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Ecclesia: il senso del limite della scienza · Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe XXXIII,...

Date post: 21-Apr-2021
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L’importanza della scelta di Giuseppe Poidimani www.noisesto.it L i abbiamo incontrati nelle piazze, nelle strade, nei quartieri della città sotto il sole di una timida prima- vera o bagnati dalla pioggia del tardo inverno. Oggi molti di noi li rincontreranno ancora una volta, l’ultima nella veste di candidati, ai seggi elettorali in cerca dell’ultimo voto utile a caccia dell’elettorato indeciso. In queste ore migliaia di cittadini depositeranno la propria scheda nell’urna, sul foglio una x sopra un simbolo, un nome scelto dalla lista: parentela, amicizia, rispetto, casualità, per limitarsi alle motivazioni più virtuose. Non importa quale sia il motivo della scelta, l’importanza del rito sociale del voto sta proprio nella fatto di poter scegliere. E non importa se gli avvenimenti degli ultimi anni e mesi hanno fatto in modo che si perdesse il senso di questo gesto, trascinando parte della popolazione soprattutto giovane, in una sorta di nichilismo latente. Il voto, la campagna elettorale, l’incontro e lo scambio di idee per il futuro restano ancora la più alta testimonianza della nostra democrazia. Ecclesia: il senso del limite della scienza L a ricerca scientifica non deve perdere il senso del suo limite: è questo il monito che Papa Benedet- to XVI lancia dall’Università cattolica del Sacro Cuore a Roma, intervenendo alla celebrazione del 50° anni- versario d’istituzione della Facoltà di Medicina del ‘Ge- melli’. “Vissuta nella sua in- tegralità, la ricerca è illumi- nata da scienza e fede; da queste due ali trae impulso e slancio, senza mai perdere la giusta umiltà e il senso del proprio limite” afferma il Pontefice. Benedetto XVI sottolinea poi che il relativismo indebolisce il pensiero e impoverisce l’etica, mentre la stessa scienza presenta aspetti tal- volta perfino inquietanti. “Il nostro - osserva il Papa - è un tempo in cui le scienze sperimentali hanno trasformato la visione del mondo e la stessa auto- comprensione dell’uomo. Le molteplici scoperte, le tecnologie innovative che si susseguono a ritmo in- calzante sono ragione di motivato orgoglio ma spes- so non sono prive di inquie- tanti risvolti”. Per il Pontefice, “l’uomo del nostro tempo, ricco di mezzi ma non altrettanto di fini, vive spesso condizionato da riduzionismo e relati- vismo, che conducono a smarrire il significato delle cose. Quasi abbagliato dall’efficacia tec- nica, l’uomo dimentica l’orizzonte fondamen- tale della domanda di senso, relegando così alla irrilevanza la dimensione trascendente”. Ecco allora che, come rileva Benedetto XVI, “su questo sfondo, il pensiero diventa debole e ac- quista terreno anche un impoverimento etico, che annebbia i riferimenti normativi di valore”, mentre “sembra dimenticata quella che è stata la seconda radice europea di cultura e di pro- gresso”. Il Papa ribadisce poi che la scienza e la fede non sono nemiche ma al contrario l’una e l’altra si completano nel dare un senso e una prospettiva alla vita umana. ‘’Scienza e fede hanno una reciprocità feconda, quasi una complementare esigenza dell’intelligen- za del reale’’, sottolinea infatti il Pontefice osservando però al tempo stesso che ‘’para- dossalmente, proprio