Date post: | 29-Jun-2015 |
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Edizione Marzo/Aprile anno 2011
“Viviamo in un’epoca di
iperproduzione e di scarsa
istruzione, un’epoca in cui
la gente, così occupata a produrre,
si è dimenticata di diventare
intelligente”
Wilde O.
Sottrarre Linfa Vitale
di Stefano Maugeri
l problema va affrontato alla radice!
Mi riferisco alla mano invisibile
(avrei preferito quella, purtroppo
meno famosa, di un certo Signor Adam
Smith) della sempre più tangibile Mafia.
Un recente Rapporto della
Confartigianato mostra come ben il 10%
degli italiani della fascia di età compresa
tra i 15 e i 24 anni dichiara di non
studiare, di non lavorare né di essere in
cerca di un lavoro, e che i due terzi di
questi giovani vivono al Sud. Molti di essi
svolgono invece dei lavori irregolari, ma
quando vengono intervistati dall’Istat,
dichiarano di non lavorare e di non
cercare lavoro…
Continua › slide 2
1
IN QUESTO NUMERO
IEditoriale Slide 1
Economia Slide 3
Nuovi business model Slide 5
Strumenti di Web
MarketingSlide 6
Cultura Slide 7
Cinema Slide 8
Eventi LUISS Slide 10
Comics Slide 12
Continua > slide 12
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ssi vivono persistentemente
nell’illegalità del lavoro nero e per
questo motivo sono quindi molto
esposti alla collusione con organizzazioni
criminali.
È proprio qui che la mia analisi vuole
giungere. A mio avviso vi è un filo
direttissimo e molto evidente tra il fenomeno
criminale della Mafia, qualsiasi forma
assuma, e la costante condizione di
inoccupazione che i giovani italiani ormai
vivono perennemente. Si tratta del fatto che,
la continua cattura di elementi di spicco dei
clan mafiosi, anche se fondamentale per la
lotta alla criminalità organizzata, risulterà
essere inutile se il problema non viene
affrontato alla radice, in quanto vi saranno
sempre persone pronte a subentrare alla
guida dei clan mafiosi e queste persone non
erano altro che i giovani inoccupati di una
decina di anni fa. Si tratta di una semplice
punta dell’iceberg: ormai il destino di una
vita passata in queste organizzazioni si
delinea fin da piccoli, le cosche mafiose
reclutano costantemente le giovani leve che
un futuro “guideranno” l’organizzazione, e
questa non è assolutamente una novità.
Questo perché? Perché quando si vivono
situazioni famigliari in cui si fatica ad arrivare
a fine mese, in cui si desiderano, in questa
società ormai incentrata nel consumismo,
svariati e costosi gadget che non sempre ci si
può permettere, e tanti altri “fattori leva”, si è
facilmente attratti dai “soldi facili” che la
Mafia ti promette e ti fa vedere e quindi,
spesso all’insaputa dei propri genitori, piccoli
boss crescono nella mano invisibile della
Mafia.
Dove voglio arrivare? La mia è una
proposta, non so se realizzabile ma che da
un po’ di tempo mi porto dentro, che
permette di affrontare il problema alla radice
e che nel giro di un decennio permetterebbe
di ridurre drasticamente il numero di ragazzi
che scelgono la strada della disonestà:
consiste nel creare una stretta rete tra Scuola
e Azienda. Un legame forte e vincolante che
“obbligherebbe” le aziende di un determinato
territorio ad assumere i ragazzi neo
diplomati delle scuole adiacenti in una
percentuale, non saprei dire quanto, costante
e, perché no, crescente nel tempo.
Il Nostro Paese, sappiamo benissimo, ha
radici profonde e lontane nel passato, con un
bagaglio culturale dei più vari, ciò ha
permesso di avere ad oggi delle realtà
artigiane uniche e che costituiscono dei
centri di eccellenza mondiali. Mi riferisco a
professioni appartenenti al settore nautico,
sartoriale, alimentare e quant’altro ma che ad
oggi stiamo tralasciando. Sempre più attratti
dall’high-tech, dall’alta finanza ormai
divenuta estremamente “virtuale”, dal
consumismo televisivo, la Nostra Società e di
conseguenza i Nostri Giovani, non sanno
neanche più che lavoro faceva nostro nonno
e lasciamo così imparare tali bellissimi
mestieri agli altri, lamentandoci spesso della
scarsità di lavoro e, come in genere Noi
italiani siamo abituati, attribuendo sempre ad
altri la colpa di tale mancanza. Basterebbe
riprendere in mano tali professioni, creare
dei laboratori di apprendimento che
permetterebbero un facile passaggio tra
scuola e lavoro con il vincolo sopra citato.
