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è Africa n.4 - settembre 2012

Date post: 29-Mar-2016
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La rivista bimestrale di Medici con l'Africa Cuamm
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FRANCESCO ZIZOLA / NOOR NUMERO 4 | SETTEMBRE 2012 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD E AFRICA In Africa la sfida è conciliare il dramma della morte con la gioia che la pienezza di vita ti riversa addosso costantemente. VIVERE IN PIENEZZA
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NUMERO 4 | SETTEMBRE 2012

BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DI

MEDICI CON L’AFRICACUAMM

Poste Ita

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ento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, com

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EAFRICA

In Africa la sfida è conciliare il dramma della morte con la gioia che la pienezza di vita ti riversa addosso

costantemente.

VIVEREIN PIENEZZA

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ÈAFRICAPROPRIETARIOMedici con l’Africa CuammDIRETTORE RESPONSABILEAnna TalamiSEGRETARIA DI REDAZIONEElisa BissaccoREDAZIONEAndrea Borgato, Dante Carraro,Chiara Di Benedetto, Serena Foresi, Fabio Manenti,Luigi Mazzucato, BettinaSimoncini, Jacopo SoranzoFOTOGRAFIEReutersFrancesco ZizolaArchivio CuammPROGETTO GRAFICOFrancesco CamagnaREGISTRAZIONIpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999al Roc n.22732 del 30 settembre 2012REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 PadovaIMPAGINAZIONE E STAMPAPublistampa,via Dolomiti, 3638057 Pergine (Trento)

via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected] AI LETTORIQuesto periodico viene inviatoa quanti ci sostengono,perché possano verificare ladestinazione delle lorodonazioni. Medici con l’AfricaCuamm è onlus ong. Le offerteinviate sono quindi deducibilinella dichiarazione deiredditi, allegando la ricevutadell’offerta eseguita. Sostieni e partecipa al nostroimpegno in Africa, attraversouna di queste modalità:C/C POSTALEn.17101353 intestato a Medici con l’Africa CuammBONIFICO BANCARIOIBAN IT 91 H 05018 12101000000107890 presso BancaPopolare Etica - PadovaCARTA DI CREDITOtelefona allo 049.8751279ON LINEwww.mediciconlafrica.org5X1000codice fiscale 00677540288ERRATA CORRIGEnel n. 3/2012, nel catenaccio a p. 8, si parlava di “incidenza del 35%”,mentre si tratta di “prevalenza del35%” secondo i dati della DirezioneDistrettuale sanitaria di Beira.

Bambino munge il bestiame in un campoDinka, Sud Sudan.Foto di Francesco Zizola/ Noor.

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

IN PRIMO PIANO CUAMM: CROCEVIA DI GENERAZIONI A PAGINA 8

FLASH DALL’AFRICA A PAGINA 11

FOCUS LO SGUARDO ACUTO DI UN TESTIMONE DI LUNGO CORSOPIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDA EMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

CANTIERE CUAMM A PAGINA 16

VISTO DA QUI ILVO DIAMANTI A PAGINA 18

COME PUOI AIUTARCI A PAGINA 19

I dottori Angelo e Donato Caroli, zio e nipote, nella sede di Medici con l’AfricaCuamm. Angelo Caroli, lo zio, fu tra i medici del Cuamm della prima ora: partì perla Nigeria nell’agosto 1958 quando il paese era ancora sotto il dominio colonialeinglese. Fu solo l’inizio di un percorso che lo portò negli anni successivi anche in Togo e Angola. Il dottor Donato Caroli, il nipote, ha seguito le orme dello zioprestando il suo servizio di medico Cuamm in Mozambico tra il 1983 e il 1985.Nella foto manca un terzo Caroli, Giovanni, anche lui nipote di Angelo. Ma si trattadi un assente giustificato: al momento dello scatto si trovava in Etiopia.

UNA FAMIGLIA DI MEDICIPASSAGGIO DEL TESTIMONE

DALL’ALBUM DEL CUAMM

1990

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DICEMbrE 2012: SAVE THE DATE. SEGNA lA DATA. A poco più di un anno dalla pre-sentazione di “Prima le mamme e i bambini”, ci ritroveremo a roma, presso l’Uni-versità Cattolica del Sacro Cuore, per dare conto del cammino fatto finora daquesto programma che intende assicurare il parto gratuito e sicuro alle donne,in quattro ospedali in cui lavoriamo.

Assieme ad amici, volontari e istituzioni, nazionali e internazionali, sarannocon noi i rappresentanti dell’Uganda: il ministro della sanità Christine Ondoa,il direttore generale del ministero Jane Aceng, il responsabile dell’Ugandan Catholic Medical BureauSam Orach, il vescovo della Diocesi di lira Mons. Giuseppe Franzelli e altri ancora. Evidenzieremoi primi risultati ottenuti e presenteremo metodologie e strumenti innovativi. la storia di Medici conl’Africa Cuamm è accompagnata da un filo rosso che costantemente la guida e la orienta: assicurareuna medicina all’altezza dei poveri. la medicina per i poveri non è una medicina povera. E non in-

tendo la medicina basata sui centri di eccellenza che sembra domina-re il nuovo trend della sanità in Africa (nel migliore dei casi si tratta difacili scorciatoie che offrono soluzioni apparenti).

la medicina per i poveri è una scienza straordinariamente ricca didimensioni che non possono essere dimenticate: governance scrupo-losa, allocazione delle risorse, copertura universale, equità e deter-minanti sociali, qualità delle prestazioni, tecnologie appropriate, re-sponsabilità delle scelte e dei risultati, coinvolgimento degli attorilocali e globali. Dagli anni ’50 a oggi non abbiamo mai smesso di ri-

flettere criticamente sul nostro lavoro analizzando in profondità le pratiche cliniche, i risultati deiprogetti, i programmi di salute pubblica e infine le politiche sanitarie. Ne consegue un’attenzione eun investimento continui e sistematici sulla formazione, sulla crescita tecnica, sul confronto inter-nazionale, sulla ricerca operativa e sull’innovazione nella pratica quotidiana. I poveri meritano ilmeglio, anche nella medicina.

E per far questo abbiamo bisogno di tutti. In particolare dei giovani, medici e non. In un paesevecchio come il nostro, dove un giovane su tre è senza lavoro e dove nessuno investe nelle loro ca-pacità e potenzialità, Medici con l’Africa Cuamm lancia un appello: abbiamo bisogno di voi e dellavostra giovinezza.

Non vi proponiamo esperienze facili e addomesticate, emozioni forti e affascinanti, semplici daraccontare, sullo stile de “la mia Africa”. Vi chiediamo di condividere con noi il servizio, duro e av-vincente, ai più poveri, declinando la passione e l’entusiasmo che vi portate dentro, nello studio ap-profondito, nella ricerca seria, nel confronto lucido, nella capacità di innovazione. Vi chiediamo diaccogliere con noi la sfida quotidiana di medici e volontari impegnati nel garantire una medicina eun servizio all’altezza dei poveri, attraverso un impegno coraggioso e duraturo, in Africa e in Italia.A roma, il prossimo 15 dicembre, daremo spazio e rilanceremo questa priorità!

I poveri meritano il meglio delle nostre energie e competenze.Vi aspettiamo tutti.

