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economia centro occidentale - CREA 121 ON-LINE centro occidentale.pdf · − Andrea Pelucelli -...

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LʼECONOMIADELLA SARDEGNA

CENTRO OCCIDENTALE

Consuntivi 2005ed evoluzione 2006

ORISTANO – LUGLIO 2006

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Il presente Rapporto è stato elaborato, nell’ambito della Direzione Generale del Banco di Sardegna con la supervisione di Rocco De Mattia e Maria Luisa Sini, da:

− Renzo Usai - Studi, Pianificazione e Risk Management (per i capitoli riguardanti l’evoluzione complessiva dell’economia e del mercato del lavoro, l’interscambio con l’estero e il comportamento dei grandi settori produttivi;

− Andrea Pelucelli - Segreteria Generale, Partecipazioni e Relazioni Esterne (per il capitolo concernente il sistema del credito);

− Anna Addis – Ufficio Marketing, Sardaleasing S.p.A. (per il capitolo relativo all’attività nel leasing);− Paola Costaglioli - Segreteria Generale, Partecipazioni e Relazioni Esterne (per il capitolo che

riguarda la riforma del risparmio e la normativa sugli abusi di mercato).

Consulenza editoriale e organizzazione a cura di Giulio Fettarappa.

Il Rapporto è scaricabile dal sito www.bancosardegna.it.

Copie sono inoltre disponibili presso la Segreteria Generale, Partecipazioni e Relazioni Esterne, Direzione Generale Banco di Sardegna, Viale Umberto, 36 - 07100 Sassari (Tel. 079. 226.508 - 226.513).

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SOMMARIO

PRESENTAZIONE 5

INTRODUZIONE 7

1. IL QUADRO GENERALE 11

1.1 Una doverosa premessa 111.2 L’evoluzione complessiva in Sardegna e nella Provincia 121.3 Il commercio con l’estero 181.4 Il mercato del lavoro 24

2. IL COMPORTAMENTO DEI GRANDI SETTORI PRODUTTIVI 29

2.1 L’Agricoltura 292.2 L’Industria 332.3 Il Commercio 382.4 Il Turismo44

3. IL SISTEMA DEL CREDITO 53

3.1 Posizionamento ed evoluzione 553.2 L’attività di raccolta 573.3 L’attività creditizia e i livelli di rischio 60

4. IL MERCATO E LE PROSPETTIVE DEL LEASING 69

4.1 L’attività in Italia 694.2 L’attività in Sardegna e nella Provincia 70 Nota di approfondimento: il leasing dei vigneti 74

5. LA RIFORMA DEL RISPARMIO E LA NORMATIVA SUGLI ABUSI DI MERCATO: IMPATTO PER LE BANCHE E PER LA CLIENTELA 77

5.1 La legge 262/2005: “Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari” 775.2 Il recepimento delle Direttive sul market abuse 79

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PRESENTAZIONE

A partire dal 2001 il Banco di Sardegna effettua una serie di analisi, quanto più possibile esaurienti, sullʼandamento e le prospettive dellʼeconomia a livello delle singole Province della Sardegna. Lʼiniziativa ha lʼobiettivo prioritario di offrire alle imprese locali conoscenze utili per la loro operatività nel mercato.

I singoli Rapporti sono presentati in appositi incontri con gli imprenditori, con le Associazioni di categoria e con gli Enti locali di ciascuna Provincia.

In relazione allʼapprezzamento che incontra, il Banco realizza progressivi aggiornamenti della situazione congiunturale nelle Province dellʼIsola. Specifiche analisi sono state nel contempo dedicate ad altre aree del territorio regionale di particolare interesse, come il Sulcis Iglesiente, lʼOgliastra e il Nord Est Sardegna.

Il Banco prosegue nel progetto con il presente Rapporto, dedicato al territorio dellʼOristanese: lʼevoluzione e le prospettive dellʼeconomia locale vengono esposte e commentate per il terzo anno consecutivo. Con il richiamo, nel titolo del Rapporto, alla “Sardegna Centro Occidentale” si vuole tuttavia sottolineare la nuova configurazione amministrativa che ora caratterizza - per volontà della Regione Autonoma e su alcune componenti del territorio della Provincia di Nuoro - la Provincia di Oristano.

Il Banco di Sardegna, anche con riferimento alla sua diffusa presenza nellʼIsola, si augura che lʼattuale pubblicazione costituisca un ulteriore ed efficace supporto per gli operatori locali, sempre più impegnati nella valorizzazione delle potenzialità e nella proiezione sui mercati.

Prof. Antonio Sassu Presidente del Banco di Sardegna

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INTRODUZIONE

Obiettivo del presente Rapporto - espressamente dedicato al mondo delle imprese - è quello di offrire un ag-giornamento della situazione congiunturale a livello della economia dellʼOristanese, sia in complesso che nelle sue componenti settoriali. Si tratta della terza edizione - nellʼambito del progetto ideato dal Banco - per quanto ri-guarda questo territorio.

Il quadro è pertanto focalizzato sui consuntivi relativi allʼanno passato, il 2005, nonché sulla evoluzione che dovrebbe caratterizzare il 2006. Per gli aspetti strutturali si rinvia invece alle considerazioni espresse nel primo Rapporto, presentato nel giugno 2002.

Come specificato nelle pagine che seguono, lʼanalisi qui esposta, per motivi essenzialmente statistici, legati alla indisponibilità al momento di dati ufficiali territorialmente disaggregati, riguarda essenzialmente la Pro-vincia di Oristano nella sua precedente estensione. Questa peraltro può ora intendersi anche come sommatoria, seppure non precisa, della preesistente Provincia di Oristano e di altre importanti realtà comunali: essenzialmen-te il territorio di Bosa e di alcuni altri Comuni di minori dimensioni prima ricompresi nella Provincia di Nuoro. Ciò sulla base della nuova configurazione voluta dalla Regione Autonoma ed evocata appunto nel titolo “Sarde-gna Centro Occidentale” che si è dato al Rapporto. E ̓da notare, al riguardo, che la Provincia di Oristano è lʼuni-ca, tra le preesistenti quattro Provincie dellʼIsola , che ha visto aumentare il proprio territorio

La presente analisi si articola in cinque parti fondamentali.Nella prima si tracciano le linee essenziali dellʼevoluzione complessiva di breve periodo in Sardegna e nella Pro-

vincia di Oristano, con riferimento agli indicatori solitamente utilizzati nelle analisi congiunturali e nei limiti delle informazioni disponibili. Una particolare attenzione è rivolta al commercio con lʼestero e al mercato del lavoro.

Nella seconda parte, lʼanalisi congiunturale è a livello dei grandi settori produttivi (Agricoltura, Industria, Commercio e Turismo) caratterizzanti il territorio.

Nella terza parte vi è la descrizione della operatività del sistema bancario in Provincia, sotto il profilo del posi-zionamento nel territorio, dellʼattività di raccolta nonché dellʼattività creditizia con i connessi livelli di rischiosità.

Nella quarta parte si espone, come di consueto, lʼattività svolta nel settore del leasing, tenuto conto del cre-scente rilievo che tale comparto presenta anche nel mercato regionale specie con riferimento ad alcune tipologie specializzate di intervento che si stanno affermando per la loro attrattività.

Nella quinta parte, infine, si è ritenuto opportuno richiamare lʼattenzione, con alcune puntuali considerazio-ni, sugli aspetti più significativi di due importanti eventi normativi di recente verificatisi nellʼordinamento del no-stro Paese: la riforma del risparmio e la normativa sugli abusi di mercato sono infatti destinate ad avere profon-di effetti sulla funzionalità del mercato finanziario italiano e, in particolare, sui comportamenti delle banche e del-la clientela.

Si ringraziano vivamente gli Enti locali, le Istituzioni, i singoli studiosi e operatori che, come sempre, hanno reso possibile la stesura del Rapporto con dati, informazioni e preziosi suggerimenti.

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1. IL QUADRO GENERALE

1.1 - Una doverosa premessa

La presente edizione affronta per la terza volta i temi, i problemi e le prospettive della evoluzione con-giunturale nella provincia di Oristano: sono ormai tra-scorsi 4 anni dal primo Rapporto presentato nel giu-gno del 2002, che tra lʼaltro conteneva anche una se-rie di considerazioni sulla struttura economica e socia-le di quel territorio.

La predisposizione dei singoli Rapporti provinciali ci ha sempre visti impegnati in una “ricognizione pre-ventiva” nei territori interessati, in primo luogo pres-so enti e istituti come le organizzazioni rappresentati-ve di categorie e di realtà economiche e sociali com-plesse, sia pubbliche o private. Enti e organismi che, con la loro vicinanza agli attori economici e con la co-noscenza diretta dei problemi, hanno sempre fornito contributi informativi fondamentali. La ricognizione preventiva è sempre servita da essenziale base di par-tenza per la stesura del Rapporto e per la maturazio-ne delle nostre convinzioni sulla realtà e le prospettive dei territori in esame.

Il giro di consultazioni, oltreché fondamentale per predisporre in modo organico il commento allʼanali-si congiunturale, ha avuto il pregio di permetterci di conoscere, in maniera non casuale, una serie di per-sone rappresentative dellʼeconomia locale che sono poi quelle che, per così dire, determinano il livello di qualità degli organismi e delle istituzioni e, a casca-ta, delle realtà economiche e sociali sottostanti. Dopo tre edizioni del Rapporto e numerosi incontri con rap-presentanti del territorio, sia politici che imprendito-ri, è quindi possibile esprimere alcune opportune con-siderazioni sullʼindubbio cambiamento e sulla conco-mitante crescita culturale delle istituzioni riscontrabile nelle diverse realtà socio economiche della Provincia.

Una prima novità importante è lʼampliamento del numero di enti e persone che hanno come compito istituzionale quello di indirizzare e sostenere le scel-te economiche e sociali delle rappresentanze politiche

locali, nonché delle forze imprenditoriali. Presumibil-mente a questo maggior “livello imprenditoriale” de-gli attori locali ha anche contribuito in buona misura la diffusione della cultura indotta dagli strumenti sempre più diffusi negli ultimi tempi di programmazione ne-goziata e di concertazione. Tra lʼaltro, occorre sottoli-neare al riguardo come questo ampliamento in termi-ni quantitativi non abbia compromesso la qualità com-plessiva dei contributi e degli interventi che, anzi, si è mediamente accresciuta.

Un notevole progresso si riscontra anche nella quantità e qualità dei documenti sullo stato dellʼeco-nomia locale e sulle conseguenti possibili scelte stra-tegiche con i relativi indirizzi di politica economica. In particolare, vi è una produzione crescente di analisi strutturali e indagini congiunturali su singole aree, su settori o su filiere produttive.

Ne sono un buon esempio le pubblicazioni recen-ti della Camera di Commercio di Oristano sulla si-tuazione congiunturale della Provincia e sul livello di competitività del tessuto produttivo, nonché gli studi monografici sul porto industriale, sul “territorio mari-no Oristanese”, etc.; così come i numerosi contribu-ti dellʼAmministrazione Provinciale, anche nellʼambi-to del Laboratorio territoriale della provincia di Ori-stano, organismo che, come noto, è ora previsto per ognuna delle otto Provincie sarde nel quadro del nuo-vo sistema di programmazione regionale. Il Labora-torio ha iniziato il suo lavoro con lʼanalisi del territo-rio, attraverso i documenti esistenti e una serie di pro-ficue interviste ai rappresentanti istituzionali, sociali ed economici; questa fase si è conclusa con un Forum territoriale che ha riunito gli attori dello sviluppo lo-cale coinvolti a vario titolo nella strategia di sviluppo della Provincia. Nei mesi più recenti, è stato così pos-sibile redigere il Rapporto dʼArea ed elaborare le pro-poste per cinque Progetti Integrati, sottoposte allʼat-tenzione del Tavolo del Partenariato Provinciale per eventuali integrazioni ai fini di un documento finale condiviso dal territorio.

Il SIL di Oristano (acronimo di Sistema Informa-tivo Locale), nonostante la sua recente costituzione, può già vantare lʼimplementazione di un sistema in-

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formativo geografico (GIS) come essenziale strumen-to di supporto decisionale per Enti Pubblici e realtà private, la diffusione di numerosi documenti sullo sta-to dellʼeconomia locale, uno Studio di fattibilità sul completamento della Piattaforma Intermodale di Ori-stano, la progettazione e la promozione di un sistema turistico locale, e diversi altri documenti.

Sono ormai disponibili periodicamente le indagi-ni congiunturali del Centro Studi e Ricerche dellʼApi Sarda sul sistema delle piccole e medie imprese del-la Regione con un taglio, per alcuni fenomeni, anche provinciale; una più approfondita conoscenza dei set-tori industriali da parte della Confindustria locale; in-dicazioni sul sistema dei trasporti e delle imprese da parte del Consorzio Industriale di Oristano.

Insomma, una rinnovata tensione conoscitiva e pro-positiva riscontrabile nelle diverse Sedi di un territo-rio provinciale come quello di Oristano che in passa-to si era caratterizzato per una sorta di negativa con-trapposizione tra le sue elevate potenzialità e una iner-te accettazione di problemi e difficoltà. Essa si basa su un più fondato patrimonio culturale e di uomini, che sta dando un contributo importante in termini di cono-scenza del territorio e delle sue potenzialità e che cer-tamente non mancherà di stimolare la nascita di nuove iniziative imprenditoriali e nuova occupazione stabile.

1.2 - L’evoluzione complessiva in Sardegna e nella

Provincia

1.2.1 – Lʼandamento dellʼeconomia regionale

Il sistema produttivo della Sardegna ha evidenzia-to nel corso del 2005 un andamento contrastato, sia per quanto riguarda lʼevoluzione temporale, sia per i risultati conseguiti dalla domanda aggregata e dai di-versi indirizzi produttivi. Timidi segnali di ripresa si erano manifestati a partire dal primo trimestre, ma successivamente nei mesi rimanenti dellʼanno lʼevo-luzione dellʼeconomia locale si è mantenuta su terre-no negativo e una parziale correzione verso lʼalto, nei mesi finali, non ha apportato nessun cambiamento di

rilievo al risultato complessivo. Nella media dellʼan-no, infatti, si è conseguito un ritmo di attività sensibil-mente inferiore ai risultati del 2004, di riflesso alle de-boli dinamiche produttive in alcuni comparti, con un peggioramento del livello degli ordinativi, e alla sta-gnazione dei consumi delle famiglie. Per lʼinsieme del 2005, le stime degli Istituti di ricerca indicano quindi un significativo indebolimento nella dinamica del Pil regionale su base annua (+0,4% rispetto allʼ1,2% nel 2004), causato proprio dalla modesta domanda e dal corrispondente, assai contenuto, ampliamento della produzione, corretti ancora una volta solo dal maggio-re spessore delle scorte di prodotti finiti (per due anni consecutivi vengono stimate scorte in eccesso).

Dal lato della domanda complessiva, lʼIsola ha evidenziato un profilo ben poco dinamico, in corri-spondenza della limitata dinamica dei consumi delle famiglie e della fase stagnante degli investimenti pro-duttivi; in parziale crescita sono apparsi i soli consu-mi collettivi. In particolare, i consumi privati hanno ri-portato un ritmo di espansione pari a zero, mentre le imprese hanno mantenuto poco più che costanti i nuo-vi progetti di investimento in macchinari e attrezza-ture (+0,3% dopo un triennio negativo) a fronte di un valore poco più elevato stimato per la componente co-struzioni (+0,6). Positivi invece i volumi delle espor-tazioni, non solo per il forte incremento registrato nei prodotti petroliferi raffinati e derivati, ma anche per i risultati positivi nei due distretti industriali di granito e sughero, che stanno lentamente superando le recen-ti crisi di mercato. Dal canto loro, le vendite allʼeste-ro di prodotti dellʼagroindustria e - in particolare – del comparto lattiero-caseario si sono attestate su livel-li inferiori al 2004, a causa dellʼacuirsi di problemi di mercato nelle principali aree di sbocco delle produzio-ni sarde: il progressivo intensificarsi della forza com-petitiva dei Paesi concorrenti (Europa dellʼest, Cina e Paesi emergenti) e lʼazione frenante svolta dalla forza dellʼEuro nei confronti del dollaro, sono i fattori che hanno reso meno competitive nel prezzo le produzio-ni locali. Il valore delle esportazioni nei primi 12 mesi del 2005 è aumentato di circa il 34% rispetto allʼan-no precedente (16,5% nel 2004), ma al netto dei pro-

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dotti petroliferi raffinati e della chimica, per le mer-ci collocate allʼestero si è riscontrato un calo del 10%. Per la verità, per rendere confrontabili i due flussi di prodotti non-oil è necessario depurare il dato 2004 da una commessa dallʼAfrica settentrionale per circa 100 milioni di Euro di elementi da costruzione in metallo non ripetibile nel 2005; al netto di questa componen-te, il valore dei beni esportati si è mantenuto sostan-zialmente stabile.

Tra le varie componenti dellʼofferta, la produzio-ne agricola ha riportato risultati inferiori al 2004 con il valore aggiunto che si è ridotto del 2,1% su base an-nua, in controtendenza alla crescita dellʼanno prece-dente. Sulla dinamica negativa hanno inciso le condi-zioni climatiche sfavorevoli e le conseguenze del nuo-vo corso della Politica Agricola Comunitaria che ha mantenuto inalterati gli aiuti al settore primario ma ri-partendoli in proporzione alle dimensioni delle singo-le imprese agricole piuttosto che alle quantità prodot-te: il nuovo orientamento della PAC ha penalizzato so-prattutto la produzione di cereali e la barbabietola da zucchero. In sostanziale arretramento anche la produ-zione zootecnica specie nelle due componenti del lat-te ovino e della carne bovina.

La produzione industriale si è mantenuta poco al di sotto del livello dellʼanno precedente (-0,4% la fles-sione registrata dal valore aggiunto rispetto al 2004), risentendo soprattutto dei risultati negativi del pri-mo e dellʼultimo trimestre dellʼanno, quando le im-prese hanno visto ridursi gli ordinativi, specie quelli provenienti dallʼestero. La ripresa della parte centra-le dellʼanno ha trovato conferma nel maggior grado di utilizzo degli impianti e nella riduzione delle scor-te di prodotti finiti. Ai fini dellʼaumento delle quantità prodotte, fondamentale si è rivelato il contributo del-lʼenergia e della chimica, di riflesso agli aumenti di prezzo del greggio e alla accresciuta domanda dei de-rivati, comparti produttivi che – nellʼinsieme - rappre-sentano in Regione circa il 40% del settore industria-le in senso stretto. Negativi invece i risultati consegui-ti nei comparti alimentare e tessile, con volumi pro-duttivi inferiori al 2004 e un flusso delle esportazio-ni in regresso.

Il comparto delle costruzioni ha mostrato un pro-filo positivo anche se poco dinamico (0,4% il ritmo tendenziale sul 2004). L̓ attività è risultata scarsa nel-lʼedilizia privata non residenziale, mentre si è verifi-cata una sostanziale interruzione in quella forte espan-sione dellʼedilizia residenziale che aveva caratterizza-to gli anni appena trascorsi. Secondo le stime di As-soedili Sardegna-CRESME, il mercato delle costru-zioni nellʼIsola avrebbe registrato nel 2005 “una so-stanziale tenuta del comparto residenziale, con una crescita delle nuove costruzioni e del rinnovo, mentre le opere del Genio Civile, lʼedilizia non residenziale e la manutenzione ordinaria si caratterizzano per lʼin-versione di tendenza delle dinamiche generali”.

Sia le attività commerciali che lʼinsieme più am-pio del settore servizi hanno dato nel 2005 un contri-buto positivo ma limitato alla crescita del Pil in Re-gione. Il tasso di crescita reale del valore aggiunto nel settore servizi è stato pari a +0,8% sul 2004, un valore modesto conseguito peraltro dopo un periodo di pro-fonda stagnazione (nel 2002 il tasso di crescita era sta-to pari a zero).

La stagione turistica 2005 ha registrato volumi di attività in moderata ascesa nonostante il contesto eco-nomico poco dinamico che in tutto il Paese e anche in Europa ha penalizzato la spesa per vacanze. I dati an-cora provvisori rilasciati dallʼAssessore Regionale al Turismo in occasione della Bit di Milano (febbraio 2006) confermano che “non è stata una stagione bril-lante ma cʼè stato sicuramente un miglioramento testi-moniato, oltre che dai dati su arrivi e presenze, anche dal forte ampliamento del traffico di passeggeri nei porti e aeroporti e, per quanto riguarda questi ultimi, dai progressi registrati dai vettori low cost”. In parti-colare, sono aumentati i volumi di attività negli eserci-zi alberghieri dove la componente più rilevante degli italiani ha accresciuto in misura più che proporziona-le arrivi e presenze, mentre la clientela estera ha mo-strato una dinamica più contenuta.

Al momento della stesura del Rapporto, le stime disponibili per lʼanno in corso evidenziano uno sce-nario più disteso anche per la Sardegna e un genera-

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le miglioramento dei volumi di attività nei principa-li settori produttivi. In particolare, Prometeia ipotiz-za una dinamica del valore aggiunto complessivo per lʼIsola attorno allʼ1% cui dovrebbero corrispondere un rinnovato ampliamento del manifatturiero (+0,9%) e del settore agricolo (+1,8%) e un maggiore dinami-smo del terziario (1,3%), mentre il comparto delle co-struzioni dovrebbe mantenersi su un terreno comples-sivamente negativo.

Le previsioni del Crenos (lʼipotesi dello scenario di base) indicano per il 2006 un tasso di crescita del prodotto regionale pari allo 0,8%, in linea dunque con i valori attesi da Prometeia. Dal confronto con i dati

previsti per lʼItalia, Crenos nota comunque che i tas-si di crescita per lʼIsola risultano inferiori a quelli sti-mati per il resto del Paese e che tale “andamento de-sta particolare preoccupazione in quanto non permet-terebbe di colmare il divario tra la Sardegna e lʼItalia, posto che il dato relativo allʼultimo anno disponibile, il 2004, indica un prodotto pro capite isolano pari ad appena il 77,6% di quello nazionale”.

Dal lato della domanda complessiva, il 2006 do-vrebbe caratterizzarsi per il profilo nuovamente posi-tivo nelle sue diverse componenti. Le prospettive di crescita e un nuovo clima di fiducia dovrebbero con-correre ad una crescita dello 0,7% nei volumi di spesa delle famiglie, dopo il ritmo nullo riportato nel 2005;

le imprese dovrebbero contrapporre alla stagnazio-ne del 2005 una rinnovata espansione nel 2006 dei progetti di investimento in macchinari e attrezzature (la crescita stimata è del 2,7%). Positivi anche i vo-lumi delle esportazioni registrati nel primo trimestre dellʼanno in corso, anche al netto dei prodotti petro-liferi: le esportazioni complessive sono cresciute del 26% e del 24% al netto del petrolio raffinato e dei pro-dotti della chimica. Negative le vendite allʼestero per lʼagroindustria, mezzi di trasporto e macchine e appa-recchi meccanici, ma molto positivi i risultati per i di-stretti industriali di granito e sughero, per i prodotti in metallo e per il settore tessile.

La dinamica del mercato del lavoro, rilevata dallʼIstat per la Sardegna, è risultata positiva in agricoltura e nei servizi per cir-ca 6,5 mila unità, mentre un mo-vimento negativo di 3 mila uni-tà ha caratterizzato gli occupati nellʼindustria in senso stretto e nelle costruzioni; la consistenza dei senza lavoro si è però ridot-ta di 7,1 mila persone. Nella me-dia del 2005, il tasso di disoccu-pazione si è così posizionato sul 12,9%, un punto percentuale in meno di un anno prima. Questo

però riflette non soltanto un minor numero di persone in cerca di occupazione, ma anche una effettiva dimi-nuzione delle forze di lavoro e un ridotto tasso di atti-vità che ha coinvolto principalmente le donne. Si sono comunque ridotte le ore in Cassa Integrazione Guada-gni richieste dalle imprese, soprattutto grazie al mino-re ricorso a interventi straordinari nei comparti del tes-sile e dellʼestrattivo.

Per il primo trimestre 2006 gli indicatori del mer-cato del lavoro hanno assunto nel frattempo valori ten-denziali sostanzialmente stabili. La Rilevazione sulle Forze di Lavoro indica una pari consistenza degli oc-cupati sullo stesso periodo del 2005 ma anche una ri-duzione di mille unità per le persone disoccupate, ol-

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treché un calo delle forze di lavoro, indicatori che ri-flettono un ulteriore scoraggiamento dellʼofferta. La dinamica occupazionale osservata dallʼIstat è conse-guita interamente dal settore dei servizi diversi dal commercio e nella sola componente alla dipenden-ze; in flessione lʼoccupazione nellʼindustria in senso stretto e quella dei lavoratori autonomi, questi ultimi in calo in tutti i settori produttivi.

1.2.2 – Lʼandamento dellʼeconomia provinciale

Come sottolineato nei più recenti Rapporti prodotti dal Banco e riguardanti le provincie di Cagliari e Nuo-ro, lʼanalisi essenzialmente congiunturale qui svolta considera la provincia di Oristano nella sua tradizionale e precedente estensione territoriale, senza possibilità di considerare anche le 10 Amministrazioni comunali che la legge istitutiva delle 8 Provincie sarde ha assegnato allʼOristanese (lʼunica, tra le nuove Provincie, ad aver accresciuto la propria estensione territoriale)1.

L̓ evoluzione congiunturale della provincia di Ori-stano è stata ampiamente condizionata dalla fase ne-gativa della domanda interna e dal sottile livello del-lʼattività produttiva a livello regionale. L̓ incremento stimato del PIL per il 2005 si colloca attorno allʼ1,8% in termini reali, un valore lontano dalla media più bas-sa evidenziata per lʼIsola nel suo insieme (+0,4%) e che potrebbe sembrare del tutto soddisfacente se non fosse che esso compensa, e solo parzialmente, il forte calo registrato nel 2004 (-4,9%).

Dal lato della domanda complessiva, Oristano ha evidenziato del resto un profilo ben poco dinamico, sia in termini di spesa complessiva della famiglie (con un ritmo di espansione pari a zero), sia per quanto ri-guarda i propositi di investimento in macchinari e co-struzioni: questi dovrebbero riportare un incremento tendenziale del 4,8%, che però si confronta - come nel caso del Pil - con la forte caduta (-13,2%) registrata a consuntivo nel 2004.

In accelerazione invece il tasso di crescita delle esportazioni, anche al netto dei prodotti petroliferi e dei suoi derivati. In particolare, il valore delle espor-tazioni è aumentato di circa il 20,2 per cento rispet-to allo stesso periodo dellʼanno precedente; al net-to dei prodotti petroliferi raffinati, che peraltro sono poco presenti tra i beni oggetto di scambio per la pro-vincia di Oristano, la dinamica dellʼexport si è mante-nuta vicina al ritmo complessivo già evidenziato. In termini di variazioni tendenziali, lʼandamento medio complessivo nasconde dinamiche assai differenziate nei vari comparti merceologici, con il dato dei prodot-ti della macinazione che riporta al +5,6% la dinami-ca complessiva di alimentari e bevande, dopo il vero e proprio crollo subito nel 2004 (-60%), mentre risul-tati positivi si ritrovano nellʼestrattivo, macchine elet-triche e apparecchi di precisione e minerali non me-

1 I nuovi Comuni sono quelli dellʼarea di Bosa (ex pro-vincia di Nuoro), con Bosa, Montresta, Flussio, Tinnura, Magomadas, Modolo, Suni e Sagama, e quelli della zona di Laconi e Genoni sempre della ex provincia di Nuoro. L̓ in-sieme dei 10 Comuni si estende per 409 kq, corrispondenti al 15% della precedente estensione di 2.885 kq.

Evoluzione della domanda e dell’offerta Variazioni percentuali annue a prezzi 1995

Oristano Sardegna

2002 2003 2004 2005 2006 2002 2003 2004 2005 2006

Prodotto interno lordo 0,4 2,9 -4,9 1,8 2,0 1,1 0,8 1,2 0,4 1,1Importazioni nette -2,5 -3,7 16,6 -1,0 -0,7 -3,3 -0,6 5,9 0,9 0,6 RISORSE INTERNE 0,0 1,9 -1,9 1,3 1,6 0,5 0,6 1,9 0,5 1,0 Consumi delle famiglie -0,2 2,6 1,1 0,0 0,7 0,0 1,6 1,0 0,0 0,7Consumi collettivi 0,0 1,6 0,6 1,0 1,2 0,2 1,8 0,7 1,2 1,3Investimenti fissi lordi -3,1 0,9 -13,2 4,8 4,0 -1,3 -3,3 4,5 0,4 1,2Variazione delle scorte -142,5 -28,7 178,6 33,8 16,6 -141,9 -26,2 176,8 33,4 16,3 FONTE: Prometeia e nostre stime

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talliferi. Per gli altri capitoli merceologici, occorre se-gnalare tra quelli di maggior peso le flessioni nei com-parti carta, editoria (-18,6% di articoli di carta e car-tone sul mercato francese) e macchine ed apparecchi meccanici.

Per quanto riguarda lʼevoluzione delle varie com-ponenti settoriali dellʼofferta, le stime Prometeia attri-buiscono al valore aggiunto dellʼagricoltura provin-ciale una dinamica negativa di –1,3%, un calo com-pensato dalla apprezzabile espansione del settore pri-mario conseguita nellʼanno precedente (+5,0%). Al-cuni indirizzi produttivi hanno infatti dovuto contra-stare difficoltà di mercato nonché le conseguenze del nuovo orientamento della Politica Agricola Comuni-taria (PAC), che nellʼinsieme hanno condotto a una riduzione delle colture e di talune produzioni zootec-niche. Il dettaglio evidenza il forte decremento delle colture cerealicole e della barbabietola da zucchero, le due componenti produttive che nel 2005 sono state più sensibili alla modifica degli aiuti comunitari, men-tre una crescita moderata si è registrata per la mag-gior parte delle orticole, con lʼesclusione del pomo-doro da industria (caratterizzato da gravi problemi di mercato) e delle coltivazioni arboree. Il comparto de-gli allevamenti ha riportato una riduzione delle quan-tità pari a –3,9%, causata essenzialmente dei risultati negativi nella produzione di latte ovicaprino e di car-ne bovina.

In sintesi, le nostre stime attribuiscono alla Provin-cia una produzione vendibile di circa 205 milioni di Euro a prezzi 1995, con una flessione del 5,8% rispet-to alle quantità del 2004.

La congiuntura industriale si è caratterizzata per

quantità prodotte pressoché pari a quelle dellʼan-no precedente, ma con differenze rilevanti nei diver-si apporti settoriali: Prometeia valuta per il comples-so dellʼindustria una variazione annua del valore ag-giunto di 0,3%, nei confronti del quale lʼindustria in senso stretto presenta una riduzione di –1,0% (-0,4% per la Sardegna nel suo insieme), compensata dalla di-namica del settore edile stimata in crescita dellʼ1,8%. Il divario con il dato regionale per quanto concerne la dinamica del manifatturiero va attribuito alla cresci-ta dei comparti energetico e della chimica alimenta-ta dai continui aumenti del prezzo del greggio e dal-la accresciuta domanda dei derivati, comparti che rap-presentano in Regione circa il 40% del settore indu-stria in senso stretto ma che restano poco significativi nel complesso dellʼeconomia dellʼOristanese. Si è an-che ridotta lʼattività delle imprese della Provincia in-serite nellʼagroalimentare e negli altri comparti indu-striali non legati alla chimica, a causa del basso pro-filo della domanda interna ed estera; per talune pro-duzioni, i volumi di domanda sono stati ulteriormen-te indeboliti dalla rivalutazione dellʼEuro nei confron-ti del dollaro.

Il contributo positivo (+1,8%) del settore edile ha interessato il comparto dellʼedilizia residenziale, men-tre si è mantenuta ancora negativa lʼattività nellʼedili-zia non residenziale e nei diversi comparti delle ope-re pubbliche, del Genio civile e delle Amministrazioni pubbliche in genere.

Nel complesso del settore servizi si è confermata la debolezza della congiuntura nel comparto commer-ciale e distributivo, in relazione alla accennata dina-mica dei consumi delle famiglie, cui hanno certamen-

Variazioni percentuali annue del valore aggiunto ai prezzi di base Prezzi 1995

Oristano Sardegna 2002 2003 2004 2005 2006 2002 2003 2004 2005 2006

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FONTE: Prometeia e nostre elaborazioni

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te contribuito lʼandamento poco dinamico del reddito reale e del-lʼoccupazione nonché lʼulterio-re innalzamento dellʼinflazione percepita. Non ha dato segnali di ripresa la propensione alla spe-sa in rapporto al reddito dispo-nibile, mentre lʼaumento gene-ralizzato delle tariffe, delle im-poste locali e dei costi dei ser-vizi di base, hanno ulteriormen-te eroso il potere di acquisto dei redditi. Le prospettive per le atti-vità commerciali non hanno dun-que mostrato segni di migliora-mento, nonostante una legge-ra ripresa della domanda di beni durevoli e per alcu-ne categorie di generi alimentari, che però ha interes-sato in modo differenziato i singoli canali distributi-vi. Sia le attività commerciali, che lʼinsieme più am-pio del settore servizi, hanno dato nel 2005 un contri-buto limitato allʼespansione del Pil: il tasso di crescita reale del valore aggiunto nel settore servizi è stato pari a 2,8% sul 2004, valore modesto che arriva dopo un anno di profondo regresso (nel 2004 la variazione era stata pari a -7,3%). La congiuntura del terziario ha tro-vato un valido sostegno nella domanda turistica, che ha conseguito risultati molto positivi, specie nel com-parto alberghiero e da parte della clientela estera.

Le prospettive per il 2006 appaiono indirizzate verso un parziale recupero delle dinamiche correnti con attese di crescita in tutti i settori produttivi, in pri-mo luogo nel terziario per il quale si stima un amplia-mento del 2,5% del valore aggiunto a prezzi costanti. Dal lato della domanda aggregata è atteso un ritorno alla crescita, sia per lʼaggregato consumi delle fami-glie, che recupererebbe con una variazione di 0,7% la crescita zero del 2005, sia per gli investimenti in mac-chinari e costruzioni che dovrebbero restare positivi (4,0%) per il secondo anno consecutivo; è previsto an-che unʼulteriore innalzamento del livello delle scorte nonché un aumento delle esportazioni.

A conclusione di questo capito introduttivo è op-portuno un richiamo anche allʼevoluzione congiuntu-rale delle variabili monetarie e finanziarie della Pro-vincia. Dopo oltre due anni di assoluta stabilità dei tassi di riferimento, il 2005 si è caratterizzato per il rialzo - a fine dicembre - di 25 punti base del tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamen-to principali, che si è portato così al 2,25%. La cre-scita monetaria ha continuato comunque a rafforzar-si, favorita da un livello dei tassi di interesse in ter-mini reali ancora basso e dalla conseguente espansio-ne delle componenti più liquide dello stock di mone-ta che hanno impresso al credito bancario unʼulterio-re accelerazione.

Secondo la BCE, i tassi di interesse praticati nel-lʼEurozona dovrebbero rimanere storicamente bassi per altri mesi ancora grazie alla politica monetaria an-cora accomodante2, in linea peraltro con i più recenti dati congiunturali che mostrano un rallentamento del-lʼinflazione al 2,2% annuo a dicembre, un andamento

2 Nonostante i successivi incrementi che hanno portato il tasso di rifinanziamento dellʼEurozona al 2,75%, e le af-fermazioni del presidente della BCE Trichet il quale, per il seguito, ha anticipato che “sono garantiti ulteriori rialzi dei tassi, se continuerà la ripresa” e se le previsioni economiche della BCE per lʼarea euro saranno confermate.

