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ECONOMIA EMILIA-R OMAGNA...e.mail: [email protected] Concessionario per la pubblicità...

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E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A Motori Il Made in Italy corre sulle quattro ruote Inchiesta Bill Gates fa acquisti nella “software valley” Settori Tecnologia e innovazione al servizio della salute Focus Parma “Proseguire sulla strada del cambiamento” OTTOBRE 2009 Crescono in Emilia-Romagna tutte le tipologie distributive. Sono 70mila gli esercizi censiti dall’Osservatorio regionale. Particolarmente significativa la nuova fase di sviluppo dei “negozi di vicinato” Scenari Lavoro qualificato Ripresa garantita Il nuovo volto del commercio Foto Gaia Levi
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Page 1: ECONOMIA EMILIA-R OMAGNA...e.mail: redazione@contestoweb.com Concessionario per la pubblicità Franco Pavoncelli via Rosaspina n. 5 40129 Bologna Tel. 051-359933 e-mail: francopavoncelli@tin.it;

E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

MotoriIl Made in Italy corresulle quattro ruote

InchiestaBill Gates fa acquistinella “software valley”

SettoriTecnologia e innovazioneal servizio della salute

Focus Parma“Proseguire sulla stradadel cambiamento”

OTTOBRE2009

Crescono in Emilia-Romagna tutte le tipologie distributive.

Sono 70mila gli esercizi censiti dall’Osservatorio regionale.

Particolarmente significativa la nuova fase di sviluppo

dei “negozi di vicinato”

ScenariLavoro qualificatoRipresa garantita

Il nuovo voltodel commercio

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Pubb

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OTTOBRE 2009 1

PLa storia di un territorio e dellasua gente si articola ancheattraverso i luoghi del com-mercio che animano centri e

borghi, la cui esistenza è connessa allosviluppo e alla promozione economi-ca, culturale e sociale delle aree urbanestesse.Negli ultimi anni si è spesso parlato divalorizzazione dei centri storici con leleve del commercio per ridurre sia losvantaggio competitivo con i poli diofferta esterni (centri commerciali,outlet centre), sia per migliorarne lacapacità di attrazione.In quest’ottica l’Indis (Istituto naziona-le distribuzione e servizi), che si occupadelle tematiche della distribuzionecommerciale, ha messo a punto unprogramma di lavoro, in collaborazio-ne con il sistema camerale e con ilmondo associativo, finalizzato allariqualificazione dei centri storici eurbani. Le risultanze di questo lavorosono confluite in un report, con l’ideadi convogliare, in un prossimo futuro,i dati raccolti in un supporto informa-tizzato che consenta a Comuni,Regioni e altri soggetti interessati ariqualificare porzioni importanti deltessuto cittadino, la redazione di pro-getti di rivitalizzazione urbana e valo-rizzazione commerciale. In diversecittà europee e oltreoceano la partner-ship tra pubblico e privato ha consen-tito la rivitalizzazione sociale ed econo-mica del centro città con esiti soddisfa-centi. Pensare al futuro dei centri stori-ci e delle aree urbane senza includere ilcommercio significa comprometternelo sviluppo, in quanto esso costituisceun importante fattore di crescita eco-nomica e di presidio alla qualità urba-na e alle relazioni sociali.A tal fine le politiche pubbliche, volte acombattere il declino dei centri storici,hanno bisogno di essere pianificate,condotte e promosse attraverso unapartnership pubblico-privato con l’o-biettivo di elaborare modelli innovati-

vi per la promozione nei centri storicidelle attività commerciali e terziarie,considerate una delle risorse piùimportanti che influenzano fortementelo sviluppo socioeconomico delle città.Un modello di intervento finalizzato apromuovere nei centri storici attivitàcommerciali e terziarie dovrebbe esse-re basato su alcuni elementi.Innanzitutto un’efficiente rete infra-strutturale costituisce elemento diattrazione di nuove imprese, con effet-ti positivi sulla scala dell’attività eco-nomica e sul reddito del Paese. L’innovazione, intervenendo nella sferadella tecnologia, costituisce unadimensione fondamentale del cambia-mento sociale, perchè interagisce nel-l’ambito di una complessa matrice difattori culturali, econo-mici e istituzionali che èalla base dell’evoluzionedella società. La pianifi-cazione per valorizzarela funzione commercia-le dei centri storici nonpuò non tener conto diquesto aspetto. Infine, la qualità urba-nistica: cioè individuarestrumenti che consenta-no alla leva commerciale, utilizzata insinergia con le politiche di arredourbano, sicurezza e viabilità, di conso-lidare la funzione e il tessuto non soloeconomico ma anche sociale dei centristorici.Su queste tematiche il sistema camera-le continua a dare il suo sostegno per lavalorizzazione del commercio nei cen-tri storici, fattore produttivo rilevante,importante per il territorio perchégenera ricchezza e occupazione, oltre asvolgere una rilevante funzione sociale,sia avvicinando i servizi a chi puòavere difficoltà a raggiungere i centricommerciali più distanti, sia contri-buendo a mantenere la vitalità nei cen-tri cittadini, oltre a influire sullo svi-luppo del sistema turistico locale.Se si vuole riequilibrare il rapporto tracentro e periferia, tra città e degrado, iComuni, le Regioni, le Province e tuttigli enti interessati non devono limitar-si ai soli interventi di natura ammini-strativa, ma devono intraprendere unpiano di azione più sostanziale, capacedi incidere nella riqualificazione deglispazi pubblici e nel miglioramentodella vita urbana

Il commercio è l’animadei nostri centri storici

Infrastrutture, innovazione, qualità urbanistica. Questi i fattori chiave per combattere il declino

EDITORIALE

Amministrarenon basta. Servono azioni di sostanzaper migliorarela “vita urbana”

* Presidente Unioncamere Emilia-Romagna

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OTTOBRE 2009 3

Anno XV - n. 10Ottobre 2009Fuori commercio

Direttore responsabileAndrea Zanlari

Coordinamento editorialeRoberto Franchini (vicedirettore)Ugo GirardiMorena Diazzi

Coordinamento redazionaleContesto Comunicazione srlBarbara Galzigna Giuseppe Sangiorgi

Segreteria di redazione

c/o Unioncamereviale Aldo Moro, 6240127 BolognaTel. 051-637.70.26Fax 051-637.70.50e.mail: [email protected]

Foto Meridiana ImmaginiPaolo Righi, Andrea Samaritani e Elisa Pozzo

Progetto grafico e impaginazione Contesto Comunicazione S.r.l.via Zucconi, 9041100 ModenaTel. 059-34.63.18Fax 059-29.29.842e.mail: [email protected]

Concessionario per la pubblicitàFranco Pavoncelli via Rosaspina n. 540129 BolognaTel. 051-359933e-mail: [email protected];

StampaLabanti e Nanni Industrie graficheVia G. Di Vittorio, 5-7 -40056 Crespellano (Bologna) tel. 051-96.92.62 - fax 051-96.92.69 e-mail: [email protected];

Autorizzazionedel Tribunale di Bolognan° 6285 del 27 aprile 1994

In copertinafoto Meridiana Immagini

SOMMARIOE C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

MotoriIl Made in Italy corresulle quattro ruote

InchiestaBill Gates fa acquistinella “software valley”

SettoriTecnologia e innovazioneal servizio della salute

Focus Parma“Proseguire sulla stradadel cambiamento”

OTTOBRE2009

Crescono in Emilia-Romagnatutte le tipologie distributive.

Sono 70mila gli esercizi censitidall’Osservatorio regionale.

Particolarmente significativala nuova fase di sviluppodei “negozi di vicinato”

ScenariLavoro qualificatoRipresa garantita

Il nuovo voltodel commercio

Foto

Gai

aLe

vi

1 EDITORIALEIl commercio è l’animadei nostri centri storiciDI ANDREA ZANLARI

4 IN BREVE

6 VANNO E VENGONO

8 PRIMO PIANOCresce in regionela rete del commercioDI GIOVANNA CHIARINI

10 “Negozi di vicinato”La rivincita sulla GdoDI SILVIA SARACINO

12 SCENARILavoro qualificatoripresa garantitaDI ANTONELLA CARDONE

16 SETTORITecnologia e innovazioneal servizio della saluteDI GIOVANNA CHIARINI

21 FOCUS PARMA“Proseguire sulla stradadel cambiamento”DI GIUSEPPE SANGIORGI

24 I sapori “Made in Parma”conquistano FrancoforteDI GIUSEPPE SANGIORGI

26 MOTORIIl Made in Italycorre su quattro ruoteDI GAIA TORZINI

28 Motor Sport ExpotechL’innovazione in pistaDI ALBERTO ANDERLINI

QUADERNI&DOCUMENTICongiuntura2° trimestre 2009

31 CREDITOLa coesione sociale alla base dello sviluppoDI GIUSEPPE SANGIORGI

34 Le banche puntanosul sistema delle PmiDI ANTONELLA CARDONE

36 RICERCAFaenza pensa al futuroE apre l’incubatoreDI GIUSEPPE SANGIORGI

38 INCHIESTABill Gates fa acquistinella “software valley”DI GIORGIA MAZZOTTI

40 AMBIENTEIl consumatore?Meglio se “Abile”DI LUCA POLITANO

42 Dal rifiuto al compost,passando per l’energiaDI GIOVANNI BERTI

45 AGROALIMENTARELanciato a Cesenail G 20 dell’ortofruttaDI ENRICO VINCENZI

48 AZIENDEDa Momaboma le borse “su misura”DI ROSSELLA PRESSI

50 Costruire un imperoa colpi di ideeDI GIORGIA MAZZOTTI

53 FIERE E CONGRESSIINSERTO PUBBLIREDAZIONALE

59 FLASH EUROPAA CURA DI LAURA BERTELLA

STEFANO LENZI, PAOLO MONTESI

E GIANNA PADOVANI

Mensile dell’Unione regionale delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagnae della Regione Emilia-Romagna

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Il Programma per l’ImprenditoriaFemminile della Regione è stato

selezionato come buona praticadalla Commissione Europea –Direzione generale Imprese e indu-stria – nell’ambito dell’EuropeanCharter for Small Enterprises 2009. L’iniziativa mira a individuare pra-

tiche europee d’eccellenza che pos-sono risultare interessanti anche inaltri Paesi perché particolarmenteefficaci. 20% è la percentuale diimprenditoria femminile in Emilia-Romagna, a fronte di un dato pariall’8% a livello nazionale. Le azioni per l’imprenditoria “inrosa” realizzate dalla Regione sonostate presentate alla Conferenza“From the European Charter forSmall Enterprises to the SmallBusiness Act”, che si è tenuta aStoccolma il 5-6 ottobre scorsi. Al progetto regionale è stato dedi-cato un workshop in cui sono stateillustrate anche esperienze norve-gesi, tedesche, irlandesi e inglesi. Tre le azioni messe in atto dalProgramma della Regione: facilita-re l’accesso al credito alle impren-ditrici; sostenere le donne nell’ap-proccio ai settori innovativi (attra-verso la ricerca, gli spin-off, lenuove tecnologie); favorire la crea-zione di reti europee, nazionali elocali tra istituzioni e imprese.L’esperienza emiliano-romagnola èstata inserita in una brochure e inun cd prodotti dalla Commissionee pubblicata sul sito dell’Unione.

PARMACEPIM, CRESCEL’INTERPORTO

Un accordo da 9 milioni dieuro in sette anni traCepim e Catone Group diPastorano (CE) con l’o-biettivo incrementare ilsettore food e il traffico

intermodale all’interportodi Parma. L’intesa prevedela cessione di un’area di40mila metri quadrati sucui sorgeranno nuovi spazilogistici a temperaturarefrigerata per lo svolgi-mento per stoccaggio edistribuzione. L’accordocomporterà anche unosviluppo dell’uso dellamodalità ferroviaria a cuil’azienda campana inten-de per il trasferimentodella merce tra Nord e Sude verso l’Europa dell’Est.L’investimento complessi-vo di Catone Groupammonterà a circa 30milioni di euro.

REGGIOTRANSCOOPFESTEGGIA30 ANNI

Con l’inaugurazione delnuovo Centro Servizi (uninvestimento di 6 milionidi euro e 50mila metriquadrati per la logisticaintegrata) la cooperativareggiana Transcoop hafesteggiato i trent’anni.Nata dalla fusione di quat-tro organizzazioni – il Cen-tro Autotrasporti Reggiani

e le Cooperative Autotra-sporti di Bibbiano, Auto-trasportatori Prodotti Agri-coli e AutotrasportatoriRubiera – oggi Transcoop,con un fatturato di oltre114 milioni di euro, è ilquinto player italiano nel-l’autotrasporto, associa400 autotrasportatori epossiede un parco di oltremille automezzi.

PARMACON CCEPP MEZZO SECOLO DI DOLCEZZA

Ha compiuto 50 anni laCcepp di Parma, Coopera-

tiva commissionaria eserci-zi pubblici pasticcerie cheoffre alla ristorazione diParma e provincia un refe-rente unico per l’approvvi-gionamento. Il traguardoè stato l’occasione per rea-lizzare un volume cheripercorre tutta la storiadella società dalla fonda-zione. Oggi le impreseassociate a Ccepp sonoquasi 500. Molti dei suoiclienti appartengono alsettore della ristorazione,ma non mancano bar,gastronomie, pasticcerie eoperatori specializzati invini e liquori. Più di tremilai prodotti trattati.

Emilia-Romagna, la regione delle “buone pratiche”

L’imprenditoria “rosa”fa tappa a Stoccolma

IN BREVE

Golfo PersicoNuovi mercatiper edilizia,food e turismo

Si è svolta a Piacenza l’ottava edizione della conventiondei segretari generali delle Camere di commerciodell’Emilia-Romagna, coordinate da Unioncamere regio-nale. Al centro del confronto, le tematiche dell’attualità:l’osservatorio sui servizi pubblici locali, il protocollo di col-laborazione con il terzo settore siglato dalle Camere dicommercio emiliano-romagnole attraverso l’Unioneregionale, la riforma della Legge 580/1993 che regolal’ordinamento del sistema camerale. Sono state inoltreanalizzate le prospettive derivanti dall’applicazione del“decreto Brunetta” sull’ottimizzazione della produttivitàdel lavoro pubblico e sull’efficienza e trasparenza dellePubbliche amministrazioni.

Camere di commercio a confronto A Piacenza il meetingdei segretari generali

4 OTTOBRE 2009

Venticinque imprese emiliano-romagnole del settore

costruzioni, arredo e scale hannopartecipato a una collettiva curatada Ice (Istituto nazionale per ilcommercio estero) e dallaRegione Emilia-Romagna, allaSaudi Build, fiera internazionale diRiad, capitale dell’Arabia Saudita,dedicata ai settori dei materiali edelle macchine per l’edilizia, setto-

re che nel Paese si svi-luppa al ritmo del 7%l’anno. Nella stessaarea, Promec, azien-da speciale dellaCamera di commer-cio di Modena perl’internazionalizzazio-

ne, in collaborazione con ilConsorzio Pmi Export Modena,ha coordinato la partecipazione dicinque aziende alla fiera “Food &Hotel Oman” a Muscat, Sultana-to dell’Oman, dove il settore delcibo e del turismo sta registrandouna crescita senza precedenti, conla costruzione di numerosi hotel equartieri residenziali.

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OTTOBRE 2009 5

Start Cup Bologna e Imola, ecco i vincitoriDalla “radio democratica”

ai sistemi per “inseguire” il sole

IN BREVE

Info-PointA Bolognaservizi per “clienti business”

InnovazioneUn aiuto per sviluppare imprenditorialità

La Camera di Commercio diBologna ha attivato due spazi

informativi, alla Fiera di Bologna eall’aeroporto Marconi, per offrire aiclienti business informazioni turisti-che e indicazioni utili sulla città, ini-ziativa attivata in accordo conAeroporto, Fiera e Bologna Con-gressi. Nei corner sono disponibilianche informazioni di mercato(elenchi, visure, brevetti e marchi)o di accoglienza (alberghi, ristoran-ti, spettacoli, eventi culturali). È infase di preparazione poi la “HelloBologna card”, per facilitare la sco-perta della città con agevolazioniper trasporti, shopping, cultura egastronomia.

Una radio via internet dove i programmi sono crea-ti direttamente dagli ascoltatori, e nuovi sistemi di

controllo elettronici per l’“inseguimento solare” ingrado di aumentare in modo significativo la resa deipannelli fotovoltaici. Queste le idee vincenti della deci-ma edizione della Start Cup competition, il concorsoche da dieci anni – cinque per la Sezione Imola – finan-zia con un contributo in denaro a fondo perduto persostenere la fase di start up le migliori idee d’impresaproposte da aspiranti imprenditori bolognesi e imolesi.“Spreaker”, questo il nome del progetto vincitore perla sezione Bologna, propone una soluzione innovativaper recuperare qualcosa di molto simile alle “radiodemocratiche” della prima epopea degli anni ’70.Antica è l’idea, moderne le soluzioni, come quella pro-posta da Biasol, per la sezione Imola: frutto dell’inven-tiva di due ingegneri di Lugo (Ra), la soluzione consi-ste in un “automatismo biassiale”, in pratica un siste-ma automatico per orientare in pannelli, in grado diaccrescerne di 30-35 punti percentuali la resa permetro quadrato. Entrambi i progetti parteciperanno didiritto al Premio Nazionale per l’Innovazione, una spe-cie di “coppa dei campioni” tra i vincitori delle businessplan competition organizzate da 40 università italianeche si terrà in dicembre a Perugia.

La Camera di commercio di Riminipromuove “Tutoraggio Innovazio-

ne”, un servizio che fornisce sostegnoconcreto allo sviluppo di progetti inno-vativi, assicurando supporto informati-vo, di consulenza e progettuale, attra-verso un approccio personalizzato infunzione delle caratteristiche dei pro-getti presentati. L’iniziativa, realizzatain collaborazione con Cise, Centro perl’innovazione e lo Sviluppo Economicodella Camera di commercio di Forlì-Cesena, si rivolge a persone fisiche, informa singola o associata, o a impreseche vogliano sviluppare un piano diinnovazione da valorizzare in chiaveimprenditoriale. I progetti sarannoesaminati da un team di esperti chedelineerà le possibili azioni per darerisposta alle esigenze riscontrate, sudiverse tematiche: business planning,orientamento ai finanziamenti, mate-riali innovativi, creatività, design, indu-strializzazione.

BOLOGNALE VERNICI DI INVERPER TRENITALIA

Conquista un’importantecommessa da Trenitalia ilgruppo Inver, leader euro-peo del settore vernici abasso impatto ambientale(140 milioni di fatturatoconsolidato 2008). LaSocietà delle Ferrovie delloStato ha acquistato dall’a-zienda di Minerbio verniciidrosolubili per 230 carroz-ze del valore di oltre 200milioni di euro. Presentesul mercato da 75 anni,Inver, guidata da Giovanni

Domenichini, è pronta afare fronte alla crescentedomanda con una produ-zione attuale di 25 milionidi chili annui, che raggiun-gerà i 35 milioni entro iltriennio.

MULTIUTILITYHERAENTRAIN AIMAG

Con un investimento di35 milioni di euro, ilGruppo Hera ha acquisi-to il 25% di Aimag, mul-tiutility che opera nelleprovince di Modena eMantova. L'operazioneprevede la cessione dellaquota di azioni di alcuniComuni soci, aderenti alPatto di sindacato pre-sieduto da Enrico Cam-pedelli, sindaco di Carpi,Comune capofila dell'o-perazione, che incasserà

quasi 10 milioni di euro.Dopo la cessione, laquota del capitale socialedi Aimag in mano pub-blica scenderà al 65%,mentre quella delle Fon-dazioni bancarie rimarràinvariata al 10%.

MODENAANCORA GROUPSI CONSOLIDAIN SUD AMERICA

Dopo l’apertura di unafiliale in Brasile, si conso-lida la presenza delGruppo Ancora sul mer-cato sudamericano gra-zie a una commessa dalla

Ceramica Faboce in Boli-via, aggiudicata al grup-po sassolese leader negliimpianti per la lavorazio-ne di fine linea. La pro-duzione di Faboce finoraera limitata a tegole emattoni in terracotta. Grazie a due modernelinee per la levigatura e lalappatura realizzate daAncora nello stabilimen-to di Sassuolo, Fabocepotrà ora produrre gresporcellanato tecnico esmaltato.

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VANNO E VENGONO

Nuovi incarichiin ConfindustriaIl carpigiano Massimo Goldoni,attuale presidente dell’Unacoma, è stato eletto vicepresidente dell’associazione europea costrut-tori macchine agricole (Cema).Annalisa Sassi, parmigiana, exportmanager del prosciuttificio SassiFratelli, guiderà i Giovani impren-ditori di Federalimentare. A livelloregionale, Andrea Farina è statonominato da Confindustria presi-dente della Commissione consulti-va Terziario innovativo e tecnolo-gico. Va a Luigi Amedeo Melegarila guida dell’Ance Bologna, asso-ciazione dei costruttori.

AGROALIMENTARE

Margini a ConfcommercioInternationalUgo Margini, presidentedi Confcommercio Parma e dell’Unione Regionale del Commercio, del Turismo e dei Servizi dell’Emilia-Romagna, è stato nominato a.d. di Confcommercio International che opera per tutelare gli interessidegli associati presso le istituzioni comunitarie.

COMMERCIO

TURISMO

TRASPORTI

Da Parma all’Europa Ecco le nomine L’assemblea dei soci di Tep(Comune e Provincia di Parma) hanominato come nuovo presidentedell’azienda dei trasporti pubblici,Tiziano Mauro al posto del dimis-sionario Andrea De Adamich.Sempre a Parma, Johann Marzani,presidente di CePIM spa è statonominato vice-presidente diEuroplatforms dove affianca il neo-eletto presidente Josè LuisRodriguez.Gino Onofri ha preso il posto diFabio Fabbri come presidentedella cooperativa di trasportibolognese Cosepuri.

Questi i numeri uno per terme, alberghi, campeggi e non soloLe terme dell’Emilia-Romagna hanno un nuovo timoniere. Iglis Bellavista di Forlì èstato eletto presidente dell’Unione di prodotto regionale Terme, Salute e Benessere.Come coordinatore regionale, confermato Tiziano Tanzi di Salsomaggiore Terme. Ilreggiano Pierluigi Saccardi è stato riconfermato al vertice dell’Unione di prodottoregionale Appennino e Verde. Nuovo coordinatore regionale è Annalisa Piccinelli diBologna. Rinnovato impegno anche per Alessandro Giorgetti alla presidenza dellaFederalberghi Emilia Romagna. Rimane anche Patrizia Rinaldis al timonedell’Associazione Albergatori di Rimini.Monica Saielli, riccionese, è salita al vertice di Assocamping Confesercenti regionale.Il Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano conferma presidente Luciano Correggie Valeria Camurri vice. Infine Aureliano Bonini, fondatore di Trademark Italia, rico-pre da qualche mese il ruolo di Regional Director per il Sud Europa del networkCayuga Hospitality Advisor, rete di consulenti professionali esperti di turismo e ospi-talità della Cornell University di Ithaca (Usa).

INDUSTRIALI

COOPERAZIONE

Conferme e new-entry nelle associazioni del biologico, pomodoro e vino Paolo Carnemolla è confermato a Pro.B.E.R., l’associazione deiProduttori Biologici e Biodinamici dell’Emilia-Romagna. A Parma,Lorenzo Bonazzi guida l’Unione Agricoltura, mentre Pier Luigi Ferrariresta al vertice del Distretto del Pomodoro. Due nuovi direttori:Coldiretti Emilia Romagna, Gianluca Lelli succede a Claudio Dusi, aConfagricoltura Reggio Emilia Roberto Iotti subentra a Marco Benati.La Strada del Sangiovese, Strada dei Vini e dei Sapori delle Colline diFaenza chiama Pierino Liverani dopo Morena Trerè.Bis in Casa Artusi a Forlimpopoli: presidente Giordano Conti e SergioZavoli presidente onorario. Nel cda, Laila Tentoni (vice), Sara Fusco,Mario Riciputi e Maria Grazia Silvestrini.

Gardini al timonedi Fedagri-ConfcooperativeÈ Maurizio Gardini il nuovo presi-dente di Fedagri-Confcooperative.Subentra a Paolo Bruni che dopo sei anni ha assunto la delega ai rapporti comunitari inConfcooperative. Gardini, dal 1996presidente di Confcooperative Emilia-Romagna, è stato anche confermato alla presidenza diConserve Italia. Due i vice designati:Raffaele Drei e lo stesso Paolo Bruni,nominato a.d. dell’istituto Nomisma.Sempre in ambito Confcooperative, il presidente di Modena, GaetanoDe Vinco, va alla guida di Federsolidarietà/ConfcooperativeEmilia-Romagna. Cambio anche a Legacoop Agroalimentare dove il modenese Giovanni Luppi è statonominato presidente nazionale.

6 OTTOBRE 2009

Pier Luigi Ferrari

Johann Marzani

Paolo Brunicon Maurizio Gardini

Iglis Bellavista

Ugo Margini

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Novità giovani: a Reggio, Lodi presidente,a Modena, Ascari vicepresidenteNuovo direttivo per il Gruppo Giovani ConfapiPMI Reggio Emilia. Alla presidenza è stato elettoClaudio Lodi (Lodi Luigi & Figli srl di Fabbrico e di Extrema srl diBagnolo San Vito), che subentra a Cinzia Rubertelli. Due i vice: LucaGorreri (Gorreri srl di Lentigione) e Cinzia Lucenti (Feredil srl di Pratissolodi Scandiano) che è stata anche chiamata alla vicepresidenza del GruppoGiovani Unionapi Emilia-Romagna guidato dal reggiano Ivan Brini.Sempre a Reggio, Medardo Landi è da qualche tempo presidente del con-sorzio Apiexport.Confapi pmi Modena ha invece eletto vice-presidente Daniela Ascari,prima donna ai vertici dell’associazione, che succede a Giuseppe Gelati.

Promobologna chiama GrandiRoberto Grandi, docente della facoltà diScienze della comunicazione di Bologna,è il nuovo presidente di Promobologna,agenzia per la promozione turistica e ilmarketing territoriale del capoluogo emiliano, con mandato fino al 2011. A Ferrara, Elisabetta Scavo è stata nominata direttore di Sipro, l’agenzia per lo sviluppo della provincia. La Regione Emilia-Romagna ha nominato Daniele Alni(presidente), Gianluca De Filio e Filippo Bortolini componenti del cda di Ervet.

FONDAZIONI

CONFAPI

A un italiano la poltrona di comando di EurochambresDopo 40 anni un italiano torna allaguida di Eurochambres, l’associa-zione europea delle Camere dicommercio di 45 Paesi, che ha chia-mato al vertice Alessandro Barbe-ris, presidente della Camera dicommercio di Torino. Barberis, cheè anche numero uno di InfoCame-re (società consortile di informaticadelle Camere di commercio), assu-merà la presidenza nel 2010, raccogliendo il testimo-ne del francese Pierre Simon. Alessandro Strianese,presidente della Camera di commercio di Salerno, èinvece il nuovo numero uno di Assocamerestero, asso-ciazione delle Camere di commercio italiane all’estero.Novità anche in Unioncamere italiana, che ha nomina-to Claudio Gagliardi segretario generale. Gagliardi hasvolto la maggior parte della sua carriera professionalea Unioncamere, dove è stato direttore del Centro studie Segretario generale con la responsabilità dell’areaRicerca, Innovazione e Formazione. Novità in regione: dalla Borsa Merci-Ager alle Camere diFerrara e Reggio Emilia. Il presidente della Camera diBologna Bruno Filetti è stato confermato per i prossimitre anni al timone della Borsa Merci-Ager gestitadall’Ager (Associazione Granaria Emiliano-Romagnola),che riunisce più di 1.200 operatori ed è il principale mer-cato cerealicolo nazionale. A Ferrara, Loris Braga vice-presidente della Coldiretti estense, è il nuovo compo-nente della Giunta della Camera di Commercio. A Reg-gio Emilia, primo passo per il rinnovo della governancecon l’elezione di Ermes Anigoni presidente diConfesercenti e Rodolfo Manotti, presidente di Confar-tigianato Impresa, come nuovi membri della Giuntadella Camera di commercio in sostituzione di compo-nenti dimissionari nei settori di commercio e artigianato.

ISTITUZIONI

Bernazzoli e Delbono ai vertici di Upi e Anci ERVincenzo Bernazzoli, presidentedella Provincia di Parma, è statoeletto presidente di Upi (Unionedelle Province) dell’Emilia-Romagna. Come vice arrivaStefano Vitali, presidente dellaProvincia di Rimini. Al verticeregionale di Anci (associazione deiComuni) è stato invece designatoFlavio Delbono, mentre al sindacodi Piacenza Roberto Reggi è andata la vicepresidenza dell’Anci nazionale.

CAMERE

Rieletto Malavasi, a Govoni la presidenza regionaleIvan Malavasi, imprenditore metalmeccanico di Correggio, è statorieletto presidente nazionale di Cna. Incarico nazionale anche per

la forlivese Paola Sansoni chiamata alla presidenza nazionale di Cna Impresa Donna.Titolare dello Studio Immagine Snc di Forlì, datre anni Paola Sansoni è presidente di CnaImpresa Donna dell’Emilia-Romagna. Cambio al vertice anche per Cna Emilia Romagna di cuiPaolo Govoni, imprenditore edile di Copparo, è diventato presidente regionale.

CNA SERVIZI

OTTOBRE 2009 7

Flavio Delbono

Paola Sansoni

Claudio Lodi

Da Acri nuova fiduciaa Giuseppe GuzzettiAcri (Associazione di Fondazioni eCasse di Risparmio spa) ha confer-mato il lombardo Giuseppe Guzzetticome presidente nazionale. Entranonel comitato di presidenza AntonioPatuelli (Cassa di Risparmio diRavenna) e Piergiuseppe Dolcini,(da poco confermato al timone dellaFondazione Cassa dei Risparmi). A Bologna, Fabio Roversi Monacorimane presidente della FondazioneCarisbo che ha nominato alla vicepresidenza Filippo Sassoli de’Bianchi. Al vertice della FondazioneManodori di Reggio Emilia è statodesignato Gianni Borghi, che presie-de la locale Associazione Industriali.A guidare la Fondazione di Vignola,resta Giovanni Zanasi.

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Parlare di commercio nonsignifica solo parlare di mercie vendite. Ma anche di qua-lità della vita, sistema di rela-

zioni tra persone, sostenibilitàambientale, capacità di soddisfare leesigenze dei consumatori. Fattorifondamentali, nella vita dei cittadini,sono condizionati dal sistema del

commercio. Quantastrada deve fare il con-sumatore per acquistareciò di cui ha bisogno?Prevalgono i grandisupermercati con ampiascelta di prodotti oppu-re le piccole botteghedove è garantito il servi-zio per ciascun cliente?C’è sufficiente concor-renza tra i punti vendi-

ta? Per rispondere a queste doman-de, l’Osservatorio regionale del com-mercio ha realizzato un’analisi detta-gliata per fotografare la situazione efornire un quadro aggiornato dellaconsistenza e della qualità delladistribuzione.Con 71.173 esercizi commerciali,1,3% in più rispetto all’anno prece-dente, nel 2007 è cresciuta in Emilia-Romagna la rete del commercio intutte le sue tipologie distributive, dalcommercio tradizionale ai negozispecializzati, dai discount ai super-mercati, sia nel settore alimentare,con 17.396 punti vendita, sia inquello non-alimentare, con 53.777esercizi. Il settore riprende dunque lacrescita che nel 2006 si era interrot-ta, presentando una diffusione supe-riore a Lombardia e Veneto. Con unnumero di supermercati maggiorerispetto alla media nazionale, la reteregionale fa registrare un marcatoprocesso di ammodernamento delsettore, ma nello stesso tempo la dif-fusione di super e ipermercati nonpenalizza i piccoli punti vendita.Questi in sintesi i risultati della rile-

8 OTTOBRE 2009

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I dati presentati a Rimini: oltre 70mila gli esercizi commerciali censiti dall’Osservatorio

Cresce in Emilia-Romagnala rete del commercio

PRIMO PIANO

Dal 2007,saldo positivo

per tutte le tipologiedistributive.

