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E GUIDE - Avantune · di contabilità che emettono fatture per i servizi resi, oppure per ribaltare...

Date post: 06-Oct-2020
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OTTOBRE | 2018 S ERVICE COMPOSITION E GESTIONE MULTICLOUD : IL NUOVO DATA CENTER CHE ABILITA IL BUSINESS Strategia multicloud: come, quando e perché Consigli ai CIO per governare il multicloud Osservatorio Cloud Transformation - Dati e Trend 2018 Linee guida per la scelta dello strumento di gestione Sicurezza sempre e comunque: 3 indicazioni importanti Le capacità della piattaforma Powua IN COLLABORAZIONE CON Il data center è, ormai, ibrido per definizione, composto da un insieme di “oggetti” che possono trovarsi on premise, in cloud, in diversi cloud, con intelligenza distribuita nella rete e negli oggetti. Un contesto ove si ragiona non più in termini di risorse IT, ma di servizi che devono essere scelti, integrati, gestiti e orchestrati. Un contesto che in molti casi, con le business unit che hanno iniziato ad approvvigionarsi in autonomia di servizi fruibili in cloud, rischia di sfuggire di mano ai CIO rendendo difficile la gestione del data center esteso, aumentando rischi di security e, in definitiva, riducendo le potenzialità di risposta alle esigenze di business (flessibilità e agilità) che un ambiente ibrido offre. Per questo una delle principali preoccupazioni dei CIO oggi è la gestione di ambienti ibridi e multicloud. E GUIDE
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OTTOBRE | 2018

Service compoSition e geStione multicloud: il nuovo data center che abilita il buSineSS

• Strategia multicloud: come, quando e perché

• Consigli ai CIO per governare il multicloud

• Osservatorio Cloud Transformation - Dati e Trend 2018

• Linee guida per la scelta dello strumento di gestione

• Sicurezza sempre e comunque: 3 indicazioni importanti

• Le capacità della piattaforma Powua

IN COLLABORAZIONE CON

Il data center è, ormai, ibrido per definizione, composto da un insieme di “oggetti” che possono trovarsi on premise, in cloud, in diversi cloud, con intelligenza distribuita nella rete e negli oggetti. Un contesto ove si ragiona non più in termini di risorse IT, ma di servizi che devono essere scelti, integrati, gestiti e orchestrati. Un contesto che in molti casi, con le business unit che hanno iniziato ad approvvigionarsi in autonomia di servizi fruibili in cloud, rischia di sfuggire di mano ai CIO rendendo difficile la gestione del data center esteso, aumentando rischi di security e, in definitiva, riducendo le potenzialità di risposta alle esigenze di business (flessibilità e agilità) che un ambiente ibrido offre. Per questo una delle principali preoccupazioni dei CIO oggi è la gestione di ambienti ibridi e multicloud.

E GUIDE

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Strategia multicloud: come, quando e perché

.1.

Quando si parla di data center non si do-vrebbe più pensare a un luogo fisico: allo

stesso modo in cui oggi è tautologico dire “bu-siness digitale” perché il business è per defini-zione digitale, così è tautologico parlare di data center ibrido perché il data center è per defini-zione ibrido. E questo significa utilizzare tutte le architetture tecnologiche disponibili: ambienti in house, cloud privati e cloud pubblici forniti da differenti provider.Oggi in Europa, Gartner e IDC rilevano che la media dei cloud provider utilizzati dalle aziende è di quasi 5; Forrester, attraverso un’indagine condotta su 1.146 global infrastructure decision maker, le cui aziende hanno implementato o espanso il cloud pubblico, rileva che solo l’8% ha in esercizio l’ambiente public cloud di un solo fornitore (figura).

PERCHÉ SI ADOTTA UNA STRATEGIA MULTICLOUDMa quali sono i motivi per cui si scelgono diffe-renti cloud provider? La motivazione economi-ca ossia la ricerca del provider che per analoghi servizi offra prezzi inferiori, sottolinea Forre-ster, seppur presente non è quella determinan-te. La scelta di adottare diversi cloud provider è determinata fondamentalmente da due grandi argomentazioni:• tecnologica, che può essere di tipo qualitati-

vo (su determinati provider alcuni workload “girano” meglio che su altri) o quantitativo (la necessità di spostare carichi di lavoro da un cloud all’altro per meglio gestire picchi di lavoro). Inoltre l’approccio multicloud ridu-ce la problematica del lock in che si presenta adottando un unico fornitore;

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SERVICE COMPOSITION E GESTIONE MULTICLOUD: IL NUOVO DATA CENTER CHE ABILITA IL BUSINESS

