Date post: | 10-Mar-2016 |
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enerAGRIaIl parco dell’energia della Val d’Agri
ISBN
Comune di Calvello Comune di Gallicchio Comune di Grumento Nova
Comune di Montemurro
Comune di Spinoso
Comune di Tramutola
Comune di Viggiano
Proprietà letteraria riservataEditore
1a edizione: 20112a edizione 2012
Tutti i riferimenti ad aziende, istituzioni, enti e affini sono il frutto della ricerca degli studenti e quindi sono utilizzati in questa pubblicazione ad esclusivo scopo didattico-divulgativo.L’utilizzo di fotografie, mappe, illustrazioni e affini è anch’essoad esclusivo uso illustrativo)
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Introduzione Parco dell’energia in Basilicata 6 Un parco dell’energia in Val d’Agri 6Le energie 7
Capitolo 1 Basilicata: Natura, Cultura ed Energia 9 La Basilicata e i parchi naturali 10 La Basilicata, la storia e la cultura 11 La Basilicata e il petrolio 12 La Basilicata e le biomasse 13 La Basilicata e il sole 14 La Basilicata e il vento 15 La Basilicata e l’acqua 16 Sei comuni per il Parco dell’energia 19 Le vie di comunicazione lucane 22
Capitolo 2 Sopralluogo 25Abstract 28Il Percorso 30Il Landmark 32Le dinamo gioco 34Gli empiria 35Il cubotto 36
Capitolo 3 Le tappe 52 Tappa 1 54 Tappa 2 72 Tappa 3 73 Tappa 4 74 Tappa 5 80 Tappa 6 81 Tappa 7 82 Tappa 8 85 Tappa 9, 10, 11 86 Tappa 12 87 Tappa 13 89 Tappa 14 90 Tappa 15 91 Tappa 16 92 Tappa 17 94 Tappa 18 97 Tappa 19 100Le tappe e il tour ridotto 101Spot, canale youtube e sito 104
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Un parco dell’energia in Basilicata
A livello nazionale ed internazionale la questione energetica sta assumendo un peso sempre più rilevante per la crisi dei modelli tradizionali di approvvi-gionamento, per la crescente attenzione del mondo alla sostenibilità ambientale e per le profonde innovazioni che stanno investendo tecnologie produttive e fonti di energia. - Circa l’80% dell’energia primaria utilizzata nel mondo proviene dai com-bustibili fossili (35% dal petrolio, 21,2% dal gas e 23,3% dal carbone). La disponibilità di queste risorse non è illimitata.- L’unica possibilità di una soluzione alla crisi energetica globale sono il ri-sparmio energetico, la stabilizzazione dei consumi e le fonti rinnovabili, ovvero le fonti di energia che si ricostituiscono in un tempo paragonabile con il tempo del loro consumo.
L’energia è un tema centrale per il futuro del mondo e per il domani dell’Italia. E’ necessario moltiplicare le iniziative di informazione sui temi energetici che oggi non possono prescindere dai concetti di sostenibilità e risparmio energetico.
La Basilicata ha un legame molto stretto con l’energia e può essere considerata la regione simbolo dell’energia in Italia:- La Basilicata, con circa 32,35 milioni di barili di petrolio estratti nel 2007 (corri-spondenti al 74,78% della produzione complessiva nazionale) è la principale regione per produzione di petrolio in Italia. - Le fonti rinnovabili contribuiscono in maniera determinante alla produzione di energia elettrica con circa il 31% della produzione totale regionale, essenzial-mente per effetto dello sfruttamento dell’energia eolica e di quella idroelettrica.
Questa centralità della Regione nel sistema energetico nazionale non si è ancora tradotta in autentica risorsa per la popolazione locale la quale ha percepito, fino ad oggi, soprattutto gli aspetti negativi di questa situazione (inquinamento am-bientale, invasione del territorio) senza coglierne il potenziale di sviluppo e valo-rizzazione per la regione. E’ necessario quindi attivare iniziative di largo respiro sull’energia per “restituire”
il tema alla popolazione locale e per liberarne le potenzialità come fattore di svi-luppo territoriale.
Un parco dell’energia in Val d’AgriLa Val d’Agri è un territorio fondamentale per la produzione di energia nella regione, caratterizzato dalla presenza di diverse tipologie di fonti energetiche. […]
[…] Il Parco dell’Energia si prefigge tre grandi obiettivi:- Diventare un grande attrattore locale e un volano per lo sviluppo del territorio- Essere considerato un luogo di riferimento per apprendere l’uso sostenibile dell’energia e per sviluppare nuove soluzioni di risparmio energetico- Servire da strumento di riappropriazione del territorio, utilizzando l’energia come mezzo per dare valore alla regione.
La principale chiave di lettura del parco è la ricerca di soluzioni ecocompatibili (non semplice sensibilizzazione ai temi ambientali) per la produzione e l’uso dell’energia: i visitatori del parco scopriranno tutti i mezzi a loro disposizione per agire positivamente in materia di produzione e consumi energetici, rispetto dell’ambiente naturale e sviluppo sostenibile e duraturo. Problematiche, queste, che investono tutti i settori della vita quotidiana: la casa, gli spostamenti, l‘alimentazione e gli altri tipi di consumo.Si vuole inoltre dimostrare come la ricerca pubblica, le sperimentazioni e l’elaborazione di nuovi prodotti da parte del settore privato contribuiscano a proporre nuove alternative per una migliore qualità di vita nel rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile.
Il Parco, di livello internazionale, tratterà il tema delle eco-energie in modo innovativo, utilizzando strumenti di tipo ludico e pedagogico. Verrà realizzato seguendo tre principali elementi progettuali:- Didattica esperienziale - Spettacolarizzazione- Parco diffusoIl modello di Parco prescelto unisce gli elementi di rigore scientifico e di education di un museo scientifico con il coinvolgimento emotivo e il divertimento di un parco tematico. Dovrà inoltre rappresentare “la via italiana” alla realizzazione di un parco scientifico ricorrendo a soluzioni creative, originali ed efficienti per ricreare un ambiente unico e differenziante rispetto all’offerta nazionale e
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internazionale. L’obiettivo progettuale è quello di rendere emozionante la visita del Parco con il supporto di tecnologie specifiche, in particolare digitali (ambienti digitali sensibili e interattivi), ed utilizzando logiche di narrazione cinematografiche (multimedia, scenografie, ecc.).
Il parco si inserisce all’interno di una rete di percorsi (pedonali e non) che creano un sistema di parco diffuso sul territorio, formato da punti strategici che abbiano come filo conduttore il tema energia. I percorsi suggeriti potranno ad esempio seguire logiche tematiche di apprendimento (visita ai luoghi di produzione), di sperimentazione (prova di veicoli a basso consumo/impatto), di approfondimento storico-culturale (le fonti energetiche del passato).
I luoghi legati alla produzione di energia (Impianti di perforazione, Centro Olio per la raccolta ed il primo trattamento del petrolio, Diga del Pertusillo) costituiscono forti punti di attrazione e curiosità per i visitatori. L’obiettivo è quello di renderne la visita particolarmente coinvolgente. Si potranno, ad esempio, realizzare percorsi di visita che, grazie all’ausilio di tecnologie avanzate, consentiranno l’esplorazione di punti solitamente non accessibili al pubblico.
Il tema della sostenibilità energetica ed il modello di Parco identificato si rivolgono naturalmente ad un target ampio e differenziato in cui ciascuna componente potrà trovare forti elementi di richiamo e interesse:- Scuole, con visite guidate e laboratori di approfondimento per studenti ed insegnanti- Famiglie, con attività didattiche e ludiche mirate - Turisti e gruppi organizzati, con un’offerta turistica integrata che promuoverà la visita e la permanenza sul territorio- Esperti della materia e ricercatori, con workshop e convegni su tematiche di attualità scientifica.
Andrea Granelli e Stefano Santini, fondatori di Kanso
Le energie L’attuale diffusione della consapevolezza di una necessaria, ed urgente, tra-sformazione dei modelli di sviluppo e di gestione delle risorse energetiche ed am-bientali, ha determinato il crescente interesse verso possibili soluzioni riguardanti gli stili di vita e l’educazione alla sostenibilità ambientale.
Per quanto riguarda gli stili di vita, le più recenti disposizioni normative a li-vello nazionale, stanno infatti recependo un atteggiamento, diffuso in Europa e nel resto del mondo industrializzato e in via di sviluppo, di maggiore e condi-visa sensibilità nei confronti delle trasformazioni in atto, per quanto concerne il crescente numero di dispositivi di uso quotidiano, ed il conseguente fabbisogno energetico. Tale sensibilità ha come obiettivo una strategia di riduzione degli im-patti ambientali e delle emissioni nei processi di generazione, trasformazione ed utilizzo dell’energia.
Di conseguenza emerge come centrale il ruolo dell’educazione ad una nuova sensibilità alle questioni della sostenibilità ambientale, soprattutto in termini di “educazione energetica”. Un’educazione ai consumi per crescere più consape-voli dal punto di vista dell’ambiente e della responsabilità verso il futuro.
Le attuali modalità di integrazione architettonica dei dispositivi e sistemi con-solidati per la produzione di energia da fonti rinnovabili non risulta a nostro avviso adeguata alla realizzazione di manufatti e paesaggi armonici con il paesaggio antropizzato, in particolare in area di interesse naturalistico ambientale. Nei casi migliori tali dispositivi sono celati, mentre sarebbe possibile pensare ad interventi reversibili, con alte potenzialità di trasformazione, aggiornamento e smaltimento.
Proponiamo pertanto un Sistema Ambientale dell’Energia, attraverso una serie di interventi mirati, integrati al sistema paesaggistico e ambientale esistente, che si configurino come supporti e interfacce per la definizione di un percorso didat-tico percettivo dell’integrazione tra paesaggio naturale e paesaggio antropiz-zato dell’energia.
[fonte: Energheia]
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Basilicata: Natura, Cultura
ed Energia
La Basilicata, svantaggiata dalla propria costituzione morfologica ed emarginata per lungo tempo dagli investimenti, nonché ancora oggi largamente sprovvista di importanti vie di comunicazione, è sempre stata considerata una delle regioni meno sviluppate del Paese.Il settore agricolo costituisce ancora oggi un caposaldo dell’economia regio-nale. La produzione di colture di pregio è relegata solo in alcuni territori regionali a causa dei condizionamenti esercitati dalla montuosità del territorio, dalla sua scarsa fertilità e dall’irregolarità delle precipitazioni. La riforma fondiaria, co-minciata a partire dagli anni Cinquanta, assieme all’assegnazione di migliaia di case sparse e di terre ai braccianti, alle bonifiche e alle irrigazioni di vasti com-prensori hanno contribuito allo sviluppo dell’agricoltura. La diffusione di tali opere ha però subito, nel corso del tempo, un rallentamento ed esse non sono oggi in grado di assicurare adeguate opportunità di sviluppo alle attività agricole, pena-lizzate anche dall’insufficienza delle strutture di commercializzazione. La loro lo-calizzazione ha quindi determinato aree piuttosto differenziate per caratteristiche produttive: privilegiate risultano le valli dell’Agri e dell’Ofanto, oltre alla piana di Metaponto. Il settore primario, in ogni caso, dopo una fase di relativa moderniz-zazione, più intensa nella Piana di Metaponto, sembra avere raggiunto i propri limiti strutturali, in assenza di una efficiente rete di distribuzione commerciale e di promozione: ciò, in un quadro di forte concorrenza interregionale, ha di fatto ostacolato la creazione di nuove filiere produttive, relegando in ruoli marginali le stesse colture di qualità (1).L’industria presente sul territorio è per lo più legata alla produzione alimentare e al settore chimico. Nel 1993 ha rappresentato motivo di potenziamento dell’attività industriale e del suo indotto l’apertura a Menfi di uno stabilimento della FIAT.Il terziario è presente in piccola parte e soprattutto nell’ambito del turismo che, tuttavia, non è valorizzato per via delle poche infrastrutture presenti.Nonostante queste condizioni iniziali, la Basilicata, riconosciute le sue potenzia-lità, sta attuando un percorso di valorizzazione delle sue caratteristiche territo-riali, cercando di sfruttare, nel maggiore rispetto possibile dell’ambiente, le sue caratteristiche.
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Il Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane, istituito nel 1997, interessa 5 comuni a cavallo tra le province di Matera e di Potenza.Infine nel 1990 nasce il Parco della Murgia Materana che si estende per circa 6000 ettari all’estremità orientale della Basilicata.
Vi sono poi altri parchi e riserve come il Parco archeologico storico naturale delle Chiese rupestri del Materano, la Riserva Difesa S.Biagio Montescaglioso, la Riserva Statale Rubbio, la Riserva Regionale Lago Laudemio, la Riserva Re-gionale Abetina di Laurenzana, la Riserva Regionale Lago Pantano di Pignola, la Riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro, la Riserva Statale Meta-ponto, la Riserva Statale Marinella Stornara, la Riserva naturale orientata San Giuliano, la Riserva Statale Coste Castello, la Riserva Statale Agromonte Spac-ciaboschi, la Riserva Statale I Pisconi, la Riserva Regionale Lago Piccolo di Mon-ticchio e Patrimonio Forestale Regionale e infine la Riserva Statale Grotticelle.
La Basilicata e i parchi naturali
Nonostante la presenza di pozzi petroliferi e di gas e a diversi impianti per la produzione di energie rinnovabili, la Basilicata ospita all’interno del suo territorio diversi parchi nazionali e riserve naturalistiche. Infatti, a partire dagli anni Ottanta iniziano a nascere i primi Piani territoriali e paesaggistici, mostrando la vocazione ambientale della regione. Questi ultimi hanno rappresentato il primo importante passo verso il riconoscimento di una valenza ambientale e naturalistica del ter-ritorio e hanno di fatto aperto la strada verso l’istituzione di Parchi Nazionali, regionali e riserve su tutto il territorio lucano (2).Fra i più importanti vi è il Parco Nazionale del Pollino, istituito nel 1993. Esso copre una superficie di 170 mila ettari che condivide con la Calabria.Vi è poi il Parco nazionale della Val d’Agri, nato nel 2006 , che, con un territorio di circa 70 mila ettari, include 29 comuni della regione e 9 comunità montane.
Basilicata
POTENZA
Parco di Gallipoli Cognatoe delle Piccole Dolomiti Lucane
Parco della Murgiae delle chiese rupestri
Parco NazionaleAppennino LucanoVal d’Agri Lagonegrese
Parco Nazionaledel Pollino
MATERA
Figura 01 - La Basilicata Figura 02 - APT Basilicata; I parchi nazionali lucani; www.aptbasilicata.it/
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Sebbene la Basilicata abbia una storia ricchissima e variegata, è l’età antica ad aver lasciato sul territorio l’impronta maggiore sia per numero di siti che per estensione.Esistono ben dieci aree archeologiche (l’area archeologica di Vaglio Basilicata, di Grumentum, di Venosa, di Heraclea, dell’Incoronata, di Metaponto, di Notarchi-rico, di Civita, di Banzi e del Basileus) e undici musei archeologici (Museo delle Antiche Genti di Lucania Vaglio Basilicata, Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adameşteanu”, Museo archeologico nazionale “Domenico Rido-la”, Museo archeologico nazionale del Melfese, Museo archeologico nazionale di Metaponto, Museo archeologico nazionale di Muro Lucano, Museo archeologico provinciale di Potenza, la Mostra archeologica permanente nel Palazzo ducale di Tricarico, Museo archeologico nazionale dell’Alta Val d’Agri, Museo nazionale della Siritide e quello di Venosa) e sono già attivi degli itinerari tematici, come per la “Lucania archeologica” a cura della APT Basilicata (3).Esistono poi altre tipologie di musei come il Museo della civiltà contadina di Aliano e Montescaglioso, Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, il MUSMA (Museo della scultura contemporanea Matera), il Museo della Tortura di Matera e la Pinacoteca provinciale di Potenza e quella D’Errico a Matera (4).
La ricchezza di cultura, storia e bellezze naturalistiche fanno parte di quel milieu di cui si è parlato precedentemente, ma tutto ciò non basta. Devono svilupparsi altre condizioni per rendere la zona attrattiva e competitiva rispetto ad altre re-gioni d’Italia e d’Europa. Ma la Basilicata nasconde anche altre potenzialità, tutte facenti parte dell’ambito energia.
La Basilicata, la storia e la cultura
La Basilicata fu abitata sin dal Paleolitico. In seguito si insediarono sul territorio colonie di Greci e dal 330 a.C. iniziò l’opera di colonizzazione da parte dei ro-mani. E fu proprio sotto il dominio romano che la via Appia venne prolungata fino a Brindisi e nacquero le colonie di Potentia e Grumentum.Nel Medievo la Basilicata vide il passaggio e la dominazione di Bizantini, Longo-bardi, Saraceni e Normanni. Federico II di Svevia soggiornò a Melfi nel 1225 e nel 1231, anno in cui vennero emanate le Constitutiones regni Siciliae (“Costitu-zioni di Melfi”), e, in quegli anni, venne costruito il castello di Lagopesole.L’età moderna fu caratterizzata dalle lotte fra gli Angioini e le famiglie feudata-rie che li sostenevano (i Sanseverino, i Caracciolo e i Senarchia) e Carlo V di Spagna di Borbone. Quando, nel 1735 Carlo V vinse sugli Angioini, la Basilicata entrò a far parte del Regno di Napoli.Durante il Risorgimento anche la Lucania, come le altre regioni del Sud, conobbe il fenomeno del brigantaggio, sviluppando un proprio fronte di lotta per l’unificazione d’Italia: a Montemurro, il 14 agosto 1860, nella casa di campagna della famiglia Marra, ancor prima che Garibaldi smuovesse la sua Spedizione dei Mille, venne infatti proclamata l’Unità d’Italia. Il brigantaggio interessò in parti-colare le zone del Vulture-Melfese, rendendo la Basilicata il cuore della rivolta antisabauda.La storia contemporanea lucana è costellata da eventi catastrofici come i tre terremoti del 1857, del 1907 e del 1980. Inoltre la presenza di zone malariche, e la mancanza di infrastrutture, di lavoro, e di aiuti statali, come nel resto del Mezzogiorno, portarono ad un vasto fenomeno di emigrazione. Solo negli anni trenta del Novecento si realizzarono l’acquedotto e le più importanti vie di comu-nicazione. Durante la Seconda Guerra Mondiale Matera fu la prima città italiana a insor-gere contro i tedeschi occupanti.Nonostante l’apertura nel 1993 a Melfi dell’impianto industriale SATA, ove risiede uno dei più importanti stabilimenti FIAT d’Europa e la creazione di altre aziende collegate all’indotto come Tower Automotive e Magneti Marelli, il fenomeno di spopolamento progressivo della Basilicata non ha tuttora fine.
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produrre fino a circa 1000 tonnellate di olio all’anno ed a 800 metri cubi giornalieri di gas. Fra il 1939 e il 1947 si assistette alla perforazione da parte dell’Agip di 47 pozzi, di cui 27 a olio, 6 a petrolio e gas, 2 a gas, e 12 sterili. Non fu un caso quindi che l’Agip, nel 1933, concentrò le proprie ricerche sperimentali sugli idro-carburi proprio in Basilicata e che realizzò i primi pozzi proprio in questa zona. Nel 1958 le ricerche petrolifere si spostano in Val Basento, nella zona compresa tra Grottole, Ferrandina, Rotondella e Pomarico, dove l’Agip scopre un grande giacimento di gas naturale.Nel 1959 a Tramutola viene chiuso l’ultimo pozzo. I vecchi pozzi tramutolesi sono attualmente sotto i riflettori per una proposta alquanto innovativa che ipo-tizza il riutilizzo dei pozzi, non più per estrarre petrolio, ma come mezzo per sfruttare l’energia geotermica con nuove tecnologie tuttora allo studio da parte
La Basilicata e il petrolio
La Basilicata è un territorio ricco di giacimenti petroliferi e di gas. In Val d’Agri, infatti, è situato il più grande giacimento dell’Europa continentale. I lucani osservarono i primi segni della presenza di petrolio e gas già nel XV secolo sottoforma di lingue di fuoco, le cosiddette “fiaccole”, che segnavano il bruciare di piccole riserve di metano.Le prime fuoriuscite documentate risalgono al 1902, mentre è a partire dal 1920 che a Tramutola, paese della Val d’Agri, si verificano i primi affioramenti di petro-lio nell’area dove ora sorge l’acquapark. Nella stessa area nel 1936 venne rin-venuto il primo grande giacimento. Questo giacimento, collocato a qualche centinaia di metri di profondità arrivò a
CerroFalcone Caldarosa
Monte Alpi
Monte EnocCosta Molina
Costa Molina
Tempa Rossa
MAR JONIO
MAR TIRRENO
POTENZA
MATERA
Figura 03 - PIEAR 2008 - Piano di Indirizzo Energetico Ambientale regionale - Giacimenti petrolio Figura 04 - PIEAR 2008 - Piano di Indirizzo Energetico Ambientale regionale - Giacimenti gas
Monte Verdese
Garaguso
Serra Pizzuta
Policoro
Il salice
MAR JONIO
MAR TIRRENO
POTENZA
MATERA
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dell’Università della Basilicata.Negli anni Settanta a seguito della crisi energetica conseguente alla guerra in Kippur l’estrazione petrolifera riprende vigore. Negli anni Ottanta, dopo un programma di ricerca profonda, si ottennero i primi successi incoraggianti e vennero così sfruttati i giacimenti di Costa Molina 1, Monte Alpi, di Cerro Falcone da parte di eni e di Tempa Rossa da parte di altre compagnie. Infatti l’importanza dei giacimenti rinvenuti attirò negli anni molte so-cietà petrolifere di caratura internazionale come ENI, Fina, Enterprise Oil, Mobil e Texaco. L’attività di perforazione ottenne risultati consistenti solo nel corso degli anni No-vanta. A questa fase detta di sviluppo dell’attività petrolifera in Lucania, risale a partire dal 1996-1997 la messa in produzione dei quattro giacimenti di petrolio: Monte Alpi, Monte Enoc-Volturino, Cerro Falcone e Costa Molina, rispetti-vamente situati nell’ambito delle concessioni Grumento Nova, Caldarosa, Vol-turino e Costa Molina 47. Inoltre ha inizio nel 1996 la costruzione del Centro Olio di Viggiano (5).
Nel 1998 venne stipulato l’accordo fra Governo, Regione ed eni. Grazie ad esso la Basilicata, in cambio delle concessioni per lo sfruttamento di questa importante materia prima (una produzione stimata in 104.000 barili al giorno per vent’anni, pari al 10% del fabbisogno nazionale), otterrà dallo Stato investimenti infrastrut-turali per accelerare lo sviluppo socio-economico della zona, oltre a benefici eco-nomici e occupazionali e a investimenti per la riqualificazione ambientale e la salvaguardia dei suoi parchi naturali (6).L’economia lucana, negli ultimi 20-30 anni si è quindi sviluppata proprio in virtù della presenza di petrolio e gas naturale. Nonostante ciò, la Basilicata, anche a causa dei discorsi sulla qualità ambientale e sulla fine delle risorse fossili, negli ultimi anni si è avvicinata alle energie alternative, arricchendo il suo ter-ritorio con impianti eolici, idroelettrici, fotovoltaici, solari e per lo sfruttamento delle biomasse. L’attenzione alle energie alternative, se pur iniziato una ventina di anni fa, ha as-sunto maggior rigore a seguito delle linee guida imposte dai protocolli di Kyoto, firmati anche dall’Italia, per portare ad una quota del 20% la produzione di energia non derivante da idrocarburi e perciò non inquinante per l’atmosfera.
La Basilicata e la biomassa
Per troppo tempo a livello mondiale si è pensato che l’utilizzo dei boschi portasse al loro impoverimento. Tuttavia negli ultimi 50 anni le aree boschive italiane sono duplicate, passando da 5 a 10 milioni di ettari, e con esse sono cresciute le problematiche relative al delicato equilibrio dell’ecosistema forestale e al rischio incendi. Inoltre tali aree, a causa della scarsa manutenzione, hanno perso la loro attrattiva turistica, in quanto risultano difficilmente visitabili. Una corretta gestione del patrimonio forestale creerebbe un rilancio turisti-co dei boschi, diminuirebbe l’incidenza degli incendi, garantirebbe un ulteriore approvvigionamento energetico a basso impatto ambientale e creerebbe un comparto occupazionale importante per una popolazione come quella lucana, che soffre per la mancanza di lavoro.
