Regione Piemonte
Azienda Sanitaria Locale CN2 Via Vida n.10 – 12051 – ALBA P.IVA 02419170044 E-mail certificata: [email protected] S.O.S. PREVENZIONE E PROTEZIONE Tel. 0173/316.542 - Fax 0173/316.262 E-mail: [email protected] Responsabile Struttura Operativa: Ing. Ferruccio Gaudino
IL DATORE DI LAVORO IL RESPONSABILE
(Dott. Danilo BONO) S.O.S. PREVENZIONE E PROTEZIONE
(Ing. Ferruccio GAUDINO)
Medico Competente Dott.ssa S. Amandola
Responsabili dei Lavoratori per la Sicurezza
Sig. N. Barovero Dott.ssa A. Fiorentini
Sig.ra P. Boero Sig. G. La Motta
Sig. P. Cannistraro Sig.ra F. Molinari
Sig.ra T. De Donno Sig. G. Sacco
Aggiornamento: dicembre 2016
AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (R.O.A.)
(ai sensi del Titolo VIII, capo V del D.Lgs. n.81/08 e s.m.i.)
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INDICE DESCRIZIONE DELL’ENTE ............................................................................................................ 3
1. PREMESSA ....................................................................................................................................... 4
1.1 IL LASER .................................................................................................................................... 5
2. DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE ........................................................................................ 9
2.1 RADIAZIONE COERENTE E NON COERENTE .............................................................. 11
3. REQUISITI DI SICUREZZA ........................................................................................................ 12
3.3 ESPOSIZIONE MASSIMA PERMESSA (EMP) .................................................................. 19
3.4 VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE ................................................................................... 20
3.5 FORMAZIONE ......................................................................................................................... 20
3.6 SORVEGLIANZA MEDICA................................................................................................... 21
3.7 APPROFONDIMENTI SULLA PROTEZIONE DAI RISCHI PER LA SALUTE A
LUNGO TERMINE ........................................................................................................................ 22
4. ATTUAZIONE NELL’A.S.L. CN2 ALBA-BRA ......................................................................... 24
5. VALUTAZIONE DEI RISCHI ..................................................................................................... 30
5.1. PIANO DI MIGLIORAMENTO ....................................................................................... 51
6. BIBLIOGRAFIA E RIFERIMENTI NORMATIVI ................................................................... 52
Il presente documento costituisce l’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi redatto al
sensi del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. ed è stato esaminato da: Datore di Lavoro, Medico Competente,
R.L.S.
Inoltre, come per tutti i documenti di valutazione dei rischi, anche la presente valutazione viene
trasmessa in copia al Medico Competente per l’attività di sorveglianza sanitaria così come indicato
dall’art. 41 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
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DESCRIZIONE DELL’ENTE Regione Piemonte
Azienda Sanitaria Locale CN2 di Alba-Bra
Via Vida n.10 - 12051 ALBA (CN)
CODICE FISCALE / PARTITA IVA:
02419170044
ATTIVITÀ LAVORATIVA:
Gestione dei servizi sanitari sul territorio del comprensorio di Alba e di Bra.
DATORE DI LAVORO (D.L.):
BONO Dott. Danilo
(Direttore Generale dell’A.S.L. CN2 di Alba-Bra ai sensi della D.G.R. n. 31-3182 del 18 aprile 2016)
RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (R.S.P.P.):
GAUDINO Ing. Ferruccio
(ai sensi delle Determinazioni Direttoriali n. 862/000/DIG/13/0023 del 5 agosto 2013 e n.
865/000/DIG/13/0028 del 5 agosto 2013)
RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (R.L.S.):
BAROVERO Sig. Nicolò
BOERO Sig.ra Piera
CANNISTRARO Sig. Pietro
DE DONNO Sig.ra Tiziana
FIORENTINI Dott.ssa Angela
LA MOTTA Sig. Giovanni
MOLINARI Sig.ra Filomena
SACCO Sig. Giacomo
(ai sensi della Determinazione Direttoriale n. 614/000/DIG/15/0003 del 25 maggio 2015)
MEDICO COMPETENTE (M.C.):
AMANDOLA Dott.ssa Silvia
(ai sensi delle Determinazioni Direttoriali n. 862/000/DIG/13/0023 del 5 agosto 2013 e n.
865/000/DIG/13/0028 del 5 agosto 2013)
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1. PREMESSA Le radiazioni ottiche possono essere prodotte sia da fonti naturali che artificiali. La sorgente naturale
per eccellenza è il Sole che, come è noto, emette in tutto lo spettro elettromagnetico. Le sorgenti
artificiali, invece, possono essere di diversi tipi, a seconda del principale spettro di emissione e a
seconda del tipo di fascio emesso (coerente o incoerente).
Per quanto riguarda lo spettro di emissione, oltre all'ampia gamma di lampade per l'illuminazione che
emettono principalmente nel visibile, esistono lampade: ad UVC per la sterilizzazione, ad UVB-UVA
per l'abbronzatura o la fototerapia, ad UVA per la polimerizzazione o ad IRA-IRB per il
riscaldamento. Tutte le precedenti lampade emettono luce di tipo incoerente (v. cap. 2.1), mentre, nel
caso dei laser, si è in presenza di sorgenti monocromatiche (una sola lunghezza d'onda), con fascio di
elevata densità di energia, altamente collimate (direzionali) e, per l’appunto, coerenti (la fase di
ciascun fotone viene mantenuta nel tempo e nello spazio). La possibilità di focalizzare un fascio di
questo tipo anche a grandi distanze impone una certa cautela nell'utilizzo dei laser e, in molti casi,
l'obbligo di adeguate misure di protezione per coloro che ne possono venire a contatto.
Le sorgenti di radiazioni ottiche artificiali non coerenti presenti nelle attività lavorative sono
molteplici; di seguito si fornisce un elenco non esaustivo dei loro principali campi d’applicazione:
IR − Riscaldatori radianti
− Lampade per riscaldamento a incandescenza
VISIBILE
− Sorgenti d’illuminazione artificiale (lampade ad alogenuri metallici, al mercurio, sistemi LED)
− Lampade per uso medico (scialitiche, fototerapia neonatale e dermatologica) / estetico
− Luce pulsata – IPL (Intense Pulsed Light, luce pulsata ad alta intensità)
− Saldatura
UV
− Sterilizzazione, lampade germicide
− Lampade per uso medico (fototerapia dermatologica) e/o estetico (abbronzatura) e/o di
laboratorio
− Luce pulsata – IPL
− Saldatura ad arco elettrico/al laser
UV IR Raggi X Microonde
Radiazione Ottica
VIS
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1.1 IL LASER
Il laser può essere incluso fra le sorgenti di radiazione non ionizzante, tuttavia per il suo impiego
massiccio e diffuso ormai a tutti i livelli della sperimentazione scientifica, merita senz’altro una
considerazione particolare.
Il termine laser è il noto acronimo per Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
(amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazione), che è il processo fisico che sta
dietro alla radiazione elettromagnetica intensa, coerente e direzionale e che può essere: ultravioletta
UVC (100-280 nm), ultravioletta UVB (280-315 nm), ultravioletta UVA (315-400 nm), visibile VIS
(380-780 nm), infrarossa IRA (780–1.400 nm), infrarossa IRB (1.400–3.000 nm) o infrarossa IRC
(3.000-1.000.000 nm). Da segnalare che nel campo della ricerca scientifica delle alte energie sono in
fase di sviluppo dispositivi laser che emettono nelle lunghezze d’onda dei raggi X (< 10 nm).
Con laser si definisce quindi un mezzo fisico che produce energia sotto forma di un’onda luminosa
(visibile o invisibile ad occhio umano) in seguito ad un’emissione stimolata di radiazioni. Esistono,
infine, dispositivi analoghi ai laser ma operanti nelle frequenze delle microonde, chiamati maser.
L’onda elettromagnetica viene in parte trasmessa immodificata attraverso i tessuti (fenomeno che si
osserva con maggiore prevalenza nel rosso e infrarosso, per lo scarso assorbimento cellulare a queste
lunghezze d’onda), in parte diffusa data l’eterogeneità dei tessuti, sia in senso retrogrado sia con un
semplice cambiamento di direzione del raggio (deviazione) ed in parte assorbita.
L’interazione fra la luce laser e i tessuti biologici è determinata dai processi fisici che governano la
cessione di energia da parte della radiazione al substrato e dalla risposta biologica del tessuto stesso.
L’intensità delle reazioni biologiche nei tessuti irradiati dipende dalle caratteristiche del tessuto che,
come visto, può assorbire, trasmettere o riflettere (diffondere) l’energia incidente, nonché da:
- lunghezza d’onda, che dipende principalmente dal cosiddetto “mezzo attivo” impiegato (v.
oltre) e influenza la capacità di penetrazione e gli effetti del raggio nei tessuti;
- potenza, che è la quantità di energia (misurata in Joule) emessa nell’unità di tempo (secondo)
e si misura in Watt: (1 W = 1 J/s);
- modalità di emissione, che può essere continua o pulsata (scariche ripetute a frequenze più o
meno elevate), Q-switched (brevi emissioni dell’ordine dei nanosecondi ad alta potenza di
picco) o mode-locked (intense emissioni ultra-brevi dell’ordine dei pico/femtosecondi1).
Un’apparecchiatura laser è un dispositivo essenzialmente costituito da tre elementi:
1 nanosecondo (ns): 1 miliardesimo di secondo (10-9 s); picosecondo (ps): 1 millesimo di miliardesimo di secondo (10-12 s); femtosecondo (fs): 1 milionesimo di miliardesimo di secondo (10-15 s)
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1. il mezzo attivo: materiale in cui avviene il processo di emissione stimolata; può essere:
− solido (es: cristallo di rubino sintetico; cristallo “drogato” YAG2; fibre ottiche
“drogate”; diodi a semiconduttore)
− liquido (es.: coloranti organici o dye, come rodammina 6G, fluoresceina o cumarina)
− gassoso (es.: miscela He-Ne; gas CO2; gas argon; vapori metallici; eccimeri3)
2. il sistema di pompaggio o sorgente di attivazione: fornisce l’energia necessaria al mezzo
attivo (es.: lampade flash; scariche elettriche ad alta tensione; radiazione di altri laser)
3. la cavità ottica o risonatore ottico: consente l’amplificazione della radiazione di una
determinata frequenza (sostanzialmente una coppia di specchi, di cui uno semiriflettente):
Schema generico di funzionamento di un laser
Il laser produce una radiazione non ionizzante e pertanto la sua pericolosità intrinseca è abbastanza
contenuta, se raffrontata con quella derivante dalle sorgenti di radiazioni ionizzanti (es. raggi X).
I rischi connessi all’uso del laser sono sia relativi alle caratteristiche proprie del fascio, sia derivanti
dalle apparecchiature che permettono di creare e mantenere questo tipo di radiazione.
L’interazione diretta con il fascio interessa in modo particolare occhi e pelle: negli occhi la radiazione
proveniente da un laser si focalizza sulla retina in un’immagine estremamente ridotta, tanto che
l’esposizione incidente può venire aumentata di quasi 5 ordini di grandezza (105 = 100.000 volte!), a
causa dell’effetto di focalizzazione del cristallino; anche senza questo effetto, naturalmente, alcuni tipi
di laser producono una radiazione sufficientemente intensa da provocare ustioni, anche gravi, alla
pelle in caso di contatto diretto con il fascio.
2 YAG, acronimo di Yttrium Aluminum Garnet (granato di ittrio e alluminio): cristallo sintetico otticamente attivato introducendo (drogaggio) una piccola percentuale controllata di elementi chimici, solitamente appartenenti al gruppo delle terre rare, quali neodimio (Nd:YAG), erbio (Er:YAG), olmio (Ho:YAG) o cerio (Ce:YAG) 3 eccimeri / eccimplessi: complessi formati da molecole o atomi che non interagiscono significativamente nei loro stati fondamentali ma formano complessi ragionevolmente stabili quando eccitati (se tali complessi sono costituiti da un’unica specie chimica si parla di eccimeri, altrimenti, più propriamente, di eccimplessi). Gli eccimplessi più comunemente utilizzati come mezzi attivi di laser derivano da miscele di gas nobili (argon, kripton, xenon) con alogeni (fluoro, cloro)
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Tipologie di laser esistenti in commercio
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Occorre poi tenere presente che un laser necessita di alimentazione elettrica, spesso con tensioni in
gioco elevate, con tutti i pericoli conseguenti connessi con le apparecchiature di grande potenza.
Sovente il materiale attivo è un gas confinato in tubi di vetro sotto vuoto (configurazione più
difficilmente gestibile rispetto a barrette solide) e non sempre si tratta di materiale chimicamente
inerte o innocuo (es. vapori metallici o alogeni, tossici e corrosivi, impiegati nei laser ad eccimeri).
Talvolta si utilizzano sostanze coloranti (dye laser) che necessitano di solventi chimici nocivi.
Questo breve richiamo può sembrare banale, ma vuole portare l’attenzione su aspetti che, proprio
perché ben conosciuti e sempre sotto gli occhi, possono essere dati per scontati e, quindi, ignorati
nelle procedure di normale operatività. Questo è un atteggiamento estremamente pericoloso: se da un
lato, infatti, è bene acquisire la familiarità e la manualità che permettono di svolgere tranquillamente
lavori tecnici, è comunque fondamentale non dare nulla per scontato, soprattutto quando si ha a
che fare con personale nuovo, inesperto, al quale occorre presentare, da subito, tutti gli aspetti
pericolosi dell’ambiente di lavoro e delle apparecchiature in esso utilizzate.