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moderato della crescita delle retribuzioni lorde e i pri-mi segnali di fiducia sulla prosecuzione della ripresa economica nei prossimi trimestri.

In questo contesto di politica monetaria espansiva, la ridotta dinamica dellʼeconomia dellʼOristanese sotto il profilo reale non ha avuto conseguenze negative sui volu-mi intermediati dal sistema creditizio. L̓ accennata politi-ca monetaria accomodante e lʼulteriore crescita del mer-cato immobiliare e del credito al consumo, hanno mante-nuto elevata la domanda di finanziamenti soprattutto nel comparto a medio-lungo termine. In particolare, i presti-ti bancari complessivi al netto delle sofferenze hanno re-gistrato nel 2005 una dinamica accelerata, pari al 10,24%, grazie allo sviluppo dai mutui alle famiglie per acquisto di abitazioni (+11,2%) e al credito al consumo (14,6%), componenti che nellʼinsieme sono cresciute del 13,0% su base annua; i prestiti a breve termine nella forma tecnica del conto corrente sono cresciuti invece del 2,9%, in de-celerazione rispetto alla dinamica del 2004. Anche il rit-mo dei prestiti alle imprese è risultato positivo, soprattut-to per quanto riguarda i finanziamenti a più lunga scaden-za; è apparsa in ripresa a fine anno anche la componente a breve termine, verosimilmente alimentata dalla nuova fase positiva dellʼattività produttiva.

Il sistema bancario provinciale ha riportato una si-gnificativa riduzione delle sofferenze (oltre il 30%), una dinamica che però è stata influenzata dalla avvenu-ta cessione di crediti non esigibili da parte di una pri-maria banca presente nellʼIsola; al netto della cessione, la consistenza delle sofferenze si è mantenuta sui livel-li del 2004, facendo segnare una variazione positiva minima, mentre lʼindicatore sofferenze/impieghi è co-munque sceso al 10,3% dal 11,0% dellʼanno preceden-te. Il tasso di decadimento, già in riduzione nel 2004 rispetto allʼanno precedente, si è ulteriormente ridot-to attestandosi allʼ1,085%, una conferma del miglio-ramento del sistema di selezione dei crediti allʼinterno delle imprese bancarie, nonché dellʼeffetto positivo del contenuto livello dei tassi di interesse.

La raccolta bancaria è stata influenzata positiva-mente, da un lato dal progressivo innalzamento del-la propensione al risparmio delle famiglie e, dallʼal-tro, dalla volatilità dei rendimenti ottenibili da investi-

menti diretti che ha indotto privati e imprese ad am-pliare la richiesta di depositi e di altri strumenti poco rischiosi offerti dalle banche. Anche nellʼOristanese, le scelte della clientela bancaria hanno pertanto evi-denziato comportamenti volti a ridurre le componenti più rischiose e a massimizzare il rendimento comples-sivo. Lo scenario di riferimento per il mercato banca-rio locale ha visto crescere la domanda di depositi a vista e di risparmio gestito nonché lʼinvestimento di-retto in azioni e titoli di Stato. In particolare, lʼinsieme dei depositi ha dato un apporto nullo alla espansione della raccolta diretta: la buona dinamica dei conti cor-renti è stata ampiamente compensata dal ritmo nega-tivo dei depositi a risparmio e dalla forte flessione dei certificati di deposito, una forma tecnica ormai in via di estinzione. Dopo diversi anni di crescita anche so-stenuta, è risultato negativo il contributo delle obbli-gazioni nellʼacquisizione di risorse a più lungo termi-ne. Positiva invece lʼevoluzione della raccolta indiret-ta, soprattutto nella componente titoli a custodia e in amministrazione; anche il risparmio gestito dalle ban-che si è riportato su terreno positivo con unʼulteriore crescita dellʼ8,3%, mentre la componente fondi comu-ni si è mossa su terreno negativo.

1.3 - Il commercio con l’estero

Il tasso di crescita delle esportazioni ha registrato una decisa accelerazione in linea con quanto evidenzia-to anche dalla Regione nel suo complesso. In particola-re, il ritmo medio annuo provinciale è stato del 20,2% a prezzi correnti, un valore certamente superiore alle at-tese tenuto conto del forte rallentamento segnalato dal-le imprese nazionali, della scarsa diversificazione del-le produzioni locali e della loro concentrazione su beni sempre più esposti alla concorrenza estera.

Al contrario della forte crescita rilevata per lʼIso-la, le importazioni dallʼestero sono risultate in mar-cata flessione (-28,7%), di riflesso al rilevante acqui-sto di prodotti in metallo (tubi per circa 10 milioni di Euro) effettuato in Germania nel 2004 - e non ripetuto nel 2005 - come fattore contingente, ma più in genera-

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le per effetto della scarsa presenza nellʼOristanese del-lʼindustria chimica e della trasformazione del petrolio che, come noto, accanto allʼesportazione dei prodotti raffinati, determina approvvigionamenti di pari livel-lo per quanto concerne il petrolio grezzo e le materie prime energetiche.

Più nel dettaglio, il 2005 ha visto il flusso di espor-tazioni dalla Provincia caratterizzarsi per rapporti di scambio fortemente concentrati sulla Libia che ha as-sorbito ben un terzo delle merci complessivamen-te esportate, per la crescita nei mercati della Ue-25 (quindi compresi i paesi dellʼEst Europa) e per la so-stanziale stabilità delle vendite negli Stati Uniti e in Africa; in costante flessione la quota indirizzata ver-so i mercati Orientali. Nel complesso, le esportazio-ni provinciali del 2005 sono state pari a poco più di 33 milioni di Euro, pari allo 0,8% dei 3.800 milioni del-le vendite allʼestero dellʼintera Isola. Con valori così esigui, Oristano evidenzia una propensione allʼexport (rapporto tra esportazioni e Pil) dellʼ1,2%, che si con-fronta con la media nazionale del 21% e regionale del 12%; il “tasso di apertura” del sistema produttivo pro-vinciale (incidenza della somma di esportazioni e im-portazioni sul Pil), pur salito al 5,7%, risulta forte-mente limitato rispetto al 32,7% regionale e al 42,8% dellʼItalia. Invero, il divario si riduce sensibilmente se dal flusso dellʼinterscambio si escludono i prodotti pe-troliferi e i loro derivati, categorie merceologiche as-

senti nella bilancia commerciale della Provincia.

La dinamica delle esportazioni è stata determinata in primo luo-go dalla vendita alla Libia di pro-dotti della macinazione di cereali (per 11,4 milioni di Euro) e, a se-guire, dal settore estrattivo che ha accresciuto in misura consisten-te le vendite, favorite dalla cre-scente richiesta di ghiaia e sabbia da parte dei principali paesi del-lʼEuropa, in primo luogo Francia, Germania e Spagna. Oltre alla domanda nellʼestrattivo, la Fran-

cia è stata lʼunico partner per le esportazioni di arti-coli di carta e cartone (1,7 milioni) e cemento e calce (per ulteriori 1,4 milioni), mentre Spagna e Repubbli-ca Ceca hanno rappresentato i tre quarti della doman-da di apparecchi per la distribuzione e il controllo del-lʼelettricità che nel complesso si è collocata attorno a 4 milioni di Euro.

In termini di variazioni tendenziali, lʼandamen-to medio complessivo nasconde dinamiche differen-ziate nei vari comparti merceologici: oltre al dato dei prodotti della macinazione che riporta al +5,6% la di-namica complessiva di alimentari e bevande ma dopo il vero e proprio crollo subito nel 2004 (-60%), i mi-gliori andamenti si ritrovano soprattutto nellʼestratti-vo (+31,1%), macchine elettriche e apparecchi di pre-cisione (+196,6%), minerali non metalliferi (+76,8%) e mezzi di trasporto (+249,7%, ma su quantità esigue). Per quanto riguarda gli altri capitoli merceologici, oc-corre segnalare tra quelli di maggior peso le flessioni nei comparti carta, editoria (-18,6% di articoli di car-ta e cartone sul mercato francese) e nelle macchine ed apparecchi meccanici (pari a –26,0%).

La consueta analisi sulla dinamica delle vendite ri-partita tra quantità e prezzi, condotta anche nei prece-denti Rapporti provinciali, evidenzia la tendenza dei principali prodotti venduti sui mercati esteri - agroin-dustria e carta, editoria - a privilegiare la tenuta del-le quantità in presenza di una flessione dei prezzi. Al

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contrario di altre ripartizioni provinciali analizzate in precedenti rapporti, Oristano si dimostra sensibi-le alla situazione di scarsa dinamicità della domanda e alle difficoltà oggettive ad allargare i margini com-petitivi in presenza di un cambio sfavorevole, laddo-ve la reazione prevalente delle imprese locali è quella di mantenere e ampliare le quantità vendute e le quo-te di mercato, rinunciando a una parte dei ricavi dovu-ta alla riduzione dei prezzi. Il dettaglio settoriale evi-denzia: aumenti di prezzi e quantità nelle produzioni di macchine e apparecchi elettrici ed elettronici e dei mezzi di trasporto; vistosi aumenti di prezzo in cam-bio di una pari riduzione percentuale delle quantità nel tessile e abbigliamento e negli apparecchi meccanici; elevate contrazioni di prezzi e quantità esportate nel comparto prodotti in metallo, di riflesso ai problemi di mercato degli elementi da costruzione in metallo.

L̓ analisi per mercati di sbocco evidenzia maggio-ri esportazioni verso i paesi dellʼUnione Europea a 25, con una variazione del 43,2% sul 2004, e la sostanzia-le stabilità del mercato extra-UE (+0,1%). In partico-lare, vanno sottolineati la rinnovata ripresa dellʼexport di prodotti della macinazione verso il mercato libico e le minori vendite di prodotti lattiero-caseari sul mer-cato Nordamericano (-4,4%); dalle industrie estrattive di ghiaia, sabbia e argilla hanno avuto origine flussi aggiuntivi di esportazioni verso i maggiori Paesi del-la UE, soprattutto Francia, Germania, Spagna e Regno

Unito; la stessa Francia ha avuto un ruolo fondamentale nella espansio-ne delle esportazioni di cemento, calce e gesso e nei minori acquisti di articoli di carta e cartone. Fon-damentale la commessa di 2 milio-ni di Euro di apparecchiature per la distribuzione e il controllo del-lʼelettricità dalla Repubblica Ceca.

Tra i più evidenti partner del 2005, il mercato libico occupa con largo margine il primo posto per aver assorbito circa 11 milioni di Euro di prodotti della macinazio-ne di cereali; dalla seconda alla de-

cima posizione sono presenti sia i principali paesi del-la Comunità Europea sia i mercati emergenti dellʼEst Europa, Polonia e Repubblica Ceca, sia lʼAmerica set-tentrionale (Stati Uniti).

Per quanto riguarda le importazioni, il panorama merceologico è simile a quello visto per lʼexport. La classifica 2005 dei Paesi di provenienza vede in posi-zione preminente la Francia (26% delle importazio-ni) con circa 30 milioni di Euro di prodotti agricoli e prodotti chimici di base, lʼArgentina (10% circa) con 10 milioni di Euro di grassi vegetali e animali, al ter-zo posto la Russia (un altro 9% di prodotti agricoli); seguono dal quarto posto in poi Turchia (cemento e calce e prodotti della siderurgia), Regno Unito e Bel-gio (in prevalenza prodotti chimici di base), Stati Uni-ti (prodotti petroliferi raffinati).

I saldi positivi dellʼinterscambio con lʼestero della

Provincia risultato inseriti in un contesto di commer-cio internazionale in continua ascesa, sia per i prez-zi insolitamente bassi dei beni provenienti dai paesi asiatici e da quelli di più recente industrializzazione, sia per lʼimpulso del mercato Nordamericano in con-tinua espansione. Seguendo un profilo analogo a quel-lo della produzione, gli scambi mondiali di beni e ser-vizi sono aumentati nellʼanno del 7,5 per cento in vo-lume e del 16,5 per cento a prezzi correnti in dollari, un divario spiegato in parte con il rincaro delle ma-

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terie prime che ha dilatato sensibilmente la dinamica monetaria degli scambi. Il rapporto tra tassi di crescita del commercio e della produzione, indicatore del pro-cesso di integrazione dei mercati internazionali, si è ri-portato sui valori degli anni novanta dopo essere sce-so a un livello insolitamente basso allʼinizio di questo decennio. Le prospettive per lʼOristanese restano po-sitive anche per il 2006. Infatti, sulla scia della ripre-sa in atto nelle principali aree economiche e del con-nesso intensificarsi del commercio mondiale, le espor-tazioni della Provincia dovrebbero riportare una dina-mica molto positiva, interessando i capitoli merceolo-gici più rilevanti per lʼeconomia locale come estratti-ve, alimentari e bevande.

1.4 – Il mercato del lavoro

La contenuta espansione del sistema economico regionale non ha prodotto effetti negativi di rilievo sul mercato del lavoro. La dinamica occupazionale è ri-sultata positiva nei servizi per 5,8 mila unità e, in par-te, nellʼagricoltura per 700 unità, valori controbilan-ciati solo parzialmente dalla flessione nellʼindustria: il saldo finale è dunque positivo per 3,5 mila nuovi posti di lavoro, cui hanno corrisposto 9,5 mila occupati in più nella componente alla dipendenze e quindi una ri-duzione di 6 mila lavoratori indipendenti. Nella media annua 2005, il tasso di disoccupazione si è posizionato sul 12,9% (13,9% il valore del 2004) di riflesso a una riduzione delle persone in cerca di occupazione, pari a poco più di 7 mila unità, accompagnata da una contra-zione meno intensa delle forze di lavoro.

Nellʼinsieme, il divario tra il saldo di nuova occu-pazione (3,5 mila) e la flessione delle persone in cerca di lavoro (7 mila) trova riscontro in un miglioramen-to degli squilibri occupazionali, ma per altro verso ac-cresce lʼentità delle persone che si pongono al di fuo-ri del mercato del lavoro perché scoraggiate dalle dif-ficoltà di inserimento tra i lavoratori attivi. Pur assu-mendo valori positivi, gli indicatori del mercato del la-voro confermano dunque la effettiva debolezza del ci-clo produttivo e i pur apprezzabili miglioramenti ri-

flettono in parte gli accennati effetti di scoraggiamen-to dellʼofferta, in particolare per le donne e per quelle persone domiciliate in zone dellʼIsola dove sono mi-nori le possibilità di trovare impiego3.

In termini più generali e considerando un arco temporale più ampio del solo anno 2005, il merca-to del lavoro si sta caratterizzando anche in Sardegna per un aumento di occupati e per una riduzione del-la disoccupazione. A ben vedere, però, il riequilibrio delle tensioni occupazionali non è soltanto un effetto delle condizioni economiche dellʼIsola, ma va in par-te attribuito ai “risultati statistici” della nuova meto-dologia di rilevazione nella indagine sulle forze di la-voro. La nuova indagine, coerente con le disposizio-ni dellʼUnione Europea, si caratterizza infatti per una casistica più ampia in cui far rientrare le persone che dichiarano di lavorare, a fronte di un pari restringi-mento dei requisiti richiesti per la condizione di di-soccupato. Per il resto, la rilevazione non può fare a meno di indicare una minore partecipazione delle per-sone in età lavorativa, di riflesso alle limitate opportu-nità di lavoro create dal sistema regionale che ora pro-ducono effetti più evidenti. Ma si è pure ridotto il la-voro autonomo, il che segnala comunque una minore capacità del sistema produttivo di continuare a intro-durre innovazioni organizzative e nuovi stimoli alla

3 A partire dal 2004, la rilevazione Istat sulle forze di la-voro ha subito una profonda rivisitazione, sia nella frequen-za dellʼindagine, sia nella dimensione del campione stati-stico e nei quesiti sottoposti allʼattenzione degli intervista-ti. In particolare, la nuova rilevazione incorpora una diversa definizione degli occupati e delle persone in cerca di occu-pazione. Contrariamente alla precedente indagine, la nuova condizione di occupato è infatti svincolata dalla percezione che lʼintervistato ha del proprio status e si fonda su un cri-terio oggettivo: lo svolgimento di almeno unʼora di lavoro nella settimana che precede lʼintervista, anche non retribui-ta nellʼazienda familiare. L̓ abbandono del criterio basato sullʼautopercezione ha prodotto un sensibile aumento degli occupati e per contro una riduzione delle persone in cerca di occupazione. Rispetto alla precedente rilevazione, si osser-va una crescita “anomala” degli occupati (50 mila rispetto al 2003, tra cui lavoratori più che precari con 1 sola di lavo-ro nella settimana) e una riduzione altrettanto anomala del tasso di disoccupazione (circa 4 punti percentuali in meno rispetto alla media dellʼanno precedente).

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24 25

voglia di rischiare e di mettersi in proprio. Peraltro, sulla base dei nuovi conti nazionali, lʼoc-

cupazione nel 2005 a livello Regione, misurata in ter-mini di unità di lavoro equivalenti a tempo pieno, è diminuita dello 0,4%, mentre è lievemente cresciu-

to il numero di persone occupate (circa 3 mila unità come già det-to). La diversità di segno di que-sti due indicatori deriva soprattut-to dalle posizioni lavorative pre-carie e a orario ridotto, dal mag-gior ricorso alla Cassa integrazio-ne guadagni4 e dallʼeffetto stati-stico della regolarizzazione dei lavoratori immigrati.

In questo contesto, positiva appare invece la riduzione degli occupati a tempo parziale e dei contratti di lavoro a tempo de-

terminato a vantaggio di forme contrattuali più stabi-li. Nonostante lʼalta incidenza in Sardegna dei rappor-ti di lavoro a termine (contratti di lavoro dipendente a tempo determinato, collaborazioni e prestazioni di lavoro occasionale) sullʼoccupazione complessiva ri-

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2004 Sardegna 35 2 137 9 66 4 346 65 517 76ITALIA 880 110 6.444 424 1.733 100 12.239 2.307 19.563 2.841

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Occupati dipendenti per settore di attività economica e carattere dell’occupazioneMedia in migliaia

Agricoltura Industria di cui: costruzioni Servizi Totale Tempo Tempo Tempo Tempo Tempo Tempo Tempo Tempo Tempo Tempo indeterm. determ. indeterm. determ. indeterm. determ. indeterm. determ. indeterm. determ.

2005Sardegna 9 6 96 15 41 9 266 45 371 66ITALIA 205 231 4.971 493 1.024 162 9.331 1.302 14.507 2.026

2004Sardegna 7 6 98 15 44 7 256 46 361 67ITALIA 210 206 4.874 476 967 139 9.125 1.227 14.209 1.909

variazione 2005-04Sardegna 31,3 9,1 -2,3 -5,2 -8,0 21,8 4,2 -1,6 2,9 -1,6ITALIA -2,3 12,3 2,0 3,5 6,0 16,4 2,3 6,2 2,1 6,2 Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro

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spetto alla media nazionale (15% contro il 10 per cen-to), le posizioni a termine si sono ridotte nellʼindustria in senso stretto e nei servizi mentre sono cresciute for-temente le unità a tempo indeterminato in agricoltura. La quota di lavoratori con contratto a termine si è am-pliata nel solo settore delle costruzioni dove si è cre-sciuta ulteriormente la già alta incidenza delle posizio-ni a tempo determinato sul totale dei lavoratori dipen-denti (nel 2005 si è posizionata sul 18%).

Lo scenario occupazionale previsto per il trien-nio 2006-08 si caratterizza per lʼulteriore crescita de-gli occupati, quali risultano dalla rilevazione sulle for-

ze di lavoro, accompagnata dal calo dei disoccupati: sono attesi a livel-lo regionale circa 9 mila nuovi po-sti di lavoro nel triennio, con una punta di 4 mila nel 2008, a fron-te di 1.600 persone disoccupate in meno; di conseguenza, è previsto un aumento delle forze di lavoro e un calo di un punto e mezzo percen-tuale nel tasso di disoccupazione. In termini di unità di lavoro, le attese di crescita per nuovi posti di lavo-ro subiscono un deciso ridimensio-namento (4,5 mila unità aggiuntive) con un risultato negativo per il set-

tore agricolo, una crescita di rilievo per il terziario (+6 mila) e una sostanziale stabilità nellʼindustria e nelle costruzioni.

Il mercato del lavoro in provincia di Oristano evi-denzia una dinamica delle principali variabili molto simile a quella media regionale, avendo registrato una crescita degli occupati - concentrata sul terziario alle dipendenze - e una diminuzione più ampia dei disoc-cupati. Dalla media delle 4 rilevazioni trimestrali del 2005 risulta una consistenza globale di 55,3 mila oc-cupati (500 in più rispetto al 2004), cui ha corrisposto una riduzione generalizzata di posti di lavoro in qua-si tutti i settori, con le sole eccezioni del terziario che cresce dellʼ1,4% e delle costruzioni (+3,4%), queste ultime in controtendenza con i risultati medi del setto-re nellʼIsola. Alla crescita degli occupati ha corrispo-sto una flessione più che proporzionale delle perso-ne in cerca di unʼoccupazione, con un calo del 10,6% particolarmente significativo.

La riduzione di 800 unità disoccupate nellʼarco dellʼanno, che ha riportato a 6.300 la consistenza del-le persone senza un impiego, e il tasso di disoccupa-zione al 10,2% (quasi quattro punti in meno della me-dia regionale) hanno concorso a ridurre le tensioni sul mercato del lavoro. Peraltro, il divario in valore asso-luto registrato tra il calo dei disoccupati e lʼaumen-to dei nuovi occupati dimostra che il processo di nor-

4 Infatti, i lavoratori in Cassa integrazione, classificati come occupati, non sono compresi nelle unità di lavoro a tempo pieno, in quanto non prestano la propria opera.

I nuovi dati incorporano revisioni statistiche di ampia portata rispetto ai dati di contabilità nazionale finora di-sponibili, in quanto correggono la sovrastima della crescita dellʼoccupazione dovuta alla regolarizzazione dei lavorato-ri immigrati. Il provvedimento di sanatoria del 2002 che ha interessato questi lavoratori, già occupati anche se in ma-niera irregolare, ne aveva infatti causato la progressiva re-gistrazione allʼanagrafe, determinando una forte crescita dellʼoccupazione residente misurata dalla Rilevazione sul-le forze di lavoro. Questa crescita si era riflessa a sua volta in una sovrastima dei dati preliminari di contabilità nazio-nale delle unità standard di lavoro residenti e non residenti in precedenza pubblicate dallʼIstat e in una sottostima del-lʼandamento della produttività del lavoro. La revisione at-tuata rende più coerente la dinamica dellʼoccupazione con quella del prodotto.

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malizzazione si sta sviluppando anche nella provincia di Oristano in un contesto di parziale scoraggiamento delle persone in cerca di un impiego. Infatti, lo scar-to positivo di circa 300 unità tra il calo delle persone in cerca di lavoro e i nuovi occupati riporta le forze di lavoro (somma di occupati e disoccupati) su 61,6 mila unità (-0,4%) e il tasso di attività (rapporto tra forze lavoro e popolazione in età lavorativa) su un livello inferiore allʼanno precedente (46,0%, contro il 46,5% del 2004). La componente più colpita dalla mancanza di lavoro è quella femminile con un tasso di disoccu-pazione del 19,1%, contro il 9,8% di quella maschile.

Per questa edizione del Rapporto non disponia-mo dellʼindicatore aggiornato relativo al numero de-gli iscritti alle Liste di collocamento, a causa della re-cente riforma ministeriale degli Enti per lʼimpiego che ne ha allargato lʼattività ai Privati e nel contem-po ha trasferito le competenze degli Uffici di colloca-

mento dal Ministero del Lavoro alle Amministrazio-ni provinciali. L̓ ultimo dato disponibile - relativo al 2004 - evidenziava comunque un aumento dei lavo-ratori interessati dalla mancanza di impiego: i lavo-ratori iscritti avevano superato le 36 mila unità, qua-si 500 in più rispetto a dicembre del 2003 con una va-riazione di 1,3%, concentrate nella fascia di età oltre i 30 anni e costituite in buona parte da operai non qua-lificati e da donne.

Le prospettive del mercato del lavoro per il triennio 2006-08 hanno caratteristiche simili a quelle già eviden-ziate per la Regione, ma meno positive. Per lʼoccupa-zione complessiva è infatti previsto un aumento di sole 450 unità complessive nel triennio, una sostanziale sta-bilità su circa 7 mila unità delle persone in cerca di oc-cupazione e un tasso di disoccupazione costantemente attorno allʼ11,5%, valore uguale a quello attuale.

Rilevazione trimestrale delle forze di lavoro in provincia di Oristano medie del periodo in migliaia

Variazioni 2005-04 2002 2003 2004 2005 assolute percentuali

Occupati totali 49,5 51,2 54,8 55,3 0,5 1,0 - Agricoltura 5,8 6,3 7,9 7,8 -0,1 -0,9 - Industria 9,8 8,8 11,7 11,8 0,1 0,8 di cui - in senso stretto 4,4 4,1 5,2 5,1 -0,1 -2,4 - costruzioni 4,9 3,8 6,5 6,7 0,2 3,4 - Altre attività 33,9 36,0 35,1 35,6 0,5 1,4 di cui – commercio 9,4 11,1 nd nd di cui:

Occupati dipendenti 33,1 32,9 35,3 37,2 1,9 5,5 - Agricoltura 1,3 1,4 2,8 2,6 -0,1 -5,3 - Industria 7,2 6,4 8,0 8,1 0,2 2,3 di cui - in senso stretto 3,2 2,8 3,9 4,2 0,3 7,7 - costruzioni 3,6 2,6 4,1 3,9 -0,1 -3,0 - Altre attività 24,6 25,1 24,5 26,4 1,9 7,7 di cui – commercio 4,2 4,7 nd nd Disoccupati 10,3 11,5 7,1 6,3 -0,8 -10,6 - di cui femmine 6,0 6,1 4,1 4,2 0,0 0,7 Forze di lavoro 59,8 62,7 61,8 61,6 -0,2 -0,4 - di cui femmine 22,7 24,4 22,6 21,8 -0,8 -3,4 Popolazione (*) 133,8 133,3 132,8 133,8 1,0 0,8 Tasso di attività 44,7 47,1 46,5 46,0 Tasso di occupazione 37,0 38,4 41,2 41,3 Tasso disoccupazione 17,2 18,4 11,4 10,2 - di cui femminile 26,3 25,2 18,3 19,1

(*) Popolazione con 15 anni e oltre.

Fonte: ISTAT, Rilevazione delle forze di lavoro. I dati 2004-05 non sono confrontabili con la serie precedente.

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In termini di unità di lavoro, lʼespansione degli oc-cupati dovrebbe interessare soprattutto il settore ter-ziario e in parte lʼedilizia, mentre per lʼagricoltura è atteso un calo delle unità impiegate e per lʼindustria

in senso stretto una sostanziale stabilità; nellʼinsieme, la crescita complessiva delle unità di lavoro dovrebbe risultare superiore al numero di persone occupate, in parziale controtendenza al dato regionale.

Iscritti alle liste di collocamentoConsistenze di fine periodo

Variazione % 2004-03 2000 2001 2002 2003 2004 assoluta %

Cagliari 161.887 157.402 166.275 169.043 173.992 4.949 2,9Sassari 91.330 91.260 95.950 96.838 104.160 7.322 7,6Nuoro 63.015 59.114 60.208 56.133 56.033 -100 -0,2Oristano 31.831 32.004 34.059 34.822 35.258 436 1,3 Sardegna 348.063 339.780 356.492 356.836 369.443 12.607 3,5 Fonte: URLMO

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2. IL COMPORTAMENTO DEI GRANDI

SETTORI PRODUTTIVI

2.1 - L’agricoltura

L̓ annata agricola regionale 2005 ha conseguito ri-sultati negativi e contrastati, dove il recupero produtti-vo di alcune importanti colture e in alcuni indirizzi zoo-tecnici è apparso vanificato dai prezzi poco remunera-tivi realizzati sui mercati aperti alla concorrenza este-ra, principalmente da Cina ed Est Europa, nonché dal-le conseguenze del nuovo corso della Politica Agrico-la Comunitaria. In forte calo la maggior parte delle col-ture cerealicole e la barbabietola da zucchero, due in-dirizzi penalizzati dalla riduzione degli aiuti comunita-ri alla produzione e al sostegno delle imprese agricole. Questʼultimo, pur mantenendosi sui livelli degli anni passati, nel corso del 2005 è stato ripartito sulla base dei nuovi criteri previsti dalla legislazione comunita-ria che ora assegna i fondi alla singola impresa agricola in proporzione alla dimensione aziendale piuttosto che alle quantità prodotte. In crescita, invece, le produzioni orticole, specie il pomodoro da mensa che ha compen-sato la flessione della componente da industria, in gra-vi difficoltà a causa delle ingenti importazioni cinesi, di qualità inferiore ma fortemente concorrenziali in termi-ni di prezzo. Le preoccupazioni per lʼinfluenza aviaria non han-no avuto effetti comparabili con quelli registrati nel nord del Pae-se, dove sono situati i maggiori allevamenti di polli e tacchini; si è però registrato un aumento del-la domanda e della produzione delle altre carni, in primo luogo di origine ovicaprina e suina; in ulteriore arretramento la produ-zione di latte ovino.

Per il 2006 si prospettano ri-sultati altrettanto negativi, da porre ancora in relazione con gli effetti della nuova Politica Agri-

cola Comunitaria. Pur con le campagne produttive an-cora aperte, la produzione lorda a prezzi costanti viene stimata in ulteriore flessione per le coltivazioni cereali-cole di grano duro e mais e per i seminativi industriali, anchʼessi penalizzati dalla stessa riforma comunitaria e, nel caso del settore bieticolo, dalla definitiva chiusu-ra dello zuccherificio di Villasor. Unʼannata contrasta-ta è attesa per il settore ovicaprino, specie per la com-ponente latte, alle prese con crescenti eccedenze di pro-dotti lattiero-caseari sul mercato Nordamericano e con un livello scarsamente remunerativo del prezzo della materia prima pagato ai produttori. Infine, risultati po-sitivi sono attesi per le produzioni vitivinicole.

Per la provincia di Oristano, le nostre stime del-la produzione vendibile riportano un consuntivo infe-riore ai risultati del 2004, con un valore al di sotto del risultato a livello regionale. Infatti, gli indirizzi pro-duttivi che hanno dovuto contrastare sia le maggio-ri difficoltà di mercato, sia le conseguenze del nuovo orientamento della PAC che hanno condotto a una ri-duzione delle colture e di talune produzioni zootecni-che, per buona parte sono proprio localizzati nellʼOri-stanese. Le stime attribuiscono pertanto alla Provincia una produzione vendibile di circa 205 milioni di Euro a prezzi 1995 con una flessione del 5,8% rispetto alle quantità del 2004.

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Il dettaglio evidenzia, per le erbacee, il forte decre-mento delle colture cerealicole, in linea peraltro con lʼevoluzione altrettanto negativa osservata nel com-plesso dellʼIsola. I dati provvisori Istat forniscono una misura dellʼabbandono produttivo del riso e del grano duro, con una riduzione rispettivamente di 1.000 e 500 ettari nei terreni investiti e di conseguenza nelle quan-tità raccolte; benché non sia stata registrata una mino-re disponibilità di terreni destinati alla loro coltura, è atteso un magro bilancio produttivo anche per il mais che dovrebbe realizzare consuntivi in forte calo. Di for-te entità (circa 29,0%) lʼincremento registrato nella pro-duzione di orzo, che però non influisce sui risultati fina-li dato lo scarso rilievo di questa coltura. Il generale ri-dimensionamento nella produzione di cereali, soprattut-to di quelli maggiormente presenti nellʼagricoltura pro-vinciale, sconta lʼimpatto della riforma degli incentivi comunitari sui seminativi che - come abbiamo già sot-tolineato - prevede il trasferimento degli aiuti ai diversi indirizzi non più in proporzione ai quantitativi prodotti ma direttamente allʼazienda agricola in quanto tale.

Nonostante le condizioni climatiche ottimali per lo sviluppo delle colture e la generale stabilità degli etta-ri coltivati in tutti gli indirizzi produttivi, le prospetti-ve per il 2006 risultano ancora negative.

Il comparto delle produzioni orticole ha riportato una crescita complessiva del 5,3%, pressappoco in li-nea con gli altri ambiti provinciali, ma con risultati fortemente contrastati per le diverse coltivazioni. Si è conclusa in maniera assai poco brillante lʼannata agra-ria del pomodoro da industria che, a fronte di superfici e quantità prodotte praticamente inalterate rispetto al 2004, ha dovuto ricorrere agli interventi del Ministe-ro delle politiche agricole e dellʼAgea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) finalizzati al ritiro delle gia-cenze di prodotto lavorato. La pesantezza del mercato va attribuita ai pelati e concentrati di pomodoro a bas-so costo provenienti dalla Cina che hanno causato ec-cedenze nelle produzioni di tutta Europa e in Turchia. Le prospettive per lʼanno in corso sono condizionate dalle scorte invendute della produzione 2005 presso la Casar di Serramanna nonché dal recente accordo tra

i produttori dellʼOristanese e il suddetto stabilimento per un contingentamento della produzione su quanti-tativi nettamente inferiori a quelli dellʼanno preceden-te. “Qualità alta” è invece il vincolo imposto dalla Ca-sar per il ritiro del prodotto, una condizione finalizzata a differenziare la produzione sarda sul mercato nazio-nale. Un premio agli sforzi degli agricoltori è arriva-to il 15 giugno 2006 con lʼentrata in vigore del decreto legge nazionale che impone ai trasformatori lʼobbligo di indicare in etichetta la zona di produzione del po-modoro fresco utilizzato per la lavorazione e non sol-tanto il luogo di confezionamento. Una decisione che dovrebbe favorire la spesa consapevole del consuma-tore e le produzioni locali a più elevato contenuto di qualità organolettiche5.

Molto più problematica la situazione del settore bieticolo, che ha visto ridursi le superfici coltivate e le quantità prodotte. Tra lʼaltro, con le nuove regole co-munitarie del novembre scorso che prevedono il di-mezzamento della quota italiana di zucchero, a parti-re dal 2006 lo stabilimento di Villasor, unico in Sarde-gna, ha chiuso la linea produttiva e per le aziende inte-ressate lʼunica alternativa rimasta è quella di cambia-re indirizzo colturale.

Tra le orticole a pieno campo, occorre sottolinea-re lʼannata positiva del carciofo con esiti poco discosti dai risultati del 2004 ma molto più remunerativi, gra-zie al crescente interesse dei mercati nazionali e inter-nazionali per il prodotto sardo.

Le colture legnose hanno evidenziato una genera-le crescita dei livelli produttivi. Per lʼolivo in annata di carica, si stima una crescita del 14,5% dei quantita-tivi prodotti e una resa in olio superiore a quella del-lo scorso anno; la produzione di olive ha superato 70 mila quintali mentre i quantitativi di olio si sono col-locati attorno a 11 mila quintali su circa 90 mila quin-tali stimati per la Sardegna.

5 I giudizi positivi di organizzazioni di produttori e con-sumatori rischiano però di non trovare il consenso necessa-rio in sede comunitaria. Nel momento in cui si scrive, infat-ti, la Commissione Europea ha dato parere negativo al de-creto e ne ha richiesto lʼimmediata cancellazione.

