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enerAGRIa

Date post: 07-Apr-2016
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enerAGRIa è la proposta di progetto di un attrattore turistico per la Val d’Agri. Un parco tematico sul tema dell’energia progettato per il turismo didattico, sostenibile sia nei materiali impiegati che nell’economia realizzativa.
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enerAGRIaIl parco dell’energia della Val d’Agri

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Proprietà letteraria riservataEditore

1a edizione: 2011

Tutti i riferimenti ad aziende, istituzioni, enti e affini sono il frutto della ricerca degli studenti e quindi sono utilizzati in questa pubblicazione ad esclusivo scopo didattico-divulgativo.

ISBN

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Introduzione Parco dell’energia in Basilicata 7 Un parco dell’energia in Val d’Agri 8

Capitolo 1 Le energie 11 L’uomo e l’energia cinetica 12 Il sole e l’energia solare 14 Il vento e l’energia eolica 24 L’acqua e l’energia idroelettrica 33 L’idrogeno e la sua energia 38 La biomassa e la sua energia 41

Capitolo 2 I Parchi Tematici Territoriali 49Reti città glocali per lo sviluppo 53La promozione del territorio 57La forma della comunicazione 59

Capitolo 3 Basilicata: Natura, Cultura ed Energia 63 La Basilicata e i parchi naturali 64 La Basilicata, la storia e la cultura 65 La Basilicata e il petrolio 66 La Basilicata e il sole 67 La Basilicata e il vento 68 La Basilicata e l’acqua 69 Quattro comuni per il Parco dell’energia 72 Le vie di comunicazione lucane 74

Capitolo 4 Sopralluogo 77Abstract 80Nome e logo 82Il landmark e il percorso 87 Landmark 88 Percorso 91 L’autobus e il personale didattico 96 Divise del personale didattico e merchandaising 99Le tre entità: dinamo gioco, empiria, cubotto 102 dinamo gioco 103 empiria 109 cubotto 121Le tappe 146 Tappa 1 148 Tappa 2 149 Tappa 3 152 Tappa 4, 5, 6 154 Tappa 7 156 Tappa 8 158 Tappa 9 160 Tappa 10 161 Tappa 11 162 Tappa 12 163 Tappa 13 166 Tappa 14 170Le tappe e il tour ridotto 172Brochure 174

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A livello nazionale ed internazionale la questione energetica sta assumendo un peso sempre più rilevante per la crisi dei modelli tradizionali di approvvi-gionamento, per la crescente attenzione del mondo alla sostenibilità ambientale e per le profonde innovazioni che stanno investendo tecnologie produttive e fonti di energia. - Circa l’80% dell’energia primaria utilizzata nel mondo proviene dai com-bustibili fossili (35% dal petrolio, 21,2% dal gas e 23,3% dal carbone). La di-sponibilità di queste risorse non è illimitata.- L’unica possibilità di una soluzione alla crisi energetica globale sono il ri-sparmio energetico, la stabilizzazione dei consumi e le fonti rinnovabili, ovvero le fonti di energia che si ricostituiscono in un tempo paragonabile con il tempo del loro consumo.

L’energia è un tema centrale per il futuro del mondo e per il domani dell’Italia. E’ necessario moltiplicare le iniziative di informazione sui temi energetici che oggi non possono prescindere dai concetti di sostenibilità e risparmio energetico.

La Basilicata ha un legame molto stretto con l’energia e può essere considerata la regione simbolo dell’energia in Italia:- La Basilicata, con circa 32,35 milioni di barili di petrolio estratti nel 2007 (corri-spondenti al 74,78% della produzione complessiva nazionale) è la principale regione per produzione di petrolio in Italia. - Le fonti rinnovabili contribuiscono in maniera determinante alla produzione di energia elettrica con circa il 31% della produzione totale regionale, essenzial-mente per effetto dello sfruttamento dell’energia eolica e di quella idroelettrica.

Questa centralità della Regione nel sistema energetico nazionale non si è ancora tradotta in autentica risorsa per la popolazione locale la quale ha percepito, fino ad oggi, soprattutto gli aspetti negativi di questa situazione (inquinamento am-bientale, invasione del territorio) senza coglierne il potenziale di sviluppo e valo-rizzazione per la regione. E’ necessario quindi attivare iniziative di largo respiro sull’energia per “restituire” il tema alla popolazione locale e per liberarne le potenzialità come fattore di svi-luppo territoriale.

Parco dell’energia in Basilicata

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mezzo per dare valore alla regione

La principale chiave di lettura del parco è la ricerca di soluzioni ecocompati-bili (non semplice sensibilizzazione ai temi ambientali) per la produzione e l’uso dell’energia: i visitatori del parco scopriranno tutti i mezzi a loro disposi-zione per agire positivamente in materia di produzione e consumi energetici, ri-spetto dell’ambiente naturale e sviluppo sostenibile e duraturo. Problematiche, queste, che investono tutti i settori della vita quotidiana: la casa, gli spostamenti, l’alimentazione e gli altri tipi di consumo.Si vuole inoltre dimostrare come la ricerca pubblica, le sperimentazioni e l’elaborazione di nuovi prodotti da parte del settore privato contribuiscano a proporre nuove alternative per una migliore qualità di vita nel rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile.

Il Parco, di livello internazionale, tratterà il tema delle eco-energie in modo inno-vativo, utilizzando strumenti di tipo ludico e pedagogico. Verrà realizzato segu-endo tre principali elementi progettuali:- Didattica esperienziale - Spettacolarizzazione- Parco diffuso

Il modello di Parco prescelto unisce gli elementi di rigore scientifico e di educa-tion di un museo scientifico con il coinvolgimento emotivo e il divertimento di un parco tematico. Dovrà inoltre rappresentare “la via italiana” alla realizza-zione di un parco scientifico ricorrendo a soluzioni creative, originali ed effi-cienti per ricreare un ambiente unico e differenziante rispetto all’offerta nazio-nale e internazionale. L’obiettivo progettuale è quello di rendere emozionante la visita del Parco con il supporto di tecnologie specifiche, in particolare digi-tali (ambienti digitali sensibili e interattivi), ed utilizzando logiche di narrazione cinematografiche (multimedia, scenografie, ecc.).

Il parco si inserisce all’interno di una rete di percorsi (pedonali e non) che creano un sistema di parco diffuso sul territorio, formato da punti strategici che abbia-no come filo conduttore il tema energia. I percorsi suggeriti potranno ad esempio seguire logiche tematiche di apprendimento (visita ai luoghi di produzione),

Un parco dell’energia in Val d’Agri

La Val d’Agri è un territorio fondamentale per la produzione di energia nella re-gione, caratterizzato dalla presenza di diverse tipologie di fonti energetiche:

- I giacimenti petroliferi, dove si registra una produzione di picco di olio di circa 104.000 barili/giorno e di gas di circa 3,2 milioni Nm3/g, che rendono il sito stra-tegico a livello nazionale- Il Parco Eolico nella zona tra Viggiano e Montemurro- La Diga del Lago di Pietra del Pertusillo che sbarra il fiume Agri all’altezza della stretta del Pertusillo

E da un contesto naturale di particolare suggestione costellato da impor-tanti luoghi di interesse storico-artistico. Al centro della Val d’Agri, nei pressi di Grumento in località Pantanello è stata individuata un’area ideale per la costru-zione del parco costituita da una spianata, un “anfiteatro naturale”, circondato da monti e boschi, adiacente al lago del Pertusillo.

L’area identificata per il Parco è di grande interesse paesaggistico e ad alto potenziale di valorizzazione turistica grazie alla presenza di numerosi importanti attrattori che consentono di collocare il Parco al centro di un sistema integrato di visita del territorio.

I luoghi di maggiore rilievo storico-artistico e paesaggistico nelle vicinanze del Parco sono:- Il sito archeologico di Grumentum- Il lago del Pertusillo- Il convento di Santa Maria d’Orsoleo- Il Borgo di Guardia Perticara

Il Parco dell’Energia si prefigge tre grandi obiettivi:- Diventare un grande attrattore locale e un volano per lo sviluppo del territorio- Essere considerato un luogo di riferimento per apprendere l’uso sostenibile dell’energia e per sviluppare nuove soluzioni di risparmio energetico- Servire da strumento di riappropriazione del territorio, utilizzando l’energia come

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di sperimentazione (prova di veicoli a basso consumo/impatto), di approfondi-mento storico-culturale (le fonti energetiche del passato).

I luoghi legati alla produzione di energia (Impianti di perforazione, Centro Olio per la raccolta ed il primo trattamento del petrolio, Diga del Pertusillo) costitui-scono forti punti di attrazione e curiosità per i visitatori. L’obiettivo è quello di renderne la visita particolarmente coinvolgente. Si potranno, ad esempio, realizzare percorsi di visita che, grazie all’ausilio di tecnologie avanzate, consen-tiranno l’esplorazione di punti solitamente non accessibili al pubblico (ad esempio: scendere sottoterra per osservare le trivelle in funzione, camminare sulla diga, salire su una pala eolica).

Il tema della sostenibilità energetica ed il modello di Parco identificato si rivolgono naturalmente ad un target ampio e differenziato in cui ciascuna componente potrà trovare forti elementi di richiamo e interesse:- Scuole, con visite guidate e laboratori di approfondimento per studenti ed in-segnanti- Famiglie, con attività didattiche e ludiche mirate - Turisti e gruppi organizzati, con un’offerta turistica integrata che promuoverà la visita e la permanenza sul territorio- Esperti della materia e ricercatori, con workshop e convegni su tematiche di attualità scientifica.

Andrea Granelli e Stefano Santini, fondatori di Kanso

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[fonte: Energheia]

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L’attuale diffusione della consapevolezza di una necessaria, ed urgente, tra-sformazione dei modelli di sviluppo e di gestione delle risorse energetiche ed am-bientali, ha determinato il crescente interesse verso possibili soluzioni riguardanti gli stili di vita e l’educazione alla sostenibilità ambientale.

Per quanto riguarda gli stili di vita, le più recenti disposizioni normative a li-vello nazionale, stanno infatti recependo un atteggiamento, diffuso in Europa e nel resto del monto industrializzato e in via di sviluppo, di maggiore e condi-visa sensibilità nei confronti delle trasformazioni in atto, per quanto concerne il crescente numero di dispositivi di uso quotidiano, ed il conseguente fabbisogno energetico. Tale sensibilità ha come obiettivo una strategia di riduzione degli im-patti ambientali e delle emissioni nei processi di generazione, trasformazione ed utilizzo dell’energia.

Di conseguenza emerge come centrale il ruolo dell’educazione ad una nuova sensibilità alle questioni della sostenibilità ambientale, soprattutto in termini di “educazione energetica”. Un’educazione ai consumi per crescere più consape-voli dal punto di vista dell’ambiente e della responsabilità verso il futuro.

Le attuali modalità di integrazione architettonica dei dispositivi e sistemi con-solidati per la produzione di energia da fonti rinnovabili non risulta a nostro avviso adeguata alla realizzazione di manufatti e paesaggi armonici con il paesaggio antropizzato, in particolare in area di interesse naturalistico ambientale. Nei casi migliori tali dispositivi sono celati, mentre sarebbe possibile pensare ad interventi reversibili, con alte potenzialità di trasformazione, aggiornamento e smaltimen-to.

Proponiamo pertanto un Sistema Ambientale dell’Energia, attraverso una serie di interventi mirati, integrati al sistema paesaggistico e ambientale esistente, che si configurino come supporti e interfacce per la definizione di un percorso didat-tico percettivo dell’integrazione tra paesaggio naturale e paesaggio antropiz-zato dell’energia.

Le energie

[fonte: Energheia]

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L’energia cinetica è l’energia che un corpo possiede in virtù del suo movimen-to. Tale concetto formalizza l’idea che un corpo in moto è in grado di compiere lavoro in quanto esso è in moto.L’energia cinetica di un punto materiale può essere espressa matematicamente dal semiprodotto della sua massa per il quadrato del modulo della sua velocità.L’energia cinetica dipende dal sistema inerziale di riferimento. In un sistema di riferimento stazionario l’energia cinetica assume un valore inferiore di quello as-sumibile in un sistema di riferimento in movimento. L’energia cinetica aggiuntiva è quella corrispondente all’energia cinetica di traslazione della massa m alla ve-locità v di spostamento del sistema inerziale di riferimento.In meccanica classica, l’energia cinetica di un corpo di massa m è il lavoro ne-cessario per portarlo da una velocità iniziale nulla ad una velocità finale v. Questa definizione può essere formalizzata grazie a quello che storicamente prende il nome di “teorema delle forze vive”, oggi più noto come “teorema dell’energia cinetica”.

Una importante considerazione di questi ultimi anni è il possibile utilizzo dell’energia scaturita dall’azione umana, dal movimento che tutti noi facciamo durante la giornata. Molta attenzione in questo contesto viene prestata a quelle particolari realtà, spesso legate alle metropoli, che vedono coinvolte enormi masse di essere umani, spesso impegnati nelle stesse attività. Un esempio pos-sono essere i passaggi nelle stazioni metropolitane durante gli orari di punta, o il contesto di un concerto rock. Parallelamente a questi eventi a macroscala e-sistono poi micromovimenti, legati alla normale deambulazione per esempio, che opportunamente seguiti consentono di recuperare energie in piccole quantità, che risultano però stoccabili ed utili per device personali a basso consumo.

L’uomo e l’energia cinetica

Human Dynamo HD-4.2www.humandynamo.net

Human Dynamo è un attrezzo per esercizio fisico, da utilizzare in casa o in palestra, in grado di recuperare e stoccare l’energia prodotta dal movimento.Esiste sia in versione singola, sia in versione multipla con la quale, in spazi collettivi come una palestra, è possibile ottenere quantitativi sensibili di energia.Ogni attrezzo può produrre da 200 a 600 watt.

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Kinetic Energywww.californiafitness.com

Kinetic Energy è un dispositivo elettronico che permette di utilizzare le articolazioni come nodi in continuo movimento e da cui è possibile trarre energia. Questo progetto dell’australiana Wilma van Boxtel, è concepito come una semplice banda da allacciare alla caviglia o da indossare al braccio che trasforma l’energia cinetica del vostro movimento in energia elettrica. In caso di necessità così potrete collegare il vostro cellulare o qualsiasi gadget all’apposito connettore e camminare per ricari-carlo.

East Japan Railway Companyhttp://nubeals.blogspot.com/2007/12/passengers-create-electricity-at-mrt.html

Il progetto prevede di “catturare” energia sfruttando il passaggio degli utenti attraverso i vari gate di accesso di metropolitane, treni, ecc. Il sistema si basa su elementi piezoelettrici integrati nel pavimento nelle aree di accesso. Questi elementi generano elettricità grazie al passaggio e alle vibrazioni. L’energia è poi stoccata in sistemi ad alta efficienza.

Sustainable Dance Club WATT - Rotterdamwww.guardian.co.uk

Il progetto olandese, lanciato nel 2006, prevede di utilizzare l’energia prodotta dal movimento dei corpi umani durante il ballo, attraverso un pavimento generatore, per supportare l’enorme mole di energia necessaria per i locali notturni. Il locale è stato progettato per diminuire del 30% il consumo di energia e del 50% il consumo di acqua e la produzione di rifiuti.Al momento i 60 mq di pista generano solo 300 watt, appena sufficienti per i led colorati che la illuminano.

Hong Kong California Fitness “Powered by YOU”www.californiafitness.com

Il progetto prevede che una parte delle attività della palestra sia dedicata al programma “Powered by YOU”. Il programma, che sta diventando molto popolare, produce energia a partire dagli attrezzi per lo step, dalle cyclette e dai rulli da allenamento. L’energia umana, scaricata su questi attrezzi, viene trasformata in energia elettrica utile ad illuminare gli am-bienti.

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Per energia solare si intende l’energia, termica o elettrica, prodotta sfruttando direttamente l’energia irraggiata dal Sole (fonte rinnovabile) verso la Terra.In qualsiasi momento il Sole trasmette sull’orbita terrestre 1367 watt per m2. Tenendo conto del fatto che la Terra è una sfera che oltretutto ruota, l’irraggiamento solare medio è, alle latitudini europee, di circa 200 watt/m². Moltiplicando questa potenza media per metro quadro per la superficie dell’emisfero terrestre istante per istante esposto al sole si ottiene una potenza maggiore di 50 milioni di GW (un GW - gigawatt - è circa la potenza media di una grande centrale elettrica).La quantità di energia solare che arriva sul suolo terrestre è quindi enorme, circa diecimila volte superiore a tutta l’energia usata dall’umanità nel suo complesso, ma poco concentrata, nel senso che è necessario raccogliere energia da aree molto vaste per averne quantità significative, e piuttosto difficile da convertire in energia facilmente sfruttabile con efficienze accettabili. Per il suo sfruttamento occorrono prodotti in genere di costo elevato che rendono l’energia solare note-volmente costosa rispetto ad altri metodi di generazione dell’energia. Lo sviluppo di tecnologie che possano rendere economico l’uso dell’energia solare è un set-tore della ricerca molto attivo ma che, per adesso, non ha avuto risultati rivolu-zionari.L’energia solare può essere utilizzata per generare elettricità (fotovoltaico) oppure per generare calore (solare termico). Tre sono le tecnologie principali per trasformare in energia sfruttabile l’energia del sole:- il pannello solare termico sfrutta i raggi solari per scaldare un liquido con speciali caratteristiche, contenuto nel suo interno, che cede calore, tramite uno scambiatore di calore, all’acqua contenuta in un serbatoio di accumulo.- il pannello solare a concentrazione sfrutta una serie di specchi paraboli-ci a struttura lineare per concentrare i raggi solari su un tubo ricevitore in cui scorre un fluido termovettore o una serie di specchi piani che concentrano i raggi all’estremità di una torre in cui è posta una caldaia riempita di sali che per il calore fondono. In entrambi i casi “l’apparato ricevente” si riscalda a temperature molto elevate (400°C ~ 600°C)- il pannello fotovoltaico sfrutta le proprietà di particolari elementi semicondut-tori per produrre energia elettrica quando sollecitati dalla luce.

I collettori termici possono essere a circolazione naturale o forzata; i pri-mi utilizzano del liquido contenuto nei pannelli per consentirne la circolazione

Il solee l’energia solare

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all’interno del sistema pannello di calore. In questo caso il serbatoio di accumulo che contiene lo scambiatore di calore deve trovarsi più in alto del pannello.I sistemi a circolazione forzata utilizzano una pompa che fa circolare il fluido all’interno di scambiatore e pannello quando la temperatura del fluido all’interno del pannello è più alta di quella all’interno del serbatoio di accumulo, che, in questo caso, si trova più in basso dei pannelli. Sistemi di questo tipo sono più complessi dal punto di vista dei controlli e delle apparecchiature impiegate (pompe, sensori di temperatura, valvole a tre vie, centraline di controllo), ma consentono di posi-zionare il serbatoio di accumulo, anche di grandi dimensioni, praticamente dove si vuole, ad esempio a terra e non sul tetto dove problemi di peso ne rendereb-bero difficile la collocazione.Il pannello solare a concentrazione concentra i raggi solari su un opportuno ricevitore; attualmente il tipo più usato è quello a specchi parabolici a struttura lineare che consente un orientamento monodimensionale (più economico) verso il sole e l’utilizzo di un tubo ricevitore in cui è fatto scorrere un fluido termovettore per il successivo accumulo di energia in appositi serbatoi. Il vettore classico è costituito da olii minerali in grado di sopportare alte temperature. Nel 2001 l’ENEA ha avviato lo sviluppo del “progetto Archimede”, volto all’utilizzo di sali fusi anche negli impianti a specchi parabolici a struttura lineare. Essendo necessaria una temperatura molto più alta di quella consentita dagli olii, si è provveduto a progettare e realizzare tubi ricevitori in grado di sopportare tem-perature maggiori di 600°C (contro quelle di 400°C massimi dei tubi in commer-cio), ricoperti di un doppio strato CERMET (ceramica/metallo) depositato con procedimento di sputtering. I sali fusi vengono accumulati in un grande serbatoio coibentato alla temperatura di 550°C. A tale temperatura è possibile immagazzi-nare energia per 1 kWh equivalente con appena 5 litri di sali fusi. Da tale serba-toio i sali (un comune fertilizzante per agricoltura costituito da un 60% di nitrato di sodio (NaNO3) e un 40% di nitrato di potassio (KNO3)) vengono estratti e utiliz-zati per produrre vapore surriscaldato. I sali utilizzati vengono accumulati in un secondo serbatoio a temperatura più bassa (290°C). Ciò consente la genera-zione di vapore in modo svincolato dalla captazione dell’energia solare (di notte o con scarsa insolazione). L’impianto, lavorando ad una temperatura di regime di 550°C, consente la produzione di vapore alla stessa temperatura e pressione di quello utilizzato nelle centrali elettriche a coproduzione (turbina a gas e riuti-lizzo dei gas di scarico per produrre vapore), consentendo consistenti riduzioni

di costi e sinergie con le stesse. Attualmente è stato realizzato un impianto con tali caratteristiche in Spagna ed è stato siglato un accordo di realizzazione di un impianto su scala industriale presso la centrale termoelettrica ENEL ubicata a Priolo Gargallo (Siracusa).I pannelli solari fotovoltaici convertono la luce solare direttamente in energia elettrica. Questi pannelli sfruttano l’effetto fotoelettrico e hanno una efficienza di conversione che arriva fino al 32,5% nelle celle da laboratorio. In pratica, una volta ottenuti i moduli dalle celle e i pannelli dai moduli e una volta montati in sede, l’efficienza media è di circa il 12%. Questi pannelli non avendo parti mobili o altro necessitano di pochissima manutenzione. In sostanza vanno puliti periodi-camente. La durata operativa stimata dei pannelli fotovoltaici è di circa 30 anni. I difetti principali di questi impianti sono il costo dei pannelli e l’immagazzinamento dell’energia. Indicativamente, se si volesse produrre con sistemi fotovoltaici il 10% dell’energia elettrica consumata in Italia, bisognerebbe investire 240 miliardi di euro solo per l’acquisto e la messa in opera dei pannelli (la stessa energia verrebbe erogata da 4 reattori nucleari che richiedono, invece, un investimento di meno di 10 miliardi di euro per la sola costruzione, senza contare i costi dello smaltimento delle scorie nucleari). Il secondo problema di questo genere di im-pianto è che l’energia viene prodotta istantaneamente e non può essere imma-gazzinata in modo semplice. Grazie a una legislazione che prevede incentivi eco-nomici all’installazione di impianti fotovoltaici e la possibilità di vendere l’energia prodotta in eccesso al gestore della rete di trasmissione, la Germania è al primo posto in Europa per la potenza elettrica prodotta da energia solare: tale quantità, però, soddisfa solamente meno dello 0,1% del fabbisogno nazionale tedesco ed è del tutto insufficiente a sostenere il trend crescente della domanda energetica (in Germania la prima fonte di produzione di energia elettrica è il carbone, con oltre il 50%, e al secondo posto c’è il nucleare con quasi il 30%).Analoghe iniziative, note come “Conto Energia” o “Feed-in tariff”, sono state in-traprese da diversi stati europei ratificanti il Protocollo di Kyoto, tra cui anche l’Italia, mediante il Decreto Interministeriale 28/07/2005 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 181 del 05/08/2005 e successivi aggiornamenti, comunemente noto come “Decreto Conto Energia”.Attualmente i pannelli solari vengono utilizzati per fornire acqua calda (solare termico) e riscaldamento ad abitazioni e piccoli complessi. Si è tentato di realiz-zare centrali solari che, utilizzando turbine, convertissero il calore immagazzi-

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estate esso riesce a controbilanciare la maggiore domanda domestica dovuta ai condizionatori.