L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA INFORMATIVOFONTE: OSSERVATORIO CLOUD & ICT AS A SERVICE

FONTE: FORRESTER, 2018PANEL:1.146 GLOBAL INFRASTRUCTURE DECISION MAKER

8%Uno

Due

Tre

Quattro

Cinque

Da sei a nove

Dieci o più

Non so

15%

10%

12%

18%

19%

17%

2%

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• di business, le business unit possono avere l’esigenza di utilizzare applicazioni fornite in cloud da uno specifico cloud provider. L’a-dozione di queste applicazioni può avvenire sia passando dai sistemi informativi interni, che attivano il servizio, sia in autonomia da parte delle singole unit. Inoltre può esserci la necessità, legata alla compliance a normati-ve specifiche, di fruire di alcune applicazioni solo da cloud collocati in specifiche aree ge-ografiche.

Riguardo a questo secondo gruppo di motiva-zioni troppo a lungo, avverte Forrester, molti CIO hanno ignorato i cloud pubblici e hanno fallito la missione di indirizzare in anticipo, o a sufficienza, la trasformazione digitale accelera-ta dal cloud. Questo comportamento ha quindi

portato i vari reparti di un’organizzazione, tipi-camente i team di sviluppo, la forza vendita, e altre business unit, a scoprire da soli il valore, il potenziale della nuvola, fino a volerla sperimen-tare in maniera autonoma, trovando le proprie soluzioni, guadagnando credibilità e proseguen-do nelle proprie attività, senza la supervisione della direzione IT.È dunque in uno scenario di questo genere, formato dai grandi fornitori di cloud pubblico, come AWS, Google, Microsoft, e da altri pro-vider, ciascuno in grado di erogare servizi di valore in aree geografiche specifiche, in partico-lari settori verticali o in singoli casi d’uso, che la propensione delle imprese verso la strategia multicloud trova il terreno adatto per continua-re a crescere.

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SERVICE COMPOSITION E GESTIONE MULTICLOUD: IL NUOVO DATA CENTER CHE ABILITA IL BUSINESS

Riduzione della complessità. La gestione di più servizi cloud assieme a quelli offerti dal data center interno comporta molte criticità per gli amministratori IT, come la necessità di padroneggiare strumenti di gestione differenti, virtualizzatori, container e piattaforme di orchestrazione aperte o proprietarie offerte dai differenti cloud provider. Le piattaforme di gestione multicloud sono in grado di schermare questa complessità attraverso console di gestione unificate che consentono di facilitare le attività di spostamento dei carichi di lavoro da un serizio all’altro, fare provisioning a prescindere dalle infrastrutture e dai servizi utilizzati.Capacità self service. Sviluppate inizialmente da società telco e service provider, consentono di abilitare velocemente i clienti ai servizi di cui hanno bisogno creando una interfaccia ideale tra i fruitori di un servizio e le tecnologie sottostanti. La richiesta di un servizio, come per esempio l’accesso a una applicazione, è automaticamente tradotta nella serie di passaggi (allocazione di macchine virtuali, banda di rete, spazio storage, in-stallazioni) richiesti per avviare il servizio. Nella logica di self service, gli utenti dispongono di un catalogo dei servizi IT di cui possono avere bisogno, per esempio selezionati in funzione del dipartimento o del ruolo aziendale, e quindi la possibilità di attivare i servizi in proprio senza preoccuparsi delle complessità tecniche sottostanti. L’automazione evita ai team IT ingolfamenti nell’assolvimento delle richieste day-by-day delle line of business, accelerando il time-to market.Monitoraggio e misurazioni. Tra le funzionalità chiave delle piattaforme multicloud c’è la capacità di tenere sotto controllo le infrastrutture interne e i servizi di terze parti utilizzati, fornendo le misurazioni che consentono di verificare gli SLA contrattuali, ma anche di valutare il consumo dei servizi in funzione dei costi associati. Il controllo dei consumi consente di ottimizzare l’utilizzo delle risorse spostando i carichi di lavoro tra cloud differenti e infrastrutture on premise. Nel caso di service provider e grandi organizzazioni queste capacità possono essere integrate con i sistemi di contabilità che emettono fatture per i servizi resi, oppure per ribaltare i costi sui dipartimenti aziendali, cosa non trascurabile dal momento che l’informatica diventa sempre più parte integrante dei prodotti e del business d’impresa.

CAPACITÀ CHIAVE DI UNA GESTIONE MULTICLOUD

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conSigli ai cio per governare il multicloud

.2.

