+ All Categories
Home > Documents > Economia Della Banca Ruozi 2011

Economia Della Banca Ruozi 2011

Date post: 21-Jan-2016
Category:
Upload: antonio-gattulli
View: 1,842 times
Download: 92 times
Share this document with a friend
Description:
Economia Della Banca Ruozi 2011
29
CAPITOLO I – ATTIVITA' BANCARIA Attività Bancaria: Consiste nell'attività di raccolta del "risparmio" (per raccolta del risparmio si intende l'apertura di depositi e conti correnti ove i risparmiatori possono depositare il proprio denaro ottenenendo in cambio un tasso interesse . Talo tasso interesse è un costo per la banca ed è pertanto , dal punto di vista della banca , un interesse passivo . E' invece un tasso di interesse attivo dal punto di vista del risparmiatore ) e di erogazione dei "finanziamenti" ( i risparmi raccolti dalla banca sono impiegati per erogare prestiti e finanziamenti a imprese e famiglie . Questi richiedono alla banca un importo e si impegnono alla restituzione dello stesso e al pagamento di un tasso di interesse . Talo tasso di interesse è un interesse attivo per la banca e passivo per i debitori ) , classificati tra i "servizi" e appartenente al "settore terziario" . L'attività finanziaria viene svolta da apposist he società intermediate dette banche . Il "margine di guadagno netto" per la Banca corrisponde alla differenza tra il Tasso d'interesse passivo del risparmio e quello attivo dei finanziamenti . Definizione di Banca: La banca può essere classificata come un'azienda di produzione che opera sistematicamente e a proprio rischio nel campo del credito , raccogliendo risorse finanziarie presso il pubblico e erogando risorse finanziarie a titolo di credito ( funzione creditizia ) . In altre parole la Banca può essere definita come un intermediario tra le unità in surplus ( le famiglie ) e le unità in deficit ( le imprese ) . Inoltre le banche possono utilizzare i propri debiti come moneta . Questo non è possibile per le società , ma per le banche si : detenendo un deposito possono utilizzare direttamente il denaro che vi è versato . Inoltre la banca può modulare la quantità di moneta nel sistema ( funzione monetaria ) . Funzione creditizia e funziona monetaria , una volta sommate , determinano la condizione necessaria e sufficiente dell'attività bancaria . Inoltre la banca offre una serie di servizi al giorno d'oggi sempre più utilizzati ( funzione di servizio ). Origini del sistema bancario moderno : L'attività bancaria è molto antica. In Italia per avere un sistema bancario bisogna attendere la legge bancaria del 1936 , anno in cui la Banca d'Italia si trasformò da banca di emissione a banca centrale . I principi dell'attività bancaria sono imperniati principalmente sulla raccolta di mezzi finanziari attraverso i depositi bancari , effettuati in larga parte dai cittadini , e quindi tale legge è intervenuta per tutelare i depositanti . La legge bancaria si assicura di garantire alle banche liquidità . Una prima parte della legge permise di definire la Banca "Istituto di diritto Pubblico" affidando alle banche definitivamente la funzione di emissione ( azionisti privati espropriati dalle proprie quote , che furono riservate ad enti finanziari di rilevanza pubblica ; Divieto di sconto diretto dalle banche a operatori non bancari ) . Una seconda parte della legge fu dedicata alla vigilanza creditizia e bancaria ( abrogata quasi interamente nel 1993 ) . Concorrenza e liberalizzazione e direttive comunitarie : La situazione del mercato bancario italiano è stata caratterizzata da una bassa concorrenzialità , e quindi dalla presenza di banche poco efficienti .Infatti l'apertura con i mercati internazionali portò la necessità di creare istituti di credito efficienti in grado di competere con le banche estere , già entrate nel nostro paese . Altro problema era la creazione di un mercato unico europeo anche per le banche , quindi anche nell'ambito valutario le cose dovevano cambiare . Tale cambiamento si concretizzò con la "legge Amato " che prevedeva la privatizzazione delle banche a soggetto economico pubblico . Ancora oggi si cerca di aumentare le dimensioni medie delle banche italiane in quanto ancora inferiori rispetto a quelle estere . Il testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia : In vigore dal 1 gennaio 1994 , ha rappresentato la riorganizzazione normativa dell'ordinamento bancario, e rimane la fonte legislativa principale del settore (aggiornato il 20/12/2005). Con tale riforma le Banche non vengono più considerate pubbliche istituzioni ( quindi non sono più sotto stretto controllo da parte dello Stato ) , bensì vengono costituite come società di diritto privato ( S.p.a o cooperative ) ed hanno poteri di azione e creazione più ampi , anche nei mercati esteri .Particolarità della riforma è l'introduzione della banca universale ( diversamente dalla concezione di banca precedente ) , ovvero può esercitare congiutamente raccolta del risparmio presso il pubblico dei creditori , e allo stesso tempo , l'esercizio di credito (funzione creditizia e monetaria , precedentemente citata ) . Accanto ad una maggiore autonomia delle banche vi è pure un rafforzamento dei poteri di vigilanza , che consentisse di monitorare l'attività bancaria attraverso lo strumento della "vigilanza prudenziale" . Testo unico della finanza : abbreviato TUF , è la principale fonte normativa italiana in materia di finanza ( entrata in vigore nel 1 luglio 1998 ). Tale testo rende più semplice e chiara la lettura e le disposizioni di carattere finanziario . Altro scopo, non meno rilevante , oltre al rafforzamento dei meccanismi di governance delle società , è la creazione di una normativa moderna e coerente con quella dei paesi dell'Unione Europea . Trasparenza contrattuale attività bancaria : permette ai clienti delle banche di capire quali sono i loro diritti e obblighi quando acquistano prodotti bancari e finanziari (strumenti di pagamento , conti correnti e
Transcript
Page 1: Economia Della Banca Ruozi 2011

CAPITOLO I – ATTIVITA' BANCARIA

Attività Bancaria: Consiste nell'attività di raccolta del "risparmio" (per raccolta del risparmio si intendel'apertura di depositi e conti correnti ove i risparmiatori possono depositare il proprio denaro ottenenendo incambio un tasso interesse . Talo tasso interesse è un costo per la banca ed è pertanto , dal punto di vista dellabanca , un interesse passivo . E' invece un tasso di interesse attivo dal punto di vista del risparmiatore ) e dierogazione dei "finanziamenti" ( i risparmi raccolti dalla banca sono impiegati per erogare prestiti efinanziamenti a imprese e famiglie . Questi richiedono alla banca un importo e si impegnono alla restituzionedello stesso e al pagamento di un tasso di interesse . Talo tasso di interesse è un interesse attivo per la banca epassivo per i debitori ) , classificati tra i "servizi" e appartenente al "settore terziario". L'attività finanziariaviene svolta da apposist he società intermediate dette banche . Il "margine di guadagno netto" per la Bancacorrisponde alla differenza tra il Tasso d'interesse passivo del risparmio e quello attivo dei finanziamenti .

Definizione di Banca: La banca può essere classificata come un'azienda di produzione che operasistematicamente e a proprio rischio nel campo del credito , raccogliendo risorse finanziarie presso il pubblico eerogando risorse finanziarie a titolo di credito ( funzione creditizia ) . In altre parole la Banca può essere definitacome un intermediario tra le unità in surplus ( le famiglie ) e le unità in deficit ( le imprese ) .Inoltre le banche possono utilizzare i propri debiti come moneta . Questo non è possibile per le società , ma per lebanche si : detenendo un deposito possono utilizzare direttamente il denaro che vi è versato . Inoltre la banca puòmodulare la quantità di moneta nel sistema ( funzione monetaria ) . Funzione creditizia e funziona monetaria ,una volta sommate , determinano la condizione necessaria e sufficiente dell'attività bancaria .Inoltre la banca offreuna serie di servizi al giorno d'oggi sempre più utilizzati ( funzione di servizio ).

Origini del sistema bancario moderno : L'attività bancaria è molto antica. In Italia per avere un sistema bancariobisogna attendere la legge bancaria del 1936 , anno in cui la Banca d'Italia si trasformò da banca di emissione abanca centrale . I principi dell'attività bancaria sono imperniati principalmente sulla raccolta di mezzi finanziariattraverso i depositi bancari , effettuati in larga parte dai cittadini , e quindi tale legge è intervenuta per tutelare idepositanti . La legge bancaria si assicura di garantire alle banche liquidità . Una prima parte della legge permisedi definire la Banca "Istituto di diritto Pubblico" affidando alle banche definitivamente la funzione di emissione( azionisti privati espropriati dalle proprie quote , che furono riservate ad enti finanziari di rilevanza pubblica ;Divieto di sconto diretto dalle banche a operatori non bancari ) . Una seconda parte della legge fu dedicata allavigilanza creditizia e bancaria ( abrogata quasi interamente nel 1993 ) .

Concorrenza e liberalizzazione e direttive comunitarie : La situazione del mercato bancario italiano è statacaratterizzata da una bassa concorrenzialità , e quindi dalla presenza di banche poco efficienti .Infattil'apertura con i mercati internazionali portò la necessità di creare istituti di credito efficienti in grado di competerecon le banche estere , già entrate nel nostro paese . Altro problema era la creazione di un mercato unico europeoanche per le banche , quindi anche nell'ambito valutario le cose dovevano cambiare . Tale cambiamento siconcretizzò con la "legge Amato" che prevedeva la privatizzazione delle banche a soggetto economicopubblico . Ancora oggi si cerca di aumentare le dimensioni medie delle banche italiane in quanto ancora inferioririspetto a quelle estere .

Il testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia : In vigore dal 1 gennaio 1994, ha rappresentato lariorganizzazione normativa dell'ordinamento bancario, e rimane la fonte legislativa principale del settore(aggiornato il 20/12/2005). Con tale riforma le Banche non vengono più considerate pubbliche istituzioni ( quindinon sono più sotto stretto controllo da parte dello Stato ) , bensì vengono costituite come società di dirittoprivato ( S.p.a o cooperative ) ed hanno poteri di azione e creazione più ampi , anche nei mercati esteri.Particolarità della riforma è l'introduzione della banca universale ( diversamente dalla concezione di bancaprecedente ) , ovvero può esercitare congiutamente raccolta del risparmio presso il pubblico dei creditori , e allostesso tempo , l'esercizio di credito (funzione creditizia e monetaria , precedentemente citata ) . Accanto ad unamaggiore autonomia delle banche vi è pure un rafforzamento dei poteri di vigilanza , che consentisse dimonitorare l'attività bancaria attraverso lo strumento della "vigilanza prudenziale" .

Testo unico della finanza : abbreviato TUF, è la principale fonte normativa italiana in materia di finanza ( entratain vigore nel 1 luglio 1998 ). Tale testo rende più semplice e chiara la lettura e le disposizioni di caratterefinanziario . Altro scopo, non meno rilevante , oltre al rafforzamento dei meccanismi di governance dellesocietà , è la creazione di una normativa moderna e coerente con quella dei paesi dell'Unione Europea.

Trasparenza contrattuale attività bancaria : permette ai clienti delle banche di capire quali sono i lorodiritti e obblighi quando acquistano prodotti bancari e finanziari (strumenti di pagamento , conti correnti e

Page 2: Economia Della Banca Ruozi 2011

altre forme di deposito) , avendo un continuo rapporto di fiducia e comunicazione tra clienti e banche e/ointermediari finanziari;

Antiriciclaggio: ovvero l'azione posta in essere dalle banche le quali dovranno chiudere il conto al cliente erestituirgli il denaro versato , nel momento in cui non si riesce a identificare il titolare effettivo;

Legge sull'usura (legge 108/1996) : ha introdotto un limite ai tassi di interesse sulle operazioni difinanziamento oltre il quale gli stessi sono considerati usurari;

Antitrust: applicazione leggi antitrust presso gli istituti di credito evitando monopoli e/o alleanze senzasfavorire il libero mercato .

CAPITOLO II – VIGILANZA BANCARIA

Le finalità dell’attività di vigilanza delle Autorità creditizie sono individuate dalla legge e riguardano la sana eprudente gestione dei soggetti vigilati nonché la stabilità complessiva, l’efficienza e la competitività del sistemafinanziario nel suo complesso.

Architettura dei controlli sul sistema finanziario : L'attività della vigilanza bancaria segue dei principi base:a)L'analisi costi-benefici dell'attività di vigilanza deve porre limiti proporzionalmente ai benefici che gliintermediari intendono raggiungere ( in altre parole non deve ostacolare completamente il raggiungimentodell'obiettivo prefissato dagli intermediari) ; b) L'attività di vigilanza deve porre rimedio ad eventuale anomaliall'interno del sistema svolgendo attività preventive e non curative ( in altre parole deve essere applicata non comesoluzione ai problemi , bensì come prevenzione ad ogni forma di problema poichè questi non si devono presentare) .

Le Autorità creditizie : Le autorità creditizie sono i garanti del sistemo creditizio. Hanno lo scopo di controllarel'operato delle banche. Attraverso regole e norme operative verificano il modus operandi delle attività diintermediazione di tutte le banche e gli istituti di credito. Le autorità creditizie svolgono una importante funzionedi tutela nei confronti dei risparmiatori e degli investitori, siano essi imprese o persone fisiche, che si rivolgonoalle banche per versare la propria liquidità o chiedere finanziamenti. L'autorità creditizia europea più importante èla Banca Centrale Europea (Bce) che ha il compito di coordinare le decisioni delle Bance Centrali dei singoliPaesi. Il TUB definisce 3 soggetti con funzione di controllo del sistema creditizio italiano : a) Ministero delTesoro ; b) CICR ( comitato interministeriale credito e risparmio ) ;c) Banca d'Italia . Il Ministero del Tesoro e ilCICR hanno funzioni legate prevalentemente al corretto funzionamento del sistema bancario e sulle attività diintermediazione . La Banca d'Italia ha principalmente compiti e attività di coordinamento operativo . Svolge anchefunzioni di controllo e vigilanza sull'intero settore bancario , avendo le competenze tecniche per verificarel'esercizio delle attività bancarie .

Organizzazione dei controlli sul sistema finanziario : L'evoluzione del sistema finanziario nel corso degli anniè stata caratterizzata da una crescente despecializzazione e globalizzazione , ossia dalla tendenza degliintermediari finanziari a organizzarsi in gruppi o conglomerati finanziari operanti in svariati settori ( attivitàbancaria , assicurativa , trading, gestione dei patrimoni , ecc ) . Un'evoluzione del sistema creditizio di questo tiporichiede un adeguato sviluppo delle funzioni di regolamentazione al fine di evitare che si sviluppino zone d'ombranon soggette a corretta vigilanza . L'art.7 del TUB , coerentemente con questa impostazione , si preoccupa diprevedere che Banca d'Italia , CONSOB , COVIP , ISVAP , collaborino tra loro , anche mediante scambio diinformazioni , al fine di agevolare le rispettive funzioni , senza poter opporre il segreto d'ufficio .

La vigilanza sulle banche : Il TUB , dopo aver identificato le autorità creditizie e gli obiettivi che devonoperseguire, delinea il ciclo di vita di una banca , partendo dalla sua costituzione e operatività , per poi passare alleregole che le banche devono rispettare nell'ordinario funzionamento e ai controlli cui devono sottostare , pergiungere infine alla disciplina di una eventuale situazione di crisi . Ogni fase della vita di una banca è pertandoscandita dal rispetto delle regole viste dalla normativa , al fine di garantire trasparenza ed equità di trattamento trasoggetti vigilati . La vigilanza può essere strutturale , prudenziale,protettiva, informativa , ispettiva .

Vigilanza Strutturale : viene esercitata direttamente sulla struttura del mercato creditizio , attraverso i controllisull'ingresso di nuove banche , sull'espansione di quelle già esistenti e sulla possibilità di altri soggetti dipartecipare al capitale delle banche .*

Vigilanza Prudenziale : tende a limitare l'assunzione del rischio da parte delle banche , ovvero a garantire che afronte di un determinato rischio corrisponda un determinato patrimonio . La vigilanza Prudenziale èINFORMATIVA , in quanto prevede l'invio da parte delle banche , periodicamente , di documenti e segnalazioni ;REGOLAMENTARE ,in quanto comporta la determinazione da parte della Banca d'Italia delle regole da seguire ;ISPETTIVA, in quanto da alla Banca d'Italia la possibilità di fare ispezioni presso gli istituti di credito .

Page 3: Economia Della Banca Ruozi 2011

Vigilanza Protettiva : Guarda al problema delle esternalità negative prevenendo la crisi e tutelando ilrisparmiatore a fronte di una crisi irreversibile. La prima avviene attraverso attività ispettive, flussi informativi,rifinanziamenti della banca centrale nel caso di illiquidità e, in presenza di situazioni di crisi più gravi (ma nonirreversibili) c'è l'intervento della Banca d'Italia con l'amministrazione straordinaria. Nel caso di crisi irreversibilevi è la liquidazione coatta amministrativa (procedura diversa dal fallimento: tali imprese sono infatti liquidatedall'autorità amministrativa anziché da quella giudiziaria) e l'utilizzo delle risorse nel fondo di garanzia depositi( ovvero un fondo tutela dei depositanti con un limite di 103.291 euro per depositante ) .