In media, più 1,3%

vazione, resi noti in occasione delconvegno “Costruiamo la rete degliosservatori regionali del commer-cio”, che si è tenuto al Gran Hotel diRimini il 25 settembre. Nel corsodell’evento, organizzato dalla Regio-ne in collaborazione con il Coordi-namento delle Regioni in materia dicommercio, si sono confrontati irappresentanti di diverse regioni ita-liane, amministratori comunali, tec-nici ed esperti, alla presenza del pre-sidente di Confcommercio Emilia-Romagna Ugo Margini, del presi-dente di Confesercenti Emilia-Romagna Roberto Manzoni, delsegretario generale di UnioncamereEmilia-Romagna Ugo Girardi e del-

l’assessore regionale al Turismo ecommercio Guido Pasi. Obiettivodell’incontro: iniziare un percorsoper dotarsi di strumenti di rilevazio-ne omogenei per la valutazione del-l’andamento della rete distributiva.Due gli aspetti su cui si è concentratal’indagine: la capillarità della retedistributiva (numero di punti venditaper 1.000 abitanti) e la sua densità,ovvero la superficie totale di venditaogni 1000 abitanti. Il risultato è chel’Emilia-Romagna propone ai consu-matori una presenza più diffusa delladistribuzione rispetto ad altre regionidel Nord (caratterizzate invece dallaconcentrazione): una percentuale di16,65 esercizi per 1.000 abitanti a

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fronte dei 13 della Lombardia, 14,75del Veneto e 16,35 del Piemonte. Inferiore a queste regioni è invece ildato sulla densità degli ipermercatiche, con una superficie totale di260.260 mq, presentano 60,87 mqper 1.000 abitanti, valore comunquesuperiore al dato nazionale, ma infe-riore agli 87,8 mq della Lombardia,83,82 del Piemonte e i 64,93 delVeneto.Nella sola rete alimentare, numerica-mente in regione prevalgono netta-mente i negozi tradizionali, che rap-presentano il 91% dei punti vendita,ma la superficie di vendita dedicata aquesta tipologia è il 36%, mentre lamaggioranza dei metri quadrati adisposizione va alla moderna distri-buzione: 50% ai supermercati, 20%agli ipermercati, 13% a discount esuperette, 4% a specializzati. Tra glispecializzati spicca il settore degli ali-menti macrobiotici, biologici e diete-tici che ha registrato un aumento del37% rispetto all’anno precedente.Differenze intervengono poi a livelloprovinciale, per cui il commercio tra-

dizionale alimentare ha un valoreminimo a Bologna (32%) e massimoa Rimini (49%), mentre è a ReggioEmilia il valore massimo di superficiemoderna pari al 76%. Venendo al settore non alimentare,anche qui i negozi tradizionali rap-presentano il 90% dei punti vendita.D’altra parte, si riscontra una situa-zione di equilibrio tra distribuzionemoderna (51%) e tradizionale (49%)per superficie di vendita. La quasitotalità dei metri quadrati a disposi-zione delle medie e grandi superfici èriservata a esercizi specializzati. Sututti prevale il settore dei mobili eaccessori per la casa. Nel mercatonon-alimentare, inoltre, a differenzadi quello del cibo, prevalgono catenee negozi indipendenti rispetto ai rag-gruppamenti della “cooperazione alconsumo” e della distribuzione orga-nizzata.Questione a parte è quella del com-mercio su aree pubbliche. Quest’an-no l’Osservatorio ha concentrato l’a-nalisi sul settore delle fiere, presen-tando i dati previsionali per il 2009.

Con 716 fiere programmate, si regi-stra un aumento degli eventi pariall’1,7%. 96mila in tutto le giornatedi vendita e 40mila il numero diposteggi totali. Il 41% sono posteg-gi non alimentari, 7,2 alimentari,mentre la maggioranza (48,9%)sono “non definiti”, cioè non asse-gnati in concessione decennale, dise-gnando – a differenza di ciò cheaccade nei normali mercati – unasituazione di flessibilità nella com-posizione dell’offerta delle fiere, coe-rentemente con il loro carattere distraordinarietà e novità

“Abbiamo l’esigenza di disporre di strumentiche ci permettano di capire se i risultati che

si perseguono effettivamente si realizzano.Occorre cominciare a lavorare per creare unsistema di verifica degli effetti delle politiche aun livello più ampio delle realtà di ogni singolaregione”. Questo secondo l’assessore regiona-le al Turismo e Commercio Guido Pasi il signifi-cato della costruzione di una “rete degli osser-vatori regionali sul commercio”, al centro delconvegno organizzato dalla Regione a Rimini loscorso settembre. La mobilità dei consumatori nelle zone di con-fine, la disponibilità ad attraversare i confiniregionali per usufruire di certe tipologie distri-butive o dell’offerta di certi esercizi commer-ciali, un sistema delle imprese che opera sem-pre più a livelli sovraregionali, ma anche sovra-nazionali e talvolta mondiali. Sono tutti ele-menti che “impongono un quadro di riferi-mento più ampio, a partire da macroaree com-poste da almeno più regioni”, aggiunge Pasi.Un’analisi opportuna anche per l’assetto nor-mativo, visto che la definizione di alcune

modalità organizzative nel settore del com-mercio – come il lancio di vendite straordina-rie, le norme sui requisiti professionali richiesti,la semplificazione dei procedimenti – ha effet-ti a livello sovraregionale.“In Emilia-Romagna il settore del commercioha raggiunto un buon livello evolutivo. Tutte letipologie distributive sono cresciute, consen-tendo una situazione di equilibrio tra i diversiformat di vendita”, prosegue Guido Pasi com-mentando i dati della rilevazione, richiamandopoi l’attenzione su quello che è stato fatto perpromuovere la rete della distribuzione tradizio-nale, diffusa nei centri storici, nei centri minorie in montagna: “La rete degli esercizi di vicina-to sta vivendo un processo di qualificazioneimportante da parte della Regione – sottolinea– con 85,3 milioni di euro di risorse messe adisposizione nel periodo 2005-2009, oltre ai40mila euro di contributi regionali, statali ecomunitari per 206 progetti presentati da entipubblici e 2345 da operatori privati, mirati allaqualificazione della rete nel contesto stesso incui è insediata. I progetti finanziati hanno atti-

vato investimenti per circa 153 milioni di euro”. Questo nella consapevolezza che i soli principidella concorrenza e della liberalizzazione nonpossono determinare lo sviluppo del settore: “Ilsistema distributivo necessita di regole”, preci-sa l’assessore. “Se lasciamo fare tutto al merca-to rischiamo di impoverire le nostre città diun’offerta che spesso si è sviluppata a scapitodel contesto di vita dei cittadini”. Tre sono gli aspetti prioritari che guidano l’azio-ne della Regione e che dovranno essere allabase dei futuri interventi, secondo l’esponentedella Giunta regionale. In primo luogo regoleche garantiscano un progresso economicoresponsabile: “Non vincoli ma opportunità pertutti”. Secondo punto, uno sviluppo che tengaconto delle caratteristiche dei territori, la vivibi-lità e la salvaguardia ambientale. Terzo, unsistema di regole chiaro, certo, semplificato,definito in modo omogeneo. “Per perseguirequesti obiettivi – conclude Pasi – uno strumen-to fondamentale può essere proprio una rete diOsservatori regionali del commercio, per valuta-re l’andamento e definire interventi adeguati”

Queste le priorità per l’assessore regionale al Turismo e commercio Guido Pasi“Regole omogenee e strumenti di valutazione condivisi”

L’ANALISI

Guido Pasi,assessore regionale al Turismo e commercio

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Le piccole botteghe di quartie-re reggono la concorrenza disuper e ipermercati e regi-strano negli ultimi due anni

una lieve crescita. Ben lontani dal chiudere, dunque,fruttivendoli e fornai tengono ilpasso e aumentano anche più deigrandi ipermercati. Secondo quanto

rilevato dall’Osservato-rio regionale del com-mercio, nel 2007 inegozi di vicinato – conuna superficie inferioreai 250 mq – sonoaumentati dell’1,44%rispetto all’anno prece-dente, circa 1.000 unitàin più, e si assestano aquota 67mila. Le grandi strutture sono

aumentate nello stesso periodo dello0,71% mentre sono in calo le struttu-re medio piccole (meno 1,38%) emedio grandi (meno 0,84%). Nel periodo 1998-2007 si è inveceregistrato un aumento più consisten-te nella grande distribuzione organiz-zata (più 20%, 34% per le grandistrutture) mentre i negozi di vicinatosono aumentati dell’8,34%, pari a5.163 esercizi in più. L’aumento dellaGdo non ha soffocato lo sviluppodella piccola bottega che si conferma

Oramai alle spallela flessione

degli anni ’90.Spiccano Parma,Rimini e Ravenna

10 OTTOBRE 2009

PRIMO PIANO

la forma di vendita al dettaglio piùdiffusa a livello regionale: per il terzoanno consecutivo, nel 2007 gli eser-cizi più piccoli del non alimentarehanno coperto circa il 90% della retedistributiva.“La flessione dei negozi di vicinato siè registrata soprattutto negli anniNovanta con il boom della Gdo –spiega Paola Castellini responsabiledell’Osservatorio regionale del com-mercio – poi la flessione è stata viavia più lieve fino ad arrivare all’ulti-

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no Crescono le piccole botteghe, addirittura più degli iper. Soffrono le strutture intermedie

mo periodo dove si vede un assesta-mento e una lieve crescita”.L’aumento del vicinato si è registratoin tutte le province, con punte aRimini (più 2,97%), Parma (più2,32%) e Ravenna (più 2,08%).Analizzando la distinzione tra ali-mentari e non alimentari, si notauna crescita molto simile nelle botte-ghe fino a 150 mq di superficie: più1,5% negli alimentari e più 1,25 neinon alimentari. I negozi con superfi-cie inferiore a 250 mq hanno inveceun andamento opposto: più 2,36% inon alimentari e meno 2,57% gli ali-mentari.Le tenuta e, in alcuni casi, la lievecrescita dei negozi di vicinato“conferma la volontà dei commer-cianti di rimanere sul mercato inve-stendo in qualità”, spiega il diret-tore di Confcommercio Emilia-Romagna Davide Urban. “Nei cen-tri storici i negozi offrono qualità epersonalizzazione del servizio, checontinuano ad attirare il consuma-tore”. Affinché la piccole botteghesopravvivano “servono però risor-se economiche a favore dell’inno-

“Negozi di vicinato”La rivincita sulla Gdo

Province Numero Variazione % Variazione %esercizi 2007 numero esercizi numero esercizi

2007-2006 2007-1998BOLOGNA 13.002 0,60 4,23FERRARA 5.904 1,53 - 2,65FORLI’-CESENA 6.589 1,64 17,64MODENA 9.802 0,40 8,63PARMA 7.091 2,32 9,14PIACENZA 4.513 1,03 5,77RAVENNA 6.638 2,08 11,68REGGIO EMILIA 6.354 1,42 8,63RIMINI 7.176 2,97 16,00REGIONE 67.069 1,44 8,34

Numero degli esercizi di vicinato – Variazioni percentuali per provincia

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vazione dei servizi commerciali maanche interventi infrastrutturali,da parte degli enti pubblici, pergarantire l’accessibilità al centro:parlo ad esempio di parcheggi e dimisure che facilitino l’ingresso inqueste zone”. L’Osservatorio regionale del com-mercio “può essere importantecome supporto alle dinamiche di svi-luppo del settore ed è un’attività cheva ulteriormente rafforzata” spiegaRoberto Manzoni presidente diConfesercenti regionale.Importanti, per la tenuta dei negozidi vicinato, sono stati in questi annigli interventi messi in campo dallaRegione. Dal 2001 al 2005 l’ente diviale Aldo Moro ha erogato contri-buti per oltre 55mila euro destinati aprogetti di valorizzazione commer-ciale nei centri storici e nei centriminori: dagli interventi sulle infra-strutture al sistema della mobilità,dalla riqualificazione delle singolestrutture commerciali alla promo-zione dell’area. Sono state coinvoltepiù di 6.000 imprese commerciali, esono stati attivati investimenti totaliper 452 milioni di euro. A partire dal 2006, la Regione haavviato una seconda generazione diinterventi per l’attivazione e la pro-mozione dei centri commercialinaturali: si punta di più ad inter-venti coordinati tra pubblico e pri-vato, per sviluppare progetti di pro-mozione complessiva del territorio,non solo da un punto di vista delleinfrastrutture.Accanto agli interventi regionali c’èsicuramente un aspetto più “fisiolo-gico”, che ha contribuito alla tenu-ta dei piccoli negozi: l’aumento del-l’imprenditoria straniera. DatiUnioncamere alla mano, dal 2000al 2009 le imprese del commercioal dettaglio gestite da stranieri sonoaumentate del 215%, mentre quel-le gestite da italiani sono diminuitedell’8,2 per cento. “L’aumento è molto significativo”sottolinea Urban. Per Confcom-mercio “non c’è alcuna criticità,chiediamo però che i titolari stra-nieri abbiano gli strumenti e sianomessi nella condizione per cono-scere le norme che regolamentanoil settore, norme che tutti devonorispettare”

L’INTERVISTA

Con oltre 200 supermercati e 23 ipermer-cati, la Coop di consumatori è la catena

distributiva più presente in Emilia-Romagna.A livello regionale operano tre principali coo-perative, Coop Adriatica, Coop Estense eCoop Consumatori Nordest, a cui si aggiun-gono Coop Reno e Coop Eridana.Anche Coop ha risentito del calo generale divendite che ha colpito nel 2009 non solo ipiccoli negozi ma anche la grande distribu-zione organizzata, con una flessione dello0,7% nei primi sei messi dell’anno. E devefare i conti con una concorrenza sempre piùaggressiva da parte di altre catene distributi-ve, visto che l’Emilia-Romagna è una delleregioni a maggior livello di presenza di metriquadri di Gdo per abitante. Nonostante ciò, spiega Massimo Bongiovan-ni, presidente di Centrale Adriatica che riuni-sce le cooperative del distretto adriatico, “lacontrazione delle vendite è dovuta più aicambiamenti profondi negli stili di consumoche all’azione concorrenziale di un singoloconcorrente” .Come incide la crisi nel carrello della spesa?“Innanzitutto è bene precisare che nel panie-re dei prodotti commercializzati il rallenta-mento o la contrazione della Gdo è moltolontana dalla caduta di fatturato che ha con-notato altri comparti industriali. È vero checomunque registriamo un rallentamentodelle vendite anche sui beni alimentari. Sivendono più prodotti basici, come farina,pasta, biscotti e meno piatti pronti, surgelati,carni rosse a favore delle meno costose carnibianche”.Come si collocano i prodotti a marchioCoop?“Hanno registrato nell’ultimo anno una cre-

scita importante nelle vendite perchè, grazieal loro rapporto qualità prezzo, sostituisconoanaloghi prodotti più costosi. In questo qua-dro sono cresciute anche le referenze diprimo prezzo: a parità di analoghe funzionid’uso il carrello della spesa vale meno. Masicuramente anche le politiche dell’offerta daparte della distribuzione hanno giocato unruolo non secondario: icambiamenti degli stili diconsumo hanno prodottorisposte e azioni commer-ciali peculiari di ogni catenadistributiva. Per questo lacontrazione delle vendite èpiù la risultante di cambia-menti profondi degli stili diconsumo che dell’azioneconcorrenziale”.Quali sono le vostre ini-ziative a favore dei consu-matori?“Nel 2009 abbiamo messo in atto azioni for-temente orientate alla convenienza e al con-tenimento dei prezzi: tra queste, il paniere di100 prodotti a marchio Coop con lo scontodel 20% e lo sconto del 30% sui prodotti fre-schi. Tutto questo ha certamente contribuitosul piano delle politiche dell’offerta, unita-mente alle modifiche della domanda, a dimi-nuire il valore del venduto. In ogni casoCoop, in quanto leader della moderna distri-buzione e soprattutto in quanto sistema dicooperative di consumatori, continuerà nelproprio impegno che ancor prima che com-merciale è valoriale: quello che a noi interes-sa è che i consumatori vedano in Coop uncoerente protagonista della tutela del loropotere d’acquisto”

Ma le grandi catene distributive devono confrontarsicon un profondo cambiamento negli stili di consumo Gdo, cresce la concorrenza

MassimoBongiovanni

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12 OTTOBRE 2009

SCENARI

zione dei lavoratori interessati dagliammortizzatori sociali in deroga,ma saranno rivolte a tutti i lavora-tori, nella logica della parità di trat-tamento. La formazione si rivolgealle imprese del territorio, peraccompagnarle e sostenerle in que-sta fase di crisi ma anche per aiutar-le ad adeguare competenze, profes-

sionalità e strategie in vista dellaripresa economica. “La formazione – spiega l’assessoreregionale alla Formazione e alLavoro Giovanni Sedioli – è lo stru-mento per innalzare le competenzedei lavoratori, delle imprese e deisistemi di impresa, e rappresentauna leva strategica per affrontare la

Oltre 24 milioni di europer qualificare la forma-zione dei lavoratori eprepararli alla ripresa

economica: è la prima tranche difinanziamenti per il Piano delle poli-tiche attive previsto dal Patto perattraversare la crisi, sottoscritto amaggio tra la Regione e le parti

sociali. In totale vengo-no messi a disposizione24,5 milioni di euro, dicui 12 milioni per dareopportunità formativeai lavoratori e alleimprese della Regione e12,5 milioni per i fab-bisogni specifici delleimprese che verrannodeterminati dai moni-toraggi effettuati con-

giuntamente dalle istituzioni e dalleparti sociali. Le azioni formative che sarannorealizzate dovranno soprattuttorispondere alle esigenze di aggiorna-mento, specializzazione e qualifica-

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Innalzarele competenze

per resistere oggie prepararsi

al “dopo crisi”

Oltre 24 milioni per la formazione dei lavoratori delle aziende in crisi e non solo

Lavoro qualificatoRipresa garantita

Il Patto per attraversare la crisi sottoscrittoda Regione e parti sociali prevede nel

campo della formazione interventi rivolti inprimo luogo alle persone, per prevenire econtrastare ogni forma di espulsione dal mer-cato del lavoro, attraverso processi di aggior-namento, qualificazione, riqualificazione ericonversione, finalizzati a incrementare l’oc-cupabilità e l’adattabilità dei lavoratori.Sull’altro fronte, viene dato sostegno alleimprese che investono nei processi di riorga-nizzazione e di innovazione, per aiutarle asuperare la crisi e a riposizionarsi al momentodella ripresa, e per non disperdere la ricchezzadel tessuto produttivo e del “fare impresa”.

L’utenza che beneficerà delle politiche attiveè estremamente diversificata, si va dai lavo-ratori in sospensione o in riduzione di orarioper periodi di breve durata per i quali nonsono fattibili percorsi di qualificazione; ailavoratori che, sempre in sospensione o aorario ridotto per breve tempo, non necessi-tano di una riqualificazione vera e propria perrientrare al lavoro ma di una formazione peraggiornare le competenze; o ancora ai lavo-ratori in sospensione per periodi maggiori oin mobilità, con meno competenze e cherischiano di perdere il lavoro, per i quali sononecessari percorsi di qualificazione, anche peruna eventuale riconversione professionale

Primo obiettivo, evitare l’espulsione dal mercato del lavoro

Ecco i contenuti del Piano

IL PROGETTO

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crisi. Gli interventi che abbiamoprogrammato sono volti a preveniree contrastare ogni forma di espul-sione dal mercato del lavoro attra-verso la valorizzazione della risorsaumana, e a sostenere le imprese cheinvestono nei processi di riorganiz-zazione e innovazione”. Nel dettaglio, questo primo bandorende disponibili 11 milioni di eurodel Fondo Sociale Europeo perfinanziare la formazione per l’ag-giornamento, la specializzazione ela qualificazione professionale deilavoratori di aziende in crisi; 5milioni di euro per adeguare questaofferta anche ai lavoratori non inte-ressati da provvedimenti in deroga;2 milioni di risorse regionali perazioni di accompagnamento allestrategie di sviluppo e all’imprendi-torialità; 5 milioni di euro delFondo Sociale Europeo a disposi-zione delle Province per sostenere leimprese, le filiere e i sistemi produt-tivi locali, sulla base delle specificitàterritoriali; 1,5 milioni di euro dirisorse nazionali dedicate allariqualificazione professionale e alreinserimento occupazionale deicollaboratori a progetto delle azien-de interessate da situazioni di crisi.

LE CIFRE

Sono 2.593 i progetti approvati, 202,3 imilioni di euro impegnati (pari al 25% del

totale del Programma), oltre 44 milioni le risor-se liquidate ai beneficiari, 70.786 i potenzialidestinatari e 41.321 le persone in formazione:questi i dati sull’attuazione del Programmaoperativo Fondo sociale europeo della RegioneEmilia-Romagna al 31 dicembre 2008, conte-nuti nel Rapporto annuale di esecuzione 2008.Lo ha reso noto il Comitato di sorveglianza,l’organismo, previsto dai regolamenti comuni-tari, che ha il compito di accertare la qualità el’efficacia dell’attuazione del Programma ope-rativo, cofinanziato dal Fondo sociale europeo(Obiettivo Competitività Regionale e Occupa-zione). “Siamo nelle condizioni di rispondere almeglio alla situazione di crisi che si sta manife-stando in questo periodo, anche nella nostraRegione”, spiega Alfredo Bertelli, sottosegre-tario della presidenza della Giunta della

Regione Emilia-Romagna. “Stiamo utilizzandotutte le opportunità per favorire le esigenzenon solo di chi è colpito dalla perdita del postodi lavoro – osserva Bertelli – ma anche dellepersone che necessitano di una riqualificazioneprofessionale”. Delle 41.321 persone coinvolte nelle attività, il47,8% sono occupati, il 28,2% sono disoccu-pati, il 23,9% inattivi. Prevalente è la fasciad’età degli adulti dai 25 ai 55 anni, con il57,3%. Le donne rappresentano complessiva-mente il 44,3% dei destinatari. Dei 202,3 milioni di euro impegnati, il 14% èvolto a sostenere l’adattabilità dei lavoratori edelle imprese al contesto produttivo ed eco-nomico, il 58% è finalizzato all’occupabilitàdelle persone, il 10% a promuovere l’inclusio-ne sociale delle persone più vulnerabili e il14% a favore dell’investimento sul capitaleumano.

I dati positivi contenuti nel Rapporto annuale diesecuzione 2008 sono stati rafforzati dall’ap-profondimento proposto sullo stato dell’artedella programmazione al 15 giugno 2009:3.240 le operazioni approvate, 97.488 i poten-ziali destinatari, 54.178 le persone già in for-mazione e 235,2 i milioni di euro impegnati.Il dato finanziario e, in particolare, l’avanza-mento della spesa pari a oltre 68 milioni dieuro al 30 aprile 2009 permette, in prospetti-va, il raggiungimento dell’obiettivo dei 70milioni, stabilito inizialmente dalla Commissio-ne europea per evitare il disimpegno dellerisorse. “Nonostante la modifica dei Regola-menti Comunitari, dettata anche dall’attualecrisi economico-produttiva, abbia portato aduna riduzione dell’obiettivo di spesa la RegioneEmilia-Romagna ha voluto mantenere l’obiet-tivo iniziale e, come sistema, è riuscita a con-seguirlo”

Impegnati oltre 200 milioni. Nel 2009, nonostante la crisi, in campo ulteriori 70 milioni

Por-Fse, mantenuti gli obiettivi iniziali

Èun fondo che sfiora i 3 milioni di euroquello messo a disposizione dalla Regione

per finanziare anche quest’anno gli assegniformativi dell’importo massimo di 5 mila eurodestinati ai residenti in Emilia-Romagna chevolessero frequentare master universitari, per-corsi di alta formazione, corsi di specializzazio-ne e di riqualificazione previsti dal Catalogointerregionale di Alta formazione. La cifraesatta è di 2,8 milioni di euro, risorse delFondo sociale europeo mirati all’assegnazionedei voucher per l’accesso individuale ai corsicon l’obiettivo di promuovere la formazionelungo tutto l’arco della vita e sostenere ladomanda di mobilità interregionale. In Emilia-Romagna, per questa edizione, sono 340 icorsi a catalogo, di cui 39 master. L’offerta formativa complessiva comprende1.233 corsi, di cui 263 master. Il catalogo –che mette in rete l’offerta formativa di 9 regio-ni, permettendo così alle persone di spostarsianche oltre i confini locali – offre a persone

occupate, inoccupate e disoccupate tra i 18 ei 64 anni residenti in Emilia-Romagna l’oppor-tunità di scegliere, anche in altre regioni,un’attività formativa e di fare domanda allaRegione Emilia-Romagna per la concessionedi un voucher dell’importo massimo di 5milaeuro a copertura delle spese di iscrizione e diun contributo fino a 3 mila euro, nel caso incui la sede sia extraregionale, a copertura dellespese di alloggio e trasporto. Tenuto conto dell’attuale situazione del mer-cato del lavoro regionale, la Giunta ha stabili-to che tali risorse siano destinate per il 50%alla graduatoria relativa a disoccupati e inoc-cupati e per il 50% a quella relativa ad occu-pati, anche parasubordinati e autonomi, com-presi i lavoratori in cassa integrazione ordina-ria o speciale e le persone in mobilità. Il titolodi studio richiesto è la laurea, ma per le perso-ne occupate o in cassa integrazione ordinaria,straordinaria o in mobilità è sufficiente il diplo-ma di scuola superiore

Il catalogo mette in rete l’offerta formativa di nove regioniAttivati ben 1.233 corsi, di cui 263 master

Nuovo impulso all’Alta formazione

LA STRATEGIA

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14 OTTOBRE 2009

SCENARI

Gli organismi accreditati dalla nor-mativa regionale per la realizzazio-ne delle attività formative, alleimprese e alle società di servizi stan-no rispondendo positivamente albando aperto dalla Regione Emilia-Romagna. Una prima azione abando riguarda l’aggiornamento ela specializzazione dei lavoratoriche usufruiscono degli ammortizza-tori in deroga, con corsi di forma-zione di 40 ore che dovranno esse-re attivati in modo tempestivo, ogniquattro lavoratori inviati dalCentro per l’impiego. Sono i Centriper l’impiego, infatti, che accompa-gneranno il lavoratore nell’indivi-duazione del percorso formativopiù indicato. Inoltre i percorsi for-mativi fortemente strutturati saran-no disponibili e inseriti all’internodi un catalogo regionale.Con lo strumento del bando apertosaranno finanziati piani formatividi singole aziende interessate daprovvedimenti di cassa integrazio-ne ordinaria, straordinaria e inderoga. I destinatari dei corsi sonoin via prioritaria i lavoratori incassa integrazione, ma anche i col-leghi non interessati da provvedi-menti di ammortizzatori sociali,nell’ottica di rendere maggiormen-te efficace l’azione formativa asostegno dei processi di ristruttura-zione aziendale. La stessa procedura permetterà difinanziare piani formativi a sup-porto dei processi di crescita azien-dale, cioè di quelle aziende cheassumono lavoratori in mobilità. Idestinatari del piano sono infatti ilavoratori in mobilità neoassunti,che necessitano di formazione peril nuovo ruolo, ma anche gli altrilavoratori dell’impresa.Per accompagnare le imprese nelladefinizione di strategie di sviluppoe innovazione e per sostenere pro-getti di imprenditorialità sarannoattivati percorsi mirati intervenen-do, nel primo caso, a sostegno dellefigure imprenditoriali e, nel secon-do caso, sulle competenze deidipendenti lavoratori che intendo-no subentrare agli imprenditori odei lavoratori fuoriusciti dal cicloproduttivo per dotarli di strumentiper ricoprire il ruolo di imprendi-tore

“È investendo sulle competenze dellepersone che, in una chiave anticicli-

ca, si perseguono gli obiettivi di svilupposostenibile verso la società della cono-scenza”. Questa l’analisi di GiovanniSedioli, assessore regionale alla Forma-zione e al lavoro.Come prevedete si strutturerà il merca-to del lavoro quando la crisi economicasarà definitivamente superata?“La valutazione generale attuale è checi sarà una ripresa complessiva dei mer-cati, e soprattutto della capacità compe-titiva delle nostre imprese. In attesa checiò avvenga occorre intervenire sullaqualità del prodotto che esce dalle fab-briche, perché è ormai chiaro che unacompetizione a livello globale non puòcerto avvenire sui costi”.Innalzare la qualità dei prodotti implicaanche innalzare la qualità del lavoro?“Certo, perché è indissolubilmente lega-ta alla qualificazione, a tutti i livelli, delleprofessionalità”.

Come bisogna operare, in concreto?“Creando le condizioni affinché simigliori la preparazione professionaledei lavoratori, calibrando la formazionesu due obiettivi distinti di modo dagarantire i diritti della persona e la capa-cità economica delle imprese di rispon-dere alle nuove domande del mercato. Ilprimo obiettivo è migliorare le compe-tenze nell’ambito del settore in cui ilavoratori già operano, aggiornandolirispetto a nuove organizzazioni o nuoveproduzioni. Il secondo, creare compe-tenze diverse da quelle che il lavoratoreattualmente ha in modo che siano spen-dibili in altri settori. Questo naturalmen-te vale per chi adesso opera in ambitidestinati al ridimensionamento”.La crisi colpisce tutti i settori e le pro-fessionalità in modo indistinto, peròchi è già debole viene colpito di più, inparticolare immigrati e donne.“C’è una particolare attenzione al tema,soprattutto perché nel caso degli immi-grati la perdita del lavoro equivale per loroal rientro in clandestinità. Cerchiamo dicalibrare l’offerta di modo da saper darerisposte a ogni esigenza. Per le donne, c’èuna nota positiva: sta emergendo che ilmercato del lavoro femminile tiene di piùdi quello complessivo. Comunque, ingenerale nelle nostre politiche siamo sem-pre attenti a modulare gli interventi il piùpossibile su misura delle esigenze dei sin-goli lavoratori. E, elemento che questacrisi richiede fortemente, consapevoli chenulla è statico, per cui anche da partenostra occorre la predisposizione a unamaggiore flessibilità per essere prontisemmai il mutare delle condizioni econo-miche richiedesse un cambiamento dellaformazione dei lavoratori. È per questoche le tipologie formative di aggiorna-mento o di qualificazione disponibili perciascun lavoratore saranno estremamenteflessibili nelle modalità didattiche e neitempi di erogazione, modulari e adattabi-li alle esigenze dei singoli lavoratori e tem-pestive, cioè immediatamente disponibilisulla base dei fabbisogni”

L’INTERVISTA

Giovanni Sedioli, assessore regionale alla Formazione e al lavoro“La ripresa ci sarà. Ma bisognerà

competere sulla qualità, non sui costi”

Giovanni Sedioli, assessore regionale alla Formazione e al lavoro

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16 OTTOBRE 2009

SETTORI

Sono solo due i distretti pro-duttivi emiliano-romagnoliche nel primo trimestre del2009 hanno aumentato le

esportazioni. Rari infatti sono ivalori preceduti dal segno positivonell’ultimo monitor sull’export diCarisbo. Il primo è quello relativoal distretto del tessile di Carpi, con

più 1,4%. Ma quellopiù nettamente in con-trotendenza rispetto altrend generale è ildistretto tecnologicobiomedicale di Miran-dola. Mentre i valoriesportati dalle areedistrettuali della regio-ne registrano un calotendenziale del 15,2%,quella biomedicale

mirandolese spicca per un aumentodelle esportazioni del 3,3% rispettoal corrispondente periodo dell’annoscorso. Naturale dunque puntare iriflettori sulla “biomedical valley”per capire cosa c’è dietro questorisultato e che cosa rappresenta il“biomedicale” in Emilia-Romagna.Quella che emerge è una storia di

L’eccellenza biomedicale affonda le radici in regione, per un comparto che non conosce crisi

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Solo nel Modenesesono 117 le imprese

del settore. Positivitutti gli indicatori,

export in testa

In regione le zone con la maggioreconcentrazione di addetti nel setto-re sono quelle di Bologna e Parma(due aree particolarmente vocateanche per la filiera farmaceutica),Budrio, in provincia di Bologna,con i maggiori centri di eccellenzaper la produzione delle protesi orto-pediche, e appunto il distretto diMirandola, che comprende anche icomuni di Medolla, Concordia,Cavezzo, San Felice, SanPossidonio e San Prospero. Questo comparto a forte contenutotecnologico, presenta un’ecceziona-le concentrazione di imprese biome-diche che stanno portando avantiuna tradizione quarantennale inau-gurata grazie allo spirito di iniziati-va di un giovane farmacista, MarioVeronesi che negli anni Sessantatrasformò il volto dell’economialocale. Queste aziende furono leprime a sviluppare sofisticati appa-rati per l’emodialisi. Da qui iniziòad affermarsi e a diffondersi l’utiliz-zo dei prodotti monouso sterili incampo ospedaliero – siringhe,deflussori per fleboclisi e altri dispo-sitivi usa e getta in materiale plasti-

eccellenza e di prodotti di alto livel-lo, un percorso ad alta intensità diricerca e di brillanti esempi diimprenditorialità che mettono la tec-nologia al servizio della salute e delmiglioramento della qualità dellavita. Una storia, insomma, che valele pena di raccontare. Filiera industriale che comprendel’insieme delle tecnologie e dei pro-dotti che afferiscono alla sanità – aesclusione dei farmaci – il settorebiomedicale comprende tre ambitidi produzione. Il primo è relativoad apparecchi elettromedicali,materiale medico-chirurgico e vete-rinario, strumenti per l’odontoia-tria. Gli altri due sono quelli delleprotesi ortopediche e delle protesidentarie. È dunque una posizionecruciale all’interno dell’industriadella salute quella rivestita dal bio-medicale, poiché sviluppa e realizzaun insieme di prodotti che contri-buiscono all’efficacia dei sistemisanitari. In Italia il settore è forte-mente concentrato tra Emilia-Romagna e Lombardia, che da soleimpegnano quasi il 60% deglioccupati totali.