Il contesto illustrato nell’articolo preceden-te relativo al coinvolgimento ‘a posteriori’

dell’IT richiede spesso ulteriori servizi in cloud per risolvere problemi di compliance, integra-zione dati o di backup. In breve tempo l’ambien-te IT aziendale cresce di complessità, ripropo-nendo il ben noto problema della creazione di silos che, segregando i dati con le applicazioni che li utilizzano (nel caso del cloud disperse per il mondo, presso i siti dei provider), limitano le capacità dell’azienda di sfruttare i propri asset informativi per il supporto delle nuove iniziati-ve di business.La figura mostra quali sono le sfide della digi-talizzazione che hanno i maggiori impatti dal

punto di vista organizzativo: al primo posto vi è proprio la gestione multicloud.Di fronte a questi problemi urgenti, su un versan-te, il consiglio di Forrester ai CIO è sì di lasciare che le linee di business scelgano gli strumenti cloud più appropriati di cui hanno necessità, ma al contempo è anche quello di non perdere di vista i crescenti requisiti che imprese e organiz-zazioni sono chiamate a rispettare dalle norma-tive e dai legislatori, in merito alla responsabilità sul trattamento dei dati, e alla capacità di sapere sempre tracciare, e anche di dimostrare, quali sono stati i percorsi delle informazioni nei vari processi di business.Un altro grave errore da non commettere è dire

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LE PRIORITÀ DEI CIO IN AMBITO CLOUDFONTE: IDC FUTURE SCAPE 2018 WORLDWIDE CLOUD PREDICTION

1.2.3.4.5.6.7.8.9.

10.

Gestione multi cloud

API Economy

Spesa public cloud

Riorganizzazione dei team di supporto applicativo

Automazione del ciclo di sviluppo

Coerenza nella sicurezza

Cloud di settore orientati agli asset

Standard per le API

Microservizi e applicazioni cloud native

Crescita dei dati più che duplicata

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2018 2019 2020 2021

Coerenza nella sicurezza

TEMPO PERCHÉ DIVENTI LA QUESTIONE PRINCIPALE

62API

Economy

1

Gestione multi cloud

7Cloud di settore orientati agli asset

8

Standard per le API

Spesa public cloud

3

9Microservizi e app cloud Native

5Automazione

del ciclo di sviluppo

4Riorganizzazione

dei team di supporto applicativo10

Crescita dei dati più che duplicata

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no a priori di fronte a determinate iniziative del-le linee di business, perché ciò potrebbe portare a comportamenti indesiderabili, nascosti o non prevedibili da parte di alcuni. La strada deve in-vece essere quella di creare fiducia, di collabora-re con le varie parti, comprendere quali sono gli strumenti utilizzati, e alla fine studiare eventua-li soluzioni alternative. Nell’indirizzare il processo di transizione verso una strategia multicloud, la tentazione, e il ri-schio per i CIO, aggiunge Forrester, è voler cen-tralizzare troppo presto il controllo, riducendo le duplicazioni, eliminando i colli di bottiglia e migliorando l’efficienza: ma nel fare ciò troppo in fretta si rischia di danneggiare sia la fiducia,

sia la credibilità all’interno dell’organizzazione, favorendo le implementazioni di ‘shadow IT’ e riducendo la predisposizione delle varie parti a condividere informazioni e risorse.Insomma, conclude la società di ricerche, il CIO resta alla fine il responsabile del grado di espo-sizione al rischio a cui è sottoposto il business e deve trovare i modi per ricostruire autorità e fiducia, relazionandosi con le varie parti, ma anche avvalendosi degli strumenti di gestione cloud che forniscono un crescente insieme di funzionalità e possono aiutarlo a sviluppare, tracciare, rafforzare, ruoli, profili e policy su differenti infrastrutture, rendendo fattibili an-che implementazioni multicloud caratterizzate da sicurezza ed efficacia.

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SERVICE COMPOSITION E GESTIONE MULTICLOUD: IL NUOVO DATA CENTER CHE ABILITA IL BUSINESS

EVOLUZIONE DELL’INFRASTRUTTURA IT VERSO UNA SEMPRE MAGGIORE AGILITÀFONTE: GARTNER 2018

FONTE: GARTNER 2018

Blade Consolidation

Converged Infrastructure

2005 2025CONTINUOUS ECONOMIC OPTIMIZATION

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Hyper converged HV - Based

Appliance

Converged SW - Defined

Infrastructure (SDI)

Hybrid Cloud

Stateless/DynamicCloud/InfrastructureOpex/CapexOptimizationMode 2 Style

VirtualizationReducation/Semplification

Opex Optimization (Mode 1 Style)

Intelligent and Composable fabric-Based

Infrastructures

HCI-aaS SOITHE JOURNEY CONTINUES

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oSServatorio cloud tranSformation - dati e trend 2018

.3.