DON DANTE CARRARODIRETTORE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

GIOVANI E INNOVAZIONEPER UNA MEDICINA ALL’“ALTEZZA” DEI POVERI

EDITORIALE

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La storia di Medici con l’Africa Cuamm è accompagnata da un filo rosso checostantemente la guida e la orienta:assicurare una medicina all’altezza dei poveri. I poveri meritano il megliodelle nostre energie e competenze.

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FOTONOTIZIA

SIERRA LEONE ELEZIONIIN ARRIVO

Il prossimo 17 novembresi terranno le secondeelezioni democratiche in Sierra Leone dalla finedi una sanguinosa guerracivile. Un appuntamento in cui tradizionalmente i ragazzi poveri e disoccupati vengonousati dai politici perintimidire gli elettori,creando così un clima di violenza nel paese.Dieci anni di guerra civile(dal 1991 al 2002) hannocausato oltre 50mila mortie portato violenze atroci.Ma forse qualche cosa sta mutando. Il gruppo di ragazzi dell’“Africanyouth circle grassrootsmovement for change”,infatti, ha deciso di provare a cambiarequesta situazione,attraverso la musica e il teatro. Si esibisconoper le strade dellacapitale, con lo scopo di far vedere a ragazzicome loro che esiste la possibilità di una vitadiversa e non violenta.

Nella foto, un giovanecammina in uno slumdi Freetown, la capitaledella Sierra Leone.

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FOTONOTIZIA

Lo scorso 21 agosto,all’età di 57 anni, è mortoMeles Zenawi, premierdell’Etiopia, a causa di una “complicazione”improvvisa mentre si stavacurando a Bruxelles per una malattia nonspecificata. Al potere dal 1991, primacome presidente delgoverno transitorio cheseguì al crollo del regimedi Mengistu e poi, dal1995, con la vittoria alle elezioni, Zenawi è stato consideratodall’Occidente un alleatocontro l’estremismoislamico. Sotto la suaguida l’Etiopia ha raggiuntola stabilità, attirandoinvestitori esteri e dandovita a un autentico boomdel settore edilizio e dellacrescita economica, manon in modo omogeneo in tutto il paese. Ancoratroppe, infatti, sono lediseguaglianze tra le fascepiù povere e quelle piùricche della popolazione. Allo stesso tempo, Zenawiè stato a lungo accusato,dai gruppi di difesa dei diritti umani, di usaremetodi dittatoriali neiconfronti degli oppositori. Dopo tre settimane di luttocittadino e dopo leconsultazioni dei partiti di coalizione il vice primoministro HailemariamDesalegn è stato nominatopremier. Le prossimeelezioni sono previste peril 2015. Saranno allora22 anni che lo stessopartito detiene il potere.

L’ETIOPIA PERDE IL SUO LEADER

La reazione degli etiopialla morte del loro premier.

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Perché hai scelto di partire per l’Africa?Enzo: Per desiderio di conoscenza, di

scambio culturale e perché in Africa il sen-so della vita è più pieno che in Italia.

lavinia: Sono molto fortunata, educatada due genitori generosi, a essere libera e avivere in maniera piena la Vita che mi è sta-ta donata. Credo che dentro a tutti ci sia undesiderio di partire, di vedere, di restituireun pochino di quello che abbiamo ricevuto“gratis”.

Quando sei arrivato per la prima volta aYirol, hai pensato…E: Che desolazione. Un brulicare di vita

nella cittadina e nei dintorni, e un assolutodeserto in ospedale, un senso di sfiducia cheavvertivi a pelle verso la risposta che noiproponevamo.

Proponiamo un’intervista doppia a Enzo e Lavinia,quasi un’immersione nella terra dei Dinka, il SudSudan, nel mare sconfinato di motivazioni e scelteche portano lontano, al servizio di malati “invisibili”.

IN PRIMO PIANO

A CURA DI ELISA BISSACCO

Enzo Pisani, 59 anni, medico con diverse specialitàe con trent’anni di esperienza e vita dedicataall’Africa. Ora è capo progetto a Yirol, in Sud Sudan.Lavinia Groppi, 30 anni, specializzanda in ostetriciae ginecologia, ha svolto un tirocinio a Yirol. Due generazioni a confronto sulla loro esperienza a servizio degli ultimi con Medici con l’Africa Cuamm.

CROCEVIA DI GENERAZIONI

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«La domenica mattina andavo nei villaggi a incontrare le donne; parlavamo di gravidanza,parto, allattamento e di quali sono i pericoli di partorire in casa. Spiegavamo loro quali sonoi segni che qualcosa non va e che se arrivanoin ospedale in tempo, le si può aiutare.Per me è stato anche uno scambio di saperi con donne antiche, levatrici tradizionali durante la guerra nel bush. Loro mi hannoinsegnato a sentire il cuore con il vecchiocorno, a valutare una pancia “pastrugnandola”con le loro mani esperte per lunghi minuti e io le stupivo facendo veder loro il bambinoancora in grembo con l’ecografo».

(Lavinia Groppi)

l: Quanti bambini, quante pance (didonne incinte) e quanta terra rossa!

Il Sud Sudan è un paese appena nato:quale situazione hai trovato?E: Non conosco niente del Sud Sudan,

conosco solo un pochino di questa che è laterra dei Dinka, popolo di persone esigenti,fiere e orgogliose, rapporti essenziali diestrema asprezza, capaci di darti fiducia to-tale e di volerti bene, ma a caro prezzo.

l: Quanto nulla che ci può essere (FraMontalbetti). Il Sud Sudan è nato dalle ma-cerie di una guerra lunghissima, che ha la-sciato il nulla amministrativo e strutturale,e gente ferita nell’anima. In questo “nulla”c’è un grosso pericolo: l’oro nero. Per fortu-na la gente del Sud Sudan è forte, limpida,orgogliosa e sorridente. Ci sono milioni dipersone che meritano di più e che non siaspettano nulla.

Quale è il tuo ruolo a Yirol?E: Sono direttore sanitario dell’ospedale.

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Quali sono i bisogni principali della po-polazione?E: Il principale bisogno è convincersi che

la salute è un diritto e non un bene di con-sumo. Una volta convinti di questo, i Dinkadiventano estremamente esigenti e ti posso-no voltare le spalle anche per un semplicesaluto dimenticato, o per un tono di vocetroppo alto. la malaria è la madre di tuttele malattie, per sei mesi l’anno (durante lepiogge) diventa aggressiva e letale, comenon ho mai visto in 30 anni da altre parti. lamortalità per complicazioni della gravidan-

za è altissima e viene accettata quasi comeineluttabile, perché legata a un fenomenoconsiderato fisiologico per il quale sembradoveroso sbrigarsela in casa. l’ospedale diYirol è l’unico punto di riferimento funzio-nante in un’area grandissima che ospita da300 a 400.000 persone.

l: Istruzione e pace.

Ricordi il momento più significativo del-la tua esperienza a Yirol?E: la vita in Africa non è fatta di mo-

menti, è un affanno continuo al quale ci si

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lavoro in maternità e chirurgia, oltre adavere la gestione del progetto del Cuamm.

l: Sono stata accanto a Enzo a cercaredi lottare contro la tragedia della mortalitàmaterna, di cui ho capito la portata solo nelmomento in cui una donna mi è morta trale mani. la guerra che si combatte è assolu-tamente impari e su numerosi fronti, il pri-mo dei quali è riuscire a ottenere la fiduciadelle donne. la mia quotidianità era in ospe-dale, in maternità da mattina a sera, a lavo-rare, a cercare di insegnare il più possibile alpersonale locale e a imparare da loro.