Tecnologia e innovazioneal servizio della salute

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co – che hanno abbattuto il rischiodi infezioni. Qui è nato il primorene artificiale d’Italia. E sempre quisi sta lavorando a nuovi impiantisalvavita, come polmoni artificialidi ultima generazione (è la sfidadella RanD Microtech di Medolla).Negli anni si sono man mano inseri-te diverse piccole aziende artigianeche si sono consolidate fornendosupporto ai gruppi maggiori: laDasco, la Bellco, la Dideco. A fine 2008 l’intero settore biome-dicale in provincia di Modena conta117 imprese (dati della Camera dicommercio di Modena) specializza-te in apparecchi per cardiochirurgia,emodialisi, usa e getta ospedalieri:un tessuto produttivo composto dauna decina di imprese leader e mul-tinazionali, che alimentano unindotto di piccole aziende. Un uni-verso in continuo fermento che oggivale 843 milioni di euro, di cui il39,5% è rappresentato dall’export(333 milioni). In questo quadro, leimprese appartenenti al distretto diMirandola sono circa 70, con unnumero di addetti pari a 4.256unità, un fatturato di circa 633milioni di euro e una quota di pro-dotto esportata pari a circa il 60%(dati dell’Osservatorio sul settore).La Camera di commercio diModena rileva inoltre che dopo unandamento altalenante nei valoridella produzione degli ultimi treanni, a partire dal secondo trime-stre del 2008, in uno scenario gene-rale caratterizzato da valori negati-vi nel manifatturiero dell’area, ilsettore biomedicale modenesecomincia a mostrarsi in controten-denza, instaurando un trend positi-vo con incrementi di produzioneche raggiungono il 5,9% nel primotrimestre del 2009.Germania (58%), Francia (37%) eStati Uniti (36%) i Paesi verso cui ilsettore biomedicale modenese hamaggiormente esportato i suoi pro-dotti lo scorso anno, con incremen-ti notevoli nei confronti dei PaesiBassi (più 14,3%) e di tutta l’areadel Medio Oriente che, con unaumento che sfiora il 30%, è lazona geografica che ha fatto regi-strare il miglior andamento. E guardando al futuro, si prevedo-no scenari di ulteriore sviluppo per

OTTOBRE 2009 17

IL CASO

Gambro Dasco, B. Braun Avitum,Tyco, Fresenius, Sorin Group,

Mallinckrodt, Baxter: sono alcune dellemultinazionali del settore biomedicaleche hanno messo radici nel distretto diMirandola. L’eccellenza però non è solonei grandi gruppi leader del mercato.Veri e propri concentrati di tecnologia especializzazione sono anche le micro-imprese, l’altra faccia del pianeta tecno-logico mirandolese e patrimonio di ine-stimabile valore del suo tessuto produt-tivo.Esempio ai massimi livelli è quello dellaRanD Biotech di Medolla. La sua missio-ne, sperimentare le nuove frontiere del-l’innovazione nel campo degli impiantisalvavita. Missione portata avanti consuccesso, visto che l’azienda può vanta-re una riconosciuta leadership a livellointernazionale nel campo delle tecnolo-gie legate agli organi artificiali. Con 18 collaboratori, tutti tecnici e inge-gneri, e 4,5 milioni di euro di fatturato,la RanD è già proiettata nel futuro dellatecnologia applicata alla sanità e, ancheper questo, ha lasciato la crisi fuori dallaporta, attraversando, proprio in questimesi così complicati per molte realtàemiliano-romagnole, un periodo d’oro. Tra i progetti in cantiere firmati “RanD”,quello chiamato Heart rappresenta l’e-voluzione del tradizionale polmone arti-ficiale e in generale dei sistemi di assi-stenza ai pazienti con compromessacapacità respiratoria. Il progetto, spon-sorizzato dal ministero dello Sviluppoeconomico, consente ad esempio lasopravvivenza del paziente per untempo sufficiente al trasferimento da uncentro di cura all’altro. Tra i gioielli biomedicali della RanD,anche il Performer CPB, la macchina-cuore polmone, ambita dalle migliori cli-niche e ospedali di tutto il mondo, chepermette di effettuare perfusioni per lacura di tumori, per il supporto epatico, oper la terapia intensiva in caso di insuffi-cienze multi-organo. È comunque la chi-

rurgia oncologica il “core business”della RanD che, dopo cinque anni disodalizio con l’americana Medtronic,che deteneva il 15% del capitale, loscorso ottobre ha deciso di riacquistarele sue azioni e tornare indipendente.L’unione era stata realizzata nel 2003per lo sviluppo, la promozione e la distri-buzione su scala mondiale dell’apparec-chiatura multifunzione per terapie onco-logiche e l’innovativo sistema cuore-polmone. Ceduto il know-how incampo cardiochirurgico alla Medtronic,ora l’azienda medollese si concentra suinuovi progetti, puntando allo sviluppodi terapie innovative. “Il prossimo passo– rivela il titolare dell’azienda GianniBellini, inventore con la sua equipe delfegato artificiale Performer – è la con-quista dei mercati di Cina e Usa”, conl’obiettivo considerato “raggiungibile”di incrementare del 30-40% il fatturatoentro il 2010

Dalla RanD macchine cuore-polmone per gli ospedali di tutto il mondo

Impianti “salvavita”A Medolla la nuova frontiera

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il settore, per diversi motivi. Inprimo luogo perché il biomedicaleconvoglia in sé i progressi della tec-nologia e dell’innovazione di diver-si campi della ricerca scientificamondiale: medicina, biofisica, bio-chimica, applicazioni dell’elettroni-ca e dell’informatica, scienze deimateriali, fino all’ingegneria geneti-ca e alle nano-biotecnologie. Progressi da cui trarre nuovo slan-cio e che consentono nuove e sem-pre più vaste applicazioni. Diimportanza non secondaria è anchela crescente capacità di diagnosi edi terapia da parte dei medici. Interzo luogo, il progressivo invec-chiamento della popolazione deter-mina un aumento del bacino di per-sone interessate dai prodotti biome-dicali, nonché la richiesta di serviziin grado di garantire un’elevataqualità della vita. Non solo. A crescere sempre più èanche la sensibilità nei confronti delmiglioramento delle condizioni divita delle persone disabili, che rap-presentano un importante bacino diriferimento, tra le altre cose, per ilsettore delle protesi ortopediche.Punta di diamante della protesica inEmilia-Romagna è Budrio. Qui,oltre a diverse imprese specializzate,si trova l’eccellenza anche nellasanità pubblica. si tratta del CentroProtesi Inail di Vigorso, la più gran-de realtà europea del campo, con 90posti letto, 1500 nuovi pazienti solonel 2008, oltre ai 12mila “fidelizza-ti”, seguiti da 300 addetti che assi-curano tecnologie all'avanguardia,attività di riabilitazione, supportopsicosociale e reinserimento lavora-tivo. Nato all’inizio degli anniSessanta, il centro mira a far rag-giungere la massima autonomiapossibile attraverso ginocchi elettro-nici, mani mioelettriche e tanti altritipi di protesi all’avanguardia, senzadimenticare il lato estetico dei pro-dotti, anche nel campo della prote-sica sportiva, dall’atletica allo sci,dal tennis al free-climbing. Tra isuoi pazienti, anche il pilota diFormula 1 Alex Zanardi che, dopol’incidente che gli è costato entram-be le gambe, è tornato a cammina-re, e ora anche a guidare, grazie allavoro dei professionisti del centrobolognese

SETTORI

LA STRATEGIA

Apparecchiature sempre più sofi-sticate e nuovi materiali. Questo

il futuro del settore del biomedicale.Ne è convinta Democenter-Sipe, ilCentro di Innovazione e Trasferimen-to Tecnologico di Modena che offrealle aziende informazioni e conoscen-ze sulle nuove tecnologie, facendo daponte tra il mondo dell’impresa equello dell’innovazione e della ricercascientifica. L’obiettivo è favorire unaforte interazione tra aziende e diversisoggetti della ricerca del territorio:università, enti di ricerca, Centri eParchi tecnologici pubblici e privati,per stimolare il trasferimento tecnolo-gico, accelerare i processi d’innova-zione e accrescere la competitivitàdelle imprese dei vari settori dell’in-dustria manifatturiera e nel campodell’Ict.Diverse le azioni realizzate dal Centroin supporto al comparto biomedicale,a partire dalla promozione e consu-lenza nel campo dei materiali innova-tivi. Fondamentale in questa direzio-ne il ruolo di MaTech Point Modena,centro di eccellenza nella ricerca eapplicazione di nuovi materiali e tec-nologie innovative, nato grazie a un

accordo con Matech – MaterialiInnovativi del Parco scientifico tecno-logico Galileo di Padova e il diparti-mento dei Materiali e dell’ambientedell’università di Modena e ReggioEmilia, delle cui competenze si avvaleMaTech Point. Polimeri che non creano allergie sevengono in contatto con la pelle,materiali termoplastici resistenti alcalore, gel idrofili dal potere assorben-te e biocompatibili. Questi alcuni deimateriali di ultima generazione cheDemocenter-Sipe ha promosso anchetra le aziende del distretto biomedica-le di Mirandola, utilizzabili per leapplicazioni più diverse in camposanitario, dalle coperte per sala opera-toria alle spugne a cui possono essereaggiunte sostanze terapeutiche rila-sciate gradualmente, dagli imballaggiprotettivi alle protesi. Ma l’attività di Democenter-Sipe èanche rivolta al potenziamento delletecnologie delle aziende dal punto divista delle attrezzature diagnostiche.In particolare il Centro promuovel’applicazione di tecnologie per lacreazione e l’adattamento di protesi emacchinari “ad hoc” per il singoloindividuo. La filosofia di fondo cheguida questi progetti realizzati dailaboratori collegati a Democenter èquella di basare le proprie ricerche sumodelli matematici che tengonoconto della diversità umana e dunqueparagonabili, per la specificità, al Dnaumano.Le innovazioni offerte alle aziende delbiomedicale e promosse dal Centroperò sono in pieno sviluppo. In can-tiere ci sono nuove soluzioni, comepolveri da utilizzare nella realizzazio-ne di protesi che potrebbero esserecostruite in poche ore nel rispettodella biodiversità del paziente. Lostesso potrebbe essere fatto per ferrichirurgici e altri tipi di attrezzature

Il Centro in prima linea per mettere in contatto ricerca scientifica e mondo produttivo

Trasferimento tecnologico Il ruolo di Democenter-Sipe

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Quali sono state le iniziative più rile-vanti a cui si darà naturale seguitonei prossimi anni?“La Camera di commercio si è impe-gnata per supportare le imprese suimercati esteri, per agevolarne l’acces-so al credito e farle crescere attraver-so interventi formativi adeguati. Halavorato per garantire servizi all’al-tezza di una Pubblicaamministrazione alpasso con i tempi. Si èinoltre proposta comeAuthority locale perun’efficace attività diregolazione del merca-to. L’obiettivo priorita-rio della valorizzazionedel territorio provincia-le è stato ricercato sututte le componentistrategiche, dalle infrastrutture al

sistema dei servizi, esu temi crucialicome l’innova-zione, il marke-

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FOCUS PARMA >>

Terzo mandato per Andrea Zanlari al vertice della Camera di commercio di Parma

Sempre di piùal fianco delle imprese:così l’ente di Via Verdiprosegue la sua azionedi rinnovamento

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Andrea Zanlari ha vissutoda protagonista gli annidel cambiamento dellaCamera di commercio,

dopo la legge di riforma, la 580 del1993, che ne ha completamentericonfigurato identità e funzioni.Introducendo un nuovo modello diistituzione basato sul concetto di“autonomia funzionale”, la leggedefinita di “riordino” ha trasforma-to radicalmente l’ente camerale dastruttura burocratica a soggetto pro-pulsivo per la crescita del territoriosulla base delle esigenze provenientidal sistema economico locale.In dieci anni, dal 1999, l’ente di ViaVerdi ha vissuto in pieno questo pas-saggio epocale, guidato proprio daZanlari che a metà settembre è statoeletto all’unanimità per la terza voltaal vertice della Camera che ha rinno-

vato gli organi fino al 2014.Presidente, la sua è stata una confer-ma chiara che testimonia fiducia perl’opera svolta fino a oggi.“È un riconoscimento che mi onora,soprattutto perché esprime compat-tezza e unità di intenti del mondoeconomico locale. È anche uno sti-molo a proseguire dando continuitàa una straordinaria avventura in cuiabbiamo affrontato assieme la sfidadel cambiamento. Nel primo manda-to abbiamo strutturato l’organizza-zione della Camera in base alla leggedi riforma, rendendola più flessibile eoperativa, mentre nel secondo abbia-mo completato il processo di infor-matizzazione dell’ente che è diventa-to sempre più ‘casa delle imprese eper le imprese’, dalle stesse conside-rato una realtà di servizio vicina enon più distante e burocratica”.

“Proseguire sulla stradadel cambiamento”

LA SQUADRA

Nel suo mandato-ter, il presidente Andrea Zanlari è al vertice di una squadracon nove volti nuovi, un terzo sui 27 componenti il Consiglio camera-

le, l’organo di direzione politica, formato dai rappresentanti dei diversi set-tori dell’economia. I consiglieri in carica per il mandato 2009 – 2014sono: Lorenzo Bonazzi e Gian Carlo Ramella (Agricoltura), LeonardoCassinelli, Gianpaolo Gatti, Paolo Giuffredi, Marco Granelli, GianpaoloLombardo (Artigianato), Andrea Zanlari, Marco Desimoni, EnzoMalanca, Ugo Margini (Commercio), Giovanni Mora (Cooperazione),Guido Corradi (Credito e assicurazioni), Cesare Azzali, SimoneCarotenuto, Romano Dall’Aglio, Gianpaolo Faggioli, Luciano Manara,Giulio Venturini (Industria), Paolo Bertoletti (Organizzazioni sindacali),Paolo Bandini, Alberto Bertoli, Domenico Capitelli, Giancarlo Menta(Servizi alle imprese), Paolo Cavalieri (Trasporti e spedizioni), EmioIncerti (Turismo), Ermanno Ianelli (Tutela dei consumatori). La Giunta,l’organo esecutivo, guidata dal presidente Zanlari, presenta quattronuovi eletti su nove componenti: Paolo Cavalieri, Gian Paolo Faggioli,Lorenzo Bonazzi e Giancarlo Menta. Confermati Marco Granelli, GianPaolo Lombardo, Enzo Malanca, Giovanni Mora. Nella sua prima riunione, laGiunta ha designato vicepresidente Gian Paolo Gatti, imprenditore di Fidenza

Ecco le nuove cariche all’ente camerale, valide fino al 2014Molti veterani, qualche new entry

Andrea Zanlari,per la terza voltaal verticedella Cameradi commerciodi Parma

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22 OTTOBRE 2009

FOCUS PARMA

ting territoriale, in autonomia osinergia con altri enti locali, il soste-gno alla filiera agroalimentare e alcomparto turistico. Tutto questosotto un triplice profilo: settoriale,attraverso l’azione sulle filiere e i set-tori trainanti; dimensionale, ade-guando gli interventi in funzione

della dimensione delle imprese, e ter-ritoriale, favorendo l’integrazione traoperatori economici ed istituzioni”. Come si è orientata l’azione camera-le in questi anni?“Il sistema di gestione delle risorse èmutato, passando da una imposta-zione pubblicistica a una di stampo

aziendale che privilegia l’ottica dellaeffettiva fruizione degli aiuti. Infatti,sono cospicui i mezzi assegnati inambito promozionale per rafforzarela competitività delle imprese: neldecennio l’importo complessivo hasfiorato i 35 milioni di euro. Le risor-se a beneficio del territorio compren-dono anche operazioni di capitaliz-zazione di società che gestisconostrutture e infrastrutture di interessedell’economia locale. In questo casol’impegno finanziario camerale èstato di quasi 8 milioni di euro.Molto importante è stato il potenzia-mento della telematica nella gestionedei servizi amministrativi per velociz-zare lo svolgimento delle pratiche:basti pensare che grazie agli sportellivirtuali, quelle presentate a manodalle imprese si sono ridotte da oltrel’80% nel 2000 a poco più di unquarto”.In questo ambito Parma può vantareun progetto all’avanguardia nelmondo.“Tale è la Borsa Merci Telematicaper il mercato dei prodotti agroali-mentari, di cui la Camera è il mag-giore azionista. Il valore degli scambidelle merci e delle derrate agricole dapostazioni remote è cresciuto inmodo esponenziale, passando dai 47milioni del 2006 ai 204 del 2007. Inquesti anni il sostegno al compartoagroalimentare, che rappresenta unadelle maggiori leve strategiche dellapromozione territoriale, è stato

“La vocazione internazionale della provin-cia di Parma è cresciuta in un decennio

pesante caratterizzato dal susseguirsi, l’unodopo l’altro, di tanti avvenimenti che hannosegnato situazioni difficili da interpretare eaffrontare”. Parola del professor FabioSdogati, docente di Economia internazionaleal Politecnico di Milano, a cui la Camera dicommercio ha commissionato a uno studioche analizza bilanci e prospettive future.L’export provinciale è salito del 150 % in diecianni: dai 2,5 miliardi di euro del 1995 ai 4,5miliardi del 2008. “Questo tessuto imprenditoriale – aggiungeSdogati – ha saputo gestire bene l’internazio-nalizzazione e Parma ha saputo integrasi nel-l’economia mondiale in un periodo che havisto in sequenza l’introduzione dell’euro eduna situazione dei cambi instabile, lo scoppiodella bolla dot-com, la crisi seguita all’atten-tato alle Torri Gemelle dell’11 settembre, l’al-largamento ad est dell’Unione Europea,quindi la bolla immobiliare statunitense, infi-

ne la crisi finanziaria che nel 2008 si è estesaall’economia fino ai nostri giorni con com-mercio internazionale, poi produzione, e infi-ne anche tasso di occupazione in drasticocalo. Il quadro non migliorerà a breve inmodo sensibile”. Quale allora la ricetta per affrontare il futuro?“Bisogna continuare a supportare e accom-pagnare – osserva – le imprese all’esteroattraverso missioni, con la partecipazione afiere, ma soprattutto essere selettivi sui mer-cati di sbocco. Accanto a destinazioni tradi-zionali dei paesi dell’Europa a 27, soprattuttogià consolidate come Francia, Germania eSpagna, occorre investire verso nuove fron-tiere quali gli Stati Uniti, l’India, la Cina, il SudAmerica, individuando i prodotti adeguati.Sotto questo profilo, un buon segnale è lacapacità che le aziende hanno dimostrato disaper diversificare le produzioni e cambiare laspecializzazione commerciale, andando oltrela vocazione agroalimentare, che pure rima-ne centrale”

L’ economista Fabio Sdogati. “Necessario continuare a supportare le imprese parmensi sui mercati internazionali”

“Dopo crisi”, una bussola per l’export

L’ANALISI

Confronto tra Parma, Emilia Romagna ed Italia, esportazioni dal 1999 al 2008

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esportazioni Parma esportazioni Emilia Romagna esportazioni Italia

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OTTOBRE 2009 23

rafforzato con l’obiettivo di presen-tare Parma come sistema di eccellen-ze creando così un collegamentonaturale con l’idea di qualità. Tappasignificativa è stata la scelta di Parmacome sede dell’Authority europeaper la sicurezza alimentare, l’Efsa, aseguito dello sforzo corale di tutte leistituzioni provinciali. La Camera èanche il principale azionista di Alma,la scuola internazionale di cucina ita-liana con sede a Colorno, che sostie-ne così in modo indiretto l’esporta-zione dei prodotti”. In continuità con il lavoro svolto,quale è la linea tracciata per i prossi-mi cinque anni?“I risultati amministrativi e organiz-zativi raggiunti grazie anche alla qua-lità delle persone che hanno compo-sto le Giunte ed i Consigli che hannosaputo muoversi in maniera unitaria,ci permettono di fissare un obiettivo:riavviare il circuito virtuoso traimprese e territorio, ripensando gliassetti e portando avanti propostenuove. La crisi potrebbe infatti mina-re la compattezza del sistema territo-riale. Sull’assunto che le impresecompetitive fanno il territorio e vice-versa, è necessario favorire l’evolu-zione del sistema. Quindi le impresedevono innovare, ma alle istituzionitocca il compito di guidare il cam-biamento focalizzando gli obiettivicon efficacia, minori costi e maggiorigaranzie di sviluppo”.In concreto, questo cosa significa?“Sulla base di una precisa architettu-ra delle scelte e di un definito metododi azione, la Camera deve predispor-re gli strumenti per favorire l’interna-zionalizzazione, l’accesso al credito,il ricambio delle imprese, lo sviluppodel capitale umano territoriale, unasempre maggiore cultura imprendi-toriale. Tutto questo all’interno diuna strategia fondata su scelte decise,ma condivise, attraverso un lavoro inrete in grado di coinvolgere il mondoimprenditoriale”.Come deve evolversi il rapporto traCamera e imprese?“Grazie alle associazioni di catego-ria, che rappresentano un fondamen-tale punto di raccordo, e verso cui vaindirizzata l’azione, la Camera è l’i-stituzione più vicina agli imprendito-ri e alle loro esigenze. Dobbiamopensare in termini di intersettorialità,

Tre milioni e 650 mila euro: è la cifra stan-ziata dalla Camera di commercio di Parma

per gli interventi economici nel bilancio 2009.La parte del leone, va alla voce “accesso al cre-dito”. Si tratta di 1 milione e 300mila euro acui va aggiunta la costituzione del fondo dicontrogaranzia che servirà per cinque anni acoprire le insolvenze dell’intervento straordina-rio anticrisi a sostegno della liquidità aziendale.Per far fronte alla crisi, è stato istituito unmaxifondo di 2 milioni di euro complessivi, dicui 1,5 finanziati da Camera di Commercio e500mila dalla Provincia, per sostenere le Pmi indifficoltà con problemi di liquidità nell’accessoal credito. Divenuto operativo a inizio febbraio,e gestito attraverso le cooperative di garanziafidi, il maxifondo ha risposto a un bisognoreale del territorio ed è stato ulteriormentesupportato attraverso una convenzione conquattro istituti di credito. Per agevolare l’accesso al credito delle impresedi piazza Ghiaia costrette a dover fronteggiarele conseguenze del cantiere per i lavori sullastessa piazza, è stato anche istituito un fondodi garanzia di 195mila euro, sulla base di unaconvenzione tra Camera di commercio,Comune, Cooperativa di Garanzia Commer-cianti e Cofiter Emilia-Romagna.Il sostegno economico alle imprese non siferma qui. Sono stati individuati 670mila eurodi contributi diretti a imprese per la realizzazio-ne di iniziative o interventi con la partecipazio-ne a fiere, la realizzazione di azioni promozio-nali sui mercati esteri e le certificazioni di qua-lità. Oltre 700mila euro sono stati dedicati aincrementare le politiche di internazionalizza-zione delle imprese

Da Camera e Provincia risorse per complessivi 2 milioni di euro

“Maxifondo” anticrisi Per le imprese una sponda sicura

LA STRATEGIA

LA SCHEDA

Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna dal 2003, membro del

Comitato esecutivo di UnioncamereItaliana, Zanlari dal 2000 è anche vicepre-sidente di Borsa Merci telematica italianaspa e dal 1999 presidente di Indis, strut-tura di Unioncamere per lo studio e lapromozione del settore distributivo-com-merciale e dei servizi. È inoltre impegnatocome imprenditore nella meccanica inSpagna e in Canada. È professore a con-tratto in Storia e cultura dell’alimentazio-ne alla facoltà di Agraria dell’università diParma

Chi è Andrea Zanlari

superando le appartenenze a favoredel complesso economico locale. Inquesto senso, il Consiglio cameralepuò diventare ancor più un “parla-mento” delle imprese. Il ruolo dellaCamera di commercio risulterà cru-ciale in un contesto di crisi e di cam-biamento come quello che stiamoaffrontando. Sono convinto che lacapacità di riunire e sintetizzare leistanze economiche settoriali innome di una visione complessiva econdivisa di sviluppo dell’economiasarà la chiave per dare la risposta piùefficace ai bisogni delle imprese. LaCamera è all’altezza del suo tempo edelle sfide che l’aspettano nei prossi-mi cinque anni”

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24 OTTOBRE 2009

Concluso l’accordo con Eni per la cessione dei terreni. Previsti investimenti per 250 milioni

FOCUS PARMA

“I Principi di Parma” fannocentro a Francoforte. Lapromozione di quattro pro-dotti tipici eccellenti –

Parmigiano Reggiano, Prosciutto diParma, Culatello di Zibello e Coppadi Parma – curata dal consorzioParma Alimentare ha avuto unbuon riscontro nel capoluogo

dell’Assia, una dellecittà più rappresentativedella Germania dalpunto di vista del mer-cato, delle relazioni isti-tuzionali e del flussoturistico tedesco versol’Italia. L’iniziativa ènata per far meglioconoscere queste quat-tro eccellenze a operato-ri del settore, buyer, chef

e consumatori finali. Diversi imomenti in cui è stata articolata:prima una presentazione allo StadelMuseum con oltre 100 invitati

Buon riscontro nel capoluogo dell’Assia. Forte la promozione anche sul mercato francese

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Protagonistaè l’intero territorio,

con grandi sinergietra enogastronomia

e turismo

I sapori “Made in Parma”conquistano Francoforte

(importatori, distributori, rappresen-tanti del mondo enogastronomicotedesco) e un seminario di formazio-ne sulle quattro eccellenze. Visto che l’enogastronomia va abraccetto con il turismo, in quellaoccasione, il tour operator ParmaIncoming ha presentato il territorioagli operatori tedeschi del settore. Ladegustazione dei prodotti è statacurata dagli chef Alberto Rossetti(“Al Tramezzo” di Parma) e EnricoBergonzi (“Al vedel” di Colorno) chehanno formato poi attraverso stage

sull’uso e abbinamento dei prodottiin cucina, i colleghi di otto ristoranti,dove per due settimane i clientihanno potuto gustare ricette a basedei “Principi di Parma”.Nei locali e luoghi di aggregazionedel centro cittadino, sono stati inol-tre distribuiti 6mila depliant conte-nenti le schede dei prodotti, ricette,presentazione del territorio parmen-se e un questionario di gradimentosui prodotti e l’iniziativa che ha offer-to a tre coppie di clienti l’opportunitàdi vincere un week-end a Parma. La

L’ANALISI

Massimo Gelati, esperto di commercio e logistica dei prodotti alimentari

“La nicchia deve allargarsi”L’export complessivo del made in Parma

agroalimentare ha segnato un + 15,7%nel 2008 sull’anno precedente e, manifestauna sostanziale tenuta, con un calo limitatosolo all’1% nei primi sei mesi del 2009.La “food valley” è decisamente ancora unfattore di attrazione all’estero e, come ingenerale il comparto alimentare italiano,tradizionalmente “aciclico”, ha risentitomeno della pesante crisi ancora in atto, convolumi ancora stabili. Questo però non basta: vanno messecampo strategie adeguate per sfruttare l’u-scita dalla crisi come opportunità di sviluppo.Lavorare oggi per domani insomma, comesuggerisce l’ingegner Massimo Gelati, presi-dente del Gruppo Gelati, consulente di dire-

zione ed esperto nella commercializzazione elogistica dei prodotti alimentari. “Per i prodotti di nicchia, come sono leeccellenze alimentari dell’Emilia-Romagna –spiega Gelati – è necessario cercare di allar-gare il mercato, Le piccole aziende realizza-no prodotti di altissima qualita’ che però nonarrivano a sufficienza a comunicare. Vatenuto conto che la Gdo moderna sta privi-legiando sempre più la scelta di mettere sugliscaffali della rete di vendita prodotti localiche sanno anche evocare la terra di origine.Quindi i prodotti italiani e in particolarequelli emiliano-romagnoli hanno una grandeoccasione”.Per proporsi meglio e di più sui mercati inter-nazionali, le aziende alimentari italiane devo-

no “scegliere la strada dell’aggregazione –aggiunge Gelati – riunendo le forze anchenelle manifestazioni fieristiche”.Non solo. Con il cambio dei consumi e nuoviformat ed abitudini alimentari, “i prodottidevono presentare sempre più un alto con-tenuto di servizio – ricorda Gelati – e perquesto è sempre più importante investire inricerca e sviluppo per prodotti e packaginginnovativi, alla ricerca di maggiore durabilitàe freschezza. L’aspetto della sicurezza ali-mentare è infatti fondamentale e la Gdoconsidera imprescindibili le verifiche e gliaudit condotti da organismi ispettivi indipen-dentisulla base di standard tecnici internazionali diriferimento”

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Èuna terra dove bontà del cibo e qua-lità della vita sono da secoli inscindi-

bilmente legati, ma non è questo il solosegreto dell’eccellenza di Parma nel set-tore agroalimentare, che ne fa un casounico al mondo. Le prelibatezze chenascono qui sono il risultato anche dellatecnologia che è dietro alla filiera pro-duttiva. Oggi l’industria alimentare èsempre più informatizzata e, dalla pro-duzione al packaging, dal confeziona-mento ha un ruolo centrale. Una con-ferma si è avuta nella edizione numero70 di Cibus Tec, la rassegna internazio-nale sulla meccanica alimentare andatain scena a fine ottobre alle Fiere diParma.“Questo evento è il top dell’impiantisti-ca alimentare – ha detto GiandomenicoAuricchio, presidente di Federalimentare– se gli imprenditori italiani firmano imigliori prodotti in assoluto è perché allaqualità viene affiancato anche un altogrado di sicurezza”. Seicentocinquanta espositori, provenien-ti da 21 Paesi, dislocati su 50mila metriquadrati, oltre 35mila visitatori, 250delegati esteri da 34 nazioni (tra cui il

“Paese focus”, Turchia), che hannopotuto visitare la fiera articolata in tremacroaree: Tecnoconserve (dedicata alleconserve animali, vegetali e ittiche), Milc(puntata sul settore lattiero caseario) eMultitecno (per i macchinari diversi, dalpackaging alla pulizia dei cibi) collegate agiornate dedicate prima al latte (milkday) con in vetrina le recenti evoluzioninella lavorazione del prodotto bianco;poi al pomodoro da industria (TomatoDay), e infine alla carne (Meat Day): conqueste credenziali Cibus Tec si è confer-mata da record, e soprattutto ha fattointravedere parziali segnali di fiducia per-ché si stanno aprendo nuovi spazi neimercati emergenti, e il settore ha sostan-zialmente tenuto (calo produttivo previ-sto nel 2009 intorno al 3%), nonostanteuna diminuzione a doppia cifra dell’ex-port per effetto della crisi mondiale, piùmarcata per le macchine per il packagingalimentare.Soprattutto, Cibus Tec si è confermatauna tappa di avvicinamento al grandeappuntamento di Cibus 2010, vetrinastraordinaria dell’agroalimentare italiano.“Parma è la capitale del food – ha dettoil presidente di Fiere Parma, Franco Boni– sarebbero da evitare duplicazioni osovrapposizioni con altri eventi dedicatiall’agroalimentare. Con Milano sarebbeopportuna una collaborazione sinergicain vista dell’Expo 2015. Intanto l’accordocon Federalimentare ferma Cibus qui finoal 2016. Le prenotazioni per il 2010fanno ben sperare e siamo pronti”.Nel 2010 i visitatori di Cibus troverannoun quartiere fieristico rinnovato, con unnuovo padiglione-ingresso da 7.500 mq,mentre per l’estate del 2011 saranno ter-minate le opere d’ammodernamento e ilcondizionamento di tutti i padiglioni esi-stenti, un impianto di generazione foto-voltaica che coprirà circa 20mila mq el’ampliamento delle aree esterne di par-cheggio