120 miliardi di dollari nel 2018, con una cre-scita del 26% rispetto al 2017: il mercato glo-

bale del cloud fotografato da Gartner è sempre più solido, un andamento che, seppur in modo più contenuto, riguarda ormai in modo signifi-cativo anche il nostro paese. Secondo le stime dell’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Mi-lano appena rilasciate, infatti, nel 2018 il mer-cato cloud italiano vale 2,34 miliardi di euro, in crescita del 19% rispetto al valore di consuntivo del 2017, pari a 1,97 miliardi di euro.In questo contesto, quello verso Hybrid & Mul-ti Cloud è uno dei principali trend evidenziati: il tema non è quello di ottenere una maggiore efficacia rispetto alle proprie esigenze funzio-nali ma anche, attraverso l’uso di servizi sulla nuvola di diversi provider, ricercare maggiore elasticità, flessibilità e continuità del servizio, ottimizzazione dei costi, nonché una riduzione del rischio di lock in da parte del fornitore. L’Osservatorio ha evidenziato che la migra-zione verso il cloud è un percorso di cambia-mento fluido e pone continuamente nuove sfide alle Direzioni IT, che oggi si trovano di fronte a sistemi ibridi, distribuiti e complessi dove di-versi mondi, l’on-premises, il public e il private cloud, devono comunicare efficacemente, sup-portare rapidamente i cambiamenti e garantire sostenibilità economica nel lungo periodo. Per

questo la vera sfida da affrontare è l’orchestra-zione dell’Hybrid & Multi Cloud, che significa andare oltre la connessione statica di servizi in-frastrutturali e applicativi eterogenei e lavorare con una logica nuova e dinamica orientata alla flessibilità.Se da un lato quello dell’hybrid cloud è un tre-no ancora in corsa, con il 40% delle aziende che trova nelle problematiche di integrazione tra ambienti on premises e cloud il principale freno alla migrazione, dall’altro, sta arrivando a gran velocità il treno del multi cloud che sta rappre-sentando la nuova sfida della trasformazione.È un’opportunità che vede le imprese italiane meno sensibili rispetto a quelle internaziona-li: da un lato solo il 16% delle aziende dichiara di avere in campo un’iniziativa di integrazio-ne in logica multi cloud; dall’altro, mentre chi all’estero fruisce di servizi da fornitori diversi dichiara in media di rivolgersi a 5 provider, in Italia la media scende a meno di 3”.Ma quali sono i benefici concreti che un’azienda può conseguire con l’adozione di un approccio multi cloud? L’Osservatorio videnzia i prin-cipali: accedere a un più ampio portafoglio di funzionalità applicative, componendole dalle offerte di diversi provider e dunque costruendo una soluzione con componenti best-of-breed a supporto delle specifiche esigenze di processo; ridurre il rischio di lock-in grazie a una mag-

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giore portabilità e interoperabilità dell’offer-ta dei diversi provider; ottenere una maggiore continuità del servizio, sfruttando la disponi-bilità di diversi sistemi in cloud; ottimizzare i costi grazie alla flessibilità di spostamento dei carichi su diversi provider, a seconda del prezzo dei servizi e del costo complessivo del sistema; garantire flessibilità nella scelta di collocazione dei carichi di lavoro in base alla loro criticità per il business, a logiche di bilanciamento o alla sensibilità dei dati trattati.Dalle rilevazioni dell’Osservatorio emerge che il 52% delle aziende oggi gestisce manualmen-te gli ambienti cloud in uso attraverso gli stru-menti nativi dei propri provider di riferimento perché non trova sul mercato strumenti idonei. In questo contesto, l’Osservatorio si è posto l’obiettivo di individuare le componenti fon-

damentali di un’ideale suite di orchestrazione centralizzata per questo tipo di ambienti e ha definito un modello di riferimento individuan-do quattro ambiti base, all’interno dei quali vie-ne indicata una serie di sottoambiti illustrati in figura: • Automation: gestione centralizzata e auto-matizzata dei diversi ambienti di cui un’azienda si avvale (Public e Private Cloud, on-premises);• Integration: orchestrazione delle integra-zioni tra la nuvola e gli ambienti on-premises e quelli privati, nonché tra Cloud pubblici di di-versi provider; • Security: gestione della sicurezza in continu-ità tra ambienti eterogenei; • Governance: governo e ottimizzazione delle prestazioni del sistema complessivo.