Vigilanza informativa o Fair play regulation : Mira alla riduzione del problema delle asimmetrie informative.Prevede obblighi informativi a carico di strumenti finanziari, emittenti, intermediari e organi di gestione delmercato al fine di migliorare l'efficienza dei prezzi.

Vigilanza ispettiva : Il Testo unico conferma alla Banca d'Italia i poteri di vigilanza ispettiva sul sistema bancario,stabilendo che la Banca stessa effettui ispezioni presso le banche e richieda a queste ultime l'esibizione degli atti edocumenti ritenuti necessari per le verifiche e gli accertamenti. Stabilisce altresì che la Banca d'Italia debbaautorizzare le fusioni alle quali prendono parte le banche, quando non contrastino con il criterio della sana eprudente gestione.

CAPITOLO III – L'ORGANIZZAZIONE

Diversificazione e specializzazione dell'attività bancaria : Le banche , di fronte alle possibilità operative offertedel TUB, devono elaborare la scelta delle attività da svolgere e la relativa forma organizzativa da adottare . Nelcorso del tempo si passò dall'utilizzo di un modello prevalentemente tradizionale ad un sistema di attività piàampio , avendo un elevato grado di diversificazione , utilizzando tutte le opportunità d'azione offerte dal testounico ( ciò non significa che tutte le banche passino ad un modello diversificato ) . Un modello diversificatoovviamente garantisce alla clientela una molteplicità di prodotti e permette di reggere il peso della concorrenza nelmercato . Le banche che adottano strategie di diversificazione tendono ad essere presenti in tutte le attivitàdell'intermediazione finanziaria ( assicurativa , creditizia , mobiliare ) . Viceversa è possibile che vi siano bancheche prediligono la specializzazione delle attività, solitamente di piccole dimensioni con una clientela selezionata .

Scelta delle aree di business e forma organizzativa da adottare: Le scelte di diversificazione/specializzazionepone il management bancario a definire in quali aree di business operare e sulla forma organizzativa da adottare .E' consentito alle banche usare 2 strutture , ovvero "Banca Universale", che svolge direttamente tutte le attivitàche ha deciso di svolgere; "Gruppo Bancario", in presenza del quale vi è invece una società capogruppo che siavvale dell'operato di più società controllate , specializzate in una o più attività .

Gruppo bancario e la banca universale : Sono previsti diversi modelli :-banca tradizionale è la sola banca "retail" per il mass- market che presenta solamente attività di sportelli eraccolta di fondi dai correntisti ( spesso sinonimo di banca online perchè internet è uno dei mezzi più utilizzatoper l'erogazione dei servizi principali ) -banca universale significa che tutti gli istituti possono offrire tutti i servizi bancari, come ad esempio: 1,Operazioni di credito, ovvero operazioni attive; 2,Gestione patrimoniale e consulenza d’investimento;3,Traffico dei pagamenti; 4,Operazioni passive (conti di risparmio ecc.); 5,Operazioni su titoli (negoziazione di borsa); 6,Attività di emissione (di obbligazioni); 7,Analisi finanziaria;Alcuni vantaggi della banca universale: ripartizione del rischio su un ampio ventaglio di attività e platea di clientiprovenienti da tutti i rami economici.-gruppo bancario invece è il raggruppamento di diverse entità giuridiche che rimangono anche giuridicamenteautonome, sotto il controllo della gestione operativa esercitata da una holding pura (che detiene le solepartecipazioni delle banche sottostanti) o mista (che oltra a detenere le partecipazioni nelle banche sottostantiesercita anch'essa attività bancaria indipendente; vedi per esempio: il caso Unicredit, Intesa San Paolo) ( i rischisono accollati alla banca / società finanziaria capogruppo ) ;

Le strategie nel retail, nel corporate e nel private banking : La banca è un'impresa diversificata in quanto può

Page 4: Economia Della Banca Ruozi 2011

operare con una gamma di prodotti piuttosto ampia da dstinare a segmenti di clientela aventi caratteristiche socialied economico – finanziarie differenti . Si è soliti segmentare la clientela in 3 categorie , retail , corporate, private acui corrispondono 3 attività distinte , ovvero retail banking , corporate banking , private banking ( inoltre èpossibile aggiungere l'istitutional banking , per clienti quali pubblica amministrazione , intermediari finanziari ,istituzioni senza scopo di lucro ) . -Retail Banking , attività bancaria la cui principale caratteristica è l’avere una clientela vasta ed eterogenea esvolgere principalmente un elevato numero di operazioni il cui ammontare unitario è medio-piccolo ( clientelacomposta essenzialmente da famiglie e imprese di piccole dimensioni ) ;-Corporate Banking, attiene all'offerta , da parte delle banche di uan serie di servizi creditizi e finanziari per leimprese che presentano una serie di problemi più complessi : Cash managemente , gestione della liquidità ;Corporate lending , offerta di credito a medio-lungo termine ; Investement Banking in senso stretto , servizi difinanziamento attraverso l'emissione e il collocamento di titoli azionari e obbligazionari ; Corporate finance ,servizio di consulenza per le scelte finanziarie delle imprese clienti ;-Private Banking , attiene all'offerta da parte delle banche o intermediari finanziari autorizzati al segmento dellaclientela privata che dispone di ingenti patrimoni e/o di cospicui flussi di reddito.Si tratta di un tipo di clientelaattenta sia al rendimento sia alla qualità del servizio ( forte attività di marketing con lo scopo di mantenere bensaldato il rapporto col cliente ) ;

Articolazione territoriale e la politica degli sportelli in banca : La rete territoriale di una banca svolgeun'indispensabile funzione di contatto con il pubblico sia nella fase di raccolta delle risorse finanziarie sia nellafase di finanziamento: istruzione delle domande di prestito , erogazione del prestito e gestione ordinaria delrapporto creditizio . Le unità territoriali che svolgono le operazioni elencate sono denominate "sportelli". La lorodistribuzione geografica configura la cosiddetta "articolazione territoriale" della banca . Le scelte organizzativedelle banche , in tema di articolazione territoriale , sono sempre state fortemente condizionate dallaregolamentazione imposta dalle autorità di vigilanza . Tuttavia oggi le banche possono liberamente deciderel'apertura di nuove dipendenze ( analizzando, chiaramente , le potenzialità del mercato che intendono servire ) . Leautorità di vigilanza , da parte loro , si riservano la possibilità di esprimere la propria opinione riguardo ai nuoviinsediamenti in relazione alle caratteristiche di ogni singola banca presa in analisi . Perciò le banche devonoaffrontare 2 principali ordini di problemi : scelta delle aree dove insediare gli sportelli (luoghi in cui offronoelevate possibilità di contatto con il pubblico, quindi si privilegiano le aree con un elevato flusso di persone edeconomicamnete più sviluppate ) ; definizione dei compiti da attribuire agli sportelli (classificazione deglisportelli in relazione all'attività svolta , gamma dei servizi offerti , grado di autonomia rispetto agli organismi disede centrale ) . In relazione alla definizione delle attività svolte da parte delle banche è possibile definire icosidetti "sportelli leggeri" , ovvero unità operative di piccole dimensioni con bassi costi strutturali e conoperatività limitata alle operazione elementari ( esempio servizi di pagamento e negoziazione strumentifinanziari ) . Per le altre funzioni il cliente dovrà rivolgersi alla banca , perciò lo sportello può essere definitocome un distributore dei prodotti servizi della banca stessa . Alcune banche inoltre hanno esteso il proprio campod'azione adottando una politica distributiva telematica , la "remote banking" , ove il contatto banca-cliente avvieneper via Telefonica (phone banking) o internet (internet banking) , garantendo servizi di consulenza continua e costipiù bassi per ogni singolo servizio , maggiori comodità e rapidità .

Strategia e organizzazione delle piccole banche & dei grandi gruppi bancari : Le dimensioni della bancarappresentano un vincolo alla libera espressione delle decisioni strategiche e organizzative del management . Le banche di dimensione minore si caratterizzano per strutture organizzative più snelle , data la minorecomplessità gestionale , del ridotto numero di affari , dalla tendenziale specializzazione del processo produttivo( al fine di ottenere un vantaggio competitivo ) . Le banche di piccole dimensioni , avendo un tipo di clientelatipicamente Retail , hanno una dimensione spiccatamente locale , in ragione della scarsa mobilità spaziale edeconomica della clientela , sfruttando perciò la vicinanza del cliente . Inoltre una banca di piccole dimensioni puòdecidere di operare secondo la formula della banca specializzata ( segmenti di clienti , prodotti/servizi offerti ,aree geografiche , canali distributivi ) , conservando la piena autonomia e indipendenza strategica e gestionale / o ,formula della banca specializzata , partecipando a processi di aggregazione bancaria ( partnership con altriintermediari finanziari) . La maggior parte delle banche di piccole dimensioni oggi utilizzano principalmente unmodello organizzativo di tipo funzionale , applicando la suddivisione e il coordinamento delle mansionioperative , attraverso il presidio organizzativo delle varie funzioni di cui si compone la specifica attività . Unastruttura organizzativa di tipo funzionale si caratterizza per l'allocazione delle responsabilità di direzionegestionale per fasi o funzioni del processo produttivo e per un mancato accentramento dei poteri di indirizzostrategico , coordinamento e controllo in capo alla Direzione Generale . Sottostante alla direzione generale visaranno i diversi uffici con le diverse competenze tecniche ( personale , ispettorato , marketing , contabilità ,tesoreria, estero , titoli ) e , chiaramente , le filiali operative all'interno della struttura ( direttori periferici di

Page 5: Economia Della Banca Ruozi 2011

responsabilità decisionali e operative pià o meno ampie ) .

I grandi gruppi bancari presentano una struttura organizzativa più complessa rispetto a quella di piccoledimensioni . I gruppi bancari di grandi dimensioni operano in differenti aree di attività e su più mercati . Adottanoun tipo di struttura prinpalmente divisionale , dato l'ampio grado di diversificazione . Date le difficoltàamminstrative è lasciata ampia autonomia gestionale alle singole divisioni della banca . Il modello divisionaleperciò garantisce una maggiore flessibilità alla gestione dei singoli business ( settore per settore ) . Leresponsabilità di indirizzo strategico unitario e di controllo restano a capo della direzione generale e ai verticisocietari della banca . I modelli divisionali si distinguono tra loro per Area geografica , per Prodotti , per Segmentidi clientela o di mercato .

CAPITOLO IV – LA RACCOLTA NELL'ECONOMIA DELLA BANCA

La politica di raccolta : insieme di azioni svolte dalla banca volta ad ottenere il volume e la composizione dirisorse finanziarie idonee allo svolgimento della propria funzione creditizia in condizioni di equilibrio gestionale .

Obiettivi politica di raccolta : Definizione ed esplicitazione di obiettivi di medio e lungo periodo e deglistrumenti per realizzare tali obiettivi . Tale decisioni sono subordinate alle decisioni aziendali , perciò sonomutevoli da banca a banca .

Obiettivi quantitativi : Obiettivo della politica di raccolta costantemente rivolto all'aumento . Normalmente lapolitica di raccolta è diretta ad aumentare le dimensioni aziendali attraverso l'utilizzo di strumenti opportunementecombinati . La maggiore concorrenza e le progressive perdite di quote di mercato hanno indotto le banche adedicare a tale area gestionale maggiori attenzioni , utilizzando politiche di raccolta più aggressive ( analisi ob.Generali , articolazione territoriale azienda/banca , competitività nel mercato di riferimento ) .

Obiettivi di costo : ottimizzazione della relazione costo-rischi . Le caratteristiche di rischio del passivo devonoessere congruenti con la struttura delle variabili dell'attivo e devono quindi combinarsi con le politiche diprestiti/titoli/partecipazioni

Obiettivi di soddisfazione della clientela : Politiche di raccolta volte ad avere come obiettivo l'instaurazione direlazioni stabili con la clientela , orientate nel lungo periodo e basate su un costante monitoraggio dei risultatiraggiunti in termini di "customer satisfaction" & "customer rentention" & "customer migration" . Una buonaclientela coincide con una buona redditività per la banca .

Politica di prodotto : intesa come innovazione e diversificazioni delle offerte poste in essere al pubblico , con loscopo di offrire pià servizi e attrarre , conseguentemente , un maggior numero di clientela Le bance , data la forteconcorrenza e la continua imitabilità dei prodotti offerti ( poco tempo per sfruttare l'innovazione ) , hannoassociato al deposito il Bundling , ovvero un servizio annesso/accessorio , favorendo la stabilità dei rapporti che sihanno con la clientela . Più servizi offerti implicano meno Switching cost per il Cliente ( ovvero non si verificauna "customer migration" ) .

Politica di prezzo : Criteri e strumenti attraverso i quali sono determinati i prezzi . In base alla Federal Reserve ifattori che contribuiscono maggiormente a determinare i lprezzo degli strumenti di raccolta bancaria , destinati alpubblico, sono a)Tasso d'interesse sul mercato all'ingrosso ; b) strategie di prezzo adottate dati concorrenti ; c)elasticità della clientela ; d ) analisi delle scadenza ; e ) analisi dei flussi delle diverse categorie di raccolta .

Politica di distribuzione : Scelta del mix di canali di vendita dei prodotti/servizi offerti dalla clientela .Espansione territoriale ( negozi finanziari ; ATM ; POS ( point of sale ) , apparecchi di pagamento presso puntivendita al dettaglio ) . Si cerca di sviluppare il canale Online , volto a ridurre notevolmente i costi di gestione daparte delle banche ( nonchè a velocizzare il servizio a vantaggio del cliente ) .

Politiche di comunicazione : sono 4 le aree di comunicazione presenti nelle banche a) commerciale ( banca-clienti) b) instituzionale (banca-Stakeholder) c) gestionale ( banca-soggetti gestori delle imprese) ; d) economicofinanziaria ( banca-finanziatori ) . Particolarmente importante è il canale commerciale ove vengono utilizzatistrumenti quali pubblicità,promozione vendite , marketing diretto , pubbliche relazioni . Lo scopo principale è lafidelizzazione del cliente nel lungo periodo .

CAPITOLO V – LE FORME TECNICHE DI RACCOLTA DELLE RISORSE FINANZIARIE

Page 6: Economia Della Banca Ruozi 2011

Definizione : Le forme tecniche di raccolta comprendono il complesso degli strumenti che consentono alla bancadi dotarsi delle risorse finanziarie a titolo di debito necessarie per lo svolgimento della propria funzione diintermediazione creditizia. Le differenti operazioni di raccolta hanno alcune caratteristiche comuni: 1) La banca assume una posizione debitoria nei confronti della clientela

2) la banca contabilizza tali operazioni nel passivo dello stato patrimoniale3) La banca incorre in un rischio di liquidità legato alla necessità di restituire tali somme

Classificazione degli strumenti di raccolta : Possiamo, in prima battuta, distinguere tra,1) Forme tecniche di raccolta di tipo personalizzato che presentano possibilità di negoziare alcuni elementi del prodotto (per esempio importo, tasso di interesse, valute, scadenza e compensi accessori)

2) Forme tecniche basate su strumenti di mercato che dunque escludono la possibile negoziazione di condizioni con la banca

Le forme tecniche di raccolta di tipo personalizzato , Possiamo distinguere i:- conti correnti di corrispondenza passivi- depositi a risparmio- conti di deposito- CD e i buoni fruttiferi

– PCT passivi

Le forme tecniche basate su strumenti di mercato : In questa categoria rientrano:-Le obbligazioni bancarie

– Altri titolo non compresi nelle forme precedenti

In base alla funzione assolta dai diversi strumenti di raccolta , è possibile distinguere : Passività bancarie con funzioni monetarie e di servizio che permettono al cliente di accedere al sistema dei

pagamenti e all’utilizzo della moneta bancaria per gli incassi e i pagamenti. Sono importanti: efficienza, sicurezza economicità

Passività bancarie con funzioni di investimento: strumenti che permettono di allocare le somme sottratte durevolmente al consumo. Sono importanti: rendimento, rischio, liquidità

Raccolta in euro oppure in valuta Raccolta bancaria al dettaglio oppure all’ingrossoRaccolta bancaria diretta o indiretta. Nel primo caso la banca diviene giuridicamente debitrice nei confronti

della clientela e acquisisce le risorse finanziarie da destinare all’attività di impiego in titoli, prestiti epartecipazioni. Viene movimentato lo SP (passivo) e il CE con gli interessi passivi. Nel secondo caso, invece, labanca presta una serie di servizi di investimento per conto della clientela guadagnando commissioni. Viene movimentato il CE con commissioni da servizio el’ammontare delle risorse in gestione viene identificato nella Nota Integrativa.

