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DUE MARITI E UN MATRIMONIO2 A questa scoperta seguiva immediata una domanda a cui dovevo una...

Date post: 16-Feb-2019
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Roberto Marafante DUE MARITI E UN MATRIMONIO Ultima Versione Giugno 2011 Tutti i diritti riservati. Depositato alla SIAE
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Roberto Marafante

DUE MARITI E UN

MATRIMONIO

Ultima Versione Giugno 2011

Tutti i diritti riservati.

Depositato alla SIAE

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Personaggi in ordine alfabetico

Luisa

Gianna

Gisella

Mimì

Rodolfo

Voce di Abuba

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A Silviana e Cornelia fonti inesauribili

d’ispirazione

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PICCOLA PREFAZIONE Ho scoperto, mettendo a posto la mia soffitta, un piccolo quaderno di appunti scritto a mano, dove c’era , più o meno, l’inizio di questa commedia. Non saprei datare lo scritto ma è di molti, molti anni fa.

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A questa scoperta seguiva immediata una domanda a cui dovevo una risposta: perché non avevo portato a termine un testo lineare che poteva essere divertente e magari vendibile? Non ho trovato una risposta, ma due ipotesi di risposte: 1) Non sono un bravo scrittore e ci ho messo troppi anni per portare a termine una semplice commedia leggera. 2) Non è una commedia solo comica, ma un esercizio di stile che cerca di dare voce a una serie di significati nascosti. E’ evidente che preferisco prendere in considerazione la seconda ipotesi, visto che la prefazione, oltre la commedia, l’ho scritta io stesso. In realtà questa opera vuole essere più profonda di ciò che sembra e si colloca nel solco della tradizione classica della “commedia” nello stile anglosassone. La trama in realtà fonde due fatti realmente accaduti a due mie amiche proprio all’epoca di quegli appunti. Non era epoca di sbarchi clandestini, né a Roma giravano i famosi (oggi ex) “vu cumprà”, né l’espressione “globalizzazione“ era particolarmente diffusa. C’era quindi in quelle due storie realmente accadute una verità di tempi che stavano mutando. E infatti rileggendo quegli appunti ricordo che proprio gli sviluppi e i risvolti della trama non mi erano chiari, in una frase non sapevo dove “andare a parare”. Quindi sono dovuti passare quasi vent’anni e tanti cambiamenti, la conoscenza di tante donne (tra cui la mia compagna e mia figlia) , ma anche tanti uomini, crisi di rapporti, crisi di valori, incertezza del futuro e chi ne ha più ne metta per giungere ad una sintesi di quella trama così facile eppure emblematica della società moderna. Perché va messo in evidenza, ad una lettura più attenta, come abbia cercato in parte di togliere alla vicenda un eccessiva secolarizzazione e anche l’ambientazione, scarna ed essenziale, è sorta come una esigenza per togliere quotidianità alle tematiche. In realtà l’opera non contiene un solo argomento, ma è pervasa da vari temi che si intrecciano e si sovrappongono tanto che durante l’allestimento è stato difficile spiegare agli attori quale doveva essere l’obiettivo sul quale puntare e questo per un semplice motivo: non c’era un unico obiettivo. La riprova era la difficoltà di spiegare cosa si voleva dire con questo testo, mentre era semplicissimo (quasi all’americana) sintetizzare la trama. Il mio modello è stato certe commedie inglesi degli anni ’70 perfette nel meccanismo scenico, assolutamente comiche con battute fulminanti, ma che lasciano in bocca un retrogusto amaro, come aver ascoltato un dialogo

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assolutamente lineare del quale però si percepisce che i protagonisti avessero voluto dire qualcos’altro, come due spie che parlino in un codice.

La sintesi è forse in una battuta di Mimì:- Chi può pensare che fai un sogno a 5000 kilometri e te lo ritrovi trasformato in un incubo a casa tua

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ATTO PRIMO

IL SALOTTO DI CASA DI LUISA

Al tramonto. Un salotto dove troneggia un divano con due tavolini. Sui

due lati ci sono due porte: quella a destra conduce in cucina e alla porta

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d’ingresso, quella a sinistra conduce al bagno. Luisa e Gianna, vestite

eleganti entrano. Gianna si getta sul divano sfilandosi le scarpe.

GIANNA – Hai chiuso la porta?

LUISA – E’ sempre difettosa…Oddio che mal di piedi! [mette in ordine]

GIANNA – Dammi subito un bicchiere d’acqua… muoio di sete…

LUISA – Falla scorrere… sa un po’ di cloro…

GIANNA – Non ce l’hai quella frizzante?

LUISA – Io bevo l’acqua della comunità!

GIANNA – [uscendo per la cucina] Non voglio commentare!... Eravamo

tutte a parlare in piedi davanti a quel fantastico bar… Perché non ci

siamo sedute? C’erano i tavoli, gli ombrelloni…

LUISA – Non siamo riuscite a concentrarci per prendere i posti… Lo sai

come siamo noi donne.

GIANNA – [rientra bevendo] Come siamo?

LUISA – Perse…. Quando ci ritroviamo insieme a chiacchierare…

Bisogna puntare un tavolo come un cane da caccia. Così fanno gli

uomini.

GIANNA – “L’uomo è cacciatore”!! Si dice, no?

LUISA - Loro arrivano a sbatterti la porta in faccia per precipitarsi a

possedere l‘unico tavolo libero… Poi, appena seduti ti chiamano con un

sorriso: - Vieni amore…? - e tu annuisci e tamponi il sangue che ti

cola dal naso…

GIANNA – Perché sei sempre così polemica!

LUISA – Sono realistica. E’ chiaro che tu non sei riuscita neanche a

puntare una sedia.

GIANNA – Io fissavo…

LUISA – Il punto nero di quel Walker Texas Ranger, vestito di pelle.

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GIANNA – … Aveva un’ aria da studente un po’ perso… un po’ dark …

un po’ punk…

LUISA – Stai invecchiando. Quello era un tedesco ben piantato che

viaggia in moto. Era dark per lo scappamento dell’animale che tiene tra

le gambe.

GIANNA –Come hai fatto a vederglielo? Stava seduto!

LUISA – La moto, Luisa, parlo della moto. Della possibile Harley

Davidson a cui quell’essere deve stare a cavallo.

GIANNA – Ho capito, ho capito, non ti scaldare.

LUISA – Insomma tu guardavi lui e no la sedia.

GIANNA – Non ne potevo più di sentire tutte quelle lamentazioni sugli

uomini… E gli uomini qui e gli uomini lì… Lì, lì c’era un bel maschione

che ci avrebbe fatto un gran bene … se solo ci avesse notato.

LUISA - Ci ha notato.

GIANNA – Ah sì?

LUISA - Era impietrito

GIANNA – Non mi sembrava così attratto da noi.

LUISA - Impietrito nel senso che ha cercato di non dare segni di vita che

potessero essere fraintesi.

GIANNA – Sei sempre negativa.

LUISA - Ma come facevi a sperare di rimorchiarti un motociclista

tedesco, dopo quello che era successo… Ma hai capito cos’è successo?

GIANNA – E’ saltato un matrimonio prima del divorzio, e allora?… Senti

ho fame. Non hai per caso qualcosa per uno spuntino , tipo una fetta di

polpettone o delle patate con i wurstel?

LUISA – A casa mia non si mangia carne… La carne fa venire il cancro…

GIANNA - Basta, basta, basta… Zitta, zitta, zitta… Ho capito… Ho

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capito… dammi uno yogurt schifoso.

LUISA – E’ nel frigo.

GIANNA – Una banana?

LUISA – E’ appesa vicino la finestra.

GIANNA – Appesa?… Come un salame calabrese…?

LUISA – Così non si ammaccano.

GIANNA – Gli dai la sensazione di essere ancora sulla palma? [esce]

LUISA – Riempiti quella stupida bocca di cibo e taci. Dove può essere

finita la nostra amica?

Gianna rientra mangiando

GIANNA – E’ tutta la mattina che parliamo di lei… Sono stanca.

LUISA – Ma non capita tutti i giorni di andare a un matrimonio dove la

sposa non si presenta… e la sposa è la nostra più cara amica. Ti è

chiaro?

GIANNA - Nei film in genere è lui…

LUISA – Ultimamente è lei…

GIANNA – Ho preso anche una mela… se non ti dispiace.

LUISA – E lo Yogurt?

GIANNA – Ti secca se lo prendo più tardi? Faccio proprio fatica a

mandarlo giù!

LUISA - Lo yogurt non è una medicina, né io sono il tuo dottore. Fai

quello che ti pare.

GIANNA - Però tu sei un dottore.

LUISA – Sì’, e ti ho vietato di venire da me a visitarti.

GIUANNA – Va bene, non ti consulto… Volevo solo sapere se magari

della frutta secca poteva rendere più appetibile lo yogurt.

LUISA – Io ci metto la frutta fresca, ma quella già te la sei mangiata tutta.

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GIANNA – No guarda, di là c’è ancora un limone e una pigna…

LUISA – Una pigna?

GIANNA - Sì c’è una pigna… Non è forse un frutto?

LUISA – Sei insopportabile quando fai l’ironica.

GIANNA – Ironica?!… C’è una pigna nella fruttiera e la fruttiera è la tua.

Io farei l’ironica. La pigna è il frutto del pino… anche se poi sono

commestibili solo i pinoli…

LUISA – Non sopporto questo tuo modo di criticarmi…

GIANNA – Ma non ho detto niente.

LUISA – E’ il tono. Il tono! Tu vuoi sottolineare che quella pigna è la

prima di quelle che raccoglierò per dipingerle d’oro per il centro tavola

di Natale e che non voglia comprare quelle che staccano a posta,

perché penso che distruggano l’eco-ambiente…

GIANNA – Ho detto tutto questo?

LUISA - Volevi dirlo.

GIANNA – Ti giuro. Io non ho pensato niente. Ho detto solo la pigna è

un frutto.

LUISA - No, Gianna, la pigna è ciò che occupa la tua scatola cranica e

che io ti vorrei estirpare con una operazione.

GIANNA - E’ rivoltante quello che dici…

LUISA – Non vedi che stiamo continuamente divagando… Una parla

della morte della nonna e finiamo per raccontarci i paesaggi della

Patagonia… Cambiamo continuamente argomento… divaghiamo… è da

donne il discorso che stiamo facendo…

GIANNA - Ma siamo donne, Luisa!

LUISA - Certo, ma io voglio essere una persona non un simbolo utile a

mostrare come una parte del mondo è razzista, come una parte del

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mondo è sottomessa, come una parte del mondo è violentata… Cazzo

io respiro, non sono un manifesto.

GIANNA – Vedi come sei. Io ho detto solo: - Avrei un po’ di fame. - e

tu scateni un comizio veterofem….

LUISA - Non dire quella parola. Non la dire!

GIANNA - Non la dico.

LUISA – Tu mangi troppo! Alla tua età fa male.

GIANNA – Alla mia età?

LUISA – Per vivere a lungo bisogna essere secchi secchi secchi secchi…

GIANNA - Non sono poi così vecchia di dover pensare già come vivere

a lungo… Siamo tutte amiche più o meno della stessa età.

LUISA – Più o meno.

GIANNA – Ci siamo conosciute al corso di teatro… è normale quando si

diventa amiche che si pensi di avere tutte la stessa età.

LUISA - Al ribasso.

GIANNA – Al ribasso

LUISA -… ma che dobbiamo essere masochiste da fare la media e

prendere il massimo comun divisore invece che il minicomune

pubblico…

GIANNA – Pubblico!?

LUISA - Perché, ho detto pubblico?

GIANNA – Senti Luisa, tu sei sconvolta da questo matrimonio andato in

fumo…

LUISA – Era, per me, come una sorella.

GIANNA – Perché era?

LUISA – Sì. Certo. E’ come una sorella… spero!... Io ero anche la sua

testimone… In questo caso va bene “ero”, no?

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GIANNA - Bhè sì, finchè non si risposa.

LUISA - Posso ora testimoniare solo che lei non c’era…

GIANNA – Su, sdrammatizziamo. Avrà avuto i suoi buoni motivi.

LUISA – Non sopporto quando sdrammatizzi. Quali motivi? Rodolfo…

Rodolfo… quando lo trova più un uomo come Rodolfo?

GIANNA – In questo hai ragione: lei si chiamava Mimi, lui Rodolfo.

LUISA – Ma smettila, smettila con queste stupidaggini!

GIABNNA - Ma come dico, dico male.

LUISA - Sì. Perché non c’entra il nome… Era un uomo d’oro con un

lavoro d’oro: commercialista!… Capisci i commercialisti non risentono

della crisi… Quanto, dimmi quanto tempo ci vuole per trovarne un

altro? Perché quando Mimì si farà viva lui non correrà ai suoi piedi

implorando: - Ti prego sposami... Io posso cambiare, io posso essere un

altro se tu me lo chiedi! -

GIANNA - Meraviglioso!

LUISA - Ma non è così.

GIANNA- Lo so. Posso fumare?

LUISA – No… Perché poi una donna deve sposarsi per sentirsi

realizzata?

GIANNA - Tu l’hai già fatto il grande passo con Antonio e dopo quattro

anni ti sei separata.

LUISA - Ma è successo perché non potevamo avere bambini… Anzi, lui

non poteva avere bambini!… E non mi si dica che sono le donne a

essere sterili. Sono gli uomini… La società se la sono fatta a loro

immagine e somiglianza e ora li sta trasformando in esseri impotenti.

GIANNA - Luisa, io non ho aperto bocca…

LUISA - No, tu sembra che non apri la bocca, ma con quell’aria da

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psicologa, giudichi!

GIANNA – Ho solo la laurea da psicologa. Il mio lavoro è fare la

commessa in un negozio d’intimo… Non mi ricordo più neanche cosa

sia il complesso d’Edipo, ma capisco al volo se una donna porta la

seconda o la quarta.

LUISA – Parli così perché tu non ce l’hai questi problemi.

GIANNA – Senti, Luisa, mi sembra che la vita abbia detto meglio a te

che a me… sei un medico, ti piace e guadagni bene, ti sei sposata…

LUISA – Adesso magari m’invidi.

GIANNA – No.

LUISA - E allora perché hai cominciato questa tiritera?

GIANNA - Volevo solo dire che io ho accettato di essere quello che

sono… Anche nel senso peggiore e mi diverto.

LUISA - Con gli uomini?

GIANNA – Anche.

LUISA – Certo con quelle due… che ti ritrovi… e poi mangi… mangi…

GIANNA – Senti, ma non sarà questo tuo essere vegetariana che ti fa

tanto aggressiva? Lo sai che ho letto che chi non mangia carne…

LUISA – Non rispolverare i tuoi libri universitari.

GIANNA – Ma quali libri, era su “Donna, moderna”… E’ che, magari,

con gli uomini oggi bisogna essere più… come dire… orientali.

LUISA - Col burka?

GIANNA – Esageri sempre! Che dire? Magari più Russe… sai come sono

quelle dell’est?