UN MODELLO DI ORCHESTRAZIONE MULTI CLOUDFONTE: OSSERVATORIO CLOUD TRANSFORMATION DEL POLITECNICO DI MILANO, 2018

MULTI E HYBRIDCLOUD AUTOMATION ENTERPRISE CLOUD

APPLICATIONINTEGRATION

HYBRID & MULTI CLOUD ORCHESTRATION SUITE

IDENTITY &ACCESS MANAGEMENT

AVAILABILITY &DISASTER RECOVERY

MULTI CLOUDSECURE NETWORK

SERVICEMONITORING

SERVICE METERING

SERVICE BROKERING

MULTI CLOUDSERVICE

COMPOSITION

APPLICATIONPORTABILITY

DEVOPS &AUTOMATION

AUTOMATION INTEGRATION

ORCHESTRATION LEVERS

SECURITY GOVERNANCE

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linee guida per la Scelta dello Strumento di geStione multicloud

.4.

Più tra le organizzazioni esplode la necessi-tà di creare e utilizzare ambienti IT multi-

cloud per gestire in modo più efficiente il pro-prio business e i servizi e prodotti forniti agli utenti finali, più cresce la loro esigenza di tool e piattaforme HCM (hybrid cloud management) che le aiutino a governare tecnologie in rapida evoluzione.

AREE STRATEGICHE DI RIFERIMENTOForrester definisce le soluzioni HCM come “uno strumento, o una serie di strumenti, che si integrano in diverse piattaforme cloud per con-sentire la gestione di costi, prestazioni e aspetti di security”. Esistono molti strumenti HCM sia di tipo multidisciplinare sia specializzati; tut-tavia, spiega Forrester, i professionisti I&O (in-frastructure e operations) che esplorano questo comparto ricercano soprattutto soluzioni che li aiutino in tre aree strategiche chiave:

• Ridurre i costi cloud, con attenzione alle prestazioni. Le grandi piattaforme cloud offrono quasi un centinaio di differenti ser-vizi, con diverse tipologie di famiglie e fun-zionalità. E più la complessità cresce, più di-venta difficile riuscire a ottimizzare i costi usando metodi di gestione manuali: da que-sto punto di vista i tool di gestione dei costi

e delle performance forniscono la capacità di scavare più a fondo nei diversi data set, per scoprire e risolvere i problemi di presta-zioni.

• Ottenere visibilità sulle funzioni di cloud brokerage. Quando si utilizza la nuvola, si sperimenta che alcune piattaforme sono più indicate per specifici tipi di workload, in ter-mini di costi, prestazioni o differenziazione delle caratteristiche; ma al momento in cui si esegue il provisioning può risultare diffi-cile scegliere, e di conseguenza tornano utili alcuni strumenti di gestione del cloud ibri-do, che aiutano a decidere quale piattaforma sfruttare.

• Semplificare la gestione delle diverse piat-taforme. Ciascuna piattaforma cloud ha il proprio cruscotto di gestione, con servizi di monitoraggio e ottimizzazione: nonostante ciò, solo ora le aziende cominciano a speri-mentare reali difficoltà di amministrazione di questo mondo multipiattaforma e ad av-vertire l’esigenza di una dashboard di gestio-ne unificata. In ogni caso, finora, l’opportu-nità di utilizzare una soluzione di gestione e provisioning ‘cross-platform’ non è stata sufficiente a guidare il processo di adozione.

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TIPOLOGIE PRINCIPALI DI TOOLRaccogliendo informazioni sulle principali so-luzioni nel settore HCM, Forrester ha identifi-cato alcune categorie fondamentali e classifica-to quattro segmenti chiave di soluzioni.

• Tool focalizzati sull’intermediazione e or-chestrazione di servizi multicloud. Questi strumenti sono in grado di supportare in modalità nativa molte piattaforme cloud. Tramite tali tool il manager del cloud enter-prise è in grado, attraverso un ‘single pane of glass’, di gestire e lanciare macchine vir-tuali (VM), container, instanze ‘bare-metal’, usando una varietà di piattaforme cloud supportate. Tuttavia, solo poche organizza-zioni acquistano tool HCM esclusivamente per questo scopo, a meno che non si tratti di suite software per il cloud privato, in cui il provisioning multicloud è semplicemente un’espansione delle funzionalità di gestione delle infrastrutture on-premise.

