà con una concentrazione di traffico
particolarmente elevata. Ammesso a finanziamento per ogni progetto un importo non superiore a 238mila
euro, su quattro filoni di interesse: mobilità sostenibile in ambito urbano/metropolitano; flotte pubbliche
e private; impianti di distribuzione del carburante; mezzi a due ruote (motocicli). Ora si attendono gli esiti
delle valutazioni ministeriali. Si procederà con decreto e quindi con la stipula di apposite convenzioni.
Il punto di ricarica per auto elettriche a Bari, nei pressi del Teatro Petruzzelli
L’auto elettrica in Italia:
normativa e colonnine di ricarica
sono stati messi a disposizione 50milioni di euro per l’anno in corsoProcede a piccoli passi la diffusione …
di F rancesco Va lente pubblicato il 14 o t tob re 2013
sono stati messi a
disposizione 50milioni di euro per
l’anno in corsoProcede a piccoli
passi la diffusione dei veicoli
elettriciin Italia. Se nel pubblico
questi mezzi ecologici hanno
trovato ampio spazio nelle scelte
delle aziende di trasporto locali,
non si può dire la stessa cosa per
quello che riguarda le scelte di
acquisto degli automobilisti italiani,
che preferiscono le auto ad
alimentazione elettrica in meno di un caso su 100. Troppo poco rispetto a una media europea ben più
ampia. Un gap di cui è stato consapevole il legislatore che è intervenuto con una serie di misure all’interno
del più ampio Piano di crescita per l’Italia; parliamo della legge n.134 del 7 agosto 2012, con un piano di
incentivi per il triennio 2013-2015, in cui sono stati messi a disposizione50milioni di euro per l’anno in
corso e 45milioni per i due successivi.
Gli incentivi prevedono un bonus fino a 5mila euro per chi acquista un’auto elettrica nuova
conemissioni di CO2 inferiori a 50 g/km, e altri bonus via via inferiori per quelle con immissioni
maggiori e fino ad un massimo di 120 g/km.
Sono misure che si aggiungono a quelle precedentemente approvate e che hanno portato per esempio
all’esenzione dal pagamento del bollo per i primi 5 anni per le auto elettriche appena immatricolate e
agli sconti sul Rc auto; un risparmio verificabile anche sul web. Un piano di interventi a 360° che però non
ha ancora prodotto i frutti sperati visto che, come misurato dal Politecnico di Milano, nei tre mesi
immediatamente successivi all’approvazione del pacchetto di incentivi, sono stati acquistati solo 228 auto
elettriche rispetto ai 300mila veicoli alimentati a benzina, diesel o a gas.
C’è chi sostiene che l’anello debole della catena sia rappresentato dalla rete di punti di ricarica per questi
mezzi, ancora poco diffusa sul territorio nazionale, in cui a oggi se ne contano meno di 1000 unità, tra
l’altro concentrate in gran parte nelle tre città di Roma, Firenze e Milano. Anche in questo campo si è
cercato di intervenire a livello istituzionale, tramite la delibera ARG/elt 242/10 del 15 dicembre 2010
dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, che ha promosso la presentazione di progetti pilota per la
creazione di una rete capillare di centraline elettriche. La delibera prevedeva un finanziamento per ogni
progetto approvato (ne sono stati approvati in tutto 5 per il triennio 2013-2015) di 768 euro annui per
Per lo sviluppo delle auto elettriche il governo ha messo a disposizione 50milioni di euro per l’anno in corso e 45milioni per i prossimi due anni
ogni nuovo punto di ricarica aperto. Come è andata a finire? Al momento solo 2 dei 5 progetti approvati
sono andati in fase esecutiva, con risultati decisamente deludenti, anche a causa dei forti ritardi da parte delle
amministrazioni locali, nelle approvazioni per la localizzazione e costruzione dei punti di ricarica. Ma c’è chi
promette un forte incremento dal 2014.
Mobilità insostenibile
Secondo l’ing. Mauro Rossato, Presidente di Vega Engineering, società a tra le prime in Italia ad occuparsi
della progettazione di impianti per la ricarica dei veicoli elettrici, è indispensabile ridisegnare le città
inserendo le colonnine di ricarica che per ora rimangono invisibili
di Luc ia S ch inzano pubblicato il 14 o t tob re 2013
A Mauro Rossato, presidente
di Vega Engineering, la società
con sede a Mestre da anni
impegnata nel discorso
dellamobilità sostenibile, la
situazione italiana non va proprio
giù. Scarsa sensibilità delle
amministrazioni locali, una politica
di incentivi praticamente
inesistente, informazione vaga,
fanno dell’Italia la cenerentola
delleauto elettriche. Ecco cosa ha
detto ad Ambient&Ambienti.
«Per il momento sembra solo
l’immagine idilliaca di una fiaba cittadina senza
rumori e senza emissioni, proiettata alla
salvaguardia del pianeta. Tant’è che nei primi
cinque mesi del 2013 in Italia – secondo
un’accurata indagine condotta dall’Energy &
Strategy Group del Politecnico milanese - la
percentuale di vetture alimentate dalle batterie
sul totale delle immatricolazioni è arrivata
appena allo 0,04 per cento. E, probabilmente, di
tanti ‘zeri’ ci si accorge girando dentro e fuori le
città. Pochissime le auto e scarsa anche la presenza
dei punti di ricarica per questo tipo di veicoli.
Complice la crisi e un inadeguato – e forse assente
– itinerario informativo nel Paese sui benefici
della mobilità sostenibile, l’Italia è molto lontana
dagli indicatori delle vendite di auto elettriche
rilevate nel resto d’Europa. Soprattutto quando si
parla diNorvegia – la più virtuosa del Vecchio
In Italia nel 2013 la percentuale di vetture alimentate dalle batterie sul totale delle immatricolazioni è arrivata appena allo 0,04 per cento
L’ing. Mauro Rossato, presidente di Vega Engineering
Continente – dove le ‘immatricolazioni elettriche’ rappresentano il 3 per cento del totale. Un abisso di
distanza tecnologica e di sensibilità ambientale che si giustifica in una strategia politica efficiente e semplice:
puntare sugli incentivi che in Norvegia si traducono anche con l’esenzione dall’Iva e dal bollo. E ancora: la
creazione di parcheggi solo per auto elettriche e l’apertura delle corsie riservate alle auto a zero emissioni.
A Oslo, insomma, le colonnine per la ricariche sono ovunque: fuori dai ristoranti, nei parcheggi, vicino ai
distributori tradizionali con attaccate auto in ricarica. Una capitale in cui il futuro è già presente e che
sembra sia lontana anni luce dalla nostra Penisola dove tutto, invece, sembra rimanga immobile ed ancora
fortemente legato ad una mobilità ormai ‘insostenibile’.
A cominciare dal piano triennale degli incentivi per le vetture ecologiche: perché i fondi (1,5 milioni di
euro per il 2013 anche senza contemporanea rottamazione di un vecchio veicolo) bastano per incentivare
l’acquisto di 300 auto a batterie. Mentre la maggior parte degli incentivi, vale a dire 35,5 milioni di euro su
un totale di 40, è diretta ai lavoratori autonomi e alle aziende che desiderano rottamare un veicolo di 10
anni, acquistandone uno nuovo. Ma pure in questo caso solo 3,5 milioni sono destinati all’acquisto dell’auto
totalmente elettrica. Così a giugno 2013, tre mesi dopo l’entrata in vigore del provvedimento,
erano immatricolate appena 228 elettriche rispetto alle 300.000, circa, vetture tradizionali vendute
nello stesso periodo.