Attualmente la maggior parte degli studi si concentrano su nuove generazioni di celle fotovoltaiche dotate di una maggior efficienza di quelle attuali o su celle fotovoltaiche dotate di un’efficienza simile a quella delle celle attuali ma molto più economiche. Studi più ambiziosi puntano alla realizzazione di centrali solari orbitanti. Queste centrali dovrebbero raccogliere i raggi solari direttamente nello spazio e trasmettere la potenza assorbita sulla Terra per mezzo di microonde o raggi laser. Gli attuali progetti di costruzione prevedono l’installazione di queste centrali nel 2040.La tecnologia fotovoltaica è indicata per produrre elettricità in zone isolate, me-diante la realizzazione di piccoli impianti. Attualmente l’evoluzione tecnologica rende possibili anche impianti tipicamente energetici avvalendosi di sistemi ibridi, come ad esempio fotovoltaico e termico.In tutto il mondo, sono attualmente allo studio nuove tecnologie e nuovi sistemi per sfruttare l’energia del sole allo scopo di creare le prime vere centrali solari: citiamo ad esempio le centrali CRS, ossia Central Receiver System (es proget-to PS10), e la torre solare australiana realizzata dall’EnviroMission Ltd di Mel-bourne.

nato in energia elettrica ma questi esperimenti sono sostanzialmente falliti per la bassa resa di queste centrali rapportate con gli alti costi di gestione e con la discontinuità della fornitura elettrica (si veda però quanto detto per i pannelli a concentrazione di ultima generazione). I pannelli fotovoltaici vengono utiliz-zati prevalentemente per alimentare dispositivi distanti dalle reti elettriche (sonde spaziali, ripetitori telefonici in alta montagna, ecc) o con richieste energetiche talmente ridotte che un allacciamento alla rete elettrica risulterebbe antiecono-mico (segnaletica stradale luminosa, parchimetri, ecc) e sconveniente dal punto di vista organizzativo. Ovviamente questi dispositivi devono essere dotati di ac-cumulatori in grado di accumulare la corrente elettrica prodotta in eccesso du-rante la giornata per alimentare le apparecchiature durante le ore notturne e durante i periodi nuvolosi.Con le attuali tecnologie i pannelli fotovoltaici sono sensibili anche alla radia-zione infrarossa (invisibile) dei raggi solari e dunque producono corrente anche in caso di tempo nuvoloso e pioggia. La quantità d’energia erogata è tuttavia variabile e difficilmente prevedibile, questa discontinuità rende difficile soddisfare in ogni momento la domanda di corrente, a meno di una produzione con un largo margine di sicurezza al di sopra dei picchi annuali di domanda.Perciò il solare è un impianto intermittente che fornisce energia in modo dis-continuo, essendo però il picco di produzione degli impianti ad energia solare in

The Waterconewww.watercone.com

Il Watercone è una unità conico, autoportante e impilabile, in policarbonato trasparente termoformabile, equipaggiato con un tappo a vite e dotato di un becco a punta e di un ripiegamento verso l’interno che permette la raccolta dell’acqua alla base. Tecnicamente parlando si tratta di un’ancora solare. La sua struttura in policarbonato, resistente ai raggi UV, può essere utliz-zata per 5 anni ogni giorno. Il materiale è atossico, non infiammabile e riciclabile al 100%. La padella nera per l’acqua salata è realizzata con PC riciclato al 100%. Anche quando il Watercone diventa vecchio e opaco, può ancora essere utilizzato per raccogliere l’acqua piovana o come contenitore per altre merci.

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Set di faretti + Pannello solarewww.ilportaledelsole.it/

Il set di tre faretti attrezzati con un pannello solare.Il pannello solare, di dimensioni 17 x 14 x 2 cm e sostenuto da terra con un picchetto di 11 cm di altezza, trasforma la luce del sole in elettricità, ricaricando le batterie. Ogni faretto è collegato al pannello ed alle batterie ricaricabili tramite un cavo lungo 3 m con la possibilità di collegare al pannello solo il numero dei faretti che si desidera utilizzare.Il vantaggio di avere il pannello solare separato consiste nel poter scegliere più liberamente la posizione dei faretti, che potranno essere collocati anche in ombra.

Isidewww.ilportaledelsole.it/

Iside è una lampada solare a led. Dotata di autonomia fino a 24 ore, può rimanere accesa tutta la notte anche durante la sta-gione invernale, se le batterie sono ben cariche. Il pannello da 1,5 W è in silicio amorfo per assicurare la miglior sensibilità alla luce diffusa e quindi una sufficiente ricarica anche in giornate di sole non pieno. La struttura solida ed elegante in acciaio verniciato nero è alta 138 cm. La lampada è composta da 10 led (5 a luce bianca + 5 led a luce ambra ad alta luminosità, con un minimo di 60.000 ore di funzionamento). Possibilità di ricarica anche tramite alimentatore a 220V (opzionale). Accensione automatica al tramonto con crepuscolare . Interruttore manuale di accensione e spegnimento. Completo di accumulatori al Ni Mh che vengono ricaricati con la luce del sole.

45 stelline per il giardino www.ilportaledelsole.it/

45 stelline per il giardino è un filo, composto appunto da 45 stelline luminose, alimentato da un pannello ad energia solare. Il pannello durante il giorno ricarica le batterie e la sera un sensore di luminosità fa accendere automaticamente le stelline, per-mettendoti di illuminare una siepe, un albero di Natale, una pianta da vaso, ecc. Le batterie completamente cariche consentono l’accensione continuativa delle stelline per circa 8 ore. Sulle batterie è inserito un interruttore on/off, per far accendere le luci solo quando necessario.

Lampioncino Universe www.ilportaledelsole.it/

Universe è un lampioncino con lampada fluorescente da 4 W e con 6h di autonomia. Grazie al sensore crepuscolare la lampada si accende automaticamente al calar del sole. Possibilità di installazione nel terreno o a parete. Fino a 7 ore di illuminazione not-turna nel periodo estivo. Batterie ricaricabili. Lampada fluorescente da 4 W (140 lm, 35 lx a 0,3 mm). Pannello solare inclinabile da 1,2 Wp in silicio monocristallio. Struttura in materiale plastico resistente agli UV. Completa di accessori per il montaggio a parete e per il fissaggio a terra. Riflettore ad alta lucentezza.Interrutore per la messa in funzione. Interruttore per ridurre l’intensità luminosa. Ingresso per alimentatore di rete. Altezza da terra: 550mm. Diametro della testa: 240mm.

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Magnetic Umbrella Solar Lightwww.gardeners.com; www.thegreenhead.com

I faretti Magnetic Umbrella Solar Light sono resistenti agli agenti atmosferici e completamente indipendenti. Queste luci hanno una cella solare sul lato superiore dell’ombrello e 4 LED sul lato inferiore. Le due metà sono tenute insieme da due potenti mag-neti, cosicchè l’apparecchio può essere montato su un ombrello, una tenda o una superficie tessile di altro tipo.Ideale per ombrelloni e tende da sole.

Solar Mosquito Guardwww.gaiam.com

Solar Mosquito Guard è un dispositivo tascabile che emette suoni con onda ad alta frequenza che respinge alcune specie di zanzare. Include clip da cintura e portachiavi. La batteria si ricarica completamente in tre ore di luce solare.

Solar Shoki Lanternwww.gaiam.com/

Shoki è una lanterna dall’estetica di ispirazione giapponese funzionante ad energia solare. Si accende automaticamente al calar della notte.I LED di colore giallo sono racchiusi in un tessuto di nylon simile a carta, resistente alle intemperie. Include la batteria ricaricabile AAA e gancio in metallo.

Doccia solare www.piscina.it

Doccia ad acqua calda riscaldata con l’energia solare. Il piedistallo della doccia solare, costituito da un serbatoio ad effetto ser-ra, una volta posto alla luce del sole per circa 2 ore, provoca il riscaldamento degli 8 litri di acqua in esso contenuti fino ad oltre 60° di temperatura. Da questo momento, miscelando opportunamente l’acqua caldissima con quella proveniente dal rubinetto, si possono ottenere più di 60 litri di acqua tiepida a circa 30° che permettono di fare una serie di piacevoli docce all’esterno. Le docce ottenibili in sequenza sono circa 4 o 5, ma se vi sono intervalli di almeno 5 minuti tra un’erogazione e l’altra possono arrivare a 7 o 8. La doccia poi lasciata al sole si riscalda di nuovo rapidamente per cui le docce ottenibili nella giornata sono veramente numerose.

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Doccia solare RIOwww.piscina.it

RIO è una doccia solare dotata di un selettore di getto a 4 posizioni e un serbatoio di 23 l. L’acqua si riscalda grazie ad un captatore a 360° d’esposizione al sole; inoltre un miscelatore d’acqua (calda/fredda) porta l’acqua a una temperatura utile a poter essere usata dalla doccia.

Eliowww.termotend.com

Elio è un essiccatore solare per alimenti, piante aromatiche ed officinali, particolarmente adatto ad un utilizzo famigliare o per piccole produzioni.Le sue caratteristiche lo rendono utile in tutte quelle attività di trattamento e di conservazione in cui si intenda mantenere la piena continuità dei processi di agricoltura biologica e biodinamica. L’impiego del policarbonato nelle pareti della camera di essiccazione, oltre a conferire ottime caratteristiche di robustezza e durata nel tempo, opera una buona schermatura dai raggi UVA, consentendo una buona conservazione delle caratteristiche cromatiche ed organolettiche dei prodotti. Elio è realizzato in legno e trattato con vernici pastello grezzo ed impregnanti ad acqua.

Doccia solare in teck GIORDANOwww.piscina.it

Giordano è una doccia solare con 20 l di capacità, economica e facile da installare.Essa ha un sensore SOLTUB® che permette di catturare e di immagazzinare in maniera ottimale i raggi solari. La componen-tistica e le dimensioni di SOLTUB® sono state studiate per ottenere una resa ottimale nel periodo estivo. L’utilizzo di SOLTUB® va da Maggio ad Ottobre ed unicamente durante la giornata.Un millilitro di SOLTUB® produce circa 40 kW a stagione gratuita-mente.Altezza 2,30 m.

Didimowww.ecoblog.it

Didimo è un sistema abbinato ai pannelli fotovoltaici che produce contemporaneamente elettricità ed aria calda. L’aria, viene scaldata scorrendo al di sotto dei pannelli e viene convogliata nell’impianto di essiccazione. La temperatura dell’aria che esce da Didimo varia a seconda delle stagioni da 25° a 40° (l’aria in ingresso in estate è già a 29°-34°). Didimo è un tetto, è un sistema comodo e semplice di fissaggio di pannelli fotovoltaici, è un convogliatore di aria che raffreddando i pannelli fotovoltaici ne aumenta le loro prestazioni e in uscita l’aria è più calda e secca. Per ogni kW di energia elettrica prodotta si possono ricavare 4-5 kW termici. L’aria calda e secca prodotta da Didimo può essere utilizzata anche per l’essiccazione di erbe officinali e di fieno prodotti dalle aziende agricole.

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Parans Solar Lightwww.parans.com

Grazie a questo sistema la luce solare viene convogliata all’interno di un edificio grazie ad un sistema di fibre ottiche le cui estremità esterne sono esposte al sole, mentre quelle interne raccolgono la luce e la ridiffondono nell’edificio grazie alle Lumi-naries Parans. Il pannello solare Parans può essere applicato ad ogni tipo di copertura o in qualsiasi punto ben soleggiato. I cavi di fibre ottiche, con il loro diametro inferiore al cm, sono in grado di raggiungere ogni parte dell’edificio.

SunHope Solar Balloonswww.inhabitat.com; www.geotectura.com/

Joseph Cory, di Geotectura ha realizzato questo sistema per ricavare energia sfruttando il cielo. In collaborazione con l’industria aerospaziale Technion e con il dottor Pini Gurfil, Cory ha sviluppato una serie di piattaforme riempite d’elio e rivestite in tessuto a cui sono state applicate celle fotovoltaiche solari. Soprannominato Sunhope, il progetto si sta dimostrando una grande promessa, come un sistema a basso costo d’implementazione, che sarebbe in grado di sfruttare l’energia solare, pur mantenendo una minuscola impronta ambientale.

DAY RAY Flexible Daylightwww.dayray.com

La tecnologia brevettata di DayRay flessibile della Daylighting ™ è costituita da fibre di polimeri flessibili che traportano la luce del giorno all’interno di un edificio. I collettori possono posizionarsi ovunque, su una parete esterna o su un tetto, e catturare la luce, anche nelle giornate nuvolose. I collettori di DayRay™ lavorano anche senza la luce diretta del sole e sono efficaci ovunque vi sia una fonte di luce naturale disponibile. L’installazione è semplice e ha un minimo impatto strutturale. I collettori, essendo molto compatti, possono essere montati su soffitti, pareti o pavimenti. Se si aggiunge al DayRay anche il suo schema di uscita è possibile integrare le luci artificiali e quella naturale con maggiore facilità.

Il basso impatto ambientale del sistema dipende dal fatto che, volando nei cieli, i palloni non occupano spazio terrestre utile all’agricoltura o ai boschi. Inoltre essi sono composti da tessuto, celle fotovoltaiche, un pannello di controllo, un cavo di ali-mentazione per l’elio e uno che trasporta l’energia accumulata. Per le sue caratteristiche potrebbe essere usato nel campo residenziale in quanto l’energia prodotta da uno o due palloni è in grado di soddisfare il fabbisogno di una casa e più palloni collegati insieme sono in grado di alimentare anche piccole comunità.

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CoolHeart Solar Balloonswww.inhabitat.com; www.coolearthsolar.com

CoolHeart è un sistema di pannelli fotovoltaici galleggianti, resi lucidi per attirare maggiore luce solare ed ottenere una maggiore efficienza con un minor numero di materiali. Si tratta di un pallone leggero a forma di scodella che consente alla luce del sole di essere convogliata nel suo centro, dove si trovano i pannelli, senza dover seguire il movimento del sole durante il giorno. Il pallone è diviso in due parti: una realizzata con un materiale lucido come uno specchio, l’altra fatta di un polimero trasparente.I palloni sono posizionati in gruppo e convogliati così in un solo sistema di alimentazione.

BCK Solar Cookerwww.indexaward.dk; www.bcksolar.com.ar/

BCK Solar Cooker è un contenitore portatile usato per la cottura e la conservazione degli alimenti all’aperto, progettato da Javier Bertani, Castro Ezequiel & Kade Vera.Il design del prodotto rispetta i codici e il linguaggio della tipologia dei prodotti utilizzati per le attività di campeggio e outdoor, in questo modo l’utente può integrare gli aspetti funzionali del cooker con le operazioni in un ambiente naturale.Dal punto di vista funzionale, il prodotto ha il vantaggio di risolvere i diversi inconvenienti di cucinare all’aperto. Il cibo è facile da cucinare, e la pentola, che si riassembla in un solo prodotto, è trasportabile e molto pratica da usare.

La forma sferica del pallone assicura che, fino a quando il sole splende su di essa, la luce si concentra sulla cella solare.CoolEarth sostiene che, utilizzando questa tecnologia, si possa ottenere energia solare al costo del gas naturale. I palloni non sono stati pensati per uso residenziale, per via della loro dimensione che li rende poco maneggevoli per la maggior parte degli usi urbani.

Prometheus Solar Cookerwww.solarenergyltd.net/

Il fornello è un piatto di 132 cm di diametro. La potenza del sole è concentrata all’interno del piatto grazie a 175 specchi piani.Il fornello si racchiude in una scatola da 52 cm di lato che pesa 5 kg e ci vuole un’ora per montarlo.Il fornello viene allineato ai raggi solari grazie ad un dispositivo di puntamento integrato e deve essere spostato circa ogni mez-zora. Il forno può raggiungere temperature superiori ai 250 º C. Comportandosi quindi come un semplice forno elettrico, con tempi di cottura più o meno uguali, il fornello è realizzato da due superfici polimeriche resistenti all’acqua.

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Sport Solar Ovenwww.gaiam.com; www.solarovens.org

Sport Solar Oven è un kit per cucinare con l’energia solare, ideale da utilizzare in cortile, in campeggio, durante gite in barca e picnic. Esso è in grado di cuocere cibi in meno di 4 ore, anche con il cielo nuvoloso. Il kit comprende due vasi, un termometro da forno, un pastorizzatore, un indicatore dell’acqua e un ricettario.

The Hot Pot Simple Solar Cookerwww.gaiam.com

Questo forno solare a basso costo e ad alte prestazioni è in grado di produrre temperature di cottura in meno di un’ora e può essere usato per un massimo di 6 ore. Ideale per prodotti da forno o stufati a cottura lenta, Hot Pot Simple Solar Cooker com-prende una pentola di acciaio smaltato e un riflettore. I lati del riflettore sono in alluminio e sono orientabili per convogliare più facilmente i raggi solari. Il forno può raggiungere temperature fino a 350-400°.

Sun Ovenwww.gaiam.com

Il Sun Oven è un fornello solare portatile che pesa solo 21 kg. E’ molto robusto, rinforzato in fibra di vetro e con il coperchio in vetro temperato. Il riflettore si piega e si richiude su se stesso per un più facile trasporto. E’ completamente regolabile e viene fornito con un termometro incorporato.Le dimensioni interne del forno sono 14” x 14” x 9” e le temperature raggiungibili sono intorno ai 400° C. Dopo il preriscaldamento, il forno cucina una tazza di riso in 35 a 45 minuti.

Solar Sport Oven with reflectorwww.gaiam.com

Solar Sport Oven è un kit per cucinare con l’energia solare, ideale da utilizzare in cortile, in campeggio, durante gite in barca e picnic. Esso comprende due vasi, un riflettore solare (per un aumento della temperatura nelle giornate fredde o nuvolose), un termometro da forno, un pastorizzatore, un indicatore dell’acqua e un ricettario. Il Solar Sport Oven è facile da trasportare e da conservare. E’ costruito con bottiglie di plastica riciclata e alluminio. E’ efficiente, ecologico, conveniente e divertente all’uso. E’ appositamente progettato per mantenere costante e moderata (210-260 F) la temperatura di cottura, e può raggiungere tem-perature di 300 F in regioni equatoriali.

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Solar Cooker Camper’s Kitwww.solarcookers.org

Solar Cooker Camper’s Kit è un kit da campeggio per cucinare con il sole, costituito da una pelle riflettente per convogliare i raggi solari.

Veil Solar Shadewww.buronorth.com

Nato da un’iniziativa finanziata dal governo, il Veil Solar Shade è un concept di Buro North Studio pensato per i cortili delle scuole primarie australiane che mira ad integrare la raccolta dell’energia solare in una forma che sia al contempo pratica, in quanto fornisce ombra e raccoglie energia, ed evocativa. Il lato esterno del Veil Solar Shade è caratterizzato da una pelle dotata di cellule fotovoltaiche che viene sempre direzionato verso il sole. Infatti tutto il corpo dell’oggetto ruota seguendo l’andamento del sole. La parte inferiore del paralume è dotato di uno schermo che monitora ed indica istantaneamente la quantità di energia in fase di raccolta, indicando anche il corretto (LED verde) o scorretto (LED rosso) direzionamento delle celle fotovoltaiche e dell’oggetto stesso rispetto al sole.