la cultura positivista, escludendo la domanda su Dio dal dibattito scientifico, determina il declino del pensiero e l’indebolimento della capacità di intelligen- za del reale’’. In tal senso, Benedetto XVI osserva che ‘’il Cristianesimo, in quanto religione del ‘logos’, non relega la fede nell’ambito dell’irrazionale, ma attribuisce l’origine e il senso della realtà alla ragione creatrice che, nel Dio crocifisso, si è manifestata come amore’’. Editoriale Un anno di “noi” Una bella citazione musicale la nostra, che prendiamo felicemente a prestito da una re- centissima canzone della Pausini ma che ci aiuta a condividere il senso di un’avventura nata dodici mesi fa: un anno di Noisesto.it vuol dire che abbiamo scritto e offerto del- le idee, magari non tutte condivisibili e co- munque sincere, come autentico e genuino rimane l’obiettivo del nostro esserci per le comunità del decanato: la nostra piccola te- stata non ha mai perso di vista il mandato affidatole dall’editore e cioè offrire a tutte le parrocchie uno spazio più largo di narrazio- ne della vita ecclesiale cercando di dialogare con il tessuto più vivo della città. E speria- mo di crescere in meglio rispetto a questa traiettoria. E non solo: l’Anno della famiglia e l’imminente visita del Papa continua a ve- derci impegnati nel traino informativo con il circuito diocesano sui giorni dell’incontro mondiale delle famiglie e non dimentican- do che la nostra Sesto e’ chiamata a scelte importanti nella composizione del governo della citta’. Noi cristiani siamo cittadini che non si sottraggono alle sfide sociali anzi le assumono con la forza di chi rende ragione di una speranza forte, di un “oltre” che possa essere utile a tutti. Per questo NOI ci siamo e apriamo le porte di un dialogo puntuale sul- la crescita umana e spirituale della città e che rispetti ogni fragilità e ogni potenzialità, ogni povertà ed ogni risorsa: nessuna gioia e nessuna ferita ci sono estranee ma siamo attenti alle necessita della nostra Sesto. Un anno di noi, di NOISESTO per vivere tanti anni ancora di informazione intelligente e corretta. Ce lo auguriamo e lo speriamo! Giuseppe Trapani - direttore Il 5 per mille una scelta per Sesto Cascina Gatti “Casa Sunem” -Sostiene le donne maltrattate C.F. 94568210150 “La Nostra Famiglia” assistenza sanitaria e sociosanitaria C.F. 00307430132 S. Maria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco “Volontariato Caritas Salesiani” C.F. 94535700150 S. Giovanni Battista Da anni l’Associazione Passo dopo Passo... Insieme collabora con la nostra parrocchia per contrastare il gravoso danno sociale ed economico causato dell’insuccesso formativo degli studenti di scuole medie. Destina il 5 per mille delle tue imposte all’Associazione Passo dopo Passo... Insieme onlus, gesto, per te gratuito, che sarà di grande valore per molte famiglie. C.F. 03933330965 S. Giuseppe “Volontariato S. Giuseppe” Assistenza scolastica bambini scuole elementari, medie e adolescenti superiori C.F. 94602750153 S. Carlo Borromeo “Consultorio centro per la famiglia” C.F. 94557790154 Speciale Elezioni In diretta su Noisesto.it i risultati e le notizie dai seggi Fogli sparsi
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Page 1: Ecclesia: il senso del limite della scienza · Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe XXXIII, 16). Lucida e attualissima analisi, che mo-stra come la superbia sia un’ipertrofia