I conti correnti di corrispondenza passivi : I conti correnti di corrispondenza passivi costituiscono il piùimportante prodotto di raccolta delle banche. La disponibilità di un c/c è un requisito per l’effettuazione diqualsiasi altra operazione bancaria.Lo definiamo come un contratto mediante il quale una banca si impegna a svolgere tutti gli incarichi e leoperazioni che, nei limiti contrattuali e d’uso, le saranno affidati dal cliente .I c/c di corrispondenza assolvono sia una funzione di pagamento (perché il cliente può accedere al sistema deipagamenti), sia una funzione di investimento. La disponibilità di c/c permette al cliente di emettere assegnibancari e usufruire degli altri sistemi di pagamento bancari (per esempio effettuare bonifici). Il totale dellepassività bancarie espresse sotto forma di c/c viene definito “moneta scritturale”I c/c funzionano come strumento “a vista”, nel senso che è possibile prelevare risorse finanziarie in ogni istante,sino a concorrenza del saldo disponibile.I c/c di corrispondenza vengono anche definiti come c/c passivi, per distinguerli da quelli attivi, dei quali sitratterà nella parte dedicata agli impieghi bancari

I depositi a risparmio : I depositi a risparmio costituiscono unaforma di raccolta che ha perso progressivamentedi importanza con il passare del tempo. I D/R sono comprovati da un documento chiamato “libretto di risparmio”che viene consegnato al cliente e sul quale vengono annotate tutte le operazioni di deposito e prelevamento

Page 7: Economia Della Banca Ruozi 2011

Libretti di risparmio nominativi : Sono intestati ad una data persona e le somme depositate sono pagabiliunicamente all’intestatario del libretto. Sia la banca che l’intestatario possono dimostrare eventuali errori nellescritture. Il libretto può essere alimentato anche da assegni. Il credito può essere trasferito e in tal caso vienemutata l’intestazione del libretto.Libretti di risparmio al portatore :

Il diritto a riscuotere è riconosciuto al possessore. Il credito a favore del depositante è quello risultante dal libretto.

Possono essere alimentati unicamente da versamenti in contante Sino al 2010 non potevano essere emessi libretti al portatore con saldo iniziale superiore a 5.000 euro e libretti

con saldo superiore a questi 5.000 euro dovevano essere estinti. Il DECRETO-LEGGE 13 agosto 2011, n. 138 haridotto questo importo a 2.500 euro.D/R liberi e vincolati : In relazione alla scadenza, i D/R possono essere distinti in:

D/R liberi che hanno scadenza a vista e attribuiscono al cliente la possibilità di prelevare in ogni istante lesomme a suo credito

D/R vincolati nei quali il cliente si impegna a non eseguire operazioni di prelevamento prima del termineconvenuto (sino a 5 anni)

I conti di deposito : Sono strumenti di raccolta che non hanno funzione di accesso al sistema dei pagamenti e nonsono comprovati da un libretto, anche se configurano giuridicamente un deposito a risparmio. Hanno la funzionedi permettere al cliente l’impiego duraturo delle somme a tassi convenienti. Sono stati introdotti in Italia dallebanche estere ma hanno prestoassunto una notevole importanza anche per le banche italiane.

I certificati di deposito ( CD ) e i buoni fruttiferi : Sono titoli di credito emessi dalle banche per la raccolta dirisorse finanziarie con un vincolo di durata breve o media. Il nome differente identifica lo stesso tipo diprodotto. Sono titoli individuali (che possono presentare elementi di personalizzazione) oppure emessi in bloccocon caratteristiche standardizzate. TUTTE le banche possono emettere CD . I CD sono titoli trasferibili, rappresentativi di depositi a scadenzavincolata. Hannocaratteristiche che li rende simili ai D/R. Possono avere una durata sino ai 5 anni, senza vincoli di durataminima.In base alla loro remunerazione possono essere:> A remunerazione predefinita, vengono cioè emessi a sconto> a remunerazione variabile, cioè ancorata ad un tasso di mercato.

Pronti contro termine passivi : Le operazioni “pronti contro termine” sono note anche con il nome di “venditecon patto di riacquisto”. Un soggetto vende a pronti una determinata quantità di titoli e contemporaneamente siimpegna a riacquistare, al termine convenuto e dalla stessa controparte, un pari quantitativo di titoli della stessaspecie ad un prezzo predefinito.

La banca è il soggetto che vende titoli a pronti (e dunque raccoglie risorse finanziarie) e si impegna ariacquistarli a termine.

Il prezzo a termine è superiore al prezzo a pronti e la differenza remunera chi ha impiegato le risorsefinanziarie (nel caso dei PCT passivi la banca raccoglie e il cliente impiega)

L’operazione viene realizzata su titoli obbligazionari (spesso titoli di Stato) . La durata più frequente delcontratto è di 1,2,3 o 6 mesi (può essere superiore, ma sempre inferiore ad un anno).

Le operazioni PCT non sono depositi e non godono della garanzia del FITD

Le obbligazioni bancarie : Sono titoli di credito emessi in serie dalle banche (qualsiasi tipo di banca) per laraccolta a medio e lungo termine. Il loro taglio minimo è di 10.000 euro a meno che:1) L’emissione sia superiore a 150 milioni di euro

2) la banca emittente abbia determinate caratteristiche In questo caso l’emissione può avere taglio minimo di1.000 euro o multipli

Perché il taglio minimo possa essere inferiore ai 10.000 euro, le banche devono essere in possesso dei seguentirequisiti:1) PV non inferiore ai 25 milioni di euro2) Bilancio degli ultimi tre anni in utile

3) Giudizio positivo sull’ultimo bilancio da parte dal collegio sindacale o revisore incaricato

Page 8: Economia Della Banca Ruozi 2011

Le obbligazioni bancarie devono avere una durata originaria minima pari ad almeno 3 anni . In caso di default della banca emittente, a differenza dei depositi, per le obbligazioni bancarie emesse da Spa e

Popolari non è prevista alcuna forma di safety net, mentre nel caso di obbligazioni emesse da BCC interviene ilfondo consortileLe obbligazioni bancarie

Una forma particolare di obbligazioni bancarie è costituita dai covered bond che sono garantite e i cui flussi dicapitale sono coperti da una parte di attivo della banca che viene utilizzato come garanzia, con la costituzione diun patrimonio separato destinato al soddisfacimento delle obbligazioni garantite.

CAPITOLO VI – LE EMISSIONI AZIONARIE E IL CAPITALE PROPRIO

Introduzione : Nell’ambito dell’argomento relativo alla raccolta delle risorse finanziarie, è necessario focalizzarsisu quelle operazioni che implicano l’emissione di azioni e di strumenti ibridi debtequity da parte delle banche.Queste emissioni non sono tese alla sola finalità dell’approvvigionamento di risorse finanziarie ma contribuisconoalla creazionedi un fondo di garanzia per presidiare i rischi della gestione e per rispettare i vincoli dipatrimonializzazione minima.

La politica di gestione del capitale proprio : Con il processo denominato capital management, la banca:1)Costituisce un capitale coerente con le esigenze regolamentari e gestionali2)Distribuisce il capitale tra le varie unità operative3)Ottimizza il costo di approvvigionamento del capitale utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizioneLa politica di capital management ha dunque lo scopo di presidiare vincoli gestionali e regolamentari in modo dapoter anticipare eventuali situazioni di criticità ed anticiparle ricostituendo le necessarie riserve di capitale.Possiamo idealmente scindere in tre momenti fondamentali le attività di capital management ovvero determinare ilvolume ottimale di patrimonio ; decidere come allocare il capitale sulle diverse linee di business ; elaborazione delpiano finanziario , ovvero una gestione attiva del capitale finalizzato ad individuare gli strumenti diapproviggionamento più idonei al conseguimento degli obiettivi economici ricercati .

Le funzioni del capitale proprio nelle banche : Patrimonio netto contabile: definizione di capitale derivante dai principi contabiliValore di mercato del patrimonio: valore delle attività e delle passività della banca. Le poste sono valutate mark-to-marketPatrimonio di vigilanza: definizione di capitale dettata dalle autorità di vigilanza per il rispetto dei requisiti divigilanza prudenziale. Si articola in due misure fondamentali, ovvero:1)Il patrimonio di base (Tier 1 capital)2)Il patrimonio supplementare (Tier 2 capital)Tier 1 +Tier 2 = PV complessivo =Total capitalCapitalizzazione di mercato: è il valore che il mercato assegna all’intero capitale azionario di una banca quotata.Capitale a rischio (capitale economico): è il valore della perdita massima realizzabile, con un dato intervallo diconfidenza, in un certo arco temporale, stimabile sulla base di alcune metodologie. Questo concetto è utile nel riskmanagement per valutare il rischio complessivo assunto dalla banca. In pratica, è definita come la massima perdita“inattesa” in cui una banca può incorrere nel giro di un anno

Il capitale rappresenta un fondo di garanzia nei confronti dei creditori della banca. Dal capitale dipende lapossibilità della banca di assorbire perdite di esercizio senza che sia compromessa la stabilità e la solvibilità.

Il capitale rappresenta una forma di approvvigionamento che concorre a finanziare l’attivo aziendale.ATTENZIONE: la dimensione del capitale proprio delle banche non è libera ma è dettata dagli schemi diadeguatezza patrimoniale .Basilea 1 e gli schemi di adeguatezza patrimoniale : Nel luglio 1998, dopo un lungo periodo di consultazione trale varie banche centrali e intermediari bancari, il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha propostol’adozione di un sistema di requisiti patrimoniali per tutte le banche attive a livello internazionale (Accordo diBasilea I).Gli obiettivi di Basilea I e dei successivi emendamenti sono stati:

Rafforzare la stabilità e la solidità del sistema bancario internazionale Creare delle regole uniformi per non falsare la concorrenza, adottando regole comuni a tutte le banche che

desiderano operare a livello internazionale

Composizione del patrimonio di vigilanza : La dotazione patrimoniale della banca è fondamentale perchécostituisce l’aggregato principale sul quale vigilare in ottica prudenziale. In principio, con Basilea I, il patrimonio

Page 9: Economia Della Banca Ruozi 2011

regolamentare era stato suddiviso tra:Patrimonio di base, detto Tier 1 (pari ad almeno il 50% del total capital) ;Patrimonio supplementare, detto Tier 2, pari al massimo al 100% del Tier 1 ;

Con Basilea II:1)è stato dato alle Aut. Vigil. il potere di imporre un ulteriore requisito, detto Tier 3, a parziale copertura dei rischidi mercato.2)La definizione di PV non è stata modificata3)Il coeff. Solvibilità è rimasto pari all’8% (ma sono stati inclusi il rischio di mercato ed il rischio operativo)4)Le modifiche riguardano le modalità di calcolo delle ponderazioni

Il primo e fondamentale aggregato si chiama Core Tier 1 e comprende il capitale azionario versato rappresentatoda azioniordinarie, le riserve (escluse quelle da rivalutazione e quelle occulte). Da questo aggregato deve essere sottrattol’avviamento.Al Core Tier 1 si aggiungono i cosiddetti strumenti innovativi di capitale per ottenere ilTier 1.In sintesi, il Tier I (o patrimonio di base) si compone del capitale versato, delle riserve, del fondo per rischibancari generali e dalle preference shares (computabili entro un limite pari al 15% del patrimonio di base), al nettodelle deduzioni. Per intervenire sul Patrimonio di Base, in aggiunta o in alternativa all’aumento di capitale, sipossono emettere i c.d. Strumenti Innovativi di Capitale (Preference Shares). Le Preference Shares sono unostrumento ibrido in quanto sono titoli obbligazionari ma sono computabili nel Patrimonio di Vigilanza come Tier 1Capital, insieme con le azioni.

Presentano simultaneamente una opzione CALL a favore della banca (che ne permette il rimborso anticipato) eduna clausola di step-up (cioè di aumento del rendimento) Si caratterizzano per:• Cedole (fisse o variabili) come quelle delle obbligazioni, benché le cedole stesse siano soggette a possibilesospensione senza per questo causare un default. • Essere titoli perpetui, con facoltà dell’ emittente di richiamare il debito dopo 10 anni;• Rimborso alla pari alla data della Call, tipicamente dopo 10 anni dall’emissione;• Andamento del prezzo sostanzialmente indipendente dall’andamento delle azioni dell’emittente;• Non danno diritto di voto. Per questi strumenti vale un limite specifico pari al 15% del Tier 1

Il Tier 2 comprende le riserve occulte (comunque non permesse in Italia), le riserve da rivalutazione, gliaccantonamenti a fondi rischi su crediti, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e i prestiti subordinati.

Le emissioni azionarie : L’emissione di azioni rappresenta la principale modalità di approvvigionamento dicapitale. Tali titoli assegnano ai possessori diritti patrimoniali nonché amministrativi. L’emissione di nuove azionipuò essere fatta attraverso un aumento di capitale che può essere:-A titolo gratuito-A pagamento-MistoI vari tipi di emissione :

Le emissioni gratuite sono solo operazioni contabili grazie alle quali le riserve passano a capitale sociale. Le emissioni a pagamento sono offerte in opzione ai soci esistenti in misura proporzionale alle azioni già

possedute. Il diritto di opzione è negoziabile. Le emissioni miste si combinano l’emissione di azioni gratuite con l’assegnazione di nuove azioni a

pagamento.

Strumenti ibridi debt-equity : Questi strumenti hanno caratteristiche molto differenti tra di loro ma permettonoalle banche di abbassare il costo del capitale e di rendere più flessibile la struttura patrimoniale della banca. Lavalenza patrimoniale dello strumento è tanto maggiore tanto più può essere impiegato per fare fronte a perditedella gestione corrente della banca.

La capacità di assorbire le perdite va analizzata nei due scenari alternativi:1) normale funzionamento della banca (on a going concern basis): perché lo strumento possa assorbire le perditeè necessario che ci sia la possibilità di sospendere il pagamento delle cedole o la convertibilità facoltativa oobbligatoria in azioni ordinarie.

2) Nel caso di liquidazione (on a gone concern basis) la variabile dalla quale dipende la capacità diassorbire le perdite è il grado di subordinazione e l’ordine di preferenza in fase di rimborso.

CAPITOLO VII – I SERVIZI DI INVESTIMENTO

Page 10: Economia Della Banca Ruozi 2011

I servizi di investimento : Tali investimenti danno origine alla raccolta bancaria indiretta, termine con il quale siidentificano alcuni servizi prestati nei confronti della clientela, e nello specifico: servizi basati sullaintermediazione e compravendita dei titoli, sulla gestione di patrimoni mobiliari , sulla consulenza in materia diinvestimenti e sui servizi di collocamento degli emittenti.

Le obbligazioni che danno origine alla raccolta indiretta : Sono tutte quelle obbligazioni che sorgono in capo allabanca per il fatto di ricevere da terzi attività finanziarie in custodia, gestione e/o amministrazione e checonfigurano, per la banca, la responsabilità d gestire, amministrare, o custodire tali risorse. Il contrattosottostante è un contratto di mandato rispetto al quale la banca assume l’obbligazione di fare determinateoperazioni.Questo tipo di obbligazioni hanno ricevuto la definizione di “raccolta indiretta” a significarne il carattere nonstrumentale alfinanziamento diretto dell’attività di intermediazione creditizia. Viene movimentato il Conto Economico concommissioni da servizio e l’ammontare delle risorse in gestione viene identificato nella Nota Integrativa.

I servizi di investimento rientrano tra le attività finanziarie direttamente esercitabili dalle banchesubordinatamente all’autorizzazione del loro esercizio professionale nei confronti del pubblico. Volendoriassumerli, i servizi di investimento consistono in:1)Servizi di negoziazione2)Servizi di gestione e consulenza3)Servizi di collocamento per gli emittentiI servizi di investimento sono i seguenti:

Negoziazione per conto proprioNegoziazione per conto terziSottoscrizione e/o collocamento con o senza garanziaGestione di portafoglioRicezione e trasmissione di ordiniConsulenza in materia di investimentiGestione dei sistemi multilaterali di negoziazione

L’elenco precedente è stato innovato nel 2007 con il recepimento della direttiva Mifid che ha comportato:1)L’introduzione della “consulenza in materia di investimenti” tra le attività regolamentate2)L’introduzione dei sistemi multilaterali di negoziazione

Tutti i servizi dell’elenco citato sono riservati alle “imprese di investimento” (che in Italia sono le SIM), allebanche e, limitatamente alla gestione individuale di portafoglio, alle SGR . Nella prestazione dei servizi, isoggetti abilitati devono:1)Comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza.2)Acquisire le informazioni necessarie dai clienti ed operare in modo che essi siano sempre adeguatamenteinformati

I servizi di negoziazione : I servizi di negoziazione non si esauriscono nelle attività di brokeraggio, dealing emarket making ma possono evolvere sino alla gestione dei sistemi multilaterali di negoziazione, ossia versol’organizzazione di veri e propri mercati organizzati alternativi di valori mobiliari. Con la direttiva MiFID, infatti,è venuto meno l’obbligo di concentrazione degli scambi sui mercati regolamentati e questo ha fatto sorgerel’esigenza di organizzare e gestire dei sistemi di scambio alternativi.Proviamo a sintetizzare le modalità di effettuazione dei servizi di negoziazione:Brokeraggio: consiste nell’esecuzione di ordini in nome e per conto di terzi (i clienti). L’intermediario guadagnauna commissione e generalmente associa questo tipo di servizio a quello di custodia ed amministrazione.Negoziazione in proprio (dealing o market making): in questo caso la banca si pone in contropartita diretta con ilcliente, movimentando il proprio portafoglio titoli e guadagnando dallo spread bid-ask.Esiste una differenza tra le figure del market maker e quella del dealer.Nel primo caso, il market maker è un intermediario che si impegna a quotare, nei confronti del mercato, unprezzo in vendita ed uno in acquisto (non ci sono clienti diretti). Nel caso del dealing, invece, la banca quota unprezzo a richiesta del cliente.In entrambi i casi l’intermediario guadagna dal bid-ask spread.