Ciò cosa comporterebbe? Significherebbe
che il giovane che si dovesse trovare ad un
bivio, avrà di fronte a sé due esempi: da una
parte la via della disonestà mentre dall’altra,
una struttura sociale che così delineata gli
permetterà di toccare con mano e di “vedere”
concretamente, da lì a qualche anno, un
futuro certo, un lavoro e una famiglia e, a
questo punto, sono sicurissimo che finirebbe
facilmente la scuola per correre verso questa
strada.
E’ un sogno. Lo so, vista così sembrerebbe
tanto facile, ma penso che la chiave sia tutta
qui, affrontare il problema all’origine, come
in genere io sono abituato a fare, e sottrarre
così linfa vitale alla Mafia attraverso la
strada dell’onestà. A mio avviso solo in
questo modo gli arresti, i sequestri
patrimoniali e la costante lotta alla Mafia
avrebbero un vero e proprio senso e
permetterebbero, nel giro di qualche
decennio, di sconfiggerLa veramente.
2
EDITORIALE
Sottrarre Linfa Vitale
E
di Stefano Maugeri
saurita la spinta iniziale
dell’avvento di Marchionne nel
2004 la più grande impresa italiana
deve prepararsi all’esame del mercato
internazionale.
Fabbrica Italia e il nuovo piano gamma
prodotto: queste sono le nuove sfide che Fiat
sta affrontando per salire alla ribalta dei
costruttori mondiali di auto. La prima sfida
nasce dalla consapevolezza di valorizzare le
risorse nazionali a cui la casa torinese può
attingere per differenziarsi di fronte
all’agguerrita concorrenza mondiale. La
seconda, invece, scaturisce dalla necessità di
massimizzare le sinergie con Chrysler. Grazie
alla capacità produttiva dell’azienda
americana, Marchionne punta ad
internazionalizzare Fiat introducendo negli
Usa, in Messico e in Cina, i modelli italiani
più accattivanti (Fiat 500, Alfa MiTo, Giulietta
e 159). Parallelamente, sul mercato
domestico si preannuncia una ventata
d’America nel marchio Lancia con
l’introduzione dei nuovi modelli Flavia e
Thema su base Chrysler 300.
I principali ostacoli sul cammino di
Marchionne si sono registrati su Fabbrica
Italia, il piano che prevede il potenziamento
degli impianti. Le attuali norme sulla
governabilità degli impianti produttivi, non
permettono la necessaria flessibilità per
rispondere alle fluttuazioni del mercato. Le
riforme introdotte dal piano sono state
duramente contrastate dalla parte più
ideologizzata dei sindacati. La totale assenza
del governo in qualità di arbitro super partes
ha costretto l’amministratore delegato ad
utilizzare la leva del referendum per ottenere
il risultato.
Entrambi i progetti, fabbrica Italia e il nuovo
piano gamma prodotto vanno di pari passo
per il raggiungimento della quota di
produzione di 6 milioni di autovetture, da
raggiungere entro il 2014, quando il mercato
dovrebbe ritornare ai livelli pre-crisi. Il grado
di utilizzazione degli impianti incide sul
costo unitario di produzione dell’autovettura
e di conseguenza sul margine di vendita
(gross margin). Per approfondire il discorso
occorre però effettuare una comparazione
più dettagliata (vedi tabella):
Direct Competitor Comparison
(Fonte:Yahoo Finance)
Come evidenziato dal grafico Fiat è in una
posizione di svantaggio sul piano operativo,
occorre agire dunque da due lati: sul margine
lordo (gross margin) e sul margine operativo.
Il distacco del margine lordo dalla media del
settore è di circa 5 punti percentuali, mentre
quello del margine operativo di oltre 6 punti,
ma è drammaticamente sotto l’1%. Il primo
indice ci da la quantità percentuale, per ogni
euro di ricavi, che resta all’azienda dopo aver
pagato i costi diretti di produzione. Il
margine operativo, invece, essendo il
rapporto fra utile operativo e ricavi netti,
misura l’efficienza della strategia di prezzo e
della gestione operativa. In altre parole ci da
un’idea del guadagno ante imposte su ogni
euro di vendita. Visto che i costi sono
funzionali alla produzione del prodotto,
occorre agire sull’efficienza operativa degli
impianti, da qui le ragioni del piano fabbrica
Italia. Parimenti, il piano gamma prodotto
risponde alle esigenze di aumentare le
vendite con un’offerta maggiormente
differenziata e attrattiva.