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Per la frutta, si è registrato il sostanzia-le mantenimento delle superfici investite e delle rese alla produzione e quindi una generale tenuta della produzione e dei li-velli qualitativi. Per contro, vi è stata una sensibile riduzione dei prezzi sui merca-ti di vendita contrassegnati dalla marcata concorrenza di prodotto a basso costo pur se di livello qualitativo inferiore importa-to da Spagna e Sud America.

Con “piogge autunnali abbondanti, primavera mite e ventilata, estate calda con escursioni termiche tra notte e gior-no, vendemmia asciutta, limitati inter-venti antiparassitari per infezioni poco rilevanti” (questo è il commento di E. Biondo), il comparto vitivinicolo provin-ciale ha conseguito buoni risultati pro-duttivi per lʼintera filiera soprattutto sot-to lʼaspetto della qualità, con una discre-ta resa in mosto e in vino; la vendemmia è stata ottima in particolare nei centri di Mogoro e Marrubiu.

Allʼinterno del comparto, le Cantine sociali della Provincia hanno visto cresce-re del 28,8% le uve destinate alla vinifi-cazione (anche dopo il gradino produttivo realizzato nel 2003), un risultato che si discosta dal bi-lancio negativo delle cantine del Sassarese (-5,0%) ma

pressoché in linea con il forte incremento negli stabili-menti del Nuorese (+38,2%). Un ritmo meno accentua-

Produzione lorda vendibile dell’agricoltura in provincia di OristanoMilioni di Euro a prezzi 1995

var % 2002 2003 2004 2005 2005-04

COLTIVAZIONI 93.238 89.691 96.485 88.488 -8,3Erbacee 58.716 53.707 60.891 52.369 -14,0- Cereali 21.280 19.497 27.013 19.479 -27,9 - Frumento 7.426 8.010 15.580 11.040 -29,1 - Orzo 1.057 680 703 867 23,4 - Riso 7.878 6.091 6.049 3.860 -36,2 - Granoturco 1.498 1.339 1.366 1.347 -1,4- Legumi secchi 127 235 221 222 0,3- Patate e ortaggi 33.137 30.611 30.971 32.604 5,3 - Patate 1.796 1.646 1.753 1.774 1,2 - Pomodoro 3.310 3.539 3.431 3.856 12,4 - Melone 1.880 2.057 2.034 2.269 11,5 - Carciofo 11.042 9.925 10.106 10.149 0,4- Piante industriali 2.998 2.258 1.621 1.440 -11,1 - Barb da zucchero 2.803 2.226 1.256 1.116 -11,1Foraggio 22.823 22.368 22.067 22.008 -0,3Legnose 11.699 13.616 13.528 14.111 4,3 - Vite 3.508 4.158 4.927 4.925 0,0 - Olive 3.357 4.511 3.912 4.479 14,5 - Arance 1.917 1.909 1.939 1.911 -1,4 - Mandarini e clem 986 977 994 982 -1,2 - Pesche 208 221 224 224 0,3 ALLEVAMENTI 107.827 106.390 105.682 101.594 -3,9 -Ovicaprini di cui:- Latte 32.447 32.352 32.218 25.774 -20,0 - Carne 21.232 19.863 19.478 21.231 9,0- Bovini di cui:- Latte 23.426 23.490 23.271 23.737 2,0 - Carne 18.647 18.358 18.099 17.556 -3,0- Suini 7.964 8.475 8.699 9.569 10,0 Produzione vendibile 201.065 196.081 202.167 190.082 -6,0servizi annessi 17.230 16.566 15.796 15.310 -3,1 Totale PLV 218.294,9 212.647,6 217.963,6 205.392,4 -5,8

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat. I dati 2005 sono una nostra stima.

Produzione e superfici delle principali coltivazioni della provincia di Oristano Superfici in ettari e produzioni in migliaia di quintali SUPERFICI INVESTITE PRODUZIONE 2002 2003 2004 2005 2002 2003 2004 2005 Grano duro 20.000 20.100 22.650 22.195 280,0 302,0 587,8 416,5Orzo 4.000 2.550 2.595 3.264 48,0 30,9 31,9 39,4Riso 2.298 2.497 2.629 1.877 168,3 186,1 166,4 123,2Avena 3.000 2.997 2.999 3.107 30,0 36,3 37,3 35,2Mais 800 768 780 770 72,0 64,3 65,8 64,8Pomodoro 440 490 469 470 227,5 243,2 236,0 236,9 - di cui da industria 350 401 384 385 175,0 190,5 185,8 186,5Carciofo 1.600 1.391 1.424 1.423 121,6 109,3 111,2 111,7Barbabietola da zucchero 1.119 1.271 797 712 528,7 452,5 286,4 254,5Arancio 525 530 530 530 55,5 66,1 68,4 67,5Uva da vino 4.200 4.310 4.190 3.996 85,9 105,1 115,7 114,5Olivo 5.840 5.900 5.900 5.900 50,7 70,1 61,6 70,5 FONTE: ISTAT. Per il 2005 i dati sono provvisori

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to ha caratterizzato le aziende private le quali a livel-lo dellʼintera Isola (non abbiamo informazioni sul dato provinciale) hanno realizzato una crescita del 6,3%, il che ha portato il flusso produttivo dellʼintero settore al +7,2% nella media regionale. La crescita ha interessato tutte le cantine sociali in attività, in primo luogo quel-la di maggiori dimensioni come Mogoro, dove si sono vinificati 26 mila quintali di uve, con una crescita del 36,8%; per le altre realtà di minori dimensioni – Marru-biu, Oristano e Usellus - che però rappresentano nellʼin-sieme circa un terzo dei conferimenti complessivi del-la Provincia, si stima un totale di 16 mila quintali di uve lavorate (circa il 15% in più sulla vendemmia 2004).

Il comparto degli allevamenti ha riportato una ri-duzione delle quantità pari a –3,9%, causata essenzial-mente dai risultati negativi nella produzione di latte ovicaprino e di carne bovina.

In particolare, le attività zoo-tecniche ovicaprine hanno su-bito una forte riduzione nella produzione di latte (-20,0% è il saggio tendenziale stimato sul 2004), quale diretta conseguen-za della pesantezza del mercato locale della materia prima e del-le produzioni di pecorino roma-no destinato allʼesportazione (il Consorzio di tutela ha dichiara-to una riduzione del 37% rispet-to alla campagna 2004, vanifica-ta però dalle consistenti giacenze sul mercato statunitense e da un

mercato interno dei pecorini di piccola pezzatura an-cora stagnante). Il prezzo del latte si è mantenuto sta-bile su una media di 60 centesimi al litro, un livello – occorre sottolineare - pari a quello spuntato a metà de-gli anni ʼ80 dalle aziende pastorali. Il prezzo del latte è stato costretto su queste posizioni minime dalla de-bolezza della moneta americana nei confronti dellʼEu-ro e dalla definitiva scomparsa dei contributi comuni-tari alle esportazioni; come noto, gli effetti sono nega-tivi sugli equilibri dellʼintero settore, in primo luogo sul numero di aziende pastorali in attività e sullʼintera industria di trasformazione. Per il 2006 vanno peral-tro segnalate due novità di rilievo a parziale correzio-ne degli squilibri mercantili sia dal lato del prezzo che delle quantità. Dopo un lungo periodo di attesa, lʼAn-titrust ha concesso al Consorzio di tutela del pecori-no romano Dop, assieme ai Consorzi del Grana Pada-

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Attività delle cantine della Sardegna Quintali di uva vinificata e variazioni percentuali Var. % 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2005-04

Cagliari 244.582 240.144 183.651 223.758 284.557 294.275 3,4Oristano 44.706 45.857 19.210 35.701 32.618 42.020 28,8Nuoro 68.530 45.169 60.740 81.660 80.847 111.765 38,2Sassari 93.040 91.250 85.363 99.656 124.862 118.600 -5,0Totale cantine sociali 452.858 424.421 350.966 442.778 524.888 568.665 8,3 Cantine private 329.073 315.750 360.800 539.433 651.572 692.583 6,3Totale cantine 781.931 740.171 711.766 982.211 1.176.460 1.261.248 7,2 FONTE: Biondo E., Sardegna Agricoltura, ottobre-novembre 2005.

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no e del Parmigiano Reggiano, la facoltà di predispor-re piani produttivi in caso di “alterazioni delle norma-li condizioni di mercato”, una decisione che dovrebbe regolare sia il valore della materia prima, sia la varia-bilità dei prezzi alla produzione. L̓ altra novità riguar-da il conferimento diretto del latte alle industrie di tra-sformazione di Toscana, Lazio e Grecia, con prezzi che hanno raggiunto 70 centesimi al litro, un punto di svolta nel braccio di ferro che ha visto contrapposti al-levatori e industriali isolani.

La crescita del 9,0% nei quantitativi della compo-nente carne si è associata a una riduzione dei prezzi alla produzione, a causa delle crescenti importazioni di agnelli provenienti dallʼEst Europa, di minore qua-lità ma dal costo nettamente inferiore.

L̓ allevamento di bovini ha mostrato segni di mi-glioramento nelle condizioni sanitarie dei capi ma senza risultati apprezzabili in termini produttivi. Il comparto rilevante della carne ha infatti visto ridur-si le quantità del 3,0%, mentre la componente latte ha superato solo del 2,0% i livelli produttivi del 2004, in linea con le quote produttive imposte dalla Comunità Europea. I prezzi alla produzione hanno manifestato la tendenza a stabilizzarsi sui livelli del 2004.

Gli allevamenti di suini hanno realizzato risulta-ti in forte progresso per quanto riguarda le quantità (+10,0% lʼincremento annuo stimato) con quotazioni di mercato relativamente stabili.

2.2 - L’industria

Gli indicatori congiunturali 2005 segnalano per il sistema industriale dellʼIsola scarse prospettive di sviluppo, pur assumendo connotazioni meno negati-

ve in confronto alla flessione del 2004: Prometeia stima infatti un calo com-plessivo del valore aggiunto industriale di -0,2% che però si confronta con il ri-sultato negativo (-0,7%) dellʼanno pre-cedente. Il ciclo sfavorevole ha interes-sato lʼindustria in senso stretto, che se-gna un decremento di -0,4% (–1,6 del

2004); il settore delle costruzioni ha realizzato un ulte-riore ampliamento delle quantità prodotte, pur se con un ritmo di molto inferiore ai tre anni precedenti di crescita ininterrotta, segnando in tal senso il punto di arrivo di un periodo positivo e una possibile svolta su valori negativi nel 2006. Gli indicatori mettono anche in evidenza programmi di investimento sostanzial-mente invariati rispetto a un anno prima, sia in mac-chinari e attrezzature, sia in costruzioni e opere pub-bliche. La crescente forza dellʼEuro nei confronti del dollaro e la particolare evoluzione dei commerci mon-diali hanno penalizzato le imprese locali con quote di fatturato sullʼestero; per altro verso, lo sviluppo incer-to dei redditi disponibili per le famiglie, unitamente a una generalizzata minore propensione alla spesa, han-no ristretto nellʼinsieme le possibilità di sviluppo per le imprese più legate al mercato regionale. Solo negli ultimi mesi dellʼanno, i dati relativi allʼeconomia del-la Sardegna hanno offerto spunti favorevoli sul fronte del clima di fiducia delle imprese e sul livello degli or-dinativi in entrambi le componenti, interna ed estera.

Sulla scia dei risultati più soddisfacenti che si van-no configurando per lʼeconomia italiana, anche lo sce-nario di riferimento regionale per il 2006 sembra orientato verso un miglioramento del clima econo-mico, soprattutto nelle condizioni operative delle im-prese manifatturiere. Su questo aspetto, lʼOsservato-rio Industriale precisa come “il clima di fiducia del-le imprese si mantenga su livelli superiori a quelli ri-levati per i primi tre trimestri dellʼanno passato, seb-bene nel primo trimestre dellʼanno in corso si sia regi-strata una lieve flessione rispetto al periodo preceden-te. A frenare la crescita 2005 hanno contribuito soprat-tutto gli ordini, che hanno subito una battuta dʼarresto;

Attività delle principali cantine della Provincia di OristanoQuintali di uva vinificata e variazioni percentuali var % 2001 2002 2003 2004 2005 2005-04

Marrubiu 24.000 7.650 15.540 8.000 9.700 21,3Mogoro 18.360 9.060 17.261 19.023 26.020 36,8Oristano 1.497 1.300 1.500 3.595 4.000 11,3Usellus 2.000 1.200 1.400 2.000 2.300 15,0 FONTE: Biondo E., Sardegna Agricoltura, ottobre-novembre 2005.

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al contrario, sono cresciute le attese sulla produzione così come le scorte di magazzino”.

Il settore industriale della provincia di Oristano si è caratterizzato per il ritmo parzialmente positivo della produzione ma altresì per lʼevoluzione fortemente con-trastata delle sue varie componenti: le stime Prometeia valutano per il complesso dellʼindustria una variazione annua positiva del valore aggiunto (+0,3%), con lʼin-dustria in senso stretto che presenta una riduzione più ampia di quella regionale (–1,0%), peraltro compensa-ta dalla dinamica del settore edile per il quale è stima-ta una crescita dellʼ1,8%. Per quanto riguarda il mani-fatturiero, il divario con il dato della Regione va attri-buito interamente alla dinamica positiva delle attività energetiche, della chimica e della raffinazione, attivi-tà che rappresentano nellʼinsieme circa il 50% del va-lore aggiunto industriale ma che, come noto, sono più presenti nelle province di Cagliari e Sassari e pratica-mente assenti nellʼOristanese. Si è ridotta lʼattività del-le imprese della Provincia inserite nel metalmeccanico e nellʼagroalimentare e nei comparti industriali non le-gati alla raffinazione chimica, a causa del basso profilo della domanda interna ed estera.

Maggiori dettagli sulla congiuntura industriale sono contenuti nellʼultima indagine semestrale Api sarda, su un campione di 409 imprese associate, di cui il 10% localizzate nellʼOristanese, nel periodo com-preso fra il 22 dicembre 2005 e il 23 gennaio 2006. Nonostante non venga rilasciato un dettaglio provin-ciale (era disponibile fino al 2003), il XVII Rappor-to rappresenta certamente un elemento di riflessione anche per il sistema produttivo dellʼOristanese basato sulle PMI che, peraltro, ha mostrato nel corso del 2005 una fase congiunturale molto simile a quella del si-stema industriale della Regione nel suo complesso. Il Rapporto Api sarda evidenzia una situazione di “pro-babile fase di contrazione del processo di sviluppo complessivo e di generale rallentamento della cresci-ta delle PMI sarde, già evidenti nel 2003 e nel 2004”. Sebbene il Rapporto parli “ancora di crescita econo-mica, il trend fatto segnare nel 2005 dal tessuto del-le PMI sarde è quindi negativo, nel senso che tale pro-

cesso di crescita è fortemente rallentato e che è mol-to probabilmente in atto un processo di selezione del tessuto imprenditoriale sardo, in particolare nei setto-ri meno dinamici o colpiti dalla concorrenza interna-zionale, a causa della scarsa qualità del sistema infra-strutturale della Sardegna e delle limitate capacità ma-nageriali delle stesse singole imprese nel determinare assetti organizzativi efficienti ed efficaci”.

In particolare, nel corso del 2005 si è registrata una drastica riduzione del numero di PMI con fatturato in crescita mentre sono aumentate le imprese che hanno venduto di meno. Il saldo finale è ancora ampiamente positivo, ma è comunque evidente “il fatto che si tratta del secondo valore più negativo mai registrato nei dieci anni di monitoraggio congiunturale e rende bene lʼidea della preoccupazione circa le prospettive per lʼimme-diato”. Il peggioramento delle vendite si è accompagna-to a una generale sofferenza sul piano della redditività lorda delle imprese: risulta in diminuzione - dal 44% al 41% - il numero di imprese che hanno migliorato la red-ditività, mentre è cresciuto dal 20% al 25% il numero di quelle che hanno realizzato margini operativi in dimi-nuzione, con un saldo pari a +16 punti. “Anche in que-sto caso lʼistantanea sul 2005 fissa una situazione posi-tiva, ma preoccupa molto il trend, che, guardando alla serie storica del saldo, fa segnare il secondo peggior ri-sultato degli ultimi dieci anni. Le motivazioni sono con ogni probabilità da ricondurre alla scarsa competitivi-tà di molte imprese sui mercati globali, una situazione che sta determinando profondi mutamenti anche nelle scelte organizzative e nelle strategie di business. A tito-lo dʼesempio, si può citare il cambiamento che sta ca-ratterizzando il comparto metalmeccanico, dove la ten-denza è a specializzarsi sul versante della progettazione a monte e su quello della installazione e manutenzione a valle, mentre vengono progressivamente abbandona-te le produzioni manifatturiere e non vengono realizza-te filiere di prodotto (dalla produzione delle materie pri-me alla realizzazione di manufatti)”.

Nel frattempo, le aspettative degli imprenditori per lʼanno in corso sono positive, di riflesso alle atte-se di un rimbalzo di produzione e fatturato e in linea con le prospettive di crescita che si vanno conferman-

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do a livello nazionale; anche per il margine operativo le attese per il 2006 sono di un netto miglioramento. La probabile fase positiva sottolineata nel corso del-le interviste viene tuttavia subordinata dalle imprese a “una auspicata accelerazione della spesa pubblica re-gionale, che condiziona in modo decisivo sia diretta-mente che soprattutto indirettamente la spesa per inve-stimenti. In tal senso, appare molto importante la sfida della progettazione integrata che attiverà investimen-ti produttivi e infrastrutturali, materiali e immateria-li, per oltre 700 milioni di Euro nei prossimi 30mesi, che se si concretizzassero, rilancerebbero il processo di sviluppo della base produttiva regionale”.

Per il settore edile si stima per il 2005 un contribu-to positivo del valore aggiunto dellʼ1,8%, un tasso di crescita elevato se confrontato con il modesto anda-mento complessivo in Regione (+0.4%).

Indicazioni positive emergono dalle rilevazioni amministrative sia della Cassa Edile Provinciale sia della Edilcassa (Api sarda) che riportano per il 2005 unʼespansione degli indicatori di attività del settore: numero di addetti, ore lavorate, numero e dimensio-ne delle imprese. In particolare, la rilevazione mostra un maggior numero di ore lavorate, che sfiora il 7%, e operai attivi nellʼanno in crescita del 3,7%.

La fase positiva stimata da Prometeia e le segnala-zioni degli Enti mutualistici del settore edile non trova-no conferma nei consuntivi annuali (quelli del 2005 ri-sultano ancora provvisori) del Cresme-Assoedili Sar-degna. Secondo le Associazioni dei costruttori, infatti, il flusso di nuovi investimenti ha registrato un volume di poco superiore a 800 milioni di Euro a prezzi corren-ti con una contrazione a prezzi 1995 del -4,4% rispet-to ai livelli del 2004. Tra le diverse tipologie edilizie,

incrementi sono segnalati per il nuovo residenziale e le attività legate al rinnovo residenziale, mentre un so-stanziale arretramento o una stagnazione vengono indi-cati per le opere pubbliche e il non residenziale priva-to e pubblico; la frenata nel ciclo espansivo viene attri-buita al contesto economico provinciale, caratterizzato dallʼincertezza e dalle difficoltà che hanno interessato i settori produttivi e le imprese locali.

Per quanto riguarda le prospettive per il 2006, al momento del presente Rapporto sono disponibili sol-tanto le stime con dettaglio regionale, anche se – a no-stro avviso – queste potrebbero estendersi allʼArea del-lʼOristanese senza rischiare di interpretare erroneamen-te la dinamica locale. Le previsioni per lʼanno in corso indicano un rallentamento delle tendenze recessive con volumi posizionati sui livelli del 2005 (-0,1% il ritmo tendenziale della produzione complessiva), quindi un profilo sostanzialmente piatto, con due sole eccezioni: la tipologia del nuovo residenziale privato, che conti-nuerà a mantenersi su terreno positivo (+1,6%), e quella del non residenziale privato che invece dovrebbe con-seguire risultati negativi (-4,5% il valore stimato).

A livello di comparto, i consuntivi 2005 per lʼedi-lizia residenziale indicano una fase parzialmente po-sitiva, con un rallentamento della crescita delle com-pravendite e dei prezzi che invece aveva caratterizza-to gli anni precedenti. Il segmento circoscritto allʼac-quisto a scopo abitativo, il più rilevante sotto il profilo

Imprese iscritte alle Casse Edili della provincia di Oristano Unità di imprese, addetti e ore lavorate nell’anno

2004 2005 Var %Imprese 648 649 0,2Addetti attivi 3.212 3.332 3,7Ore lavorate (migliaia) 3.248 3.468 6,8

FONTE: Cassa Edile ed Edilcassa della provincia di Oristano

Valore della produzione in costruzioni in Sardegna Milioni di Euro Valori correnti Variazioni % su valori costanti 2001 2002 2003 2004 2005(*) 2002 2003 2004 2005(*)

Sassari 1.493 1.624 1.831 1.914 1.916 5,0 9,1 0,0 -5,3Nuoro 893 915 1.002 1.065 1.017 -1,0 5,6 1,9 -9,8Cagliari 1.974 1.987 2.164 2.393 2.322 -2,7 5,2 5,6 -8,1Oristano 720 787 803 794 801 5,4 -1,7 -5,6 -4,4Sardegna 5.080 5.313 5.800 6.166 6.056 1,0 5,5 1,7 -7,1 Fonte: Assoedili Sardegna. (*) Previsioni

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delle quantità, si è mantenuto sui livelli del 2004 no-nostante il forte stimolo esercitato da tassi di interesse sui mutui fondiari ancora assai contenuti nonché dalle agevolazioni regionali. La stessa domanda di immo-bili a fini di investimento o quelli richiesti a fini pro-duttivi ha evidenziato un andamento contrastato, dove la crescita di alcuni segmenti è stata compensata dalla flessione di altri, con un risultato che riporta le quanti-tà intermediate sui livelli del 2004. Questa fase di nor-malizzazione riflette taluni problemi strutturali come un mercato provinciale degli immobili estremamente rigido dal lato dellʼofferta e che nellʼarco del triennio ha visto ridursi progressivamente le unità immobilia-ri di qualità poste in vendita e di conseguenza ha visto crescere i prezzi a parità di qualità di immobili; a ciò

si aggiungono problemi congiunturali come la cresci-ta contenuta dellʼeconomia che non ha certamente sti-molato la intermediazione di immobili a uso commer-ciale e industriale.

Nondimeno, la vivacità del settore immobiliare in Provincia è confermata dal ritmo delle compravendi-te registrate presso lʼAgenzia del Territorio, che han-no raggiunto volumi consistenti per le unità ad uso re-sidenziale nella componente ordinaria ma hanno man-tenuto gli stessi volumi del 2004 in termini di valo-ri assoluti: rispetto allʼanno precedente, si è avuto un incremento complessivo pari a zero nel comparto del residenziale e una flessione di circa il 2,0% in quello commerciale, ma dopo un periodo di crescita superio-re al 10% medio annuo.

Stime del valore della produzione per comparto produttivo Milioni di Euro a prezzi 1995 e variazioni percentuali Sardegna di cui Oristano

Var% Var% Var% 2004 2005(*) 2006(*) 2005-04 2006-05 2004 2005(*) 2005-04

Totale nuovo 2.492 2.330 2.332 -6,5 0,1 258 246 -4,7 Residenziale 1.032 1.097 1.115 6,3 1,6 101 104 3,0 Non residenziale privato 522 420 401 -19,5 -4,5 77 71 -7,8 Non residenziale pubblico 163 158 158 -3,1 0,0 12 12 0,0 Genio civile 775 655 658 -15,5 0,5 68 59 -13,2

Totale rinnovo 1.608 1.483 1.479 -7,8 -0,3 249 238 -4,4 Residenziale 502 507 509 1,0 0,4 43 44 2,3 Non residenziale privato 329 323 321 -1,8 -0,6 138 135 -2,2 Non residenziale pubblico 244 208 208 -14,8 0,0 21 19 -9,5 Genio civile 533 445 441 -16,5 -0,9 47 40 -14,9

Totale Investimenti 4.100 3.813 3.809 -7,0 -0,1 507 484 -4,5

Manutenzione ordinaria 678 627 623 -7,5 -0,6 105 101 -3,8 Valore della produzione 4.778 4.440 4.436 -7,1 -0,1 612 585 -4,4

Fonte: Elaborazione Assoedili Sardegna. (*) Previsioni

Numero di compravendite di unità immobiliari per settore in provincia di Oristano Unità

2000 2001 2002 2003 2004 2005 var%

Residenziale 949,6 871,8 1.017,0 1.020,9 1.156,9 1.157,1 0,0 - di pregio 11,0 4,0 9,7 4,1 18,3 17,7 -3,3 - edilizia ordinaria 938,6 867,8 1.007,4 1.016,9 1.138,6 1.139,4 0,1 Non residenziale 215,0 209,8 203,6 263,9 246,7 242,1 -1,9 - Uffici 42,0 35,0 28,0 26,8 28,9 24,0 -16,8 - negozi e laboratori 64,2 55,8 67,8 84,4 76,1 72,0 -5,4 - centri commerciali 3,0 2,0 4,0 9,0 4,0 13,0 225,0 - capannoni 13,9 24,0 5,0 11,0 8,9 14,0 56,8 - magazzini 89,9 85,9 97,8 128,7 123,9 113,1 -8,7 - industrie 2,0 7,0 1,0 4,0 5,0 6,0 20,0 TOTALE 1.164,6 1.081,6 1.220,6 1.284,9 1.403,6 1.399,2 -0,3 Fonte: Agenzia del Territorio.

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Per il mercato - assai rilevante - rappresentato dal comune Capoluogo, Scenari Immobiliari indica una crescita sensibile dei mq. complessivi offerti sul mer-cato (8,6%) soprattutto di immobili di nuova costru-zione per uso residenziale, accompagnata però da una parziale riduzione dellʼindicatore di assorbimento to-tale (volumi acquistati su quantità offerte) e da un au-mento dei prezzi. Alla flessione nellʼofferta di immo-bili commerciali ha corrisposto un pari incremento dei mq. scambiati e una dinamica positiva dei prezzi medi di vendita, il cui ritmo è però risultato di poco inferio-re a quello del comparto residenziale. E ̓cresciuto nel contempo il flusso annuale delle superfici a uso abi-tativo date in locazione e si sono ampliati i canoni ri-chiesti sui mq. locati.

Nel caso della componente residenziale, la ridot-ta movimentazione del patrimonio abitativo già esi-stente e la ripresa degli scambi di nuove costruzioni, con prezzi ancora in crescita, sono aspetti che mostra-no da un lato il raggiungimento di una situazione di scarsa disponibilità di immobili sul mercato dellʼusato (a fronte di una domanda ancora dinamica ma sempre più attenta alla qualità dellʼofferta) e dallʼaltro il riav-vio di un nuovo ciclo che si sta concretizzando in una rinnovata offerta di nuove abitazioni. Tutto ciò di ri-flesso anche allʼinteresse delle imprese per il mercato del nuovo o per la ristrutturazione a nuovo degli edi-fici inseriti nel centro storico o nei quartieri attorno al centro cittadino.

Anche nei Comuni maggiori dellʼhinterland del Capoluogo, ma soprattutto nelle località situate lun-go la costa, si è registrata una domanda di abitazioni in costante crescita cui ha corrisposto una offerta vi-vace ma a prezzi sostanzialmente stabili. lʼOsservato-rio immobiliare FIAIP settore turistico ha rilevato nel 2005 come lʼandamento delle vendite nel momento di maggior afflusso nelle zone costiere per la stagione estiva sia rimasto sui livelli dello scorso anno al pari dei prezzi di vendita. Il panorama rilevato dallʼOsser-vatorio non è però risultato omogeneo: alla dinamica positiva ma di scarsa entità rilevata in Provincia si è contrapposta lʼalta concentrazione di trattative e com-pravendite registrate nel Nord dellʼIsola, “dove sono ubicate le località turistiche più rinomate, ma soprat-tutto più facilmente raggiungibili grazie alla vicinan-za di porti e aeroporti. In alcuni casi si è pure avuto un notevole incremento della richiesta di prodotti di pre-stigio; lʼinsufficienza dellʼofferta ne ha di conseguen-za determinato un incremento di valore”.

Per il comparto delle opere pubbliche si è registra-ta una flessione notevole del valore aggiunto e del-le opere realizzate. Tra nuove opere infrastrutturali, interventi conservativi e di rinnovo, nellʼintero anno 2005 i bandi di gara di opere pubbliche censiti e relati-vi a lavori da realizzare nella Provincia sono stati 135 (pari al 10% del mercato sardo) per un volume dʼaffa-ri di 71 milioni di Euro. In termini dinamici, rispetto al 2004, i bandi di gara per opere pubbliche da realizza-

Volumi e indici del mercato immobiliare nel comune di OristanoPrezzi di vendita e canoni in Euro mq.

Residenziale Terziario-Uffici

2002 2003 2004 2005 var % 2002 2003 2004 2005 var %

Mq offerti 33.550 34.800 36.000 39.100 8,6 11.000 8.300 7.000 6.600 -5,7 - Rivendite 23.550 24.500 26.300 23.800 -9,5 7.700 5.300 4.400 4.900 11,4Mq scambiati 27.500 30.800 33.200 35.000 5,4 3.000 2.500 2.200 2.200 0,0Mq locati 32.000 33.000 30.000 31.100 3,7 Fatturato (milioni di Euro) 20,8 23,6 28,5 32,0 12,5 2,5 2,2 2,0 1,8 -10,0Assorbimento totale 82,0 88,5 92,2 89,5 27,3 30,1 31,4 33,3 Prezzi medi di vendita (Euro al mq) - Zona di pregio 1.040 1.100 1.190 1.250 5,0 1.060 1.100 1.125 1.200 6,7 - Zona intermedia 820 865 900 950 5,6 770 800 800 840 5,0 - Zona periferica 700 730 770 830 7,8 710 740 750 790 5,3 Canoni di locazione (Euro al mq) - Zona di pregio 50 52 54 56 3,7 65 65 68 72 5,9 - Zona intermedia 37 40 40 42 5,0 52 50 50 53 6,0 - Zona periferica 30 32 32 33 3,1 42 45 45 48 6,7 FONTE: Scenari Immobiliari

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re nellʼOristanese evidenziano una sostenuta flessione del numero (-20,6%) e una sostanziale riduzione del valore (-28,4%). La riduzione della progettazione va attribuita in primo luogo alle Amministrazioni pub-bliche provinciali per gli interventi nellʼedilizia age-volata e nella sanità pubblica; tra le imprese a capita-le pubblico, L̓ ANAS ha evidenziato un vero e proprio crollo nellʼassegnazione di nuovi lavori.

2.3 - Il commercio

Il più ampio settore dei servizi e – in particolare - la componente delle attività commerciali hanno dato un contributo positivo anche se molto limitato alla cresci-ta del Pil regionale: il tasso di aumento reale del valo-re aggiunto nel settore servizi, stimato da Prometeia, è infatti pari a +0,8% sul 2004.

Una generale stagnazione ha caratterizzato nel complesso le attività commerciali tradizionali, che hanno dovuto avversare lʼulteriore riduzione della propensione al consumo delle famiglie e la sostanzia-

le immobilità in termini reali della spesa media men-sile per famiglia e, di conseguenza, della spesa com-plessiva per consumi. In questo uno scenario si è pure inserita una dinamica inflazionistica positiva superio-re al 2,0%, con differenze non trascurabili tra i diver-si capitoli di spesa. Dal punto di vista merceologico, è cresciuta la spesa familiare per alcuni beni e servizi non alimentari come gli oneri per lʼabitazione princi-pale (affitto e manutenzione) e per la sua gestione cor-rente (bollette e tasse locali) nonché le spese per auto e benzina; in parziale riduzione gli altri capitoli mer-ceologici, specie la spesa alimentare.

La persistente fase negativa della domanda per consumi in Sardegna è segnalata dal Bollettino del Centro Studi Unioncamere, che rileva fatturato e volu-mi di vendita della Grande distribuzione organizzata6: nel corso del 2005 il fatturato derivante dalle vendite dei prodotti del Largo consumo confezionato (droghe-ria alimentare, bevande, freddo, fresco, cura degli ani-mali, della persona e della casa) si è ridotto dellʼ1,0%, valore che si confronta con un più 2,7% della media nazionale; più pesante la caduta delle vendite rileva-ta nei reparti non alimentari (tessile e abbigliamento, bazar ed elettrodomestici) con una flessione del 4,1% tendenziale.

Le attese per il 2006 prospettano una modera-ta crescita per lʼinsieme del settore servizi (+1,3% è lʼincremento del valore aggiunto stimato) con taluni segnali di ripresa per quanto riguarda consumi delle famiglie e fatturato delle imprese commerciali. I pri-mi consuntivi sui saldi invernali, iniziati lʼ8 gennaio e conclusi lʼ8 marzo, sono da considerarsi positivi, an-

Compravendite nelle località turistiche della provincia di OristanoPrezzi in Euro al mq. nel 2 semestre

2004 2005 Min Max Min MaxOristano 1400 1800 1.400 1.700 Torregrande 1500 2000 1.500 2.000 San Giovanni di Sinis 1500 2000 1.500 2.000 Funtana Meiga 1.000 1.500 S’Arena Scoada 1000 1500 1.000 1.500 Putzu Idu 1000 1500 1.000 1.500 Mandriola 1.000 1.500Sa Rocca Tunda 1000 1500 1.000 1.500 Torre del pozzo 750 1100 750 1.200 Sarchittu 750 1100 750 1.200 Santa Caterina 750 1.200 Fonte: F.I.A.I.P.

Bandi di gara per provincia Importi in milioni di Euro 2004 2005 variazioni %

Numero Importo Numero Importo Numero Importo

Cagliari 746 636,4 640 1627,0 -14,2 155,7Nuoro 341 184,0 253 162,0 -25,8 -11,9Oristano 170 100,3 135 71,8 -20,6 -28,4Sassari 583 363,8 469 477,7 -19,6 31,3Sardegna 1.840 1.284,4 1.497 2.338,6 -18,6 82,1 Fonte: Assoedili Sardegna

6 Il bollettino “Vendite flash” è dedicato al monitoraggio bimestrale del giro dʼaffari di supermercati ed ipermercati di tutta Italia, con dettaglio regionale. I risultati sintetizza-no i dati forniti dalle indagini di mercato condotte con rile-vazioni settimanali relative alle vendite, comprese le inizia-tive promozionali, sottoposte a procedure di controllo qua-lità e riportate allʼuniverso rappresentato, costituito da cir-ca 7.000 punti vendita tra ipermercati e supermercati, di-stribuiti per il 39% nel Nord-ovest, per il 21% nel Nord-est, e per il restante 40% in eguale misura nelle aree del Cen-tro e del Sud e isole. L̓ analisi dellʼandamento delle vendite sul territorio nazionale e per area geografica arriva a copri-re tutte le 20 regioni.

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che se non esaltanti. Dallʼindagine svolta dalla Con-fesercenti7 “si è evidenziato che circa lʼ80% si ritiene soddisfatto dalla stagione dei saldi, avendo migliorato le vendite rispetto al corrispondente periodo dei saldi 2004. Il risultato positivo, però, non deve trarre in in-ganno rispetto ad una situazione di crisi che rimane e che potrebbe aggravarsi anche per la recente nascita della città della moda Sestu”.

