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EDIZIONE STRAORDINARIA Tutto Piaget · bre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re...

Date post: 17-Feb-2019
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EDIZIONE STRAORDINARIA Come annunciato il 13 marzo 2015, lo scorso 8 dicembre è stato inaugurato a Roma il Giubileo, cioè l’Anno Santo. Forse non tutti sanno che esistono giubilei ordinari, l’ultimo è stato nel 2000, il prossimo nel 2025, e straordinari. Il Giubileo straordi- nario di quest’anno è stato indet- to da Papa Francesco nella ricor- renza del Cinquantesimo dalla fine del Concilio Vaticano II ed è dedicato al tema della “Misericordia”. Queste sono le parole con cui il pontefice stesso ha presentato l’evento: «Cari fratelli e sorelle, ho pensato spes- MANAROLA, UN PRESEPE DA RECORD ALLE CINQUE TERRE Nel cuore delle Cinque Terre, dall’8 dicembre, e per tutto il periodo delle festività, si ac- cendono le oltre quindicimila lampadine per le 256 figure che compongono un presepe da record, quello di Manaro- la, costruito sulla Collina delle Tre Croci. Nato da un’i- dea e dall’opera instancabile di Mario Andreoli, classe 1926, ex ferroviere in pensio- ne che il presepe rappresenta un simbolo importante di im- pegno e creatività. I materiali con cui è realizzato sono tutti di riciclo, riadattati a nuove forme e utilizzi grazie all’oc- chio attento del suo “papà”. Anche quest’anno a inaugura- re l’accensione delle luci c’è stata una festa con fuochi d’ar- tificio che ha visto una grande partecipazione di pubblico. SSPG “J. Piaget” laboratorio di Giornalismo GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA Tutto Piaget so a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di esse- re testimone della Misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo cen- tro la misericordia di Dio. Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell'Immacolata Conce- zione e si concluderà il 20 novem- bre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell'univer- so e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l'organizzazione di questo Giubileo al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare a ogni persona il vangelo della Misericor- dia.» Si tratterà dunque di un anno dedicato alla “riconciliazione”, secondo la tradizione della Chiesa, ma è anche un’occasione riflettere sulle parole del papa che ci ricorda che la “giustizia di Dio è misericor- dia”. Così in un tempo di guerre, terrorismo e divisioni fermare la violenza è possibile se si ha la spe- ranza di opporsi con la forza dell’a- scolto e del dialogo, in una parola affermando il valore della pace. Ana Maria Raducan, Francesco Berni, Jeffrey Villanueva, Federico Zecca
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Page 1: EDIZIONE STRAORDINARIA Tutto Piaget · bre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell'univer-so e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l'organizzazione

EDIZIONE STRAORDINARIA

Come annunciato il 13 marzo

2015, lo scorso 8 dicembre è stato

inaugurato a Roma il Giubileo,

cioè l’Anno Santo. Forse non

tutti sanno che esistono giubilei

ordinari, l’ultimo è stato nel

2000, il prossimo nel 2025, e

straordinari. Il Giubileo straordi-

nario di quest’anno è stato indet-

to da Papa Francesco nella ricor-

renza del Cinquantesimo dalla

fine del Concilio Vaticano II ed è

ded ica to a l t ema de l la

“Misericordia”. Queste sono le

parole con cui il pontefice stesso

ha presentato l’evento: «Cari

fratelli e sorelle, ho pensato spes-

MANAROLA, UN PRESEPE DA RECORD ALLE CINQUE TERRE

Nel cuore delle Cinque Terre,

dall’8 dicembre, e per tutto il

periodo delle festività, si ac-

cendono le oltre quindicimila

lampadine per le 256 figure

che compongono un presepe

da record, quello di Manaro-

la, costruito sulla Collina

delle Tre Croci. Nato da un’i-

dea e dall’opera instancabile

di Mario Andreoli, classe

1926, ex ferroviere in pensio-

ne che il presepe rappresenta

un simbolo importante di im-

pegno e creatività. I materiali

con cui è realizzato sono tutti

di riciclo, riadattati a nuove

forme e utilizzi grazie all’oc-

chio attento del suo “papà”.

Anche quest’anno a inaugura-

re l’accensione delle luci c’è

stata una festa con fuochi d’ar-

tificio che ha visto una grande

partecipazione di pubblico.

