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ELEMENTI DI BASE E STRATAGEMMI MINIMI PER UNA BUONA DIZIONE 1.

Date post: 02-May-2015
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ELEMENTI DI BASE E “STRATAGEMMI MINIMI” PER UNA BUONA DIZIONE 1
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ELEMENTI DI BASEE “STRATAGEMMI MINIMI”PER UNA BUONA DIZIONE

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Scaletta

• Preparazione delle letture

• Tecnica di lettura

• Articolazione e pronuncia: fondamenti

• Esercizi

– di apprendimento

– di respirazione

– di articolazione e pronuncia

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Preparazione delle letture

• Di cosa si parla?– Leggere il testo per capirne bene il significato

• Quali sono le parole, le frasi chiave?– È su di esse che bisognerà incentrare l’intera lettura

• Studiare il testo dal punto di vista “tecnico”, leggere il testo:– Sillabando;– Applicando volume, ritmo e pause;– Mettendo in rilievo le frasi chiave;– “vedendo” le immagini

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Preparazione delle letture

• La mia lettura è “ascoltabile”?– Leggere il testo in presenza di uno o più

ascoltatori oppure registrandosi;– Verificare se con il proprio modo di

leggere, gli ascoltatori sono in grado di• SENTIRE• CAPIRE• ASCOLTARE

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• SENTIRE– Materialmente ritmo e volume

• CAPIRE– Non è per nulla automatico: dipende dal modo in cui il lettore si è

preparato a leggere il brano e da come effettivamente lo legge. E’ questione di ritmo (pause e velocità), intonazione, articolazione e interpretazione (colore). Le parole non devono solo essere pronunciate, ma capite

• ASCOLTARE– Il lettore non legge per sé, l’obiettivo non è la sua personale

comprensione, ma quella degli altri. È chi ascolta che deve ascoltare e capire, senza annoiarsi

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• Preparazione di una lettura per stacchi e sospensioni:– Ogni frase ha un suo ritmo che bisogna trovare per poi

riprodurre– Un buon ritmo di lettura si ottiene attraverso una

rapida analisi e quattro operazioni:• Raggruppare le parole che devono essere lette

“in un fiato”• Sospendere l’enunciato• Accentuare le sillabe forti• Segnare gli stacchi

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• In generale, quando si parla davanti a un pubblico di qualsiasi tipo, la regola è la seguente:– Una sospensione ( / ) dura un secondo– Uno stacco ( // ) esige un arresto di due secondi– Una pausa ( /// ) esige un arresto di tre secondi

• Esagerato? Forse, ma se il contesto lo consente è la condizione per una buona riuscita della lettura. Provare per credere!

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• La sospensione ( / )– Non è una pausa e neppure uno stacco: è

specie di allungamento della sillaba che “fa desiderare” il resto• Non si dirà: “Parla di finestre e balconi dietro i

quali”• Ma si dirà: “Parla di finestre e balconi /

dietro i quali”– dà rilievo a una parola non nel senso di

marcarla, ma di “farla desiderare”

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• Lo stacco ( // )

– È una via di mezzo tra sospensione e

pausa

– Indica un momento di “semi-riflessione”:

• “Oggi, /mentre andavo a casa, /ho incontrato

un vecchio amico. //Che piacere mi ha fatto!”

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• La pausa ( /// )– E’ un arresto momentaneo ma totale della dizione– Si fa al punto, a fine paragrafo o tra due frasi che

cambiano senso, struttura o stile– Il seguente testo è un ottimo esempio:

• “Il vento / si insinua tra i muri sbrecciati / e le finestre vuote /// e parla”, senza pausa rischierebbe di diventare:

• “Il vento si insinua tra i muri sbrecciati e le finestre vuote e parla”

• La pausa (///) dopo “vuote” serve per far pensare all’uditore: “Cosa farà il vento?”