Continua › slide 4
3
ECONOMIA
Fiat in Ri-partenza?
E
di Fabio Costantino
Revenue
Gross
margin
EBITDA
Operatin
g margin
Toyota Ford GM Honda FIATIndustr
y
240.45B 133.36B 135.59B 110.11B 69.873B 43.97B
13.03% 15.73% 12.28% 27.32% 13,7% 19.99%
21.62B 13.98B 11.28B 12.05B 4.23B 4.04B
2.64% 6.54% 3.75% 6.89% 0,7% 7.01%
› Continua da slide 3
L’osmosi fra la gamma Fiat e quella Chrysler
sembra ad oggi la strategia più efficiente per
raggiungere quest’obiettivo (vedi figura di
lato).
La sfida sta nel riuscire a fare più dei diretti
concorrenti, ma con meno risorse. La
strategia del “do more with less”, d’altronde,
è stata annunciata fin dall’inizio dell’era
Marchionne, e rimane ad oggi cruciale per il
raggiungimento del vantaggio competitivo.
Il prossimo passo sarà la fusione fra le due
realtà aziendali, le resistenze del governo
italiano sono evidenti, ma è altrettanto
evidente che, per competere nel mercato
automotive, bisogna avere una certa massa
critica.
L’Italia dovrebbe affrontare questa situazione
come un’opportunità per veicolare il valore
del made in italy nel settore automobilistico,
e non come una minaccia.
4
ECONOMIA
Fiat in Ri-partenza?
Fonte: Fiat Group Automobiles
di Fabio Costantino
rasferendo il 10% del budget
pubblicitario dalla tv alla rete le
aziende possono raggiungere a
costo zero nuove fasce di pubblico. Gli
inserzionisti non hanno ancora colto a pieno
le opportunità offerte dalla pubblicità online
e dal sensazionale sviluppo del video su
Internet, eppure, secondo uno studio
commissionato dall’americana YuMe alla
Frank N. Magid Associates, il 66% degli utenti
abituali del video online guarda oggi molti
più video rispetto a un anno fa e potrebbe
essere raggiunto più spesso e con nessuna
spesa aggiuntiva rispetto ai tradizionali
spettatori della tv con le brevi ed efficaci
video ads.
Lo studio di YuMe, che realizza tecnologie
per il video advertising, ha scoperto che il
48% degli utenti probabilmente guarderà più
video online nel 2011 rispetto al 2010. La
qualità dei contenuti dell’online video viene
ormai considerata all'altezza di quelli
proposti dalla televisione, anzi il 50% del
campione sottolinea che può trovare online
contenuti più esclusivi che in tv.
Chi sono gli utenti-tipo? Più donne che
uomini, di età media e con un alto grado di
istruzione. Il 49% guarda i video su Internet
tutti i giorni, per una media di 7 ore a
settimana. A dominare è il contenuto in
formato breve: il 70% di chi ha risposto al
sondaggio vede clip di programmi che
durano meno di 5 minuti. Su Internet finisce
l’era del palinsesto predefinito: i video
online piacciono perché sono disponibili
quando vuole l’utente, non quando li
programma l’emittente.
Dove sono dunque le opportunità per gli
inserzionisti? Chi guarda i video online,
rivela YuMe, è più attento alle pubblicità: il
multi-tasking è frequente con gli spot in tv,
ma quando si guardano le pubblicità
collegate con i video online, che sono più
brevi e mirate, gli utenti di solito si lasciano
incuriosire. Il 58% del campione rivela infatti
che, ogni volta che parte la pubblicità in
televisione, si alza e fa qualcos’altro in casa,
contro il 26% che adotta lo stesso
comportamento con le ads online.
Questi utenti che hanno l’abitudine di
consumare molti video online, e che
riducono sempre più il tempo che passano
davanti al piccolo schermo, non possono
essere raggiunti solo con la pubblicità in tv,
conclude YuMe. Che cosa accade dunque a
un inserzionista di un noto brand che
trasferisce parte (dal 5 al 15%) del suo
budget per la tv al canale web?