SSPG “J. Piaget” laboratorio di Giornalismo

GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA

Tutto Piaget

so a come la Chiesa possa rendere

più evidente la sua missione di esse-

re testimone della Misericordia. È

un cammino che inizia con una

conversione spirituale. Per questo

ho deciso di indire un Giubileo

straordinario che abbia al suo cen-

tro la misericordia di Dio. Questo

Anno Santo inizierà nella prossima

solennità dell'Immacolata Conce-

zione e si concluderà il 20 novem-

bre del 2016, domenica di Nostro

Signore Gesù Cristo, re dell'univer-

so e volto vivo della misericordia

del Padre. Affido l'organizzazione

di questo Giubileo al Pontificio

consiglio per la promozione della

nuova evangelizzazione, perché

possa animarlo come una nuova

tappa del cammino della Chiesa

nella sua missione di portare a ogni

persona il vangelo della Misericor-

dia.» Si tratterà dunque di un anno

dedicato alla “riconciliazione”,

secondo la tradizione della Chiesa,

ma è anche un’occasione riflettere

sulle parole del papa che ci ricorda

che la “giustizia di Dio è misericor-

dia”. Così in un tempo di guerre,

terrorismo e divisioni fermare la

violenza è possibile se si ha la spe-

ranza di opporsi con la forza dell’a-

scolto e del dialogo, in una parola

affermando il valore della pace.

Ana Maria Raducan, Francesco Berni, Jeffrey Villanueva, Federico Zecca

Page 2: EDIZIONE STRAORDINARIA Tutto Piaget · bre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell'univer-so e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l'organizzazione

Ogni primo venerdì del mese la

“merenda” alla Piaget è

“amica”. Abbiamo incontrato

la prof.ssa Rolla che ci ha spie-

gato il perché di questa iniziati-

va. Semplicemente si organizza

una piccola raccolta fondi, e col

contributo di un euro ciascuno,

si ottengono due risultati. In-

nanzitutto si aiutano i bambini

ospiti della casa famiglia

“L’isola che non c’è” e poi,

facendo merenda insieme, ci

ricordiamo di sostenere il com-

mercio equo e solidale.

Cosa significa equo e solidale?

Cosa vuol dire “equo e solida-

le”?

Intanto ricordiamo che

“commercio equo solidale o

commercio equo è un commer-

cio che offre al produttore e a

chi lo aiuta un prezzo adegua-

to, garantendo anche la tutela

del territorio”. In Europa la

prima Organizzazione del com-

mercio alternativo (ATO) è

nata nel 1965. I prodotti equo

solidali agricoli più comuni

sono: frutta secca, cacao, zuc-

chero, succhi di frutta, riso,

spezie e noci. Mentre nel 1969

il rapporto in valore delle vendi-

te fra oggetti di artigianato e

prodotti agricoli era dell'80%

contro il 20%, nel 2002 le ven-

dite di prodotti artigianali am-

montavano al 25% del totale

delle vendite del commercio

equo e solidale, l'analoga linea

di prodotti agricoli superava il

69%. È, dunque, “una forma

di commercio internaziona-

le nella quale si cerca di far

crescere aziende economica-

mente sane nei paesi più svi-

luppati e di garantire ai pro-

duttori ed ai lavoratori

dei paesi in via di sviluppo un

trattamento economico e so-

ciale equo e rispettoso.”

Che cos'è veramente la casa fami-

glia?

Attorno al termine Casa Fami-

glia c’è veramente una grossa

confusione: qualcuno utilizza

questo termine per strutture

gestite da suore, per comunità

educative… utilizzando anco-

ra il termine istituto, cosa che

in Italia non dovrebbe succe-

dere più. La casa famiglia è un

servizio residenziale di acco-

glienza per minori. Gli ultimi

dati del 2010 indicano 29.300

minori fuori famiglia, perciò

c'è sempre un bisogno di fa-

miglie che desiderino aprirsi

all'accoglienza. I bambini che

sono nelle strutture, sono

minori sotto tutela, ciò signi-

fica che sono in carico al

servizio sociale. La maggior

parte dei bambini ha vissuto

l'allontanamento dalla fami-

glia per motivi di maltratta-

mento, episodi di violenza, o

anche tossicodipendenza,

alcolismo da parte della fami-

glia d'origine.

Lo scopo della casa famiglia

vuole essere quello di acco-

“Casa” è il luogo dove vuoi tornare

perché è là che ritrovi le persone a

cui vuoi bene di più e che ti manca-

no. Festeggiare insieme ricorrenze

come il Natale, acquista allora un

valore speciale, perché impariamo

a condividere ciò che abbiamo e a

fare posto anche a chi una casa

non ce l’ha più o la sta cercando.

Così parlandone insieme al prof.

Montagnoli a cui abbiamo chiesto

in cosa consisterà la festa di fine

UN PENSIERO PER UN NATALE SPECIALE

Francesca Suarat,, Sofia Cantale, Biagio Vallefuoco,

Karla Fermin, Aurora Seghieri

TUTTO PIAGET

PIAGET SOLIDALE: QUANDO L’AMICIZIA SI FA MERENDA

PAGINA 2

gliere i bambini che ne

hanno bisogno, coccolarli,

accudirli e far assaporare

loro il clima familiare, in

modo da poter dare stru-

menti per poi essere pronti

per essere accompagnati

verso il loro progetto di

vita definitiva, come l'ado-

zione o il rientro a casa.

