Pag.1 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
ECCOCI
Sommario
Alle famiglie 1
Saluti 2
Cascina Monluè 3
Tempo Libero 4
Parigi 5
Castagnata 6
Menù di stagione 7
Evoluzione e ambiente 8
Il gran rifiuto del Capitano 9
Pillole di salute 10
Milano: luoghi nascosti... 12
I compli-mese 14
Ripartiamo, in ritardo rispetto alle nostre intenzioni,
ma è stato un po’ difficile riannodare i fili, e ancora
non lo abbiamo fatto del tutto, dopo il periodo vacan-
ziero.
Già dai primissimi giorni di settembre tutti i servizi
hanno riaperto i battenti; tutte le equipe sono al com-
pleto, con molti educatori “storici” e con altri “nuovi” .
Tra le novità di quest’anno c’è che “La casa del
Mappamondo”, non è più una sperimentazione, ma
è diventato un servizio a tutti gli effetti, con alcuni
posti accreditati presso il comune di Milano.
Si continua invece con gli svariati laboratori che ven-
gono proposti nel pomeriggio e a cui ci si può libera-
mente iscrivere.
Inoltre, come si può vedere dalle pagine seguenti, in
questo inizio d’anno già tantissime sono le iniziative
portate avanti dal servizio Tempo Libero e nei prossi-
mi mesi molte altre ne verranno organizzate.
Quindi per tutti noi vale sempre il solito invito a par-
tecipare per sentirsi parte attiva della nostra Asso-
ciazione.
Pag.2 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
La nostra Presidente, Elena Dottore, insieme al Consiglio Direttivo augura
a tutti un buon inizio e un buon proseguimento, con la speranza che una
collaborazione sempre più stretta, spontanea e sincera tra tutte le compo-
nenti dell’Associazione, operatori, famiglie, volontari, riesca a rendere sem-
pre più accogliente per i nostri ragazzi l’ambiente che frequentano quoti-
dianamente.
Pag.3 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
CASCINE APERTE 2017:
GRANDE FESTA IN CASCINA DOMENICA 24 SETTEMBRE .
Tantissime persone riunite in allegre tavolate.
Un info point per avere informazioni sul progetto
“Cascina Monluè, la corte del bene comune”
Un angolo tutto dedicato ai bambini e ai più giovani
Il banchetto con i prodotti
della nostra Bottega
Pag.4 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
Ci siamo ritrovati in un soleggiato pomeriggio per scoprire tutte le novità sulle attività
del Tempo Libero dell’anno sociale 2017- 2018.
Si è parlato di passeggiate alla scoperta della nuova Milano, di feste a tema, di pizza-
te, di esperienze subacquee all’Asinara, di Palma di Majorca …
E anche delle iniziative aperte alle famiglie e agli amici: Parigi, castagnata, Pinzolo,
Vienna…
Come sempre, per poter partecipare ed essere puntualmente informati, occorre iscri-
versi al Tempo Libero e tutte le relative informazioni sono reperibili in segreteria!
Pag.5 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
PARIGI
La prima avventura dell’anno a Parigi. Tre giorni intensissimi in cui anche con l’aiuto del-
le nostre simpaticissime tre guide abbiamo ammirato cose meravigliose. Durante queste
gite si crea tra tutti un legame di amicizia e di solidarietà e, potendo, sarebbe bello che
più famiglie partecipassero.
Pag.6 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
CASTAGNATA
Domenica 15 ottobre, bellissima giornata a BEE’: passeggiata nei boschi con raccolta
di castagne, pranzo al circolo e per finire caldarroste per tutti offerte dagli Alpini
Pag.7 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
MENÙ DI STAGIONE
POLPETTE DI ZUCCA
Ingredienti
Zucca violina o delica (già pulita) 500 g Pangrattato 100 g Parmigiano reggiano da grattugiare 100 g Scamorza affumicata 50 g Salvia q.b. Uova 1 Olio extra vergine d’oliva q.b. Sale fino q.b. Pepe nero
Pangrattato q.b. (per impanare)
Preparazione
Dividere a metà la zucca, rimuovere la buccia, tagliarla a fette di mezzo centimetro di
spessore per ottenere 500 g. di polpa. Sistemare le fette su una leccarda foderata con
carta forno, condire con un filo d’olio e un pizzico di sale e cuocere in forno statico preri-
scaldato a 200° per 30 minuti.
Nel frattempo, tritare finemente le foglie di salvia e ridurre a cubetti la scamorza affumica-
ta. Quando la zucca sarà cotta, sfornarla e trasferirla in una ciotola.