Le stime sono sconfortanti, dunque,
ed anche le previsioni dell’Energy &
Strategy Group per il 2020 non
sembrano andare in direzioni più
virtuose con 350 mila auto a
batterie, vale a dire una media di 50
mila mezzi all’anno. Una proiezione
che depenna quella più ottimistica
che assicurava un mercato elettrico
di 3,8 milioni di vetture nel 2020. A
stridere poi con le immagini di
cittàtotally ‘o quasi’ green è anche
lascarsa presenza delle colonnine
per la ricarica dei veicoli. Attualmente, stando al sito colonnineelettriche.it, ce ne sono 461 in tutta Italia
ma per il 2020 ne occorrerebbero ben 100 mila. Tra le città più virtuose per adesso troviamo Firenze con
138 colonnine, seguita da Roma con 66 e Milano con 48. Mentre in quasi tutte le province non si superano
le 5 colonnine su tutto il territorio, con molti centri importanti che dispongono soltanto di una infrastruttura
pubblica a cui poter allacciarle la propria auto elettrica.
Eppure è proprio questa la premessa fondamentale affinché la mobilità sostenibile possa
concretizzarsi:assicurare agli utenti l’accesso all’energia elettrica ovunque e in qualsiasi
momento. Questo il perno attorno al quale ruota e ruoterà il successo dell’auto elettrica e attorno al quale
cambieranno anche i volti delle città. Solo così decollerà un mercato nuovo che consentirà di risollevare il
Per il 2020 in Italia dovrebbero esserci 100mila colonnine per la ricarica di auto elettriche; oggi ce ne sono solo 461
settore automobilistico e quello dell’impiantistica, creando nuovi posti di lavoro e migliorando i livelli di
inquinamento delle nostre città. Il tutto all’insegna di uno sviluppo ecosostenibile che gli amministratori del
nostro Paese continuano a trascurare ipotecando negativamente il futuro dei nostri figli.
Il trasporto in Puglia punta sul
ferro e sulle vie ciclopedonali…
patto di stabilità permettendo
Il Governo ha fissato il principio della modalità di trasporto sostenibile. Il sistema, però, necessita di
pianificazione, programmazione e attuazione integrata. Ne abbiamo parlato con l’assessore alla Mobilità
della Regione Puglia Gianni Giannini
di G iann i Avvantagg ia to pubblicato il 15 o t tob re 2013
Pedonalità, ciclopedonalità, trasporto pubblico, trasporto privato, sosta e parcheggi, tutti insieme formano una componente
essenziale per il sistema di mobilità sostenibile, essenziale, oggi, per il funzionamento di una grande città – e della vita dei suoi
abitanti -, di un centro metropolitano, quale Bari aspira a diventare, con molte probabilità il prossimo anno, di una regione che
della sostenibilità ha fatto la sua vocazione, come la Puglia. Il sistema, però, necessita di pianificazione, programmazione e
attuazione integrata. Ne abbiamo parlato con l’assessore alla Mobilità della Regione Puglia Gianni Giannini, con delega alle
Reti e alle Infrastrutture.
Assessore Giannini, a che punto è il piano regionale rispetto al programma?
Siamo nella media dell’utilizzo dei
finanziamenti europei, abbiamo
messo in piedi dei tavoli per
accelerare l’utilizzo da parte delle
province delle risorse messe a
disposizione con i FAS, perché c’è
la scadenza del 31 dicembre del
2013 data entro la quale debbono
essere sottoscritti gli atti
giuridicamente vincolanti, cioè le
aggiudicazione delle gare. Per
quanto attiene iFESR siamo nella
media regionale, circa il 40 – 50 %
degli impegni rispetto alle disponibilità. Ovviamente, questo dato non può essere letto senza soffermarsi sul
fatto che il patto di stabilità limita notevolmente l’utilizzo delle risorse.
Ma ci sono buoni segnali dal governo, che sta varando la nuova legge di stabilità?
Il presidente del Consiglio, all’inaugurazione della Fiera del Levante, su sollecitazione del governatore
Vendola, si è impegnato a produrre un provvedimento che allenti un po’ il patto di stabilità per le quote di
cofinanziamento rispetto alle risorse europee.
E rispetto al resto d’Europa come siamo messi?
Giovanni Giannini
Noi stiamo nell’“Obiettivo uno”, quindi il raffronto dobbiamo farlo con le altre zone dell’Obiettivo uno. Credo
che la Puglia, con Veneto e, forse, Lombardia siano le tre regioni che utilizzano al meglio le risorse europee.
Un dato questo che non viene contestato neppure dall’opposizione.
Il 1° ottobre scorso lei ha
firmato un protocollo per il
raddoppio della FAL Bari –
Toritto
Stiamo sviluppando tutta una
serie di iniziative relative al
nuovo piano regionale dei
trasporti. La cui adozione è
propedeutica all’utilizzo dei
fondi europei della prossima
programmazione 2014 – 2020.
Poi, per delle scadenze stabilite
dal legislatore nazionale,
dobbiamo fare una serie di cose.
Dobbiamo fare il piano di riprogrammazione entro questo mese di ottobre, pena la perdita di una quota del
finanziamento statale – il 10%, che lo Stato trattiene – e che eroga solo in presenza di determinati requisiti:
uno è l’efficentamento; il secondo è il rapporto positivo costi/ricavi delle società di gestione del servizio
pubblico locale e terzo è il rapporto tra il materiale rotabile e i carichi di utenza. Noi stiamo procedendo a
una riprogrammazione del servizio di trasporto pubblico locale, ispirata all’efficentamento, quindi
all’eliminazione delle linee superflue. Il Governo ha fissato il principio della modalità di trasporto
sostenibile: quindi tutta la programmazione dei fondi europei è finalizzata allo spostamento, quanto più
possibile, dei chilometri dalla gomma al ferro.
Utilizzando una clausola del regolamento europeo 1370/2007, però, la data in cui si potrà celebrare la gara unica è stata
fissata al 2018, momento in cui le aziende in concessione devono anche arrivare alla fine del collaudo delle infrastrutture dopo
aver trasferito teoricamente tutta la gomma su ferro.
Abbiamo presentato un disegno di legge che prevede l’aggiornamento dei corrispettivi delle Province –
spiega Giannini – a partire dall’anno prossimo. A ottobre faremo il piano di riorganizzazione. A fine anno
presenteremo un piano triennale dei servizi e a gennaio il nuovo piano regionale dei trasporti.
Parliamo adesso della metropolitana Bari – San Paolo. Il giorno 7 scorso lei è stato sul cantiere, a
che punto sono i lavori del nuovo tratto Ospedale – Zona Cecilia?
Un vagone adibito al trasporto delle biciclette. Il cliente con regolare biglietto che viaggia con la sua bicicletta al seguito, contatta il capotreno che gli rilascia una ricevuta a titolo gratuito per il mezzo a due ruote
È stata realizzata gran parte della
linea, resta l’ultimo tratto per il quale
vanno reperite le risorse che
cercheremo di individuare nella
prossima programmazione 2014 –
2020. Quel servizio oltre a collegare
il San Paolo alla città, fungerà anche
da circolare all’interno del quartiere
stesso; è un ulteriore pezzo che va
ad aggiungersi alla rete
metropolitana che con la Bari –
Bitritto, con il raddoppio delle FAL
Bari – Toritto e l’interramento del
tratto di Modugno contribuisce a caratterizzare concretamente la città di Bari come città metropolitana, cosa
che a livello normativo diventerà ufficiale dal 2014.