I servizi agli investitori : La distribuzione , Lo svolgimento dell’attività di negoziazione senza alcun supporto di natura consulenziale siconfigura come execution only e la banca non deve valutare l’appropriatezza per il cliente. Questo è possibile

Page 11: Economia Della Banca Ruozi 2011

solo ove gli strumenti finanziari oggetto dell’ordine siano “non complessi”, ovvero azioni quotate su mercatiregolamentati, strumenti del mercato monetario, obbligazioni e titoli di Stato a patto che non incorporino unostrumento derivato. In questo caso parliamo di “distribuzione”.

La consulenza Pre Mifid, Prima del recepimento MiFID la nozione di consulenza consisteva nel fornire al clienteindicazioni utili per effettuare scelte di investimento e nel consigliare le operazioni più adeguate in relazione allasituazione economica ea gli obiettivi del cliente stesso. Inoltre si precisava che consulenza non era solo l’indicazione di un investimentospecifico, ma rientrava in questo ambito anche il financial planning.

La consulenza Post Mifid, La nuova definizione di consulenza identifica un perimetro più stretto, intendendo laconsulenza come la “prestazione di raccomandazioni personalizzate ad un cliente, dietro sua richiesta o periniziativa del prestatore del servizio, relative ad uno strumento specifico”. Il financial planning, cioè, non rientrapiù nella consulenza.

Servizi agli investitori , principio di adeguatezza : Nello svolgimento del servizio di gestione individuale dipatrimoni la banca, su delega del cliente, gestisce un portafoglio di attività finanziarie con l’intento diaumentarne la redditività rispetto ai limiti di rischio e liquidità stabiliti dal cliente stesso. Sia nella gestione chenella consulenza l’intermediario deve adottare il principio della suitability, ovvero dell’adeguatezza, ricavatadalle procedure di KYC (“know your customer”).I principi di adeguatezza che l’operazione consigliata oppure lo strumento finanziario scelto devono rispettaresono i seguenti: 1)Devono corrispondere agli obiettivi di investimento del cliente 2)Il cliente deve essere in grado di sopportare finanziariamente qualsiasi rischio connesso all’investimento 3)Il cliente deve avere esperienza e conoscenza per comprendere i rischi dell’investimento e del portafoglioLa banca non può porre in essere operazioni non adeguate al profilo del cliente. Nel caso in cui la banca operisolo come collocatore e non come gestore o consulente non si fa riferimento al principio dell’adeguatezza ma aquello, meno stringente, della “appropriatezza” (appropiateness), in base al quale la banca deve solo verificare cheil cliente abbia esperienza e conoscenza per comprendere i rischi dell’investimento e del portafoglio.

Servizi di collocamento per gli emittenti : Le imprese partecipano al circuito diretto per la copertura delle proprie esigenze finanziarie mediante

l’emissione di titoli azionari e/o obbligazionari Le banche possono aiutare gli emittenti a:

Quantificare il fabbisogno finanziario Identificare le migliori modalità tecniche per coprirlo Ricercare controparti disposte a sottoscrivere i titoli

E in ultimo intervengono sul mercato secondario per assicurare liquidità al titolo

CAPITOLO VIII – I PRESTITI NELL'ECONOMIA DELLA BANCA*

Credito bancario e sviluppo economico : allo scopo di realizzare l'intermediazione finanziaria, le risorse raccoltedalla banca devono essere trasferite ad altri soggetti ( privati , famiglie , imprese ) presso i quali si manifestasnofabbisogni finanziari per i consumi o investimenti . Gli strumenti mediante i quali questo trasferimento avvieneappartengono principalmente a 2 tipologie : quella dei titoli delle partecipazioni , ove il trasferimento avvienemediante sottoscrizione o l'acquisto , da parte delle banche , di valori emessi nei mercati finanziari ; Quella deiprestiti bancari , che si realizza tramite la conclusione di contratti di prestito tra banca e cliente . I prestiti bancari , data la loro "adattabilità" in riferimento alle esigenze dei singoli soggetti economici,costituiscono la principale via per lo svolgimento della citata funzione . Perciò tale flessibilità attribuita ai prestitibancari , permettono loro di svolgere una funzione insostituibile nell'insieme dei processi che governano lacrescita e lo sviluppo , favorendo la generazione di reddito e favorendo il process di accumulazione del capitale . Bisogna dire che , nel corso del passato decennio , la funzione svolta dal credito bancario sia andata evolvendosiquantitativamente e qualitativamente per effetto dei processi di innovazione e di globalizzazione finanziaria . In

Page 12: Economia Della Banca Ruozi 2011

particolare la diffusione delle cartolarizzazioni ha consentito : di sviluppare attività di prestito in misura assaisuperiore a quella consentita dalla raccolta direttamente svolta dalle banche presso i risparmiatori ; di trasferireampi portafogli di prestiti dalle aree in cui questi vengono originati ad altri ambiti geografico-territoriali ( esempiotrasferimento di prestiti cartolarizzati dal mercato USA al mercato Asiatico ) . La massiccia trasformazione dei prestiti in valori mobiliari è inoltre avvenuta in un contesto che ha favorito leemissioni di valori nei mercati da parte di una plularità di operatori , tra cui le stesse banche .

Il contributo dei prestiti agli equilibri della gestione bancaria , ovvero come l'erogazione di presti arrechi uncontributo decisivo agli equilibri della gestione bancaria. Bisogna analizzare l'aspetto economico ( contributo allaredditività );l'aspetto finanziario (mantenimento di idonee condizioni di liquidità). La banca ottiene dei ricavi dalleattività di prestito, ma l'attività di prestito determina dei costi di varia natura ( costi per la raccolta del risparmio ,costi operativi imputabili alle risorse impiegate nell'attività di acquisizione , valutazione , selezione , monitoraggiodella clientela ; oneri connessi alla gestione del contenzioso in caso di insolvenza ; oneri che discendonodall'assunzione del rischio di credito e dalle rettifiche che occorre apportare alla consistenza dell'attivo per tenerconto dei rischi di credito in essere ) . Sotto il profilo del contributo alla gestione della liquidità della banca ,l'erogazione di prestiti determina assorbimenti di risorse conseguenti alle erogazioni o agli utilizzi delle risorsemesse a disposizione dei clienti finanziati ; generazione di flussi a seguito dei rimborsi , totali o parziali , edell'incasso di interessi e commissioni ; flussi positivi derivanti da un'eventuale smobilizzo dei prestiti in essere .In sintesi , sia sotto il profilo economico che sotto quello finanziario , l'attività di erogazione dei prestiti , seadeguatamente gestita e opportunamente coordinata con la funzione di raccolta , apporta un contributo positivo aiprocessi che alimentano la produzione di reddito e che garantiscono il mantenimento di ordinate condizione digestione presso le banche .

I rischi nell'attività di prestito : L'attività di erogazione dei prestiti presenta, tuttavia ,dei rischi , che da semprecaratterizzano l'attività bancaria. Questi hanno essenzialmente natura finanziaria e , di conseguenza , non possonoessere totalmente eliminati , ne trasferiti in misura significativa . La prima concezione di rischio , viene indicatacome rischio di credito ed è , a tutti gli effetti , quella di più immediata percezione . Infatti , la concessione diprestiti determina per la banca un'erogazione di risorse finanziarie a fronte della quale si pone il diritto a ottenere ,a scadenza futura , il rimborso del capitale e il pagamento di interessi e commissioni secondo quantocontrattualmente stabilito ; pertanto dalla banca possono derivare pregiudizi : in caso di mancato o ritardatorimborso ( parziale o totale ) di un prestito ; in caso di deterioramento della capacità di rimborso della clientela ,quand'anche ciò non si manifesti con inadempimenti contrattuali ,ma ,ad esempio , con un decadimento dellaredditività gestione e l'aumento dei rischi aziendali . Date queste premesse si capisce che il rischio generatodall'attività di prestito finisce per costituire uno dei principali fattori di rischiosità e per divenire una delle piùdiffuse cause di crisi bancaria . Un secondo aspetto connesso ai rischi derivanti dall'erogazione di prestiti è dato dal contributo che essi fornisconoalla generazione del rischio di tasso di interesse , cioè dalle conseguenze che derivano dalle variazioni deirendimenti delle varie tipologie di attività e passività e che originano dall'andamento dei tassi nei mercatifinanziari; variazione che , ove non governate , possono causare indesiderate fluttuazioni della redditivitàgestionale .

Il rischio insito nell’attività di prestito e la classificazione dei prestiti bancariL’attività di prestito è un’attività rischiosa soprattutto perché potrebbe accadere che il finanziato non sia in gradodi rimborsare il debito alle scadenze convenute. Questo rischio potrebbe trasformarsi in una perdita per la banca.I prestiti sono costituiti da operazioni diverse tra loro, che possono essere classificate in base:► alla categoria di aziende beneficiarie, infatti possiamo per primo distinguere tra residenti e non residenti; tra

i residenti è possibile individuare le tipiche categorie di aziende che compongono la clientela ordinaria:amministrazione pubblica, imprese non finanziarie e imprese finanziarie, famiglie, imprese di assicurazioni eistituzioni sociali private;

► alla forma tecnica, possiamo avere prestiti per cassa o prestiti per firma, questi ultimi pur non rappresentandoun impiego immediato di fondi, comportano l’assunzione di rischi da parte della banca. Tali prestiti sonoconcessi in tre forme tecniche: avvallo, accettazione e fideiussione;

► alla scadenza, secondo cui possiamo distinguere impieghi a breve, medio o lungo termine;► alla valuta, infatti possiamo avere prestiti in euro o in valuta estera.

I prestiti a breve termine

Page 13: Economia Della Banca Ruozi 2011

Le aziende di credito ordinario erano quelle specializzate nella raccolta del risparmio e nell’esercizio del creditoa breve scadenza. I prestiti bancari concorrevano alla copertura del complessivo fabbisogno finanziario delleimprese. La scadenza a breve termine consentiva di soddisfare le esigenze di liquidità connesse al gradi diesigibilità, ma anche di ripartire i rischi.

I prestiti a medio-lungo termineGli istituti di credito speciale sono quelli operanti nel medio e lungo termine. I prestiti a medio e lungo termineavevano importi mediamente più elevati di quelli dei prestiti a breve termine, e hanno svolto funzioni disostituzione temporanea dei mezzi propri dell’impresa, perché riuscivano a dare all’imprenditore garanzie distabilità e di permanenza simili a quelle che caratterizzavano i mezzi propri.

Ancora sul rischio dell’attività di prestitoIl rischio economico è collegato strettamente con il rischio di credito, cioè con l’eventuale insolvenzadell’impresa affidata, che comporta una perdita nel capitale. Il rischio finanziario riguarda la liquidità aziendaleed è la diretta conseguenza dell’insolvenza definitiva dell’impresa affidata. Questo rischio può anche essereriferito all’eventualità che il prestito non venga rimborsato alla scadenza prefissata.L’insieme del rischio economico e di quello finanziario determina la qualità dei prestiti, che possono essere divisiin:

1. prestiti vivi, in cui le imprese hanno la capacità di rimborsare il debito e rispettare i tempi;2. partite incagliate, in cui l’impresa è insolvente, ma si ritiene che possa assolvere il suo debito in un

ragionevole periodo di tempo;3. sofferenze, sono quelle situazioni i cui le imprese si trovano in stato di insolvenza definitivo;4. dubbi esiti, quando si manifesta insolvenza dell’impresa, e il recupero appare incerto e fa verificare

perdite.La valutazione della capacità di rimborso delle imprese è l’elemento determinante delle decisioni di affidamento.

CAPITOLO IX – LA GESTIONE DEGLI IMPIEGHI IN PRESTITI

Il concetto di fidoIl fido è l’impegno assunto dalla banca di mettere a disposizione del cliente una certa somma, di garantire o diassumere per suo conto un’obbligazione. Il fido è un accordo preliminare rispetto ai contratti bancari di prestito.L’importo del fido deve essere sempre determinato, e può essere utilizzato in diversi modi, in una sola volta etotalmente, o gradatamente in più volte entro limiti di tempo.L’obbligazione che assume la baca è quella di tenere a disposizione del cliente una somma di denaro per un datoperiodo di tempo, o per un tempo indeterminato. L’obbligo del cliente invece è quello di pagare gli interessi sullesomme utilizzate al tasso stabilito o di corrispondere alla banca il compenso convenuto.L’estinzione del fido può avvenire in diversi modi. Nel fido a tempo determinato il rapporto si estingue per lascadenza del termine finale, ma la banca può decidere di recedere dal contratto prima di questa scadenza. Se ilfido è a tempo indeterminato, ciascuna delle controparti può recedere dal contratto in qualsiasi momento,mediante preavviso.Si rende necessario per la banca definire i criteri di analisi e identificare indicatori in base ai quali poterdeterminare il grado di affidabilità del cliente.

I criteri di analisi storico-patrimonialiI criteri di analisi storico-patrimoniali sono statici e mirano a stabilire una correlazione diretta tra la capacità dirimborso e il profilo patrimoniale del cliente che richiede credito, utilizzando come supporto informativo i valoristorici o attuali del suo stato patrimoniale.

I criteri di analisi dinamico-redditualiI criteri di analisi dinamico-reddituali valutano la capacità di rimborso dell’impresa richiedente credito,osservandone l’attitudine a produrre redditi adeguati rispetto alle situazioni di rischio caratteristiche dei settori diattività di appartenenza. Gli strumenti utilizzati per questa analisi sono i bilanci prospettici, attraverso cui si tentadi costruire il conto economico e lo stato patrimoniale dai quali si ricavano i redditi previsti e i fabbisognifinanziari futuri. La valutazione della consistenza dei dati economici, finanziari e patrimoniali, per esprimeregiudizi sulla capacità di rimborso, assume un grado di attendibilità e di affidabilità superiore se affiancata daun’analisi dei fattori ambientali e di impresa.

L’istruttoria delle domande di fidoIl processo di istruttoria delle domande di fido consiste nel compiere indagini e analisi per fornire elementi divalutazione sulla capacità di rimborso dell’impresa richiedente fido e sui rischi dell’operazione.

Page 14: Economia Della Banca Ruozi 2011

L’istruttoria di fido si articola in quattro fasi:1. La prima fase mira ad accertare la validità e l’esattezza dei dati costitutivi e delle dichiarazioni rilasciate

dal cliente all’atto della presentazione della richiesta di fido.2. La seconda fase comprende analisi qualitative riguardanti la struttura e l’andamento del settore i cui opera

l’impresa e le caratteristiche generali e le politiche di gestione dell’impresa richiedente.3. La terza fase è caratterizzata dall’utilizzo di tecniche di analisi quantitative di tipo consuntivo o

revisionale.4. La quarta fase è la sintesi delle precedenti e si traduce in una relazione di fido, in cui vengono indicati gli

aspetti positivi e negativi delle richieste di credito emersi dagli accertamenti e dalle analisi compiute.

I CONTROLLI SUGLI AFFIDAMENTI E LA GESTIONE DEL CONTENZIOSO

Le innovazioni nei criteri di valutazione dei creditiIl rischio di credito è la possibilità che una variazione inattesa del merito creditizio di una controparte, neiconfronti della quale esiste un’esposizione, generi una corrispondete variazione inattesa del valore di mercatodella posizione creditoria.Il rischio di credito può essere scomposto in due componenti:

1. il rischio di insolvenza, che rappresenta il rischio di perdita dovuto all’insolvenza del debitore;2. il rischio di spread, che rappresenta il rischio di perdita dovuto al semplice deterioramento del merito

creditizio del debitore.Il rischio di credito, quindi, va misurato e gestito tenendo conto non solo dello stato di insolvenza o noninsolvenza del debitore, ma analizzando anche altri elementi che compongono il rischio stresso, quali:

il tasso di perdita atteso, cioè il valore medio della distribuzione dei tassi di perdita; la variabilità della perdita attorno al suo valore medio, cioè il rischio che la perdita risulti di

ammontare superiore a quella stimata. Questa indice può essere ridotto con una politica didiversificazione del portafoglio impieghi della banca;

effetto diversificazione, cioè la diminuzione che il tasso perdita subisce, quando sono inseriti inportafoglio impieghi i cui tassi risultano caratterizzati da una correlazione non perfettamente positiva.

La perdita attesa di un prestito può essere suddivisa in due elementi:a. la probabilità di insolvenza della controparte;b. il tasso di perdita in caso di insolvenza.