Secondo un’analisi separata condotta da
YuMe basandosi su dati Nielsen e tre fasce
demografiche (donne 18-54, donne 25-34,
uomini 25-34), con le pubblicità inserite nei
video online il brand ha raggiunto più
pubblico e acquisito accesso a utenti che
non avrebbe raggiunto con la sola tv, e senza
alcuna spesa aggiuntiva; in più è aumentato
il numero di persone che ha guardato le
pubblicità più volte, mentre per
l’inserzionista è notevolmente sceso il
costo per migliaia di impressioni.
5
NUOVI BUSINESS MODEL
On-line promotiondi Michele Lo Re
T
arliamo di web marketing in
riferimento alle tradizionali
strategie di marketing,
opportunamente reinterpretate ed adattate,
massimizzandone la resa per la loro
implementazione sul web.
Perche Web 2.0?
La catena del valore costruita e supportata
monodirezionalmente dal fornitore al cliente,
trova la sua naturale evoluzione in un
integrazione del cliente nel processo di
creazione e diffusione del valore.
L’utente pubblica i propri contenuti,
interagisce, crea. Gli utenti vengono visti
come comunità, al centro viene posta la
fiducia (rating).
I Social Media sono un importante
strumento di web marketing, chiunque può
utilizzarli, ma non tutti sono in grado di
raggiungere risultati eccellenti. È molto
chiaro che esiste una notevole confusione nel
mondo del business, riguardo le potenzialità
dei Social Media ed il loro sfruttamento.
La consapevolezza dei Social Media è
profondamente differente dalla
comprensione del loro business. Ci
concentreremo su tre punti chiave:
I Social Media sono uno Strumento di
marketing
Circa l’aspetto comunicativo possono avere
significati diversi per persone diverse, dalla
ri-connessione a vecchi compagni di classe o
utili per trovare un nuovo
fidanzato o fidanzata, tuttavia se state
leggendo questo articolo è molto probabile
che siate leading manager, executive o molto
più probabilmente semplici studenti, e quindi
vediate i Social Media anche come parte della
corporate strategy e come potenziale
strumento di marketing.
I Social Media hanno bisogno di tempo per
svilupparsi.
Utilizzandoli sarete responsabili per tre
aspetti: creare la Vostra strategia di Social
Media, la configurazione iniziale della Vostra
azienda e sostenere le attività di Social Media
in linea con la strategia che state
perseguendo.
Una manutenzione sporadica può portare al
meglio a scarsi risultati.
Immaginate di iniziare una conversazione
con qualcuno (impostare la presenza), la
Vostra aspettativa è che essi vi
risponderanno, e lo faranno!
Tuttavia se ci si ferma dal conversare (ossia
non si mantiene la presenza) come Vi
aspettate che l’altra parte reagisca
all’interruzione della conversazione? E’
semplice, si muoveranno.
A nessuno piace il silenzio, giusto? Allora
perché offrirlo ai Vostri clienti o al pubblico
che state cercando di coinvolgere?
Non è il ROI ma lo IOR che conta.
Questa attività punta a costruire relazioni!
Avete mai messo un ROI su ogni pranzo di
lavoro o un evento di networking?
Il ROI (Return on Investment) non è la
migliore misura per i Social Media nè fornisce
alcuna indicazione di significativa
misurabilità.
Lo IOR (Impact on Relationship) è molto più
efficace. State costruendo rapporti con i
Social Media ed in quanto tali siete
interessati a generare consapevolezza,
attività, seguaci e rapporti con il pubblico.
Tale attività porterà alla generazione di
redditi futuri!
Potremmo andare avanti e avanti, a parlare
degli errori più comuni da
evitare, concentrandoci su quali strumenti
sono più efficaci per settori verticali di
business diversi, ma la linea di fondo è che i
Social Media hanno applicazioni enormi per
le imprese, ma richiedono una adeguata
conoscenza del business e azioni
commesse per generare risultati di forte
impatto che ogni azienda si aspetta.