Schiacciare la zucca con la forchetta, poi unire il pangrattato, il Parmigiano grattugiato
l’uovo e la salvia tritata. Impastare il composto con le mani per amalgamare bene tutti gli
ingredienti, poi pepare a piacere.
Col composto ottenuto formare delle palline di circa 40 g l’una, inserendo al centro qual-
che cubetto di scamorza affumicata, per un gusto più delicato sostituire la scamorza con
la ricotta. Richiudere la polpetta in modo da sigillare il formaggio all’interno e lavorarla
con le mani per darle una forma tonda. Proseguire allo stesso modo con tutte le altre, si
otterranno circa 16 polpette con queste dosi. Passare ogni polpetta nel pangrattato.
Cuocerle in forno statico a 180° per circa 20 minuti
Pag.8 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
EVOLUZIONE E AMBIENTE
PERCHE’ DARWIN NON HA PARLATO DEI DINOSAURI.
Quando si parla di preistoria la prima immagine che ci si presenta alla mente, in particola-
re nell’età infantile ma anche dopo, è quella dei dinosauri comprendendo in questa defini-
zione tutti i grandi animali scomparsi di cui però ora sono presenti scheletri, ricostruzioni e
riproduzioni in varie tipologie nei musei di scienze naturali e in mostre specifiche in tutto il
mondo. Ci si chiede allora perché Darwin nelle sue ricerche e negli scritti che le docu-
mentano non ne abbia mai fatto cenno: è impossibile che questo scienziato curioso di tut-
to ciò che nel suo tempo si conosceva e si indagava a proposito della natura, nulla sapes-
se di questi giganti scomparsi. Ciò che appare a tutta prima come un argomento trascura-
to dai suoi studi è invece la conferma del metodo di ricerca accurato e concreto di Darwin
che vuole sempre confermare con prove tangibili i suoi studi. Infatti i primi reperti fossili di
dinosauri vennero alla luce circa 100 anni dopo la sua morte, quindi anche se ne avesse
avuto notizie, il suo rigore scientifico non gli avrebbe consentito di divulgarle. Poiché sia-
mo giunti a parlarne, vediamo per quale motivo questi antichi animali non hanno avuto
una discendenza ma sono del tutto scomparsi dopo il periodo Cretaceo dell’era Mesozoi-
ca ( tra parentesi: “ere” e “periodi“ sono i tempi in cui è necessario suddividere la lunghis-
sima vita della terra, circa 4.ooo milioni di anni, per poterne studiare le fasi successive in
tutti i suoi aspetti). Intanto la presenza dei dinosauri è preceduta dai loro antenati, gli ar-
cosauri, quindi anch’essi discendono da una catena evolutiva che però a un certo punto si
è interrotta, non di colpo come si potrebbe credere, ma per eventi che si sono succeduti
nel corso di almeno 1 milione di anni, tempo abbastanza breve nel computo dell’età della
terra. Cambiamenti climatici importanti dovuti soprattutto a molteplici eruzioni vulcaniche
avevano via via mutato l’ambiente dei dinosauri e venne a diminuire la disponibilità di
specie vegetali di cui questi grossi erbivori si cibavano. Inoltre un enorme meteorite di al-
meno 10 km di diametro colpì la terra ad altissima velocità nella zona dell’attuale Messico
ma le conseguenze furono vastissime con ulteriori variazioni delle temperature tali che
decretarono la fine dei dinosauri. Altre specie si adattarono per sopravvivere e resistere
nell’ambiente che avrebbe subito successivi mutamenti e continuare così ad abitare con i
loro discendenti la terra al posto delle moltissime che si erano estinte (non solo dinosauri
ma anche forme di pesci, rettili e insetti di cui non sono rimaste tracce nell’evoluzione). Si
conferma una volta di più che spesso è la necessità a svolgere un ruolo decisivo nei cam-
biamenti che consentono agli animali di conti-
nuare la specie.
Milena P.