LAURIA
CALVELLOBRIENZA
TITO
ACCETTURA
MAR JONIO
MAR TIRRENO
POTENZAMATERA
Figura 05 - Italia, localizzazioni progetti di sfruttamento biomasse
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“Tuttavia la costruzione della filiera bosco-legno-energia non inizia dalla gestione del bosco ma dalla presenza sul territorio di caldaie a biomassa di nuova ge-nerazione che creano la domanda di materiale legnoso. Per questo il decollo di tale settore in Italia è legato in buona parte alle scelte delle amministrazioni pubbliche, in particolare quelle comunali, che anche grazie all’ausilio di strumenti finanziari in grado di alleggerire il peso dell’investimento iniziale, possono creare condizioni per l’installazione di mini reti di teleriscaldamento a servizio di edifici pubblici.” (7)
La Basilicata, insieme a Calabria e Campania, ha aderito a due progetti inseriti nel PER (Programma Energetico Regionale) a cura del CEB (Centro d’Eccellenza per le Biomasse). Il progetto PROBIO è composto da 6 sottoprogetti che vanno dall’organizzazione delle competenze regionali in materia di energia da biomasse agricole forestali e zootecniche ad attività di aggiornamento e promozione per costituire nuove fi-liere bioenergetiche; dal creare nuove coltivazioni energetiche a scopo dimostra-tivo all’ideazione di progetti per la valorizzazione produttiva e ambientale della filiera bosco-legno; dall’organizzazione di strutture di raccolte di biomasse ligno-cellulosiche destinate a incrementare il ruolo del legno come sequestratore di CO2 e ad alimentare impianti di conversione energetica alla costituzione di una impresa per la produzione e commercializzazione di pellet combustibili da le-gno e derivati; favorire il recupero ambientale e produttivo di terreni abbandonati tramite opportuni interventi di forestazione.Il progetto Ramses ha come obiettivo principale quello di valorizzare le biomasse ligno-cellulosiche per impieghi a piccola e a media scala riprendendo la gestione delle aree boschive, attivando filiere per incrementare posti di lavoro nelle aree marginali e introducendo colture erbacee per fini energetici. Nel progetto è compresa attività di divulgazione e di sperimentazione e di attività di filiera: alla Regione Basilicata spetta il compito di valorizzazione impianti dimostrativi; la Regione Calabria cura la filiera pellet; la Regione Campania si occupa della filiera cippato. Al momento le azioni già attuate fanno capo ai sottoprogetti 4 e 5 del progetto PROBIO ossia, da una parte l’individuazione dei soggetti politici per la creazione del Centro di Eccellenza delle Biomasse nella figura della Comunità Montana Collina Materana; dall’altra l’installazione di una caldaia a cippato e di una a pellet in edifici pubblici del comune di Calvello, oltre alla realizzazione di un sistema di teleriscaldamento che riscalderà le case popolari adiacenti.(8)
La Basilicata e il sole
Il fotovoltaico è un altro sistema di produzione di energia alternativa che ultima-mente sta prendendo piede in Basilicata. Il territorio lucano ha un indice di irraggiamento solare annuo fra i più alti d’Italia; inoltre la presenza di numerosi spazi aperti e di aree brulle difficili da coltivare potrebbe fornire lo spazio necessario all’installazione di queste centrali per lo sfruttamento dell’energia solare. Nonostante ciò la Basilicata produce soltanto l’1%, su base nazionale, dei complessivi 193 GWh italiani. Inoltre, sul suo territorio, sono stati istallati solo lo 0,9% degli impianti nazionali.Le regioni del Nord, nonostante siano più svantaggiate per via del loro indice
VIGGIANO GUARDIA P.
CORLETO P.
PATERNO
LAURENZANAABRIOLA
SATRIANO
BANZIATELLA
BALVANO
CASTELLUCCIO
SENISE
S.MAURO F.
TOLVES.CHIRICO M.
TRICARICO
IRSINA
POMARICO
FERRANDINA
PISTICCI
POLICORO
S.GIORGIO
STIGLIANO
MONTESCAGLIOSO
Impianti > 500 kW
BELLA
PESCOPAGANO
GRUMENTO N.MAR JONIO
MAR TIRRENO
POTENZA
MATERA
Figura 06 - GSE, aggiornato a marzo 2012 (Gestore Servizi Energetici)
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di irraggiamento, hanno investito le loro risorse nel fotovoltaico e nel solare, consapevoli della necessità di integrare la normale attività economica con una ottimale produzione di energia pulita. E sempre di più, negli ultimi anni, le regioni italiane stanno capendo le potenzia-lità di questo tipo di energia, investendo un capitale sempre crescente. Prova ne è il fatto che la produzione degli impianti fotovoltaici in Italia ha raggiunto nel 2009 i 673,8 GWh con un incremento del 249% rispetto all’anno precedente.Questo dato riguarda soprattutto le regioni meridionali: fra esse la regione più virtuosa si è dimostrata proprio la Basilicata che si attesta prima per crescita di produzione di energia.Non a caso negli ultimi anni le politiche territoriali lucane hanno favorito l’installazione di impianti fotovoltaici, approvando un nuovo piano energetico regionale che indica più chiare condizioni per la loro realizzazione (9).I più grandi parchi fotovoltaici lucani si trovano nella Valbasento (fra Orto del Tufo e Macchia di Ferrandina) e in Val d’Agri, proprio vicino al Centro Olio di Viggiano. Infine dal 2010 è presente a Tito Scalo, comune limitrofo di Potenza, il più grande impianto fotovoltaico integrato d’Italia (10).A proposito di fotovoltaico integrato, così com’è successo per l’eolico, a chi lamentava l’assoluta mancanza estetica dei pannelli fotovoltaici e solari, si è risposto con il concorso “Designer Show”. Ideato e promosso dalla Camera di commercio di Monza e Brianza, il concorso ha premiato, fra i 30 giovani de-signer, coloro che meglio hanno interpretato il rapporto tra energie rinnovabili e creatività, capacità tecnica e arte, proponendo soluzioni di alta qualità estetica e funzionalità. “Infatti, com’è noto, dal 2011 la struttura degli incentivi al fotovoltaico cambia: sparisce la categoria ‘impianti semi-integrati’ e resta solo quella degli integrati che diventa più restrittiva. L’impianto, insomma, per essere finanziato dovrà quasi confondersi con il resto dell’edificio e, per restare ben redditizio, le sue componenti avranno bisogno di ottimo design, non più solo di ferramenta e carpenteria.” (11)
GORGOGLIONE
MONTEMURRO
ROTONDELLACOLOBRARO
GROTTOLEVAGLIO
AVIGLIANO
FORENZA
MASCHITO
MELFI-Candela
BRINDISI DI MONTAGNA
CORLETO PERTICARAenergia sud,9.35 MW, 11
FRI-EL,29.08 MW,36
FRI-EL,3.3 MW,5
CRE,18 MW,12ENEL GREEN POWER
2.55 MW,3
FRI-EL,54 MW,27
acea electrabel,44 MW,22
edison energie speciali,12.3 MW,20
IPMaestrale15.18 MW,23
IPMaestrale,23.76 MW,36
IPMaestrale,15.18 MW,24
tozzi sud,34.5 MW,15
MAR JONIO
MAR TIRRENO
POTENZA
MATERA
La Basilicata e il vento
Il sistema di produzione di energia eolica, non comportando la creazione di fumi di scarico e la produzione di sostanze tossiche di risulta, si propone come una risorsa ideale che non contrasta con la naturale vocazione alla conservazione ambientale della Basilicata.Le direttive nazionali scaturite dal trattato di Kyoto prevedevano che in data 2010 la regione dovesse ospitare sul suo territorio 29 impianti eolici. Tuttavia, a causa di diverse polemiche, il percorso di sviluppo dell’eolico ha incontrato un freno, fermando a 13 il numero di impianti presenti sul territorio.“Siamo, quindi, di nuovo al solito dilemma fra necessità di sviluppo, quanto mai atteso soprattutto in questi anni, ed esigenze di tutela ambientale. Nella Val d’Agri
Figura 07 - ANEV - Associazione Nazionale Energia del Vento - aggiornato al 2011
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questo dibattito si è già riproposto, e con toni anche più accesi, con l’apertura delle campagne di estrazione petrolifera di Viggiano e, in tempi più recenti, di Corleto. Le differenze, però, sono tante ed è bene analizzare quali sono gli im-patti sull’ambiente da parte dei sistemi di produzione di energia eolica.” (12)
Fra le motivazioni dei detrattori dell’energia eolica vi sono:- l’impatto visivo che questi impianti hanno sul paesaggio- l’inquinamento elettromagnetico e sonoro (che però sarebbe un grosso pro-blema solo nel caso di installazione di impianti eolici presso centri abitati)- i possibili effetti sull’avifaunaTuttavia lo sviluppo di questa fonte di energia, non solo contribuirebbe ad una maggiore indipendenza energetica della regione, ma gioverebbe anche allo stato occupazionale dei suoi abitanti.“La nostra regione ha bisogno di risorse per lo sviluppo costi quel che costi. È un dato di fatto che l’impianto dei parchi eolici fornisce proventi alle aree che ospitano queste strutture in forma di lavoro per la loro costruzione e di royalties annuali che vengono garantite dalle società che impiantano queste strutture.Questa risposta potrebbe essere considerata sufficiente e dare ragione a chi è convinto che il nostro territorio possa per l’eolico e per altri tipi di insediamenti produttivi essere venduto (o svenduto). Se per le installazioni petrolifere questo scontro fra esigenze di tutela naturalistica e di sviluppo industriale rimane presso-ché insanabile, nonostante lo studio di misure di risanamento dell’inquinamento prodotto dall’estrazione dell’oro nero, l’eolico offre una terza via”. (13)
E questa terza via è affrontare la progettazione di questi impianti non solo da un punto di vista funzionale, ma anche estetico: “le torri potrebbero diventare addirittura un elemento di caratteriz-zazione del paesaggio, soprattutto delle zone brulle, rocciose e sen-za altri elementi di rilievo, che solitamente ospitano gli aerogenerato-ri. La ricerca di queste potenzialità legate al paesaggio è stato il tema dominante di un concorso di progettazione indetto nel 2002 da Legam-biente e Enel GreenPower per un complesso eolico da realizzare a Pescopa-gano. Le numerose proposte formulate da architetti e paesaggisti ricercavano nuove soluzioni, dal design del singolo aerogeneratore, con il disegno di forme diverse e l‘analisi di colorazioni antiriflesso e mimetizzanti, a studi di carattere pae-saggistico, evitando il loro inserimento casuale, ma studiando parallelismi e incroci con i crinali montuosi e con tracce del paesaggio come gli antichi tratturi.” (14)
Ofanto
SeleBasento
Mar Tirreno
Mar Jonio
Bradano
Agri Cavone
Sinni
NoceLao
La Basilicata e l’acqua
Il sistema idrografico lucano è costituito da ben 5 fiumi con foce nel mar Jonio (Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni) , i cui bacini nel complesso si estendono su circa il 70% del territorio regionale, dall’Ofanto che sfocia nel mar Adriatico e dal Sele che termina nel mar Tirreno. Il regime dei corsi d’acqua è tipicamente torrentizio, caratterizzato da massime portate durante il periodo invernale e da un regime di magra durante la stagione estiva. Vi sono inoltre 5 laghi naturali (i due laghi di Monticchio localizzati, i laghi Lau-demio-Remmo, il Sirino e il Rotonda), ma la presenza di invasi artificiali è molto più consistente. Nel corso degli ultimi decenni, infatti, sono stati realizzati i princi-pali invasi regionali come quelli di San Giuliano, Acerenza, Genzano, Pertusillo,
Figura 08 - AdB Basilicata, Autorità interregionale di Bacino della Basilicata; www.adb.basilicata.it
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Monte Cotugno, Rendina, Lampeggiano, Serra del Corvo e Ponte Fontanelle.Le principali risorse idriche sono intercettate mediante dighe o traverse, in modo da assolvere alle esigenze di diversi settori. Esse vengono utilizzate infatti per gli approvvigionamenti di acqua potabile e per l’irrigazione (di Basilicata, Ca-labria e Puglia), per la produzione di energia idroelettrica e in minima parte anche per usi industriali.Dei nove principali invasi presenti sul territorio solo uno è utilizzato per la produ-zione di energia idroelettrica: il lago Pertusillo (15).Il Lago di “Pietra del Pertusillo” è un lago artificiale situato nel territorio dei comuni di Grumento Nova, Montemurro e Spinoso. Esso è stato costruito tra il 1957 e il 1962, a sbarramento del fiume Agri, con i fondi della Cassa del Mez-zogiorno, la quale concesse all’ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasfor-mazione fondiaria in Puglia e Lucania l’esecuzione dei lavori.
OFANTO
SELE BASENTOBRADANO
AGRI
CAVONE
SINNINOCE
LAO
CogliandrinoNEMOLI
CASTROCUCCO
SATRIANO
ROTONDAMERCURE
CAOLO Gallicchio, 39 MW centrale a sebatoio,
Trecchina, 83 MWcentrale a sebatoio
Nemoli, 140 kW
NOCELauria, 3 MW
Tramutola, 692 kWcentrale a acqua fluente
Satriano di L., 250 kWcentrale a acqua fluente
Rotonda, 800 kWcentrale a acqua fluente
Viggianello, 1.2 MWcentrale a acqua fluente
Monte Cotugno
PERTUSILLO
Carrastra
Marsico Nuovo
Fantano
Acerenza
Trivigno San Giuliano
Lago Serra del Corvo/Basentello
Genzano
Randina
Invasi artificiali
Torrenti/fiumi con centrale idroelettrica
Invasi naturali / laghi
Pertusillo / Unico Invaso artificialecon centrale idroelettrica
MAR JONIO
MAR TIRRENO
POTENZA
MATERA
Figura 09 - AdB Basilicata, Autorità interregionale di Bacino della Basilicata + PIEAR 2008
Il lago occupa una superficie di 75 km2, lo sbarramento ad arco gravità è lungo 380 m ed alto 95 m. La sua realizzazione ha dato vita ad un invaso di 155 milioni di m3 d’acqua in grado di rispondere ad un uso plurimo delle risorse idriche.Il paesaggio circostante è ricoperto da boschi che scendono fino alle sponde del lago (alcuni alberi perfino oltre, risultando parzialmente sommersi dalle acque). Il lago è utilizzato per la pesca sportiva e per gare di canottaggio nazionale (16).Nonostante lo sforzo attuato dalle politiche ambientali lucane, spesso, come si è già detto, lo sviluppo degli impianti per le energie alternative è osteggiato per varie motivazioni, fra cui l’impatto visivo e la deturpazione ambientale che esse comporterebbero. Queste motivazioni sono però inconsistenti se si affronta il problema con occhi diversi.Si dà facilmente per scontato che i paesaggi della Basilicata siano tutti belli e gradevoli, ma spesso essi sono intervallati da zone di degrado e in abbandono. Tutto ciò è causato da un progressivo allontanamento dalle campagne, dalla mancanza di un vero e proprio piano paesaggistico ecc.Si può notare l’aumento costante di campagne e sentieri abbandonati, muri di contenimento dei torrenti in cattivo stato se non caduti, fabbricati rurali in rovina, ai quali si aggiungono disboscamenti selvaggi, che provocano spesso movimenti franosi incontrollabili.Tuttavia, “Si potrebbe aprire una nuova fase in cui le torri eoliche siano non solo elemento paesaggistico ma anche fonte economica per la conservazione del paesaggio. Parte dei proventi delle torri eoliche potrebbero essere utilizzati per interventi di conservazione e miglioramento paesaggistico, ad esempio per finanziare un’opera di interramento progressivo dei cavi e dei tralicci dell’alta tensione.” (17)
Inoltre, come si è già detto, si potrebbe fare in modo che pale eoliche, pannelli fotovoltaici, ecc. siano progettate pensando anche all’aspetto estetico e non solo a quello funzionale.E’ necessario mettere in atto un’azione creativa che porti anche all’innovazione dell’estetica dell’impianto della fonte di energia rinnovabile ed un modo nuovo di proporre ai più il loro impatto così forte.Nel caso del lago Pertusillo, per esempio, la diga, se in un primo momento era stata percepita come un elemento ingerente nel paesaggio, oggi è diventato un segno di caratterizzazione in positivo.Bisogna comunicare alle persone che abitano questi luoghi e che li vengono a
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visitare, che gli impianti non violentano il territorio, ma lo potenziano e valorizzano. Il percorso da intraprendere è quello di trasformare un paesaggio percepito come deturpato dagli impianti in un paesaggio gradevole, stimolando l’immaginario positivo collettivo creando elementi di alta valenza estetica, non affini a se stessi, ma dalle grandi potenzialità: essi sono in grado di creare un futuro migliore e di salvare l’uomo dal disastro energetico e ambientale.Più nel piccolo essi sono in grado di sviluppare nuove attività, nuovi posto di la-voro, nuove forme di economia e di turismo, ecc.Per esempio il potenziamento di politiche che promuovono l’energia potrebbe portare ad un nuovo tipo di turismo, il cosiddetto “turismo verde”.“Il tanto evocato turismo legato alle bellezze naturali e architettoniche, così sbandierato, quasi che fosse l’unica risorsa di sviluppo della Basilicata, non si può applicare a tutto il territorio della regione, poiché, e questo sarebbe da chiari-re una volta per tutte, non sempre si hanno attrattive tali da poter giustificare un afflusso turistico di una certa proporzione a livello numerico ed economico.” senza contare che “La conservazione e il rispetto del passato, delle tradizioni, della storia, legata al solo mondo rurale non deve precludere lo sguardo a nuove strade per uno sviluppo futuro rischiando di diventare un’operazione folkloristica e nostalgica, poiché, come afferma Alberto Ferlenga in un suo recente editoriale sulla rivista Casabella, ‘congelare il passato equivale a stravolgerlo’.” (18)
Creare percorsi di conoscenza dell’energia ed itinerari dedicati, come per esempio far visitare il Centro Olio di Viggiano, le pale eoliche di Montemurro o la diga del lago Pertusillo, potrebbe essere la risposta ad un turismo un po’ di nicchia come quello lucano, portando nuova linfa vitale alla regione.La Val d’Agri, con il suo parco nazionale e il progetto per la realizzazione di un parco dell’energia può sviluppare, divulgare ed evolvere questo concetto.“Invece di stare a discutere se impianti eolici o solari siano compatibili o meno con la creazione di questa zona di conservazione ambientale, si potrebbe av-viare un discorso più ampio e innovativo sul concetto di parco ambientale, come grande laboratorio in cui la natura non solo si preserva in modo diretto, ma anche indirettamente potenziando e installando centri di produzione di energia pulita.” (19)
Si tratta di insegnare alla popolazione un nuovo modo di pensare e un nuovo modo di vedere l’energia (rinnovabile e non) e le sue manifestazioni. Cioè, detta in modo un po’ naif, bisogna trasmettere la bellezza che si può celare dietro ad una pala eolica o ad una distesa di pannelli fotovoltaici.
Si tratta di spiegare le potenzialità a lungo termine di questi interventi. Spes-so infatti ci si ferma a valutarne solo le conseguenze immediate, rimanendo ad uno stato di conoscenza troppo superficiale per essere veramente consapevoli.Si tratta di comunicare alla gente, spesso restia alle innovazioni, i vantaggi che deriveranno e le responsabilità che essi hanno nei confronti dell’ambiente e del mondo.Si tratta di chiarire che una scelta opportuna dei siti, una progettazione pae-saggistica seria, competenti valutazioni di impatto ambientale e una po-litica energetica mirata e integrata potrebbero fornire risorse energetiche ed economiche importanti. Si tratta di illustrare che le varie energie, eolico, solare, fossili, biomassa, idroelettrico, ecc. sono capaci, e lo saranno sempre di più in futuro, di inte-grarsi l’un l’altra e possono insieme far raggiungere alla Basilicata quello stato di indipendenza energetica tanto agognato da tutti i paesi del mondo. Perché indipendenza energetica significa ricchezza, garantisce la nascita di aziende industriali e agricole e attira investimenti anche da fuori.“È opportuno ricordare che anche un’economia basata solo sull’agricoltura, sul turismo, sui beni monumentali ed archeologici non può prescindere dall’approvvigionamento energetico. E avere energia elettrica e benzina a prezzi ridotti, sarebbe davvero un incentivo che compenserebbe anche la posizione de-centrata e la mancanza di infrastrutture che sono i secolari handicap del nostro territorio” (20). Si tratta,infine, di educare all’energia.A quanti vedono in questo discorso “una perdita del carattere della Lucania, ver-rebbe da rispondere che proprio il tema dell’energia sta diventando una peculia-rità della nostra regione. Prima gas, petrolio e centrali idroelettriche, ora eolico e solare, caratterizzano ormai da decenni la nostra regione.” (21)
Basti pensare per esempio al film uscito recentemente “Basilicata coast to coast”. Il film, pur non ponendosi come spot promozionale della regione, dà un’immagine della Basilicata caratterizzata da una forte vocazione ambientale. Il film, che parla di quattro amici che da Maratea raggiungono Scanzano Jonico a piedi, viaggiano sempre in compagnia di due pannelli fotovoltaici che utilizzano per le esigenze primarie di energia, passando per posti come Montemurro sul cui sfondo vediamo le pale eoliche, o come la diga del Lago Pertusillo, o ancora per il paese fantasma Craco, o nel bel mezzo della processione della Madonna Nera di Viggiano.
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Creare un Parco dell’Energia nella Val d’Agri significa scontrarsi con tutte queste realtà, fare emergere le potenzialità di quest’area geografica ed essere capaci di comunicarle in un percorso esperienziale, didattico e divulgativo, come già sottolineato dagli interventi precedenti.
Sei comuni per il Parco dell’energia
Il progetto per il Parco dell’Energia della Val d’Agri si sta focalizzando nell’area geografica che comprende i sei comuni di Tramutola, Calvello,Viggiano, Gru-mento Nova, Spinoso e Montemurro. Ogni territorio può essere ricondotto ad una fonte di energia per la presenza sul territorio di impianti specifici. Inoltre tutti e sei i comuni hanno un patrimonio artistico e culturale da visitare, che trova la sua massima espressione nel sito archeologico di Grumentum.
TramutolaIl nome Tramutola deriva dal latino e significa “terra motola” o “terra imbevuta d’acqua”.Il territorio fu abitato a partire dal X secolo dai Pelagi di cui si sono ritrovate nu-merose tracce come i castelli e il muro di cinta ancor oggi visibili. Ebbe origine come “pago” fondato dai profughi di Grumentum, distrutta dai Saraceni.Sempre durante l’invasione dei Saraceni, un gruppo di monaci di rito greco, si ri-fugiarono a Tramutola dando origine nel 1144 alla chiesa di san Pietro che il Ve-scovo di Marsico assegnò ai benedettini di Cava de’ Tirreni. In seguito Tramutola divenne giurisdizione feudale dell’abbazia di Cava de’ Tirreni e dopo ben 4 secoli caratterizzati dalla dominazione dei Guarna, dei Sanseverino e dei Filangieri, ritornò sotto il controllo dei benedettini e grazie a questi ultimi il paese conobbe un periodo di ricchezza e produttività.Nel 1806, in seguito alla legge che aboliva la feudalità, l’Abbazia di Cava dei Tir-reni, rinunciò a tutti i suoi diritti sul territorio. Il centro venne colpito gravemente dal terremoto del 16 dicembre 1857 che provocò molti morti e gran parte del cen-tro abitato fu completamente distrutto. Il 14 agosto 1860 con l’arrivo di Garibaldi e la caduta del Regno borbonico, costruì un Governo provvisorio (22). Passeggiando per il paese si possono visitare luoghi suggestivi come le chiese
del Rosario e della S.S. Trinità, la chiesa di San Vito, il lavatoio e i palazzi signorili come Palazzo Terzella. Inoltre è possibile vedere i resti dei vecchi mulini situati lungo il torrente Caolo. Infatti Tramutola ha una storia “fatta di acqua e petrolio”. In alcuni documenti risalenti al 1136 viene citato il primo mulino di Tramutola, che in seguito diventeranno 5, tutti situati al limite fra città e campagna. “Fondamentale all’epoca era acquisire il diritto di utilizzare le acque di un fiume o di un torrente, ovvero il diritto di costruire una chiusa che convogliasse parte delle risorse idriche in un canale artificiale”(23). Lo sfruttamento delle acque del torrente Caolo ha quindi comportato una fase di ricchezza derivante dall’attività di molitura, ma anche dalla creazione di en-ergia elettrica: infatti negli anni Venti del Novecento, costruita in uno splendido scenario ambientale, sfruttando una vicina sorgente con un portata di oltre mille litri al secondo e a tutt’oggi in pieno funzionamento, nasce la centrale idroelettri-ca dell’ENEL.Affianco allo sfruttamento dell’energia idrica a partire dal 1902 (24) a Tramutola si verificano i primi affioramenti di petrolio nell’area dove ora sorge l’acquapark. Negli anni 1933-34 eni inizia una serie di rilievi che porteranno, nel periodo 1939-1959, alla perforazione di 47 pozzi. Nel 1959 viene chiuso l’ultimo pozzo, ma a seguito della crisi energetica conseguente alla guerra in Kippur l’estrazione petrolifera riprende vigore. Questa nuova intensificata attività ha portato alla scoperta di nuove risorse e alla costruzione a metà degli anni Novanta del Cen-tro Olio di Viggiano (25).
CalvelloIl paese, il cui nome deriverebbe dal latino “caro et vellus” (ossia carne e lana), avrebbe origini greche e non medievali (almeno secondo Antonio Masini, artista e studioso d’arte, che ritrovò diversi reperti di età greca nel territorio pedemon-tano calvellese). In seguito, nel XII secolo, divenne roccaforte longobarda e poi sveva. Nel XVII secolo divenne parte del Regno spagnolo di Napoli e, dal 1749, del Regno delle due Sicilie.Si distinse nei moti rivoluzionari del 1799, e divenne il centro dell’insurrezione lucana contro gli austriaci nel 1821. Il terremoto del 1857 provocò numerosi danni alle abitazioni e al patrimonio storico-artistico. La mancanza di lavoro e di pro-spettive portò numerosi giovani ad emigrare verso gli Stati Uniti e l’Argentina. Ciò nonostante è ancora possibile vedere, passeggiando per il paese, le sue nu-
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VAL D’AGRI
VAL D’AGRI
POTENZA
Potentino
Potentino
MateranoVAL D’AGRI
MATERA
VAL D’AGRI
Calvello
Abriola
Viggiano
Grumento Nova
Spinoso
Montemurro
VAL D’AGRI
merose eccelenze artistiche e culturali come il Castello, il monastero delle Tere-siane, la Potentissima, il ponte di S.Antuono e i suggestivi rione di S.Nicola e Quartiere Nobile.Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta l’emigrazione riprese, e solo oggi il paese vive finalmente una stagione sociale ed economica dalle prospettive
VAL D’AGRI
VAL D’AGRI
POTENZA
Potentino
Potentino
MateranoVAL D’AGRI
MATERA
VAL D’AGRI
Calvello
Abriola
Viggiano
Grumento Nova
Spinoso
Montemurro
VAL D’AGRI
Figure 10, 11 e 12 - La Basilicata, Val d’Agri, la Fondovalle SS 598 e i paesi che interesseranno il Parco dell’energia
Tramutola
migliori, legate alle risorse dell’agricoltura, del turismo e dell’energia (26). Infatti Calvello, paese della Val Camastra, nell’ultimo periodo è salita agli onori della cronaca grazie al suo impegno per creare una filiera del legno finalizzata allo sfruttamento dell’energia dalle biomasse.Il suo territorio è coperto per il 40% di boschi di faggio, coltura particolarmente
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adatta alla creazione di cippato, pellet, ecc. Inoltre, la presenza di falegnamerie e di una buona attività artigianale del legno, permetterebbe di ricavare, dai resi-dui di lavorazione, altro materiale utile a generare energia.Particolarmente attenta all’educazione ambientale, già da tempo l’amministrazione comunale in partnership con eni sta lavorando alla realizza-zione di un percorso didattico, naturalistico e scientifico lungo circa 6 km con partenza dalla local-ità Cacciatizze, dove sorgeranno il Parco Avventura e due Centri didattico-ricreativi, uno in località Cacciatizze (già attivo) e uno in località Autiero, dedi-cati ai temi dell’energia e del territorio. I due centri saranno dotati di caldaie a biomassa per il riscaldamento dei locali. Inoltre, al Pala Camastra, centro sport-ivo del comune, è stata installata una caldaia funzionante a pellet che servirà a riscaldare anche la vicina casa famiglia. In previsione c’è anche la creazione di una linea di teleriscaldamento che scalderà le case popolari adiacenti (27).