L’importanza della scelta di Giuseppe Poidimani

www.noisesto.it

Li abbiamo incontrati nelle piazze, nelle strade, nei quartieri della città sotto il sole di una timida prima-vera o bagnati dalla pioggia del tardo inverno. Oggi molti di noi li rincontreranno ancora una volta,

l’ultima nella veste di candidati, ai seggi elettorali in cerca dell’ultimo voto utile a caccia dell’elettorato indeciso. In queste ore migliaia di cittadini depositeranno la propria scheda nell’urna, sul foglio una x sopra un simbolo, un nome scelto dalla lista: parentela, amicizia, rispetto, casualità, per limitarsi alle motivazioni più virtuose. Non importa quale sia il motivo della scelta, l’importanza del rito sociale del voto sta proprio nella fatto di poter scegliere. E non importa se gli avvenimenti degli ultimi anni e mesi hanno fatto in modo che si perdesse il senso di questo gesto, trascinando parte della popolazione soprattutto giovane, in una sorta di nichilismo latente. Il voto, la campagna elettorale, l’incontro e lo scambio di idee per il futuro restano ancora la più alta testimonianza della nostra democrazia.

Ecclesia: il senso del limite della scienzaLa ricerca scientifica non

deve perdere il senso del suo limite: è questo il monito che Papa Benedet-to XVI lancia dall’Università cattolica del Sacro Cuore a Roma, intervenendo alla celebrazione del 50° anni-versario d’istituzione della Facoltà di Medicina del ‘Ge-melli’. “Vissuta nella sua in-tegralità, la ricerca è illumi-nata da scienza e fede; da queste due ali trae impulso e slancio, senza mai perdere la giusta umiltà e il senso del proprio limite” afferma il Pontefice.Benedetto XVI sottolinea poi che il relativismo indebolisce il pensiero e impoverisce l’etica, mentre la stessa scienza presenta aspetti tal-volta perfino inquietanti. “Il nostro - osserva il

Papa - è un tempo in cui le scienze sperimentali hanno trasformato la visione del mondo e la stessa auto-comprensione dell’uomo. Le molteplici scoperte, le tecnologie innovative che si susseguono a ritmo in-calzante sono ragione di motivato orgoglio ma spes-so non sono prive di inquie-tanti risvolti”.

Per il Pontefice, “l’uomo del nostro tempo, ricco di mezzi ma non altrettanto di fini, vive spesso condizionato da riduzionismo e relati-vismo, che conducono a smarrire il significato delle cose. Quasi abbagliato dall’efficacia tec-nica, l’uomo dimentica l’orizzonte fondamen-tale della domanda di senso, relegando così alla irrilevanza la dimensione trascendente”.Ecco allora che, come rileva Benedetto XVI, “su questo sfondo, il pensiero diventa debole e ac-quista terreno anche un impoverimento etico,

che annebbia i riferimenti normativi di valore”, mentre “sembra dimenticata quella che è stata la seconda radice europea di cultura e di pro-gresso”.Il Papa ribadisce poi che la scienza e la fede non sono nemiche ma al contrario l’una e l’altra si completano nel dare un senso e una prospettiva alla vita umana. ‘’Scienza e fede hanno una reciprocità feconda, quasi una complementare esigenza dell’intelligen-za del reale’’, sottolinea infatti il Pontefice osservando però al tempo stesso che ‘’para-dossalmente, proprio la cultura positivista, escludendo la domanda su Dio dal dibattito scientifico, determina il declino del pensiero e l’indebolimento della capacità di intelligen-za del reale’’.In tal senso, Benedetto XVI osserva che ‘’il Cristianesimo, in quanto religione del ‘logos’, non relega la fede nell’ambito dell’irrazionale, ma attribuisce l’origine e il senso della realtà alla ragione creatrice che, nel Dio crocifisso, si è manifestata come amore’’.Editoriale

Un anno di “noi”Una bella citazione musicale la nostra, che prendiamo felicemente a prestito da una re-centissima canzone della Pausini ma che ci aiuta a condividere il senso di un’avventura nata dodici mesi fa: un anno di Noisesto.it vuol dire che abbiamo scritto e offerto del-le idee, magari non tutte condivisibili e co-munque sincere, come autentico e genuino rimane l’obiettivo del nostro esserci per le comunità del decanato: la nostra piccola te-stata non ha mai perso di vista il mandato affidatole dall’editore e cioè offrire a tutte le parrocchie uno spazio più largo di narrazio-ne della vita ecclesiale cercando di dialogare con il tessuto più vivo della città. E speria-mo di crescere in meglio rispetto a questa traiettoria. E non solo: l’Anno della famiglia e l’imminente visita del Papa continua a ve-derci impegnati nel traino informativo con il circuito diocesano sui giorni dell’incontro mondiale delle famiglie e non dimentican-do che la nostra Sesto e’ chiamata a scelte importanti nella composizione del governo della citta’. Noi cristiani siamo cittadini che non si sottraggono alle sfide sociali anzi le assumono con la forza di chi rende ragione di una speranza forte, di un “oltre” che possa essere utile a tutti. Per questo NOI ci siamo e apriamo le porte di un dialogo puntuale sul-la crescita umana e spirituale della città e che rispetti ogni fragilità e ogni potenzialità, ogni povertà ed ogni risorsa: nessuna gioia e nessuna ferita ci sono estranee ma siamo attenti alle necessita della nostra Sesto. Un anno di noi, di NOISESTO per vivere tanti anni ancora di informazione intelligente e corretta. Ce lo auguriamo e lo speriamo!