Sunheater Solar Pool Heating Systemwww.smartpool.com

Sunheater Solar Pool Heating System è un sistema solare di riscaldamento per le piscine economico e di facile installazione. Usando la pompa della piscina, l’acqua viene pompata automaticamente attraverso il collettore solare. Mentre passa attraverso il collettore, l’acqua viene riscaldata. L’acqua riscaldata viene rinviata nella piscina, attraverso le inee di ritorno. Il sistema è fatto di polipropilene resistente che non arruginisce, non si corrode e non si squama. Il collettore è reversibile.

Sunbrellawww.yankodesign.com

Sunbrella prende ispirazione dalla forma dell’ombrellone, fornendo ombra, ma sulla sua superficie esterna è caratterizzata da cellule fotovoltaiche che raccolgono l’energia solare. Esso ha un diametro di 6’ e il suo pannello solare è in grado di produrre 282 W. Grazie ad un piccolo plug in è possibile integrare anche un piccolo ventilatore. Le parti sono tutte regolabili per facilitare l’orientamento verso i raggi solari del pannello e le celle solari spheral usate per il pan-nello sono molto durevoli, leggero e flessibile. Il Sunbrella è stato progettato per uso personale e per uso commerciale (hotel, ristoranti, ecc.).

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L’energia eolica è il prodotto della conversione dell’energia cinetica del vento in altre forme di energia. Attualmente viene per lo più convertita in elettrica tramite una centrale eolica, mentre in passato l’energia del vento veniva utilizzata im-mediatamente sul posto come energia motrice per applicazioni industriali e pre-industriali. Prima tra tutte le energie rinnovabili per il rapporto costo/produzione, è stata anche la prima fonte energetica rinnovabile usata dall’uomo.Il suo sfruttamento, relativamente semplice e poco costoso, è attuato tramite macchine eoliche divisibili in due gruppi ben distinti in funzione del tipo di modulo base adoperato definito generatore eolico:- generatori eolici ad asse verticale- generatori eolici ad asse orizzontaleEssa è pensata tenendo presente sia una produzione centralizzata in impianti da porre in luoghi alti e ventilati, sia un eventuale decentramento energetico, per il quale ogni Comune ha impianti di piccola taglia, composti da un numero esiguo di pale (1-3 turbine da 3-4 MW) con le quali genera in loco l’energia consumata dai suoi abitanti. Il tempo di installazione di un impianto è molto breve; fatti i rilievi sul campo per misurare la velocità del vento e la potenza elettrica producibile, si tratta di trasportare le pale eoliche e fermarle nel terreno. Il tempo di progetta-zione e costruzione di altre centrali (idroelettriche, termoelettriche,ecc.) è supe-riore a 4 anni.Nonostante le intenzioni siano le migliori, la mancanza di una legge quadro o di un testo unico sulle energie eoliche, diversamente dal solare, è considerata una delle cause della lenta diffusione della tecnologia rispetto all’estero. Ben-ché l’eolico sia l’energia meno costosa, non è né massicciamente richiesto dai produttori elettrici che potrebbero rivenderlo al costo del kWh attuale con mag-giori profitti, né è la prima quantità d’energia ad essere venduta nella “Borsa elettrica” che pur abbina domanda e offerta di energia in base al prezzo del kWh elettrico (l’eolico, avendo il prezzo per kWh più basso e conveniente, dovrebbe collocarsi subito).

I primi mulini a vento europei pompavano acqua o muovevano le macine per triturare i cereali.In Olanda erano utilizzati per pompare l’acqua dei “polder”, migliorando notevol-mente il drenaggio dopo la costruzione delle dighe. I mulini olandesi, i più grandi del tempo, divennero e rimasero il simbolo della nazione. Questi mulini erano

Il vento e l’energia eolica

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formati da telai in legno sui quali era fissata la tela che formava, così, delle vele spinte in rotazione dal vento. Nel corso del XIX secolo entrarono in funzione migliaia di mulini a vento sia in Europa, sia in America, soprattutto per scopi di irrigazione. In seguito, con l’invenzione delle macchine a vapore, vennero abban-donati per il costo del carbone, allora a buon mercato.Negli anni Settanta l’aumento dei costi energetici ha ridestato l’interesse per le macchine che utilizzano la forza del vento. Così molte nazioni hanno aumentato i fondi per la ricerca e lo sviluppo dell’energia eolica.

Grazie ai recenti sviluppi tecnologici l’energia eolica inizia ad essere economi-camente vantaggiosa. Il costo di installazione dell’eolico è relativamente basso (intorno a 1,5 € per W) se raffrontato ad altre tecnologie come ad esempio il fotovoltaico (circa 5 € per W). Al 2004, secondo l’International Energy Agency, il costo medio di produzione dell’energia eolica sarebbe compreso tra 0,04-0,08 €/kWh, anche se stime più recenti indicherebbero un costo ancora inferiore che farebbe presupporre nel breve termine un costo di 0,03 €/kWh del tutto concorrenziale rispetto ai costi dell’energia generata da fonti convenzionali (negli ultimi dieci anni la riduzione del costo di produzione di energia da fonti eoliche si è attestata sul 30%-50% e si prevede che la tendenza rimanga costante).

Attualmente il costo di installazione in Italia, facendo riferimento ad impianti con una potenza nominale superiore ai 600 kW, varia tra gli 850 e i 1300 €/kW, il prezzo ovviamente varia secondo la complessità dell’orografia del terreno in cui l’impianto vada installato. Detto questo una centrale di 10 MW, allacciata quindi alla rete in AT, costerebbe tra gli 8 e i 13 milioni di euro, mentre per una centrale allacciata alla rete di MT (3-4 MW) il costo si comprime tra 0,9 e 1,2 milioni €/MW. Gli unici capitoli di spesa totale riguardano solamente l’installazione e la manutenzione, essendo la fonte produttrice di energia (il vento) gratis. In relazione alla superficie occupata, una centrale eolica non toglie la possibi-lità di continuare le precedenti attività su quel terreno. In alcuni paesi come la Danimarca la corrente prodotta con questo sistema ha raggiunto lo straordinario obiettivo del 23% del fabbisogno nazionale. Altri stati all’avanguardia sono la Spagna 9% e la Germania 7%. L’Italia invece è settima nella classifica delle nazioni con le maggiori capacità installate. Tra il 2000 e il 2006, la capacità mon-

diale installata è quadruplicata.

Per “minieolico” si intendono piccoli impianti, da installare in parchi o spiagge di fattorie, villaggi o ville. Per questi impianti casalinghi il prezzo di installazione risulta più elevato, attestandosi attorno ai 1500-3000 € al kW, questo perché il mercato di questo tipo di impianti è ancora poco sviluppato, anche a causa delle normative che, a differenza degli impianti fotovoltaici, in quasi tutta Europa ne disincentivano l’uso, sulla scia di un pensiero diffuso soprattutto nei decenni pas-sati, che vedeva nelle turbine eoliche grossi problemi di impatto paesaggistico. Considerazione oggi in completo processo di revisione anche grazie all’intervento di progettisti, designer e paesaggisti.

L’efficienza massima di un impianto eolico può essere calcolata utilizzando la “Legge di Betz”, che mostra come l’energia massima che un generatore qua-lunque possa produrre (ad esempio una pala eolica) sia il 59,3% di quella pos-seduta dal vento che gli passa attraverso. Tale efficienza è molto difficile da rag-giungere, e un aerogeneratore con un’efficienza compresa tra il 40% al 50% viene considerato ottimo.Gli impianti eolici consentono grosse economie di scala, che abbattono il costo del chilowattora elettrico con l’utilizzo di pale lunghe ed efficienti dalla produzione di diversi megawatt ciascuna.Tali impianti hanno però un rilevante impatto ambientale, per quanto riguarda il paesaggio. Una maggiore potenza elettrica in termini di megawatt significa grossi risparmi sui costi di produzione, ma anche pale più lunghe e visibili da grandi distanze. Un colore verde, nel tentativo di “mimetizzare” gli aerogeneratori all’interno del paesaggio, attenua in minima parte il problema, date le altezze degli impianti. Per questo motivo, nonostante la suddetta maggiore economicità ed efficienza degli impianti di grossa scala, per lo più si decide per una soluzione di compromesso tra il ritorno economico, che spinge verso impianti più grandi, e l’impatto paesaggistico.

I generatori eolici a partire dal 1985 hanno migliorato drasticamente il rendimento, dimensioni e costi e continuano a farlo: ecco perché i numeri dati in seguito sono da ritenersi provvisori. Tali generatori sono riusciti a passare da una produzione di pochi kilowatt di potenza, a punte di 3 MW per i più efficienti e una produzione

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chine molto più grandi di quelle attualmente prodotte: i requisiti statici e dinamici che bisogna rispettare non consentono di ipotizzare rotori con diametri molto superiori a 100 m e altezze di torre maggiori di 180 m.Queste dimensioni, per altro, riguardano macchine per esclusiva installazione off-shore. Le macchine on-shore più grandi hanno diametri di rotore di 70 m e altezze di torre di 130 m. In una macchina siffatta il raggio della base supera i 20 m. La velocità del vento cresce con la distanza dal suolo. Questa è la princi-pale ragione per la quale i costruttori di aerogeneratori tradizionali spingono le torri a quote così elevate. La crescita dell’altezza, insieme al diametro del rotore che essa rende possibile, sono la causa delle complicazioni statiche dell’intera macchina, che impone fondazioni complesse e costose e strategie sofisticate di ricovero in caso di improvvise raffiche di vento troppo forte.Macchine eoliche ad asse verticale sono state concepite e realizzate fin dal 1920. La sostanziale minore efficienza rispetto a quelle con asse orizzontale (30%) ne ha di fatto confinato l’impiego nei laboratori. L’unica installazione industriale oggi esistente è quella di Altamont Pass in California, realizzata dalla FloWind nel 1997. L’installazione è in fase di smantellamento, a causa delle difficoltà econo-miche del costruttore, che è in bancarotta.Negli ultimi tempi, tuttavia, si è cercato di ottimizzare molto queste macchine, rendendole molto competitive: taluni asseriscono che gli ultimi prototipi, funzio-nando in molte più ore l’anno rispetto a quelle ad asse orizzontale, hanno un rendimento complessivo maggiore.

Esiste in Italia un progetto radicalmente innovativo che consiste proprio in una centrale eolica ad asse di rotazione verticale. Si tratta del “Kite Wind Generator” o “Kitegen”. Questo elimina tutti i problemi statici e dinamici che impediscono l’aumento della potenza (cioè delle dimensioni) ottenibile dagli aerogeneratori tradizionali.Il problema di “catturare” il vento è risolto dall’idea di impiegare profili alari di potenza (Power Kites) solidali al perimetro della turbina. I profili alari di potenza volano secondo traiettorie prestabilite, che permettono di trasformare la forza esercitata sui cavi in una coppia complessiva concorde che mette in rotazione le braccia di una giostra ad asse verticale. In pratica, i profili alari di potenza sono le pale della turbina, che le consentono di ruotare intorno ad un asse verticale, semplificando enormemente i problemi di fondazione e di rigidezza.

tipica del mercato attuale di 1,5 MW, con una velocità del vento minima di 3-4 m/s.Un generatore sia ad asse verticale che orizzontale richiede una velocità mi-nima del vento (cut-in) di 3-5 m/s ed eroga la potenza di progetto ad una velo-cità del vento di 12-14 m/s. Ad elevate velocità (20-25 m/s, velocità di cut-off) l’aerogeneratore viene bloccato dal sistema frenante per ragioni di sicurezza.Il bloccaggio può avvenire con veri e propri freni che bloccano il rotore, o con metodi che si basano sul fenomeno dello stallo e “nascondono le pale al vento”.Esistono anche generatori a pale mobili che seguono l’inclinazione del vento, mantenendo costante la quantità di elettricità prodotta dall’aerogeneratore, e a doppia elica, per raddoppiare la potenza elettrica prodotta. Non mancano ge-neratori silenziosi; il problema principale resta la dimensione delle pale e la man-canza di generatori a “micropale” non visibili a occhio nudo che risolverebbero l’impatto negativo sul paesaggio.Una notevole potenza elettrica viene dissipata nel rotore che deve avere una velocità di 3000 giri/minuto per erogare una corrente alla frequenza di rete di 50 hz. I giri al minuto dell’aerogeneratore sono molto variabili come lo è la velocità del vento; ma la frequenza di rete deve essere costante a 50 hz, perciò i rotori vengono collegati a una serie di inverter prima di immettere l’energia in rete.La cinematica del generatore eolico è caratterizzata da bassi attriti, assenza di surriscaldamento e di un sistema di refrigeranti (olio ed acqua) e un costo di ma-nutenzione pressoché nullo.I principali produttori mondiali di aerogeneratori sono tedeschi e danesi: Vestas, Enercon, Siemens, Gamesa Eolica, GE Wind, Nordex, NedWind, Enron Wind. Sono circa 26 le aziende che producono gli aerogeneratori.

Generatori ad asse verticale Un generatore eolico ad asse verticale (VAWT - Vertical Axis Wind Turbines) è un tipo di macchina eolica contraddistinta da una ridotta quantità di parti mobili nella sua struttura, il che le conferisce un’alta resistenza alle forti raffiche di vento, e la possibilità di sfruttare qualsiasi direzione del vento senza doversi riorientare continuamente. È una macchina molto versatile, adatta all’uso domestico come alla produzione centralizzata di energia elettrica nell’ordine di gigawatt.Gli aerogeneratori tradizionali hanno, quasi senza eccezioni, l’asse di rotazione orizzontale. Questa caratteristica è il limite principale alla realizzazione di mac-

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in combinazione con altre fonti di energia, come l’idroelettrico, capaci di essere controllati. Tuttavia, nell’ambito di ampie reti di generatori, questo aspetto viene smorzato.- recentemente, le autorità preposte al controllo del traffico aereo di alcuni pae-si hanno avanzato delle perplessità circa l’installazione di nuovi parchi eolici: essi sono in grado, in molti casi, di interferire con l’attività dei radar, i quali non riescono facilmente ad eliminare gli echi dovuti alle torri eoliche, a causa della loro elevata RCS (Radar Cross Section) e, soprattutto, delle pale in continua rotazione che un sistema di telerilevamento può scambiare erroneamente per velivoli in movimento.

Ad agosto 2006 è stato costruito un primo prototipo dal nome Mobilegen.

Generatore ad asse orizzontale Un generatore eolico ad asse orizzontale (HAWT - Horizontal Axis Wind Tur-bines) è formato da una torre in acciaio di altezze che si aggirano tra i 60 e i 100 m sulla cui sommità si trova un involucro (gondola) che contiene un generatore elettrico azionato da un rotore a pale lunghe circa 20 m (solitamente 2 o 3). Esso genera una potenza molto variabile: tipicamente 600 kW che equivale al fabbi-sogno elettrico giornaliero di 500 famiglie.Il mulino a vento è un esempio storico di generatore ad asse orizzontale. Come i generatori ad asse verticale anche quelli ad asse orizzontale richiedono una velocità minima di 3-5 m/s ed erogano la potenza di progetto ad una velocità del vento di 12-14 m/s. Ad elevate velocità (20/25 m/s) l’aerogeneratore viene bloc-cato dal sistema frenante per ragioni di sicurezza.

Gli aspetti negativi delle turbine eoliche sono diversi:- l’impatto ambientale, seppur rivalutato negli ultimi anni, è un grosso disincen-tivo all’istallazione di questo genere di impianti. Nella gran parte dei casi infatti i luoghi più ventosi risultano essere le cime ed i pendii di colline e montagne, spesso luoghi dove la natura viene protetta e dove gli impianti eolici risultano visibili anche da grande distanza, con un impatto paesaggistico in alcuni casi non tollerabile. Inoltre generano un lieve inquinamento acustico, che in ecosistemi delicati potrebbe influenzare la vita delle specie animali presenti. La turbina eoli-ca fornisce potenze analoghe con un impatto paesaggistico molto più contenuto: di dimensioni molto più compatte, possiede un rotore e un numero elevato di micropale lunghe pochi centimetri.- è opinione diffusa che gli impianti eolici possano essere pericolosi per l’avifauna, uccidendo gli uccelli che vi volano in mezzo. In realtà, gli studi condotti hanno rilevato una mortalità bassissima e molto inferiore a quella causata dalle finestre dei normali edifici e dalle automobili. - un altro problema, per ora marginale, ma importante per produzioni in larga scala, è l’intermittenza (o “aleatorietà”) della potenza elettrica prodotta. Il vento, analogamente al Sole e differentemente dalle fonti di energia convenzionali, non fornisce energia continuamente ed omogeneamente e soprattutto non può es-sere controllato per adattare l’energia prodotta alla richiesta delle utenze, se non

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Air X 400www.ecorete.it

L’energia è prodotta grazie alle tre pale in fibra di carbonio per un diametro totale di 114 cm. Il prodotto non richiede una parti-colare manutenzione e può facilmente essere montato sopra un palo dal diametro di 48 mm circa. Il generatore eolico possiede un freno automatico che rallenta la rotazione delle pale in caso di vento particolarmente forte, evitando così danneggiamenti allo stesso. La notte i faretti si accendono automaticamente, grazie ad un sensore crepuscolare.

Caratteristiche_Potenza max in uscita: 250 Wp, Tensione in uscita: 12V. Velocità del vento minima: 3 m/s. Diametro rotore: 114 cm. Regolatore di carica HRS913 per Rutland 913 a 12/24 V. Il controller HRS913 incorpora il regolatore per prevenire la sovraccarica della batteria. Possibilità di applicare un pannello solare fino 100 W.

Rutland 913www.videomasteritalia.it

Rutland 913 è costruito con materiali resistenti ad alta affidabilità, anche sui mari. Inizia a rendere con una velocità del vento di appena 2,2 m/s. Dispone di protezione automatica in prolungate condizioni di vento forte, un unico modo di adattare le efficienti lame piane. Esso è un generatore eolico per terra e mare, utilizzabile anche in nautica.

Caratteristiche_Potenza max in uscita: 250 Wp. Tensione in uscita: 12 V o versione a 24 V. Velocità del vento minima: 2,5 m/s.Diametro rotore: 910 mm. Peso: 10,5 Kg. Regolatore di carica HRS913: per Rutland 913 a 12/24 V. Il controller HRS913 incor-pora il regolatore per prevenire la sovraccarica della batteria. Possibilità di applicare un pannello solare fino 100 W.

Rutland 503www.videomasteritalia.it

Rutland 503 è un generatore eolico di semplice applicazione su palo.La turbina è una singola modellatura con 6 lame piane di sicurezza protette da un anello esterno. Costruito con materiali di uso marino è leggero, piccolo, sicuro ed efficiente più che mai per terra e mare.

Caratteristiche_Potenza max in uscita: 60 Wp. Tensione in uscita: 12 V. Velocità del vento minima: 2,5 m/s. Diametro rotore: 510 mm. Peso: 3,5 Kg. Regolatore di carica HRS503. Il controller HRS503 incorpora il regolatore per prevenire la sovraccarica della batteria.

Southwest Air-Breeze www. Ilportaledelsole.it

Southwest Air-Breeze è un generatore eolico di ultima generazione, silenzioso, efficiente, adatto alle zone con poco vento.

Caratteristiche_Potenza nominale: 200 W con vento a 12,5 m/sec (45 Km/h). Tensione 12 V. Produzione di energia: 30 kWh/mese con vento a soli 18 Km/h. Massima velocità tollerata del vento: 177 Km/h. Velocità vento di avvio: 2,68 m/sec (10 Km/h). Pale: 3. Peso: 5,9 Kg , Dimensioni imballo 686 x 318 x 229 mm. Alternatore Brushless alta efficienza. Diametro rotore mm: 117 cm

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Quietrevolution – QR5 www.quietrevolution.co.uk

Il quietrevolution (QR) è stato progettato in risposta alla crescente domanda di turbine a vento che funzionano bene in ambiente urbano, dove il vento e le velocità sono più bassi e la direzione del vento cambia di frequente. L’elegante turbina elicoidale (twisted) assicura una buona prestazione e garanzia di soliditò anche con venti turbolenti. Un’attenzione particolare durante la progettazione della turbina è stata dedicata all’eliminazione del rumore e delle vibrazioni.Quietrevolution è compatto e facile da integrare. La manutenzione può essere limitata a un’ispezione annuale. Alcuni esemplari sono già installati in amministrazioni pubbliche, scuole e università.La notte i faretti si accendono automaticamente, grazie ad un sensore crepuscolare.