• Tool focalizzati sull’ottimizzazione delle performance, con attenzione ai costi. La maggioranza di questi tool HCM, attraverso l’integrazione tramite API sfrutta le infor-mazioni sul tempo di attività dell’infrastrut-tura fornite delle varie piattaforme cloud. Altri tool vanno più in profondità sulle me-triche legate alla latenza, o scavano nelle metriche di misurazione delle performance dell’applicazione. Altri ancora, indirizzando problemi di migrazione o ottimizzazione dei costi, analizzano le dipendenze tra applica-zioni per identificare punti di sofferenza per

quanto riguarda le prestazioni. Vi sono poi strumenti che analizzano le configurazioni, i problemi con la scalabilità dell’applicazione, e anche le ridotte prestazioni di connessione tra i microservizi. Alcuni di questi tool han-no origine dal data center enterprise, mentre altri sono progettati in maniera specifica per il cloud pubblico.

• Tool focalizzati sull’ottimizzazione dei co-sti. Esiste una categoria di strumenti specia-lizzati nel fornire insight molto approfonditi sulla gestione e ottimizzazione dei costi, e dotati di funzionalità analitiche e di risa-namento automatico. Le imprese adottano spesso questi tool per primi, perché forni-scono un immediato risparmio di costi.

• Suite multiuso. In questa categoria rientra-no sia gli strumenti cloud nativi, sia il sof-tware tradizionalmente utilizzato dai team enterprise all’interno dei propri data center, e riadattato per incorporare il cloud. Si tratta di tool che possono includere funzionalità di security per la gestione di identità, cifratura, per la creazione e rafforzamento di policy, e di strumenti di migrazione. Molte suite software di gestione del cloud privato, este-se con funzionalità di amministrazione del cloud pubblico, ricadono in questa tipologia.

PREFERIRE SOLUZIONI SPECIALIZZATE, PORTABILI E STABILILe tecnologie cloud permettono di raggiungere una velocità di gestione dei servizi IT che le im-prese possono non essere preparate a controlla-

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re: qui i tool HCM forniscono loro la capacità di raccogliere, razionalizzare e fondere assieme un’ampia tipologia di informazioni e insight su costi e performance, per rispondere in tem-po reale ai cambiamenti. Tuttavia, scegliere la corretta soluzione HCM richiede una chiara consapevolezza dell’obiettivo finale e una vi-sione approfondita, avverte Forrester: “Occor-re guardarsi dai tool che mostrano una serie di funzionalità senza però la profondità richiesta nelle aree in cui l’organizzazione ha le maggio-ri esigenze”. In altri termini, nella selezione dei tool, i professionisti I&O dovrebbero quindi, innanzitutto, dare priorità alla profondità del-le funzioni, piuttosto che alle caratteristiche ‘cross-cloud’ della soluzione: infatti, ottenere solo informazioni base sui costi o sull’uptime

dalle piattaforme native non fornisce reale va-lore all’impresa; meglio, invece, valutare l’abili-tà di ottimizzare e bonificare in automatico le configurazioni sulla base dei data set per una singola applicazione o ecosistema di applicazio-ni, e limitare il numero di requisiti in termini di cross-performance, costi, sicurezza, migra-zione, piattaforme supportate, focalizzandosi sulla profondità in una specifica categoria. Infine, è importante anche scegliere una solu-zione in grado di fornire portabilità, stabilità e disponibilità nel tempo, e mantenere comun-que un piano di uscita in caso di acquisizione del vendor scelto da parte di grandi player, che potrebbero introdurre cambiamenti nelle fun-zionalità della soluzione stessa.

PROFONDITÀ DELLE FUNZIONALITÀ IN BASE ALLA TIPOLOGIA DI TOOLFONTE: FORRESTER

COSTO

PRESTAZIONI

AUTORIZZAZIONI E SICUREZZA

BROKERAGE

ORCHESTRAZIONE

INTEGRAZIONE IBRIDA

Tool focalizzati sull’intermediazione e

orchestrazione di servizi multicloud

Tool focalizzati sull’ottimizzazione delle

performance, con attenzione ai costi

Tool focalizzati sull’ottimizzazione

dei costiSuite multiuso

Funzionalità alta Bassa funzionalitàFunzionalità moderata

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SICUREZZA SEMPRE E COMUNQUE: 3 INDICAZIONI IMPORTANTI

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Il multicloud porta con sé una serie di sfide, e tra queste va certamente considerata quella della sicurezza. L’uso di più cloud aggiunge alcune dimensioni alla sicurezza delle applicazioni e dei dati che impongono delle riflessioni specifiche e l’adozione di un approccio alla security adeguato dove sia garantito l’accesso sicuro ad applicazioni e dati indipendentemente dal tipo di cloud utilizzato. Un approccio (e di conseguenza una scelta di soluzioni) che si adatti in tempo reale a nuovi service provider e/o nuove funzionalità introdotte dai provider. Vediamo quali sono gli strumenti già presenti in azienda o dei quali l’azienda si deve dotare per indirizzare una efficace strategia di sicurezza nel multicloud.