Spesso accompagniamo i

bambini verso un altro

progetto di affido famiglia-

re, uno degli obiettivi che

ci poniamo come casa

famiglia è quello di sensibi-

lizzare il territorio in cui

siamo presenti, cercando

di informare e di trovare

nuove famiglie che inten-

dano aprirsi all'affido fami-

liare.

anno, abbiamo riflettuto sul fatto che

mettere insieme le cose, donare qual-

cosa perché a sua volta diventi un

altro dono, organizzare una festa,

una lotteria, una mostra con tutti i

lavoretti da mostrare, stare insieme,

ridere e lavorare, diventa un modo

per dare un significato più grande alle

piccole cose, diventa un modo soprat-

tutto per vivere la scuola in modo

diverso, come un’occasione di incon-

tro per crescere insieme.

Page 3: EDIZIONE STRAORDINARIA Tutto Piaget · bre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell'univer-so e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l'organizzazione

Eco-Piaget è un progetto che si occupa

di riqualificare lo spazio verde intorno

alla scuola. L’attenzione all’ecologia è

stata da sempre centrale alla Piaget,

ma dal 2013 è diventata sistematica-

mente operativa grazie ad un laborato-

rio che sta riorganizzando i giardini e

ripristinando le aiuole, insegnando

come aver cura di ciò che è di tutti

non è semplicemente un’ideale, ma

può essere un progetto educativo con-

creto. Fioriscono così rose e tulipani,

piante officinali, erbe aromatiche e si

raccolgono olive, frutta e verdura rigo-

rosamente “bio”. Il progetto Eco-

Piaget si organizza in due appunta-

menti pomeridiani al mercoledì e al

giovedì. Da un’idea del prof. Bartolet-

ti, grazie alla collaborazione attiva

non solo dei professori Biondi

attraverso le crociate, si

diffonde infatti in Nor-

mandia, Britannia., Aqui-

tania, è presente alla corte

di Carlo Magno a quella di

Enrico II, fino a diventare

simbolo della Casa dei

Lancaster.

GALLICA VERSCICO-

LOR / ROSA MUNDI:

molto antica, si ritrova nei

cespugli con fiori doppi

dal colore rosso carminio.

La sua leggenda è legata a

molte ballate, novelle,

poemi e opere medievali in

cui si narra del re d’Inghil-

terra Enrico, la regina

Eleonora, la sua amante

Rosamund.

La regina gelosa decise di

intrappolare l’amante pri-

ma della visita del re, la

corrompendo un servo.

Rosamund si accorge

dell’inganno e scappa nel

All’inizio dell’anno scola-

stico, i ragazzi di Eco-

Piaget hanno piantato nel

giardino della scuola tre

specie di rose molto anti-

che. Per vederle fiorire

dovremo aspettare Mag-

gio, ma ecco intanto alcu-

ne curiosità di cui ci ha

parlato la prof.ssa Berton:

LA ROSA GALLICA

OFFICINALIS: dai petali

molto odorosi che riescono

a trattenere il profumo

anche essiccati, e dalle

capacità curative, da cui il

nome “The Apothecary’s

Rose” o “Red Rose ol

Lancaster”. Cresciuta in

natura in Asia, coltivata

anche dai Persiani e dagli

Egiziani e in fine adottata

dai Greci e dai Romani,

può essere considerata

l’antenata di tutte le rose

europee. Arriva in Europa

giardino-labirinto. Fuggen-

do si accorge che un pezzo

di stoffa del ricamo che

stava cucendo era ancora

attaccato al gomitolo, così

viene raggiunta dalla Regi-

na che la obbliga a scegliere

tra la coppa di veleno e un

coltello.

Il re scoprì il corpo morto

dell’amante inconsolabile,

ordinò che fosse sepolta in

un convento, ricoperta da

un’aiuola con le sue rose

preferite.

ROSA CHARLES DE

MILLS: I fiori cremisi con

sfumature porpora, sono

molto profumati, illumina-

ti da un occhio centrale e

formano un cespuglio con

ricca e lunga fioritura.

Charles fu il direttore della

British East India Company

1785.