OTTOBRE 2009 25

Germania è uno sbocco fondamenta-le per l’export parmense, che nel2008 è cresciuto dell’8,1%. Così ilConsorzio Parma Alimentare si èpresentato ancora una voltaall’Anuga Fine Food, prima passerel-la mondiale del settore con una col-lettiva di 12 aziende oltre alConsorzio Vini dei Colli di Parma. Dalla Germania a un altro mercatotradizionalmente forte per la foodvalley, la Francia, dove per quasi duemesi i prodotti alimentari parmigianisono stati distribuiti in un network di276 punti vendita in autostrade, sta-zioni ferroviarie, aeroporti e centricommerciali, compresa la food-courtdel museo del Louvre, serviti dallarete Autogrill. “Ambasciatori delgusto italiano” quali Prosciutto diParma, Parmigiano Reggiano,Salame Felino, Coppa di Parma, epasta tipica (disponibile nei self servi-ce) come tortelli di erbetta e ricotta,fagottini al prosciutto, hanno lette-ralmente “stregato” i consumatorid’Oltralpe. Sono state vendute infat-ti quasi otto tonnellate di prodotti:un bel successo per la partnershipsiglata tra Autogrill France, Cameradi commercio di Parma, Camera dicommercio italiana per la Franciache ha sede a Marsiglia, i consorzidel Parmigiano Reggiano e del Pro-sciutto di Parma, con la collabora-zione operativa di Parma Alimenta-re. Anche in questo caso, un concor-so a premi consentirà ad alcuni con-sumatori francesi di visitare e cono-scere il territorio di origine delle pre-libatezze così apprezzate

AParma, l’Efsa, l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare è stata assegnata nel2003. Ora è arrivato il tempo di un consolidamento. Il 17 ottobre si è svolta la

cerimonia di posa della prima pietra della nuova sede che ha portato nella città duca-le Androula Vassiliou, Commissaria europea per la salute dei consumatori. Una sfida,innanzitutto per i tempi: 20 mesi per realizzare il “cervello” dell’Efsa dove, guidati daCatherine Geslain Laneelle, lavorano 400 persone con intorno 1.500 consulenti scien-tifici. Un super team capace di dare 1.500 pareri su questioni legate alla sicurezza ali-mentare. Sono Unieco di Reggio Emilia e Mingori Costruzioni di Parma a dover met-tere in campo le proprie forze migliori per l’obiettivo. La nuova sede dell’Efsa è l’ope-ra più importante che viene realizzata a Parma da oltre vent’anni. L’edificio, che cre-scerà su un’area di 22mila mq, si svilupperà su dieci piani (oltre il piano terra) più duelivelli interrati e sarà a basso impatto ambientale

Una sfida per realizzare il “cervello” e la struttura

Efsa, posata la prima pietra

IL PROGETTO

Non solo buona tavola, ma anche sicurezza e tecnologiaalla base dell’eccellenza parmense nell’agroalimentare

Cibus Tec compie settant’anni

LA STRATEGIA

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26 OTTOBRE 2009

dato che si sta facendo strada l’ipote-si di una “Panda Made in Usa”, chetanto piacerebbe sia al governo ame-ricano sia a quello italiano.Così, tra i “se” e i “ma” delle mossedel Lingotto oltreoceano, l’unica cer-tezza resta quella di un’apertura a360 gradi delle prospettive di Fiatnegli Stati Uniti e sull’intera scenainternazionale. Un’apertura che siripercuote inevitabilmente sull’interafiliera italiana dell’auto, costituita damigliaia di aziende di grandi, medie epiccole dimensioni che gravitano osono comunque connesse al marchiotorinese.In Emilia-Romagna, dove il numerodi ditte è di 267, l’esempio più signi-ficativo è indubbiamente quello diLandi Renzo, il cui quartier generaleè a Cavriago, Reggio Emilia. Fonda-ta nel ’54 dai coniugi Renzo e Gio-vannina, il gruppo, guidato adessodal figlio Stefano, è leader mondialenel settore dei componenti e dei siste-mi di alimentazione alternativi a Gple metano per autotrazione.Dall’inizio di quest’anno l’azienda èstata scelta da Fiat come fornitore deisistemi Gpl, permettendo alla LandiRenzo di puntare sempre più in alto.“La scelta di Fiat e la sua apertura almercato statunitense – ha più volteaffermato Stefano Landi – fa bensperare per il futuro dell’azienda per-ché ci auguriamo di aprirci a un mer-cato enorme e di acquisire nuoviclienti”.Di sicuro, finora, la produzione èschizzata alle stelle. “La nostra colla-borazione con Fiat – spiega l’ammi-nistratore delegato Claudio Carneva-le – ha rivoluzionato il nostro mododi lavorare: se prima producevamocirca 70-80 installazioni su veicoli algiorno, adesso siamo passati a oltreun migliaio al giorno”. Una crescitaesponenziale che ha costretto azien-da e lavoratori a stare al passo connuovi tempi e nuove esigenze. Basti

pensare che la sfida Fiat-LandiRenzo ha finora portato alla creazio-ne di oltre mille posti di lavoro.“Purtroppo – precisa Carnevale –questi nuovi posti di lavoro nonriguardano tanto l’Emilia-Romagnaquanto le aree vicine agli stabilimen-ti Fiat in cui abbiamo dovuto decen-trare il lavoro, dal Piemonte allaPolonia”. Si tratta comunque di unsegnale importante, da leggere inpositivo, in un momento in cui lacrisi economica e il calo delle imma-tricolazioni si sono fatte pesantemen-te sentire in Italia e nel mondo. “Lacrisi ha avuto ripercussioni su ogniazienda, ma negli ultimi mesi siamofelici di aver notato dei piccoli segna-li di ripresa”, prosegue l’ad, chiaren-do che “se da un lato la recessione fasoffrire il business dell’intera filieraauto, dall’altro si nota un maggioreinteresse verso soluzioni ecologiche ealternative, il cui fatturato sta pianpiano andando in una direzionepositiva”.La strada è lunga, ma i traguardi per

MOTORI

Per una volta l’orgoglio nazio-nale è d’obbligo. L’accordotra Chrysler e Fiat, raggiuntonel maggio scorso, ha ripor-

tato l’Italia al centro dell’attenzionemondiale, aprendo prospettive inim-maginabili per la nostra industriaautomobilistica.“È un momento storico per il gruppo

Fiat e per l’industria ita-liana – ha affermatosubito dopo l’accordol’amministratore dele-gato di Fiat, SergioMarchionne – l’alleanzapermetterà di mettereinsieme la tecnologiaFiat, le sue piattaformee i suoi propulsori, non-ché la sua vasta rete didistribuzione, con il

patrimonio della Chrysler, che hauna forte presenza in Nord Americae lavoratori pieni di talento e inge-gno”.E l’auspicio sta presto divenendorealtà. Mentre il gruppo di managerdi Marchionne sta lavorando alladefinizione del piano di risanamentoe rilancio della Chrysler, prendonopian piano forma nuove ipotesi sullacostruzione di utilitarie italiane al dilà dell’Atlantico.A giugno, la nuova Fiat 500 è sbar-cata oltreoceano, divenendo addirit-tura il simbolo dell’identità italianaper la Festa della Repubblica, quan-do il Console generale d’Italia a NewYork, Francesco Maria Talò, si è pre-sentato alla cerimonia della ricorren-za arrivando a bordo della nuovaversione della “mitica Cinquecento”.E anche se, per il momento, sembrache la produzione della Fiat 500venga spostata dagli Stati Uniti alMessico, a Toluca, per ragioni com-merciali, non è stata invece abbando-nata l’opzione della costruzione diuna vettura italiana di piccole dimen-sioni sul territorio a stelle e strisce,

Con l’accordo Chrysler Fiat si aprono grandi prospettive per la subfornitura regionale

Il Made in Italy corresulle quattro ruote

In prima lineala Landi Renzo

di Reggio Emilia.Che ora punta

all’idrogeno

di G

aia

Tor

zini

Al centro la sede

della Landi

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OTTOBRE 2009 27

lo meno sono chiari. Entro il 2010Fiat ha infatti intenzione di ampliareil portafoglio veicoli con sistemi Gple metano Landi Renzo, di cui giàdetiene il 30% sul sistema italiano,aumentando quindi il numero dellevetture realizzate con questi tipi dialimentazione. E c’è di più. Dal 2007l’azienda emiliana, in collaborazionecon General Motors, sta studiandocome poter mettere a punto un’autoa idrogeno. “L’idrogeno è la naturaleevoluzione del metano – spiegaCarnevale – e nei nostri centri diricerca stiamo valutando in parallelodue tipi di sistemi”. Uno è rappre-sentato dalla modifica del motoretermico tradizionale, mentre l’altro èil cosiddetto sistema “fuel cell”, cheha molte similitudini con il gas meta-no e prevede un motore elettrico ali-mentato da “pile a idrogeno”. “Sullabase dei risultati delle nostre ricerche– conclude Carnevale – sceglieremo ilsistema migliore da installare sullafutura auto a idrogeno. La nostrasperanza, tenendo conto della crisiche ha inevitabilmente rallentatolavori e scadenza, è di riuscire a met-tere sul mercato questo nuovo siste-ma ecologico entro il 2013”. Unsogno per la Landi Renzo, ma ancheper il sistema auto italiano, che soloriuscendo a porsi sfide importantipotrà davvero sperare di trasformarel’attuale crisi economica in nuoveopportunità di business

Per il settore dell’auto, il 2008 e il2009 sono stati anni difficili. Nel

mondo si sono perse 3,6 milioni diimmatricolazioni di veicoli passeggerie commerciali leggeri e 3 milioni diautoveicoli prodotti. Nel 2009, lestime parlano di un calo mondiale del14%.La crisi si è senza dubbio fatta sentireanche in Italia: nel 2008 si è registra-to un calo delle immatricolazioni del13%, seguito da un 2009 meno criti-co a causa degli effetti degli incentivivarati dal governo: da marzo a mag-gio, secondo le ultime stime, la fles-sione è stata del 5%. Questi dati, ine-vitabilmente, hanno avuto ripercus-sioni pesanti sul fatturato di tutta lafiliera italiana: se a marzo del 2009infatti il fatturato complessivo ha regi-strato un calo tendenziale del 15%, ifornitori di componenti hanno vistodiminuire le loro commissioni fino aun calo tendenziale del 17,5%. Fortunatamente Fiat, capofila indi-scussa della filiera nazionale, ha subi-to interpretato la criticità del momen-to come opportunità, muovendosiprima della concorrenza con acquisi-zioni e la ricerca di partner commer-ciali. Nel 2009 il marchio Fiat è diven-tato il terzo per vendite in Germania,primeggia in Brasile con oltre il 25%del mercato ed è tornato a conquista-re il 10% della fetta del mercato autoeuropeo. E quando il capofila della filieraaumenta la taglia e il raggio di azione,i benefici per il resto del cluster di soli-to seguono a ruota. In particolare, l’u-

tilizzo e lo studio di tecnologie puliterappresentano una sfida e un’occa-sione di rilancio per il settore auto ita-liano che, mettendo a punto vetture“pulite”, spera di poter conquistarenuovi clienti e una fetta di mercato inespansione. In base all’ultima indagi-ne della Camera di commercio diTorino (“Osservatorio della compo-nentistica auto veicolare italiana2009”), realizzata in collaborazionecon Anfia (Associazione nazionalefiliera industria automobilistica), risul-ta che le esigenze più pressanti per leaziende italiane, in questo momentodi crisi congiunturale, riguardano lafacilità di ottenere finanziamenti abreve termine: il 70% del campione(costituito da 882 imprese) ha sottoli-neato come maggiore criticità i tempiincerti per l’incasso delle fatture,seguita dalle difficoltà di accedere alcredito e alle garanzie per le impresein condizioni economiche difficili. In Italia, il Piemonte, grazie alla sedeFiat, si conferma “regione dell’auto”per numero di imprese e per fatturato(1.021 ditte con sede legale piemon-tese), seguito da Lombardia (509) edEmilia-Romagna (267). Questi dati dimostrano come il setto-re dell’auto rivesta un ruolo diprim’ordine in Emilia-Romagna equanto sia quindi importante per leditte regionali saper cogliere e sfrutta-re le spinte innovative e le opportu-nità che l’apertura del gruppo Fiatall’estero e lo studio di tecnologie“pulite” potranno rappresentare nelcorso dei prossimi anni

Il capofila tira, la filiera resisteCogliere per tempo le spinte innovative

Questa la mossa vincente della casa torinese

LA STRATEGIA

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28 OTTOBRE 2009

MOTORI

Appassionati e professionistidel settore si sono incon-trati il 14 e 15 ottobre aModenaFiere per la secon-

da edizione di “Motorsport ExpoTe-ch”, la mostra convegno internazio-nale dedicata a 360 gradi al mondodel motorismo da competizione. Unapanoramica di due giorni sul meglio

dell’innovazione, dellatecnologia e della pro-gettazione con la pre-senza di nomi impor-tanti come FerrariAuto, Fiat PowerTrainTechnologies, Lambor-ghini, Pagani, Lotus emolti espositori prove-nienti oltre che dall’Eu-ropa, da Stati uniti,Russia e Dubai.

Con la supervisione del coordinato-re scientifico Assomotoracing e incollaborazione con la facoltà diIngegneria dell’università di Mode-

na e Reggio Emilia, per la due giornimodenese è stato steso un calendariodi incontri dedicati all’elettronica,alla meccanica avanzata e ai processimetallurgici, con una particolareattenzione ai materiali innovativi.Proprio per questo motivo si sonoavviate partnership strategiche conIntermech – la rete di laboratori perla meccanica avanzata – e conDemocenter-Sipe, centro di Innova-zione e Trasferimento Tecnologico. Sono otto i convegni che hannoesplorato le nuove frontiere dell’in-novazione motoristica, da “Motori eveicoli ad alte prestazioni: una sfidaper la ricerca e l’innovazione”, cheha aperto l’edizione 2009 diMotorsport Expotech (incontro tra ilmondo delle aziende e quello univer-sitario), fino a “L’impiego di adesivistrutturali e sistemi di bloccaggionella progettazione meccanica” (pre-sentazione al pubblico di metodi diprogettazione di giunzioni incollate e

strumenti per la progettazione assi-stita), passando, tra gli altri, per ilconvegno “Linee di ricerca del labo-ratorio regionale Intermech sullameccanica avanzata e l’automotive”. Non solo seminari, ma all’internodella manifestazione ha trovato spa-zio anche Compositi Expo-Con-gress, mostra dedicata all’industriadei materiali compositi, a curadell’Associazione Octima, articolatain tre sessioni: settore nautico, aero-nautico e automotive. Con una seriedi relazioni dedicate ai materialiavanzati e innovativi, ai composti avarie matrici e ai relativi processi etecnologie di produzione: dai poli-meri di nuova generazione ai nuoviadesivi strutturali – formulati inmodo da risolvere diverse problema-tiche di giunzione e saldatura deivari tipi di metalli – dalle fibre ibridealle nanostrutture, per tessuti dirinforzo in grado di garantire mag-giore resistenza.

In vetrina il meglio dell’elettronica, della meccanica avanzata e dei materiali all’avanguardia

Motor Sport ExpotechL’innovazione in pista

Propostea tutto campo:

dai “super motori”fino alla city cara emissioni zero

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LA STORIA

La Regione Emilia-Romagna in collabora-zione con la Fondazione Casa Natale Enzo

Ferrari di Modena, e APT Servizi, ha ospitatoper cinque giornate, l’undicesima edizione delWorld Forum for Motor Museums, la con-vention internazionale dei musei a due equattro ruote. Al fine di far conoscere e apprezzare sempremeglio la Motor Valley attraverso tutti i suoimarchi più prestigiosi, il Forum è stato, per laprima volta, itinerante, toccando le sedi diFerrari, Lamborghini e Ducati, con i loro museiaziendali, Maserati e la collezione Righini –custodita all’interno del castello di Panzano aCastelfranco Emilia – il Museo dell’auto emoto d’epoca Umberto Panini e il Museodell’Auto Storica Stanguellini (entrambi a

Modena), la collezione Ferrari MaranelloRosso a San Marino, l’Auditorium Enzo Ferrarie la Camera di commercio di Modena.Le tematiche affrontate nel corso del conve-gno 2009 hanno spaziato dal marketing allapromozione museale, dalle nuove tecnicheespositive per musei dinamici e interattivi allaricaduta del network museale in chiave dimarketing territoriale. A corredo del Forum si sono tenute la serata“Due Ruote”, al Baluardo della Cittadella aModena con centauri di ieri e di oggi e il gior-no successivo, nella splendida cornice delCastello di Panzano, a Castelfranco Emilia (inprovincia di Modena), si sono potute ammi-rare le auto più prestigiose della produzioneemiliano-romagnola

Si chiude l’XI edizione del World Forum for Motor Museum

Le radici della Motor Valley

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OTTOBRE 2009 29

IL CASO

Nell’ambito degli appuntamenti previ-sti da “Motorsport Expotech” per

trattare temi che spaziano dai motori aimateriali innovativi, dalla meccanicaavanzata all’aerodinamica si inserisce ilconvegno “Linee di ricerca del laboratorioregionale Intermech sulla meccanicaavanzata e l’automotive”, organizzato incollaborazione con la facoltà di Ingegne-ria di Modena.Nel corso dell’incontro, moderato daAngelo Andrisano, coordinatore della reteIntermech, sono stati presentati diversiprogetti sviluppati dalla rete dei laborato-ri per la meccanica avanzata. Dalla proce-dura per misurare il moto valvola effettivosu motori ad alte prestazioni al simulatoreveicolare Mectron che oltre a valutare lostato di stress alla guida, adotta il sistemasteer-by-wire, con lo sterzo “scollegato”dalle ruote. E ancora dai software e ban-chi prova per migliorare le performance didurata e rumorosità nelle trasmissioni aingranaggi, ai rivestimenti superficiali per

ottimizzare le prestazioni dei materiali fer-rosi, in modo da ridurre l’usura abrasivaed il coefficiente d’attrito negli accoppia-menti lubrificati (pistone-cilindro, spinot-to-biella).La rete dei laboratori per la mec-canica avanzata Intermech riuni-sce quattro laboratori che metto-no a loro volta al lavoro diversicentri universitari: Lav a Ferrara(Laboratorio metodi di acustica evibrazione), Mectron a ReggioEmilia (Laboratorio di meccatro-nica), Simech (Laboratorio disimulazione e progettazioneintegrata) e Sup&rman (Labora-torio superfici e ricoprimenti per la mec-canica avanzata e la nano meccanica) aModena e due centri che garantiscono iltrasferimento alle imprese delle compe-tenze e delle tecnologie presenti nei labo-ratori, Democenter-Sipe, attraverso il pro-prio centro specializzato Cittamec, eReggio Emilia Innovazione

Ecco le novità presentate dalla rete Intermech

Nasce a Modena l’auto del futuro

Tra le tante proposte esposte si sonopotute ammirare la vettura Indycardi Dallara, azienda automobilisticaparmense, la MotoGp della DucatiCorse, la Db7 OroNero di Bimota,unica moto al mondo omologata auso stradale interamente realizzatain carbonio e le monoposto da com-petizione di Gloria ed Evo Corse. Eancora tra gli espositori è spiccata laEvotek Engineering che ha presenta-to in anteprima l’Advantage MotorsSystem, un kit di conversione chepermette di trasformare un’auto conmotore endotermico in auto elettri-ca. L’azienda di Maranello nei mesiscorsi ha messo a punto il kitEvoteck Electric che consente di tra-sformare una qualunque Smart incity car in grado di viaggiare a emis-sioni zero. Punta sull’ecosostenibi-lità anche “Escorpio 09”, il prototi-po di auto a idrogeno realizzatodagli studenti dell’Itis Leonardo daVinci di Carpi, in grado di percorre-re circa duemila chilometri per ognilitro di benzina, mentre Benelli haesposto nel suo stand telai, gusci escocche in fibra di carbonio e legad’alluminio realizzati con una tecno-logia aeronautica in grado di esclu-dere micromovimenti e vibrazioni. A vincere i premi “Casco per l’inno-vazione e la tecnologia” e “Cascoper la storia e la tradizione”, messi

in palio dalla Conti editore(Autosprint e Motosprint), sonostate la Modelleria Cpc di Modenanel primo caso e Dallara di Parmanell’altro. I premi sono realizzati inmateriali innovativi come titanio efibra di carbonio.“La Camera di commercio di Mode-na – commenta il presidente Mauri-zio Torreggiani – è promotrice esostenitrice, fin dalla prima edizione,della fiera Motorsport ExpoTech,evento ritenuto strategico per la pro-mozione del territorio e dell’impren-ditoria modenese in generale. Siamo

fermamente convinti della assolutavalidità e originalità di questo pro-getto, di cui l’ente camerale ha ancheacquisito recentemente il marchio daModenaFiere: un evento fortementespecializzato e ad altissimo livello,riservato agli operatori professionali,in un settore, quello delle tecnologieper il motorismo sportivo, che è percerti versi la “punta di diamante” deltessuto economico modenese. Lotestimonia il fatto che quando all’e-stero si parla di Modena, la nostracittà viene quasi sempre identificatacon Pavarotti e i motori”. “Un attestato di riconoscimento diquesta nostra fama – ha aggiuntoTorreggiani – è venuto anche dalrecente evento internazionale ‘WorldForum for Motor Museum’. I rap-presentanti dei musei dei motori ditutto il mondo hanno scelto propriola Motor Valley emiliana perambientare la loro undicesima con-vention e per poterne visitare i miticiluoghi simbolo, dalle fabbriche aimusei”

Sotto,Angelo Andrisano, coordinatoredella rete Intermech

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Pubb

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CONGIUNTURA IN EMILIA-ROMAGNA2° trimestre 2009

SEGNALI DI “DISGELO” DOPO UN ANNO DIFFICILE

Il segno meno continua a carat-terizzare tutti gli indicatori eco-

nomici dell’Emilia-Romagna,avviata ad un finale d’ anno anco-ra in salita. Nel secondo trimestredel 2009 è proseguita la decelera-zione produttiva, a conferma delmomento decisamente negativoche si collega ad una crisi interna-zionale che continua a mordere.La produzione manifatturieradell’Emilia-Romagna è diminuitain volume del 16,3 per centorispetto al secondo trimestre del2008, ampliando il calo pari al14,9 per cento già riscontrato neiprimi tre mesi del 2009. Lo stessoè accaduto per il fatturato chepure è diminuito del 18 per cento,traducendo solo in minima parte ilcalo (attorno all’1,5 per cento) deiprezzi praticati alla clientela, chia-ro indice delle difficoltà, con leimprese costrette a comprimere iprofitti pur di restare competitive.Sulla stessa linea gli ordinativi, incalo del 16,2 per cento ed in peg-gioramento rispetto ai primi tremesi del 2009 (-15,4 per cento).Sono queste alcune indicazioniche emergono dall’indagine con-giunturale relativa al secondo tri-mestre 2009 sull’industria mani-fatturiera, realizzata in collabora-zione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Carisbo.Il forte ridimensionamento pro-duttivo ha coinvolto tutte le classidimensionali, con analoga situa-zione in ambito settoriale. Lametalmeccanica ha risentito mag-

giormente, con una flessione del19,3 per cento del fatturato e del15,7 per cento della produzione.Solo il comparto alimentare – cheè a-ciclico e quindi risente menodella fase congiunturale – hasostanzialmente “tenuto”, conuna produzione scesa tendenzial-mente dell’1,6 per cento.Rispetto al totale nazionale il datodell’Emilia-Romagna è – seppur dipoco – più negativo, andamentogiustificato dalla maggior esposi-zione ai mercati esteri.Ogni dimensione d’impresa e lamaggioranza dei settori hannoconcorso quindi alla diminuzionecomplessiva dell’export, pure insofferenza dopo essere stato alungo il vero punto di forza dell’e-conomia regionale: le esportazio-ni sono risultate infatti in calo del9 per cento rispetto allo stesso

periodo del 2008. La flessionecomplessiva (in un arco compresofra il -4,9 per cento di “legno emobili” e il -11,7 per cento di“meccanica, elettricità e mezzi ditrasporto”) ha avuto l’unica ecce-zione delle industrie alimentari, ilcui export è salito, sia pure mode-ratamente (+1,0 per cento). L’ultimo scorcio del 2009 e l’iniziodel 2010 si prospettano in salitasoprattutto sul fronte dell’occu-pazione. L’entità della crisi emer-ge infatti soprattutto dal datodella Cassa integrazione guada-gni. Nei primi nove mesi dell’an-no quella ordinaria di matriceanticongiunturale è aumentatadell’820 per cento, quella straor-dinaria (la cui concessione èsubordinata agli stati di crisi oppu-re a ristrutturazioni) del 186 percento.

Unioncamere Emilia-Romagna:“L’anno si chiude con una forteflessione, mentre il 2010 segneràun’inversione di tendenza seppurminima rispetto ad un terribile2009. Servirà però tempo per tornare sui livelli del 2007 in valori assoluti. Il calo del commercio con l’esteroe degli investimenti in macchinaried attrezzature alla base della diminuzione del prodottointerno lordo”

Carisbo: “Bisogna guardare lontano. Nell’erogare credito alle imprese dovremo contemperare il rischio di creditocon il rischio di mercato: è la via maestra per continuare a sostenere il sistema produttivo in vista della futura ripresa.”

Confindustria Emilia-Romagna:“Segnali di minor pessimismonelle attese delle imprese per lafine 2009, ma gli effetti concretisull’economia sono ancora scarsi.Tempi lunghi per uscire dalla“gelata” e recuperare i livelli produttivi pre-crisi. Occorrono unosforzo straordinario e interventimirati ad agganciare la ripresa”

Filippo CavazzutiAnna Maria Artoni

e Ugo Girardi

OTTOBRE 2009 I

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“Nonostante i primi segnali dimiglioramento, la ripresa dell’eco-nomia mondiale sarà lenta. Unaripresa tipo “diesel” è previstasoprattutto in Italia, già fanalinodi coda in Europa rispetto al ritmodi crescita negli anni precedentialla crisi. Secondo le stime piùrecenti – sottolinea il Segretariogenerale di Unioncamere Emilia-Romagna Ugo Girardi – il Pildell’Emilia-Romagna dovrebbeattestarsi alla fine del 2009 intor-no al -4,5%, ritornando positivonel 2010 (+1%). Il livello sarà piùelevato rispetto al valore naziona-le, stimato rispettivamente al -4,8% nel 2009 e al +0,5% nel2010. Ma in valori assoluti pertornare sui livelli del 2007 servi-ranno nel nostro Paese parecchianni. In Emilia-Romagna alla basedella flessione si riscontra soprat-tutto il calo del commercio estero(-18,7% nel primo semestre) edegli investimenti (-12,1%). Per ritrovare slancio – aggiungeGirardi – le imprese dovranno fareaffidamento sul miglioramentodella situazione economica inter-nazionale, ma anche su azioniintegrate delle Istituzioni per unrecupero ulteriore di competiti-vità. Finora il Patto per attraver-sare la crisi promosso dallaRegione ha consentito unasostanziale tenuta del mercato dellavoro, anche se in autunno i pro-blemi si acuiranno: i motori del-l’apparato produttivo sono rimastiaccesi, contribuendo a tenere leimprese pronte per inserirsi nellafase di ripresa della congiunturainternazionale. A fare la differen-za sarà l’intensità con la quale leimprese, con il supporto delleIstituzioni e del mondo del credi-to, riusciranno ad investire innuovi mercati, innovazione e for-mazione del capitale umano”. “Pur in presenza di una forte fre-nata del ciclo produttivo l’attivitàcreditizia nel secondo trimestredel 2009 continua a tenere –dichiara Filippo Cavazzuti,Presidente di Carisbo – seppur incostante rallentamento soprattut-to nei finanziamenti alle impreseche a luglio in Emilia-Romagnahanno registrato per la prima

volta il segno meno (-0,4%rispetto allo scorso anno), mentrei prestiti alle famiglie si mantengo-no positivi (+1,3%). Per partenostra abbiamo continuato aderogare credito senza porre inessere alcuna stretta, pur a frontedi un’evidente frenata nelle richie-ste di affidamento e ad unaumentato livello di rischio.”“Bisogna guardare lontano eseguire le forze che guideranno leprofonde trasformazioni del siste-ma economico italiano. – prose-gue Cavazzuti – Nell’erogare cre-dito alle imprese dovremo con-temperare il rischio di credito conil rischio di mercato: è questa lavia maestra per continuare asostenere il sistema produttivo invista della futura ripresa. Per con-sentire alle aziende di affrontare leimmediate criticità congiunturaliabbiamo recentemente messo adisposizione ulteriori finanzia-menti sul capitale circolante, stru-menti per il rafforzamento patri-moniale e la possibilità di sospen-sione delle rate per un anno.”"Per la fine del 2009 – afferma laPresidente di ConfindustriaEmilia-Romagna Anna MariaArtoni – emergono segnali diminor pessimismo nelle attesedelle imprese, ma in generale siconferma un clima di forte caute-la e incertezza. Ci vorranno

comunque tempi lunghi perché laripresa possa manifestarsi e arri-vare in modo diffuso alle impresedella regione, specie quelle di piùpiccole dimensioni”.Mentre ad inizio d’anno – secon-do la rilevazione previsionalesemestrale di Confindustria regio-nale su 950 imprese, che integral’indagine Unioncamere – eracirca un imprenditore su 10 adattendersi una crescita della pro-duzione e degli ordini, per ilsecondo semestre 2009 è circa unimprenditore su 5 ad avere aspet-tative di crescita della produzionee degli ordini. Quasi un impren-ditore su due (il 47,7% del totale)prevede stazionarietà nei livelliproduttivi, mentre il 34% siaspetta una riduzione della pro-duzione.Andamenti non dissimili sihanno per le aspettative per ilsecondo semestre sugli ordini,totali ed esteri. Per quantoriguarda gli ordini totali, il20,8% delle imprese ha aspetta-tive di crescita, il 43% di stazio-narietà e il 36% di diminuzione.Circa gli ordini esteri, il 19,4% siaspetta un aumento, il 51,3%una stazionarietà e il 29,3% unadiminuzione. Per quanto riguar-da le aspettative delle impreserispetto alla dimensione, siosserva un leggero minor pessi-

mismo al crescere della dimen-sione aziendale.Emerge un forte impegno delleimprese a mantenere gli attualilivelli occupazionali: quasi treimprenditori su quattro infattiprevedono che l’occupazionerimarrà stazionaria (il 5,4% pre-vede un aumento e il 22,0% unadiminuzione). E’ evidente che suquesto fattore incideranno i tempie l’intensità con cui si concretiz-zerà la ripresa.“Occorre concentrare l'impegnodi tutti – sottolinea la PresidenteArtoni – sulle azioni nel breveperiodo per uscire dalla "gelata"che ha vissuto l'economia regio-nale. Penso alle azioni in grado diaccelerare la ripresa, in particolareil sostegno alla domanda, il raffor-zamento degli investimenti nelleinfrastrutture materiali ed imma-teriali, riattivando gli indispensabi-li flussi di credito alle imprese,anche grazie al potenziamentodei Confidi.In questa fase sono necessariepolitiche e interventi che rafforzi-no le imprese sul versante dellacapitalizzazione, dei processi diaggregazione, del sostegno agliinvestimenti specie in ricerca,innovazione ed internazionalizza-zione nell'obiettivo di migliorarela capacità competitiva del siste-ma Emilia-Romagna".