Caratteristiche_Dimensioni fisiche: alta 5 m x 3,1 m di diametro. Generatore: azionamento diretto, integrati a livello meccanico, generatore sigillato con magneti permanenti. Controllo di potenza: il picco di potenza di monitoraggio ottimizza costantemente l’uscita della turbina per tutti i siti e windspeeds.Modalità di funzionamento: velocità massima del vento 16 m/s, velocità minima del vento 4,5 m/sDesign vita: 25 anni (ispezioni annuali consigliate)Costruzione pale del rotore resina: fibra di carbonio e resina epossidica e bracci di connessioneFreno di arresto: la frenata di velocità massima supera i 14m/s di velocità del vento, spegnimento automatico oltre la velocità massima del vento (oltre i 16 m/s). Montaggio a tetto: alberi 3.5 m / 6 m

Aero2Gen www. elettrocenter.com

Aero2Gen è un generatore eolico di semplice applicazione su palo.La turbina ha 5 lame piane e il diametro del rotore è di 580 mm

Energy Ball 2,5 www.bluminipower.it/

Energy Ball 2,5 è un aerogeneratore ad asse orizzontale pensato per l’utenza residenziale, per la piccola impresa agricola o di servizio. Esso è dotato di 8 pale, in vetroresina rinforzata, con rotazione antioraria (vista frontale).

Caratteristiche_Potenza massima 2500 W. Velocità di rotazione variabile. Diametro rotore 1,98 m. Area spazzata: 3,1 m2.Generatore sincrono a magneti permanenti e flusso radiale.La torre è in tubolare autoportante, standard di 12 m (15 m opzionale).

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Energy Ball 0,5 www.bluminipower.it

Energy Ball 0,5 è un aerogeneratore pensato per l’utenza residenziale, per la piccola impresa agricola o di servizio. Esso è dotato di 6 Pale, in vetroresina rinforzata, con rotazione antioraria (vista frontale).Caratteristiche_Potenza massima 500 W. Asse orizzontale. Velocità di rotazione variabile. Diametro rotore 110 cmArea spazzata 1 m2. Generatore sincrono a magneti permanenti e flusso radiale.La torre è in tubolare autoportante, standard di 9 m (11 m opzionale).

Eoliennewww.corriere.it

Eolienne è un microgeneratore eolico, ideato da Philippe Starck, da montare sul tetto di casa che riduce fino all’80% il fabbi-sogno energetico tradizionale.Il rendimento è ovviamente legato a molti fattori, primo fra tutti l’esposizione a venti. Prodotto da un’azienda italiana, la toscana Pramac, specializzata nella produzione di generatori elettrici e componenti per impianti fotovoltaici.

Maestrale Forza 20www.bluminipower.it

Maestrale Forza 20 è un aerogeneratore pensato per l’utenza residenziale, per la piccola impresa agricola o di servizio. . Esso è dotato di 3 Pale, in materiale GFRP (tecnologia RTM), con rotazione oraria (vista frontale).Caratteristiche_Potenza nominale 20 kW. Asse orizzontale sopravento direct driver. Velocità di rotazione variabile. Diametro rotore 815 cm. Area spazzata 50,3 m2. Generatore sincrono a magneti permanenti e flusso assiale.La torre è in tubolare autoportante, standard di 18 m (12 m e 24 m opzionali).

Laddermillwww.bluminipower.it

Laddermill è un aquilone di 10 m2, in grado di impiegare le correnti eoliche ad alta quota per produrre energia sufficiente a sod-disfare il fabbisogno di 10 famiglie. l progetto dei ricercatori della University of Technology di Delft punta a sviluppare una tec-nologia alternativa per incanalare l’energia delle correnti eoliche più potenti. Vengono sfruttate le qualità peculiari degli aquiloni tradizionali: un meccanismo a yo-yo permette di lasciare andare l’aquilone fino a oltre 800 m dal suolo, dove l’aria soffia a 7 m/s, e poi richiamarlo verso terra attraverso un cavo, creando energia attraverso la bobina su cui è avvolto il filo di controllo.

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Magenn Air Rotor System (MARS)www.magenn.com

Magenn Power MARS è una soluzione della Anywhere Wind Power ™ con notevoli vantaggi rispetto agli attuali e convenzio-nali sistemi di generatori eolici e sistemi di generatori diesel. I principali vantaggi sono: la distribuzione a livello mondiale, minori costi, migliore performance operativa e maggior salvaguardia ambientale. MARS è una turbina più leggera dell’aria, e che quindi fluttua in essa, che ruota su un asse orizzontale producendo energia elettrica. Questa energia elettrica viene trasferita lungo un cavo per essere utilizzata in tempo reale o per essere accumulata in un set di batterie per un uso successivo, o per essere collegata alla rete elettrica. MARS può fluttuare grazie all’elio che è contenuto nella sua camera d’aria e gli permette di salire ad una quota superiore rispetto alle turbine eoliche tradizionali. MARS cattura l’energia del vento disponibile da 6-100 m quasi ovunque.

Wind Belt Humdingerwww.humdingerwind.com; http://link.brightcove.com

Wind Belt è l’invenzione del giovane californiano Shawn Frayne ed è sicuramente un congegno rivoluzionario. Piccolo, semplice ed economico permette di generare piccole quantità di energia anche con poco vento, condizione molto utile in quelle zone della terra dove gli elettrodotti sono inestistenti e dove le condizioni economiche non permettono installazioni di impianti eolici o fotovoltaici.

Wind Belt Humdingerwww.humdingerwind.com; http://link.brightcove.com

Il principio è molto semplice e si basa sulle vibrazioni che il vento è capace di indurre in materiali sottili. Basti immaginare ai ponti che sotto l’effetto di un forte vento tendono sempre a vibrare. Frayne paragona la sua invenzione alle corde di uno strumento musicale che pizzicate vibrano. Ed è proprio da questa vibrazione, e con l’aiuto di due magneti e di due bobine, che WindBelt riesce a produrre energia.

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Wind Belt Humdingerwww.humdingerwind.com; http://link.brightcove.com

Il principio è molto semplice e si basa sulle vibrazioni che il vento è capace di indurre in materiali sottili. Basti immaginare ai ponti, che sotto l’effetto di un forte vento tendono sempre a vibrare. Frayne paragona la sua invenzione alle corde di uno stru-mento musicale che pizzicate vibrano. Ed è proprio da questa vibrazione, e con l’aiuto di due magneti e di due bobine, che WindBelt riesce a produrre energia.

WNG - Windmillwww.inhabitat.com, www.indexaward.dk

Wing è una turbina eolica portatile, di facile utilizzo e realizzata in un materiale simile alla tela ripiegabile. I progettisti, Ines Vlahović e Mladen Orešić, si sono ispirati ad un ombrellone, imitandone la forma. Quando la turbina eolica è in funzione, un piccolo generatore trasforma l’energia meccanica del vento in energia elettrica suf-ficiente a soddisfare i bisogni umani fondamentali. Piegato nella sua custodia, Wing è facilmente trasportabile e adatto ad uno stile di vita nomade.

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L’energia idroelettrica è quel tipo di energia che sfrutta la trasformazione dell’energia potenziale gravitazionale (posseduta da masse d’acqua in quota) in energia cinetica nel superamento di un dislivello, la quale viene trasformata, grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina, in energia elettrica.L’energia idroelettrica viene ricavata dal corso di fiumi e di laghi grazie alla crea-zione di dighe e di condotte forzate. Esistono vari tipi di diga: nelle centrali a salto si sfruttano grandi altezze di caduta disponibili nelle regioni montane. Nelle centrali ad acqua fluente si utilizzano invece grandi masse di acqua fluviale che superano piccoli dislivelli; per far questo però il fiume deve avere una portata considerevole e un regime costante.L’acqua di un lago o di un bacino artificiale viene convogliata, attraverso con-dutture forzate, a valle trasformando così la sua energia potenziale in energia di pressione e cinetica grazie al distributore e alla turbina. L’energia cinetica viene poi trasformata attraverso il generatore elettrico, grazie al fenomeno dell’induzione elettromagnetica, in energia elettrica. Per permettere di imma-gazzinare energia e di averla a disposizione nel momento di maggiore richiesta, sono state messe a punto centrali idroelettriche di generazione e di pompaggio. Nelle centrali idroelettriche di pompaggio, l’acqua viene pompata nei serbatoi a monte sfruttando l’energia prodotta e non richiesta durante la notte cosicché di giorno, quando la richiesta di energia elettrica è maggiore, si può disporre di ulteriori masse d’acqua da cui produrre energia. Questi impianti permettono di immagazzinare energia nei momenti di disponibilità per utilizzarla nei momenti di bisogno.L’energia idroelettrica è una fonte di energia pulita (non vi sono emissioni) e rinnovabile, tuttavia la costruzione di dighe e grandi bacini artificiali, con l’allagamento di vasti terreni, può provocare lo sconvolgimento dell’ecosistema della zona con enormi danni ambientali, come è successo con la grande diga di Assuan in Egitto.La produzione di energia idroelettrica può avvenire anche attraverso lo sfrutta-mento del moto ondoso, delle maree e delle correnti marine. In questo caso si parla di energia mareomotrice.

L’acqua e l’energia idroelettrica

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Turbina Peltonwww.energoclub.it; http://it.wikipedia.org/wiki/Turbina_Pelton

Le Pelton sono turbine ad azione nelle quali uno o più ugelli (una turbina ad asse verticale può avere fino a sei ugelli, con una o due giranti) trasformano totalmente la pressione dell’acqua in energia cinetica. Ogni ugello crea un getto, la cui portata è regolata da una valvola a spillo. Solitamente sono dotate di un tegolo deflettore, che ha lo scopo di deviare il flusso dalle pale, in caso di brusco distacco di carico, in modo da evitare la fuga della turbina senza dover chiudere troppo velocemente la valvola di macchina, manovra che può causare colpi d’ariete intollerabili nella condotta. Il piano degli ugelli è sempre quello meridiano della girante. L’acqua abbandona le pale a velocità molto bassa (idealmente a velocità nulla) per cui la cassa, che contiene la ruota, non deve resistere a nessuna pressione e può quindi essere molto leggera.

Turbina Cross - Flowwww.energoclub.it; http://it.wikipedia.org/wiki/Turbina_Pelton

Turbina a flusso incrociato,viene anche chiamata turbina Banki-Michell o turbina Ossberger. Essa si utilizza con una gamma molto ampia di portate e salti tra 5 m e 200 m. Il suo rendimento massimo è inferiore all’87% e si mantiene costante quando la portata discende fino al 16% della nominale e può raggiungere una portata minima teorica inferiore al 10% della portata di progetto. L’acqua entra nella turbina attraverso un distributore e passa nel primo stadio della ruota, che funziona quasi comple-tamente sommersa. Il flusso che abbandona il primo stadio cambia di direzione al centro della ruota e s’infila nel secondo stadio, totalmente ad azione. La ruota è costituita da due o più dischi paralleli, tra i quali si montano, vicino ai bordi, le pale, costituite da semplici lamiere piegate. Le ruote si prestano alla costruzione artigianale nei paesi in via di sviluppo, anche se non raggiungono i rendimenti dei gruppi realizzati con tecnologie appropriate.

Turbina Turgowww.energoclub.it; http://it.wikipedia.org/wiki/Turbina_Pelton

La Turgo è una turbina ad azione che può lavorare con salti tra i 15 ed i 300 m.Rispetto alla Pelton ha pale con forma e disposizione diverse ed il getto colpisce simultaneamente più pale, similmente alle turbine a vapore. Il volume d’acqua che una turbina Pelton può elaborare è limitato dal fatto che il flusso di ogni ugello possa interferire con quelli adiacenti, mentre la turbina Turgo non soffre di questo inconveniente.Il minor diametro necessario comporta, a parità di velocità periferica della girante, una maggiore velocità angolare, che con-sente quindi l’accoppiamento al generatore senza il moltiplicatore, con diminuzione dei costi ed aumento dell’affidabilità. Diffusa soprattutto in Europa, è consigliata per situazioni con notevole variazioni di afflussi ed acque torbide.

Il flusso che abbandona il primo stadio cambia di direzione al centro della ruota e s’infila nel secondo stadio, totalmente ad azione. La ruota è costituita da due o più dischi paralleli, tra i quali si montano, vicino ai bordi, le pale, costituite da semplici lamiere piegate. Queste ruote si prestano alla costruzione artigianale nei paesi in via di sviluppo, anche se non raggiungono i rendimenti dei gruppi realizzati con tecnologie appropriate.

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Turbina Kaplan ad elicawww.energoclub.it; http://it.wikipedia.org/wiki/Turbina_kaplan

La turbina Kaplan è una turbina a reazione a flusso assiale, utilizzata generalmente per bassi salti (2-20 m).Le pale della ruota nella Kaplan sono sempre regolabili, mentre quelle del distributore possono essere fisse o regolabili. Quando sia le pale della turbina sia quelle del distributore sono regolabili, la turbina è una vera Kaplan; se sono regolabili solo le pale della ruota, la turbina è una semi-Kaplan. Le pale della ruota si muovono girando intorno ad un perno solidale con un sistema di bielle-manovelle collegate ad un tirante verticale (posto all’interno dell’albero cavo della turbina) che è azionato da un servomo-tore idraulico. Le turbine ad elica hanno distributore e ruota a pale fisse e sono utilizzate quando il salto e la portata sono prati-camente costanti. La potenza massima oggi raggiunta è di circa 200.000 kW in alcune Kaplan impiegate in impianti brasiliani.

Turbine Ghatta e MPPUwww.energoclub.it

Ghatta è una turbina idraulica ad asse verticale tradizionale in molti paesi, fino agli anni Sessanta c’erano molti sistemi che adot-tavano questa turbina per azionare direttamente macchine utensili in piccoli laboratori artigiani anche in Italia.Attualmente viene ancora utilizzata in Nepal e altri paesi asiatici. La turbina è costruita in legno ed è di semplice realizzazione e manutenzione, questo ovviamente è a scapito del rendimento, la potenza è al massimo di 12 kW.

Turbina Kaplan ad elica - TURBINE A BULBOwww.energoclub.it; http://it.wikipedia.org/wiki/Turbina_bulbo

La turbina a bulbo è una turbina a reazione che deriva dalla Kaplan, con il generatore ed il moltiplicatore (se esiste) contenuti in una cassa impermeabile, a forma di bulbo, immersa nell’acqua. Le turbine a bulbo sono quelle che vengono impiegate negli impianti che sfruttano il moto ondoso delle maree (es. La Rance in Francia).

Dalla turbina Ghatta deriva la turbina MPPU (Multi-Purpose Power Unit), il nome deriva dalla molteplicità di usi alla quale origi-nariamente era destinata, la realizzazione è relativamente semplice anche se tutti i componenti sono in acciao anziché in legno, i rendimenti sono migliori e la potenza è attorno ai 25 kW, è essenzialmente una soluzione a basso costo e ha la caratteristica di poter essere smontata e trasportata facilmente.

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Turbina Franciswww.energoclub.it; http://it.wikipedia.org/wiki/Turbina_Francis

La turbina Francis è una turbina a reazione a flusso radiale con distributore a pale regolabili e girante a pale fisse, molto utiliz-zata per i medi salti (vengono usate per salti compresi nell’intervallo 10-350 m). Nelle turbine Francis veloci, l’alimentazione è sempre radiale, mentre lo scarico dell’acqua è solitamente assiale; in queste turbine l’acqua si muove come in una condotta in pressione: attraverso il distributore (organo fisso) perviene alla ruota (organo mobile) alla quale cede la sua energia, senza entrare in nessun momento in contatto con l’atmosfera.Queste turbine non hanno molti vantaggi rispetto alle precedenti descritte e negli impianti di recente costruzione non vengono adottate se non in centrali di pompaggio nelle quali hanno funzione di produzione e di pompaggio.

Le principali caratteristiche di questa tecnologia sono: - utilizzo di griglie a passo ampio grazie alla capacità della colclea di accettare materiali alluvionali e detriti di taglia superiore;- nessun utilizzo di strigliatori e quindi nessuna produzione di rifiuti da smaltire; - semplicità massima di installazione e di manutenzione; - bassi costi di impianto e gestione;- le turbine a coclea sono utilizzate per salti da 1 a 10 m e portate d’acqua da 0,5 a 5,5 m³/s; La caratteristica più importante di queste turbine è che, diversamente da Kaplan o Francis, continuano a funzionare anche con minime portate d’acqua, ciò le rende molto adatte per corsi d’acqua con portate irregolari.

Turbina a còclea (vite di Archimede) www.energoclub.it; www.ritz-atro.de

La còclea idraulica è conosciuta fin dall’antichita, come ruota o chiocciola di Archimede. Nuovo è il brevetto di utilizzazione della chiocciola di Archimede (invertendo il processo originario) per realizzare una turbina idroelettrica.

Ruota idraulica – Ruota da soprawww.magicoveneto.it; http://it.wikipedia.org/wiki/Ruota_idraulica

Le ruote idrauliche sono state le prime “turbine”. I sistemi di utilizzo erano tre a seconda del dislivello utilizzabile. Per la ruota da sopra, detta “a cassetta”, veniva sfruttato il peso dell’acqua e non la sua velocità o spinta. In questo sistema l’acqua viene temporaneamente immagazzinata in piccoli contenitori, le cassette per l’appunto, sulla parte superiore della ruota e svuotate al compimento del semigiro inferiore. Non sono necessari grandi volumi d’acqua, ma necessita di un dislivello almeno di poco su-periore al diametro della ruota che deve essere di grandi dimensioni; richiede inoltre una tecnologia raffinata nella regolazione e convogliamento dell’acqua, come pure nella costruzione della ruota. Questo sistema è ormai quasi completamente in disuso in quanto altre turbine sono più efficienti e più economiche quando si ha la disponibilità di un salto. E’ possibile utilizzare questa tecnica anche in sistemi galeggianti, un tempo sul Po c’erano alcuni mulini natanti

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Ruota idraulica – Ruota da metàwww.magicoveneto.it; http://it.wikipedia.org/wiki/Ruota_idraulica

La ruota da metà, detta anche “di petto”, è utilizzata quando il dislivello del salto d’acqua non è sufficiente per alimentare dal “di sopra” la ruota. Si sfruttava quindi la velocità della piccola quantità d’acqua dovuta al piccolo salto. Attualmente è preferibile ad altre soluzioni quando il salto è inferiore al metro.

Peace Turbinewww.euroenergie-net.de; www.rolf-keppler.de

La Peace Turbine è una turbina congegnata per funzionare in correnti d’acqua, senza la necessità di usufruire di un salto, pos-sono essere installate singolarmente o in serie sullo stesso asse, inoltre possono essere installate “in cascata” sullo stesso corso d’acqua ad una distanza che dipende dalla velocità della corrente stessa. L’installazione di queste turbine può essere fissa o galleggiante.Una singola turbina, con diametro di 1000 mm, immersa in una corrente d’acqua con velocità di 1 m/s sviluppa una potenza di 1 kW, se la velocità è di 2 m/s la potenza sviluppata è di 8 kW.

Ruota idraulica – Ruota da sottowww.magicoveneto.it; http://it.wikipedia.org/wiki/Ruota_idraulica

Nella ruota “da sotto”, detta anche “a palette”, l’acqua spinge le pale immerse nella corrente. Attualmente è l’unico sistema che permetta di utilizzare i corsi d’acqua dove non sia possibile avere un salto. Essa è adatta a grandi volumi d’acqua anche con poca velocità o a piccoli volumi d’acqua ma con buona velocità. La potenza erogabile viene valutata misurando il dislivello dell’acqua tra monte e valle ruota e la portata o considerando la coppia creata sull’albero dalla pressione H agente sul raggio efficace della ruota e la velocità di rotazione. Un tempo le palette della ruota erano dritte, nei modelli più recenti le pale hanno profilo curvilineo, per ridurre le perdite dovute alla resistenza dell’acqua all’uscita della pala stessa dall’immersione. E’ possibile utilizzare questa tecnica anche in sistemi galeggianti, un tempo sul Po c’erano alcuni mulini natanti.

Aquair U.W.www.ultraflexgroup.it

La mini turbina AQUAIR sfrutta l’energia di un corso d’acqua, profondo almeno 400 mm, per produrre corrente elettrica. L’AQUAIR è in grado di erogare potenze fino a 100 W.Può anche essere installata sotto lo specchio di poppa di una imbarcazione a vela in quanto l’effetto frenante dell’AQUAIR è molto limitato. L’elica a tre pale, rivolta nel verso opposto al flusso dell’acqua, fa girare un motore a magneti permanenti in grado di produrre una corrente massima di 8 A a 12 V c.c.. quando la velocità dell’acqua è di 4 m/s. La mini turbina è stata utilizzata con successo anche a 10 m di profondità ed è in grado di generare fino a 2.4 kW al giorno: è l’energia richiesta, di norma, da una piccola abitazione isolata dalla rete elettrica.

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L’idrogeno (dal greco antico Uδωρ, hydor, “acqua”, e la radice γεν - di γίγνομαι, ghìghnomai, “generare”) è il primo elemento chimico della tavola periodica degli elementi, ha come simbolo H e come numero atomico 1.Allo stato elementare esiste sotto forma di molecola biatomica, H2, che a pres-sione atmosferica e a temperatura ambiente (298 K) è un gas incolore, inodore, altamente infiammabile. L’idrogeno è l’elemento più leggero e più abbondante di tutto l’universo. Risulta presente nell’acqua (11,19%) e in tutti i composti organici e organismi viventi. L’idrogeno forma composti con la maggior parte degli elementi, spesso anche per sintesi diretta. Le stelle sono principalmente composte di idrogeno nel-lo stato di plasma. Questo elemento è usato nella produzione di ammoniaca, nell’idrogenazione degli oli vegetali, in aeronautica (nei dirigibili), come combusti-bile alternativo e, di recente, come riserva di energia nelle pile a combustibile.