IL GIARDINO DELLE ROSE

Ana Maria Raducan, Aurioa Seghieri, Micol Dattoli

PAGINA 3 EDIZIONE STRAORDINARIA

ECOPIAGET : PER UNA SCUOLA IMMERSA NEL VERDE

(scienze), Berton e Tommasi

(lettere), ma anche di alunni e fami-

glie, sono nati il “giardino preistori-

co” con le colture di cereali, farro e

frumento, e ancora il “giardino dei

semplici” con le piante che già nel

Medioevo servivano per aromatizza-

re gustosi piatti o curare proprio

come medicine, ed ancora il giardi-

no con le piante arrivate dalla sco-

perta dell’America. Melissa, cedrina,

timo, lavanda, ruta, serpillo, prezze-

molo e ancora, patate, pomodori,

piante di cotone, e fiori e tante altre

piante sono tutte segnalate dai carti-

gli realizzati in materiali diversi tra

cui spiccano quelli su terracotta con-

fezionati dai ragazzi del laboratorio

di ceramica. Storia, scienze, ecolo-

gia e cittadinanza si intrecciano così

strettamente e ciò che si studia sui

libri diventa esperienza concreta di

condivisione per crescere insieme. Si

impara così che le idee più belle sono

quelle che si traducono in azioni che

danno buoni frutti: il profumo di una

rosa, la bellezza dei colori di un tuli-

pano, la sofficità del cotone, la fra-

granza delle olive, il gusto dei sapori

semplici.

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A Riccò del Golfo vicino agli anni

'60 - '70 i bambini e le bambine gio-

cavano senza apparecchi tecnologici

(ipad, computer ecc...). Le mamme

preparavano ai figli buone merende

a base di burro e zucchero dentro un

panino e delle torte che erano le

merende principali prima della nu-

tella. Di solito i ragazzi andavano

alle cinque terre in una spiaggia lun-

ga 2 km . Per arrivare a una cascata

a picco sul mare bisognava scendere

da una scaletta e superare un villag-

gio turistico con i camper.

Intanto nelle 5 terre passava un vec-

chio treno, e c’era una spiaggia

scomparsa da qualche anno...

Spesso tendiamo a pensare che

i posti che ci circondano siano

sempre stati così, che non

siano mai cambiati. Però non è

sempre vero. I territori cambia-

no spesso, sia per cause natura-

li, sia per motivi urbani. Abbia-

mo incontrato le bidelle della

nostra scuola: Antonella e Ro-

berta e abbiamo chiesto di rac-

contarci cosa e com'è cambiato

della nostra città: La Spezia.

Lo abbiamo fatto perché erava-

mo molto curiosi di scoprire

com’era il mondo intorno a

noi, di vedere la città da un

altro punto di vista e non ne

siamo rimasti delusi.

Antonella ci ha raccontato

come si viveva negli anni '60

quando si facevano spesso gite

in bicicletta o a piedi e molti

giochi all’aperto, non solo d'e-

state, ma anche d’inverno:

pallavolo, calcio … ecc perché

Federico Zecca, Francesco Berni,

Jeffrey Villanueva

TUTTO PIAGET

COME ERAVAMO

PAGINA 4

non esisteva il computer. I

compiti si facevano insieme e

le mamme o le nonne prepara-

vano le merende, spesso si

mangiava pane con burro e

zucchero o le frittelle. Per

andare alle Cinque Terre pren-

devi il treno e la spiaggia piú

gettonata era quella di Bonas-

sola, dove rimanevi tutto il

giorno.

A Corniglia c’erano due chilo-

metri di spiaggia che ora non

c’è piú.

Perché?

I territori cambiano spesso e

non solo a causa dell’azione

dell’uomo, infatti la Spiaggia

di Corniglia è scomparsa a

causa del fenomeno dell' ero-

sione, che è un fatto naturale.

EROSIONE

Sgretolamento della superficie

terrestre dovuta ad agenti fisici.

Il 33% della costa ligure è sog-

getta a erosione e la spiaggia,

come dicono i tecnici della

Regione Liguria: “è un sistema

che costituisce l’elemento più

sensibile del nostro territorio “.

E’ una risorsa per il turismo ma

anche per l’ambiente nel senso

della difesa della costa perché

la spiaggia serve a lasciar sfoga-

re l’energia dell’onda che dun-

que quando arriva a terra ha

meno forza.

[La Liguria, è in allarme per

l'erosione delle coste "Abbiamo

perso un terzo delle spiagge" La

Repubblica, Genova 2013.]

CORNIGLIA:

LA SPIAGGIA CHE NON

C’È PIÙ

Il paesino di Corniglia, tra Ma-

narola e Vernazza, è forse il più

tipico e caratteristico delle Cin-

que Terre. Si erge su un piccolo

promontorio a strapiombo sul

mare con una vista che spazia

su tutta la costa fino a Monte-

rosso e punta Mesco. Corniglia

si raggiunge agevolmente col

treno e con i pulmini del parco o

con la propria auto. Per chi ama

il trekking, una rete di meravi-

gliosi sentieri la collega agli altri

borghi delle Cinque Terre.