Quadro internazionale: tasso di variazione del prodotto interno lordo

Fonte: Imf, World Economic Outlook, October 2009

II OTTOBRE 2009

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Il secondo trimestre del 2009 haconfermato il momento decisa-

mente negativo emerso nei tremesi precedenti. La produzione dell’industria insenso stretto dell’Emilia-Romagnaè diminuita in volume del 16,3per cento rispetto al secondo tri-mestre del 2008, ampliando il giàsensibile calo riscontrato nel tri-mestre precedente, pari al 14,9per cento. L’andamento regionalesi è calato in un contesto genera-le di analogo tenore. In Italia enel Nord-est sono state rilevateflessioni rispettivamente pari al16,0 e 16,1 per cento. Il brusco ridimensionamento pro-duttivo ha visto il concorso ditutte le classi dimensionali. Il calo

più accentuato, prossimo al 18per cento, è stato nuovamenterilevato nelle imprese da 10 a 49dipendenti, ripetendo nellasostanza quanto emerso nei primitre mesi. Nelle piccole e grandiimprese la diminuzione è apparsarelativamente più contenuta,prossima al 16 per cento, maanche in questo caso c’è stato unpeggioramento della diminuzioneregistrata nel primo trimestre. In ambito settoriale, è emersa unasituazione analoga a quella osser-vata nelle classi dimensionali, nelsenso che nessun settore è risulta-to esente da cali. L’unico che haevidenziato una diminuzionesostanzialmente contenuta èstato quello alimentare, la cui pro-

duzione è scesa tendenzialmentedell’1,6 per cento, in contro ten-denza rispetto al moderato trendespansivo dei dodici mesi prece-denti (+0,5 per cento). Nei rima-nenti settori, le flessioni sono statetutte a due cifre, in un arco com-preso tra il -15,6 per cento delle“altre industrie” (il gruppo com-prende, tra le altre, chimica elavorazione minerali non metalli-feri) e il -26,8 per cento delleindustrie dei metalli. In tutti i casisi sono avuti andamenti peggioririspetto alla già pesante situazio-ne del primo trimestre. Un sensi-bile contributo al calo generale èvenuto dal settore più consisten-te in termini di addetti, ovvero lameccanica, elettricità e mezzi ditrasporto, che ha accusato unadiminuzione del 15,7 per cento,leggermente superiore al calo del15,2 per cento riscontrato neiprimi tre mesi, oltre che in nettacrescita rispetto al trend negativodel 4,5 cento registrato nei dodicimesi precedenti.Il fatturato ha ricalcato quantoregistrato per la produzione. Nelsecondo trimestre è diminuitotendenzialmente in valore del18,0 per cento, traducendo soloin minima parte il calo, attornoall’1,5 per cento, dei prezzi prati-cati alla clientela. La diminuzionetendenziale dei prezzi è anch’essaun sintomo delle difficoltà delmomento, con le imprese costret-te a comprimere i profitti, se nonazzerarli, pur di restare competiti-ve. Rispetto al trend dei dodici

CONGIUNTURA DELL’INDUSTRIAARTIGIANATO E COSTRUZIONI2° trimestre 2009

Quadro nazionale: tasso di variazione delle variabili di conto economico e rapporto tra indebitamento della pubblica amministrazione e Pil.

Fonte: Prometeia, Rapporto di previsione, 16 ottobre 2009

OTTOBRE 2009 III

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mesi precedenti, c’è stato un fortepeggioramento prossimo ai quat-tordici punti percentuali. L’Emilia-Romagna ha inoltre evi-denziato una situazione più nega-tiva rispetto sia al Paese, che allacircoscrizione Nord-orientale, chehanno accusato rispettivamenteflessioni del 14,1 e 14,9 percento.In ambito settoriale, c’è stato ungenerale peggioramento rispettoall’evoluzione del primo trimestree al trend dei dodici mesi prece-denti. L’unico settore che è riusci-to relativamente a tenere è statoquello alimentare, che ha registra-to una diminuzione tendenzialecontenuta (-2,8 per cento), tutta-via di segno opposto al trend(+0,5 per cento). Negli altri com-parti il ventaglio di flessioni è statocompreso tra il 28,7 per centodell’industria dei metalli e il 13,6per cento delle industrie dellamoda.Sotto l'aspetto della classe dimen-sionale sono state le grandiimprese, da 50 a 500 dipendenti,ad accusare il calo tendenziale piùaccentuato (-18,9 per cento),determinato solo in minima partedalla diminuzione di circa l’1 percento dei prezzi praticati allaclientela. Nell’ambito delle piccole

imprese, da 1 a 9 dipendenti, èstata rilevata una flessione prossi-ma al 18 per cento, decisamentepiù ampia rispetto al trend deidodici mesi precedenti (-4,3 percento). Un analogo andamentoha riguardato le imprese di mediadimensione, da 10 a 49 dipen-denti, che hanno visto scendere levendite del 16,5 per cento, supe-rando di dodici punti percentuali iltrend negativo dei dodici mesiprecedenti. Ai forti cali di produzione e fattu-rato non poteva essere estranea ladomanda, che è apparsa tenden-zialmente in calo del 16,2 percento. Come osservato per pro-duzione e fatturato, anche gliordinativi sono apparsi in peggio-ramento rispetto al trend (-5,9per cento) e all’evoluzione deiprimi tre mesi del 2009 (-15,4 percento).Il risultato peggiore, rappresenta-to da una flessione tendenzialedel 27,1 per cento, ha riguardatonuovamente le industrie deimetalli, seguite da quelle mecca-niche, elettriche e mezzi di tra-sporto, la cui diminuzione del16,7 per cento si è distinta sensi-bilmente dall’andamento negati-vo dei dodici mesi precedenti (-5,5 per cento). Solo un settore

aciclico quale l’alimentare ebevande è riuscito a limitare leperdite (-1,5 per cento), a frontedella sostanziale stabilità rilevatanei dodici mesi precedenti (+0,1per cento). Per quanto concerne la dimensio-ne d’impresa, è stata confermatala difficile situazione di quellemedie, da 10 a 49 dipendenti, chehanno accusato il calo tendenzia-le più elevato (-17,3 per cento),superiore di circa undici punti per-centuali nei confronti del trend.Nelle altre dimensioni d’impresa laflessione della domanda è appar-sa meno accentuata, ma nonmeno grave in quanto ha oscilla-to attorno al 16 per cento. Le imprese esportatrici hannoinciso per il 32,3 per cento deltotale, rispetto al 29,6 per centonazionale e 40,0 per cento nord-orientale, in recupero rispetto altrend, prossimo al 25 per cento,dei dodici mesi precedenti. In ambito settoriale, la maggiorepropensione all’export è stataregistrata nelle industrie meccani-che, elettriche e dei mezzi di tra-sporto, con una quota pari al 47,6per cento. Quella più ridotta, parial 17,2 per cento, ha riguardato imetalli. Nelle classi dimensionali siconferma la scarsa propensione al

commercio estero della piccoladimensione da 1 a 9 dipendenti,la cui quota si è attestata al 26,0per cento, a fronte del 39,1 e 71,6per cento rispettivamente dellamedia e grande dimensione. Lastessa gerarchia si riscontra nelNord-est e nel Paese. Riguardo al l’incidenza dell’ex-port sul fatturato delle aziendeesportatrici, emerge in Emilia-Romagna una percentuale del37,0 per cento, inferiore di circatre punti percentuali rispetto siaalla media nazionale che Nord-orientale. Rispetto all’andamentomedio dei dodici mesi precedenti,c’è stato un peggioramento dicirca cinque punti percentuali.Ancora una volta sono state leimprese esportatrici meccaniche,elettriche e dei mezzi di trasportoa realizzare la quota più elevata difatturato sui mercati esteri (49,2per cento).L’andamento delle esportazioni èstato caratterizzato da un decre-mento tendenziale superiore al 9per cento, che si è anch’essodistinto negativamente dal trenddei dodici mesi precedenti (-1,1per cento). L’Emilia-Romagna haevidenziato un andamento menonegativo rispetto a quanto rileva-to nel Paese (-12,3 per cento), mapeggiore se rapportato al Nord-est (-2,6 per cento). La maggio-ranza dei settori ha contribuitoalla flessione complessiva, in unarco compreso fra il -4,9 percento di “Legno e mobili” e il -11,7 per cento di “Meccanica,elettricità e mezzi di trasporto”L’unica eccezione è venuta dalleindustrie alimentari, il cui export èsalito, sia pure moderatamente(+1,0 per cento). Ogni dimensione d’impresa haconcorso alla diminuzione com-plessiva dell’export. Il calo piùaccentuato ha riguardato lamedia impresa da 10 a 49 dipen-denti (-11,4 per cento), dopo iltrend di crescita zero riscontratonei dodici mesi precedenti. Dasottolineare la flessione del 10,5per cento registrata nelle impresedi minori dimensioni, da 1 a 9dipendenti, che ha interrotto unafase positiva durata dieci trimestri,

-0,6-3,0 -4,6

-10,9

-18,8

-2,2-4,0

-6,1

-17,4 -18,4 -20,0

-10,0

0,0

-1,3-4,0

-6,0

-12,4-18,4

-2,7 -4,3-8,0

-17,7 -19,4 -20,0

-10,0

0,0

-1,5-3,3

-7,1

-13,9

-18,9

-2,9 -4,2-7,6

-17,7 -18,3-20,0

-10,0

0,0

2t08 3t08 4t08 1t09 2t09

Emilia-Romagna Italia

Manifattura: 2° trimestre 2009

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna, Area Studi Unioncamere, Indagine congiunturale sull'industria

IV OTTOBRE 2009

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tra il quarto 2006 e il primo 2009.Nella dimensione maggiore, da50 a 500 dipendenti, è stata rile-vata una diminuzione dell’8,2 percento, che ha consolidato la ten-denza negativa in atto dall’estatedel 2008.I dati Istat relativi all’export deiprimi sei mesi del 2009 hannoregistrato una situazione moltonegativa, con accenti mai riscon-trati in passato. Le esportazionidell’industria in senso stretto sonoammontate a circa 17 miliardi e601 milioni di euro, vale a dire il26,8 per cento in meno rispettoall’analogo periodo del 2008. Isoli prodotti metalmeccanici, chein Emilia-Romagna costituisconopiù della metà dell’export, hannoaccusato una flessione del 33,7per cento, con punte del 38,2 e36,1 per cento relative rispettiva-mente ai prodotti metallurgici emezzi di trasporto.Il periodo di produzione assicura-to dal portafoglio ordini è rimastosotto i due mesi, confermando lasituazione dei primi tre mesi del2009. Anche questo è un chiarosegnale della particolare pesan-tezza della crisi economica, datoche nei cinque anni precedentinon si era mai scesi sotto la sogliadei due mesi. Lo sfasamento temporale cheintercorre tra la richiesta di Cassaintegrazione guadagni e la relati-va autorizzazione Inps, fa si che iprimi sei mesi del 2009 possanoavere ereditato situazioni riferiteagli ultimi mesi del 2008, ed èquindi necessaria una certa caute-la nella valutazione dei dati. Ciòpremesso, le ore autorizzate diCassa integrazione guadagni dimatrice anticongiunturale sonosalite dalle 895.772 dei primi seimesi del 2008 ai 13 milioni e 286mila dell’analogo periodo del2009. In Italia si è passati da 24milioni e 648 mila a 227 milioni e373 mila ore. I dati messi a disposizionedall’Inps hanno riflesso in pieno ildifficile momento congiunturalerilevato dall’indagine congiuntu-rale del sistema camerale emilia-no-romagnolo. Ogni settoreindustriale ha accusato aumenti,

con una particolare sottolineaturaper quello meccanico, le cui oreautorizzate sono salite da417.193 a 9.789.252. Se rapportiamo le ore autorizzatealla consistenza degli occupati alledipendenze in essere nel 2008,possiamo vedere che l’Emilia-Romagna è tuttavia risultata tra leregioni relativamente meno colpi-te, registrando l’ottavo miglioreindice nazionale, con 29,01 orepro capite, a fronte della medianazionale di 53,51 ore. Le oreautorizzate per interventi di carat-tere straordinario, la cui conces-sione è subordinata agli stati dicrisi oppure a ristrutturazioni ecc.sono aumentate anch’esse, anchese in misura relativamente menoaccentuata rispetto agli interventidi matrice anticongiunturale. Neiprimi sei mesi del 2009 ne sonostate autorizzate circa 2 milioni850 mila contro 1 milione 299dell’analogo periodo del 2008,per un incremento percentualedel 119,3 per cento, più sostenu-to di quanto rilevato nel Paese(+67,6 per cento). La crescitadella Cassa integrazione guadagnistraordinaria è stata determinata,in primo luogo, dai nuovi incre-menti rilevati nei settori metal-meccanico e della trasformazione

dei minerali non metalliferi. Nelcaso degli interventi straordinari,l’intervallo di tempo che intercor-re tra richiesta e autorizzazioneInps è significativamente superio-re a quello che si registra relativa-mente alla cig ordinaria, che è disolito compreso tra uno e duemesi. Pertanto i primi sei mesi del2009 potrebbero avere riflessosituazioni che appartengono nellasostanza al 2008. Al di là dell’au-mento, il fenomeno assume tut-tavia proporzioni relativamentecontenute, se rapportato all’occu-pazione alle dipendenze. In que-sto caso l’Emilia-Romagna haregistrato il terzo migliore valorepro capite nazionale, con 6,22 oreautorizzate per dipendente.Per quanto concerne la movimen-tazione avvenuta nel Registrodelle imprese, nel secondo trime-stre del 2009 il saldo fra iscrizionie cessazioni dell’industria in sensostretto – non sono considerate lecancellazioni di ufficio che esula-no dall’aspetto meramente con-giunturale - è risultato negativoper 77 imprese, in contro tenden-za rispetto all’attivo di 220 riscon-trato nell’analogo periodo del2008. La consistenza delle impre-se attive, pari a fine giugno 2009a 57.914 unità, è tuttavia appar-

sa in crescita dello 0,4 per centorispetto all’analogo periodo del2008 (+2,1 per cento in Italia). Lasostanziale tenuta della consisten-za delle imprese è da attribuireall’afflusso netto di quasi 150imprese, dovuto alle variazioniintervenute all’interno delRegistro delle imprese. A guidarela crescita sono state le società dicapitale (+6,4 per cento), chehanno colmato i vuoti emersinelle società di persone (-0,9 percento), nelle imprese individuali (-2,2 per cento) e nelle altre formesocietarie (-0,8 per cento).

Artigianato manifatturieroNel secondo trimestre del 2009 èemersa una situazione che haampliato i risultati pesantementenegativi emersi nei primi tre mesi. La produzione è diminuita del18,4 per cento rispetto al secondotrimestre del 2008, in peggiora-mento rispetto al trend registratonei dodici mesi precedenti (-5,9per cento). In Italia è stata rileva-ta una situazione ancora piùnegativa, rappresentata da unaflessione del 19,4 per cento. Per le vendite è stato registrato uncalo del 18,8 per cento, e anchein questo caso dobbiamo annota-re il sensibile peggioramento nei

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna, Area Studi Unioncamere, Indagine congiunturale sull'industria

Giacenze di magazzino: i giudizi delle imprese. Percentuale di imprese che ha dichiarato le giacenze…, per settori e classe dimensionale. 2° trimestre 2009

OTTOBRE 2009 V

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Quaderni&documenti

confronti dell’evoluzione mediadei dodici mesi precedenti, pari a-4,8 per cento. Questo andamen-to si è coniugato alla diminuzione,prossima all’1 per cento, dei prez-zi praticati alla clientela. Comesottolineato per l’industria, anchel’artigianato è stato indotto acomprimere i profitti, se nonazzerarli, pur di restare competiti-vo.Note ugualmente negative perl’andamento nazionale, che èstato caratterizzato da una flessio-ne del fatturato del 18,4 percento, appena inferiore a quellariscontrata in regione.Ai pesanti cali di produzione evendite si è aggiunta la pesanteflessione, prossima al 19 percento, degli ordinativi. Rispetto altrend dei dodici mesi precedenti èemerso un peggioramento supe-riore ai dodici punti percentuali. InItalia è emersa una situazionenegativa sostanzialmente analo-ga, rappresentata da una flessio-ne degli ordinativi pari al 18,3 percento.Per quanto riguarda l’export, lepoche imprese artigiane esporta-trici manifatturiere - la percentua-le si è attestata attorno al 12 percento, contro il 32,3 per centodell’industria - hanno destinatoall’estero quasi il 16 per cento

delle loro vendite, in misura moltopiù contenuta rispetto all’evolu-zione media dei dodici mesi pre-cedenti (26,9 per cento). La ridot-ta percentuale di imprese artigia-ne esportatrici sul totale è unfenomeno strutturale, tipico dellepiccole imprese. L’andamentodelle esportazioni è risultatonegativo (-8,3 per cento), disco-standosi sensibilmente dal trendmoderatamente negativo rilevatonei dodici mesi precedenti (-0,2per cento). In Italia l’export arti-giano è diminuito del 12,7 percento.Le conseguenze della crisi econo-mica sulla consistenza delleimprese artigiane manifatturierenon sono mancate. A fine giugno2009 quelle attive sono ammon-tate a 39.193 unità, con undecremento del 2,3 per centorispetto all’analogo periodo del2008.

Industria delle costruzioniNel secondo trimestre del 2009 èstato registrato un andamentodeludente, che ha consolidato latendenza negativa in atto dall’e-state del 2008. Il volume d’affari è risultato indiminuzione tendenziale del 2,8per cento, in leggero peggiora-mento rispetto al trend dei dodici

mesi precedenti (-1,7 per cento).Nel Paese è stato registrato unandamento ancora più negativo,rappresentato da una flessionedel 7,0 per cento, più ampia diquasi tre punti percentuali rispet-to al trend. Il basso profilo del fatturatoriscontrato in Emilia-Romagna nelsecondo trimestre del 2009 èstato determinato da tutte le clas-si d’impresa, in un arco compresotra il -1,5 per cento delle medieimprese da 10 a 49 dipendenti e il-4,8 per cento di quelle grandi da50 a 500 dipendenti. In ogniambito dimensionale c’è stato, siapure con diversa intensità, unpeggioramento del trend. Per quanto concerne la produzio-ne, la percentuale di imprese cheha registrato diminuzioni rispettoal secondo trimestre del 2008 èstata del 30 per cento, a fronte diappena il 4 per cento che ha inve-ce dichiarato un incremento. E’insomma emerso un andamentoancora negativo, anche se in ter-mini meno accentuati rispetto alprimo trimestre 2009, quando lapercentuale di imprese che aveva-no diminuito la produzione eraattestata al 55 per cento. Il ridi-mensionamento è stato determi-nato da tutte le classi dimensiona-li, con una particolare accentua-

zione in quella da 50 a 500 dipen-denti, la cui percentuale di impre-se orientata al calo ha superato lametà del campione. Sotto l’aspetto della movimenta-zione delle imprese, nel secondotrimestre del 2009 il saldo fra iscri-zioni e cessazioni – non sonocomprese le cancellazioni d’ufficioche non hanno alcuna valenzacongiunturale – è apparso negati-vo per un totale di 84 imprese,rispetto all’attivo di 503 riscontra-to nell’analogo periodo del 2008.Quanto alla consistenza delleimprese attive è ammontata afine giugno 2009 a 74.187 unità,vale a dire lo 0,2 per cento inmeno rispetto all’anno preceden-te. Lo spessore della crisi in attoha raffreddato la tendenza espan-siva della compagine imprendito-riale in atto da lunga data. A sof-frire maggiormente sono state leforme giuridiche personali –società di persone e imprese indi-viduali – la cui consistenza si èridotta rispettivamente del 2,1 e1,5 per cento. Segno opposto perle società di capitale, che hannoconsolidato la tendenza al raffor-zamento, in linea con l’andamen-to generale. A fine giugno 2009ne sono state conteggiate 9.815attive contro le 9.074 dell’analo-go periodo dell’anno precedente.

La previsione per il 2009L’Area studi e ricerche diUnioncamere Emilia-Romagna, incollaborazione con Prometeia, hapredisposto lo scenario di previ-sione economica dell’Emilia-Romagna fino al 2011. Nella stima redatta nello scorsosettembre si può notare che sarà il2009 a pagare il prezzo più altodella crisi economico finanziariache ha avuto origine nell’estatedel 2007, a causa dell’insolvenzadei mutui ad alto rischio statuni-tensi. Per l'Emilia-Romagna siprevede una diminuzione realedel Pil pari al 4,8 per cento, piùampia rispetto alla previsione del3,7 per cento effettuata a mag-gio. Dal 1970 ad oggi non era maistata rilevata una diminuzione ditale ampiezza. Nel 2010 l’economia dell’Emilia-Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna - Prometeia, Scenario economico provinciale, settembre 2009

-0,8

-7,0

-2,5

-0,5

-2,6

-4,8

-17,7 -18,7

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0,8 1,12,9

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-20,0

-16,0

-12,0

-8,0

-4,0

0,0

4,0

Prodotto interno lordo

Import Export Consumiprivati

Investimentifissi lordi

2008 2009 2010

Scenario regionale: tasso di variazione delle variabili di conto economico.

VI OTTOBRE 2009

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Quaderni&documenti

Romagna dovrebbe tornare a cre-scere, in misura tuttavia relativa-mente contenuta (+0,8 percento), per poi accelerare nell’an-no successivo (+1,7 per cento).Gli effetti sull’occupazionedovrebbero tuttavia avvertirsi solonel 2011. Il 2010 sembra destina-to a vedere ridurre la consistenzadegli occupati e crescere il nume-ro delle persone in cerca di occu-pazione.Il 2010 sembra configurarsi comeun anno di transizione verso unperiodo nel quale la ripresadovrebbe prendere un certo vigo-re, ma dalla crisi in atto, la peg-giore del secondo dopoguerra, sipotrà uscire solo lentamente.

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna - Prometeia, Scenario economico provinciale, settembre 2009

Scenario regionale: tasso di variazione del valore aggiunto settoriale.

L’ Unioncamere Emilia-Romagna e le Camere di commercio della regione hanno aderitoal progetto CRM (Customer Relationship Management) “Ciao Impresa”, avviato nel2003 dall’Unioncamere nazionale. Il Customer relationship mangement è volto ad aumen-tare la conoscenza più approfondita dell’utenza ed impostare azioni di informazione, sustrumenti come fax, posta tradizionale, e-mail e sms. L’obiettivo è di inviare comunica-zioni specifiche e veicolare notizie più mirate alle attività di impresa e professionali, suconvegni, iniziative e servizi nel campo dell’internazionalizzazione, della formazione delcapitale umano, della responsabilità sociale d’impresa, del trasferimento dell’innovazionetecnologica, della semplificazione amministrativa ed altri. Attualmente, la piattaforma regionale CRM conta oltre 6000 iscritti. In questa ottica,anche “Econerre”, unica pubblicazione periodica regionale interamente dedicata all’eco-nomia del territorio, vuole caratterizzarsi sempre più come strumento per i suoi destina-tari: imprenditori, amministrazioni ed enti pubblici, organizzazioni economiche, profes-sionali e sindacali. Per questo chiediamo a voi, gentili lettori, di dedicarci pochi minuti di attenzione e di con-tattare la segreteria di redazione c/o Unioncamere Emilia-Romagna viale Aldo Moro, 6240127 Bologna, via fax allo 051 6377050 o telefonicamente allo 051 6377011 per segna-lare eventuali errori nell’indirizzo postale a cui viene inviata la rivista o indicare altri let-tori interessati a ricevere gratuitamente la pubblicazione.

E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

EnergiaUn raggio di solelungo la via Emilia

InchiestaIl peggio è passatoLa ceramica riparte

FocusRavenna, insiemeper tornare a crescere

SettoriIl futuro della pescapassa dalle aggregazioni

SETTEMBRE2009

Imprese e lavoratori, sindacati e associazionidi categoria, istituzioni locali e regionali.Tutti insieme per ammortizzare gli effettidella crisi sull’industria e sull’occupazione.Un ritorno alla “buona concertazione”,che sta producendo i risultati sperati

ScenariAnche la ricercaha la sua “notte bianca”

Un “patto”per attraversarela crisi

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CREDITO

Danno attenzione ai biso-gni delle comunità dovesono radicate e ne pro-muovono lo sviluppo. Per

questo, le Fondazioni di origine ban-caria possono essere definite motoridell’economia e della qualità dellavita dei territori di cui contribuisco-no a riaffermare l’identità e la coe-sione sociale. È la fotografia scattataal convegno nazionale “Fondazionie Banche, i sistemi economici loca-li”. L’evento organizzato dalla Fon-dazione Cassa di Risparmio diCento e dalla Cassa di Risparmio diCento spa per concludere le celebra-zioni del centocinquantesimo anni-versario, è stata una opportunità perriflettere innanzitutto sul rapportotra etica, finanza ed economia.“Il problema non è la finanza in sé,né il mercato, luogo che deve acco-gliere la funzione economica – hasostenuto il presidente della Cameradei Deputati, Gianfranco Fini –quanto i mancati controlli da partedelle istituzioni preposte”. Nonserve quindi uno statalismo anacro-nistico, ma piuttosto “una finanzaetica che applichi le regole”. Nel

rapporto con l’economia “la centra-lità della politica deriva dal suo rap-presentare la polis, la comunità”.Dunque è l’“interesse generale” che,nel momento di una crisi, può esse-re colto come base “per cambiare,per dare regole certe, per investirenell’innovazione – ha auspicato ilpresidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani – in unavisione di lungo periodo puntandosu una diversa ispirazione etica nel-l’agire economico che privilegialavoro, occupazione e credito allepiccole imprese”. Insomma, lacostruzione continua dell’identità diun territorio, dove centrale è il ruolodelle banche e delle Fondazioni ban-carie.In Emilia-Romagna, sono 19 leFondazioni sulle 89 esistenti inItalia. “Sono realtà dotate di dispo-nibilità patrimoniale importante e distorico radicamento – ha dettoMilena Cariani, presidente delleFondazione Caricento – che permet-te di integrare l’intervento statale insettori cruciali. Le Fondazioni cerca-no di operare come “ponti fiduciari”tra i vari attori, secondo uno schema

che, oltre a prevedere un supportofinanziario per i progetti, sappiadare un contributo decisivo al soste-gno di quella rete fondamentale diassociazioni, fondazioni, onlus, coo-perative e imprese sociali”.Coesione sociale, sviluppo sostenibi-le, riqualificazione dei territori, sup-porto alla competitività: su questelinee “siamo in campoda tempo – ha rivendi-cato Giuseppe Guzzet-ti, presidente dell’Acri,l’associazione che riu-nisce le Fondazioni diorigine bancaria e leCasse di Risparmio –per dare concretaattuazione al principiodi sussidiarietà”, chesignifica integrare l’in-tervento pubblico “cercando diessere non tanto solo sportello ero-gatore di servizi di interesse genera-le o pubblica utilità, ma soggettoattivo per rispondere ai bisogni dellecomunità”. Le Fondazioni vannoconsiderate una “infrastrutturaimmateriale” che, sostenendo i pro-getti dei corpi sociali intermedi

Fondazioni bancarie a convegno: “No allo statalismo, sì alle regole e alla finanza etica”

La coesione socialealla base dello sviluppo

Il punto in occasionedel 150° anniversariodi Caricento. Semprepiù importante il ruolodelle 19 Fondazioni

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Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri

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32 OTTOBRE 2009

CREDITO

di vetro di democrazia, di partecipa-zione responsabile e di solidarietà.Le banche, molto legate ai territori,sono ben patrimonializzate e incre-mentano il credito verso le imprese”.La recessione ha premiato l’equili-brio e la responsabilità degli istitutidi credito italiani, che hanno saputoreggere l’impatto sostenendo leaziende. Le difficoltà però, è statosottolineato nella tavola rotondadedicata ai sistemi economici locali eal rapporto con le banche, coordina-ta dall’economista Fabrizio Onida edal direttore generale di Caricento,Ivan Damiano, potrebbero esseredietro l’angolo. In particolare, haavvertito Giuseppe Lusignani vice-presidente di Prometeia, “le piccolebanche sono molto esposte alle sof-ferenze e il ciclo economico attuale èancora difficile. La redditività dellebanche calerà e l’onere di sostenerele imprese locali non potrà rimaneresolo sulle spalle delle piccole aziendedi credito”

“diventa fattore di consolidamentodella democrazia, realizzando il plu-ralismo economico e sociale, quan-do allo Stato e al mercato si affiancaun terzo pilastro, quel privato socia-le che genera risorse, produce occu-pazione, dà un contributo al Pil delPaese e ha potenzialità ancora ine-spresse”. Nella globalizzazione, ilruolo delle Fondazioni dovrà semprepiù indirizzarsi “anche alla valoriz-zazione delle risorse umane e dellacapacità di innovazione”.La crisi finanziaria internazionale haspazzato via le critiche mosse ai col-legamenti tra le Fondazioni e le ban-che partecipate a cui le prime hannoconsentito di svolgere appieno laloro attività a sostegno dell’econo-mia reale. “Tra banche e Fondazioni– ha spiegato Antonio Patuelli, vice-presidente dell’Abi – c’è legame dialti valori etici e sociali che attiva uncircuito virtuoso: nei territori, gliutili ricadono proficuamente in atti-vità sociali. Le Fondazioni sono case

La nascita delle Fondazioni di origine bancariarisale – sotto la spinta esercitata da due

Direttive europee in materia creditizia – alla leggedelega n. 218 del 1990 (c.d. legge “Amato”).L’obiettivo era di trasformare le banche pubblichee le Casse di Risparmio in società per azioni, inmodo da adeguare il sistema creditizio italianoalla normativa europea, accentuare le caratteristi-che imprenditoriali delle banche; favorirne la rica-pitalizzazione; creare condizioni di parità sul mer-cato del credito.Questa riforma portò alla separazione dell’attivitàcreditizia, scorporata e attribuita alle Casse diRisparmio spa e alle Banche del Monte spa, daquella filantropica assegnata alle Fondazioni. Per realizzare questo processo il legislatore attri-buì alle Fondazioni bancarie il ruolo di azionista dimaggioranza delle banche da privatizzare. Ildecreto legislativo 153/99, emanato in attuazio-ne della legge delega 461/90 (c.d. legge Ciampi),stabilì per le Fondazioni la necessità di dismetterela partecipazione di controllo nelle società banca-rie. Questo decreto definisce “persone giuridichesenza fini di lucro” le Fondazioni che, create cosìcome soggetti nuovi e originali, riccamente patri-monializzati, perseguono obiettivi di pubblica uti-lità e di benessere collettivo.In più occasioni contestata, la natura privatarivendicata dalle stesse Fondazioni di origine ban-caria, è stata definitivamente sancita dalla CorteCostituzionale nel 2003 con le sentenze 300 e301, che hanno posto le condizioni perché leFondazioni di origine bancaria possano giocareun ruolo diverso da quello inizialmente immagi-nato – prima custodi di partecipazioni azionarie epoi ancelle delle Amministrazioni pubbliche, loca-li o nazionali – ma non per questo meno rilevan-te per il benessere delle comunità. In particolare,recita la sentenza 300, le Fondazioni sono “entiprivati, senza fine di lucro con piena autonomiastatutaria e gestionale”, e “parte importante del-l’organizzazione delle libertà sociali”

Dalle Direttive comunitariealla sentenza della Corte

Libere e private

EVENTI

Ha festeggiato 150 anni con il motto“creiamo valore senza rinunciare ai

valori”. Nel tempo ha arricchito il suoterritorio e oggi trova concretizzate indue entità – la Cassa di Risparmio spa ela Fondazione – le sue missioni fonda-mentali, ben identificabili: creditizia efilantropica. Missioni precise affidate adue soggetti diversi, i quali trovano, nellacomune radice, il background valorialecondiviso che consente quella sinergia diobiettivi capace di continuare a genera-re, per la comunità di riferimento, unosviluppo fatto di benessere economico,ma anche di crescita civile e sociale. LaCassa Centese è tra le poche (una dozzi-na) a essere rimaste autonome, ossiacontrollate dalle rispettive Fondazioni. Il costruttivo rapporto tra la Fondazionee la Cassa, non solo ha finora permessoa quest’ultima di mantenere un’autono-mia storica, ma soprattutto continua adarticolare risposte solidali anche sul pianoeconomico, come per esempio le agevo-lazioni per quelle imprese che in unmomento congiunturale difficile inten-

dono ricapitalizzare o avviare piani diinternazionalizzazione.“Il rapporto con la clientela – sottolineail presidente di Caricento Vilmo Ferioli –richiede trasparenza e lealtà. È quello cheha contraddistinto la nostra Cassa inquesti 150 anni, condotti sempre fra econ la gente”

Chiuse le celebrazioni per i 150 anni della “Cassa” centese

“Creare valore senza rinunciare ai valori”