Schema degli effetti patologici associati ad una esposizione eccessiva a radiazioni ottiche
REGIONE SPETTRALE EFFETTI SULL’OCCHIO EFFETTI SULLA CUTE
Ultravioletto C 180 – 280 nm Fotocheratite
4
Fotocongiuntivite
Eritema (scottatura solare) Accelerazione del processo di invecchiamento della pelle Aumento della pigmentazione
Ultravioletto B 280 – 315 nm
Ultravioletto A 315 – 400 nm Cataratta fotochimica5 Aumento della pigmentazione
Reazione fotosensibili 400 – 780 nm
Lesione fotochimica e termica della retina
Infrarosso A 780 – 1.400 nm Cataratta, bruciatura della retina
Bruciatura della pelle Vasodilatazione
Infrarosso B 1.400 – 3.000 nm Infiammazione acquosa, cataratta, bruciatura della cornea
Infrarosso C 3.000 – 1.000.000 nm Bruciatura della sola cornea
4 reazione infiammatoria della superficie della cornea con arrossamento, dolore intenso e cecità temporanea 5 diminuzione di trasparenza del cristallino con danneggiamento della macula e conseguente diminuzione di percezione di dettagli e colori
Visibile
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2. DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE Come si è detto, alla base del funzionamento del laser sta il processo (quantistico) dell’emissione
stimolata, processo che può essere realizzato in diversi modi, a partire da diversi materiali, con
diverse geometrie, e con varie lunghezze d’onda della radiazione emessa.
Secondo l’American National Standard Institute (ANSI Z136.1-1976), i dispositivi laser sono
classificati in classi di pericolosità crescente. Tutti i laser in commercio devono portare indicazione
della classe di appartenenza, in modo da poter essere utilizzati in sicurezza. Questo, naturalmente, per
quel che riguarda il materiale venduto; spesso, infatti, le apparecchiature vengono modificate
successivamente per renderle adatte ai propri scopi, ad esempio:
− focalizzando o espandendo il fascio per mezzo di lenti
− modificando la frequenza con frequency doublers (raddoppiatori di frequenza)
− modificando il diametro del fascio con shutters (otturatori) o collimatori
− aggiungendo shutter per variare il tempo di esposizione
− modificando la potenza del fascio.
Se queste o altre modifiche vengono apportate (previa autorizzazione) all’apparecchiatura, occorre
sempre integrare la documentazione tecnica relativa al laser stesso, informare tutti gli utilizzatori
potenziali e se necessario aumentare le misure di sicurezza.
La vecchia classificazione, ancora valida per i laser antecedenti al 01/07/2005, prevedeva la
suddivisione in cinque classi di pericolosità crescente:
a) CLASSE 1: il fascio laser è considerato innocuo in qualsiasi condizione d’uso. Questo perché
la radiazione emessa è sempre al disotto degli standard massimi consentiti (MPE, Massima
Esposizione Permessa). Esempi di classificazione: stampanti laser, lettori CD, strumentazione
per laboratorio analisi.
b) CLASSE 2: i laser in questa classe possono emettere radiazione pericolosa, tuttavia la loro
potenza è sufficientemente bassa da consentire, con una azione di riflesso, di evitare
esposizioni inattese. Questo non esclude la possibilità di riportare danni nel caso di
esposizione prolungata (‘prolungata’ qui significa maggiore di 0,25 secondi, tempo entro il
quale si ha riflesso incondizionato). Sono compresi in questa classe solo i laser ad emissione
continua e nel visibile, con potenza inferiore a 1 mW. Esempi di classificazione:
strumentazione didattica, puntatori luminosi, lettori di codice a barre
c) CLASSE 3A: i laser con emissione nel visibile e una potenza in uscita fino a 5 mW per i laser
in continua, o 5 volte il limite di classe 2 per i laser a impulsi ripetuti o a scanning. Possono
emettere radiazioni sia nel campo del visibile che in quello del non visibile e i loro fasci non
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sono pericolosi se osservati direttamente in maniera non continua, mentre lo possono diventare
se si utilizzano strumenti che amplificano e concentrano il fascio ottico (quali microscopi,
binocoli, ecc.) Esempi di classificazione: puntatori e lettori di codici a barre.
d) CLASSE 3B: i laser di classe 3B hanno potenze medie comprese tra i limiti della classe 3A e
500 mW (0,5 W). I laser di classe 3B sono pericolosi per gli occhi se non protetti e possono
essere pericolosi per la pelle; anche le riflessioni diffuse da questi sistemi possono essere
pericolosi. Esempi di classificazione: apparecchi per spettrometria, laser terapeutici.
e) CLASSE 4: sono i laser più pericolosi in quanto, oltre ad avere una potenza tale da causare
seri danni ad occhi e pelle anche se il fascio è diffuso, possono costituire un potenziale rischio
di incendio, causare fuoruscita di materiale tossico e spesso il voltaggio e l’amperaggio di
alimentazione sono pericolosamente elevati. Molti tipi di laser sono contenuti in strutture
chiuse; in questo caso, la loro pericolosità viene calcolata sulla base della radiazione
effettivamente visibile all’esterno della struttura stessa. Naturalmente il sistema deve essere
protetto contro gli accessi accidentali, da parte di personale non autorizzato, durante il
funzionamento dell’apparecchiatura. La potenza è superiore a 500 mW (0,5 W). Esempi di
classificazione: laser terapeutici e chirurgici, taglio e saldatura materiali.
La classificazione attuale, applicata ai laser successivi al 01/07/2005, prevede la suddivisione in
sette classi di pericolosità crescente:
a) CLASSE 1: laser che sono sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente
prevedibili, incluso l’uso di strumenti ottici per la visione del fascio;
b) CLASSE 1M (Magnifying, ingrandimento ottico): laser che emettono nell’intervallo di
lunghezza d’onda tra 302,5 e 4.000 nm che sono sicuri nelle condizioni di funzionamento
ragionevolmente prevedibili, ma possono essere pericolosi se l’operatore impiega ottiche di
osservazione all’interno del fascio (lenti d’ingrandimento, binoculari, ecc.)
c) CLASSE 2: laser che emettono radiazione visibile nell’intervallo di lunghezze d’onda tra 400
e 700 nm; la protezione dell’occhio è normalmente assicurata dalle reazioni di difesa,
compreso il riflesso palpebrale. Questa reazione fornisce un’adeguata protezione nelle
condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili, incluso l’uso di strumenti ottici per
la visione del fascio
d) CLASSE 2M: laser che emettono radiazione visibile nell’intervallo di lunghezze d’onda tra
400 e 700 nm; la protezione dell’occhio è normalmente assicurata dalle reazioni di difesa,
compreso il riflesso palpebrale; comunque la visione del fascio può essere pericolosa se
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l’operatore impiega ottiche di osservazione all’interno del fascio (lenti d’ingrandimento,
binoculari, ecc.)
e) CLASSE 3R (Reduced, ridotto): laser che emettono radiazione nell’intervallo di lunghezze
d’onda tra 302,5 e 1.000.000 nm, dove la visione diretta del fascio è potenzialmente pericolosa
ma il rischio è più basso dei laser di classe 3B; i requisiti del costruttore e le misure di
controllo per il Responsabile delle attività sono meno restrittive rispetto ai laser di classe 3B
f) CLASSE 3B: laser per i quali la visione diretta del fascio è sempre pericolosa; la visione della
radiazione diffusa è normalmente non pericolosa se la distanza dalla sorgente è > 13 cm ed il
tempo di esposizione è < 10 s
g) CLASSE 4: laser che sono in grado di produrre riflessioni diffuse pericolose; possono causare
lesioni alla pelle e potrebbero anche costituire un pericolo d’incendio. Il loro utilizzo richiede
estrema cautela
2.1 RADIAZIONE COERENTE E NON COERENTE
Le sorgenti di radiazioni ottiche artificiali possono essere classificate in coerenti e non coerenti. Le
prime emettono radiazioni in fase fra di loro (i ventri ed i picchi delle onde elettromagnetiche
coincidono), mentre le seconde emettono radiazioni le cui onde sono caoticamente sfasate tra loro:
RADIAZIONE COERENTE (laser)
RADIAZIONE NON COERENTE (luce solare, lampade, ecc.)
Tutte le onde elettromagnetiche che costituiscono il
fascio hanno la medesima fase (tutti i picchi ed i ventri delle onde sono allineati)
Le onde elettromagnetiche che costituiscono il fascio hanno fasi differenti
(disposizione caotica di picchi e ventri)
Riassumendo i concetti fino a qui espressi: i laser sono sorgenti di energia sotto forma di radiazioni
ottiche artificiali coerenti (tutte le altre sorgenti sono non coerenti), monocromatiche (di un’unica
lunghezza d’onda/frequenza), collimate (direzionali, con piccolissima divergenza del fascio) e di
elevata brillanza (intensità). La lunghezza d’onda/frequenza è determinata principalmente6 dal
mezzo attivo impiegato e può ricadere, come già ricordato, sia nel campo dell’infrarosso, sia del
visibile, sia dell’ultravioletto (e, come già detto, addirittura nel campo dei raggi X).
6 In alcuni casi il sistema può essere “pilotato” in modo che dallo stesso mezzo attivo possa essere generata una lunghezza d’onda dimezzata rispetto a quella fondamentale. L’esempio più noto è il laser Nd:YAG che, in funzione delle applicazioni, può essere costruito per emettere alla lunghezza d’onda di 1.064 (IR), 532 (VIS) o 266 nm (UV)
picco ventre
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3. REQUISITI DI SICUREZZA
Tra le principali cause d’incidenti si possono generalmente evidenziare i seguenti casi:
- esposizione dell’occhio durante la procedura di allineamento
- mancato utilizzo di protezione oculare
- gestione inadeguata dell’alta tensione
- assenza di protezione per i rischi accessori
- errata rimessa in funzione dopo l’effettuazione di interventi di assistenza
- scelta non corretta o cedimento di occhiali protettivi
- malfunzionamento generico dell’apparecchiatura.
Da quanto detto sopra, è evidente la necessità di misure di sicurezza adeguate in base al tipo di
apparecchiatura. Dove praticabile devono essere usati schermi protettivi. Tali schermi devono essere
dotati di appositi cartelli di avvertimento sulle parti asportabili o in prossimità delle connessioni di
servizio segnalanti il rischio derivante da possibili rimozioni o disconnessioni.
In assenza di schermi protettivi (e comunque in ogni caso) è necessario valutare l’opportunità di:
1. evitare riflessioni indesiderate, in particolare del banco ottico e della zona di parete che
potrebbe essere colpita dal fascio. Le superfici devono essere antiriflettenti (nero opaco) e
l'illuminazione deve essere ad alta intensità in modo da ridurre il diametro pupillare;
2. individuare restrizioni agli accessi (consentiti unicamente al personale autorizzato);
3. proteggere gli occhi con idonei dispositivi di protezione individuale (occhiali);
4. in caso di utilizzo di laser chirurgici, conviene prevedere la presenza di siringhe (schizzettoni)
riempite di soluzione salina per estinguere eventuali principi d’incendio sul campo operatorio;
5. attuare controlli sull’area;
6. applicare barriere o attenuatori: oltre alla segnaletica di prescrizione l'esterno del locale deve
essere dotato di luce di segnalazione lampeggiante con la scritta "laser in funzione" azionata
per mezzo dell'interruttore generale dell'emettitore. Le porte dovrebbero essere munite di
microinterruttori (microswitch) ad accostamento, che all'apertura della porta (a laser acceso)
azionino un segnale acustico, interrompendo o attenuando il fascio;
7. imporre opportune indicazioni procedurali;
8. avviare un adeguato programma di istruzione e addestramento sui rischi connessi all’uso delle
apparecchiature laser, sui comportamenti idonei e sulle misure di prevenzione e protezione.
A titolo esemplificativo si riportano di seguito il grado di pericolosità, le principali caratteristiche e
requisiti di sicurezza associati alle differenti classi di laser, attribuiti sulla base sia della vecchia (Tab.