Beatrice Di Benedetto

Page 5: EDIZIONE STRAORDINARIA Tutto Piaget · bre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell'univer-so e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l'organizzazione

A scuola, studiando le pagine di geo-

grafia, abbiamo parlato dei problemi

che riguardano l’ambiente, la tutela

del territorio e l’ecologia. Insieme ci

siamo chiesti se è possibile trovare

d e l l e s o l uz i o n i c h e s i a no

“sostenibili” cioè capaci di unire il

bisogno di essere economicamente

produttivi alla necessità di difendere

la natura. La sfida non è di poco

conto. Spesso e specialmente in pas-

sato i due termini venivano intesi in

contraddizione fra loro e a tutt’oggi

le difficoltà nel conciliarli non sono

poche. Tuttavia difendere il territorio

e mantenere un’economia eco-

compatibile, contenendo i costi di

gestione e ottimizzando la produzio-

ne, è possibile o per lo meno è un

obiettivo concretamente perseguibile.

Ne abbiamo parlato con L. Natale,

responsabile della Comunicazione

presso il Parco delle Cinque Terre.

Chiamato così per i cinque borghi,

Riomaggiore, Manarola, Corniglia,

Vernazza, Monterosso al mare, il

territorio è Patrimonio Mondiale

dell’Umanità Unesco dal 1997, Area

Mariana Protetta dal 12 dicembre

1997, Parco Nazionale dal 6 ottobre

1999, nonché parte del Santuario dei

Cetacei. Bisogna però ricordare, co-

me suggerito dal confronto col geolo-

go C. Malgarotto, che questo territo-

rio è estremamente fragile e va salva-

guardato, per questo motivo esiste un

Centro Studi Rischi Geologici. Il

Parco, infatti, non solo è il più picco-

lo d’Italia con i suoi 3.868 ettari, ma è

anche il più densamente popolato con

i suoi 4.000 abitanti a cui vanno ag-

giunti i numerosissimi turisti che

letteralmente la invadono stagional-

mente creando così l’esigenza di or-

ganizzare e gestire un tale flusso per

limitare i rischi derivati da un simile

impatto ambientale. Per questo, nel

rigoroso rispetto dei criteri indicati-

La storia delle Cinque Terre è

segnata da sempre dal profondo

legame tra uomo e territorio che

ha il suo simbolo nei muretti a

secco. Costruiti con sole pietre di

arenaria e terriccio, fin dall’anno

Mille, sono alla base del sistema di

terrazzamenti che viene usato per

livellare il suolo. Si ottengono così

le caratteristiche strisce di terra da

coltivare che in dialetto vengono

chiamate ciàn. La funzione di

questi muretti è duplice perché

servono sia per conquistare nuovi

spazi all’agricoltura che per la

regolazione dei flussi idrogeologi-

ci, drenando cioè l’acqua di scolo e

UN MURETTO STORICO

tempo che va dalle 5 alle 10 ore a

seconda delle condizioni fisiche e

meteo, è permanente. A contornare

la maratona che si terrà giorno 20

marzo con partenza da Monterosso

alle 6,30, ci saranno dal pomeriggio

di venerdì 18 tutta una serie di even-

ti che vanno da conferenze a mostre

-mercato dedicate al tema della viti-

coltura, passando per la degustazio-

ne di vini e prodotti tipici locali. Il

nome dell’iniziativa infatti deriva

anche dallo Sciacchetrà, il vino pas-

sito prodotto con le uve provenienti

dai terrazzamenti delle Cinque Terre

(bosco, albarola e vermentino), dal

colore giallo dorato, dal profumo di

miele, dal sapore intenso che va da

dolce ad amaro e con retrogusto man-

dorlato; ma ricordiamo le Cinque

Terre sono anche sinonimo di Vino

Cinque Terre DOC, miele, olio extra-

vergine d’oliva, acciughe salate di

Monterosso, limoni, basilico e molto

altro. Sport ed eno-gastronomia con-

corrono così a promuovere un turismo

eco-sostenibile.

SCIACCHETRAIL: QUANDO IL TURISMO È SLOW

In uno spazio ristretto come quello

delle Cinque Terre, sensibilizzare

su tematiche di salvaguardia e

tutela ambientale è l’unica ricetta

“slow” contro un turismo “mordi e

fuggi” ad alto impatto ambientale.