LUISA – No, no no… Basta. Vattene… Adesso mi parli delle slovene,

delle ucraine, di come sanno coniugare il rossetto, le unghie laccate con

i panni stirati e i pavimenti puliti. Sempre vogliose, sempre pronte

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all’amplesso…

GIANNA – … Tu non sai quanti uomini vengono a comprare biancheria

intima costosissima per le loro compagne dell’est… Una, così racconta

lui, dopo che l’ha palpeggiata mentre stira, la manda a preparare la cena

e lui si mette a guardare il telegiornale …

LUISA – Una schiava!

GIANNA - … Lei, addirittura, sembra che prepari tutto sul vassoio e lo

porti in salotto dove lui sta guardando la tele… poi , seduta sulle gambe

di lui… lo imbocca e … fa su e giù…

LUISA – Che orrore.

GIANNA - Nessuno le costringe a farlo. E allora vogliamo parlare di

quanto piacciono i trans?

LUISA – E parliamo dei trans!

GIANNA - Tu ce ne hai due nel sottoscala. Dovresti averli presenti

bene…

LUISE – Se è per questo non sai cosa fa quella sudamericana…

GIANNA – Cosa fa?

LUISA – Non lo so, ma c’è la fila… è una stangona che possiede pure

quello… anche di un certo peso…

GIANNA – L’hai visto.

LUISA – No, me l’hanno detto. E sai anche che sento dire?... - E’ più

femmina delle slave! -

GIANNA - Ora esageri!

LUISA - No… A noi donne c’è qualcosa che sfugge… che non

capiamo…

GIANNA - Comunque se hanno il loro successo ci sarà un perché.

LUISA - Perché? Perché? Me lo chiedo sì. Perchè chi non è donna è più

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donna di chi è donna?

GIANNA – Come?

LUISA - Perchè chi non è donna è più donna di chi è donna?

GIANNA – La giornata è andata com’è andata… però dissertare su tutta

la problematica femminile per il solo motivo che Mimì non si è

presentata in Comune, mi sembra eccessivo…

[guarda l’orologio] Sono le tre!

LUISA – E allora? La giornata è andata.

GIANNA – Sì, ma il mio corpo chiede ancora cibo.

LUISA – Ti ho detto che c’è uno jugurt… Non ho fatto la spesa… D’altra

parte oggi ci doveva essere il rinfresco.

GIANNA – Povero ragazzo, lasciato lì, con la famiglia! E il ristorante con

tutti tavoli vuoti, da pagare?

LUISA - Così impara.

GIANNA – Ma cosa? Calmati…. Ce l’hai un po’ di Valium… i fiori di

Bach…

LUISA – Sì… di là nell’armadietto in cucina… c’è un prodotto,

Calmalin… è estratto da una pianta africana che deve la sua forza…

GIANNA – Non serve che mi racconti tutta la posologia. [esce] Se posso

usare la mia cultura psicoanalitica… potrei dire… che tu sei quella

lasciata dall’uomo… Mentre Mimì è quella che lo ha mollato sulle scale

del municipio… Questo è quello che avresti voluto fare tu e che non

hai fatto.

LUISA – Posso dirti:“Vaffanculo”?

Gianna grida

LUISA – Oh mio Dio, Gianna, non fare la drammatica! Ti ho detto solo

“Vaffanculo”!

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GIANNA – E’ fredda!

LUISA- Non ha importanza. E’ una medicina, non va bevuta calda come

una tisana.

GIANNA – [rientrando] Parlo di Mimì…

LUISA – Cosa c’entra? Hai aperto l’armadietto?

GIANNA – No, ho aperto il congelatore.

LUISA - Allora sei proprio scema.

GIANNA – Non volevo prendere lo Yogurt.

LUISA – Dovevi prendermi le mie gocce calmanti.

GIANNA – Ma mi era tornata la fame.

LUISA – E allora Mimì cosa c’entra?

GIANNA – E’ nel congelatore!

Luisa grida e scappa di là in cucina.

LUISA [ da fuori] Mimì! Mimì! Oddio! E’ congelata! Gianna! Vieni ad

aiutarmi… Presto…

GIANNA : Oh mio Dio! …Sì… Arrivo… [esce, poi F.S. ] Guarda Luisa…

è tutta bianca… Ha la brina sulle guance… Le labbra sono viola…

LUISA - [FS] Ma vuoi stare zitta, lo vedo. Aiutarmi a trascinarla in

salotto?

Rientrano trascinando il corpo di Mimì

GIANNA –Dovresti scongelarlo, è pieno di ghiaccio.

LUISA – Io ti strozzo!… Ma santo cielo... Come gli è venuto in mente?

GIANNA- Era l’unico posto veramente caldo della tua casa.

LUISA – Una parola è poca e due sono troppe! Prendi una coperta…

Gianna prende una coperta mentre Luisa friziona il corpo di Mimi’.

LUISA – Mimì… su, amore… svegliati…

GIANNA – Questa va bene?

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LUISA – Dai qua. Coprila e continua a frizionarla.

Gianna prende la coperta e ci avvolge Mimi’.

GIANNA – Che gelida manina…

LUISA --Non mi sembra il momento delle battute spiritose…

Luisa prende i suoi strumenti da medico.

GIANNA – Perché? Cosa ho detto? Come parlo sbaglio!?

LUISA – Hai citato la Boheme di Puccini… Che gelida manina…

GIANNA – No, ti giuro!

LUISA – Ma se l’hai appena detto.

GIANNA – Ho detto solo che gelida manina!

LUISA – Appunto!

GIANNA – Le tenevo la mano.

LUISA - Un corno!

GIANNA – Ma lo sai che certe volte sei insopportabile… Mimì? Come

mai… non apre gli occhi?

LUISA - Chissà da quanto tempo sta lì… sarà assiderata…

GIANNA – Almeno da 4 ore visto che il matrimonio era fissato alle 11…

Luisa osculta.

GIANNA – Il cuore batte?

LUISA – Un po’ rallentato… strano! Il freddo aumenta la pressione…

GIANNA – Allora è viva?

LUISA – Lo vedi o no che fa il fumo dalle narici?

GIANNA – Pensavo che fosse il vapore del corpo congelato… sai

quando prendi i surgelati…

LUISA – Smettila!

GIANNA – Come sta?

LUISA – Sembra tutto regolare! Mimì?... Mimì? [le da’ dei buffetti sulle

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guance]

GIANNA – Schiaffeggiala più forte!

LUISA – Ma cosa dici?

GIANNA – A volte faceva così il dottor House!

LUISA – Ma lascia perdere. Vai nel bagno e prendi il mio profumo!

GIANNA - Bella idea. Con quello si sveglia subito.

ESCE

LUISA – Che vuoi dire?

GIANNA – [FS] Che insomma … per me è un po’ nauseante…

LUISA – Perché non è griffato?... Me lo fa la mia erborista…Mimì…

Mimì... Su, tesoro, mi senti?… Mi senti?… Gianna , allora arrivi con

questo profumo?

GIANNA – Eccolo … eccolo…

LUISA – Ma cosa stavi facendo?

GIANNA – Ho visto quella crema depilatoria che hai… a base di piante

australiane… E’ efficace?

LUISA - Non l’ho ancora provata. Mimì… amore… dai…[ le mette la

bottiglietta di profumo sotto il naso]… odora…. È una crema fatta con

piante esotiche e rare…

GIANNA – Penso che sia efficace, se sono piante carnivore…

LUISA - Sì, le famose silk-epile della Nuova Zelanda… Mimì? Forza!

GIANNA - Luisa…

LUISA – Che c’è?

GIANNA - Questo profumo… mi fa vomitare… Oddio! [ conati]

LUISA - Gianna… non sul tappeto.

Gianna scappa al bagno dove si sente il rumore del rigettare.

LUISA – Allora? … Gianna, come va?

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GIANNA – S’è ripresa, Mimì?

LUISA – Non ancora… sembra che dorma.

GIANNA - Ma come fa a non reagire a quel profumo…

LUISA - Vieni ad aiutarmi. Dobbiamo farla alzare.

GIANNA [FS] – Torno solo se chiudi quella bottiglia di colonia.

LUISA - …Non sarebbe meglio avere venti sorelle, quattro madri, dieci

suocere, cinque nuore che ti fanno compagnia nel tuo viaggio verso la

vecchiaia che amiche come queste… Vieni, ho chiuso la bottiglia.

GIANNA - Buttala! Ma come fa un uomo ad avvicinarti. Sembri una

mucca che si è rotolata nella paglia marcita.

LUISA - Per favore non esagerare. Sono io che ho lasciato Antonio, non

lui me…

GIANNA – Sì, dopo tre anni chenon si avvicinava neanche di notte per

levarti gli occhiali se ti addormentavi con il libro in mano…

LUISA - Ma cosa vai straparlando?

GIANNA – Me l’hai raccontato tu.

LUISA – Io? Sarà accaduto una volta e come al solito avrai romanzato…

GIANNA - Non è vero, mi hai anche detto che per un periodo di tempo

hai creduto che di notte ci vedevi meglio che di giorno… e poi ti sei

accorta che era così perché lui ti lasciava dormire con gli occhiali.

LUISA – Avrò detto che…

GIANNA – No, hai proprio detto così: non mi tocca neanche con il

mignolo del piede!

LUISA Ma ti fai i cazzi tuoi!

Mimi’ sembra agitarsi un po’.

GIANNA - Si muove!

LUISA – Lucia… Lucia…

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GIANNA - Ma non la chiami Mimì?

LUISA – Ma il suo vero nome è Lucia.

GIANNA – Mi prendi in giro?

LUISA –No, perché?

GIANNA - Questa è La Boheme di Puccini: - Mi chiamano Mimì, ma il

mio vero nome è Lucia… -

LUISA - Sarà pure la Boheme, ma le cose stanno così, si chiama Lucia…

.

GIANNA – Tu prima mi hai ripreso perché ho detto che gelida manina…

LUISA – Ma lo vedi come il nostro cervello se ne va per strade

misteriose e spesso… diciamolo… più cretine che misteriose? … Ma

perchè dorme?…

GIANNA – Avrà preso queste per rilassarsi?

mostra un flacone

LUISA – Cos’è?... Dove ho messo gli occhiali!

GANNA – Leggo io. Cloro… chiase… 100 mill…

LUISA - O mio Dio… Aiutami… Dove l’hai trovate?

GIANNA – Sul tavolo in cucina.

LUISA – Perchè non l’hai detto subito?

GIANNA – Pensavo che erano tue…

LUISA - Ma non sono una schizofrenica con sdoppiamento della

personalità…

GIANNA – E perché le hai in casa?

LUISA – Sono un dottore e questo è il campione di un nuovo

prodotto…. Aiutami. Portiamola in bagno. Deve vomitare.

GIANNA - Allora è proprio suicidio? Come fa impressione stare a pochi

passi da chi vuole morire.

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LUISA – Ma non muore. Piuttosto che aspettavi a dirmi di quel flacone?

prendono il corpo e lo trascinano al bagno.

GIANNA – Te lo stavo per dire… poi... sai quando si parla uno si

perde…

LUISA – Vai a preparare del caffè forte…

GIANNA - Sì

LUISA – Siamo proprio incorreggibili… donne dalla punta delle unghie

laccate alla cima dei capelli mesciati… Preparane almeno due di

caffettiere.

GIANNA – Corro. [esce dal bagno e scompare in cucina.]

LUISA - [FS] Su tesoro.. Mimì… Adesso ti metto due dita in gola… Mi

senti Mimì?

si sentono i conati di Mimi dal bagno a cui fanno eco i conati di Gianna

dalla cucina.

LUISA – [urlando FS] Smettila Gianna!

GIANNA [FS] – Non resisto al suono dei conati… Ti prego… falla

smettere…

LUISA – [FS] Ma che cervello hai? Trattieniti: per lei è questione di vita o

di morte!

Il suono del campanello della porta. Luisa rientra agitata. Rientra

Gianna

GIANNA – Chi sarà?

LUISA – Non lo so.

GIANNA - Ha vomitato Mimì?

LUISA – Ancora no!

Altro suono di campanello.

GIANNA – E cosa aspetti a farla vomitare?

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LUISA – Mica è un lavandino occluso... Guarda dallo spioncino, ma non

farti sentire…

Luisa torna in bagno e Gianna va alla porta. silenzio. un conato.

Rientrano tutte e due contemporaneamente.

GIANNA – Ha fatto?

LUISA – Ancora no… Chi è?

dopo una pausa con un’aria eccessivamente melodrammatica

GIANNA - Rodolfo!!!

LUISA – Cosa?

GIANNA – Rodolfo… il marit… ex marito… futuro…

LUISA – Ho capito, Gianna. Che facciamo?

GIANNA - Facciamo finta che non ci siamo…

VOCE RODOLFO [FS] - Ti prego, Luisa, apri la porta!

GIANNA – Che ho fatto?

LUISA – Parli!

VOCE RODOLFO[FS] - Lo sento che ci sei…

LUISA -Visto?

GIANNA – Hai comprato una casa con le pareti di cartone.

LUISA - Era quella che mi potevo permettere.

VOCE RODOLFO[FS] - Ti prego… C’è qualcuno con te?… Forse ti

disturbo?…

GIANNA - Sembrava un imbranato invece c’ha l’orecchio di Superman…

VOCE RODOLFO[FS] - Luisa… Magari …sei in una situazione… Se

vuoi aspetto?…

LUISA – Perché aspetta?

GIANNA – Aspetta che tu abbia finito…

LUISA – Cosa?

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GIANNA - Pensa che sei con un uomo… Quando hai finito… gli puoi

aprire… Fingi un orgasmo.

LUISA - Ma tu ti ascolti quando parli? Capisci ciò che dici?... Di là c’è

Mimì che sta per morire e io fingo un orgasmo?

GIANNA – Facciamo così: tu occupati di lei e io di lui.

LUISA – Finalmente hai detto una cosa intelligente. Cos’è questo odore?

GIANNA – Oddio, il caffè!

LUISA – Portamene di là una bella tazza con un bel po’ di sale…

GIANNA – Sale? Che schifo!

LUISA - Non discutere, per favore.

VOCE RODOLFO[FS] – Che faccio allora? Aspetto qua fuori?... Ti

prego…. Non mi lasciare così… [si sente piangere]

LUISA – Vai! Vai! [ESCE]

GIANNA – [gridando verso la porta] Un momento… arrivo subito…

SI SISTEMA CAPELLI E VESTITO.

VOCE RODOLFO [FS] – Ma… non sei Luisa… Chi sei?

GIANNA – [urlando] Sono Gianna.

Esce ad aprire la porta e rientra con Rodolfo che si muove circospetto

come a cercare qualcosa.

RODOLFO – Ah Gianna!… Scusa, non mi aspettavo di trovare te!

GIANNA - Non preoccuparti, ho l’autostima molto alta.

RODOLFO – [Di colpo infuriato] Dov’è?

GIANNA – Chi?

RODLFO – Mimì.

GIANNA – Mimì?

RODOLFO – Mimì, sì Mimì… Voi donne siete sempre solidali tra voi.

GIANNA – Ah, sei un bello stronzo!... Appena trenta secondi fa piangevi

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e ora fai il galletto?

RODOLFO – Ho pianto davvero!

GIANNA – Sì certo, lacrime di coccodrillo! [Lo spinge fuori]

Gianna vede il velo di Mimì che è rimasto sul divano e corre a

nasconderlo.

RODOLFO – [rientrando] Non sono cattivo.