A) che della nuova (Tab. B) classificazione:
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A. Caratteristiche e requisiti di sicurezza per sorgenti laser antecedenti al 01/07/2005
TIPI DI LASER PERICOLO PRINCIPALI CARATTERISTICHE E REQUISITI DI SICUREZZA
CLASSE 1 Nessuno
Descrizione: laser intrinsecamente sicuri o sicuri per il loro progetto tecnico. L’EMP (Esposizione massima permessa) non è mai superata Prescrizioni: utilizzo senza prescrizioni Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa:
APPARECCHIO LASER DI CLASSE 1 IN ACCORDO CON LA NORMA CEI 76-2
CLASSE 2 Basso
Descrizione: sono compresi in questa classe i laser ad emissione continua e nel visibile, con potenza ≤ 1 mW. Normalmente le reazioni di difesa naturali, compreso il riflesso palpebrale (0,25 s), sono sufficienti per la protezione dell’occhio. Sono possibili danni in caso di esposizione prolungata. Prescrizioni: non direzionare il fascio verso gli occhi. Interrompere il fascio al termine del suo percorso utile. Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa:
RADIAZIONE LASER - NON FISSARE IL FASCIO – APPARECCHIO LASER DI
CLASSE 2 IN ACCORDO CON LA NORMA CEI 76-2
CLASSE 3A Basso
Descrizione: raggio laser pericoloso se osservato tramite strumenti ottici (microscopi, binoculari, ecc.). Questi laser possono emettere radiazioni sia nel campo del visibile che in quello dell’invisibile. Prescrizioni: proteggere gli occhi. Non direzionare il fascio verso gli occhi. Interrompere il fascio al termine del suo percorso utile. Formare in modo specifico il personale addetto. Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa:
RADIAZIONE LASER - NON FISSARE IL FASCIO NE’ AD OCCHIO NUDO NE’
TRAMITE UNO STRUMENTO OTTICO – APPARECCHIO LASER DI CLASSE 3A IN
ACCORDO CON LA NORMA CEI 76-2
CLASSE 3B Medio
Descrizione: la visione diretta del fascio o tramite riflessione speculare è sempre pericolosa, ma in certe circostanze può essere visto tramite riflessione diffusa. Questi laser possono emettere radiazioni sia nel campo del visibile che in quello dell’invisibile. Prescrizioni: proteggere gli occhi e la pelle. Non direzionare il fascio verso gli occhi. Interrompere il fascio al termine del suo percorso utile. Impedire le emissioni non volute. Formare in modo specifico il personale addetto. Prescritti connettore di blocco, comando a chiave, atten. di fascio, indicatore di emissione. Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa:
RADIAZIONE LASER - EVITARE L’ESPOSIZIONE AL FASCIO - APPARECCHIO
LASER DI CLASSE 3B IN ACCORDO CON LA NORMA CEI 76-2.
Riportano un’etichetta nella quale è indicata l’apertura di emissione.
CLASSE 4 Alto
Descrizione: sono i laser più pericolosi. Hanno una potenza tale da causare seri danni agli occhi e alla pelle, anche se il fascio è diffuso. Possono costituire un potenziale rischio d’incendio; possono causare fuoruscita di materiale tossico e costituiscono pericolo di elettrocuzione a causa delle tensioni di alimentazione molto elevate. Prescrizioni: proteggere gli occhi e la pelle Non direzionare il fascio verso gli occhi. Interrompere il fascio al termine del suo percorso utile. Impedire le emissioni non volute. Formare in modo specifico il personale addetto. Prescritti connettore di blocco, comando a chiave, atten. di fascio, indicatore di emissione. Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa:
RADIAZIONE LASER - EVITARE L’ESPOSIZIONE DELL’OCCHIO O DELLA
PELLE ALLA RADIAZIONE DIRETTA O DIFFUSA - APPARECCHIO LASER DI
CLASSE 4 IN ACCORDO CON LA NORMA CEI 76-2.
Riportano un’etichetta nella quale è indicata l’apertura di emissione. (Le apparecchiature laser classificate nelle classi 3A, 3B e 4 vengono valutate ai fini della
prevenzione del rischio.)
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B. Caratteristiche e requisiti di sicurezza per sorgenti laser successive al 01/07/2005
TIPI PERICOLO PRINCIPALI CARATTERISTICHE E REQUISITI DI SICUREZZA
CLASSE 1 Nessuno
Nessuna prescrizione; il laser è innocuo in condizioni normali di esercizio. Il LEA (limite di emissione accettabile) di questa classe è uguale a quello della classe 1M Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa
APPARECCHIO LASER DI CLASSE 1
CLASSE 1M Basso
Emettono radiazione nell’intervallo di lunghezza d’onda tra 302,5 nm e 4000 nm, sono sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili. Possono essere pericolosi se vengono utilizzate ottiche di osservazione (microscopi, binoculari, ecc.) Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa
RADIAZIONE LASER - NON OSSERVARE DIRETTAMENTE CON STRUMENTI
OTTICI, APPARECCHIO LASER DI CLASSE 1M
CLASSE 2 Basso
Emettono radiazione nell’intervallo di lunghezza d’onda tra 400 nm e 700 nm. Il LEA di questa classe è uguale a quello della classe 2M. Normalmente le reazioni di difesa naturali, compreso il riflesso palpebrale (0,25 s), sono sufficienti per la protezione dell’occhio. Non osservare direttamente il raggio laser. Non dirigere il raggio verso le persone. Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa RADIAZIONE LASER - NON FISSARE IL FASCIO APPARECCHIO LASER DI CLASSE 2
CLASSE 2M Basso
Emettono radiazione nell’intervallo di lunghezza d’onda tra 400 nm e 700 nm. Normalmente le reazioni di difesa, naturali compreso il riflesso palpebrale (0,25 s), sono sufficienti per la protezione dell’occhio. Possono essere pericolosi se vengono utilizzate ottiche di osservazione (microscopi, binoculari, ecc.) Non osservare direttamente il raggio laser. Non dirigere il raggio verso le persone. Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa RADIAZIONE LASER NON FISSARE IL FASCIO, NE’ GUARDARE DIRETTAMENTE
CON STRUMENTI OTTICI - APPARECCHIO LASER DI CLASSE 2M
CLASSE 3R Medio
Emettono radiazione nell’intervallo di lunghezza d’onda tra 302,5 nm e 106 nm. La visione diretta del fascio è sconsigliata in ogni caso. Il rischio è comunque inferiore a quello del laser di classe 3B. Non osservare direttamente il raggio laser. Non dirigere il raggio verso le persone. Consentire l’uso alle sole persone autorizzate. Formare in modo specifico il personale addetto. Previsto il supporto del ASL (Addetto Sicurezza Laser) Deve essere affissa una targhetta in prossimità di ogni apertura attraverso la quale viene emessa una radiazione laser che supera i LEA della classe 1 o 2. Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa
RADIAZIONE LASER – EVITARE L’ESPOSIZIONE DIRETTA DEGLI OCCHI –
APPARECCHIO LASER DI CLASSE 3R
CLASSE 3B Medio
Sono normalmente pericolosi in caso di visione diretta del fascio. Le riflessioni diffuse sono normalmente sicure. Non dirigere il raggio verso le persone. Consentire l’uso alle sole persone autorizzate. Formare in modo specifico il personale addetto. Utilizzare solo in zona confinata e sorvegliata. Evitare le esposizioni indebite e adottare i necessari provvedimenti per l’accesso alla zona laser. Previsto il supporto del ASL. Devono riportare una targhetta in prossimità di ogni apertura attraverso la quale viene emessa radiazione laser che supera i LEA della classe 1 o 2. Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa
RADIAZIONE LASER – EVITARE L’ESPOSIZIONE AL FASCIO – APPARECCHIO
LASER DI CLASSE 3B
CLASSE 4 Alto
Sono normalmente pericolosi in caso di visione diretta del fascio e sono anche in grado di produrre riflessioni diffuse pericolose. Possono causare lesioni alla pelle e potrebbero costituire un pericolo d’incendio. Il loro uso richiede estrema cautela. Non dirigere il raggio verso le persone. Consentire l’uso alle sole persone autorizzate. Formare in modo specifico il personale addetto. Utilizzare solo in zona confinata e sorvegliata Evitare esposizioni indebite e adottare i necessari provvedimenti per l’accesso alla zona laser. Previsto il supporto del ASL. Devono riportare una targhetta in prossimità di ogni apertura attraverso la quale viene emessa una radiazione laser che supera i LEA della classe 1 o 2. Segnaletica: tipica dicitura posta sulla targhetta informativa RADIAZIONE LASER - EVITARE L’ESPOSIZIONE DEGLI OCCHI E DELLA PELLE
ALLA RADIAZIONE DIRETTA O DIFFUSA – APPARECCHIO LASER DI CLASSE 4
(Le apparecchiature laser classificate nelle classi 1M, 2M, 3R, 3B e 4 vengono valutate ai fini della prevenzione del rischio.)
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Il D.Lgs. n.17 del 27/01/2010 prevede che se un’apparecchiatura emette radiazioni non ionizzanti
(quindi comprese anche le ROA) che possono nuocere all’operatore o alle persone esposte, soprattutto
se portatrici di dispositivi medici impiantati (es: il cristallino artificiale), il costruttore deve riportare
nel manuale d’istruzioni le relative informazioni.
Qualora manchino norme specifiche di prodotto, la norma UNI EN 12198 consente al fabbricante di
assegnare alla macchina una categoria in funzione del livello di emissione di radiazioni secondo i
valori riportati nell’appendice B della suddetta norma. Sono contemplate tre categorie di emissione,
per le quali sono previste diverse misure di protezione, informazione ed addestramento, riassunte nella
seguente tabella:
CAT. RESTRIZIONI E MISURE DI PROTEZIONE INFORMAZIONI E ADDESTRAMENTO
0 nessuna restrizione nessuna informazione necessaria
1 possono essere necessarie limitazioni
all’accesso e misure di protezione
informazioni sui pericoli, rischi
ed effetti indiretti
2 sono obbligatorie restrizioni speciali e misure di
protezione
Come la categoria 1 ma in più può essere
necessario l’addestramento
Le macchine rientranti nelle categorie 1 e 2 devono riportare una marcatura specifica comprendente i
seguenti elementi: il segnale di sicurezza rappresentante il tipo di emissione di radiazione (v. Fig.
3.1.2); il numero di categoria (1 o 2); il riferimento alla norma UNI EN 12198.
Le lampade e i sistemi di lampade sono invece classificati in quattro gruppi, secondo lo standard
CEI EN 64471. Questa norma prevede metodi di misura e classificazione e, anche se non prevede
vicoli specifici per la marcatura, rappresenta attualmente lo stato dell’arte in termini di sicurezza
fotobiologica delle lampade e dei sistemi di lampade (comprese quelle a LED):
GRUPPO STIMA DEL RISCHIO
esente nessun rischio fotobiologico
gruppo 1 nessun rischio fotobiologico nelle normali condizioni di impiego
gruppo 2 non presenta rischio in condizioni di riflesso naturale di avversione alla luce o effetti termici
gruppo 3 pericoloso anche per esposizioni momentanee
Per quanto riguarda i dispositivi medici ed i dispositivi medici diagnostici in vitro (es. apparecchiature
di laboratorio, cappe) il fabbricante è tenuto a dichiararne la conformità ai requisiti delle pertinenti
direttive attenendosi alle prescrizioni in esse contenute, in relazione ai rischi ed alle emissioni ottiche
potenzialmente pericolose. In particolare, il fabbricante deve fornire le indicazioni, nella
documentazione allegata al dispositivo, circa la corretta installazione, le avvertenze e/o le precauzioni
d’uso, le specifiche istruzioni di utilizzazione, le informazioni riguardanti la natura, il tipo, l’intensità
e la distribuzione delle radiazioni ed una pertinente etichettatura. I fabbricanti sono inoltre tenuti ad
indicare la conformità a specifiche norme di prodotto (IEC, EN, UNI, CEI) ove esistenti.
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Principali sorgenti di Radiazioni Ottiche Artificiali NON COERENTI
valutate ai fini della prevenzione del rischio
SORGENTE POSSIBILITA’ DI
SOVRAESPOSIZIONE NOTE
Arco elettrico (saldatura elettrica)
Molto elevata
Le saldature ad arco elettrico (tranne quelle a gas) a prescindere dal metallo, possono superare i valori limite previsti per la radiazione UV per tempi di esposizione dell’ordine delle decine di secondi, a distanza di un metro dall’arco. I lavoratori, le persone presenti e di passaggio possono essere sovraesposti in assenza di adeguati precauzioni tecnico-organizzative
Lampade germicide per sterilizzazione e disinfezione
Elevata Gli UVC emessi dalle lampade sono utilizzati per sterilizzare aree di lavoro e locali in ospedali, industrie alimentari e laboratori
Lampade per foto indurimento di polimeri, fotoincisione, curing
Media Le sorgenti UV sono usualmente posizionate all’interno di apparecchiature, ma l’eventuale radiazione che può fuoriuscire attraverso aperture o fessure è in grado di superare i limiti dopo poche decine di secondi
“Luce Nera” usata nei dispositivi di test e controllo non distruttivi (eccetto lampade classificate nel gruppo “Esente” secondo CEI EN 62471)
Bassa – Media o Elevata in relazione
all’applicazione
Il rischio è riconducibile all’emissione di UVA associata alla radiazione visibile. Lampade UVA sono utilizzate in dispositivi quali quelli dedicati al controllo e all’ispezione dei materiali o per il controllo delle banconote; analoghe sorgenti sono usate nei locali per intrattenimento quali discoteche, pub e nei concerti. I sistemi impiegati in metallurgia, superano il limite per l’esposizione a UVA per tempi dell’ordine di 1–2 ore, rispetto ad attività che possono essere protratte per tutto il turno lavorativo.
Lampade/sistemi LED per fototerapia
Elevata La radiazione UV è utilizzata per le terapie in dermatologia e la “luce blu” è utilizzata nell’ambito di attività sanitarie (es.: fototerapia dell’ittero neonatale, chirurgia rifrattiva).