Il suo isotopo più comune (prozio) consiste di un singolo protone e di un elettrone.In condizioni normali di pressione e temperatura l’idrogeno ha un punto di ebol-lizione di soli 20,27 K e un punto di fusione di 14,02 K.Sottoposte a pressioni eccezionalmente alte, come quelle che si trovano al cen-tro dei giganti gassosi (Giove ad esempio), le molecole perdono la loro identità e l’idrogeno diventa un metallo liquido. Al contrario, in condizioni di pressione estremamente bassa, le molecole H2 possono subire dissociazione se sottoposte a radiazione di opportuna frequenza e gli atomi individuali possono sopravvivere per un tempo sufficiente per esser rilevati. Nubi di H2 si formano e sono associate con la nascita delle stelle.Questo elemento gioca un ruolo vitale nel fornire energia all’universo, attraverso processi di fusione nucleare che rilasciano enormi quantità di energia tramite la combinazione di quattro atomi di idrogeno in uno di elio.Essendo il prozio il più semplice elemento chimico, è stato studiato dalla mec-canica quantistica in maniera approfondita.Grandi quantità di idrogeno sono necessarie per applicazioni industriali, come nel processo “Haber-Bosch” per la produzione di ammoniaca, nell’idrogenazione dei grassi e degli oli, e nella produzione del metanolo. Altri processi nei quali viene utilizzato l’idrogeno sono:- idrodealchilazione- idrodesolforazione

L’idrogeno e la sua energia

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liberata poi dalla combustione dell’idrogeno, ed in realtà è maggiore perché non esiste macchina con rendimento pari al 100% durante il processo di estrazione.

Una conseguenza di solito negativa, ma a volte desiderata, dell’idrogeno è la sua azione infragilizzante sui metalli. Esso, a causa delle sue dimensioni atomiche ridotte, si fissa sugli atomi di ferro all’interno degli spazi interstiziali del reticolo molecolare e contribuisce a ridurre di molto il valore di γs (energia di creazione di un’interfaccia), favorendo la rottura di un pezzo per fatica statica.

- idroraffinazione- nelle saldature- come combustibile per razzi- per la riduzione dei minerali metallici

L’idrogeno liquido è usato inoltre nella ricerca criogenica, che comprende gli studi sulla superconduttività.Il trizio viene prodotto nei reattori nucleari ed è impiegato nella produzione delle bombe all’idrogeno. Esso è anche usato come tracciante isotopico nelle bio-scienze e in cinetica chimica, come sorgente di radiazione delle vernici fosfore-scenti. Essendo quasi quindici volte più leggero dell’aria, venne impiegato come agente per sollevare palloni aerostatici e dirigibili. Dopo il disastro dell’LZ 129 Hindenburg l’opinione pubblica si convinse che il gas fosse troppo pericoloso per continuare a usarlo in questo campo.Il deuterio è usato nelle applicazioni nucleari come moderatore per rallentare i neutroni, composti contenenti deuterio sono utilizzati in chimica e biologia.

L’idrogeno può essere bruciato in motori a combustione interna, utilizzati su al-cuni prototipi di auto. Le pile a combustibile sono un modo per ottenere elettri-cità dall’ossidazione dell’idrogeno senza passare dalla combustione diretta, e ottenere quindi maggiore efficienza in un futuro in cui la produzione di idrogeno avverrà utilizzando fonti rinnovabili e non più combustibili fossili. L’idrogeno non è una fonte di energia, ma un vettore energetico, che at-tualmente è oggetto di dibattito poiché la sua produzione è inefficiente dal punto di vista termodinamico e richiede un’energia maggiore di quella che consente di risparmiare se usato come combustibile. L’unico modo di usare l’idrogeno come fonte di energia è la fusione nucleare, che potenzialmente potrebbe risolvere i problemi energetici mondiali poiché pic-cole quantità di questo gas producono quantità enormi di energia. La fusione nucleare è però ancora oggetto di ricerca. La molecola d’acqua è più stabile e quindi meno energetica, dell’ossigeno e dell’idrogeno separati. I processi “natu-rali” portano un sistema da un’energia più alta ad una più bassa tramite una tras-formazione. Per le leggi della termodinamica l’estrazione di idrogeno dall’acqua non può avvenire come reazione inversa a costo zero, cioè senza spendere la-voro. Qualsiasi metodo di estrazione comporta un costo che è pari all’energia

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Cella idrogeno - Reversibile Juniorwww.ecorete.it

Questo kit permette, grazie ad un’alimentazione esterna di produrre idrogeno ed ossigeno e poi, grazie alla stessa cella, di riconvertirlo in energia elettrica.

Caratteristiche_Elettrolizzatore: 1 W. Potenza cella combustibile: 500 MW. Capacità serbatoi: 20 cm³ H2; 20 cm³ O2Dimensioni: 126 x 92 x 70 mm. Peso: 172 g.

Elettrolizzatore - PEM Juniorwww.ecorete.it

L’elettrolizzatore PEM Junior 2014 è un elettrolizzatore realizzato con cella ad idrogeno di tipo PEM. Questo elettrolizzatore, grazie ad una sorgente di energia eletrica esterna non fornita, produce idrogeno ed ossigeno partendo da semplice acqua distil-lata. Idrogeno ed ossigeno vengono immagazzinati nei due piccoli serbatoi a fianco della cella combustibile.

Caratteristiche_Elettrolizzatore: 1 W. Produzione Idrogeno: 4.3 cm³ /min. Produzione Ossigeno: 2.2 cm³ /min. Capacità serba-toi: 20 cm³ H2; 20 cm³ O2Dimensioni: 200 x 120 x 90 mm. Peso: 260 g.

Cella idrogeno - Reversibile Junior Solarewww.ecorete.it

Questo kit permette, grazie al pannellino solare incluso, di produrre idrogeno ed ossigeno e poi, grazie alla stessa cella, di riconvertirlo in energia elettrica. Contiene anche un piccolo motorino che gira sfruttando l’energia elettrica prodotta dalla cella a combustibile.

Caratteristiche_Elettrolizzatore: 1 W . Potenza cella combustibile: 500 MW. Capacità serbatoi: 20 cm³ H2; 20 cm³ O2. Pannello Solare: 2 V / 260 MA.Dimensioni: 126 x 92 x 70 mm. Peso: 230 g.

Elettrolizzatore - PEM Junior Solarewww.ecorete.it

L’elettrolizzatore PEM Junior Solare 2014+2086 è un elettrolizzatore realizzato con cella ad idrogeno di tipo PEM. Questo elettrolizzatore, grazie al pannellino solare incluso, produce idrogeno ed ossigeno partendo da semplice acqua distillata. Idrogeno ed ossigeno vengono immagazzinati nei due piccoli serbatoi a fianco della cella combustibile.Caratteristiche_Elettrolizzatore: 1 W. Produzione Idrogeno: 4.3 cm³ /min. Produzione Ossigeno: 2.2 cm³ /min. Capacità serba-toi: 20 cm³ H2; 20 cm³ O2Pannello Solare: 2 V / 260 MADimensioni: 200 x 120 x 90 mm. Peso: 285 g.

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Le fonti di energia da biomassa sono costituite dalle sostanze di origine ani-male e vegetale, non fossili, che possono essere usate come combustibili per la produzione di energia. Alcune fonti come la legna non necessitano di subire trattamenti; altre come gli scarti vegetali o i rifiuti urbani devono essere proces-sate in un digestore.

Dalla fermentazione dei vegetali ricchi di zuccheri, come canna da zucchero, barbabietole e mais, spesso prodotti in quantità superiori al fabbisogno, si può ricavare l’etanolo o alcool etilico, che può essere utilizzato come combustibile per i motori a scoppio, in sostituzione della benzina.Dalle oleaginose (quali girasole, colza, soia) si può ottenere per spremitura il cosiddetto biodiesel.Tramite opportuno procedimento è inoltre possibile trasformare le biomasse di qualsiasi natura in BTL (Biomass to liquid), un biodiesel, ottenuto appunto da materiale organico di scarto o prodotto appositamente con colture dedicate.Lo sfruttamento di nessuna di queste fonti può comunque prescindere da valuta-zioni sull’EROEI complessivo, ossia sul rapporto tra energia ottenuta ed energia impiegata nella produzione.

In alcuni paesi si stanno sperimentando coltivazioni pilotate di vegetali a crescita veloce da utilizzare per produrre energia, ad esempio per alimentare piccole cen-trali elettriche come già avviene negli USA, in India e in Giappone.Fra le sperimentazioni in corso si segnala la coltivazione di alcuni incroci ibridi del Miscanthus Giganteus detto “Miscanto”, un’erba graminacea alta fino a 4 m con una notevolissima redditività potenziale (60 tonnellate di materia secca per et-taro, equivalenti a circa 60 barili di petrolio). Secondo le stime dell’Environmental Research Institute del Galles, se il “Miscanto” venisse piantato sul 10% delle aree coltivabili europee potrebbe fornire fino al 9% dell’energia elettrica consumata dall’intero continente. In Italia le sperimentazioni sul Miscanto vengono condotte dall’ENEA in Sicilia.Oltre ai vegetali coltivati, anche i rifiuti vegetali e liquami di origine animale pos-sono essere sottoposti a digestione o fermentazione anaerobica (cioè in assenza di ossigeno). La biomassa viene chiusa in un digestore (ad esempio realizzato con la tecnologia UASB) nel quale si sviluppano microorganismi che con la fer-mentazione dei rifiuti formano il cosiddetto biogas. Dopo trattamento depurativo,

La biomassa e la sua energia

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pianti, come quello di Dobbiaco, producono anche energia termoelettrica.Sono presenti anche alcune altre piccole centrali al Nord Italia; presto sorgerà an-che nel Mezzogiorno, nel Polo Industriale del Dittaino, a Enna, la prima centrale di questo genere. Essa garantisce energia economica alle imprese e ai civili.

Lo sfruttamento delle biomasse, il cui unico problema a livello tecnico sarebbe il potere calorifico moderato (circa la metà del carbone), è in realtà limitato da determinati fattori strettamente legati alla loro natura:- disponibilità. Le biomasse non sono disponibili in ogni momento dell’anno. Basti pensare ad esempio a tutte quelle che derivano da colture stagionali, la cui raccolta avviene in un determinato periodo dell’anno. Anche il legno, che in via teorica potrebbe essere disponibile tutto l’anno, di fatto viene tagliato prevalente-mente di inverno, poiché durante questa stagione esso contiene meno umidità. Per questo motivo impianti di potenza alimentati a biomasse richiedono grandi zone per lo stoccaggio del materiale, che viene di fatto reso disponibile solo una volta l’anno.- resa per ettaro. Al contrario dei combustibili tradizionali, che si trovano general-mente in giacimenti di grandi dimensioni, la produzione di biomasse avviene ge-neralmente su aree molto elevate. Questo è forse il principale limite allo sfrutta-mento delle biomasse. Si pensi che, volendo alimentare a biomasse l’impianto di generazione elettrica di Porto Tolle (4 gruppi da 660 MW, attualmente alimentato a carbone) sarebbe necessario dedicare alla coltura delle biomasse una superfi-cie maggiore dell’intera Pianura Padana.

questo può essere usato come carburante, combustibile per il riscaldamento e per la produzione di energia elettrica. Anche dai rifiuti raccolti nelle città si può ricavare energia.

Acquisisce sempre più importanza e ogni anno cresce la produzione di legna ecologica e biomassa secca ottenute dallo sfruttamento razionale delle foreste. La biomassa secca e la legna ecologica per dirsi tali devono avere queste carat-teristiche:- abbattimento di piante già morte senza intaccare alberi vivi- biomassa secca, foglie, rametti, scarti lavorazioni agricole, potature di parchi e giardini, metodo del ramo bello annuale- sfruttamento razionale delle foreste metodo della matricina per piccole strisce di bosco o 1 pianta ogni 4- salvaguardia alberi secolari, generi protetti, boschi storici, habitat, ecosistema- lavorazione ecologica (sega a mano, sega elettrica, cippatrice elettrica, accetta, machete, scure)- assenza di spese aggiuntive di costi energetici di trasporto via nave e via terra per migliaia di chilometri- retribuzione 25 € per ogni ora di lavoro applicata

Un uso diffuso delle biomasse (segatura delle locali segherie ed anche pro-dotte da ceppato di legni di scarso valore commerciale) lo si ha negli impianti di teleriscaldamento, diffusi particolarmente in Val Pusteria. L’abbondanza della materie prime e il lungo periodo invernale favoriscono tale utilizzo. Alcuni im-

Air X 400www.caldaieabiomassa.it/

Caldaia in acciaio da arredo per riscaldamento a pellet ad elevata efficienza energetica, con funzionamento automatico e rego-lazione elettronica. Sistema di combustione con attivazione mediante iniezione di aria ad alta temperatura, bruciatore a tazza con convogliamento proporzionale del combustibile e dell’aria comburente.Pannello frontale con apertura in vetro per la visione della fiamma. Regime di funzionamento con modulazione lineare della potenza fornita gestito da centralina a microprocessore.Combustibile adatto: pellet asciutto di qualità secondo ONORM M7135, DIN, Swisspellet con diametro 6 mm e lunghezza 5-30 mm.

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Caldaia a tiraggio naturale per legna, carbone e coke, ad alto rendimento, corpo caldaia in acciaio ST 37.2 con 7 mm di spes-sore saldato secondo le normative di legge, isolamento con 50 mm di lana di roccia, quadro elettrico incorportao, aria secon-daria preriscaldata. Completa di scambiatore d’emergenza incorporato, come previsto dalla normativa vigente.

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Caldaia Fröling FHG Turbo 3000 - 20 kW con accumulatore da 1400 l provvisto internamente di bollitore per acqua calda sani-taria. Caricamento semplice dei pezzi di legna (lunghezza fino a 56 cm) e del cippato grossolano. Intervalli di aggiunta legna lunghi. Livello di efficienza elevato. Accensione pulita. Combustione ottimizzata grazie alla regolazione Lambda. Controllo di più circuiti di riscaldamento (fino a 4). Possibilità di integrazione con sistema a pannelli solari. Comoda pulizia dall’esterno mediante una robusta leva.

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Caldaia realizzata con i migliori acciai, studiata e realizzata per utilizzare come combustibili materiali solidi allo stato granulare o in alternativa anche combustibili liquidi e gassosi.La struttura è autoportante e si sviluppa da un’intercapedine completamente piena d’acqua, dove è posta la camera di com-bustione di gran volume. Quest’ultima è costruita in modo che la fiamma ed i fumi bollenti vengano convogliati attraverso tubi di acqua, sfruttando fino al totale utilizzo la combustione, ottenendo di conseguenza il massimo rendimento ed un considerevole risparmio energetico.

Fröling FHG Turbo 3000 30kWwww.froeling.com; www.biotermica.it/

Impianto con caldaia a legna Fröling FHG Turbo 3000 - 30 kW con caldaia a gasolio in parallelo e accumulatore inerziale.L’accumulatore è provvisto di bollitore interno per acqua calda sanitaria e di scambiatore di calore collegato a collettori solari.

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Fröling FHG Turbo 3000 50kWwww.froeling.com; www.biotermica.it; www.contryholiday.it/marchesi/

Impianto con caldaia Fröling FHG Turbo 3000 - 50 kW con accumulatore inerziale da 2000 l e bollitore da 300 l per la produ-zione di acqua calda sanitaria.(Agriturismo Marchesi - Santa Giuletta PV)

Fröling FHG Turbo ECO 15kWwww.froeling.com; www.biotermica.it/

Impianto con caldaia a legna Fröling FHG Turbo ECO 15 kW con accumulatore inerziale provvisto di bollitore interno per l’acqua calda sanitaria e scambiatore di calore collegato a collettori solari.

Fröling FHG Turbo ECOwww.froeling.com/

Caricamento semplice con pezzi di legna da 1 a 3 m e cippato grossolano. Lunghi intervalli di ricarica. Livello di efficienza elevato. Accensione pulita. Consumo di legna ridotto, semplicità d’uso, facile estrazione della cenere e facili pulizie. La regolazione modulare del microprocessore Lambdatronic consente, anche in caso di comportamenti del camino non uniformi, di ottenere i migliori valori di combustione.

Fröling FHG Turbomaticwww.froeling.com/

La caldaia Turbomatic Fröling è comoda, robusta, economica e sicura. Può utilizzare cippato, trucioli e pellet. Completamente automatica, sia che si tratti di cippato, di trucioli o di pellet, la Turbomatic si imposta automaticamente su ognu-no di questi combustibili in totale sicurezza. Operazioni di trasporto, accensione, pulizia ed asportazione cenere completamente automatiche. Robusta, sicura e di lunga durata. Progetto di regolazione modulare che consente una facile combinazione con altri sistemi. Progettazione che consente agevoli interventi di assistenza.

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Fröling FHG Turbomatic 85kWwww.froeling.com; www.biotermica.it/

Impianto con caldaia Fröling Turbomatic 85 kW con accumulatore inerziale da 2000 l.(Agriturismo La Colorita - Endine Gaiano BG)

Fröling FHG Turbomatic 55kWwww.froeling.com; www.biotermica.it; www.cascinadeglialemanni.it/

Centrale termica con caldaia a cippato Fröling Turbomatic 55 kW. Il locale caldaia e il silo del cippato sono stati realizzati sotto un porticato, utilizzato anche per lo stoccaggio stagionale del cippato. (Azienda agricola Cascina degli Alemanni, Gadesco CR)

Fröling FHG Turbomatic 85kWwww.froeling.com; www.biotermica.it; www.lemagnolie.com

Caldaia a cippato Fröling Turbomatic 85 kW con accumulatore inerziale 2200 l, bollitore sanitario 1000 l e impianto solare a collettori sottovuoto. Combustibili utilizzati: potatura di ulivo, cippato di pino, pellet di vinaccia.

Fröling FHG Turbomatic 55kWwww.froeling.com; www.biotermica.it; www.cascinadeglialemanni.it/

Caldaia a cippato Fröling Turbomatic 55 kW. Sulla sinistra coclea di trasporto del cippato, canale di caduta e accenditore. Sulla destra box cenere, automatismi per il movimento della griglia e per la regolazione dell’aria.(Azienda agricola Cascina degli Alemanni, Gadesco CR)

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Fröling FHG P2www.froeling.com; www.biotermica.it

Con la caldaia a pellet P2 Fröling non ci si deve occupare quasi più di nulla. Due o tre volte all’anno si deve svuotare il conteni-tore per la cenere. Il trasporto del combustibile, l’accensione, la regolazione della combustione, la pulizia e l’asportazione della cenere sono operazioni completamente automatiche. La serranda tagliafiamma brevettata provvede a garantire la sicurezza dell’impianto. Modello vincitore del Premio Innovazione del ministero federale austriaco.

Fröling FHG Turbomat 150kWwww.froeling.com; www.biotermica.it

Caldaia Fröling Turbomat 150 kW. In primo piano box per la raccolta della cenenre. Sulla destra si nota la coclea che trasporta il cippato dal silo di stoccaggio, il canale di caduta del combustibile e la “coclea stoker” che la trasporta in caldaia.

Fröling FHG Turbomatwww.froeling.com; www.biotermica.it

La caldaia Turbomat ha un sistema di riscaldamento unico per la combustione (completamente automatica) di diversi materiali in legno.Combustione ottimale anche in caso di materiale umido. Emissioni ridotte al minimo. Pulizia automatica delle superfici riscal-danti. Livello di efficienza elevato. Emissioni di polveri ridotte. Adeguamento automatico alle diverse caratteristiche dei combu-stibili. Versione robusta che consente agevoli interventi di assistenza.

Fröling FHG Lambdamatwww.froeling.com; www.biotermica.it

La caldaia Lambdamat offre una tecnica di riscaldamento aveniristica per le esigenze più raffinate.Il suo sviluppo è stato possibile grazie all’applicazione di tecnologie ampiamente sperimentate. La moderna tecnica della griglia mobile determina una pulizia e un’asportazione automatica della cenere e quindi un utilizzo che non richiede in pratica alcuna manutenzione. La camera di combustione a turbolenza ad alta temperatura determina un livello di efficienza elevato e una combustione pulita e sicura. Combustione ottimale anche in caso di combustibili pesanti. Emissioni ridotte al minimo. Livello di efficienza elevato. Consumo di combustibile ridotto. Adeguamento automatico alle diverse caratteristiche dei combustibili.

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Fröling FHG Lambdamat 1000kWwww.froeling.com; www.biotermica.it

Serbatoio interrato per lo stoccaggio del cippato per l’alimentazione di un impianto con caldaia.

Fröling FHG Lambdamat 150kWwww.froeling.com; www.biotermica.it

Centrale termica con caldaia Fröling Lambdamat 150 kW. L’impianto è realizzato sotto una tettoia. Il silo di stoccaggio del cip-pato è in lamiera metallica ed hal’autonomia di una settimana. Altro combustibile è conservato sotto la tettoia. In questa condi-zione di conservazione il cippato si essica rapidamente aumentando di molto il potere calorifico.