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IN PRIMO PIANO

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lezza, dei loro parti senza un lamento e del-le donne che ho visto morire di gravidanza.

Perché hai scelto proprio il Cuamm?E: Perché il resto del panorama della

cooperazione è quasi tutto deserto motiva-zionale, o avventurismo infantile.

l: Medici con l’Africa Cuamm è la unicaOng che permette agli specializzandi italia-ni di partire.

Perché, secondo te, chi ci legge dovreb-be continuare a sostenere il Cuamm?E: Perché siamo un tutt’uno: noi sul

campo siamo le mani che lavorano; voi lì,siete chi ci sostiene e guida.

l: Mentre ero in Sud Sudan ho visto allavoro un po’ di Ong. Se voglio che piùdell’80% dei soldi donati vada alle persone,meglio scegliere un’organizzazione con unbilancio trasparente.

Consiglieresti questa scelta a un giovanemedico? E: Sì lo consiglio, per imparare a vivere

e soprattutto per imparare a confrontarsicon se stesso, ciò che accuratamente si cer-ca di evitare in Italia.

l: Credo che per ogni medico dovrebbeessere quasi obbligatoria un’esperienza fuo-ri dal “nido”, sia da un punto di vista uma-no che professionale.

In una parola, quale è il senso di quelloche fai?E: ricerca del senso; un senso alla pro-

pria vita, un senso a quello che ti circonda.l: Vita.

abitua e dal quale è difficile estrapolare mo-menti più significativi; significativo è il ten-tativo di conciliare il dramma quotidianodella morte con la gioia che la pienezza divita ti riversa addosso costantemente.

l: Ogni giorno a Yirol è stato significati-vo. Ogni giorno la Vita mi ha stupita e scon-volta, un gran “ribaltamento” interiore. Ognigiorno mi sono lasciata attraversare dallostupore per i miracoli e le tragedie, così vi-cini a me, che in Italia arrivano filtrati damille barriere.

Quale la situazione da dimenticare?E: Ce n’è una ogni giorno, ma non da di-

menticare, bensì da metabolizzare per trar-ne speranza. l’arrivo in piena notte del cor-po già freddo di una ragazza morta di partoper una semplicissima placenta ritenuta eportata in spalle su una barella da otto ra-gazzoni, può sembrare più difficile soloquando lo racconti; forse il ricordo più diffi-cile davvero è quello della maternità com-pletamente vuota, mentre un collega ti portala notizia di cinque donne morte di compli-cazioni di gravidanza in un unico villaggionei due mesi precedenti.

l: Di Yirol non voglio dimenticare nulla.Spero di vivere sempre ricordandomi delledonne Dinka, della loro forza e della loro bel-

EDICI CON L’AFRICA CUAMM è presente a Yirol in Sud Sudan dal 2006, daquando ha avviato la riabilitazione dell’ospedale. Dopo la fase inizialedi ristrutturazione, le attività sono state avviate nel 2008. Nel corso del2011, i nostri operatori hanno garantito quasi 8.000 visite pre-natali,oltre 7.000 ricoveri, circa 1.000 interventi chirurgici maggiori e 800parti. 31.800 sono state le visite ambulatoriali. Oltre all’impegno i medi-ci del Cuamm hanno portato aiuto alle migliaia di sfollati, oltre 26.000,che si sono riversati nella zona a causa degli scontri tra Nord e Sud.

Sono state assicurate le cliniche mobili, ovvero le visite in alcuni deivillaggi delle due contee di Yirol West e Yirol East, per un controllo pre-na-

tale delle donne in gravidanza, per la vaccinazione di donne e bambini eper indirizzare le donne con complicazioni nel parto all’ospedale. Da set-tembre 2011 è attivo, infine, un nuovo Opd (Out patient department - di250 mq) per il Pronto soccorso e gli ambulatori, che garantisce 3.000 vi-site al mese. Si tratta di tanti tasselli di un lavoro concreto, che mostracome le offerte ricevute vengono investite in modo trasparente e per ilbene reale della popolazione.

In questi ultimi mesi, l’emergenza è quella della malaria, che stafalciando molte vittime, soprattutto bambini. Un trattamento controla malaria complicata costa circa 60 euro.

SUD SUDANORA È EMERGENZA MALARIA

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Cliniche mobili, Yirol, Sud Sudan.

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FLASH DALL’AFRICA

ETIOPIA UN NUOVO OPD PER WOLISSO

L’Out Patient Department in Africa è uno spaziodell’ospedale adibito ad ambulatori e a Pronto soccorso.Oggi, grazie al finanziamento della Regione AutonomaTrentino Alto Adige e di un donatore privato, l’ospedale

San Luca di Wolisso ne hauno nuovo e più grande chepuò così rispondere alleesigenze delle quasi 300persone che vi accedonoogni giorno, per ricevere curae assistenza di qualità. Una nuova sala di attesasemi-aperta (shelter) offreuno spazio adeguato a chiattende di essere visitato.Oltre a questa, anche

la registrazione e i pagamenti delle visite ambulatorialihanno ora dei locali adeguati. È stato, infine, possibileriorganizzare e meglio attrezzare il Pronto Soccorso, gli Ambulatori e la Farmacia.L’intervento non si ferma alle opere di riabilitazionestrutturale, ma prevede anche un costante e continuativo impegno nella riorganizzazione, nel monitoraggio e nella supervisione delle attivitàambulatoriali da parte di un medico specialista italiano,responsabile di un piano di razionalizzazione del servizioe del miglioramento della qualità delle cure.

MOZAMBICOCAMBIA IL RAPPRESENTANTE PAESE

Cambio di guardia per il Mozambico. Da finesettembre, infatti, Michela Romanelli prende il postodi Donata Galloni, come Rappresentante del Cuamm

nel paese. Dopo cinqueanni come coordinatrice deiprogetti e delle risorseumane, Donata Gallonitorna sul campo a “fare ilmedico”. Sarà impegnatanell’ospedale di Lui, in SudSudan. A prendere il suo posto,una giovane donna,Michela Romanelli, che ha già fatto una bella

esperienza come Rappresentante paese in Sud Sudan,per un anno, e che riparte con entusiasmo e voglia di raggiungere nuovi traguardi. «Siamo in Mozambico dal 1978 e da alloracontinuiamo a garantire cure e assistenza “all’ultimomiglio del sistema”, le persone più lontane. Questo è quello che desideriamo continuare e migliorare –afferma don Dante Carraro, direttore del Cuamm –. Il mio “grazie” va a Donata per il suo costanteimpegno in questi nove anni, prima come volontariasemplice e poi come Rappresentante paese. Ora in Sud Sudan l’aspettano nuove sfide che saprà di certo cogliere. Uno speciale incoraggiamento porgo,invece, a Michela per l’avventura che l’aspetta inMozambico, paese stimolante e ricco di potenzialità».