A livello locale, per il settore servizi della provin-cia di Oristano, si stima invece un tasso di crescita di molto superiore a quello regionale (+2,8% tendenzia-le sul 2004), ma che va a compensare la forte flessio-ne rilevata lʼanno precedente (-7,3%), con un proba-bile effetto negativo nel complesso del periodo. Peral-tro, lʼaggregato dei consumi delle famiglie ha riporta-to un ritmo pari a zero e le stesse condizioni genera-li dichiarate dalle aziende del terziario e di quelle in-serite nel comparto commerciale sottolineano mino-ri capacità di spesa da parte di consumatori e impre-se. Solo la domanda per consumi attivata dal flusso tu-ristico ha contribuito a colmare la scarsa dinamica di quella interna.

Come si è già accennato, il ritmo della spesa com-plessiva riflette anche la progressiva riduzione della quota dei consumi delle famiglie sul reddito disponi-bile, il cui valore si è riportato su livelli precedenti perfino ai primi anni ʻ90, periodo in cui – comʼè noto - la propensione alla spesa aveva subito una forte con-trazione anche a seguito di eventi eccezionali come la

svalutazione della lira e la successiva manovra restrit-tiva a carico dei redditi di famiglie e imprese. Di ri-flesso alle incertezze circa le condizioni economiche che condizionano le scelte delle famiglie e i loro pro-positi di spesa, anche le stime per il 2005 e ancora per il 2006 assegnano ai consumi una dinamica inferiore a quella del reddito e una propensione media in ulte-riore decremento.

Le stime dei consumi provinciali per grandi cate-gorie merceologiche mettono in rilievo sia il peso co-stante della spesa alimentare sul reddito disponibile, sia la riduzione più preoccupante per i consumi non alimentari, che hanno mantenuto una dinamica infe-riore al tasso di inflazione corrente.

Il ridotto ritmo della spesa ha inoltre limitato le vendite al dettaglio, la cui dinamica viene rilevata tri-mestralmente dallʼOsservatorio Nazionale del Com-mercio promosso dal Ministero delle Attività Produt-tive. Nel corso del 2005, il tasso di incremento sul-lʼanno precedente è stato pari a +0,3% a prezzi cor-renti per gli esercizi commerciali dellʼIsola (-0,2% per gli alimentari), valore che si riporta peraltro su terre-no negativo se considerato al netto dellʼinflazione; la Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) nello stesso periodo ha visto crescere le vendite complessive del 3,4% e del 5,7% nel comparto non alimentare. L̓ Os-servatorio ministeriale non rilascia un dettaglio pro-vinciale, ma riteniamo che la dinamica che potreb-be emergere a livello provinciale non si discostereb-be dalla tendenza rilevata per lʼinsieme della Regione, soprattutto per quanto riguarda le difficoltà affrontate dai piccoli operatori che hanno continuato a perdere quote di mercato in tutti i comparti merceologici.

Utili indicazioni sullʼandamento degli acquisti di beni durevoli si possono ricavare dalla consueta rile-vazione annuale Findomestic Banca sui flussi di spe-sa della propria clientela e sulla loro destinazione. Il Rapporto 2005 evidenzia per i nuclei familiari della Provincia minori acquisti procapite di elettrodomestici bianchi (frigo, congelatori, cucine, ecc.) e una leggera

7 Confesercenti Regionale della Sardegna, Rapporto sul commercio 2006, Cagliari marzo 2006.

Reddito e consumi delle famiglie in provincia di OristanoMilioni di Euro 1995 e rapporti percentuali

Reddito Consumi Consumi Alimentari/ Totali/ alimentari totati reddito reddito

1995 1.268 274,6 1.150,3 21,66 90,74 1996 1.309 276,7 1.166,7 21,14 89,14 1997 1.343 276,6 1.213,6 20,60 90,40 1998 1.345 267,0 1.254,9 19,86 93,33 1999 1.352 269,4 1.262,7 19,93 93,43 2000 1.371 271,7 1.280,9 19,82 93,44 2001 1.503 295,7 1.290,6 19,68 85,89 2002 1.505 296,5 1.288,5 19,69 85,60 2003 1.521 297,1 1.321,5 19,53 86,87 2004 1.568 303,9 1.335,6 19,39 85,19 2005 1.581 302,9 1.336,1 19,17 84,53 2006 1.597 303,7 1.345,1 19,01 84,22

FONTE: Istat e Prometeia; nostre stime per i consumi alimentari.

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crescita per quelli bruni (televisori, videoregistratori, hi-fi, ecc.) nonché per i mobili per la casa. Per quanto riguarda lʼaltra componente di beni durevoli, lʼacqui-sto di auto, Oristano e lʼinsieme della Sardegna si di-stinguono per un flusso di spesa inferiore allʼanno pre-cedente. Nonostante lʼinteresse per questo bene si sia mantenuto ancora elevato, la mancata crescita “va ri-cercata nel sostenuto tasso di rinnovo che ha interes-sato il parco auto negli ultimi anni e che nel 2005 ha iniziato a rallentare”.

In particolare, Findomestic Banca valuta il “2005 come un anno non particolarmente dinamico per gli elettrodomestici bianchi, con un andamento piat-to della spesa delle famiglie e un orientamento indi-rizzato verso un contenimento dei prezzi che, tutta-via, non sembra sufficiente al rilancio della doman-da”. NellʼOristanese, i volumi di vendita per nucleo familiari risultano di poco inferiori a quelli del 2004 (147 Euro contro 139 del 2005) mantenendosi però invariata la spesa complessi-va valutata prossima a 8 mi-lioni di Euro. Favorevole in-vece il tasso di espansione sti-mato per gli acquisti di elet-trodomestici bruni. Per que-sta categoria, il mercato pro-vinciale si è rivelato positivo anche in “relazione alla eleva-

ta attenzione per le tecnologie più innovative e alla progressiva ridu-zione di prezzi che nellʼinsieme hanno determinato una espansio-ne dei volumi di vendita, soprat-tutto nelle aree video e audio por-tatile”. Il favorevole andamento della spesa in beni durevoli ha in-teressato infine anche la doman-da di mobili per la casa. La per-manenza dei tassi di interesse an-cora su livelli storicamente bassi e le attività promozionali dei distri-butori hanno favorito tanto il cre-dito al consumo quanto la richie-

sta di mutui per lʼacquisto di abitazioni, rivelandosi i principali driver della domanda: le vendite sono valu-tate intorno a 32 milioni di Euro per lʼintera Provincia e a 573 Euro per nucleo familiare.

Le prospettive per lʼanno in corso si confermano positive. Per il terziario nel suo complesso è atteso a consuntivo un tasso di crescita posizionato sul 2,5% a prezzi costanti, al pari delle attività commerciali per le quali si preannuncia un profilo più disteso in relazione al ritmo positivo che dovrebbero assumere sia i consu-mi delle famiglie sia lʼaggregato più ampio rappresen-tato dalla domanda interna. In particolare, per la com-ponente dei consumi sembra delinearsi un tasso di in-cremento più elevato del 2004 (+0,7% il valore stima-to), anche grazie alla rinnovata ripresa della domanda di servizi turistici.

Il processo di ammodernamento e di trasformazio-ne della rete distributiva in Provincia ha seguito lʼevo-luzione dei consumi e dellʼeconomia locale, rispon-

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Consumi per nucleo familiare Valori in Euro a prezzi correnti Oristano Sardegna 2003 2004 2005 2003 2004 2005Elettrodomestici bianchi 141 147 139 148 152 152Elettrodomestici bruni 138 157 142 160 174 99Mobili per la casa 591 568 573 538 551 458Auto 983 1.099 1.040 1.014 1.596 1.532Moto 54 81 73 70 79 78 Fonte: Findomestic Banca

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dendo altresì agli effetti della Legge regionale n. 5 del febbraio 2005 che aveva bloccato per un anno il rila-scio di autorizzazioni allʼapertura di nuovi centri com-merciali8, una disposizione che “si è proposta di dare risposte concrete al problema posto dalla proliferazio-ne indisciplinata delle grandi strutture di vendita”. Co-mʼè noto, poi, a partire dal 18 maggio 2006, il settore commerciale si sta confrontando con la nuova Legge regionale “Disciplina generale delle attività commer-ciali”, che ha recepito (dopo ben nove anni) la Legge nazionale Bersani, la quale affidava proprio al legisla-tore locale il compito di disciplinare il settore a livel-lo di singole regioni in conformità alle rispettive esi-genze di ristrutturazione e ordinato sviluppo. Tra le novità che emergono dal recente testo, una più spic-cata attenzione alle piccole e medie imprese commer-ciali e le maggiori restrizioni amministrative allʼaper-tura di ipermercati e centri commerciali9. La Legge attribuisce infatti allʼAssessore competente la facol-tà di elaborare il Piano regionale per le grandi strut-ture di vendita in base a criteri che tengono conto del-la presenza di esercizi preesistenti, del numero di oc-cupati previsti, delle più opportune soluzioni urbani-stiche, ecc.10

In corrispondenza a quanto osservato per lʼintera Regione, la rete commerciale della provincia di Ori-stano si è caratterizzata anchʼessa per una rinnova-ta crescita degli esercizi commerciali al dettaglio, ac-compagnata da una più limitata sostituzione delle su-perfici di vendita dai negozi tradizionali alla grande distribuzione. La consistenza complessiva della rete commerciale ha registrato nel complesso un bilancio positivo, con un andamento uniforme per le aziende presenti nei due principali settori: le unità di vendita al dettaglio si sono caratterizzate per un aumento nel numero dei punti vendita anche se inferiore alla me-dia regionale, con un divario che ha interessato mag-giormente la componente degli esercizi alimentari che in Provincia ha addirittura registrato un ritmo di cre-scita negativo; per contro, le unità del commercio al-lʼingrosso, compresi gli intermediari del commercio, hanno evidenziato un tasso di espansione molto più consistente. Più in particolare, le rilevazioni della Ca-

mera di Commercio segnalano un aumento di 8 uni-tà per gli esercizi al dettaglio escluse le rivendite di auto, moto e riparazioni, pervenendo a fine anno a una consistenza di 2.401 unità, pari a un ritmo tendenzia-le dello 0,3%; gli esercizi allʼingrosso sono aumentati

8 Il disegno di legge prevede una verifica dellʼesisten-te, una più corretta valutazione dellʼequilibrio tra libera concorrenza e del consumatore al servizio di prossimità, unʼanalisi più attenta del territorio e della viabilità. La leg-ge prevede inoltre lʼelaborazione di un vero e proprio piano regionale per le grandi strutture di vendita.

9 La nuova disciplina regionale sul commercio mette finalmen-te ordine nel settore, imponendo regole certe a un comparto cre-sciuto a dismisura negli ultimi anni, e recepisce per ultima, dopo nove anni, la legge Bersani. Il provvedimento presenta numerose novità tra cui segnaliamo: a) la doppia autorizzazione per i cen-tri commerciali (una per il centro commerciale vero e proprio e lʼaltra per gli esercizi allʼinterno della struttura stessa); b)il divie-to di svolgere contemporaneamente attività allʼingrosso e al det-taglio nello stesso esercizio; c) lʼistituzione dei centri commer-ciali naturali; d) la regolazione delle medie strutture di vendita in base al numero di abitanti per centro abitato; e) infine, lʼautorizza-zione unica per la somministrazione di alimenti e bevande al po-sto delle “licenze” che prevedevano autorizzazioni diverse per ri-storante e bar.

Il provvedimento rende più difficile lʼapertura di ipermerca-ti e centri commerciali. L̓ apertura di nuovi grandi esercizi avrà bisogno – infatti - di unʼautorizzazione rilasciata da una Confe-renza di servizi composta dai rappresentanti di Regione, Provin-cia e Comune di appartenenza. La legge mette ordine anche sul-le vendite straordinarie (promozionali, saldi, liquidazioni) mentre intende promuovere la crescita delle attività commerciali, soprat-tutto quelle di piccole e medie dimensioni. Unʼultima notazione ri-guarda i Centri commerciali naturali, già presenti in altre aree del Paese, che dovrebbero racchiudere le varie attività imprenditoria-li svolte nel centro urbano (non solo commerciali, ma artigianali e di servizi), come se facessero parte di un unico gruppo. L̓ idea sot-tostante al provvedimento è quella di alimentare il settore terzia-rio delle città nei rispettivi centri urbani con le esperienze, i mo-delli e la gestione dʼimpresa che caratterizzano i centri commer-ciali “artificiali”.

10 In base a tali criteri, il Piano elaborato dalla Giunta regionale - in attesa di approvazione del Consiglio - prevede una superficie disponibile per lʼIsola di circa 25 mila metri quadri per la compo-nente non alimentare, metà dei quali destinati però allʼampliamen-to delle strutture esistenti, mentre per lʼalimentare non è prevista la possibilità di autorizzare nuove strutture e i circa 7 mila mq di-sponibili potranno essere utilizzati per i soli ampliamenti. La pro-vincia di Oristano avrà a disposizione 4.325 mq per la componen-te non alimentare e 1.958 mq per gli ampliamenti negli esercizi di vendita di beni alimentari.

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invece di ben 21 unità e il loro numero finale si è atte-stato su 790 (+2,7% tendenziale). In linea con la ten-denza regionale, il comparto alberghiero e della risto-razione si è caratterizzato anchʼesso per unʼevoluzio-ne assai favorevole delle nuove aperture, che ha porta-to gli esercizi a una consistenza di 671, in crescita del 4,4% sul 2004.

L̓ indice di rinnovamento evidenzia come la fase positiva del 2004 sia derivata dalla maggiore dinami-

ca delle unità al dettaglio specializzate e, in modo par-ticolare, dalla vivacità degli esercizi non alimentari, anche in relazione alla completa liberalizzazione del-le aperture e alle scelte dei nuovi operatori verso la di-versificazione e la specializzazione merceologica.

Dalla consistenza annuale delle imprese della di-stribuzione ripartite per settore si ricavano per il 2005 incrementi significativi nellʼarea del non alimentare, soprattutto le unità di vendita specializzate in abbi-

Consistenza delle imprese del commercio iscritte alle Camere di commercio Unità a fine anno e variazioni percentuali

Oristano Sardegna 2002 2003 2004 2005 Var. % 2002 2003 2004 2005 Var. %Dettaglio (compresi riparazioni beni) 2.800 2.824 2.849 2.842 -0,2 30.776 31.225 31.646 32.084 1,4 - Esclusi vendita auto e moto 2.352 2.369 2.393 2.401 0,3 25.725 26.144 26.588 27.039 1,7 - vendita auto e moto; riparazione 448 455 456 441 -3,3 5.051 5.081 5.058 5.045 -0,3Ingrosso (compresi intermediari) 768 771 769 790 2,7 9.087 9.207 9.328 9.356 0,3TOTALE 3.568 3.595 3.618 3.632 0,4 39.863 40.432 40.974 41.440 1,1Indice di rinnovamento 5,71 5,46 6,29 5,71 6,19 5,69 5,98 5,84 di cui – dettaglio 5,82 5,51 6,45 6,03 8,02 7,36 7,74 7,55

ALBERGHI E RISTORANTI 610 617 643 671 4,4 7.135 7.342 7.577 7.837 3,4

FONTE: CERVED, Movimprese

Consistenza degli esercizi commerciali al dettaglio per settori merceologiciUnità a fine periodo

Oristano Sardegna 2003 2004 2005 var.% 2003 2004 2005 var. %

Carburanti 62 65 68 4,6 618 629 645 1,8 Non specializzati 1 1 - 55 48 35 -12,7 Non specializzati alimentare 435 437 445 1,8 4.006 4.034 4.084 0,7Non specializzati non alimentare 9 14 20 42,9 164 236 282 43,9Frutta e verdura 66 65 59 -9,2 913 904 861 -1,0Carne 202 194 188 -3,1 1.788 1.765 1.745 -1,3Pesce 59 60 60 0,0 711 733 739 3,1Pane, pasticcerie 24 27 25 -7,4 405 432 433 6,7Bevande 13 15 17 13,3 201 193 210 -4,0Tabacco 83 87 92 5,7 776 802 829 3,4Altri specializzati alimentari 34 29 23 -20,7 462 438 410 -5,2Farmacie 71 72 70 -2,8 532 540 546 1,5Articoli medicali e ortopedici 5 5 6 20,0 87 90 94 3,4Cosmetici e profumi 40 41 46 12,2 585 589 623 0,7Prodotti tessili e biancheria 35 55 51 -7,3 393 733 724 86,5Abbigliamento e pellicceria 261 254 262 3,1 3.616 3.392 3.517 -6,2Calzature e articoli in cuoio 55 62 66 6,5 745 762 751 2,3Mobili, casalinghi, illuminazione 146 148 150 1,4 1.610 1.714 1.746 6,5Elettrodomestici, elettronica 88 79 78 -1,3 736 605 594 -17,8Ferramenta, giardinaggio, sanitari 180 182 185 1,6 1.646 1.705 1.738 3,6Libri, giornali, cartoleria 125 123 124 0,8 1.370 1.415 1.429 3,3Altri specializzati non alimentari 420 433 423 -2,3 4.203 4.493 4.521 6,9Articoli di seconda mano 3 5 5 0,0 50 78 81 56,0

TOTALE 2.417 2.453 2.463 0,4 25.672 26.330 26.637 2,6

di cui – Alimentari 833 827 817 -1,2 8.486 8.499 8.482 0,2 Non alimentari 1.584 1.626 1.646 1,2 17.186 17.831 18.155 3,8

Fonte: Ministero della Attività Produttive

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gliamento, calzature e cosmetici con livelli di crescita oltre la media; per lʼalimentare, si segnala invece una dinamica negativa nel numero degli esercizi in attivi-tà, in particolare per gli esercizi commerciali specia-lizzati nella vendita di frutta e verdura, pane e carne.

Le nuove aperture si sono concentrate in preva-lenza sugli esercizi di vicinato (esercizi con dimensione non superiore a 150 mq, insediati in Comuni fino a 10.000 residen-ti, o a 250 mq se in Comuni con popolazione superiore), specie per le tipologie del supermerca-to alimentare di quartiere e del negozio specializzato non ali-mentare. La dimensione media delle 181 nuove aperture pro-vinciali si è posizionata sui 78 mq, un valore di poco inferiore alla media regionale, pari a cir-ca 82 mq; le stesse hanno rap-presentato solo il 9% dei 1.935 nuovi esercizi che nellʼanno hanno iniziato lʼattività in Regione. Nello stesso pe-riodo, si sono avute 4 nuove aperture di medie struttu-re, ovvero esercizi con dimensione superiore alla pre-cedente tipologia, su un totale regionale di 53 unità, e - per la prima volta - una nuova apertura di unità com-merciale di grandi dimensioni (oltre 1.500-2.500 mq, a seconda della popolazione residente nel Comune) su

due registrate nellʼIsola. La grande distribuzione commerciale11 ha mante-

nuto inalterata la presenza sul territorio provinciale, sia in termini di superfici di vendita che di numero di addetti, consolidando ulteriormente la tendenza di più lungo periodo alla sostanziale stasi del comparto. La

Distribuzione delle nuove aperture commerciali per tipo di esercizio Numero di aperture e superfici di vendita in mq. Vicinato Medio Grande Totale N. mq. N. mq. N. mq. N. mq.

Oristano 2001 213 19.144 1 543 - - 214 19.687 2002 272 28.640 - - - - 272 28.640 2003 211 17.493 5 3.700 . . 216 21.193 2004 215 14.167 1 240 . . 216 14.407 2005 181 14.099 4 1.924 1 1.729 186 17.752 Sardegna 2001 2.434 196.852 44 23.476 3 5.651 2.481 225.979 2002 2.354 198.216 56 32.809 3 7.730 2.413 238.755 2003 2.131 159.750 39 30.301 4 9.705 2.174 199.756 2004 2.096 159.558 24 15.195 4 16.502 2.124 191.255 2005 1.935 160.375 53 40.633 2 2.115 1.990 203.123 FONTE: Ministero della Attività Produttive. Per il 2005, i dati sono provvisori.

11 A partire dal 1° Gennaio 2005, nellʼambito dellʼosser-vatorio Ministeriale del commercio è stata avviata una nuo-va indagine relativa agli esercizi alimentari despecializza-ti a libero servizio compresi nella fascia dimensionale 200-399 mq, denominata minimercati. Trattandosi della prima edizione, lʼindagine risulta sperimentale ed i relativi risul-tati affetti da parzialità (sopratutto territoriale). In Sardegna, lʼindagine è stata svolta per la sola provincia di Sassari.

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forma più competitiva degli ipermercati ha mantenu-to costante lʼunica unità in esercizio, con superfici di vendita e addetti, al pari degli stessi supermercati ali-mentari rimasti stabili su 11 unità, 11 mila mq di su-perficie di vendita e 148 addetti. Nellʼarea del non ali-mentare, anche la tipologia commerciale dei grandi magazzini non ha modificato le sue dimensioni in ter-mini sia di unità, che di superfici e addetti, tendenza che trova conferma anche in tutti gli anni considerati nella tavola di riepilogo.

La struttura distributiva della Provincia, in relazio-ne al sistema Regione e al resto del Paese, evidenzia, per il quinquennio 2000-2005, una consistenza di eser-cizi al dettaglio per unità di popolazione residente che tende ad assumere gli stessi valori della Sardegna e a collocarsi su una posizione superiore a quella rileva-ta per il resto dʼItalia; per contro, la componente allʼin-grosso presenta un rapporto sostanzialmente stabile, su valori inferiori al dato nazionale di almeno due punti percentuali e in linea con quello regionale. Per quanto

Consistenza della grande distribuzioneValori unitari al 1° gennaio, superfici in mq.

Oristano Sardegna 2002 2003 2004 2005 2002 2003 2004 2005 IPERMERCATIN. 1 1 1 1 10 9 8 8 Sup. Alimentari 2.142 2.142 2.142 2.142 33.152 31.292 29.292 29.982 Sup. Non alim 1.808 1.808 1.808 1.808 16.831 15.690 14.690 14.387 Sup. Totale 3.950 3.950 3.950 3.950 49.983 46.982 43.982 44.369Addetti 98 99 99 99 1.738 1.790 1.620 1.690

GRANDI MAGAZZINI N. 1 1 1 1 43 37 33 28 Sup. vendita 1.350 1.350 1.350 1.350 67.062 53.955 51.175 45.992Addetti 19 19 19 19 939 749 701 585

SUPERMERCATI ALIMENTARI N. 10 10 11 11 126 120 115 138 Sup. vendita 10.240 10.241 11.241 11.241 105.988 102.518 97.863 113.061 Addetti 134 134 148 148 2.195 2.163 2.115 2.377 FONTE: Ministero Attività Produttive

Densità degli esercizi commerciali Valori al 31 dicembre Unità di vendita per 1.000 abitanti Mq di superficie per 1.000 abitanti Dettaglio Ingrosso Totale Grandi Ipermercati Supermercati magazzini alimentari 2000 Oristano 17,90 4,89 22,79 8,79 25,72 66,68 Sardegna 18,17 5,41 23,58 39,76 33,73 69,06 Italia 16,23 7,30 23,53 34,59 36,28 95,502001 Oristano 18,09 4,98 23,06 8,83 25,84 66,98 Sardegna 18,57 5,47 24,05 41,12 30,65 64,99 Italia 16,48 7,38 23,86 35,36 37,22 100,652002 Oristano 18,29 5,02 23,30 8,82 25,80 66,88 Sardegna 18,79 5,55 24,34 32,95 28,69 62,60 Italia 16,52 7,42 23,94 32,67 38,98 101,862003 Oristano 18,41 5,03 23,44 8,80 25,75 73,28 Sardegna 19,00 5,60 24,61 31,14 26,77 59,56 Italia 16,63 7,51 24,15 32,70 40,59 107,392004 Oristano 18,51 5,00 23,50 8,77 25,66 73,03 Sardegna 19,18 5,65 24,83 27,87 26,89 68,52 Italia 16,66 7,53 24,19 32,05 41,95 114,582005 Oristano 18,53 5,15 23,68 Sardegna 19,48 5,68 25,16 Italia 16,72 7,54 24,27 FONTE: Nostre elaborazioni su dati ISTAT, Ministero Attività Produttive e Movimprese.

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concerne la grande distribuzione, gli indicatori costruiti in base alle superfici di vendita per unità distributiva si mantengono molto al di sotto dei valori medi della Re-gione e del resto del Paese nel caso dei grandi magaz-zini, mentre la componente dei supermercati alimenta-ri si caratterizza per una crescita della stesso indicato-re oltre il dato regionale; lʼunica superficie di vendita di ipermercato posiziona la Provincia su valori vicini alla media dellʼIsola, vista la ridotta densità di residenti e la recente riduzione della stessa popolazione.

2.4 - Il turismo

Le indicazioni, ancora provvisorie a “distanza di sei mesi” dalla fine della stagione turistica 2005, regi-strano volumi di attività in modesta ascesa per lʼinsie-me degli esercizi ricettivi; se confermati, tali risulta-ti compenserebbero la fase negativa registrata lʼanno precedente nelle strutture extralberghiere. Gli stessi ri-sultati positivi rifletterebbero non soltanto la tenden-za di più lungo periodo, che vede la Regione sempre più al centro della domanda nazionale e internaziona-le di servizi turistici, ma altresì sarebbero conseguen-za dei rischi terrorismo in diverse destinazioni turisti-che del Mediterraneo così come dei gravissimi disastri naturali avvenuti in alcune mete esotiche. Tali eventi, nellʼinsieme, hanno riportato quote di visitatori entro i confini nazionali e verso la Sardegna12.

In chiaro/scuro invece i risultati dellʼOsservatorio regionale per il turismo, che la Confesercenti regiona-le rilascia annualmente agli inizi della stagione estiva. Dalle interviste ai direttori di 130 alberghi di ogni ca-tegoria, estese ad alcuni esercizi extralberghieri, emer-gevano a metà 2005 attese positive degli operatori del-le province di Cagliari e Sassari (il 36% e il 40% del campione intervistato considerava buona la stagione), mentre a Nuoro e Oristano la situazione era più preoc-cupante, con più del 50% del campione che la defini-va sufficiente o mediocre. Dallʼanalisi di questi dati, la Confesercenti regionale ricavava “che anche que-stʼanno il comparto del turismo non crescerà se non in minima parte e solo in alcune aree particolari e circo-

scritte dove il turismo è più attrezzato in termini quali-tativi e quantitativi”. In termini di presenze, il dato ag-gregato 2005 dellʼindagine evidenziava “un lieve mi-glioramento, con un incremento del 10% di operato-ri che sostenevano di aver avuto un aumento dei flus-si turistici”.

I pochi dati effettivi su arrivi e presenze diffusi da-gli Enti Provinciali per il Turismo sono fino a oggi an-cora del tutto provvisori e parziali, anche a causa del noto trasferimento delle competenze degli stessi Enti alle Amministrazioni Provinciali presso i rispettivi As-sessorati al Turismo: passaggio attivato nel frattempo ma non completato sul piano organizzativo e, in parti-colare, della rilevazione dei dati statistici. Da una prima ricognizione delle segnalazioni, si ricava una dinamica positiva delle presenze, compresa tra il 4 e il 5%, ma con risultati contrastati a livello provinciale: Cagliari (per questa Provincia è disponibile il dato annuale sen-za la città di Cagliari) riporta una discreta espansione delle presenze e della presenza media, soprattutto negli esercizi alberghieri e nella componente della clientela estera; dopo diversi anni di crescita ininterrotta, Nuoro dovrebbe registrare una flessione delle presenze, spe-cie negli esercizi extralberghieri (i dati sono provviso-ri, parzialmente stimati e si riferiscono al periodo gen-naio-settembre); per la provincia di Sassari disponia-mo delle sole segnalazioni di Arzachena e Alghero, che rappresentano peraltro oltre il 50% delle presenze com-plessive, da cui si ricava un forte ritmo di crescita degli stranieri in tutti gli esercizi ricettivi di Arzachena e de-gli italiani per il comune di Alghero.

Altrettanto positiva si preannuncia la stagione tu-ristica della provincia di Oristano che ha mostrato un

12 In occasione del rilascio dei primi dati provvisori (molto pochi in verità) durante Bit di Milano di febbraio 2006, lʼAssessore Regionale al Turismo ha affermato che “non è stata una stagione brillante ma cʼè stato sicuramen-te un miglioramento” testimoniato, oltre che dai dati su ar-rivi e presenze (di cui non ha lasciato traccia), dal forte am-pliamento del traffico di passeggeri nei porti e aeroporti e, per quanto riguarda questi ultimi, dai progressi registrati dai vettori low cost.

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profilo molto favorevole, soprattutto in termini di pre-senze complessive risultate in crescita del 6,8%, con punte di tutto rilievo per la clientela estera nelle struttu-re alberghiere e per gli esercizi complementari; tale ri-sultato contrasta in parte le preoccupazioni espresse a metà anno dallʼOsservatorio regionale per il turismo sui probabili risultati negativi attesi per la Provincia.

Per quanto riguarda il dettaglio della provenien-za, il sistema provinciale ha registrato una dinamica positiva nella componente nazionale, ma con un rit-mo assai poco accentuato: la media provinciale rile-

vata dallʼEnte Provinciale per il Turismo mostra un ampliamen-to di arrivi e presenze degli ita-liani negli esercizi complementa-ri (le presenze in questa tipologia sono aumentate del 7,9%), men-tre per le strutture alberghiere si è riscontrato un ritmo positivo - pari al 3,2% - nei soli arrivi, con-trapposto alla sostanziale stabilità delle presenze; nel complesso, gli arrivi sono cresciuti del 3,6% e le

presenze del 3,1%. La suddivisione delle stesse presenze per regione

di provenienza della clientela evidenzia come le com-ponenti più numerose siano state quelle provenien-ti da Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, oltreché dalla stessa Sardegna. Queste componenti hanno rap-presentato i tre quarti delle presenze complessive nel-la Provincia e nellʼinsieme hanno accresciuto in modo significativo la loro domanda di servizi verso le strut-ture extralberghiere a un ritmo compreso tra il 7 e il 20%, con le sole eccezioni di Lombardi e Piemonte-

Movimento della clientela negli esercizi turistici della Sardegna variazioni percentuali 2005-04 Cagliari (*) Nuoro (**) Oristano (***) Sassari (****) di cui Arzachena

Italiani - arrivi 4,9 3,6 -0,8 -4,4 - presenze 7,0 -3,7 3,1 1,5 -1,6Stranieri - arrivi 7,6 4,7 -4,2 -2,7 - presenze 12,1 -2,4 17,1 -0,6 7,3Totale – arrivi 5,5 3,9 -2,4 -3,7 - presenze 8,1 -3,4 6,8 0,5 1,9

(*) Dati riferiti al periodo gennaio-dicembre. Totale provincia esclusa la città di Cagliari. (**) Periodo gennaio-settembre. Dati parzialmente stimati per tener conto delle mancate segnala-zioni. (***) Periodo gennaio-dicembre. Dati provvisori. (****) Dati riferiti al periodo gennaio-set-tembre per le aziende di soggiorno di Arzachena e Alghero. . Fonte: Enti Provinciali del Turismo, dati provvisori

Movimento dei clienti negli esercizi alberghieri ed extralberghieri in Provincia di Oristano Unità e variazioni percentuali

ITALIANI STRANIERI TOTALE Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Esercizi alberghieri 2002 51.289 155.165 11.821 27.753 63.110 182.918 2003 48.134 140.723 13.955 47.692 62.089 188.4152004 47.335 131.695 13.752 39.349 61.087 171.044 2005 48.832 131.583 14.445 47.563 63.277 179.146

Esercizi extralberghieri 2002 14.468 79.937 10.852 43.829 25.320 123.766 2003 15.293 76.119 10.426 41.963 25.719 118.082 2004 17.175 86.276 11.802 40.454 28.977 126.730 2005 17.978 93.129 12.317 45.872 30.295 139.001

Totale 2002 65.757 235.102 22.673 71.582 88.430 306.684 2003 63.427 216.842 24.381 89.655 87.808 306.497 2004 64.510 217.971 25.554 79.803 90.064 297.774 2005 66.810 224.712 26.762 93.435 93.572 318.147 Variazione percentuale 2005-2004 Alberghi 3,2 -0,1 5,0 20,9 3,6 4,7Extralberghi 4,7 7,9 4,4 13,4 4,5 9,7Totale 3,6 3,1 4,7 17,1 3,9 6,8

FONTE: Ente Provinciale per il Turismo di Oristano. Dati provvisori per il 2005.

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si che hanno mantenuto costante la loro presenza nel-le strutture allʼaria aperta. Per contro, gli esercizi al-berghieri hanno visto aumentare visibilmente soltan-to il numero di presenze di Sardi, mentre dalle 4 Re-gioni già considerate il flusso di domanda si è ridotto fortemente a partire proprio dalla Lombardia con una flessione del 16,4%. In definitiva, a parte alcune sor-prese positive come il maggior numero di turisti pro-veniente dalle regioni del Meridione, in primo luogo Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, tra i clienti italiani sono stati proprio i residenti in Sardegna con una consistenza di 72 mila (circa 12 mila presenze in più rispetto al 2004) a salvare la stagione dellʼOrista-nese, in contrasto peraltro con lʼorientamento piutto-sto negativo dei sardi nel gradire le bellezze naturali della loro Isola.

Per la clientela proveniente dallʼestero, gli eserci-zi ricettivi della provincia di Oristano hanno riporta-to consuntivi particolarmente favorevoli nelle strut-ture alberghiere, dove si è avuto un ritmo sostenu-to dei pernottamenti (+20,9%) e in parte degli arri-vi (+5,0%). Il risultato è assai positivo non soltanto per il flusso aggiuntivo della domanda, ma soprattut-to per lʼampliamento evidente della permanenza me-dia; esiti positivi anche se più contenuti si sono avuti anche per gli esercizi complementari, con un +13,4% di presenze rispetto al 2004. Nellʼinsieme, gli stranie-ri che hanno soggiornato nellʼOristanese hanno indi-

rizzato le proprie preferenze ver-so le strutture a maggior contenu-to di servizi – anche se relativa-mente più costose - aumentando anche le giornate di permanen-za media.

Se confrontato con il 2004, il flusso della domanda estera per Paese di provenienza evidenzia il ruolo ancora sostanziale del turi-smo tedesco nonché il forte ritmo delle presenze nelle strutture al-berghiere manifestato dalla com-ponente Regno Unito, divenuto il secondo Paese per importanza in

termini di flussi turistici. Tale risultato va messo in re-lazione al recente sviluppo dei voli low cost Ryanair con uno degli aeroporti londinesi nonché alle corri-spondenti forti riduzioni nel costo del viaggio che in tal modo incide sempre meno sulla spesa complessi-vo della vacanza.