Giuseppe Trapani - direttore

Il 5 per mille una scelta per SestoCascina Gatti“Casa Sunem” -Sostiene le donne maltrattateC.F. 94568210150“La Nostra Famiglia” assistenza sanitaria e sociosanitariaC.F. 00307430132

S. Maria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco“Volontariato Caritas Salesiani” C.F. 94535700150

S. Giovanni BattistaDa anni l’Associazione Passo dopo Passo... Insieme collabora con la nostra parrocchia per contrastare il gravoso danno sociale ed economico causato dell’insuccesso formativo degli studenti di scuole medie. Destina il 5 per mille delle tue imposte all’Associazione Passo dopo Passo... Insieme onlus, gesto, per te gratuito, che sarà di grande valore per molte famiglie.C.F. 03933330965

S. Giuseppe“Volontariato S. Giuseppe” Assistenza scolastica bambini scuole elementari, medie e adolescenti superioriC.F. 94602750153

S. Carlo Borromeo“Consultorio centro per la famiglia” C.F. 94557790154

Speciale Elezioni

In diretta su Noisesto.it i risultati e le notizie dai seggi

Fogli sparsi

Page 2: Ecclesia: il senso del limite della scienza · Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe XXXIII, 16). Lucida e attualissima analisi, che mo-stra come la superbia sia un’ipertrofia

Noisesto.itMagazine di vita ecclesiale, attualità e cultura

Periodico Registrato al Tribunale di Milanoaut. n. 210 del 18 Aprile 2011

Sede di redazione:Centro Famiglia - Parrocchia Prepositurale

di Santo Stefano ProtomartirePiazza Luigi Petazzi 17

20099 - Sesto San Giovanni (Mi)

direttore editoriale:Giuseppe Trapani

direttore reSponSabile: Giuseppe Poidimanidelegato del decanato:

don Luigi PerducaWebmaSter:

Raffaele Mandaradoni

redazione:Claudio Cianflone Geppi D’Arcangelo

Antonio FulginitiGiancarlo Gargaloni

Agostino GrecoGiuseppe Poidimani

Ilaria PorcuAnna Redaelli

Valentina RussoGiuseppe Trapani

redazione giovani:Janina Carrera

Camilla CataldiAlessia Da Rù

Stefano GalofaroOnel Larisa

Andrea LopaneGiorgia MarrucciAnna Merkaheil

Claudia PorcarelliSolanlly SanchezJacopo Tamiazzo

Marco Zanata

Grafica: Antonio Fulginitiwww.noisesto.it [email protected]

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Orgoglio: il rapporto deformato con Dio

I sette vizi capitali incatenati - Chiesa di San Gior-gio a Mandello del Lario

Il demone dell’orgoglio è quello che conduce l’anima alla caduta più grave. La incita, infatti, a

non riconoscere l’aiuto di Dio, ma a credere che è lei stessa la causa delle proprie buone azioni, e a guardare dall’alto in basso i fratelli, ritenendoli degli stupidi, dato che nessuno di loro sa que-sto di lei. Lo seguono la collera, la tristezza, e l’ultimo male: l’uscir di senno, la follia». (Evagrio Pontico, Trattato pratico, 14)«Di tutte le cause / che cospirano alla cecità di giudizio / dell’uomo che erra / e che traviano la mente, / ciò che rende la mente debole / quanto più forti reggano i pregiudizi, / è la superbia, / l’insuperato vizio dei folli». (Alexander Pope)

Eccoci al termine del nostro itinerario nei “pensie-ri malvagi”: un percorso attraverso i “vizi capitali” che si è rivelato un ripensamento sul nostro rap-porto con la complessa realtà di cui siamo fatti e che ci circonda: il cibo e il corpo, lo spazio e il tempo, le cose e gli altri, il nostro agire. L’ultimo “pensiero”, la hyperefanía (letteralmente: “sovra-manifestazione”), cioè la superbia o, per parlare in termini più biblici, l’orgoglio, «il grande pec-cato» (Salmo 19,14). È una patologia che i padri della chiesa consideravano sì l’ultima contro la quale dobbiamo combattere e per questo la col-locavano alla fine della lista dei vizi, ma al con-tempo la giudicavano la prima per origine e in or-dine di tempo («Inizio di tutti i peccati è la super-bia» (Siracide 10,15), è il vertice e il più sottile di ogni peccato e, nel contempo, si cela in ognuno di essi; i padri leggevano questa malattia come patologia del rapporto con Dio (cfr. Cassiano, Istituzione cenobitiche XII,1). L’orgoglio, inoltre, è strettamente legato alla vanagloria, tanto che