ViggianoViggiano è oggi ricordato principalmente perché ospita nel suo territorio un Cen-tro Olio Val d’Agri dell’eni per il trattamento del petrolio estratto dalle ampie riserve rinvenute nel sottosuolo della Val d’Agri. Ultimamente, proprio accanto al Centro olio, è stato costruito un Parco fotovoltaico.Non di meno è un borgo dalle molteplici risorse: dalle arpe al culto mariano, dagli impianti sciistici ai siti archeologici. Sul territorio cittadino, infatti, vi sono molteplici luoghi storici da visitare come la Chiesa Madre Santa Maria del De-posito, i ruderi del Castello, la Basilica e il Sacro Monte di Viggiano, dove vi si svolge il culto della Madonna Nera. Antico villaggio di Grumentum, il paese si sviluppò in epoca medioevale come centro basiliano, e fu in seguito fortificata dai Longobardi. Dominata per secoli dai Sanseverino, partecipò ai moti della repub-blica napoletana e più tardi prese parte ai moti preunitari. Agli inizi del Novecento diventò famosa, anche fuori dell’Italia, per la fabbricazione degli strumenti mu-sicali. Nonostante le prime perforazioni petrolifere e l’insediamento di industrie manifatturiere, la prima metà del Novecento fu caratterizzata dall’emigrazione. Nel 1980, dopo il terremoto, ci fu un tentativo di ricostruzione industriale che non ebbe l’auspicato successo. Negli ultimi anni, grazie all’intervento degli enti locali, è stato avviato un nuovo sviluppo industriale, mentre si sono fatte più concrete le prospettive legate all’estrazione petrolifera e, non senza contraddizioni, quelle turistiche associate alla valorizzazione ambientale.
MontemurroIl paese è famoso per il suo Parco eolico, costruito della società bolzanese Fri-El e che comprende 36 aerogeneratori per una potenza complessiva di 29,1 MW.Anche Montemurro nacque a seguito delle incursioni saracene che distrussero Grumentum. Nel Medievo il borgo appartenne al feudo Montescaglioso e insegui-to ai Sanseverino e ai Carafa. Fu qui che vide i natali Giacinto Albini, artefice dell’insurrezione lucana, che consegnò la Basilicata a Garibaldi per unificarla al resto d’Italia. I terremoti del 1857, del 1907 e del 1980 colpirono Montemurro più violentemente del resto dei comuni circostanti, provocando un’ampia emigra-zione, in gran parte transoceanica, che decimò il numero di abitanti. Emigrazione che continua tutt’oggi.Nonostante la sua storia travagliata da grandi calamità, nel centro storico vi sono numerosi edifici storici da visitare, come le Chiese di San Rocco e di S.Antonio e i palazzi Robilotta, DeFina e Parisi (28).
SpinosoSpinoso è il comune ricordato per la diga sul lago di Pietra Pertusillo e quindi per la sua diga e per la centrale idroelettrica, che si trova però nel territorio compreso fra Gallicchio e Missanello. Inoltre ha un meraviglioso centro storico, ricco di palazzi gentilizi realizzati fra il XVI e il XIX secolo, come palazzo Ranone, che ogni anno ospita “ArtEstate-Spinoso”, vernissage d’arte, scultura e cultura, Palazzo storico, ecc. Il comune nacque nel Medievo, per poi passare dalla domi-nazione dei Sanseverino alla repubblica partenopea. Durante il Risorgimento partecipò alle lotte per l’unità d’Italia. Dagli anni Sessanta, l’attività principale di Spinoso è legata al Lago Pertusillo e quindi al turismo. Lungo le sponde il comune ha realizzato aree attrezzate per i visitatori, sportivi e pescatori.Il lago infatti è ricco di trote, anguille e carpe e costituisce un’attrattiva per i pe-scatori non solo locali.
Grumento NovaGrumento Nova, per la sua vicinanza agli impianti di Viggiano e per la presenza di numerosi pozzi sul suo territorio, è legata anch’essa al petrolio e al gas natu-rale, ma la sua fama più grande la deve al Parco archeologico di Grumentum. Oltre al sito archeologico, che si trova un po’ distanziato dal vero e proprio borgo di Grumento Nova, il comune offre altri luoghi interessanti da visitare come le
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mura medievali, il Castello Giliberti e la chiesa neoclassica di Sant’Antonio.Grumento Nova è uno dei più importanti centri storici della Lucania, noto sin dalla II Guerra Punica. Dopo la distruzione di Grumentum da parte dei Sara-ceni nel 973, gli abitanti si stanziarono nelle zone circostanti fondando il borgo di Grumento Nova. Dopo la dominazione normanna passò a quella sveva. Nel 1870 venne acquistata dalla famiglia Giliberti che vi edificò il Castello, di cui oggi non restano che pochi ruderi. Il 1900 fu caratterizzato dall’abbandono delle terre e dall’emigrazione e fu solo con la scoperta del petrolio in Val d’Agri, accanto alla nascita dei “Patti territoriali” e alla opportunità di sviluppo dell’imprenditoria locale, che si sono creati in tempi recenti i presupposti per il rilancio economico.
Le vie di comunicazione lucane
Per via del suo territorio montuoso la Lucania ha poche vie di comunicazione. La regione è dotata soltanto di un piccolo aeroporto, l’Aviosuperfice Enrico Mattei a Pisticci realizzata negli anni Sessanta, durante l’industrializzazione della val Basento, e rimasto inutilizzato per molto tempo. Voluta da Enrico Mattei per spostarsi più ve-locemente da un sito dell’eni all’altro, si tratta di una semplice pista di atterraggio che viene utilizzata solo da piccoli aerei. Dal 2007 si sta studiando un proget-to che prevede la costruzione di un aeroporto civile regionale e le infrastrutture ad esso collegate.Maratea, Pisticci e Policoro sono dotati di porti tu-ristici, ma nessuno di tipo industriale.La Basilicata è quasi completamente priva di fer-rovie tanto che Matera non è neppure raggiunta da Trenitalia. Tuttavia vi sono importanti stazioni fer-roviarie come Potenza centrale, Metaponto, Maratea che servono i tre principali assi: la ferrovia Battipa-glia-Potenza-Metaponto, la ferrovia Tirrenica Meridi-
Salerno
Roma
Cosenza
Bari
Brindisi
Taranto
Lauria
Atenalucana
A3Brienza
POTENZA MATERA
VigganoPolicoro
E90
onale e quella Jonica. Le altre linee presenti sul territorio sono ferrovie seconda-rie o a scartamento ridotto.Le vie stradali e autostradali più importanti sono l’A3 nel tratto che da La-gonegro va a Lauria e il Raccordo Autostradale RA05 che collega Sicignano a Potenza. La strada statale 407 Basentana (SS 407) segue il corso del fiume Basento da Potenza a Metaponto. Essa unisce il Raccordo autostradale RA05 a Metaponto e fu costruita negli anni Sessanta insieme alle altre arterie di fon-dovalle lucane per dare un impulso all’economia regionale. La Basentana si pre-senta attualmente con una capacità superiore al volume di traffico che abitual-mente vi transita.La strada statale 598, la Fondovalle dell’Agri inizia ad Atena Lucana in pros-simità dello svincolo dell’Autostrada A3 e termina a Policoro, in Basilicata, in
Figura 13 - Wikipedia; Le vie di comunicazioni lucane
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Note(1) Wikipedia(2) Ente Parco Nazionale Appennino Lucano Val D’agri Lagonegrese); Progetto di Educazione Ambi-entale “Il Parco nel nostro Futuro…”; www.parcoappenninolucano.it/(3) Wikipedia(4) www.aptbasilicata.it/(5) www.eni.com(6) A.DE STEFANO, G.PETRULLO; Le risorse del sottosuolo lucano: il petrolio; da Il territorio-Cultura; www.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/territorio/Territorio_DeStefano/petrolio.pdf(7) R.VOTTA; Considerazioni economiche sulla realizzazione di un impianto di riscaldamento ali-mentato a biomassa in una realtà interna della Basilicata (Calvello); Consiglio Regionale della Basili-cata, maggio 2007(8) CEB-Centro di Eccellenze di Bioenergie; LE BIOMASSE; (http://www.biomasse.basilicata.it/index.asp)(9) GSE, Gestore Servizi Energetici; Il Futuro Fotovoltaico; www.logicaenergetica.it/gse-le-tariffe-del-2010-e-del-futuro-conto-energia/(10) M. SCUDERI, Fotovoltaico Integrato: entrato in esercizio l’impianto da un MW a Tito Scalo (gio-vedì 14 gennaio 2010), da Società energetica lucana; www.societaenergeticalucana.it/opencms/opencms/Notizie/notizia_0212.html(11) SORGENIA; Designer Show: occhi puntati sul fotovoltaico integrato (7 luglio 2010 alle 10:27 am); http://sorgenia.wordpress.com/2010/07/07/designer-show-occhi-puntati-sul-fotovoltaico-integrato/(12) G.SAPONARA, Parole al vento. A proposito di energia alternativa; Redazione Akiris; www.svilup-povaldagri.it/akiris/articoli/25-003-06.pdf(13) Ibidem(14) Ibidem(15) AdB Basilicata, Autorità interregionale di Bacino della Basilicata; www.adb.basilicata.it/adb/strut-tura.asp(16) Wikipedia(17) G.SAPONARA; Parole al vento. A proposito di energia alternativa; Redazione Akiris; www.svilup-povaldagri.it/akiris/articoli/25-003-06.pdf(18) Ibidem(19) Ibidem(20) Ibidem(21) Ibidem(22) www.avmstudio.it/lucusnet/tramutola/421-storiatramutola.html(23) Regione Basilicata; a cura di I.Macaione, A.Sichenze; Architetture ecologiche, nel turismo, nel recupero, nelle città-natura della Basilicata; coll. Turismo, consumi, tempo libero; ed. Franco Angeli; Milano 1999(24) M.Ferruzzi, L.Agresti, G.d’Ecclesiis, A.Boccia; LA VAL D’AGRI TRA PARCO E PETROLIO. Os-servazioni e valutazioni sulle attività di ricerca ed estrazione petrolifera nell’area del Parco Nazionale della Val d’Agri; Dicembre 2000; pag.14(25) Legambiente Onlus; DOSSIER VAL D’AGRI. Dal miraggio petrolio alla realtà del Parco; Giugno 2002(26) Comune di Calvello; http://www.comune.calvello.pz.it/paese.html(27) Riformisti alternativi; UN PERCORSO TRA LE VALLI IN CERCA DI TESORI; (www.riformis-tialternativi.it/wp-content/uploads/2010/01/Speciale-Val-Camastra.pdf)(28) Conoscere la Basilicata, www. basilicatanet.it(29) Wikipedia
prossimità dello svincolo della SS 106. Essa attraversa le province di Salerno, Potenza e Matera. La strada prende il nome dal fiume Agri in quanto segue il suo percorso fino alla foce.La strada statale 106 dir Jonica (SS 106 dir) è una strada statale che collega Palagiano alla frazione geografica di Chiatona. Su questa diramazione scorre il traffico proveniente dalla strada statale 100 di Gioia del Colle, dalla SS 7, nonché dall’autostrada A14, diretto verso la costa Jonica.La strada statale 7 Via Appia (SS 7) è una strada statale che segue il percorso dell’omonima via consolare romana e, come all’ora, collega Roma a Brindisi.I lavori per la costruzione dell’antica via Appia iniziarono nel 312 a.C., per volere del console Appio Claudio Cieco e collegava l’urbe a Capua. In epoche succes-sive la strada venne poi man mano prolungata fino a Brindisi (29).
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2
25
Sopralluogo Arrivando dalla Strada Statale 598, in prossimità di Tramutola, se si arriva dalla Campania, o in prossimità di Spinoso, se si arriva dalle Puglie, si ha immediata-mente l’immagine della torre del Centro olio, delle pale eoliche che si stagliano sulle colline e del lago Pertusillo che si adagia sul fondovalle. I sei comuni, ar-roccati sulle loro colline o distesi sui pendii, si scorgono dalla strada.Inoltre dai punti panoramici, sempre presenti nel centro di questi paesi, è possi-bile, con un solo colpo d’occhio, vedere in lontananza Grumento e il sito archeo-logico, Viggiano e subito sotto il centro olio e il parco fotovoltaico, Spinoso e il lago, Montemurro e le numerose pale eoliche. Proprio per questa sua con-formazione, l’area si presenta già di per se come Parco, ossia come un territorio in cui le parti sembrano appattenersi e dialogare fra loro.
Montemurro
Diga
Spinoso
Centro Oli
Viggiano
Parco fotovoltaico
Foto realizzata a Grumento Nova
Foto realizzata a Grumento Nova
Tramutola
Calvello
Grumentum
enerAGRIa26
360Viggiano
Viggiano
Foto realizzata a Grumento Nova
Foto realizzata dal Parco eolico - Montemurro
Foto realizzata da Viggiano
Foto realizzata dalle pendici di Viggiano
Centro Oli
Centro Oli
Centro Oli
Parco fotovoltaico
Parco fotovoltaico
Parco fotovoltaico
Centro Oli
Centro Oli
Parco eolico
Parco eolico
Montemurro
Montemurro
Montemurro
Spinoso
Diga
Diga
Diga Lago Pertusillo
Lago Pertusillo
Spinoso
Spinoso
Grumentum
GrumentumGrumento Nova
GrumentumGrumento Nova
Vedute d’insieme del Parco
Tramutola
Tramutola
Calvello
27
FONTI ENERGETICHE E POI
Viggiano
Montemurro
Spinoso
Grumento Nova
Paesi e POI*
Idrocarburi storia
Fotovoltaico
Biomassa
Idrocarburi
Idroelettrico
Eolico
Storia
FONTI ENERGETICHE E POI
*
Tramutola
Calvello
*Point of Interest: punti di interesse turistici
T
S
M
V
C
G
Vedute d’insieme del Parco_Mappa delle fonti energetiche (centrali, parchi e diga) sul territorio che interesserà il Parco
enerAGRIa28
Abstract Il Parco si pone l’obiettivo di valorizzare le risorse e l’identità del territorio, in par-ticolare creando un network di comuni legati reciprocamente dalla presenza sul loro territorio di diverse fonti di energia.Un tempo la Val d’Agri veniva vista come luogo di turismo legato solo all’ambiente, o come territorio legato idealmente solo al petrolio.Oggi non è più così quindi il parco si pone l’obiettivo di divulgare la nuova natura “energetica” e culturale dell’area e di educare all’energia.Per far questo il parco è dotato di tre principali entità:- la prima è costituita dalle dinamo gioco. Esse sono i tradizionali giochi da par-co, come il Dondolo o il Girello, che producono energia a partire dal movimento umano. Esse creano l’identità visiva e concettuale del parco, sono presenti al centro dei paesi considerati e hanno il ruolo di attirare l’attenzione di grandi e pic-cini e di spiegare che è possibile ricavare energia anche dagli esseri umani. Le dinamo giochi innescano il tour culturale all’interno del paese e hanno il ruolo di ritrovo per poi continuare il giro all’interno del parco dell’energia, andando a visi-tare i siti del centro olio, piuttosto che il parco fotovoltaico o le pale eoliche, ecc.- la seconda, empiria, è costituita dalle installazioni esperienziali dedicate al petrolio, al sole, al vento e all’acqua, alla biomassa e alle energie che da essi scaturiscono. Le installazioni sono anch’esse delle sorte di giostre che hanno il ruolo di far avvicinare con semplicità e curiosità le persone e far loro esperire, secondo una logica immediata di causa-effetto, come viene prodotta l’energia dalle fonti.- la terza, cubotto, costituisce una sorta di approfondimento. L’entità si presen-ta come un container al cui interno ogni parete contiene informazioni più speci-fiche rispetto alle fonti di energia, a come funzionano, a che bisogni riescono a soddisfare, alle abitudini energetiche degli italiani e a come è possibile limitare i consumi nelle nostre azioni quotidiane.Il parco è collegato principalmente dalla strada statale 598, lungo il cui percorso sono posizionati dei landmark con il compito di segnalare il territorio interessato dal parco. Lungo la statale, in corrispondenza di Tramutola, è possibile parcheg-giare la macchina e salire a bordo di pulmini elettrici che porteranno i fruitori a visitare le varie tappe del parco. Infatti esso è costituito da 19 tappe, ognuna delle quali ospita una delle entità precedentemente esplicate. Il tour si conclude con una tappa al museo e al sito archeologico di Grumentum, con una mostra dedicata alla storia dell’energia, un ulteriore approfondimento che unisce la cul-tura artistica e storica alla cultura scientifica ed energetica del luogo.La sala del Castello di Sanseverino di Grumento Nova ospiterà invece mostre temporanee di opere artistiche, scientifiche e letterarie contemporanee dedicate all’energia.
29
Schizzo di funzionamento del Parco dell’Energia
enerAGRIa30
Il percorso
enerAGRIa è un parco tematico diffuso, cioè non presenta un unico nucleo, un unico edificio, ecc., ma le parti che lo compongono sono sparse su un territorio di 150 kmq. Il territorio è attraversato da una strada principale, la Statale 598, da cui si diramano le strade secondarie che portano ai paesi e ai parchi energetici.Il percorso del parco ha un ordine ben preciso: parte da Tramutola con la sto-ria del petrolio e gli affioramenti, prosegue al centro olio per poi passare a Calvello e agli impianti che sfruttano le biomasse; in seguito si passa al parco fotovoltaico, a quello eolico e a quello idroelettrico, per concludersi con il par-co archeologico di Grumentum, il suo museo e il Castello dei Sanseverino.L’excursus parte dalla fonte di energia più diffusa per scoprirne pregi, difetti, storia, produzione e consumi. Esso mostra che gli idrocarburi sono una fonte energetica esauribile e da qui la necessità di investire su nuove energie alterna-tive, che possano aiutare a sfruttare gli idrocarburi in modo più consapevole e sostenibile.Il tour si conclude con una tappa al sito archeologico di Grumentum e al mu-seo. Ciò vuole creare un collegamento fra presente e passato, fra ciò che siamo stati e ciò che siamo, fra come si utilizzava l’energia e come la si utilizza oggi. Si vuole così confrontare quanto l’uso delle fonti delle energie sia cambiato rispetto al nostro fabbisogno e ai nostri modi di consumo. Dal passato infatti è possibile recuperare e rivalutare modi ormai dimenticati di riutilizzare e riciclare mate-riali. Oppure è possibile osservare come si sono sviluppate alcune macchine che oggi sono usate per la produzione dell’energia alternativa, come i mulini ad acqua e a vento.
Dalla SS 598, uscendo a Tramutola, si imbocca la SS 276 per arrivare al parcheg-gio dove parcheggiare e iniziare il tour. Quest’ultimo, in piazza del mercato si trova poco fuori dal vero centro storico e a 5 minuti a piedi da Palazzo Terzella.
In seguito, per arrivare alla fonte degli affioramenti, è necessario proseguire per la SS 276 verso Contrada Capanna o le indicazioni per l’aquapark Val d’Agri.Visitati gli affioramenti, si ritorna sulla SS 598 per uscire a Grumento Nova-area industriale e imboccare la SP 11 per raggiungere il Centro olio. Dalla SP 11, in prossimità della rotonda, si imbocca la Strada comunale Madon-na di Viggiano e al bivio si prosegue per la SP 16, la Calvello-Marsicovetere. Seguendo il cartello “pista da sci Sellata-Pierfaone” e avanzando per 300 metri, sulla destra della strada, immerso in un bosco di faggi rigogliosi, sorge il centro didattico di Cacciatizze. Una volta visionato il centro e ripresa la SP 16, si rag-giunge il centro di Calvello e il Pala Camastra. Allontanandosi da Cavello e per-correndo a ritroso il percorso, si torna al centro di Viggiano e avanzando a valle verso la zona industriale si ci imbatte nel parco fotovoltaico per poi ritornare sulla SS 598. Si prosegue per imboccare la SP 23 che arriva a Montemurro fin al parco eolico e, attraversando il paese come un anello, ci riporta alla fondovalle che, dopo qualche km, apre l’orizzonte alla diga del Lago Pertusillo.Proseguendo fino all’uscita di Gallicchio, imboccando una stradina laterale alla SS 598, si incontra la Centrale idroelettrica.A questo punto si inverte il senso di marcia e si ritorna verso la diga. Passando sopra a quest’ultima si giunge alla SS 106 per Spinoso che, incrociandosi con la SP 7 poco fuori al paese, riporta i visitatori sulla SS 598. La SP 103 porta a Grumentum e, proseguendo, a Grumento Nova. Dall’ultima tappa del parco si imbocca la SP 25 che riporterà sulla SS 598 all’uscita di Tramutola.
Dalla descrizione precedente, è ovvia l’assoluta importanza della SS 598, grazie alla quale avvengono i principali spostamenti lungo il parco e da cui è possibile avere una veduta su tutte le componenti del parco.Proprio per questo si è scelto di posizionare i landmark soprattutto lungo questa via di comunicazione e di dar loro una funzione compatibile all’ambiente.Inoltre la loro veste grafica, riprende e comunica le peculiarità del parco.Un qualsiasi passante che si trovi a percorrere la SS 598, provenendo da Atena Lucana o da Policoro, dopo lunghi Km di una comune strada, vedrebbe com-parire lungo la carreggiata i landmark che gli segnaleranno la parte di territorio su cui si sviluppa il parco. I landmark, posizionati ogni 2 km a sinistra e a destra della strada, sfalzati fra loro, sono il simbolo del parco. Essi sono presenti per 34 dei 133 km della SS 598, lì dove quest’ultima attraversa il territorio del parco.I landmark si ritrovano anche in corrispondenza delle aree dove sono posizionati i cubotti, gli empiria e le dinamo-giochi, ossia in tutti i punti di interesse del parco. Essi danno forza all’immagine coordinata e territoriale della Val d’Agri e di enerAGRIa.
31
SS 598Campania PugliaSS 598
SS1
03
SS2
76
SS276
StradalocalitàcontradaCapanna
StradacomunaleMadonnadi Viggiano
SP2
3
SS1
06
SP7
SP1
1
SP11SP
16
SP25
V a l d ’ A g r i parco del l ’energ ia
enerAGRIa
Viggiano
Calvello
Centro EducazioneAmbientale
Località Cacciatizze
Località Autiero
Grumento
Tramutola
Grumentum
Lago Pertusillo
Montemurro
Gallicchio
Spinoso
petrolio
biomassa
eolico
idroelettrico
fotovoltaico
diga
Grumento NovaArea industriale
Tramutola ViggianoGrumento Nova
Grumentum
Mappa del percorso del Parco con indicate le strade e l’asse principale delle percorrenze
enerAGRIa32
Visualizzazione dei landmark lungo la SS 598
landmark
enerA
GR
Ia
SS 598
landmark
Il landmark è un elemento la cui funzione è quella di comunicare il territorio proiettando all’esterno i suoi valori, la sua cultura, il suo modo di essere, la sintesi della sua identità. Un esempio eclatante ne è il Kilometro Rosso.Il Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso, che sorge lungo l’autostrada A4 alle porte di Berga-mo, è un ambiente organizzato che ospita aziende, centri di ricerca, laboratori, attività di produzione high-tech e servizi all’innovazione.La sua presenza sull’autostrada è manifestata da questa parete rossa e lucida, dall’estetica hi-tech, che cela alle sue spalle i veri e propri centri di ricerca.
Il landmark riprende il concetto di catalizzatore di energie, riproponendo la forma di un imbuto e il co-lore arancione.La grafica sul landmark riproduce delle linee curve convergenti che seguono l’andamento dell’imbuto, quasi a ricordare un fluido che scorre verso il basso e si incanala andando a nutrire la terra.La presenza del landmark lungo le vie di comunica-zione, come la SS 598 e le strade che conducono ai paesi e ai parchi energetici, comunica l’appartenenza ad un’unica entità: il parco enerAGRIa. Esso assolve anche ad altre funzioni come raccogliere le acque pio-vane e produrre energia per alimentare la lampada al suo interno per l’illuminazione notturna, grazie al pan-nello fotovoltaico posto sulla sua sommità.
33
SS 598Campania PugliaSS 598
V a l d ’ A g r i parco del l ’energ ia
enerAGRIa
Viggiano
Calvello
Località Cacciatizze
Grumento
Tramutola
Grumentum
Lago Pertusillo
Montemurro
Gallicchio
Spinoso
petrolio
biomassa
eolico
idroelettrico
fotovoltaico
diga
Mappa concettuale della presenza dei landmark del Parco lungo il percorso, in particolare lungo l’asse principale (SS 598)
enerAGRIa34
enerA
GR
IaenerA
GR
Ia
enerA
GR
Ia
ener
AG
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enerA
GR
Ia
enerAGRIa
enerAGRIa
enerAGRIa
enerAGRIa
girello
dondolo
in una melodia. Il Girello è invece un classico dei parchi gioco in tutto il mondo, a questo modello è stata apportata solo una modifica che consente di caricare una batteria con il movimento, e di rendere visibile lo stato di carica e generare musica. Le Dinamo giochi hanno la possibilità di rappresentare una nuova tipo-logia di oggetto per i parchi gioco, in grado di produrre l’energia necessaria per alimentare, per esempio, un sistema di illuminazione o di diffusione sonora del parco stesso.