Analiticamente si presenta come: Pa = E(Ti) * [1-E(Tr)]dove: Pa è il tasso di perdita attesa

E(Ti) è il tasso di insolvenza attesoE(Tr) è il tasso di recupero atteso in caso di insolvenza

Il tasso di recupero dipende dalla natura del finanziamento e dalle garanzie che lo assistono.La perdita inattesa è la perdita effettivamente registrata, e può risultare diversa da quella stimata in precedenza.Dopo aver quantificato la perdita attesa e quella inattesa relative ai singoli prestiti, la banca stima il grado dirischio relativo ad un portafoglio di più attività finanziarie.

L’analisi mandamentale e il ruolo della Centrale dei rischiUna volta valutato il credito e concesso, la banca deve osservare il comportamento corrente del soggetto affidato.Ai fini dell’analisi di un’impresa, si distingue:

la gestione di impresa, cioè le modalità di gestione dell’attività aziendale nel suo complesso; la gestione dell’attività con la singola banca affidante; la gestione dell’attività con il sistema bancario.

Quest’ultimo punto può essere osservato solo facendo ricorso a strutture di pooling informativo. Nel sistemaitaliano questa attività e svolta a livello istituzionale dalla Centrale dei rischi.La Centrale dei rischi obbliga le banche a comunicare i crediti accordati, e impegna la Banca d'Italia a segnalarealle banche la situazione riassuntiva dei crediti censiti a nome di un cliente.Il credito al consumo e i prestiti personali finiscono per essere esclusi dal censimento della Centrale dei rischi, eper questo motivo sono sorte delle Centrali private, facenti capo a gruppi di banche, e finanziate da queste.

La fase di monitoraggio del credito in essere. In particolare: l’analisi degli sconfinamentiUna volta concesso il credito, e che l’affidato l’abbia tutto o parzialmente utilizzato, è necessario che la banca siconcentri sul monitoraggio continuo della posizione, cioè si concentri sugli eventuali sconfinamenti rispetto ailimiti concessi, o gestisca gli eventuali ricavi o recuperi quando i crediti subiscono delle alterazioni, fornendo lepremesse per dubbi esiti, cioè per perdite economiche e patrimoniali.Il monitoraggio degli sconfinamenti può essere effettuato col supporto di procedure automatizzate di varia natura,come la produzione di tabulati periodici, su cui sono evidenziati i rapporti che presentano sconfinamenti contabili

Page 15: Economia Della Banca Ruozi 2011

di conto corrente superiori a un determinato importo minimo.Il libro fidi è uno speciale registro che le banche sono obbligate a tenere in base alla normativa di vigilanza, e sucui devono essere registrate tutte le operazioni di fido.Gli sconfinamenti sono delle anomalie sull’andamento di un rapporto bancario, e vanno quindi accertati,monitorati e considerati per poter prendere eventuali decisioni riguardanti i clienti responsabili di talisconfinamenti.Uno sconfinamento può essere chiesto dal cliente ed autorizzato dalla banca, che ne stabilisce l’importo, la duratee le condizioni. Ma un cliente può anche sconfinare senza autorizzazione, per motivi urgenti, o per mancatamoralità commerciale. In questo secondo caso la banca ne prende atto e decide sul provvedimento da adottare;può revocare gli affidamenti, oppure convocare il cliente e accordarsi con lui per trovare soluzioni menotraumatiche.

Le posizioni incagliate, le sofferenze e le perdite sui creditiI crediti in sofferenza sono definiti come le esposizioni per cassa nei confronti di soggetti in stato di insolvenza,ma non tutte le sofferenza finiscono per trasformarsi in perdite.Le posizioni incagliate sono le esposizioni nei confronti di soggetti in temporanea situazione di difficoltà, che siprevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Si tratta di posizioni che potrebbero trasformarsi insofferenze.

CAPITOLO X – LE FORME TECNICHE DEI PRESTITI BANCARI

I prestiti per cassa prevedono per la banca un’uscita monetaria e a distanza di tempo un’entrata monetaria,connessa la rimborso del prestito. I prestiti per cassa rappresentano la categoria di prestiti più diffusa ed èpossibile suddividerla in alcune sottocategorie.

L’apertura di credito in conto correnteL’apertura di credito in conto corrente è l’operazione più diffusa in Italia ed è regolata dall’articolo 1852 delCodice Civile. L’apertura in conto corrente è regolata anche dalle Condizioni generali uniformi, redatte dall’ABI.L’articolo 6 delle Condizioni generali elenca le situazioni a cui è soggetta un apertura di credito:

Il correntista può utilizzare la somma messagli a disposizione in una o più volte, e può ripristinarne ladisponibilità con successivi versamenti.

Se l’apertura di credito è a tempo determinato il correntista deva, alla scadenza, eseguire il pagamento diquanto dovuto.

L’agenzia di credito può recedere in qualsiasi momento; per il pagamento di quanto dovuto sarà dato alcorrentista un preavviso non inferiore ad un giorno.

Con il recesso sono sospese tutte le attività di utilizzo del credito concesso.

L’apertura di credito in conto corrente assume caratteri differenti a seconda che si tratti di:a. credito per elasticità di cassa;b. apertura di credito ordinaria;c. apertura di credito garantita.

a. Il cliente titolare di un conto corrente di deposito dispone di credito per elasticità di cassa quando è statoautorizzato dalla banca a prelevare in misura eccedente le proprie disponibilità. Questo tipo di credito hadurata ed importo limitati.

b. L’apertura di credito ordinaria, al momento in cui è posta in essere la banca stabilisce il limite massimo discoperto che può essere raggiunto dal cliente, che è autorizzato ad effettuare prelievi ripartiti nel tempo, apatto che la sua posizione debitoria non superi i limiti stabiliti. Il cliente ha inoltre la facoltà di diminuire ilproprio debito effettuando versamenti in conto corrente. Questo credito è particolarmente utilizzato dalleimprese per coprire i fabbisogni finanziario temporanei, ed infatti la banca gradisce che il credito abbiascadenza piuttosto breve. Inoltre la banca esige che il cliente si valga del conto per svolgere le operazioni chenon hanno diretta connessione con l’utilizzazione del credito per poter seguire l’evoluzione della situazionefinanziaria dell’azienda ed esercitare un controllo più efficace. La scadenza dell’apertura del credito è spessoindeterminata. Quando è determinata bisogna distinguere due termini, la durata dell’utilizzo, che è il limitetemporale entro il quale il cliente ha diritto di utilizzare il credito, e l’epoca del rimborso, che indica iltermine entro cui il cliente deve estinguere il debito.

c. L’apertura di credito garantita prevede che il cliente dia delle garanzie alla banca, che possono essere dinatura personale, assumendo la forma dell’avallo o essere rappresentate da una cambiale emessa dal garante,o di natura reale, rappresentate dalla costituzione di diritti di pegno o di ipoteca.

Page 16: Economia Della Banca Ruozi 2011

A carico del debitore, oltre agli interessi calcolati sul credito utilizzato, vi è l’applicazione di una commissionedi massimo scoperto, che serve a compensare la banca dell’onere di dover essere sempre in grado di far fronteall’eventualità che il cliente aumenti il proprio scoperto in conto corrente.

Lo scontoL’articolo 1858 del Codice Civile definisce lo sconto come il contratto con cui l’azienda di credito ordinarioanticipa al cliente l’importo di un credito verso terzi non ancora scaduto, mediante la cessione, salvo buon fine,del credito stesso.L’operazione di sconto può definirsi:

un castelletto, quando l’azienda affidata voglia anticipare l’incasso dei propri crediti cambiari; uno sconto isolato, quando si tratta di un’operazione occasionale.

Per determinare l’onere a carico dell’impresa affidata la banca calcola lo sconto sul valore nominale dellacambiale, applicando un certo tasso di interesse per il periodo che intercorre fra la data di ammissione allo scontoe la scadenza dell’effetto.La banca inoltre richiede al cliente compensi secondari o accessori, come la commissione rapportata al valoredell’effetto scontato e indipendente dalla sua scadenza per rimunerare la banca per gli oneri amministrativiinerenti l’esecuzione dell’operazione di sconto.

Il castelletto salvo buon fineIl castelletto salvo buon fine è una vera e propria forma tecnica di prestito, con cui la banca accredita sul contocorrente del cliente l’importo nominale degli effetti e delle ricevute nel momento steso in cui vengono presentateper l’incasso. La banca concede credito al cliente, nel senso che gli mette a disposizione le somme accreditateprima che esse siano state realmente incassate.

L’anticipo su fatture e il factoringLo smobilizzo dei crediti commerciali può avvenire anche in altra forma, come l’anticipo su fatture o il factoring.Il presupposto di queste due operazione è la cessione del credito dall’impresa alla banca, e tale cessione deveessere notificata al debitore ceduto. Per quel che riguarda gli anticipi, la cessione è pro solvendo e solitamentel’importo anticipato è pari all’ammontare delle fatture dedotto uno scarto del 20-30%. Nel caso di factoring, ilcliente instaura con le banche un rapporto continuativo in base a cui l’impresa cede all’intermediario tutti i propricrediti; l’intermediario provvede a svolgere tre funzioni: gestione dei crediti, garanzia contro l’insolvenza deldebitore, finanziamento anticipato delle partite cedute.

L’anticipazioneL’anticipazione è un contratto di prestito monetario a breve termine garantito da pegno di merci, di valorimobiliari o di crediti, costituito dall’azienda affidata a favore dell’istituto di credito finanziatore.L’operazione si compone di due contratti, uno principale, in cui sono elencate le principali clausole del contratto, euno accessorio, che evidenzia che il debitore dà in pegno alla banca un bene mobile da restituirsi in natura dopol’estinzione del contratto di prestito.L’oggetto del pegno può essere conservato:

- dalla banca,- presso i Magazzini Generali,- presso u terzo depositario.

Vengono accettate in pegno solo le merci: con valore elevato rispetto al peso e al volume; con valore sufficientemente stabile; con formazione di prestiti dotati di ampia pubblicità; che abbiano caratteri merceologici facilmente valutabili; che vengano negoziate in base a contratti tipici; che siano prodotte con certa continuità e in volumi sufficienti; che siano facilmente conservabili presso la banca o presso i magazzini pubblici; che presentino il requisito della non deperibilità; che abbiano qualità costante nel tempo.

Il finanziamento in valori mobiliari: il riporto, l’operazione pronti contro termine e il prestito titoliIl finanziamento in valori mobiliari è una particolare categoria di prestiti che prevede il trasferimentotemporaneo di titoli contro denaro. Si può distinguere tra operazioni aventi natura bancaria e operazioni di borsa.Nelle operazioni aventi natura bancaria, il soggetto che trasferisce i titoli a pronti, riceve la temporanea

Page 17: Economia Della Banca Ruozi 2011

disponibilità del controvalore in denaro. Alla scadenza del contratto la banca dovrà restituire titoli della stessaspecie al proprio cliente, che corrisponderà alla banca a termine il controvalore pattuito. La rimunerazione dellabanca sta nella differenza tra il prezzo a termine e quello a pronti dei titoli.Nelle operazioni di Borsa un soggetto chiede titoli in prestito, al fine di poter regolare un’altra operazioneconclusa in Borsa. Chi cede i titoli può mobilizzare il proprio portafoglio, ottenendo una rimunerazione.Il finanziamento in valori mobiliari si può dividere in tre categorie di forme tecniche: il riporto, la compravenditadi titoli a pronti contro termine e il prestito di titoli. I primi due costituiscono la forma di un prestito in denarogarantito da titoli, invece la terza operazione è destinata a soddisfare un’esigenza temporanea di provvista di titoli.Nell’operazione di riporto, un soggetto trasferisce in proprietà ad un atro soggetto titoli di una determinata speciea un prezzo determinato, contro l’impegno di restituire a scadenza del contratto altrettanti titoli della stessa specie,dietro rimborso del prezzo. Colui che riceve i titoli può disporre può disporre liberamente di questi, per l’interadurata del contratto. Il prezzo a termine dei titoli può risultare uguale, inferiore o superiore. Quando è inferiore siparla di riporto con deporto, ed equivale ad un’operazione di prestito dei titoli, invece quando superiore si parla diriporto con riporto, e si configura come un prestito di denaro garantito.L’operazione di acquisto di titoli pronto contro termine prevede che un soggetto ceda titoli a pronti ad un altrosoggetto, che si impegna a rivendere a termine alla medesima controparte titoli della stessa specie e dello stessoammontare, ad un prezzo superiore al precedente. Queste operazioni possono essere svolte dalle banche conoperatori non bancari, con altre banche o con la banca centrale. Il prezzo a termine comprende la rimunerazioneper l’acquirente dei titoli.Il prestito di titoli prevede il trasferimento della proprietà di un titolo da un soggetto ad un altro, in cambio digaranzie. Chi riceve i titoli si impegna a restituire al cedente titoli equivalenti a quelli ottenuti e di pagare uncorrispettivo come rimunerazione del servizio ottenuto, rientrando in possesso dei beni dati in garanzia.Generalmente oltre ai due soggetti, in questa operazione è coinvolto anche un intermediario, che ha il compito diricercare la controparte e gestire la transazione.

I prestiti a medio/lungo termineTra i prestiti a medio/lungo termine sono compresi il mutuo, il leasing e i prestiti in pool.

Il mutuoIl mutuo è un contratto con cui una parte consegna all’altra una determinata somma di denaro, e l’altra si obbligaa restituire a restituirla.Nella gestione bancaria il mutuo è una prestito, il cui beneficiario si obbliga a restituire gradualmente il capitalemutuato, con rimborsi periodici, di scadenza mensile, trimestrale, semestrale o annuale.Il tasso legato a questa operazione può essere fisso o variabile.Questa forma di prestito è utilizzata in particolar modo per l’edilizia abitativa e dei settori industriali ecommerciali. Nel primo caso i mutui concessi dalle banche sono sempre garantiti da ipoteca sull’immobileoggetto dell’operazione; nel secondo caso i finanziamenti sono garantiti da ipoteca sui fabbricati dell’azienda osui macchinari oggetto del finanziamento.

Il costo dell’operazione è composto da: tasso di interesse fisso o variabile; spese sostenute dalla banca per la stima del bene offerto in garanzia; parcelle notarili; oneri accessori per spese varie.

Il leasingIl leasing comprende contratti con cui un’azienda cede in locazione ad un’altra azienda uno o più beni mobili oimmobili, dietro il corrispettivo pagamento di un canone periodico.Possiamo distinguere tra leasing operativo e leasing finanziario.Il leasing operativo ha per oggetto la locazione di beni strumentali per un periodo di tempo inferiore alla loro vitaeconomica.Il leasing finanziario presenta le caratteristiche di un’operazione di finanziamento caratterizzata da canoni dilocazione netti.

I prestiti in poolIl pool è composto da un gruppo di banche, organizzate da uno o più istituiti con funzioni manageriali. Il prestitoin questione viene ripartito tra tutte le banche facenti parte del gruppo.La banche capofila, a differenza di quelle partecipanti, sono istituiti di elevato standing, di dimensioninotevolissime, con capacità di organizzazione e gestione dei prestiti in pool.

Page 18: Economia Della Banca Ruozi 2011

I rapporti di corrispondenza e i regolamenti internazionali

I CREDITI DI FIRMAI crediti di firma nell’attività bancariaUna seconda categoria di prestiti bancari è quella dei crediti di firma, con cui la banca si impegna ad assumere oa garantire l’obbligazione di un terzo soggetto, esponendosi al rischio che questo sia insolvente alla scadenza.

I finanziamenti aziendali: ricorso alle banche e ricorso al mercatoLe imprese per poter soddisfare il proprio fabbisogni finanziario si rivolgono o alle banche, o direttamente almercato finanziario, attraverso l’emissione di titoli. In genere le imprese più piccole tendono a rivolgersiesclusivamente presso le banche, mentre, le imprese di notevoli dimensioni possono scegliere se rivolgersi allebanche o al mercato.La scelta di rivolgersi al mercato dovrebbe essere la preferita, perché è meno costosa del ricorso alle banche , iquanto evita il sorgere degli oneri dell’intermediazione. Ma questo richiede che il mercato sia ampio ed efficiente.

Le accettazioni bancarie: la banca come obbligato principaleLe accettazioni bancarie sono rappresentate da cambili-tratte, con cui un’impresa, detta traente, ordina allabanca di pagare una certa somma ad una scadenza prestabilita. L’impresa si impegna a fornire alla banca i fondinecessari per l’estinzione dell’accettazione.In un’operazione di accettazione vengono stipulati tre contratti:

1. impegno ad acquistare, un investitore si obbliga a rendersi acquirente della tratta accettata dalla banca;2. impegno a far fondi, il traente si impegna ad estinguere l’obbligazione prima della scadenza della tratta;3. impegno ad accettare, da parte della banca.

I costi che l’impresa traente deve sostenere sono: commissione di accettazione a favore della banca; commissione di negoziazione a favore dell’intermediario che colloca l’accettazione sul mercato; il tasso di interesse da corrispondere all’investitore acquirente dell’accettazione.