Gli altri Paesi europei che occupano una posizione di rilievo nel sistema turistico della Provincia si sono caratterizzati invece per un andamento contrastato: i Francesi e gli Spagnoli hanno ridotto considerevol-mente le presenze nelle strutture alberghiere (-13,1% e -19,1% rispettivamente), accrescendo in misura più che proporzionale la richiesta degli altri servizi turistici, in particolare verso la struttura diffusa dellʼagriturismo; il risultato finale è stato positivo con valori vicini al 10% di incremento delle presenze. Anche gli Svizzeri sono stati molto più numerosi nelle strutture extralberghie-re, ma la forte riduzione registrata negli alberghi ha de-terminato un consuntivo finale negativo. Da rimarcare la progressiva importanza che ha assunto nel corso del 2005 la clientela proveniente dai Paesi dellʼEst Euro-pa, tradizionalmente meno interessata a questa Provin-cia. Si tratta di un segmento di clientela dal vasto po-tenziale, che potrebbe dare risultati ancor più soddisfa-centi nei prossimi anni ove fosse adeguatamente sensi-bilizzata con campagne promozionali intense e mira-te. Forse collegato con la forza dellʼEuro nei confron-ti del dollaro, si è constatato infine un declino della do-

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manda di servizi alberghieri da parte dei Paesi extra-Ue con una concomitante riscoperta, però, delle strutture extralberghiere. Questo è il caso dei turisti provenienti dagli Stati Uniti che hanno preferito soggiornare negli agriturismo e negli altri esercizi allʼaria aperta (+81% la variazione delle presenze rispetto al 2004) piuttosto che negli alberghi della Provincia.

La tendenza ad ampliare i giorni di permanenza per ciascun periodo di vacanza non si è tradotta in un più alto tasso di utilizzo delle attrezzature turistiche; anzi la distribuzione mensile dellʼattività alberghiera mostra unʼaccentuazione del flusso turistico nei mesi estivi e un minor numero di viaggi distribuito nei mesi di spalla, che nellʼOristanese corrispondono alle set-

Presenze negli esercizi ricettivi della provincia di Oristano per paese di provenienzaUnità per paese di provenienza Esercizi alberghieri Esercizi extralberghieri Totale Esercizi

2004 2005 var. % 2004 2005 var % 2004 2005 var. %

ITALIA 131.695 131.583 -0,1 86.276 93.129 7,9 217.971 224.712 3,1ESTERO 39.349 47.563 20,9 40.454 45.872 13,4 79.803 93.435 17,1-Europa 36.510 45.273 24,0 39.502 44.649 13,0 76.012 89.922 18,3 Regno Unito 3.335 6.081 82,3 1.321 1.639 24,1 4.656 7.720 65,8 Benelux 2.649 2.712 2,4 2.537 923 -63,6 5.186 3.635 -29,9 Germania 8.431 9.171 8,8 20.078 19.797 -1,4 28.509 28.968 1,6 Francia 4.142 3.601 -13,1 4.453 5.836 31,1 8.595 9.437 9,8 Spagna 2.459 1.989 -19,1 816 1.531 87,6 3.275 3.520 7,5 Svezia 317 138 -56,5 21 39 85,7 338 177 -47,6 Svizzera 7.232 4.824 -33,3 5.378 6.061 12,7 12.610 10.885 -13,7 Austria 894 843 -5,7 2.596 2.288 -11,9 3.490 3.131 -10,3 Paesi dell’Est 749 9.121 1117,8 1.426 1.979 38,8 2.175 11.100 410,3 Altri 6.302 6.793 7,8 876 4.556 420,1 7.178 11.349 58,1-Altri Paesi esteri 2.839 2.290 -19,3 952 1.223 28,5 3.791 3.513 -7,3 di cui: Stati Uniti 1.342 1.121 -16,5 158 286 81,0 1.500 1.407 -6,2

TOTALE 171.044 179.146 4,7 126.730 139.001 9,7 297.774 318.147 6,8 FONTE: Ente Provinciale per il Turismo di Oristano. Dati provvisori per il 2005

Presenze di italiani negli esercizi ricettivi della provincia di OristanoUnità per regione di provenienza Esercizi alberghieri Esercizi extralberghieri Totale Esercizi 2004 2005 var. % 2004 2005 var. % 2004 2005 var. %Piemonte 10.486 9.134 -12,9 12.228 12.134 -0,8 22.714 21.268 -6,4Valle d’Aosta 506 325 -35,8 176 466 164,8 682 791 16,0Lombardia 24.523 20.496 -16,4 19.024 19.262 1,3 43.547 39.758 -8,7Bolzano-Bozen 783 315 -59,8 531 340 -36,0 1.314 655 -50,2Trento 708 531 -25,0 929 1.066 14,7 1.637 1.597 -2,4Veneto 7.309 7.254 -0,8 4.971 4.823 -3,0 12.280 12.077 -1,7Friuli-Venezia Giulia 2.884 1.836 -36,3 917 524 -42,9 3.801 2.360 -37,9Liguria 3.634 2.922 -19,6 2.157 2.028 -6,0 5.791 4.950 -14,5Emilia-Romagna 8.672 7.360 -15,1 4.302 4.559 6,0 12.974 11.919 -8,1Toscana 7.720 6.831 -11,5 5.292 5.662 7,0 13.012 12.493 -4,0Umbria 1.761 2.208 25,4 763 450 -41,0 2.524 2.658 5,3Marche 1.980 2.062 4,1 682 367 -46,2 2.662 2.429 -8,8Lazio 13.527 12.288 -9,2 6.206 7.342 18,3 19.733 19.630 -0,5Abruzzo 1.208 1.921 59,0 231 302 30,7 1.439 2.223 54,5Molise 198 128 -35,4 44 8 -81,8 242 136 -43,8Campania 4.545 7.838 72,5 1.257 1.532 21,9 5.802 9.370 61,5Puglia 3.104 1.893 -39,0 249 363 45,8 3.353 2.256 -32,7Basilicata 563 726 29,0 14 67 378,6 577 793 37,4Calabria 507 894 76,3 117 386 229,9 624 1.280 105,1Sicilia 2.528 2.990 18,3 487 663 36,1 3.015 3.653 21,2Sardegna 34.549 41.631 20,5 25.699 30.785 19,8 60.248 72.416 20,2 TOTALE 131.695 131.583 -0,1 86.276 93.129 7,9 217.971 224.712 3,1 FONTE: Ente Provinciale per il Turismo di Oristano. Dati provvisori per il 2005

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timane del Carnevale e agli spet-tacoli legati alla Sartiglia. Questa concentrazione dei flussi ha deter-minato tassi di utilizzo delle infra-strutture alberghiere di ridotta en-tità, con un indice di utilizzazione lorda (rapporto tra numero di pre-senze e numero di giornate-letto potenziali) pari solo al 19%, valo-re sensibilmente inferiore alla me-dia regionale.

E ̓ pur vero che la sorpresa di questa stagione consiste nelle scel-te dei turisti stranieri che, oltre a soggiornare sempre più numero-si nellʼOristanese, hanno deciso di prolungare le loro giornate medie di vacanza sia nei mesi estivi, sia e so-prattutto nei mesi iniziali dellʼanno.

Un altro elemento nuovo e positivo consiste nel contributo fornito dallʼagriturismo alla crescita com-plessiva della stagione turistica13. Comʼè noto, la Sar-degna è forse lʼunica regione italiana che non si è an-cora dotata di un sistema di monitoraggio dellʼattivi-tà agrituristica, nonostante le dimensioni rilevanti che questa attività è venuta assumendo nel contesto turisti-co locale non soltanto in termini quantitativi, ma so-prattutto per il contributo che essa potrebbe dare a fa-vore dello sviluppo delle zone interne. Al momento del presente Rapporto non sono disponibili consuntivi

ufficiali circa lʼevoluzione delle presenze nelle azien-de agrituristiche della Provincia, anche se, tenuto con-to della rapida crescita evidenziata dal sistema extral-berghiero nel suo complesso, è naturale attendersi an-che per questa componente un 2005 con risultati con-siderevoli. Peraltro, lʼimportanza del comparto e la sua vitalità sono testimoniate dalla crescita degli eser-cizi iscritti allʼElenco regionale degli operatori agri-turistici che hanno raggiunto a fine 2005 una consi-stenza di 613 unità a livello regionale, di cui 102 in provincia di Oristano.

La struttura ricettiva provinciale si localizza so-prattutto nelle zone prospicienti il mare o i grandi sta-gni del golfo come Cabras e Santa Giusta, nonché nei Comuni della zona centrale di Samugheo, Nurachi e Neoneli, in prossimità del lago Omodeo; più di recen-te si sono tuttavia registrate numerose aperture anche in altri Comuni dellʼinterno. Nonostante il settore ri-

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Strutture di Agriturismo in provincia di Oristano 2004 2005Baratili S.Pietro 3 3Cabras 19 22Cuglieri 3 3Neoneli 2 3Nurachi 5 6Oristano 5 5Palmas Arborea 3 3Riola Sardo 7 7San vero Milis 10 11Samugheo 4 4Santa Giusta 3 3Simaxis 4 4Trenuraghes 4 3Altri comuni 24 25Provincia di Oristano 96 102

Fonte: Assessorato Regionale all’Agricoltura

13 Comʼè noto, la Sardegna è lʼunica regione in Italia che non rileva il dettaglio delle presenze turistiche negli alloggi agrituristici. A partire dal recente rapporto pubblicato dal-lʼIstat sulla consistenza del comparto a fine 2003 (Istat, Le aziende agrituristiche in Italia al 31 dicembre 2003, Stati-stiche in breve, 2005) per tipo di attività e Regione, è però possibile stimare per la Sardegna circa 200 mila presenze su 5,5 milioni di soggiorni rilevati nei 13 mila esercizi cen-siti in Italia. Nel Rapporto dellʼIstat, la presenza di aziende agrituristiche in Sardegna viene definita di “dimensioni si-gnificative”.

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manga caratterizzato da una forte stagionalità e lʼospi-talità complessiva sia sbilanciata più sul lato della semplice ristorazione che su un offerta integrata, per il 2005 stimiamo 210 mila presenze in Sardegna e circa 35 mila in provincia di Oristano, pari al 25% delle pre-senze complessive presso le strutture extralberghiere.

Nel corso del 2005, si è ampliata la consistenza delle attrezzature ricettive della Provincia, con una crescita che ha interessato in primo luogo le strutture alberghiere, sia in termini quantitativi, sia soprattut-to dal lato della qualità dei nuovi insediamenti. I dati dellʼEnte Provinciale per il Turismo mostrano per il 2005 un incremento degli alberghi in attività (6 in più, con un valore finale di 40 esercizi) e dei posti letto di-sponibili nelle categorie di qualità superiore (poco più di 500 nuovi posti letto); la consistenza degli alberghi di livello inferiore (1 e 2 stelle) si invece è mantenu-ta sui livelli del 2004. Per quanto riguarda gli eserci-zi extralberghieri, la componente dei campeggi e vil-laggi turistici ha mantenuto costanti le 8 unità presen-ti e i circa 4 mila 700 posti letto disponibili, mentre in forte crescita è risultata lʼofferta censita come Alloggi privati e Altri esercizi, due categorie ricettive che rac-chiudono gli alloggi in affitto gestiti in forma impren-ditoriale, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie e i bed & breakfast14.

La consistenza più rilevante di posti letto alber-ghieri in Provincia è individuabile nella fascia costie-ra, da Arborea fino a Cuglieri e che comprende i Co-muni che si affacciano sul Golfo di Oristano (Santa

Giusta, Oristao e Cabras) e quelli situati sulla costa Occidentale (San Vero Milis, Narbolia, Cuglieri e da questʼanno Bosa): in questi territori, le 40 unità in at-tività rappresentano la quasi totalità in termini di posti letto; gli stessi Comuni si caratterizzano anche per la forte presenza di esercizi extralberghieri, con 8 cam-peggi e 4,7 mila posti letto (100% del totale) e con una quota altrettanto rilevante per quanto riguarda la com-ponente “Altri esercizi”.

Le prospettive per il turismo 2006 si mantengo-

no nel complesso positive. I commenti ai risultati del

sondaggio Trademark Italia, condotto come ogni anno

nell’ambito della Bit di Milano con 2.124 interviste,

sono concordi nel ritenere infatti “gli operatori eu-

ropei complessivamente ottimisti su un possibile au-

mento nei flussi di domanda sulla destinazione Italia,

specie da parte dei nuovi mercati di Russia ed Est Eu-

ropa e soprattutto dalla Germania. I mercati tradizio-

nali quali Francia, Spagna e Svizzera attestano, inve-

ce, una certa stabilità”. Particolarmente interessante

risulta il fatto che “nelle prime dieci destinazioni idea-

li figura al primo posto la Sardegna, al secondo Roma,

al terzo il Trentino e solo al quarto le mete esotiche

dei Caraibi”. Le prospettive per l’Isola sembrano dun-

que favorevoli, sia per la componente degli italiani,

Consistenza della ricettività per numero di posti letto in provincia di OristanoDati di fine periodo. Unità Esercizi Posti letto Var % 2002 2003 2004 2005 2002 2003 2004 2005 posti lettoESERCIZI ALBERGHIERI 36 36 34 40 2.118 2.115 2.005 2.526 26,0 5 stelle e lusso 4 stelle 4 4 5 9 888 888 906 1.275 40,7 3 stelle e residenze t.a. 14 14 13 14 884 884 782 835 6,8 2 stelle 15 15 14 16 312 312 293 405 38,2 1 stella 3 3 2 1 34 31 24 11 -54,2

ESERCIZI EXTRALBERGHIERI 9 10 10 197 5.276 5.342 4.976 5.751 15,6 Campeggi,villaggi 9 9 8 8 5.276 5302 4912 4.690 -4,5 Alloggi privati (REC) 1 8 24 88 Altri esercizi 1 1 181 40 40 973 2432,5

Fonte: Ente Provinciale per il Turismo di Oristano. I dati del 2005 sono provvisori.

14 Il salto nella serie delle strutture ricettive extralber-ghiere va attribuito ai bed&breakfast che sono stati censi-ti dallʼEnte Provinciale per il Turismo proprio a partire dal 2005.

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che quest’anno “dovrebbero privilegiare soggiorni più

lunghi” con una spesa procapite in aumento, sia quella

estera, in previsione di una ripresa della domanda pro-

veniente dalla Germania.

Positivi anche i consuntivi rilevati con l’indagine

campionaria Istat sull’attività alberghiera nel perio-

do pasquale (dal 14 al 23 aprile 2006). Rispetto alla

Pasqua del 2005 si è verificato a livello nazionale un

aumento del 24,9 per cento degli arrivi e del 17,5 per

cento delle giornate di presenza; nell’Italia meridio-

nale ed insulare il ritmo è stato

molto più dinamico soprattutto

in termini di presenze, cresciu-

te del 23,8%, alimentate dalla

componente estera che ha regi-

strato un incremento del 29,4

per cento. La maggiore movi-

mentazione negli alberghi, as-

sociata alla riduzione della per-

manenza media, è da conside-

rare tra i risultati positivi dei

vettori low cost.

Cauto ottimismo emerge

infine dai risultati dell’Osser-

vatorio regionale per il turi-

smo, che la Confesercenti re-

gionale rilascia annualmente

agli inizi della stagione esti-

va. Dalle interviste ai 150 al-

berghi di ogni categoria, estese

ad alcuni operatori extralber-

ghieri, si ricavano infatti “pa-

reri abbastanza favorevoli ri-

Consistenza della ricettività per località in Provincia di Oristano nel 2005

Esercizi alberghieri Esercizi extralberghiere Campeggi Altri esercizi Totale Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto

Arborea 11 1.186 - - 1 6 1 6Oristano 6 569 2 790 18 130 20 920Fordongianus 1 180 - - 7 37 7 37Cabras 4 104 1 660 55 296 56 956San Vero Milis 4 99 - - 10 50 10 50Cuglieri 3 89 2 1.288 11 64 13 1.352Bonarcado 2 88 - - 2 9 2 9Tresnuraghes 2 63 - - 4 17 4 17Santulussurgiu 3 47 - - 4 19 4 19Narbolia - - 2 1.768 4 46 6 1.814Riola sardo 1 17 - - 11 73 11 73Altri comuni 3 84 1 184 62 314 63 498

TOTALE PROVINCIA 40 2.526 8 4.690 189 1.061 197 5.751

Fonte: Ente Provinciale per il Turismo di Oristano.

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spetto alle attese della stagione entrante, anche rispet-

to ad un sentimento di speranza legato allo scarso an-

damento della passata stagione”. Meno positive risul-

tano tuttavia, in questo quadro generale, le attese degli

operatori dell’Oristanese, contrassegnate da una forte

concentrazione delle risposte su una visione sufficien-

te della stagione in arrivo, con una sostanziale stabi-

lità delle presenze attese sui livelli comunque positivi

del 2005 (l’83% ha dichiarato prenotazioni stabili e il

restante 17% in aumento).

Nelle sue conclusioni, l’Osservatorio sottolinea tra

l’altro il persistere di problemi strutturali che potreb-

bero compromettere la qualità della stagione in corso.

Tra questi, i ritardi dell’Ente Regione nel “processo

di sostituzione delle Aziende di Soggiorno e dell’Esit

con altri organismi in grado di promuovere iniziative

finalizzate allo sviluppo del comparto”, nonché “l’isti-

tuzione dei Sistemi Turistici Locali su base provincia-

le che non ha prodotto i risultati sperati per quanto ri-

guarda lo sviluppo della promozione e dell’organiz-

zazione turistica in Sardegna”. In definitiva, il cam-

pione intervistato e lo stesso Osservatorio “lamentano

l’assenza di un coordinamento delle attività di marke-

ting turistico da parte della Regione, criticano in modo

duro il Piano di Marketing presentato dalla Giunta Re-

gionale e auspicano che la formazione e la qualifica-

zione degli imprenditori e degli addetti, diventi il pro-

blema da affrontare per migliorare i servizi e potenzia-

re lo sviluppo economico del comparto”.

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3. IL SISTEMA DEL CREDITO

Si è detto del periodo negativo che ha caratterizza-to lʼevoluzione economica del Paese nel 2005, e, pur con tutte le aspettative per una ripresa che ancora sten-ta, la situazione ha influito anche sullʼattività credi-tizia regionale. La dinamica economica in Sardegna, pur parzialmente positiva, non ha quindi trovato ap-poggio in quella nazionale ed è rimasta asfittica, men-tre la ripresa in provincia di Oristano è stata comun-que significativa anche per il settore creditizio.

La crescita delle variabili reali regionali, legata so-prattutto alla variazione delle scorte e ad una stenta-ta evoluzione degli investimenti fissi, non ha dunque trainato, come sarebbe stato possibile, il settore credi-tizio. Il 2005 ha inoltre segnato lʼinversione dei tassi che, dopo la discesa tra gli ultimi anni ʼ90 e primi del duemila, ha visto il ritorno di spinte al rialzo. Trattan-dosi di un movimento ancora contenuto, verificatosi sul finire dellʼanno, possiamo ancora parlare di tassi storicamente bassi accompagnati dal persistere di con-dizioni monetarie espansive e dalla sostanziale tenuta del mercato immobiliare, il che ha infatti mantenuto elevata la domanda di finanziamenti, specie nel com-parto del medio e lungo termine.

La persistente volatilità dei mercati finanziari, do-vuta al timore di eventuali rischi di perdite sugli inve-stimenti è collegata alla percezione della clientela che è iniziato il periodo dei rialzi dei tassi, con prospettive di più interessanti investimenti nel reddito variabile, ma anche alle note vicende del mondo finanziario na-zionale che hanno indotto i risparmiatori ad aumentare la quota di investimenti in strumenti liquidi e meno ri-schiosi, nonché in prodotti finanziari offerti dalle ban-che, anche di matrice assicurativa.

L̓ evoluzione dei mercati finanziari, nel complesso positiva, ha contribuito a qualificare la domanda di at-tività da parte degli investitori anche nella nostra Re-gione. Nel 2005, le famiglie sarde hanno infatti, da un lato aumentato la loro propensione al risparmio, dal-lʼaltro sono rientrate dalle attività a più alto rischio, dagli investimenti a più lunga scadenza come le obbli-gazioni e dai prodotti bancari a bassa remunerazione;

sembra invece essersi fermato il processo di erosione della quota investita in fondi comuni; vedremo come la Provincia di Oristano si differenzia in questo sen-so, data una persistente uscita dai fondi e una maggior preferenza per le gestioni patrimoniali.

In Sardegna, a fronte di un minore interesse nei confronti del risparmio bancario, è ripreso lʼinvesti-mento diretto nei mercati finanziari, che però ha inte-ressato prevalentemente i titoli di Stato nonostante i rendimenti storicamente bassi, e non il mercato azio-nario. Le banche hanno assecondato queste tenden-ze, proponendo conti correnti con alcune innovazio-ni in termini di accessori e costi, nonché qualifican-do la propria offerta verso prodotti assicurativi, fon-di comuni, e i “pronti contro termine” sempre molto appetibili.

Il basso costo dellʼindebitamento ha favorito, come si è detto la domanda di credito delle famiglie, finaliz-zata in primis allʼinvestimento immobiliare – perce-pito come bene rifugio, e come forma di risparmio al-ternativa - e allʼacquisto di beni di consumo durevo-li; un processo alimentato del resto da un livello di in-debitamento delle famiglie ancora distante da quello che caratterizza i principali paesi europei, con un di-vario che tra lʼaltro indica ulteriori margini di svilup-po potenziale per lʼattività retail delle stesse banche. Dal lato delle imprese, un onere del debito pur sempre ragguardevole e una redditività dellʼattività produtti-va immutata hanno contenuto la domanda di finan-ziamenti esterni, tenuto conto del ritmo moderato dei nuovi investimenti fissi. Ciò non è valso per tutte le imprese regionali cosicché si sono registrati in realtà comportamenti differenziati per dimensione dʼimpre-sa e settori produttivi: più accentuate dinamiche han-no interessato in prevalenza le imprese più grandi del settore servizi, meno esposte alla concorrenza interna-zionale e con flussi di reddito stabili. Per questi ope-ratori, il mercato del credito ha inoltre offerto interes-santi opportunità per allungare la scadenza del debito, riducendone i costi finanziari dati gli attuali bassi li-velli dei tassi di interesse a medio-lungo termine. An-che il settore delle costruzioni ha continuato a benefi-ciare di questa situazione, e in particolare della buo-

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na domanda delle famiglie, nonostante siano ancora diminuite le operazioni agevolate: i limiti relativi alla durata e allʼimporto massimo del finanziamento, han-no reso infatti queste ultime operazioni meno appeti-bili rispetto alle sempre più articolate offerte degli isti-tuti di credito, in relazione anche alle crescenti quota-zioni degli immobili.

Il sistema bancario nellʼIsola ha registrato, in ter-mini di evidenze statistiche, una forte contrazione del-le sofferenze, legata ad una operazione straordinaria di cessione dei crediti ad una banca estera da parte di un istituto operante nellʼIsola, con un implicito migliora-mento del “grado di rischiosità” assolutamente inat-tendibile. Per poter svolgere più appropriate conside-razioni utilizzando variabili che sterilizzino gli effet-ti delle operazioni di cartolarizzazione, si può consi-derare il “tasso di decadimento” dei finanziamenti re-lativo alla clientela residente in Sardegna: il rapporto tra nuove sofferenze e prestiti in essere allʼinizio del-lʼanno, è diminuito, dallʼ1,06 allo 0,92%, (1,085% per la provincia di Oristano, anchʼesso in diminuzione). Nuove indicazioni sulla mortalità finanziaria delle im-prese e delle famiglie produttrici confermano, peral-tro, il persistere di uno strutturale maggior grado di default in Sardegna rispetto al resto dʼItalia.

La raccolta bancaria in Regione, per quanto prima accennato circa le scelte della clientela, ha visto una crescita della raccolta diretta, trainata dai conti cor-renti e pronti contro termine, mentre i certificati di de-posito, obbligazioni e depositi, hanno fornito un ap-

porto negativo allʼespansione. Dopo un 2004 che ave-va visto una nuova espansione della raccolta indiret-ta e faceva sperare in ulteriori crescite, si è ritornati ad un decremento per questa componente, a causa soprat-tutto dei fattori condizionanti lʼinvestimento finanzia-rio prima richiamati.

Si è quindi assistito ad un travaso di fondi, dalla raccolta indiretta alla diretta, per motivi di liquidità e precauzionali, ma anche ad una crescita complessiva della raccolta bancaria.

La Provincia di Oristano ha subito invece un piu ̓forte decremento della raccolta a breve tradizionale, in contrapposizione ad un incremento dei conti correnti e sopratutto dei titoli di stato. Gli impieghi lordi in pro-vincia hanno risentito in particolar modo della carto-larizzazione prima ricordata che ne ha determinato un calo nellʼaggregato per localizzazione degli sportelli. Al netto delle sofferenze la crescita provinciale degli impieghi è risultata in linea col sistema regionale e an-chʼessa caratterizzata da un forte incremento degli im-pieghi a medio e lungo termine.

Lʼevoluzione nel 2006: le attese sono moderata-mente ottimistiche dal punto di vista della cresci-ta economica, che dovrebbe prender corpo in corso dʼanno seppur accompagnata da contenuti aumenti dei saggi di interesse, in uno scenario che rimarrà an-cora caratterizzato da incertezze e volatilità delle quo-tazioni nei mercati azionari. La percezione del rischio e i comunque bassi rendimenti dovrebbero mantenere positiva la domanda di depositi a vista e rendere più

Principali aggregati creditizi Variazione percentuale annua per localizzazione della controparte. Totale banche

Oristano Sardegna dic-02 dic-03 dic-04 dic-05 dic-06 dic-02 dic-03 dic-04 dic-05 dic-06Raccolta diretta 20,5 -8,6 4,8 -1,8 3,0 6,6 4,9 -0,7 5,6 2,8 di cui - totale depositi 3,6 4,3 5,8 -1,0 2,2 3,5 6,7 0,7 6,1 2,8 depositi in c/c 8,9 8,4 4,5 4,2 4,0 5,7 8,5 1,3 8,6 3,7Raccolta indiretta 38,8 -43,2 3,0 19,3 6,9 -5,2 -16,8 8,2 -2,3 3,6 di cui - in amministrazione 53,1 -54,4 6,8 24,8 8,1 -6,5 -25,0 15,2 -6,0 2,9TOTALE RACCOLTA 26,0 -20,1 4,4 3,1 4,0 2,9 -1,3 1,4 3,6 3,0Impieghi per controparte (*) 5,8 4,4 7,1 5,6 7,1 3,5 3,6 8,9 6,2 6,9 di cui - a m/l termine 3,4 8,0 10,8 12,5 8,7 4,8 6,9 12,5 13,0 8,3Impieghi per sportello (*) 3,7 5,1 29,1 -2,1 7,2 13,0 3,7 13,0 5,0 5,9 Sofferenze -0,5 -10,8 -0,7 -33,1 2,1 -5,5 -1,0 1,1 -30,4 1,2

(*) comprese le sofferenze

FONTE: Matrice dei conti; Prometeia per le stime a dicembre 2006.

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difficile per il risparmiatore la scelta dellʼinvestimento diretto. Ci si attende comunque una ripresa della cre-scita anche per lʼindiretta.

Per la raccolta diretta, in provincia di Oristano, è previsto un ritorno alla crescita, accompagnata da un aumento della raccolta indiretta con variazioni supe-riori a quelle regionali. La fase maggiormente espan-siva dellʼeconomia dovrebbe stimolare anche gli im-pieghi, che si manterranno su buoni livelli, in linea con la dinamica dellʼIsola. Il valore degli impieghi per sportello, al lordo delle sofferenze, dovrebbe tornare nuovamente a crescere.

Anche per le sofferenze è ora possibile che, fatta pulizia, si ritorni a crescere, a ritmi tuttavia contenuti e pur sempre inferiori rispetto alla dinamica attesa per gli impieghi. Infatti non possiamo trascurare lʼimpat-to dellʼimminente avvio dellʼAccordo di Basilea 2 con la conseguente ancor più vigile attenzione da parte de-gli istituti sui loro crediti e sulla relativa classificazio-ne degli stessi, in bonis oppure in default15.

Per la prima volta questʼanno sono disponibili al-cune informazioni disaggregate in base alle nuove Province: sul lato degli impieghi, emerge ancor più forte il ruolo di Cagliari e la marginalità di alcune aree, mentre per Oristano, nella nuova configurazio-ne provinciale, i volumi aumentano in misura abba-stanza contenuta; si conferma la battuta dʼarresto de-gli impieghi, legata alla citata operazione straordina-ria. La raccolta bancaria negli sportelli sardi segna un aumento del +4,6%, mentre per Oristano lʼaumento è limitato allʼ1%.

3.1 - Posizionamento ed evoluzione

Per quanto concerne la presenza degli sportelli bancari, la Provincia di Oristano risulta unʼarea so-stanzialmente statica dato che presenta a fine 2005 lo stesso numero di sportelli operativi (82) di cinque anni prima, unica fra le province Sarde con crescita zero. Nel corso del quinquennio tuttavia il numero degli sportelli si era accresciuto nei primi due anni di due unità, per poi perderle negli ultimi anni. La Provin-

cia è stata quindi interessata ad un ripensamento stra-tegico da parte delle banche che hanno preferito spo-starsi in altre zone, con un fenomeno in controtenden-za rispetto alla crescita sia della Regione, (superiore al 6%) sia nazionale (che sfiora il 12%). Il numero de-gli sportelli cresce quindi in Sardegna ad un ritmo pari a circa la metà di quello nazionale e anche nelle due Province maggiori dellʼIsola, economicamente più vi-vaci, la crescita è rimasta ben al di sotto della media nazionale.

Ciò nonostante, Oristano città vede ancora cresce-re gli sportelli, con una presenza bancaria superiore ri-spetto a Nuoro, ancorché abbia un minor numero di abitanti del centro barbaricino, ma una maggiore inci-denza – sia in termini di popolazione che di banche - rispetto alla propria Provincia.

Gli aggregati creditizi nelle nuove provinceMilioni di euro. Dati per localizzazione dello sportello. Totale banche

2004 2005 consistenze var. % consistenze var. % Impieghi * Cagliari 6.694 11,6 7.052 5,4Carbonia - Iglesias 442 12,2 483 9,3Medio Campidano 269 14,1 316 17,5Nuoro 1.070 27,5 982 -8,2Ogliastra 175 10,7 189 7,9Olbia - Tempio P. 1.388 11,9 1.511 8,8Oristano 803 28,9 788 -1,9Sassari 3.449 9,0 3.689 7,0 Sardegna 14.289 12,9 15.010 5,0 raccolta diretta Cagliari 4.688 3,9 4.963 5,5Carbonia - Iglesias 594 -4,7 624 4,9Medio Campidano 528 -3,0 546 3,4Nuoro 1.066 -0,7 1.071 0,4Ogliastra 317 -3,5 337 6,3Olbia - Tempio P. 1.004 1,2 1.117 11,2Oristano 1.017 -0,9 1.027 1,0Sassari 2.314 -3,4 2.393 3,4 Sardegna 11.529 0,3 12.058 4,6 *: i prestiti comprendono le sofferenze

FONTE: Banca d’Italia, Note sull’economia della Sardegna

15 Si rimanda alla normativa di Basilea, per quanto ri-guarda lʼintroduzione dei diversi modelli di valutazione della clientela, lʼutilizzo dei rating relativi ai clienti e alle operazioni di credito da questi poste in essere, nonché i cri-teri per la definizione di un cliente in default: “Convergen-za internazionale della misurazione del capitale edei coeffi-centi patrimoniali”, Comitato di Basilea, giugno 2004.

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Indicatori della presenza bancaria per provincia. Totale banche CAGLIARI SASSARI NUORO ORISTANO SARDEGNA ITALIASportelli provinciali dic-00 254 191 116 82 643 28.175 dic-01 260 192 117 82 651 dic-02 265 196 119 84 664 dic-03 265 199 120 84 668 30.502 dic-04 272 202 120 83 677 30.496 dic-05 274 208 119 82 683 31.498 Variazione % 2000-2005 7,9 8,9 2,6 - 6,2 11,8

Sportelli nei Comuni dic-00 84 33 10 13 capoluogo dic-01 89 35 11 13 dic-02 94 38 12 15 dic-03 91 41 13 15 dic-04 97 43 13 15 dic-05 97 44 13 15 Popolazione per sportello dic-05 2.791,3 2.247,9 2.195,1 1.870,7 2.411,4 1.837,8 Addetti per sportello dic-05 8,1 6,4 4,7 4,3 6,5 7,0 Fondi intermediati (*) per sportello dic-05 61,6 49,6 33,2 28,1 49,0 74,5 - di cui impieghi lordi dic-05 32,2 28,6 15,5 13,3 25,9 40,1 - raccolta diretta dic-05 29,4 21,0 17,7 14,7 23,0 34,4 PIL per sportello (milioni di euro) 2005 38,9 32,4 31,6 24,4 33,9 33,4 PIL procapite (migliaia di euro) 2005 13,9 14,4 14,4 13,1 14,1 18,2

(*) Raccolta diretta e impieghi lordi in milioni di euro

FONTE: Nostre elaborazioni su dati Banca d’Italia, Istat e Prometeia

Il dato relativo alla popolazione per sportello for-nisce una chiave di lettura: con 1.870 abitanti per spor-tello Oristano risulta la Provincia sarda con il minor numero di clienti potenziali per sportello ovvero quel-la maggiormente bancarizzata e in linea con la media nazionale. Se la media nazionale è il benchmark, allo-ra effettivamente lʼOristanese e lo stesso Capoluogo – con circa 2.000 abitanti per sportello – non presenta-no grandi margini di crescita, mentre sembrano esser-ci ancora spazi per un aumento degli sportelli nelle al-tre Province sarde.

La provincia di Oristano si caratterizza inoltre per una massiccia presenza di sportelli “leggeri”, in eviden-te relazione ai numerosi Comuni di piccole dimensio-ni. Questi ultimi rappresentano per le aziende bancarie un persistente aspetto problematico nella loro gestione perché, a fronte dellʼincomprimibilità dei costi fissi in-dispensabili per lʼapertura e lʼefficienza di uno sportel-lo, non godono di una dimensione di mercato sufficien-te a rendere il medesimo sportello remunerativo e in li-nea con le attese aziendali di ricavi medi. La via nor-malmente praticata è quella di insediare nei Paesi inte-ressati delle unità aziendali con il minor numero possi-bile di addetti o di ricercare soluzioni opportune in ter-

mini di aperture parziali, cercando comunque di sod-disfare quanto più possibile le esigenze delle comuni-tà locali. Tuttavia forse la Sardegna e in particolare la provincia di Oristano, aveva già toccato il suo minimo, tanto che dal 2004 mentre nel resto dʼItalia il numero di addetti per sportello ha registrato una flessione del 28% (da 9,7 addetti per sportello a 7 del 2005), in Sardegna si è saliti da 6,1 a 6,5 addetti, e nellʼarea di Oristano lʼaumento è stato dal precedente 3,8 a 4,3. La provincia di Cagliari ha ora un numero medio di addetti superiore alla media nazionale, 8 contro 7.

Tuttavia per valutare meglio questi dati occorre te-ner conto, oltre che del numero di abitanti per sportel-lo e degli addetti per sportello, anche la “torta finan-ziaria” a disposizione dello sportello, ovvero i dati re-lativi al Pil per sportello e pro-capite.

In Sardegna il Pil per sportello è rimasto stabile mentre a livello nazionale ha avuto una lieve contra-zione dovuto alla più forte dinamica dei punti azienda-li, sufficiente però a farlo scendere al di sotto di quel-lo Sardo. Oristano è rimasta stabile allʼultimo posto tra le province Sarde con 24,4 mln di Euro per sportel-lo, molto lontana sia dalla media regionale che italia-na (delle quali rappresenta meno del 75%).