La metafora dei Dinamo giochi prende vita dall’idea che l’uomo è fonte di ener-gia. Il movimento del corpo umano genera energie che spesso vanno disperse. Nel futuro si potrebbe invece pensare all’uomo come una delle fonti rinnovabili, capaci di produrre energia mentre svolge le attività quotidiane o di svago.Il progetto denominato Dinamo giochi è costituito da due elementi principali: il Dondolo ed il Girello. Il Dondolo è costituito da un asse che oscilla, nel cui giunto sono posizionate delle dinamo che trasformano l’energia dell’oscillazione in energia sonora. In questo modo l’energia cinetica dell’”oscillare” si manifesta
dinamo gioco
Visualizzazione delle dinamo gioco nei parchi dei paesi. Essi permettono di esperire l’energia cinetica derivante dall’uomo e fungono da ritrovo per i gruppi di visita
35
La metafora delle installazioni di Empiria prende vita dall’idea che la natura è fonte di energia. Tutto, non solo il petrolio, può essere trasformato in energia utile all’uomo. Anche sole, vento, acqua, terra sono capaci di produrne. Lo scopo di Empiria è mostrare in maniera partecipata la stretta correlazione fra fenomeni naturali, l’azione dell’uomo e l’energia, in un contesto sostenibile.Il progetto denominato Empiria è costituito da cinque elementi:- Biomax, è un sistema composto da una caldaia e da un deposito di legna, pellet e cippato che permette di sperimentare il potere calorifico dei tre combustibili e di utilizzare le ceneri (pulite, senza sostanze chimiche al loro interno) per con-cimare gli alberelli di faggio che andranno a sostituire quelli tagliati per ottenere materiale da bruciare.
- ENIthingElse, è un’installazione che riutilizza i barili di petrolio trasformandoli in panchine e punti di osservazione. - Lamerenda, è una cucina all’aria aperta che trasforma l’energia solare in energia per cucinare e per refrigerare i cibi. - L’albero del vento, è una panchina “sonora” che, con la presenza di mini pale eoliche, sfrutta la forza del vento per generare musica.- La Coclea, è un meccanismo che permette all’acqua del lago di essere portata in quota e fatta ricadere su una turbina, generando suoni.Gli Empiria hanno la possibilità di rappresentare una nuova tipologia di oggetto per i parchi gioco, in grado di produrre l’energia necessaria per alimentarsi o per creare un sistema di illuminazione o di diffusione sonora per il parco stesso.
empiria
enerA
GR a
enerA
GR
aenerA
GR
a
enerA
GR
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GR
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enerA
GR
aenerA
GR
a
enerAGR a enerAGR a
ener
AG
Ra
enerAGR a
biomax la merenda la coclea ENIthingElse l’albero del vento
Visualizzazione degli empiria, gli strumenti che permettono di esperire le energie
enerAGRIa36
I contenuti didattici del cubotto partono illustrando le potenzialità degli idrocar-buri e del petrolio, analizzando consumi, produzioni e importazioni italiani.Da questa analisi risulta alquanto evidente la totale dipendenza dell’Italia dall’estero. Viene così, nei cubotti successivi, ventilata la necessità di ricorrere alle energie alternative e al loro sviluppo per affrancarsi sempre di più dal ricor-rere al petrolio di importazione.Si apre quindi il discorso verso una necessaria incursione delle fonti energe-tiche alternative nel panorama energetico futuro, in cui si vedranno crescere sempre più i consumi energetici e decrescere con maggiore velocità le riserve di petrolio e idrocarburi. In quanto ancora lontani dall’affrancarci dalla dipenden-za dalle fonti energetiche tradizionali, si tenta di far capire l’importanza delle nuove fonti energetiche alternative, descrivendone le potenzialità.Una parte del cubotto è dedicata all’equivalenza fra ciò che viene prodotto an-nualmente in Italia da una fonte di energia rinnovabile e il suo corrispettivo in barili di petrolio. In seguito viene quantificato il numero di famiglie che quella fonte è in grado di soddisfare e che cosa alimenta all’interno delle loro case.Il cubotto è diviso quindi al suo interno in quattro zone didattiche. Ogni zona
Il cubotto è l’entità del Parco che permette un approfondimento didattico sull’energia. Inoltre è la parte dedicata all’educazione al risparmio energetico.Il cubotto è posizionato sempre in prossimità della fonte energetica che si sta indagando ed è circondata da elementi di arredo urbano sviluppati in accordo con le innovative tecnologie ecosostenibili e legate alle energie rinnovabili.
Ha le dimensioni di un container da 20 piedi sia in larghezza che in lunghezza, il che significa che due cubotti smontati possono essere trasportati da un camion da 40 piedi. La sua struttura e il suo assemblaggio è pensato per essere facil-mente montato e smontato, senza residui eccessivi durante la messa in opera. Inoltre i materiali e le tecnologie utilizzate sono completamente ecosostenibili. A tal proposito si sono scelti materiali suggeriti da Material Connexion. Tutta la struttura risulta sovraelevata grazie a dei piedini telescopici in grado di adattarsi ai dislivelli del terreno. Una rampa garantisce l’accessibilità a qualsiasi tipo di uten-za. Il modulo è energeticamente autosufficiente grazie ai pannelli fotovoltaici montati sul tetto. Inoltre i materiali di cui è costituito garantiscono un’ottima tenuta termica, sia in estate che in inverno.
cubotto
enerAGRIa
enerA
GR
IaenerA
GR
Ia
enerA
GR
Ia
enerAGRIa
cubottolandmark
Visualizzazione dei cubotti. Essi permettono di usufruire e raccogliere maggiori informazioni rispetto all’energia che si sta esperendo
37
il funzionamento della fonte energetica. La terza parete presenta il numero di famiglie che la produzione annuale della fonte energetica riesce a soddisfare. La stima è realizzata sia per famiglie composte da due persone, sia per famiglie composte da quattro persone. Inoltre un touchscreen permette di ricavare, inserendo i propri consumi, l’impronta eco-logica che ognuno di noi agisce sulla Terra. L’ultima parete riproduce la stanza di una casa in prospetto con tutti gli elettro-domestici e i loro consumi in Wh. Un quadro riassume la percentuale di energia che viene consumata in quella stanza rispetto al resto della casa. Al centro del cubotto, su un espositore, è in vista un modello esplicativo di una parte dell’impianto o del meccanismo che genera l’energia (petrolio, biomas-sa, solare, eolico o idroelettrico).
didattica è introdotta da una parete che presenta il titolo di ciò che verrà af-frontato. Le pareti sono curve per avvolgere il fruitore e rendere più completa l’esperienza. L’ambiente è caratterizzato da una penombra finalizzata a concen-trare l’attenzione del fruitore sulle zone di interesse illuminate. La prima parte si colloca all’ingresso del cubotto ed è caratterizzata da un’ampia vetrata che mostra la fonte energetica di cui si sta parlando e che si trova all’esterno del cubotto. La seconda parte, nel caso del cubotto dedicato al petrolio, descrive con-sumi e produzioni italiane, sottolineando, come già spiegato, la completa dipen-denza energetica dall’estero. Nel caso degli altri cubotti, la seconda parete è dedicata all’equivalenza tra energia prodotta dalla fonte rinnovabile e barili di petrolio. Inoltre uno schermo dedicato mostra un filmato che spiega al fruitore
Visualizzazione 3D del cubotto
enerAGRIa38
idrocarburifonti
alternative
produzione
consumi
barili di petrolio equivalenti
quant i tàfamigl ier i forni te
totaledipendenzadal l ’estero
d e t t a g l i o s u i c o n s u m i
d e l l a f a m i g l i as i n g o l a
differenza
conseguenza
confronto
produzione fonte in Italia
D i a g r a m m a c o n t e n u t i c u b o t t o Diagramma dei contenuti del cubotto
39
2 3
1 4
55.Sul tavolino centrale è esposto un modello
esplicativo di una partedell’impianto o del meccanismo
che genera l’energia (petrolio,solare, eolico o idroelettrico)
Ingresso
1.Parete vetratache si affaccia sul
centro oli o sul parcofotovoltaico o sul
parco eolico o sullacentrale idroelettrica.
2.Parete dedicataalla fonte di energia.Viene equiparata la
fonte di energia alnumero di barili
petrolio a cui corrisponde
l’energia prodottain un anno
da quella fonte
2.Video LED/totema bassa energia
con video dedicatoalla spiegazione
del funzionamentodelle fonti energetiche
4.La parete riproducela stanza di una casain prospetto con tuttigli elettrodomestici e i loro consumi in wh.Un quadro riassumela percentuale dienergia che viene consumata in quellastanza rispetto al resto della casa.
4.Video dedicato aimetodi di risparmioenergetico e di comportamenti consapevoli all’educazione all’energia,come lo switch off, ecc.
3.La parete riproduceil numero di famiglieche la produzioneannuale della fonteenergetica riesce a soddisfare. La stimaè realizzata sia per famiglie composte da due persone, sia per famiglie composte daquattro persone.
3.Touchscreen dedicato all’impronta ecologica. Inserendoi propri consumi è possibile ricavare quanteTerre ci vorreb-bero per mantenere il proprio stile di vita
contenuti
Le pareti del cubotto spiegate per contenuti e aree
enerAGR a40
consumato617
prodotto39consumato
petrolio (milioni di barili)
617prodotto39
consumato
gas(miliardi di m3)
prodotto
futuro
P I E M O N T E
L O M B A R D I AV E N E T O
E M I L I A R O M A G N A
MO
LISE
MA
R C HE
T O S C A N A
M A R E
S I C I L I AC A L A B R I A
B A S I LI C
ATA
P U G L I A
AB R
UZ Z
O
petrolio prodotto in Italia
(diviso per regioni)
presente
passato
Il petrolio viene estratto dal sottosuolo dove si è accumulato nel corso del tempo geologico (svariati milioni di anni) nelle trappole petrolifere individuate durante la fase di esplorazione geofisica, principalmente tramite la prospezione sismica. La formazione del petrolio è ancora un processo non del tutto conosciuto. Si ritiene che la sostanza organica inglobata nei sedimenti in opportune condizioni di pressione e temperatura possa distillare le diverse tipologie di idrocarburi (gas, olio, cere, bitumi). Questo processo avviene nelle cosiddette rocce madri. Dopo la sua formazione gli idrocarburitendono a migrare.
Produzione / Consumi annuali
Pet
rolio
Pro
du
zio
ne/
Co
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mi
intro
enerAGR a
Parete 2
Parete 1
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petrolio (milioni di barili)
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petrolio prodotto in Italia
(diviso per regioni)
presente
passato
Il petrolio viene estratto dal sottosuolo dove si è accumulato nel corso del tempo geologico (svariati milioni di anni) nelle trappole petrolifere individuate durante la fase di esplorazione geofisica, principalmente tramite la prospezione sismica. La formazione del petrolio è ancora un processo non del tutto conosciuto. Si ritiene che la sostanza organica inglobata nei sedimenti in opportune condizioni di pressione e temperatura possa distillare le diverse tipologie di idrocarburi (gas, olio, cere, bitumi). Questo processo avviene nelle cosiddette rocce madri. Dopo la sua formazione gli idrocarburitendono a migrare.
Produzione / Consumi annuali
Produzione Centro Olio Val d’Agri > 10353829,2 birili/annoPet
rolio
Pro
du
zio
ne/
Co
nsu
mi
intro
enerAGR a
41
4300 kwh *2800 kwh *
legenda = 50000 famiglie* consumo medio annuo per famiglia italiana
Calcolo effettuato sullaproduzione nazionaledi petrolio
Il consumo elettrico nazionale è
determinato per il 24%
dall’illuminazione e dall’uso
energetico degli elettrodomes-
tici.
Seguendo alcuni consigli
possiamo ottenere a basso
costo ampi margini di
risparmio. Un primo passo da
fare è quello di rivedere le
proprie abitudini, scegliendo i
prodotti più adatti e più
efficienti.I
L’illuminazione spesso è
nostra abitudine, nel passare
da una stanza ad un’altra,
lasciare la luce accesa.
Spegnetela!!
La TV ed il videoregistratore
quando lasciati in stand-by
(spenti col telecomando)
possono arrivare a consumare
la stessa quantità di energia
elettrica necessaria per il loro
uso.
Come consumiamo
consumo orario massimo degli elettrodomestici
Consumomediocamera da letto
11%
Co
me
con
sum
iam
oL
’imp
ron
ta e
colo
gic
aL'impronta ecologica misura
l'area biologicamente produt-
produttiva di mare e di terra
necessaria per rigenerare le
risorse consumate da una
popolazione umana e per
assorbire i rifiuti corrispondenti.
Utilizzando l'impronta
ecologica, è possibile stimare
quanti "pianeta Terra"
servirebbero per sostenere
l'umanità, qualora tutti
vivessero secondo un
determinato stile di vita.
Confrontando l'impronta di un
individuo con la quantità di
terra disponibile pro-capite
(cioè il rapporto tra superficie
totale e popolazione mondiale)
si può capire se il livello di
consumi del campione è
sostenibile o meno.
L’impronta ecologica
2500 wh
20 wh20 wh
intro
intro
enerAGR a
Parete 4
Parete 3
enerAGR a
42 enerAGR a
Parete 1
enerAGR a B
iom
assa
Terr
a
Biomassa - Barile
intro
Il termine biomassa è stato introdotto per indicare tutti quei materiali di origine animale e anche vegetale che non hanno subito alcun processo di fossilizzazione e sono utilizzati per la produzione di energia. Pertanto tutti i combustibili fossili (petrolio, carbone, metano, ecc..) non possono essere considerati come biomassa. Le biomasse rientrano fra le fonti rinnovabili in quanto la CO2 emessa per la produzione di energia non rappresenta un incremento dell’anidride carbonica presente nell’ambiente, ma è la medesima che le piante hanno prima assorbito per svilupparsi e che alla morte di esse tornerebbe nell’atmosfera attraverso i normali processi degradativi della sostanza organica. L’utilizzo
Legenda > = 100000 barili
Produzione di energia idroelettrica Val d’Agri > 82353 barili/annui
Parete 2
43
enerAGR a enerAGR a
127
Parete 3
Parete 4
Il consumo elettrico nazionale è
determinato per il 24%
dall’illuminazione e dall’uso
energetico degli elettrodomes-
tici.
Seguendo alcuni consigli
possiamo ottenere a basso
costo ampi margini di
risparmio. Un primo passo da
fare è quello di rivedere le
proprie abitudini, scegliendo i
prodotti più adatti e più
efficienti.I
L’illuminazione spesso è
nostra abitudine, nel passare
da una stanza ad un’altra,
lasciare la luce accesa.
Spegnetela!!
La TV ed il videoregistratore
quando lasciati in stand-by
(spenti col telecomando)
possono arrivare a consumare
la stessa quantità di energia
elettrica necessaria per il loro
uso.
Co
me
con
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oL
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colo
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aL'impronta ecologica misura
l'area biologicamente produt-
produttiva di mare e di terra
necessaria per rigenerare le
risorse consumate da una
popolazione umana e per
assorbire i rifiuti corrispondenti.
Utilizzando l'impronta
ecologica, è possibile stimare
quanti "pianeta Terra"
servirebbero per sostenere
l'umanità, qualora tutti
vivessero secondo un
determinato stile di vita.
Confrontando l'impronta di un
individuo con la quantità di
terra disponibile pro-capite
(cioè il rapporto tra superficie
totale e popolazione mondiale)
si può capire se il livello di
consumi del campione è
sostenibile o meno.
L’impronta ecologica
Come consumiamo
4300 kwh*2800 kwh*
intro
intro
530 wh
300 wh
1400 wh
2500 wh16
00 wh
legenda = 50000 famiglie* consumo medio annuo per famiglia italiana
Calcolo effettuato sullaproduzione nazionaledi petrolio
consumo orario massimo degli elettrodomestici
Consumomediogiardino
27%
Parete 4
Parete 3
enerAGR a
enerAGR a44
Legenda > = 100000 bariliFo
tovo
ltaic
oS
ole
Questo tipo di centrale elettrica
utilizza dei moduli fotovoltaici
per convertire direttamente la
luce solare in energia elettrica
tramite l'effetto fotovoltaico,
quindi è differente da
qualunque altra centrale
perché non utilizza il gruppo
t u r b i n a - a l t e r n a t o r e
Può avere un'efficienza
compresa tra il 10 e il 15% a
seconda delle caratteristiche
tecniche dei componenti
utilizzati, soprattutto dei
moduli. I moduli con altissima
efficienza tuttavia non
vengono normalmente
utilizzati in strutture estese
come quelle di una centrale per
via del loro elevato costo.
Solare - Barile
Produzione di energia solare Val d’Agri > 3304,97 barili/annui
intro
enerAGR a
Parete 2
Parete 1
45
4300 kwh*2800 kwh*
legenda = 50000 famiglie* consumo medio annuo per famiglia italiana
Calcolo effettuato sullaproduzione nazionaledi petrolio
Come consumiamo
Co
me
con
sum
iam
oL
’imp
ron
ta e
colo
gic
aL'impronta ecologica misura
l'area biologicamente produt-
produttiva di mare e di terra
necessaria per rigenerare le
risorse consumate da una
popolazione umana e per
assorbire i rifiuti corrispondenti.
Utilizzando l'impronta
ecologica, è possibile stimare
quanti "pianeta Terra"
servirebbero per sostenere
l'umanità, qualora tutti
vivessero secondo un
determinato stile di vita.
Confrontando l'impronta di un
individuo con la quantità di
terra disponibile pro-capite
(cioè il rapporto tra superficie
totale e popolazione mondiale)
si può capire se il livello di
consumi del campione è
sostenibile o meno.
L’impronta ecologica
intro
intro
Il consumo elettrico nazionale è
determinato per il 24%
dall’illuminazione e dall’uso
energetico degli elettrodomes-
tici.
Seguendo alcuni consigli
possiamo ottenere a basso
costo ampi margini di
risparmio. Un primo passo da
fare è quello di rivedere le
proprie abitudini, scegliendo i
prodotti più adatti e più
efficienti.I
L’illuminazione spesso è
nostra abitudine, nel passare
da una stanza ad un’altra,
lasciare la luce accesa.
Spegnetela!!
La TV ed il videoregistratore
quando lasciati in stand-by
(spenti col telecomando)
possono arrivare a consumare
la stessa quantità di energia
elettrica necessaria per il loro
uso.
Consumomediocucina
30%
200 wh
300 wh
2000 wh
2750 wh
50 wh
500 wh
1000 wh
consumo orario massimo degli elettrodomestici
enerAGR a
Parete 4
Parete 3
enerAGR a
enerAGR a46
Legenda > = 100000 bariliEo
lico
Ven
to
L'energia eolica è il prodotto della conversione dell'energia cinetica del vento in altre forme di energia (elettrica o meccanica). Oggi viene per lo più convertita in energia elettrica tramite una centrale eolica, mentre in passato l'energia del vento veniva utilizzata immediatamente sul posto come energia motrice per applicazioni industriali e pre-industriali (come, ad esempio, nei mulini a vento). Prima tra tutte le energie rinnovabili per il rapporto costo/produzione, è stata la prima forma di energia rinnovabile scoperta dall'uomo dopo il fuoco.
Eolico - Barile
intro
Produzione di energia eolica Val d’Agri > 33165,8 barili/annui
enerAGR a
Parete 2
Parete 1
47
Consumomediosoggiorno
3%
100 wh400 wh
150 wh
50 wh
4300 kwh*2800 kwh*
legenda = 50000 famiglie* consumo medio annuo per famiglia italiana
Calcolo effettuato sullaproduzione nazionaledi petrolio
Il consumo elettrico nazionale è
determinato per il 24%
dall’illuminazione e dall’uso
energetico degli elettrodomes-
tici.
Seguendo alcuni consigli
possiamo ottenere a basso
costo ampi margini di
risparmio. Un primo passo da
fare è quello di rivedere le
proprie abitudini, scegliendo i
prodotti più adatti e più
efficienti.I
L’illuminazione spesso è
nostra abitudine, nel passare
da una stanza ad un’altra,
lasciare la luce accesa.
Spegnetela!!
La TV ed il videoregistratore
quando lasciati in stand-by
(spenti col telecomando)
possono arrivare a consumare
la stessa quantità di energia
elettrica necessaria per il loro
uso.
Come consumiamo
Co
me
con
sum
iam
oL
imp
ron
ta e
colo
gic
aL'impronta ecologica misura
l'area biologicamente produt-
produttiva di mare e di terra
necessaria per rigenerare le
risorse consumate da una
popolazione umana e per
assorbire i rifiuti corrispondenti.
Utilizzando l'impronta
ecologica, è possibile stimare
quanti "pianeta Terra"
servirebbero per sostenere
l'umanità, qualora tutti
vivessero secondo un
determinato stile di vita.
Confrontando l'impronta di un
individuo con la quantità di
terra disponibile pro-capite
(cioè il rapporto tra superficie
totale e popolazione mondiale)
si può capire se il livello di
consumi del campione è
sostenibile o meno.
L’impronta ecologica
intro
intro
consumo orario massimo degli elettrodomestici
enerAGR aParete 3
Parete 4
enerAGR a
enerAGR a48
Legenda > = 100000 bariliIdro
eltt
rico
Acq
ua
L'energia idroelettrica è quel tipo di energia che sfrutta la trasformazione dell'energia potenziale gravitazionale (posseduta da masse d'acqua in quota) in energia cinetica nel superamento di un dislivello, la quale energia cinetica viene trasformata, grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina, in energia elettrica.L'energia idroelettrica viene ricavata dal corso di fiumi e di laghi grazie alla creazione di dighe e di condotte forzate. Esistono vari tipi di diga: nelle centrali a salto si sfruttano grandi altezze di caduta disponibili nelle regioni montane. Nelle centrali ad acqua fluente si utilizzano invece grandi masse di acqua fluviale che superano piccoli dislivelli.
Idroelettrico - Barile
intro
Produzione di energia idroelettrica Val d’Agri > 82353 barili/annui
enerAGR a
Parete 2
Parete 1
49
Consumomediobagno
29%
4300 kwh*2800 kwh*
legenda = 50000 famiglie* consumo medio annuo per famiglia italiana
Calcolo effettuato sullaproduzione nazionaledi petrolio
Il consumo elettrico nazionale è
determinato per il 24%
dall’illuminazione e dall’uso
energetico degli elettrodomes-
tici.
Seguendo alcuni consigli
possiamo ottenere a basso
costo ampi margini di
risparmio. Un primo passo da
fare è quello di rivedere le
proprie abitudini, scegliendo i
prodotti più adatti e più
efficienti.I
L’illuminazione spesso è
nostra abitudine, nel passare
da una stanza ad un’altra,
lasciare la luce accesa.
Spegnetela!!
La TV ed il videoregistratore
quando lasciati in stand-by
(spenti col telecomando)
possono arrivare a consumare
la stessa quantità di energia
elettrica necessaria per il loro
uso.
Come consumiamo
L’impronta ecologicaC
om
e co
nsu
mia
mo
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pro
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eco
log
ica
L'impronta ecologica misura
l'area biologicamente produt-
produttiva di mare e di terra
necessaria per rigenerare le
risorse consumate da una
popolazione umana e per
assorbire i rifiuti corrispondenti.
Utilizzando l'impronta
ecologica, è possibile stimare
quanti "pianeta Terra"
servirebbero per sostenere
l'umanità, qualora tutti
vivessero secondo un
determinato stile di vita.
Confrontando l'impronta di un
individuo con la quantità di
terra disponibile pro-capite
(cioè il rapporto tra superficie
totale e popolazione mondiale)
si può capire se il livello di
consumi del campione è
sostenibile o meno.
2500 wh 1200 wh
1000 wh
500 wh
1500 wh
intro
intro
consumo orario massimo degli elettrodomestici
enerAGR a
Parete 4
Parete 3
enerAGR a
[fonte: dati statistici e contenuti a cura di Andrea Bellati e Benedetta Palazzo]
50
ENIthingElse
Girello
Biomax
Dondolo
Albero del vento
Cubotto
Coclea
La merenda
Le 3 entità di enerAGRIa: Dinamo gioco, Empiria e Cubotti. Visualizzazione 3D
51 CA
PIT
OLO
3
enerAGRIa52
Le tappe
Il percorso per la visita del parco è stato pensato a tappe. Questo permette di decidere se realizzare il giro completo del parco o di effet-tuare solo il giro ridotto.Le tappe sono di 3 tipologie, ossia possono accogliere o gli elementi dinamo giochi o le entità di emperia o i cubotti.
Il giro completo consta di 19 tappe. Il punto di partenza si trova all’uscita di Tra-mutola, dove si può parcheggiare la propria automobile e salire sull’autobus. La prima tappa è il Palazzo Terzella dove è possibile ripercorrere le principali date della storia degli idrocarburi. La seconda tappa è la fonte, dove si osser-vano gli affioramenti di petrolio. Il tour prosegue al Centro Olio di Viggiano,
dove è possibile capire come esso funziona e come vengono trattati gli idrocar-buri prima di essere trasportati in raffineria. La tappa 4 si dirige sulla montagna di Calvello: fra i suoi faggi sorge il centro didattico di Cacciatizze, dove si possono raccogliere informazioni sulla biomassa ed esperirne le potenzialità grazie a Biomax. In seguito si prosegue verso Calvello dove si osservano, oltre alle bellezze del paese, anche l’impianto a pellet e il teleriscaldamento della zona Pala Camastra. Ritornando a Viggiano sarà possibile visitarne i suoi beni artistici e culturali. Sempre a Viggiano la tappa 8 porterà i fruitori alla scoperta del Parco fotovoltaico per poi riposarsi a scelta in una delle tappe 9, 10 o 11, dove Lamerenda permetterà loro di ristorarsi. Il Parco eolico di Montemurro costituisce invece la tappa 12, mentre la visita al paese e alle sue chiese e palazzi signorili sono la tredicesima tappa. La tappa 14, “in movimento”, prevede la visione dal pulmino dell’imponente diga del Lago Pertusillo, per poi continuare alla volta della centrale idroelettrica nei pressi di Gallicchio (tappa 15). La tappa 16 è l’area picnic di Spinoso, dove i fruitori potranno fermarsi sulle rive del lago e giocare con Coclea, oppure ripo-sarsi all’ombra degli alberi. La diciassettesima tappa è il centro di Spinoso, con il suo meraviglioso belvedere; proseguendo si arriva a Grumentum, dove è pos-sibile visitare il parco archeologico e il museo, dedicati alla storia del luogo, ma anche alla storia dell’energia. Il tour si conclude alla sala del Castello dei Sanseverino a Grumento Nova, che spesso accoglie mostre temporanee, banchetti e presentazioni culturali.