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SIERRA LEONEEMERGENZA EPIDEMIE

Distretto di Pujehun, Sierra Leone, un ospedale di 80 posti letto dove operanotre medici Cuamm (pediatra, ginecologo ed esperto di salute pubblica) e duemedici locali, per un bacino d’utenza di circa 250.000 persone. Un piccolopaese rurale africano, su una grande distesa di terra rossa. Anche qui, i volontaridel Cuamm sono impegnati nell’assistenza di mamme e bambini e nell’offrirele cure primarie presso i Centri di salute più lontani. Ad aggravare il quadro diuna situazione già troppo precaria, lo scorso giugno, è stata l’identificazione didue casi sospetti di Febbre di Lassa, uno in maternità e uno in pediatria. Sitratta di una delle tante febbri emorragiche presenti in Sierra Leone in formaendemica. «Non è tra le più gravi – spiega Fabio Manenti, responsabile delSettore Progetti del Cuamm –, la mortalità si aggira intorno all’1%, ma daquando i nostri medici l’hanno identificata, ci sono stati ben 16 casi sospetti,di cui cinque confermati e quattro deceduti. Prima di giugno, nessun caso eramai stato documentato nel Distretto di Pujehun, probabilmente perché lasintomatologia si confonde facilmente con le più comuni malaria e febbretifoide. Si stima, infatti, che circa il 10-15% dei ricoveri sia imputabile allaFebbre di Lassa, per lo più non diagnosticata». Come se non bastasse, nell’ultimo periodo si è anche riacutizzata l’epidemia dicolera, altra malattia endemica del paese. A Pujehun, dopo un picco tra febbraioe marzo, con oltre 600 casi riportati e solo 11 morti, ad agosto si sono registratinuovi casi tra gli adulti e un morto. «Questi esempi dimostrano come in Sierra Leone le patologie infettive etrasmissibili rappresentino un grosso peso per la sanità pubblica preventiva ecurativa – riprende Manenti –. Il nostro intervento di rafforzamento del sistemasanitario ha come obiettivo principale il migliorare la salute materna e neona -tale, legate alla poca assistenza qualificata al parto, e quella infantile, connessaalla scarsità della prevenzione e delle cure primarie. Allo stesso tempo, nontrascuriamo anche le altre necessità, specie se si tratta di emergenze di questogenere».

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LO SGUARDO ACUTODI UN TESTIMONE DI LUNGO CORSO

FOCUS

dalle carceri, i partiti che fiorivano, il cam-pus universitario brulicante di capannelli,di giornali e di dibattiti. Molti confidavanoche la sha’aria sarebbe stata revocata. Inve-ce l’anno dopo, in libere elezioni, i partitiislamici vinsero e la sha’aria rimase. la guer-ra presto si estese.

Così è andata che ho testimoniato gli ini-zi e la fine della seconda guerra civile suda-nese (1983-2005), fino alla proclamazionedell’indipendenza del Sud Sudan (2011),una tragica fase storica che ha coinciso più

o meno con il mio tren-tennio di lavoro a Repub-blica. Ho visitato a più ri-prese le montagne deiNuba del Sud Kordofan,alleati al Sud nella guer-ra, ma rimasti col Nordnella spartizione, che og -gi subiscono una feroceag gres sione militare da par te del governo di Khar- toum; sono stato a rum- bek e dintorni nel 1998,quando la carestia tornòa gonfiare il ventre deibambini e a ischeletriregli adulti, ulteriormenteaggravando lo spavento-

so bilancio dei milioni periti a causa dellaguerra. Nulla perciò mi è apparso, come atutti i sud sudanesi sopravvissuti, necessa-rio quanto la separazione del sud dal nord ela nascita del nuovo Stato, il 9 luglio del-l’anno scorso. Solo che da allora la guerra èdi fatto ripresa, i nuovi dirigenti del Sud han-no per loro stessa ammissione saccheggiatole casse pubbliche per miliardi di dollari evessano la popolazione civile con mille an-gherie. Io comincio a invecchiare, e la tragi-ca storia sudanese continua. F

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DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

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fuori degli ambienti missionari. Nell’annosuccessivo, il 1983, il dittatore dell’epoca,Jafar al Nimeyri, introdusse la legge cora-nica in tutto il paese, proclamò lo statod’emergenza e sciolse il governo del Sud.Ce n’era abbastanza perché i ribelli ripren-dessero le armi: le avrebbero deposte oltrevent’anni dopo. Quando nell’85 un colpo diStato incruento depose Nimeyri, della guer-riglia al Sud si parlava poco o nulla; piutto-sto si celebrava l’atmosfera gioiosa nellestrade di Khartoum, gli oppositori usciti

UANDO UN TrENTENNIO FA, all’età di 30anni, diventai l’“africanista” del gior-nale dov’ero appena stato assunto,avrei dovuto insospettirmi. Dell’Afri-

ca, nella redazione, non si occupava nes-suno. O meglio, il collega che l’aveva fattoprima di me se n’era andato e nessuno siera fatto avanti per sostituirlo. l’Europa, leAmeriche erano invece giardini gelosa-mente coltivati.

I giornali, l’Africa, il mondo erano mol-to diversi allora. la Guerra fredda ancoraimperava. Il sistema dell’apartheid in Suda-frica appariva saldo e destinato a durare,capace di destabilizzare mezzo continente;Angola e Mozambico erano stremati dallerispettive guerre civili; lo Zaire di Mobutumandava i suoi cacciabombardieri Miragee i suoi piloti a intervenire nelle crisi locali(in Ciad); Cuba era presente in forze nelconflitto angolano; la guerra di liberazioneeritrea dimenticata da tutti; le potenze eu-ropee ex coloniali ancora forti, arroganti,eccezion fatta per il Portogallo; la Cina com-pletamente chiusa in se stessa; la coopera-zione allo sviluppo ricca, in crescita, nuovachiave dei rapporti tra i popoli, sia pure giàsegnata dalle prime delusioni; la Somaliaretta da un ex carabiniere senescente, cheparlava un italiano stentato e superava infurbizia i governanti italiani di turno; il Pcifermamente schierato con il regime di Men-ghistu in Etiopia, perché “modernizzava” ilpaese rispetto al passato feudale di Haile Se-lassie, e poco importavano i fiumi di sangueversato. Tanti uomini spregevoli e potenti,tante care persone e amati colleghi erano al-lora vivi e oggi non ci sono più.

Il Sudan, dopo una lunghissima guerracivile, era in quell’anno in pace. Ma le divi-sioni profonde tra il Nord e il Sud restavanotutte, anche se nessuno se ne occupava al di

Q Il Sudan, dopo unalunghissima guerra civile, era in quell’anno in pace. Ma le divisioni profonde tra il Nord e il Sud restavano tutte, anche se nessuno se ne occupava al di fuori degliambienti missionari.

Abitazione sud sudanese.

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FOCUS

La seconda guerra civilesudanese fu in sostanza lacontinuazione della prima. Il conflitto, sospeso dagliaccordi di Addis Abeba del1972, iniziò nel 1956e proseguì fino al 2005. Le sue origini vannoricercate nella gestionecoloniale delle due regioniche andarono a formare il Sudan: i governi di GranBretagna ed Egitto avevanoamministrato Nord e Suddel paese come entitàseparate per poi unirle allavigilia dell’indipendenza. Le due aree però erano assai diverse: nel Nordprevalevano gli arabo-musulmani, nel Sud i cristiani-animisti,distribuiti su un territorioricco d’acqua e petrolio. Il desiderio di indipendenzadel Sud scatenò la guerrache si fermò solo nel 1972con la concessione di unamaggiore autonomiaamministrativa. I patti peròvennero più volte violati e nell’83 la guerra riprese.Le ostilità si fermarono nel2005 con gli accordi di Naivasha cheprevedevano maggioreautonomia per il Sud e unperiodo di transizione di seianni al termine del qualesarebbe stato indetto un referendum perdeciderne l’eventualeseparazione. La consultazione ha portatonel 2011 alla nascita dellostato del Sud Sudan.