STRUMENTI DI WEB MARKETING
I Social Media
P
di Daniele Manente
6
Vieni via con me
Feltrinelli Editore
Roberto Saviano
Prezzo 13 €
l grande successo della
trasmissione di RAI3 condotta da
Fabio Fazio e Roberto Saviano diventa
un libro. L’autore ripropone le grandi storie
che hanno tenuto molti italiani incollati alla
TV, lo scorso novembre, in una forma
ampiamente arricchita e rivista. Vengono
descritte e denunciate in otto capitoli le
grandi ferite che affliggono il nostro paese: Il
mancato riconoscimento del valore dell'Unità
nazionale, il subdolo meccanismo della
macchina del fango, l'espansione della
criminalità organizzata al Nord, l'infinita
emergenza rifiuti a Napoli, la lotta di
Piergiorgio Welby in nome della vita e del
diritto, le troppe tragedie annunciate.
Tra gli abitanti di questa Italia prevale il
fatalismo, la rassegnazione, l’indifferenza
per le grandi questioni sociali, culturali e di
diritto ma per questi stati d’animo l’autore
ne trova la cura: la conoscenza e la sua
diffusione. Per Roberto Saviano, giovane
scrittore italiano, una semplice penna diventa
lo strumento di questa divulgazione; l’unico
modo per svegliarsi da questa situazione di
torpore è raccontare, raccontare ad un
numero sempre più alto di persone quello
che succede veramente, com’è la vera realtà
così da scuotere coloro che credono e
vogliono credere in un Italia diversa più
onesta, rispettosa e pulita, offrendogli gli
strumenti per poterla trasformare; perché
l’Italia si può trasformare.
I colori del mondo
12 febbraio - 1 maggio 2011
Roma - Via Milano 13
ingresso libero
www.palazzoesposizioni.it
na spettacolare mostra
fotografica organizzata dal
National Geographic che, con 95
immagini di grande impatto visivo ed
emotivo, vuole raccontare, attraverso l’uso
dei colori, le bellezze e le diverse realtà del
nostro mondo. In questa mostra infatti sono i
colori i principali protagonisti, in quanto
esaltano l’immagine divenendo portatori di
importanti messaggi. Il rosso è il colore della
terra, del fuoco, del cuore e della passione;
esprime la potenza della natura e gli stati
d’animo più forti degli uomini e delle donne.
Il verde, sinonimo di natura, è il colore della
speranza di un mondo nuovo, più pulito e
rispettoso dell’ambiente e delle specie che lo
abitano. Il bianco esprime la bellezza e
l’eleganza assoluta di una natura
incontaminata, è il colore della purezza di un
bambino e dell’umiltà, della semplicità e
della gioia di tanti uomini che hanno saputo
dare la giusta importanza alle cose della vita.
E infine l’azzurro, dell’immenso cielo e dei
grandi mari, che nonostante la vastità sono
capaci di infondere tranquillità e serenità a
chi vi rivolge lo sguardo. Una mostra da non
perdere perché riesce a proiettarci, in pochi
istanti, fino agli angoli più remoti della terra
facendoci tornare a casa con la sensazione di
aver vissuto una grande esperienza.
Cantica il Purgatorio
29 marzo - 10 aprile 2011
Piazza Gentile da Fabriano, 17
Biglietti da 22 a 33 €
www.teatroolimpico.it
no spettacolo di Emiliano Pellisari
che vuole raccontare i personaggi e i
fatti della Divina Commedia in
un’ottica del tutto particolare.
Dopo il grande successo de “L’Inferno” la
trilogia dantesca prosegue con il Purgatorio,
espressione dell’ascesa spirituale dell’uomo,
che viene interpretato come un mondo
visionario e onirico in cui predominano gli
effetti speciali e i giochi di luce.
Accompagnati da uno sfondo musicale che
unisce brani di musica contemporanea ad
eccellenti estratti di musica classica tra cui “Il
flauto magico” di Mozart, “La sagra di
primavera” di Stravinski e “La passione
secondo Matteo” di Bach, i ballerini sfidano le
leggi della fisica e, attraverso l’uso di
particolari costumi ed oggetti, creano delle
coreografie sorprendenti. Ci si trova immersi
in un mondo sofisticato in cui prevale la
figura simbolica della sfera rappresentatrice
dell’omogeneità e della perfezione, elementi
propri del Paradiso che si vuole raggiungere.
E’ uno spettacolo interessante dove il
disegno della luce, la musica e gli effetti
speciali si coniugano con la danza, l’atletica
circense e la mimica creando un’atmosfera
unica, ricca di forti e, nello stesso tempo,
dolci sensazioni. 7
CULTURA di Ilaria Sorce
IU U
Verso l’Eden
l film del registra francese Constantin
Costa-Gravas “Verso l’Eden” uscito nel
2009 è incentrato sul tema
dell’immigrazione clandestina. Il titolo
originale, “l’Eden à l’Ouest” che letteralmente
significa “l’Eden è l’Occidente”, introduce la
tematica presa in considerazione dall’autore.