Le polizze di credito commerciale: la banca come fideiussoreLe polizze di credito commerciale servono a coprire un fabbisogno finanziario e prevedono l’intervento di piùsoggetti: un operatore che richiede credito, uno o più investitori e una banca.L’impresa che richiede credito emette un documento con cui riconosce l’esistenza di un debito nei confronti di unsoggetto ben definito. In questo documento vi è la data di scadenza, l’ammontare dell’interesse e la banca pressocui dovrà essere effettuato il pagamento. La banca rilascia una fideiussione, con cui si fa garante del buon fine delcredito a favore del creditore originario. Questo investitore può trattenere il documento fino a scadenza, oppurenegoziarlo.

Le cambiali finanziarie: il ruolo della banca come garante e nelle operazioni di collocamentoLe cambiali finanziarie sono titoli di credito emessi in serie e aventi una scadenza non inferiore ai 3 mesi e nonsuperiore ai 12 mesi dalla data di emissione.Questo tipo di cambiali costituisce una raccolta del risparmio da parte delle banche e delle imprese quotate inborsa.

PRESTITI PERSONALI, CREDITI AL CONSUMO E CARTE DI DEBITO E CREDITO

Il credito al consumo: aspetti definitoriLa prassi bancaria conosce anche prestiti destinati a sostenere il consumo, generalmente concessi alle famiglie.Teoricamente il credito al consumo è concesso a favore di persone che impegnano i mezzi finanziari ottenuti perfini tipici di consumo, ma capita spesso che le famiglie si indebitino per fini diversi dal consumo. I soggetti checoncedono i crediti non possono sapere cosa farà il debitore con le risorse finanziarie ottenute.

Il credito al consumo: forme tecniche di erogazioneI crediti al consumo possono dividersi in:

credito non finalizzato, quando il beneficiario del prestito è già cliente della banca, e si rivolge a questaper ottenere un finanziamento a destinazione libera;

credito finalizzato, quando vi è una convenzione tra una banca ed un venditore di beni di consumo.Quest’ultimo provvede ad indirizzare il compratore interessato ad ottenere un prestito, presso la bancacon cui è operante la convenzione.

Il rimborso dei prestiti è previsto a rate costanti, a scadenze per lo più mensili, per agevolare il beneficiario. Iltasso di interesse applicato a take operazione è fisso.

Page 19: Economia Della Banca Ruozi 2011

Le carte di debito e di credito. In particolare: il caso delle carte di credito “triangolari”Il credito personale destinato al consumo può essere concesso e utilizzato mediante l’utilizzo delle carte di debitoe/o di credito.Le carte di debito, come il Bancomat, consentono di accedere ad appositi terminali self-service ed eseguireoperazioni bancarie elementari. Altre carte di debito, come il Pagobancomat, permettono di effettuare pagamentidirettamente presso un esercizio commerciale senza utilizzare contanti o altri strumenti di pagamento. I fondivengono trasferiti dal compratore al venditore, con una movimentazione dei conti correnti. Il cliente può effettuareprelevamenti o trasferimenti di fondi a favore di terzi anche al di là delle somme a suo credito esistenti sul conto.Le carte di credito permettono al titolare di effettuare acquisti presso negozi convenzionati senza l’esborso dimoneta legale. Queste carte possono essere trilaterali o bilaterali. Una volta al mese il titolare della carta ricevel’estratto conto degli acquisti effettuati nel corso del mese precedente, e a partire da questo momento, il titolare haun certo tempo per effettuare il pagamento.

LA POLITICA DEI PRESTITI

La dimensione, la composizione e la qualità del portafoglio prestitiObiettivo normale delle banche è quello di raggiungere volumi di impieghi in prestiti sempre più elevati. Questoperché i prestiti rappresentano la parte dell’attivo che è più remunerativa, ed anche perché rappresentano il canaleprimario per instaurare relazioni di clientela solide e durevoli. Importantissima è anche la stabilità e l’elasticitàdella massa impiegata in prestiti.

I principali fattori interni che incidono sul volume dei prestitiI fattori interni da cui dipende il volume dei prestiti sono riconducibili:

a. Agli obiettivi del soggetto economico. Per esempio, qualora il soggetto economico decida diraggiungere livelli elevati di impieghi in prestiti, egli deciderà di ridurre le riserve di liquidità ai livelliminimi necessaria coprire le temporanee uscite, di espandere i prestiti al fine di soddisfare la domanda dicredito delle varie categorie aziendali, e di destinare ad altri investimenti l’eventuale eccedenza didisponibilità. In tal caso i prestiti diverrebbero l’attività prioritaria della banca.

b. Alle caratteristiche dei mezzi amministrativi. Si riferiscono:- alle caratteristiche quantitative, e quindi l’andamento della raccolta presso la clientela ordinaria e la

capacità della banca di realizzare la chiusura del circuito impieghi-depositi.- alle caratteristiche qualitative, che concorrono a determinare il grado di stabilità dei depositi ed il

volume di impieghi compatibile con gli equilibri reddituali e finanziari.- al grado di capitalizzazione, che riguarda la capacità di far fronte a eventuali risultati negativi della

gestione dovuti all’insolvenza della clientela affidata.c. Alla struttura e all’organizzazione della banca. Riguardano la dimensione aziendale e le strutture

preposte alla valutazione dei fidi.Una volta determinato il volume ottimo di prestiti che si intendono intrattenere con la clientela, si passa alladeterminazione della composizione preferita del portafoglio prestiti.

I criteri di composizione del portafoglio prestitiLa diversificazione settoriale e geografica dei prestiti è ricercata perché gli andamenti economici e i fabbisognifinanziari dei singolo comparti produttivi e delle singole aree territoriali sono abbastanza omogenee. Infatti laconcentrazione dei prestiti in un unico settore comporterebbe l’assunzione di posizioni di massimo rischio, poichéla redditività della banca dipenderebbe dall’andamento del settore produttivo.La diversificazione consente, invece, di realizzare delle compensazione tra gli andamenti dei vari settori e ledinamiche dei rispettivi fabbisogni finanziari, e l’incidenza dei rischi sarebbe minima per la banca. I rischieconomici e finanziari possono essere ulteriormente ridotti con la ripartizione dei fidi associata con tecniche difrazionamento dei rischi. Queste ultime consistono nella fissazione di limiti all’importo dei prestiti da concederealle singole aziende affidate.Per quel che riguarda la composizione dei prestiti per struttura tecnica, essa è definita dal complesso dellecondizioni tecniche e giuridiche che caratterizzano i vari prestiti. Ogni prestito ha una propria configurazione checoncorre a distinguerlo dagli altri, per cui gli impieghi bancari comprendono operazioni fra loro non omogenee.

La disciplina della concentrazione dei rischiLa disciplina della concentrazione dei rischi è diretta a limitare i rischi di instabilità degli intermediari finanziaridovuti alla concessione di finanziamenti di importo superiore rispetto al patrimonio di vigilanza. In mancanza diadeguate strutture per la selezione ed il controllo della clientela, la Banca d'Italia fissa dei limiti e requisiti piùstringenti di quelli previsti in via generale. La normativa definisce cliente il singolo soggetto o il gruppo di clienticonnessi nei cui confronti vengono assunti dei rischi. Il gruppo di clienti connessi sono due o più soggetti che

Page 20: Economia Della Banca Ruozi 2011

costituiscono un insieme unitario sotto il profilo del rischio in quanto uno di essi ha potere di controllo sugli altri.L’esposizione è la somma di tutte le attività di rischio non dedotte dal patrimonio di vigilanza nei confronti di uncliente.La posizione di rischio è l’ammontare di ciascuna esposizione individuale.I grandi rischi sono le posizioni di rischio di importo pari o superiore al 10% del patrimonio di vigilanza.

CAPITOLO XI – LA CARTOLARIZZAZIONE DEI CREDITI

La cartolarizzazione è la tecnica, nata negli USA, con cui le attività finanziarie di qualsiasi tipo possono esseretrasformate in titoli negoziabili sul mercato secondario.

Obiettivi e strutturazione dell’operazioneL’operazione di cartolarizzazione prevede la cessione a terzi di quote dell’attivo di bilancio del cedente,rappresentate da crediti che egli vanta nei confronti dei propri debitori.

Oggetto e rischi dell’operazionePossono essere oggetto di cartolarizzazione i crediti garantiti da ipoteca o crediti non garantiti, ma anche creditivivi o crediti problematici.Il tipo e la qualità del credito oggetto dell’operazione condiziona il rischio che l’operazione origina per il cedentee per il compratore dei titoli. In realtà il cedente non corre particolari rischi, se non quello di mancato guadagno.L’investitore corre invece un rischio economico, un rischio finanziario e un rischio di tasso.

I protagonistiLa cartolarizzazione prevede l’intervento di numerosi protagonisti, come:

il cedente, che può essere una banca, un intermediario finanziario non bancario o un impresa nonfinanziaria;

l’advisor, uno studio legale che funge da consulente per l’intera operazione; l’arranger, che organizza l’operazione; lo special purpose vehicle, cioè la società cessionaria e abilitata ad emettere titoli in cui sono incorporati

i crediti ceduti; il collocatore, di solito una banca che compra i titoli e può venderli ad investitori; la società di rating, che valuta il rischio dell’operazione.

CAPITOLO XII – IL PORTAFOGLIO DI PROPRIETA'

Il portafoglio dei titoli di proprietà delle bancheIn base alle destinazione dei titoli acquistai è possibile distinguere:

il portafoglio di negoziazione, composto da titoli acquistati per alimentare l’attività di trading; il portafoglio dei titoli di proprietà, composto da titoli acquistati per soddisfare finalità interne alla

banca. All’interno di questo portafoglio è possibile distinguere:- portafoglio di tesoreria, composto da titoli acquistati per scopi di liquidità;- portafoglio di investimento, composto da titoli acquistati per scopi di reddito.

In base alle disposizioni in materia di redazione del bilancio è possibile classificare: il portafoglio in titoli immobilizzati, destinati a stabile e duraturo investimento; il portafoglio in titoli non immobilizzati, detenuti per esigenze di tesoreria o per la negoziazione.

Soffermandoci sul portafoglio di investimento possiamo dire che nel tempo la sua dimensione è variata in misurarilevante, in funzione di fenomeni di natura strutturale e di fenomeni di natura congiunturale. Tra i fenomeni dinatura strutturale vi sono:

1. l’evoluzione del sistema finanziario;2. l’intensità e le modalità di intervento dello Stato nell’economia, che ha necessità di collocare i titoli

di debito pubblico, e quindi esercita pressione sulle banche perché queste acquistino tali titoli;3. le priorità fissate negli indirizzi della politica monetaria e creditizia.

Tra i fenomeni di natura congiunturale troviamo invece:1. circostanze interne alla banca, che riguardano il management delle banche e la determinazione della

composizione dell’attivo;2. circostanze esterne, sono date dagli interventi attuati dalle autorità monetarie.

La gestione del portafoglio di titoli di proprietàGli obiettivi principali attribuiti al portafoglio di proprietà di una banca sono la redditività e la pronta

Page 21: Economia Della Banca Ruozi 2011

trasformazione in denaro liquido.Per quel che riguarda la redditività, questo è un obiettivo che garantisce un flusso di ricavi certo e prevedibile neltempo. Il secondo obiettivo, invece, permette alla banca di accedere a operazioni di finanziamento nell’ambitodelle quali i titoli fungono da garanzia.Nel nostro paese è possibile individuare due politiche gestionali del portafoglio di titoli, la politica residuale e lapolitica flessibile.

La politica residualeSe la banca attua la politica residuale, la dimensione del portafoglio titoli è determinata seguendo un criterio dipriorità, in base al quale la banca come prima priorità ha quella di costituire con le risorse finanziarie che ha adisposizione una riserva di base monetaria adeguata. Successivamente decide di utilizzare i fondi restanti perconcedere prestiti alla clientela. All’investimento in titoli, che assume solo una valenza sussidiaria, sono destinatele eccedenze ei fondi che non si è riusciti a impiegare in prestiti alla clientela.

La politica flessibileSe si decide di attuare la politica flessibile, le banche determinano il volume delle risorse da destinareall’investimento in titoli in funzione dell’andamento atteso della domanda di credito e dei tassi di interesse.Seguendo questa nuova logica la dimensione del portafoglio titoli varia continuamente nel tempo. Gli acquisti dititoli avvengono in momenti in cui i tassi sono ancora elevati e le quotazioni sono basse. Le vendite avvengononella situazione opposta. Ecco perché risulta necessario che il management della banca compia un’analisi correttae faccia una previsione giusta dell’andamento del ciclo economico e delle tendenze dei tassi di interesse.Il grado di liquidità di un investimentoIl grado di liquidità di un investimento è l’attitudine di un valore mobiliare ad essere convertito in moneta legalein qualsiasi momento. La liquidità di un valore mobiliare è strettamente collegata al grado di efficienza delmercato, e le variabili che incidono sono:

volume delle transazione, quanto maggiore è la dimensione del mercato, tanto maggiore è la capacità diquesto di assorbire valori mobiliari offerti;

numero e tipologia degli operatori, infatti più ampia e diversificata è la gamma degli operatori delmercato, più facile sarà eseguire operazioni di compravendita;

concentrazione degli scambi; continuità delle negoziazioni; modalità di formazione e diffusione dei prestiti, cioè più trasparenti e significativi sono i segnali sul

mercato, più facile sarà la valutazione dei valori mobiliari.Le caratteristiche dei valori mobiliari che vengono prese in considerazione per dar via alle operazioni dicompravendita sono:

natura del rapporto fra le controparti; natura dell’emittente; profilo finanziario dell’operazione; valuta di denominazione; durata dell’operazione.

Tra questi elencati, l’elemento che presenta maggiore rilevanza è quello della durata.

Gli obiettivi di tesoreriaIl funzionamento della banca dipende dall’accettazione delle sue passività da parte delle aziende non bancarie. Labanca deve dimostrare di poter sempre far fronte, quando richiesto, agli impegni di pagamento in moneta legale,tempestivamente ed economicamente.Alla gestione della liquidità è affidato il compito di bilanciare i flussi tra entrate ed uscite.La gestione della tesoreria è rappresentata dall’insieme delle riserve di attività liquide e liquidabili, ma anche dallecomplesse procedure e dagli strumenti utilizzabili per sistemare gli squilibri tra movimenti in entrata e movimentiin uscita.

La politica della liquiditàLa politica della liquidità ha l’obiettivo di conseguire un equilibrio finanziario, e quindi orienta gli interventioperativi che possono incidere sull’ordine dei flussi nel medio periodo. Il management della banca delinea lecomponenti di bilancio nel medio termine e gli interventi da compiersi nel breve periodo. Quindi devedeterminare:

a. il grado di trasformazione delle scadenze;b. le funzioni del portafoglio titoli;c. le funzioni della raccolta tradizionale;

Page 22: Economia Della Banca Ruozi 2011

d. la finalità del posizionamento temporale della liquidità;e. le modalità di controllo del rischio di liquidità.

Per quel che riguarda il breve periodo, bisogna che si determini: il livello della composizione delle riserve liquide; la gamma degli strumenti di tesoreria da attivare; il grado di inserimento e di intensità di presenza nel mercato monetario.

La politica della tesoreriaLa gestione della tesoreria mira al mantenimento dell’equilibrio tra entrate ed uscite, obiettivo da conseguire inogni istante. I modelli gestionali di tesoreria sono identificabili in relazione ai criteri di gestione, e si presentanodiversi da banca a banca perché riflettono le diverse condizioni strutturali, la varietà delle finalità perseguite e lediverse scelte operative.

Il primo modello è quello amministrativo-tradizionale, che pone l’accento sulla gestione degli scompensigiornalieri originati dalla successione delle operazioni bancarie, e tende a compensare gli eventuali squilibri traentrate ed uscite.Il secondo modello è quello dinamico-speculativo, che dà importanza al profilo reddituale della gestione dellefonti e degli usi della liquidità supplementare e a trarre vantaggio dalle opportunità operative.La gestione della tesoreria si esprime su un arco temporale di breve periodo, con scarsi o nulli collegamenti con lagestione della liquidità aziendale di medio periodo.Per realizzare questo collegamento tra gestione di breve e di medio periodo della liquidità, la gestione dellatesoreria attua degli interventi che devono anticipare, correggere e indirizzare i flussi monetari originati dascadenze tecniche e da fenomeni di natura ciclica e stagionale.

Le riserve vincolate: la riserva obbligatoria di liquiditàLe riserve obbligatorie di liquidità sono depositi in contante costituiti dalle banche in adempimento a disposizionidell’organi di vigilanza. Queste riserve figurano nell’attivo patrimoniale delle banche e nel passivo della BancaCentrale.La riserva obbligatoria è uno strumento di politica monetaria diretto a controllare l’offerta della moneta.Prima dell’entrata in vigore dell’euro, tutte le banche erano tenute a costituire depositi in contati obbligatoripresso la Banca d'Italia. Le banche venivano autorizzate a utilizzare parte dei fondi depositati per un importomassimo prefissato.Con l’entrata in vigore dell’euro tutte le banche sono assoggettate ala stessa disciplina di riserva obbligatoria, manei confronti della Banca Centrale Europea. La BCE ha stabilito che la riserva è interamente mobilizzabile, inquesto modo ogni banca può compensare eventuali deficit giornalieri rispetto all’importo dovuto per quello stessoperiodo, con un surplus in altre giornate.