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Il Pil pro-capite rimasto stabile a livello nazionale a 18,2 mln di Euro, in Sardegna ha avuto solo un lieve incremento raggiungendo i 14,1 mln, anchʼesso quin-di ben lontano dal valore Italia. Oristano con 13,1 mln di Euro, in lieve contrazione, occupa anche in que-sto caso stabilmente lʼultima posizione tra le Province sarde. La non brillante fase economica nazionale e re-gionale traspare chiaramente da questi pochi numeri.

La stagnazione economica in Italia si riflette nei valori dei fondi intermediati per sportello che riman-gono complessivamente stabili a 74,5 mln, sostanzial-mente sul livello dellʼanno precedente (ex 73,3 mln E, +1%): il pur forte incremento sul lato degli impieghi (da 36 a 40 mln, +10%) è infatti stato in larga parte as-sorbito da una decisa contrazione sul lato della raccol-ta (da 37 a 34,4 mln, -7%).

La Sardegna mostra invece un discreto incremento dei fondi intermediati, da 46,8 mln del 2004 a 49 mln € del 2005, +5%. Per lʼIsola, lʼaumento è trainato sia dal lato degli impieghi che passano da 24,7 a 25,9 mln con un + 5% che da una crescita dei depositi, i quali passano da 22 a 23 mln Euro, +4%. Questa tendenza si riscontra un po ̓in tutte quattro le Province pur se in diverse misure; quella di Oristano appare complessi-vamente in linea con la dinamica regionale, ma gli im-pieghi che raggiungono i 13,3 mln registrano un incre-mento del 7%, mentre la raccolta cresce solo del 3% e raggiunge i 14,7.

Se però lʼincremento dei fondi intermediati per sportello in Italia è stato assai modesto, risentendo della dinamica del Pil, e dellʼaumento degli sportelli, in Sardegna la più forte crescita dei fondi intermediati sembra più attribuibile ad un certo recupero di effica-cia e di efficienza degli sportelli data la minor cresci-ta in numero e lʼevoluzione del Pil regionale comples-sivamente ancora modesta. A maggior motivo ciò vale per lʼoristanese, dove gli sportelli sono diminuiti.

Si può infine osservare che mentre in Italia, Sar-degna, e province di Cagliari e Sassari il peso degli impieghi nei fondi intermediati è maggiore rispetto a quello dei depositi nellʼOristanese e nel Nuorese è lʼopposto a significare la minore dinamicità economi-ca di queste aree.

3.2 - L’attività di raccolta

L̓ evoluzione della raccolta bancaria in provincia

di Oristano ha registrato nel suo complesso un buon tasso di crescita, superiore tra lʼaltro a quello regio-nale; si è tuttavia confermata la tendenza in atto, an-che a livello locale, verso una certa ricomposizione delle forme di risparmio preferite dalla clientela. Da un lato prosegue lʼorientamento ad abbandonare quel-le più tradizionali, come i certificati di deposito o i li-bretti, dallʼaltro i risparmiatori sono tornati a fuggi-

Raccolta per forma tecnica e localizzazione della clientelaMilioni di euro. Totale banche

Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. % - Depositi a risparmio 215,0 218,5 212,5 -2,7 1.879,1 1.919,4 1.909,3 -0,5 - Certificati di deposito 123,7 147,7 117,5 -20,4 969,2 896,9 851,4 -5,1 - Conti correnti 589,8 616,3 642,3 4,2 8.926,5 9.042,6 9.823,7 8,6 - Obbligazioni 231,5 227,3 205,2 -9,7 3.002,1 2.980,9 2.850,2 -4,4 - Pronti termine 12,5 19,4 29,5 52,3 220,4 223,5 288,6 29,1TOTALE DIRETTA 1.172,6 1.229,2 1.207,1 -1,8 14.997,3 15.063,3 15.723,2 4,4 - Gestioni patrimoniali e fondi 129,6 124,7 135,0 8,3 1.878,8 1.830,6 1.903,8 4,0 - di cui: Fondi comuni 121,2 116,6 101,0 -13,3 1.422,3 1.430,3 1.487,2 4,0 - Titoli di terzi in custodia 234,0 250,0 312,0 24,8 2.875,4 3.137,4 2.949,3 -6,0 - di cui: Titoli di stato 128,9 146,0 205,3 40,6 1.648,6 1.895,2 1.914,1 1,0 BOT 48,3 48,1 65,4 35,8 616,0 773,4 753,4 -2,6 BTP 69,9 83,4 105,7 26,7 768,7 859,1 880,4 2,5 Azioni 14,6 13,6 12,1 -11,1 675,4 758,6 566,0 -25,4TOTALE INDIRETTA 363,6 374,7 447,0 19,3 4.754,2 4.968,0 4.853,1 -2,3

TOTALE RACCOLTA 1.536,2 1.603,9 1.654,1 3,1 19.751,5 20.031,3 20.576,3 2,7

FONTE: Matrice dei conti

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re dalle più rischiose, come lʼinvestimento in azioni. I clienti, come si è già accennato, hanno preferito orien-tarsi su forme ritenute “sicure”, rifugiandosi nella sta-bilità dei titoli di Stato, nonostante i bassi rendimen-ti e nella liquidità dei conti correnti, in attesa di poter cogliere eventuali nuove occasioni di investimento di altra natura.

In dettaglio lʼevoluzione della raccolta diretta, a li-vello delle diverse forme tecniche, a fine 2005, pre-senta un consistente calo dei certificati di deposito, con una riduzione ancor più pronunciata della media regionale. I depositi a risparmio in Provincia di Ori-stano segnano anchʼessi una flessione, più accentuata rispetto alla media regionale; in entrambi i casi la fles-sione si verifica, dopo anni in cui - nonostante i pro-blemi simili a quelli dei certificati - continuavano a registrarsi interessanti saggi di crescita. I conti cor-renti sono lʼunica componente della raccolta diretta a registrare un deciso incremento, buono in Provincia (+4,2%) e ancor più robusto (+8,6%) a livello regiona-le, continuando il trend ininterrotto di crescita di me-dio periodo. Per le obbligazioni lʼevoluzione è simi-le a quella dei depositi: dopo anni di sviluppo si assi-ste per il secondo anno consecutivo ad un calo partico-larmente accentuato nellʼOristanese. I pronti termine, infine, dopo aver attraversato un momento di disaffe-zione nel 2003, hanno visto confermarsi la fiducia già accordata dai risparmiatori nel 2004, con un forte in-cremento superiore al 50% a livello provinciale che li porta a superare i valori assoluti dei primi anni duemi-

la, e con una espansione intorno al 30% a livello re-gionale. Evidentemente i risparmiatori della Provin-cia hanno preferito orientarsi su questo prodotto, in un momento di transizione, in attesa di ulteriori aumen-ti dei tassi che rendano più convenienti anche investi-menti a medio termine. Complessivamente nellʼOri-stanese la raccolta diretta ha perso quasi due punti per-centuali mentre in Sardegna ne ha guadagnato ben 4.

Per quanto riguarda la raccolta indiretta nellʼOri-stanese si assiste ad una forte crescita complessiva (+19%) trainata dai titoli di terzi in custodia, ed in particolare dallʼincremento esplosivo sui titoli di Sta-to (quasi un ritorno dei “Bot e Btp people”) in con-trapposizione alla continua emorragia che caratterizza il comparto azioni e fondi comuni. Il comportamento dei risparmiatori oristanesi sembra dunque impronta-to a una logica di estrema prudenza, preferendo avvi-cinarsi al mercato tramite gestioni curate da speciali-sti. A livello regionale, invece, il complesso della rac-colta indiretta cala di un paio di punti, per la pesante influenza della fuga dal comparto azionario (- 25%), compensata solo parzialmente da un certo incremento nei Btp e nei fondi.

L̓ evoluzione della raccolta diretta per settore eco-nomico della clientela conferma alcune delle differen-ze appena messe in luce tra lʼarea considerata e lʼIso-la nel suo complesso. Mentre a livello Sardegna tutti e quattro i settori economici considerati segnano un in-cremento della raccolta diretta, particolarmente forte per famiglie produttrici (+7,2%) e imprese (+14,3%),

Raccolta diretta per principali settori economici della clientela Milioni di euro per localizzazione della controparte. Totale banche

Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. %Amministrazioni Pubbliche 33,1 42,2 41,3 -2,3 1.216,8 1.042,6 1.058,5 1,0Famiglie Consumatrici 804,5 856,7 875,6 2,2 9.377,0 9.879,6 10.142,8 2,7Famiglie Produttrici 160,5 137,8 140,0 1,6 1.477,0 1.300,3 1.393,7 7,2Imprese non finanziarie (*) 131,3 132,6 130,1 -1,9 1.918,6 2.004,5 2.291,1 14,3 di cui depositi (DR, CD e C/C) Amministrazioni Pubbliche 33,1 42,2 41,3 -2,3 1.180,5 974,4 980,4 0,6Famiglie Consumatrici 595,1 640,3 649,1 1,4 7.014,7 7.474,7 7.808,5 4,5Famiglie Produttrici 130,0 113,1 121,3 7,2 1.176,2 1.062,8 1.159,9 9,1Imprese non finanziarie (*) 127,3 127,1 125,2 -1,5 1.755,7 1.870,9 2.141,0 14,4 (*) Imprese private e pubbliche, associazioni tra imprese, società o quasi società non finanziarie

FONTE: Matrice dei conti

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in Provincia di Oristano si segnalano in decisa contro tendenza proprio le imprese, che calano di quasi il 2% e le Pubbliche Amministrazioni che riducono i volu-mi di oltre il 2%.

Si conferma quindi il progressivo innalzamento della propensione al risparmio delle famiglie sarde e, a livello regionale, anche delle imprese che spinte dal-la volatilità dei rendimenti ottenibili dagli investimen-ti diretti hanno aumentato la richiesta di depositi e altri strumenti poco rischiosi offerti dalle banche. A livello

provinciale le imprese non riescono ad incrementare il proprio risparmio e ciò sembra confermare un mo-mento di stasi economica locale, che invece non sem-bra interessare le famiglie produttrici.

Considerando i depositi per settore di attività pro-duttiva abbiamo unʼulteriore riprova di quanto “in nuce” abbiamo evidenziato nella tabella precedente: alcune attività segnano contrazioni anche robuste del loro risparmio mentre a livello regionale cʼè una net-ta prevalenza di segni positivi e solo i prodotti chimi-

ci e industriali registrano il segno meno.

In Provincia si evidenziano la buona ripresa che ha caratterizza-to il comparto dei servizi ai tra-sporti e del commercio nonché la continua crescita dellʼedilizia, ma con variazioni della liquidi-tà, tra il +5 e il +8%, cioè in misu-ra decisamente più debole rispet-to a quanto si registra in Sarde-gna, tra il +10 e il +20%. Il setto-re alberghi segna invece un fortis-simo incremento (+65%) rispetto al dato regionale (+20%), ma con

Depositi (DR, C/C, CD) per attività economica della clientela Migliaia di euro per localizzazione della clientela. Totale banche Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. % Agricoltura, Silvicoltura e Pesca 63.367 54.219 54.186 -0,1 373.632 382.961 394.396 3,0Prodotti Energetici 5.523 6.741 667 -90,1 78.052 106.522 138.660 30,2Minerali e Metalli Ferrosi e Non 721 109 297 172,9 21.671 17.941 27.933 55,7Minerali e Prodotti Non Metallici 3.866 4.055 3.837 -5,4 50.408 52.715 66.388 25,9Prodotti Chimici 1.538 1.619 1.029 -36,5 19.366 18.248 11.425 -37,4Prodotti In Metallo 2.173 2.175 2.564 17,9 31.455 30.792 30.930 0,4Macchine Agricole e Industriali 792 574 588 2,4 10.291 11.234 13.889 23,6Macch. Per Ufficio, Elab.Dati, Strum. Prec. 442 398 688 73,0 8.292 9.095 9.576 5,3Materiale e Forniture Elettriche 724 609 1.019 67,3 23.236 20.490 22.280 8,7Mezzi Di Trasporto 423 524 823 57,0 13.509 14.693 18.028 22,7Alimentari, Bevande e Tabacco 11.042 12.750 11.158 -12,5 90.283 91.066 99.034 8,7Tessili, Cuoio, Calzature, Abbigliamento 1.412 1.580 1.329 -15,9 19.105 15.704 25.435 62,0Carta, Stampa Ed Editoria 2.291 2.130 3.158 48,3 15.307 15.147 19.875 31,2Prodotti In Gomma e In Plastica 158 348 443 27,4 7.896 8.182 8.496 3,8Altri Prodotti Industriali 2.913 3.607 2.669 -26,0 43.664 43.350 42.278 -2,5Edilizia Ed Opere Pubbliche 17.003 18.585 19.847 6,8 374.828 410.740 491.010 19,5Commercio, Recuperi e Riparazioni 50.130 45.490 47.968 5,4 634.243 598.665 677.650 13,2Alberghi e Pubblici Esercizi 5.519 4.609 7.606 65,0 127.716 115.809 139.799 20,7Trasporti Interni, Marittimi e Aerei 5.305 4.904 5.174 5,5 218.117 212.201 232.753 9,7Serv. Ai Trasporti, Comunicaz.e altro 81.954 75.198 81.503 8,4 770.834 758.132 831.023 9,6

FONTE: Matrice dei conti

Distribuzione % della raccolta in Provincia di Oristano a fine Dicembre 2005

Depositi a risparmio12%

Certificati di deposito7%

Conti correnti36%

Obbligazioni12%

Gestioni patrimoniali8%

Pronti termine2%

Fondi comuni6%

Titoli di terzi in custodia17%

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una base di partenza abbastanza contenuta. Tra gli al-tri settori positivi possiamo citare quello dei trasporti, della carta e dei prodotti in metallo.

Lʼagricoltura registra praticamente una stasi dopo un 2004 che aveva visto una forte contrazione, mentre nellʼIsola segna un ulteriore incremento del 3%.

Il segno negativo è invece molto pesante per quan-to riguarda il settore dei prodotti energetici con un –90% in contrapposizione ad un +30% a livello regio-nale. Altre decise contrazioni riguardano gli alimenta-ri, il tessile, e i minerali e prodotti non metallici che in Sardegna registrano invece incrementi, mentre i pro-dotti chimici e gli altri prodotti industriali segnano va-riazioni negative sia nel territorio preso a riferimento che in Regione.

Tenuto conto dei volumi intermediati dalle ban-che e delle componenti del portafoglio riconducibili allʼinvestimento diretto della clientela, il valore com-plessivo della ricchezza finanziaria detenuta in Pro-vincia alla fine del 2005, si può stimare in quasi 11 mila Euro per abitante, tra depositi, gestioni e titoli in amministrazione, pari a circa 29 mila Euro per fa-miglia. Questi dati sono inferiori alla media regiona-

le, corrispondente a 12.500 Euro procapite e a 33 mila Euro per nucleo familiare.

Per quanto riguarda la composizione del risparmio, la componente più rilevante rimane il conto corrente bancario (36% del totale), seguita dai titoli di terzi in custodia e amministrazione (17%) che insieme han-no ormai superato oltre la metà della raccolta, poi tro-viamo i depositi a risparmio (12%) e le obbligazio-ni (12%). Più staccati ma significativi troviamo le ge-stioni (8%) che hanno superato i certificati di deposito (7%) e i fondi comuni (6%) mentre hanno un peso li-mitato i pronti contro termine.

3.3 - L’attività creditizia e i livelli di rischio

Pur essendosi avviato lʼatteso rialzo dei tassi a fine dicembre 2005, proseguito durante lʼanno in cor-so, possiamo dire che lo scorso anno è rimasto carat-terizzato da una politica monetaria espansiva, e lʼatti-vità creditizia ne è stata positivamente influenzata an-che nella nostra Isola. Complessivamente gli impie-ghi verso i residenti sono aumentati di oltre il 6%, e,

Totale impieghi in milioni di euro Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. %Totale banche - per localizzazione clientela 967,1 1.035,4 1.093,2 5,6 15.321,6 16.682,4 17.712,0 6,2 - per localizzazione sportello 611,5 789,7 773,3 -2,1 12.655,4 14.289,2 15.009,9 5,0Banche con raccolta a breve - per localizzazione sportello 611,5 789,7 11.323,2 12.831,2

Fonte: Matrice dei conti

Impieghi per forme tecniche Milioni di euro per localizzazione della controparte, escluse le sofferenze. Totale banche Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. %Rischio di portafoglio 25,0 21,9 22,5 2,5 209,8 200,1 184,4 -7,8Impieghi in c/c 127,9 147,6 151,9 2,9 2.268,5 2.244,8 2.297,4 2,3Mutui 484,8 535,7 595,8 11,2 7.899,8 9.186,7 10.336,6 12,5Altri crediti 216,4 218,2 247,9 13,6 3.127,6 3.210,0 3.613,6 12,6 - credito al consumo 89,2 101,7 116,6 14,6 1.184,9 1.406,7 1.628,2 15,7 - factoring 0,8 0,7 0,4 - 39,4 7,5 14,9 17,7 18,7 - leasing 4,7 4,6 4,2 -8,3 51,4 54,9 63,2 15,2 - altri crediti 121,8 111,2 126,7 13,9 1.883,9 1.733,5 1.904,6 9,9TOTALE 854,0 923,4 1.018,0 10,2 13.505,7 14.841,6 16.432,0 10,7

Fonte: Matrice dei conti

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per localizzazione degli sportelli sono cresciuti del 5%, entrambi in rallentamento rispetto allʼanno prece-dente. In provincia di Oristano il ritmo di crescita è ri-sultato più lento in relazione agli impieghi verso i re-sidenti (+5,6%), e addirittura negativo, -2%, se con-sideriamo i crediti per localizzazione dello sportello. Tale differenza tra i due aggregati e nel confronto con il dato regionale appare abbastanza insolito per lʼarea considerata e la sua economia, tuttavia non inspiega-bile. Oristano presenta infatti strutturalmente un di-vario di andamento tra le due tipologie di impieghi - per residenza della controparte e per sportello - mol-to più accentuato di quanto già non lo sia a livello re-gionale; ciò è riconducibile al fatto che un consistente numero di residenti ha ottenuto linee di credito pres-so sportelli localizzati fuori dalla Provincia. Inoltre su questi dati che ricomprendono anche le sofferenze, in-fluisce lʼaccennata forte riduzione di queste: se lʼope-razione straordinaria a livello regionale influisce ma non tanto da assorbire tutta la crescita da nuovi impie-ghi, nellʼarea presa in considerazione, ed in particola-re per localizzazione degli sportelli, lʼevento accenna-to riesce ad assorbire interamente la dinamica dei nuo-vi crediti.

Per meglio valutare la dinamica dei crediti è oppor-tuno passare a considerare la tabella con gli impieghi per forma tecnica e localizzazione della controparte, che non ricomprende le sofferenze.

Alla rinnovata dinamica degli impieghi hanno con-tribuito i tassi di interesse relativamente stabili o in leggero aumento, ma ancora considerabili storicamen-te bassi, che hanno reso più che conveniente lʼindebi-tamento bancario, con effetti espansivi che hanno più che compensato la non ancora brillante evoluzione dei

finanziamenti provocata, nellʼattuale fase congiuntu-rale, dalla moderata ripresa produttiva e dal contenuto processo di accumulazione soprattutto in alcuni setto-ri dellʼeconomia locale.

L̓ aggregato degli impieghi al netto delle sofferen-ze ha registrato in provincia di Oristano, nel 2005, una dinamica accelerata pari al 10,2%, mezzo punto sotto a quella Regionale, e mostra variazioni di segno po-sitivo per tutte le forme tecniche ad eccezione di lea-sing e factoring, in questʼarea abbastanza marginali, che invece mostrano variazioni decisamente positive in Sardegna. Lo sviluppo dei finanziamenti provinciali ha riguardato principalmente le forme a più lunga sca-denza, specie mutui alle famiglie per acquisto di abita-zioni (+11%) o credito al consumo (+14,6%) sulla scia del costo favorevole per i finanziamenti e della intensa ricerca di mutui per investimenti immobiliari. I presti-ti a breve termine, nella forma tecnica del conto cor-rente, sono cresciuti del 2,9%, in decelerazione rispet-to alla dinamica del 2004, ma superiore alla dinamica regionale. I prestiti a breve alle imprese attraverso il rischio di portafoglio hanno visto una ripresa del 2,5% contro un persistente calo regionale (–7,8%).

L̓ evoluzione dei finanziamenti bancari non è stata tuttavia omogenea né per tipologia delle scadenze, né per categoria dei destinatari. Per quanto riguarda le fa-miglie produttrici e le imprese non finanziarie, la ridu-zione dei tassi di interesse non ha sollecitato una più decisa propensione allʼindebitamento, nonostante un costo del denaro ai minimi storici rendesse la richie-sta di fondi particolarmente conveniente nel segmen-to a breve e meno rischiosa in quello a lungo. Entram-bi i settori si sono ancora confrontati con le persistenti scarse prospettive di crescita economica e con la con-

Impieghi per principali settori economici della clientela Milioni di euro per localizzazione della controparte. Totale banche Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. %Pubblica amministrazione 28,7 28,3 43,2 52,8 409,7 453,1 477,3 5,3Famiglie consumatrici 340,5 394,3 434,2 10,1 5.151,5 5.863,7 6.597,5 12,5Famiglie produttrici 200,6 203,6 210,4 3,3 1.927,1 1.966,9 2.006,6 2,0Imprese non finanziarie (*) 381,3 391,4 389,4 -0,5 7.211,8 7.604,5 7.781,6 2,3 (*) Imprese private e pubbliche, associazioni tra imprese, società o quasi società non finanziarie

FONTE: Matrice dei conti

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seguente minor domanda di credito per investimen-ti. In particolare, le aziende oristanesi hanno registra-to un calo di mezzo punto percentuale, contro lʼincre-mento di poco superiore al 2% delle imprese nellʼIso-la; le famiglie produttrici crescono invece del 3%, più della media Sarda (+2%), ma su valori assolutamente contenuti se confrontati con quelli degli altri due set-tori.

Per contro, ha continuato a crescere sensibilmente la domanda di credito delle famiglie consumatrici, che hanno così aumentato il proprio indebitamento netto nei confronti del sistema bancario. Questo comporta-mento delle famiglie, orientato ad accrescere il pro-prio indebitamento a fronte di spese per investimenti e per acquisti di beni durevoli, oltre che in linea con una tendenza di medio periodo che vede crescere lʼelasti-cità del loro debito rispetto alla spesa, è stato favorito anche dalle politiche di offerta delle banche, sempre più finalizzate a compensare in tal modo la minore di-namica della componente imprese oltreché a ridurre i complessivi livelli di rischio: anche in questa Provin-cia, per le famiglie consumatrici il rapporto sofferenze – impieghi, è, come si vedrà, di circa quattro volte in-feriore a quello delle famiglie produttrici e un terzo di quello delle imprese. I crediti alle famiglie consuma-trici sono aumentati di oltre il 10%, un paio di punti in

meno rispetto alla dinamica regionale, ma pur sempre in misura apprezzabile.

Per quanto riguarda la destinazione del credito alle diverse attività produttive, tra i settori rilevan-ti dal punto di vista del peso economico per lʼarea in esame, si evidenzia la crescita del +10,7% degli ali-mentari e bevande, del +3,4% dellʼagricoltura, del +17,8% dellʼedilizia e del + 4% per i servizi ai tra-sporti, e che insieme rappresentano quasi i due terzi degli impieghi alle attività produttive. Incrementi più accentuati si registrano per i minerali e metalli ferro-si e non, e per i prodotti chimici, che tuttavia hanno una minor influenza sullʼevoluzione economica pro-vinciale. Il commercio ha invece accusato un calo del –1,6%; contrazioni hanno interessato anche gli alber-ghi e pubblici esercizi, e i trasporti interni, tutti settori abbastanza importanti nellʼeconomia locale. Le con-trazioni maggiori hanno invece riguardato i prodotti energetici e le macchine agricole.

Nella componente a medio e lungo termine degli impieghi la Provincia di Oristano, lo scorso anno ha registrato una crescita, superiore a quella regionale: +12%, contro +11,2% dellʼIsola. Le componenti rife-rite alle famiglie consumatrici pur continuando su ot-timi livelli di sviluppo, nellʼoristanese hanno rallenta-to la loro crescita più che altrove: così i prestiti lega-

Impieghi per rami di attività economica della clientela migliaia di euro per localizzazione della controparte. Totale banche

Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. %Agricoltura, Silvicoltura e Pesca 118.402 117.410 121.372 3,4 727.564 721.586 752.062 4,2Prodotti Energetici 9.602 15.545 5.796 -62,7 830.214 742.465 779.331 5,0Minerali e Metalli Ferrosi e Non 1.224 1.320 2.229 68,9 73.565 62.447 48.857 -21,8Minerali e Prodotti Non Metallici 19.842 14.675 11.864 -19,2 274.728 296.229 284.375 -4,0Prodotti Chimici 2.409 2.260 3.021 33,7 82.044 83.622 71.096 -15,0Prodotti In Metallo 10.012 13.860 11.120 -19,8 130.107 137.488 121.360 -11,7Macchine Agricole e Industriali 9.396 9.004 4.866 -46,0 58.084 62.826 63.157 0,5Macch. Per Ufficio, Elab.Dati, Strum. Prec. 1.456 1.886 1.809 -4,1 29.938 30.877 28.269 -8,4Materiale e Forniture Elettriche 4.915 3.784 3.207 -15,2 76.462 82.850 79.049 -4,6Mezzi Di Trasporto 1.850 2.387 2.222 -6,9 94.239 97.565 95.495 -2,1Alimentari, Bevande e Tabacco 119.488 118.739 131.424 10,7 639.552 660.041 636.773 -3,5Tessili, Cuoio, Calzature, Abbigliamento 5.408 5.584 4.146 -25,8 117.617 122.322 112.188 -8,3Carta, Stampa Ed Editoria 4.138 3.319 3.000 -9,6 96.157 85.788 92.436 7,7Prodotti In Gomma e In Plastica 1.506 1.992 1.796 -9,8 59.097 63.406 50.691 -20,1Altri Prodotti Industriali 8.831 9.801 7.701 -21,4 254.554 273.658 268.513 -1,9Edilizia Ed Opere Pubbliche 66.162 65.833 77.553 17,8 1.707.010 1.777.463 1.845.047 3,8Commercio, Recuperi e Riparazioni 118.374 119.748 117.829 -1,6 1.637.268 1.698.895 1.764.449 3,9Alberghi e Pubblici Esercizi 18.976 22.351 21.317 -4,6 668.618 754.281 832.122 10,3Trasporti Interni, Marittimi e Aerei 11.650 12.044 11.896 -1,2 414.685 574.361 526.463 -8,3Serv. Ai Trasporti, Comunicaz.e altro 48.255 53.480 55.598 4,0 1.167.342 1.243.304 1.336.459 7,5 FONTE: Matrice dei conti

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ti allʼacquisto di immobili residenziali segnano un au-mento dellʼ11,6% contro il +15,4%, regionale, quelli per immobili diversi da abitazione crescono solo del +2,7% rispetto al + 8,7% mentre i finanziamenti dei beni durevoli acquistati dalle famiglie si contraggono di oltre il -5%, contro una crescita del 6,5% a livello regionale. Prosegue robusta lʼevoluzione degli inve-stimenti per costruzione di abitazioni.

L̓ evoluzione delle operazioni agevolate, distribui-te per destinazione del finanziamento, ha mostrato una nuova riduzione del tasso tendenziale, in linea con il trend discendente di più lungo periodo. Complessiva-mente la flessione nel territorio è stata contenuta in un –2,5% rispetto al –6,3% registrato su scala regiona-le; tuttavia alcune destinazioni hanno riportato valori negativi molto elevati, come i finanziamenti a valere

sulle Leggi per il Mezzogiorno, e come i fondi desti-nati al settore delle piccole e medie imprese, allʼarti-gianato, nonché quelli a favore del commercio. Meri-ta un piccolo approfondimento lʼevoluzione dei finan-ziamenti per lʼedilizia agevolata, che con la riduzio-ne evidenziata continua la lunga serie negativa; la for-te tendenza in atto da parte delle famiglie allʼacquisto di unità residenziali, si risolve in un alto livello di do-manda complessiva di mutui fondiari, ma con una mi-nor richiesta di operazioni agevolate. La spiegazione potrebbe essere implicita, a nostro avviso, nel basso livello dei tassi di interesse, che ha reso meno conve-niente la richiesta di prestiti agevolati anche per i vin-coli connessi alle relative operazioni.

Dallʼesame del rapporto impieghi / depositi per lo-calizzazione della clientela emerge una differenza tra

Finanziamenti oltre il breve termine per destinazione economica milioni di euro per provincia di destinazione del finanziamento. Totale banche Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. %Acquisto di immobili diversi da abitazioni di famiglie consumatrici 44,3 47,4 48,7 2,7 917,2 1.007,7 1.095,1 8,7Altre destinazioni 192,6 213,3 254,3 19,2 2.820,5 3.728,7 4.340,9 16,4 di cui: beni durevoli famiglie consum. 65,6 61,1 57,8 -5,4 827,0 853,4 908,9 6,5 altre destinazioni 96,0 113,3 154,0 36,0 1.451,7 2.210,1 2.627,9 18,9 investimenti finanziari 31,0 38,9 42,5 9,2 541,8 665,2 804,1 20,9Altri investimenti in costruzioni 51,1 59,5 66,8 12,2 1.302,6 1.079,2 1.211,8 12,3 di cui: fabbricati non residenziali 46,1 55,3 63,8 15,4 847,4 946,6 1.092,4 15,4 costruzioni - opere del genio civile 5,0 4,2 3,0 -30,3 455,2 132,6 119 -10,0Acquisto abitazioni famiglie consumatrici 125,2 159,4 177,8 11,6 2.322,2 3.110,2 3.589,6 15,4Investimenti in macchine,attrezz. e mezzi di trasporto 66,6 56,6 58,2 2,9 1.101,8 922,3 819,7 -11,1Investim. nella costruzione di abitazioni 116,5 122,7 132,4 7,9 1.804,8 1.868,6 1.972,5 5,6 TOTALE 596,3 658,8 738,2 12,0 10.269,2 11.716,7 13.029,5 11,2 FONTE: Banca d’Italia, Bollettino statistico.

Operazioni agevolate per destinazione del finanziamento Consistenze di fine periodo in milioni di euro Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. %Leggi Mezzogiorno 11,7 1,0 0,8 -16,0 86,1 44,8 19,5 -56,6Medie e Piccole Imprese 11,8 9,0 6,2 -30,8 145,1 121,3 84,2 -30,6Altre Imprese 2,7 2,6 2,3 -8,0 37,4 35,7 30,8 -13,7Com., Attivita’ Fin. e Servizi 9,5 8,1 6,9 -15,4 216,1 198,7 192,6 -3,1Esportazioni Agricoltura, Foresta e Pesca 21,5 16,0 24,9 55,9 143,8 114 126 10,6Edilizia Ed Abitazioni 88,2 66,6 63,5 -4,6 1.712,9 1.384,2 1.332,7 -3,7Artigianato 25,9 27,0 22,1 -18,1 403,4 426,5 374,7 -12,1Calamita’ Naturali 0,1 0,1 0,9 587,1 0,8 1,5 5,3 261,2Altre Destinazioni 7,9 12,1 11,2 -7,0 80,6 109,6 118,1 7,7 Totale 179,3 142,4 138,9 -2,5 2.826,2 2.436,2 2.283,9 -6,3 FONTE: Banca d’Italia, Bollettino statistico.

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i valori provinciali inferiori allʼunità e quelli regiona-li superiori allʼunità: il rapporto minore di uno signifi-ca che in un dato territorio quanto viene raccolto dal-le banche non viene tutto reimpiegato nello stesso am-bito. Calcolato al netto del settore pubblico, lo stesso indicatore aumenta per la Sardegna, segnalando che la presenza della P.A. determina volumi aggiuntivi di raccolta che le banche impiegano nella stessa regione. La tendenza osservata nel medio periodo per il dato provinciale è di un progressivo aumento, così da aver raggiunto lo 0,9.

Come già accennato inizialmente, per quanto con-cerne i livelli di rischiosità in corso dʼanno, non è possibile apprezzare lʼevoluzione delle sofferenze in quanto i volumi sono stati pesantemente influenzati da una grossa operazione di cessione di crediti inesigibi-li da parte di una banca nazionale operante però an-che sul nostro territorio. Si può notare che la provin-cia di Oristano è stata coinvolta più di quanto non lo sia stata in media la Sardegna: in particolare osservia-mo che le sofferenze per la clientela oristanese si sono contratte più che nella globalità dellʼIsola, e in misu-

ra ancor maggiore si sono contrat-te le sofferenze generate da sportel-li dellʼarea ed evidentemente inte-stati a clienti ad essa esterni. A li-vello regionale la riduzione per lo-calizzazione dello sportello appare decisamente inferiore a quella del-la clientela residente nellʼIsola, per

cui è probabile che diversi ceduti sardi fossero clien-ti di filiali esterne alla Sardegna, e quelli di Oristano attingessero fuori dai confini provinciali. La differen-za tra i due aggregati a livello provinciale nel corso degli anni si è andata riducendo, tanto che mentre nel 2003 le sofferenze per localizzazione della clientela erano più del doppio di quelle per localizzazione spor-telli, nello scorso anno il divario si è contenuto in una volta e mezzo. Bisogna però sottolineare che lʼopera-zione di cartolarizzazione, nellʼoristanese ha interrot-to una serie crescente di sofferenze per localizzazio-ne dello sportello che dal 2000 stavano continuamen-te lievitando, a differenza di quello per localizzazione della clientela che vedeva una massa in continua con-trazione.

Con riferimento allʼevoluzione del rapporto soffe-renze – impieghi in Sardegna, per localizzazione della clientela, si riscontra una decisa tendenza alla riduzio-ne, dal 14,5% del 2000 allʼ11% del 2004, con 3,5 pun-ti di flessione in un quadriennio: un risultato che già di per sé era positivo, diventa eclatante quando nel 2005 raggiunge la metà del valore di partenza. Lo stesso ag-

Rapporto impieghi-depositi per localizzazione della clientela (*) Totale banche Totale impieghi Al netto Pubblica Amministrazione dic-03 dic-04 dic-05 dic-03 dic-04 dic-05Oristano 0,83 0,86 0,93 0,83 0,86 0,92 Sardegna 1,04 1,12 1,15 1,10 1,18 1,20 (*) Totale impieghi comprese le sofferenze. Per i depositi, raccolta diretta esclusi i Pct

Fonte: Matrice dei conti

Sofferenze Milioni di euro. Totale banche

Oristano Sardegna

dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. %

localizzazione clientela 112,1 111,3 74,5 -33,1 1.806,9 1.827,4 1.271,1 -30,4localizzazione sportello 54,7 87,9 51,0 -41,9 1.219,1 1.318,9 1.141,9 -13,4 FONTE: Matrice dei conti

Rapporto sofferenze-impieghi Valori percentuali. Totale banche Oristano Sardegna

dic-03 dic-04 dic-05 dic-03 dic-04 dic-05localizzazione clientela 11,6 10,8 6,8 11,8 11,0 7,2 localizzazione sportello 9,0 11,1 6,6 9,6 9,2 7,6 FONTE: Matrice dei conti

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gregato, per localizzazione degli sportelli, segna una contrazione analoga, aiutata nel tempo da una riduzio-ne più diluita che lʼha visto passare da 15,9 a 9,2% e poi con lʼultima “spallata” al 7,6%. In Provincia per localizzazione della clientela lʼevoluzione è analoga a quella regionale, mentre per localizzazione degli spor-telli si partiva da un valore decisamente sotto la me-dia regionale e sotto a quello provinciale per residenti, per andare in crescendo, fino a superare entrambi nel 2004: lo scorso anno la contrazione ha riallineato que-sti due aggregati.