Pag.9 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
IL GRAN RIFIUTO DEL CAPITANO
Il sogno più grande per un giocatore di calcio è sicuramente diventare il capitano della propria nazionale; ancora più grande se può condurla ai Campionati del mondo. Ma vi fu un capitano che alla vigilia del Mondiale, giocato in casa propria, rifiutò di andare avanti, ritirandosi per seguire la propria coscienza. Il giocatore era l’argentino Jorge Carrascosa, detto “El lobo”, il lupo, e i mondiali si tene-vano nel 1978 proprio in Argentina. Da due anni il paese era soggiogato da una delle dittature più san-guinarie della storia moderna, e il campionato di calcio era uno dei modi più brillanti per mostrare all’opinione pubblica mondiale la fac-cia pulita del governo, un’operazione di abbellimento della Giunta mi-litare già accusata da molte parti di crimini contro l’umanità e di di-sprezzo per i più elementari diritti umani. A pochi chilometri dallo stadio di Buenos Aires si trovava uno dei più famigerati centri di tortura, da dove sparirono almeno 4000 persone dei 30000 desaparecidos in sei anni di dittatura. E negli stessi sotter-ranei del campo vennero assassinati parecchi “sovversivi”. Ma in Argentina il calcio è religione, e l’attesa del Mondiale ottenebrò molte coscienze, anche di intellettuali tendenzialmente ostili alla dit-tatura, ed esaltò lo spirito nazionalista esasperato dal governo. “Noi argentini siamo diritti e umani”, sbeffeggiavano così i componenti della Junta le richieste di informazioni di Am-nesty International fatte pochi mesi prima che si inaugurasse il Campionato. La gente spariva ogni giorno e ben pochi se ne preoccupavano. Uno di questi ultimi era proprio Carrascosa, il quale come una mosca bianca aveva osato asserire in un intervista che “il calcio non è un amico, né sfama la gente..” e che non era d’accordo con la propaganda del governo: “è solo football, ci sono cose ben più importanti nella vita..”. Con l’anima divisa tra il poter condurre la propria squadra nella massima competizione, e coronare quindi il proprio sogno calcistico, ed il disgusto per ciò che stava accadendo nel proprio paese, egli scelse di ritirarsi proprio alla vigilia del campionato del mondo. “Mi vergognavo di indossare una maglia sporca di sangue” disse in seguito. Si ritirò dalla squadra lasciando il posto ad un altro capitano, che ricevette la Coppa proprio dai capi della Giunta poche settimane dopo. La finale fu vinta infatti proprio dall’Argentina, a Bue-nos Aires, favorita in tutti i modi dal Governo, dall’opinione pubblica e dai massimi diri-genti del calcio simpatizzanti con la dittatura. Ma Carrascosa non ha mai avuto rimpianti, anche se all’epoca fu visto dai compatrioti come un traditore ed un sovversivo, e dovette far perdere le sue tracce sino alla fine del-la dittatura. Semplicemente, fece quello che la sua coscienza gli suggeriva, non volendo rendersi complice in alcun modo della Giunta, non volendo far parte anche lui dell’ingranaggio della propaganda che inebetiva e nascondeva i propri crimini. E soprattutto non diventare l’eroe di un paese che stava massacrando le proprie generazioni più giovani. Carrascosa lasciò per sempre il calcio, non conserva nessun trofeo o cimelio di una car-riera che lo portò al gradino più alto, ma che sul più bello ebbe il coraggio di volgere le spalle per mantenersi integro e “non dover stringere le mani degli assassini”. Anche l’allenatore della squadra argentina, Menotti, altro personaggio in odore di “sovversione”, ma talmente bravo e capace da dover essere lasciato al proprio posto dai dirigenti complici del governo, pochi minuti prima dell’inizio della finale ebbe a dire ai pro-pri giocatori “non vinciamo per quei figli di p… in tribuna, ma per alleviare le sofferenze della gente.” Jorge Carrascosa scoprì che non era del tutto solo. Andrea P.
Pag.10 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
PILLOLE DI SALUTE LE SCOPERTE SU OROLOGIO BIOLOGICO E RITMO CIRCADIANO SO-
NO STATE PREMIATE CON IL PREMIO NOBEL: SVELATO IL MECCANI-
SMO DI REGOLAZIONE DELLA NOSTRA GIORNATA
Gli esseri viventi si adattano quotidianamente alla rotazione del nostro pianeta sviluppan-
do un meccanismo, che possiamo chiamare “orologio biologico interno”, che li aiuta a
prevedere e regolare la vita nelle varie parti della giornata controllando funzioni critiche
come comportamento, livelli ormonali, sonno, temperatura corporea e tutto il metaboli-
smo. Questo meccanismo è denominato sistema (o ritmo) circadiano.
Le scoperte dei tre genetisti premiati hanno aiutato a spiegare come le piante, gli animali
e gli esseri umani adattino i loro ritmi biologici in modo che siano sincronizzati con i movi-
menti della Terra.
Studiando i moscerini della frutta, gli scienziati hanno isolato un gene che regola il nor-
male ritmo biologico quotidiano dimostrando come questo gene codifichi una proteina
che si accumula nelle cellule durante la notte, mentre viene poi degradata durante il gior-
no.