LA STORIA

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34 OTTOBRE 2009

CREDITO

giorni di tempo per rispondere,applicherà le condizioni previste inbase alla fascia di merito in cui ècollocata l’azienda (ne sono stateindividuate quattro) e invia l’incar-tamento alle associazioni di catego-ria, che avvierà a loro volta un iterper migliorare il merito di creditodell’impresa. I risparmi previsti,anche per le aziende in grado dioffrire meno garanzie, che sono inrealtà le più numerose arrivandoall’80% del totale, possono coprirefino al 20% delle spese. Per Fabio Giovannini, presidentevicario di Cna, la sottoscrizione del-l’accordo è “un segnale che si comin-cia a credere nelle Pmi, che si scom-mette sul sistema delle piccole e pic-colissime imprese, che troppo spessohanno pagato gli errori dei grandigruppi. Dar loro fiducia significa per-mettere a queste aziende di stare agalla”. L’intesa è accompagnata daun protocollo operativo per le singo-le filiali degli istituti di credito, inmodo che non ci siano ritardi nel-l’applicazione delle direttive. Non

solo: allo studio di associazioni dicategoria e banche c’è la possibilitàdi applicare la moratoria sui debitianche a quelle aziende che abbianobeneficiato di credito agevolato econtributi pubblici (al momentoescluse dal provvedimento). Questa sul credito è solo una delletante iniziative che Cna regionale staportando avanti a supporto delleimprese artigiane in questo duromomento di crisi. Adesso, rileval’Osservatorio di Cna Emilia-Romagna, la crisi morde meno e lafase recessiva rallenta, ma è ancorapresto per dire quando si avvierà laripresa. È una situazione ancoramolto incerta, che in Cna si descrivericorrendo a una metafora. Se tral’ultimo trimestre 2008 e il primo tri-mestre 2009 si è precipitati di unarampa, nel periodo che va da aprile aluglio di quest’anno si registra uncerto rallentamento: si scende anco-ra, ma adesso si va giù solo di un gra-dino. Si osserva un’apprezzabiledecelerazione tendenziale della velo-cità di flessione del fatturato com-

Sono 147mila in tutta l’Emilia-Romagna le aziende che pos-sono avere a disposizionecondizioni favorevoli sulla

commissione di disponibilità fondi(introdotta dopo l’abolizione dellacommissione di massimo scoperto),sui tassi per gli anticipi fatture e suifidi accordati. È quanto prevede l’ac-

cordo firmato da Cna eConfartigianato regio-nali con tutte le bancheche hanno sportelli inEmilia-Romagna. Peresempio, la commissio-ne di disponibilità fondiè fissata da un minimodel 0,15% (per leimprese più virtuose)fino ad un massimodello 0,40%, a fronte di

un tetto fissato dalla legge anti-crisidello 0,50%. Qualunque imprendi-tore associato a Cna e Confartigia-nato potrà recarsi in una filiale dellebanche che hanno firmato l’accordoe sottoscrivere un modulo d’adesio-ne. L’istituto di credito, che ha 30

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e Firmato l’accordo con Cna e Confartigianato. Sono 147mila le aziende interessate

Le banche scommettonosul sistema delle Pmi

Cna: “Graziea questa intesamolte imprese

riuscirannoa restare a galla”

IL FOCUS

“Dicono che la crisi è finita ma non ècosì se qualcuno è costretto a mette-

re a casa delle persone. Questa nuovasede è come un nuovo fiore nel giardi-no di questa nostra società. Che siaforiera di tante iniziative che possanosostenere il lavoro di tante donne etanti uomini, aiutando le famiglie avivere serenamente nella certezza dellavoro e dei valori che esso porta.” Cosìmonsignor Ernesto Vecchi, vescovoausiliario di Bologna, ha voluto sottoli-neare il valore della nuova sede dellaCna regionale a Bologna, che secondo ilsindaco del capoluogo felsineo, Flavio

Delbono, “rappresenta un’iniezione difiducia per il futuro dell’intera città in unmomento così difficile per le imprese ele famiglie”. Anche l’assessore regiona-le alle Attività produttive DuccioCampagnoli, accanto ai complimenti eagli auguri di buon lavoro ai dirigenti eagli imprenditori della Confederazione,ha voluto sottolineare “l’impegno e ilgrande senso di responsabilità sociale diCna che, insieme alla Regione e allealtre organizzazioni, ha assunto compitiprecisi per la salvaguardia del lavoro edell’occupazione”. Dalle torri di vialeAldo Moro Cna regionale si è trasferita

Inaugurata la nuova sede dell’associazioneCna riparte da Corticella

A destra,Paolo Govoni,

presidente di Cna Emilia-Romagna

Sotto, la nuova sede di Bologna

in via Rimini, al numero civico 7, insie-me alle altre società del sistema asso-ciativo (Ecipar, Cna Innovazione,Sofista e Siaer). Un passaggio “simboli-co” dalla fiera alla zona Corticella, sto-rica area della Bologna industriale deidecenni scorsi

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OTTOBRE 2009 35

plessivo, che inverte così la rotta diprogressivo aggravamento interve-nuta nel corso dei nove mesi prece-denti, tendenza che si riscontra sianel fatturato interno che in quelloconto terzi. Ancora negativo, invece,il quadro del fatturato estero cheriflette, evidentemente, le più genera-li difficoltà in cui si dibatte tutto l’ex-port nazionale. Al palo gli investi-menti, che ancora non danno segnidi possibile decollo. Persistono infase fortemente negativa settori qualiil tessile e soprattutto il metalmecca-nico; entrambi vanno in contro ten-denza, registrando un peggioramen-to della fase recessiva. Costruzioni,servizi alla persona, legno e ripara-zioni segnalano un rallentamentodella dinamica di flessione; i traspor-ti si limitano a una stabilizzazionedella dinamica di caduta. Solo l’ali-mentare risulta già in ripresa. Dunque fare previsioni su quandousciremo dalla crisi, se già alla finedel 2009, nel 2010 o ancora piùtardi, è quanto meno prematuro. Perora l’unico segnale che conforta è chela velocità di caduta è diminuita.Al di là dei numeri, l’invito dell’as-sociazione è di cominciare a guarda-re un po’ più lontano nel tempo,anche per capire quali possibilità eopportunità abbia un Paese come ilnostro, che secondo molti econo-misti, oltre a essere uno dei più col-piti dal “fall-out” della crisi, è anchequello che ha beneficiato meno dellacrescita che l’ha preceduta. Anchel’Emilia Romagna ha subito unimpatto fortemente negativo in ter-mini economici, creditizi e del lavo-ro. Nei primi sei mesi del 2009 le oreautorizzate di Cig sono aumentatedel 390% rispetto allo stesso periododel 2008 e le richieste di sostegno alreddito fatte dalle imprese all’EnteBilaterale sono più che quadruplica-te. Dati, questi, che creano seri timo-ri per la tenuta dell’occupazione.

Inoltre la nostra regione (secondouna ricerca del Centro Studi Sintesidi Mestre) ha perso terreno sul pianodell’export (meno 2,5%), dellanumerosità di imprese attive (meno1,2%) e della domanda interna(meno 0,8%). Alla luce di quantoaccaduto negli ultimi mesi, osserva-no le associazioni regionali dell’arti-gianato e della piccola e mediaimpresa, la vera sfida sta nel capirecosa si deve salvare e cosa serve inve-ce cambiare

LA STRATEGIA

Cambio al vertice di Cna EmiliaRomagna. Paolo Govoni, imprendi-

tore edile di Copparo ed ex presidentedell’associazione provinciale ferrarese, èil nuovo presidente regionale. Lo affian-cheranno nella presidenza che guideràla Cna fino al 2013, in qualità di vice-presidenti, sei imprenditori: AlvaroAttiani di Forlì-Cesena; Fabio Giovanninidi Bologna; Sergio Giuffredi di Parma;Valter Montelaghi di Reggio Emilia;Gaspare Mulè di Ravenna; Emer Pac-chioni di Modena. Il riminese GabrieleMorelli è stato confermato segretario.Paolo Govoni, geometra, è titolare dellaGovoni Costruzioni, impresa che operasul mercato da oltre 60 anni (l’azienda èalla terza generazione), specializzata inrestauri e recuperi edilizi. L’elezione dellapresidenza regionale ha concluso il per-corso di rinnovo degli organismi dirigen-ti che Cna ha avviato in Emilia-Roma-gna nello scorso marzo e che ha visto losvolgimento di 10 assemblee provinciali,oltre 400 assemblee delle sedi territorialie delle associazioni di mestiere. Il dibat-tito, che ha coinvolto migliaia di impren-ditori e imprenditrici, ha portato a unrinnovo di oltre il 40% dei gruppi diri-genti: sono cambiati i presidenti provin-ciali di Ferrara, Forlì-Cesena, ReggioEmilia e Parma e i presidenti regionali di7 Unioni di settore su 10.Il neo presidente sottolinea come oggi,tra i soci Cna, siano aumentati i non arti-giani. La piccola e media impresa, com-

ponente associativa storica, ha raggiun-to il numero di 5.671 aziende. Le impre-se commerciali costituiscono, invece,una realtà associativa relativamente gio-vane ma in forte espansione che ha rag-giunto le 6.720 unità. Sono numeri che,spiega Govoni, “rappresentano il segnodel superamento delle barriere catego-riali, confermando la nostra scelta diguardare a una rappresentanza semprepiù generale dell’impresa. Anche la presenza del lavoro professio-nale si consolida raggiungendo i 6.720associati con un incremento in terminipercentuali di oltre 30 punti rispetto al2005. Da qui la spinta che come CnaEmilia-Romagna abbiamo dato al pro-getto nazionale di ‘Cna professioni’,impegno che ha già portato a un primoimportante risultato: l’affiliazione diAssoprofessioni, un raggruppamento dicirca 15mila professionisti, di cui 1.800nella nostra regione”. Chiare anche le direttrici su cui la nuovapresidenza intende muoversi. Guardaregià a cosa ci sarà dopo la crisi, “per farsitrovare preparati – argomenta Govoni –e capire quali possibilità abbiano unpaese e una regione come la nostra perriprendere la crescita, recuperare merca-ti e competitività”. Il presidente indicaalcune priorità: interventi fiscali persostenere le imprese e rilanciare i consu-mi delle famiglie, credito certo, sostegnoa innovazione ed export, salvaguardiadel lavoro e dell’occupazione

Cambio al vertice di Cna regionale

Govoni alla guida degli artigiani emiliano-romagnoli

I numeri di Cna Emilia-Romagna73.567 le aziende socie di Cna ER237mila gli addetti delle aziende associate24mila le imprese dirette da donne33mila le aziende guidate da under 407.304 gli imprenditori soci di nazionalità straniera259 sedi Cna in regione3mila addetti

LA SCHEDA

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36 OTTOBRE 2009

Una “fabbrica dell’innova-zione” dove sviluppareprogetti di business. AFaenza è stato inaugurato

l’incubatore di impresa, prima celluladel futuro “Parco delle Arti e delleScienze “Evangelista Torricelli –Faventia”.La struttura, costata quasi 3 milioni e

mezzo di euro, e realiz-zata con il cofinanzia-mento dell’Unione euro-pea (al 45%), RegioneE m i l i a - R o m a g n a ,Comune di Faenza, Pro-vincia di Ravenna eFondazione Amleto Ber-toni, ha una superficie dioltre 2700 metri qua-drati e una caratteristicaprecisa: è in piena adia-

cenza fisica e funzionale con Cnr,Centro ricerche Enea, e il polo cera-mico-universitario. Si potrà quindidare ulteriore slancio alla scommessadi una città che guarda a orizzontitecnologici di avanguardia. L’incuba-tore vuole favorire la collaborazionetra imprese e l’avvio di start-up, inuno spazio di eccellenza ove concen-trare le risorse: nella struttura potran-no infatti insediarsi al massimo 25aziende.Nell’edificio, costruito in un unicofabbricato, con tre moduli funziona-li distinti, collegati da vani scala,sono disponibili uffici, laboratori eatelier produttivi, aule di formazio-ne, sale riunioni: risorse di cui lestart-up possono avvalersi per svi-luppare le proprie potenzialità. Perregolamento, potranno restare treanni, per poi spiccare il volo lascian-do gli spazi ad altre realtà.“L’incubatore è un anello di con-giunzione tra ricerca, innovazione emondo dell’impresa – ha detto il sin-daco Claudio Casadio – Testimoniala tenacia di questa città. È infatti laconclusione di un percorso, durato

alcuni decenni, su cui hanno lavora-to diverse generazioni”. Quando nacque l’idea, la crisi eralontana. Ora la “casa” delle giovaniimprese può diventare un’occasionee un esempio. Attraverso uno sforzosinergico tra pubblico e privato,offrirà infatti tutti gli elementi – siainfrastrutturali che di expertise –necessari per sviluppare nuove ideeimprenditoriali. In futuro l’incubato-re, per quanto riguarda i nuovi mate-riali, sarà parte del tecnopolo dellaprovincia di Ravenna, nella rete dellecittadelle dell’innovazione che laRegione sta progettando su tutto ilterritorio emiliano-romagnolo. “Èun esempio di un percorso di recupe-ro della conoscenza – ha affermatol’assessore regionale Duccio Campa-

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La struttura rappresenta la prima cellula del Parco scientifico tecnologico “Torricelli”

Faenza pensa al futuroE apre l’incubatore

RICERCA

Costato 3,5 milionidi euro, ospitanove aziendead alto tasso

di innovazione

La parete sud dell’edificioche ospita

l’incubatore, costruito all’insegnadel design moderno

e dell’alta efficienza energetica

gnoli – dove la tecnologia si pone allatesta dei distretti produttivi per crea-re la manifattura del futuro”.Faenza mette in campo una leva avantaggio anche di realtà già consoli-date. “Bisognerà muoversi senzacompartimenti stagni – ha conclusoMassimo Bucci, presidente dell’A-genzia Polo Ceramico, che gestisce lastruttura – per conseguire nuovi tra-guardi nei settori a più alto contenu-to di conoscenza attraverso il trasfe-rimento di know-how dalla ricercaalle applicazioni industriali. In que-sta prospettiva, andranno premiatele idee di qualità. Per lo sviluppo,saranno necessari i contributi di Fon-dazioni bancarie, altre imprese, ven-ture capital”. All’interno dell’incubatore sono nove

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OTTOBRE 2009 37

le aziende già attive, che pagano unaffitto all’Agenzia Polo Ceramico:Ipecc srl (consulenza industriale perautomazione, robotica, meccanicaed elettronica), laboratorio Cnr-Impresa (ricerca materiali nano-strutturali per la medicina riabilita-tiva), Cerinvest (azienda high-techper ceramici e compositi), Cerlife(applicazioni biomedicali in micro-chirurgia), Modernitaly (società diservizi operante nel biomedicale,design, modelli, architettura), SmsMeteoromagna (centro di ricerca dicalcolo meteorologico e ambienta-le), Codice Traduzioni (consulenzelinguistiche), Phizero (automazioneindustriale), studio tecnico Cattanie Martelli (progettazione architet-tonica e strutturale). La soluzione architettonica sceltaper l’edificio che ospita l’incubato-re, costruito in un anno e mezzo dilavoro da un’associazione tempora-nea di tre imprese, è una “sintesi fracontemporaneità e tradizione –commenta l’architetto torineseBenedetto Camerana – basata sucriteri di ecletticità, modularità epraticità”. Particolarmente signifi-cative le soluzioni adottate perfavorire il risparmio energetico, daipannelli fotovoltaici e solari allevasche per il recupero dell’acquapiovana e l’alimentazione delle cas-sette dei sanitari, fino alla coibenta-zione delle pareti

Complicati modelli matematici in grado diottimizzare i consumi energetici in

azienda o i percorsi dei mezzi per la raccol-ta dei rifiuti. Pannelli solari innovativi capacidi resistere alle intemperie e di risolvere lamaggior parte dei problemi di efficienzadegli impianti. Ma anche soluzioni innovati-ve per rendere la pubblicità meno costosa ealla portata dei piccoli esercizi commerciali,software all’avanguardia per offrire nuovi einediti servizi lato cliente all’interno deinegozi di arredamento. Sono solo alcuni deirisultati raggiunti, in questi ultimi mesi, dalleimprese attive a Imola all’interno dell’incu-batore Innovami.Operativo dal 2005, l’incubatore Innovamiha accompagnato la nascita e la crescita distart up innovative, molte delle quali risulta-no attualmente operative nell’Imolese e ingrado di costituire una risorsa importante,come “fornitori di innovazione”, per leimprese del comprensorio, oltre a rappre-sentare un esempio significativo di nuovaimprenditorialità per giovani ricercatori, maanche professionisti ed ex dipendenti, chehanno visto nell’incubatore un’opportunitàper trasformare una “buona idea” in un’im-presa reale.Un’attività, quella dell’incubatore di Imola,che assume particolare rilievo in questi mesidi difficoltà dell’economia, con l’innovazio-ne che diventa una delle possibili risposte –forse la sola possibile risposta – alla crisi deimercati e alla necessità di recuperare com-petitività. “Il futuro presente: quando leimprese incontrano l’innovazione”. Questoil titolo di due workshop organizzati daInnovami all’interno dell’incubatore, il 26novembre e il 17 dicembre, per presentarealcune di queste soluzioni al sistema econo-mico locale. Tecnologie dell’informazione e della comu-nicazione, energia, ambiente. Tre temi par-ticolarmente attuali, che rappresentanobene il core business delle aziende incubate,oggetto rispettivamente del primo (Ict) e delsecondo incontro (energia e ambiente).Qualche esempio: proviene da Imola ilprimo linguaggio di programmazione almondo in grado di rendere agevole la pro-grammazione delle “applicazioni distribui-

te”, messo a punto da Italiana Software.Ma grazie alle Ict, per passare a temi piùquotidiani, è possibile prevedere anche unarivoluzione nel modo di intendere la pubbli-cità, da oggi alla portata – come spiega l’a-zienda Regolcom – anche di una piccolaattività di quartiere. Quindi Xelia, l’aziendadell’incubatore Innovami che vanta tra ipropri progetti di punta anche un innovati-vo “valutatore di ambienti” in grado di rico-noscere gli abbinamenti tra le forme e icolori. E Optit, che metterà sul piatto i pro-pri metodi di ottimizzazione dei processibasati su complessi modelli matematici: unarisposta innovativa all’esigenza di razionaliz-zare l’uso delle risorse in azienda – peresempio ottimizzando i percorsi degli auto-mezzi destinati alla consegna o alla raccoltadi merci – con notevoli risparmi e incremen-ti di efficienza. Dall’Ict all’energia e ambiente. Questi i temiprotagonisti del secondo workshop.Nell’occasione si potranno conoscere le ulti-me novità in tema di rendimento energeticodegli edifici, proposte da Eden, ma anche inuovi sistemi per lo sfruttamento dell’ener-gia solare ed eolica di Skanergy eWindesign, in grado di porre fine alla mag-gior parte dei problemi finora connessi allosfruttamento di queste fonti energetiche.Fino a Geas e – ancora – Optit, la prima spe-cializzata nella progettazione di sistemi effi-cienti di gestione e smaltimento dei rifiuti, laseconda di nuovo presente per illustrare unadelle applicazioni di punta, oltre alla logisti-ca, dei modelli di ottimizzazione matemati-ca, quella relativa alla gestione dei “flussienergetici” su reti distribuite o impianti dicogenerazione: insomma, una gestioneintelligente dell’energia in grado di farrisparmiare (molto) denaro, oltre a venireincontro alle più moderne esigenze di limi-tazione dell’impatto ambientale delle atti-vità produttive

m.c.

IL CASO

Nuovo impulso all’imprenditorialità, soluzioni hi-tech al servizio del mondo produttivo locale. A Imola il caso dell’incubatore Innovami

Rispondere alla crisi a colpi di innovazione

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di punti è determinata da una serie difattori come il numero di personecertificate per ogni competenza, ilpagamento di una quota annua, lesoluzioni certificate adottate e il pun-teggio ottenuto nella valutazionefinale di soddisfazione dei clienti. Inogni caso per essere Certified o Goldè necessario che l’azienda compia unpercorso di formazione e abbia alme-no due persone certificate, che seguo-no corsi e sostengono prove di cono-scenza approfondita nell’uso dei pro-dotti informatici.La propensione emiliana per la tec-nologia informatica trova ulterioreconferma nel fatto che proprio qui,nel cuore della pianura nostrana, c’èl’unico fornitore italiano di tecnolo-gia per la Microsoft, nonché leaderdi mercato nello sviluppo di softwa-re semantici per la comprensione el’analisi delle informazioni. Proprio aModena, infatti, è nato il correttoregrammaticale dell’italiano e il dizio-

38 OTTOBRE 2009

A Modena l’unica azienda italiana “capace” di vendere tecnologia a Microsoft

INCHIESTA

L’elettronica attecchisce benelungo la via Emilia. E senegli Usa coltiva i suoi frut-ti in quel di Silicon Valley, a

livello nazionale trova terreno fertilein Val Padana: quasi un centinaio leaziende emiliano-romagnole certifi-cate come Microsoft partner sui790 che in tutt’Italia forniscono ser-

vizi e prodotti informa-tici basati sulle tecnolo-gie Microsoft. I datisono quelli forniti dalcolosso statunitense fon-dato da Paul Allen e BillGates, che fornisce allesocietà informatiche unapreparazione specificaper offrire alla clientelacompetenza tecnica, pia-nificazione strategica e

capacità di realizzazione progettuale.La rete dei partner Microsoft consede principale in regione ha la suamassima concentrazione nel capo-

luogo, con 28 società partner pre-senti a Bologna e provincia. SegueReggio Emilia con 15 e – a parimerito – le province di Modena eForlì Cesena, con 13 a testa. Laclassifica regionale va avanti conParma e i suoi 9 partner, seguita daPiacenza con 6 e da Ferrara con 5partner, tra i quali spicca l’unicoassociato certificato specializzatonel mondo del turismo all’ariaaperta. In fondo alla classificaRavenna e Rimini con 3 partner suciascun territorio. In questomomento in Italia ci sono circa 240partner Gold e circa 550 Certified,mentre il totale di partner registratial Microsoft Partner Network è di13.300 aziende.La differenza tra i partner Gold e ipartner Certified è definita in base aun punteggio che essi nel tempoacquisiscono e che corrisponde astrumenti e risorse differenti chehanno a disposizione. L’acquisizione

Bill Gates fa acquistinella “software valley”d

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Proprio sottola Ghirlandina

è nato il correttoredi Office utilizzatoin tutto il mondo

Expert System nasce nel 1989 e nelgiro di poco tempo dedica tempo

ed energie alla ricerca con lo sviluppodi un analizzatore grammaticale arri-vando – tra il 1993 e il 1994 – ad ela-borare il primo correttore grammatica-le della lingua italiana: Errata Corrige.“Quello – spiega l’amministratoredelegato Stefano Spaggiari – è il puntodi partenza di tutto quanto è venutodopo”. La riprova che la strada è quel-la giusta arriva subito: nel 1993 a unevento organizzato dalla Microsoft aMilano la Expert System viene a sape-re che la società di Gates è a caccia diuna piattaforma linguistica di questotipo. “Allora – ricorda Spaggiari –

abbiamo adattato il nostro pacchettocon il programma di correzione gram-maticale e l’abbiamo spedito alla sedecentrale di Microsoft a Redmont, nelloStato di Washington” E tra tanti pro-dotti multilingua americani, ma ancheinglesi e un altro italiano viene scelto illoro, messo a disposizione di chi usaWord e ora di tutti gli utilizzatori delpacchetto Office della Windows. “Aquel punto avremmo potuto goderedei risultati raggiunti – prosegueSpaggiari – ma non ci siamo fermati”.La ricerca continua e nel 1999 nasceCogito, un software messo a disposi-zione delle aziende e in grado di capi-re il significato di ogni parola e di ogni

LA STORIA

Nel 1993 l’incontro con il colosso americano

Da “Errata Corrige” a “Cogito”

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nario dei sinonimi e dei contrari tut-tora a disposizione di tutti coloro cheutilizzano il programma di scritturapresente nel pacchetto Office. Perchéall’interno del più diffuso tra i sistemidi scrittura informatizzati, il corret-tore e il dizionario sono stati messi apunto espressamente per l’aziendaamericana da una società modenese:la Expert System.Fondata nel 1989 da tre giovaniappassionati di informatica, la storiadi Expert System è in perfetto stilenew economy. Mentre Bill Gatesmuove i primi passi in una cantina astelle e strisce, i suoi emuli dellaGhirlandina partono dal salotto dicasa per poi trasferirsi in un garagealla periferia della città. Vent’anni fail grande salto parecchi piani sopra algarage di periferia, e poi la diffusionegeografica con l’apertura di nuovesedi in Italia (Roma, Napoli eTrento), Europa (Londra) e StatiUniti. Un successo riconosciutoanche dagli analisti americani diGartner, leader mondiale in ricerchee analisi legate al mondo dellaInformation Technology. Perché giàper il terzo anno consecutivo Gartnercolloca Expert System tra le 15migliori aziende produttrici di tecno-

OTTOBRE 2009 39

logia del mondo, unica società italia-na ad affiancare marchi comeGoogle, Oracle, Ibm e Microsoft.La chiave del loro successo? “LaSemantic Intelligence – spieganodalla Expert System – ovvero unapiattaforma in grado di aiutare icomputer a comprendere il significa-to delle parole in modo simile all’in-telligenza umana”. Una tecnologiache viene messa a disposizione di unaclientela che annovera nomi comeEni, Pirelli, Rcs Mediagroup, Tele-com Italia, Genialloyd e Autostradeper l’Italia. Riconoscimenti e cliente-la di rango aumentano in parallelocon lo sviluppo economico. “In que-sti ultimi anni – racconta l’ammini-stratore delegato nonché socio fon-datore Stefano Spaggiari –siamo riu-sciti a conquistare molte aziende arri-vando a vendere le nostre applicazio-ni persino a Silicon Valley”. Tra iclienti americani di Expert System cisono, ad esempio, la catena di far-macie Cvs Pharmacy e la Honda Us.Expert System negli ultimi tre anniraddoppia fatturato e valore di pro-duzione, che nel 2008 raggiunge i 10milioni di euro. Cento gli addetti,con una media di età di 34 anni e il30% delle risorse impegnate in ricer-ca e sviluppo. Insomma, è fattaanche di elettronica la strada che sisnoda fra la via Emilia e il West

Si chiama Media Beat e ha sede a Ferrara l’a-zienda italiana specializzata nella ricerca, nella

progettazione e nella realizzazione di soluzioniinnovative per il turismo all’aria aperta. I progettirealizzati come partner certificati di Microsoft for-niscono tutte le attività necessarie alla progetta-zione, allo sviluppo e alla manutenzione del siste-ma informativo aziendale in ambito turistico:dalla consulenza organizzativa alla progettazionedelle architetture IT, dal disegno di soluzioni disicurezza all’integrazione dei sistemi con proget-tazione e realizzazione di soluzioni software per-sonalizzate. A raccontarlo è Luca Di Luzio, chiefexecutive officer di Media Beat, che spiega: “Ilnostro lavoro è imperniato sull’affidabilità e sullaqualità delle soluzioni più all’avanguardia e sonoun centinaio i villaggi seguiti da noi in tutt’Italia,da Grado fino a Mazara del Vallo e Pantelleria”.Nata nel 1998 come ditta individuale, dal 2002Media Beat diventa una società con uno staff diuna ventina di persone e un fatturato complessi-vo attestato sul milione di euro. La sfida è quelladi riuscire a coniugare i vantaggi del turismo all’a-ria aperta con il comfort alberghiero e con unacomplessa ed efficiente offerta tecnologica cheva dal front-office fino al management. L’innovazione diventa così elemento di innalza-mento della competitività aziendale e di distinzio-ne in un settore normalmente poco tecnologico.“Perché la sopravvivenza e le performance diun’azienda – assicura Di Luzio – sono date pro-prio dalla sua capacità di adattarsi al mercato, allapossibilità di anticipare le risposte adeguandosi auna realtà che cambia molto in fretta. E anche inambito turistico tutti questi obiettivi possonoessere raggiunti solo attraverso l’innovazione e latecnologia”

Media Beat A Ferrara i leader “informatici”del turismo all’aria aperta

testo scritto, dalle pagine web fino aidocumenti e alle e-mail.Il padre di Cogito è Marco Varone,socio fondatore di Expert System insie-me a Stefano Spaggiari e PaoloLombardi. “I sistemi tradizionali – rac-conta Varone – si limitano a individua-re la presenza di parole chiave senzacapire il loro significato. Cogito, inve-ce, interpreta univocamente il signifi-cato reale dei termini considerando ilcontesto in cui sono inseriti. Così, adesempio, coglie il giusto significatodella parola “espresso” in frasi diversecome “Ho preso un espresso alla sta-zione” e “Ho preso un espresso al bardella stazione”. Nel primo caso Cogitocomprende che si parla di un treno,mentre nel secondo attribuisce allastessa parola il significato di caffè”.Ora Cogito e la Semantic Intelligence

restano il cuore della produzione diExpert System con i software basati suquesta tecnologia e impiegati daaziende di ogni settore produttivo perindividuare e sfruttare le informazioniutili nelle principali attività di business,tra le quali spicca il customer care: leattività di assistenza ai clienti. “Grazieai software semantici – conclude l’admodenese Spaggiari – siamo passatidalla produzione di cd-rom da vende-re ai singoli utenti alla produzione disistemi personalizzati per le aziendeche si trovano a dover gestire e utiliz-zare le migliaia di informazioni dissemi-nate nel web”. La nuova frontieradegli ex ragazzi del garage di periferiache hanno già conquistato SiliconValley è il mondo arabo con Cogitocome piattaforma da lanciare in MedioOriente

IL CASO

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40 OTTOBRE 2009

AMBIENTE

(16-22 settembre) – “Pedalandoper Kyoto”, due giorni per maneg-giare la ‘cassetta degli attrezzi’ abasso impatto ambientale e rilan-ciare con forza il problema deicambiamenti climatici a suo tempofronteggiato dal noto Protocollo al

quale ci si è ispirati nel progettarela manifestazione. Con convegni,workshop e iniziative che hannocoinvolto più di tremila personecelebrando all’insegna della parte-cipazione il lancio della nuova edi-zione di “ConsumAbile”, la cam-

Zero emissioni climalteran-ti e un leggero sfrigolio digomma sul suolo; laricerca del parcheggio, un

ricordo lontano; e il prezzo del car-burante? Un problema in meno.Basta pedalare. Magari fino aKyoto, anche solo simbolicamente:per far sentire la voce di tutti quei

cittadini e tutte quellePubbliche amministra-zioni che decidono direndere più sostenibilile proprie scelte quoti-diane, si tratti di comeci si muove o cosa simangia, quale mixenergetico si adotta equali marchi si premiao si punisce con ‘il pro-prio voto’ di fronte

allo scaffale. Il 18 e il 19 settembre la RegioneEmilia-Romagna in collaborazionecon il Comune di Bologna ha orga-nizzato sotto le Due Torri – aggan-ciandosi idealmente alla Settimanaeuropea della mobilità sostenibile

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itano Al via, con Pedalando per Kyoto, la nuova edizione della campagna ConsumAbile

Il consumatore?Meglio se “abile”

Tanti i momenti di riflessione di“Pedalando per Kyoto”, a partire

dai workshop della Sala Borsa, un tuffonella sostenibilità per ‘econauti’: perimparare ad alimentarsi bene e a muo-versi per la città con intelligenza, perrendere un edificio efficiente e ben iso-lato, per risparmiare energia anche nelleabitudini quotidiane. Consistente riso-nanza e ampio profilo interdisciplinareha avuto poi il convegno di venerdì 18“Economia e sostenibilità: la chiave perlo sviluppo futuro”, un’occasione perconfrontare le esperienze di Pubbliche

amministrazioni e aziende. Tra gli ospitianche Vandana Shiva, la studiosa india-na che da anni si batte per sradicare iparadigmi dominanti nell’agricoltura enell’alimentazione e che ha saputoabbozzare la sua nuova visione per losviluppo del pianeta. La stessa crisi glo-bale, in questo senso, potrebbe trasfor-marsi in una grande occasione per“seminare ambiente”, con grande van-taggio anche dal punto di vista delbenessere economico e sociale. Adaffermarlo è Lino Zanichelli, assessoreregionale all’Ambiente e allo sviluppo

sostenibile.La crisi economica mondiale puòdiventare un’opportunità?“Sì, perché costringe ad alzare l’asticelladelle risposte anche a livello locale. Conla green economy, per esempio.Facendo ricerca e innovazione sul pianodell’efficienza energetica, delle fonti rin-novabili, della mobilità sostenibile. Perquesto abbiamo scelto di ‘seminare’ambiente in tutti i settori e di far proce-dere di pari passo regole e incentivi. Suirifiuti, sulle emissioni, sulla certificazioneenergetica degli edifici, tutti ambiti che