L’Ultra Trail attraverserà infatti

sentieri secolari che si aprono su

paesaggi mozzafiato il cui denomi-

natore comune sono i terrazza-

menti con i vigneti sul mare. Gra-

zie alla cartellonistica segnaletica il

percorso, che si può coprire in un

PAGINA 5 EDIZIONE STRAORDINARIA

PARCO DELLE CINQUE TERRE,

UN MARCHIO DI QUALITÀ ECO-SOSTENIBILE

dall’Unesco e sottoponendosi regolar-

mente al riscontro dei controlli di

Certificazione ISO, numerose sono le

attività e i progetti curati dal Parco.

Pensiamo ad esempio alle Cinque

Terre Card o al Marchio di qualità

ambientale che servono per conciliare

tutela ambientale ed economia, pro-

movendo piuttosto un turismo consa-

pevole che porti alla scoperta di per-

corsi sia naturalistici, che eno-

gastronomici, con la degustazione dei

prodotti tipici locali più noti, uno per

tutti, il passito Schiacchetrà. Ecco

nascere così esperienze come Sciac-

cheTrail. Iniziativa inaugurata l’anno

scorso, si rinnoverà quest’anno dal 18

al 20 Marzo, impegnando 250 runner

in una maratona di montagna “con

vista mare” che si snoderà tra sentieri

e “creuze” per un percorso di 47 km e

su un dislivello positivo di 2600 m.. Il

tutto per promuovere sport, agonismo

e salute in scenari incantevoli.

permettendo al terreno di mantener-

si più asciutto e compatto. Da que-

sto stesso legame millenario tra la-

voro dell’uomo e ambiente sono

nate le Cinque Terre, in particolare

Manarola che è tutta costruita sui

terrazzamenti. Tuttavia questo par-

ticolare equilibrio è stato messo in

crisi tra gli anni ’70 e ’80 perché a

causa del progressivo abbandono

dei campi molti muretti si sono rovi-

nati. Da allora molte iniziative sono

state messe in atto per ripristinarli e

mantenerli in buono stato, pensia-

mo alla nascita della Cooperativa

Agricoltura Cinque Terre o alla

“Fondazione Manarola Muretti a

secco” o ancora a tutti i progetti di

monitoraggio ambientale e di inter-

venti come contribuiti alla crescita o

al miglioramento delle tecniche di

manutenzione e produzione messi in

atto anche dall’Ente Parco. Il deno-

minatore comune di tutte queste

iniziative oggi è sempre lo stesso

ovvero, come ci ricorda la prof.ssa

C. O’Neill, la co-

mune consapevo-

lezza che l’agricol-

tura va sostenuta

non solo come atti-

vità economica, ma

soprattutto come

presidio permanen-

Francesca Carofiglio, Letizia Terdossi,

Martina Bernardini, Ana Maria Raducan,

Biagio Vallefuoco, I C e I B

Page 6: EDIZIONE STRAORDINARIA Tutto Piaget · bre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell'univer-so e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l'organizzazione

PAGINA 6 EDIZIONE STRAORDINARIA

Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896. Frequenta scuole tecniche, iscritto nel 1915, si diplomerà in ra-

gioneria all'istituto tecnico commerciale "Vittorio Emanuele". Coltiva interessi letterari, studia musica e can-

to attraverso un percorso libero da condizionamenti. Le lingue straniere sono il terreno in cui getta le prime

radici della sua formazione e alimenta il suo immaginario, arricchendolo delle suggestioni che gli derivano dal

panorama, ancora intatto, della Riviera ligure di Levante: Monterosso al Mare e le Cinque Terre, dove la fa-

miglia trascorre le vacanze. Tornato a Genova dopo la guerra, durante la quale è stato ufficiale al fronte, fre-

quenta gli ambienti letterari, e presto si dedica completamente alla poesia e alla letteratura. Nel 1925 Euge-

nio Montale pubblica il suo primo libro di versi, "Ossi di seppia". Nel 1927 si trasferisce a Firenze, dove col-

labora a importanti riviste letterarie, diventando redattore presso l'editore Bemporad. In questo contesto pro-

va anche l'arte pittorica imparando dal Maestro Elio Romano maestro dei colori e l'uso dei pennelli. Dopo la

guerra Montale si iscrive al Partito, ma la sua esperienza politica è breve. Montale trascorre l'ultima parte

della sua vita (dal 1948 alla morte) a Milano. Diventa redattore del Corriere della Sera e critico musicale per il

"Corriere d'informazione". Nel 1967 viene nominato, per i suoi meriti letterari, senatore a vita. Nel 1975 rice-

ve il premio Nobel per la letteratura. Eugenio Montale muore a Milano nel 1981.