GIANNA – Cosa gli hai fatto a Mimì?

RODOLFO – Io? Io le avrei fatto qualcosa?… Ma cosa? Siete incredibili

voi donne!

GIANNA – E smettila con questo generalismo da televisione…

RODOLFO – È’ lei che stamattina mi ha lasciato come un coglione

davanti al sindaco…

GIANNA – Calmino, eh! E moderiamo il linguaggio. Io sono una signora.

RODOLFO - Dov’è Luisa?

GIANNA – Ma che lavori per la Digos? Dov’è Mimì, dov’è Luisa… io non

ti vado bene?

RODOLFO – Scusami, Gianna, ma puoi immaginare come sto… Sento

odore di caffè… Hai fatto il caffè?

GIANNA – Eh sì… ho previsto al tua venuta. Sono come Maga Magò.

RODOLFO – Non ti buttare giù, sei molto più carina.

GIANNA - Grazie. La mia era solo un battuta.

RODOLFO - Me ne offri una tazza?

GIANNA – Sei sicuro che sia la bevanda adatta? Mi sembri un po’

schizzato.

RODOLFO – Ho bevuto qualsiasi cosa. Sono passato da un bar all’altro

a chiedermi…

GIANNA – Stop non voglio entrare nella tua privacy.

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RODOLFO - Ma se è da stamattina che sei nella mia privacy in pianta

stabile !

GIANNA - Insomma, ora non ne voglio parlare… Non so niente e tu te

ne devi andare… [esce]

RODOLFO – Io non me ne vado finchè non ho parlato con Luisa.

GIANNA - [FS] Non so dove sia.

si sente un suono di conato di Mimì

RODOLFO – Gianna? Ti senti male?

Gianna rientra con una tazza di caffe’

GIANNA – Perché?

RODOLFO – Ho sentito un conato di vomito…

GIANNA – [di colpo sconvolta] Sì... Sì… Sto malissimo… al bar,

stamattina, dal nervoso ho svuotato tutte le ciotoline delle arachidi …

RODOLFO - [prendendo il caffe’] – Tutte?! [ingurgida il caffe’ di colpo]

GIANNA – Nooo. Quel caffè no!

RODOLFO – [Rodolfo è stravolto] Cosa ci hai messo dentro?…

GIANNA – Oddio, il sale!…

RODOLFO – Il sale nel caffè? Sto per vomitare…

GIANNA - Non qui. E’ il tappeto orientale di Luisa.

RODOLFO - Dov’è il bagno?

GIANNA – Il bagno?... Non c’è.

RODOLFO- Come non c’è? Ti prego, sto malissimo…

GIANNA - Vieni in cucina…

Gianna manda in cucina Rodolfo.

RODOLFO [ FS] – Gianna? Non mi lasciare solo!

conato di vomito dal bagno.

RODOLFO [FS] - Chi altro vomita in questa casa?

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GIANNA – Io.. io, al solo sentirti… ora prendo il mio caffè in santa

pace… si fa per dire!

RODOLFO – [ FS] Ma che fai? Ci metti il sale nel caffè?

rientra Luisa con fare circospetto. Gianna le fa segno di tacere e le da il

vassoio con il caffè.

GIANNA – ... a me piace il sale nel caffè… è un modo per togliermi la

dipendenza dalla caffeina… Sai che è la dipendenza più pertinace… più

della cocaina e dell’eroina…

RODOLFO [FS] – Gianna?

GIANNA – Eh?

RODOLFO – [FS] Puoi portarmi un asciugamano…

GIANNI - Sì, subito… Come sta Mimì?

LUISA - Sono preoccupata… Se non funziona questo, dobbiamo portarla

all’ospedale… il polso è buono… ma la vedo sempre più bianca…

GIANNA – Ti prego, Luisa, chissenefrega di Rodolfo: portiamola subito!

RODOLFO – [FS] Gianna?

GIANNA – Dio che spacca palle… forse per questo non l’ha sposato!

LUISA - Cerca di farlo andar via… [esce]

GIANNA – Ma…

entra Rodolfo. E’ sconvolto.

RODOLFO - Ma davvero bevi il caffè col sale?... E’ la cosa più schifosa

che c’è: il caffè col sale…

GIANNA – Vado in bagno a prenderti un asciugamano…

RODOLFO - Allora c’è un bagno!

GIANNA - Certo che c’è un bagno, Luisa mica vive in una favela.

RODOLFO – Ma prima hai detto…

GIANNA – Sì… Sì… non c’era il tempo per spiegarti che il bagno non è

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agibile… Sai Luisa mi si è tanto raccomandata: - Ti prego, Gianna, non

fare entrare nessuno in bagno, proprio nessuno: è un cesso! –

RODOLFO - Un sillogismo!

GIANNA – [ride fintamente] Non sai cosa sono i bagni delle donne

che… [conato di vomito]… Che vomitano da sole… volevo dire che

vivono da sole.

RODOLFO - C’è qualcuno di là? Mimì… Mimì…

GIANNA – [comincia a rotolarsi per terra] Ah… Non c’è Mimì… Mimì

non abita qui.

RODOLFO - Gianna, sei impazzita?

GIANNA – … Sto male… Ti prego… Aspetto Luisa per avere un

consulto.

RODOLFO – Allora arriverà Luisa?

GIANNA – Ah.. ah… Lasciami sola… Questa vostra storia mi ha

sconquassato…

RODOLFO – Non credevo che fossi così coinvolta

GIANNA - Ma certo, non posso sentire il tuo straziante grido: Mimì…

Mimì…

UNA VOCE FUORI – Eh?

RODOLFO – Mi è parso di sentire la voce di Mimì…

GIANNA – Vedi che è straziante guardare un uomo ridursi così… avere

le allucinazioni sonore per amore…

RODOLFO - Si, Gianna, è assurdo… Tutto è assurdo in questa vita…

Perché non si può essere felici? Io amo Mimì… Ho un lavoro sicuro,

guadagno bene… C’è tanta gente che non riesce ad arrivare alla fine del

mese…

GIANNA – Sì, Rodolfo… E’ una riflessione originale… Pensa che io non

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arrivo neanche alla fine della prima settimana e a volte rimango stesa

sul pavimento, così…

RODOLFO - Tu, sì, che sei una vera donna !

GIANNA – Sono una donna, sì, Rodolfo!

RODOLFO - Io sento che tu capisci il valore delle cose.

GIANNA – Sì, so quanto costa un profumo di Chanel, una scarpa di

Prada….

RODOLFO - …il valore dell’affetto, della dedizione…

GIANNA - … Diciamola tutta: il valore del piacere.

RODOLFO - Certo anche quello…

GIANNA – Il sesso, ad esempio.

RODOLFO - Il sesso, sì! Perché no?… Fatto come si deve.. tra un

maschio e una femmina…

GIANNA – Sì , animali siamo…

RODOLFO - Io maschio…

GIANNA – Io femmina…

Rodolfo assalta con passione Gianna rotolandosi sul pavimento. Gianna

lo respinge e si alza.

GIANNA – Ma che ti salta in mente? La tua probabile moglie stamattina

non s’è presentata al matrimonio e tu il pomeriggio cerchi di scoparti

l’amica?

RODOLFO – Veramente… non volevo…

GIANNA – Dicono tutti così. Ma dove ce l’hai la dignità… il cervello…

E’ proprio vero che voi maschi pensate con il…

RODOLFO – Ti prego… non sono quel tipo di uomo….

GIANNA - Ma dai e che tipo sei?… Per quei pochi grammi di carne in

più pensate di essere i padroni dell’universo.

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RODOLFO – Non ho mai creduto questo…

GIANNA - Sei come tutti gli altri. Mimì l’avrà capito: matrimonio uguale

figli e corna!

RODOLFO - … pensavo cha foste donne emancipate…

GIANNA - E certo, vi è piaciuta la storia dell’emancipazione? Adesso ve

le siete tolte di torno, tanto sono le donne che lavorano, partecipano

alla politica… quelle che riempiono i teatri , le mostre, i concerti e voi

liberi di fare sex , bisex, transex... Bello eh, t’è piaciuto il femminismo?

RODOLFO - E’ orribile quello che stai dicendo! No, oggi no! La lezione

non la reggo… [esce]

GIANNA – [Sfinita] C’è l’ho fatta! Dio, come conosco gli uomini! Per

farli scappare basta parlargli.

entra luisa

LUISA – Se n’è andato?

GIANNA – “Mission impossibile”, riuscita!

LUISA – Bene vieni ad aiutarmi… Mimì si è po’ ripresa…

GIANNA - Ha tentato veramente di …

LUISA - Mah… Ancora non abbiamo parlato. Adesso però bisogna farla

camminare.

GIANNA - Come nei film?

escono

LUISA – [FS] Come nei film?! Sai che a volte mi chiedo dove hai preso la

laurea?

GIANNA – [FS] Alle Seychelles!

rientrano con Mimi, mezza svenuta, che cammina appaggiandosi alle

spalle delle amiche.

GIANNA – Certo… Diciamo… una falsa magra…

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LUISA – Mimì… devi aiutarci…

MIMI’ – Ah… ah…

GIANNA – Forza Mimì… Non ho mangiato niente… mi sento debole…

MIMI’ – No… no… Abu…

GIANNA – Abu?

LUISA – Non badare a quello che dice: conta uno, due…

GIANNA – …Due , tre, quattro…

MIMI’ – Basta… basta… uba…

GIANNA – Ubu? Sono Gianna , tesoro, Gianna!

LUISA - Ma non ti riconosce ancora… non ce la fa a capire… Ci

vorrebbe dell’altro caffè.

GIANNA – Vado a farlo.

LUISA – No, cara, vado io a farlo. Tocca a te sciroppartela! [esce]

Gianna quasi tracolla sotto il peso di Mimi’

GIANNA – Mimì…? Mimì…?

MIMI’ – Aba… abuba…

GIANNA – Abuba?... Su, amore, fai uno sforzo… non ce la faccio ancora

MIMI’ – Sì… ancora… ancora… ah… ah…

GIANNA – [urlando verso la cucina ] Luisa! Mimì ha un orgasmo!

LUISA – [FS] Cosa?

GIANNA – Sì.

MIMI’ –…. Sì…. Sì… Ah… Ah

GIANNA – E’ un orgasmo o qualcosa di simile!

MIMI’ – Ah… Ah…

LUISA – [FS] Sarà un espressione di dolore.

GIANNA – E’ più simile ad un orgasmo e nemmeno di quelli di seconda

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mano…

MIMI’- Ah… ah… Abubaaaa….

Gianna sfinita cade seduta sul divano con Mimì.

GIANNA – [urlando verso la cucina ] Lei dice Ububa quando ha un…

insomma quando è eccitata?

LUISA [FS] – Può essere che dica così.

GIANNA – Lei urla Abubaaaa…?

Luisa rientra.

LUISA - Ma che ne so. Tutto può accadere sotto gli effetti dei

psicofarm… Ma ti ho detto di farla camminare!

GIANNA – Ma sì… Sì… la faccio camminare.

riprendono a fare su e giu’ trascinando Mimi’

LUISA – Gianna, forza… conta… Uno… due…[esce]

GIANNA – …due… tre…

Gianna, senza farsi sentire, fa sedere Mimì sul divano come per una

seduta psicoanalitica.

GIANNA - Mimì? Abuba….

MIMI’- Sìiiii…

GIANNA – Reagisce … reagisce alla parola Ububa!

LUISA – [FS] Sarà un ricordo del viaggio che ha fatto in Kenia…

GIANNA – Ah, certo… deve essere un’isolotto… Bello, vero Abuba…

Mimiì?

MIMI’ – Bello…. Sì bello… alto…

GIANNA – Non è un isolotto.

LUISA – [entrando] E’ deontologicamente vietato estorcere risposte… Ti

ho detto che deve camminare… conta uno due… tre...[esce]

GIANNA – Ma sì… non faccio altro… due… tre… [finge di farla

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camminare invece si siede] Abuba… buono… Abuba grande…

MIMI’ – Grande, sì… forte… duro… ububa… ahahaha

LUISA - [FS] Ti prego Gianna…

GIANNA - Il caffè… è pronto? Me ne porti una tazza anche a me?

LUISA – [FS] Zucchero o latte…?

GIANNA – Zucchero e latte… se ci avessi poi due biscottini…

LUISA – [F.S]Ora vedo.

GIANNA –Abuba…

LUISA – [rientrando] Ti vieto di approfondire l’argomento… Conta …

uno , due… [esce]

GIANNA – Uno… due…Su Mimì… riprenditi… [la scuote]

MIMI’ - No… abuba… no così…. la sposa vomita…

GIANNA – Sposa?

mimi’ ha un conato di vomito.

GIANNA – Luisa, vado in bagno. Mimi’ sta per vomitare…

LUISA – [FS] Arrivo con il caffè.

GIANNA – Si sta riprendendo. Ha detto la parola “sposa”… [A MIMI’]

Perché Mimì è sposa? Nooo. Non è sposa Mimì. E dì a Gianna tua: -

Ububa cos’è? -

Gianna porta Mimi’ al bagno. escono.

LUISA – [entrando con un vassoio] Smettila con domande isidiose…

suono di un campanello.

GIANNA – [dal bagno] Chi è?

LUISA – Ma che urli!

ancora suono di campanello.

LUISA – Ma non è la porta, questo è un telefonino… E’ tuo il cellulare,

Gianna?

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GIANNA – [FS] No il mio ha un bambino che piange!

LUISA – Mio non è… Questo ha un suono banale… ma… dov’è?

vede un cellulare in terra, lo prende e risponde.

LUISA - Sì… Chi è? Io, Luisa. Chi parla? [imbarazzata] Ah… si, sono

tornata appena adesso… No, Rodolfo, credimi, non so dove sia Mimì…

L’ho cercata… certo… ma stai tranquillo… No. Non le è successo niente

di brutto… perché dovrebbe!... No… No, adesso non puoi venire…

Scusa, ma sono distrutta anch’io … No, mi spiace, ma il cellulare non te

lo do!… Ma neanche per dieci minuti! Sono un medico e devo essere

reperibile… Ah… Tu vuoi il tuo cellulare?… E allora? Io ho il mio…

[guarda il cellulare] Ah!... e ho anche il tuo!… E’ tuo quello da cui

parlo?… E come è successo…? Ah, ma dai?... Con Gianna!?... No,

Gianna è appena uscita… Va bene, vieni, ma prendi il cellulare e te ne

vai subito!... Ciao! [aggancia] Gianna?

GIANNA – [FS] Dimmi?

LUISA – Ti sei rotolata sul pavimento con Rodolfo ?

GIANNA – [affacciandosi dalla porta] In che senso?

LUISA – In un’unico senso. Rodolfo mi ha detto che forse il cellulare gli

è caduto dai pantaloni quando si è rotolato sul pavimento con te?

GIANNA – Niente… non è successo assolutamente niente!

LUISA - Trovi normale rotolarti sui tappeti di casa mia con il marito della

nostra amica che intanto vomita in bagno?

Suono di campanello.

GIANNA – Questa però è la porta!

LUISA – Sì, è la porta.

GIANNA – … avrei bisogno del caffè… [esce]

insitente suono di campanello

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LUISA - Ora te lo porto… [alla porta] Chi è?