Parliamo adesso di ciclopedonalità: Copenhagen 400 chilometri di piste ciclabili e oltre 20mila
biciclette che circolano in città
durante le ore di punta; in
tutta Europa, soprattutto al
Nord, si recuperano le ferrovie
dismesse per farne percorsi
ciclabili. Da noi qual è la
situazione, assessore?
Proprio nei giorni scorsi ho
partecipato all’inaugurazione di
una ciclovia che collega Ruvo a
Castel del Monte nell’area
delParco dell’Alta Murgia.
Siamo impegnati anche a candidare ai finanziamenti europei una serie di progetti che stanno arrivando dal
territorio, di realizzazione di piste ciclabili di un certo interesse, nell’ambito dellaCiclovia Adriatica, stiamo
realizzando la Ciclovia dell’Acquedotto. Una serie di comuni sta proponendo la realizzazione di piste ciclabili i
cui progetti potrebbero essere inseriti nella programmazione 2007 – 2013 dei FESR e si realizzi una rete di
ciclopedonalità importante.
In questa direzione va anche il protocollo d’intesa stipulato con le ferrovie per il trasporto di biciclette,
per favorire i pendolari ma anche un modo per sviluppare politiche di sviluppo del turismo. Stiamo per
proporre l’utilizzo di una linea ferroviaria che da Gioia del Colle arriva fino a Spinazzola che poi si biforca
verso Rocchetta Sant’Antonio da una parte e verso Barletta dall’altra, per realizzare un progetto di treno
storico con le stazioncine, che potrebbero essere trasformate in punti di ristoro con prodotti tipici della
La metropolitana Bari – San Paolo fungerà anche da circolare all’interno del quartiere stesso
La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese
Murgia. E anche lì si potrebbe pensare a un percorso parallelo ciclopedonale. Naturalmente bisognerà fare i
conti con le disponibilità finanziarie e la voglia dei privati di cimentarsi in progetti di questo genere perché
sono progetti che non possono prescindere da parte dei privati.
Il Bike sharing è stato attivato tre anni fa e Bari è stato il primo capoluogo di Italia ad avviarlo. In
tre anni, su 300 biciclette, 185 sono state rubate e 40 distrutte. L’uso della bicicletta condivisa è
fallito? Anche a causa di questi atti di vandalismo? Il sindaco Michele Emiliano, a maggio scorso,
aveva anche tuonato su
Facebook che «Forse lo
chiuderemo il servizio».
Non è una questione di
eliminazione, perché non viene
condiviso l’utilizzo della bicicletta. Il
problema è che quel tipo di
iniziative o vengono rispettate dalla
cittadinanza o diventano occasione
di spesa costante per
il bilancio delle città, che è
insostenibile, perché con il patto di
stabilità ci sono altre cose cui
provvedere. Questo è un periodo in cui bisogna stabilire delle priorità. Se ci sono delle risorse che non
influiscono sul bilancio quelle risorse vengono utilizzate. Lo stiamo facendo. Stiamo parlando di milioni di
euro da candidare nella programmazione di utilizzo dei fondi europei. Per candidare un progetto al
finanziamento europeo bisogna fare il progetto. Il progetto costa. Molto spesso i Comuni non hanno i soldi
per pagare neppure il progetto. Stiamo vivendo una situazione veramente difficile. Dove neppure i Comuni
che hanno i soldi li possono utilizzare. Bari ha un fondo cassa di 217milioni ma non li può utilizzare perché
ci sono dei limiti imposti dal patto di stabilità.
Il parco di biciclette alla Stazione centrale di Bari
Bari e mobilità sostenibile, tra
litigi e progetti
Dal bike sharing ai park & ride, il Comune tra tonfi e successi
di Fu lv io D i G iuseppe pubblicato il 14 o tto b re 2013
Dialoga con le associazioni ma litiga
con l’Amtab, l’azienda a cui è
affidato il trasporto pubblico. È il
paradosso del Comune di Barinella
gestione della mobilità sostenibile in
città: l’ultimo caso è lalettera,
inviata dal sindaco Michele
Emiliano e dal consigliere incaricato
alla Mobilità Antonio Decaro, in
merito alle “disfunzioni del servizio
di bike-sharing cittadino”.
Destinatario proprio il presidente dell’Amtab, Tobia Renato Binetti. Nella nota di Palazzo di città si
evidenzia come il servizio di condivisione della bici “rappresenti un tassello fondamentale nel sistema della
mobilità del centro cittadino, finalizzato a disincentivare l’uso dell’automobile privata in favore del trasporto
pubblico e della mobilità ciclistica” ma che, “accolto
con grande entusiasmo dai cittadini baresi, presenta
oggi numerose disfunzioni e, a questo punto, è inutile
evidenziare il disappunto di coloro che lo utilizzano e
dell’Amministrazione stessa”.
I baresi danneggiati - Una reazione stizzita figlia
anche dei furti e atti di vandalismo – negli ultimi 5
anni sono 185 i mezzi rubati e 38 quelli distrutti
senza possibilità di recupero o di manutenzione–
che porta inevitabilmente a un parco bici
sensibilmente ridotto e all’impossibilità per i cittadini
di usufruire di un servizio pubblico e molto richiesto.
Eppure, proprio negli ultimi giorni è stato potenziato
il parco mezzi con l’introduzione ditrenta nuove bici,
che potranno essere lasciate in una delle trentuno
stazioni attualmente attive (stando a quanto riporta il
sito dell’Amtab), con un totale di 325 postazioni.
Evviva il bike sharing - Sessanta pedali in più che
Negli ultimi 5 anni sono 185 le biciclette rubate e 38 quelle distrutte senza possibilità di recupero o di manutenzione
possono rappresentare una buona base di partenza per il definitivo rilancio del bike sharing. E una buona
base – e qui veniamo alle notizie positive –
è sicuramente il rapporto instaurato con le
associazioni locali. Un paio di settimane fa,
infatti, è stato presentato il nuovo biciplan
‘progetto Cielo‘ , il piano della mobilità
ciclistica di Bari. Il progetto è stato
condiviso con associazioni del territorio e
prevede una rete complessiva di 190 km di
piste ciclabili, di cui 15,5 già realizzati e 31
progettati e parzialmente appaltati, che
metteranno in connessione tutti i quartieri
di Bari, compresa la zona industriale. Non è
però l’unica novità sul fronte delle due
ruote: il Comune di Bari ha deciso infatti di
dare il via libera alla punzonatura
antifurto delle biciclette. Tutti i ciclisti
potranno marchiare la
propria bicicletta come se avesse una vera e
propria targa comunale, la marchiatura sarà
gratuita e online ci sarà un’anagrafe ufficiale
delle biciclette baresi .