la tradizione spirituale ha esitato a lungo a tratta-re separatamente queste due passioni, e, in ogni caso, le ha sempre poste in relazione diretta: «la vanagloria – scriveva Giovanni Climaco – quando è giunta a piena maturazione, genera l’orgoglio, autore e perfezionatore di tutti i mali».Secondo Gregorio Magno la superbia-orgoglio è «la regina dei vizi ... la radice di ogni male» che si manifesta in quattro modi: «Quando si pensa che il bene derivi da noi stessi; quando si crede che, se ci viene dato dall’alto, è per i nostri me-riti; quando ci si vanta di avere quello che non si ha; quando, disprezzando gli altri, si aspira ad apparire gli unici dotati di determinate qualità». Sempre attingendo al grande padre latino, vale la pena soffermarsi un istante anche sul fatto che l’orgoglio si situa tra l’insopportabile e il ridico-lo: «Tutto ciò che fanno gli altri, anche se è fatto bene, non piace all’orgoglioso; gli piace solo ciò

che fa lui, anche se è fatto male. Disprezza sem-pre le azioni degli altri e ammira sempre le pro-prie, perché, qualunque cosa faccia, crede d’aver fatto una cosa speciale e, in ciò che fa, pensa per bramosia di gloria al proprio tornaconto; crede di essere in tutto superiore agli altri, e mentre va rimuginando i suoi pensieri su di sé, tacitamen-te proclama le proprie lodi. Qualche volta poi è talmente infatuato di sé che, quando si gonfia, si lascia pure andare a discorsi esibizionisti» (cfr. Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe XXXIII, 16). Lucida e attualissima analisi, che mo-stra come la superbia sia un’ipertrofia dell’io, una patologia che conduce a perdere il senso del limite, a esaltare smisuratamente se stessi e a denigrare gli altri: con ragione Jacques Marin ha affermato che «il più grande ostacolo all’amore non è l’egoismo, ma la superbia». Ora, è significativo che tutta la tradizione spi-rituale cristiana abbia definito come superbia il peccato del primo uomo (cfr. Genesi 3), perché la superbia è l’autocostituirsi dell’io come signore su tutto e su tutti. Il superbo, l’orgoglioso non riconosce Dio come sua origine, non lo riconosce come Signore. Anzi, ne prende il posto e ne stra-volge la signoria, perché la signoria di Dio è per l’altro, mentre quella dell’uomo è per se, senza dli altri e contro gli altri. E se all’inizio l’orgoglio può essere un atto, una scelta libera e puntua-le, con il tempo può diventare uno stile di vita e di comportamento, che rende l’uomo veramen-te luciferino, satanico (cfr. C. Di Sante, L’umano buono e i vizi capitali, Cittadella, Assisi 2009, pp.72-73).

Agostino Porrocontinua su www.noisesto.it

Nuoto sotto shock: mistero sulla morte del vichingo Dale Oen

Se ne è andato nel pieno del suo vigore, a 26 anni, con un oro mondiale conquistato meno

di un anno fa a Shanghai e la prospettiva di salire sul gradino più alto del podio ai Giochi di Londra. Era il favorito dei 100 rana, era l’uomo da batte-re, lui che aveva commosso il mondo per quelle lacrime mostrate in mondovisione non per l’oro vinto, ma per il suo Paese messo in ginocchio da un folle che in un giorno d’estate qualunque aveva fatto irruzione sull’isola di Utoya e aveva fatto una strage. In Norvegia da allora Alex era un eroe, e non solo perchè era stato la prima me-daglia olimpica d’argento nel nuoto per il pae-se scandinavo (a Pechino 2008) e poi iridato nel 2011 a Shanghai.La morte del campione resta un mistero: si parla di attacco cardiaco, infarto, lui che di problemi - giura lo staff medico - non ne aveva. “Non as-sumeva farmaci di alcun tipo - assicura Ronsen Ola, il medico della nazionale che ha prestato al nuotatore il primo soccorso - Stava lavorando per rafforzare le spalle. Eravamo andati a giocare a golf, poi ha fatto un po’ di fisioterapia, dove a solo fare la doccia prima di venire a cena. Ma abbiamo visto che non tornava e siamo entrati nella sua camera”. Dove è stato trovato riverso a terra, tra il bagno e la stanza: inutili i tentativi di rianimarlo, quando è arrivata l’ambulanza, in tempi rapidissimi, Dale Oen era morto. Lo staff medico norvegese non aveva il defibrillatore, che però è stato usato sul nuotatore dal personale dell’ambulanza. “Non abbiamo con noi queste apparecchiature ma certo adesso forse dovremo rivedere questa cosa” spiega Ronsen che ha avuto il triste compito di avvisare la famiglia. La nazio-nale si è chiusa nel dolore, lontano da fotografi e