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Tecnica di lettura• LA RESPIRAZIONE– È molto importante imparare ad effettuare

una respirazione corretta, ossia addominale e non soltanto toracica (cosa che si ottiene usando il diaframma) e sufficientemente profonda. Solo così si riesce ad emettere una voce valida qualitativamente e quantitativamente.

– Una buona respirazione si ottiene da un buon rilassamento

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• LA VOCE– Sulla base di una corretta respirazione si

tratta di utilizzare al meglio la possibilità dell’apparato vocale. Una buona voce deve essere:• Robusta, non debole• Sicura, non tremolante• Calda, non acuta e stridente

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• L’ANALISI DELLA FRASE E DEL PERIODO– È essenziale rendersi conto, anche senza

soffermarsi a lungo, di come sono costruite le frasi e i periodi che compongono i testi da leggere

– Un periodo in cui prevalga la paratassi deve essere letto in modo ben diverso da un periodo in cui prevalga l’ipotassi

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• PARATASSI– Successione delle frasi

una dietro l’altra, suddivise da pause o da congiunzioni come: e, o, quindi, ma.

– Sono un esempio tipico di ipotassi le pagine dei testi antichi, ad es. dei Vangeli

IPOTASSI Ordinamento gerarchico

delle frasi in cui la frase principale è legata alle altre per mezzo di congiunzioni come: che, perché, se, quando, mentre, come

Un esempio tipico sono le lettere di San Paolo

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• LE PAUSE– Una buona lettura prevede PAUSE al momento

giusto e nel modo giusto– Preparare una lettura significa innanzitutto

studiarla per individuare le pause che dovranno essere fatte, distinguendo quelle lunghe da quelle brevi e segnandole a matita con una o più barrette

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• Le pause si dividono in:– Pause sintattiche

• Sono stabilite in base alla sintassi della frase e alla punteggiatura e sono più o meno lunghe in base al segno che vogliono esprimere;

• Possono esservi variazioni che dipendono dalla lettura e dall’interpretazione che vogliamo darne

• In generale (ma non necessariamente!) le pause lunghe corrispondono alla fine dei periodi

– Pause espressive• La loro importanza non è minore, ma in generale non

sono soggette a regole precise

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• RITMO– Così come quella musicale, anche la frase di un testo ha un

ritmo che il lettore deve saper rendere: è il modo in cui viene regolata la successione delle sillabe e delle parole

– La maggior parte dei lettori legge troppo in fretta: la velocità deve essere inferiore rispetto alla comune conversazione

– La velocità deve variare secondo il genere letterario (una poesia o un salmo si leggono più lentamente dell’epopea)

– Bisogna lasciare alle parole il tempo di essere capite: agli effetti di chi ascolta, il ritmo di assimilazione è da quello di chi legge

– La regola fondamentale è: “adagio con senso”, ma attenzione ad evitare l’errore di una lettura a strappi con pause troppo nette, il ritmo della frase deve essere sempre scorrevole e uniforme

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• VOLUME– La lettura in pubblico o finalizzata a una registrazione

richiede anche un controllo del volume diverso da quello che si farebbe in una comune conversazione

– Attenzione al microfono e agli effetti e ai disturbi da esso indotti: provare sempre più volte la registrazione

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• INTONAZIONE– Leggere con una “intonazione media”, ovvero quella per noi più

naturale e “comoda”: spesso capita invece di impostare un’intonazione innaturale e “faticosa” che poi non si riesce a sostenere

– Evitare cantilene e sbalzi eccessivi tra toni gravi e acuti, in altre parole occorre individuare la più congeniale modulazione personale

– Un caso classico in cui è opportuno cambiare intonazione sono le frasi incidentali che richiedono un’intonazione diversa (normalmente più bassa) per saltare in evidenza

– Ricordare, poi, che l’intonazione va sospesa al termine di una frase a cui ne segue un’altra dipendente, e poi va chiusa al termine

– Ovviamente, le frasi interrogative ed esclamative vanno opportunamente trattate, per esempio:• evitare la cantilena o l’inflessione interrogativa solo sull’ultima

parola della frase• Valutare la necessità di conferire inflessione interrogative a frasi

che potrebbero non averne bisogno (p.es.: Che cosa mangeremo?)