CAPITOLO XIII – GLI INVESTIMENTI AZIONARI

Le novità introdotte dal Testo Unico in materia di separatezza banca-impresa “a valle”Il Testo Unico del 1993 e altri provvedimenti regolamentano la partecipazione delle banche in imprese nonfinanziarie, imponendo prima di tutto dei limiti alla detenzione di partecipazioni:

Il limiti massimo per l’assunzione di partecipazioni, rapportato al patrimonio della banca, è del 15%per le banche ordinarie, 50% per i gruppi bancari abilitati, 60% per le banche specializzate.

Il limite massimo per ogni partecipazione, rispetto al capitale sociale dell’impresa, è del 15% per tuttele banche.

Il limite massimo che ogni singola partecipazione non può superare, rispetto al patrimonio dellabanca è del 3% per le banche ordinarie, 6% per i gruppi bancari abilitati, 15% per le banchespecializzate.

Il rischio associato all’assunzione di partecipazioniL’assunzione di partecipazioni è un’attività rischiosa, infatti per poterla effettuare sono necessarie condizionifinanziarie, economiche e patrimoniali solide, capacità di valutazione e selezione efficaci, strutture organizzativeadeguate.In Italia alla potenziale offerta da parte delle banche sembra non fare riscontro una domanda effettiva didimensioni adeguate, perché molte imprese non manifestano una grande propensione ad aprire il proprio capitaleazionario a terzi.

Il modello tedesco e il modello anglosassoneVi sono due modelli internazionali di gestione della relazione.

Page 23: Economia Della Banca Ruozi 2011

Il modello tedesco, che è basato sul principio della banca universale, prevede istituzione che detengonorilevanti partecipazioni nel capitale delle imprese e propri esponenti nei consigli di amministrazione el’accesso ad informazioni riservate.

Il modello anglosassone, ispirato alla banca d’affari, che prevede l’assunzione della partecipazionetemporanea, finalizzata alla crescita del valore della società e alla successiva dimensione nel mercato.

Può realmente migliorare la qualità del rapporto banca/impresa?la risposta al quesito è negativa per alcuni motivi, come:

- la partecipazione limitata al 15% del capitale di un’impresa non può dare all’azionista bancario un grandepotere;

- anche se la banca potesse assumere una partecipazione superiore al 15% le cose non cambierebbero,perché la struttura dei finanziamenti a titolo di debito dell’impresa partecipata è caratterizzata dalfenomeno dei fidi multipli.

CAPITOLO XIV – L'ATTIVITA' IN STRUMENTI DERIVATI

Gli strumenti finanziari derivati : sono definiti derivati gli strumenti finanziari con le seguenti caratteristiche : illoro valore cambia in relazione alla variazione del valore di mercato di un'altra variabile primaria sottostante diriferimento o al manifestarsi di determinati eventi o condizioni ; non richiedono un investimento netto inizianle orichiedono un investimento netto iniziale minore di quello richiesto per una posizione sul sottostante in grado digenerare una analgoda esposizione a cambiamenti di fattori di mercato ; sono regolati a data futura . In sostanza ,sono definiti "derivati" in quanto il prezzo di tali strumenti deriva dal avalore di mercato di un'altra variabile diriferimento , che prende il nome di attività sottostante .

In base alla forma tecnica , gli strumenti derivati possono essere distinti in quattro categorie di base , variamentecombinabili tra loro : forward e futures , sono contratti a termine in cui le parti si scambiano una determinataattività a una data futura e a un prezzo prefissato al momento della stipula del contratto ; Swap , ovvero contrattimediante i quali due parti si impegnano a scambiarsi , a date prestabilite , flussi di cassa secondo uno schemaconvenuto ; Opzioni , ovvero contratti che attribuiscono a un soggetto , dietro il pagamento di un premio , lafacoltà di acquistare o di vendere , entro un termine convenuto , una determinata attività sottostante a un prezzoprestabilito .

In base al mercato di negoziazione , gli strumenti derivati possono essere distinti in : derivati negoziati su mercatiregolamentati , caratterizzati dall'esistenza di regole ( gestione attività oggetto degli scambi , scadenze , modalitàformazione prezzi, liquidazione e regolamento alla scadenza ), assumento il carattere di contratti di tipostandardizzato ; derivati negoziati nei mercati over the counter sono invece perfezionati su base bilaterale epersonalizzati sulla base delle esigenze dei soggetti contraenti che ne stabilisciono liberamente le varie condizioni( oggetto , importo , scadenza , modalità di regolamento , liquidazione ) , assumendo il carattere di contrattipersonalizzati su base bilaterale .

In base al profilo della reciprocità degli impegni economici assunti , le tipologie contrattuali sono : derivatisimmetrici , ove entrambi i contraenti si impegnano a effettuare una prestazione alla data di scadenza e i contrattiimplicano quindi obbligazione reciproche a termine ; derivati asimmetrici , ove solo una parte è obbligata aeseguire una compravendita a termine , mentre la controparte ha il diritto discrzionale di decidere se dareesecuzione o meno al contratto .

In base al tipo di attività sottostante , è possibile distinguere derivati : derivati finanziari ( financial derivates ) ,che hanno come sottostante strumenti finanziari , tassi di cambio , indici di prezzi e hanno l'obiettivo di trasferireil rischio di mercato a essi implicito ; derivati su commodities ( commodity derivatives ) hanno come sottostantemerci e materie prime , quali derrate alimentari , metalli preziosi e non , petrolio , energia elettrica ; Derivaticreditizi ( credit derivatives ) hanno come sottostante il rischio di credito relativo a un prenditore finale di fondi ,rappresentato da un singolo debitore oppure da un portafoglio di debitori .

I derivati finanziari : I derivati finanziari hanno la funzione di trasferire i rischi di mercato relativi a una dataesposizione da un soggetto a un altro . Tali rischi possono consistere in rischi di interesse , rischi di prezzo o nelrischio di scambio . I derivati finanziari possono avere come sottostante : titoli di debito , tassi di interesse e indicidi mercato monetario e obbligazionario ( interest rate derivatives) ; azioni e indici azionari ( equity derivatives ) ;tassi di cambio ( currency derivatives ) . I derivati finanziari possono assumere veste contrattuale del contratto atermine forward, del future , dello swap , dell'opzione .

Page 24: Economia Della Banca Ruozi 2011

Forward, contratto di compravendita a termine,con cui due parti si accordano per scambiare , in una data futura ,una certa attività a un prezzo stabilito al momento della stipula del contratto . E' un contratto derivato simmetricopoichè entrambi i contraenti sono obbligati a effettuare una prestazione a scadenza . La parte che assume laposizione di acquisto si impegna a ritirare l'attività sottostante alla scadenza pattuita , pagando il prezzoconcordato . La parte che acquista si impegna a consegnare l'attività sottostante alla medesima scadenza ,ricevendo il prezzo pattuito . Il prezzo viene stabilito alla stipula del forward in modo tale che il valore iniziale delcontratto sia nullo . Pertanto non vi è alcun esborso monetario immediato . Essendo un derivato negoziato "overthe counter" non sono presenti garanzie per entrambe le parti , perciò i soggetti sopportano reciprocamente ilrispettivo rischio di regolamento . Inoltre , la negoziazione over the counter , non prevede l'estinzione delcontratto prima della scadenza , salvo assumere una seconda posizione , che sommata alla precedente , annulli ilprodilo dei risultati alla scadenza ( oggi i currency forward rappresentano il mercato più sviluppato di contratti atermine a livello sia nazionale che internazionale ) .

Futures, sono contratti di compravendita a termine , negoziati su un mercato regolamentato , con cui due parti siaccordano per scambiare , in una data futura , una certa attività a un prezzo fissato al momento della stipula delcontratto . Il soggetto che acquista assume una posizione lunga , il soggetto che vende invece apre una posizionecorta . Il future , come il forward , è un derivato simmetrico , in quanto entrambi i ocntraenti sono obbligati allascadenza a effettuare una prestazione ( l'acquisto e la vendita dell'attività sottostante avviene nella scadenza ) .Tuttavia , a differenza dei forward , la negoziazione su mercati regolamentati , invece dei mercati over the counter( non regolamentati ) , impone forti e rigide regole contrattuali . Ulteriore differenza è la presenza di una ClearingHouse , nota in Italia come "cassa di compensazione e garanzia" , con il compito di assicurare la compensazione eil buon fine dei contratti , rendendosi garante del buon fine delle transazioni, assicurando un identico rischio dicontroparte fra tutti i partecipanti e rendendo possibile la chiusura anticipata delle posizioni ( tale cassa persvolgere la propria funzione chiede il versamento di un marine iniziale , per assicurare di assolvere la propriafunzione di garanzia ) . In aggiunta al margine iniziale , la Cassa provvede a calcolare e liquidare , con cadenzagiornaliera , il cosiddetto margine di variazione , attraverso il meccanismo del Marking to market , in base al qualeil contraente che ha sperimentato un andamento avvverso del mercato deve versa un importo alla Clearing Housepari alla perdita realizzata rispetto al giorno lavorativo precedente , mentre il contraente che ha beneficiato di unandamento favorevole del mercato riceve un importo dalla Clearing House pari all'utile realizzato rispetto algiorno lavorativo precedente . I profitti e le perdite non sono calcolati alla scadenza del contratto , come avvienenei contratti forward , ma vengono calcolati giornalmente , in funzione all'andamento dei prezzi . Il prezzo delfuture si stabilisce come nel forward .

Swap, contratto negoziato su un mercato over the counter con il quale le due parti si impegnano a scambiarsifuturi pagamenti . E' un contratto derivato simmetrico , con il quale due soggetti si impegnano a scambiareperiodicamente delle somme di denaro calcolate applicando al medesimo capitale , detto nozionale , due diversiparametri riferiti a due diverse variabili di mercato . Il capitale nozionale , è oggetto di scambio tra le parti solo inalcune tipologie di swap . Vengono utilizzati con finalità specifiche , come ad esempio motivi di copertura ,finalità speculative , trasformare la natura di un'attività o passività . Lo swap più semplice è il Interest rate swapplain vanilla ( reciproci pagamenti tra le parti , periodici , applicando a uno stesso capitale di riferimento , dettonozionale , tassi d'interesse diversi . L'interest rate Swap è caratterizzato dal fatto che il compratore acquista ad untasso d'interesse fisso e riceve tasso variabile , mentre il venditore paga a tasso variabile e incassa tasso fisso .

Opzioni , contratti derivati che attribuiscono al compratore il diritto di acquistare o vendere un'attività sottostantea un prezzo prefissato entro un termine convenuto . Le opzioni sono contratti derivati asimmetrici in quantosoltanto il venditore è obbligato a eseguire la compravendita a termine e a soddisfare la volontà del compratore .Quest'ultimo , infatti , a fronte del pagamento di un premio , detiene il diritto di decidere se esercitare o meno lafacoltà implicita nel contratto . Gli elementi caratteristici di un'opzione sono : il sottostante (o underlying) che puòconsistere in titoli di debito , tassi di interesse , indici di mercato monetario e obbligazionario, tassi di cambio ,azioni etc ; la facoltà , le opzioni che conferiscono all'acquirente la facoltà di acquistare in data futura , ilsottostante vengono denominate opzioni call . Le opzioni che conferiscono all'acquirente la facoltà di vendere ilsottostante , vengono denominate , put ; La scadenza , le opzioni che conferiscono all'acquirente il diritto diesercitare la facoltà esclusivamente nel giorno di scadnza del contratto vengono denominate opzioni europee . Leopzioni che conferiscono all'acquirente il diritto di esercitare la facoltà in un qualsiasi giorno entro la scadenza delcontratto vengono denominate opzioni americane ; Il prezzo di esercizio ( strike price ) , rappresenta il prezzo alquale l'acquirente dell'opzione call oppure put può , rispettivamente , acquistare o vendere l'attività sottostante .Le opzioni sono negoziabili sia su mercati regolamentati sia su mercati over the counter . Il soggetto che acquistaun'opzione assume una posizione lunga , mentre il soggetto che vende assume una posizione corta .

I derivati creditizi : I derivati creditizi hanno lo scopo di trasferire il rischio di credito sottostante a una

Page 25: Economia Della Banca Ruozi 2011

determinata attività di riferimento , nota come reference obligation , dal soggetto che acquista protezione(protection buyer ) e , quindi , vende il rischio di credito , al soggetto che vende protezione ( protecion seller ) e ,pertanto , acquista il rischio di credito .

La prima categoria di derivati creditizi è costituita da contratti nei quali l'obbligo per il venditore di protezione diadempiere all'obbligazione prevista dal contratto si manifesta al verificarsi di un determinato evento , il cosiddettocredit event , che , secondo quanto concordato dalle parti , può consistere nel fallimento del debitore ,in undeterminato numero di mancati pagamenti o in un qualsiasi altro evento creditizio specificatamente determinato :

Credit default product ( CDP , contratto con il quale il protection seller assume il rischio di credito relativo ad unadeterminata attività , ricevendo come corrispettivo un premio da parte del protection buyer ) ,

I Credit Linked Notes (CLN) possono assimilarsi a titoli obbli-gazionari emessi dal "protection buyer" o da una societa' veicolo i cuidetentori ("protection seller") - in cambio di un rendimento pari allasomma del rendimento di un titolo (generalmente "risk-free") di pari

durata e del premio ricevuto per la copertura del rischio di creditosulla "reference obligation" - assumono il rischio di perdere

(totalmente o parzialmente) il capitale a scadenza ed il connessoflusso di interessi al verificarsi di un "credit event" relativo alla

"reference entity". Seconda categoria di crediti , si riferisce ai contratti nei quali l'obbligo di adempiere del venditreo di protezionedipende dall'andamento di mercato dell'attività sottostante al derivato su crediti alla quale si fa riferimento per la

valutazione del relativo merito di credito :Il "Credit spread option" (CSO) e' un contratto con il quale il

"protection buyer" si riserva il diritto, dietro pagamento di un pre- mio, di riscuotere dal "protection seller" una somma dipendente dalla

differenza positiva tra lo "spread" di mercato e quello fissato nelcontratto ("strike spread") applicata al valore nozionale della

"reference obligation".Il "Credit spread swap" (CSS) e' un contratto con il quale il

"protection buyer" acquisisce il diritto di riscuotere dal "protectionseller", alla data di scadenza del contratto stesso, una somma corri-

spondente alla differenza positiva tra lo "spread" di mercato correntea tale data e quello fissato nel contratto ("strike spread") applicata

al valore nozionale della "reference obligation" ed assume parallela-mente l'obbligo di versare al "protection seller" il controvalore della

differenza negativa tra i due "spread". Il "Total rate of Return Swap" (TROR) e' un contratto con il quale

il "protection buyer" (detto anche "total return payer") si impegna acedere tutti i flussi di cassa generati dalla "reference obligation" al

"protection seller" (detto anche "total return receiver"), il qualetrasferisce in contropartita al "protection buyer" flussi di cassa

collegati all'andamento del "reference rate".Alle date di pagamento dei flussi di cassa cedolari (oppure alla

data di scadenza del contratto) il "total return payer" corrisponde al"total return receiver" l'eventuale apprezzamento della "referenceobligation" (cioe' un importo pari alla differenza positiva tra il valore di mercato e quello iniziale della "reference obligation")

Il ruolo dei derivati nella gestione bancaria: -Copertura e gestione dei rischi -speculazione-arbitraggio-ottimizzazione del capitale regolamentare

Le banche come emittenti di strumenti derivati cartolarizzati , o securitised derivatives. Si tratta di strumentiderivati a contenuto opzionale, emessi da un istituto finanziario vigilato , che ne chiede l'ammissione su unmercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione ( Sedex, EuroTLX ) . I derivati cartolarizzatipossono essere distinti in 2 macrocategorie , ovvero i covered warrant ( strumenti finanziari che conferisconoall'acquirente di acquistare , covered warrant call , o di vendere , covered warrant put , entro un termine

Page 26: Economia Della Banca Ruozi 2011

prestabilito , un certo quantitativo di una data attività sottostante ; certificates , strumenti finanziari che replicano ,con o senza effetto leva , l'andamento di una data attività sottostante *

CAPITOLO XV – GESTIONE DELLA LIQUIDITA'

Per liquidità si intende la capacità della banca di far fronte puntualmente e in modo economico agli obblighi di pagamento nei termini contrattualmente previsti . Gli obiettivi della gestione della liquidità sono : assicurare in ogni istante un’adeguata corrispondenza fra fòussi di cassa in entrata e flussi di cassa in uscita,garantendo la solvibilità tecncia della banca ; coordinare l’emissione da parte della banca di strumenti di finanziamento a breve ,media , lunga scadenza ;ottimizzare il costo del rifinanziamento , bilanciando il trade off fra liquidità e redditività ; per le banche strutturate come nei gruppi bancari , ottimizzare la gestione dei flussi di cassa infragruppo . allo scopo di ridurre la dipendenza dal fabbisogno finanziario esterno , attraverso tecniche di cash pooling o altri strumenti di ottimizzazione .I processi di gestione della liquidità variano in funzione della dimensione della banca , del tipo di attività prevalente , del grado di internazinalizzazione e della relativa complessità organizzativa . In tutti i casi comunque bisogna misurare e controllare disgiuntamente : la gestione della liquidità strutturale , spoesso chiama semplicementeliquidità, il cui obiettivo è il mantenimento , nel medio lungo periodo , di un’0adeguata corrispondenza fra entrate e uscite monetarie sui diversi orizzonti temporali ; la gestione della liquidità di breve termine , nota anche come tesoreria , il cui obiettivo è garantire la capacità di far fronte nell’immediato a qualsiasi impegno di pagamento , previsto e imprevisto , emregente da contratti cvhe pongano la banca nellla condizione di dover eseguire un a prestazione economica .Gestione della liquidità,aspetti economici : la gestione della liquidità e del conseguente rischio che la banca non sia in grado di far fronte tempestivamente e in modo economico ai propri obblighi di pagamento possono essere analizzati lungo 3 diverse dimensioni : are di impatto del rischio di liquidità ; origine del rischio ; scenario economico in cui si manifesta il rischio

- Area di impatto: in funzione della possibile are di impatto , il rischio di liquidità sopportato da una banca è distinto in 2 macrocategorie collegate tra loro : il funding liquidity risk er il market liquidity risk . Per funding liquidity risk si intende il rischio che la banca non sia in grado di gar fronte puntualmente e in modo economico ai deflussi di cassa attesi e inattesi , legati al rimborso di passività , al rispetto di impegni a erogare fondi o alla richiesta di accrescere le garanzie fornite ; Per market liquidity risk si intende invece il rischio che una banca si trovi nell’impossibilità di convertire in denaro una posizione su una data attività finanziaria o riesca a liquidarla subendo una decurtazione del prezzo , a casusa dell’insufficiente liquidità del mercato su cui tale attività è negoziata o a causadi un temporaneo malfunzionamento del mercato stesso.