giornalisti, protetta dal ct Peter Lovberg: “Siamo tutti scioccati - ha detto in una nota l’allenato-re che insieme ai suoi ragazzi ha partecipato a una messa commemorativa - E’ una tragedia per qualsiasi squadra. Il nostro pensiero va alla sua famiglia, che ha perso Alexander troppo presto. Le parole non possono descrivere il dolore. Per noi ora è importante stare insieme e prendersi cura di tutti noi. E’ una situazione irreale. Giorni difficili ci attendono”.Intanto si aspetta l’esito del primo esame autopti-co, ma questo decesso preoccupa molto il mondo dello sport norvegese. Che adesso è sotto choc, come l’intero Paese. Bandiere a mezza asta nel pa-ese che ha dato i natali al nuotatore, Oygarden. Ma la Norvegia ora reclama i funerali di stato, un tri-buto che in passato e stato accordato solo ad altri due sportivi. “Prima di tutto dobbiamo superare lo choc, che l’inchiesta faccia il suo corso - le parole del segretario di stato Hans Kristin Amunchsen - e che Alexander torni a casa”. Quello che voleva Alex, lo aveva scritto poche ore prima di morire ‘cinguet-tando’ con il resto del mondo: “Ancora due giorni a Flagstaff e poi si torna a casa, nel paese più bello della Norvegia”. Non tornerà invece per riabbrac-ciare i suoi cari e la sua adorata Anja.La polizia della città statunitense di Flagstaff ha assicurato che le cause esatte dell’improvvi-sa scomparsa si conosceranno tra diverse setti-mane. Il medico della squadra, Ola Ronsen, ha rivelato che durante il giorno Oen non ha dato nessun segno di malessere. Ronsen inoltre ha confermato all’agenzia norvegese NTB che pre-senzierà all’autopsia come rappresentante della famiglia.

Stefano Galofaro

Voglia di “rivoluzione”Sondaggio Acli: un italiano su tre

aspira a rivoluzionare il paese

Un italiano su tre sostiene che per cambiare l’Italia servirebbe una “rivoluzione”. E’ quan-

to sostiene un recente sondaggio realizzato per le Acli da Ipr Marketing e diffuso alla vigilia del 24esimo Congresso nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, che prenderà il via oggi a Roma.Dal sondaggio emerge che una spesa imprevista di 100 euro manderebbe in crisi il bilancio fami-liare per sei italiani su 10. E quel che è peggio è che la grande maggioranza degli italiani (72,4 per cento) non vede in questa crisi un’occasione di progresso o cambiamento.Per uscire dalla crisi, secondo gli italiani non si può non puntare su una maggiore equità (24,9 per cento) e moralità (22,8) generale da un lato e dall’altro occorre far leva sulla competenza (18,5) delle classi dirigenti e sull’innovazione (12,7).Il 74,8 per cento degli italiani ritiene che debba-no essere i ricchi a sopportare il carico maggiore della crisi. Chi ci toglierà dalla crisi? Il leader futu-ro sarà giovane (53 per cento) e con competenze professionali, laureato (49), se necessario docen-te universitario (37). Sul fronte degli interventi da effettuare, per la grande maggioranza degli ita-liani deve occuparsi prima delle famiglie e poi dei conti dello Stato, e tenere conto delle indicazioni delle istituzioni internazionali.Per cambiare il Paese, per la maggioranza (50,9 per cento) ritiene che la strada da seguire sia quella riformista, con interventi graduali e condi-visi ma anche impopolari. Un terzo del campione (32 per cento) pensa invece che la “rivoluzione” sua l’unico mezzo per trasformare l’Italia. Mentre per il 17,2 per cento degli intervistati sostiene che “questo Paese non cambierà mai”.


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