Tutto il giro mira a dare una visione completa delle potenzialità dell’area, comprendendo un percorso non solo di interesse “energetico”, ma anche uno di tipo culturale, mirato a far conoscere usanze, costumi e cultura dei paesi che ospitano le fonti di energia sul loro territorio. L’organizzazione a percorsi, come un ganglio che connette i vari punti di una rete neuronale, ha la possibilità di innestare e legarsi ad altri percorsi già pre-senti nel territorio. Per esempio un fruitore che si trovasse a Viggiano per la fa-mosa festa della Madonna, potrebbe scoprire durante il suo soggiorno l’esistenza del parco enerAGRIa e decidere di fermarsi qualche giorno in più per visitarlo; durante il percorso di enerAGRIa, trovandosi per esempio a Grumento, potreb-be scoprire che esistono percorsi dedicati all’archeologia lucana e decidere di fermarsi per visitare anche quella sfaccettatura della regione e così via.
53
SS 598Campania PugliaSS 598
SS
103
SS
27
6
SS276
StradalocalitàcontradaCapanna
StradacomunaleMadonnadi Viggiano
SP
23
SS
106
SP7
SP
11
SP
11SP
16
SP
25
2 Tramutola_Città
1 Petrolio Tramutola
3 Centro oli eni
4 Centro Educazione AmbientaleCacciatizze di Calvello
17
18
Spinoso_CIttà
Grumentum_Hub_Museo e sito archeologico
19 Grumento Nova_Hub_Sala del Castello
enerAGRIa - itinerario visita
V a l d ’ A g r i parco del l ’energ ia
enerAGRIa
9
10
11
Parco eolico FRI-EL
Area picnic “La Quercia”
Area picnic “Masseria Crisci”
Area picnic “La Romantica”
12
Montemurro_Città
Diga Pertusillo, Spinoso14Gallicchio_Centrale idroelettric Agri/ENEL15
Spinoso_Area picnic16
136 Palacamastra_
Teleriscaldamento a cippato
Calvello_Città
7 Viggiano_Città
8 Impianto fotovoltaico DSG-RE
5
3
4
65
8 9
1
10 11
12
13
14
1516
17
18
192
7
Viggiano
Calvello
Centro EducazioneAmbientale
Località Cacciatizze
Località Autiero
Grumento
Tramutola
Grumentum
Lago Pertusillo
Montemurro
Gallicchio
Spinoso
petrolio
biomassa
eolico
idroelettrico
fotovoltaico
diga
Itinerario di visita di enerAGRIa - tour completo
enerAGR a54
Tappa 1
Descrizione orario durata km
Parcheggio – Palazzo Terzella 8.45 - 9.00 15’ 1Visita Palazzo Terzella 9.00 - 9.30 30’ (storia petrolio)
La prima tappa è il Centro di Tramutola. Poco fuori dal centro storico, è possibile parcheggiare la proprio auto ed incamminarsi a piedi verso il nucleo del paese per visitare le sue bellezze, come il suggestivo lavatoio, ma soprattutto per rag-giungere Palazzo Terzella. Una serie di landmark disposti lungo il percorso, guidano il visitatore verso la piazzetta dove sono posizionate le dinamo-gioco. La piazzetta introduce, a sua volta, all’ingresso di Palazzo Terzella. Qui è pos-sibile, attraverso una mostra, acquisire informazioni sulla storia del petrolio in Italia e in Basilicata. Inoltre una sezione della mostra è dedicata ai manifesti e agli spot pubblicitari relativi ai prodotti petrolio e gas dagli anni ‘30 ai giorni no-stri. Palazzo Terzella è un palazzo signorile del XVII secolo, in parte agibile e in parte da recuperare. I due suoi ingressi, uno in Via Vittorio Emanuele III e l’altro in Via Casaletto, confluiscono in uno stesso cortile da cui si articolano i flussi verso gli spazi interni. Proprio per questa caratteristica è risultato utile posi-zionare al piano terra servizi al visitatore che possono essere utili anche ai non fruitori della mostra: un bar/caffetteria, un bookshop specializzato su Tramutola e sulla storia degli idrocarburi, infine la biglietteria/ingresso. Qui i singoli visita-tori potranno munirsi di biglietto mentre i partecipanti al tour enerAGRIa faranno conoscenza con la loro guida.
L’inizio del tour avviene ogni mezzora. Gli intervalli delle visite e delle soste si mantengono sostanzialmente uguali indipendentemente dall’ora di inizio del tour. Le strutture ricettive che si utilizzano durante il percorso variano in base a dove ci si trova nel momento si necessiti di mangiare e pernottare (si può per esempio usufruire delle strutture ricettive nelle vicinanze in base a se si ci trova più vicino a Montemurro o a Viggiano, ecc.).
Visualizzazione location Tappa 1 - Le dinamo gioco nel centro di Tramutola, davanti all’ingresso di Palazzo Terzella
55
8
76
1
5
10
3
9
4
2
P
P
Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Montemurro. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Affioramenti petrolio
Area pic-nic fiume
Villa comunale
Chiesa di San Vito
Comune
Palazzo Terzella
Piazza XXIV MaggioLavatoio
Chiesa Madre SS. Rosario
Chiesa MadreSS. Trinità
Chiesa di S. Vito
Tramutola
XX enerAGRIa
contrada capanna
SS
276
SS
59
8
Vig
gian
o
Via C
appuccini
Viale Principe Umberto
Via G
iuseppe Mazzini
Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Tramutola. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco
enerAGR a56
bar
bookshop
biglietteria
wc
Tappa 1 - Planimetria/funzioni piano terra di Palazzo Terzella - il piano terra accoglie tutti i servizi necessaria a un museo
Palazzo Terzella - la mappa delle funzioni per area
57
storia grafica
storiadel petrolio
Tappa 1 - Planimetria/funzioni primo piano di Palazzo Terzella - il primo piano è dedicato all’esposizione
enerAGR a58
italia
basilicata
basilicata
basilicata
basilicata
italia
età romanaManifestazioni
petrolifere naturali
nell’Appennino
utilizzate come
combustibile ed
impermeabilizzante
1860 La vera storia del petrolio in Italia
comincia però solo dopo l'Unità,
quando si assiste a un �orire di
iniziative imprenditoriali, s
pesso
e�mere o di debole impatto
economico. La prima iniziativa
signi�cativa fu intrapresa nel
1860 da Achille Donzelli che
scavò due pozzi a Ozzano, in
provincia di Parma, della
profondità di 32 e 45 metri, con
una produzione giornaliera di 25
kg di petrolio
1891 La stratigra�a e la geologia
complessa degli Appennini non era
ancora stata pienamente studiata ed
erano ancora irrisolte numerose
problematiche, la ricerca petrolifera
quindi, concentrata sull'Appennino
Emiliano, non fece grossi progressi e
i modesti in
crementi della
produttività furono ottenuti con il
miglioramento della tecnica
estrattiva piuttosto che con
l'individuazione e sfruttamento di
nuovi giacimenti. Nel 1891 sono
estratte 1000 tonnellate di olio
1902 La scoperta del petrolio
in Basilicata risale al
1902 quando
l’Ispettorato del Corpo
Reale minerario
commissionò una
relazione sui giacimenti
petroliferi tramutolesi
1912 (dicembre)
la Società Petroli d’Italia
(SPI) stipulò contratti di
cessione con i
proprietari terrie
ri per la
ricerca e lo sfruttamento
del presunto bacino
petrolifero senza però
avere gli esiti sperati
1922/1945 Fu durante il p
eriodo
fascista che la politica
petrolifera cambiò
radicalmente sotto la spinta
di due diverse componenti:
quella sociale, di un paese
che avanzava verso la
modernizzazione, e quella
del regime, che
pervicacemente seguì (�no
alla rovina) l'idea della
guerra come strumento di
grandezza della Nazione
Anni ‘30
Grazie al geologo Cesare
Porro si ebbe un’importante
svolta concettuale utile alla
ricerca del petrolio. In breve
scoprì che delle argille la cui
presenza in passato veniva
interpretata come presenza
di petrolio, in realtà doveva
essere interpretata come
presenza di roccia madre
(roccia dove si forma il
petrolio) e non come
reservoir
1936 L’AGIP scopre il giacimento
di Tramutola.
Quel giacimento collocato a
qualche centinaia di metri d
i
profondità arrivò a produrre
�no a circa 1000 tonnellate
di olio all’anno ed a 800
metri cubi giornalieri d
i gas.
Inizia un forte sviluppo delle
prospezioni in Val d’Agri
1932 Diversi studi interessarono
il territo
rio lucano
come quello del famoso
geologo Guido Bonarelli
autore nel 1932
di uno studio
approfondito
“sulle possibilità
petrolifere nel
territorio di
Tramutola”
1936 (febbraio)
Istituzione dell'ANIC
(Azienda Nazionale Idrogenazione
Combustibili) come
compartecipazione fra Stato e
Montecatini. Il progetto industria
le dell'ANIC
fu grandioso, e portò alla
costruzione di due stabilimenti,
a Bari e a Livorno, ciascuno in
grado di produrre 120.000
tonnellate all'anno di benzine
avio e per autotrazione,
a partire da materiali poveri
1936 - 1947
perforazione da parte dell’Agip di 47
pozzi, di cui 27 a olio, 6 a petrolio e
gas, 2 a gas, e 12 sterili.
Le ricerche, coordinate da Carlo
Migliorini ed e�ettuate da Dante
Jaboli, si estero da Tramutola alle
aree di S. Angelo Le Fratte, Savoia
Lucana e Brienza. Nel dopoguerra,
con la ripresa degli scambi
internazionali e la caduta dei prezzi
del petrolio a pochi dollari al barile
cessò invece la convenienza allo
sviluppo petrolifero nella zona
1945 (30 Aprile)
Mattei fu nominato Commissario
Straordinario dell'AGIP.
Nelle intenzioni del Governo
avrebbe dovuto liquidare la Società,
ma Mattei si fece forte della grande
importanza del gas metano scoperto
a Ciavaga, e di tutte le esplorazioni
positive condotte dall'AGIP nella
Pianura Padana. Un volta salvata
l'azienda, Mattei guidò l'AGIP alla
scoperta di numerosi altri giacimenti
e alla metanizzazione del paese
1952 - 1954
In questi due anni
l’esito dell’interesse
per la Pianura padana
porta alla scoperta dei
giacimenti di Ravenna
e Serignano, giacimenti
con gas e petrolio di diversa
natura, ma le cui origini
sembravano far formare
grandi quantità sfruttabili
1956 Viene scoperto
un giacimento a Gela
con caratteristiche
simili al giacimento
di Ragusa
1959 (15 luglio)
il presidente della Repubblica
Antonio Segni, il ministro
dell’Industria
Emilio Colombo ed
Enrico Mattei fanno visita al cantiere
di Ferrandina, fra l’acclamazione
della folla1960 Vengono scoperti
giacimenti a Gagliano,
nella parte orientale
della Sicilia come Mila,
Cammarata, Perla e
Vega e in quella
occidentale come
a Nilde, Norma
e Narciso.
1962 (27 ottobre)
Muore Enrico Mattei. Il
suo aereo privato si
schiantò a Bascapè
(PV), in un incidente le
cui cause non furono
mai chiarite, �no a
poco tempo fa, quando
vennero ritrovati segni
di esposizione a
esplosione su parti del
relitto, sull'anello e
sull'orologio di MatteiAnni ’70
Conosce grande
espansione lo
stabilimento Anic di
Pisticci, specializzato
nella realizzazione di
�bre tessili e sintetiche
1977 Si conclude la Guerrain Kippur.
La crisi si risolse
in una forte impennata
del prezzo del petrolio
1981 L’emergenza petrolifera e
l’innovazione tecnologica
nelle ricerche e sviluppo dei
giacimenti diedero avvio ad
una nuova campagna di
ricerche eni in Basilicata,
dove un consorzio di
operatori scopre nel 1981 il
primo im
portante
giacimento, il pozzo Costa
Molina 1 (Val d’Agri)
1988/1989La stessa campagna
intrapresa nel 1981 da eni
porta all’individuazione di
altri due giacimenti, q
uelli
di Monte Alpi (alta Va d’Agri)
e quello di Tempa Rossa
(Valle del Sauro), entrambi
in Basilicata1996 Dal 1996 eni
è impegnata
in attività
di estrazione di petrolio e
gas naturale in Val d'Agri
e Val Camastra
1998 Vien stipulato un Protocollo
d'intenti sottoscritto da ENI e
Regione Basilicata.
L’accordo ENI – Regione prevede lo
sviluppo della produzione �no ad
un massimo di 104.000
barili/giorno, l’a
mpliamento del
Centro Oli di Viggiano, la
costruzione dell’oleodotto di 136
km Viggiano-Taranto e di una rete
di oleodotti interni, di
collegamento delle postazioni con
il Centro Oli, per uno sviluppo
complessivo di 120 km
2000 (marzo)
Numerosi giacimenti sono
stati individuati come quelli
presso l'Aquila, nel canale
d'Otranto dove la nave
dell'Agip (Agip Firenze) stà
procedendo allo
sfruttamento del giacimento
che si trova ad 850 metri d
i
profondità e produce circa
10.000 barili di olio al giorno
2001 Viene completato l’oleodotto.
Esso convoglia la produzione
della Val D’Agri dal Centro
Olio al deposito della
ra�neria eni di Taranto ed e’
stato progettato per
garantire la sicurezza del
trasporto del greggio.
2009 la produzione italiana
di petrolio è ammontata
a 42.6 milioni di barili,
pari a circa 116.712 barili
al giorno, derivante
da Basilicata (74%),
campi o�shore
(con un peso del 13%),
Sicilia (9%) e Piemonte (2%)
1973 Nuove scop erte in
Pianura padana. Un
nuovo giacimento
viene trovato a Cavone
nei pressi di Modena, e
quello di Malossa in
Provincia di Bergamo
1953 la scoperta del giacimento
di Ragusa, che aveva
20 milioni di tonnellate
di petrolio di riserve originarie,
aprirono la strada all'esplorazione
della Sicilia in particolare
di quella sud orientale.
Inizia l’esplorazione massiva
della Sicilia
XV secolo
Manifestazioni
petrolifere naturali (�accole)
nell’Appennino
NOVECENTO
Nell’’800 le produzioni m
odeste
alimentavano piccole ra�nerie,
destinate a produrre 'petrolio
lampante' per l'illuminazione
pubblica e domestica. All'inizio
del Novecento si andò
a�ermando un nuovo tipo di
consumo, quello dei motori a
scoppio che si di�usero
rapidamente per il trasporto
civile e per uso agricolo e industria
le
1911Grazie alle
innovazioni
nelle tecniche
estrattive vengono
estratte 10.000
tonnellate d’olio
1915/1918Durante la
Grande Guerra,
tra il 30 giugno 1915
e il 31 ottobre 1918,
�nì all'esercito il 48%
della benzina disponibile
e con l'aviazione
e la marina le richieste dei
militari superarono
il 50% di quanto
era disponibile
1926
Istituzione dell’AGIP.
Nel 1926 il Governo istitu
ì
l'Azienda Generale Italiana
Petroli (AGIP), con compiti
che andavano dalla
ricerca al commercio di idrocarburi.
Inizialmente l'AGIP si espanse
principalmente
nel settore della ra�nazione e
del commercio
degli oli minerali
1931
La produzione di petrolio
arriva alle
20.000 tonnellate
1939
L'AGIP, prima in Europa,
conduce con società americane
le prime prospezioni
con la tecnica della sismica
a ri�essione. In Ita
lia vi sono
importanti impianti
di ra�nazione quali quello
di Porto Marghera, con una potenzialità
annua di 450.000 tonnellate, e quello di
Napoli della americana Socony Vacuum
Oil Corporation della potenzialità di
mezzo milione di tonnellate all'anno
1944
scoperta a Caviaga (Lodi)
del più importante
giacimento di gas nell'Europa Occidentale.
Il giacimento conta
46 pozzi produttivi
che estraggono metano
puro per il 97%, le cui ris
erve
di 12 miliardi di metri c
ubi
di metano dimostrarono
le potenzialità economiche
della ricerca petrolifera
utilizzando il ri
levamento
sismico a ri�essione
1946
l’interesse dell’Agip
si sposta in Valle Padana.
Mattei capisce
che per far rip
artire l’Ita
lia
bisogna alimentare con il g
as
del sottosuolo la grande
industria del Nord
1953 - 1962
eni acquisisce sempre
più una solida posizione a livello
nazionale e internazionale.
La ricchezza dei giacimenti
della Val Basento ra�orza
la presenza dell’azienda
di Stato nel territo
rio lucano.
I segni di questo benessere
divengono presto visibili
nuovi posti di lavoro, infrastrutture,
strade, stazioni di servizio, motel.
La benzina Supercortemaggiore con il
famoso “cane a sei zampe” comincia a
popolare la vita quotidiana dei lucani
1958 Le ricerche petrolifere
si spostano in Val Basento,
nella zona compresa tra Grottole,
Ferrandina, Rotondella
e Pomarico, dove l’Agip
scopre un grande giacimento
di gas naturale.
Anche la rivista aziendale
“Il Gatto Selvatico” diretta
dal poeta Attilio Bertolucci
dedica numerosi
servizi all’evento
Anni ‘60
L' Aviosuper�ce di Basilicata Enrico
Mattei è stata realizzata negli anni
sessanta, durante l'industria
lizzazione
della val Basento. Si tratta di una
semplice pista di atterraggio che fu
voluta da Enrico Mattei nella strategia di
una sua maggiore personale rapidità di
spostamento tra i siti E
NI.1961 A partire
dal 1961 la costruzione
di una rete di metanodotti
da Grottole e Ferrandina,
�no a Bari e Monopoli,
congiunse per la prima volta
l’arteria metanifera lucana
con quella pugliese,
mentre iniziava la produzione
di �bre tessili e sintetiche nello
stabilimento petrolchimico Anic
(azienda eni) di Pisticci
1975 La fase di “austerity” conseguente
alla guerra in Kippur, l’emergenza
petrolifera e l’innovazione
tecnologica nella ricerca e
sviluppo di giacimenti diedero
l’avvio ad una nuova campagna
esplorativa in Basilicata, dove a
partire dal 1975, l’A
gip ottenne
quattro nuovi permessi di ric
erca.
Anni ‘80
Questi anni sono caratterizzati da
grande turbolenza nel mercato
petrolifero. Ma in Italia lo sforzo
esplorativo, nonostante il crollo
del prezzo del petrolio, continuò
ad aumentare. Dopo un lungo
lavoro di prospezione sismica, la
ricerca si spostò ai piedi della
montagna prospiciente la località
di Viggiano, prossima al �anco
destro della struttura
Moliterno-Tramutola rile
vata a
suo tempo da Bonarelli
1984 Grande importanza
riveste il giacimento
di Villafortuna (Novara)
che risulta essere
il più grande giacimento
continentale d'Europa
e produce 61.000
barili al giorno
Anni ‘90
Di grande importanza fu per
l’epoca il “rilievo sismico
tridimensionale”, una
tecnologia all’avanguardia che
permetteva di studiare meglio i
dettagli delle intricate
situazioni tettoniche e
stratigra�che del sottosuolo.
L’attività di perforazione
ottenne risultati consistenti
solo nel corso degli anni ’90,
quando iniziò lo sviluppo del
giacimento Val d’Agri, operato
da eni in joint-venture con Shell
1996 Nasce il Centro Olio
Monte Alpi a Viggiano
1998/1999L’attiv
ità petrolifera
italiana si intensi�ca. In
totale infatti si sono
perforati 39 pozzi nel
1998 e 17 nel 1999 e la
produzione petrolifera
Italiana si attesta su
circa 130.000 barili al
giorno, e quella
gassifera è di circa 17.5
miliardi di metri c
ubi
2000
Il Centro Olio Monte Alpi diventa
Centro Olio Val d’Agri. Qui il
petrolio viene inviato e raccolto
e vengono separati i gas e
l’acqua dal greggio e l’olio
trattato viene misurato e
depositato nei serbatoi prima del
suo invio mediante oleodotto
alla ra�neria di Taranto mentre il
gas viene immesso nella rete di
distribuzione nazionale
2006/2008
Sono stati perforati 4
9 pozzi,
di cui 34 per raggiungere
giacimenti già scoperti e
15
per cercare nuove riserve.
Nel 2007 37, di cui 10
in località non ancora
sfruttate e nel 2008 altri 40
2000 sono stati caratterizzati dal
raddoppio del prezzo del
petrolio, da un progressivo
aumento della richiesta per via
dello sviluppo industriale di
grandi nazioni come Cina e
India, ma da una progressiva
diminuzione della produzione a
livello mondiale. Il dibattito
internazionale si è spostato allo
sfruttamento di nuove fonti di
energia e all’individuazione del
“picco petrolifero”
1973
Scoppia la guerra in Kippur
con la conseguente chiusura
del Canale di Suez. Inizia una
profonda crisi petrolifera che
causa l’aumento del prezzo del
barile. Gli shock petroliferi d
egli
anni Settanta inducono l’Europa
a riprendere la ricerca di ris
orse
energetiche in territori sicuri
1964
il regista Giuseppe Ferrara
venne incaricato da eni
di raccontare nelle campagne
lucane “CH4 Lucania”,
considerato uno dei capolavori
del cinema documentario
industriale degli anni Sessanta
1953
Mattei crea l'impresa
energetica nazionale,
che dal 1953 si chiamerà eni,
in grado di assicurare
quanto serviva ai bisogni
delle famiglie e allo sviluppo
della piccola e media impresa,
a prezzi più bassi rispetto
a quelli degli oligopoli
internazionali
ANNI ‘20
ANNI ‘30
ANNI ‘40
ANNI ‘50
ANNI ‘60
ANNI ‘70
ANNI ‘80
ANNI ‘90
2000 - ANNI ‘00
1880
Il marchese Guido Dalla Rosa, la cui famiglia
nobiliare dominava la politica economico-sociale
della zona di Salsomaggiore, ancora
in provincia di Parma.
Professore universitario di matematica,
Dalla Rosa fu un tipico uomo
del Risorgimento di idee liberali e riformatric
i;
verso la �ne degli anni 1880 a Salsomaggiore realizzò
- fra violente eruzioni di gas - u
n pozzo
della profondità di 308 metri, in grado
di fornire �no a 3.750 kg di petrolio al giorno.
Fu un segno dei tempi
che il pozzo fosse battezzato 'Trionfo'.
Palazzo Terzella - Primo piano
Tappa 1 - Planimetria dell’allestimento sulla storia del petrolio in Italia e in Basilicata
59
età romanaManifestazioni petrolifere naturali nell’Appennino utilizzate come combustibile ed impermeabilizzante
1860 La vera storia del petrolio in Italia comincia però solo dopo l'Unità, quando si assiste a un �orire di iniziative imprenditoriali, spesso e�mere o di debole impatto economico. La prima iniziativa signi�cativa fu intrapresa nel 1860 da Achille Donzelli che scavò due pozzi a Ozzano, in provincia di Parma, della profondità di 32 e 45 metri, con una produzione giornaliera di 25 kg di petrolio
1891La stratigra�a e la geologia complessa degli Appennini non era ancora stata pienamente studiata ed erano ancora irrisolte numerose problematiche, la ricerca petrolifera quindi, concentrata sull'Appennino Emiliano, non fece grossi progressi e i modesti incrementi della produt-tività furono ottenuti con il miglioramento della tecnica estrattiva piuttosto che con l'individuazione e sfruttamento di nuovi giacimenti. Nel 1891 sono estratte 1000 tonnellate di olio
XV secolo Manifestazioni
petrolifere naturali (�accole)
nell’Appennino
NOVECENTO Nell’’800 le produzioni modeste alimentavano piccole ra�nerie,
destinate a produrre 'petrolio lampante' per l'illuminazione
pubblica e domestica. All'inizio del Novecento si andò
a�ermando un nuovo tipo di consumo, quello dei motori a
scoppio che si di�usero rapidamente per il trasporto
civile e per uso agricolo e industriale
1880Il marchese Guido Dalla Rosa, la cui famiglia
nobiliare dominava la politica economico-sociale della zona di Salsomaggiore, ancora
in provincia di Parma.Professore universitario di matematica,
Dalla Rosa fu un tipico uomo del Risorgimento di idee liberali e riformatrici;
verso la �ne degli anni 1880 a Salsomaggiore realizzò - fra violente eruzioni di gas - un pozzo
della profondità di 308 metri, in gradodi fornire �no a 3.750 kg di petrolio al giorno.
Fu un segno dei tempi che il pozzo fosse battezzato 'Trionfo'.
quelli italiani si incrociano, così l’allestimento che ne è espressione è costituito da due elementi che si intersecano. Il pavimento originale della sala è coperto da una struttura flottante, i cui moduli sono di linoleum, un materiale ecologico e naturale, molto resistente e capace di riprodurre qualsiasi texture o disegno. La grafica del pavimento riprende la sinuosità della timeline della storia lucana, linee energiche e colorate che creano un’estetica ispirata all’action painting.Anche i pannelli verticali hanno una forma volutamente dinamica: quadrilateri, non quadrati o rettangoli, che con i loro vertici sfuggenti sembrano muoversi, ir-radiati da un’insolita energia. Arrivati a conclusione del primo allestimento si è accolti in un’area di sosta con due grandi divani, che funge da stacco fra le due sale espositive.Infatti, subito dopo la pausa “meditativa” ci si immerge nella seconda sala (disegni a pagina 62). Quest’ultima ospita gli spot e le pubblicità sugli idrocarburi dagli anni ‘30 a noi.