- Origine del rischio : il rischio di liquidità è in qualche misura intrinseco all’attività bancaria . Esistono tuttavia alcuni elementi che possono accentuare l’assoggettamento di una banca al rischio di liquidità: fattori tecnici, fattori specifici relativi alla singola banca e fattori di natura sistemica. Lo sviluppo di strumenti finanziari c on strutture temporali dei flussi di cassa complesse, l’ampia presenza di discrezionalità in molti strumenti sia di raccolta sia di impiego, il vasto ricorso a forme di liquidity enhancement nelle operazioni di cartolarizzazione, lo sviluppo di sistemi di pagamento che operano in tempo reale e su base multilaterale hanno determinato un incremento del rischio di liquidità, specialmente per le banche più grandi, più esposte al rischio a causa dell’operatività multivalutaria, cross-country e su più fusi orari che generalmente le caratterizza.

- Scenario economico di riferimento : A seconda dello scenario economico in cui si trova la banca, è possibile distinguere il rischio di liquidità affrontato in condizioni di normale operatività ( going concernliquidity risk ) e il rischio affrontato in situazioni di stress ( contingency liquidity risk ), entrambi legati afattori individuali o sistemici. Nel primo caso, il rischio è connesso a situazioni in cui la banca è in grado di far fronte al proprio fabbisogno di liquidità utilizzando la propria capacità di funding . In uno scenario di operatività normale, la gestione della liquidità e la corretta misurazione dei rischi ad essa collegati presuppongono di simulare l’evoluzione delle entrate e delle uscite monetarie, adottando le ipotesi più neutrali possibili in merito all’evoluzione delle grandezze aziendali. Nel secondo caso, il rischio viene affrontato in condizioni di stress che derivano da fattori individuali o da fattori sistemici. Poiché tali situazioni di crisi non sono affrontabili attraverso la normale capacità di funding della banca,si rende necessario far ricorso a misure straordinarie formalizzate ex ante attraverso la stesura di un apposito piano di emergenza o contingency funding plan . Tale documento formalizza la strategia di intervento, classifica le possibili tipologie di tensione di liquidità, individuandone la natura sistemica o specifica e le poste di bilancio maggiormente interessate, identifica le azioni di emergenza da parte del management e contiene le stime di back-up liquiditya disposizione della banca per fronteggiare una crisi

Page 27: Economia Della Banca Ruozi 2011

di liquidità.Gestione della liquidità, aspetti tecnici : Nell’aspetto tecnico, la misurazione del rischio di liquidità esige di distinguere le due macro-categorie di funding liquidity risk e di market liquidity risk:

- Per le istituzioni finanziarie: Si intende liquidità, l’abilità di raccogliere fondi, ad un costo ragionevole, alfine di soddisfare gli obblighi di pagamento. Di conseguenza, una banca è qualificabile come “sufficientemente liquida” o avente una “adeguata liquidità” se è nelle condizioni di far fronte efficientemente alle proprie obbligazioni di pagamento Il funding liquidity risk è il rischio che una banca non sia nelle condizioni di far fronte agli impegni di pagamento per cassa o per consegna previsti o imprevisti, senza pregiudicare l’operatività quotidiana o la situazion e finanziaria della banca stessa

- Per i mercati finanziari: Si intende liquidità, la possibilità di vendere uno strumento finanziario, secondo ragionevoli quantità e tempestivamente, senza modifi care in modo significativo il prezzo di mercato. Di conseguenza market liquidity risk è il rischio che la banca incorra in perdite causate dalla dismissione degli assets liquidi per far fronte a crisi di liquidità causate da fattori sistemici (tensioni sul mercato) o specifici dell’Istituto

Gestione della liquidità, aspetti organizzativi : Dal punto di vista organizzativo, le unità preposte alla gestione delrischio di liquidità provvedono in genere ad assolvere le seguenti funzioni: misurazione rischio loquidità; sviluppoe adozione di modelli di gestione ;realizzazione di analisi di stress; fornitura informazioni giornaliere al topmanagement etc . Una recente verifica condotta sul sistema bancario europeo mostra le modalità di gestione delrischio di liquidità all’interno dei principali gruppi bancari.Da tale indagine emerge che le regole di misurazionedel rischio di liquidità, i limiti operativi, gli indirizzi di gestione nel medio-lungo periodo, il piano di emergenza incaso di crisi, sono nella generalità dei casi fissati a livello centrale da parte della capogruppo. I margini dimanovra operativa nel breve e nel brevissimo periodo sono invece definiti, in alcuni casi, sulla base di modellibasati sulla completa centralizzazione nella capogruppo e, in altri casi, sulla base di modelli di completadecentralizzazione, in cui la capogruppo si limita a fissare i principi di misurazione e controllo del rischio diliquidità, ma la gestione operativa di breve periodo è completamente rimessa alle singole società facenti parte delgruppo.I modelli centralizzati di gestione dello short term liquidity risk sono tipicamente adottati in gruppi bancariche operano a livello nazionale con un modello di business piuttosto omogeneo. Essi presuppongono: - il pooling dei flussi di liquidità presso un’unica entità del gruppo, tipicamente la capogruppo; - un unico accesso al mercato monetario; - un unico accesso al canale di rifinanziamento presso la banca centrale. I principali vantaggi del modello centralizzato sono: l’ottimizzazione del costo del funding, grazie a logiche di cash pooling;il controllo della posizione di liquidità delle singole controllate; una maggiore attenzione verso il rischio dicontroparte sul mercato monetario e un più stretto monitoraggio del rischio di liquidità complessivamentesopportato a livello di gruppo. Per contro, attraverso tale modello si crea una maggiore complessità gestionale,dovuta alla logica di pooling, e aumentano i rischi di “contagio” in caso di crisi. I modelli decentralizzati digestione dello short term liquidity risksono maggiormente diffusi presso banche globali, caratterizzate daun’operatività multi-country, multy-currency e su più fusi orari. In questo caso, il modello presuppone: - la gestione individuale e autonoma della liquidità da parte di ciascuna società appartenente al gruppo bancario,nel rispetto delle linee guida fissate dalla capogruppo; - l’accesso delle singole società controllate sia al mercato monetario sia al canale di rifinanziamento presso la banca centrale. Se, da un lato, tale modello reca il pregio della minor complessità gestionale e della riduzione dei rischi di“contagio” in caso di crisi, dall’altro lato, esso subottimizza il costo del funding, a causa della possibile noncompensazione interna di flussi disegno opposto, e riduce la profondità dell’analisi del rischio di liquidità sopportato da ogni singola unità del gruppo bancario. Tuttavia, tale modello hail pregio di responsabilizzare le singole società facenti parti del gruppo, evitando che queste finiscano perconsiderare la capogruppo una sorta di lender of last resort interno in caso di politiche gestionali errate da cui derivino disallineamenti fra entrate e uscite monetarie.I due modelli descrittisopra rappresentano gli estremi di un continuum all’interno del quale ogni singolo gruppo bancario può adottareconfigurazioni intermedie, basate su un modello semicentralizzato di tipo multi-hub, in cui la centralizzazionedella gestione della liquidità avviene a livello di due o più società del gruppo che operano come “punti di accesso”al mercato monetario e ai canali di rifinanziamento e realizzano una compensazione delle eccedenze e dei deficitdi liquidità su una certa area geografica e, spesso, su una datavaluta. Tali modelli intermedi sono impiegatisoprattutto da banche che operano su più mercati, su diversi business, con elevati volumi e il loro impiego hal’obiettivo di combinare i pregi dei due modelli precedenti.Profili regolamentari : Regolamentazione internazionale:

- Basilea 2 non ha contemplato il rischio di liquidità nell’ambito metodolie di calcolo dei requisiti

Page 28: Economia Della Banca Ruozi 2011

patrimoniale , che costituiscono il “primo pilastro”. Per esso ci si è limitati a prevedere , nell’0ambito delprocesso di controllo prudenziale , note come secondo pilastro , che ogni banca adotti adeguati sistemiper misurare , monitorare e controllare il rischio di liquidità

- In direttiva euorpea 2006/48/CE sui requisiti patrimoniali delle banche , in sintonia con le linee guida dibasilea2 , ha introdotto l’obbligo di definire strategie e processi per la gestione del rischio di liquidità ,con particolare attenzione al monitoraggio della posizione finanziaria net4ta della banca , e l’obbligo dipredisporre piani di emergenza , senza prevedere specifici requisiti patrimoniali

Regolamentazione nazionale : “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale delle banche” ,collocano ilrischio di liquidità nel secondo pilatro e forniscono linee guida di cui le banche devono tener conto neldefinire i propri sistemi e le proprie procedure di misurazione e controllo. -Costruzione di una matrice per scadenze , nota in gerco tecnino come “maturity ladder”, necessaria pervalutae l’equilibrio dei flussi di cassa attesi attravero la contrapposizione fra entrate e uscite monetarieall’interno di diverse fasce termporali; -Analisi di scenario , che ipotizza il verificarsi di variazioni di talune delle poste nelle diverse fasce temporali(azione preventiva ) ;-Esame delle problematiche specifiche di gestione del rischio di liquidità in un contesto multivalutario ,tenendo conto della necessità di gestire pool di riserve liquide denoinate in valute diverse per il rifinaziamtnocon le banchge centrali che utilizzano garanzie finanziarie denominate in valute differenti .

Al sistema di soerveglianza si affianca un “piano di emrgenza” denominato come “contingency funding plan” ,che ha lo scopo di proteggere la banca in situazioni di crisi di liquidità , attraverso la preventiva predisposizione ela successiva attuazione di strategie di gestione della crisi e di procedure per il reperimento di fonti difinanziamento in caso di emergenza , definendo le responsabuilità dei vari oganizi aziendali in tali situazione.

CAPITOLO XVII – IL BILANCIO DELLE BANCHE

La disciplina generale e speciale del bilancio di esercizioIl Codice Civile, in materia di bilancio d’esercizio delle imprese italiane, si limitava a:

Stabilire i principi a cui il redattore del bilancio doveva attenersi; Indicare alcune voci di natura patrimoniale e d economica che dovevano essere utilizzate per la

compilazione dei documenti contabili.Nel 1991 un decreto legislativo innovò il Codice Civile relativamente alla disciplina generale del bilanciod’esercizio, ma nel 1992, il decreto legislativo n. 87 servì a definire una speciale disciplina per il bilancio dellebanche e degli altri intermediari finanziario non bancari.Successivamente nei Paese dell’Unione Europea è stata definita una nuova disciplina in tema di bilancio, chiamataIAS, quindi è necessario un nuovo decreto che coerentemente con le disposizioni IAS possa fare esclusivoriferimento al bilancio degli intermediari finanziari.

La true end fair view della situazione aziendaleIl decreto 87 impone alla banca di offrire attraverso il bilancio una rappresentazione chiara, veritiera e correttadella propria situazione economica, patrimoniale e finanziaria.Il bilancio deve essere uno strumento di comunicazione all’esterno della realtà aziendale, a disposizione di tutti iportatori di interessi.Con il bilancio è possibile effettuare comparazioni verticali, cioè col bilancio della stessa banca in anni differenti,o comparazioni orizzontali, cioè con diverse banche nello stesso anno.

Struttura, forma e contenuti del bilancio delle bancheIl decreto 87 stabilisce la struttura obbligatoria del bilancio bancario, precisando quali sono i documenti che locompongono: stato patrimoniale, conto economico, nota integrativa e relazione degli amministratori sullagestione.Anche il bilancio IAS prevede questi documenti, ma prevede altri documenti, il conto delle variazioni delpatrimonio netto e il rendiconto finanziario.

Lo stato patrimonialeLo stato patrimoniale è rappresentato dall’insieme delle attività, delle passività e dei conti del patrimonio nettodella banca. Mostra una fotografia dei finanziamenti e degli investimenti in essere ad una certa data. Le vocicontabili sono presentate a sezioni contrapposte, separando cioè attivo dal passivo.Lo schema dello stato patrimoniale è obbligatorio, vi sono una serie di voci cui la banca deve fare unico

Page 29: Economia Della Banca Ruozi 2011

riferimento per rappresentare attività e passività.

Il conto economicoIl conto economico accoglie componenti positivi e negativi di reddito di competenza dell’esercizio, chedeterminano il risultato positivo o negativo prodotto nel periodo. I componenti sono posti in successione sullabase della loro natura. La somma algebrica delle voci positive e negative di conto economico determina il risultatonetto, detto utile o perdita.

La nota integrativaLa nota integrativa è un documento di tipo quantitativo,è elaborata sulla base di uno schema obbligatorio ed èparte integrante del bilancio d’esercizio. È un documento di tipo analitico perché integra le informazioni deidocumenti di sintesi.

La relazione sulla gestioneLa relazione sulla gestione è un documento di tipo qualitativo, è una relazione sui fatti più significativi che hannocaratterizzato l’esercizio a cui il bilancio si riferisce. I fatti possono riguardare la banca stessa o lo scenariocircostante.Le valutazioni di fine esercizioNel bilancio di un’impresa, le voci dell’attivo sono funzione dell’attività svolta. Le voci di maggior rilievo sonocrediti verso la clientela, titoli di proprietà e partecipazioni.Le operazioni creditizie e i titoli entrano nella struttura patrimoniale della banca nel momento in cui si manifestal’aspetto finanziario dell’operazione. Cioè:- i crediti vengono contabilizzati al momento della loro erogazione;- i titoli entrano nell’attivo patrimoniale nel momento in cui ne viene registrato l’acquisto.- le partecipazioni sono iscritte tra le attività nel momento in cui la banca ne acquisisce la piena titolarità.Titoli e partecipazioni vengono iscritti al loro valore di costo, cioè al prezzo pagato per l’acquisto, ma allachiusura dell’esercizio viene fatta una stima sul loro valore.Per quel che riguarda i crediti, la banca deve informarsi se il debitore sarà in grado di restituire l’intero importopagato, e in caso contrario deve procedere a stimare la perdita.

I titoliI titoli sono indicati nell’attivo di bilancio sotto tre diverse voci, titoli di stato, obbligazione e azioni.Alla chiusura dell’esercizio i titoli immobilizzati devono essere svalutati se la banca ritiene che le condizioni disolvibilità dell’emittente si siano deteriorate in modo duraturo.I titoli della negoziazione devono essere distinti tra quelli quotati e quelli non quotati in borsa. Per quelli nonquotati si tiene conto della situazione di solvibilità dell’emittente. Per i titoli quotati vi sono due criteri divalutazione:

1. criterio minore tra costo e mercato, si valuta il titolo al suo valore di costo, a meno che il mercato su cui èquotato non abbia espresso un prezzo inferiore, ed in questo caso viene iscritto in bilancio questo valore;

2. criterio valore di mercato, si determina il valore dei titoli in base ai relativi prezzi di mercato.

Le partecipazioniLe partecipazioni devono essere divise in due gruppi:

le partecipazioni tout court, che sono valutate al costo di acquisizione, ed eventualmente svalutate se lapartecipata manifesta un deterioramento operativo;

le partecipazioni rilevanti, valutate tenendo conto del valore contabile del patrimonio della partecipata,adeguando il valore della partecipazione detenuta.


Recommended