Auto elettriche ok - La mobilità
sostenibile, però, non passa solo dalle due ruote. Recentemente a Bari è stata inaugurata la prima rete
pubblica del Mezzogiorno di colonnine per la ricarica elettrica delle automobili: dopo l’impianto
inaugurato a gennaio scorso nei pressi del Petruzzelli, sono attive altre 23 colonnine in punti strategici della
città: porto, aeroporto, stazione centrale, fiera, centri commerciali. Congestione in centro, no grazie? Come
non pensare allora aipark & ride, i parcheggi di scambio che dallo scorso dicembre sono saliti a 4: a quello
del Lungomare Vittorio Veneto (servito dalla navetta A), Pane e Pomodoro (Navetta B) e Largo 2 Giugno
(Navetta C), si è aggiunto quello più ambizioso: il collegamento tra Policlinico a piazza Moro, che può
ospitare fino a 2.500 auto, facilitando i collegamenti tra ospedale e centro cittadino ma soprattutto
consentendo agli automobilisti che entrano in città dagli ingressi Picone, Poggiofranco e Asse Nord – Sud,
di raggiungere il centro con una scelta ecologica.
Dopo l’impianto di ricarica per auto elettriche inaugurato a gennaio scorso nei pressi del Petruzzelli, sono attive altre 23 colonnine in punti strategici di Bari
Mobilità sostenibile: il caso di
Andria
Spettacoli, concerti e performance negli autobus di Andria per promuovere l’utilizzo di mezzi alternativi di
spostamento
di G raz iana Lamesta pubblicato il 14 o t tob re 2013
E’ possibile limitare l’attenzione
sulla mobilità sostenibile in una sola
settimana? E’ possibile fermare il
flusso dei veicoli non ecologici in
un mese? E’ possibile contenere in
pochi giorni lo smog prodotto in
un anno? A tutte queste domande
l’unica risposta plausibile è “passare
ai fatti”. Ogni essere umano, nella
propria quotidianità, può assumere
comportamenti responsabili che
possano trasformare ogni singolo
secondo in un’azione sostenibile nei
confronti di se stesso e
dell’ambientecircostante.
Un bell’esempio - Cittadinanza
più sensibile e interessata a uno
spostamento urbano alternativo:
questo il risultato concreto della
campagna di promozione nel
Comune di Andria (BT), svoltasi in
occasione dellaSettimana Europea
della Mobilità Sostenibile -
promossa dalla Commissione
Europea, la cui edizione 2013 si è
svolta dal 16 al 22 settembre –
che negli anni è diventata un
appuntamento internazionale per sensibilizzare i cittadini all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto
privata per gli spostamenti quotidiani. Un esempio di quanto determinate forme di sensibilizzazione sono
non soltanto efficienti, ma soprattutto efficaci. «In seguito alle iniziative di promozione rientranti nel
programma della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile – dichiara Vincenzo Rutigliano, Capo
Numerose le iniziative varate ad Andria per la Settimana Europea della Mobilità sostenibile
Ufficio Stampa del Comune di Andria – l’ASA s.c.r.l Autolinee Servizi Andriesi ha registrato un notevole
incremento in termini di interesse
da parte dei cittadini nei
confronti del servizio pubblico
urbano.
Nei giorni scorsi – prosegue
Rutigliano – la giunta ha anche
approvato il servizio dibike
sharing che verrà messo
gratuitamente a disposizione di
200 studenti, incentivando così
l’utilizzo della bici tra i più
giovani». Gli spostamenti
effettuati a piedi, in bicicletta o
con mezzi pubblici, infatti,
rappresentano modalità di
trasporto sostenibile che, oltre a
ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’inquinamento acustico e la congestione, possono giocare un ruolo
importante per il benessere fisico e mentale di tutti.
Green style made in Andria – Numerose sono
gli Enti locali che hanno aderito all’iniziativa
proponendo eventi in perfettogreen style. La città di
Andria (BT), oltre a supportare l’iniziativa,
ha offerto alla sua cittadinanza eventi
multidisciplinari con lo scopo di elaborare anche
creativamente una strategia a vantaggio della
diminuzione del traffico stradale. Con il patrocinio
degli Assessorati ai Trasporti e alla Mobilità, alle
Politiche ambientali e alle Politiche giovanili,
l’amministrazione andriese ha messo in campo una
carrellata di eventi alternativi e singolari curati
da Forum Città dei Giovani.Raggiungere i luoghi
di una città in autobus può risultare noioso.
Durante la European Mobility Week, invece, proprio
gli autobus di linea sono diventati palcoscenico di
concerti, performance teatrali, rappresentazioni
per bambini e djset. Numerosi i progetti, quali
PiediBus (nelle scuole), i dipendenti pubblici senza
auto (uffici pubblici), Mostra del progetto di
Il Forum Città dei giovani ha curato una serie di eventi alternativi sugli autobus di Andria
Anche un concerto negli autobus di Andria
riqualificazione del canale Ciappetta-Camaggio a cura dell’architetto Maurizio Diaferia e tanti altri che hanno
mostrato il lato divertente della sostenibilità.
“Ecometrò”, in viaggio tra
bellezze ambientali e culturali
Le peculiarità del SAC (Sistema Ambientale e Culturale) di alcuni comuni del sud est barese
di P ie r lu ig i De Sant is pubblicato il 14 o tto b re 2013
Se è vero che la mobilità
sostenibile è una tematica ormai
presente in tutte le agende
programmatiche delle
amministrazioni comunali, nel sud
est barese alcuni comuni hanno
messo in rete e stanno realizzando
un progetto davvero interessante,
denominato “Ecometrò”, dove la
mobilità sostenibile ha stretto una
speciale alleanza con i beni
ambientali e culturali. Da questo
connubio nasce il SAC (Sistema
Ambientale e Culturale) “Mari tra le mura”, risultato primo nella graduatoria tra i 18 progetti pervenuti alla
Regione Puglia. L’iniziativa, che partirà dall’estate prossima, è stata intrapresa da Mola di Bari, Polignano a
mare, Rutigliano e Conversano, comune capofila, e darà la possibilità ai turisti di conoscere e visitare le
bellezze ambientali e culturali a bordo di veicoli rigorosamente ecologici, come biciclette, risciò a pedali ed a
traino, barca e snorkeling. «E’ un progetto – ha commentato Giuseppe Lovascio, sindaco di Conversano –
che parte dalla tutela e valorizzazione del territorio. Crediamo molto in questo territorio e nelle sue
potenzialità ancora inespresse».
Conversano on the road - L’idea contenuta nel SAC è l’offerta di servizi che fossero perfettamente
integrati nell’ambiente e dessero la possibilità a tutti di vivere il territorio. E per farlo, bisogna spostarsi in
modo sostenibile. L’amministrazione comunale conversanese, del resto, aveva iniziato a lavorare in questa
direzione dotandosi di una pista ciclabile in pieno centro. Nelle scuole elementari, inoltre, sono stati
promossi progetti di mobilità sostenibile ed una campagna di sensibilizzazione che prevedeva l’erogazione di
un contributo alle famiglie che acquistavano una bicicletta. «E’ nostra intenzione – continua Lovascio -
ampliare la pista ciclabile estendendola nelle periferie, continuare l’iniziativa di sensibilizzazione all’acquisto
di una bicicletta e proseguire con iniziative di sensibilizzazione nelle scuole».