Quando il ritmo circadiano è sincronizzato con l'alternanza giorno/notte l'organismo vive
in condizioni fisiologiche di benessere; questa condizione si perde nel disallineamento
temporaneo tra l'ambiente esterno e il ritmo interno o nel rovesciamento del ritmo giorno/
notte come ad esempio nel jet-lag.
Nel 1984, Jeffrey Hall e Michael Rosbash, sono riusciti a isolare un gene, chiamato
'Period' e successivamente Hall e Rosbash hanno scoperto che la proteina codificata da
questo gene (chiamata PER), si accumula durante la notte e viene degradata durante il
giorno, dimostrando che i livelli di proteina PER oscillano su un ciclo di 24 ore, in sincro-
nia con il ritmo circadiano.
I genetisti premiati hanno scoperto un altro gene chiamato 'Timeless' che codifica un'altra
proteina chiamata TIM, necessaria per il corretto funzionamento dell’orologio biologico.
Quando la proteina TIM si lega a PER le due proteine entrano nel nucleo cellulare rego-
lando l'attività del gene 'Period'.
La scoperta di un terzo gene, 'Doubletime', che controlla la frequenza delle oscillazioni
dei livelli delle proteine TIM e PER ha consentito di aggiungere un “ingranaggio” all’orolo-
gio biologico: il suo ruolo sarebbe quello di metronomo nel rapporto costante tra gli altri
due geni, dando loro un'alternanza corrispondente a un ciclo di 24 ore.
L'oscillazione di queste proteine regola il nostro bioritmo interno.
I tre genetisti americani Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, hanno ri-
cevuto il premio Nobel 2017 per "la scoperta del meccanismo molecolare che controlla il
ritmo circadiano"
Concludo con uno schema dell’orologio biologico che spero aiuti nella programmazione
della giornata
Dott. Roberto Colajanni
Pag.12 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
MILANO: LUOGHI NASCOSTI, CURIOSITÀ, LEGGENDE
IL "QUARTIERE ARCOBALENO"
Milano, considerata spesso una città grigia e seriosa, nasconde in realtà alcuni angoli pit-
toreschi e ricchi di colore, fascino, atmosfera e silenzio. Come il Quartiere Giardino che si
affaccia su via Lincoln, in zona Porta Vittoria. La storia ha inizio nel 1879, quando viene
fondata la Società Edificatrice Abitazioni Operaie che qui, nell'area in cui sorgevano le
Ferrovie di Porta Vittoria, voleva costruire la sua "città ideale" con abitazioni unifamiliari
destinate a operai, artigiani e impiegati. Le prime case vennero edificate tra il 1884 e il
1892, e purtroppo solo il primo nucleo venne realizzato, il resto del progetto non fu mai
completato. Durante il corso degli anni gli abitanti sono entrati in competizione fra loro
per vedere chi avrebbe dipinto del colore più brillante la propria casa. Oggi possiamo am-
mirare facciate rosse, gialle, lilla, azzurre, e in primavera l'effetto arcobaleno è moltiplica-
to dai molti alberi in fiore e dai ricchi giardini, tutti curati con grande dedizione dai proprie-
tari.
Grazia
Pag.13 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
LA NUMERAZIONE CIVICA DELLE ABITAZIONI
Fino alla fine del 1700 le case non avevano una numerazione pertanto era difficile sia
trovare un indirizzo sia dare indicazioni. Ci si orientava facendo riferimento unicamente
alle porte della città (P. Romana, P. Orientale, P. Nuova, P. Tosa, P. Vigentina, …..), ai
palazzi pubblici e nobiliari e alle numerose chiese. Anche il povero
Renzo, protagonista dei Promessi Sposi, si trovò in difficoltà e si per-
se più volte per trovare la casa di Don Ferrante dato che le indicazio-
ni erano basate su “dritte”, “mancine”, chiese e croci!
Già nella prima metà del '700 le principali città d'Europa avevano in-
trodotto la numerazione civica a scopi fiscali. A Milano la numerazio-
ne si realizzò sotto la dominazione austriaca. Giuseppe II, Duca di
Milano e imperatore d'Austria, emanò un decreto che stabiliva la pri-
ma numerazione stradale.
Così il 9 novembre 1786 veniva assegnato ad ogni edificio un numero progressivo unico
che dal centro proseguiva verso la periferia seguendo un senso a spirale (numeri tere-
siani). Il numero 1 corrispondeva al Palazzo Ducale (oggi Palazzo Reale), il 2 all'Arcive-
scovado (unico palazzo di Milano che non ha mai cambiato numero) fino ad arrivare al
5314 che segnava l'ultima casa alla periferia della città lungo la strada del Castello.