(Mario Zangrando)

Pescatori lungo le rive del fiume Jur, Sud Sudan.

SCHEDAPER CAPIRE

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SPICCARE SONO LE DONNE. Sebbene in Africa rappresentino solo il 15% delpersonale impiegato nel settore dellenuove tecnologie, sono al femminilealcuni dei modi più innovativi di utilizzare internet, banda larga e social networks. A metterlo in evidenza è stata una ricerca svolta

dal reporter inglese TomJackson, che ha segnalatoanche le dieci donneafricane più innovative in questo campo, checon il loro lavororappresentano unaconcreta promessa per

il continente, in termini non solo di sviluppo economico, ma anche di protagonismo femminile e attivismosociale. Un esempio è la giovane giornalista e attivista Ory Okolloh, ideatrice di“Ushahidi”, una piattaforma informaticache durante gli scontri post-elettorali in Kenya del 2008 ha permesso a singole persone di segnalare i focolai di violenza e i casi di attacchi a civili,costruendo una sorta di mappainterattiva con il contributo di diversiutenti del web. In questo caso“Ushahidi” (che significa “testimonianza”in Swahili) è servita a monitorare (e scoraggiare) vendette e soprusi da parte di fazioni o partiti politicifavorendo il controllo democratico da parte di cittadini. La piattaforma ha avuto risonanza a livellointernazionale ed è stata applicata in altri ambiti dal monitoraggio dellecrisi umanitarie alla mappatura deicambiamenti climatici e oggi OryOkolloh è direttrice di Google Africa. Tra le dieci leader africane delle ICT c’èMarieme Jamme, co-fondatrice di AfricaGathering, la prima piattaforma di condivisione di idee innovativesull’Africa, e Judith Owigar, presidentedi Akirachix, una rete che riunisce le donne impegnate nel settore africanodel tech e si occupa anche di formazionea ragazze nelle aree urbane povere di Nairobi. Tutti esempi di progetti al femminile che hanno saputo far incontrare in modi creativi le nuovetecnologie con l’innovazione sociale.

SUL WEBUshahidi.com, www.africagathering.org,akirachix.com

UEST’ANNO È STATO UN AUTORE kenyano ad aprire il Festival della letteratura di Mantova. Ngugi Wa Thiong’o, piùvolte candidato al Nobel, è consideratotra i maggiori scrittori africani viventi.Romanziere, saggista, drammaturgo, è stato il primo autore dell’Africaorientale a pubblicare un libro in inglese. Eppure da qualche anno ha deciso di abbandonare questalingua per scrivere soltanto nel suoidioma d’origine, il kikuyu. Le sue

opere in Italiasono tradotte tutte da Jaca Book. La più famosa èconsiderata “Unchicco di grano”mentre la piùrecente, “Sogni in

tempo di guerra”, ripercorre il secondoconflitto mondiale, che ha segnato i suoi anni d’infanzia. Questo suoultimo lavoro è un’occasione per rileggere la storia da un’altraprospettiva, taciuta e in gran partesconosciuta: quella africana. «Quandosi legge la storia di quella guerraancora osserviamo che l’Africa è comese non avesse partecipato», ha dettoWa Thiong’o davanti al pubblico delFestival di Mantova. «È incredibile chein molti libri di storia non venganomenzionati i milioni di soldati africanicaduti un po’ su tutti i fronti. È importante ricordare che l’Europamoderna non esisterebbe se non ci fosse stato il colonialismo. Anzi, nonesisterebbe il mondo moderno tutto,senza quell’evento luttuoso». La scelta di Ngugi Wa Thiong’o ditornare a scrivere in kikuyu riscuoteopinioni contrastanti anche nel mondodella letteratura africana. Alcuni autoridifendono la scelta di scrivere nellelingue coloniali, come l’inglese o il francese, ritenendole un veicoloessenziale per far conoscere le proprieopere. L’autore kenyano dice, invece, di essersi accorto che l’inglese tagliavaalle radici la sua appartenenza allacomunità d’origine, privando il suopopolo del suo contributo e lui stessodella propria cultura e identità.

IL TITOLONgugi Wa Thiong’o, Sogni in tempo di guerra, Jaca Book, Milano, 2012,pp. 221, 16,00 euro

QAON A CASO UN GIORNALE FAMOSO come il Guardian ha appena compilato la classifica dei dieci blog sulla modaafricana da non perdere. Il settore staconoscendo una vera e propriaesplosione a sud del Sahara, ma è

anche sempre più“di tendenza”sulle passerelle in Europa e negliStati Uniti. Meritodelle diverse“fashion week”,

settimane della moda che si rincorronodal Senegal al Sudafrica e che mettonoin mostra gli stilisti e le loro creazioni.Quest’anno la settimana della moda di Dakar, che ha compiuto dieci anni,ha ospitato trenta stilisti provenienti da nove paesi africani. «Gli acquirenti – ha detto l’ideatrice della kermesse, la stilista senegalese Adama AmandaNdiaye – crescono e vengono, oltre chedall’Africa, anche da Londra e da Parigi.Il che significa che si sta aprendo un vero e proprio mercato, non limitato al nostro continente». Uno dei piùimportanti appuntamenti è l’Africafashion week che si svolge a Johannesburg nel mese di ottobre. La diffusione della moda africana, scriveil Guardian, è anche merito dei socialmedia e delle nuove tecnologie. I primisembrano amare particolarmente la creatività made in Africa: ne sono la prova i numerosi blogs, siti internet e pagine facebook che si stannomoltiplicando su questo argomento. I secondi, ovvero internet, i telefonicellulari e la banda larga hanno aiutatole immagini della moda africana a “scavalcare” i confini del continente,in un processo che si autoalimenta: più la moda africana è conosciuta, viene acquistata e fa tendenza, piùaumentano nel continente africano le risorse per dare fiato al settore.

EVENTIAfrica Fashion Week, dal 4 al 12 ottobre,Johannesburg SudafricaONLINEwww.africafashionguide.com

SEGNA IN AGENDA

NUOVE TECNOLOGIELE 10 LEADER DELLA BANDA LARGA

LETTERATURANGUGI WA THIONG’O AL FESTIVAL DI MANTOVA

MODAL’AFRICA ALLA RICERCA DELLA PROPRIA IMMAGINE

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ELLE OPERE D’ARTE africana, certamentedecontestualizzate quando sono espostein un museo, conosciamo spesso la “vitaoccidentale”, i nomi dei raccoglitori e deiproprietari, ma ignoriamo quasi sempre le circostanze della loro creazione, leinnovazioni formali introdotte dall’autore e addirittura l’esistenza di quest’ultimo,

quasi che esso sia solo unostrumento». È a partire da questa lacuna che EzioBassani, uno dei massimiesperti in Italia di Africaantica, cerca di ricostruire in questo testo l’universosterminato della sculturaafricana, affermando che esso