Sono dieci i percorsi previsti e percorribili anche con biciclette noleggiabili attraverso una card personalizzata con codice a barre e gestita da un software che contiene i dati del servizio richiesto
Un colore per ogni bici, un
colore per ogni città – Il
finanziamento europeo
complessivo ammonta a
1,9milioni di euro. Per
intraprendere un meraviglioso
viaggio tra le bellezze di
questo territorio, dunque, sarà
sufficiente noleggiare, per
esempio, una bicicletta
attraverso una card
personalizzata con codice a
barre e gestita da un software
che contiene i dati del servizio
richiesto che sarà consegnata
dagli operatori degli
EcoinfoPoint. Il mezzo potrà
essere prelevato da una stazione dell’Ecometrò ed essere depositata presso un’altra stazione entro le 24 ore.
Saranno possibili servizi giornalieri ed abbonamenti settimanali e mensili. Le biciclette in dotazione a
ciascun comune saranno contrassegnate, oltre che da un numero progressivo, anche da differenti colori (a
Conversano sono rosse, a Mola di Bari gialle, a Polignano a Mare blu e Rutigliano verde). Tale contrassegno
servirà alla raccolta delle biciclette depositate presso una stazione diversa da quella di prelievo che sarà
effettuata attraverso il servizio navetta ad ogni corsa.
La card abiliterà i visitatori anche all’utilizzo del servizio navetta che potrà essere intercettata presso gli
EcoinfoPoint oppure i NetPoint dislocati lungo i percorsi delle linee con punto SOS. Il noleggio dei risciò a
pedali sarà possibile solo per le tratte urbane delle singole linee dell’Ecometrò dove è stato effettuato il
prelievo. In fase di completamento dell’iniziativa saranno predisposti i servizi di escursione a cavallo, risciò a
traino, barca e snorkeling, per i quali sarà previsto un costo orario di escursione.
Dopo aver scelto il mezzo con cui viaggiare, quindi, si potrà decidere il percorso tra diversi itinerari. Agli
amanti dei beni storico-architettonici, per esempio, si suggerisce la linea arancione che include alcune mete
già affermate ed altre poco conosciute, tra le quali Torre Normanna e Palazzo San Domenico a Rutigliano;
Palazzo Roberti, Castello Angioino e Teatro Van Westerhout a Mola di Bari; Torre San Vito e Torre Incina
a Polignano a Mare; Torre di Castiglione, Castello Aragonese e Teatro Seminario vescovile a Conversano.
La linea viola, invece, propone un itinerario che interessa i luoghi storici della fede del territorio, come il
Convento di Santa Maria dell’Isola, le chiesette rurali e la chiesa di Santa Caterina a Conversano; l’Abbazia
di San Vito e la chiesa dell’Assunta a Polignano a Mare; la Chiesa Madre e la Chiesa di San Giovanni a Mola
di Bari; la Chiesa dell’Annunziata e la Chiesa Madre a Rutigliano, oltre a singolari cappelle rurali sparse nel
territorio di Conversano.
Il progetto “Mari tra le Mura” consta di due interventi: “Contemporaneamente” ed “Ecometrò”
Se a qualcuno è venuta fame è meglio “imboccare” la linea gialla, ovvero l’itinerario dell’enogastronomia ed
artigianato tra masserie didattiche ed agrituristiche, aziende artigiane e l’ecomuseo del Poggio. Ci si può
immergere, a questo punto, tra le bellezze della natura e dell’ambiente del territorio attraverso la linea verde,
quella che decisamente si avvicina di più al concetto di turismo sostenibile. Ebbene, spostandosi a piedi o in
bicicletta, è possibile seguire i bianchi tratturi, antichi sentieri utilizzati in passato dalla popolazione
contadina, oppure scoprire la Riserva naturale dei Laghi di Conversano e della Gravina di Monsignore, il
Vallone Guidotti a Rutigliano, il sistema di grotte lungo la costa di Polignano a Mare e Mola di Bari, le
diverse incisioni carsiche del territorio, le lame che i calcari murgiani.
Un’esplorazione nel mondo dell’arte, in particolare tra le residenze artistiche, è possibile con la linea azzurra.
Si può anche proseguire con la linea marrone dedicata ai musei ed alle aree archeologiche che incrocia
diverse fasi della storia e tradizione locale conservate nel museo dell’Emigrazione di Rutigliano. Per entrare
in contatto con l’arte contemporanea bisogna andare al Museo “Pino Pascali” di Polignano a Mare oppure
alla Pinacoteca “P. Finoglio” di Conversano. L’artigianati tipico, invece trova la sua collocazione nel Museo
civico della Terracotta “Divella” di Rutigliano. Se è vero poi che i beni culturali ed ambientali devono essere
fruibili da parte di tutti, la linea bianca è il circuito dei luoghi, monumenti ed ambienti totalmente accessibili
e con servizi per i disabili. Per coloro che volessero ancora godere del panorama possono fruire delle linee
blu e rossa. Un servizio navetta denominato InterCityBus compirà un tragitto di 58 chilometri su strade
provinciali.
Il Movimento 5 selle va a scuola
di mobilità sostenibile
Il progetto dell’istituto Galilei Costa di Lecce, tra strategie comunicative e promozione della bicicletta
di Fu lv io D i G iuseppe pubblicato il 14 o tto b re 2013
Scrivendo “Movimento cinque
selle” su Google, il motore di
ricerca – ritenendolo un errore di
digitazione – suggerisce di
aggiungerci una “t”. Non immagina
che dietro quel finto refuso ci sia
una vera strategia comunicativa. Da
fare invidia a quella di Beppe
Grillo. Perché gli studenti
dellaGalilei Costa di Lecce con
l’ex comico e ora leader politico
c’entrano poco e nulla, ma qualcosa – al Grillo comunicatore – hanno saputo rubare. E così come accade
per i grillini che meno vanno in tv e più se ne parla, altrettanto hanno fatto gli allievi della 2a B dell’istituto:
incuriosire, facendo sponda sulla popolarità del movimento 5 stelle.
“Selle” batte “Stelle” 5 a 0 – Ottenuta la visibilità e l’attenzione mediatica necessaria, i ragazzi hanno
potuto dare sfogo (e sfoggio) alle loro idee, che fanno rima con bicicletta e mobilità sostenibile. Il tutto,
come Grillo, attraverso una piattaforma online ma con proposte capaci di scendere per strada. In questo
caso, su due ruote. Perché dal novembre dello scorso anno i ragazzi stanno lavorando per promuovere e
sensibilizzare sull’utilizzo della bicicletta, grazie ai percorsi extra-curriculari della scuola. Negli anni
precedenti si erano
occupati di altre tematiche
come ad esempio la dieta
mediterranea, ma stavolta
hanno preferito trattare
un tema di rilevanza
locale. Lu sole, lu mare, lu ientu si dice del Salento. E sole e mare, oltre alla grandezza limitata della città e il
suo essere pianeggiante, sono elementi che fanno di Lecce una delle città ideali per muoversi in bicicletta.
Lecce a due ruote (ma non solo) – Proprio partendo da questa convinzione, gli studenti si sono orientati
sulla promozione della ciclabilità. Iniziando in maniera fredda ma lasciandosi trasportare poi dalla popolarità
acquisita in poco tempo. «In avvio gli studenti si sono interessati ma erano un po’ distaccati – ammette uno
dei referenti, il professor Daniele Manni – ma poi, appena stampa e siti internet, comprese associazioni
I ragazzi del “Costa-Galilei” di Lecce presentano il logo del “Movimento 5 selle”
“Mese tuttinsella” vuole accendere i riflettori nazionali a maggio e a settembre, sul tema della mobilità sostenibile e sull’incentivazione dell’uso della bicicletta in città
nazionali come la Fiab e anche il sindaco Perrone hanno cominciato a parlare di noi, è scattato qualcosa: i
ragazzi hanno capito che il loro impegno poteva avere degli effetti concreti».