Fröling FHG Lambdamat 150kWwww.froeling.com; www.biotermica.it; www.lesorgive.it

Caldaia Fröling Lambdamat 150 kW. Sul fianco della caldaia si notano: motore e riduttore per il movimento della griglia, servo-motore per l’aria secondaria, depressometro focolare. (Agriturismo Le Sorgive. Solferino MN)

Estrattore di cippatowww.froeling.com; www.biotermica.it; www.lesorgive.it

Estrattore di cippato a braccio articolato rotante. Questo dispositivo è adatto all’estrazione di cippato da un silo di stoccaggio a sezione circolare o quadrata.(Agriturismo Le Sorgive, Solferino MN)

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PIT

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Le origini del parco tematico sono legate alle Grandi Esposizioni Internazio-nali che, dalla metà del XIX secolo, celebrano le innovazioni industriali e culturali, comunicando ottimismo nel progresso.Nel Novecento le Grandi Esposizioni Internazionali acquisiscono un’accezione più ludica e legata al divertimento. Infatti, i primi modelli di parchi divertimento, come Dreamland a Coney Island, nascono e proliferano durante queste fiere.Essi sono caratterizzati, nella loro organizzazione e struttura, da una serie di isole di divertimento, chiamate attrazioni, ognuna unica nel suo genere e fra cui il fruitore può scegliere.Ma il vero e proprio modello di parco a tema moderno nasce a metà degli anni Cinquanta a Disneyland, in California. Il famoso ideatore e produttore di cartoni animati, Walt Disney, si ispirò alle fiere per creare un luogo di divertimenti senza spazio e tempo, al limite tra il reale ed il fantastico, progettando un parco ispirato alla tradizione scenografica teatrale: dalle attrazioni si passa così ad “ambienti tematici” in cui i visitatori vengono immersi in nuove realtà, pianificate come in un copione.Ecco perché pensando al parco tematico spesso si associa un luogo dedicato al puro divertimento. Oggi invece, riferendosi al parco tematico, il divertimento è concepito come uno dei mezzi per raggiungere uno scopo più complesso. La contemporaneità, infatti, è l’era del “qui ed ora”, l’”era dell’accesso”, in cui il cittadino contemporaneo può accedere ad un enorme numero di informazioni attraverso l’utilizzo di vari mezzi di comunicazione, di cui il più importante è internet.In questi parchi assistiamo alla trasformazione di informazioni legate alle risorse ambientali e culturali in attrazioni di intrattenimento, creando spazi per la produ-zione e consumo della cultura e del tempo libero.Quindi il modello di parco tematico contemporaneo rimanda al concetto di va-lorizzazione del territorio che comprende risorse ambientali, culturali e turisti-che. La valorizzazione del territorio consiste, per esempio, nel raggruppare e favorire la fruizione delle risorse culturali e naturali presenti nella città e nel suo territorio o rete di riferimento, sia in termini di “patrimoni” (monumenti, cen-tri storici, siti archeologici, distretti industriali, ecc.) sia in termini di “attività” le-gate all’esperienza culturale (dal turismo al godimento di uno spettacolo teatrale, dall’ascolto di un concerto alla visita di un’esposizione). Il modello di parco, superando il legame ad un “tema specifico”, si evolve mutan-

I Parchi Tematici Territoriali

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ad un’esperienza estetica, d’intrattenimento e di evasione. Altra caratteristica saliente dei parchi contemporanei è nei suoi confini: essi sono sfumati, deboli, in continuo mutamento. Essi si rifanno alla nostra società carat-terizzata da limiti temporali e funzionali determinati da rapporti sempre più in-definiti. Le attività del lavorare, apprendere, divertirsi, si rispecchiano in luoghi ad esse adibiti e diventano spazi dai confini deboli, attraversabili ed indeterminati. I parchi si aprono quindi ad un modello a disposizione spaziale diffusa che lega le diverse identità territoriali in reti culturali e di informazione.I parchi tematici - urbani o territoriali - assumono quindi un’importanza senza precedenti nella civiltà contemporanea: essi sono formidabili produttori di econo-mie legate non solo all’esposizione, ma anche all’educazione, al commercio ed alla ristorazione, fino a diventare essi stessi promotori ed attivatori di economie territoriali.

Un emblematico caso studio in tal senso è il parco tematico “Futuroscope”, luogo in cui il sapere scientifico e la ricerca si avvicinano all’“eduntainment”.Il “Futuroscope” nasce a Vienne, cittadina poco lontana da Parigi, proprio in pros-simità del “Tecnopolo Futurescope”, luogo dell’innovazione.Esso consente ai visitatori di “vivere il futuro” attraverso nuove esperienze. Le attrazioni, rivolte a visitatori di ogni età, sono composte da giochi interattivi azionati da console di ultima generazione, animazioni 3D e piattaforme robotiche di mobilità create con lo scopo di illustrare le più recenti innovazioni scientifiche. A supporto dell’attività didattica del centro vi sono attori di fama internazionale (CNDP, Cned, Esen, LP2I) che propongono un palinsesto di attività differenti: didattica virtuale, concerti gratuiti e programmi istruttivi trasmessi via radio e TV (LP2I Futuroscope). Il “Tecnopolo Futurescope”, invece, è un modello di PST (parco scientifico tecno-logico) che si estende nel territorio in modo più ampio con il fine di valorizzare le risorse universitarie e scientifiche locali.Esso mette in comunicazioni le risorse del sapere del territorio con imprese già esistenti o creandone di nuove. Spesso tutto ciò significa attirare aziende e capi-tale umano anche dall’esterno, generando una rete di interconnessioni globale.Non a caso, in pochi anni dalla costruzione del “Tecnopolo”, Vienne è diventata la riserva del capitale intellettuale della regione. In queste aree lavorano 700

do verso un “dispositivo integrato” del sistema tematico nella dimensione ter-ritoriale.Diviene quindi sempre più difficile pretendere di dare una definizione unica al parco tematico.Infatti, ultimamente la “tematizzazione” è stata applicata a qualsiasi ambiente, territorio o sistema di ambienti. In questo senso, sotto la definizione “parchi te-matici” sono inseriti anche eventi culturali e commerciali, come le Biennali d’arte e particolari mall, che concentrano attività ed eventi a base tematica (1).

I parchi tematici contemporanei presentano simultaneamente un carattere spet-tacolare, educativo e culturale detto “edutainment”. Il loro fine principale è infatti quello di trasmettere i contenuti didattici e divulgativi attraverso l’”experience de-sign”. L’”experience design” è un processo progettuale interdisciplinare che consente di creare ambienti che massimizzino in maniera positiva le esperienze vissute da chi si trova al loro interno. “Perché le persone adorano vivere belle esperienze e perché le belle esperienze creano disponibilità e senso di appartenenza”, due elementi che accrescono, attenzione, partecipazione e, in ambito economico e di marketing, “il grado di fedeltà e il ritorno degli investimenti” (2).Esso può essere quindi usato per trasmettere in maniera più incisiva dei con-tenuti. Per esempio nella museografia contemporanea, l’esposizione non è più basata sull’allestimento lineare classico e sulle didascalie didattiche, ma su un allestimento degli elementi in cui l’utente è immerso in una esperienza ludico-didattica da cui trae insegnamento. Alcuni esempi sono gli allestimenti dei musei scientifici contemporanei della “Cité des Sciences et d’Industrie” del Parc de la Vilette a Parigi e la “Ciudad de las artes y las Ciencias” di Valencia.Riferendoci più specificatamente al nostro caso, i parchi tematici contempo-ranei propongono sempre più spesso un’offerta di educazione informale che si integra con quella scolastica, proponendosi come “centri di conoscenza territo-riale”, luoghi di interpretazione delle identità locali o della ricerca scientifica. Questi parchi sono caratterizzati dall’esperienza sensoriale: la natura diven-ta esperienza gastronomica o arte visiva, l’archeologia si avvicina al gioco, la scienza abbraccia l’”entertainment” accostandosi al linguaggio artistico. La “tematizzazione” avviene trasferendo una sceneggiatura, con un tema specifico, ad un percorso narrativo. Il fine è quello di integrare educazione ed informazione

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CNEDAudio

ICOMTEC

TGV

2IP

CNEDANTARESNOVOTEL

FUTUROPOLIS

FRANCETELECOM

MOTELIBIS

du Park

Aquatis

du Park

Holiday InnCampanile

ESPEMEN

AFPA

CCIV

ESCEM

CEL

CNED

B-Laser

ENSMA

Ginnasio

GinnasioS.P.2 M.I.

BibliotecaUniversitaria

Labo Languages

LEA

Matematique

Europark

GymnaseCROUSResidence

Gemini

StudioClub

ParkPlaza

Il parco: 94.000 mq

Superficie lorda di pavimento: 63150 mq

L’area totale: 112000 mq

Palazzo deiCongressiCentro Congressi

7Asterama 2

IncubatorServizi ed uffici

6Futurever

Incubator

5Futuropolis

Incubator

4Aerobase 3

Incubator

3Aerobase 2

Incubator

2Aerobase 1

Incubator

1

76

4

32

Parcheggi est.

Strade

Aree Verdi

Imprese / Servizi

Formazione

Resid.Temporanea - Risto

Parco Tematico

Residenze

Parco Tematico e dell’innovazione

Téléport2

Téléport3

Téléport4

Téléport5

Téléport1

Figura 01 - BERNECOLI M.; Inn Parks, parchi dell’innovazione : un parco per l’innovazione di scienza e cultura a Milano-Bovisa; Tesi di Laurea in Disegno industriale degli interni; Relatore Andrea Branzi, correlatore

Christian Galli; Politecnico di Milano, Facoltà del Design; Milano 2008

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l’identità del sistema. Tutto ciò funziona se si riesce a trasferire la sceneggiatura narrativa all’ambiente ed ai media didattici in luoghi esperienziali (4).La fondazione e gestione del parco avviene tramite la costituzione associazioni, consorzi o fondazioni composte da enti statali, territoriali e privati presenti sul territorio di riferimento preoccupati della valorizzazione dello stesso. Una volta costituito il parco tematico si stimola la creazione di eventi, strutture ricettive, trasporti e comunicazione connesse alla fruizione dei beni. Il fine ultimo del parco è fungere da elemento attrattivo per il turismo culturale specializzato e non; svi-luppare il senso di appartenenza e di partecipazione dei cittadini residenti nel territorio; sviluppare l’imprenditoria nel settore dei servizi e delle infrastrutture; accrescere le attività professionali collegate; sviluppare la ricerca scientifica, la didattica e l’informazione ambientale e culturale.Tutto ciò è applicato ad una città o ad una rete di città interconnesse e non è più legata ad una concezione rigida di territorio.

(1) GALLI C.; Nuove forme museali per sistemi distrettuali del design italiano: ipotesi di parco tema-

tico del design a Milano; tesi di dottorato di ricerca in Disegno industriale e Comunica¬zione multi-

mediale; tutor Andrea Branzi, relatore Francesco Trabucco; Politecnico di Milano, Dipartimento di

Industrial design delle Arti della Comunicazione e della Moda; Milano 2004

(2) IDEAS IN PROGRESS; http://www.ideasinprogress.it/content/cosè-lexperience-design

(3) BERNECOLI M.; Inn Parks, parchi dell’innovazione: un parco per l’innovazione di scienza e cul-

tura a Milano-Bovisa; Tesi di Laurea in Disegno industriale degli interni; Relatore Andrea Branzi, cor-

relatore Christian Galli; Politecnico di Milano, Facoltà del Design; Milano 2008

(4) Per parco tematico intendiamo:

“qualsiasi insieme territoriale comprendente strutture espositive e museali, ricettive, servizi e attività

per il tempo libero, organizzato attraverso un progetto di comunicazione che prevede la “sceneggia-

tura” di un racconto basato su un tema specifico in grado di dare omogeneità all’intero sistema e di

comunicare al di fuori l’identità del sistema stesso.”

da GALLI C.; Nuove forme museali per sistemi distrettuali del design italiano: ipotesi di parco tematico

del design a Milano; tesi di dottorato di ricerca in Disegno industriale e Comunica¬zione multimediale;

tutor Andrea Branzi, relatore Francesco Trabucco; Politecnico di Milano, Dipartimento di Industrial

Design delle Arti della Comunicazione e della Moda; Milano 2004

ricercatori in una dozzina di laboratori, dove vengono svolti studi di aerodinami-ca, aeronautica, combustione, detonazione, meccanica e fisica dei materiali, biomeccanica, ecc.. Nei suoi laboratori, il “Tecnopolo” include nuove tecnologie per conseguire l’eccellenza nei settori di ricerca. Il “Futuroscope” e il “Tecnopolo” funzionano perché garantiscono ricerca e for-mazione, lavoro e tempo libero.L’idea di parco nasce nei primi anni Ottanta da Rene Monory, Presidente del Consiglio generale di Vienne. Monory decide di costruire una cittadella del futuro in mezzo alla campagna con l’obiettivo di creare condizioni favorevoli per lo svi-luppo rurale e il rilancio del territorio. Oltre al parco è stato necessario affrontare attività integrate, come la formazione ad alto livello e la creazione di luoghi per le imprese e di laboratori dalle nuove tecnologie. L’idea del presidente era creare una nuova atmosfera utile per lo svi-luppo, che non fosse paragonabile ad un’isola di eccellenza in un deserto intel-lettuale. Ecco perché è risultato fondamentale l’apporto del parco tematico “Fu-turescope”: esso, con le sue isole di apprendimento, ognuna diversa dall’altra, ha consentito di raggiunge e istruire quante più persone possibili anche diversissime tra loro, creando nuovi modi di pensare, innovazione e una popolazione, fatta non solo di specialisti, più consapevole del proprio sapere e delle proprie scelte.Partendo dalle positività presenti sul territorio, l’area rurale di 250 ettari a 10 km est di Poitiers ed il suo aeroporto, ad 80 minuti da Parigi con il TGV, viene quindi trasformata in una nuova cittadella del divertimento e dell’innovazione.Nato in pochi anni in un ambiente eccezionale e favorito dall’espansione del set-tore delle telecomunicazioni avanzate è riuscito ad attirare 150 imprese specializ-zate nelle nuove tecnologie, e favorire le relazioni con clienti fisici ed “e-business”. Il sito si è attestato come punto di riferimento nazionale per la creazione di attività ad alto valore aggiunto (3).

In conclusione, il parco tematico territoriale si può definire come un sistema territoriale composto da strutture fisiche (come allestimenti espositivi, strutture museali e ricettive, aziende, elementi naturalistici e ambientali,ecc.) e da attività per il tempo libero, organizzate attraverso una comunicazione a “sceneggiatu-ra” che racconta un tema specifico. Esso è costituito cioè da tutti quegli elementi che valorizzano il territorio e la sua identità.Infatti, il tema specifico del parco è ciò che lo rende omogeneo e comunica

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Reti di città glocali per lo sviluppo

L’avvento dei nuovi media di comunicazione, e in primis di internet, ha generato nell’epoca contemporanea un cambiamento radicale non solo nel campo delle comunicazioni.Infatti, la struttura a rete legata alla rivoluzione dell’informazione, ha influenzato il modo di concepire e gestire l’economia, le relazioni internazionali e perso-nali, fino a condizionare l’urbanizzazione.Grazie a questa rivoluzione, la comunicazione planetaria si è venuta a comple-tare, rendendo possibile un’economia globale di mercati finanziari diffusi nel mondo, ma al contempo uniti a livello virtuale. Si è assistito ad un rapido passaggio da un’industria rigida, basata su rapporti gerarchici, ad attività e produzioni flessibili, dove le imprese multinazionali e le reti di aziende sono caratterizzate da rapporti orizzontali ed organizzate con un sistema reticolare di scambio di informazioni (finanziare e progettuali) dalle dimensioni globali.La nuova struttura a rete é asimmetrica, in quanto basata sul decentramento e sull’interdipendenza dei nodi di soggetti partecipanti (ognuno con un suo peso specifico), ed è un complesso mutevole in tempo reale. In questo sistema, i flussi finanziari, tecnologici, informativi e di marketing (crea-zione di immagine) hanno grande importanza: essi sono poco governabili, met-tendo in crisi gli stati-nazione che, a causa della loro natura rigida, sono incapaci di governare i flussi globali nelle aree locali.Inoltre ogni città deve tenere conto anche dei flussi di persone: i “city users” (ovvero gli utilizzatori della città) sono individui che, senza essere ufficialmente residenti, fruiscono dei suoi servizi. Gli “users” sono classificabili per il loro pe-riodo di permanenza: ad esempio i lavoratori e gli studenti pendolari usano la città negli orari lavorativi; vi sono poi i consumatori urbani che usano la città nel loro tempo libero; i viaggiatori d’affari e i turisti invece permangono in città in un periodo compreso tra qualche giorno a qualche settimana; e infine vi sono coloro attirati in città solo da eventi e manifestazioni in periodi particolari. Esistono infine i flussi migratori, composti da individui che, dalle aree povere del mondo, si spostano nelle metropoli in cerca di migliori condizioni di vita. Essi aumentano le differenze culturali e la pluralità di identità presenti e, in uno sta-to troppo centralizzato, rendono difficile la costruzione di un ponte tra sistema globale e le varie culture.Il Cardinal Martini tempo fa ci ha ricordato che: “la città è un patrimonio dell’umanità.

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di cooperazione nelle politiche di trasporti e mobilità, telecomunicazione e so-stenibilità ambientale. Ogni città tende a favorire al suo interno le attività, i settori e le competenze che rappresentano l’eccellenza del proprio territorio e con essi si promuove all’esterno. In seguito, le città in rete si alleano stipulando programmi e progetti nell’interesse comune e per il bene della regione-urbana, oppure colmando le reciproche man-canze con lo scopo finale di vincere la concorrenza tra metropoli, rafforzare la propria posizione nel continente e nel mondo ed inoltre attirare flussi economici e organizzazioni internazionali, offrendo una migliore qualità di vita rispetto alle altre città (qualità intesa come varietà di attività, di strutture accessibili, di spazi pubblici con una ampia gamma di lavori, di servizi e di divertimenti) . In Europa, con l’ausilio di strumenti telematici, esse possono scambiarsi infor-mazioni sui problemi e sulle politiche di gestione, cooperare a livello economico e culturale e cercare di ottenere fondi dai governi e dall’Unione Europea.Così come avviene nei sistemi informatici, il sistema urbano non segue più la continuità territoriale e una gerarchia città-provincia-regione, ma segue una logi-ca diffusa e reticolare, fatta di legami orizzontali con gli altri nodi-città, siano essi vicino o lontani.Esso è strutturato in nodi - che sono i centri urbani - e in assi - ovvero i flussi di merci, persone, capitali ed informazioni - che li collegano. Il territorio è quindi una rete di spazi interconnessi con punti forza nei nodi urbani. Un’ulteriore riflessione va fatta sul modello di economia che queste reti di città hanno intrapreso.Si tratta di un modello di economia diffuso e non più concentrato, basato sulla distribuzione internodale dello sviluppo economico. Le reti cittadine, insieme a imprese appoggiate da organismi internazionali, cercano quindi di connettere i sistemi finanziari mondiali, divenendo strumenti di promozione di centri urbani, ed inoltre allargando ed infittendo le relazioni per catalizzare lo sviluppo locale.Per venire in soccorso alla competizione globale tra città, si pensa ad uno svi-luppo urbano ed economico gestito attraverso Piani Strategici che coinvolgono eventi internazionali, strategie di promozione turistica, marketing territo-riale e mobilitazione sociale per affermare una identità collettiva. L’identità permette alla città di promuoversi allo scopo di attirare imprese, inve-stimenti, attività culturali e sportive. Essa prende esempio dalla cultura indu-

Essa è stata creata e sussiste per tenere al riparo la pienezza di umanità da due pericoli contrari e dissolutivi: quello del nomadismo, cioè della de situazione che disperde l’uomo, togliendogli un centro di identità; e quello della chiusura nel clan che lo identifica ma lo isterilisce dentro le pareti del noto. La città è invece luogo di un’identità che si ricostruisce continuamente a partire dal nuovo, dal diverso, e la sua natura incarna il coordinamento delle due tensioni che arricchiscono e ral-legrano la vita dell’uomo: la fatica dell’apertura e la dolcezza del riconoscimento”. (1)

La società dell’informazione impone quindi di affrontare questi problemi a livello locale, caso per caso, in base alla situazione temporanea dei vari flussi (flussi finanziari, tecnologici, informativi, migratori e di marketing) attraverso un modo innovativo di gestire le città. Quest’ultime sono dotate di una minore rigidità ri-spetto alla vecchia concezione centralizzata del potere-Stato.E’ solo partendo dalle città, dalla specificità locale, che si riesce ad affrontare in seguito un problema globale.Infatti, in un contesto di forte concorrenza mondiale e di crisi permanente, la valo-rizzazione delle città è da cogliere come un’opportunità per uno sviluppo costante ed un adeguamento al nuovo. Pur essendo entità autonome, anche le città dipendono dall’andamento globale. Esse infatti per svilupparsi hanno bisogno di attirare investimenti dai flussi dell’economia mondiale. Bisognerebbe quindi che ogni centro urbano avesse in primo luogo delle amministrazioni attive e “business oriented”, con una forte capacità di iniziativa; e poi condizioni produttive, relazionali ed abitative che lo rendano attraente e competitivo. Una città attraente ha in sé capacità di innovazione (istruzione professio-nale e aggiornamento tecnologico), risorse umane qualificate, infrastrutture adeguate e qualità socio-ambientali. Se da sola la “città attraente” è fortemente competitiva, lo diventa ancora di più quando entra a far parte di una rete di città. Le città in rete sono attori dinamici nella scena economica globale, capaci di negoziare con multinazionali e istitu-zioni internazionali. Esse sono in grado di sostenersi ed innescare una reazione a catena per la creazione di nuove attività e realtà economiche e culturali. Esse sono capaci di creare sviluppo, ricchezza e innovazione.Un caso studio è “Eurocities”, associazione di città europee con la missione d’incoraggiare lo scambio di competenze ed esperienze e di sviluppare azioni

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Figura 02 - M.FERRARIS; Sì, staccare...; da WIRED 06.10

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In conclusione, è necessario creare sviluppo economico facendo collaborare fra loro città diverse; creare collaborazione e connessioni enti diversi (come per e-sempio Eni, Fri-el, ecc) e le amministrazioni locali; coinvolgere la popolazione locale, istruendola come nel caso, per esempio, del Parco dell’energia.Tutto ciò contribuirà e creerà quell’identità culturale e territoriale e quelle condi-zioni sociali, politiche ed economiche che innescheranno una reazione a catena nello sviluppo della regione in cui viene pianificato l’intervento.