RODOLFO – [entrando] Sono Rodolfo.

LUISA – Rodolfo?!

RODOLFO – Scusa, ma la porta era aperta.

LUISA – Sì… lo so… devo farla riparare… ma tu già qui? Sei stato un

razzo!

RODOLFO –Eh… Stavo qua sotto…

LUISA – [porgendogli il cellulare] Qua sotto? Dove?

RODOLFO - Al portone…

LUISA - E perché?

RODOLFO – … sono convinto che Mimì, prima o poi, verrà qui!

LUISA - Ma come ti è venuta in mente questa idea?

RODOLFO – Quando litigavamo non andava mai a casa sua… diceva

che così l’avrei trovata.

LUISA - Ottima strategia!

RODOLFO - … Lei verrà qui… prima o poi…

LUISA – Prima o poi…

Rodolfo nota il vassoio con il caffe’

RODOLFO – Hai fatto un altro caffè?... anche Gianna aveva fatto un

caffè…

LUISA - Bhè, cosa c’è di strano?

RODOLFO - Niente…

LUISA – Ma dove ti sei messo giù nel portone?

RODOLFO – Lì.

LUISA – Lì, dove?

RODOLFO – Ci metti anche tu il sale nel caffè?

LUISA – No. Io lo prendo amaro.

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RODOLFO – Gianna col sale.

LUISA – Ah sì?… Che stramba!

RODOLFO – Dice che lo fa per uscire dalla dipendenza della caffeina.

LUISA - E fa bene… Io invece lo bevo amaro per non ingrassare.

RODOLFO – E questo con il latte?

LUISA – …Per te. Avevo come un presentimento.

RODOLFO – Oggi c’è un’aria piena di presentimenti…

LUISA - Infatti mi chiedo, come hai fatto a non vedermi… quando sono

rientrata… se stavi… lì?

RODOLFO - Forse in quel momento non ero proprio lì.

LUISA - Ah, interessante. E dove eri?

Rodolfo si getta in ginocchio

RODOLFO – Oddio, Luisa, perdonami!

LUISA – Di cosa?

RODOLFO - A te lo posso dire, a Gianna non lo direi mai… Lei è una

psicologa.. conosce le cose più intime…

LUISA – Di intimo, conosce solo quello che vende.

RODOLFO - E’ incredibile dove può arrivare un uomo… Che si può

fare in un momento di disperazione!

LUISA - E cosa può fare?

RODOLFO - Entrare nell’appartamento 1C.

Luisa grida e grida anche qualcuno dal bagno. Rodolfo e’ frastornato

RODOLFO - Chi ha gridato?

LUISA – Io.

RODOLFO – No, veniva da là.

LUISA - Dove sei stato, eh? Nel sottoscala, schifoso!

RODOLFO – Sì, Luisa… [fa per abbracciarla]

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LUISA – Non mi toccare sai…

RODOLFO – Ti prego, perdonami.

LUISA - Sei andato da Fanny, la trans ? Pervertito!

RODOLFO – Pervertito?

LUISA - Conosci un altro termine per definirti! Vatti a lavare le mani.

RODOLFO – Va bene…

LUISA - No, al bagno no!

RODOLFO - Lo so, non è agibile. In cucina?

LUISA - E fatti anche un bidè… No, in cucina il bidè no!

RODOLFO - Ma non è come pensi…

Luisa lo spinge fuori verso la cucina.

LUISA - Qui non c’è da pensare, c’è da rabbrividire, di come un’intera

generazione di uomini si sia depravata… E’ colpa nostra… Volevamo

che capissero le donne? Questo è il risultato!

Rodolfo rientra asciugandosi le mani.

RODOLFO – Ma cosa ho fatto? Fanny mi ha sentito piangere ed ha

aperto la porta. Ero sulle scale circondato di mozziconi di sigarette… s’è

anche un po’ arrabbiata…

LUISA – Porco!

RODOLFO – Sì, era un po’ sporco, ma gli ho chiesto scusa e mi sono

messo a raccogliere le cicche…

LUISA - In ginocchio?

RODOLFO – Se dovevo raccogliere …

LUISA - Non potevi farlo in un’altra posizione?

RODOLFO – E come?

LUISA – Ora non farmi la vittima.

RODOLFO – Ah, sarebbe colpa mia? Ho mandato a casa 50 invitati

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senza pranzo… Fanny ha capito subito…

LUISA – Incontrovertibile!

RODOLFO - Mi ha chiesto se volevo entrare…

LUISA - …a fare due chiacchiere…

RODOLFO – Si… brava…

LUISA – Eh, sono la “maga del miracolo”!

RODOLFO – E’ stata dolcissima! Ha detto:- Un uomo può fare qualsiasi

cosa quando è disperato -

LUISA – Angelo del Paradiso!... Gli uomini lo fanno anche quando non

sono disperati. Una donna non si fa consolare da un culturista se la

mollate col mutuo della casa da pagare.

RODOLFO – Ma non è successo niente… Ti giuro… Mi sono solo

sfogato…

LUISA – E come ti sei sfogato?

RODOLFO – Ho parlato.

LUISA –…e Fanny si è limitata ad ascoltarti.

RODOLFO – Certo… E’ stata meravigliosa!... con una pezza bagnata ha

cercato di pulirmi la fronte, il volto, il vestito…

LUISA - La patta…

RODOLFO – Tutto.

LUISA – La mia voleva essere una battuta!

RODOLFO - Comunque non me ne importa più niente… trans, donne…

basta!

LUISA - Rodolfo, non fare scelte affrettate!

RODOLFO – Me ne vado a casa.

LUISA – Fai bene. Domani è domenica.

RODOLFO - Dovevamo essere sull’aereo per il Kenya [piange]

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dal bagno si sente la voce di Mimi’ che grida

MIMI’ [FS] – Abuba!

RODOLFO - Mimì!

LUISA - Abuba!

RODOLFO – Che cosa stai dicendo?

LUISA – E’ una danza… E’ il grido di buon augurio che fanno le

popolazioni della savana: “abuba!” Sono stata anch’io in Kenia…

RODOLFO - abuba?! Anche tu sei stata in Kenia con Mimì?

LUISA - No, da sola. Senti, vai a casa. Sono le cinque… sei stremato…

[ gli porge il cellulare]… Ecco.

RODOLFO – Sì. Tu sei sempre molto saggia, Luisa.

LUISA - [spingendolo] Grazie.

RODOLFO – Tu sei così dolce, Luisa…

prende Luisa come per baciarla

LUISA – [cerca di divincolarsi] No… Rodolfo… [allontanandolo] No, la

scopata consolatoria non te la concedo…

RODOLFO - Voi donne pensate solo a quello!

LUISA - Noi donne?

RODOLFO – Sì, voi pensate che noi siamo sempre col falco puntato!

LUISA - Il falco puntato… Questo è originale. Comunque, non mi

sembra il momento di discutere.

RODOLFO – Addio!

LUISA – Un momento Rodolfo…

RODOLFO – Che c’è?

LUISA - Giura.

RODOLFO – Cosa?

Si sta facendo buio.

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LUISA – [accende una lampada e prende una posa sensuale] Non

scenderai nel sottoscala, vero? Se proprio senti una forza irrefrenabile di

suonare a Fanny, torna su da me, va bene?

RODOLFO – Sì… Ciao... [esce]

LUISA – [sempre sensuale] Come sono generosa!

rientra Gianna .

GIANNA - Ma questa non è vita… No… aiutami… Una giornata così

non assomiglia neanche vagamente al primo giorno dei Saldi!

LUISA –Vieni. Le diamo l’ultima tazza di caffè… e presto sapremo…

GIANNA – Sto impazzendo di curiosità!

LUISA - Presto al bagno… [prendendo una tazza di caffe’] Questa è la

volta buona…

GIANNA – E’ una giornata veramente da vomito.

escono. Suonano alla porta.

LUISA – [FS] Oddio, la porta!

GIANNA – [FS] Vado io … [entrando] Meglio una brutta sorpresa che

guardare la protagonista dell’esorcista…

Dopo un attimo rientra. Luisa le si fa incontro

GIANNA – [sottovoce] Luisa! E’ la sorella di Mimì…

LUISA – Oddio, Gisella!

GIANNA – Facciamo finta che non ci siamo.

nuova scampanella accompagnata da colpi alla porta.

GISELLA – [FS] So che c’è qualcuno in casa…

LUISA – Che t’avevo detto?… è un mostro quella… ce l’avevo in

classe…

GIANNA – Stiamo zitte, si stancherà.

GISELLA [FS]- Se mia sorella è lì e voi non me lo dite, io chiamo la

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polizia.

GIANNA - Come fa a sapere che non sei sola?

LUISA - Lei deduce sempre.

GISELLA – [FS] Luisa ho dedotto che c’è lì qualche rimbambita delle tue

amiche del corso di teatro…

LUISA – Che t’ho detto?

GISELLA - [FS] Conto fino a tre e vado dai carabinieri… uno…

GIANNA – Che facciamo?

GISELLA – FS Due…

GIANNA – E’ a due.

LUISA – Ora fa: due e mezzo! Tu rimani qui…[esce e va al bagno]

Quando te lo dico io, apri…

GISELLA – Due e mezzo… Chiamo i pompieri …Due e tre quarti…

Luisa rientra con una crema sul viso.

GIANNA -Luisa , che hai fatto? Ti è scoppiata in mano una delle tue

creme scadute?

GISELLA – [FS] Due tre quarti e un pezzetto…

LUISA - E’ una maschera di bellezza…

GIANNA – Dici?

LUISA - … fingeremo che ci stiamo rilassando... Vattela a mettere anche

tu… Non avrà voglia di mettersi a parlare… Vai!

GIANNA - Sei sicura che non mi faccia allergia… Da quanto è scaduta?

Luisa spinge fuori Gianna.

GISELLA [FS] -… Tre [entra] Era Aperto…Ah, Luisa cosa hai fatto?

LUISA - Calmati… Mi sto rilassando con una maschera di bellezza…

GISELLA - Che giornata.! Che giornata! Che giornata!

Entra Gianna anche lei con la maschera. Gisella urla.

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GISELLA - Chi sei?

GIANNA - Sono Gianna…

GISELLA - un mostro!

GIANNA – dovresti vedere senza maschera!

LUISA - Gisella, ti ho appena detto che mi sto rilassando…

GIANNA- Hai i nervi a fior di pelle, Gisella! Ti ho detto che noi ci stiamo

rilassando…

LUISA – E’ una crema ad orologeria.

GISELLA – Stai dicendo: - Quando te ne vai? –

GIANNA E LUISA – No!

LUISA - Non ho detto questo, ma calcoliamo i tempi.

GIANNA - Dopo un po’ dobbiamo togliere questo impiastro altrimenti

dove andremo a finire?

LUISA – Al reparto di Dermatologia.

GIANNA – Allora è veramente scaduta.

GISELLA - Si, è veramente scaduta…

LUISA – Gianna parla della crema, tu invece Gisella , a chi ti riferisci?

GISELLA – A chi? A quella pazza di mia sorella che non si trova. Oh,

Santo cielo! Rodolfo mi bombarda di telefonate… Mio marito vuole la

cena… - è furioso perché ha perso a poker, non voglio sapere quanto -

… Mia figlia più grande… Sai la Erika?... Ecco … l’ho vista sfrecciare su

un motorino con uno che sembrava il tipo “ banda della Magliana”…

mentre Andrea … ho paura che si faccia le canne…

LUISA - Vuoi un ansiolitico?

GIANNA – Ne ha uno omeopatico, fulminante!

GISELLA – No. Assolutamente. Io non ho bisogno di queste cose… Ho

solo bisogno che le cose vadano come debbono andare.

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GIANNA - Sembra facile.

GISELLA - Ho gestito la mia vita con ordine e consapevolezza. Per

esempio a scuola sapevo sempre dove Luisa si nascondeva a fumare.

GIANNA - Una bella rompipalle!

GISELLA - Eppure, cara mia, non sai quante volte gli ho salvato il…

GINNA – Cosa?

GISELLA – Il… mmmm capisci…

LUISA – Il Culo?!

GISELLA – Non c’è bisogno sempre di specificare.

LUISA - Gisella non dice parolacce… e non vuole sentirle…

GIANNA - Cazzo, che educazione!

GISELLA - Perché, perché si deve usare questo linguaggio … ?

LUISA - … La lingua italiana è in continua evoluzione… e ci sono

sempre nuove parole che fanno da …da…

GIANNA – Interpunzione!

GISELLA - E cosa c’ entra questa… ite..puzione, con una buona

educazione…

GIANNA – Certo che te e Mimì siete proprio diverse. Tu per chi voti?

GISELLA – Ma che domande fai? Il voto è segreto.

GIANNA – Mimì me l’ha detto.

GISELLA – Certo quella è… quella… quella è…

GIANNA - …una puttana?

LUISA – Ti prego Gianna!

GISELLA – Si, puttana!

LUISA – Ma Gisella!

GISELLA - Non si presenta al suo matrimonio… il suo… E chiaro? Non

dico il mio o il tuo o il tuo…

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LUISA - Abbiamo capito.

GISELLA - E va bene, non vuole farlo in chiesa, ok! Sopportiamo

mamma in lacrime. Meno male che papà è morto. Ma da lassù avrà visto

questa sciagurata… Oh papà perché non gli metti una mano sulla testa e

la incenerisci… tu che puoi…

LUISA - Ora sei eccessiva?

GIANNA – Ognuno è fatto come è fatto.

GISELLA – Lei è fatta male! Ma … Deve essere successo qualcosa.

L’avevo sentita un’ora prima di uscire… Era tanto emozionata che non

aveva dormito tutta la notte…

LUISA - Tu dici che era l’emozione?

GISELLA - Si, ti dico. Ne sono certa. Appena era tornata dall’Africa aveva

addirittura chiesto a Rodolfo di anticipare il giorno delle nozze. Quello,

poveraccio, si era fatto in quattro per spostare la data in Comune …

GIANNA - Il tour in Kenia?

GISELLA – Sì. Ci voleva tornare con Rodolfo in viaggio di Nozze.

LUISA - E poi… scappa…

GISELLA - … Come fa sempre davanti alle responsabilità!

GIANNA – A volte è difficile.

GISELLA - … e io con un marito due figli, un mutuo da pagare… io che

dovrei fare… spararmi?

LUISA - E’ sempre un’opzione.

GISELLA - Oh, non scherzare, io sono preoccupata. [piange] Le sarà

successo qualcosa?

LUISA E GIANNA - No.

GISELLA - Avrà fatto un gesto… estremo…

LUISA E GIANNA- Nooo.

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GIANNA - Mi sento tutta tirare.

LUISA - La maschera… va tolta.

GIANNA – E’ una maschera ad orologeria!

GISELLA - Voi dite che si voleva suicidare.

LUISA - Magari all’inizio…

GIANNA - Luisa! …poi si è raffreddata.

LUISA - Vieni Gianna… [la spinge fuori]

GISELLA - Voi dite?

GIANNA – Sicura!

GISELLA - E allora perché non si fa viva?

GIANNA – Però… Vista questa passione per l’Africa perché all’ultimo

incontro del corso di teatro, quando dovevamo fare un’improvvisazione

su un viaggio per noi importante, lei ha mimato un matrimonio?