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• INTONAZIONE

– Quando invece è necessaria, l’intonazione interrogativa deve cadere sul verbo

– Attenzione al finale delle frasi: mai far cadere la voce, che va invece mantenuta sulla stessa intonazione fino al punto fermo

– Attenzione anche all’inizio delle frasi: l’intonazione deve essere sempre più alta di quella con cui si è terminata la frase precedente per segnare la ripresa del discorso e il distacco tra le due frasi

– Spesso capita, senza rendercene conto, di confondere il volume con l’intonazione, con il risultato che alzando uno si alza anche l’altro

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• IL “COLORE”, OVVERO L’INTERPRETAZIONE– Nessuno dovrebbe esimersi dal “colorare” una lettura, ma è necessario

farlo nel modo giusto, con misura

– Non è possibile leggere come se ciò che stiamo leggendo non ci interessa! Occorre chiarire prima di tutto a noi stessi se e quale enfasi conferire alla lettura, e poi agire di conseguenza con tutte le sfumature intermedie possibile, sempreché adeguate:• Slancio, determinazione, perentorietà / dubbio• Entusiasmo, euforia / preoccupazione• Gioia / tristezza

– D’altro canto, non bisogna nemmeno eccedere per timore di essere monotoni

– Originalità e personalità vanno bene, ma solo se funzionali al racconto!

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• IL “COLORE”, OVVERO L’INTERPRETAZIONE

– Gli errori da evitare…• La lettura SFILACCIATA, noiosa e fredda che denuncia il

disinteresse del lettore• La lettura CANTANTE o CANTILENANTE, con inflessioni

non necessarie, cadenze sempre uguali, falsa o forzata• La lettura ENFATICA, esageratamente ricca di calore da

apparire freddo convenzionalismo

– … anche se, PARADOSSALMENTE, inflessioni, cadenze e forzature, nel caso fossero FUNZIONALI al racconto, potrebbero servire proprio per denunciare disinteresse, forzatura o convenzionalismo…

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Articolazione e pronuncia

• È indispensabile parlare con la bocca bene aperta, soprattutto per articolare bene le vocali

• Le vocali sono in realtà sette: sia la “e” che la “o” hanno due diversi accenti fonici, ovvero:– Pronuncia chiusa (o acuta)

• Es.: perché, cróce, amóre, nói

– Pronuncia aperta (o grave)

• Es.: bène, cènto, cuòre, uòmo

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• Bisogna rispettare l’accento tonico, ovvero appoggiare l’accento sulla vocale giusta:

• Tronche: verità• Piane: etèrno• Sdrucciole: àlbero• Bisdrucciole: rùminano• Trisdrucciole: telèfonaglielo

• Attenzione ad alcune parole “difficili”:• Gratùito e non gratuìto• Mollìca e non mòllica• Dissuadère e non dissuàdere• Rubrìca e non rùbrica

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• In alcuni gruppi di lettere la vocale “i” compare come semplice segno ortografico e non fonetico, pertanto non deve essere pronunciata:– Cielo, fascia, religione, fanciullo,

• A volte, davanti a un’altra vocale, la “i” ha funzione di semi-consonante e deve pertanto essere pronunciata in modo più duro, come se fosse raddoppiata:– Aiùto, tabaccàio, gàio

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• Attenzione all’articolazione della “s” e della “z” che possono

essere:

– Sorde (o aspre)

• Segno, spesso, grazia, bellezza

– Sonore (o dolci)

• Risveglio, centesimo, bizzarro, organizzare

• I gruppi consonanti “gl”, “gn” e “sc” devono essere pronunciati

in modo “rafforzato”:

– Signore, egli, conoscenza

• Alcune consonanti iniziali di parola si pronunciano come

fossero raddoppiate quando seguono certe parole terminanti

per vocale:

– “di Dio”, “è vero”, “a me” suonano come: “di D-Dio”, “è v-

vero”, “a m-me”

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Esercizi di apprendimento

– Effettuare una lettura

– Ascoltarne la registrazione

– Il lettore stesso ne fa una critica

– Gli altri aggiungono i loro commenti

– Lo stesso lettore riesegue la stessa lettura

– Si valutano modifiche e miglioramenti

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• Osservazioni preliminari:– Gli uditori non hanno il testo: è dalla lettura (stacchi,

pause, ‘dosatura’ dell’enfasi) che dovranno afferrarne significato e pathos

– Il lettore deve sapere che il suono corre più veloce del senso, deve lasciare che stacchi e pause consentano al suono di entrare in contatto con l’intelligenza degli uditori

– Ovviamente, si può ottenere un buon equilibrio solo se il testo è stato precedentemente preparato

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Esercizi di respirazione

– ESERCIZIO 1: In piedi, con le mani dietro la schiena, una mano stringe il polso dell’altra:• Espirazione forzata

• Pausa respiratoria

• Inspirazione profonda del naso. Pausa. Pronunciare la vocale “O” iniziando con poco volume e aumentandolo gradatamente al massimo volume fino a esaurire l’aria

• Ripetere 3 volte

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– ESERCIZIO 2: Eseguire l’esercizio precedente al contrario

– ESERCIZIO 3: Inspirazione profonda. Pausa. Pronunciare la vocale “O” aumentando e diminuendo il volume

– ESERCIZIO 4: Inspirazione profonda. Pausa. Pronunciare la vocale “O” una volta sussurrata e una volta gridata

– ESERCIZIO 5: Inspirazione profonda. Pausa. Espirare pronunciando con voce di petto una dopo l’altra le vocali:I È E A Ò O UBadare di rimanere sempre sulla stessa nota per tutta la durata dell’espirazione

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– ESERCIZIO 6: In piedi, con le mani dietro la schiena, una mano stringe il polso dell’altra.

• Espirazione forzata

• Pausa respiratoria

• Inspirarentamente con le narici ben dilatate

• Pausa inspiratoria (durata 3 secondi)

• Espirare gradatamente

– ESERCIZIO 7: Inspirare lentamente attraverso le labbra socchiuse.

• Pausa inspiratoria

• Espirare molto lentamente con la bocca spalancata

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– ESERCIZIO 8: Inspirare lentamente con le labbra socchiuse

• Durante la pausa inspiratoria, appoggiare le mani all’altezza delle clavicole

• Espirare lentamente con le labbra socchiuse pronunciando senza emettere suono il dittongo “EI” più volte senza sospendere l’emissione dell’aria

– ESERCIZIO 9: Inspirare lentamente

• Durante la pausa appoggiare le mani sulla parte inferiore del torace sotto lo sterno

• Espirare in modo fluido e adagio con le labbra socchiuse

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Esercizi di articolazione• Tre tigri contro tre tigri• Sopra la panca la capra campa sotto la panca la

capra crepa• Sono dell’Istituto di Dinamica Comportamentale• Treno troppo stretto e troppo stracco stratta troppi

storpi e storpia troppo• Trentatré trentini entrarono in Trento tutti e trantatré

trotterellando• Schiaccia la rana che gracchia presso una macchia

di pracchia

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• Tre tozzi di pan secco in tre strette tasche stanno• Pisa pesa e pesta al Papa, il Papa pesa e pesta il

pepe a Pisa• In un coppo cupo cupo poco pesto cape• Settantatré struzzi di stanza a Stresa stracchi

strimpellavano strani strumenti• Il freezer del frigorifero fredda di fretta la frutta e

freddando la frutta frigidifica frigorosamente il raffreddamento della frutta così raffreddata

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Altri esercizi di articolazione• Per sciogliere l’articolazione:

– Chiudete gli occhi e immaginate di avere davanti un cibo succulento e ripetere “gnam-gnam-gnam-gnam” esasperando il movimento della bocca

• Per aumentare la potenza della voce:– Pronunciare a labbra chiuse “mmmm” e terminare

l’espirazione pronunciando chiaramente tutte le vocali aperte e chiuse aumentando gradatamente il volume.