(1) POGGIO A., BERRINI M.; GREENLIFE. Guida alla vita nelle città di domani; coll.Tascabili

dell’ambiente; Edizioni Ambiente srl; Milano 2010; p.123

(2) M.CARTA; Next city: culture city; Meltemi Editore srl; Roma 2004

(3) J.BORIA, M.CASTELLO; La città globale. Sviluppo e contraddizioni delle metropoli nel terzo mil-

lennio; De Agostini; Novara 2002

striale che rende spendibile la sua immagine all’esterno per ottenere dei vantaggi competitivi. Ecco perché la percezione dell’immagine di una città dall’esterno va controllata fornendogli un’identità collettiva e un valore di marchio da trasmettere anche ai suoi abitanti. Infatti, il processo di potenziamento di immagine si ripercuote anche verso l’interno fornendo ai cittadini ottimismo per il futuro e quindi migliori condizioni di sviluppo e di vita.La creazione dell’identità può essere realizzata tramite la comunicazione e il mar-keting diretto o tramite eventi di grande importanza, oppure con la creazione di enti pubblici - privati, favorendo lo sviluppo di poli tecnologici, destinando soste-gni finanziari ad imprese o con la costruzione di strutture a residenza tempora-nea; promuovendo campagne turistiche e progetti culturali.Il territorio sarà tanto più competitivo quanto più saranno efficienti sul suo ter-ritorio la mobilità, i servizi urbani di base, le risorse umane qualificate, il marke-ting territoriale, le infrastrutture per la coesione sociale, le organizzazioni di eventi su grande scala (culturali e sportivi) e la tensione all’innovazione.Una città ben sviluppata, con dei vantaggi competitivi acquisiti, guadagnerà an-che un riposizionamento nella classifica delle città locali inserite come nodo del network globale (2).

Anche la stessa città oggi non è più monocentrica come accadeva in passato, ma ha al suo interno una serie equivalente di poli attrattivi che possono essere centri commerciali, outlet, multisala, stazioni, aeroporti, interporto, centri terziari dell’interscambio, fiere, cittadelle universitarie, cittadelle della musica, stadi e i parchi a tema.Questi ultimi sono chiamati superluoghi e in quanto tali posseggono, secondo l’urbanista Jordi Borja, tutte le caratteristiche per divenire una nuovo polo attrat-tivo:- Intermodalità e accessibilità tramite vie di comunicazione- Funzioni di attrazione diverse, capaci di muovere la popolazione- Elementi fisici di visibilità.- Qualità dell’ambiente urbano e dello spazio pubblico- Un importante insediamento residenziale, al centro o intorno al superluogo - Un nome che ne richiama l’identità (3)

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La promozione del territorio

La globalizzazione economica e di mercato ha creato una nuova forma di com-petizione che non si consuma più solo fra soggetti imprenditoriali, ma anche fra territori.Il territorio è diventato, infatti, esso stesso soggetto economico che opera in un ambiente altamente competitivo. E’ necessario quindi che esso impari a confron-tarsi e coordinarsi all’interno del mercato globale utilizzando forme di gestione e promozione finora riferite e utilizzate solo dal mondo industriale e dei servizi.Le nuove formule applicate al territorio danno vita al marketing territoriale.Quest’ultimo consiste in varie azioni volte a comunicare le ricchezze di un terri-torio, le sue vocazioni imprenditoriali, le opportunità localizzative, le possibi-lità di business che consentono di stimolare lo sviluppo economico sostenendo la nascita di imprese locali ed attraendo i capitali esterni al territorio. Il marketing territoriale si colloca quindi tra la promozione del territorio e lo sti-molo allo sviluppo locale.Seguendo una visione strategica e differenziandosi con una offerta ben comuni-cata, il territorio potrà valorizzare la propria realtà turistico-culturale pianificando il proprio sviluppo nel futuro (1).Un territorio si differenzia con successo quando il suo posizionamento è:- chiaro, ossia individua con precisione un vantaggio differenziale per il target- consistente, ossia si basa su una differenza di valore per il cliente- credibile, ossia propone un vantaggio vicino all’idea che il cliente ha del ter-ritorio e della sua offerta- competitivo, ossia propone qualcosa di differente e migliore della concorrenza (2).

L’interesse principale dell’azione di marketing é l’incremento dell’attrattività del territorio in ragione dei notevoli ritorni d’immagine e di imposte. Il ritorno di im-magine non è riferito solo ad un target esterno, ma anche alla stessa cittadinanza che riconosce la bontà dell’opera di valorizzazione e di incentivazione dello svi-luppo “aperto” del territorio. Lo sviluppo del territorio, prodotti grazie ai “vantaggi localizzativi” e ad economie di tipo esterno, sviluppa maggiori profitti a cui corri-spondono maggiori imposte e quindi capitali disponibili ad essere rinvestiti per la crescita territoriale.“L’attrattività del territorio è quindi fondamentale nel nuovo paradigma economico che si va delineando, nel quale le imprese si spostano con grande mobilità da una località all’altra per produrre beni/servizi o svolgere singole fasi del processo

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Infine, marketing e design sono fortemente esposti a trend di natura culturale, so-ciale, economica, perciò soffrono di radicali e profondi cambiamenti di approcci, metodologie e strumentazioni (4).Proprio per la loro flessibilità e adattabilità esse sono in grado di gestire la com-plessità. Se il sistema complesso di forze presenti in un territorio viene coordinato in una unitarietà strategica è possibile la trasformazione della realtà del territorio e la percezione che esso suscita.

(1) R.VATINNO; Un esempio di comunicazione: Il “Marketing Territoriale”; Master in Comunicazione e

Divulgazione Scientifica; Facoltà di Scienze delle Comunicazioni,;Università degli Studi di Teramo

(2) L.GAVINELLI; Il piano di marketing territoriale, www.docenti.unimc.it

(3) Il marketing del territorio: la nuova sfida del web; www.marketinginformatico.it/

(4) R.CERCOLA, C.CAUTELA; Cultura del progetto e marketing per lo sviluppo locale; Sistema De-

sign Italia Magazine N. 02/2005

di produzione, alla ricerca sia di costi di produzione più bassi che di risorse più qualificate. Gli individui circolano sempre di più alla ricerca dei luoghi più attrattivi e in grado di valorizzare maggiormente le proprie capacità lavorative, le proprie risorse individuali e finanziarie, il proprio tempo libero” (3). Territori dotati di alcuni milieu creativi, ossia da potenzialità già presenti come possono essere patrimoni artistici, culturali, storici, ecc., possono diventare at-trattivi utilizzando questo potenziale per coprire più o meno efficacemente i buchi di una strategia frammentaria e non ben delineata. Nel caso di territori che invece non hanno patrimoni culturali sufficientemente presenti diventa vitale costruirsi, nell’ambito della moderna globalizzazione, una identità riconoscibile e desidera-bile. Ancora, una buona capacità comunicativa è necessaria per la giusta guida allo sviluppo del territorio, coerente con le professionalità locali e tesa a valoriz-zare i carismi del territorio.

La comunicazione territoriale è il flusso di attività con il quale il territorio proietta all’esterno i suoi valori, la sua cultura, il suo modo di essere, la sin-tesi della sua identità, creando una propria immagine spendibile e promuovibile all’esterno.I modi di comunicare sono differenti e vanno dallo slogan (lo spirito del luogo in una frase breve, flessibile, incisiva, riproducibile sui media, memorizzabile), al simbolo visivo (l’immagine del luogo in un logo o landmark noto, riconoscibile), al tematismo (modalità di fruizione del territorio differente, per esempio il turismo enologico), agli eventi (come il palio con cavalli di Siena).La comunicazione ed il marketing unite al design diventano insieme uno stru-mento prezioso nel definire strategie, azioni e progetti per lo sviluppo del ter-ritorio.Marketing e design sono infatti caratterizzate da una forte transdisciplinarietà. Esse attingono da bacini culturali propri della psicologia cognitiva, della socio-logia, dell’etnografia, della semiotica e su tali basi costituiscono non “regole di condotta”, ma strumenti e metodi per interpretare la complessità e formulare pos-sibili “risposte”. Inoltre esse assumono l’individuo al centro dell’azione, decodi-ficandone specificità, bisogni, caratteristiche fisiche e psichiche: procedono per prospettive sistemiche, ossia considerano l’individuo cogliendo l’insieme delle relazioni che caratterizzano tale unità con altre unità che lo circondano (individui, oggetti, processi, ecc.).

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La forma della comunicazione

“Città, architettura, prodotti, non sono più universi sinergici, ma sistemi conflit-tuali e alternativi, che seguono logiche divergenti. Lo spazio urbano si sta tra-sformando in un sistema virtuale di informazioni, servizi, prodotti telematici e reti relazionali che prescindono dall’architettura come presenza costruita.Tutto ciò che si intende per architettura, infatti, si sta oggi trasformando in un esile diaframma attraversabile, in una sorta di schermo trasparente: quello delle reti e dei servizi urbani virtuali, quello degli spazi interni, dei sistemi operativi, della componentistica ambientale, flessibile e duttile, in grado di assecondare il con-tinuo mutare delle funzioni produttive e sociali.Il termine ‘architectural link’ indica proprio questa natura perimetrale dell’archi-tettura nell’era contemporanea, questo suo essere un’interfaccia tra due processi formativi delle dinamiche urbane, un filtro che deve essere pensato come una realtà fluida, attraversabile, reversibile; non più portatrice di metafore e di solu-zioni definitive.” (1)

L’avvento del computer, dell’informatica, di forme e strumenti digitali sempre più sofisticati, ha generato un cambiamento radicale nella visione del reale, deter-minando un utilizzo sempre meno intenso di strumenti materiali (carta stampata, oggetti e luoghi dalle grandi dimensioni e fisicità, ecc.) ed avvantaggiando invece gli strumenti immateriali (schermi, reti wireless, telefoni cellulari, ecc.). Questo mutamento sta infettando tutti i campi.In questo stato di cose l’architettura, in quanto rigida, statica e permanente, non è più utile come una volta a creare spazi e luoghi che trasmettano i contenuti della contemporaneità, qualunque essi siano: dall’arte alla scienza, dall’antropologia alla sociologia, dal tema dell’energia a quello della sostenibilità ambientale, ecc..“Ecco emergere allora un sistema progettuale, relativo e possibilista, che realizza eventuali equilibri locali ma che non presuppone sintesi più estese; esso prevede la possibilità di esperimenti autonomi, e la molteplicità di modelli di sviluppo, sia locali che globali. Dunque ecco aprirsi uno scenario dove non è più l’architettura a interpretare e comunicare la realtà e i contenuti, ma è l’allestimento.” (2)

L’allestimento è la più adatta fra le forme progettuali contemporanee. Le qualità che lo rendono particolarmente idoneo rispetto alle altre forme di progettazione sono diverse.

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La seconda sta nell’utilizzare forme astratte e pure sovrapposte all’esistente per rendere il luogo riconoscibile nel presente, ossia rendendo leggibili quelle carat-teristiche e quell’identità che prima non venivano facilmente alla luce.L’ultimo è il linguaggio dell’Inglobamento. In questo caso allestire significa agire sullo spazio modificando l’esistente. Lo spazio diventa luogo di teatralizzazione dello scontro tra contenuto e contenitore. L’intervento non è mai neutrale nei con-fronti dello spazio e viceversa. C’è reciproca contaminazione e lo spazio allora si perturba, si stratifica. Ma esiste anche una declinazione di allestimento che tiene in considerazione la presenza dei nuovi media. La Modernità Liquida delle reti, della virtualità, della tecnologia ha aiutato a perseguire la poetica del vuoto.L’apporto della tecnologia e del digitale nell’allestimento hanno portato ad enormi evoluzioni e suggestioni, spendibili nel progetto e legate a strumenti differenti come per esempio:- La luce, come elemento primario di ogni emozione, evocazione, apparizione.- La rappresentazione di numeri e parole. Isolati da completi contesti narrativi, nella loro estetica del frammento, danno luogo ad un orizzonte allestitivo che pone più interrogativi che soluzioni. - Il valore proiettivo delle immagini che incartano la realtà. Per esempio edi-fici schermo, vetrine urbane, pelli digitali, ecc. generano effetti di stereo-realtà, ossia una realtà terza che è l’incontro tra la realtà stessa ed un’immagine bidi-mensionale, creando innovazione (3). Alla luce di queste considerazioni appare evidente che le qualità di un intervento progettuale non devono necessariamente risiedere in un’architettura, ma dipen-dono piuttosto dalle possibilità aperte da un buon allestimento.Infatti l’allestimento è dinamico e metamorfico a dispetto di un architettura statica e monumentale. Il primo parla il linguaggio della contemporaneità che altro non è che il linguaggio della trasformazione.Un’architettura è fatta per durare e per resistere a società e contesti differenti. L’allestimento non ha questa pretesa. Esso, con la sua pur breve durata, ha come scopo l’interpretazione della realtà, al fine di porsi come traduttore, come elemento di coesione fra differenti contesti spazio-temporali.“Il nostro orizzonte e l’orizzonte di chi osserviamo devono cercare di avvicinarsi sempre di più. La difficoltà sta nel fatto che l’orizzonte non è mai dato una volta

Innanzi tutto esso permette la sperimentazione perché ha in sé il concetto di velocità, provvisorietà, flessibilità, instabilità, mutamento. Per le sue carat-teristiche, e per il fatto di non dover essere abitato, l’allestimento rivendica gradi di maggior libertà rispetto all’architettura.Ed è proprio per questo che esso è terreno fertile per la ricerca. Ecco allora che si sperimenta interagendo in altri campi del sapere, unendoli, mischiandoli, creando nuove realtà. L’allestimento, per via della sua trasversalità tematica e scalare, opera in di-verse situazioni prevedendo temi e grandezze molto diverse fra loro. Sovrap-ponendo ruoli, confini, temi, scale si demarcano e si sfumano le differenze fra aperto e chiuso, fra aulico e quotidiano, fra perenne e provvisorio.L’indeterminazione che ne deriva è comune sia all’allestimento che alla contem-poraneità. Quindi nell’allestire si crea una zona di interferenza fra contenitore e contenuto, fra territorio e messaggio che si vuole comunicare. L’uno contamina l’altro e vice-versa. Vi è un rapporto di reciproca valorizzazione e esaltazione. Ecco perché compito fondamentale dell’allestire è anche, e soprattutto in rapporto alle preesi-stenze, quello di rendere vivi e vivibili edifici storici o dismessi, zone naturali o, come nel nostro caso, dedicati all’energia, allontanandoli dalla sola contempla-zione, ma portandone alla luce le qualità intrinseche.Proprio per questa sua posizione intermedia fra contenuto e contenitore, l’allestimento si pone come un linguaggio, come un traduttore, che gestisce il rapporto fra quello che è il contesto e l’intervento. Tuttavia tale linguaggio può declinarsi in diversi modi in base alla strategia che si prende in considerazione.Il primo è il linguaggio del Palinsesto. In questo tipo d’azione si introduce una se-rie di frammenti che vanno ad aggiungersi senza clamori al contesto, valorizzan-dolo. Così si disseminano indizi che chiamano l’osservatore all’interpretazione dello spazio.Il secondo è il linguaggio della Trasparenza. Esso ha un doppio registro in quan-to vi è una “pars destruens” e una “pars costruens”. La prima sta nel contrapporre alla densità degli edifici architettonici o, in generale, al paesaggio antropizzato, la leggerezza dei telai e dei tralicci o l’inconsistenza di luci e proiezioni. Quindi ad una città piena di segni e di memorie, per esempio, si contrappongono leg-gerezza e trasparenza dell’allestimento.

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L’allestimento infatti garantisce attraverso mezzi tecnologici, informatici e di in-terpretazione della realtà, un’ottima possibilità di creare spazi dalle forti qualità esperienziali, in cui il contenuto viene percepito dal fruitore in modo più forte ed emozionante. Inoltre, per la sua natura provvisoria, esso può essere facilmente modificato e i suoi contenuti possono essere aggiornati velocemente, caratte-ristica quanto mai utile per comunicare una materia, come quella energetica, in costante evoluzione.

Infine, in un’ottica di sistema, l’allestimento è una forma che facilità l’implementarietà della rete. Infatti, utilizzando lo stesso linguaggio del sistema su un’altra entità, si ingloba quest’ultima al sistema stesso in modo facile e ve-loce, senza interventi invasivi o permanenti, ma con una modalità reversibile e leggera. Le sue caratteristiche diventano particolarmente importanti soprattutto quando si ha a che fare con un territorio vasto ed eterogeneo come quello del Parco dell’energia. L’allestimento, nella sua accezione di installazione, può eleggersi ad elemento unificatore, può diventare landmark o un’entità di esso, creando quell’elemento visivo e di comunicazione che unifica il territorio e ne trasmette l’identità.

(1) A. BRANZI, A. CHALMERS; Spazi della cultura, cultura degli spazi. Nuovi luoghi di produzione e

consumo della cultura contemporanea; FrancoAngeli Editore; 2007

(2) ibidem

(3) L. ALTARELLI; La città in allestimento da Allestire; Ed.Palombi editori, Roma 2005, Op.cit.10

(4) G. CAPASSO; Capware; http://www.capware.it/libro.htm

(5) B. DI MARINO; Tracce, sguardi e altri pensieri. Studio Azzurro; Feltrinelli; Milano 2007; Op. cit.

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[Fonte: Gli articoli del capitolo sono tratti dalle Tesi di Matteo Bernecoli e Caterina Verrone]

per tutte, non conosce stabilità: quando ci muoviamo esso si muove con noi, e quando ci fermiamo rimanda sempre a un oltre, che non possiamo mai semplice-mente abbracciare con uno sguardo.” (4)

Allestire è mostrare un orizzonte.Il racconto deve superare i formalismi e le astrazioni della didascalia: esso deve suggerire non spiegare, accennare non risolvere. Lasciare una traccia nella mente, invisibile ma indelebile.Si sostituiscono così ai musei a alle architetture tematiche, percorsi che trasfor-mano gli spazi espositivi in luoghi dove l’approfondimento di alcune materie si articola in processi spazio-temporali ricchi di suggestioni. Qui la sensibilità del progettista, dello spettatore e dell’intervento viene inserita in un flusso rela-zionale che tende ad abbattere confini fisici e mentali.Prefigurare un sistema di allestimento significa avere la capacità di rappresentare più oggetti, insieme al proprio contesto, in modo tale che l’immagine della rappre-sentazione, caratterizzata da un supporto materiale, venga completamente sosti-tuita dall’immagine di un piano trasparente attraverso il quale si ha l’impressione di guardare uno spazio immaginario, che include tutti gli oggetti e la realtà e che non è limitato, ma solo intersecato dai margini del quadro.Raccogliendo immagini, informazioni, desideri, ispirazioni ed immergendoli in sistemi interattivi, si creano luoghi e scenari che raccontano.Lo spazio che si viene a creare non è più uno spazio tradizionale, ma sono luoghi che Studio Azzurro chiama di condensazione: “È interessante considerarli dei veri e propri cicli di affreschi, capaci, in modo nuovo di sviluppare il proprio rac-conto e di inserirsi attivamente in un territorio sociale. Il sistema allestitivo che ha luogo qui, portato in altro ambito assume nuova forma non solo per la flessibilità del dispositivo ma anche per lo sviluppo del contenuto che va a dialogare con il nuovo spazio.” (5)

Utilizzare il linguaggio dell’allestimento piuttosto che quello dell’architettura corri-sponde ad un enorme vantaggio nel caso del Parco dell’energia.Questo perché esso è il metodo più veloce, pratico ed efficace per rispondere alle esigenze dei tre principali elementi progettuali richiesti:- Didattica esperienziale - Spettacolarizzazione- Parco diffuso

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Basilicata: Natura, Cultura

ed Energia

La Basilicata, svantaggiata dalla propria costituzione morfologica ed emarginata per lungo tempo dagli investimenti, nonché ancora oggi largamente sprovvista di importanti vie di comunicazione, è sempre stata considerata una delle regioni meno sviluppate del Paese.Il settore agricolo costituisce ancora oggi un caposaldo dell’economia regionale. La produzione di colture di pregio è relegata solo in alcuni territori regionali a cau-sa dei condizionamenti esercitati dalla montuosità del territorio, dalla sua scarsa fertilità e dall’irregolarità delle precipitazioni. La riforma fondiaria, cominciata a partire dagli anni Cinquanta, assieme all’assegnazione di migliaia di case sparse e di terre ai braccianti, alle bonifiche e alle irrigazioni di vasti comprensori hanno contribuito allo sviluppo dell’agricoltura. La diffusione di tali opere ha però subito, nel corso del tempo, un rallentamento ed esse non sono oggi in grado di assi-curare adeguate opportunità di sviluppo alle attività agricole, penalizzate anche dall’insufficienza delle strutture di commercializzazione. La loro localizzazione ha quindi determinato aree piuttosto differenziate per caratteristiche produttive: privilegiate risultano le valli dell’Agri e dell’Ofanto, oltre alla piana di Metaponto. Il settore primario, in ogni caso, dopo una fase di relativa modernizzazione, più intensa nella Piana di Metaponto, sembra avere raggiunto i propri limiti strutturali, in assenza di una efficiente rete di distribuzione commerciale e di promozione: ciò, in un quadro di forte concorrenza interregionale, ha di fatto ostacolato la creazione di nuove filiere produttive, relegando in ruoli marginali le stesse colture di qualità (1).L’industria presente sul territorio è per lo più legata alla produzione alimentare e al settore chimico. Nel 1993 ha rappresentato motivo di potenziamento dell’attività industriale e del suo indotto l’apertura a Menfi di uno stabilimento della FIAT.Il terziario è presente in piccola parte e soprattutto nell’ambito del turismo che, tuttavia, non è valorizzato per via delle poche infrastrutture presenti.Nonostante queste condizioni iniziali, la Basilicata, riconosciute le sue potenzia-lità, sta attuando un percorso di valorizzazione delle sue caratteristiche territo-riali, cercando di sfruttare, nel maggiore rispetto possibile dell’ambiente, le sue caratteristiche.