LUISA - … Ciao Gisella… Ci sentiamo domani…

Gisella torna indietro.

GISELLA - Vedi che voleva sposarsi?

GIANNA - Ma era appena tornata dal viaggio, avrebbe dovuto che so…

mimare una danza africana… sai quelle cose tipo abu..aba…bu…bu …

bu… abuba…

Luisa e Gianna danzando cercano di cacciare Gisella, ma appare

Mimi’

MIMI’ – Ah, – Gli spiriti dei morti…Abuba!

TUTTE – [gridano] Mimì!

LUISA – No, Mimì, siamo noi… Luisa, Gianna…

GISELLA - Tesoro , guardami… sono tua sorella! Mi riconosci! Tua

sorella…

MIMI’ – Ah… il demonio! L’inferno… Abuba!

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Mimi’ sviene. Tutte accorrono a sollevarla per stenderla sul divano.

GISELLA – Serpi!... Lo sapevo che stava qui… Dove l’avevate messa?

GIANNA – In bagno.

Mimi’ scoppia a piangere.

MIMI’ – Perché… Perché… non mi avete lasciato morire… era così

bello… stavo tranquilla… serena…

GISELLA - Quando?

LUISA - Si riferisce al momento del passaggio tra la vita e la morte… è

una esperienza molto comune…

GIESELLA - O Dio! Oh Dio mio! Hai tentato il suicidio? Mimì…

Perché?… Perché volevi fare questo?

GIANNA - Calmati… lasciala stare…

GILESSA - Tutti ti vogliamo bene…

MIMI’ – Ma vaffanculo!

GISELLA – Scusa?…

MIMI’ – E’ tutta la vita che sei in competizione con me … Oddio che

mal di testa|!

GISELLA - Che dici?

MIMI’ – Zitta… Zitta… la tua voce mi trafigge il cervello… sei una piaga!

GISELLA – Una piaga?

GIANNA - Sono i postumi del congelamento…

GISELLA - Congelamento?

LUISA - Prendi queste pasticche? [le fa ingoiare a Mimi’ ]

GIANNA – L’abbiamo trovata nel congelatore!

GISELLA - Nel congelatore? Ma una morte orribile…

LUISA – Ma no… aveva preso anche dei sonniferi…

GISELLA - Anche… ne parlate come se fosse normale togliersi la vita…

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La vita è un bene prezioso… e va vissuta per quello che è e sempre

ringraziando il cielo…

MIMI’ – Come lo ringrazi tu quando tuo marito torna sbronzo e ripulito

dal poker…

GISELLA - Lo vedete come fa? Così è Mimì…

GIANNA – [A Luisa] Non credo che se ne andranno presto.

LUISA - Noi andiamo a darci una ripulita!

Gianna e Luisa escono.

GISELLA - Se la prende con me …quando sei tu che hai messo su tutto

questo casino… C’è mamma che è disperata…

MIMI’ – E conosolala tu… visto che non hai fatto altro nella vita che

essere la luce dei suoi occhi e io la puttana.

GISELLA – Mi sembra che papà abbia sempre pensato che fossi morta

prima di avere te.

MIMI’- Ma c’era mamma a ricordagli quanto fossi io a rovinare l’onore

della famiglia!

GISELLA - Non è vero, forse, che stavamo tutte le notti in palpitazione

perchè non rientravi mai?

MIMI’- Ma avevo 23 anni…

GISELLA - Anche a 23 anni ci si può perdere…

MIMI’ – Sì, nel deserto, no nella città dove sei nata. Scema!

GISELLA - Ecco, lei sa dire solo scema e parolacce… mai una cosa seria,

concreta, quella mai! Solo bugie!

MIMI’ - Fatela tacere!

prende un soprammobile e cerca di colpire la sorella

GISELLA – Non mi parlare così, sai! Io l’ammazzo! T’ammazzo io!

rientrano correndo Gianna e Luisa.

50

GIANNA - Che succede? … Gisella!

MIMI’ – E’ matta! È matta!...

MIMI’ - Oddio la testa!

GIANNA – L’hai colpita?

GISELLA – Non l’ho sfiorata!

LUISA – Calmatevi, perché adesso vi sbatto fuori tutte… voi e vostri

problemi. Io ho già i miei che sembro la settimana enigmistica…

GISELLA - Scusami… ma Mimi’ mi provoca…

MIMI’ - Non ti provoco, sei tu che mi assilli…

LUISA - Però, scusa Mimì, noi comprendiamo tutto, ma questo casino lo

hai creato tu… Eravamo tutte preoccupate per te. Non puoi trattare così

le persone. Pensa a Rodolfo.

MIMI’- E’ vero. Ma sono in un casino….Vi prego… aiutatemi…

aiutatemi…

GISELLA - Dì, parla…

MIMI’- Parlo se tu stai zitta.

GIANNA - Per favore Gisella, adesso stai zitta! Io me la sono più che

guadagnata questa confessione.

LUISA - Qualsiasi cosa sia… noi stiamo con te… dalla tua parte!

MIMI’ – Ieri… avevo ricevuto una lettera dalla questura…

GISELLA - Oh santo cielo!

GIANNA - Ma vuoi stare zitta.

MIMI’ – …nella quale mi si chiedeva di presentarmi questa mattina per

un riconoscimento… o qualcosa di simile… Fortunatamente la

cerimonia…

GISELLA- La cerimonia![scoppia a piangere]

MIMI’ – …Voglio dire che avrei fatto in tempo a risolvere il problema e

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poi arrivare puntuale in Comune… Entro in Questura. Già, immaginate

l’aria di una Questura: ti senti subito una che minimo ha accoltellato la

sorella…

GISELLA - Ecco… bell’esempio!

GIANNA - Sarà il suo problema non risolto. Poteva dire che aveva dato

da bere la benzina a tuo marito…

GIANNA – Sempre a mio marito…

LUISA - La smettete? Dai…

MIMI’ – Il questore, o il capo… non so, qualcuno con l’aria da sceriffo,

mi fa entrare nel suo ufficio… Era gentile… Mi fa sedere… guardandomi

sempre come un radiologo guarda una lastra.

LUISA - Visto com’eri conciata.

GISELLA - Poteva essere tutto. Anche la testimone di un battesimo!

GIANNA – Coi fiori d’arancio?

LUISA – Gli uomini non si accorgono dei particolari… potevi avere

anche un mazzo di carciofi.

GIANNA – Non ricominciare, Luisa.

MIMI’ – Se voi divagate continuamente… io non ce la faccio ad andare

avanti.

GISELLA - Ha ragione.

MIMI’ – Tu sei la prima che deve tacere…

GISELLA - Ok?

MIMI’ – Appena mi siedo mi dice: - Ma lei vorrebbe andare a sposarsi

questa mattina?

GISELLA - Aveva Capito?

LUISA - Oh santo Dio!

MIMI’ – Dico: - Che è vietato sposarsi?- e lui – No, di certo - - Basta

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che non diventi un vizio- , - Ma che dice? Da quando sposarsi è un

vizio? - E faccio per alzarmi. Ero fuori di me. - Bhè… - fa lui se uno lo fa

ogni sei mesi… può diventare presto una mania! -

GISELLA - Non capisco.

LUISA – Neanch’io

MIMI’ – Non sapevo di cosa stesse parlando… allora con l’aria da gran

signora chiedo: - Insomma, perché sono stata convocata? - E lui con

fare sornione: - Dovrebbe farci un riconoscimento.- E io, altera:- Forza,

non ho tempo da perdere. Mi dica chi devo riconoscere e perché? –. –

Subito. - dice lui, sempre con una espressione che non mi convinceva:

- Mi dica se conosce questa persona… – E mi pianta davanti agli occhi

una foto tipo segnaletica…

GIANNA – E tu?

MIMI’ – Sono svenuta!

LUISA – Svenuta?

GISELLA – Lo conoscevi?

MIMI’ – Si era Abuba

GIANNA – Abuba?!

GISELLA – Chi è Abuba, Mimì?

MIMI’ – L’africano che ho sposato in Kenia , durante il mio viaggio

LUISA – No… fammi capire… Tu in 20 giorni hai visto un intero paese e

sei riuscita pure a sposarti?

GISELLA – Ma cosa hai fatto?

GIANNA – Però, ragazze, deve esserne valsa proprio la pena!…

MIMI – Ho detto qualcosa mentre ero svenuta?

GIANNA – Hai avuto degli orgasmi repentini… niente di che…

GISELLA - O santi del Paradiso!

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LUISA – Cerca di essere più chiara.

MIMI’ – Luisa mia… non so perché noi donne a volte facciamo certe

cose… o almeno io! In quel momento… amavo quell’uomo… quella

terra… io volevo solo vivere là… essere nata lì… tutto in Africa aveva

un senso per me… E allora perché non sposarsi, fare figli, allevarli?

LUISA - Ma non eri Marlin Streep nella “Mia Africa”!

MIMI’ - Lo so… Non sai che festa nel villaggio…

GISELLA - Ci credo! Quelli avranno pensato ecco arriva “buana”

femmina e ricca…

GIANNA - Sei pure razzista!

GISELLA - No, ma quello è un negro!

LUISA :- Ok… Va bene… Capisco tutto… ma poi sei tornata.

MIMI’ – Una notte mi ha preso il terrore, il panico e sono scappata. Ho

preso il primo aereo che ho trovato.

LUISA – Ma allora… Non credo che un matrimonio celebrato in una

tribù della savana sia riconosciuto… Non vedo dove stia il problema?

Tutte le danno ragione

MIMI’ – Qui.

GIANNA – Qui dove?

MIMI’ – In Italia.

GISELLA – Il problema è in Italia?

MIMI’ - Sì, il problema è arrivato per mare in Italia: clandestino…

LUISA - Lui è venuto in Italia come clandestino?

GISELLA - Clandestino? Ma è un reato!

MIMI’ –… Ha dichiarato di essere mio marito…

GISELLA - Forse pensava che non l’avrebbero considerato un

clandestino.

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GIANNA – Gli hanno creduto?

GISELLA - Non credono mai a quello che dicono gli stranieri.. si vede

sempre alla televisione.

LUISA – E che prove aveva?

MIMI’ - Il mio nome, il mio cognome, l’indirizzo e anche le foto del

matrimonio… io con la ghirlanda di fiori in testa…

Tutte sono sconvolte

MIMI’ - … Devo dire che con quella coroncina stavo pure meglio che

con acconciatura che tenevo… [piange]

LUISA - Aspetta, questo che vuol dire?

MIMI’ – Non lo so… ma il... quel signore, il tenente… diceva che non

avrei dovuto rischiare di sposarmi stamattina, divenendo magari una

bigama…

GIANNA – Bigama! Se non è valido il matrimonio Keniota.

MIMI’ – Lui, così, non lo poteva dire… su due piedi… lui non sapeva

darmi la risposta… E poi il capitano mi ha detto che Abuba aveva detto

che era venuto in Italia solo perché mi rivoleva.

GIANNA - Che storia emozionante!

GISELLA - Quello è solo un approfittatore!

LUISA - Potevi mandare un messaggino…

GISELLA- Io l’avrei fatto.

MIMI’ – .…ma che ne sapevo che la vita è così… Chi può pensare che

fai un sogno a 5000 kilometri e te lo ritrovi trasformato in un incubo a

casa tua?

LUISA - Ma il tuo non è un sogno qualsiasi: è un matrimonio!

GIANNA - Però… sei un po’ esagerata… va bene, non lo potevi dire, ma

scomparire così… tentare il suicidio.

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MIMI’ - Quale suicidio?

LUISA - Ma ti rendi conto che ti abbiamo trovato nel congelatore…

piena di sonniferi?

MIMI – Ma non volevo suicidarmi…Ero fuori di me… Sono venuta qui

perché ero certa che avevi qualche pasticca calmante… Forse ne ho

presa una di troppo… Poi non volevo farmi trovare da lui.

LUISA - Mimi’… ma perché avevi tanta paura che Rodolfo ti trovasse?

MIMI’ – No Rodolfo, ma Abuba,il keniota…

LUISA – Lo sorveglia la polizia…

MIMI’ – No. E’ scappato dal centro di accoglienza!

tutte hanno una rezione di paura.

GISELLA – Vuoi dire che è in città… e sa anche il tuo indirizzo…

MIMI – [A LUISA] … e anche il tuo…

LUISA - Gli hai dato anche il mio indirizzo.

MIMI’ – Se mai… un giorno… volevamo… vederci tutti insieme…

Luisa si avventa contro Mimi’

LUISA – Ma tu sei un pericolo pubblico… tu sei una matta scatenata…

GIANNA – Luisa… ti prego…

GISELLA – Non fate così… discutiamo…

suonano alla porta.

TUTTE – Abuba!

GISELLA – E’ lui… magari ci sgozza a tutte e quattro.

MIMI’ – Vai avanti tu

GISELLA - Quelli c’hanno un’altra cultura.

LUISA - Zitte. Parlo io.

GIANNA – Zitte… Mimì, ma è di quelli tutto muscoli? Tipo statua di

ebano?

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LUISA – Smettila… Chi è?

FANNY – Soy Fanny…

GISELLA – Fanny?

GIANNA – Fanny?!

MIMI’ – Chi è Fanny?

LUISA –La trans del sottoscala!

BUIO

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ATTO SECONDO

STESSA SCENA.

Si e’ fatto sera. Gisella ha di fronte Fanny, una trans alta e appariscente

che vagamente ricorda Rodolfo.

FANNY - Ma non està qui Luisa?

GISELLA – Oh no… non c’è nessuno…

FANNY – Abeo sentido mucho voci.

GISELLA - No, ero con la radio accesa. Mi facevo compagnia.

FANNY - Tu sabe chi soi yo?

GISELLA - Fanny?

FANNY – Si, Fanny… Ma , come puedo dir …Nel senso.. che tu miri

mio corpo…

GISELLA – Vuoi dire… si… che sei una trans…

FANNY - Te da fastidio?

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GISELLA – Ma assolutamente!

FANNY – Allora puedes venir da basso…

GISELLA - A casa tua? Io?

FANNY – Sì… Yo volevo parlar coi Luisa. Ma se non esta qui… Abeo dir

una cosa…

GISELLA - Non puoi dirmela qui?

FANNY – No, no, no… non puedo… Esta cosa es muy importante…

GISELLA – Ma… io… Ora… veramente… scendere da lei…

FANNY – Se puede coprir con uno scialle se tiene vergogna de entrar

in mia casa…

GISELLA - Uno scialle?!... Che bella idea!

FANNY - No se preoccupe. Io so les problemas de li Italians… Ma in

mia casa està el signor Rodolfo… E cerca consolacion…

GISELLA – Rodolfo, è giù da lei?

FANNY – Esta cercando sua mujer… ma no la trova… io dico a elo: è

como la Titina… Sa chi es la Titina?

GISELLA - Ma… piùs o menos…

Fanny canta: “Io cerco la Titina”

GISELLA – Sì… Sì… andiamo [spingendo Fuori fanny] Lo so io chi è la

Titina, è mia sorella la Titina! [involontariamente palpa il braccio di

fanny] Che fisico, però?