è il risultato di un processo evolutivocomplesso e diversificato, un mosaicovariegato prodotto da una storia ricca e molteplice di contaminazioni stilistichedeterminate da contatti, migrazioni, guerre e alleanze. L’opera ha l’obiettivo di presentare le arti figurative tradizionalidell’Africa Nera nel modo più esaustivopossibile ed esporre, in forma sintetica, lecaratteristiche storiche, formali, simbolichee funzionali che le distinguono. Per “artitradizionali” Bassani non intende lecosiddette arti minori, ma le opere chenon sono create per il mercato dell’arte,ma in risposta ai bisogni religiosi, politicie anche estetici delle società africane.La scultura è il mezzo prevalente con cuisi sono espressi gli artisti africani delpassato. La figura umana, evocativa di personaggi importanti della comunità,reali o simbolici, o di entità che facilitanoil contatto con il soprannaturale, è il soggetto quasi esclusivo della lorocreazione. Quest’opera offre l’opportunitàdi esplorare un universo complesso,guidati da uno studioso che ha avuto il merito di far conoscere al grandepubblico in Italia l’arte africana: è da ricordare la sua “Africa, capolavori da un continente”, un’esposizione chenel 2003 ha radunato a Torino lemaggiori opere d’arte provenienti dairaffinatissimi e ricchi regni dell’Africaantica, oltre a grandi sculture in legno e importanti pezzi del collezionismoafricano dei grandi artisti del Novecento,da Picasso a Modigliani.

IL TITOLOEzio Bassani, Arte africana, Skira, Milano, 2012, pp. 297, 55,00 euro

«DSCULTURAUN PANORAMA SULLE FORMEDELL’ARTE AFRICANA

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

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DOPO I CONSENSI delle precedenti edizionitorna “Giornalisti del Mediterraneo”,un concorso internazionale che dal2009 premia i migliori reportage cheriguardano le terre africane ed europeeche si affacciano sul “Mare nostrum”.Quest’anno i temi del concorso sarannostrettamente collegati agli avvenimentilegati alla Primavera Araba, ossia alle proteste e agitazioni che hannoinfiammato i paesi del bacino delMediterraneo, Nord Africa e MedioOriente; nonché al ruolo dellasolidarietà umana e dell’impegno civilenel corso dei continui sbarchi di profughi provenienti dai paesidell’area del Mediterraneo. Oltre al conferimento di diversiriconoscimenti a giornalisti che si sonodistinti per profondità di analisi ed esattezza di cronaca, con articoli o trasmissioni radiofoniche e televisive

dal Nord-Africa,sarà consegnatoun PremioSpeciale perl’Accoglienza e la Solidarietà aicomuni di Otrantoe Lampedusa.

Il concorso è organizzato dall’associazioneTerra del Mediterraneo in partnershipcon Europuglia, portale di promozionedelle attività e dei progetti del ServizioMediterraneo della Regione Puglia. La premiazione avviene ogni anno a Bari, città all’incrocio di diverse rottemigratorie che conosce da vicino il difficile equilibrio fra il doveredell’accoglienza e l’applicazione delleleggi sull’immigrazione clandestina.

DOVE & QUANDOBari, 1 dicembreONLINEwww.terradelmediterraneo.it

GIORNALISMOUN PREMIO AI MIGLIORI REPORTAGEDAL MEDITERRANEO

DAL 14 AL 16 NOVEMBRE quarantaistituzioni artistiche e culturali africanes’incontreranno in Senegal per la“Conferenza dell’economia creativa”,un appuntamento che ha l’obiettivo di fare network e scambiarsi le esperienze per far crescere il settoreartistico e della cultura nei diversi paesi.A organizzare l’evento è per il secondoanno consecutivo Arterial Network, un raggruppamento di organizzazioninon profit provenienti da tutto il continente, che si è costituito nel2007 sull’isola di Goree, in Senegal.Scopo dell’incontro è fornire unapanoramica e un’analisi pratica sullostatus attuale del settore artistico in Africa e dei passi necessari perconsolidarlo facendone un’opportunitàdi sviluppo. La conferenza offre a ricercatori, artisti, rappresentantidella società civile e operatori culturali da tutta l’Africa l’opportunità di farerete, accedere ad analisi e studi e beneficiare di training e formazioneper sviluppare la propria professionalità.Grazie a finanziamenti di fondazioniprivati e istituzioni pubbliche fra cuil’Unione Europea, l’Arterial Network ha potuto lanciare sul web il sitoArtsinafrica, un portale sulle artiafricane, che informa anche suglieventi culturali e illustra il patrimonioartistico e archeologico del continente.Il progetto dedica particolare attenzionee sostegno alle industrie creative, ovveroalle imprese che riescono a fare dellearti e della cultura un’opportunità di lavoro, sviluppo e occupazione.

DOVE & QUANDOSenegal, Dakar e Goree, dal 14 al 16 novembreONLINEhttp://www.arterialnetwork.org/http://www.artsinafrica.com/

ARTEUN NETWORK PER SVILUPPAREL’“ECONOMIA DELLA CREATIVITÀ”

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CANTIERE CUAMMESAPORI D’INCONTROIN ARRIVO IL CALENDARIO 2013

Er Il 2013, il calendario di Medicicon l’Africa Cuamm propone un cu-rioso mix di ingredienti per coloraree “profumare” le nostre case. “Sapo-

ri d’incontro” nasce da una ricetta un po’bizzarra.

Prendete i 12 mesi dell’anno e associatealtrettante ricette dei paesi africani in cui ilCuamm è presente; accompagnate a ogni ri-cetta il ricordo e la testimonianza di uno deivolontari impegnati in Africa; unite un pro-verbio africano per dare al tutto un pizzicodi saggezza e shakerate bene in una illustra-zione d’autore.

Infine, affiancate il tutto a una brevepresentazione sul significato della scelta eaggiungete una “buona causa” di appoggiodelle attività di Medici con l’Africa Cuamm,in modo che anche attraverso il calendariosi possa fare ciascuno la propria parte.

Potreste così provare a preparare, nellacucina di casa vostra, un vero piatto africa-no. Da dove iniziare? riso, sesamo, carda-momo, paprika, anice, gamberetti, pollo…Potreste servire ai vostri ospiti un antipastoa base di tartine con salsa sim sim o di sam-busa e poi proseguire con un bel piatto diriso pilau, che in Tanzania si mangia nellegrandi occasioni come i matrimoni, o dipollo al cocco. Se invece preferite il pesce,eccovi servito il calulù angolano, che neiricordi di Giada, volontaria Cuamm, è ilpiatto della “despedida”, oppure il mapatamozambicano a base di gamberetti.

la vostra tavola profumerà di sapori lon-tani che vi accompagneranno ogni mese,proponendovi anche un percorso sul valoredel dono, della condivisione, della convivia-lità, dell’accoglienza che in Africa hanno gu-sti molto diversi dai nostri. Hanno il saporedei legami forti e “primitivi” che forse po-tremmo provare a riscoprire anche noi, ma-gari fermandoci un pochino a gustare unapietanza insieme a una persona cara o a rac-cogliere un ricordo di chi ci sta accanto.buon appetito e buon anno con il nuovo ca-lendario di Medici con l’Africa Cuamm!