In relazione alla rischiosità evidenziata dai prin-cipali settori economici, si osserva una contempora-nea riduzione dei volumi delle sofferenze in Regione, tanto forte da riportali sui valori degli ultimi anni ʼ90. Possiamo fare, quindi, solo alcune considerazioni sul-lʼevoluzione che li ha caratterizzati dal 2000 al 2004, ovvero fino allʼanno precedente la cartolarizzazione. Le famiglie consumatrici hanno avuto un trend in con-tinuo aumento, che le aveva portate a crescere di ol-tre il 30%, contro un più modesto 9,3% della Regione; per quanto attiene alle famiglie produttrici, abbiamo una discreta crescita nellʼoristanese contro una ridu-zione della Sardegna, mentre la clientela imprese non finanziarie si è caratterizzata per una più forte contra-zione in questʼarea, -21,5%, rispetto al –9,6%, regi-strato nellʼIsola. Si possono interpretare queste varia-

zioni con una crescente attenzione al controllo credi-tizio verso le imprese e le famiglie produttrici che ha caratterizzato in questi ultimi anni lo scenario banca-rio, al contrario per le famiglie consumatrici, al centro di campagne per incentivarne il ricorso al credito da parte di tutto il sistema.

Se confrontata con la media regionale, Oristano si caratterizza per la minore consistenza delle sofferen-ze in rapporto ai finanziamenti a favore delle famiglie produttrici: il divario rispetto al totale regionale si è andato via via riducendo, dai quasi dieci punti percen-tuali agli otto, confermandosi, anche in questʼambito territoriale, come la categoria maggiormente a rischio. Ad un livello un po ̓più contenuto troviamo le impre-se non finanziarie - settore di maggiore importanza in termini di volumi - anchʼesse caratterizzate da una di-namica pregressa già particolarmente virtuosa: in par-ticolare la riduzione del rapporto sofferenze/impieghi è stata molto forte nellʼOristanese dove agli inizi del 2000 il rapporto era oltre il 22%. Le famiglie consu-matrici che già prima erano il settore meno rischioso, si confermano infine come la categoria con maggio-re capacità di restituzione in assoluto, al 3,3%, ora so-stanzialmente in linea con il valore Sardegna.

Per quanto riguarda i valori delle sofferenze per rami di attività, le situazioni a rischio relative al 2005 vedono tutti i rami in forte contrazione, per cui è im-

possibile esprimere un giudizio sulla situazione congiunturale degli stessi: possiamo, anche in questo caso, costatare che i valo-ri hanno fatto un salto in-dietro nel tempo di mol-ti anni. Importanti settori

Sofferenze per principali settori economici della clientela Milioni di euro per localizzazione della controparte. Totale banche Oristano var. % Sardegna var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. % 00-04 dic-03 dic-04 dic-05 var. % 00-04Famiglie consumatrici 19,3 21,2 14,4 -32,1 31,3 253,5 280,2 213,8 -23,7 9,3Famiglie produttrici 34,5 34,1 22,6 -33,6 9,4 507,7 496,2 370,3 -25,4 -5,9Imprese non finanziarie (*) 58,1 55,9 37,4 -33,1 -21,5 1.039,2 1.044,4 681,0 -34,8 -9,6 (*) Imprese private e pubbliche, associazioni tra imprese, società o quasi società non finanziarie

FONTE: Matrice dei conti

Rapporto sofferenze-impieghi dei principali settori economici della clientela Milioni di euro per localizzazione della controparte. Totale banche Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 dic-03 dic-04 dic-05Famiglie consumatrici 5,7 5,4 3,3 4,9 4,8 3,2 Famiglie produttrici 17,2 16,7 10,7 26,3 25,2 18,5 Imprese non finanziarie (*) 15,2 14,3 9,6 14,4 13,7 8,8 (*) Imprese private e pubbliche, associazioni tra imprese, società o quasi società non finanziarie

FONTE: Matrice dei conti

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sotto il profilo delle consistenze, come, edilizia, com-mercio, alberghi e altri prodotti industriali, avevano già un trend delle sofferenze discendente sia in zona che nellʼIsola, mentre altri che da anni continuavano a vedere lievitare le loro sofferenze hanno sperimentato un deciso abbattimento, come lʼagricoltura, trasporti, alimentari, minerali non metallici e tessile.

L̓ analisi per singola branca produttiva del rappor-to sofferenze su impieghi risente del brusco abbatti-mento degli indicatori avvenuto nel 2005, tuttavia, nonostante questo possiamo evidenziare due aspetti: su base provinciale permangono alcuni settori dove il rapporto è rimasto su livelli particolarmente alti, qua-li quello delle macchine agricole, del tessile, del ma-teriale elettrico, dellʼedilizia, degli altri prodotti in-dustriali, dei trasporti e dellʼagricoltura tutti ben ol-tre la media del 10% dellʼOristanese, che inoltre risul-ta molto simile a quella regionale. L̓ altro fatto che si

può sottolineare è che nonostante la riduzione dellʼul-timo anno, nellʼarco del quinquennio ben tre branche a livello provinciale e due a livello regionale registra-no ancora un incremento, ovvero: materiale e fornitu-re elettriche, tessili e alimentari nella provincia, e car-ta e prodotti energetici in Sardegna.

Preoccupa la rischiosità dellʼedilizia che è per vo-lumi di impiego uno dei settori più importanti sia a li-vello provinciale che regionale – dove però ha avu-to una maggiore riduzione - con un rapporto sofferen-ze su impieghi rispettivamente del 21% e del 16%; lʼagricoltura che nellʼarea si attesta attorno al 13%, in Sardegna evidenzia un 23%, ovvero si denota come il settore maggiormente rischioso nellʼIsola.

La tabella relativa alle partite incagliate lancia qualche cattivo presagio su quella che potrebbe esse-re la prossima evoluzione della rischiosità provincia-le: gli incagli di un anno molte volte si trasformano

nelle sofferen-ze dellʼanno s u c c e s s i v o , se le posizio-ni di difficoltà non riescono a

Sofferenze per rami di attività della clientela Migliaia di euro per localizzazione della controparte. Totale banche Oristano Sardegna Var % Var % dic-03 dic-04 dic-05 var. % 00-04 dic-03 dic-04 dic-05 var. % 00-04Agricoltura, Silvicoltura e Pesca 16.219 15.729 14.245 -9,4 9,3 195.286 183.974 169.832 -7,7 -11,8Prodotti Energetici 266 281 198 -29,5 279,7 863 1.718 1.649 -4,0 116,6Minerali e Metalli Ferrosi e Non 55 59 31 -47,5 34,1 29.933 30.642 3.916 -87,2 40,6Minerali e Prodotti Non Metallici 2.851 2.459 1.191 -51,6 1,6 78.960 78.422 49.127 -37,4 3,1Prodotti Chimici 60 52 26 -50,0 -10,3 16.437 18.195 10.901 -40,1 20,9Prodotti In Metallo 2.383 2.313 447 -80,7 -9,2 25.965 23.153 12.836 -44,6 -53,9Macchine Agricole e Industriali 5.909 5.721 1.464 -74,4 2,4 11.590 12.133 5.053 -58,4 -6,1Macch. Per Ufficio, Elab.Dati, Strum. Prec. 35 40 -100,0 -32,2 7.702 9.008 4.503 -50,0 58,2Materiale e Forniture Elettriche 1.682 1.396 729 -47,8 238,0 10.583 10.846 11.909 9,8 -3,9Mezzi Di Trasporto 86 116 56 -51,7 -90,4 11.112 11.179 7.970 -28,7 -73,3Alimentari, Bevande e Tabacco 3.853 5.874 4.754 -19,1 107,5 106.523 104.596 62.456 -40,3 5,1Tessili, Cuoio, Calzature, Abbigliamento 2.538 2.633 1.237 -53,0 189,0 33.147 36.222 20.787 -42,6 33,6Carta, Stampa Ed Editoria 140 146 102 -30,1 -28,1 16.729 18.452 16.746 -9,2 45,7Prodotti In Gomma e In Plastica 175 183 109 -40,4 -34,2 17.429 20.380 8.761 -57,0 33,4Altri Prodotti Industriali 2.581 2.483 1.309 -47,3 -5,5 38.909 40.743 28.438 -30,2 -0,6Edilizia Ed Opere Pubbliche 20.915 19.384 16.618 -14,3 -47,8 393.275 407.934 298.257 -26,9 -8,1Commercio, Recuperi e Riparazioni 20.961 19.955 11.199 -43,9 -0,5 305.385 299.664 174.286 -41,8 -8,0Alberghi e Pubblici Esercizi 4.281 3.439 1.082 -68,5 -17,3 77.354 80.255 52.589 -34,5 -13,8Trasporti Interni, Marittimi e Aerei 1.699 2.012 1.558 -22,6 29,8 51.172 48.565 37.651 -22,5 7,1Serv. Ai Trasporti, Comunicaz.e altro 5.923 5.711 3.647 -36,1 -2,0 118.601 104.579 73.696 -29,5 -22,0

Totale 92.612 89.986 60.002 -33,3 -12,1 1.546.955 1.540.660 1.051.363 -31,8 -8,4

FONTE: Matrice dei conti

Partite incagliate Milioni di euro per localizzazione della clientela. Totale banche Oristano Sardegna dic-03 dic-04 dic-05 var. % dic-03 dic-04 dic-05 var. %per localizzazione controparte 21,1 27,0 36,8 36,1 456,0 485,1 497,9 2,6per localizzazione sportello 13,0 23,6 31,8 34,8 464,3 490,5 505,3 3,0 FONTE: Matrice dei conti

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trovare una soluzione positiva. Così, se da una parte è vero che lʼevoluzione dipende dalla situazione dei sin-goli imprenditori, è pur vero che una ripresa economi-ca di maggior vigore sarebbe di sicuro ausilio.

In particolare, la dinamica dellʼaggregato in base alla localizzazione della clientela registra nellʼulti-mo anno unʼimpennata del 36,1%, continuando la ten-denza a crescere degli ultimi anni: la base di partenza non era particolarmente ampia ma si nota che lʼincre-mento regionale è in larga misura attribuibile proprio alla provincia di Oristano. Indubbia-mente influisce anche sotto questo aspetto lʼapprossimarsi dellʼavvio di Basilea 2 e la maggiore attenzio-ne che le banche devono porre nel classificare la clientela in default16. L̓ avvio di Basilea 2 avrà tra le tante conseguenze anche quella di rego-lamentare, e quindi in un certo sen-so di semplificare, il ricorso ad ope-razioni di cartolarizzazioni da parte delle banche: inizialmente per quel-le già pronte operativamente per re-

cepire le diverse innovazioni ma pian piano le conseguenze si estenderanno a tutto il sistema, sia per quanto concer-ne la classificazione della clientela cre-ditizia, sia per la corretta ponderazione a fini di vigilanza dei diversi crediti e in-fine la parte normativa che regolamen-ta le operazioni di tipo straordinario, che riguardano appunto le cessioni di credi-ti, con il loro impatto sugli assorbimen-ti di capitale di vigilanza. Con la prolife-razione di queste operazioni di cartola-rizzazione sarà sempre più difficile po-ter continuare a ragionare sulle classiche serie storiche delle sofferenze.

A tale proposito sono da poco tem-po disponibile nella base dati della Ban-ca dʼItalia nuove informazioni, anco-

ra poco utilizzate ma che aiutano a fornire un quadro più preciso della situazione. Il “tasso di mortalità”, ri-ferito ad imprese non finanziarie e famiglie produttri-ci, rapporta i soggetti entrati a sofferenza su tutti quel-li che sono stati finanziati in un certo anno dal siste-ma bancario. La buona profondità storica delle serie di dati permette di ricostruire la storia di diverse coor-ti di generazione per le diverse aree del Paese e vedere anno per anno quanti clienti sono passati a default.

Il grafico della mortalità cumulata mostra il diverso

16 Vedi nota n. 15

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indice di mortalità dei prestiti generati nellʼarco del-lʼultimo ventennio. Oristano mostra una evoluzione assai simile a quella della Sardegna: dopo i primi tre anni i clienti residenti in provincia sembrano legger-mente più virtuosi della media regionale, per poi rial-linearsi a questa nel lungo periodo. Degno di nota è però la differenza tra lʼevoluzione isolana e quella del-lʼItalia ed in particolare quella più “virtuosa”, il Nord-Est: nellʼarco di 15 anni, mediamente vanno in default il 15% degli affidati in Sardegna, contro poco più del 10% nazionale e dellʼ8% dellʼItalia nord – orientale.

In particolare è utile soffermare lʼanalisi sui primi tre anni che sono quelli in cui si nota la maggior ripi-

dità della curva che ha unʼevolu-zione asintottica. Il confronto de-gli istogrammi della mortalità dei primi tre anni a partire da quel-lo in cui si è generato il finanzia-mento, mette in luce sia la mag-gior rischiosità media della Sar-degna rispetto alla nazione, sia lʼinfluenza dei diversi momenti del ciclo sullʼeconomia naziona-le e locale. Due periodi mostrano i segni delle difficoltà per chi av-viava il proprio indebitamento in quegli anni, anche nellʼoristane-se: quello del ʼ92, il periodo del-

la forte svalutazione, e poi del ʼ97, momento di tran-sizione e di avvio delle manovre di avvicinamento al-lʼeuro. Due fasi che hanno parzialmente spiazzato co-loro che avevano acceso finanziamenti in quegli anni che hanno visto una punta complessiva del 9% di sof-ferenze sul totale dei soggetti finanziati in quellʼanno.

Per cogliere la tendenza evolutiva abbiamo posto in rapporto il tasso di mortalità dei primi tre anni dal finanziamento delle diverse coorti dellʼOristanese con la Sardegna e con lʼarea del Nord-Est: mentre il con-fronto con la Regione vede una stabilità del rappor-to, e quindi una rischiosità sostanzialmente omogenea con il resto dellʼIsola, il confronto con la parte nord

orientale della nazione segna un certo aumento del rapporto nel tempo, ovvero un progressivo au-mento della rischiosità della pro-vincia in esame rispetto a quella dellʼarea presa a riferimento.

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4. IL MERCATO E LE PROSPETTIVE DEL LEASING

Come ormai di consueto, lʼanalisi dellʼattività cre-ditizia a favore delle imprese viene integrata con il presente capitolo dedicato allo specifico settore del leasing, di cui si esporrà brevemente lʼandamento in ambito nazionale nel 2005, confrontandolo con quel-lo regionale. Si analizzerà, in particolare, la penetra-zione di questo strumento finanziario nei vari settori produttivi in nellʼambito dellʼArea Centro Occidenta-le della Sardegna.

4.1 - L’attività in Italia

Il 2005 rappresenta per il settore del leasing un anno in chiaroscuro. Se da un lato lʼincremento dei volumi di stipulato permane di assoluto livello (+16% contro il +19% del 2004), il numero dei contratti è ri-masto sostanzialmente fermo al dato dellʼanno prece-dente (-0,3%), soprattutto con riferimento alla compo-nente mobiliare. Lo stipulato nellʼanno si attesta, co-munque, oltre la soglia dei 44 miliardi di euro, massi-mo storico per il settore.

Il mercato è stato trainato dal segmento immobilia-re che ha registrato progressi consistenti nei volumi

(+30,83%), in particolare nel “costruito” (+33,11%), anche per effetto della maggior diffusione e, quindi, dellʼaumento dellʼincidenza delle operazioni “lease back”17 dal 18,7% al 21,6%.

La quota del leasing immobiliare si attesta al 49,69% del complessivo stipulato leasing (44,15% a fine 2004).

I segmenti dellʼauto e dello strumentale, dopo la notevole ripresa del 2004, rallentano mostrando una dinamica più strettamente correlata allʼandamento generale dellʼeconomia e degli investimenti. Vengo-no tuttavia confermati i volumi dellʼanno precedente (+2,84% per lʼauto e +1,40% per lo strumentale), pur con una lieve contrazione nel numero dei contratti (-1,22% e -0,88% rispettivamente).

Il leasing nautico consolida la propria quota, pari al 3,88% del totale degli impieghi e, sia pure con un netto rallentamento del tasso di crescita (21,2% con-tro 46,7% del 2004), si connota come prodotto di ri-lievo nella gamma di offerta dei principali operatori. Il segmento della nautica da diporto, in particolare, dopo aver brillantemente sfruttato i vantaggi della normati-va fiscale agevolata del 2002, sembra essere entrato nella fase di maturità, in cui le caratteristiche distin-tive sono affidate ai servizi accessori (costruendo, as-sicurazioni, ecc.) e, in prospettiva, allʼestensione dei

finanziamenti ai beni connessi allʼutilizzo dellʼimbarcazione (leasing sui posti barca).

Il tasso di penetrazione del leasing sulle compravendite delle imbarcazioni da dipor-to, al netto delle operazioni su imbarcazioni usate e di bandiera estera , è pari al 97,87% (+ 15% rispetto al valore del 2003).

Nel comparto aeronautico i segnali di ripresa emersi nel 2004 si sono rafforza-ti dando luogo ad un incremento sia nei vo-lumi (+43,25%) sia nel numero dei contrat-ti (+36,51%).

Con riferimento alle prospettive 2006

Fonte: Assilea

17 Si parla di “lease-back” quando il fornitore del bene, ovvero il soggetto dal quale la società di leasing acquista il cespite, coincide con lʼuti-lizzatore futuro.

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per il mercato nazionale, le stime dellʼassociazio-ne di categoria Assilea per lo stipulato conducono ad unʼipotesi di crescita di circa l ̓8%. Le principali in-cognite si riferiscono allʼeffettivo avvio di una fase di rilancio del quadro macroeconomico ed alle ipotesi di tenuta dei prezzi e degli investimenti nel mercato im-mobiliare.

Per questʼultimo aspetto, la nuova normativa in tema di durata minima dei contratti di leasing immo-biliare, introdotta con la Finanziaria 2006, dovrebbe in parte ridurre lʼappeal del prodotto immobiliare che entrerebbe, per certi aspetti, in concorrenza con i mu-tui ipotecari erogati dalle banche. Peraltro, si stima che la riduzione nel tasso di sviluppo del prodotto do-vrebbe essere contenuta, essendo già stata sperimenta-ta la tendenza, nellʼultimo biennio, ad un allungamen-to della durata media contrattuale.

Una nuova interessante frontiera nel comparto im-mobiliare sembra, invece, essere rappresentata dal leasing su abitazioni in conseguenza dellʼemanazio-ne della risoluzione del Min. Finanze n. 119/E del 12 agosto 2005 che, assimilando le società di leasing con prevalente attività immobiliare alle imprese di costru-zione e rivendita di fabbricati, consente la detraibili-tà dellʼIVA sullʼacquisto dellʼabitazione. Complessi-vamente la stima per lo stipulato del settore immobi-liare nel 2006 è di un incremento del 7,6%.

Il comparto strumentale, pur con le accennate cau-tele legate allʼeffettiva svolta del ciclo economico, do-

vrebbe beneficiare del rilancio degli investimenti, in particolare nel settore manifatturiero dove risulta si-gnificativa la penetrazione del prodotto leasing. L̓ in-cremento di attività per il 2006 è valutato nellʼordine del 6,2%.

Per la nautica da diporto è atteso un ulteriore con-solidamento dei volumi, pur con tassi di crescita meno impetuosi del biennio 2004-2005 (+15%). Per gli ope-ratori già presenti nel settore sarà importante difende-re le proprie quote di mercato dai nuovi ingressi, mi-gliorando le procedure di erogazione del credito e dif-ferenziando lʼofferta con servizi accessori di qualità.

4.2 - L’attività in Sardegna e nella provincia

Il mercato del leasing in Sardegna, dopo il brillan-te e per certi versi inatteso risultato del 2004, con un incremento di oltre il 25%, superiore di circa 6 pun-ti percentuali rispetto al dato nazionale, nel 2005, in base agli ultimi dati forniti dallʼAssilea, evidenzia un rallentamento del ritmo di crescita (+7,6% nei volumi e +2,2% nel numero dei contratti), decisamente più pronunciato di quello rilevato a livello nazionale, seb-bene appaia replicato il medesimo trend in discesa. E ̓palese che la maggiore variabilità dei dati regionali ri-spetto a quelli nazionali è fortemente influenzata dal-lʼesiguità degli stessi e che, quindi, lʼandamento in ra-gione dʼanno può modificarsi notevolmente in funzio-ne di poche operazioni di importo consistente (le cd. “big ticket”).

Gli impieghi leasing in regione nel 2005 ammonta-no ad oltre 511 milioni di euro e il numero dei contrat-ti (circa 6.000) si è rivelato stabile, in linea con lʼan-damento nazionale.

Sostanziali appaiono le differenze della ripartizio-ne nei diversi comparti fra il mercato regionale e quel-lo nazionale. In effetti, il comparto prevalente in Sar-degna è quello strumentale, che copre quasi il 42% del totale dei volumi stipulati nellʼultimo anno contro il 26% scarso in generale in Italia. Tale differente suddi-visione spiega anche la più pronunciata flessione che in Sardegna si è registrata nella crescita dei volumi: se

Fonte: Assilea

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si considera che il numero di contratti non è variato sia a livello nazionale che regionale, è evidente che la mi-nor crescita regionale è dovuta al minore apporto nel corso dellʼanno pervenuto dal comparto immobiliare.

E ̓ importante, peraltro, sottolineare come continui a crescere lʼincidenza del comparto navale, che in Sar-degna mantiene una quota più che doppia rispetto alla media nazionale, mentre si riduce lʼincidenza del com-parto auto. In generale, tutti i comparti hanno segnato un aumento dellʼimporto medio per contratto rispetto al 2004, fenomeno in linea con il resto del Paese.

4.2.1 Confronto provinciale18

La provincia di Cagliari esprime i maggiori segna-li di ripresa (+15%), con unʼincidenza sul mercato sar-

do risalita a quota 47% dopo la flessio-ne del 2004 al 44%.

Sassari appare in lieve incremento (+8,5%), avendo raggiunto la soglia di Euro 205 milioni di stipulato, ma man-tiene costante la sua quota sul totale.

Nuoro, per contro, a causa della mancata ripetizione di alcune opera-zioni “big ticket”, figura in discesa del 27,1% nei volumi, passando dal 12% allʼ8% del mercato regionale.

Infine, Oristano aumenta i volumi (+19%), ma sostanzialmente mantiene fermo il suo contributo al totale.

Dal grafico che rappresenta la ripar-tizione per comparto nellʼambito del-

le quattro Province, emerge che quella che più si av-vicina alla media nazionale è Sassari. Inoltre, è dalla provincia di Sassari, che nei dati analizzati compren-de anche lʼArea di Olbia, che arriva la spinta più for-te nel settore navale (10,7% del totale). Il dato parti-colarmente alto nel comparto aeronavale riferito a Ca-gliari è da imputare per due terzi ad unʼoperazione di importo rilevante nel segmento relativo agli aeromo-bili.

Lo spostamento a favore del comparto strumenta-le per la provincia di Nuoro, dʼaltra parte, ribadisce con ulteriore evidenza il mancato ripetersi di opera-zioni immobiliari di importo unitario elevato già ri-marcato sopra.

Per il 2006 si ipotizza la prosecuzione del trend di crescita del leasing in Sardegna, anche per effetto del consolidamento di alcuni segmenti di mercato quali

il nautico ed il leasing pubblico, tuttavia con una maggiore prudenza giustificata dai dati del 2005. Il tasso di incremento è atteso ad una quota leg-germente inferiore rispetto al mercato nazionale ed è quantificato nellʼordine del 7%.

Fonte: Assilea

Stipulato leasing per provincia e ripartizione fra province(dati in migliaia di euro)

2004 Riparti- 2005 Riparti- Var % zione % zione % 2005/2004Cagliari 207 44% 238 47% 15,0%Sassari 189 40% 205 40% 8,5%Nuoro 59 12% 43 8% -27,1%Oristano 21 4% 25 5% 19,0%Sardegna 475 100% 511 100% 7,6%

Fonte: Assilea

18 I dati sono disponibili sulla base della preesisten-te configurazione nelle quattro Provincie dellʼIsola.

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4.2.2 Uno sguardo allʼArea Centro Occidentale

Con riferimento specifico allʼarea territoriale og-getto del presente Rapporto, si è esaminato un cam-pione significativo di contratti di locazione finanzia-ria in essere alla data del 31 dicembre 2005 per indi-viduare in che termini i diversi settori produttivi ma-nifestino interesse per lʼutilizzo della locazione finan-ziaria quale strumento di reperimento di risorse per in-vestimenti e per acquisti di beni durevoli.

In termini di volumi si nota che i settori di maggiore pene-trazione sono il commercio e i servizi, che, insieme superano il 60% del totale. Una nota di par-ticolare interesse arriva dal setto-re dei trasporti, in cui la quasi to-talità dei contratti è rappresentata da automezzi per il trasporto ter-restre e che copre, da solo, il 10% dei contratti di leasing a fine 2005 in termini di volumi e il 12% in

termini di numero di contratti. Il valore medio dei contratti è abbastanza omoge-

neo nei diversi comparti e, in effetti, non trapelano dif-ferenze enormi nella ripartizione tra i settori dal pun-to di vista dei volumi e di quello del numero di con-tratti.

L̓ importo medio più elevato si riscontra nel settore del commercio e non, come potrebbe sembrare più na-turale, nel settore industriale, segno evidente dellʼas-

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senza di operazioni collegate a grossi impianti, e della frequenza di utilizzo dello strumento finanziario a fa-vore di attività medio piccole, prevalentemente colle-

gate alla distribuzione alimenta-re e non alimentare.

Appare del tutto irrilevante, invece, la penetrazione del lea-sing nellʼagricoltura, fattore che induce a riflettere se la ragione possa essere legata ad un insuf-ficiente livello di conoscenza di questa modalità di finanziamen-to da parte degli operatori del settore, il che offrirebbe sicura-mente spazi per avviare proficue azioni di sviluppo.

Al riguardo, nel riquadro che segue si vuole offrire unʼipotesi concreta di interven-to del leasing a favore di uno dei più promettenti com-parti produttivi dellʼagricoltura nazionale e regionale.

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IL LEASING DEI VIGNETI: UNA BUONA OPPORTUNITÀ, CON ALCUNI OSTACOLI

Nel corso degli ultimi anni le dinamiche della viticoltura italiana ed europea hanno visto, come ben noto, una crescente affer-

mazione delle produzioni vinicole di qualità. Anche la Sardegna va affermandosi con propri vini di qualità riconosciuti ormai a li-

vello internazionale.

Tuttavia, puntare sulla qualità delle produzioni costa! Il miglioramento della competitività del comparto è legato non solo a

nuove tecniche produttive o allʼintroduzione di nuove cultivar più “vicine” alle modificazioni della domanda, ma anche allʼutilizzo

di strumenti finanziari più flessibili e confacenti alle sfide che il settore si trova e si troverà ad affrontare nei prossimi decenni. In

questa luce, il leasing dei vigneti può rappresentare uno strumento interessante per gli operatori del comparto.

In sintesi il contratto di locazione finanziaria dei vigneti prevede lʼacquisto del bene da parte della società di leasing (nel no-

stro caso il terreno vitato o da vitare, le relative quote europee di produzione, se non possedute dallʼimprenditore agricolo, oltre al-

lʼeventuale finanziamento dei costi iniziali di impianto) da un soggetto concedente su segnalazione del futuro locatario. La socie-

tà di leasing concede in utilizzo al locatario il bene in questione, per un periodo prefissato e dietro il pagamento di un canone pe-

riodico: lʼutilizzatore potrà diventare proprietario del cespite al termine di tale periodo, dietro il versamento di un prezzo prestabi-

lito (opzione di riscatto del bene).

Gli ostacoli alla stipula di un contratto

Il Problema degli Ammortamenti dei Terreni Agrari

La letteratura estimativa ha sempre indicato i terreni agrari come unica ipotesi di cespite non ammortizzabile, perché non su-

scettibile di obsolescenza. Numerose sono state le interpretazioni che hanno ribadito questa posizione da parte dellʼAmministrazio-

ne finanziaria e dellʼAgenzia delle Entrate.

A seguito della recente risoluzione dellʼAgenzia delle Entrate (n° 19/E del 23 Febbraio 2004), il problema dellʼammortamen-

to dei terreni agrari rappresenta tuttora un elemento che può ostacolare la stipula di un contratto di leasing e sul quale appare auspi-

cabile un intervento “chiarificatore” da parte degli Enti preposti

L̓ Amministrazione finanziaria, da parte sua, ha specificatamente ricordato il criterio generale di non deducibilità del costo dei

terreni e il principio della neutralità della locazione finanziaria rispetto allʼacquisto diretto, per poi concludere per la non deducibi-

lità di quella parte del canone riconducibile al costo dellʼarea.

Il Problema del Diritto di Prelazione Agraria

Anche lʼistituto giuridico della prelazione agraria può rappresentare un intralcio alla stipula di un contratto di locazione finan-

ziaria per un vigneto.

Per lʼacquisto del terreno, la società di leasing deve, infatti, fare i conti con il noto diritto di prelazione agraria, la cui materia è

disciplinata dallʼarticolo 8 della legge 590/65 e dallʼarticolo 7 della legge 817/71. In virtù di queste norme il diritto della prelazio-

ne agraria spetta innanzitutto allʼeventuale affittuario coltivatore e alle categorie di colono, compartecipe, enfiteuta coltivatore di-

retto, a patto che gli stessi soggetti menzionati coltivino il fondo in questione da almeno 2 anni. Se i soggetti succitati dovessero ri-

nunciare, il diritto può essere esercitato dai confinanti coltivatori diretti, ovvero da coloro che direttamente e abitualmente si dedi-

cano alla coltivazione dei fondi e allʼallevamento o al governo del bestiame.

Importante è precisare che il diritto alla prelazione dei confinanti presuppone la perfetta contiguità dei fondi. In merito al con-

cetto di fondo “contiguo” e di “confinante”, deve trattarsi di una contiguità fisica e materiale, per cui il diritto non sorge in capo al

proprietario del fondo confinante se i due fondi sono separati da una strada pubblica. Si ritiene, invece, che non si tratti di separa-

zione se la strada è privata ed è stata creata dai due vicini per un uso esclusivo degli stessi. Debbono considerarsi confinanti anche

quei fondi che, in origine contigui, siano stati artificialmente separati (specialmente se in maniera fraudolenta) da una striscia incol-

ta di dubbia utilizzazione agricola, oppure i fondi in cui la “separazione” consista in un ostacolo “naturale” come un fosso, un fila-

re di alberi e simili, ostacolo che risulti in rapporto di adiacenza ed in funzione della destinazione agricola.

Nel caso di una pluralità di confinanti con il fondo rustico posto in vendita, il diritto di prelazione spetta a ciascuno di essi.

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Possibili soluzioni

I dati e lʼandamento del settore evidenziano come le produzioni vinicole di qualità risultino in chiara espansione, a discapito

delle piccole produzioni di tipo familiare.

Grazie allʼutilizzo di una tipologia di finanziamento come il leasing dei vigneti, le aziende più grandi e competitive (ovvero le

imprese target per unʼeventuale operazione di leasing dei vigneti) potrebbero accrescere le proprie potenzialità produttive comples-

sive puntando decisamente sulla qualità, il cui raggiungimento presuppone costi decisamente superiori rispetto a produzioni “ordi-

narie” e, quindi, una operatività su dimensioni aziendali decisamente ragguardevoli.

Ma in relazione agli ostacoli esposti nella sezione precedente, quali soluzioni si potrebbero adottare?

Per quanto riguarda il problema del diritto della prelazione agraria, verificata lʼinsussistenza della presenza di un coltivatore

diretto sul fondo prelazionabile, al fine di superare lʼeventuale ostacolo derivante dalla prelazione agraria del confinante, potrebbe

essere utile che lʼalienante si riservi una striscia di terreno al confine fra i due fondi, in maniera tale da interrompere la contiguità

e la continuità fisica, condizione sufficiente a escludere il diritto di prelazione. Peraltro è necessario che sussista un reale interesse

da parte del proprietario ad utilizzare effettivamente tale tratto di terreno, il quale deve essere suscettibile di autonoma e svincolata

utilizzazione economica. La creazione di tale “fascia di sicurezza” deve essere garantita da un apposito frazionamento, da compie-

re comunque anteriormente alla stipula del contratto di leasing, al fine di accentuare il requisito dellʼautonomia della suddetta stri-

scia di terreno di confine, che diventerebbe (a seguito del frazionamento) autonoma anche da un punto di vista catastale.

Evidentemente, la forma di leasing che permette la maggiore “sicurezza” alla società di leasing e allʼazienda viti-vinicola è il

“lease-back” di vigneti di superficie notevole, sui quali lʼoperazione di locazione finanziaria interessi solamente una porzione in-

terna, seppure consistente, dei terreni di proprietà.

Da ricordare inoltre che sul diritto di prelazione incide il valore complessivo del terreno, vitato o da vitare, che si dovrà acqui-

sire, perché al crescere del valore dello stesso sarà maggiormente difficile trovare confinanti tanto “facoltosi” da potere esercitare

il diritto di prelazione agraria e di frapporsi allʼoperazione di locazione finanziaria. In effetti, le operazioni di leasing relative ai vi-

gneti promosse finora da alcune società di locazione finanziaria hanno avuto come condizione sine qua non il leasing di corpi fon-

diari unici (ovvero non frammentati in più parcelle), vitati o meno, di valore quantomeno superiore ai 500.000 euro.

Più complesso è il problema dellʼammortamento dei terreni agricoli. In merito alla locazione finanziaria dei vigneti, allo sta-

to attuale appare abbastanza evidente la non deducibilità fiscale del costo di acquisizione del terreno e della relativa quota parte del

canone. Pertanto, si ritiene che, a seguito della risoluzione 19/E del 23 Febbraio 2004, sia necessario un intervento legislativo che

faccia chiarezza sullʼargomento partendo dal presupposto che un vigneto presenta delle forti peculiarità, sulle quali verrà di segui-

to focalizzata lʼattenzione, che lo rendono nettamente diverso da un “semplice” terreno agricolo.

Un vigneto rappresenta una coltura arborea ben definita, che si può annoverare nellʼambito dei frutteti. Nel caso delle azien-

de viti-vinicole di grandi dimensioni, i vigneti sono definibili come colture specializzate, coetanee o disetanee. Per le colture arbo-

ree specializzate coetanee, è possibile arrivare al valore del soprassuolo per differenza fra il valore complessivo dellʼarboreto ed il

valore del suolo nudo. Se si andasse a scorporare dal valore del vigneto il valore del suolo nudo, si arriverebbe alla determinazio-

ne del valore del soprasuolo, ovvero del valore in senso stretto dei fruttiferi e delle strutture (pali, fili, ecc.) necessarie alla corretta

predisposizione dellʼimpalcatura del vigneto stesso.