FANNy – Ah, te gusta lo bicipedo! Io faccio la palestra todos dias…

GISELLA - Accipicchia!... Sa che ha un volto che mi è familiare…

FANNY – I tua famiglia està un trans?

GISELLA – No, no no… intendevo… non importa… E che fa Rodolfo da

lei?

FANNY – Piange… piange mucho!

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GISELLA – Sicuro eh! Sta solo piangendo?

FANNY - Cosa puede far un ombre che non trova la su mujer…

GISELLA - Sì,Va bhè, va bhè… andiamo, andiamo…

FANNY – Te posa qualcosa in su la cabesa che non te vedono nel

palacio…

Gisella prende la coperta di mimi’ che e’ rimasta in terra e ci si avvolge.

FANNY – Bene… Me sembri na profuga…

GISELLA – Oddio, una profuga? Davvero?

FANNY - Ma non esta alcuno problema: la mi casa è aperta a todos lo

mundo… stanieros, refugiati… machi che le gusta fare zin zin con

migo… profughi, donne, todos, todos.

GISELLA – Madonnina mia, aiutami! Su, mi faccia strada

FANNY - Vamos, vamos…

Escono. Dopo un attimo di silenzio escono dal bagno Luisa, Gianna e

Mimi’.

LUISA - Rodolfo, mi aveva promesso che non sarebbe andato a farsi

consolare da Fanny… Che schifo gli uomini!

MIMI’ – Rodolfo… è andato a farsi consolare da una trans?!

GIANNA - E allora? Tu sposi un africano.

LUISA – Gianna, non fare quella di sinistra: nulla ci sconvolge e tutto ci

indigna!

GIANNA – E invece il tuo razzismo di ritorno…

LUISA - Di ritorno?

GIANNA – Scappa dal marito nero e cerca il marito bianco. Come lo

chiami?

LUISA – I mariti saranno pure due, ma il matrimonio deve essere uno!

GIANNA – Conformista!

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MIMI’ – Ragazze, per favore… non litigate tra di voi… io vado a casa…

LUISA – Ma, sei matta! Se ci trovi Abuba?

MIMI’- … ma io voglio cambiarmi…

GIANNA – Mettiti qualcosa di Luisa

MIMI’ - Non mi piace la roba di Luisa…

LUISA – Ti prego, sono molto stressata. Vado io a prendere il vestito

della Principessa! Tu Gianna scendi da Fanny e manda via Rodolfo.

MIMI’ -…e trattieni Gisella…

LUISA – Mimì, non aprire a niente e a nessuno…

GIANNA – … neanche il rubinetto del gas…

MIMI’ – Andate tranquille…

LUISA – Ecco le chiavi… [le da le chiavi]. Attenzione, la porta è un po’

difettosa... spingila bene mentre giri la chiave altrimenti la serratura non

scatta.

GIANNA – Non la fa aggiustare perché spera sempre nel maniaco di

passaggio.

LUISA - Noi daremo quattro colpi alla porta… così ci riconoscerai… A

tra poco.

Escono

MIMI’ – [si sdraia sul divano] Oh Dio!... Ma la mia vita è a pezzi!… Un

puzzle da 1500 pezzi! Lo finirò mai?… [si alza e accende una lampada]

Ci sarà un po’ di vino, un alcolico… in questa casa… salutista…

[comincia cercare] Qui niente… Forse in cucina? [va in cucina si sente

rovistare. poi la voce trionfante di Mimi’] Ah! Ah! Limoncello! [rientra

con una bottiglia con un liquido giallo] In mezzo ai detersivi, la

furbona… così sembra sapone per i piatti… Limoncello!... Luisa beve

limoncello… Puah!... però è sempre alcool… [beve]… E’ proprio vero,

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uno comincia con la camomilla e finisce col metadone… [beve. di colpo

va via la luce] Ah!... Un blackout?!... Ho lasciato acceso il ferro insieme

alla lavatrice?!… …No, non sono a casa mia… Ci vorrebbe una

candela… [la stanza e’ di un blu lunare. si vede un’ombra. Mimi’

beve]… Ci vorrebbe una candela… [accende un accendino che subito si

spegne. si sente un rumore] Chi è?... Sei tu Luisa?!... Non mi fate scherzi…

sapete che sono paurosa!... Ci sarà pure da qualche parte una candela…

Luisa si lamenta sempre che è lei a reggere il moccolo…[beve e si aggira

accendendo di tanto in tanto l’accendino. come un vento spegne la

fiamma] C’è qualcuno?... [le cade l’accendino] L’accendino… Dov’è? [si

piega. una mano che viene da dietro l’uscita destra la costringe a sedere

a terra. mimi’ grida] Ah! Lasciami… cazzo,

Una figura scura è a terra, nascosta nell’angolo del bagno. Parla con un

accento straniero

MIMI’ – Chi sei? Come sei entrato?

ABUBA – Dalla porta. Era aperta.

MIMI – Non la so chiudere.. quella cacchio di porta…intanto arriveranno

le mie amiche… sono al piano di sotto… Non la passerai liscia!... Ti

prego… non mi fare del male…

ABUBA – Ma io non voglio farti del male!

MIMI’ – Allora… cerca l’accendino.

ABUBA – Lo sto cercando.

MIMI’ – Bhè, lasciami la mano…

ABUBA –E’ fredda

MIMI’ - Mi vorresti tutta eccitata, eh porco?... Fatti vedere!...Vigliacco!...

ABUBA - Sono tutto nero.

MIMI’ – Ma chi sei, Diabolik?...

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Mimi’ si alza di colpo e guarda

MIMI’ – Abuba!? Dio mio! Cosa fai qui?

ABUBA - Sono venuto per stare con te… tutta la vita… Sono tuo

marito…

MIMI’ – Esagerato!

VOCE DI GIANNA – Mimì… Mimì… o santo cielo la porta è aperta…

MIMI’ – Abuba… vieni con me...

VOCE GIANNA – Mimì , ci sei?... Ma perché è tutto buio!

MIMI’ – Abuba… nasconditi qui… E’ il bagno. E allora? [A GIANNA]

Deve essere scattato il salvavita…

VOCE DI GIANNA – E dovè?... Non avrai mica tentato…

MIMI’ - … Sì, di fulminarmi… E’ vicino la porta… [ABUBA] Rimani qui,

Abuba, e non fiatare…

Mimi’ corre a stendersi sul divano. appare Gianna nel buio lisciando il

muro, poi esce di nuovo.

GIANNA – Dove sei Mimì?... Non lo trovo questo salvavita… Sono tre

minuti che carezzo il muro… sta diventando duro come il travertino…

Potresti essere più precisa?

MiMI’- affianco allo specchio!

VOCE GIANNA – Ah, eccolo…

Torna la luce. un grido di gianna.

MIMI’ – Che è successo?

VOCE DI GIANNA – Mi sono vista allo specchio. [estrando] Dopo una

giornata come questa mi ci vorrebbe … Ma che è successo alla luce?

MIMI’ – … volevo accendere una lampada, ma Luisa ha le spine del

dopoguerra…

GIANNA – Vedi che significa non avere un uomo in casa?

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MIMI’ – Perché un uomo mette a posto le spine?

GIANNA - La tradizione vorrebbe che il maschio si occupasse della

manutenzione della casa…

MIMI’ – ma smettila! [fa una sorsata di limoncello]

GIANNA – Cosè?

MIMI’ – Limoncello.

GIANNA – E dove l’hai preso?

MIMI’ – Luisa lo teneva tra i detersivi?

GIANNA - Hai capito, la omeopatica, olistica, vegetariana… Yogurt e

Limoncello… Dai qua! [fa una sorsata] Questo è fatto coi limoni che

crescono sull’autostrada…

MIMI’ – Luisa deve essere un po’ di braccino corto…

GIANNA – Basta che guardi che il suo intimo… Lo compra sulle

bancarelle. Poi le escono i ferretti dai reggiseno e si trafigge come fosse

una santa durante il martirio …[beve]

MIMI’ - E’ mia! [gli strappa la bottiglia]

GIANNA – Sei già ubriaca… Perché non scendi da Fanny? Ci stiamo

divertendo da matte!

MIMI’ – Ecco, matte! Giù c’è… [sottovoce] Rodolfo.

GIANNA – eh?

MIMI’ – [sottovoce] Rodolfo…

GIANNA – [forte] Rodolfo?

MIMI’ – Sssss!

GIANNA – [sottovoce] Non ho capito.

MIMI’ – [sottovoce] C’è Rodolfo.

GIANNA - No, Rodolfo…

MIMI’ –Ssssss!

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GIANNA – [sottovoce]… quando siamo scese, Rodolfo…

MIMI’ – Piano.

GIANNA – [piano]… se ne era già andato… Perché dobbiamo parlare

piano?

MIMI’ – Testa… ho mal di testa… [sorsata di limoncello]

GIANNA – Tesoro mio, hai ragione… non mi ricordavo… però se ci

metti sopra il limoncello… Dai scendi, che ti fai quattro risate e ti passa

pure il mal di testa…

MIMI – Ma se c’è mia sorella!

GIANNA - Fanny, l’ha trasformata!

MIMI’- In un rospo?

GIANNA – I pregiudizi, sono solo paure… A volte basta conoscere le

cose che ti fanno paura per accorgerti che erano una tua fantasia… La

realtà va affrontata…

MIMI’ – Velata allusione ad Abuba?

GIANNA – Velata!

MIMI’ – Come sono fatta male, Gianna! Mi piacciono tutte le cose che

parlano d’amore, di sogni… Tu mi capisci?

ABUBA – Sì

MIMI’ –... però, è che… alla fine… sono sempre a dieta, lavoro in uno

studio legale, faccio un corso di teatro con te e shopping quando ci

sono i Saldi… Quando ero con lui… sono riuscita a dimenticare tutto…

per un momento… il sole era mio, il cielo era mio… il profumo dei

fiori… Era come se fossi arrivata alla meta… invece…

GIANNA – Tienilo per un periodo di prova…

MIMI’ – Mica l’ho preso a una televendita. Lui qui è un clandestino… da

noi è reato.

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GIANNA – Allora vai a vivere nel suo paese.

MIMI - Da lui?! Ma se ci sono quelli che ripetono: - Lei essere Sposa

impura! Sgozzala… Sgozzala… -

GIANNA – Non sono tutti fanatici!

MIMI’ – Ma come faccio a lasciare tutto?

GIANNA – Anche lì, funziona anche da loro la carta di credito.

MIMI’ – Sì… ma… se una sera ho voglia di guardare “Ballando con le

stelle”?

GIANNA – Se ti vuoi fare del male, C’è il satellite!...

MIMI’ – Dio! Come fai a essere sempre così positiva?

GIANNA – Bevo. [BEVE] … insomma lui ti ama ed è meraviglioso! Ha

attraversato il deserto… ha combattuto coi soldati di frontiera… ha

navigato il mediterraneo su un barcone fatiscente … Nessun uomo

[autoctono] nostrano farebbe mai questo per me o per te…

MIMI’ – E se fosse solo un atto di disperazione?

GIANNA – Scusa Mimì, ma pure tu quando l’hai sposato eri disperata?

Da quanto tempo non scopavi?

MIMI’ – Ti prego, non rendere tutto volgare?

GIANNA – La verità non è volgare è solo vera.

VOCI DI LUISA E GISELLA – Oh mio Dio… la porta è aperta… Mimi’!...

.E’ entrato qualcuno…

MIMI’ – Eccole! [sorseggia il limoncello]

GIANNA – Io vado al bagno! [esce]

MIMI’ – [cerca di fermarla] No! Al bagno no!

Luisa e Gisella si precipitano su Mimì.

LUISA – Devi andare in bagno?

MIMI’ – No. Nessuno deve andare in bagno.

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GISELLA – E’ ubriaca… Mimì…?

LUISA - Come hai scovato il limoncello?

MIMI’ – Lo nascondi tra i detersivi, come un’alcolizzata!

GISELLA - Oh mio Dio…

LUISA – Lo tengo per gli ospiti, stupida!

GISELLA – Bisogna prepararle un caffè forte…

MIMI’ – [finge di riprendersi] No… No… sto benissimo… mi sento

euforica…

LUISA – Ci credo… psicofarmaci e alcool, chi sta meglio di lei!

GISELLA - Dai… anche noi… facciamoci un cicchetto!

LUISA – Smettila!

GIANNA – Ma sì… sballiamoci…

GISELLA – Dov’eri?

GIANNA – Dì là, in bagno!

LUISA – Che hai fatto?

GIANNA – Perché?

LUISA – Sembra che hai visto l’uomo nero!

MIMI’ – Come ti viene in mente l’uomo nero?

LUISA – Così… per dire, uno spauracchio… hai uno sguardo da matta!

GIANNA – Ho fatto la pipì al buio.

LUISA – E allora?

GIANNA - [a Mimi’ facendo l’occhiolino] No problems!

LUISA – Hai qualcosa nell’occhio?

GIANNA – No… perché… forse passare dal buio alla luce…

GISELLA – Gianna, cosa c’è?

GIANNA – Ma niente!

GISELLA - Sei sparita, così. Io e Fanny ti aspettavamo per…

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GIANNA – Ero salita a chiamare Mimì…

LUISA – Ma se giù c’era Rodolfo!

MIMI’ E GIANNA – Sssst!

GISELLA - Non c’era, Rodolfo …

MIMI’ E GIANNA – Ssst

GISELLA – Perché?

GIANNA - Che c’è?

LUISA – Rodolfo non c’era?

MIMI’E GIANNA – Ssst!

si guardano.

MIMI’ – Per favore… parlate piano…

GIANNA – Sì giusto, parlate piano, Mimì ha la testa che le scoppia…

LUISA – [parlando piano]Va bene. E allora se… Lui non c’era… voi che

avete fatto tutto questo tempo a casa di Fanny?

GIANNA – Ma… abbiamo parlato… E’ piena di sorprese la vita di una

trans, sai?

LUISA – Ma dai?

GIANNA – Quando vuoi essere irritante ci riesci meglio di quando vuoi

essere spiritosa.

LUISA – Infatti adesso non voglio essere spiritosa. Mimì, ecco i vestiti…

[le consegna una busta]… spero che questi ti piacciano…

MIMI’ – Grazie.

LUISA - A casa tua, non c’era nessun negro …

MIMI’ E GIANNA – ssst!

LUISA – Ancora?

GISELLA – Io neanche ho sentito.

MIMI’ – Quella parola.

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LUISA – Quale?

GISELLA – Negro?

MIMI’ E GIANNA – Ssssssst… Sì.

GIANNA – E’ razzista!

MIMI’ - Mi fai venire la pelle d’oca!

GISELLA – Lo dico sempre che i negri sono diversi da noi… hanno un

altro odore… un’altra pelle…

MIMI’ – Smettila. Smettila… Zitta! Ho la testa che mi scoppia. Tagliati le

corde vocali!

GISELLA – E’ impazzita!

MIMI’ – Mi cambio e me ne vado.

GIANNA – Dove vai Mimì?

MIMI’ - In bagno. [esce verso il bagno]

GIANNA – Devi proprio andare al bagno?

GISELLA – Se deve cambiarsi!

GIANNA – Stai attenta!

GISELLA – A cosa?

MIMI’ – Conosco il problema. [esce]

LUISA – Quale problema?