Al primo piano di Palazzo Terzella, una volta percorsa le scalinata, si incontra la sala dedicata alla storia del petrolio. Al centro, posto obliquamente, si svi-luppa l’allestimento. Su un piano orizzontale di legno multistrato (esente da formaldeide e collanti tossici), stampato rigorosamente con vernici ecologiche, sono riportate, lungo una timeline le date dei principali eventi storici che hanno portato alla scoperta e all’uso degli idrocarburi. La timeline contiene sia avvenimenti italiani che eventi riguardanti la Basilicata. Questi ultimi sono contenuti in una nube arancione e le date si intersecano con dei pannelli verticali riportanti foto, dati, testi, immagini e documenti di approfon-dimento. A loro volta i pannelli verticali formano una cronologia della storia del petrolio lucano che, seppur spezzata in diverse parti, risulta unita dalle linee tratteggiate disegnate sul pavimento e può essere letta separatamente e indi-pendentemente dalla timeline italiana. I pannelli verticali sono realizzati con il sistema Monavisa. Ecco che, così come nella storia reale gli eventi lucani e
Tappa 1 - Rappresentazione della superficie orizzontale dell’allestimento che conterrà la timeline con lastoria del petrolio in Italia e in Basilicata
enerAGR a60
2000 (marzo)Numerosi giacimenti sono stati individuati come quelli presso l'Aquila, nel canale d'Otranto dove la nave dell'Agip (Agip Firenze) stà procedendo allo sfrutta-mento del giacimento che si trova ad 850 metri di profondità e produce circa 10.000 barili di olio al giorno
2001Viene completato l’oleodotto. Esso convoglia la produzione della Val D’Agri dal Centro Olio al deposito della ra�neria eni di Taranto ed e’ stato progettato per garantire la sicurezza del trasporto del greggio.
2009la produzione italiana di petrolio è ammontata a 42.6 milioni di barili, pari a circa 116.712 barili al giorno, derivante da Basilicata (74%), campi o�shore (con un peso del 13%), Sicilia (9%) e Piemonte (2%)
2000Il Centro Olio Monte Alpi diventa
Centro Olio Val d’Agri. Qui il petrolio viene inviato e raccolto
e vengono separati i gas e l’acqua dal greggio e l’olio
trattato viene misurato e depositato nei serbatoi prima del
suo invio mediante oleodotto alla ra�neria di Taranto mentre il
gas viene immesso nella rete di distribuzione nazionale
2006/2008Sono stati perforati 49 pozzi, di cui 34 per raggiungere giacimenti già scoperti e 15 per cercare nuove riserve. Nel 2007 37, di cui 10 in località non ancora sfruttate e nel 2008 altri 40
2000sono stati caratterizzati dal raddoppio del prezzo del petrolio, da un progressivo aumento della richiesta per via dello sviluppo industriale di grandi nazioni come Cina e India, ma da una progressiva diminuzione della produzione a livello mondiale. Il dibattito internazionale si è spostato allo sfruttamento di nuove fonti di energia e all’individuazione del “picco petrolifero” italia
basilicata
L’obiettivo è mostrare come l’uso dell’energia è cambiato, come le idee e le convinzioni su di essa sono mutate. Tutto ciò può aiutare a ricostruire come sia-mo arrivati alla nostra concezione e uso dell’energia e del petrolio.
Gli spazi, divisi da pannelli posti a zig zag, creano diverse aree, ognuna delle quali espone la storia “grafica” di quegli anni. Sugli stessi pannelli è riportata la gigantografia del numero che indica il decennio di cui si sta esponendo (anni ‘30, anni ‘40, ecc). Attraverso un portale ricavato nel numero zero è possibile passare da un area all’altra, “attraversando il decennio”. Le pareti sono realizzate col sistema Monavisa, mentre il pavimento, seppur tecnicamente identico a quello della sala precedente, presenta un disegno diverso, creato da nuances che gra-datamente si incrociano.I contenuti esposti sono di diversa natura: manifesti, brochure, fotografie storiche, fumetti, spot pubblicitari della televisione o del cinematografo, proiettati su parti di pareti o trasmessi da televisori LCD.La storia della pubblicità è importante perchè attraverso le immagini è imme-diato immedesimarsi nel “mood” del tempo.
Tappa 1 - La timeline presenta delle parti bordate e campite in arancione. Esse raccolgono le date riguardanti la storia della Basilicata. In questi punti la superficie orizzontale è intersecata da pannelli verticali dedicati all’approfondimento della storia del petrolio in Basilicata
61
1902
Secondo alcune leggende tramandate e testimoniate le popolazioni lucane assistevano fin dal XV secolo al manifestarsi di lingue di fuoco sui monti dell’Appennino; si trattava del fenomeno delle “fiaccole” che segnavano il bruciare del metano che fuoriusciva dalla terra, secondo una prassi accertata già all’epoca di Alessandro Volta (1778).La scoperta del petrolio in Basilicata risale al 1902 quando l’Ispettorato del Corpo Reale minerario commissionò una relazione sui giacimenti petroliferi tramutolesi. Nel dicembre del 1912 la Società Petroli d’Italia (SPI) stipulò contratti di cessione con i proprietari terrieri per la ricerca e lo sfruttamento del presunto bacino petrolifero senza però averegli esiti sperati. Solo nel 1926 il governo affrontò concretamente la questione con l’istituzione dell’Agip, preoccupandosi in tal modo di risolvere il problema del petrolio in Italia.
Diversi studi, infatti, interessarono il territorio lucano come quello del famoso geologo Guido Bonarelli autore nel 1932 di uno studio approfondito “sulle possibilità petrolifere nel territorio di Tramutola”
La zona petrolifera considerata ha una superficie di pochi chilometri quadrati, ed occupa il fondo della parte settentrionale della stretta valle percorsa dal Rio del Cavolo, un’affluente destro dell’Agri, che scorre ad ovest di Tramutola , il quale dopo aver mantenuta una direzione media volge bruscamente,in quel gomito e più precisamente lungo la riva destra del fiume,si hanno piccole sorgenti subalvee dalle quali, assieme all’acqua, si vedono uscire con una certa frequenza bollicine di gas idrocarburi e gocce più o meno grandi di petrolio semileggero, di colore bruno ambraceo, molto ricco di sostanze lubrificanti e con odore nettamente aromatico, altre manifestazioni si riscontrano a sinistra del Rio Cavolo, lungo il corso del Fossatello, nelle vicinanze della Ramiera e allo sbocco della valle del Cavolo nella piana dell’Agri
(da GUIDO BONARELLI, Giornale di geologia ,Vol. VI 1932 Bologna R. Museo Geologico G. Capellini)
E’ chiaro come questi risultati tendessero ad aumentare senz’altro l’interesse petrolifero della zona tanto che l’attività di esplorazione registrò un progressivo sviluppo nel corso degli anni ’30, quando l’Agip colse un successo significativo in Val d’Agri con la scoperta nel 1936 del giacimento di Tramutola. Quel giacimento collocato a qualche centinaia di metri di profondità arrivò a produrre fino a circa 1000 tonnellate di olio all’anno ed a 800 metri cubi giornalieri di gas. Fra il 1939 e il 1947 si assistette alla perforazione da parte dell’Agip di 47 pozzi, di cui 27 a olio, 6 a petrolio e gas, 2 a gas, e 12 sterili. Le ricerche, coordinate da Carlo Migliorini professore di geologia dell’Università di Firenze ed effettuate da Dante Jaboli, futuro capo del Servizio studi e prospezioni Agip, si estero da Tramutola alle aree di S. Angelo Le Fratte, Savoia Lucana e Brienza. Nel dopoguerra, con la ripresa degli scambi internazionali e la caduta dei prezzi del petrolio a pochi dollari al barile cessò invece la convenienza allo sviluppo petrolifero nella zona. Questo periodo coincide pressoché con la fine di quella che potremmo definire la fase pionieristica dell’attività petrolifera in Basilicata.
1936 -1947
1932
Nei giorni successivi alla tormentata fine della guerra civile in Italia, Enrico Mattei (1906-1952), imprenditore, partigiano e membro autorevole del CLNAI, venne incaricato di liquidare le attività dell'Agip. Mattei sceglie tuttavia di disattendere questa indicazione, per conseguire un obiettivo che riteneva fondamentale: garantire al Paese un'impresa energetica nazionale, che dal 1953 si chiamerà eni, in grado di assicurare quanto serviva ai bisogni delle famiglie e allo sviluppo della piccola e media impresa, a prezzi più bassi rispetto a quelli degli oligopoli internazionali.Dal 1946 l’interesse dell’Agip si sposta in Valle Padana. Mattei capisce che per far ripartire l’Italia bisogna alimentare con il gas del sottosuolo la grande industria del Nord.Nel 1958 le ricerche petrolifere si spostano così in Val Basento, nella zona compresa tra Grottole, Ferrandina, Rotondella e Pomarico, dove l’Agip scopre un grande giacimento di gas naturale. Ne parlano i giornali, la televisione. Anche la rivista aziendale “Il Gatto Selvatico” diretta dal poeta Attilio Bertolucci dedica numerosi servizi all’evento.Il 15 luglio 1959 il presidente della Repubblica Antonio Segni, il ministro dell’Industria Emilio Colombo ed Enrico Mattei fanno visita al cantiere di Ferrandina, fra l’acclamazione della folla.
1958
L’emergenza petrolifera e l’innovazione tecnologica nelle ricerche e sviluppo dei giacimenti diedero avvio ad una nuova campagna di ricerche eni in Basilicata, dove un consorzio di operatori scopre nel 1981 il primo importante giacimento, il pozzo Costa Molina 1, seguito dall’individuazione dei giacimenti di Monte Alpi da parte di Agip nel 1988 (oggi gestito da eni) e Tempa Rossa, nel 1989, da parte di altre compagnie. Di grande importanza fu per l’epoca il “rilievo sismico tridimensionale”, una tecnica che permetteva di studiare meglio i dettagli delle intricate situazioni tettoniche e stratigrafiche del sottosuolo. La possibilità di determinare con precisione l’obiettivo minerario consentiva, tra l’altro, di poter intervenire nella zona con un minor impatto ambientale. L’attività di perforazione ottenne risultati consistenti solo nel corso degli anni ’90. A questa fase detta di sviluppo dell’attività petrolifera in Lucania, risale a partire dal 1996-1997 la messa in produzione dei quattro giacimenti di petrolio: Monte Alpi, Monte Enoc-Volturino, Cerro Falcone e Costa Molina, rispettivamente situati nell’ambito delle concessioni Grumento Nova, Caldarosa, Volturino e Costa Molina 47. Ha inizio in questi anni la costruzione del Centro Oli di Viggiano.
1996 - 1998
L’emergenza petrolifera e l’innovazione tecnologica nelle ricerche e sviluppo dei giacimenti diedero avvio ad una nuova campagna di ricerche eni in Basilicata, dove un consorzio di operatori scopre nel 1981 il primo importante giacimento, il pozzo Costa Molina 1, seguito dall’individuazione dei giacimenti di Monte Alpi da parte di Agip nel 1988 (oggi gestito da eni) e Tempa Rossa, nel 1989, da parte di altre compagnie. Di grande importanza fu per l’epoca il “rilievo sismico tridimensionale”, una tecnica che permetteva di studiare meglio i dettagli delle intricate situazioni tettoniche e stratigrafiche del sottosuolo. La possibilità di determinare con precisione l’obiettivo minerario consentiva, tra l’altro, di poter intervenire nella zona con un minor impatto ambientale. L’attività di perforazione ottenne risultati consistenti solo nel corso degli anni ’90. A questa fase detta di sviluppo dell’attività petrolifera in Lucania, risale a partire dal 1996-1997 la messa in produzione dei quattro giacimenti di petrolio: Monte Alpi, Monte Enoc-Volturino, Cerro Falcone e Costa Molina, rispettivamente situati nell’ambito delle concessioni Grumento Nova, Caldarosa, Volturino e Costa Molina 47. Ha inizio in questi anni la costruzione del Centro Oli di Viggiano.li.
2009Tappa 1 - Visualizzazione dei panneli verticali dedicati alla storia del petrolio in Basilicata. Le informazioni sono più approfondite e completate da immagini e video
Foto tratte dall’esposizione permanente del Centro didattico Energia e Territorio di Calvello - località Cacciatizze e da www.eni.com
enerAGR a62
30
50
70
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60
80
0010
Palazzo Terzella - Primo pianodagli anni ‘30 a noi
gli spot e le pubblicitàsugli idrocarburi
il percorso tra i pannelli e le varie decadi
Tappa 1 - Planimetria dell-allestimento sulla storia della grafica che affiancò l’evolversi dell’uso degli idrocarburi
63
50anni
anni
lo zero degli anni è il portale che introduce al pannello e al decennio successivo
Tappa 1 - Visualizzazione in prospetto dell’allestimento dedicato alla mostra dedicata alla grafica. Manifesti, spot, frasi, illustrazioni e video vengono divisi per decadi
Foto tratte dall’esposizione permanente del Centro didattico Energia e Territorio di Calvello - località Cacciatizze e da www.eni.com
Manifestazioni petrolifere superficiali Nella migrazione verso l’alto all’interno di rocce porose e permeabili, la risalita degli idrocarburi può essere interrotta da strati di rocce con permeabilità molto bassa (rocce impermeabili) e, se gli strati hanno particolari conformazioni geo-metriche (ad esempio a forma di cupola), essi si accumulano dando luogo a giacimenti significativi. Se, però, nella loro migrazione, gli idrocarburi non trova-no alcun ostacolo, possono arrivare in superficie, dando luogo a manifestazioni, spesso piccole e non economicamente sfruttabili, le manifestazioni petrolifere superficiali. La loro presenza è dovuta alla risalita degli idrocarburi lungo frat-ture che interrompono la copertura impermeabile (figura 02) o, in altri casi, per affioramento degli strati porosi e permeabili, all’interno dei quali essi si muovono verso l’alto (figura 01).
In altri casi ancora la copertura impermeabile può essere erosa fino alla pro-fondità del serbatoio, ad esempio per incisione fluviale (figura 03). Le manifestazioni superficiali sono classificate principalmente in base allo stato fisico degli idrocarburi in: gassose, liquide e solide; le prime due sono general-mente attribuibili a manifestazioni attive, caratterizzate da fuoriuscite continue di idrocarburi; quelle solide, invece, rappresentano il prodotto di accumuli verifi-catisi in passato e rientrano, pertanto, in quelle fossili. Le manifestazioni gassose sono, spesso associate a quelle liquide e sono facilmente identificabili se gli idrocarburi gorgogliano in acque, ad esempio, di rivoli come accade nella valle del Rio Caolo, nel territorio di Tramutola, in cui gas naturale è associato a risalita di olio di natura naftenica, di colore scuro e molto viscoso.
Gli affioramenti naturale di petrolio
Figura 01 Figura 02 Figura 03
FOCUS PETROLIO / AFFIORAMENTI NATURALI
Bolle di gas e fuoriuscita di petrolio
Accumulo di petrolio
Lungo il rivolo d’acqua il petrolio si accumula nelle depressioni e rilascia uno strato di zolfo
Il rivolo d’acqua raggiunge il fiume: è visibile un alone marrone di petrolio
FOCUS PETROLIO / CENNI STORICI
Tramutola, nota per le prime estrazioni petrolifere in Val d’Agri, osserva tuttora fenomeni naturali di affioramento superficiale di petrolio. In generale gli affioramenti naturali, e quindi non derivanti da attività umane, avvengono dalla notte dei tempi e sono oggi indagati per capire se il loro verifi-carsi può sottintendere una presenza più importante di petrolio o gas . Tuttavia le tecnologie necessarie per una vera e propria attività di perforazione sono molto recenti. Fino al XIX secolo infatti le popolazioni si imbattevano fortui-tamente in manifestazioni superficiali naturali e si limitavano a raccoglie il petrolio e a utilizzarlo per scopi come illuminazione, combustione, ecc. Di seguito si descrive più nel dettaglio la storia del petrolio, dalle sue prime mani-festazioni superficiali e naturali all’ingegnerizzazione delle attività di sfruttamento.
Cenni storici Il petrolio nell’età anticaGli affioramenti spontanei di petrolio, derivati dalla lunga decomposizione di organismi marini o terrestri sedimentati sotto strati di crosta terrestre non imper-meabile, esistono fin dall’età antica, rendendo la materia prima di facile reperi-mento.
Il geografo greco Strabone rivela che già durante la civiltà babilonese vi era l’abitudine di bruciare il bitume liquido nelle lampade a scopo di illuminazione. I maghi sumeri interrogavano il trasudamento e le emanazioni del gas libero per leggere il futuro.
Assiri, Birmani, Aztechi, Incas, innescavano i loro fuochi votivi con il petrolio e lasciavano ardere sugli altari sacrificali granelli di incenso bituminoso.
Agli Incas è attribuita l’ideazione della prima raffineria, mediante un processo naturale. La raccolta della sostanza avveniva in grandi recipienti di terracotta che venivano esposti al calore solare, in modo tale che, al salire della temperatura, la soluzione liquida colava in recipienti sottostanti.
Gli Egizi, inoltre, utilizzavano il petrolio per la conservazione dei defunti.
In Asia Minore i Monti di Efesto potevano incendiarsi al solo avvicinarsi di una torcia ed i sassi e la sabbia dei ruscelli bruciavano nelle acque stesse.
I greci, in particolare, crearono il mito del “fuoco greco”. Durante gli scontri via mare, infatti, sfruttando le proprietà di combustione del petrolio greggio, davano fuoco alle loro armi e le lanciavano contro le navi di legno degli avversari. Di tale strumento bellico ne parla anche Omero nell’Iliade quando descrive il fuoco perenne derivante dall’incendio di frecce impregnate di petrolio che non si spe-gnevano in acqua.
A Roma, al petroleum (petrae – oleum, olio di roccia) si attribuirono virtù tera-peutiche miracolose. Plinio il Vecchio narra di casi in cui il bitume si era rivelato il rimedio curativo sovrano. Si arrestavano le emorragie, cicatrizzavano le ferite, guariva la tosse e l’asma, risanavano gli epilettici, i gottosi, i lebbrosi, si risolve-vano i disturbi intestinali e le malattie degli occhi.
Era utilizzato, poi, a Costantinopoli, come combustibile per il riscaldamento cen-trale ed il rifornimento dell’acqua calda delle terme, oltre che per l’illuminazione e come lubrificante per i carri.
Per quanto concerne la Basilicata è facile ipotizzare la presenza in passato di im-portanti affioramenti superficiali. Tale ipotesi, non ancora attestata storicamente per mancanza di fonti e dati certi, ha tuttavia fondamento in considerazione de-gli importanti giacimenti petroliferi attuali della Valle dell’Agri. Secondo alcune leggende le popolazioni lucane hanno assistito fin dal XV secolo al manifestarsi di lingue di fuoco sui monti dell’Appennino; si trattava del fenomeno delle “fiacco-le”, piccoli incendi che segnavano il bruciare del metano che fuoriusciva dalla terra, secondo una prassi accertata già all’epoca di Alessandro Volta.
Dallo studio, dunque, improntato sulla versatilità di utilizzo del petrolio greggio af-fiorato spontaneamente sin dall’età antica, deriva il dato che questo sia risultato senza dubbio una delle principali fonti di energia primaria delle civiltà più avan-zate, all’interno di un arco temporale molto esteso.
Il primo sfruttamento di impronta industriale dei giacimenti superficiali ebbe inizio, però, solo nel periodo rinascimentale, con l’adozione delle prime pratiche di di-stillazione, al fine di produrre lubrificanti e medicinali.
La rivoluzione industriale, infine, apportando forti cambiamenti sociali ed eco-nomici, ha stimolato la ricerca di nuove materie prime in grado di produrre com-bustione ad un costo minore. La necessità di olii lampanti, per lampade ad uso
FOCUS PETROLIO / CENNI STORICI
prevalentemente domestico, ha determinato nel tempo un netto aumento della richiesta del petrolio greggio. Nel XIX sec. se ne è determinato, dunque, uno sfruttamento maggiore, per rispondere all’incremento di domanda, risolto con la costruzione dei primi pozzi petroliferi.
Dal 1800 ai giorni nostriLa storia delle perforazioni petrolifere vere e proprie inizia con l’Unificazione d’Italia grazie ad una serie di iniziative imprenditoriali come quella intrapresa da Achille Donizelli il quale scavò, nel 1860, due pozzi (uno profondo 32 metri e l’altro 45) nei pressi di Parma con una produzione di 25 kg di petrolio giornaliero. Nello stesso periodo (1880) a Salsomaggiore anche il marchese Guido Dalla Rosa realizzò, fra violente eruzioni di gas, un pozzo, chiamato poi “Trionfo”, pro-fondo 308 metri e in grado di produrre fino a 3750 kg di petrolio al giorno. Data la complessa stratigrafia e geologia degli Appennini, le ricerche in questa zona d’Italia non subirono miglioramenti fino a quando, nel 1891, vennero introdotte nuove tecniche di individuazione e sfruttamento dei giacimenti. L’Ottocento fu quindi caratterizzato da produzioni modeste che alimentavano pic-cole raffinerie.
Nel 1900 assistiamo al boom petrolifero.Nel 1902 infatti, a seguito dell’azione dell’Ispettorato del Corpo Reale minera-rio che commissionò una relazione sui giacimenti petroliferi tramutolesi, venne scoperto il petrolio in Basilicata. Quindi nel 1912 la Società Petroli d’Italia (SPI), stipulò con alcuni proprietari terrieri dei contratti di cessione per la ricerca e lo sfruttamento del bacino petrolifero lucano. Tuttavia le ricerche non ebbero i risul-tati sperati.
Vi fu poi lo scoppio della Grande Guerra in cui aumentò esponenzialmente il consumo di petrolio: tra il giugno del 1915 e il 31 ottobre del 1918, l’esercito con-sumò benzina per più del 50% delle riserve disponibili.
Durante il periodo fascista (1922-1945) la politica petrolifera cambiò radical-mente. Mussolini mirava alla modernizzazione di un Paese profondamente ar-retrato e che usciva da una guerra straziante. Inoltre la dottrina del Regime, che utilizzava la guerra come mezzo per raggiungere la grandezza, necessitava di
grandi rifornimenti di carburanti. Fra il 1920 e il 1922 il commissariato dei com-bustibili del Regno d’Italia perforò un pozzo nel territorio di Tramutola che mani-festò una notevole quantità di gas. Fu così che il Governo italiano capì di dover lavorare al fine di risolvere il problema dell’autosufficienza energetica e istituì, nel 1926, l’AGIP (l’Azienda Generale Italiana Petroli).
Durante l’arco degli anni ’30, gli studi del geologo Cesare Porro portarono a scoprire che la presenza delle argille, prima interpretata come indicatore della presenza di petrolio, in realtà dimostrava l’esistenza di roccia madre (roccia dove si forma il petrolio) e non di un reservoir (ossia la formazione rocciosa in cui si deposita il petrolio).
In Basilicata la ricerca di giacimenti continuarono grazie agli studi del geologo Guido Bonarelli che nel 1932 pubblicò il suo report intitolato “sulle possibilità petrolifere nel territorio di Tramutola”: “La zona petrolifera considerata ha una superficie di pochi chilometri quadrati, ed occupa il fondo della parte settentrionale della stretta valle percorsa dal Rio del Cavolo, un’affluente destro dell’Agri, che scorre ad ovest di Tramutola , il quale dopo aver mantenuta una direzione media volge bruscamente, in quel gomito e più precisamente lungo la riva destra del fiume, si hanno piccole sorgenti sub-alvee dalle quali, assieme all’acqua, si vedono uscire con una certa frequenza bollicine di gas idrocarburi e gocce più o meno grandi di petrolio semileggero, di colore bruno ambraceo, molto ricco di sostanze lubrificanti e con odore net-tamente aromatico, altre manifestazioni si riscontrano a sinistra del Rio Cavolo, lungo il corso del Fossatello, nelle vicinanze della Ramiera e allo sbocco della valle del Cavolo nella piana dell’Agri “ (da Guido Bonarelli, Giornale di geologia ,Vol. VI 1932 Bologna R. Museo Geologico G. Capellini)
Nel 1933 l’AGIP ottenne i primi importanti permessi di ricerca ed eseguì numero-si studi geologici nel territorio lucano. I risultati ottenuti incoraggiarono l’interesse petrolifero e si concretizzarono con la scoperta di un cospicuo giacimento nel territorio di Tramutola nel 1937. Il giacimento, collocato a qualche centinaia di metri di profondità, arrivò a produrre fino a 1000 tonnellate di olio all’anno ed a 800 metri cubi giornalieri di gas. Iniziò così un forte sviluppo delle prospezioni in Val d’Agri.
Nello stesso anno venne istituita l’ANIC (Azienda Nazionale Idrogenazione Com-
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bustibili) come compartecipazione fra Stato e Montecatini. Vennero costruiti due stabilimenti, uno a Bari e l’altro a Livorno, ognuno in grado di produrre fino a 120.000 tonnellate l’anno di benzine avio e per l’autotrazione, a partire da mate-riali poveri. Il progetto industriale ebbe grande successo.
Alla fine degli anni ’30, l’AGIP intraprese la strada della ricerca e dell’innovazione e fu prima in Europa a sviluppare e utilizzare, grazie anche alla collaborazione di aziende americane, la tecnica della sismica a riflessione per le prospezioni. Inoltre vi furono importanti sviluppi nelle tecnologie utilizzate per la raffinazione: il modernissimo impianto di Porto Marghera raggiungeva una portata di 450.000 tonnellate e quello di Napoli, dell’americana Socony Vacuum Oil Corporation, toccava la produzione di mezzo milione di tonnellate all’anno. Dunque l’Italia presentava un territorio con importanti impianti preludendo ad importanti sviluppi nel campo dell’energia.
Fra il 1939 e il 1947 l’azione dell’AGIP si sviluppò notevolmente: vennero perfo-rati 47 pozzi, di cui 27 a olio, 6 a petrolio e gas, 2 a gas e 12 sterili. Le ricerche, coordinate da Carlo Migliorini professore di geologia dell’Università di Firenze ed effettuate da Dante Jaboli, futuro capo del Servizio studi e prospezioni Agip, si estero da Tramutola alle aree di S. Angelo Le Fratte, Savoia Lucana e Brienza.Intanto, nel 1944, a Caviaga, nel lodigiano, AGIP rinvenne il più importante gia-cimento di gas dell’Europa occidentale. Il giacimento contava 46 pozzi produttivi che estraevano metano puro per il 97% e le cui riserve di 12 miliardi di metri cubi di metano dimostrarono le potenzialità economiche della ricerca petrolifera utiliz-zando il metodo del rilevamento sismico a riflessione.