Lampade ad alogenuri metallici
Bassa (Elevata se visione diretta)
Sono utilizzate nei teatri, in ambienti vasti (es.: supermercati) e aperti per l’illuminazione esterna e possono superare sia i limiti per gli UV che per la radiazione visibile e in particolare per la “luce blu” per visione diretta della sorgente
Fari di veicoli Bassa (Elevata se visione diretta)
Possibile sovraesposizione da luce blu per visione diretta protratta per più di 5-10 minuti: potenzialmente esposti i lavoratori delle officine di riparazione automobili
Lampade scialitiche da sala operatoria
Bassa (Elevata se visione diretta)
Per talune lampade i valori limite di esposizione per luce blu possono essere superati in 30 minuti in condizioni di visione diretta della sorgente
Lampade abbronzanti Media – Elevata
Le sorgenti utilizzate in ambito estetico per l’abbronzatura possono emettere sia UVA che UVB, i cui contributi relativi variano a seconda della loro tipologia. Queste sorgenti superano i limiti per i lavoratori per esposizioni dell’ordine dei minuti.
Lampade per usi particolari eccetto lampade classificate nel gruppo “Esente”
Media – Elevata
Si tratta di lampade fluorescenti, non per illuminazione generale, quali quelle utilizzate in acquari e terrari. Queste lampade presentano elevate irradianze UVB che possono portare a sovraesposizioni in pochi minuti, soprattutto a distanze ravvicinate.
Lampade per uso generale e lampade speciali classificate nei gruppi 1,2,3 ai sensi della norma CEI EN 62471
Bassa – Media o Elevata in relazione
all’applicazione Inclusi sistemi LED (Light Emitting Diode, diodo ad emissione luminosa)
Corpi incandescenti quali metallo o vetro fuso (ad esempio nei crogiuoli dei forni di fusione con corpo incandescente a vista) e loro lavorazione
Elevata–Molto elevata Nel corso della colata e in prossimità dei crogiuoli le esposizioni a IRB-IRC possono superare i valori limite per tempi di esposizione dell’ordine di pochi secondi.
Riscaldatori radiativi a lampade
Media-bassa Emissioni di radiazioni infrarosse potenzialmente superiori ai valori limite
Apparecchiature con sorgenti IPL per uso medico o estetico
Elevata-Molto elevata Emissioni di radiazioni ottiche potenzialmente molto superiori ai valori limite anche per pochi secondi
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3.1 ALTRE MISURE DI PREVENZIONE
Ogni qualvolta si effettuano operazioni con il laser devono essere indossati occhiali di protezione a
norma (la misura più efficace è lasciarne almeno un paio nella zona di funzionamento), prestando
attenzione al fatto che lunghezze d’onda diverse comportano occhiali di protezione diversi.
Su questo tipo di DPI è infatti indicato l’intervallo di frequenze per il quale è stato testato (ossia per il
quale è adatto) ed è pertanto necessario verificare che sia compatibile con l’attrezzatura in questione.
La norma europea UNI EN 207 descrive i requisiti cui i filtri laser devono rispondere ed elenca i
livelli protettivi possibili alle frequenze specificate, indicati con un indice di graduazione crescente
espresso con il simbolo L (o LB), seguito da un numero da 1 a 10.
Per ogni livello protettivo la norma indica il fattore spettrale massimo di trasmissione per lunghezza
d'onda, nonché le densità di potenza e/o di energia utilizzata per i test di prova; tali test vengono
eseguiti per le varie tipologie di laser (a onda continua, pulsata, a impulsi giganti e a impulsi a modo
accoppiato), ognuna contraddistinta da una lettera identificativa (rispettivamente D, I, R e M).
Ad ogni modo, oltre al livello protettivo, ai fini della scelta del dispositivo idoneo, è necessario
prendere in considerazione anche altri fattori, quali ad esempio:
− la trasmissione luminosa, per avere la visione più nitida possibile;
− il corretto riconoscimento dei colori;
− il campo visivo, che deve essere il più ampio possibile.
I protettori degli occhi devono restare aderenti al volto, permettendo comunque una ventilazione
sufficiente per evitare l’appannamento. La montatura e i ripari laterali devono dare una protezione
equivalente a quella assicurata dalle lenti. È comunque opportuno precisare che anche indossando un
occhiale protettivo non si deve per nessun motivo fissare il raggio, dato che i test di prova
effettuati su questi dispositivi di protezione verificano la resistenza dell'occhiale stesso per un periodo
di 10 secondi (per i laser a onda continua CW) o per 100 impulsi laser, ma non necessariamente oltre!
Esempio di marcatura degli occhiali di protezione laser (secondo la norma UNI EN 207)
D R 900-1100 LB5 X S
Tipologia di laser con cui sono stati effettuati i test di prova del DPI:
D = a onda continua (CW) I = a onda pulsata R = a impulsi giganti Q-switched M = a impulsi mode-locked
Lunghezze
d’onda per le quali il DPI
fornisce protezione (in nm7)
Livello di
protezione fornita dal DPI8
Codice
del produttore
Marcatura di certificazione
Robustezza meccanica
incrementata (opzionale)
7 Nanometri (nm): miliardesimi di metro (milionesimi di millimetro, 10-9 m) 8 Il valore indica l’attenuazione richiesta al filtro per ridurre la radiazione incidente sull’occhio ad un valore sicuro. Es.: L5 (o LB5) indica una trasmittanza massima ammessa, nell’intervallo delle lunghezze d’onda indicato, pari a 10-5
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Nel caso di radiazione laser la segnaletica d’identificazione della presenza di Zona Laser Controllata
(ZLC) si trova nella norma CEI EN 60825-1, nella quale si richiede che in prossimità degli accessi
delle aree che contengono apparecchi laser di Classe 3B e Classe 4 siano affissi segnali di
avvertimento indicanti la presenza di un laser, con indicata la classe di appartenenza (Fig. 3.1.1 e Fig.
3.1.3) e l’apertura di emissione del raggio (Fig. 3.1.6).
Nel caso in cui all’interno della ZLC sia necessario l’utilizzo di DPI, quali ad esempio gli occhiali,
all’ingresso della zona deve essere esposto l’apposito segnale di prescrizione (Fig. 3.1.5).
Fig 3.1.1 Esempio di
segnaletica laser con la
classe di appartenenza
Fig 3.1.2 Segnaletica di
avvertimento presenza
di ROA non coerenti
Fig 3.1.3 Segnaletica di
avvertimento presenza
di ROA coerenti (laser)
Fig 3.1.4 Segnaletica di
avvertimento presenza
raggi UV da saldatura
Fig 3.1.5 Segnaletica di
obbligo di utilizzo
occhiali di protezione
Fig 3.1.6 Segnaletica di
avvertimento presenza
apertura di emissione
Se in un’area sono presenti una o più sorgenti laser, l’area, secondo la norma CEI EN 60825-1, viene
suddivisa in “zone” come di seguito indicato:
− Zona Laser Controllata (ZLC): zona dove la presenza e l’attività delle persone al suo interno
sono regolate da apposite procedure di controllo al fine della protezione dai rischi da
radiazione;
− Zona Nominale Rischio Oculare (ZNRO): zona all’interno della quale l’irradiamento o
l’esposizione energetica del fascio supera l’esposizione massima permessa (EMP) per la
cornea; essa include la possibilità di errato puntamento accidentale del fascio laser. Se la
ZNRO comprende la possibilità di visione assistita otticamente, viene detta “ZNRO estesa”.
La ZNRO è inclusa all’interno della ZLC. Se l’area è delimitata da pareti fisiche di qualsiasi natura
che risultano una barriera per la radiazione laser, eventualmente incidente la ZLC può coincidere con
la superficie individuata da tali pareti; diversamente deve essere implementato un accesso
regolamentato all’interno della ZLC e della ZNRO.
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3.2 TARGHETTATURA
Ogni laser deve essere dotato di segnale giallo triangolare recante, in nero, il simbolo del raggio laser.
Le targhette devono essere fissate in modo permanente ed essere leggibili. I bordi ed i segni grafici
devono essere in nero su sfondo giallo (v. figg. 3.1.1, 3.1.3 e 3.1.6).
Altri esempi di targhettature per laser, solitamente applicate sulle pannellature posteriori e/o laterali
delle apparecchiature, sono le seguenti (qui riportate nella versione inglese):
Su ciascun pannello che una volta spostato permetta l'accesso umano alla radiazione laser deve essere
affissa una targhetta che riporti le parole "attenzione - radiazione laser in caso di apertura" e inoltre:
- “classe 2 - non fissare il fascio”
- “classe 2M - non fissare il fascio né ad occhio nudo né tramite uno strumento ottico”
- “classe 3B - evitare l'esposizione al fascio”
- “classe 4 - evitare l'esposizione dell'occhio o della pelle alla radiazione diretta o diffusa”
Oltre a queste scritte, se i pannelli sono muniti di blocco di sicurezza, devono comparire anche le
parole "attenzione - radiazione laser pericolosa in caso di apertura e quando il blocco di sicurezza è
guasto". Questa targhetta deve essere visibile prima e durante l'operazione di esclusione del blocco e
molto vicina all'apertura.
3.3 ESPOSIZIONE MASSIMA PERMESSA (EMP)
Rappresenta il livello della radiazione a cui, in condizioni normali, possono essere esposte le persone
senza subire effetti dannosi e tali valori dipendono da:
- lunghezza d’onda della radiazione
- tempo di esposizione o durata dell’impulso
- spettro delle lunghezze d’onda
- natura del tessuto esposto
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- diametro apparente della sorgente (che determina la dimensione dell’immagine retinica)
3.4 VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE
Rappresentano i limiti di esposizione alle radiazioni ottiche basati direttamente sugli effetti sulla
salute accertati e su considerazioni biologiche. Il rispetto di questi limiti garantisce che i lavoratori
esposti a sorgenti artificiali di radiazioni ottiche siano protetti contro tutti gli effetti nocivi sugli occhi
e sulla cute attualmente conosciuti. I valori sono contenuti nel D.Lgs. 81/08 e s.m.i. (a cui si rimanda).
(da D.Lgs. 81/08 e s.m.i., Allegato XXXVIII: Radiazioni Ottiche, Parte II: Radiazioni laser)
3.5 FORMAZIONE
Le persone incaricate all’azionamento di un laser o di un apparato laser, soprattutto se di classe 3B o
4, devono ricevere una formazione adeguata che deve riguardare (senza tuttavia limitarsi a):
a) la familiarizzazione con le procedure di funzionamento del sistema
b) l’utilizzazione appropriata delle procedure di controllo del pericolo, dei segnali
d’avvertimento, ecc.
c) l’impiego adeguato dei dispositivi di protezione individuale
d) le procedure di rapporto di incidente
e) gli effetti biologici del laser sull’occhio e sulla pelle
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3.6 SORVEGLIANZA MEDICA
Prima di utilizzare un laser o un apparato laser, soprattutto se di classe 3B o 4, si devono fornire al
Medico Competente tutte le informazioni necessarie al fine di valutare l’eventuale necessità di una
specifica sorveglianza medica.
In merito alla sorveglianza sanitaria, nel documento approvato in data 11/03/2010, dal titolo “Decreto
Legislativo 81/2008: Indicazioni operative sulla prevenzione e protezione dai rischi dovuti
all’esposizione a radiazioni ottiche artificiali nei luoghi di lavoro” (revisione 02), realizzato dal
Coordinamento Tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome,
in collaborazione con l’ISPESL e con l’Istituto Superiore della Sanità, si indica quanto segue:
(punto 5.23)
”Premesso che in ogni caso deve essere previsto un tempestivo controllo del Medico Competente ove
si fosse riscontrata un’esposizione superiore ai valori limite (in considerazione del fatto che la
sorveglianza sanitaria di cui all’art.218 del DLgs. 81/08 è effettuata con lo scopo di prevenire tutti gli
effetti dannosi derivanti dall’esposizione) appare logico attivare gli accertamenti sanitari preventivi e
periodici certamente per quei lavoratori che, sulla base dei risultati della valutazione del rischio,
debbano indossare DPI degli occhi o della pelle in quanto altrimenti potrebbero risultare esposti a
livelli superiori ai valori limite di legge (nonostante siano state adottate tutte le necessarie misure
tecniche di prevenzione, mezzi di protezione collettiva nonché misure, metodi o procedimenti di
riorganizzazione del lavoro). Con specifico riferimento alla radiazione ultravioletta e alla luce blu,
possono essere messi in atto interventi mirati di sorveglianza sanitaria finalizzata alla prevenzione
dei danni a lungo termine quando le esposizioni, anche se inferiori ai valori limite, si possono
protrarre nel tempo (mesi, anni). (vedi Cap. 3.7 del presente documento)
La sorveglianza sanitaria è di norma annuale.
Per quanto riguarda i soggetti particolarmente sensibili, che potrebbero essere esposti ad un rischio
significativo anche a valori inferiori ai limiti di legge, saranno individuate dal Medico Competente la
periodicità dei controlli sanitari e le misure protettive specifiche da mettere in atto in relazione alla
tipologia ed entità dell’esposizione ed alle condizioni di suscettibilità individuale emerse dal
controllo sanitario.”