Il lungometraggio è stato presentato alla 59°
edizione del Festival del Cinema di Berlino
riscuotendo un notevole successo. Il regista
di origine greca è conosciuto per aver
esordito con film riguardanti temi di natura
politica, difatti i suoi primi lavori hanno
l’impostazione di un cinema di denuncia.
Costa-Gravas si è visto obbligato a
continuare il suo percorso cinematografico in
Francia dal momento in cui è stato costretto
a lasciare il suo paese d’origine per ragioni
politiche. Il cineasta conosce perfettamente
le tematiche di cui decide di parlare nei suoi
film ma questa volta dichiara che “Verso
l’Eden” non deve essere interpretato come un
documentario che racconta fedelmente il
viaggio dei clandestini ma va letto con un po’
di distacco e di leggerezza.
Il protagonista del film Elias è un giovane
immigrato che decide di raggiungere Parigi
nella speranza di trovare un lavoro e di
migliorare così le sue condizioni di vita.
Il personaggio di Elias è ingenuo, fiducioso e
pieno di speranza, nonostante le svariate
disavventure che sfortunatamente lo
accompagnano per tutto il viaggio rimane
sempre fedele a se stesso.
In tal maniera, l’opera di Costa-Gravas mette
al centro l’individualità dell’uomo e fa
emergere l’uguaglianza fra gli esseri umani
spogliandoli degli indumenti che troppo
spesso sono uno dei tanti elementi che ne
identificano l’appartenenza sociale. Il regista
dichiara, per l’appunto, che tutti siamo stati
immigrati anche se in diversi periodi storici.
Il percorso di Elias può essere suddiviso in
quattro fasi: il viaggio in barca all’inizio del
film, il soggiorno nel villaggio turistico, il
tragitto verso Parigi e il futuro percorso che il
protagonista decide di intraprendere. E’
l’ultimo di questi viaggi che, secondo la mia
opinione, è il più importante e significativo.
Credo perché è la prima volta che il
protagonista si trova davanti ad una vera
scelta dove può essere lui l’artefice del suo
destino.
In un mondo
migliore
l recente film “In un mondo migliore” di
Susanne Bier uscito a dicembre del 2010
tratta anch’esso il tema del disagio
sociale. Il film, dal titolo originale Hævnen,
ha vinto in premio Oscar come Miglior film
Straniero.
Il film è ambientato principalmente in
Danimarca e in Sudan e racconta il dramma
di due famiglie: quella del protagonista
Christian, un ragazzino inglese di 12 anni
che in seguito alla morte della madre si
trasferisce insieme al padre in Danimarca, e
quella del suo nuovo compagno di banco e
amico Elias che soffre per la prolungata
assenza del padre, che lavora in Africa come
medico volontario e inoltre risente dei
continui litigi dei genitori che sono sull’orlo
della separazione. Elias reputa responsabile
sua madre della partenza del padre poiché
ella lo aveva allontanato dopo il tradimento;
allo stesso modo, Christian incolpa il padre
della scomparsa della madre. I due ragazzi,
nonostante tutto, hanno due modi
completamente differenti di affrontare i loro
problemi.
Il tema centrale del film è l’universalità della
violenza e la sua istintività. La regista
evidenzia che la violenza non è confinata
semplicemente in posti disagiati, come in
questo caso il Sudan, ma la si può toccare
con mano anche in paesi come la Danimarca
famosi per essere simbolo di civiltà e di
progresso sociale. L’opera di Bier fa risaltare
come la ricca borghesia danese sia la parte
debole della vicenda.
Continua › slide 8
8
CINEMA
Verso l’Eden vs In un mondo migliore di Silia Busilacchio
I
I
› Continua da slide 7
Nei due film si possono riscontrare sia
elementi di similitudine che di contrarietà. Il
principale parallelismo è certamente
l’individualità dell’uomo: in entrambe le
storie i protagonisti si ritrovano ad affrontare
le difficoltà della vita completamente da soli.
Susanne Bier mette in risalto l’etica del
singolo contro una sempre più dilagante
violenza, mentre Constantin Costa-Gravas
incentra l’intero film sull’individualità
dell’uomo.