TOOL INCORPORATI NELLE APPLICAZIONISono sicuramente utili i tool incorporati o strettamente collegati alla singola applicazione perché “si spostano” insieme alle applicazioni quando queste vengono traghettate da una nuvola all’altra (o da una nuvola a un data center aziendale on premise). È un tipo di sicurezza che si collega al capitolo della security by design, tema centrale del Gdpr.

SERVIZI DI SICUREZZA DEI CLOUD PROVIDER PUBBLICIAlla sicurezza delle applicazioni devono aggiungersi i servizi e le funzionalità di sicurezza proprie del cloud pubblico, che variano in base al fornitore. I principali fornitori dispongono di svariati servizi web progettati per il controllo degli accessi, inclusi strumenti di identity management e security auditing.

TOOL DI NETWORK SECURITYSono infine necessari strumenti di network security, access security e tool specifici di cui deve dotarsi l’impresa per offrire quella protezione ulteriore che nessuna delle due tipologie di strumenti sopra citati può offrire. In particola-re, per ricordare alcuni strumenti che possono rivelarsi molto utili:• API Security Tools – Per proteggere i microservizi, che scalano i confini dei cloud provider o sono utilizzati da

più applicazioni, potrebbe essere necessario ricorrere a strumenti di API security: tipicamente i microservizi sfruttano broker API che aggiungono un sovraccarico ai flussi di lavoro tra le componenti applicative che deve essere protetto.

• Network-security -All’interno di una rete VPN, per rendere più semplice la gestione della protezione delle applicazioni aziendali che risiedono nel multicloud, e del traffico di rete da queste generato, è utile dotarsi di strumenti che consentano all’IT di governare le applicazioni in modo semplificato: in particolare, se si creano delle sottoreti (dove ciascuna sottorete raggruppa più applicazioni) diventa possibile imporre regole di sicu-rezza, policy, limitazioni a un intero “blocco di applicazioni” rendendo di fatto più agile esercitare una forma di controllo sulle stesse.

• Load balancer tools – Per riuscire a rendere comunque sicura ogni applicazione ogni volta che si sposta, si sottrae o si aggiunge una componente, un buon aiuto può arrivare dagli strumenti per il load balancing: questi strumenti, aumentando l’affidabilità dell’architettura del sistema e facilitando in una VPN il riconoscimento e la gestione delle applicazioni e delle componenti, consentono appunto alla security di mantenersi efficace indi-pendentemente “da ogni “movimento” delle applicazioni e delle componenti.

SERVICE COMPOSITION E GESTIONE MULTICLOUD: IL NUOVO DATA CENTER CHE ABILITA IL BUSINESS

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LE CAPACITÀ DELLA PIATTAFORMA POWUA

SERVICE COMPOSITION E GESTIONE MULTICLOUD: IL NUOVO DATA CENTER CHE ABILITA IL BUSINESS

Powua è la piattaforma multicloud di Avantune progettata per mettere a fattor co-mune le risorse presenti su differenti sistemi di orchestration, IT automation, on premise e cloud, quindi per semplificare il provisioning dei servizi, la gestione e il monitoraggio attraverso un’unica console. Powua dispone inoltre della capacità di abilitare l’erogazione di servizi agli utenti finali attraverso moderne modalità di self service. “Con Powua abbiamo ridefinito modelli e capacità dell’approccio self servi-ce – spiega Ermanno Bonifazi, founder e CEO di Avantune –. Non serve conoscere Docker o Kubernetes, non c’è bisogno di scrivere script di collegamento: un’unica console supporta tutte le attività fondamentali del provisioning, dello spostamento dei carichi di lavoro, della definizione del catalogo delle infrastrutture e dei servizi disponibili in self service. Un engine dedicato alle funzioni di monitoring e metering consente di garantire gli SLA dei servizi e di tracciare i costi”. Nato dall’esigenza di Avantune di offrire servizi cloud Saas ai propri clienti, Powua ha funzionalità che sono adatte sia ai service provider, ossia ad aziende che hanno nel core business l’erogazione di servizi IT, sia alle medie e grandi imprese che de-vono governare un mix d’infrastrutture e servizi eterogenei non sempre connessi tra loro. La piattaforma si rivela inoltre utile in applicazioni che riguardano il mondo dell’Internet delle cose (IoT), dove c’è l’esigenza di governare dispositivi e servizi eterogenei. Vediamo di seguito le funzionalità che rendono Powua adatto ai differenti ambiti applicativi.