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3.7 APPROFONDIMENTI SULLA PROTEZIONE DAI RISCHI PER LA SALUTE A LUNGO
TERMINE
I valori limite di esposizione (VLE) per le radiazioni non coerenti emesse da sorgenti artificiali,
riportati nelle Tabelle dell'Allegato XXXVII-Parte I del DLgs 81/08 e s.m.i., sono stati determinati
dall’ICNIRP (International Commision on Non-Ionizing Radiation Protection, Commissione
internazionale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti) sulla base degli effetti sulla salute
connessi ad esposizioni acute e croniche, per i quali è stato possibile determinare una soglia di
induzione del danno. La limitazione delle esposizioni al di sotto delle soglie assicura pertanto che i
lavoratori non subiscano i danni da esposizione acuta e quei danni da esposizione cronica per i quali
sono state determinate soglie di insorgenza (per es.: danni sul cristallino da esposizione cronica a
infrarossi –cataratta dei vetrai).
Nel caso delle esposizioni alla radiazione ultravioletta, il rispetto dei VLE previene l’insorgenza di
effetti quali l’eritema, la fotocheratite, la fotocongiuntivite e la cataratta da esposizione acuta, ma non
previene totalmente il rischio di effetti a lungo termine indotti dall’esposizione cronica, quali la
fotocancerogenesi cutanea, il fotoinvecchiamento cutaneo e i danni oculari da esposizione cronica, per
i quali non sono state determinate soglie di induzione.
Analogo discorso vale per quanto riguarda il danno retinico di natura fotochimica, detto anche rischio
da “luce blu” in quanto indotto prevalentemente dalla radiazione visibile blu (lunghezza d’onda
compresa tra circa 380 e 490 nm), con massima efficacia tra i 440 e i 442 nm. Tale danno, infatti, è
prevenuto rispettando i VLE per quanto riguarda la possibile insorgenza di danni acuti, mentre il
rispetto di questi stessi limiti non può, allo stato attuale delle conoscenze, prevenire in assoluto il
danno retinico da esposizione cronica legato alla dose totale accumulata dal lavoratore durante lunghi
periodi (anni o decine d'anni).
Gli effetti a lungo termine delle ROA possono quindi, in linea di principio, verificarsi anche se
sono rispettati gli attuali limiti di esposizione, ricordando tuttavia che la limitazione delle
esposizioni al di sotto delle soglie di induzione degli effetti acuti contribuisce a diminuire la dose che
il lavoratore esposto accumula durante la sua vita lavorativa, e riduce la probabilità (per effetti
stocastici quale la fotocancerogenesi cutanea) o la gravità (per effetti deterministici quale il
fotoinvecchiamento cutaneo) degli effetti a lungo termine.
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Per quanto concerne gli effetti oculari da luce blu, vanno sottolineati alcuni aspetti che li differenziano
sostanzialmente rispetto agli altri effetti delle ROA. Il primo è che la “dose accumulata”, dalla quale
verosimilmente dipendono gli effetti a lungo termine, è in questo caso di difficile quantificazione9
poiché dipende da più variabili, alcune di non agevole valutazione, quali: il diametro pupillare, le
condizioni clinico-oftalmiche, la tipologia dei compiti svolti. Un secondo aspetto è connesso alle aree
retiniche coinvolte. Infatti, gli effetti causati da un'esposizione a medio/lungo termine sarebbero assai
più gravi (invalidanti) sotto il profilo occupazionale, ma anche sociale, ove, anziché i soli bastoncelli,
fossero colpiti anche i coni (situati nella fovea), dai quali dipende in modo esclusivo la visione “al
dettaglio”, la visione cromatica e la stereopsi10. È da notare infine come i rischi per la salute connessi
alla luce blu siano spesso sottovalutati, o addirittura ignorati, probabilmente anche a causa del fatto
che la radiazione visibile produce un effetto neuro-psicosensoriale che difficilmente si tende ad
associare ad un rischio per la salute.
Altre misure che, allo stato delle conoscenze scientifiche, possono essere prese per prevenire i danni a
lungo termine, con particolare riferimento alla radiazione ultravioletta e alla luce blu, consistono
nell'evitare le esposizioni indebite di lavoratori non direttamente coinvolti nella particolare attività
lavorativa che utilizza sorgenti di ROA, nell’eliminare sorgenti di luce blu ove esse non siano
essenziali per i particolari compiti lavorativi da svolgere in un dato ambiente, e nel ridurre le
esposizioni al più basso livello possibile. Accanto a queste misure di prevenzione primaria, pure utili
possono risultare mirati interventi di sorveglianza sanitaria.
Infine, relativamente alla radiazione laser occorre osservare che dal punto di vista scientifico non c’è
nessun motivo di ritenere che la radiazione coerente non causi gli stessi effetti a lungo termine della
radiazione incoerente e che quindi ad essa non si applichino le stesse considerazioni relative alla
mancata identificazione di soglie di induzione del danno.
Nel caso delle esposizioni lavorative alla radiazione laser, tuttavia, le esposizioni sono normalmente
solo di tipo accidentale, non croniche, e non sono ad oggi note esposizioni continuative, o comunque
per lunghi periodi, tali da richiedere una generalizzazione della sorveglianza sugli effetti a lungo
termine. Resta ferma l’esigenza di attivare la sorveglianza sanitaria qualora la valutazione del rischio
ne evidenzi la necessità.
9
Una difficile quantificazione della dose accumulata si riscontra anche nel caso della radiazione UV, poiché essa dipende dagli spettri di azione biologici, non ancora chiaramente definiti, relativi agli effetti a lungo termine 10
capacità percettiva che consente di unire le immagini provenienti dai due occhi, che a causa del loro diverso posizionamento strutturale presentano uno spostamento laterale, permettendo di generare la visione tridimensionale
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4. ATTUAZIONE NELL’A.S.L. CN2 ALBA-BRA
Attualmente nell’A.S.L. CN2 sono presenti varie tipologie di laser terapeutici e chirurgici. Tutti i laser
(di proprietà o in noleggio), preventivamente alla messa in funzione, sono sottoposti a prove di
accettazione e di collaudo da parte del Servizio di Ingegneria Clinica, ai sensi delle vigenti norme
CEI. In tutti i locali in cui è utilizzato il laser sono state adottate le principali indicazioni e precauzioni
dettate dalle vigenti normative e le apparecchiature di proprietà sono oggetto di specifico contratto di
manutenzione da parte di ditte specializzate. Inoltre, il personale operante è informato circa il rischio
connesso all’impiego dei laser che può rappresentare un pericolo anche per altre persone, a distanza
considerevole. Le norme di comportamento sono consultabili sul luogo di lavoro (manuali d’uso e/o
manutenzione forniti con l’apparecchiatura) e sommariamente prevedono le seguenti disposizioni:
1. L’accesso alla sala durante l’utilizzo dell’apparecchio è limitato al personale autorizzato,
appositamente formato e provvisto di idonee protezioni (occhiali);
2. Le zone e gli ambienti di utilizzo di apparecchiature laser sono contrassegnati da apposita
segnaletica;
3. L’apparecchiatura deve essere protetta contro ogni utilizzo non autorizzato mediante rimozione
della chiave di comando;
4. Gli operatori devono:
- utilizzare gli idonei occhiali protettivi (inclusi i pazienti);
- seguire le precauzioni e le norme specifiche di impiego;
- evitare che il fascio laser colpisca superfici riflettenti;
- controllare il corretto funzionamento degli interruttori di sicurezza;
- segnalare al Direttore e al Caposala il malfunzionamento dei dispositivi di sicurezza;
- non rimuovere né modificare i dispositivi di sicurezza, di segnalazione e di protezione;
- non compiere manovre o operazioni non di competenza e non effettuare interventi tecnici;
- esercitare tutte le cautele necessarie per l’utilizzo del laser in presenza di gas o liquidi
infiammabili;
- non indossare anelli, orologi o altri oggetti metallici (per evitare superfici riflettenti);
5. In caso d’incidente occorre rivolgersi immediatamente al Pronto Soccorso e avvertire la
Direzione Sanitaria di Presidio in merito all’accaduto.
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S.O.C. Ditta produttrice
Modello Classe sorgente laser
Modo di funzionamento Durata impulso
Modalità d’uso
Periodismo Personale utilizzatore e quindi esposto
Fisioterapia P.O. Alba
Fisioline Fiber laser ICL15 3B Pulsato e superpulsato con lunghezza d’onda 904-910
nm 200 ns
Laser terapeutico. Per patologie post-
traumatiche, reumatiche e antinfiammatorie
Settimanale
Terapisti della Riabilitazione (tutti) Massofisioterapista
Medicap Laser 100 3B Continuo o pulsato con
lunghezza d’onda 904 nm 200 ns Settimanale
Fisioterapia Via Toti Alba
Fisioline Fiber laser ICL60
plus HFPL 100 4
Pulsato e superpulsato con lunghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Settimanale
Fisioline Fiber laser ICL60
plus HFPL 250 4
Pulsato e superpulsato con lunghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Settimanale
Oculistica P.O. Alba
Coherent Yag 7970 3B Pulsato con lunghezza
d’onda 1064 nm 3 ns
Laser oftalmico (cataratta)
Settimanale Medici (quasi tutti) I.P. (Oculistica)
Coherent Opal 3B Continuo con lunghezza
d’onda 689 nm /
Laser oftalmico (fotodinamica)
Settimanale
Zeiss Visulas 532S 4 Continuo o pulsato con
lunghezza d’onda 488-514 nm
10 ms – 2,5 s ed onda continua
Laser oftalmico (retinopatie) Utilizzato anche in S.O. 2° piano
Saltuario
Medici (quasi tutti) I.P. (Oculistica)
I.P. (S.O. ortopedia-oftalmologia)
Sala Operatoria 3° piano (ORL) P.O. Alba
Valfivre SX45 4 Continuo, pulsato e
superpulsato con lunghezza d’onda 10600 nm
950 µs Laser chirurgico Saltuario Medici ORL
(tutti)
Fisioterapia P.O. Bra
Fisioline Fiber laser ICL60 3B Pulsato con lunghezza
d’onda 910 nm 200 ns Laser terapeutico. Per
patologie post-traumatiche e reumatiche
Settimanale Fisioterapisti (tutti)
I.P. I.G.
Massofisioterapista Fisioline
Fiber laser ICL60 micro 3B
Pulsato con lunghezza d’onda 910 nm
200-250 ns Settimanale
Aggiornamento al 05/2005:
Fisioterapia Ospedale Canale
Fisioline (nuova
installazione)
Fiber laser ICL60 plus HFPL 100
4 Pulsato e superpulsato con lunghezza d’onda 904-910
nm 200 ns
Laser terapeutico. Per patologie post-
traumatiche, reumatiche e antinfiammatorie
Quotidiano Terapisti della Riabilitazione
(tutti)
Sala Operatoria 3° piano (ORL) P.O. Alba
Valfivre (già presente)
SX45 4 Continuo, pulsato e
superpulsato con lunghezza d’onda 10,6 µm
950 µs Laser chirurgico.
(laringectomia e corde vocali)
Saltuario Medico ORL
(Direttore)
26 di 54
S.O.C. Ditta produttrice
Modello Classe sorgente laser
Modo di funzionamento Durata impulso
Modalità d’uso
Periodismo Personale utilizzatore e quindi esposto
Sala Operatoria 1° piano (Urologia) P.O. Alba (*)
W.O.M. (noleggio)
U100 plus 1 Impulso doppio e singolo con lunghezza d’onda 532-1.064
nm 1,2 µs
Laser chirurgico per il trattamento di calcolosi
di qualsiasi tipo Mensile
Medico Urologo addetto litotripsia
(*) Si precisa, che tale laser è fornito dalla ditta affidataria esclusivamente per n. 10 sedute operatorie all’anno. Inoltre adotta una metodica intracorporea che prevede la messa in funzione
della fibra laser (con accesso endoscopico) direttamente sul calcolo e pertanto non comporta un’esposizione per il personale Medico e per i collaboratori.