In occasione del quarantesi-

mo del Premio Nobel per la

Letteratura a Eugenio Mon-

tale, il Parco Nazionale delle

Cinque Terre e la Società

Dante Alighieri hanno inau-

gurato a Dicembre, a Mon-

terosso, il Parco Letterario

Eugenio Montale. Il nuovo

parco letterario è stato uffi-

cialmente presentato a Ro-

A MONTEROSSO UN NUOVO PARCO LETTERARIO DEDICATO A EUGENIO MONTALE

ma Giovedì 10 marzo 2016

alle ore 17.45 presso la Gal-

leria del Primaticcio, Palaz-

zo Firenze – Piazza Firenze,

27. Come ha dichiarato il

Presidente del Parco Nazio-

nale, Vittorio Alessandro

“Quello delle Cinque Terre è

anche paesaggio culturale.”

Non a caso. “Gente vino e

rocce delle Cinque Terre” fu

il primo articolo a firma di

Montale uscito il 27 ottobre

1946 sul Nuovo Corriere della

Sera. Un titolo al quale ci si è

voluti ispirare per sottolineare

l'attualità del poeta proprio

nelle Cinque Terre, in partico-

lare a Monterosso, e il suo

legame – oltre che con questa

terra e i suoi frutti – anche con

la gente che l'abitava”.

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TUTTO PAGINA 7

Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall'azzurro: più chiaro si ascolta il sussurro dei rami amici nell'aria che quasi non si muove, e i sensi di quest'odore che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l'odore dei limoni. Vedi, in questi silenzi in cui le cose s'abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità. Lo sguardo fruga d'intorno, la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno più languisce. Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che si allontana qualche disturbata Divinità. Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta il tedio dell'inverno sulle case, la luce si fa avara - amara l'anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo dei cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d'oro della solarità.

Eugenio Montale Da “Ossi di seppia”

I LIMONI

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TUTTO PIAGET PAGINA 8

La cucina ligure è ricca di

piatti che vengono dalla

tradizione culinaria con

tecniche. preparazioni e

ingredienti legati sia alla

produzione locale (come il

preboggion, miscuglio di

erbe selvatiche), che pro-

venienti da zone con cui

nei secoli i liguri hanno

avuto frequenti contatti

(come il pecorino sardo,

uno degli ingredienti del

pesto).

Per storia, radici ed ele-

menti che la compongono

si può dire che quella ligure

sia la vera cucina mediterra-

nea.

Una cucina povera, propria

delle genti di campagna, dei

montanari e dei naviganti,

fatta di alimenti semplici, co-

muni ed economici, che è tut-

tavia diventata costosa, ricer-

cata e piena dei fasti antichi.

Volendo riassumere, si può

affermare che la gastronomia

della Liguria si contraddistin-

gua per sei grandi elementi:

le erbe selvatiche spontanee

(maggiorana, salvia, rosmari-

no, alloro, timo, ecc.); le primi-

zie dell'orto di casa e del bosco

(basilico di Prà, pomodori

"cuore di bue", zucchine trom-

bette, cipolle, patate quaranti-

ne genovesi, melanzane, aspa-

ragi e carciofi, funghi, tartufi

della Val Bormida, ecc.); l'olio

di oliva della Riviera Ligure; i

prodotti farinacei e da forno

quali focacce, farinate, torte

salate; la vasta gamma di pa-

ste secche e fresche il pescato

del mar Ligure; la selvaggina

dell'Appennino.

LA CUCINA LIGURE

Nelle Cinque Terre, a Mon-

terosso, si pratica la pesca

dell'acciuga, ovvero il “pan

do mâ”, “pane del mare”. Di

acciughe infatti ce ne sono

davvero in abbondanza, per

questo motivo sono diventa-

te non solo uno dei prodotti

più pescati del nostro mare,

ma anche uno dei più consu-

mati ed esportati. Hanno un

gusto molto delicato, per

questo piacciono molto ai

liguri e non solo. Il tipo che

vive nei nostri mari depone

le uova precocemente, misu-

ra 3-4cm di lunghezza a par-

tire da Giugno e raggiunge

i 7-8 cm in Settembre. Ven-

gono pescate con il metodo

t r a d i z i o n a l e d e l l a

“LAMPARA” o con la rete

a circuizione, il “ciànciolo”.

Forse non tutti sanno che la

lampara è una lampada mol-

to grossa e potente che vie-

ne montata sui pescherecci.

I pescatori la usano di notte

per puntarla in mare, illu-

minare la superfice dell' ac-

qua e attirare i pesci in su-

perficie per poi intrappolarli

nella rete. A partire dal VII

secolo si perfeziona la tecni-

LE ACCIUGHE DI MONTEROSSO

ca della conservazione del

pesce affumicato, sott'olio e

salatura. Quest'ultima è pra-

ticata tutt'ora ed è molto dif-

fusa. Si tratta di scegliere,

pulire e salare il pesce, al fine

di poterlo conservare a tem-

peratura ambiente, in vasi di

vetro di opportuna forma e

dimensione, fino a due o tre

anni. Grazie alla morfologia

e posizione geografica

(temperatura media annua,

tasso di umidità nell’aria, e

salinità del mare) si ottiene

un livello di salatura ottima-

le e caratteristica.