GIANNA – Lo sciacquone…

LUISA – Perché, cos’ha il mio sciacquone?

GIANNA – L’acqua va giù come niente! [ride fintamente]

LUISA – Sai una cosa, Gianna? Sono stufa delle tue critiche a come vivo,

a come mangio, adesso perfino alla mia casa… non ti va bene neanche

il mio sciacquone?

GIANNA – Hai frainteso...

GISELLA – Avresti bisogno di una bella seduta con Fanny.

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LUISA – Seduta? Che seduta? Che intendi dire?

GIANNA – Lui… lei… insomma sa fare dei massaggi meravigliosi!

LUISA – Vi siete fatte massaggiare?

GISELLA – E’ stata un’esperienza incredibile!... Eccitante…

Indimenticabile!..

LUISA – Non voglio sentire altro.

GIANNA – Loro in fondo rimangono uomini anche se hanno le tette. Lui

non ha fatto l’operazione…

GISELLA – Fanny ha detto: – Perché rinunciare a godere di più. –

GIANNA – Giusto, no?

GISELLA - Che divertente!… Mi ha fatto vedere come si nasconde… il

pacco!

GIANNA – Ma caspita che pacco! Deve avere difficoltà a nasconderlo!

LUISA – Non ho parole!

GISELLA – Posso dirvi una cosa…? Ho avuto un orgasmo!

LUISA – Oh santo cielo!

GIANNA – [ride ]Io quasi!

Luisa schiaffeggia sia Gianna che Luisa

GISELLA – Aih! Ho pensato seriamente che certe forme di razzismo sono

veramente tutte mentali… culturali! Mi sembra di capire di più Mimì,

adesso…

LUISA – Con una pomiciata hai acquisito una bella consapevolezza.

GIANNA – E’ stato… un esperimento coscienziale!

LUISA – Come no, mentre io sperimento questa giornata da vomito …

voi sperimentate la coscienzialità di una nuova morale etnico-sessuale…

[le da le borsette e le invita ad andare. si sentono sospiri di tipo sessuale]

Chi di voi sta per avere un orgasmo?

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GIANNA – Ma nessuna!

GISELLA – Sei impazzita!

ancora sospiri.

LUISA – Bhè qui c’è qualcuno sta sospirando!

GISELLA – Oddio Mimì… Quella ci ha riprovato a suicidarsi…

LUISA – ssst! [ancora sospiri] I suoni vengono dal bagno!

GIANNA – Nooo!

LUISA – Sì… deve essere Mimì!

GIANNA - Vado io!

GISELLA – Meglio Luisa, è un bravo medico!

LUISA – Ferma lì, lo sciacquone è mio! [esce]

GIANNA – Speriamo bene!

GISELLA – Anche tu sei preoccupata?

GIANNA – Più per Luisa.

Rientra Luisa stravolta e tesissima

LUISA – … senza orario… piaghe purulente e ragazzini con le braccia

rotte… in sala operatoria ti toccano il culo…

GISELLA – Cosa dice?

GIANNA – Fa una riflessione medica.

LUISA - Guadagno, non dico di no, ma non so come spendere i soldi e

tanto meno con chi spenderli… perché ho paura che qualcuno voglia

portarmi a letto per lasciarmi il giorno dopo più sola di prima… e

magari perfino insoddisfatta.

GISELLA – Ma di chi parla?

GIANNA – Dalle tempo.

LUISA - E poi quanto mi sento scema quando penso a come mi

scapicollo per essere puntuale ad un appuntamento: tolgo il camice

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verde, indosso il tubino nero, spalmo due quintali di copri occhiaie,

tanto che sembro un lemure… e mentre entro nella sua macchina e lo

guardo intensamente negli occhi, un pensiero angoscioso si fa strada : -

Ma li ho tolti i guanti in lattice? -... La vita è veramente ingiusta…

GIANNA – Messa così è proprio ingiusta.

GISELLA – Hai ragione Luisa. E’ un’ingiustizia.

LUISA – Certo Gisella. Quando tu fatichi per avere una vita affettiva

semplice, banale e vedi una troia come tua sorella, che deve sposare un

commercialista, ma intanto fa un viaggio in Africa e sposa un negrone

che poi arriva come clandestino nella nostra terra inospitale per

venirsela a scopare nel bagno di casa mia… ti viene proprio da dire

che è fottutamente ingiusta la vita, o no?!

GISELLA – Scusa, tesoro, ma non ho capito come sta Mimì.

Luisa mette le mani al collo a Gisella. Gianna la ferma

GIANNA – Dove sono le tue gocce calmanti, Luisa?

LUISA – Mimì, in bagno, non si sta togliendo il vestito da sposa…

Gianna ha trovato le gocce e le conta in un bicchiere

GISELLA – Non mi tenere sulle spine. Non sta bene?

GIANNA – Aspetta che le abbia fatto ingoiare le sue gocce? [le fa

ingoiare le gocce]

LUISA – [fuori di se’]…Sta benissimo. Vuole solo mettere a suo agio il

marito africano!

GISELLA – Marito africano?

GIANNA - Dì là c’è Abuba!

GISELLA – Abuba?!

LUISA – Quando l’hai visto? Non si vede subito. E’ nero come l’ebano!

GIANNA - Luisa, ti vedo alterata.

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GISELLA – Scusate. Non vi capisco

LUISA – Cos’è che non capisci?

GISELLA – Non c’è niente di male. Quello è il marito!

LUISA E GIANNA – Cosa?

GISELLA – E’ il suo uomo, la desidera, la fa felice. Ma quale donna non

considera questo come un dono del cielo?

GIANNA – Brava. Gisella ha espresso un pensiero squisitamente

femminile.

LUISA – Squisitamente femminile? Vedremo quando Mimì dovrà lavorare

per mantenere la famiglia e poi lavare, stirare, fare i letti…

GISELLA – Bhè. Anche oggi, da noi, con la crisi, in molte famiglie è la

donna che lavora…

LUISA - Come mi sento orgogliosa!

GIANNA – Ma dai, Luisa? Prima siamo troppo donne e gli uomini ci

fregano, poi siamo poco donne e gli uomini non ci si filano…

GISELLA - Non se ne esce!

LUISA – Invece se ne esce… dalla mia casa! [le spinge fuori]

GISELLA - Ti prego, Luisa non fare così…

GIANNA – Non è questo il modo di reagire a un conflitto…

LUISA – [urlando verso il bagno] La casa di tolleranza chiude, per favore

abbandonate i posti di combattimento! [urlando] Mimì… Esci da quel

bagno Gianna e Gisella cercano di trattenere Luisa.

GISELLA – Non fare gesti inconsulti!

GIANNA – Non spingere, Gisella… Mi fanno male le scarpe.

LUISA – Comprale del tuo numero…

Le spinge cercando di mandarle via.

GISELLA – Perché , hai sbagliato numero?

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LUISA – No, lei le prende un numero più piccolo per avere il piedino da

geisha.

GIANNA – Non è così… se un scarpa mi piace … non resisto a

comprarla.

LUISA – [gridando] Allora Mimi’… fuori dal bagno!

MIMI’ [FS] – Non esco se non ti calmi!

LUISA – Esci.

MIMI’ [FS] – Mi fai paura!

LUISA – Mi fai paura, tu!

GISELLA – Ma non hai un po’ di pietà?

LUISA – No.

GISELLA – Invidiosa!

LUISA – Prugna secca!

GISELLA – Prugna secca?! A cosa ti riferisci?...

Luisa esce

GIANNA – Fermala! [esce]

GISELLA - Cerca di ragionare Luisa. [esce]

si sente rumore di tafferuglio.

VOCI DI GIANNA, GISELLA, LUISA MIMI’– Mimì, apri questa porta…

Come vi permettete di entrare?... Vieni fuori… No!... Allora entriamo

noi… Cosa fai?... non puoi chiuderci qui dentro… c’è tuo marito… Un

bel pezzo d’uomo… Stiamo strette… non sta bene! E’ sequestro di

persona.

Intanto entra Fanny/Rodolfo

FANNY/RODOLFO – Donde estanno le mi streghette?

entra Mimì.

MIMI’ – Merda! Sono stufa! Andate al diavolo! [lo vede] E lei chi è?

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FANNY-RODOLFO – Ah!

MIMI’ – Sei Fanny?

FANNY-RODOLFO – No… sì… Tu es Mimi?

MIMI’ – Sì! Bravo… no, brava…

FANNY-RODOLFO - No estai all’ospedale?

MIMI’ – Ospedale?... Ah, no… niente di grave… Le ragazze ti hanno

raccontato?

FANNY-RODOLFO – Todos, ma proprio todos!

MIMI’ – No… niente di grave. Luisa è un bravo medico. Ma tu come hai

fatto a capire che ero Mimì?

FANNY-RODOLFO – Ah, Como?! Mimì… quella gran puta de Mimì!

MIMI’ – Cioè?

FANNY-RODOLFO – Como dir la magna… la gran puta!. Todos ablano

de Mimì. Chi piangne, chi ride… chi se rodes lo deretano, chi se

contorce budellas per Mimì… La mejor puta do mundo!

MIMI’ – Giusto, troppa confusione per una come me. Posso chiederti

una cosa?

FANNY-RODOLFO – Abla col corason ne las manos.

MIMI’ – Tu sei trans… cioè sei … come dire… un po’ donna e un po’

uomo…

FANNY-RODOLFO – Todos mischiatos…

MIMI’ – Certo… più donna che uomo…

FANNY-RODOLFO – Depende da quello che me pasa per la cabesa…

MIMI’ – Sai la mia storia?

FANNY-RODOLFO – Oh seguro… dos maritos: quello italiano… quello

africano… Caspita!… Todos cornutos…

MIMI’ – Dai… Non è proprio così…Tu puoi capirmi… la tua doppia

75

natura… senza offesa… ti fa sensibile in un modo particolare… Dimmi

cosa dovrei fare… Ti prego… sii sincera… anche brutale…

FANNY-RODOLFO – Tu dice mi brutale?

MIMI’ – Sì brutale!

FANNY-RODOLFO - Como macho te farei una faccia così de schiaffon e

a furia de calcios te spedirei al prontos soccorsos… , ma primas te

spaccherei…

MIMI’ – Ok… Capisco, ma passiamo alla visione femminile…

FANNY-RODOLFO – Sì… certo… como mujer… donna… come

donna…

MIMI’ – Come donna?

FANNY-RODOLFO – Eh… como nigna…

MIMI’ – Dai, forza!

FANNY-RODOLFO – manderei todos affannculos!

si sentono le grida delle altre.

VOCI – Mimì… ora basta… questo scherzo è durato troppo…

FANNY-RODOLFO – Cosa es esta confusion?

MIMI’ – [con una risata finta] Le ragazze si sono chiuse in bagno e non

riescono più ad aprire la porta…

un gran colpo

FANNY-RODOLFO – pienso che l’hanno aperta!

entrano urlanti le tre donne.

TUTTE – Oh santo cielo! Adesso basta Mimì… Tu sei una matta…

MIMI’ – Avete buttato giù la porta?

GISELLA – Cos’altro potevamo fare?

Mimì corre via.

FANNY-RODOLFO – Forzutes

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GIANNA E GISELLA – Fanny! Che sorpresa!

FANNY-RODOLFO – Contente de mirare me?

LUISA – No!

GISELLA – Come sei entrata?

FANNY-RODOLFO – Abeo spinto la porta.

LUISA – Ve l’avevo detto che è difettosa!

FANNY-RODOLFO - Nido di viperettes…

GISELLA – Perché dici così?

FANNY-RODOLFO – Pechegno animales malefici… abete todos: utero,

zinnes, punto G… lasciate a nosotros almeno los maschos…

tutte ridono meno Luisa

GIANNA – Che scemo!

FANNY-RODOLFO – Scema!

GISELLA – Con loro bisogna parlare tutto al femminile!

LUISA - Che divertente!

GISELLA -La lampadaria… la telefona… l’aspirina...

GIANNA – Questa è proprio femminile, Gisella

LUISA – Insomma può dirci cosa desidera, signora?

FANNY-RODOLFO – Intonse, sta puta de Mimì non està all’ospedale, eh

befana?

LUISA – Befana?!

GIANNA – Scherza… Ti sente un po’ ostile, Luisa.

LUISA - Lo sono. Sta parlando di cose che non la riguardano.

FANNY-RODOLFO – Ma io sabe tuto.

LUISA - Che sabe?

FANNY-RODOLFO – Che quella puta de Mimì

LUISA - Come si permette a chiamarla puta… ma si è visto lei…

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FANNY-RODOLFO – Quando una è puta, è puta…

GISELLA – Luisa, vuol dire “ragazza” in spagnolo… credo…

GIANNA – Sì, certo, la puta è la ragazza!

LUISA - Da quando avete studiato spagnolo?

GISELLA – Giù… da lui… lei… Fanny…

GIANNA – Non ripeteva altro che puta.. quella puta di Mimì…

grandissima puta… e gliel’abbiamo chiesto…

FANNY-RODOLFO – Sì. Mimì è una gran puta che abe sposato un

macho grosso negro in suo viaggio in Kenia…

GIANNA – Noi siamo state tombe!

FANNY-RODOLFO – [ridendo] Tu Gisella essere stata un po’ tipo

zombi…

GISELLA – Cosa vuoi dire?

LUISA – Tipo morto che parla!

FANNY-RODOLFO – Oh sì.. [ride] e ablava ablava… mentre facevo

massaggi e ablava ancora mucho se io sculacciavo!

GIANNA – Gisella!?

GISELLA – Non so…

FANNY-RODOLFO – Ma estava in tecnica di mio massaggio… carezza e

sculacciat, carezza e sculacciata e così adelante… e tu hai detto: Chissà

l’ombre negro di Mimì cosa fa a lei quando esta nel letto…

GIANNA - Così hai detto?

GISELLA – Più o meno.

LUISA – Taci, Gisella, taci. Ora lei se ne va da questa casa e si fa i cavoli

suoi…

FANNY-RODOLFO – Io stare facendo mui grandi cavoli miei…

LUISA - Proprio per niente…

78

RODOLFO – E invece sì…

Rodolfo si toglie di colpo la parrucca. un grido di orrore si alza tra le tre

donne.

LUISA E GISELLA– Ah! Rodolfo!

GIANNA - Pervertito!

RODOLFO – E’ meglio che tu stia zitta. Hai addirittura cercato di

scoparmi pur di nascondermi Mimì…

LUISA – Non ti sei certo tirato indietro!

RODOLFO – Ah, non venirmi a fare le prediche moralistiche proprio tu

Luisa che sei un dottore e dovevi dirmi subito che Mimì aveva tentato il

suicidio… Io sono il suo fidanzato quasi marito!

GIANNA – Ma come parla?

RODOLFO – Non ho la lingua biforcuta come voi.

GIANNA - Biforcuta?!

RODOLFO – Io sono laureato

GISELLA - Questo ti fa onore!

RODOLFO – Ma cosa mi fate dire?

LUISA - Non so..

RODOLFO – Lo fate apposta.

GIANNA – Apposta?

RODOLFO – Mi confondete. Divagate continuamente e alla fine un

povero uomo non ci capisce niente.

LUISA – Noi?