Ambulatorio Terapia Antalgica P.O. Bra
Fisioline (prova)
Fiber laser ICL60 plus HFPL 250
4 Pulsato e superpulsato con lunghezza d’onda 904-910
nm 200 ns
Laser terapeutico (antidolorifico)
Settimanale Medici Anestesisti
(tutti)
Aggiornamento al 02/2006:
Oculistica P.O. Alba
Coherent Yag 7970 3B Pulsato con lunghezza d’onda
1064 nm 3 ns
Laser oftalmico (cataratta)
Settimanale Medici (quasi tutti), I.P., I.G., O.S.S., Ortottista
Coherent Opal 3B
Continuo con lunghezza d’onda 689 nm
/ Laser oftalmico (fotodinamica)
Settimanale
Zeiss Visulas 532S 4 Continuo o pulsato con
lunghezza d’onda 488-514 nm
10 ms – 2,5 s ed
onda continua
Laser oftalmico (retinopatie) Utilizzato anche in S.O. 2° piano
Saltuario Medici (quasi tutti) I.P. (S.O. ortopedia-
oftalmologia)
Aggiornamento al 06/2006: Ambulatorio Terapia Antalgica P.O. Bra
Fisioline (prova)
Fiber laser ICL60 plus HFPL 250
4 Pulsato e superpulsato con lunghezza d’onda 904-910
nm 200 ns
Laser terapeutico (antidolorifico)
/ Nessun operatore, in
quanto ritirato dalla Ditta fornitrice
Aggiornamento al 07/2006: Oculistica P.O. Alba
Zeiss Visulas 532S 4
Continuo o pulsato con lunghezza d’onda 488-514
nm
10 ms – 2,5 s ed
onda continua
Laser oftalmico (retinopatie e
vitrectomie) Utilizzato anche in S.O. 2° piano
Saltuario
Medici (quasi tutti) I.P. (Oculistica)
Gli I.P. (S.O. ortopedia-oftalmologia) non
risultano esposti in quanto il laser è utilizzato in modalità endolaser
Aggiornamento al 04/2007: Sala Operatoria 1° piano (Urologia) P.O. Alba
W.O.M. (noleggio)
U100 plus 1 Impulso doppio e singolo
con lunghezza d’onda 532-1.064 nm
1,2 µs Laser chirurgico per il trattamento di calcolosi
di qualsiasi tipo Mensile
Dal mese di gennaio 2007 non è più utilizzato
Sala Operatoria 1° piano (Urologia) P.O. Alba
Karl Storz-SCB
Calculase 27750120-1
4 Continuo con lunghezza
d’onda 2080 nm 1-2 s
Laser chirurgico per il trattamento di calcolosi di dimensioni da piccole
a medie presenti nel sistema urinario
Settimanale Medico Urologo
(Direttore)
27 di 54
Aggiornamento al 01/2008: Ambulatorio Medicina Generale P.O. Bra
Quantel medical
Vitra 4
Continuo o pulsato con lunghezza d’onda 532 nm
0,01s Laser oftalmico
(retinopatie pazienti diabetici)
Saltuario Medico Oculistica, I.P. Ambulatorio medicina
generale Bra Oculistica P.O. Alba
Heidelberg Engineering
HRA2 3B Continuo con lunghezza
d’onda 488-820 nm 25 ms Fluoroangiografo Settimanale
Medici (quasi tutti), I.P., I.G., O.S.S., Ortottista
Situazione al 12/2010: S.O.C. Ditta
produttrice Modello Classe
sorgente laser Modo di funzionamento Durata
impulso Modalità
d’uso Periodismo Personale utilizzatore
e quindi esposto
Fisioterapia P.O. Alba
Fisioline Fiber laser ICL15 3B Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns
Laser terapeutico. Per patologie post-
traumatiche, reumatiche e
antinfiammatorie
Settimanale
Terapisti della Riabilitazione (tutti) Massofisioterapista
Fisioline Fiber laser ICL60 plus HFPL 100
4 Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Settimanale
Fisioterapia Via Toti Alba
Fisioline Fiber laser ICL60 plus HFPL 100 4
Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Settimanale
Fisioline Fiber laser ICL60 plus HFPL 250 4
Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Settimanale
Fisioterapia P.O. Bra
Fisioline Lumix 100 HFPL 4 Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Settimanale
Fisioterapisti (tutti) I.P. I.G.
Massofisioterapista Fisioline Fiber laser ICL60
micro 3B Pulsato con lunghezza
d’onda 910 nm 200-250
ns Settimanale
Fisioterapia P.O. Canale
Fisioline Fiber laser ICL60 plus HFPL 100
4 Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Quotidiano
Terapisti della Riabilitazione (tutti)
Oculistica P.O. Alba
Coherent YAG 7970 3B Pulsato con lunghezza
d’onda 1064 nm 3 ns
Laser oftalmico (cataratta)
Settimanale Medici (quasi tutti), I.P., I.G., O.S.S.,
Ortottista Coherent Opal 3B Continuo con lunghezza
d’onda 689 nm /
Laser oftalmico (fotodinamica)
Settimanale
Zeiss Visulas 532S 4 Continuo o pulsato con
lunghezza d’onda 488-514 nm
10 ms – 2,5 s ed
onda continua
Laser oftalmico (retinopatie e
vitrectomie) Utilizzato anche in S.O. 2° piano
Saltuario
Medici (quasi tutti) I.P. (Oculistica)
Gli I.P. (S.O. ortopedia-oftalmologia) non risultano esposti in
quanto il laser è utilizzato in modalità
endolaser
28 di 54
Heidelberg Engineering
HRA2 3B Continuo con lunghezza
d’onda 488-820 nm 25 ms Fluoroangiografo Settimanale
Medici (quasi tutti), I.P., I.G., O.S.S.,
Ortottista
Sala Operatoria 1° piano (URO) P.O. Alba
Karl Storz – SCB
Calculase 4 Continuo con lunghezza
d’onda 2.080 nm 1-2 s
Laser chirurgico per il trattamento di calcolosi
di dimensioni da piccole a medie
presenti nel sistema urinario
Settimanale Medico Urologo
(Direttore)
Ambulatorio Medicina Generale P.O. Bra
Quantel Medical
Vitra 4 Continuo o pulsato con
lunghezza d’onda 532 nm 0,01s
Laser oftalmico (retinopatie pazienti
diabetici) Saltuario
Medico Oculistica, I.P. Ambulatorio medicina
generale Bra Situazione al 10/2016:
S.O.C. Ditta produttrice
Modello Classe sorgente laser
Modo di funzionamento Durata impulso
Modalità d’uso
Periodismo Personale utilizzatore e quindi esposto
Di proprietà:
Fisioterapia P.O. Alba
Fisioline Fiber laser ICL15 3B Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns
Laser terapeutico. Per patologie post-
traumatiche, reumatiche e
antinfiammatorie
Quotidiano
Terapisti della Riabilitazione (tutti) Massofisioterapista
Fisioline Fiber laser ICL60 plus HFPL 100
4 Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Quotidiano
Fisioterapia Via Toti Alba
Fisioline Fiber laser ICL60 plus HFPL 100 4
Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Quotidiano
Fisioline Fiber laser ICL60 plus HFPL 250 4
Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Quotidiano
Fisioterapia P.O. Bra
Fisioline Lumix 100 HFPL 4 Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Settimanale Fisioterapisti (tutti)
I.P. Massofisioterapista
Fisioline Fiber laser ICL60
micro 3B Pulsato con lunghezza
d’onda 910 nm 200-250
ns Settimanale
Fisioterapia P.O. Canale
Fisioline Fiber laser ICL60 plus HFPL 100
4 Pulsato e super pulsato con l’unghezza d’onda 904-910
nm 200 ns Quotidiano
Terapisti della Riabilitazione (tutti)
Oculistica P.O. Alba
Ellex Tango (YAG) 3B Pulsato con lunghezza
d’onda 1064 nm 4 ns
Laser oftalmico (cataratta)
Settimanale Medici (quasi tutti),
I.P., O.S.S., Ortottista Coherent Opal 3B
Continuo con lunghezza d’onda 689 nm
/ Laser oftalmico (fotodinamica)
Mensile
29 di 54
Zeiss Visulas 532S 4 Continuo o pulsato con
lunghezza d’onda 488-514 nm
10 ms – 2,5 s ed
onda continua
Laser oftalmico (retinopatie e vitrectomie)
Settimanale Medici (quasi tutti)
I.P. (Oculistica)
Heidelberg Engineering
HRA2 3B Continuo con lunghezza
d’onda 488-820 nm 25 ms Fluorangiografo
Molto saltuario
Medici (quasi tutti), I.P., O.S.S., Ortottista
Sala Operatoria 1° piano (URO) P.O. Alba
Karl Storz – SCB
Calculase II 4 Continuo con lunghezza
d’onda 2.080 nm 1-2 s
Laser chirurgico per il trattamento di calcolosi
di dimensioni da piccole a medie
presenti nel sistema urinario
Settimanale Medico Urologo
(Direttore)
Sala Operatoria 2° piano (OFT) P.O. Alba
Bausch & Lomb
Stellaris 4 Onda continua con
lunghezza d’onda 532 nm Onda
continua
Laser chirurgico oftalmico per vitrectomie
Settimanale Medico, I.P.
Ambulatorio Medicina Generale P.O. Bra
Quantel Medical
Vitra 4 Continuo o pulsato con
lunghezza d’onda 532 nm 0,01s
Laser oftalmico (retinopatie pazienti
diabetici) Saltuario
Medico Oculistica, I.P. Ambulatorio medicina
generale Bra Non di proprietà: Sala Operatoria 3° piano (ORL) P.O. Alba
Lumensis AcuPulse 4 Continuo o pulsato con
lunghezza d’onda 10.600 nm
0,01-1 s Laser chirurgico a CO2
per otorinolaringoiatria Settimanale Medici, I.P.
Sala Operatoria P.O. Bra
Biolitec Leonardo Dual 45 4 Continuo o pulsato con
lunghezza d’onda 980-1.470 nm
0,1-99,9 s Laser chirurgico per il
trattamento delle emorroidi
Mensile Medico, I.P.
Sala Operatoria 1° piano (URO) P.O Alba e Sala Operatoria P.O. Bra
AMS GreenLight XPS
180 4
Continuo o pulsato con lunghezza d’onda 532 nm
0,1 s e onda quasi continua
Laser chirurgico per il trattamento
dell’adenoma prostatico
Mensile Medici, I.P.
Si precisa che ai sensi del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. e della Determinazione Direttoriale n.1648/000/DIA/10/0003 del 11.11.2010, sono anche oggetto di specifica analisi e valutazione le seguenti figure professionali non dipendenti (lavoratori equiparati):
− borsisti − collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co.) ed a progetto
(co.co.pro.) − laureandi e tirocinanti − lavoratori somministrati − lavoratori socialmente utili
− servizio di emergenza territoriale (118) − specializzandi − volontari singoli − stagisti di scuole medie superiori
30 di 54
5. VALUTAZIONE DEI RISCHI
Metodologia adottata
La metodologia utilizzata prevede che ad ognuno dei pericoli precedentemente individuati, si
assegni un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato
evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei
due valori rappresenterà il grado di rischio proprio “R” di quel determinato pericolo.
Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che
contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei
livelli di “P” e di “G”. Si dovranno comunque tenere ben presenti le diverse tipologie di pericoli,
per quanto concerne quelli relativi alla sicurezza, gli interventi di prevenzione possono incidere
profondamente sia sul parametro della probabilità “P” di accadimento che sulla gravità “G”; invece,
le misure di prevenzione adottate per i pericoli alla salute, anche se non sono in grado di limitare il
verificarsi di un danno, non ne potranno modificare l’intrinseca pericolosità, pertanto il valore di
gravità dovrà essere G=4 mentre il valore di probabilità potrà scendere fino a P=1.
Matrice del rischio per la valutazione della criticità
LIVELLI SCALA DI RIFERIMENTO
P (probabilità del danno)
0 (molto improbabile) 1 (improbabile) 2 (poco probabile) 3 (probabile) 4 (molto probabile)
G (gravità del danno)
0 (nessun danno) 1 (lieve) 2 (medio) 3 (grave) 4 (gravissimo)
R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
31 di 54
SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RIFERITI ALLA MANSIONE CON INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
REPARTO/AREA/UFFICIO: R.R.F. P.O. Alba, P.O. Bra, Via Toti Alba, P.O. Canale MANSIONE: Terapista, Massofisioterapista, I.P. DATA COMPILAZIONE: 06/2016
Analisi delle attività pericolose svolte nella mansione
Rischio residuo Durata esposizione
Valutazione dei rischi Probabilità x Gravità =
Rischio
(P x G = R)
Interventi attuati o programmati
R = rara, S = saltuaria F = frequente C = continua
Rischio basso
Rischio medio
Rischio elevato
RISCHI PER LA SICUREZZA Da carenza di sicurezza elettrica Da incendio e/o esplosione RISCHI PER LA SALUTE Agenti fisici Organizzazione del lavoro
shock elettrico
interazione del fascio con
sostanze infiammabili
radiazioni non
ionizzanti
esposizione a fascio riflesso
F
F
F
F
2x1=2
2x1=2
2x1=2
3x2=6
Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Tutti i laser sono sottoposti a prove di accettazione e collaudo Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Informazione, formazione, istruzione, addestramento. Cartellonistica e altra segnaletica. Dotazione di DPI adeguati (occhiali) Informazione, formazione, istruzione, addestramento
Viene quindi valutato il rischio effettivo, assegnando un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei due valori rappresenterà il grado di rischio “R” proprio di quel determinato pericolo. Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei livelli di “P” e di “G”.
32 di 54
R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO
RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
In ogni caso, tutto il personale utilizzatore è sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il
protocollo approvato dal Medico Competente (in particolare per i laser di classe 4).
A completamento si rimanda inoltre alle valutazioni dei rischi relative a ogni singola SS.OO.CC.
interessata dalla presenza del laser.
33 di 54
SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RIFERITI ALLA MANSIONE CON INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
REPARTO/AREA/UFFICIO: Anestesia Alba MANSIONE: Medici DATA COMPILAZIONE:06/2016
Analisi delle attività pericolose svolte nella mansione
Rischio residuo Durata esposizione
Valutazione dei rischi Probabilità x Gravità =
Rischio
(P x G = R)
Interventi attuati o programmati
R = rara, S = saltuaria F = frequente C = continua
Rischio basso
Rischio medio
Rischio elevato
RISCHI PER LA SICUREZZA Da carenza di sicurezza elettrica Da incendio e/o esplosione RISCHI PER LA SALUTE Agenti fisici Organizzazione del lavoro
shock elettrico
interazione del fascio con
sostanze infiammabili
radiazioni non
ionizzanti
esposizione a fascio riflesso
S
S
S
S
2x1=2
2x1=2
2x1=2
3x2=6
Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Tutti i laser sono sottoposti a prove di accettazione e collaudo Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Informazione, formazione, istruzione, addestramento. Cartellonistica e altra segnaletica. Dotazione di DPI adeguati (occhiali) Informazione, formazione, istruzione, addestramento
Viene quindi valutato il rischio effettivo, assegnando un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei due valori rappresenterà il grado di rischio “R” proprio di quel determinato pericolo. Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei livelli di “P” e di “G”.