Le storie sono state sviluppate in maniera
opposta. In “verso l’Eden” la vicenda si svolge
senza avere una trama ben definita mentre
“In un mondo migliore” le fasi della storia
sono state scandite in maniera schematica.
Per l’intera durata del film di Costa-Gravas si
può constatare nel protagonista una grande
forza propositiva mentre nell’opera di Bier
regna sovrana la violenza.
L’opera di “In un mondo migliore” ha una
struttura circolare, l’ambientazione di inizio
della storia e quella di chiusura coincidono. Il
lungometraggio di Bier comincia e termina
nell’ospedale da campo dove lavora il padre
di Elias. “Verso l’eden”, al contrario, si apre
con un incantevole paesaggio del mar greco
e si chiude con una torre Eiffel illuminata da
una magia.
Si colgono così le diverse scelte di carattere
stilistico che i due registi hanno deciso di
adottare, Costa-Gravas utilizza una
scenografia caratterizzata da un malinconico
surrealismo mentre Bier rappresenta la dura
realtà dell’Africa. I film divergono anche nella
forma, Costa-Gravas ricorre ad elementi di
spettacolarità mentre Susanne Bier si serve
della retorica.
Entrambi i registi fanno emergere nelle loro
opere le diverse appartenenze sociali.
In “Verso l’eden” il contrasto fra ricchezza e
povertà è più intenso di “In un mondo
migliore”. Costa-Gravas fa risaltare con
arguto ingegno il contrasto fra ricchezza e
povertà attraverso la singolare permanenza
del clandestino presso il costoso villaggio
turistico frequentato da una facoltosa
clientela.
Il personaggio del mago che, nella scena
finale disillude il giovane immigrato,
corrisponde in parte al ruolo di Anton, padre
di Elias in “In un mondo migliore”.
Anton è un medico che lavora in un ospedale
da campo in Africa dove avvengono i
peggiori tipi di violenza. Egli sembra avere
accattato il difficile e drammatico contesto
nel quale lavora al punto tale di rimanere
quasi indifferente davanti alle sofferenze dei
rifugiati. Il medico decide di curare l’uomo
che nel limitrofo villaggio uccide
crudelmente donne incinte e bambini
restando impassibile al dolore che il tiranno
provoca nelle persone che gli sono vicino.
Entrambi i film sono drammatici ma un
elemento rilevante che caratterizza l’opera di
Costa-Gravas è la solidarietà che il
protagonista riceve da alcuni sconosciuti
durante il suo viaggio, elemento che rende la
storia del protagonista piacevolmente
vivibile. Il cineasta ha saputo ben equilibrare
circostanze ironiche con episodi di crude
realtà quotidiane.
Entrambi i finali smentiscono l’andamento
delle trame: nel primo la speranza del
clandestino verrà amaramente tradita, nel
secondo il lieto fine risulta contrastante con
la durezza degli argomenti trattati.
Due film da non perdere perché trattano un
tema di estrema attualità in due modi
completamente differenti mettendo entrambi
al centro delle loro trame l’uomo.
9
CINEMA
Verso l’Eden vs In un mondo migliore di Silia Busilacchio
area della comunicazione è oggi in
profonda evoluzione a causa di
numerosi fattori.
Il primo aspetto riguarda l’ampliamento della
sfera di azione della comunicazione in
entrambe le dimensioni di riferimento:
verticalmente, in termini di approfondimento
del rapporto con il target tradizionale, che
sempre più richiede un approccio one2one
personalizzato e ritagliato sulle proprie
specifiche esigenze, ed orizzontalmente,
per la crescente varietà dei pubblici con cui
l’azienda deve confrontarsi e verso cui deve
comunicare in maniera diversificata.
Il secondo fattore che sta rivoluzionando le
modalità di interazione tra persone e
organizzazioni è l’innovazione tecnologica.
Un esempio è costituito da internet che ha
reso possibile la creazione di un contesto
realmente multi direzionale in cui tutti sono
comunicatori, - spesso è lo stesso target a
fare informazione sui social network - e in
cui viene facilitato il contatto diretto con il
cliente per la costruzione di una relazione
sempre più personalizzata.
Un ulteriore
aspetto da
evidenziare è la
scarsità di risorse
economiche
finanziarie
determinata dalla
recente crisi
economica che ha
evidenziato la
necessità di
massimizzare
l’efficienza degli investimenti, cercando di
contenere la spesa complessiva.