RODOLFO – Sì. Voi donne! L’ho capito quando mi sono travestito da

donna per…

GISELLA – Ti ha aiutato Fanny?

RODOLFO – Sì…

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GISELLA – Brava però!

GIANNA – Ha usato l’eyeliner… Avete fatto un trucco tipo Jaclin

Kennedy?

LUISA – … Infatti… sentivo che non somigliavi a Fanny…

GISELLA – Invece io credevo che fosse Fanny non che fosse Rodolfo

travestito da Fanny…

LUISA - Tu non hai riconosciuto Rodolfo vestito da donna?

GISELLA – Non è facile riconoscere un uomo vestito da donna… sembra

proprio una donna..

RODOLFO – State zitte! Voglio dire…

GIANNA – Parla, chi te lo impedisce?

RODOLFO - … che per smascherarvi, ho dovuto mascherarmi!

GISELLA – Bel gioco di parole!

LUISA – Come nelle peggiori commedie.

RODOLFO – …e come nelle peggiori commedie voi credete che noi

uomini siamo tutti decelebrati…

LUISA – E invece?

Rodolfo ride in modo eccessivo.

LUISA – Che risata imbecille!

Rodolfo estrae il telefonino e lo mostra alle tre donne.

GISELLA – Un cellulare e allora?

RODOLFO – I cellulari oggi sono anche videocamere!

Aaccende e si sente il dialogo di Luisa e Gianna del Primo Atto.

GIANNA – Oh cazzo!

LUISA – E’ il cellulare che avevi lasciato qui?

GISELLA – Hai acceso la telecamera? Che carogna!

RODOLFO – No, l’avete accesa voi coi vostri sederoni!

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GIANNA – Oh, modera le parole!

LUISA - E’ il tuo di sederone che l’ha accesso. Ti sei rotolata con lui sul

pavimento…

GIANNA – E allora?

LUISA – Quante volte ti dico, dimagrisci, Gianna?

GISELLA – E’ vero che sei un tipo formoso, però non devi eccedere…

RODOLFO – [urlando] Oh! Non me ne frega un cazzo del vostro strato

adiposo, befane sessualmente e affettivamente aride…

GIANNA – E dagli con le befane!

LUISA – Senti mezzo uomo…

RODOLFO – Tu preparati che ti denuncio all’ordine dei medici.

LUISA – Mi denunci?

RODOLFO - Non hai chiamato l’autoambulanza… “mancato soccorso”…

e tutto per la tua carriera: “Una amica si suicida a casa tua usando i tuoi

farmaci da campionario”

LUISA - Ma non è vero!

RODOLFO - … Radiata per sempre! Ah!

GIANNA – Sei impazzito!

RODOLFO – Tu poi come complice, non credo che la passerai liscia,

GIANNA – Complice di che?

RODOLFO - L’hai aiutata a occultare il corpo…

GISELLA – Ma non è morta!

RODOLFO – Lo so, ma l’avete occultata ai miei occhi che sono il

parente più diretto in quanto possibile, quasi marito.

GIANNA - Ma ti vuoi ficcare in testa che non ti ha sposato.

GISELLA – Rodolfo, ascolta: io lo so che tu sei un uomo buono… Devo

dirtelo, Rodolfo: sei stato magnifico! Le tue mani hanno fatto vibrare il

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mio corpo che da anni era insensibile.

GIANNA - E’ vero Rodolfo… Quando stavamo sul tappeto per un

momento ho perso la testa…

GISELLA – Rodolfo, tu ami profondamente le donne!

GIANNA - Sei più uomo di quello che sembri.

LUISA – Questa volta, però, la parte della sfigata non la faccio.

Prende Rodolfo e lo bacia appassionatamente davanti agli sguardi

attoniti delle altre due.

GISELLA E GIANNA – Ma?! … Luisa…?!... Rodolfo!...

Luisa quando si stacca e’ totalmente persa.

LUISA – Sei veramente fantastico, Rodolfo. Ma sei proprio sicuro che ti

interessi ancora Mimì?

RODOLFO – Veramente ci ho pensato molto…

LUISA – Sei geloso?

RODOLFO – Ma questa non è una scappatella. Si è sposata un altro!

LUISA - Il problema è un’altro: tu sei ancora innamorato?

SILENZIO

GISELLA – Allora?

GIANNA – Forza, non aver paura.

LUISA - Lasciatelo riflettere.

RODOLFO – La mia vita non è poi una così grande avventura: tra la

scadenza per la dichiarazione dei redditi e quella per l’IVA.

GISELLA – E’ un incubo per tutti.

RODOLFO - Il weekend magari bisogna trascorrerlo alla villa di qualche

industrialotto a parlare di lavoro…

GIANNA – Metti che è un tipo interessante, vi faccio compagnia io.

RODOLFO -… e se poi un giorno Mimì volesse fare un viaggio in

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Cina…

GISELLA – E che problema è?

LUISA – Pensi che si avvinghierebbe al primo mandarino che trova?

GISELLA - Che c’è di male ad abbracciare un frutto?!

GIANNA – Gisella… “mandarino” sta per cinese.

GISELLA – Arancia sta per siciliana… e allora?

LUISA - Per quanto cretino, tuo marito non se la merita una come te.

GISELLA -Bhè, sinceramente, allora vi dico che io avevo un’amica che

girava il mondo per lavoro e se n’e faceva uno in ogni nazione!

LUISA – E adesso con chi sta?

GISELLA – Da sola.

LUISA – Vedi, come me eppure sono stata solo a Capri.

GISELLA – La vita è una ruota.

RODOLFO – Ma come fate voi donne a cambiare discorso,

atteggiamento, sentimento ogni trenta secondi? Io sono qui dalle due del

pomeriggio e vivo sempre la stessa emozione.

LUISA - Che sarebbe?

RODOLFO - La paralisi.

GISELLA - Ma non è una emozione, è una condizione.

GIANNA – Senti Gisella se non la smetti di chiosare ad ogni frase, ti do

una sberla…

RODOLFO – Ma basta… sono io quello incasinato…

Entra Mimì

MIMI’ – Direi proprio… conciato così, poi…

RODOLFO – Mimì!

MIMI’– Quello che hai indosso era il vestito della cerimonia?

RODOLFO – Oh no… scusami…Che vergogna! [si sfila i seni finti]

83

GISELLA - Che orrore!

GIANNA – Una terza?

RODOLFO – Scusate un attimo… vado in bagno a cambiarmi…

TUTTE [quasi un grido] – Oddio, no!

RODOLFO – Che c’è?

Gianna, Gisella, Luisa fanno segni di “no”

MIMI’ – Basta menzogne. Sono tutte agitate perché di là c’è… Abuba!

RODOLFO – Abuba?

LUISA – Il marito africano!

Dopo una breve pausa Rodolfo scatta in piedi.

RODOLFO – [furioso] Brutto negro di merda… io ti sfascio la faccia…

scopati quelle della tua tribù… invece di prendere le donne degli altri…

Lasciatemi!... Tornatene nelle tue capanne di fango e sterco…

Lasciami!...

Le donne si avventano su di lui cercando di immobilizzarlo.

TUTTE – Rodolfo! Siediti. []

Rodolfo si siede e incrocia lo guardo di Mimì.

LUISA – Forza ragazze, lasciamoli un attimo soli. Andiamo di là.

GISELLA – Al bagno non si può.

LUISA – Giusto. Andiamo in cucina.

GIANNA – In cucina? Perché non in camera da letto?

LUISA - Non c’è una camera da letto. Io dormo su quel divano dove è

tutto il giorno che vi rotolate.

GIANNA – Scusa… non sapevo fosse così piccola la tua casa… fai il

medico…

LUISA -Ma tu i cavoli tuoi non te li fai mai?

GISELLA – Forza, in cucina… E’ arrivata anche l’ora di cena…

84

mentre escono

GIANNA –Non c’è niente in frigorifero! Io lo so.

LUISA – … contavo sul pranzo di nozze di Mimì…

GISELLA - Sul pranzo di nozze? Ma allora sei proprio una taccagna!

MIMI’ – [imbarazzata] Sono fatte così… A cosa pensi?

RODOLFO – Che in un mondo come quello di oggi, le donne sono

vincenti.

MIMI’ – Ah! Buona questa!

RODOLFO – Noi uomini… cioè io… i miei amici… siamo tutti infelici …

Voi divagate, passate leggere dalla rivista del parrucchiere alla pratica

dell’Inps…

MIMI’ – E’ mitologia.

RODOLFO – I maschi sbroccano. Non sanno sostenere questa realtà.

MIMI’ – Così alla fine è sempre colpa nostra.

RODOLFO – Guarda che noi stiamo diventando il sesso debole…

MIMI’ – Cazzate!

RODOLFO - In Germania hanno richiesto un incaricato per le pari

opportunità maschili…

MIMI’ - Io penso che sia sempre stato così.

RODOLFO – Ma tu non capisci che noi siamo rigidi… ci spezziamo…

MIMI’ – Abuba ha attraversato il deserto e il mare per venirmi da me.

RODOLFO – Hai ragione…

MIMI’ - Scusami, Rodolfo. Non volevo offenderti.

RODOLFO – Non mi hai offeso.

MIMI’ – Rodolfo?

RODOLFO – Sì?

MIMI’ – Rodolfo, non mi portare rancore: io dormo qui stasera… Se

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non ti dispiace, vorrei che facessi una borsa con la mia roba che è

rimasta a casa tua… c’è quel giacchino di raso…

RODOLFO – Hai già scelto?

MIMI’ – Ma non è un concorso.

RODOLFO – Sei proprio sicura che non mi ami più?

MIMI’ – Sto solo seguendo il consiglio di… Fanny… no?

RODOLFO – “Todos affanculos?

MIMI’ – In un certo senso! Ho fatto tanti errori… e non è facile prendere

una decisione adesso…

RODOLFO – Io posso aspettare.

MIMI’ – Fino “alla stagion de i fior”?

RODOLFO – “ alla stagion de i fior”, Va bene.

MIMI’ – Però me lo fai un piacere?

RODOLFO – Se posso.

MIMI’ – Dimmi sì o no!

RODOLFO - Tremo.

MIMI – [chiamando] Abuba?

Rodolfo si getta affranto sul divano. Mimì esce verso il bagno.

MIMI’ [F.S] – Abuba?... Vieni… Abuba?... [rientrando] E’ scappato… per

la finestra del bagno…

RODOLFO – Meglio così.

MIMI’ – Me lo fai questo piacere, allora?… potrebbe aiutarci tutti…

Mimì scrive su un foglietto.

RODOLFO – Dai, sputa il rospo!

MIMI’ – [ Gli porge il foglietto] Questo è il numero di cellulare di Abuba.

Puoi dargli una mano a fare i documenti per non essere più un

clandestino?

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RODOLFO – Senti…

MIMI’ – Aspetta… Il mio matrimonio certamente non sarà valido… ma

se la sua venuta qui non si trasformasse in tragedia… sarebbe tutto

molto più facile…

RODOLFO – Cosa sarebbe più facile?

MIMI’ - … capire… decidere… e forse essere meno infelici…

si sente un applauso fuori scena.

MIMI’ – Cretine, venite fuori!

Entrano le amiche come fossero “pie donne” .

RODOLFO – Cosa sono? Le prefiche?

GISELLA – Bhè in fondo siamo anche quelle… tre belle pre…fiche!

RODOLFO – Ma non è quello che volevo dire…

LUISA – Pre… perché non siamo più giovanissime!

GIANNA - Parla per te! Io sono una pro…!

LUISA - Una pro-fuga?!

MIMI’ – E’ vero che siamo tutti un po’ profughi… scappiamo sempre…

Intanto Rodolfo e’ tornato serio e si prepara per uscire.

MIMI’ - Aspetta Rodolfo, dove vai?

RODOLFO – Ad una festa!... A rivestirmi. Che dici?

MIMI’ – Giusto. Allora?

RODOLFO – Sì… certo… Fammi chiamare… poi vedremo… Una

soluzione la troveremo!

MIMI’ – Grazie.

grido di gioia. tutte abbracciano e baciano Rodolfo .

TUTTE - Sei un tesoro… Un vero uomo… Sei da sposare!... Bello…

Bello e buono!...

RODOLFO – Per favore… Ferme… Non c’è bisogno che… Basta!

87

tutte tacciono e si ricompongono.

MIMI’ – Buona Fortuna!

RODOLFO – Anche a te.

Mimì bacia Rodolfo. lui esce. Gisella piange.

LUISA – Ma che fai? adesso piangi?

GISELLA – Uno non crede mai che queste scene accadano davvero…

GIANNA – Meglio che a teatro, Eh?

GISELLA – Sembrava un film!

Pausa.

LUISA – Senti che silenzio quando non ci sono gli uomini.

MIMI’ – Stamattina bigama, stasera single.

GIANNA – Però che noia rimanere sole.

GISELLA – Ti posso prestare mio marito.

MIMI’ - Per farci cosa?

GISELLA – Oddio, adesso è abbastanza decaduto… ma un tempo…

LUISA - Perché noi invece rimaniamo sempre uguali?

MIMI’ – Sento che voglio tagliarmi i capelli…

GIANNA – Giusto. Vuol dire che hai voglia di cambiare.

LUISA – La psicologa!

GIANNA - Anch’io voglio cambiare tinta…

GISELLA – Non ti fare quel terribile colore “ rosso menopausa”

GIANNA – Ma sei matta! Faccio rosso pomodoro… così almeno qualche

moscone mi gira intorno.

GISELLA – Prendi un appuntamento dal mio parrucchiere… c’è uno

specialista che vi fa gratis l’analisi del capello… E’ bravissimo.

LUISA -…e poi ti molla i suoi prodotti.

GIANNA – E’ ovvio. Mica lo fa per vocazione.

88

LUISA – Ma lo sapete che vogliono investire sulle vocazioni?

GISELLA – In che senso, investire… pagano le suore?

GIANNA – Mimì, come sei silenziosa…

GISELLA – Sorellina… che pensi?

MIMI’ – Non so.

LUISA – Fai come Rossella di Via col Vento…

MIMI’ – Ma sì… “ Domani è un altro giorno!”

GIANNA – Per te sarebbe più appropriato – “Domani è un altro

continente!”

Continuano a parlare mentre si chiude il sipario

FINE

89

INDICE

90

PERSONAGGI……………………………….Pag. 3

PICCOLA PREFAZIONE……………………Pag. 6

ATTO PRIMO…………………………………Pag 9

ATTO SECONDO…………………………… Pag 56

LOCANDINA

PRIMA RAPPRESENTAZIONE, MILANO TEATRO MARTINITT

5 GENNAIO 2012

Produzione “LA BILANCIA” DUE MARITI E UN MATRIMONIO

91

Una commedia

Di Roberto Marafante

Luisa: Ussi Alzati

Gianna: Pia Engleberth

Mimì: Alice Mangione

Gisella: Alessandra Ierse

Rodolfo: Federico Bonaconza

Voce: Awali Karamouwa

Scena: Andrea Dell’Orto

Costumi: Simona De Castro

Annalisa Bestrella

Musiche: Paolo Censi

Luci: Nicolò Leoni

Aiuto regia: Giuliana Cossuth

Regia

Roberto Marafante


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