Con la fine della guerra e la caduta del regime fascista, il governo manifestò la volontà di liquidare l’AGIP. Infatti l’azienda, nata nel periodo e per volere delle autorità fasciste, rappresentava un retaggio del recente passato. Il 30 Aprile 1945 fu così nominato Commissario Straordinario dell’AGIP Enrico Mattei. Mattei, che aveva il compito di liquidare la Società, capite le enormi potenzialità del giaci-mento rinvenuto a Caviaga e degli esiti delle esplorazioni nella Pianura Padana, salvò l’azienda e guidò il Paese verso la metanizzazione.
Il Secondo Dopoguerra fu caratterizzato da una diminuzione dell’azione petroli-fera nel territorio lucano, causato dalla caduta dei prezzi del petrolio, avveni-mento che rese meno conveniente lo sviluppo petrolifero della zona. L’interesse
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si rivolse al Nord. Mattei capì che per far ripartire l’Italia bisogna alimentare con il gas del sottosuolo la grande industria del Nord. Vennero così scoperti, fra il 1952 e il 1954, i giacimenti di Ravenna e Serignano.
Intanto Mattei continuò a maturare il suo grande sogno: garantire al Paese un’impresa energetica nazionale. Nel 1953 fondò quindi eni (Ente Nazionale Idrocarburi), in grado di assicurare approvvigionamento energetico sufficiente alle famiglie, allo sviluppo della piccola e media impresa, offrendo prezzi più bassi rispetto ai concorrenti internazionali. Decise perciò di entrare in competi-zione con le “Sette Sorelle”, le grandi imprese petrolifere che a tutt’oggi hanno il monopolio mondiale del petrolio.
Il decennio compreso tra il 1953 e il 1962 fu estremamente produttivo: nel ’53 viene scoperto un giacimento da 20 milioni di tonnellate di petrolio a Ragusa aprendo all’esplorazione petrolifera della Sicilia; nel 1956 si rinviene un altro gia-cimento simile a quello di Ragusa a Gela; vengono scoperti giacimenti a Ga-gliano, nella parte orientale della Sicilia come Mila, Cammarata, Perla e Vega e in quella occidentale come a Nilde, Norma e Narciso (1960); riprendono le attività in Basilicata spostando le ricerche da Tramutola alla Val Basento nella zona di Grottole, Ferrandina, Rotondella e Pomarico dove l’AGIP ritrova un giacimento di gas naturale (1958). Quest’ultimo avvenimento ebbe una rilevanza sociale grandissima: ne parlarono molti giornali fra cui la rivista aziendale “Il Gatto Sel-vatico” diretta dal poeta Attilio Bertolucci. Il 15 luglio del 1959 il presidente della Repubblica Antonio Segni, il ministro dell’Industria Emilio Colombo ed Enrico Mattei fecero visita al cantiere di Ferrandina, fra l’acclamazione della folla.
L’asse di interesse petrolifero si spostò dal Nord nuovamente al Sud. Nel 1960 Mattei fece costruire l’aviosuperficie di Basilicata per muoversi più rapidamente nei suoi spostamenti e poter quindi essere più presente durante il processo di industrializzazione della Val Basento, sintomo di un rinnovato interesse nel ter-ritorio lucano.
A partire dal 1961 partì la costruzione di una rete di metanodotti da Grottole e Ferrandina verso Bari e Monopoli e si diede il via alla produzione di fibre tessili e sintetiche nello stabilimento petrolchimico ANIC di Pisticci.
Lungo tutto l’arco degli anni ’50 eni acquisì sempre più importanza a livello na-
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vole dei prezzi. Tuttavia gli sforzi esplorativi del Paese aumentarono. Con lunghi lavori di prospezioni sismiche, le ricerche petrolifere in Basilicata si spostarono ai piedi della montagna di Viggiano, lungo il fianco destro della struttura Moliterno-Tramutola rilevata nel 1932 da Bonarelli.
Nel 1981 l’emergenza petrolifera insieme allo sviluppo tecnologico nelle tecniche di ricerca e sviluppo dei giacimenti diedero inizio ad una nuova campagna eni al Nord, a Villafortuna (1981) nei pressi di Novara (si scopre un giacimento, che produce 61.000 barili al giorno) e una nuova campagna a Sud, in Basilicata, dove un consorzio di operatori scoprì il primo importante giacimento con il pozzo Co-sta Molina 1 in Val d’Agri, che porterà in seguito dall’individuazione dei giacimenti di Monte Alpi (1988) e Tempa Rossa (1989).
Lo sviluppo dell’attività mineraria recente ebbe inizio a partire dal 1984 quan-do, l’AGIP prima, FINA e LASMO poi, ottennero dal Ministero dell’Industria il permesso di ricerca e la concessione di coltivazione Costa Molina (conferita il 15/6/1984). Sempre nel 1984, le compagnie Società Petrolifera Italiana e la Fiat Rimi ottennero il permesso di ricerca Monte Sirino.
Fra il 1986 e il 1988 vennero individuati i giacimenti di Cadarosa 1 e Monte Alpi 1, denominati successivamente anche come Trend 1 e Trend 2. Monte Alpi 1, costituito da tre culminazioni principali (le strutture di Monte Enoc e Cerro Falcone a Est e una struttura minore a Sud denominata Costa Molina), fu individuato grazie al pozzo Monte Alpi 1, profondo 3.060 metri, contenente olio di buona qualità (37° API), con una portata di circa 1.700 barili/giorno, equivalenti a 85.000 tonnellate annue di greggio, e 64.000 m3/g di metano. Alla scoperta partecipò anche la società britannica Enterprise.
Gli anni ’90 furono caratterizzati dall’avvento del rilievo sismico tridimensionale, una tecnologia innovativa che permetteva un maggiore dettaglio della tettonica e stratigrafia complessa del sottosuolo. Ciò permise di ottenere risultati consistenti anche grazie alla joint-venture fra eni e Shell.
La fase di sviluppo dell’attività petrolifera in Basilicata portò al rilascio di conces-sioni di coltivazione, quali Grumento Nova (conferita dal Ministero dell’Industria con decreto del 9/10/1990), Caldarosa (conferita dal Ministero dell’Industria con decreto del 15/7/1991), Volturino (conferita dal Ministero dell’Industria con de-creto del 27/12/1993) e, nel 1996, per la prima lavorazione del petrolio, venne
zionale e internazionale. “La ricchezza dei giacimenti della Val Basento rafforza la presenza dell’azienda di Stato nel territorio lucano. I segni di questo benessere divengono presto visibili: nuovi posti di lavoro, infrastrutture, strade, stazioni di servizio, motel. La benzina Supercortemaggiore con il famoso “cane a sei zam-pe” comincia a popolare la vita quotidiana dei lucani.” (Energia e Territorio, Cacciatizze)
La forsennata corsa di Mattei e eni si arrestò nel 1962: il 27 ottobre Enrico Mattei a bordo del suo aereo privato si schiantò a Bascapè (PV). La morte, più che acci-dentale, apparse subito esito di un attentato. Le indagini, svolte dall’Aeronautica militare italiana, non diedero nessun esito. Nel 1997, il ritrovamento di nuovi re-perti e la possibilità di analizzarli con nuove tecnologie, portò alla riapertura del caso. L’esito delle indagini giudiziarie questa volta dimostrò che l’aereo venne abbattuto da una bomba di 150 grammi di tritolo inserita dietro al cruscotto che si sarebbe attivata nella fase di atterraggio. Non vennero mai trovati i responsabili o i mandanti dell’attentato. (La tragica morte di Enrico Mattei nella ricostruzione di Giovanni Minoli ne “La Storia siamo noi“.)
L’attività di eni e AGIP continuò senza più la guida di Enrico Mattei.
Nel 1964 il regista Giuseppe Ferrara realizzò CH4 Lucania, un documentario col compito di descrivere la campagne petrolifere della Basilicata, rimasto nella storia come uno dei capolavori del cinema documentario.
Gli anni ’70 da un lato videro l’enorme espansione dello stabilimento ANIC di Pisticci, dall’altro una profonda crisi energetica.
Infatti nel 1973 scoppiò la guerra del Kippur che portò alla chiusura del canale di Suez, l’impossibilità di importare petrolio dalle colonie e dai partner esteri e quindi un enorme incremento del prezzo al barile. Quelli furono gli anni dell’austerità energetica, dello shock petrolifero, che convinsero il Governo italiano e l’Europa a riportare la ricerca di fonti energetiche in territori più sicuri. Fu così che si ri-aprirono in Italia le campagne petrolifere nel Nord Italia, col ritrovamento di giaci-menti (1973) a Cavone (MO) e a Malossa (BG), e nel Sud Italia dove, a partire dal 1975, l’AGIP ottenne permessi di ricerca che portarono alla scoperta in Val d’Agri del più grande giacimento petrolifero d’Europa continentale.
Gli anni ’80 si aprirono con una notevole turbolenza del mercato petrolifero. Dopo l’impennata del prezzo al barile fra il ’73 e il ’77, il petrolio subì un crollo note-
costruito il Centro Olio di Viggiano, con una capacità di trattamento di 1.200 m3/g di olio 300.000 m3/giorno di gas. Grazie ad alcune importanti innovazioni tecno-logiche e all’applicazione di procedure specifiche, la produzione di olio e gas aumentò in efficienza e vide una diminuzione del proprio impatto sul territorio. In-fatti vennero sperimentati l’impiego di postazioni “multi-well” con le quali è possi-bile ricavare fino a tre pozzi nella stessa postazione; l’utilizzo di teste di pozzo al di sotto del piano di campagna per la riduzione dell’impatto paesaggistico; l’uso e la rifunzionalizzazione di piste esistenti per l’ottimizzazione dei tracciati delle condotte con la riduzione del movimento terra, delle emissioni e degli scarichi. Al termine dell’attività di perforazione vennero previsti e attuati interventi di “riquali-ficazione ambientale e vegetativa, basati su lavori di inerbimento e ripiantuma-zione parziale delle aree”. Alla fine della vita produttiva dei pozzi, le postazioni dovranno essere “completamente ripristinate secondo le condizioni preesistenti, sulla base di studi sulla biodiversità locale.” (Energia e Territorio, Cacciatizze)
Nel 1998, il 18 novembre, la Regione Basilicata e ENI S.P.A. firmarono un pro-tocollo di intenti in cui ENI S.P.A. si impegnò a contribuire ai costi di realizzazione di progetti per la compensazione ambientale e per la promozione dello sviluppo sostenibile; a sostenere gli oneri per la realizzazione di un sistema di monito-raggio ambientale e il suo sostentamento per i successivi primi 15 anni di attività; a far fronte alle spese per la creazione di un Osservatorio ambientale; a versare royalties relative alle quattro concessioni dell’area denominata Trend 1; e infine, a costituire, con la Regione Basilicata, una società energetica regionale.
Fra il 1998 e il 1999 l’attività petrolifera italiana si intensificò ulteriormente con la perforazione di 39 pozzi nel 1998 e 17 pozzi nel 1999. La produzione italiana si attestò sui 130.000 barili di petrolio al giorno e a 17.5 miliardi di metri cubi di gas.
Sempre nel 1999, grazie al Decreto VIA n°3560 venne concessa la compatibilità ambientale per l’ampliamento dell’esistente Centro Olio Monte Alpi (denomi-nato, a seguito dell’ampliamento, Centro Olio Val d’Agri) per consentire il trat-tamento, in un unico centro, degli idrocarburi provenienti dalle Concessioni di Costa Molina, Caldarosa, Grumento Nova e Volturino.Lo schema di sviluppo ipotizzato prevede la seguente configurazione:A. capacità di trattamento olio pari a 13.200 m3/g (su 4 linee + 1 esistente);
B. capacità di trattamento gas pari a 2.700.000 Nm3/g (su 4 linee+1 esistente);C. capacità di trattamento e reiniezione H2O di strato pari a 3.000 m3/g.Il trattamento prevede:1. la stabilizzazione dell’olio per poterlo stoccare e quindi inviare tramite oleodot-to a Taranto;2. il condizionamento del gas a specifica SNAM;3. trattamento degli effluenti gassosi con recupero di zolfo.
Con il D.I. 15/6/99 venne in seguito inglobata la concessione Costa Molina nella concessione Caldarosa. Nel 1999, nell’area della Val d’Agri, di pertinenza delle concessioni Grumento Nova, Volturino e Caldarosa, esistevano 24 pozzi, perfo-rati a partire da 20 postazioni.
All’inizio del nuovo millennio vi furono novità sul fronte petrolifero anche in Abruzzo, nel canale di Otranto, dove la nave Agip Firenze produceva circa 10.000 barili di olio al giorno estraendolo ad una profondità di 850 metri.
Nel 2001 le concessioni presenti in Val d’Agri erano due: Grumento Nova, delle società ENI S.p.a. e Enterprise Oil Italiana S.p.a. di km2 398,39 risultante dall’unificazione tra le concessioni di Grumento Nova, Caldarosa e la porzione sud orientale della concessione Volturino con scadenza fissata al 26 ottobre 2019 e la concessione Volturino, ridotta da 348,37 km2 a 261,76 km2.Il Centro Olio Monte Alpi ebbe una nuova denominazione: Centro Olio Val d’Agri (COVA). Il trattamento del petrolio che qui avveniva e avviene tuttora, consiste nella separazione di acqua e gas dal greggio; l’olio che deriva da questa prima fase viene misurato e depositato nei serbatoi e in seguito inviato alla raffi-neria di Taranto, mentre il gas viene immesso nella rete di distribuzione nazio-nale. Nello stesso anno venne completato l’oleodotto (136 km di lunghezza) che convoglia la produzione della Val D’Agri dal Centro Olio al deposito della raffi-neria eni di Taranto, che venne denominato oleodotto Val d’Agri.
Nel 2002 entrò in esercizio la seconda linea di produzione del COVA e nel 2004 la terza linea.
Nuovi protagonisti consolidarono la propria presenza sul territorio lucano con la cessione, nel 2003, del 29% della titolarità della concessione Grumento Nova alla Società SHELL ITALIA E&P- S.p.A. da parte della società ENTERPRISE
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OIL ITALIANA - S.p.A. Il restante 71% della concessione Grumento Nova nel 2005 venne accorpata alla concessione denominata Volturino, dando origine alla concessione Val d’Agri (intestata alle società ENI - S.p.A. e SHELL ITALIA E&P-S.p.A. con quote ri-spettivamente del 66% e 34% e con scadenza al 26 ottobre 2019).
Nel 2006, a seguito del sensibile aumento delle estrazioni, aumentò anche la produzione d’acqua. E’ stato così realizzato un secondo pozzo per la reiniezione per le acque di produzione. Allo stesso modo nel 2008 il pozzo Ma 9 Or è stato riadattato per la reiniezione delle acque di produzione separate al Centro Olio.
A seguito dell’accordo sottoscritto nel 1998 fra Eni e Regione, nel 2007, accanto ad operazioni di monitoraggio e assessment del territorio, fu inaugurata la sede lucana della Fondazione eni Enrico Mattei (l’istituto di ricerca non profit sullo sviluppo sostenibile creato da eni nel 1989) nel territorio di Viggiano. Inoltre fu autorizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico l’esercizio definitivo del Cen-tro Olio.
L’attività di perforazione assunse un ulteriore accelerazione nel 2009, quando vennero perforati ulteriori 39 pozzi. Inoltre, grazie all’avvento di nuove tecniche innovative, migliorò l’efficienza e la produttività dei pozzi vecchi e nuovi. Le nuove postazioni disponibili alla perforazione furono sottoposte agli stretti vincoli ambientali, a seguito della costituzione l’8 dicembre 2007, grazie a un Decreto del Presidente della Repubblica, del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese. Lo stato dei pozzi era il seguente: oltre ai pozzi già allac-ciati di Monte Alpi e Monte Enoc, nel settembre 2009 furono allacciati tre pozzi dell’area di Cerro Falcone: Agri 1, Cerro Falcone 6 e Cerro falcone 9. Vi erano poi 8 pozzi perforati in attesa dell’allacciamento al Centro Olio Val d’Agri. Ciò permise di raggiungere livelli di produzione di circa 78.000 bopd e 3.000.000 Sm3/giorno di gas.
Gli avvenimenti recenti e le previsioni futureIl progetto di ammodernamento del COVA, da realizzarsi in 10 mesi, da Feb-braio 2011 a Dicembre 2011, ha portato ad una serie di interventi per la manuten-zione e miglioramento dell’efficienza dell’impianto. Questo processo, realizzabile nella sua parte sostanziale solo in assenza di produzione, si è concretizzato
con la Prima Fermata Generale avvenuta dal 19 maggio e il 9 giugno 2011 del COVA. In questi 19 giorni si è proceduto alla ricertificazione decennale delle apparecchiature a pressione presenti nello stabilimento. Il “Progetto di Ammo-dernamento è focalizzato su interventi di manutenzione straordinaria e miglio-ramento della funzionalità impiantistica e della flessibilità operativa, mediante l’adozione delle Migliori Tecnologie Disponibili (MTD) per un’ulteriore ottimiz-zazione dell’efficienza ambientale dello stabilimento in termini di rumore, emis-sioni in atmosfera, emissioni odorigene, scarichi reflui.”
Il Report annuale 2011 sulle attività del 2010, prodotto dal Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche del Dipartimento per l’energia del Mini-stero dello Sviluppo Economico, riassume la produttività in questi termini:“Nell’anno 2010 la produzione di gas in Italia è stata sostanzialmente stabile (+0,4%) mentre si è incrementata per l’olio attestandosi su +13% rispetto all’anno precedente, ma confrontando i dati con la produzione al 31 dicembre dell’anno 2008, si registra un decremento di circa il 12% per il gas e di circa il 3% per l’olio.“
Per capirne la portata di seguito sono riportate le quantità specifiche per gas e olio.La produzione di gas nel 2010 è stata di 7,94 miliardi Sm³. Un buon risultato con-seguito grazie al progressivo esaurimento dei vecchi giacimenti nazionali in fase di coltivazione avanzata, sostituiti dai nuovi e più efficienti giacimenti del campo di gas Annamaria (piattaforme continentali fra Italia e Croazia frutto dello sfrutta-mento congiunto grazie ad una joint venture). La produzione di gas dell’impianto è pari a circa 0,8 MSm3.La produzione di petrolio si attesta sulle 5,08 milioni di tonnellate. L’82% circa della produzione nazionale proviene dalla terraferma dai campi della regione Ba-silicata e della Sicilia, mentre il contributo delle attività ubicate in mare è di circa il 14%. Inoltre, le estrazioni nella regione lucana potranno essere incrementate di un ulteriore 13% se l’iter autorizzativo per la realizzazione di nuovi progetti di estrazione avrà esito positivo.
Le previsioni per il futuro parlano di riserve di gas utilizzabili per altri 13 anni e si attestano intorno a 92 miliardi di Sm3. Per la produzione d’olio si prevedono 168 milioni di tonnellate. Le maggiori riserve si trovano in terraferma per lo più nel Sud d’Italia.
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Descrizione orario durata km
Palazzo TerzellaAffioramenti naturali 9.30 - 9.40 10’ 4Visita affioramenti naturali 9.40 - 10.10 30’
Visualizzazione location Tappa 2 - Il Belvedere di Viggiano allestito con ENIthingElse
Dopo l’immersione nella storia del petrolio, la visita prosegue verso la sorgente e la piscina, entrambe caratterizzate dagli affioramenti naturali di idrocarburi, nei pressi del noto acquapark Val d’Agri. L’area è opporunamente segnalata con i landmark che attirano l’attenzione dei visitatori.Le aree verdi delimitano il percorso calpestabile per la sosta e l’attraversamento del fruitore e funzionano anche come didascalia di ciò che si sta visitando. Esse sono il risultato di una colorazione dell’asfalto e, insieme ai landmark, ca-ratterizzano l’area.
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Descrizione orario durata km
Tramutola-Centro Oli Val d’Agri 10.10 – 10.30 20’ 17visita cubotto (idrocarburi) 10.30 – 11.00 30’ visita Centro Oli Val d’Agri (COVA) 11.00 – 11.30 30’
La terza tappa è il Centro Olio eni, nella zona industriale di Viggiano.Il landmark posizionato al centro dell’area antistante all’ingresso del Centro olio attirra l’attenzione dei visitatori.Il gruppo, prima di entrare nel Centro per effettuare la visita degli impianti, si ferma nel cubotto per documentarsi sul petrolio, sulle sue caratteristiche, ecc. ed avere quindi un’infarinatura generale prima di effettuare la visita in cui assisterà a parti del processo di lavorazione della risorsa.Alcune poltrone, realizzate utilizzando barili di petrolio ormai vecchi per assol-vere alla loro originale funzione, sono disposti intorno al cubotto e al landmark, in modo che i visitatori che per primi hanno ultimato la fruizione del cubotto pos-sano aspettare il resto del gruppo seduti e osservando il panorama, chiacchie-rando. La visita all’interno del Centro deve avvenire sempre a bordo del pulmino per questioni di sicurezza. La visita del centro avrà quindi una durata standard e i visitatori all’uscita potranno avviarsi immediatamente verso la tappa succes-siva. Tutto intorno al cubotto sono presenti oggetti di arredo urbano con “voca-zione” ecologica, ossia realizzati utilizzando tecnologie ad alta efficienza energetica o funzionanti mediante energia alternativa.
Visualizzazione location Tappa 3 - Il cubotto posizionato davanti al Centro Olio Val d’Agri (COVA)
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Tappa 4
Descrizione orario durata km
Centro Oli Val d’Agri Centro Educazione Ambientale 11.30 – 12.00 30’ 24visita Centro Educazione Ambientale (biomassa) 12.00 – 12.30 30’
La quarta tappa è Cacciatizze, nel cuore della montagna di Calvello, comune caratterizzato da interventi di recupero sostenibili con impianti a biomassa. Il viaggio si apre con la visita al Centro Educazione Ambientale, dove si ap-prendono i concetti chiave dell’energia a biomassa sia dall’allestimento per-manente che dall’aula didattica dotata di strumenti interattivi per laboratori ludico-didattici destinati ai ragazzi. Il portale di ingresso del Centro didattico riporta l’immagine coordinata del tour e le informazioni sul recupero dell’edificio. Infatti il 21 novembre 2009 è stato inaugurato questo centro con una mostra su “Energia e Territorio”, a cura di
Visualizzazione location Tappa 4 - Il Centro Didattico di Cacciatizze con gli Empiria Biomax
eni e con la quale si intende educare all’energia e alle nuove tecnologie ad essa collegate.All’esterno, nella parte retrostante all’ingresso, sono posizionati gli empiria dedicati alla biomassa, i Biomax. Inoltre, in una stanza dedicata, vi è la caldaia a cippato, la fonte del riscal-dameno dell’edificio.L’ambiente è molto suggestivo per la sua bellezza naturalistica. A volte è pos-sibile osservare gruppi di bovini che pascolano. Inoltre, qualche chilomentro più in là, sulla stessa strada, è possibile visitare il parco botanico attiguo alla “Lo-canda del parco”. In realtà a tuttora è un piccolo spiazzo con alcune tipologie di alberi e relativa didascalia, ma sarebbe possibile recuperare e arrichire l’area al fine di creare uno spazio dedicato alle specie autoctone, spiegandone poten-zialità da punto di vista della biomassa (capacità di riproduzione della pianta, potere calorifico, proprietà meccaniche del legno, ecc.).
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Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Viggiano. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco
�ume di laterra
SP da Calvello a MarsicovetereCentro didattico
SS598Viggiano
SP da Calvello a Marsicovetere
Calvello
MarsicovetereViggiano
SC del Bosco A
utieri
Via Calvello Marsicovetere
Via Roma Via Capitano Porcellini
Corso Garibaldi
Viale Aldo Moro
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P
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Ostello
spogliatoi
Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Calvello. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco
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Centro Didattico
Parco Via Roma
Municipio
Arco
Chiesa S.Giovanni B.
Chiesa S. Francesco
Chiesa S. Giuseppe
Stele
Chiesa SS. Trinità
Castello
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Chiesa purgatorio
Ponte Vecchio
Chiesa S.Antuono
Chiesa S. Maria del Plano
Palacamastra
Calvello
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Visualizzazione location Tappa 4 - Portale d’ingresso del Centro Didattico di Cacciatizze dedicato alla biomassa
Visualizzazione location Tappa 4 - L’allestimento dedicato alla biomassa realizzato con lo stesso metodo dei cubotti, adattato a una preesistenza
La mostra permanente non è altro che lo stesso allestimento realizzato per l’interno dei cubotti, però adattato a una preesistenza.Strutture simili a installazioni di Alexander Calder espongono le specie legnose e danno informazioni rispetto alle loro caratteristiche.La sala attigua, dotata di stumenti interattivi, grazie alle sedute leggere e adattabili a varie altezze, può accogliere riunioni, proiezioni, performance in piccola scala (per esempio attori che inscenano delle storie per spiegare i concetti energetici ai più piccoli, de-nominate “Racconti intorno al camino”).L’allestimento è tutto realizzato con materiali natura-li, nel rispetto dello “spirito del luogo”. Quindi le pareti espositive sono realizzate col sistema Monavisa, il soffitto è in legno, le luci sono caratterizzate da tecnologia a LED a basso consumo. Gli arredi, creati dagli artigiani locali su disegno del proget-tista, sono in legno di faggio e dipinti con vernici naturali.Tutto quindi, dalla realizzazione degli allestimenti, alla spiegazione sul campo dell’energia a biomassa, ecc. parte da un’attenta analisi del luogo. La ricchezza di boschi di faggio di Calvello, la presenza sul terri-torio di artigiani del legno, un’attenzione particolare delle autorità locali per le energie alternative e per il rispetto dell’ambiente, il recupero di edifici esi-stenti invece della realizzazione di strutture ex novo. Tutto fa parte di un discorso più grande, un pensiero lungimirante, mirato alla conservazione ambientale, alla creazione di nuovi posti di lavoro, alla valoriz-zazione locale, alla creazione di quel milieu che renderà attrattivo il paese.