Lino Zanichelli, assessore regionale all’Ambiente e allo sviluppo sostenibile

“Seminare ambiente fa bene all’economia”

L’INTERVISTA

Per due giornia confronto

nel capoluogole buone pratiche

di sostenibilità

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OTTOBRE 2009 41

pagna regionale per ‘contagiare’ icittadini con il libretto di istruzioniper diventare ‘Consumatore Abile’:perché limita il prelievo di risorsenon rinnovabili ricorrendo a fontirinnovabili; perché produce sempremeno rifiuti e promuove il riuso;perché utilizza tecnologie eco-effi-cienti e si “muove con la testa”;perché usa in modo oculato le pro-prie risorse economiche e solidariz-za con il Sud del mondo. Perchéabita, si nutre, si cura, si muove e sidiverte in modo intelligente e inarmonia con le comunità e conl’ambiente. Un cittadino in gradodi presentarsi con le credenziali inordine se si parla di sviluppo soste-nibile, dunque, specie in vista del-l’appuntamento di Copenhagen (7-18 dicembre) per la Conferenzadelle Nazioni Unite sul clima.I centri di gravità della due giornisostenibile? Un po’ tutto il centrostorico del capoluogo felsineo, inparticolare Sala Borsa, piazzaMaggiore e piazza Nettuno. Cuoredell’iniziativa bolognese, la “staf-fetta alimentare a pedali” di sabato19 organizzata con Uisp: galvaniz-zati dallo slogan “Io pedalo perKyoto”, volenterosi pedalatorihanno solcato la fitta rete regiona-le di piste ciclabili da Piacenza aRimini per convergere in Piazzamaggiore e collocare su una grandemappa della regione speciali ban-dierine a simbolo dei prodotti

agroalimentari tradizionali di qua-lità del proprio territorio. Unomaggio alla filiera corta, al cibo a‘km zero’, alla tutela della biodi-versità. E il filo rosso delle “dueruote ecologiche” ha caratterizzatol’essenza della kermesse anchenella declinazione moderna dellospinning: pedalando sul posto,numerosi partecipanti hanno“assemblato” un ideale viaggioverso Kyoto, un percorso virtualelungo il quale si sono addentellatesequenze di istantanee dal mondo aformare un racconto collettivofatto di strumenti, soluzioni, inter-viste, buone pratiche, progetti perfare realmente sviluppo sostenibile.Altro spazio ad alto contenuto evo-cativo, lo stand “Pedalando nelweb”, ovvero guadagnarsi colsudore la propria porzione di fab-bisogno energetico: particolaribicigeneratori garantivano il fun-zionamento di alcune postazionitelematiche grazie alla trasforma-zione dell’energia cinetica in elettri-ca. Quel che si dice ‘educazioneambientale’.E siccome la manutenzione dellabicicletta ha finito per diventare lametafora più intima della cura cheva prestata nei gesti, nelle scelte,nella consapevolezza di ogni gior-no, piazza Nettuno si è trasforma-ta in un’originale Ciclofficina all’a-perto dove fare un check gratuitodel proprio mezzo – e una mar-

chiatura anti-furto – per poi ripar-tire di slancio. E se lo Urban Centerdella Sala Borsa ha amplificato lavoce che coniuga progresso eambiente con l’esposizione “Soste-nibilità alla bolognese under 40” –mix di idee di architetti, ingegneri eprogettisti – è stato il videobox dipiazza Nettuno a raccogliere testi-monianze di semplici cittadini chevolevano recapitare un messaggiodi sostenibilità.“Pedalando per Kyoto” è stato rea-lizzato nell’ambito del Programmagenerale di intervento 2009 dellaRegione Emilia-Romagna con l’u-tilizzo dei fondi del ministero delloSviluppo economico e grazie alcontributo di Hera, Enìa, Aimag,Cosea, Legacoop, Coop Adriatica.Tra i tanti enti e associazioni coin-volte, Uisp, Fiab e Touring ClubItaliano, Urban Center Bologna,Legambiente e Wwf, Cna Bologna,Confconsumatori eFederconsumatori, oltre a numero-si Centri di educazione ambientaleche operano sul territorio emilia-no-romagnolo

stimolano lo sviluppo di nuove tecnolo-gie”.Il ruolo della Regione?“Quello di fare sistema tra pubblico eprivato, quello di coinvolgere da unlato le aziende con inediti vantaggicompetitivi legati alle buone praticheambientali – penso alla certificazioneEcolabel, alla registrazione Emas o alleDichiarazioni ambientali di prodotto –dall’altro i consumatori, i ‘consumatoriabili’ che assumono un ruolo crucialenell’orientare i modelli di produzione”.Da qui la nuova edizione della campa-gna regionale.“Il motto di ConsumAbile è‘Impariamo a stare al mondo’: un’esor-tazione che vogliamo legare in un

unico circuito al mondo delle imprese edelle organizzazioni con il PremioEmilia-Romagna Sostenibile, un ricono-scimento alle buone pratiche sul terri-torio, un riconoscimento a quelle realtàche hanno saputo attivare in manieranon episodica innovazioni – siano essedi processo o di prodotto – con il trattocomune della sostenibilità. Sono questii biglietti da visita con i quali ci presen-tiamo a Ecomondo 2009, questi gli ele-menti fondanti del patto che vogliamorinnovare con tutti i nostri interlocutori:cittadini, mondo della produzione e isti-tuzioni che mettono insieme gli sforziper dare speranza e alternative concre-te a quanti vogliono essere protagonistidi un futuro migliore”

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42 OTTOBRE 2009

AMBIENTE

Un’altra azienda eccellentedel comprensorio imoleseha scelto di approfittaredell’opportunità offerta

dal Premio IPR. Si tratta di Ambien-talia: sede a Toscanella di Dozza, hapartecipato al bando dell’Associa-zione Innovami per il sostegno aprocessi di brevettazione internazio-

nale con un “digestoreanaerobico a secco”,vincendo il contributoin grado di coprirealmeno la metà dellespese da sostenere percompletare la procedu-ra di brevettazione.Dopo la lughese Unitec– la prima aziendaromagnola a “brevet-tare con lo sconto” – il

Premio promosso dalla FondazioneCassa di Risparmio di Imola in col-laborazione con l’AssociazioneInnovami torna oltre il Santerno,per sostenere un’azienda, Ambien-talia, che ha fatto della brevettazio-ne la regola d’oro della propriapolitica aziendale. “È da quandosiamo nati, dieci anni fa – spiega ilpresidente di Ambientalia LorisBressan – che proponiamo sul mer-cato prodotti nuovi, dando la mas-sima priorità alla brevettazione, chedi solito precede la stessa fase ditest sul campo”.Come dire, prima si brevetta, poi sivede se l’idea funziona. Ambientalia, specializzata nel busi-ness dello smaltimento dei rifiuti –o, meglio, della loro “trasformazio-ne” come alternativa all’accumuloin discarica – ha cominciato con uninnovativo sistema di copertura deirifiuti nelle stesse discariche tramiteteloni in carbone, utile per evitarela diffusione di cattivi odori. “Disolito si usava la terra – spiegaBressan – con grandi problemi divolume occupato, di difficoltà di

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gestione del percolato in caso dipioggia, ecc. Il nostro sistema‘allunga’ la vita della discarica dialmeno il 30%, e i teloni sono riu-tilizzabili per quasi un anno”.Dopo avere venduto questi teloni intutta Italia e, in particolare, sulmercato francese, Ambientalia èpassata alla progettazione di uninnovativo coperchio per i casso-netti di organico. “Anche questicoperchi si basano sul principio deifiltri in carbone – osserva Bressan –ne abbiamo venduti 50mila solo aTorino, e poi sul Garda, in Sicilia”.Tutta roba brevettata, “che primanon esisteva”, insiste il presidentedi Ambientalia, secondo il qualeanche di questi tempi – soprattuttodi questi tempi – l’innovazione con-tinua sarebbe l’unico modo percontinuare a stare sul mercato, perrestare competitivi in attesa di una(vera) ripresa.Non che la crisi abbia pesato parti-colarmente sull’azienda diToscanella: “Da dieci anni – rilevaBressan – spendiamo il 30% delnostro fatturato in ricerca. Si tratta

Innovazione e brevettiUn binomio vincente

che ha permessoall’azienda di cresceredi oltre il 30% l’anno

di costi enormi, per questo ritenia-mo importante che ci sia un soste-gno da questo punto di vista”. Adessere finanziato grazie all’iniziativadi Innovami, è l’ultimo nato di casaAmbientalia, appunto, un impiantoper il compostaggio in grado di pro-durre, in un unico ciclo, energia –sotto forma di biogas – e concimeper l’agricoltura. “Il sistema – osser-va Bressan – rappresenta un’evolu-zione del nostro terzo prodotto dipunta, cioè impianti per il solocompostaggio che abbiamo proget-tato prendendo spunto dai sistemiutilizzati negli Stati Uniti per ladistribuzione del foraggio”. Nellapratica si tratta di sacconi tubolariin polietilene riciclabile (Bio tun-nel), lunghi decine di metri, dove ilrifiuto organico, preventivamentetriturato e vagliato, viene stoccatoattraverso un sistema completa-mente automatico che comprendeaccorgimenti per il ricircolo dell’a-ria e per il risparmio energetico.“Fino a ieri – racconta Bressan – laproduzione del compost si realizza-va al coperto, in enormi capannoni

Dal rifiuto al compost,passando per l’energia

Si chiama amBiogas e nasce nei laboratori della Ambientalia di Toscanella di Dozza

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OTTOBRE 2009 43

con impianti altrettanto complessi ecostosi”. Il sistema ideato daAmbientalia, invece, può esseresfruttato all’aperto e consenterisparmi di energia nell’ordine del90% (grazie al fatto che i Bio tun-nel operano in modo indipendente,rendendo il ricircolo dell’aria menocomplesso e costoso).Dall’impianto di compostaggio –installato a Rovereto, in Trentino,ma anche nella vicina Ravenna – aldigestore anaerobico, chiamato“amBiogas”. La nuova tecnologia,presentata alla fiera Ecomondo diRimini, sostituisce i tradizionali“fermentatori a liquido”. Tre i van-taggi: primo, mentre si forma ilcompost, la parte superiore dellacamera di lavorazione – l’impiantosi presenta come un grande paralle-lepipedo di cemento armato – siriempie di biogas. Da una tonnella-ta di rifiuto si ottengono da 150 a180 normal metri cubi di biogas, asua volta composto per il 50-60%da metano. Una volta raccolto tuttoil biogas disponibile – un ciclo dura35-40 giorni – si “inverte” il pro-cesso, e si produce il normale con-cime. “Il tutto senza dover spostareil compost, senza dover aprire lacamera, ecc.”. Il primo prototipoindustriale è attualmente installatoall’Istituto Agrario di San Micheleall’Adige, in Trentino: “Nel nostrocampo bisogna rispettare alla lette-ra le leggi, essere assolutamentesicuri che qualcosa funziona comeci si aspetta che funzioni”, osservaBressan, che ha anche brevettato unsoftware per il monitoraggio intempo reale delle performance del-l’impianto, utile, ad esempio, peressere messo a disposizione deglienti di controllo. “Perché se qualco-sa non va ti fanno chiudere da ungiorno all’altro, e si rischia di averedenunce penali”.Ambientalia, che vanta attualmenteun giro d’affari pari a 1,5 milioni dieuro, è cresciuta negli ultimi diecianni a ritmi del 30-40% l’anno.“Abbiamo assunto due personeanche ad agosto, e abbiamo inten-zione di crescere ancora sia comepersonale sia come quota di merca-to in Italia e all’estero”. Perché infondo, in tema di rifiuti, il vincoloterritoriale non esiste: “Già il 20-

25% del nostro fatturato si svilup-pa all’estero. Il problema della tra-sformazione dei rifiuti esiste ovun-que, pur essendo fortemente dipen-dente dalle norme e dalle sceltepolitiche. L’importante è assicurar-si, prima di lanciare qualcosa sulmercato, che funzioni alla perfezio-ne. Per quanto ci riguarda – conclu-de – cerchiamo di tutelarci sia daiproblemi di funzionamento, inve-stendo risorse enormi per la fase ditest, sia dalla stessa evoluzione nor-mativa, ideando sistemi che possa-no essere facilmente adeguati anchea un possibile cambiamento dellalegge”. Un esempio? L’impianto dicompostaggio installato a Ravenna,che a fronte di un limite di legge –in questo caso si parla di “indicerespirometrico-dinamico” – massi-mo di 1.300, non supera i 7-800.Come dire, se anche un domani siabbassasse il tetto, pazienza

Un plafond di centomila euro, a disposi-zione delle imprese che decidono di

avviare processi di brevettazione europea ointernazionale. Li mette a disposizione laFondazione Cassa di Risparmio di Imola, cheorganizza, in collaborazione con Innovami, ilPremio IPR. Soggetti beneficiari, appunto, gli“inventori”, sia persone fisiche che piccoleimprese, fondazioni di ricerca, che potrannousufruire di contributi in grado di abbattere inmodo significativo (almeno il 50%) le speseda sostenere per la brevettazione.Un’iniziativa a forte vocazione territoriale –condizione per accedere al bando è la loca-lizzazione dell’impresa, che deve trovarsi nei19 Comuni del circondario imolese o nei 9ad esso limitrofi – finalizzata a contrastare ilpesante declino della brevettazione che hacoinvolto il nostro territorio negli ultimi 5anni (solo in provincia di Bologna, il numerodi brevetti è passato dai 900 del 2006 ai 790del 2008 e ai 657 dei primi nove mesi diquest’anno) e a dare una risposta in chiave“anticiclica” incentivando l’innovazione, labrevettazione e quindi la competitività delle

imprese imolesi sul mercato italiano e inter-nazionale.Tra le condizioni per accedere al bando, oltrealla localizzazione dell’impresa, ci sono ladimensione della stessa – fatturato non supe-riore ai 50 milioni di euro – e il tipo di inven-zione: ammesse invenzioni industriali emodelli di utilità (cioè le invenzioni “reali”)mentre restano escluse forme varie di tutelae valorizzazione del patrimonio commercialequali marchi e simili. Il bando rimarrà aperto fino al 30 aprile 2010e comunque fino a esaurimento dello stan-ziamento. Tra i criteri di valutazione per esse-re ammessi ai singoli contributi – dai 2 agli8mila euro a seconda dei risultati conseguiti –ci sono la collaborazione con università ocentri di ricerca nell’elaborazione dell’inven-zione e il numero di settori a cui l’invenzionestessa è potenzialmente applicabile. Prioritàin graduatoria – a parità di altre condizioni –a coloro che presentano domanda per primi. Il bando e la modulistica del Premio IPR sonodisponibili sul sito di Innovami, alla paginahttp://www.innovami.it/ipr/premio-ipr

IL BANDO

Premio IPR, iscrizioni aperte fino al 30 aprile 2010

Imprenditori imolesi a caccia di brevetti

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AGROALIMENTARE

“Una tre giorni positiva” è ilgiudizio di Domenico Scar-pellini, presidente di Mac-frut, a conclusione dell’edi-

zione 2009 della maggior rassegnadel Mediterraneo, dedicata all’orto-frutticoltura che si è tenuta a Cesenaa inizio ottobre. Con l’anteprima,del primo “European Fruit Summit”,

un incontro reso possibile dallo spo-stamento di data in autunno pervalutare il consuntivo delle produ-zioni frutticole estive e il preventivodi quelle invernali. La produzione difrutta mondiale è in crescita con unpiù 17% dal 2000 ad oggi, mentrequella europea è in lieve ma costan-te calo passando da poco più di 70

milioni di tonnellate nel 2000 agliattuali 60 milioni di tonnellate. In questo contesto l’Italia rappresen-ta il 30% del totale di fruttadell’Europa a 27, seguita dalla Spa-gna con il 25%, Francia 16% eGrecia con il 6%. Il comparto esceda una estate molto difficile in cuipesche e nettarine hanno subito graviproblemi di sovrappro-duzione, non solo inItalia (oltre alla crisidelle fragole).Per questo Tiberio Rab-boni, assessore all’Agri-coltura dell’Emilia-Romagna, ha lanciatoun’idea su cui lavorareper il 2010: istituire aMacfrut un “G 20 del-l’ortofrutta” che mettaa confronto i Paesi produttori euro-pei e del Mediterraneo e analizzi ipunti di debolezza e di forza del

Al Macfrut, la proposta dell’assessore Rabboni per restituire competitività alla filiera

Lanciato a Cesenail G 20 dell’ortofrutta

Restiamo primiin Europa ma, per la prima volta,importiamo piùdi quanto esportiamo

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“Dare vita a un sorta di G 20 del comparto frutticolo, perchésiamo in un mercato globale e la sola dimensione nazionale

non basta più ad affrontare i gravi problemi del settore. Lo con-ferma anche questo difficile 2009 in cui il surplus della produzio-ne ha fatto crollare i prezzi in tutti i Paesi europei.” È la propostalanciata a Cesena, alla vigilia del Macfrut, dall’assessore regiona-le all’Agricoltura Tiberio Rabboni che ha aperto i lavori del primo“European Fruit Summit”. Organizzato dal Centro ServiziOrtofrutticolo, dal Macfrut e dalla stessa Regione, l’incontro havisto la partecipazione di centinaia di operatori del settore in rap-presentanza di oltre 30 Paesi. “È necessario affrontare problemiche sono comuni a tutta l’area mediterranea ed europea alla scalagiusta – ha spiegato Rabboni – per questo credo che l’appunta-mento odierno potrebbe diventare stabile ed annuale e trasfor-marsi in una proficua occasione di confronto per tutti gli operato-ri del settore. Se ciò avvenisse saremmo lieti di mettere a disposi-zione l’ospitalità e le strutture della Regione stessa e del Macfrut”.

Tre per Rabboni le questioni più urgenti da affrontare: la neces-sità di prevenire il surplus produttivo e commerciale, causa primadel crollo dei prezzi con cui anche quest’anno hanno dovuto farei conti gli operatori della frutta; mettere in campo una strategiacomune del mondo produttivo nei confronti della grande distri-buzione organizzata europea e internazionale; collaborare insie-me – produttori e istituzioni – per promuovere nei cittadini unmaggiore consumo di frutta nella dieta quotidiana. Nel suointervento Rabboni ha ricordato che le difficoltà del 2009potrebbero continuare anche nel 2010, anno in cui tra l’altro siaprirà l’area del libero scambio tra l’Europa e i Paesi del nordAfrica. “È interesse di tutti tentare di governare l’offerta – ha sot-tolineato l’assessore – non certo per distorcere la concorrenza,ma al contrario per porla su basi di correttezza e di effettivorispetto dei valori in campo, evitando crisi come quella di que-st’anno, che possono mettere a rischio l’esistenza di un interocomparto produttivo”

LA STRATEGIA

Prevenzione del surplus produttivo, promozione del consumo, collaborazione tra produttori e con la Gdo. Queste le priorità indicate dalla Regione

“La dimensione nazionale non basta più”

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46 OTTOBRE 2009

AGROALIMENTARE

sistema ortofrutticolo. Ma in Italia cisono anche altre “ombre”. Da gen-naio a giugno 2009, per la primavolta, il saldo della bilancia commer-ciale ortofrutticola italiana in quan-tità è negativo (meno 238.027 t.),dovute all’export di 1.608.883 t.(meno 11,7% sui primi 6 mesi del2008) e all’import di 1.846.910 t.(più 14,1%). Nell’analogo periodo 2008 il saldoin quantità fu positivo di 203.834tonnellate. Le famiglie italiane neiprimi 7 mesi del 2009 hanno speso

per frutta e verdura fresche oltre 8,2miliardi di euro (più 3,8% sui 7,9 del2008, pari a 4.868.000 t., più 1,07%sul 2008) e 420,4 milioni di euro peri surgelati. È però preoccupante ilcalo dell’acquisto medio: 5 chili inmeno per famiglia, con 213kg/nucleo (meno 2,29% sui 218 kgdel 20089, determinando una spesamedia stabile: 362 euro contro 361del 2008, considerando l’aumentodel prezzo medio del 2,4%. Il dato,elaborato dall’Osservatorio dei Con-sumi Ortofrutticoli delle Famiglie

Italiane di Macfrut, evidenzia ancheun incremento delle famiglie acqui-renti che raggiungono il 99,9% deltotale (più 3,6% sul 2008).Calo dei prezzi e dell’export, aumen-to dei volumi prodotti e calo dei con-sumi sono le cause di una crisi che,però, non interessa solo l’Italia.“Sono problemi che riguardanoanche Francia e Spagna”, ha spiegatoLuca Zaia, ministro delle PoliticheAgricole, intervenendo all’inaugura-zione. Zaia ha sottolineato che “l’a-gricoltore è un imprenditore e che ilconfronto con il mercato non puòessere fatto in ordine sparso. Occorrerivedere le regole dell’Ocm che preve-dono anche il ritiro in caso di crisi,rendendole più flessibili”. Il ministrosta “ragionando” sulla comparteci-pazione dei produttori alla formazio-ne dei prezzi mentre lamenta la man-canza di interprofessionalità.A Macfrut si sono visti anche rimediconcreti al calo dei consumi, ovveromuovi modi di assumere frutta.Chiquita e Dimmidisì hanno propo-sto frullati al 100% di frutta, subitobattezzati dai visitatori “Frutta dabere”, che evita di sporcarsi le mani esi può assumere in ogni momento esituazione. È apparsa anche la barret-ta di mela Chini, per uno snack senzaaggiunte e consumabile ovunque,subito definita “frutta da sgranoc-chiare”.A proposito di rimedi, la Gdo ha sot-tolineato la necessità di promuovereazioni comuni. Molto apprezzata laconvegnistica, con relatori qualificatidei vari settori della filiera che hannolanciato messaggi innovativi, metten-do in risalto gli aspetti economici eorganizzativi, ma anche quelli dellasalute e dell’ambiente. A “Macfrut”ha fatto tappa il progetto “Delizian-do” con business meeting tra 25buyer provenienti da paesi europei eimprese regionali del settore

Per la prima volta, Macfrut si è tenuta inautunno. Un cambio di data che ha “rin-

vigorito” la rassegna, a cui hanno partecipa-to 700 espositori (di cui il 20% esteri).“Abbiamo avuto circa 21.500 visitatori, dei

quali circa 4mila esteri –sottolinea il presidente diCesena Fiera, DomenicoScarpellini – l’azione comu-ne del nostro ufficio estero,dell’Ice, della RegioneEmilia-Romagna e dellaCamera di commerciohanno reso possibile laprovenienza di operatori edelegazioni da 80 Paesi.Sono stati realizzati 300

incontri bilaterali B2B. Inoltre la presenza diimportanti buyers della Gdo ha elevato illivello degli incontri commerciali”. Una con-ferma, dunque, per Macfrut quale punto diriferimento a livello internazionale per l’interafiliera, con la partecipazione delle aziende lea-der mondiali dei vari comparti. Per la primavolta ha esposto la grande distribuzione orga-nizzata, con Coop Italia (ha tenuto a Macfrutla Convention Europea) e Conad, oltre a unamultinazionale di rilievo come Chiquita.“In funzione della crisi nazionale e mondialepossiamo ritenere questa edizione una dellepiù ricche – conclude Scarpellini – che ha datoun messaggio forte per l’ortofrutticoltura eche deve essere un settore più coeso del pas-sato per essere fra i primi settori a venirnefuori. Occorre reagire alla crisi confrontandosifra tutte le componenti della filiera, compreso

il consumatore, per fare sistema. A Macfrut sisono potuti analizzare i punti di debolezza eindividuare proposte alternative, come adesempio l’innovazione del prodotto, l’inter-professionalità, la concentrazione dell’offerta,una politica europea, per poter essere piùcompetitivi sul mercato”.Un’edizione, quella del 2009, che ha vistoun grande contributo da parte della Cameradi commercio di Forlì-Cesena, che ha messoa disposizione risorse sia per la convegnisticasia per favorire la presenza di delegazioniinternazionali. Importanti i business meetingdedicati ai 400 operatori professionali prove-nienti da 26 paesi. La stessa Camera è statapresente in fiera con uno stand. “Qualità einnovazione – ha dichiarato il presidenteTiziano Alessandrini – ma anche duraturaesperienza e conoscenze acquisite neltempo, contraddistinguono questo partico-lare settore che ha nel Macfrut uno deimomenti più significativi”. Tra i riconoscimenti assegnati in fiera, da ricor-dare il tradizionale Premio Macfrut – un rico-noscimento alle personalità che si sono attiva-mente spese per la promozione del compartoagricolo – assegnato quest’anno a LucianoCastrucci, dal 1979 al 1989 SegretarioGenerale della Camera di commercio di Forlì-Cesena, e da sempre in prima linea per lo svi-luppo del settore. Novità di quest’ultima edi-zione è stato invece il riconoscimento“Macfrut – Premio Innovazione tecnologica”.Il primo premio è andato a Unitec (Lugo), cheha preceduto Miele (Arezzo), TR di Turoni(Forlì) e Tiber Pack (Arezzo)

L’ANALISI

Il bilancio di Domenico Scarpellini, presidente di Cesena Fiera

“Per reagire il settore deve fare sistema,coinvolgendo anche il consumatore”

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48 OTTOBRE 2009

AZIENDE

Parte da lontano l’idea che hafatto nascere le Momaboma,le borse che sembrano “fattecon i giornali” e che vengono

ideate, progettate e interamente rea-lizzate a San Lazzaro di Savena, alleporte di Bologna. Un prodotto real-mente Made in Italy che, partitoinconsapevolmente nel 2003 dall’In-

dia, sta timidamenteconquistando tutto ilmondo.“La prima borsa cheho realizzato l’ho fattacon un sacco di cemen-to vuoto, bagnato eabbandonato sul cigliodi una strada dell’In-dia”, spiega MaurizioLongati, architetto (dilegno, come si definisce

lui stesso) e titolare di Momaboma.“Volevo portare un souvenir origi-nale alla mia compagna e nonimmaginavo che sarebbe statoapprezzato e avrebbe rappresentatol’inizio di un vero e proprio business.In questo senso mi sento un po’ unmiracolato”. Oggi Momaboma pro-duce 25mila pezzi all’anno, fattura 2milioni di euro e si avvale di settecollaboratori interni più un’altraventina sparsa nei diversi laboratorinei quali si svolgono alcune parti

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della lavorazione. In sede vieneinfatti realizzato solo il primo cam-pione. “Tagliamo, disegniamo ecuciamo tutto a mano”, spiegaorgoglioso il titolare. Poi si procedecon la lavorazione. Nel 2004 tutti imateriali sono stati brevettati cosìcome i modelli di borse che sono daallora classificati come “modelliornamentali”.Le Momaboma, che riproduconomodelli blasonati sdrammatizzando-li, vengono realizzate interamentecon materiali di recupero. Per esem-pio il 90% dei materiali utilizzati èrappresentato da “reclame” di vec-chie riviste, recuperate o dalle canti-ne e dalle collezioni di Longati e delsuo staff o ancora da mercatini e col-lezionisti sparsi in tutta Italia. “Oggi– rivela il titolare – disponiamo di unmagazzino di circa 45mila riviste e25mila quotidiani”. Ognuno di que-sti viene sfogliato e ne viene attenta-mente ritagliata la pubblicità che poiè catalogata per lustri. “I periodi dicinque anni – spiega ancora Longati– non sono scelti a caso. Permettonoa noi di non fare salti temporali cherischierebbero di inquinare il mes-saggio della pubblicità, e a chi pos-siede la borsa di respirare veramentel’atmosfera trasmessa dalle pubbli-cità di quel particolare periodo”.Sono proprio le varie pubblicità chesono sulle borse, a “formarne ilcarattere”. Un carattere che è unicoper ogni borsa perché non ne esisteuna uguale all’altra. Chi possiedeuna Momaboma non potrà maiincontrare nessuno che ha la stessaborsa al braccio. “In questo senso –spiega Longati – Momaboma è unafilosofia che sfocia nell’emozionale”.Un emozionale che risente della crisieconomia generale o riesce a rima-nerne fuori? “In realtà fino ad orasiamo in crescita – ammette Longati– ma è anche vero che noi viviamo dipiccoli numeri e probabilmente quel-

Ogni prodottoè per definizione

“unico”, e realizzatocon materiali

interamente riciclati

lo che sta succedendo è che stiamoattraversando la crisi passandoci inmezzo”. Una tendenza che si rifletteanche sulle collezioni. “La mia ispi-razione è la vita reale – spiega – quel-lo che succede e quello che vedo tuttii giorni. Per esempio, ho notao che sivedono sempre di più automobilibianche mentre in passato erano piùche altro argentate o colorate. Hoapprofondito la cosa e a quanto pareil bianco ha la caratteristica di tra-smettere sicurezza alle persone. Hopreso spunto da questo particolare ecosì la collezione primavera/estate2010 sarà integralmente ricoperta dauna patina bianca. Quella che iochiamo patina di sicurezza”. Nelfrattempo la collezione invernale siaffaccia ai negozi: 300 in Italia e unoshow room in Spagna che rappresen-ta il primo passo verso l’estero. Leborse per l’autunno-inverno 2009-2010 sono tutte “sporcate” con ilbitume giudaico dal colore caldo,abbinato a ritagli di giubbotti damotociclista rossi e color cioccolatoche ammiccano anche al fumettovietato ai minori. Beato chi se l’ag-giudicherà

Recuperare, personalizzareIl segreto di Momaboma

Da San Lazzaro di Savena le borse “su misura” che si ispirano alle vecchie pubblicità

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50 OTTOBRE 2009

AZIENDE

L’ultima trovata si chiamaPianeta Sole Life ed è unpannello solare con un’ef-ficienza di conversione

delle celle superiore di oltre un terzoa quelli finora in uso, con l’obiettivodi trasformare ogni abitazione in uncentro di produzione di energia. Sitratterà, comunque, solo della voce

numero 10.023 delcatalogo dei prodottidel gruppo Beghelli. Eproprio nelle idee, tuttecoperte da brevettiinternazionali, che è daricercare la formula vin-cente della storia diun’azienda emiliana,che in una trentinad’anni è riuscita a soste-nere gli alti e bassi del

mercato continuando a espandersidentro e fuori dai confini nazionali.Le flessioni non mancano, comequella delle vendite nel settore dell’il-luminazione d’emergenza e ordina-ria, che nel primo semestre 2009sono calate del 18,3 per cento, conun fatturato di 68,2 milioni di euro,

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rispetto agli 83,5 dello stesso seme-stre 2008 (meno 18,3%). Poi ci sonogli investimenti a lungo termine,come con il progetto “Un mondo diluce a costo zero”, che comporta unesborso iniziale notevole. Beghelli siimpegna a dotare le aziende di illu-minazione e impiantistica elettrica aconsumi ridotti senza spese per il

Tante le novitàin catalogo,

tutte coperteda brevetto

internazionale

cliente, perché il servizio si ripaga neisuccessivi otto anni con una quotadel risparmio generato sul canone .Così, mentre un prodotto cala, unaltro cresce e tanti ancora sono stu-diati dal settore Ricerca e sviluppo,su cui nell’ultimo anno sono statiinvestiti 6,6 milioni di euro. Alla finei conti tornano: il primo semestre di

Costruire un imperoa colpi di idee

Compie trent’anni la Beghelli di Monteveglio. Crescono ancora fatturato e utili

IL PROGETTO

Pianeta Sole Life è l’ultimo prodotto che laBeghelli si prepara a lanciare nel 2010. Si

tratta di pannelli fotovoltaici con dimensionitre volte ridotte a parità di potenza, basatisulla scoperta del premio Nobel per la fisicaZhores Alferov. L’idea di Alferov risale alla finedegli anni ’50, sperimentata sui satelliti russiSputnik. Solo ora, però, i grandi passi avantinella microelettronica avrebbero permesso ilmiglioramento dei parametri di produzionedelle celle solari che, già applicati all’ingegne-ria aerospaziale, possono avere un effettivo

impiego in ambito terrestre. Ed è Alferov adaffermare: “Le celle solari di nuovo tipo con-sentono di superare la soglia del 38% di effi-cienza, con l’obiettivo di raggiungere il 55%nell’immediato futuro”. Le celle sono a triplagiunzione a base di gallio, germanio e indio.Occupano ciascuna un quadratino di 3 milli-metri contro i 110 mm di quelle a silicio cri-stallino. Ogni modulo fotovoltaico di questogenere promette una potenza di 150 Wattracchiusa in meno di un metro quadro con unpeso inferiore ai 30 chili