Due pagine e la copertina delcalendario. SCHEDA

SAPORI D’INCONTRO: IL CALENDARIO 2013TITOLO: Sapori d’incontroDESCRIZIONE: ricco di contenuti e di informazioni, il calendario 2013 di Medici con l’Africa Cuamm saprà accontentare i gusti di tutti. 12 tavole illustrate, con tratti e segni originali, guidano il “lettore” alla

scoperta di altrettante ricette africane, provenienti dai paesi in cui il Cuamm opera. A dare un pizzico in più di originalità, un proverbio per ogni mesee una testimonianza dai volontari che hanno provato questi piattidai sapori lontani.A CURA DI: il calendario è stato realizzato per il Cuamm da BasBleu Illustration (www.basbleu.it).GLI ILLUSTRATORI: un grazie a Eleanor Davis, Simona Mulazzani,Maurizio Olivotto e Mandana Sadat per le loro opere. E INOLTRE: al centro del calendario in regalo un poster con le illustrazioni contenute e alcune brevi riflessioni. Infine, altermine dell’anno, ritagliando la parte centrale del calendariootterrete un piccolo quaderno di ricette.OFFERTA richiesta per il calendario: 6 € (più costi di spedizione)PER INFORMAZIONI: [email protected]

Illustrazioni e ricette di pietanze africane sono il fil rouge delcalendario 2013. Una miscela originale arricchita dal ricordodei volontari impegnati nei progetti in Africa che hanno provatodi persona le ricette proposte. Buona lettura e buon appetito!

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ERETE CUAMM

OPO bOlOGNA, Torino, Firenze, Anconae altre diverse città, ha fatto tappa an-che a Padova la mostra Health Heroes,una delle attività del progetto europeo

di educazione allo sviluppo “Health for All”,promossa dalla rete “Azione per la Salute Glo- bale”, della quale Medici con l’Africa Cuammè partner insieme a una rete di sette Ong ita-liane. Sei grandi totem distribuiti nel centrodi Padova hanno colorato le vie della città,nel mese di settembre, invitando il passan-te a fermarsi per riflettere sul tema del di-ritto alla salute e su come ciascuno può di-ventare un “eroe” nel suo lavoro quotidiano.

Il percorso terminava in uno degli spazipiù belli di Piazza dei Signori, la loggia del-la Gran Guardia, con una mostra sugli eroidella salute di Medici con l’Africa Cuamm.

Tra loro, c’era Sofia, medico specializ-zando in Medicina interna a Padova, che hadeciso di vivere il suo percorso di formazio-ne specialistica in Etiopia. C’era Elham, unadonna etiope, che ha camminato per 25 kmper arrivare dal suo villaggio all’ospedale edare alla luce la sua bimba Marianje. Mediciche ogni giorno con coraggio, impegno e pas-sione portano la salute fino all’ultimo miglio.E ancora, mamme, bambini, famiglie chegiorno dopo giorno, in un continente spessodimenticato, lottano per il diritto alla salute.Persone che lavorano in silenzio, in una quo-tidianità difficile dove le risorse a disposizio-ne sono scarse, ma la tenacia, il coraggio e lapassione permettono di fare la differenza.

Il momento più coinvolgente è stato do-menica 23 settembre, in occasione della IXEdizione della Festa provinciale del volonta-riato e della solidarietà, quando migliaia dipadovani hanno guardato e scoperto le sto-rie del Cuamm, mentre ai più giovani sonostati proposti laboratori creativi con un per-corso di riflessione sul significato di “eroequotidiano”, non quelli con i superpoteri deifumetti, ma chi s’impegna quotidianamentein Africa con il Cuamm con grande determi-nazione, “a fare il bene in maniera difficile”,in modo troppo spesso invisibile.

TREVISO IN SCENA “VOZI DAL MAR E DALA TERA”Un viaggio nella poesia, ma anche nella prosa e nel teatro, dal 1400 ai giorni nostri, attraverso le voci più limpide e interessanti che la terra veneta ci ha donato. Un susseguirsi di stili e di tematiche, di sofferenze e speranze emersi nella storia di una terra e della sua vita. Tuttoquesto e molto di più, sarà lo spettacolo “Vozi dal mar e dala tera” in programma il prossimo 10 novembre alle ore 21 a Treviso, presso l’Auditorium della Provincia. Poesie e momenti della cultura veneta sono stati scelti da Enrico Grandesso e saranno recitati da Pino Costalunga con la Piccola Bottega Baltazar, diretti dello stesso Pino Costalunga. L’evento è organizzato in ricordo di Fausto Rovere, logista di Medici con l’Africa Cuamm in Angola, morto nel 2006, che con il suo impegno ha cercato di porre gli altri al centro dellapropria vita. Per decisione dei familiari di Fausto Rovere i proventi della serata saranno devoluti a favore del progetto “Semi di speranza” di Medici con l’Africa Cuamm, per finanziare la borsa di studio di uno studente di medicina dell’Università Cattolica del Mozambico. Per informazioni [email protected]

15 CANDELINE PER MEDICI CON L’AFRICA CUAMM LECCOIl Gruppo di sostegno di Lecco ha voluto festeggiare in un modo davvero speciale i suoi 15 anni di attività e di impegno a favore dell’Africa. Il 6 ottobre, infatti, si è tenuto a Garlate (Lecco) un entusiasmante concerto di musica sacra, a cura del coro San Giorgio. Nello splendido contestodella chiesa parrocchiale il pubblico ha potuto anche ascoltare la testimonianza di Luca Scali,medico e volontario Cuamm, tornato recentemente da un’esperienza in uno dei progetti Cuamm in Sierra Leone, paese che il Gruppo ha deciso di sostenere, sempre con una speciale attenzionerivolta alla salute di mamme e bambini.

CONEGLIANO A DON LUIGI MAZZUCATO IL PREMIO CIVILITAS 2012Il 6 novembre l’associazione Dama Castellana di Conegliano assegnerà a don Luigi Mazzucato, storicodirettore del Cuamm, il Premio Civilitas, sostenuto dal Comune di Conegliano, con il patrocinio della Provincia di Treviso. Si tratta di un riconoscimento assegnato a chi si impegna nel sociale e a favore della collettività, a chi nell’anonimato impersona valori forti quali la tolleranza, la solidarietà,la comunione tra diverse appartenenze, l’umanità del vivere. Tra i nomi illustri insigniti con il premio, il Nobel Rita Levi Montalcini e Sua Santità Giovanni Paolo II. Per valorizzare il momento e sensibilizzare la città, il Gruppo locale di Conegliano, Africa Chiama, propone due iniziative: dal 14 ottobre all’11 novembre “Africa Ludens”, una mostra del giocattolo africano, presso la sededell’associazione Dama Castellana; venerdì 2 novembre, presso il Ridotto del Teatro Accademia,presentazione de Il bene ostinato di Paolo Rumiz. Per info e contatti [email protected]

GLI EROI DELLA SALUTE SBARCANO A PADOVA

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM NEL TERRITORIO

Laboratori alla Loggia della Gran Guardiaa Padova.

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VISTO DA QUI

ANNO SCOrSO, AllA MOSTrA DI VENEZIA, le sezioni (cosiddette) minori erano affollate diopere dedicate agli immigrati. Un segno esplicito del cambiamento – sociale e cul-turale – prodotto dalla presenza degli stranieri fra noi. Una novità, non ancora as-sorbita, che il cinema ha colto e narrato. Quest’anno è avvenuto lo stesso. Anche sein senso opposto. Attraverso l’osservazione della nostra presenza in terre lontane. Dadove provengono molti immigrati. la prima opera presentata – fuori concorso, ilgiorno stesso dell’inaugurazione – punta infatti l’obiettivo sull’esperienza del Cuamm. Un’Organizzazione Non Governativa, di ispirazione cattolica, che, nella sua storia ormai lunga, hagarantito la presenza di oltre 1.300 medici e infermieri volontari in diversi ospedali dell’Africa. Ilfilm-documentario, girato da Carlo Mazzacurati, si intitola, descrittivamente, “Medici con l’Africa”.