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Barabesi Ginevra

Bianchedi Sara

Dessì Giulio

Di Fraio Samuele

Fazio Elena

Gallo Andrea

Malgarotto Laura

Marfella Marco

Martinetti Letizia

Natale Manuel

Perndrecaj Mikela

Pireddu Damiano

Raducan Ana Maria

Raggi Laura

Sassarini Michele

Tartarini Sara

Vangi Francesco

Battista Samuele

Stefanelli Gregorio

La Porta Giuseppe

Antei Diego

TUTTO PIAGET PAGINA 9

Battolla Mattia

Benedetti Alessio

Berni Filippo

Bertagnini Luca

Chersulich Vasco

Citro Alessandro

Corradi Gianmarco

Curetti Alice

Dalcielo Ginevra

De Leon Tineo Jean Carlos

D'Imporzano Pietro

Galli Niccolò

Giovanazzi Francesca Maria Cassandra

Invidia Daniele

Moracchioli Alex

Negri Sara Zoe

Patriarchi Eleonora

Quartini Nicolò

Raggi Gaia

Ramirez Heras Jesus Enriquez

Ramos Cruz Solanyi Valentina

Scaramella Arianna

Scaramella Diego

Scaramuccia Dalila

PRODOTTI E RICETTE

TIPICHE

LA MESCÌUA DI LA SPEZIA

La mesciua è un piatto ti-

pico della cucina spezzina.

È un piatto tipico della

cosiddetta cucina povera.

Consiste in pratica di una

mescolanza di legumi e

cereali, preventivamente

lasciati macerare in acqua

per almeno 24 ore e suc-

cessivamente fatti bollire

con tempi differenti di

cottura. I vari ingredienti

vengono poi uniti in

un'unica pietanza condita

poi con olio di oliva e pe-

pe. Il nome “mesciua” de-

riva appunto dalla parola

mescolanza, cioè mesco-

lanza di ingredienti spes-

so scelti a caso in base a

quelli disponibili, tipici

della zona del porto.

Altre fonti infatti ricolle-

gano la ricetta a quando,

gli scaricatori venivano

remunerati a fine giorna-

ta con quello che avanza-

va dalle operazioni di

sbarco delle navi mercan-

tili che portavano cereali

e legumi.

Tutto quello che appunto

veniva poi portato a casa

serviva poi a creare la

MESCIUA.

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Docente tutor:

Prof.ssa Loredana Maria

Pirotti

In redazione:

Cantale Sofia

Di Benedetto Beatrice

Suarat Francesca

Fermin Karla

Dattoli Nicol

Villanueva Jeffrey

Berni Francesco

Seghieri Aurora

Fabio Manuela

Bertuzzi Desirèe

Zecca Federico

Bernardini Martina

Raducan Ana Maria

Vallefuoco Biagio

Villa Filippo

Stefanelli Gregorio

Battista Samuele

La Porta Giuseppe

Antei Diego

Carofiglio Francesca

Terdossi Letizia

Barabesi Ginevra

Bianchedi Sara

Dessì Giulio

Di Fraio Samuele

Fazio Elena

Gallo Andrea

Malgarotto Laura

Marfella Marco

Martinetti Letizia

Natale Manuel

Perndrecaj Mikela

Pireddu Damiano

Raducan Ana Maria

Raggi Laura

Sassarini Michele

Tartarini Sara

Vangi Francesco

Battolla Mattia Benedetti Alessio

Berni Filippo

Bertagnini Luca

Chersulich Vasco

Citro Alessandro

Corradi Gianmarco Curetti Alice

Dalcielo Ginevra

De Leon Tineo Jean Carlos

D'Imporzano Pietro

Galli Niccolò Giovanazzi Francesca

Maria Cassandra Invidia Daniele

Moracchioli Alex

Negri Sara Zoe

Patriarchi Eleonora

Quartini Nicolò

Raggi Gaia Ramirez Heras Jesus Enriquez

Ramos Cruz Solanyi Valentina

Scaramella Arianna Scaramella Diego

Scaramuccia Dalila

Tutto Piaget

Gli articoli sono visibili all’indirizzo: http://lanazione.campionatodigiornalismo.it/2016/03/11/economia-ecologica/?wt_mc=fbuser

Il pdf della pagina edita su La Nazione dell’11 marzo è disponibile all’indirizzo:

http://lanazione.campionatodigiornalismo.it/files/2016/03/11mar-laspezia-01-scuolamediajeanpiaget-laspezia.pdf


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