– Il risultato sarà pressappoco: “mmmm-a”, “mmmm-e”, “mmmm-i”, ecc.

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Craco, il paese che non c’èIl vento è la sola voce nel silenzio del paese martoriato.Il vento si insinua tra i muri sbrecciati e le finestre vuote.E parla.Parla del dolore dell’abbandono forzato,di sogni infranti, dei ricordi, del passato.Parla di desolazione,della rovina delle case costruite con passione e speranza.Parla di finestre e balconi, dietro ai quali ha palpitato la vita.Rimangono ruderi, portoni cadenti,muri con crepe profonde come ferite dolorose per il bene perduto,finestre vuote come orbite senz’occhi,e senza più lacrime per la speranza e il futuro spezzati.Ciò che è rimasto si sgretola lentamente,come l’impotenza di chi è dovuto andar via,a testimonianza della fragilità dell’uomo e delle sue opere.

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Leggere ad alta voce è molto diverso dal leggere tra sé e sé, e non soltanto per una questione di voce: leggere ad alta voce significa prima di tutto leggere per qualcuno, per un pubblico. Quando poi i destinatari della lettura sono i bambini non si può prescindere da tecniche particolari. Il pubblico bambino richiede testi adatti e una modalità di lettura sensibilmente diversa rispetto a una lettura ad alta voce per adulti. Mutano la prossemica, lo sguardo, il ritmo, la mimesi; la lettura deve essere più intima, il contatto più intenso; l’universo sensoriale (i gesti, i suoni, gli sguardi, le voci e le facce dei personaggi…) acquista un’importanza fondamentale.

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UNA FAVOLAIL PRICIPE ZERO

In un castello vivevano un re e una regina a cui piacevano molto i numeri. Avevano nove figli e li avevano chiamati 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9. Ogni mattina i principini si mettevano in fila davanti al tavolo del cuoco di corte: 1 riceveva una tavoletta di cioccolato, 2 due ciambelle, 3 tre caramelle, 4 quattro pasterelle, 5 cinque canditi, 6 sei pasticcini, 7 sette biscotti, 8 otto bignè, 9 nove fette di torta…e poi tutti correvano a giocare in giardino con la pancia piena. Il re e la regina erano così fieri dei loro figli che pensarono di metterne al mondo un altro. Così si baciarono un pochino e dopo uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove mesi nacque un bel bambino.Ma subito cominciarono i problemi: - come lo chiameremo? – chiese il re.Davvero non lo so!! – rispose la regina – perché 1 c’è già, e anche 2 e 3…E ci sono anche 4, 5, 6, 7, 8 e 9… Poveri noi, abbiamo finito i nomi!Il re e la regina si sentivano molto tristi e, per consolarsi, mangiarono qualche ciambella.Fu proprio l’ultima rimasta che suggerì al re una buona idea.Ci sono! – esclamò. – Inventeremo un nuovo nome: lo chiameremo «zero»…ti piace cara?Si moltissimo! (…)

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UNA FILASTROCCACINQUE PICCOLI PORCELLI

Ecco il primo indaffarato / dentro nel supermercato

Il secondo sta nettando / e il tappeto sta aspirando

Poi c’è il terzo che, al suo posto, / sta mangiandosi l’arrosto

Mentre il quarto ha già finito / e la pancia s’è riempito

Ed il quinto? Lacrimando / la sua casa sta cercando

Perché, a furia di giocare, / non la riesce più a trovare


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