In questo contesto si inseriscono le Relazioni
Pubbliche che con i vari strumenti stanno
assumendo un peso rilevante all’interno del
mix comunicazionale delle aziende. Queste
vengono intese come “l’insieme di azioni e
comportamenti consapevoli e programmati
che una organizzazione (sociale, pubblica,
privata) attiva per creare, monitorare,
consolidare e sviluppare relazioni con in suoi
stakeholders, nell’intento di rafforzare la sua
“licenza di operare” (Falconi)1. Le relazioni
pubbliche, assieme ad alcune loro aree di
specializzazione, sono prevalenti e centrali
rispetto ad altre attività, soprattutto in
riferimento alle piccole e medie imprese che
sono naturalmente meno in grado di disporre
di budget adeguati all’attuazione di
campagne pubblicitarie consistenti.
A riguardo lo scorso mese è stata presentata
alla nostra università la ricerca “Beyond the
line – Indagine sugli investimenti in
comunicazione non pubblicitaria” condotta
dai professori Matteo G. Caroli e Carlo
Alberto Pratesi, con il sostegno finanziario
della Fondazione Coca-Cola HBC Italia e il
patrocinio della Ferpi – Federazione Relazioni
Pubbliche Italiana. L’indagine ha avuto come
obiettivo quello di analizzare i cambiamenti
negli investimenti, nei target e nelle
professionalità della comunicazione nel
mondo contemporaneo.
1Toni Muzi Falconi, Presidente della FERPI
(Federazione Relazioni Pubbliche Italiana).
L’idea del beyond the line sta ad indicare un
sistema di attività di comunicazione ampio
che va oltre i meccanismi pubblicitari
tradizionali per introdurne dei nuovi che
siano più funzionali nel rapporto di
interazione con la pluralità di soggetti che si
stanno affermando. I dati sottolineano
l’imponente rilevanza che il beyond the line
ha acquisito tra gli strumenti di
comunicazione d’impresa, dove il focus viene
posto sulle sponsorizzazioni, le relazioni
esterne, la comunicazione al trade, la CSR e il
CRM. Ciò conferma la necessità di profilare
gli interessi di un’ampia gamma di
interlocutori aziendali, di gestire flussi di
comunicazione su canali diretti e
specializzati, attraverso messaggi molto
segmentati.
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EVENTI LUISS
La comunicazione va “oltre” la pubblicità
L’
di Lavinia Danisi
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Dalla ricerca emerge che gli investimenti in
comunicazione beyond the line stanno
raggiungendo il valore degli investimenti in
pubblicità e si stima che nel medio periodo si
avvicineranno ad una spesa paritaria. “La crisi
spinge ad investire soprattutto sulla
reputazione che dura di più nel tempo”2
e
che si costruisce attraverso l’ascolto e la
comunicazione agli stakeholders rilevanti,
del sistema condiviso di valori e azioni
aziendali che mirino alla soddisfazione delle
aspettative degli stessi.
Il management privilegerà il beyond the line
perché è più diretto, perché si rivolge a un
ambito territoriale specifico, perché è più
selettivo sui pubblici offrendo strumenti di
dialogo con i consumatori via web e social
network, perché possiede efficacia ed effetti
misurabili nell’immediato ed evita una
dispersione delle risorse cruciale in tempi di
limitazione delle spese.
2Beppe Facchetti, Assorel.
Il principale ambito che si svilupperà sarà
quello delle relazioni con gli stakeholders
rilevanti dell’impresa con particolare
attenzione alle relazioni istituzionali, con i
media, con gli investitori finanziari, e alle
sponsorizzazioni in campo ambientale.
Nell’immediato futuro l’obiettivo principale
del BTL sarà quello di rafforzare il grado di
engagement di questi soggetti verso
l’impresa e di massimizzare la loro
interazione e interattività, per la costruzione
di un asset fondamentale: la reputazione.
EVENTI LUISS
La comunicazione va “oltre” la pubblicitàdi Lavinia Danisi
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Redazione eMagazine Luissini
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• Stefano Maugeri
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Costantino, Daniele Manente,
Lavinia Danisi, Ilaria Sorce,
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Fumetto e storie:
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L’eMagazine è attività degli
studenti LUISS, in particolare
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Giovedì 14 Aprile 2011