Ambientato dentro e intorno a un ospedale del Mozambico, è una storia che intreccia molte sto-rie. Storie di medici italiani, che provengono da contesti diversi. Con specialità diverse, motivazioni di-

verse. Alcuni mossi da “spirito rivoluzionario”, hanno seguito i luo-ghi dei movimenti di liberazione, fino ad arrivare lì, in quel luogolontano da noi. A dare se stessi agli altri. Alcuni – i più – mossi daspirito solidarista. Cattolici e laici. Il docu-film racconta storie edrammi quotidiani. Il dolore dei bimbi e delle madri, in un’areadove la maternità è spesso dolore. E morte, invece che gioia. rac-

conta, ancora, il dolore dei malati, in un mondo dove mancano medicine e attrezzature. Mazzacuratiaffronta queste storie ponendosi, come sua abitudine, alla “giusta distanza”. Senza pietismo. Semmaicon grande pìetas. l’Africa che emerge dal film è diversa da quella proposta da altri racconti e da al-tri film. Sicuramente non c’è nulla di esotico, nella rappresentazione. Ma neppure di patetico.

l’Africa: una realtà lontana eppure vicina. Anche perché le storie dei medici e dei pazienti sonolegate da un filo che unisce i due mondi. Noi e l’Africa. […] Questa storia di storie è sorprendente. Stu-pisce. Spiazza. Perché spesso noi siamo abituati a rappresentarci cinici ed egoisti. Non senza ragione.Vediamo e valutiamo la nostra società: amorale e qualunquista. E consumista fino all’estremo ecces-so. l’accostamento con l’Africa, d’altronde, è devastante. In grado di denunciare, più di ogni discorso,quanto la nostra economia e la nostra vita siano fondate sul mercato e sul “consumo” dell’inutile. Sul-lo spreco in-giustificato. Eppure, “Medici con l’Africa” mostra, con altrettanta evidenza, come qui, in que-sta stessa società, vi siano enormi “riserve di altruismo”. […] Ma il “bene comune” è un “bene osti-nato”, come ha raccontato Paolo rumiz, in un bel libro (pubblicato nel 2011 da Feltrinelli), dedicatoanch’esso alle “missioni” del Cuamm in Africa. (Missioni intese come vocazione e impegno. Perché gliuomini del Cuamm non sono missionari e svolgono la loro missione negli ospedali civili dell’Africa.)“Ostinato”, perché si impone contro ogni giudizio e pregiudizio. Tanto più perché, non per caso, nascenel Nordest. Nella terra degli egoismi, secondo i luoghi comuni. Dove, invece, per riprendere le paroledi rumiz, incontriamo “il nucleo di un altruismo” altrettanto ostinato. Perché il “bene comune” non èun consumo voluttuario ma un bene di prima necessità. Per spiegarlo Mazzacurati si serve delle paro-le di una dottoressa che, da molti anni, continua a recarsi in Mozambico. «Non lo faccio per loro, gliammalati, i poveri» – recito a memoria – «Non solo per loro. lo faccio per me. Soprattutto per me. Per-ché ne sento e ne ho bisogno. Senza l’Africa, senza di loro: non riuscirei a vivere». Senza l’Africa, i suoiospedali, i suoi ammalati: i medici impegnati nel e dal Cuamm si sentirebbero e sarebbero sicuramen-te più poveri. Perché fare bene fa stare bene. Perché senza gli altri: noi stessi non esisteremmo.

LA NOSTRA AFRICA STORIE DI ORDINARIO ALTRUISMO

L’

L’Africa: una realtà lontana eppure vicina.Anche perché le storie dei medici e dei pazientisono legate da un filo che unisce i due mondi.

DI ILVO DIAMANTI

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(da Bussole, 6 settembre 2012su www.repubblica.it)

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BISOGNI IN PRIMO PIANO

ANGOLALuanda: lotta alla Tb in 18 province.Uige: le attività vanno dalla formazione delpersonale al sostegno delle attività di salutepubblica dell’ospedale di Damba, al rafforzamentodella fornitura dei servizi nel municipio di Damba.Cunene: migliorare i servizi per la salute materno-infantile e ridurre l’incidenza dell’Hiv. L’interventoè focalizzato nell’ospedale di Chiulo dove vienedato supporto alla pediatria.CON 75 € GARANTISCI UN TRATTAMENTO COMPLETO CONTRO LA TB

ETIOPIAA livello nazionale: supporto al coordinamento della rete delle strutture sanitarie cattoliche.Wolisso: viene garantito supporto all’ospedale San Luca e alla scuola infermieri. Sono inoltre implementate attività di salute pubblica sul territorio.CON 2.000 € PUOI OFFRIRE UNA BORSA DI STUDIO A UN’OSTETRICA

MOZAMBICOBeira: formazione in università e presenza in ospedale, miglioramentodella qualità e della diffusione delle cure per bambini sieropositivi.Moma e Mogovolas: rafforzamento del sistema sanitario distrettuale per l’erogazione dei servizi materno-infantili.CON 100 € FORNISCI UN TRATTAMENTO PER UN BAMBINO MALNUTRITO

TANZANIARegione di Iringa: supporto all’attività clinica e alla gestione ospedalierae al maggiore coordinamento delle risorse umane nel distretto.Miglioramento della salute materno-infantile, attraverso attività nelle comunità.Mikumi: gestione ospedaliera e sostegno alle cure materno-infantili.CON 150 € PUOI ASSICURARE LA TERAPIA CONTRO L’AIDS, PER UN ANNO, A UN MALATO

SUD SUDANYirol e Lui: riabilitazione delle strutture dell’ospedale e supporto alle attività cliniche in particolare ai servizi materno-infantili.CON 80 € FORNISCI CURE PER UN BAMBINO MALATO DI POLMONITE

UGANDAWest-Nile: sostegno agliospedali di Angal eNypea nell’ambito dellasalute materno-infantilee iniziative di sostegnoper la disabilità.Karamoja: assistenzatecnica ai 7 distretti e alla direzione sanitariadell’ospedale di Matanye supporto alla scuolainfermieri di St. Kizito.Regione Centrale:sostegno all’ospedale di Naggalamanell’ambito della salutematerno-infantile.Oyam: lotta alla mortalitàneonatale e materna;miglioramentodell’accesso ai servizi di salute riproduttiva.Nkozi: progetto diformazione per managersanitari presso l’UgandaMartyrs University.CON 60 € ASSICURI UN PARTO CESAREO;CON 20 € COPRI LE SPESE PER UN PARTO;CON 15 € GARANTISCIUN TRASPORTO IN AMBULANZA

SIERRA LEONEPujehun: sostegno ai servizi materno-infantilidell’ospedale e del distretto, formazione del personale locale e supporto alla gestionedell’ospedale e del distretto.CON 50 € CURI UN BAMBINO RICOVERATO PER MALARIA

E COME PUOI AIUTARCI

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Roma, 15 dicembre 2012

I primi passi: innovazione e ricerca

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