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Visualizzazione location Tappa 4 - L’aula didattica con le sedute regolabili e la lavagna LIM
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Visualizzazione location Tappa 4 - Planimetria generale del Centro didatiico
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L E G E N D A
3TV plasma LCD otouchscreen e PC
Base di appoggio 1per modello
Scultura sospesa in essenze 4
Modellino centrale 1termoelettrica a biomassa
Segnaletica 1
Lavagna LIM - Riproduzione 1manifesti didattica energia
Esempio didisposizione posti a sedere per la lezionedidattica “raccontiattorno al camino”
Prospetto paretelavagna LIM
Visualizzazione location Tappa 4 - Planimetria con secondo layout per l’aula didattica, prospetto della parete LIM
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Tappa 5
Descrizione orario durata km
Centro Educazione AmbientaleCalvello centro 12.30 – 12.40 10’ 8visita Calvello centro 12.40 – 13.00 20’
La visita prosegue nel centro storico di Calvello. Vicino al municipio, sfruttando una piccola area belvedere, si è realizzato un parchetto che ospita dinamo-gio-co e landmark.
Visualizzazione location Tappa 5 - Le dinamo-gioco nel centro storico di Calvello
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Tappa 6
Descrizione orario durata km
visita Palacamastra di Calvello 13.00 – 13.20 20’
Sempre a Calvello, ma più in periferia, si trova il Pala Camastra, il centro spor-tivo del paese. Qui è stato realizzato un impianto a pellet che scalda gli spoglia-toi oltre ad un sistema di teleriscaldamento che dovrebbe interessare le case popolari attigue e la futura casa famiglia, ex-carcere, ancora in fase di recupero funzionale.Nelle vicinanze del centro sportivo, un largo marciapiede dotato di aiuole si rivela un buon luogo per posizionare i Biomax. In questo modo, anche grazie ai land-mark, si sottolinea la presenza del sistema che il tour enerAGRIa vuole portare alla luce, e allo stesso tempo si crea una piazzola ludica che serva a sfruttare e rivitalizzare la “camminata”.
Visualizzazione location Tappa 6 - Aiuola allestita con gli empiria Biomax vicino al Pala Camastra di Calvello
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Tappa 7
Descrizione orario durata km
Palacamastra di Calvello Viggiano centro 13.20 – 13.55 35’ 25Pranzo all’Hotel Arpa di Viggiano o a sacco nell’area dinamo-gioco Piazza Giuseppe Verdi 13.55 – 14.25 30’Viggiano 14.25 – 14.45 20’
La settima tappa è il Centro di Viggiano.Il paese, come mostrato nella mappa della pagina successiva, conta sul suo ter-ritorio numerosi luoghi di interesse da visitare.Il centro storico si raccoglie intorno al Santuario della Madonna di Viggiano, dove si trova anche il Municipio e una splendida piazzetta-belvedere, da cui è possi-bile ammirare tutto il parco enerAGRIa, con i suoi comuni e i parchi (Centro oli, fotovoltaico, eolico), il lago e la diga.Il Belvedere è allestito con poltrone/panchine realizzate con i barili di petrolio
Visualizzazione location Tappa 7 - Il Belvedere di Viggiano allestito con ENIthingElse
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Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Viggiano. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco
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Villa San Felice
Convento francescano
Sant’Antonio
Belvedere
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di Viggiano
Municipio
Chiesa S. Sebastiano
S. Rocco
Monumento ai caduti
Parco Giuseppe Verdi
Parco giochi
Belvedere Stop pullman
Castello Feudale
Viggiano
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dismessi e delle postazioni “fotografiche”, ossia delle postazioni costituiti da barili di petrolio forati in modo da ricavare l’inquadratura migliore per poter realizzare delle fotografie panoramiche “da cartolina” e sulla cui superficie e possibile ripor-tare delle informazioni su Viggiano e enerAGRIa.Questo allestimento riporta alla mente il legame storico di Viggiano con il petro-lio e vuole richiamare l’attenzione sulla possibile convivenza fra arte, natura e attività industriali.La seconda area all’interno di Viggiano, dove si colloca l’altra parte dell’intervento,
è l’area più frequentata del paese.Qui, nella piazzetta dedicata a Giuseppe Verdi è collocato il punto di raccolta dei visitatori di enerAGRIa. Nella parte frontale della piazza, più adiacente alla stra-da principale, è disposto il landmark. Alle giostre del parco giochi restrostante, si aggiungono le dinamo-gioco.Da qui si ripartirà alla volta della tappa 8.
Visualizzazione location Tappa 7 - Il parco giochi della Piazza Giuseppe Verdi di Viggiano allestito con le dinamo gioco
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Tappa 8
Descrizione orario durata km
Viggiano - Parco fotovoltaico 14.45 – 14.55 10’ 8cubotto (fotovoltaico) 14.55 – 15.25 30’parco fotovoltaico Viggiano 5 15.25 – 15.40 15’
Da Viggiano si arriva al Parco fotovoltaico. L’ampio spiazzo davanti al Parco accoglie i visitatori e facilita le manovre dei pul-mini. Da quest’area è ben visibile il paese sul suo colle, ricordando l’appartenenza del parco al territorio viggianese.Scesi dal pulmino, sotto una pensilina anch’essa realizzata con pannelli foto-voltaici, si ci sposta verso il cubotto, stavolta dedicato all’energia solare.Alcuni altri minuti vengono lasciati ai visitatori per avvicinarsi alle reti del parco e osservare da vicino i grandi pannelli fotovoltaici.
Visualizzazione location Tappa 8 - Il cubotto posizionato davanti al Parco fotovoltaico
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Tappa 9-10-11
Descrizione orario durata km
Parco fotovoltaico -La Grande Quercia 15.40 - 15.45 5’ 3Parco fotovoltaico - La Masseria Crisci 15.40 - 15.50 10’ 6Parco fotovoltaico - La Romantica 15.40 - 15.50 10’ 6,5sosta nell’area “lamerenda” scelta 15.50 - 17 1:10’
Le tappe 9, 10 e 11 sono pensate per una sosta di riposo per i visitatori del parco.Sono una l’alternativa all’altra e funzionano come fossero degli Autogrill: qualora un’area di sosta sia piena, è possibile fermarsi nell’altra.Le aree di sosta sono degli spiazzi sulle rive del lago, con gli alberi a far ombra sul perimetro, attrezzate con un’entità di Empiria: Lamerenda.
Si tratta, come già detto, di un tavolo solar cooking: l’energia ricavata dai pan-nelli fotovoltaici viene utilizzata per alimentare il fornello per riscaldare e cucinare i cibi e un frigorifero per refrigerare le bevande. Le zone di sosta possono essere fruite anche durante la sera, grazie agli apparecchi illuminanti a batterie solari di cui è attrezzato.Le aree di sosta sono sempre in vicinanza di ristoranti e bar: l’area La Quercia è vicino al Bar La Grande Quercia; La Romantica fa parte dell’area all’aperto dell’omonimo ristorante; La Masseria Crisci ospita l’ingresso per l’area di sosta.L’idea è quella che bar e ristoranti siano gemellati al parco fornendo, per e-sempio, prodotti tipici, bibite e assistenza a coloro che decidano di usufruire de Lamerenda, e ospitare nei loro ristoranti coloro invece che deciderano mangiare al tavolo. In questo modo si potenzierebbe anche la pubblicizzazione dei pro-dotti locali. Queste strutture ricettive, opportunamente supportate, potrebbero inoltre occuparsi della manutezione di queste aree e de Lamerenda.
Visualizzazione location Tappa 9, 10, 11 - Lamerenda inserita in una delle aree di sosta
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Tappa 12
Descrizione orario durata km
La Grande Quercia - parco eolico 17.00 - 17.30 30’ 17La Masseria Crisci - parco eolico 17.00 - 17.20 20’ 14La Romantica - parco eolico 17.00 - 17.15 15’ 11cubotto (eolico) ed empiria alberovento 17.30 - 18.15 45’
Il Parco eolico si trova sulle colline più alte a Nord di Montemurro.L’area si presenta dominata da immensi campi coltivati a “pale eoliche” e forag-gio. In un’ampio spiazzo, nella contrada San Vito e La Rossa, si trova il cubotto dedicato all’energia eolica. Tutto intorno al cubotto gli Alberi del Vento fanno risuonare melodie generate dal vento e sullo sfondo svettano le vere pale eoli-che.Percorrendo le stradine sterrate a piedi è possibile avvicinarsi agli aerogenera-tori, ma sempre con la supervisione delle guide del parco.
Visualizzazione location Tappa 12 - Il cubotto e gli alberi del vento posizionati davanti al Parco eolico
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Largo S.Antonio
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Santa Maria Assunta
Palazzo Robilotta
Palazzo Parisi
Municipio
Casa Sinisgalli
Palazzo Robilotta
Parco Giochi
Palazzo Marra
Casa Padula
Casa Ragona
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San Rocco
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Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Montemurro. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco
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Tappa 13 (tappa conclusiva del primo giorno di visita tour completo enerAGRIa)
Descrizione orario durata km
parco eolico - Montemurro 18.15 - 18.30 15’ 10visita Montemurro 18.30 - 19.00 30’Montemurro - Hotel Park Grumentum 19.00 - 19.25 25’ 15
- - fine del primo giorno di visita - - cena e pernottamento 13:35’
Nonostante Montemurro sia stato devastato da ben tre terremoti, il suo territorio è ricco di palazzi, chiese e monumenti che meritano una visita.Come la bellissima piazza con il convento di Sant’Antonio o la chiesa di San Rocco in fondo al paese. La zona ricostruita di recente, come la piazza del muni-cipio e la piazza IV Novembre dove sorge il monumento ai caduti, sono le zone più vissute dai montemurresi. Si è deciso quindi di collocare le dinamo-gioco nella piazza IV Novembre, dove vi è anche un belvedere sulla valle da una parte e sulle pale eoliche dall’altro.
Visualizzazione location Tappa 13 - Piazza IV novembre di Montemurro allestita con le dinamo gioco
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Tappa 14
Descrizione orario durata km
Hotel Park Grumentum - Diga del Lago Pertusillo 9.00 - 9.10 10’ 9visita Diga del Lago Pertusillo 9.10 - 9.20 10’
Partendo da Montemurro, lungo la Strada Statale 598 verso Taranto, al’improvviso si apre il panorama sull’imponente diga del Lago Pertusillo.E’ da questo punto che inizia la scoperta del funzionamento delle centrali idroelettriche. La guida del parco spiega brevemente ai visitatori che dal pulmi-no osservano la diga, il suo funzionamento e il suo scopo legato alla produzione dell’energia, ma anche all’irrigazione, alla pesca, ecc.
Fotografia Tappa 14 - Veduta della diga del Lago Pertusillo nel territorio di Spinoso
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Tappa 15
Descrizione orario durata km
Diga del Lago PertusilloCentrale Idroelettrica Agri 9.20 - 9.30 10’ 15cubotto (idroelettrico) 9.30 - 10.00 30’visita Centrale Idroelettrica Agri 10.00 - 10.30 30’
Una volta superata la diga si arriva alla Centrale idroelettrica nel territorio di Gallicchio. Dalla strada è possibile vedere il grande tubo, proveniente dalle montagne di Gallicchio, in cui l’acqua compie il salto necessario a produrre e-nergia elettrica. Più a valle, sotto la strada, si intravede la Centrale idroelettrica fra la macchia mediterranea. Sul piazzale antistante l’hotel Apogeo è sistemato il cubotto dedicato all’energia idroelettrica.
Visualizzazione location Tappa 15 - Il cubotto posizionato davanti alla Centrale idroelettrica
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Tappa 16
Descrizione orario durata km
Centrale Idroelettrica AgriSpinoso area picnic 10.30 - 10.50 20’ 22sosta (merenda), empiria: coclea 10.50 - 11.50 1:00’
Passando sopra la diga, si raggiunge Spinoso, con una prima sosta nell’area picnic sulle rive del lago Pertusillo.Sui prati dell’area picnic è possibile riposarsi oppure sedersi ai tavoli del bar a prendersi un caffè. Sulle rive sono posizionati gli empiria coclea, grazia ai quali è possibile esperire come l’acqua può produrre energia.
Visualizzazione location Tappa 16 - Le coclea posizionate nell’area picnic di Spinoso
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Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Spinoso. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco
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Tappa 17
Descrizione orario durata km
Spinoso area picnic - Spinoso centro 11.50 - 11.55 5’ 2visita Spinoso centro 11.55 - 12.55 1:00’
Spinoso è il paese che più di tutti viene associato al lago Pertusillo e la sua economia è basata proprio sul turismo legato ad esso. Dalla sua piazza principale, dal meraviglioso belvedere, è possibile ammirare la valle e il lago. La piazza è caratterizzata dalla presenza del Palazzo Vecchio.Ed è prorpio fra il belvedere e la piazza che insiste l’intervento delle dinamo-gioco e del landmark, ponendosi come cerniera tra storia, cultura e energia.
Visualizzazione location Tappa 17 - Il Belvedere di Spinoso allestito con le dinamo gioco e le sedute ENIthingElse
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Visualizzazione location Tappa 17 - Il Belvedere di Spinoso allestito con le dinamo gioco e le sedute ENIthingElse
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Castello Giliberti
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Chiesa Santinfantino
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Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Grumento Nova. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco
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Tappa 18
Descrizione orario durata km
Spinoso centro -Hotel Park Grumentum 12.55 - 13.15 20’ 14Spinoso centro - Area picnic La Grande Quercia 12.55 - 13.15 20’ 14pranzo all’Hotel Park Grumentumo a La Grande Quercia 13.15 - 14.15 1:00’H. Park Grumentum - Parco Archeologico Grumentum 14.15 - 14.30 15’ 9La Grande Quercia - Parco Archeologico Grumentum 14.15 - 14.30 15’ 9visita Parco Archeologico Grumentum 14.30 - 16.00 1:30’visita Museo Archeologico Nazionale Grumentum 16.00 - 17.00 1:00’
Il tour energetico si arricchisce di suggestioni grazie alla visita al sito archeo-logico di Grumentum, dove è possibile ammirare i resti dell’antica città lucana e l’anfiteatro. Come interventi plug-in sul sito è possibile vedere i barili di petrolio nella loro veste di postazioni per inquadrature fotografiche e come totem infor-mativi. In taluni casi sarà per esempio possibile allestire delle mostre sul “re-use design” utilizzando i barili come espositori e creando un collegamento ideale fra passato e presente, fra le usanze di riuso antiche (come l’uso delle antiche fondazioni e materiali per costruire i nuovi edifici) e quelle odierne.
Visualizzazione location Tappa 18 - Il Parco archeologico di Grumentum allestito con ENIthingElse
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areatavolicaffè caffè
ticket
bookshop
intro
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intro mostra
esposizionestoria
del petrolio
collezione attuale archeologica
La fondazione del Museo Archeologico Nazionale dell’alta Val d’Agri fu voluta da Dinu Adamesteanu, primo Soprintendente della Basilicata. Costruito a partire dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, il primo nucleo del Museo è stato inaugurato il 15 dicembre 1995, al quale si aggiungeranno altri due corpi espositivi provvisti di deposito entro il 2012.Le esposizioni del Museo possono essere lette secondo un percorso tematico (insediamenti: protostoria, età romana; necropoli: età arcaica, classica, lucana, romana; culto: età lucana, romana e medievale) o per ambiti cronologici: a) Protostorico, b) età arcaica, classica ed ellenistica; c) età romana e medievale.La proposta è far diventare il museo anche un centro meeting e convegni per specialisti e non, dove è possibile attuare un ulteriore approfondimento non solo sulla storia, l’arte e la cultura del luogo, ma anche sulla storia dell’energia dalla preistoria ai nostri giorni, secondo un excursus filologico studiato da
Planimetria location Tappa 18 - Il Museo archeologico di Grumentum allestito con proposta di riorganizzazione degli spazi, piano terra
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esposizionestoria
del petrolio
collezione attuale archeologica
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specializzatadell’energiazo
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sala meeting
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archeologi e storici dell’energia. In vista dell’allargamento dello spazio espositivo si propone di riorganizzare il museo secondo le planimetrie presentate in queste pagine: il nucleo centrale dell’edificio presenta al piano seminterrato una sala meeting attrezzata con una piccola zona buffet e una biblioteca specializzata nel settore energia, mentre il piano terra accoglie la biglietteria, il bookshop, una caffetteria con la possibilità di sedersi ai tavoli sistemati lungo le grandi ve-trate che si affacciano sull’area meeting. Le due ali aggiuntive costituite da due piani collegati fra loro e al corpo dell’edificio centrale e oggi ancora in costruzione, ospitano le collezioni. Quest’ultime sono di due tipi: la prima ospita i reperti già presenti nel museo e quelli che verranno rinvenuti durante gli scavi, l’altra ala ospita invece la collezione dedicata alla storia dell’energia. Naturalmente l’estetica del luogo rispecchia l’immagine co-ordinata del parco enerAGRIa.
Planimetria location Tappa 18 - Il Museo archeologico di Grumentum allestito con proposta di riorganizzazione degli spazi, piano seminterrato
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Tappa 19
Descrizione orario durata km
Grumentum - Grumento Nova 17.00 - 17.10 10’ 6visita Grumento Nova 17.10 - 18.10 1:00’Castello Sanseverino 18.10 - 19.00 50’ Castello Sanseverino - Parcheggio Tramutola 19.00 - 19.20 20’ 13
Una visita merita anche Grumento Nova, con i suoi palazzi, le chiese, il belve-dere sul Lago Pertusillo e il Castello dei Sanseverino.Ed è proprio nelle scuderie del Castello che si conclude il tour di enerAGRIa, nella sala che già oggi ospita eventi e mostre temporanee.Una mostra dedicata agli artisti locali o all’arte realizzata con materiali di riuso o la presentazione di un libro sull’energia o semplicemente un buffet sembra essere il migliore dei modi di salutare i visitatori.
Visualizzazione location Tappa 19 - Le scuderie del Castello dei Sanseverino di Grumento Nova
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Le tappeil tour ridotto
Al contrario di quel che avviene per il tour completo, il tour ridotto ha una durata di un solo giorno e tocca solo le tappe connesse più direttamente con l’energia, escludendo le visite ai paesi. Esso permette di fruire i cubotti; le em-piria, ad eccezione delle dinamo-gioco. Le visite a Palazzo Terzella di Tramu-tola, al Centro didattico di Cacciatizze e al Parco archeologico con relativo museo di Grumentum sono temporalmente limitate. Sarà quindi compito della guida dare in una mezzora una spiegazione esauriente rimandando, per esem-pio, ad al sito internet di enerAGRIa, magari provvisto di aree e-learning, per approfondimenti su tutti gli argomenti energetici e storici.Tuttavia, nonostante le tempistiche brevi, nel tour ridotto sarà possibile visi-tare tutte le centrali: la caldaia a pellet di Cacciatizze, il COVA e il parco foto-voltaico Viggiano 5, il parco eolico di Montemurro, la Diga del Pertusillo, la centrale elettrica di Gallicchio.Il tutto, così come nel tour completo, si concluderà a Grumentum perchè capire come le fonti di energia si sono sviluppate finora può aiutare a capire come si evolveranno in futuro.
Tappa 1
Descrizione orario durata km
Parcheggio - Palazzo Terzella 8.45 - 9.00 15’ 1Visita Palazzo Terzella (storia petrolio) 9.00 - 9.30 30’
Tappa 3
Descrizione orario durata km
Tramutola-Centro Oli Val d’Agri 9.30 – 9.50 20’ 17visita cubotto (idrocarburi) 9.50 – 10.20 30’ visita Centro Oli Val d’Agri (COVA) 10.20 – 10.50 30’
Tappa 8
Descrizione orario durata km
Calvello - Parco fotovoltaico 11.50 - 12.20 30’ 24cubotto (fotovoltaico) 12.20 - 12.50 30’parco fotovoltaico Viggiano 5 12.50 - 13.05 15’
Tappa 4
Descrizione orario durata km
Centro Oli Val d’AgriCentro Educazione Ambientale 10.50 – 11.20 30’ 24visita Centro Educazione Ambientale (biomassa) 11.20 – 11.50 30’
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Tappa 9-10-11
Descrizione orario durata km
Parco fotovoltaico -La Grande Quercia (lamerenda) 13.05 - 13.10 5’ 3Parco fotovoltaico -Hotel Park Grumentum 13.05 – 13.10 5’ 3Parco fotovoltaico - La Masseria Crisci (lamerenda) 13.05 – 13.15 10’ 6
Tappa 14
Descrizione orario durata km
parco eolico - Diga del Lago Pertusillo 15.40 - 15.55 15’ 10visita Diga del Lago Pertusillo 15.55 - 16.05 10’
Tappa 18
Descrizione orario durata km
Centrale Idro. Agri - Parco Archeologico Grumentum 17.45 - 18.30 45’ 32visita Parco Archeologico Grumentum 18.30- 19.00 30’visita Museo Archeologico Nazionale Grumentum 19.00 - 19.45 45’Conferenza / Buffet finale
Tappa 12
Descrizione orario durata km
La Grande Quercia – parco eolico 14:25 – 14.55 30’ 17Hotel Park Grumentum – parco eolico 14:25 – 14.55 30’ 17La Masseria Crisci – parco eolico 14:25 – 14.45 20’ 14La Romantica – parco eolico 14:25 – 14.40 15’ 11cubotto (eolico) ed empiria alberovento 14.55 – 15.40
Tappa 15
Descrizione orario durata km
Diga del Lago PertusilloCentrale Idroelettrica Agri 16.05 - 16.15 10’ 15cubotto (idroelettrico) 16.15 - 16.45 30’visita Centrale Idroelettrica Agri 17.15 17.45 30’
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1 Viggiano_Centro oli ENI
3 Viggiano_Impianto fotovoltaico DSG-RE
7 Montemurro_Parco eolico FRI-EL
9 Spinoso_Diga Pertusillo, Casa di Guardia
10 Gallicchio_Centrale idroelettric Agri/ENEL
13 Grumentum_Museo e sito archeologico
enerAGRIa - itinerario visita breve
V a l d ’ A g r i parco del l ’energ ia
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Lago Pertusillo
Itinerario di visita di enerAGRIa - tour ridotto
enerAGRIa104
Tappa MontemurroEnergia Eolica
Tappa GrumentumEnergia della cultura
Tappa Gallicchio Energia idroelettrica /centrale
Tappa Grumento Nova Energia della cultura
Tappa Spinoso Energia idroelettrica /diga
Tappa Tramutola Affioramenti e storia del petrolio
Tappa ViggianoCentro Olio Val d’Agri
Tappa ViggianoEnergia solare
Tappa CalvelloBiomassa
Val d’Agri
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spot, canale youtube e sito
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fronte
retro
IL PARCO DELL’ENERGIA DELLA VAL D’AGRI
Il parco si pone l’obiettivo di valorizzare le risorse e l’identità del territorio, in particolare creando un network di comuni legati reciprocamente dalla presenza sul loro territorio di diverse fonti di energia.Prima la Val d’Agri veniva vista come luogo di turismo legato solo all’ambiente, o come territorio legato idealmente solo al petrolio.Oggi non è più cosi quindi il parco si pone l’obiettivo di divulgare la nuova natura “energetica” e culturale dell’area e di educare all’energia.Per far questo il parco è dotato di tre principali entità:
1. dinamo gioco. 2. empiria 3. cubotti
Il parco è collegato principalmente dalla strada statale 598, lungo il cui percorso sono posi-zionati dei landmark con il compito di segnalare il territorio interessato dal parco. Lungo la statale, in corrispondenza di Tramutola, è possi-bile parcheggiare la macchina e salire a bordo di pulmini elettrici che porteranno i fruitori a visitare le varie tappe del parco. Infatti il parco è costi-tuito da 19 tappe, ognuna delle quali ospita una delle entità precedentemente esplicate. Il tour si apre con una mostra sulla storia del petrolio a Tramutola e si conclude con una tappa al museo e al sito archeologico di Grumentum, con una mostra dedicata alla storia dell’energia, un ulteriore approfondimento che unisce la cultura artistica e storica alla cultura scientifica ed ener-getica del luogo.La sala del Castello di Sanseverino di Grumento Nova ospiterà invece mostre temporanee di opere artistiche, scientifiche e letterarie contem-poranee dedicate all’energia.enerAGRIa
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SS 598Campania PugliaSS 598
SS
103
SS
27
6
SS276
StradalocalitàcontradaCapanna
StradacomunaleMadonnadi Viggiano
SP
23
SS
106
SP7
SP
11
SP
11SP
16
SP
25
2 Petrolio Tramutola
1 Tramutola_Città
3 Centro oli eni
4 Centro Educazione AmbientaleCacciatizze di Calvello
17
18
Spinoso_CIttà
Grumentum_Hub_Museo e sito archeologico
19 Grumento Nova_Hub_Sala del Castello
9
10
11
Parco eolico FRI-EL
Area picnic “La Quercia”
Area picnic “Masseria Crisci”
Area picnic “La Romantica”
12
Montemurro_Città
Diga Pertusillo, Spinoso14Gallicchio_Centrale idroelettric Agri/ENEL15
Spinoso_Area picnic16
136 Palacamastra_
Teleriscaldamento a cippato
Calvello_Città
7 Viggiano_Città
8 Impianto fotovoltaico DSG-RE
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enerAGRIa - itinerario visita
V a l d ’ A g r i parco del l ’energ ia
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18
192
7
Viggiano
Calvello
Centro EducazioneAmbientale
Località Cacciatizze
Località Autiero
Grumento
Tramutola
Grumentum
Lago Pertusillo
Montemurro
Gallicchio
Spinoso
petrolio
biomassa
eolico
idroelettrico
fotovoltaico
diga
Schizzi relativi alle t-shirt e alle felpe del personale didattico o delle guide
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brochure, guide e merchandising
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Le felpe nelle varie versioni grafiche. Esse sono unisex.