34 di 54
R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO
RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
In ogni caso, tutto il personale utilizzatore è sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il
protocollo approvato dal Medico Competente (in particolare per i laser di classe 4).
A completamento si rimanda inoltre alle valutazioni dei rischi relative a ogni singola SS.OO.CC.
interessata dalla presenza del laser.
35 di 54
SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RIFERITI ALLA MANSIONE CON INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
REPARTO/AREA/UFFICIO: Oculistica Alba MANSIONE: Medici, I.P., O.S.S., Ortottista DATA COMPILAZIONE: 06/2016
Analisi delle attività pericolose svolte nella mansione
Rischio residuo Durata esposizione
Valutazione dei rischi Probabilità x Gravità =
Rischio
(P x G = R)
Interventi attuati o programmati
R = rara, S = saltuaria F = frequente C = continua
Rischio basso
Rischio medio
Rischio elevato
RISCHI PER LA SICUREZZA Da carenza di sicurezza elettrica Da incendio e/o esplosione RISCHI PER LA SALUTE Agenti fisici Organizzazione del lavoro
shock elettrico
interazione del fascio con
sostanze infiammabili
radiazioni non
ionizzanti
esposizione a fascio riflesso
F
S
F
F
2x1=2
2x1=2
2x1=2
3x2=6
Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Tutti i laser sono sottoposti a prove di accettazione e collaudo Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Informazione, formazione, istruzione, addestramento. Cartellonistica e altra segnaletica. Dotazione di DPI adeguati (occhiali) Informazione, formazione, istruzione, addestramento
Viene quindi valutato il rischio effettivo, assegnando un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei due valori rappresenterà il grado di rischio “R” proprio di quel determinato pericolo. Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei livelli di “P” e di “G”.
36 di 54
R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO
RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
In ogni caso, tutto il personale utilizzatore è sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il
protocollo approvato dal Medico Competente (in particolare per i laser di classe 4).
A completamento si rimanda inoltre alle valutazioni dei rischi relative a ogni singola SS.OO.CC.
interessata dalla presenza del laser.
37 di 54
SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RIFERITI ALLA MANSIONE CON INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
REPARTO/AREA/UFFICIO: Otorinolaringoiatria Alba MANSIONE: Medico, I.P. DATA COMPILAZIONE: 06/2016
Analisi delle attività pericolose svolte nella mansione
Rischio residuo Durata esposizione
Valutazione dei rischi Probabilità x Gravità =
Rischio
(P x G = R)
Interventi attuati o programmati
R = rara, S = saltuaria F = frequente C = continua
Rischio basso
Rischio medio
Rischio elevato
RISCHI PER LA SICUREZZA Da carenza di sicurezza elettrica Da incendio e/o esplosione RISCHI PER LA SALUTE Agenti fisici Organizzazione del lavoro
shock elettrico
interazione del fascio con
sostanze infiammabili
radiazioni non
ionizzanti
esposizione a fascio riflesso
F
F
F
F
2x1=2
2x1=2
2x1=2
3x2=6
Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Tutti i laser sono sottoposti a prove di accettazione e collaudo Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Informazione, formazione, istruzione, addestramento. Cartellonistica e altra segnaletica. Dotazione di DPI adeguati (occhiali) Informazione, formazione, istruzione, addestramento
Viene quindi valutato il rischio effettivo, assegnando un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei due valori rappresenterà il grado di rischio “R” proprio di quel determinato pericolo. Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei livelli di “P” e di “G”.
38 di 54
R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO
RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
In ogni caso, tutto il personale utilizzatore è sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il
protocollo approvato dal Medico Competente (in particolare per i laser di classe 4).
A completamento si rimanda inoltre alle valutazioni dei rischi relative a ogni singola SS.OO.CC.
interessata dalla presenza del laser.
39 di 54
SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RIFERITI ALLA MANSIONE CON INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
REPARTO/AREA/UFFICIO: Urologia Alba MANSIONE: Medici DATA COMPILAZIONE: 06/2016
Analisi delle attività pericolose svolte nella mansione
Rischio residuo Durata esposizione
Valutazione dei rischi Probabilità x Gravità =
Rischio
(P x G = R)
Interventi attuati o programmati
R = rara, S = saltuaria F = frequente C = continua
Rischio basso
Rischio medio
Rischio elevato
RISCHI PER LA SICUREZZA Da carenza di sicurezza elettrica Da incendio e/o esplosione RISCHI PER LA SALUTE Agenti fisici Organizzazione del lavoro
shock elettrico
interazione del fascio con
sostanze infiammabili
radiazioni non
ionizzanti
esposizione a fascio riflesso
F
F
F
F
2x1=2
2x1=2
2x1=2
3x2=6
Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Tutti i laser sono sottoposti a prove di accettazione e collaudo Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Informazione, formazione, istruzione, addestramento. Cartellonistica e altra segnaletica. Dotazione di DPI adeguati (occhiali) Informazione, formazione, istruzione, addestramento
Viene quindi valutato il rischio effettivo, assegnando un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei due valori rappresenterà il grado di rischio “R” proprio di quel determinato pericolo. Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei livelli di “P” e di “G”.
40 di 54
R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO
RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
In ogni caso, tutto il personale utilizzatore è sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il
protocollo approvato dal Medico Competente (in particolare per i laser di classe 4).
A completamento si rimanda inoltre alle valutazioni dei rischi relative a ogni singola SS.OO.CC. interessata dalla presenza del laser.
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SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RIFERITI ALLA MANSIONE CON INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
REPARTO/AREA/UFFICIO: SS.OO. 1° piano Alba MANSIONE: I.P. DATA COMPILAZIONE: 06/2016
Analisi delle attività pericolose svolte nella mansione
Rischio residuo Durata esposizione
Valutazione dei rischi Probabilità x Gravità =
Rischio
(P x G = R)
Interventi attuati o programmati
R = rara, S = saltuaria F = frequente C = continua
Rischio basso
Rischio medio
Rischio elevato
RISCHI PER LA SICUREZZA Da carenza di sicurezza elettrica Da incendio e/o esplosione RISCHI PER LA SALUTE Agenti fisici Organizzazione del lavoro
shock elettrico
interazione del fascio con
sostanze infiammabili
radiazioni non
ionizzanti
esposizione a fascio riflesso
F
F
F
F
2x1=2
2x1=2
2x1=2
3x2=6
Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Tutti i laser sono sottoposti a prove di accettazione e collaudo Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Informazione, formazione, istruzione, addestramento. Cartellonistica e altra segnaletica. Dotazione di DPI adeguati (occhiali) Informazione, formazione, istruzione, addestramento
Viene quindi valutato il rischio effettivo, assegnando un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei due valori rappresenterà il grado di rischio “R” proprio di quel determinato pericolo. Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei livelli di “P” e di “G”.
42 di 54
R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO
RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
In ogni caso, tutto il personale utilizzatore è sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il
protocollo approvato dal Medico Competente (in particolare per i laser di classe 4).
A completamento si rimanda inoltre alle valutazioni dei rischi relative a ogni singola SS.OO.CC.
interessata dalla presenza del laser.
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SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RIFERITI ALLA MANSIONE CON INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
REPARTO/AREA/UFFICIO: SS.OO. 2° -3° piano Alba MANSIONE: I.P. DATA COMPILAZIONE: 06/2016
Analisi delle attività pericolose svolte nella mansione
Rischio residuo Durata esposizione
Valutazione dei rischi Probabilità x Gravità =
Rischio
(P x G = R)
Interventi attuati o programmati
R = rara, S = saltuaria F = frequente C = continua
Rischio basso
Rischio medio
Rischio elevato
RISCHI PER LA SICUREZZA Da carenza di sicurezza elettrica Da incendio e/o esplosione RISCHI PER LA SALUTE Agenti fisici Organizzazione del lavoro
shock elettrico
interazione del fascio con
sostanze infiammabili
radiazioni non
ionizzanti
esposizione a fascio riflesso
F
F
F
F
2x1=2
2x1=2
2x1=2
3x2=6
Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Tutti i laser sono sottoposti a prove di accettazione e collaudo Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Informazione, formazione, istruzione, addestramento. Cartellonistica e altra segnaletica. Dotazione di DPI adeguati (occhiali) Informazione, formazione, istruzione, addestramento
Viene quindi valutato il rischio effettivo, assegnando un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei due valori rappresenterà il grado di rischio “R” proprio di quel determinato pericolo. Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei livelli di “P” e di “G”.
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R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO
RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
In ogni caso, tutto il personale utilizzatore è sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il
protocollo approvato dal Medico Competente (in particolare per i laser di classe 4).
A completamento si rimanda inoltre alle valutazioni dei rischi relative a ogni singola SS.OO.CC.
interessata dalla presenza del laser.
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SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RIFERITI ALLA MANSIONE CON INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
REPARTO/AREA/UFFICIO: Ambulatorio Medicina P.O. Bra MANSIONE: Medico, I.P. DATA COMPILAZIONE: 06/2016
Analisi delle attività pericolose svolte nella mansione
Rischio residuo Durata esposizione
Valutazione dei rischi Probabilità x Gravità =
Rischio
(P x G = R)
Interventi attuati o programmati
R = rara, S = saltuaria F = frequente C = continua
Rischio basso
Rischio medio
Rischio elevato
RISCHI PER LA SICUREZZA Da carenza di sicurezza elettrica Da incendio e/o esplosione RISCHI PER LA SALUTE Agenti fisici Organizzazione del lavoro
shock elettrico
interazione del fascio con
sostanze infiammabili
radiazioni non
ionizzanti
esposizione a fascio riflesso
F
R
S
F
2x1=2
2x1=2
2x1=2
3x2=6
Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Tutti i laser sono sottoposti a prove di accettazione e collaudo Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Informazione, formazione, istruzione, addestramento. Cartellonistica e altra segnaletica. Dotazione di DPI adeguati (occhiali) Informazione, formazione, istruzione, addestramento
Viene quindi valutato il rischio effettivo, assegnando un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei due valori rappresenterà il grado di rischio “R” proprio di quel determinato pericolo. Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei livelli di “P” e di “G”.
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R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO
RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
In ogni caso, tutto il personale utilizzatore è sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il
protocollo approvato dal Medico Competente (in particolare per i laser di classe 4).
A completamento si rimanda inoltre alle valutazioni dei rischi relative a ogni singola SS.OO.CC.
interessata dalla presenza del laser.
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SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RIFERITI ALLA MANSIONE CON INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
REPARTO/AREA/UFFICIO: Anestesia Bra MANSIONE: Medici DATA COMPILAZIONE: 06/2016
Analisi delle attività pericolose svolte nella mansione
Rischio residuo Durata esposizione
Valutazione dei rischi Probabilità x Gravità =
Rischio
(P x G = R)
Interventi attuati o programmati
R = rara, S = saltuaria F = frequente C = continua
Rischio basso
Rischio medio
Rischio elevato
RISCHI PER LA SICUREZZA Da carenza di sicurezza elettrica Da incendio e/o esplosione RISCHI PER LA SALUTE Agenti fisici Organizzazione del lavoro
shock elettrico
interazione del fascio con
sostanze infiammabili
radiazioni non
ionizzanti
esposizione a fascio riflesso
F
F
F
F
2x1=2
2x1=2
2x1=2
3x2=6
Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Tutti i laser sono sottoposti a prove di accettazione e collaudo Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Informazione, formazione, istruzione, addestramento. Cartellonistica e altra segnaletica. Dotazione di DPI adeguati (occhiali) Informazione, formazione, istruzione, addestramento
Viene quindi valutato il rischio effettivo, assegnando un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei due valori rappresenterà il grado di rischio “R” proprio di quel determinato pericolo. Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei livelli di “P” e di “G”.
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R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO
RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
In ogni caso, tutto il personale utilizzatore è sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il
protocollo approvato dal Medico Competente (in particolare per i laser di classe 4).
A completamento si rimanda inoltre alle valutazioni dei rischi relative a ogni singola SS.OO.CC.
interessata dalla presenza del laser.