Nello stesso decreto veniva introdotta la prima toponomastica cittadina: agli angoli delle
strade doveva essere scritto a caratteri cubitali il nome della strada su targhe di legno
imbiancato. In questo modo si raggiunse un duplice scopo: il governo austriaco, raggiun-
gendo più facilmente i contribuenti, incrementava le entrate fiscali e ai cittadini veniva
semplificata la vita.
Mentre la toponomastica continuò a cambiare negli anni a seconda degli avvenimenti, la
numerazione si mantenne pressoché immutata fino alla vigilia dell'Unità d'Italia. Così nel
1861 venne sostituita con la numerazione per vie e qualche anno dopo ci furono gli ulti-
mi perfezionamenti: i numeri che prima erano segnati in rosso, divennero bianchi su fon-
do nero e venne adottato il criterio valido ancora oggi di mettere i numeri dispari sul lato
sinistro e quelli pari sul lato destro della via.
In centro è possibile vedere diverse case con la vecchia nu-
merazione come la casa degli Omenoni (1722) in via Ome-
noni 3, in via Morone 8 (1166), via Gesù 5 (1297), via Brera
5 (1570), via S'Andrea 8 (828) e 19 (808) e tanti altri in via
Meravigli, via Bagutta, P.zza Mercanti, Corso Venezia.
Il vecchio sistema austriaco è ancora utilizzato a Venezia.
Titti Via Omenoni ,3
Via Morone,8
Pag.14 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
I NOSTRI “COMPLI-MESE”
LUGLIO
8 - IVAN S.
10 - LAURA P.
11 - MICAELA S..
14 - ALESSANDRO C.
16 - ALESSANDRA G.
17 - CHIARA B.
17 - GLORIA G.
18 - FABIO C.
AGOSTO
4 - GIULIA C.
4 - STEFANIA M.
5 - MOMO B.
5 - IVANA C.
6 - ELEONORA R.
12 - LICIA C.
SETTEMBRE
2 - MARCELLA R.
5 - CRISTIAN L.
6 - ANNA R.
7 - DARIO B.
9 - ROSY C.
11 - ESTHER N.
OTTOBRE
5 - STEFANIA C.
11 - PERLA S.
AUGURI
Pag.15 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
PROPOSTE
Hanno collaborato:
Andrea P. - Enrica G. - Enzo G. - Grazia G. - Milena P. - Roberto C. - Rosella M. - Titti C.
LA CUCINA VERDE & ARTI CURATIVE è un’associazione culturale nella quale due
anime complementari e sinergiche operano per la cura e il benessere dell’individuo. La
A partire da martedì 24 ottobre, con cadenza mensile, alle ore 19,30, nella sede
dell’Associazione , in Via Zante, 36, si terrà la prima lezione (con cena) di “Cucina Ver-
de”. Il costo è di 25 euro a lezione.
I relatori, Gaia e Paolo, sono una coppia nella vita e nel lavoro, e insegnano come
“mangiare consapevolmente e gustosamente sano”. Insegnano quindi a nutrirsi con
una cucina naturale salutare, con ricette facili, rapide e sane.
Durante le lezioni si danno dimostrazioni concrete attraverso l’uso di alimenti corretti
con ricette mirate e sono inclusi abbondanti e gustosi assaggi con ingredienti bio, ve-
gan e moltiglutenfree.
Diversi piatti vengono preparati in diretta, “passo-passo”
Vi invitiamo a partecipare numerosi perché ci sembra una bella proposta che potrebbe
aiutarci ad adottare un regime alimentare più sano e perché ci sembra importante che
nella nostra associazione si parli anche di educazione alimentare.
Rosella ed Enzo
Se siete interessati, comunicatelo, entro lunedì 23 ottobre, a Rosella, cell. n. 333 9023658
Pag.16 Settembre - Ottobre 2017 - n. 32
ASSOCIAZIONE
“LA NOSTRA COMUNITÀ”
ONLUS
DONA IL TUO
5 x 1000
CODICE FISCALE 97026250155
Puoi sostenere la nostra Associazione anche attraverso
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che, se effettuate con assegno o bonifico bancario, godono dell'esenzione fi-scale in base all'art. 13 bis, lettera 1 bis, D.L. 917/1986. Eventuale bonifico deve essere intestato a: “La Nostra Comunità” CARIPARMA - Ag. 38 - Via Dalmazia 2/A - Milano
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