Per le colture viti-vinicole emergerebbe il fatto che il valore del soprassuolo risulterebbe senzʼaltro superiore, in misura più

o meno netta, al valore del suolo nudo. Già questa affermazione appare molto importante, perché si potrebbe ipotizzare che il ter-

reno agricolo assume unʼimportanza minore rispetto al vigneto in senso stretto, e che il valore dellʼappezzamento aziendale dove è

presente la coltura risulta in buona parte legato alla presenza delle piante fruttifere, piuttosto che al terreno agricolo nudo. In effet-

ti, la gestione di molte tipologie di frutteti, tra le quali i vigneti, presuppone unʼorganizzazione aziendale decisamente complessa,

soprattutto in merito alla gestione tecnico-agronomica della coltura (si pensi alle tecniche di concimazione, potatura, difesa dai fat-

tori biotici, raccolta, ecc.): questo spiega per quale motivo il suolo nudo assume un ruolo meno importante rispetto al frutteto. Ol-

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tretutto, il suolo non assume unʼimportanza predominante nel caso di un vigneto, o perlomeno non la assume in condizioni norma-

li, essendo la vite sotto tale aspetto una coltura di esigenze non significative, ma anzi alquanto adattabile.

A ciò va aggiunto, nel caso specifico dei vigneti, il discorso delle quote UE (Regolamento 1493 / 99), il cui possesso rap-

presenta per un imprenditore del settore la condizione necessaria e fondamentale per poter commercializzare le produzioni vinico-

le aziendali. Il vincolo comunitario delle quote europee è un elemento di notevole importanza, poiché attualmente esiste un vero e

proprio “mercato delle quote”, che si caratterizza per il passaggio di quote tra aziende detentrici e non in cambio di adeguate con-

tropartite economiche. Pertanto, in un certo qual modo si può affermare che al valore del soprassuolo si dovrebbe aggiungere il va-

lore del possesso delle quote UE.

Per tutto quanto affermato finora, si può concludere che il suolo nudo può essere considerato di importanza “secondaria” ri-

spetto al vigneto, e questo potrebbe in teoria “eludere” il problema della inammissibilità della deducibilità fiscale del costo di ac-

quisizione del terreno e della relativa quota parte del canone, se si riuscisse a definire il suolo nudo come una pertinenza del vigneto

in senso stretto, così come avviene tuttora per le operazioni di leasing immobiliare che interessano le aree fabbricabili. Infatti, nel-

le locazioni immobiliari delle aree fabbricabili, sulle quali sorgerà un edificio, si parla del terreno come di una pertinenza del fab-

bricato in quanto il valore del primo risulta decisamente inferiore al valore del secondo (il valore del terreno si aggira intorno al 5-

10% del valore del fabbricato).

Altro elemento da evidenziare è legato al fatto che un vigneto è una coltura arborea che ha una durata di vita economica dellʼor-

dine dei 25-30 anni, a seconda delle modalità di gestione tecnico-agronomiche e delle cultivar e dei portinnesti scelti. Oltre questo

arco di tempo il mantenimento del vigneto, ormai vetusto, si rivela non più conveniente da un punto di vista economico, per cui si

deve provvedere allʼespianto ed allʼeventuale reimpianto. Pertanto, ogni 25-30 anni unʼazienda viti-vinicola dovrà provvedere al-

lʼeliminazione delle viti ed alla loro sostituzione con nuove piantine, con costi decisamente sostenuti. Essendo una coltura plurien-

nale definibile come un capitale fisso, allora è possibile calcolare sullo stesso le corrispondenti quote di reintegrazione.

Si potrebbe quindi affermare che il vigneto, per via della sua durata di vita economica non infinita, bensì dellʼordine dei 25-30

anni, rappresenti un bene suscettibile di deprezzamento, e per il quale alla fine del ciclo economico deve essere previsto lʼespianto

ed il successivo reimpianto. Da questo punto di vista una coltura arborea come un vigneto non rappresenta un cespite non suscetti-

bile di obsolescenza quale un “semplice” terreno agricolo.

La risoluzione 19/E del 23 Febbraio 2004 dellʼAgenzia delle Entrate, relativa al problema dellʼammortamento dei canoni di lo-

cazione e dellʼammortamento dei terreni agricoli, impone in definitiva unʼattenta riflessione in merito alle ipotesi di locazione fi-

nanziaria di vigneti o di altri terreni a destinazione agricola particolare.

L̓ unica strada aperta per la soluzione del problema è rappresentata da una norma di legge che sancisca in modo inequivoca-

bile la praticabilità civilistica e la deducibilità fiscale delle operazioni di leasing in ambito agricolo, e nello specifico per il leasing

dei vigneti (considerate anche le peculiarità degli stessi), individuando analiticamente le fattispecie in deroga al criterio generale

esposto precedentemente.

L̓ importanza di un intervento legislativo che risolva la questione dellʼammortamento dei terreni agrari è evidente: oltre a “spia-

nare” la strada alle operazioni di locazione finanziaria dei vigneti, si aprirebbero scenari interessanti in merito al leasing anche per

altre tipologie di frutteti e forse, più in generale, per tutte quelle coltivazioni “moderne” e innovative (si pensi alla vivaistica) in cui

le capacità di organizzazione e di gestione aziendale fanno premio sulla mera conduzione agraria..

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5. LA RIFORMA DEL RISPARMIO E LA NOR-

MATIVA SUGLI ABUSI DI MERCATO: IMPAT-

TO PER LE BANCHE E PER LA CLIENTELA

5.1 - La legge 262/2005: “Disposizioni per la tutela del

risparmio e la disciplina dei mercati finanziari”

Alla fine del 2005 è stata definitivamente appro-vata la legge 262/05 meglio conosciuta come “Rifor-ma del risparmio”. Si tratta di una riforma richiesta da molti dopo gli scandali di Cirio, di Parmalat e dei Tan-go Bond e il cui scopo è rafforzare la protezione del ri-sparmio. Negli ultimi decenni lʼordinamento finanzia-rio è stato sottoposto ad un continuo processo di revi-sione, soprattutto di matrice comunitaria, con lʼobiet-tivo di creare un mercato dei capitali integrato a livel-lo internazionale, stabile, concorrenziale, trasparente e sicuro per i risparmiatori. L̓ esistenza di un quadro normativo e di controlli considerati nel complesso ade-guati non ha impedito il verificarsi delle gravi crisi de-gli ultimi anni che hanno scosso la fiducia del pubbli-co nei confronti del sistema finanziario. L̓ analisi pre-supposta dal legislatore della legge 262 si fonda sul-la convinzione dellʼinsufficienza dei presidi esistenti a difesa dei risparmiatori/investitori, sia con riguardo al funzionamento dei mercati e dei controlli, sia con rife-rimento ai rapporti tra intermediari e clienti.

Le disposizioni previste dalla legge sulla tutela del risparmio, composta da 44 articoli, riguardano mol-ti aspetti della legislazione sui mercati che vanno dal-le modifiche alla disciplina degli organi di ammini-strazione e controllo delle società per azioni, alle mo-difiche alla disciplina dei conflitti di interesse in me-rito alle attività finanziarie, alle modifiche alle dispo-sizioni in materia di revisione dei conti. Ancora, dalle modifiche alle disposizioni sulle autorità di vigilanza, fino ad arrivare alle modifiche alla disciplina in mate-ria di sanzioni penali e amministrative. Inoltre, la par-te riguardante le società quotate, tra le altre, stabilisce che è obbligatoria la partecipazione di almeno un rap-presentante dei soci di minoranza negli organi di am-ministrazione e controllo delle società quotate. Di non

minore importanza sono le disposizioni relative ad as-sicurare la conoscenza dei legami tra le società quota-te e le società estere residenti in stati che non garanti-scono la dovuta trasparenza (società offshore) e le nor-me che, modificando le modalità della concessione del credito tra banche e propri azionisti, cercano di preve-nire il conflitto di interessi tra questi soggetti.

Vi sono degli articoli, in particolare, la cui applica-zione è destinata ad avere importanti impatti sul rap-porto tra gli istituti finanziari e i clienti. Di grande in-teresse è lʼarticolo 11 in tema di circolazione in Italia di strumenti finanziari collocati presso investitori pro-fessionali e di relativi obblighi informativi. Infatti la norma prevede che in caso di successiva circolazione di prodotti finanziari destinati, in sede di collocamen-to, a soli investitori professionali, questi ultimi, che li trasferiscono ad acquirenti che non sono investito-ri professionali, rispondono della solvenza dellʼemit-tente nei loro confronti, per la durata di un anno dal-lʼemissione, salvo il caso in cui lʼintermediario con-segni al cliente un documento informativo contenente tutti gli elementi previsti dalla Consob.

Altra norma a protezione degli investitori è quella che prevede che i soggetti abilitati classifichino, sulla base di criteri generali minimi definiti con regolamen-to dalla Consob, il grado di rischiosità dei prodotti fi-nanziari e rispettino il principio dellʼadeguatezza fra le operazioni consigliate agli investitori, o effettua-te per conto di essi, e il profilo finanziario di ciascun cliente, determinato sulla base della sua esperienza in materia di investimenti in prodotti finanziari.

Le disposizioni successive riguardano lʼobbligo di comunicazione di informazioni su operazioni compiu-te da esponenti aziendali sui prodotti finanziari emessi dallʼazienda stessa, lʼobbligo di dichiarazione di con-flitti di interesse da parte di società di ricerca e, infine, lʼobbligo di informare il mercato sullʼattribuzione di stock options, ossia sullʼattribuzione di azioni a espo-nenti aziendali, dipendenti o collaboratori.

L̓ articolo 18, infine, si occupa della disciplina re-lativa alla revisione dei conti delle società quotate. La novità di maggior rilievo riguarda la durata massima dellʼincarico di revisore fissata in sei esercizi e rinno-

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vabile una sola volta, ma dopo tre anni dallʼincarico precedente e previa sostituzione del responsabile del-la revisione. La norma ha il fine di evitare che tra con-trollore e controllato si creino rapporti troppo stretti, che, troppo di frequente, hanno causato azioni fraudo-lente a danno dei risparmiatori.

Le disposizioni più importanti concernenti le au-torità di vigilanza riguardano senza dubbio la riforma della Banca dʼItalia. L̓ articolo 19, affermando che la Banca dʼItalia è un istituto di diritto pubblico, ribadi-sce il carattere di indipendenza dellʼistituto nelle sue attività di vigilanza e di regolamentazione e la sua ap-partenenza al sistema europeo delle banche centra-li, con lʼobbligo di seguire gli indirizzi e le istruzioni della Banca centrale europea. Le novità riguardano il mandato a termine del Governatore della Banca dʼIta-lia. Infatti, la carica di governatore non è più a vita ma dura sei anni, con la possibilità di un solo rinnovo del mandato. La nomina del Governatore è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deli-berazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca dʼItalia.

Altra novità riguarda la vigilanza sulla concorren-za bancaria per gli abusi di posizione dominante e per le intese restrittive della concorrenza, che passa dalla Banca dʼItalia allʼautorità Antitrust. Vengono stabili-ti inoltre importanti passaggi di competenze tra Ban-ca dʼItalia, Consob e Ministro dellʼeconomia e del-le finanze in materia di trasparenza delle condizio-ni contrattuali delle banche, degli intermediari finan-ziari, delle assicurazioni e dei fondi pensione e di tra-sferimento di funzioni e poteri sanzionatori. In meri-to alle autorità di vigilanza in generale si afferma che le Autorità che hanno competenza sui mercati finan-ziari sono: la Banca dʼItalia, la Commissione nazio-nale per le società e la borsa (Consob), lʼIstituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse col-lettivo (Isvap), la Commissione di vigilanza sui fon-di pensione (Covip) e lʼAutorità garante della concor-renza e del mercato (Antitrust). Tali Autorità, nel ri-spetto della reciproca indipendenza, si coordinano per lʼesercizio delle competenze ad esse attribuite e colla-

borano tra loro, anche mediante scambio di informa-zioni, per agevolare lʼesercizio delle rispettive funzio-ni. Le Autorità non possono reciprocamente opporsi il segreto dʼufficio. Inoltre, Banca dʼItalia, la Consob, lʼIsvap, la Covip e lʼAntitrust, nellʼesercizio dei pote-ri di vigilanza informativa e ispettiva, possono avva-lersi, per effettuare gli accertamenti, del Corpo della Guardia di Finanza.

5.1.1 - La risoluzione extra giudiziale delle controversie

Per quanto riguarda lʼarea dei mercati finanziari la novità più interessante per i risparmiatori è costituita dalle deleghe attribuite al Governo per istituire un si-stema di indennizzo in favore dei risparmiatori e de-gli investitori che preveda la creazione di procedure di conciliazione e di arbitrato, da svolgere in contraddit-torio dinanzi alla Consob, per la risoluzione di contro-versie insorte fra investitori e banche, esclusi gli inve-stitori professionali, o altri intermediari finanziari cir-ca lʼadempimento degli obblighi di informazione, cor-rettezza e trasparenza. E ̓ resa obbligatoria lʼadesio-ne delle banche e degli intermediari finanziari ai siste-mi di composizione stragiudiziale delle liti, rimetten-do ad una delibera del CICR, su proposta della Banca dʼItalia, lʼindividuazione delle modalità di svolgimen-to delle procedure e la composizione dellʼorgano deci-dente. La legge 262 prevede la creazione di procedu-re di indennizzo in favore degli investitori, esclusi gli investitori professionali, da parte delle banche o de-gli intermediari finanziari che non abbiano adempiu-to agli obblighi sopracitati. La salvaguardia dellʼeser-cizio del diritto di azione davanti agli organi della giu-risdizione ordinaria, anche per il risarcimento del dan-no in misura maggiore rispetto allʼindennizzo ricono-sciuto. Inoltre sarà possibile istituire un fondo di ga-ranzia per i risparmiatori e gli investitori per lʼinden-nizzo dei danni patrimoniali, causati dalla violazione delle norme che disciplinano le attività di intermedia-zione, redigere lo statuto dei risparmiatori e degli in-vestitori, che individua lʼinsieme dei diritti loro rico-nosciuti e definisce i criteri idonei a garantire unʼeffi-

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cace diffusione dellʼinformazione finanziaria tra i ri-sparmiatori, e il codice di comportamento degli ope-ratori finanziari.

Si tratta di previsioni che, allo scopo di semplifica-re e accelerare la soluzione delle controversie in ambi-to finanziario, istituzionalizzano ed estendono a nuo-vi settori meccanismi sino ad ora rimessi allʼautorego-lamentazione degli operatori come nel caso dellʼOm-budsman bancario.

Infine, in riferimento alle sanzioni, va rilevato lʼinasprimento delle pene per il reato di false comu-nicazioni sociali, quando le comunicazioni riguarda-no una società quotata in Borsa e cagionano un grave danno ai risparmiatori, lʼistituzione di una Commis-sione per la tutela del risparmio, alle dirette dipenden-ze del Presidente del Consiglio, lʼintroduzione del rea-to di omessa comunicazione del conflitto di interesse, del reato di mendacio bancario che si compie fornen-do alla banca notizie false per ottenere credito, e del reato di falso in prospetto, reato che si realizza espo-nendo, in un prospetto informativo, false informazioni od occultando dati o notizie in modo idoneo a indurre in errore i destinatari e con lʼintenzione di ingannare gli stessi. Da segnalare in ultimo i reati di falsità nel-le relazioni o nelle comunicazioni delle società di re-visione di corruzione dei revisori e di false comunica-zioni circa lʼapplicazione delle regole previste nei co-dici di comportamento delle società quotate.

5.1.2 - Gli impatti sugli intermediari

L̓ applicazione delle nuove disposizioni della leg-ge sul risparmio comporterà per gli intermediari un notevole sforzo dʼadattamento. Tali adattamenti do-vrebbero essere lʼoccasione per analizzare le ragio-ni della diffusa insoddisfazione dei risparmiatori sul-lʼoperato delle banche e per ristabilire con loro più so-lidi rapporti fiduciari.

Con questa prospettiva il sistema di governo, lʼas-setto organizzativo e dei controlli, i processi decisio-nali dovrebbero essere disegnati coerentemente con lʼobiettivo di privilegiare la tutela della fiducia del-

la clientela. In particolare devono essere assicurate la funzionalità e lʼindipendenza degli organi aziendali e la piena trasparenza della gestione. Inoltre, gli organi aziendali e lʼalta direzione devono farsi portatori di un sistema di valori condivisi, da diffonde a tutti i livelli, incentrato sulla protezione del rapporto fiduciario con i clienti. Anche gli incentivi economici e di carriera del personale devono valorizzare gli aspetti legati alla soddisfazione della clientela così come nelle politiche di commercializzazione dei prodotti devono essere ri-spettate le esigenze e le caratteristiche dei risparmia-tori. Infine, anche nelle procedure operative e nel si-stema dei controlli interni va assicurato il presidio sul-lʼosservanza delle regole di condotta.

5.1.3 - Conclusioni

La legge sul risparmio costituisce una risposta alla rottura degli equilibri fissati dai testi unici della banca e della finanza con lʼobiettivo di ristabilire un clima di piena fiducia nel mercato finanziario.

E ̓ancora presto per sapere quali saranno gli impat-ti della riforma. Per tutte le norme, sia quelle ad una prima lettura positive che negative, bisognerà attende-re la loro concreta attivazione e il coordinamento con le norme già in essere.

Gli intermediari sono chiamati a ricercare soluzio-ni idonee a prevenire i rischi reputazionali e ad appli-care prassi di comportamento che si facciano carico degli interessi degli investitori, questioni cruciali per la protezione del risparmio e per la competitività del sistema finanziario. Infine, nonostante alcuni aggiu-stamenti, è rimasto problematico il tema della vigilan-za, delegata ancora a cinque soggetti, con rischi di so-vrapposizione, decisioni diverse, costi per le imprese e ricadute negative per i clienti.

5.2 - Il recepimento delle Direttive sul market abuse

La legge n. 62 del 2005, “legge comunitaria 2004”, approvata in via definitiva dal Senato il 13 aprile

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2005, allʼart 9 dispone il recepimento della normati-va europea sugli abusi di mercato (direttiva 2003/6/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2003, relativa allʼabuso di informazioni pri-vilegiate e alla manipolazione del mercato e diretti-ve della Commissione di attuazione). Anche il rece-pimento delle direttive sul market abuse, così come la legge sulla tutela del risparmio, deve essere inquadra-to tra gli interventi in risposta ai crack finanziari che hanno colpito il mercato italiano e i risparmiatori ne-gli ultimi tempi.

In termini generali, lʼabuso di mercato si realizza quando gli investitori patiscono, indirettamente o di-rettamente, effetti svantaggiosi per il comportamen-to tenuto da terzi che si siano avvalsi di informazio-ni confidenziali, o che abbiano alterato il meccanismo di quantificazione dei prezzi degli strumenti finanziari o diffuso informazioni ingannevoli o false, comporta-menti che indubbiamente pregiudicano lʼintegrità dei mercati mobiliari e riducono lʼaffidamento del pubbli-co nei valori finanziari in genere. Le innovazioni in-trodotte dallʼarticolo 9 della legge n. 62 sono sicura-mente molte: si va dalla conferma del ruolo centra-le della Consob, che vede ampliati i propri poteri e si vede attribuita la possibilità di irrogare sanzioni am-ministrative in caso di abusi, allʼintroduzione nel no-stro panorama giuridico della disciplina comunitaria sul market abuse.

5.2.1 - Il reato di abuso di informazioni privilegiate

La prima violazione rivisitata è quella del reato di insider trading (abuso di informazioni privilegiate). Secondo il nuovo articolo 184 del Testo unico di fi-nanza (TUF, d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58), lʼipotesi si realizza allorquando “chiunque”, ma nei fatti chi, in possesso di informazioni privilegiate in ragione della qualità di membro di organi dellʼemittente, della par-tecipazione al capitale dellʼemittente ovvero dellʼeser-cizio di unʼattività lavorativa, di una professione, di una funzione o di un ufficio ovvero a motivo della pre-parazione o esecuzione di attività delittuose acquisti,

venda o compia operazioni, direttamente o indiretta-mente, per conto proprio o di terzi su strumenti finan-ziari, utilizzando le informazioni privilegiate. Oppure comunichi tali informazioni ad altri al di fuori del nor-male esercizio del lavoro, della professione, della fun-zione o dellʼufficio, raccomandi o induca altri, sulla base di tali informazioni, al compimento di talune del-le operazioni sopra indicate.

Rispetto alla norma precedente (articolo 180 TUF) risultano introdotte significative novità. In primo luo-go i possibili autori di reato sono individuati non sol-tanto con riguardo a chi possegga tali informazioni a motivo “dellʼesercizio di una funzione anche pubbli-ca, di una professione o di un ufficio”, ma anche in ra-gione della particolare “qualità di membro di organi di amministrazione, direzione o controllo dellʼemitten-te”. Inoltre le ipotesi di reato sono estese a coloro che, in conseguenza di azioni costituenti reato, come nel caso di violazioni alla sicurezza di reti informatiche, acquisiscano informazioni privilegiate e ne facciano uso per finalità speculative.

Dal punto di vista delle sanzioni, sono notevol-mente rafforzate quelle di carattere penale, sia detenti-ve sia pecuniarie ed è ampliato, in relazione al delitto de quo, il concetto di strumento finanziario, conside-rato tale anche quello il cui valore dipenda dagli stru-menti ammessi alla negoziazione o per i quali sia stata presentata relativa domanda in un mercato regolamen-tato italiano o di altro paese dellʼUnione.

Nella norma non è più prevista la punibilità a tito-lo di delitto per lʼ”insider secondario”, che eventual-mente risponderà dellʼillecito amministrativo di cui allʼarticolo 187-bis. Al proposito, la condotta previ-sta per lʼillecito amministrativo replica fondamental-mente quella dellʼillecito penale. Tuttavia, nellʼambito di punibilità dellʼillecito amministrativo rientrano ora anche i casi di “tippee trading”, e cioè lʼillecito realiz-zato dallʼinsider secondario che, pur se casualmente, entra in possesso di informazioni qualificabili come ri-servate, mentre comportamenti della specie prima or-bitavano nella sfera dellʼillecito penale. Più in genera-le, nella violazione amministrativa dellʼarticolo 187-bis, il concetto di “ordinaria diligenza” è alla base del-

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la conoscenza del carattere privilegiato delle informa-zioni e rappresenta una tipica espressione della colpa, assente nella parallela figura di delitto (articolo 184).

5.2.2 - Il reato di manipolazione del mercato

Nuova ipotesi di reato prevista dal testo novella-to dellʼarticolo 185 del TUF è la “manipolazione del mercato”, che ricalca la figura dellʼaggiotaggio (arti-colo 2637 c.c.) e che si concretizza con la diffusione da parte di “chiunque” di notizie false o con la realiz-zazione di operazioni simulate o altri artifizi concreta-mente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari.

L̓ articolo 185 si caratterizza per un significativo differenziale in positivo delle sanzioni penali rispet-to allʼarticolo 2637 c.c. dal momento che cʼè un au-mento della reclusione nel massimo e lʼaddizione del-la multa, prima non prevista. Analogamente allʼabuso di informazioni privilegiate la definizione della nuo-va figura di illecito amministrativo di manipolazio-ne del mercato (articolo 187-ter) riprende la struttura della corrispondente fattispecie penale, con la fonda-mentale distinzione dellʼelemento soggettivo nel sen-so che per la configurabilità dellʼillecito amministrati-vo è sufficiente la colpa, a differenza del delitto ove è richiesto il dolo.

Nellʼipotesi amministrativa dellʼarticolo 187-ter, viene colpito chi divulga voci, false notizie o infor-mazioni fuorvianti in merito agli strumenti finanziari mentre lʼarticolo 185 esige che le notizie siano “con-cretamente idonee” a modificare i prezzi perché si perfezioni il reato. L̓ alterazione del prezzo degli stru-menti finanziari deve inoltre essere “sensibile”. Quin-di la dilatazione dellʼambito di applicazione dellʼille-cito amministrativo non dipende soltanto dal fatto che il dolo non è più richiesto quale requisito di ordine soggettivo ma anche dalla maggiore ampiezza dei pre-supposti oggettivi.

Nella manipolazione del mercato, la caratterizza-zione dellʼillecito amministrativo appare più circo-stanziata rispetto a quella dellʼillecito penale in quan-

to prevede come elementi essenziali in primo luogo lʼesistenza di operazioni od ordini di compravendita che forniscano o siano idonei a fornire indicazioni fal-se o fuorvianti in merito allʼofferta, alla domanda o al prezzo di strumenti finanziari, in secondo luogo ope-razioni di ordini di compravendita che consentono, tramite lʼazione di una o di più persone che agisco-no di concerto, di fissare il prezzo di mercato di uno o più strumenti finanziari a un livello anomalo o artifi-ciale e operazioni od ordini di compravendita che uti-lizzano artifizi od ogni altro tipo di inganno o di espe-diente, oltre che altri artifici idonei a fornire indicazio-ni false o fuorvianti in merito allʼofferta, alla doman-da o al prezzo di strumenti finanziari.

La più ampia portata dellʼillecito amministrati-vo rispetto a quello penale è mitigata dalla previsio-ne, al quarto comma dellʼarticolo 187-ter, di un caso di non punibilità di vasto spettro applicativo: infatti, non può essere assoggettato a sanzione chi dimostri di aver agito per motivi legittimi e in conformità alle prassi ammesse nel mercato interessato. Peraltro, non è facilmente comprensibile la discrepanza tra i possi-bili mezzi di diffusione delle notizie false o fuorvian-ti che, nellʼarticolo 185, sono assolutamente generici in quanto non specificati, mentre nellʼarticolo 187-ter sono già meglio tipizzati (la diffusione deve avvenire “tramite mezzi di informazione, compreso Internet e ogni altro mezzo”).

5.2.3 - Il ruolo della Consob

E ̓ la Consob lʼautorità nazionale competente in materia di market abuse. La riforma ha fissato le mo-dalità per la cooperazione tra la stessa e le altre autori-tà nazionali ed estere (articolo 4, comma 7, TUF, nuo-va formulazione) e il potere regolamentare di ammet-tere o individuare le prassi di mercato ammesse (arti-colo 180, lettera c, TUF).

L̓ attribuzione di analogo potere regolamentare ri-guarda gli obblighi di comunicazione di informazioni privilegiate al pubblico (articolo 114, primo comma, TUF), il ritardo della divulgazione al pubblico, (arti-

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colo 114, terzo comma), i casi in cui è possibile la co-municazione di informazioni privilegiate a terzi sen-za obbligo di comunicazione al pubblico, la tenuta dei registri delle persone che lavorano o svolgono incari-chi per gli emittenti e che hanno accesso a informazio-ni privilegiate (articolo 115-bis), gli obblighi di comu-nicazione alla Consob e al pubblico delle informazio-ni relative a operazioni effettuate da persone che eser-citano responsabilità di direzione, o per conto di esse, nonché da soggetti a queste strettamente collegati, o per conto di essi, individuandone a tale fine la nozio-ne (articolo 114, settimo comma). Inoltre la Consob è competente in tema di responsabilità e obblighi di cor-rettezza e trasparenza posti a carico di chiunque pro-duca o diffonda ricerche riguardanti strumenti finan-ziari o loro emittenti ovvero altre informazioni relati-ve a strategie dʼinvestimento (articolo 114, commi 8 e 9), adozione da parte dei gestori di mercato di dispo-sizioni per prevenire abusi di mercato (articolo 64), ri-cezione delle segnalazioni da chi opera professional-mente su strumenti finanziari, in caso di sospetto che le transazioni costituiscano abuso di informazioni pri-vilegiate o manipolazione del mercato, diffusione da parte di istituzioni pubbliche di statistiche suscettibili di influire in modo sensibile sui mercati finanziari (ar-ticolo 114, comma 11).

Per quanto riguarda lʼattività di controllo sugli abu-si di mercato, in precedenza alla Consob era solo con-cesso, in aggiunta allʼesercizio dei normali poteri re-lativi ai soggetti vigilati da essa, di richiedere dati, do-cumenti o notizie a chiunque fosse informato sui fat-ti, di ascoltarlo, di servirsi della collaborazione delle pubbliche amministrazioni e di accedere allʼAnagra-fe tributaria. Ora invece lʼarticolo 187-octies innan-zitutto (comma 1) attribuisce alla Consob la funzio-ne di vigilare sullʼosservanza delle norme (“abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del merca-to”), con un collegamento al riformulato articolo 170-bis. In base al successivo comma 2, la Consob compie tutti gli atti necessari allʼaccertamento delle violazio-ni delle disposizioni del titolo I bis tramite i poteri a essa attribuiti (commi 3 e 4): richiesta di notizie, dati, documenti e registrazioni telefoniche esistenti, fissan-

do un termine per la comunicazione; audizione del-le persone; sequestro di beni che possono formare og-getto di confisca; ispezioni, nonché perquisizioni nei modi di cui agli articoli 33 del Dpr 600/1973 e 52 del Dpr 633/1972.

Alla Consob sono poi riconosciute le facoltà di av-valersi della collaborazione delle pubbliche ammini-strazioni, di richiedere dati e informazioni anche in deroga al divieto di comunicazione e diffusione di cui allʼarticolo 25, comma 1, del Dlgs 196/2003, di acce-dere allʼAnagrafe tributaria, di chiedere lʼacquisizio-ne presso il fornitore dei dati relativi al traffico telefo-nico e la comunicazione di dati personali, di avvalersi dei dati contenuti nellʼanagrafe dei conti e dei deposi-ti e di accedere, con apposita connessione telematica, alla centrale dei rischi della Banca dʼItalia.

Alla Consob è riconosciuto poi il potere di fare cessare in via cautelare condotte che facciano presu-mere il compimento di violazioni delle norme in mate-ria di market abuse. L̓ articolo 187-nonies prevede che i soggetti abilitati, gli agenti di cambio e le società di gestione del mercato segnalino le operazioni sospette che potrebbero ragionevolmente configurare una vio-lazione delle disposizioni del titolo. La Consob, con regolamento, stabilisce categorie di soggetti obbliga-ti alla segnalazione nonché elementi e circostanze da considerare. Direttamente collegata con i poteri della Consob è la previsione della pena detentiva per i sog-getti che ostacolano lʼesercizio dei poteri di vigilanza e dʼindagine previsti dalla direttiva 2003/6/Ce da parte della Commissione (reclusione fino a due anni e mul-ta, rivalutata ex lege 262/2005, da ventimila a quattro-centomila euro - articolo 170-bis). Chiunque non ot-temperi nei termini alle richieste della Consob ovve-ro ritardi lʼesercizio delle sue funzioni, è punito ora, sempre ex lege 262, con la sanzione amministrativa pecuniaria da cinquantamila a un milione di euro (ar-ticolo 187-quindecies). L̓ inserimento in questa nor-ma della clausola di riserva “fuori dai casi previsti dal-lʼart. 2638 del codice civile”, con lʼesplicita indicazio-ne della norma da applicare, esclude la possibilità di concorso apparente di norme coesistenti.

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5.2.4 - Le sanzioni amministrative

In base allʼarticolo 14 della direttiva 2003/6/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2003 relativa allʼabuso di informazioni privilegiate e alla manipolazione del mercato, fatto salvo il dirit-to degli Stati membri di imporre sanzioni penali per le fattispecie di maggior gravità, questi sono tenuti a ga-rantire, conformemente al loro ordinamento naziona-le, lʼadozione delle opportune misure amministrative o irrogare le opportune sanzioni amministrative effi-caci, proporzionate e dissuasive a carico delle persone responsabili del mancato rispetto delle disposizioni di attuazione della direttiva. Le sanzioni amministrative dovrebbero essere, tra lʼaltro, proporzionate alla gra-vità della violazione e agli utili realizzati e dovrebbero essere applicate coerentemente in ambito comunita-rio, tenendo presente la necessità di garantire una cer-ta omogeneità di regolamentazione da uno Stato mem-bro allʼaltro. Ciò ha imposto di innovare in modo si-gnificativo il TUF che originariamente prevedeva san-zioni esclusivamente penali. Dopo la riforma, invece, le sanzioni amministrative costituiscono lo strumento principale per la repressione degli illeciti insieme con le sanzioni penali per le violazioni più gravi.

5.2.5 - Conclusioni

Con la “legge comunitaria”, la nostra legislazione si è allineata a quella dei paesi più avanzati. Il market abuse non viene concepito esclusivamente in ambito penale, ma risulta organicamente strutturato secondo una scala sanzionatoria con livelli adeguatamente di-versificati. L̓ effetto innovativo in tema di responsabi-lità della persona giuridica dellʼarticolo 9 della legge comunitaria 2004 non si esaurisce con lʼintroduzione dellʼarticolo 187-quinquies che prevede il pagamen-to di una somma pari alla sanzione pecuniaria irrogata a soggetti “apicali” o “subordinati” resisi responsabili di una violazione amministrativa di market abuse, ma si estende alla possibilità di imputare alla persona giu-ridica i delitti di manipolazione del mercato e di abu-

so di informazioni privilegiate. Il sistema, preventivo oltre che sanzionatorio, prevede per lʼente una forma di responsabilità distinta da quella dellʼindividuo, che ha materialmente realizzato la condotta e che funzio-nalmente è legato al soggetto collettivo. E ̓però ne-cessario che la persona fisica abbia agito nellʼinteres-se o a vantaggio dellʼente. In questo modo il legisla-tore ha esteso la responsabilità alle persone giuridiche allo scopo di rendere partecipi della sanzione di taluni illeciti penali, non solidalmente ma per autonoma re-sponsabilità, i soggetti collettivi che dalla commissio-ne del reato si avvantaggiano.

Negli anni lʼevoluzione normativa ha portato ad accrescere la lista di reati, rappresentata a suo tempo dalle originarie ipotesi di indebita percezione di ero-gazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pub-blico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico, concussione e corruzione. Dopo lʼintrodu-zione dellʼeuro è stata ricompresa la falsità in mone-te, in carte di pubblico credito e in valori di bollo. La riforma del diritto societario (Dlgs 61/2002) ha este-so la responsabilità anche ai reati societari. La recru-descenza dei fenomeni della criminalità e del terrori-smo internazionale hanno poi imposto lʼadozione di strumenti che superassero anche lo schermo societa-rio. Sono così rientrati nel Dlgs n. 231/2001 i delit-ti aventi finalità di terrorismo o di eversione dellʼor-dine democratico e i reati contro la personalità indivi-duale. L̓ ultima estensione in ordine di tempo è detta-ta dalla recentissima legge 16 marzo 2006, n. 146, che ha ampliato lʼambito di operatività della norma a nu-merosi altri reati con carattere di transnazionalità del-la condotta delittuosa in materia di crimine organizza-to. L̓ articolo 9 del Dlgs 231/2001 individua quattro ti-pologie di sanzioni: pecuniarie, interdittive, confisca, pubblicazione della sentenza, applicabili in linea ge-nerale agli illeciti dipendenti da reato. Tuttavia, lʼap-plicazione nei confronti degli enti delle sanzioni pre-viste non ha luogo qualora prima della commissione del fatto sia stato adottato da parte dellʼorgano diri-gente dellʼente un modello di organizzazione e di ge-stione idoneo a prevenire illeciti della specie di quel-

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lo verificatosi. Inoltre, chi ha commesso il reato deve avere agito con fraudolenta elusione dei modelli. In ogni caso, la vigilanza dellʼorganismo di controllo non può essere omessa o insufficiente.

In conclusone; la legge n. 62 del 2005 costituisce un contributo concreto ad alcune tematiche rilevan-ti che ultimamente hanno riguardato il mercato ita-liano, chiarendo quali posizioni assume il legislatore nei confronti dei ruoli di responsabilità e dele attività di governance delle aziende che possono avere effetti sugli investitori. Costituisce inoltre un utile strumento operativo per aiutare a interpretare e gestire gli aspetti di controllo che la legge propone.


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