Il portale “5 selle” – Visibilità, ma anche molta concretezza. Perché il portale, in pochi mesi è diventato un
riferimento per raccogliere le iniziative dedicate alla bici in tutta Italia. Una sorta di crono programma delle
iniziative ribattezzata il “Mese Tuttinsella“, che – spiegano i ragazzi sul sito – vuole accendere i riflettori
nazionali due volte l’anno, a maggio e a settembre, sul tema della mobilità sostenibile e sull’incentivazione
dell’uso della bicicletta in città. L’obiettivo è quello di diffondere e promuovere una grande quantità di
eventi, iniziative e progetti realizzati dalle associazioni e dai comuni in tutta l’Italia. Per ora non sono riusciti
a realizzare iniziative loro, ma ora –
assicurano – i ragazzi vogliono
creare un evento Cinque selle entro
il prossimo anno
Quante selle merita la tua città? –
Iniziative e manifestazioni e anche
una sorta di classifica delle città in
base alla qualità dei servizi offerti.
Una valutazione in stelle, come
succede per gli alberghi? Certo che
no: in selle. Nasce così il “Quante
selle merita la tua città?’, per offrire
uno spaccato della situazione
attuale dei comuni italiani,
classificandoli da 1 a 5 selle in base
allo stato della mobilità sostenibile. Per ora Ferrara e Ravenna si sono aggiudicate quattro stelle. A nessuno il
massimo dei voti, pardon, delle selle, perché “c’è sempre margine di miglioramento”.
Alla Galilei Costa non si sono posti obiettivi, ma un auspicio (locale) ce l’hanno sin da subito. “Fare in
modo che a Lecce le corsie preferenziali attualmente dedicate solo a bus e filobus siano messe a
disposizione anche delle biciclette”. Un provvedimento a costo zero e che non comporta lavori strutturali.
Per permettere a Lecce di acquisire qualche stella. E qualche sella…
Il sogno nel cassetto del Movimento 5 selle: fare in modo che a Lecce le corsie preferenziali attualmente dedicate solo a bus e filobus siano messe a disposizione anche delle biciclette (foto Fiab onlus)
“Transumanza postmoderna”: quando
il passato è sinonimo di
innovazione
Il volto magico della mobilità sostenibile in un parco naturale pugliese
di G raz iana Lamesta pubblicato il 14 o t tob re 2013
Quando si parla di mobilità
sostenibile il pensiero corre lungo strade
colme di autoveicoli e motocicli elettrici
e di biciclette. E se a tutti questi mezzi
che permettono all’uomo di spostarsi
senza inquinare l’ambiente
aggiungessimo l’asino o il cavallo, i più
antichi strumenti che siano mai stati
usati per la mobilità? Viviamo in
un’epoca in cui al concetto di mobilità
sostenibile è necessario unire quello di
“transumanza postmoderna“, in
modo da ridurre la crescente domanda
di mobilità in luoghi che, per loro
stessa natura, richiedono tutela e
salvaguardia maggiori.
Asinelli “slow” – Esistono realtà in
Puglia che hanno avviato azioni di
valorizzazione delle risorse
convenzionali e non, e scelto
mezzi altri per dare supporto al
turismo sostenibile. Un caso
esemplare è Il Parco Naturale
Selva Reale, azienda agrituristica
caratterizzata da un bosco di
vegetazione mediterranea,
collocata nel cuore del Parco
Nazionale dell’Alta Murgia in
agro Ruvo di Puglia (BA).
All’ombra di roverelle, fragni,
lecci e conifere, molti esemplari
Il carretto magico accompagna i bambini nel bosco in compagnia di personaggi della fantasia
Grazie al suo fisico e alle caratteristiche, l’asino è adatto a mettere in contatto piacevolmente i più piccoli con la natura
caratteristici del territorio – come asini, pony, cinghiali – e altri non tipici ma che ben si adattano al clima
della zona – quali daini, cervi, e tanti altri – hanno spazi ampi e sicuri dove poter mangiare, riprodursi e
godere delle attenzioni dei visitatori. Divenuto punto di riferimento di bambini e famiglie – grazie alle
innumerevoli attività culturali ideate per avvicinare i più piccoli al bosco -, da circa un anno il Parco Naturale
Selva Reale ha avviato il progetto “Asinobus e il Bivacco Magico” che prevede per i bambini la possibilità
di esplorare i sentieri del bosco a dorso dell’asino e in compagnia dei personaggi fantastici che da sempre
abitano la fantasia e l’immaginazione dei più piccoli.
Idea di fondo del progetto è permettere ai visitatori di
vivere le meraviglie territoriali utilizzando lo splendido
esemplare, che, grazie alla sua fisicità e alle sue
caratteristiche caratteriali (taglia ridotta, pazienza,
morbidezza al tatto, lentezza di movimento e tendenza ad
andature monotone), è il più adatto per stabilire un
legame più diretto con la natura.
Riscoprire i percorsi naturali - Ad oggi sono ancora
poche le realtà che considerano l’asino come mezzo anche
per brevi trasporti che trasformano il cammino lungo i
sentieri del bosco in un autentico viaggio multisensoriale.
Molte sono, invece, le possibilità di sviluppo
di progetti atti a sensibilizzare la cittadinanza all’uso
consapevole dei mezzi inquinanti, preferendo quelli
ecologici. Per i più romantici e nostalgici, il Parco
Naturale Selva Reale mette a disposizione un vecchio
carretto, restaurato da abili esperte artigiane, trainato da
un cavallo di razza murgese caratteristico della zona. Gli
amanti della tecnologia a basso impatto ambientale
possono, invece, utilizzare un pulmino elettrico che
conduce i visitatori sia nei meandri più nascosti del bosco sia nei vari punti di ristoro presenti in loco.
Dicono che alla fermata del pulmino ci siano tanti asinelli… noi li preferiamo!
Il pulmino elettrico è uno dei mezzi sostenibili che attraversa il Parco Naturale Selva Reale (Ruvo di Puglia )
Mobilità sostenibile a Milano: un
progetto ambizioso
Il Comune di Milano con il Piano Urbano Mobilità Sostenibile ha previsto una ampia serie di interventi
diversificati che stanno già dando i loro frutti
di N ico le t ta Mo rab ito pubblicato il 14 o tto b re 2013
Una città grande come Milanopresenta un quadro “mobilità” molto complesso; i numeri riportati nel Piano
UrbanoMobilità Sostenibile (PUMS)
parlano chiaro, i problemi da
risolvere sono tanti. L’area
metropolitana che comprende la
città e i paesi confinanti conta 3,3
milioni di abitanti e una parte di
questi, 850.000 per la precisione,
ogni giorno entrano in città con
circa400.000 auto. A Milano ci
sono 58 auto ogni 100 abitanti (29
a Berlino, 25 a Parigi). Gli interventi
del Comune sono indirizzati su più
fronti: migliorare il servizio dei
mezzi pubblici, incrementare le piste
ciclabili e facilitare il traffico in bici, aumentare le zone pedonali e le zone a traffico lento (Zone 30),
stimolare l’uso del car sharing, costruzione delle nuove infrastrutture al 100% accessibili, sviluppare la
mobilità elettrica. Gli interventi già attuati finora hanno dato buoni frutti: il traffico è diminuito (-
30,7%), si sono ridotti gli incidenti stradali (-23,8%), è aumentata l’area di suolo pubblico liberato dalla sosta
delle auto ( +10%), i mezzi pubblici sono più veloci e puntuali (+7,4% i bus, +4,3% i tram).