Si chiama “Pianeta Sole Life” l’ultima trovata dell’azienda di MonteveglioE nel 2010 arriva il micro-pannello fotovoltaico

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quest’anno si è chiuso con un utilenetto consolidato di 4,1 milioni dieuro rispetto ai 3,9 milioni al 30giugno 2008 (più 3,2%). Ma comenasce un’azienda capace di trasfor-mare l’emergenza in valori solidi econsolidati? La storia della Beghelliè quella di un imprenditore nostra-no con il pallino dell’elettronica e lacapacità di anticipare i bisogni delmercato sfruttando al massimo letecnologie di volta in volta a dispo-sizione.Tutto comincia alla fine degli anniSettanta quando Gian Pietro Beghelliha l’intuizione di trasformare comu-ni lampade portatili in lampade rica-ricabili per affrontare il black-outdella grande nevicata e poi, due annidopo, in soccorso ai terremotatidell’Irpinia. È con queste iniziativeche Beghelli fa cassa per comprare laprima macchina per realizzare glistampi e, soprattutto, capisce che c’èdavvero un mercato per le sue idee.Sono appena iniziati gli anni ‘80quando, in un appartamento sfitto diun amico a Savigno, comincia a fab-bricare prodotti. Un’intuizione s’im-pone dietro l’altra portando – nel1982 – alla fondazione della G.P.B.Beghelli srl a Monteveglio: si spaziadalle lampade Maya (1985) e BuonViaggio (1991) che si ricarica in autocon l’accendisigari a quelle Salvalavi-ta (1989) e Notturna (1990) fino alGas System (1994) e alla CandelaElettronica (1995) o all’antifurto contelecomando Altolà (1998). Nel1993 viene lanciato il Telesalvalavitae il settore della tele-assistenza diven-ta la nuova frontiera. Del 1999 l’in-gresso nel settore dell’illuminazione arisparmio energetico. Il 2001 vede ilrafforzamento del gruppo nel settoredella domotica con sistemi di auto-mazione per aumentare la sicurezzadell’ambiente domestico (IntelligentBeghelli, Famiglia Sicura) ma anchedi quello lavorativo (TabaccheriaSicura, Negozio Sicuro). Del 2007 ildebutto nel fotovoltaico con PianetaSole.Il tempo muta la geografia imprendi-toriale e gli assetti societari amplian-do sempre più i confini d’azione. Nel2004, mentre la Cina fa gridareall’allarme a tante imprese, Beghelliacquisisce il 60% della societàJangsu Shifute Lighting Equipment,

che produce apparecchi d’illumina-zione. Nel 2007, l’operazione si con-clude con l’acquisto del residuo40%. Oggi Beghelli Cina ha sede aJiangsu, sulla costa orientale cinese,e può contare su un migliaio didipendenti tra operai, ingegneri eaddetti commerciali e una rete divendita con oltre 20 uffici e 300rivenditori autorizzati. Oltre allaCina, ci sono molte altre acquisizio-ni internazionali: del 1999 quella diElplast, società della RepubblicaCeca che opera nell’ambito dello svi-luppo e della produzione di apparec-chi di illuminazione. Nel 2000 l’ac-quisizione della Luxnet, aziendacanadese che fabbrica e distribuisce

La storia di Beghelli è imperniata sulleidee tirate fuori al momento giusto. Il

luogo di nascita è lo stesso per fondatore esocietà: Monteveglio, un paese di 5mila abi-tanti sulle colline di Bologna. Figlio del bar-biere del paese, Gian Pietro Beghelli iniziagià ragazzino ad aiutare il padre in bottega,poi – a 17 anni – viene assunto dalla Ducatielettronica, a Bologna, dove diventa capo-mensa. La sua passione è già tutta per idispositivi elettronici e così spesso ha l’inca-rico da parte della Ducati di consegnare aMonteveglio schede e componenti. Il servi-zio extra gli consente di risparmiare i soldidella corriera che usa per andare al lavoro.Pian piano, poi, l’impegno di questo indot-to diventa sempre maggiore e il giovanefinisce per coinvolgere anche i familiari: lamamma, la zia e la fidanzata Marisa chediventerà poi sua moglie. Beghelli decidequindi di aprire una piccola impresa di pro-dotti elettronici artigianali, ma il lavoro sicu-ro resta un valore indiscusso. E quandovince un concorso alle Poste, Gian Pietroaccetta l’incarico e per più di sei anni è in

servizio effettivo a Bologna, a consegnarebuste e missive nei quartieri Saragozza eMazzini. La Ducati è ancora una presenzaforte tra i clienti del lavoro da terzista dellapiccola impresa artigiana, ma alla fine deglianni ’70 entra in crisi.Quello che sembra un problema, diventauno stimolo a puntare di più sulla propriainventiva. È l’inverno del 1978 quando lagrande nevicata sulle colline di Bologna fasaltare la luce per giorni e in giro non sitrova più neanche una candela. Nel buio diquell’emergenza un’idea folgora la mente diGian Pietro Beghelli. Ordina da Hong Kongmille lampade a pila, le svuota e ci mette uncircuito per renderle ricaricabili. “In tre gior-ni – ricorda – erano tutte vendute”. L’exploitsi ripete nel 1980, quando c’è il terremoto inIrpinia. Le lampade d’emergenza ricaricabilisi confermano un successo. Nel 1982 vienefondata a Monteveglio la G.P.B. Beghelli srlcon la quale inizia la produzione delle primelampade da sfoderare al momento del biso-gno. E l’azienda diventa leader nazionale nelsettore dell’illuminazione d’emergenza

LA STORIA

Gian Pietro Beghelli, che ha saputo vedere un’opportunità in una lampada “a pila”

Quella grande nevicata del 1978

apparecchi di illuminazione d’emer-genza, poi trasformata in BeghelliCanada. Sempre del 2000 l’acquisi-zione di Praeziosa, società tedescache produce sistemi centralizzati d’e-mergenza in un mercato dove la sen-sibilità per il risparmio energetico ètanto sviluppata.I confini si espandono anche a livel-lo personale. All’inizio, ad affiancareGian Pietro, entrano i figli Luca eGraziano. Alla fine del 2005 fa il suoingresso anche Maurizio e – nel2006 – il padre cede a ognuno deitre il 5% delle sue quote. Il 58% delcapitale resta al fondatore e presi-dente della società, ma c’è il 15% giàin mano alla seconda generazione

In alto,Gian Pietro Beghellicon i figli

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SPECIALE FIERE E CONGRESSIInserto pubbliredazionale

Cesena Fiera è caratterizzata da padiglioni modulari cheoffrono fino a 30mila metri quadri di superficie espositiva.

Uno dei punti qualificanti è il Centro Congressi, che si presen-ta come struttura autonoma, ma può essere anche integratocon tutta (o parte) della superficie degli stessi padiglioni espo-sitivi.Se Cesena ha conquistato una sua specifica collocazione nelloscenario nazionale e nell’area del Mediterraneo anche graziead un polo fieristico con una sua indubbia specificità (si pensi aMacfrut), il Centro Congressi è un ulteriore valore aggiunto.Offre infatti tre sale convegni di diversa capienza (da 50 a oltre450 posti), attrezzate con le più avanzate tecnologie (traduzio-ni simultanee, internet, wi fi, videoconferenza.) e consente diattivare servizi che vanno dal bar alla ristorazione (ristorante obuffet). Dispone di un ampio parcheggio gratuito e dell’acces-so a persone svantaggiate. Inoltre può avvalersi di alcune salet-te e di spazi modulari da utilizzare per ulteriori suddivisioni deipartecipanti ad un incontro in commissioni, seminari e gruppidi lavoro. Il Centro Congressi di Cesena Fiera è lo spazio ideale per ospi-tare eventi di ogni genere, dalle conferenze stampa ai meeting,ai convegni nazionali e internazionali.Riguardo alla capacità operativa del Centro Congressi (inaugu-rato nel 2007), assai numerose sono le testimonianze di enti,associazioni, amministrazioni pubbliche, imprese e gruppi dioperatori che ne hanno utilizzato le sale e i servizi. Inoltre, c’èla costante e importante attività fieristica che vedrà a fine 2009realizzare una trentina di rassegne, fra quelle organizzate daCesena Fiera a quelle di privati, che spaziano da Arredo eComplementi (l’appuntamento mensile con C’era una volta

l’antiquariato, Arredo Casa), Ambiente e alimentazione(Cesena a Tavola, AgroFer), Collezionismo e Sport (MarketRetro, Ruotando), Natura e Fauna (Internazionale ornitologica,Cinofila), Spettacoli e Tradizione (Cesena in Fiera, Sagra delMinatore), Agricoltura (Ortomac, Macfrut).Macfrut, è diventata il fiore all’occhiello che ha sempre piùqualificato Cesena Fiera e la stessa città di Cesena come polointernazionale dell’ortofrutticoltura.Una conferma si è avuta ad inizio ottobre con la prima edizio-ne autunnale di Macfrut, “rafforzato” ancora dai numeri: 700espositori (di cui 20% esteri), su 30mila mq. Dei 21.500 visita-tori, circa 4.000 provenivano da 80 Paesi. Sono stati realizzaticirca 300 incontri bilaterali B2B. La presenza di importantibuyer della GDO ha elevato inoltre il livello degli incontri com-merciali con soddisfazione degli espositori.

Cesena Fiera, gli eventi passano da qui

In questa fase di crisi profonda e diffusa dell’economiamondiale, il settore fieristico resta uno strumento indi-spensabile per le imprese alla ricerca di nuovi sbocchi. Le fiere hanno accompagnato l’evoluzione verso l’eco-nomia di mercato e ancora oggi non è stato ancora tro-vato nulla di più efficace per concentrare fisicamente, inuno stesso luogo e per un periodo definito, domandaed offerta. Lo strumento fieristico è ancora il mezzo dicomunicazione commerciale più utilizzato in Europa edil mercato italiano è il secondo al mondo dopo quellotedesco.Come emerge da un recente dossier dell’Aefi, l’associa-zione degli enti fieristici italiani, dalla consapevolezza delproprio ruolo di promozione dell’economia, le fiere

stanno cercando di adeguare le strategie ai cambia-menti strutturali. La strada, ribadita dallo studiodell’Aefi, è di ripensare gli eventi investendo nelle ideeper creare nuove opportunità per il pubblico e soprat-tutto le imprese, a cui offrire spazi e servizi a prezzi com-petitivi.Su questo percorso si è già avviata l’Emilia-Romagna.Qui il sistema fieristico ed anche quello congressuale,che ne condivide in parte aspetti e caratteristiche, hannoraggiunto uno standard di qualità e creatività tale darappresentare un importante strumento per le imprese,ma anche una componente attrattiva per la valorizza-zione del territorio dal punto di vista culturale, turisticoed economico.

In Emilia-Romagna, un insieme di strutture e professionalità all’avanguardia può diventare catalizzatore di nuove iniziative a servizio

del tessuto imprenditoriale per agganciare la ripresa dell’economia

Strumenti senza frontiere per il business

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SPECIALE FIERE E CONGRESSIInserto pubbliredazionale

Sa interpretare con creatività, qualità e fantasia, il momentodella pausa durante incontri di lavoro e formazione, congres-

si o per la conclusione di eventi. Neri Catering è nata nel 1930come pasticceria artigianale con una produzione di eccellenzaattraverso un’attenta selezione di materie prime che ancora ladistingue nel panorama bolognese, ma è cresciuta specializzan-dosi anche nell’organizzazione a 360 gradi di servizi di rinfrescoper le aziende. Oggi Neri Catering propone servizi sempre origi-nali con l’ alta professionalità e l’esperienza di uno staff selezio-nato e preparato ed attrezzature moderne e all’avanguardia.

Dalla sua sede di Bologna in via Saragozza, Neri Catering operasu tutto il territorio provinciale ed anche in regione per trovaresoluzioni e dare risposte ad una clientela diversificata per stili,gusti ed esigenze a seconda dei contesti.Neri Catering mette a disposizione i propri servizi, sempre origi-nali, per convention e incontri aziendali, cene di gala, colazioni dilavoro, lunch, coffe break, brunch, ricevimenti, meeting, con-gressi, inaugurazioni, buffet per cerimonie, open bar stand fieri-stici.“Cerchiamo di proporre un servizio sempre più specializzato e sumisura – spiega il titolare, Mirko Neri – senza perdere di vista ilrapporto qualità prezzo, che è un nostro punto di forza. Per veni-re incontro alle esigenze del cliente, offriamo anche la possibilitàdi richiedere un preventivo gratuito telefonando oppure compi-lando un form sul nostro sito internet dove è possibile consulta-re e scegliere i diversi tipi di menu studiati per le varie tipologiedi eventi”.Neri catering può fornire anche il servizio open bar completo concamerieri ed attrezzature o la fornitura giornaliera di solo cibocon consegna da parte dei suoi autisti.“Una novità importante – aggiunge Mirko Neri – è l’offertaanche alle aziende che espongono in fiera le quali possono affi-darsi a noi per un servizio completo “chiavi in mano” nell’orga-nizzazione di eventi conviviali durante le manifestazioni”.Neri Catering via Saragozza 81 Bologna tel. 051 6446606 Cell. 348 3396189www.nericatering.it

Apochi passi dal mare e dal centro storico di Rimini, il CentroCongressi SGR (www.centrocongressisgr.it) è una struttura poli-

funzionale moderna e dinamica, dotata di ampi spazi modulari per ospi-tare qualsiasi tipologia di evento.Costola del Gruppo Società Gas Rimini che da oltre 50 anni opera al ser-vizio del cittadino, il Centro Congressi SGR si sviluppa su 1500 mq, èdotato di sei sale meeting con luce naturale e capienza massima di 250persone per singola sala, spazi espositivi a geometria variabile, ampioparcheggio riservato, bar interno e ristorante interno, caratterizzato dauna suggestiva e panoramica vista sul mare, ideale per colazioni dilavoro, pranzi, rinfreschi, cene di gala.

Le migliori tecnologie congres-suali e l’assistenza di personalealtamente qualificato offrono lapossibilità di organizzare, perso-nalizzandole, le più svariateoccasioni di incontro quali mee-ting, convegni, corsi didattici,esposizioni, ma anche di trovaresoluzioni post congressualicapaci di soddisfare diversi tar-get di interesse dal divertimen-

to, alla cultura, dal benessere, allo sport.Il Centro Congressi SGR si propone, infatti, come interlocutore unico, ingrado di offrire servizi integrati come segreteria organizzativa pre e postcongressuale, comunicazione, sistemazione alberghiera, interpretariato,hostess, security, ufficio stampa.

Con aziende private, ordini professionali, enti pubblici locali e alcunefacoltà universitarie (medicina e chirurgia ha eletto il Centro Congressisede di riferimento per l’attività didattica), negli ultimi due anni, l’atti-vità del Centro Congressi è cresciuta in maniera esponenziale, acco-gliendo una clientela variegata. La struttura ospita mediamente n. 80incontri al mese da un minimo di 50 ad un massimo di 400 persone.Questa media è il risultato di una politica commerciale che, oltre a for-nire un servizio di assistenza costante e professionale in tutte le fasi del-l’organizzazione e suggerire soluzioni ottimali per un evento di succes-so, è attenta all’esigenze di budget del Cliente e lo assiste nella sua ela-borazione.Obiettivo per il 2010? Diffondere su tutto il territorio nazionale un mar-chio che ha segnato la storia di quello romagnolo in termini di affidabi-lità ed eccellenza nei servizi.

Centro Congressi SGR - Via Chiabrera 34/b - 47900 RiminiTel.0541-303030-303193 - fax 0541-303063 email:[email protected]

Neri Catering, menu e servizio su misura

Centro Congressi SGR, uno spazio in movimento

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SPECIALE FIERE E CONGRESSIInserto pubbliredazionale

Una vera e propria centrale elettrica capace di produrre 600.000kWh di energia all’anno, grazie alla presenza di un sistema

inverter che trasforma energia continua in corrente alternata.L’impianto fotovoltaico a servizio della Fiera di Forlì, è un caso esem-plare di tecnologia e di attenzione all’ambiente che assicura allastruttura l’autoproduzione di circa il 75% di quanto consuma in unanno. In questo modo i padiglioni del quartiere fieristico potrannoautoalimentare la fornitura di corrente per l’impianto elettrico, per ilriscaldamento ed il condizionamento dei locali. L’impianto fotovoltaico della Fiera di Forlì è stato realizzato dalla for-livese CCLG, azienda di lunga esperienza nelle soluzioni per la pro-duzione di energia che attraverso la propria divisione Energy si occu-pa di sistemi fotovoltaici. Strategico anche il supporto di BIIS-BancaInfrastrutture Innovazione e Sviluppo, la banca del Gruppo IntesaSanpaolo dedicata al Public Finance in grado di servire a 360° tuttigli attori che intervengono nella spesa pubblica, nello sviluppo delleinfrastrutture e nel miglioramento dei servizi di pubblica utilità.L’Ente Fiera ha potuto usufruire di una tecnica di finanziamento – illeasing su costruendo – completa ed innovativa per questo settore,ponendo al servizio del debito i proventi rivenienti dal contributo

erogato dal GSE a fronte dell’energia prodotta dall’impianto stesso.“L’intervento – puntualizza il presidente della fiera, GiorgioLombardi – rappresenta una mossa significativa per i conti dell’Entefieristico che attraverso questo investimento abbatte i costi dei con-sumi e trae i benefici derivanti dal conto energia; in totale il margi-ne netto medio annuo (per i primi venti anni) è di circa 135mila euroall’anno”.

Fiera di Forlì, innovazione tecnologica e attenzione all’ambiente

Rilancia ed investe su nuovi progetti Rimini Fiera che nelgiugno 2010 ospiterà la prima edizione di Packology, la

fiera del packaging dei costruttori italiani. L’esposizione, riser-vata agli operatori, a periodicità triennale, è il frutto della part-nership tra l’Unione Costruttori Italiani Macchine Automati-che (UCIMA) e Rimini Fiera Spa.Packology proporrà la produzione industriale del sistema delpackaging che in Italia è fortemente orientato all’export, met-tendo in risalto eccellenze tecnologiche e di innovazione.Packology è un progetto fortemente voluto da UCIMA, l’as-sociazione leader di settore nel mondo, insieme a Rimini Fiera,il terzo quartiere fieristico italiano, che ha stanziato un budgetdi promozione di circa un milione di euro per questa nuovamanifestazione.“La nascita di un nuovo progetto fieristico – dice LorenzoCagnoni, presidente di Rimini Fiera Spa – in un momento digenerale difficoltà per l’industria mondiale, è una risposta con-creta alla domanda di ripresa. Siamo consci delle difficoltà che

incontreremo, in un contesto competitivo ed aggressivo. Ilnostro compito, però, è di cogliere le occasioni e con le giusteprecauzioni investire sullo sviluppo. Si sono incontrati il desi-derio di UCIMA di avere un prodotto fieristico ritagliato esat-tamente sulle necessità dell’industria del packaging e la nostradisponibilità a consolidare una filiera espositiva già solida esperiamo ancor più appetibile”. Per Rimini Fiera è una sfida ambiziosa che può avere ancorasuccesso. Basta pensare agli eventi che hanno debuttato nel2009: White and Blue, che ha riportato Rimini Fiera nel setto-re della nautica con elementi di prestigio e qualità, eTechnodomus, il salone delle tecnologie per la lavorazione dellegno e componenti per l’edilizia.Rimini Fiera in queste scelte può contare sull’indiscutibileappeal del quartiere fieristico (per il quale rappresenta un plusla facile raggiungibilità con stazione ferroviaria interna di linea,terminal bus ed elisuperficie) e l’attrattività del territorio che,insieme alla competenza organizzativa diretta, alla leadershipnelle filiere fieristiche di riferimento, alla visibilità internaziona-le, è tra le carte più solide.Rimini Fiera, la cui organizzazione commerciale è articolata intre business unit, ha in calendario 37 eventi, di cui 11 interna-zionali ed è titolare della quasi totalità delle manifestazioni inportafoglio.Oltre a nuovi prodotti, Rimini Fiera non manca di arricchiremarchi consolidati. E’ il caso del Sigep, manifestazione leadernel mondo per il dolciario artigianale (dal 23 al 27 gennaio2010), che presenterà la novità di un market place, una piat-taforma virtuale di incontri di affari. Un mese dopo (dal 21 al24 febbraio), un nome unico “Sapore” riunirà sotto un cap-pello espositivo inedito un format che riunirà le storiche Mia(al quarantennale), Mse, Divino Lounge, Oro Giallo e PianetaBirra Beverage &Co. Tante poi le novità in preparazione perl’appuntamento di riferimento per il mondo food&beverage.

Rimini Fiera verso nuovi traguardi

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CONCENTRAZIONI: VIA LIBERA ALL’ACCORDO FIAT-CHRYSLER

La nuova proposta della Commissione euro-pea prevede per il prossimo decennio finan-ziamenti aggiuntivi di 16 miliardi di euro afavore dell'energia solare, 13 miliardi per lacattura e lo stoccaggio geologico di CO2, 7miliardi per l'energia nucleare e 6 miliardi perl'energia eolica.La Commissione è convintache, aumentando gli investimenti nelle tecno-logie pulite, si possa accelerare la transizioneverso un'economia a basse emissioni di anidri-de carbonica, indispensabile per contenere igas serra e ridurre la dipendenza dell'Unioneeuropea dalle importazioni di petrolio e meta-no. Se la cifra di 50 miliardi di euro può sem-brare esorbitante per un'economia che non èancora uscita dalla recessione, gli esperti con-cordano sulla redditività di un investimento diquesto tipo. Il mercato delle tecnologie ener-getiche pulite sta esplodendo e offre prospet-tive di ingenti guadagni e milioni di posti di

lavoro per i paesi che sapranno porsi all'avan-guardia. Attualmente, l'Unione europea spen-de circa 3 miliardi di euro all'anno in ricerca esviluppo sull'energia pulita. La Commissionepropone di passare a 8 miliardi all'anno, inve-stendo complessivamente 50 miliardi di euroin più nel prossimo decennio. I finanziamentipotrebbero provenire da varie fonti: industrie,banche, investitori privati, Stati. Si proponeinoltre di selezionare una trentina di città euro-pee per testare le tecnologie verdi. I combusti-bili fossili, come il petrolio, il gas e il carbone,rappresentano l'80% dell'attuale approvvi-gionamento energetico dell'UE. Oltre il 50%proviene da paesi extra UE.Rif.:http://ec.europa.eu/energy/technology/set_plan/set_plan_en.htm

BANDA LARGA SENZA FILI SULLE FREQUENZE GSM

Il 20 ottobre sono state pubblicate sullaGazzetta Ufficiale dell’Unione europea nuovemisure che, consentendo l’utilizzo delle fre-quenze GSM da parte dei telefoni 3G, apronola strada ad una nuova generazione di servizimobili in Europa. Queste misure fanno segui-

to all’accordo raggiunto nel luglio scorso dalParlamento europeo e dal Consiglio dei mini-stri UE al fine di modernizzare la normativaeuropea (cd. “direttiva GSM”) sull’uso dellospettro radio necessario per i servizi mobili. Lenuove misure dell’UE favoriranno una mag-giore concorrenza sul mercato europeo delletelecomunicazioni e consentiranno agli opera-tori di fornire più facilmente servizi paneuropeipiù rapidi, come l’Internet mobile, accanto aiservizi GSM attualmente disponibili.Esse contribuiranno inoltre all’introduzione dinuovi servizi a banda larga senza fili.Rif.: http://ec.europa.eu/information_society/policy/ecomm/radio_spectrum/index_en.htm

SETTORE LATTIERO-CASEARIO: ULTIME PROPOSTE

Al fine si stabilizzare il mercato del latte laCommissione europea a inizio ottobre haproposto l'introduzione di due modifichealla normativa che disciplina il settore lat-

Notiziedall’Unione Europea

FLASH EUROPAUnioncamere Emilia-Romagna A cura di Laura Bertella, Stefano Lenzi, Paolo Montesi e Gianna Padovani

DIRETTIVA SERVIZIEntro il 28 dicembre 2009 gli Stati membri dell’UE dovrannoadottare le disposizioni legislative, regolamentari e ammini-strative necessarie per conformarsi alle disposizioni contenutenella direttiva 2006/123/CE, cd direttiva servizi, del 12 dicem-bre 2006.A tal fine a fine settembre è stato istituito, tramite decreto delMinistro per le Politiche Europee, un tavolo tecnico di con-fronto, costitutito da un rappresentante per ciascuna delleAmministrazioni coinvolte e uno per ciascuna delle associazio-ni di categoria più rappresentative nel settore specifico dei ser-vizi, al fine di consentire la più ampia partecipazione e traspa-renza nella fase di recepimento della direttiva. La direttiva mira a facilitare la libertà di stabilimento e la libertàdi prestazione di servizi nell'UE; rafforzare i diritti dei destina-tari dei servizi in quanto utenti di tali servizi; promuovere laqualità dei servizi e stabilire una cooperazione amministrativaeffettiva tra gli Stati membri.La direttiva stabilisce un quadro giuridico generale favorevoleall'esercizio della libertà di stabilimento dei prestatori di servizinonché della libera circolazione dei servizi, garantendo al con-tempo un livello di qualità elevato per i servizi. La direttiva stabilisce un quadro giuridico generale per qualsia-si servizio fornito dietro corrispettivo economico ( tranne per isettori esclusi art. 2 comma 2 e 3), tenuto conto della specifi-cità di talune attività o professioni. Secondo questa direttiva, gli Stati membri esaminano ed even-tualmente semplificano le procedure e formalità relative all’ac-cesso ad un'attività di servizi e al suo esercizio. In particolare,

la direttiva prevede: l'istituzione di sportelli unici presso i qualiil prestatore possa espletare tutte le formalità necessarie peresercitare la propria attività; l'obbligo di rendere possibile l'e-spletamento di tali procedure per via elettronica; l'eliminazio-ne degli ostacoli giuridici e amministrativi allo sviluppo del set-tore dei servizi.Per facilitare la libertà di stabilimento, la direttiva prevede: l'ob-bligo di valutare la compatibilità dei regimi di autorizzazionealla luce dei principi di non discriminazione e di proporzionalitàe di rispettare taluni principi quanto alle condizioni e procedu-re di autorizzazione applicabili al settore dei servizi; il divieto ditaluni requisiti giuridici che esistono nelle legislazioni di deter-minati Stati membri e non possono essere giustificati, ad esem-pio i requisiti di nazionalità; l'obbligo di valutare la compatibi-lità di un certo numero di altri requisiti giuridici alla luce deiprincipi di non discriminazione e di proporzionalità.Per rafforzare la libera prestazione di servizi, la direttiva preve-de che gli Stati membri devono garantire il libero accesso aun'attività di servizi nonché il suo libero esercizio sul loro terri-torio. Lo Stato membro nel quale il prestatore di servizi si recapotrà imporre il rispetto dei propri requisiti solo a condizioneche siano non discriminatori, proporzionati e giustificati perragioni relative all'ordine pubblico, alla pubblica sicurezza, allasalute pubblica o alla tutela dell'ambiente. La direttiva preve-de altresì un certo numero di deroghe importanti a questoprincipio, ad esempio in materia di qualifiche professionali, didistacco dei lavoratori e per i servizi di interesse economicogenerale.

Normativa comunitaria

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tiero-caseario. Si propone che il settore lat-tiero-caseario sia in futuro tutelato da unaclausola di emergenza, che già esiste in altrisettori agricoli, clausola che consentirebbeuna reazione più rapida in caso di turbativadel mercato. Per gli anni di quota2009/2010 e 2010/2011, le modificheapportate al funzionamento dei regimi diriscatto delle quote da parte degli Statimembri garantiranno che le quote riscatta-te, conservate nella riserva nazionale, nonsiano più considerate come facenti partedella quota nazionale al momento di deci-dere se si debba riscuotere un prelievo sup-plementare sulle eccedenze. Se vieneimposto il prelievo supplementare, la partecorrispondente alla quota riscattata puòessere utilizzata dagli Stati membri perristrutturare il settore. La Commissioneadotterà formalmente un pacchetto dimodifiche alla normativa sugli aiuti di Statoper consentire agli Stati membri di versareentro il 2010 aiuti fino a 15000 euro perproduttore sotto forma di aiuti nazionali.

Rif.: http://ec.europa.eu/agriculture/markets/milk/index_en.htm

MARCO POLO: TRASPORTO MERCIIN EUROPA PIU’ PULITO

La Commissione europea ha adottatonuove regole per allargare la portata delprogramma Marco Polo, che dal 2003sostiene progetti nel settore del trasportosostenibile. Il programma offre aiuto finan-ziario all’industria dei trasporti allo scopo diridurre il trasporto di merci sulle nostrestrade congestionate o di trasferire il traffi-co merci verso altri modi di trasporto piùsostenibili, come quello marittimo, ferro-viario o per vie di navigazione interna.Sono state migliorate le condizioni di par-tecipazione al programma al fine diaumentarne l’attrattiva presso le imprese,condizioni che si applicheranno ai prossimibandi che dovrebbero essere indetti all’ini-zio dell’anno prossimo.

Rif.: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/1496&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en

SECONDO BANDO PROGRAMMA DI COOPERAZIONE TRANSNAZIONALE SEE

Entro fine anno sarà pubblicato il secondobando a valere sul Programma di coopera-

zione Trasnazionale Europa Sud Orientalenell'ambito dell’obiettivo "Cooperazioneterritoriale Europea" sostenuto dal FondoEuropeo di Sviluppo Regionale. IlProgramma è finalizzato a favorire lo svilup-po integrato e la competitività di uno spazioterritoriale tra i più diversificati e complessi inEuropa (8 Paesi Membri dell'UE, 2 PaesiCandidati, 4 Paesi Potenziali Candidati e 2Paesi del Vicinato). Il Programma SEE ha l'o-biettivo di migliorare il processo di integra-zione territoriale, economica e sociale deiPaesi coinvolti e di contribuire alla coesione,alla stabilità ed alla competitività dell'areaattraverso lo sviluppo di partenariati transna-zionali ed azioni congiunte su questioni diimportanza strategica.Gli obiettivi specifici da raggiungere sono:facilitare l'innovazione, l'imprenditorialità, l'e-conomia della conoscenza e la società del-l'informazione; migliorare l'attrattività delleregioni e delle città con attenzione allo svi-luppo sostenibile, all'accessibilità fisica, allaconoscenza e alla qualità ambientale; pro-muovere l'integrazione facilitando lo sviluppodi competenze bilanciate per la cooperazioneterritoriale transnazionale a tutti i livelli Ciascun obiettivo specifico trova applicazio-ne in uno o più assi prioritari. La RegioneEmilia-Romagna presiede il ComitatoNazionale di Coordinamento del Programmae, attraverso la sua Agenzia di SviluppoERVET è il Punto di Contatto Nazionale.

Rif.: http://www.programmasee.it/sezioni/index2.asp

FLASH EUROPA

Bandi comunitarie appuntamenti

Unioncamere Emilia-RomagnaViale Aldo Moro, 62 - 40127 BolognaTel. 051 6377011 - Fax 051 6377050E-mail: [email protected]

SIDI Eurosportello - CCIAA di RavennaViale L.C. Farini, 14 - 48100 RavennaTel. 0544 481443 - Fax 0544 218731 E-mail: [email protected]

CCIAA di BolognaP.zza Costituzione, 8 - 40128 BolognaTel. 051 6093286 - Fax 051 6093225E-mail: [email protected]

CCIAA di FerraraLargo Castello,6 - 44100 Ferrara Tel. 0532 783812 - Fax 0532 205122 E-mail: [email protected]

CCIAA di Forlì-CesenaC.so della Repubblica, 5 - 47100 ForlìTel. 0543 713524 - Fax 0543 713531E-mail: [email protected]

PROMEC - CCIAA di ModenaVia Ganaceto, 134 - 41100 ModenaTel. 059 208270 - Fax 059 218520E-mail: [email protected]

CCIAA di ParmaVia Verdi, 2 - 43100 ParmaTel. 0521 210241 - Fax 0521 233507 E-mail: [email protected]

CCIAA di PiacenzaPiazza Cavalli, 35 - 29100 PiacenzaTel. 0523 386255 - Fax 0523 334367E-mail: [email protected]

CCIAA di Reggio EmiliaPiazza Vittoria, 3 - 42100 Reggio EmiliaTel. 0522 796236/301 - Fax 0522 796300E-mail: [email protected]

CCIAA di RiminiVia Sigismondo, 28 - 47900 RiminiTel. 0541 363752 - Fax 0541 363747 E-mail: [email protected]

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