Le funzionalità utili alle imprese“Powua trova applicazione nelle realtà complesse, laddove c’è più necessità di standardizzare i servizi IT azien-dali a fronte della crescente eterogeneità di infrastrutture pubbliche e private – spiega Paolo Lucciarini, CTO di Avantune –. La piattaforma facilita il passaggio dai modelli IT tradizionali basati su data center a quelli più di-namici che permettono di ottimizzare i costi”. Le capacità di self service danno ai dipartimenti aziendali le risor-se di cui hanno bisogno con rapidità, schermando agli utenti le complessità tecniche e le fonti finali dei servizi: data center interno, cloud privati o pubblici. “Se, per esempio, un dipartimento ha necessità di un ambiente di test per la progettazione di un nuovo servizio, non deve chiedere all’IT le macchine virtuali, le configurazioni di rete e il software di cui ha bisogno”, precisa Lucciarini -. Questo si rivela molto utile per colpire lo shadow IT, ossia la disintermediazione dei responsabili IT da parte delle line of business per le necessità urgenti: una pratica che è pericolosa sotto il profilo della sicurezza e del controllo dei costi”. Il sistema tiene traccia di chi ha richiesto il servizio, dell’uso, delle scadenze dopo le quali è possibile deallocare le risorse per renderle nuo-vamente disponibili e non pagarne i costi. Le misurazioni consentono ottimizzazioni nell’impiego delle risorse;

Ermanno Bonifazi, founder e CEO di Avantune

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l’aggregazione dei i dati sui consumi aiutano a fare l‘eventuale chargeback dei costi ai differenti dipartimenti aziendali. La capacità di Powua di dialogare con i differenti hypervisor permette di spostare facilmente le immagini software tra i sistemi locali e i servizi dei differenti provider, quindi di sfruttare le capacità di autoscaling dei cloud pubblici, ma anche di evitare il lock-in nei riguardi dei fornitori. Per quanto riguarda il futuro, Avantune sta lavorando alle estensioni dei connettori oggi disponibili per ambienti AWS e Azure anche per Google Cloud (Alibaba è in fase di valutazione) oltre che per ambienti più complessi me-diante supporto di scripting. “In ambito IoT abbiamo sfruttato il motore di metering di Powua per acquisire misu-razioni e dati da sensori e dispositivi diversi, effettuare elaborazioni analitiche e di sintesi per applicazioni quali la maintenance predittiva e di controllo su sistemi di videosorveglianza o di sicurezza”, dice Lucciarini.

Aziende telco e fornitori di servizi cloud“Nella nostra esperienza, un gran numero di provider si affida per la gestione dei servizi a soluzioni eterogenee che sono complesse da integrare e fonte di costi crescenti – continua Lucciarini -. In questi scenari, Powua offre il vantaggio di essere una piattaforma integrata con capacità che vanno dal marketplace al billing, passando per il monitoraggio e le analytics”. La soluzione supporta la creazione dei cataloghi di servizi a cui possono accedere clienti diversi, automatizzando le fasi di configurazione dei servizi. Le modalità self-service costituiscono un grande vantaggio per utenti tecnici che devono abilitare servizi di virtual data center, configurare servizi IaaS o SaaS e quindi ricavare le misure che sono funzionali ai contratti di pay-per-use o calcolati a scaglioni. “Powua integra l’engine per effettuare tutte le misure necessarie, ha quindi la capacità di applicare le regole che servono per la fatturazione – precisa Lucciarini -. Lo stesso motore è utile agli amministratori per il controllo dello stato del sistema, ma può anche essere impiegato

per offrire servizi aggiuntivi ai clienti. Le capacità analitiche di cui è dotato Powua estendono l’utilità delle misurazioni al capacity planning e alle analisi di marginalità che servono per garantire il conto economico”. Le funzioni analitiche integrate uti-lizzano connettori per acquisire dati da Excel o da altre fonti esterne; permettono di sfruttare modelli predittivi già pronti oppure, con una estensione di prossimo rila-scio, di scriverne di propri con il linguaggio R. “Rispetto ad altre piattaforme, Powua si distingue per la capacità di estrarre le informazioni - puntualizza Lucciarini -. Lo fa attraverso componenti software proprietarie che si interfacciano direttamente con gli hypervisor. In questo modo il sistema può operare in ambienti di cloud pubblico, privato e sistemi fisici (VmWare, OpenStack, AWS, Azure…) ottenendo le informa-zioni che servono alla fatturazione o ad attuare le politiche commerciali più efficaci”. Poiché Powua non effettua la fatturazione dei servizi gestiti, sono previste le inte-grazioni via API con i sistemi ERP e contabilità esistenti.

Paolo Lucciarini, CTO di Avantune

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