BikeMI - Il successo più visibile a Milano è il servizio BikeMi che mette a disposizione dei cittadini
ben3.260 biciclette in
affitto distribuite in 184 stazioni; in
programma altre 35 postazioni.
Attualmente gli abbonati sono 21,822, i
percorsi coprono 151 Km e ad oggi si
contano mediamente più di 9.000
prelievi al giorno.
GuidaMI - Il car sharing organizzato
da ATM (Azienda Tramviaria
Milanese) dà la libertà di avere a
disposizione una vasta gamma di
BikeMi mette a disposizione dei milanesi 3.260 biciclette in affitto distribuite in 184 stazioni
Nel noleggio di un’auto GuidaMi sono inclusi carburante, assistenza stradale h24, assicurazione Kasko e PAI (Personal Accident Insurance), copertura furto e incendio, tagliandi, manutenzione e pulizia
veicoli, utilizzabili in qualsiasi momento anche solo per un’ora. Permette di pagare l’uso effettivo della
vettura, senza i costi fissi di manutenzione, rifornimento, tasse e assicurazione legati a un’auto di
proprietà. Nel noleggio di un’auto
GuidaMi sono inclusi carburante,
assistenza stradale h24, assicurazione
Kasko e PAI (Personal Accident
Insurance), copertura furto e
incendio, tagliandi, manutenzione e
pulizia. Dell’auto che si sceglie si paga
solo il tempo in cui la si usa e i
chilometri percorsi. Si può viaggiare in
tutta Italia, in Svizzera e nei paesi UE.
A Milano si può accedere alle corsie
preferenziali e alle Zone a Traffico
Limitato, l’Area C e il parcheggio sulle
strisce blu Sosta Milano sono gratuiti
ed è anche consentito il parcheggio
sulle strisce gialle per residenti.
Le vetture sono a disposizione24 ore su 24, ogni giornodell’anno in parcheggi distribuiti capillarmente sul
territorio della città di Milano e nelle zone limitrofe.
Car2Go - Nello spirito del principio di libera concorrenza, il Comune di Milano ha aperto anche a servizi
privati e da poco esiste il Car2Go, che propone l’affitto di auto marca Smart, per spostamenti veloci in
città. Disponibili 450 auto in tutta Milano; agli abbonati viene consegnata una scheda elettronica per aprire
le auto e pagare l’utilizzo effettivo che costa 0,29 € al minuto, cioè 14,90 € all’ora, sicuramente meno di un
taxi. Non serve prenotazione, sul sito nella cartina di Milano sono segnalate le auto disponibili e la loro
ubicazione; si va a recuperare quella più vicina, la si usa e poi la si lascia in qualsiasi spazio sosta della città,
individuato dalle strisce blu o gialle.
Car2Go propone l’affitto di 550 Smart al prezzo di 14,90 € all’ora
Il minimetrò di Perugia: un’opera
unica in Italia
Non inquina. Seimila persone l’ora nei due sensi, carrozze dotate di ruote gommate che correno su delle travi
di acciaio che non sono binari e trainati da una fune di acciaio ma non è una funivia. Ce ne parla la collega
Cinzia Ficco, blogger barese trapiantata a Perugia
di C inz ia F icco pubblicato il 14 o t tob re 2013
Orgoglioso del suo gioiellino, che tante polemiche
ha scatenato nella sua città e che, al contrario,
vorrebbero copiare a Pisa,
Gianni Drisaldi, nato a Perugia nel ’51,
ingegnere esperto di impiantistica elettrica, ne è
convinto: “L’impianto di minimetrò nel
capoluogo umbro è davvero un’opera
straordinaria. Sono ingegnere e la mia natura
tecnica mi porta a vedere con particolare occhio
un’opera che ha un contenuto tecnologico di
natura meccanica, strutturale ed impiantistica di
livello eccellente. Ve ne spiegherò i motivi”.
Intanto cos’è un minimetrò?
Un’infrastruttura destinata al trasporto delle persone, ideata al termine degli anni ’90, iniziata nel 2002 e
completata nel gennaio 2008. È costata circa cento milioni di euro, è stata finanziata per il 60% dai ministeri
dei Trasporti e dell’Ambiente e per il restante 40%, per la quasi totalità, da soggetti privati: Leitner (impresa
esecutrice delle opere impiantistiche, destinate alla movimentazione), Umbria Domani S.c.a r.l. (un
raggruppamento di imprese locali che ha realizzato tutte le opere civili), SIPA S.p.A. e Umbria Mobilità
(all’epoca A.P.M. e cioè l’azienda che gestisce i trasporti in Umbria).
Cosa ha di particolare?
È un’infrastruttura destinata altrasporto pubblico in una tratta lunga circa 3 km, attraverso mezzi (che
possono arrivare ad un massimo di 25) in grado di contenere cinquanta persone ciascuno, dotati diruote
gommate correnti su delle travi di acciaio e trainati da una fune di acciaio, cui gli stessi mezzi sono
agganciati. Questo sistema rientra fra quelli definiti con la sigla APM (Automatic People Mover). Presenta
alcune particolarità.
Gianni Drisaldi
Tipo?
I mezzi non sono dotati di motore.
In questo si differenziano sia dalle
metropolitane, in quanto trainati
dalla fune di acciaio, sia dalle
funivie, perché i mezzi corrono
attraverso le ruote su delle travi di
acciaio che fungono da veri e propri
binari.
Che impatto ha sull’ambiente?
Il sistema ha un basso
inquinamento. Quindi
è ecosostenibile, perché la trazione non è affidata a motori endotermici o elettrici presenti nei mezzi, ma
ad un argano principale, alimentato elettricamente, che permette il movimento della fune, regolandone la
velocità in base alle necessità.
Un’altra particolarità?
Gestione e comando di tutta l’infrastruttura sono
concentrati in un locale (Centro di controllo), che
si trova nella stazione principale. Tutte le stazioni
sonocompletamente automatiche, nel senso
che i mezzi frenano, si fermano, aprono e
chiudono le porte di accesso e ripartono in modo
del tutto autonomo secondo cicli programmati.
Tutto sotto la supervisione degli operatori che
sono presenti nel locale di controllo.
Quanto è sicura la struttura?
Per garantire la massima sicurezza agli utenti tutti gli spazi sono controllati attraverso un sistema
di telecamere e videoregistratori, in grado di monitorare per 24 ore tutte le aree e gli spazi accessibili al
pubblico. In altri termini l’utente è sempre osservato dalle telecamere, la cui immagine è riportata in un
banco regia nel locale di controllo. Il tutto è integrato da un sistema di chiamata del tipo “parla-ascolta”, per
cui l’utente può colloquiare con gli addetti, posti nel locale di controllo da ogni stazione e da ogni mezzo,
tramite dei citofoni sistemati su postazioni ben segnalate. Ci sono anche sistemi di rilevazione di incendio,
Un tratto del percorso
La stazione
protezione contro il furto e lo scasso, sempre collegate al servizio di controllo. È possibile rilevare incendi
anche nella galleria naturale (lunga circa 1 km) con estrema precisione.