49 di 54
SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RIFERITI ALLA MANSIONE CON INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
REPARTO/AREA/UFFICIO: SS.OO. Bra MANSIONE: I.P. DATA COMPILAZIONE: 06/2016
Analisi delle attività pericolose svolte nella mansione
Rischio residuo Durata esposizione
Valutazione dei rischi Probabilità x Gravità =
Rischio
(P x G = R)
Interventi attuati o programmati
R = rara, S = saltuaria F = frequente C = continua
Rischio basso
Rischio medio
Rischio elevato
RISCHI PER LA SICUREZZA Da carenza di sicurezza elettrica Da incendio e/o esplosione RISCHI PER LA SALUTE Agenti fisici Organizzazione del lavoro
shock elettrico
interazione del fascio con
sostanze infiammabili
radiazioni non
ionizzanti
esposizione a fascio riflesso
F
F
F
F
2x1=2
2x1=2
2x1=2
3x2=6
Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Tutti i laser sono sottoposti a prove di accettazione e collaudo Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Elaborazione norme, disposizioni, procedure di lavoro e di sicurezza. Informazione, formazione, istruzione, addestramento. Cartellonistica e altra segnaletica. Dotazione di DPI adeguati (occhiali) Informazione, formazione, istruzione, addestramento
Viene quindi valutato il rischio effettivo, assegnando un valore alle due componenti che qualificano: la probabilità “P” che quel determinato evento possa determinare un danno e la gravità “G” del danno che ne potrà derivare; il prodotto dei due valori rappresenterà il grado di rischio “R” proprio di quel determinato pericolo. Per cercare di standardizzare al massimo le procedure, sono state predisposte due distinte scale che contengono i criteri identificativi ed i corrispettivi valori variabili da 0 a 4 per l’assegnazione dei livelli di “P” e di “G”.
50 di 54
R=PxG P=0 Molto
improbabile
P=1 Improbabile
P=2 Poco
probabile
P=3 Probabile
P=4 Molto
probabile
G=0 Nessun danno
0 0 0 0 0
G=1 Lieve 0 1 2 3 4
G=2 Medio 0 2 4 6 8
G=3 Grave 0 3 6 9 12
G=4 Gravissimo 0 4 8 12 16
RISCHIO BASSO
RISCHIO MEDIO RISCHIO GRAVE
In ogni caso, tutto il personale utilizzatore è sottoposto a sorveglianza sanitaria secondo il
protocollo approvato dal Medico Competente (in particolare per i laser di classe 4).
A completamento si rimanda inoltre alle valutazioni dei rischi relative a ogni singola SS.OO.CC.
interessata dalla presenza del laser.
51 di 54
5.1. PIANO DI MIGLIORAMENTO
Si rileva che, in talune circostanze, le metodologie interventistiche non consentono l’interruzione
del trattamento con il raggio laser in quanto, così facendo, ne potrebbero derivare dei danni a carico
del paziente. Pertanto, in tali casi, non risulta conveniente l’utilizzo del dispositivo di interlock
attivato da un microswitch installato sulla porta di accesso al locale in cui si sta effettuando il
suddetto trattamento.
Si stabilisce pertanto che, in tutti questi casi, sarà necessario mettere in atto procedure alternative
all’installazione del dispositivo citato. Tali procedure dovranno essere redatte dal Dirigente, in
collaborazione con il Preposto, in funzione delle specifiche condizioni di contorno relative
all’utilizzo dell’apparecchiatura e del locale in cui viene effettuato il trattamento con raggio laser.
A puro titolo informativo, al fine di maggiore chiarezza, di seguito si riporta un facsimile di
procedura messa in atto a seguito dell’installazione di un laser oftalmico, per il quale il Medico
utilizzatore aveva a suo tempo dichiarato l’impossibilità pratica di installare il microinterruttore
sulla porta di accesso al locale:
Oggetto: indicazioni da attuare durante le sedute di laser-terapia
Sulla base delle indicazioni del Responsabile, per prevenire eventuali esposizioni accidentali a
dipendenti o afferenti all’ambulatorio durante l’esecuzione della laser terapia,
• preso atto della NORMA CEI 76-6 “Sicurezza degli apparecchi laser”
• soprattutto considerato che l’inserimento del blocco a distanza della porta (interlock
che interrompe l’attività del laser all’apertura accidentale della porta) potrebbe
essere causa di danno al paziente e di disturbo grave dell’intervento in corso,
il Direttore della S.O.C. interessata dichiara, sotto la propria responsabilità, di gestire
diversamente l’accesso alla zona di utilizzo del laser, garantendo sempre e comunque
l’incolumità dei lavoratori, i quali saranno dotati degli idonei D.P.I. ed opportunamente formati
e informati.
52 di 54
6. BIBLIOGRAFIA E RIFERIMENTI NORMATIVI
1. D.P.R. 459/96 “Recepimento della "Direttiva Macchine" n. 89/392, regolamentazione tecnica sulla sicurezza
delle macchine”
2. D. Lgs. 81/2008 “Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e
della sicurezza nei luoghi di lavoro”.
3. “Decreto Legislativo 81/2008: Indicazioni operative sulla prevenzione e protezione dai rischi dovuti
all’esposizione a radiazioni ottiche artificiali nei luoghi di lavoro “ (Rev. 02), Coordinamento Tecnico per la
sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome, in collaborazione di ISPESL e Istituto
Superiore di Sanità, Anno 2010
4. Norme CEI Comitato Tecnico 76-6/1998 “Guida all’uso degli apparecchi laser in medicina”
5. CEI 76 Fascicolo 3850R/1998 “Guida per l’utilizzazione di apparati laser per laboratori di ricerca”
6. “La sicurezza nell’impiego clinico del laser” a cura del Servizio Prevenzione e Protezione A.O. “S. Giovanni
Battista” Torino, 11/1998
7. CEI EN 60825-1/2003 “Sicurezza degli apparecchi laser: classificazione, prescrizioni e guida per
l’utilizzatore”
8. CEI EN 60825-4/1998 “Barriere di protezione da laser”
9. CEI EN 60825-1 fascicolo 4405 R “Sicurezza degli apparecchi laser - Parte 1: classificazione delle
apparecchiature, prescrizioni e guida per l'utilizzatore (VECCHIA CLASSIFICAZIONE)”
10. CEI EN 608251 - Class. CEI 76-2 - CT 76 - Fascicolo 6822 -Anno 2003 - Edizione Quarta Inglese - Italiano
“Sicurezza degli apparecchi laser Parte 1: Classificazione delle apparecchiature, prescrizioni e guida per
l'utilizzatore”
11. CEI EN 608251 - Class. CEI 76-2 - CT 76 - Fascicolo 9891 -Anno 2009 - Edizione Quinta Inglese - Italiano
“Sicurezza degli apparecchi laser Parte 1: Classificazione delle apparecchiature e requisiti”
12. CEI EN 62471 - Class. CEI 76-9 - CT 76 - Fascicolo 9646 E -Anno 2009 - Edizione Prima Inglese “Sicurezza
fotobiologica delle lampade e sistemi di lampade”
13. CEI EN 61040 - Class. CEI 76-3 - CT 76 - Fascicolo 3579 R -Anno 1998 - Edizione Prima Inglese - Italiano
“Rilevatori, strumenti e apparati per la misura della potenza e dell'energia della radiazione laser”
14. CEI UNI EN ISO/IEC 17025 - Class. CEI 501-10 - CT 501 -Fascicolo 9528 - Anno 2008 - Edizione Inglese -
Italiano “Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura”
15. CEI EN 60335-2-27 - Class. CEI 61-184 - CT 59/61 - Fascicolo 7753 - Anno 2005 - Edizione Quarta Inglese -
Italiano “Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare Parte 2: Norme particolari per
apparecchi per il trattamento della pelle con raggi ultravioletti ed infrarossi”
16. CEI EN 60335-2-27/A1 - Class. CEI 61-184;V1 - CT 59/61 -Fascicolo 9710 - Anno 2009 - Edizione Inglese -
Italiano “Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare Parte 2: Norme particolari per
apparecchi per il trattamento della pelle con raggi ultravioletti ed infrarossi per uso domestico e similare”
17. CEI EN 60335-2-27/A2 - Class. CEI 61-184;V2 - CT 59/61 -Fascicolo 9711 - Anno 2009 - Edizione Inglese -
Italiano “Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare Parte 2: Norme particolari per
apparecchi per il trattamento della pelle con raggi ultravioletti ed infrarossi per uso domestico e similare”
18. IEC 60601-2-22 Ed. 3.0 b:2007 – Edizione Inglese - “Medical electrical equipment - Part 2: Particular
requirements for the safety of diagnostic and therapeutic laser equipment”
53 di 54
19. CEI EN 60601-2-22 1997 Fascicolo 3495 “Apparecchi elettromedicali Parte 2: Norme particolari per la
sicurezza degli apparecchi laser terapeutici e diagnostici”
20. CEI 76 - Class. CEI 76 - CT 76 - Fascicolo 3849 R - Anno 1998 - Edizione Prima Italiano - “Guida per
l'utilizzazione di apparati laser”
21. CEI 76 - Class. CEI 76 - CT 76 -Fascicolo 3850 R - Anno 1998 - Edizione Prima Italiano - “Guida per
l'utilizzazione di apparati laser per laboratori di ricerca”
22. CEI 76-6 - Class. CEI 76-6 - CT 76 - Fascicolo 5928 - Anno 2001 - Edizione Prima Inglese - Italiano
“Sicurezza degli apparecchi laser Parte 8: Guida all'uso degli apparecchi laser in medicina”
23. UNI EN 14255-1:2005 “Misurazione e valutazione dell'esposizione personale a radiazioni ottiche non coerenti
-Parte 1 : Radiazioni ultraviolette emesse da sorgenti artificiali nel posto di lavoro”
24. UNI EN 14255-2:2006 “Misurazione e valutazione dell'esposizione personale a radiazioni ottiche non coerenti
-Parte 2: Radiazioni visibili ed infrarosse emesse da sorgenti artificiali nei posti di lavoro”
25. UNI EN 14255-3:2008 “Misurazione e valutazione dell'esposizione personale a radiazioni ottiche non coerenti
-Parte 3 : Radiazioni UV emesse dal sole”
26. UNI EN 14255-4:2007 “Misurazione e valutazione dell'esposizione personale a radiazioni ottiche non coerenti
-Parte 4: Terminologia e grandezze utilizzate per le misurazioni delle esposizioni a radiazioni UV, visibili e
IR”
27. UNI EN 12198-1:2009 “Sicurezza del macchinario - Valutazione e riduzione dei rischi generati dalle
radiazioni emesse dal macchinario - Parte 1 : Principi generali”
28. UNI EN 12198-2:2009 “Sicurezza del macchinario - Valutazione e riduzione dei rischi generati dalle
radiazioni emesse dal macchinario - Parte 2: Procedura di misurazione dell'emissione di radiazione”
29. UNI EN 12198-3:2008 “Sicurezza del macchinario - Valutazione e riduzione dei rischi generati dalle
radiazioni emesse dal macchinario - Parte 3: Riduzione della radiazione per attenuazione o schermatura”
30. UNI EN ISO 11553-1:2009 “Sicurezza del macchinario - Macchine laser - Parte 1 : Requisiti generali di
sicurezza”
31. UNI EN ISO 11553-2:2009 “Sicurezza del macchinario - Macchine laser - Parte 2: Requisiti di sicurezza per
macchine laser portatili”
32. UNI EN ISO 11554:2008 “Ottica e fotonica - Laser e sistemi laser - Metodi di prova della potenza del fascio,
dell'energia e delle caratteristiche temporali”
33. UNI EN 166:2004 “Protezione personale dagli occhi – Specifiche”
34. UNI EN 167:2003 “Protezione personale degli occhi - Metodi di prova ottici”
35. UNI EN 168:2003 “Protezione personale degli occhi - Metodi di prova non ottici”
36. UNI EN 169:2003 “Protezione personale degli occhi - Filtri per saldatura e tecniche connesse - Requisiti di
trasmissione e utilizzazioni raccomandate”
37. UNI EN 170:2003 “Protezione personale degli occhi - Filtri ultravioletti - Requisiti di trasmissione e
utilizzazioni raccomandate”
38. UNI EN 171:2003 “Protezione personale degli occhi - Filtri infrarossi - Requisiti di trasmissione e utilizzazioni
raccomandate”
39. UNI EN 172:2003 “Protezione personale degli occhi - Filtri solari per uso industriale”
40. UNI EN 175:1999 “Protezione personale degli occhi - Equipaggiamenti di protezione degli occhi e del viso
durante la saldatura e i procedimenti connessi”
54 di 54
41. UNI EN 207:2004 “Protezione personale degli occhi - Filtri e protettori dell'occhio contro radiazioni laser
(protettori dell'occhio per laser)”
42. UNI EN 208:2004 “Protezione personale degli occhi - Protettori dell'occhio per i lavori di regolazione sui laser
e sistemi laser (protettori dell'occhio per regolazione laser)”
43. UNI EN 379:2004 “Protezione personale degli occhi - Filtri automatici per saldatura”
44. UNI 10912:2000 “Dispositivi di protezione individuale - Guida per la selezione, l'uso e la manutenzione dei
dispositivi di protezione degli occhi e del viso per attività lavorative.”
45. UNI EN 1598:2004 “Salute e sicurezza in saldatura e tecniche connesse - Tende, strisce e schermi trasparenti
per procedimenti di saldatura ad arco”
46. UNI EN 12254:2008 “Schermi per posti di lavoro in presenza di laser - Requisiti di sicurezza e prove”
47. "Guidelines on limits of exposure to broad-band incoherent optical radiation (0,38 to 3 um)" pubblicata su
Health Physics, September 1997, Vol. 73, N.3
48. "Guidelines on limits of exposure to ultraviolet radiation of wavelengths between 180 nm and 400 nm
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