Quante persone può trasportare?
Tremila persone ogni ora per ciascuna
delle due direzioni. La struttura collega la
zona degli impianti sportivi (Pian di
Massiano) con il centro storico della città
attraverso un percorso, che si snoda per
circa 2/3 chilometri in superficie e per il
restante spazio sotto terra all’interno di una
galleria. Fra la stazione di valle e quella di
monte sono previste cinque fermate
intermedie, che permettono l’ingresso e
l’uscita dei passeggeri attraverso dei varchi
apribili attraverso la lettura di un biglietto magnetico. La lettura del biglietto, l’apertura e la chiusura dei
varchi, la fermata e la ripartenza dei mezzi è tutta completamente automatizzata e la presenza dei varchi
all’ingresso di ogni stazione regola il flusso del pubblico in modo che non si creino code nella banchina di
accesso ai mezzi.
È veloce?
La velocità del trasporto è regolabile, da un minimo di 0,5 m/sec ad un massimo di 7 m/sec, in genere.
Poiché questa ha diretta influenza sui consumi di energia elettrica, durante le ore di maggior afflusso di
utenti la velocità viene tenuta al massimo, nelle fasi in cui l’affollamento è ridotto, si scende a valori intorno
a 4 m/sec. La velocità minima di 0,5 m/sec è prevista solo in casi di emergenza. In assenza di alimentazione
dalla rete elettrica ENEL il sistema prevede il ritorno in stazione dei mezzi a velocità ridotta per consentire
il deflusso del pubblico.
Si prevede di servire altre zone della
città?
Per il momento, no. Sottolineo che presso
la stazione di valle (Pian di Massiano) è
presente un ampio parcheggio che ha una
capacità di circa tremilacinquecento auto
oltre ad un elevato numero di autobus, che
permettono di fruire meglio di questo
servizio. Lungo il percorso c’è un
collegamento diretto alle Ferrovie dello
Stato e ci sono connessioni dirette con dei
percorsi meccanizzati (scale mobili ed
Può trasportare sino a 3mila persone l’ora
La vettura alla stazione Cortonese
ascensore inclinato), che collegano il centro storico con la stazione di monte (Pincetto) e la stazione
intermedia della Cupa.
Ci spieghi come si alimenta il minimerò
Poiché è necessario avere l’energia elettrica lungo le sette stazioni presenti nel percorso, tutta la struttura è
alimentata da una rete elettrica ad anello, che riceve l’energia elettrica dall’ENEL in un punto (Stazione di
Fontivegge) e quella di emergenza dai gruppi elettrogeni in un altro (Pian di Massiano). Dalla rete interna
ad anello, l’energia elettrica a 20mila Volt (Media Tensione) viene distribuita a tutte le stazioni, ciascuna
dotata di due trasformatori (sempre uno di riserva all’altro), che riducono la tensione ai valori necessari
al funzionamento dei vari apparati. L’assorbimento massimo del sistema sfiora gli 800 KW alla velocità
di trasporto più elevata.
Il suo contributo di preciso qual è stato?
Ho redatto due progetti, il primo relativo a tutta la rete elettrica, il secondo, destinato agli impianti elettrici e
di controllo delle parti civili (illuminazione, Forza Motrice, allarmi incendio, antintrusione,
telecomunicazione ecc.), cioè di tutto ciò che è non direttamente connesso al movimento del sistema.
È stato un lavoro complesso?
Beh, sì. Non esistevano installazioni simili da studiare ed analizzare. È stato il primo sistema di trasporto di
persone con queste caratteristiche. Quindi nessuna normativa tecnica. Non solo. La potenza elettrica
necessaria per il funzionamento del sistema è molto elevata. Ho progettato una rete elettrica in Media
Tensione (20mila Volt) e ho cercato di tenere separati i punti di immissione dell’energia elettrica e quelli di
concentrazione degli utenti. Un lavoraccio.
Dunque, un sistema unico in Italia.
Sistemi dotati come questo di cinque stazioni intermedie tutte automatizzate, non ce ne sono. Forse ne
stanno costruendo uno simile a Pisa.
Tante, comunque, sono state le polemiche sulla realizzazione di questa opera, sollevate
dall’inquinamento acustico. E poi ci sono gli alti costi di manutenzione.
Le polemiche? Non spetta a me farle e recepirle, anche perché nel nostro Paese capita speso che si facciano
per qualunque cosa. Soprattutto quando in mezzo c’è la politica
Ne è valsa la pena? Ritorni per il Comune?
Se l’Amministrazione comunale riuscirà a reperire dei fondi per finanziare la realizzazione di collegamenti
del sistema con strutture tipo l’Ospedale, il numero dei passeggeri non potrà che accrescere sensibilmente.
Roma, spesa a zero emissioni con
il progetto E- Commerce ZEV
Il veicolo elettrico Renault Kangoo Z.E. protagonista del progetto sperimentale di commercio elettronico con
consegne a zero emissioni nel quartiere di Roma Eur
di redaz io ne pubblicato il 14 o t to b re 2013
Renault partecipa, con il proprio
veicolo commerciale ad
alimentazione 100% elettrica a zero
emissioniKangoo Z.E. a E-
commerce ZEV, il progetto
sperimentale di logistica sostenibile
sviluppato da Roma
Capitale(Agenzia Roma Servizi
per la Mobilità), che darà la
possibilità ai dipendenti di alcune
aziende del quartiere Eur di
accedere ad una piattaforma di e-
commerce per gli acquisti della
spesa alimentare. Grazie al Renault
Kangoo Z.E., la spesa verrà
successivamente consegnata presso
l’azienda stessa del cliente, nel pieno rispetto dell’ambiente, senza emissioni inquinanti.
Il progetto, appena presentato, si propone di sperimentare per un periodo di tre mesi funzionali servizi di e-
commerce abbinati a formule di mobilità sostenibile. Partner del progetto, oltre a Renault, la Ipercoop del
centro commerciale Euroma2 con la piattaforma di e-commerce per la raccolta ordini, Enel con le
colonnine di ricarica pubblica installate per l’occasione presso il centro commerciale, e il vettore Consorzio
Consetra incaricato delle consegne. Le aziende coinvolte inizialmente da questo servizio sono Telecom
Italia, BNL, Eur spa e Agenzia della Mobilità.
Furgonetta 100% elettrica più venduta in Europa, insignita di diversi premi fra i quali International Van of
the Year 2012, Kangoo Z.E. ha da poco superato il traguardo dei 10.000 veicoli immatricolati. Pensato per
un trasporto delle merci in ambito urbano rispettoso dell’ambiente, Kangoo Z.E. è equipaggiato con una
motorizzazione elettrica da 44 kW, ed ha un’autonomia media di 170 km in ciclo NEDC, corrispondenti a
80-125 km in utilizzo reale, in relazione allo stile di guida e alle condizioni meteorologiche.
Kangoo Z.E. Renault all’opera nel progetto sperimentale di logistica sostenibile E-commerce ZEV, sviluppato da Roma Capitale