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Il Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane, istituito nel 1997, interessa 5 comuni a cavallo tra le province di Matera e di Potenza .Infine nel 1990 nasce il Parco della Murgia Materana che si estende per circa 6000 ettari all’estremità orientale della Basilicata.

Vi sono poi altri parchi e riserve come il Parco archeologico storico naturale delle Chiese rupestri del Materano, la Riserva Difesa S.Biagio Montescaglioso, la Riserva Statale Rubbio, la Riserva Regionale Lago Laudemio, la Riserva Re-gionale Abetina di Laurenzana, la Riserva Regionale Lago Pantano di Pignola, la Riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro, la Riserva Statale Meta-ponto, laRiserva Statale Marinella Stornara, la Riserva naturale orientata San Giuliano, la Riserva Statale Coste Castello, la Riserva Statale Agromonte Spac-ciaboschi, la Riserva Statale I Pisconi, la Riserva Regionale Lago Piccolo di Mon-ticchio e Patrimonio Forestale Regionale e infine la Riserva Statale Grotticelle.

La Basilicata e i parchi naturali

Nonostante la presenza di pozzi petroliferi e di gas e a diversi impianti per la produzione di energie rinnovabili, la Basilicata ospita all’interno del suo territorio diversi parchi nazionali e riserve naturalistiche. Infatti, a partire dagli anni Ottanta iniziano a nascere i primi Piani territoriali e paesaggistici, mostrando la vocazione ambientale della regione. Questi ultimi hanno rappresentato il primo importante passo verso il riconoscimento di una valenza ambientale e naturalistica del ter-ritorio e hanno di fatto aperto la strada verso l’istituzione di Parchi Nazionali, regionali e riserve su tutto il territorio lucano (2).Fra i più importanti vi è il Parco Nazionale del Pollino, istituito nel 1993. Esso copre una superficie di 170 mila ettari che condivide con la Calabria.Vi è poi il Parco nazionale della Val d’Agri, nato nel 2006 , che, con un territorio di circa 70 mila ettari, include 29 comuni della regione e 9 comunità montane.

Basilicata

POTENZA

Parco di Gallipoli Cognatoe delle Piccole Dolomiti Lucane

Parco della Murgiae delle chiese rupestri

Parco NazionaleAppennino LucanoVal d’Agri Lagonegrese

Parco Nazionaledel Pollino

MATERA

Figura 01 - Wikipedia; La Basilicata Figura 02 - APT Basilicata; I parchi nazionali lucani; www.aptbasilicata.it/

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ad aver lasciato sul territorio l’impronta maggiore sia per numero di siti che per estensione.Esistono ben dieci aree archeologiche (l’area archeologica di Vaglio Basilicata, di Grumentum, di Venosa, di Heraclea, dell’Incoronata, di Metaponto, di Notarchi-rico, di Civita, di Banzi e del Basileus) e undici musei archeologici (Museo delle Antiche Genti di Lucania Vaglio Basilicata, Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adameşteanu”, Museo archeologico nazionale “Domenico Rido-la”, Museo archeologico nazionale del Melfese, Museo archeologico nazionale di Metaponto, Museo archeologico nazionale di Muro Lucano, Museo archeologico provinciale di Potenza, la Mostra archeologica permanente nel Palazzo ducale di Tricarico, Museo archeologico nazionale dell’Alta Val d’Agri, museo nazionale della Siritide e quello di Venosa) e sono già attivi degli itinerari tematici, come per la “Lucania archeologica” a cura della APT Basilicata (3).Esistono poi altre tipologie di musei come il Museo della civiltà contadina di Aliano e Montescaglioso, Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, il MUSMA (Museo della scultura contemporanea Matera), il Museo della Tortura di Matera e la Pinacoteca provinciale di Potenza e quella D’Errico a Matera (4).

La ricchezza di cultura, storia e bellezze naturalistiche fanno parte di quel milieu di cui si è parlato precedentemente, ma tutto ciò non basta. Devono svilupparsi altre condizioni per rendere la zona attrattiva e competitiva rispetto ad altre re-gioni d’Italia e d’Europa. Ma la Basilicata nasconde anche altre potenzialità, tutte facenti parte dell’ambito energia.

La Basilicata, la storia e la cultura

La Basilicata fu abitata sin dal Paleolitico. In seguito si insediarono sul territorio colonie di Greci e dal 330 a.C. iniziò l’opera di colonizzazione da parte dei ro-mani. E fu proprio sotto il dominio romano che la via Appia venne prolungata fino a Brindisi e nacquero le colonie di Potentia e Grumentum.Nel Medievo la Basilicata vide il passaggio e la dominazione di Bizantini, Longo-bardi, Saraceni e Normanni. Federico II di Svevia soggiornò a Melfi nel 1225 e nel 1231, anno in cui vennero emanate le Constitutiones regni Siciliae (“Costitu-zioni di Melfi”), e, in quegli anni, venne costruito il castello di Lagopesole.L’età moderna fu caratterizzata dalle lotte fra gli Angioini e le famiglie feudata-rie che li sostenevano (i Sanseverino, i Caracciolo e i Senarchia) e Carlo V di Spagna di Borbone. Quando, nel 1735 Carlo V vinse sugli Angioini, la Basilicata entrò a far parte del Regno di Napoli.Durante il Risorgimento anche la Lucania, come le altre regioni del sud, conobbe il fenomeno del brigantaggio, sviluppando un proprio fronte di lotta per l’unificazione d’Italia: a Montemurro, il 14 agosto 1860, nella casa di campagna della famiglia Marra, ancor prima che Garibaldi smuovesse la sua Spedizione dei Mille, venne infatti proclamata l’Unità d’Italia. Il brigantaggio interessò in particolare le zone del Vulture-Melfese, rendendo la Basilicata il cuore della rivolta antisabauda.La storia contemporanea lucana è costellata da eventi catastrofici come i tre terremoti del 1857, del 1907 e del 1980. Inoltre la presenza di zone malariche, e la mancanza di infrastrutture, di lavoro, e di aiuti statali, come nel resto del mezzogiorno, portarono ad un vasto fenomeno di emigrazione. Solo negli anni trenta del Novecento si realizzarono l’acquedotto e le più importanti vie di comu-nicazione. Durante la Seconda Guerra Mondiale Matera fu la prima città italiana a insorgere contro i tedeschi occupanti.Nonostante l’apertura nel 1993 a Melfi dell’impianto industriale SATA, ove risiede uno dei più importanti stabilimenti FIAT d’Europa e la creazione di altre aziende collegate all’indotto come Tower Automotive e Magneti Marelli, il fenomeno di spopolamento progressivo della Basilicata non ha tuttora fine.

Sebbene la Basilicata abbia una storia ricchissima e variegata, è l’età antica

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Ottanta, dopo un programma di ricerca profonda, si ottennero i primi successi incoraggianti e vennero così sfruttati i giacimenti del Monte Alpi, di Cerro Falcone e della Tempa Rossa, costruendo per la prima lavorazione del greggio il Centro Olio a Viggiano nel 1996. L’importanza dei giacimenti rinvenuti attirò negli anni molte società petrolifere di caratura internazionale come ENI, Fina, Enterprise Oil, Mobil e Texaco. Nel 1998 venne stipulato l’accordo fra Governo, Regione ed Eni. Grazie ad esso la Basilicata, in cambio delle concessioni per lo sfruttamento di questa importante materia prima (una produzione stimata in 104.000 barili al giorno per vent’anni, pari al 10% del fabbisogno nazionale), otterrà dallo Stato investimenti infrastrut-turali per accelerare lo sviluppo socio-economico della zona, oltre a benefici eco-nomici e occupazionali e a investimenti per la riqualificazione ambientale e la salvaguardia dei suoi parchi naturali (5). L’economia lucana, negli ultimi 20-30 anni si è quindi sviluppata proprio in virtù della presenza di petrolio e gas naturale. Nonostante ciò, la Basilicata, anche a causa dei discorsi sulla qualità ambientale e sulla fine delle risorse fossili, negli ultimi anni si è avvicinata alle energie alternative, arricchendo il suo territorio con impianti eolici, idroelettrici, fotovoltaici e solari. L’attenzione alle energie alternative, se pur iniziato una ventina di anni fa, ha as-sunto maggior rigore a seguito delle linee guida imposte dai protocolli di Kyoto, firmati anche dall’Italia, per portare ad una quota del 20% la produzione di ener-gia non derivante da idrocarburi e perciò non inquinante per l’atmosfera.

La Basilicata e il petrolio

La Basilicata è un territorio particolarmente ricco di giacimenti petroliferi e di gas. In Val d’Agri, infatti, è situato il più grande giacimento dell’Europa continentale. I lucani osservarono i primi segni della presenza di petrolio e gas già nel XV secolo sottoforma di lingue di fuoco, le cosiddette “fiaccole”, che segnavano il bruciare di piccole riserve di metano.Tuttavia fu solo nel 1902 che si manifestarono le prime vere e proprie fuoriuscite superficiali di petrolio e gas. Non fu un caso quindi che l’Agip, nel 1933, concen-trò le proprie ricerche sperimentali sugli idrocarburi proprio in Basilicata e che realizzò i primi pozzi proprio in questa zona. In seguito, fra il 1939 e il 1947 iniziò una modesta produzione di olio, petrolio e gas dai primi pozzi perforati. Negli anni

PozzoVal d’Agri

Pozzo Serra Pizzuta

Pozzo a terra

Aree marine/riserva

Di fianco:- Figura 03 - LEGAMBIENTE, L’estrazione di petrolio in Italia; http://notizie.virgilio.it/gallery/trivelle-pozzi-petroliferi-in-italia-mappa.html

Pagina successiva:- Figura 04 - GSE, Gestore Servizi Energetici; Il Futuro Fotovoltaico; www.logicaenergetica.it/gse-le-tariffe-del-2010-e-del-futuro-conto-energia/

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ne è il fatto che la produzione degli impianti fotovoltaici in Italia ha raggiunto nel 2009 i 673,8 GWh con un incremento del 249% rispetto all’anno precedente.Questo dato riguarda soprattutto le regioni meridionali: fra esse la regione più virtuosa si è dimostrata proprio la Basilicata che si attesta la prima regione per crescita di produzione di energia.Non a caso negli ultimi anni le politiche territoriali lucane hanno favorito l’installazione di impianti fotovoltaici, approvando un nuovo piano energetico re-gionale che indica più chiare condizioni per la loro realizzazione (6).I più grandi parchi fotovoltaici lucani si trovano nella Valbasento (fra Orto del Tufo e Macchia di Ferrandina) e in Val d’Agri, proprio vicino al Centro gas e oli di Vig-giano. Infine dal 2010 è presente a Tito Scalo, comune limitrofo di Potenza, il più grande impianto fotovoltaico integrato d’Italia (7).A proposito di fotovoltaico integrato, così com’è successo per l’eolico, a chi lamen-tava l’assoluta mancanza estetica dei pannelli fotovoltaici e solari, si è risposto con il concorso “Designer Show”. Ideato e promosso dalla Camera di commercio di Monza e Brianza, il concorso ha premiato, fra i 30 giovani designer, coloro che meglio hanno interpretato il rapporto tra energie rinnovabili e creatività, capacità tecnica e arte, proponendo soluzioni di alta qualità estetica e funzionalità. “Infatti, com’è noto, dal 2011 la struttura degli incentivi al fotovoltaico cambia: sparisce la categoria ‘impianti semi-integrati’ e resta solo quella degli integrati che diventa più restrittiva. L’impianto, insomma, per essere finanziato dovrà quasi confonder-si con il resto dell’edificio e, per restare ben redditizio, le sue componenti avranno bisogno di ottimo design, non più solo di ferramenta e carpenteria.” (11)

1800

1700

1600

1500

1400

1300

1200

1100

1000

900

kWh/

mq

Numero impianti fotovoltaici: 71.284Suddivisione per classe percentualedel numero di impianti

Lombardia15,2%

Basilicata1,4%

La Basilicata e il sole

Il fotovoltaico è un altro sistema di produzione di energia alternativa che ultima-mente sta prendendo piede in Basilicata. Il territorio lucano ha un indice di irraggiamento solare annuo fra i più alti d’Italia; inoltre la presenza di numerosi spazi aperti e di aree brulle difficili da coltivare potrebbe fornire lo spazio necessario all’installazione di queste centrali per lo sfruttamento dell’energia solare. Nonostante ciò la Basilicata produce soltanto l’1%, su base nazionale, dei complessivi 193 GWh italiani. Inoltre, sul suo territorio, sono stati istallati solo lo 0,9% degli impianti nazionali.Le regioni del nord, nonostante siano più svantaggiate per via del loro indice di irraggiamento, hanno investito le loro risorse nel fotovoltaico e nel solare, con-sapevoli della necessità di integrare la normale attività economica con una ot-timale produzione di energia pulita. E sempre di più, negli ultimi anni, le regioni italiane stanno capendo le potenzia-lità di questo tipo di energia, investendo un capitale sempre crescente. Prova

Numero impianti fotovoltaici: 71.284Suddivisione per classe percentualedel numero di impianti

Lombardia15,2%

Basilicata1,4%

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questo dibattito si è già riproposto, e con toni anche più accesi, con l’apertura delle campagne di estrazione petrolifera di Viggiano e, in tempi più recenti, di Corleto. Le differenze, però, sono tante ed è bene analizzare quali sono gli im-patti sull’ambiente da parte dei sistemi di produzione di energia eolica.” (9)

Fra le motivazioni dei detrattori dell’energia eolica vi sono:- l’impatto visivo che questi impianti hanno sul paesaggio- l’inquinamento elettromagnetico e sonoro (che però sarebbe un grosso prob-lema solo nel caso di installazione di impianti eolici presso centri abitati)- i possibili effetti sull’avifaunaTuttavia lo sviluppo di questa fonte di energia, non solo contribuirebbe ad una maggiore indipendenza energetica della regione, ma gioverebbe anche allo stato occupazionale dei suoi abitanti.“la nostra regione ha bisogno di risorse per lo sviluppo costi quel che costi. È un dato di fatto che l’impianto dei parchi eolici fornisce proventi alle aree che ospita-no queste strutture in forma di lavoro per la loro costruzione e di royalties annuali che vengono garantite dalle società che impiantano queste strutture.Questa risposta potrebbe essere considerata sufficiente e dare ragione a chi è convinto che il nostro territorio possa per l’eolico e per altri tipi di insediamenti produttivi essere venduto (o svenduto). Se per le installazioni petrolifere questo scontro fra esigenze di tutela naturalistica e di sviluppo industriale rimane presso-ché insanabile, nonostante lo studio di misure di risanamento dell’inquinamento prodotto dall’estrazione dell’oro nero, l’eolico offre una terza via”. (10)

E questa terza via è affrontare la progettazione di questi impianti non solo da un punto di vista funzionale, ma anche estetico: “le torri potrebbero diventare addirittura un elemento di caratterizzazione del paesaggio, soprattutto delle zone brulle, rocciose e senza altri elementi di rilievo, che solitamente ospitano gli aerogeneratori. La ricerca di queste potenzialità legate al paesaggio è stato il tema dominante di un concorso di progettazione indetto nel 2002 da Legam-biente e Enel GreenPower per un complesso eolico da realizzare a Pescopa-gano. Le numerose proposte formulate da architetti e paesaggisti ricercavano nuove soluzioni, dal design del singolo aerogeneratore, con il disegno di forme diverse e l‘analisi di colorazioni antiriflesso e mimetizzanti, a studi di carattere paesaggi-stico, evitando il loro inserimento casuale, ma studiando parallelismi e incroci con i crinali montuosi e con tracce del paesaggio come gli antichi tratturi.” (11)

MontemurroFRI-EL (29.08 MW, 36)

La Basilicata e il vento

Il sistema di produzione di energia eolica, non comportando la creazione di fumi di scarico e la produzione di sostanze tossiche di risulta, si propone come una risorsa ideale che non contrasta con la naturale vocazione alla conservazione ambientale della Basilicata.Le direttive nazionali scaturite dal trattato di Kyoto prevedevano che in data 2010 la regione dovesse ospitare sul suo territorio 29 impianti eolici. Tuttavia, a causa di diverse polemiche, il percorso di sviluppo dell’eolico ha incontrato un freno, fermando a 13 il numero di impianti presenti sul territorio.“Siamo, quindi, di nuovo al solito dilemma fra necessità di sviluppo, quanto mai atteso soprattutto in questi anni, ed esigenze di tutela ambientale. Nella Val d’Agri

Figura 05 - Italia, Parchi eolici; www.ricercadisistema.it

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Monte Cotugno, Rendina, Lampeggiano, Serra del Corvo e Ponte Fontanelle.Le principali risorse idriche sono intercettate mediante dighe o traverse , in modo da assolvere alle esigenze di diversi settori. Esse vengono utilizzate infatti per gli approvvigionamenti di acqua potabile e per l’irrigazione (di Basilicata, Calabria e Puglia), per la produzione di energia idroelettrica e in minima parte anche per usi industriali.Dei nove principali invasi presenti sul territorio solo uno è utilizzato per la produzi-one di energia idroelettrica: il lago Pertusillo (12).Il Lago di “Pietra del Pertusillo” è un lago artificiale situato nel territorio dei comuni di Grumento Nova, Montemurro e Spinoso. Esso è stato costruito tra il 1957 e il 1962, a sbarramento del fiume Agri, con i fondi della Cassa del Mezzogiorno, la quale concesse all’ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fon-diaria in Puglia e Lucania l’esecuzione dei lavori.Il lago occupa una superficie di 75 km2, lo sbarramento ad arco gravità è lungo 380 m ed alto 95 m. La sua realizzazione ha dato vita ad un invaso di 155 milioni di m3 d’acqua in grado di rispondere ad un uso plurimo delle risorse idriche.Il paesaggio circostante è ricoperto da boschi che scendono fino alle sponde del lago (alcuni alberi perfino oltre, risultando parzialmente sommersi dalle acque). Il lago è utilizzato per la pesca sportiva e per gare di canottaggio nazionale (13).Nonostante lo sforzo attuato dalle politiche ambientali lucane, spesso, come si è già detto, lo sviluppo degli impianti per le energie alternative è osteggiato per varie motivazioni, fra cui l’impatto visivo e la deturpazione ambientale che esse comporterebbero. Queste motivazioni sono però inconsistenti se si affronta il problema con occhi diversi.Si dà facilmente per scontato che i paesaggi della Basilicata siano tutti belli e gradevoli, ma spesso essi sono intervallati da zone di degrado e in abbandono. Tutto ciò è causato da un progressivo allontanamento dalle campagne, dalla mancanza di un vero e proprio piano paesaggistico ecc.Si può notare l’aumento costante di campagne e sentieri abbandonati, muri di contenimento dei torrenti in cattivo stato se non caduti, fabbricati rurali in rovina, ai quali si aggiungono disboscamenti selvaggi, che provocano spesso movimenti franosi incontrollabili.Tuttavia, “Si potrebbe aprire una nuova fase in cui le torri eoliche siano non solo elemento paesaggistico ma anche fonte economica per la conservazione del paesaggio. Parte dei proventi delle torri eoliche potrebbero essere utilizzati

Ofanto

SeleBasento

Mar Tirreno

Mar Jonio

Bradano

Agri Cavone

Sinni

NoceLao

La Basilicata e l’acqua

Il sistema idrografico lucano è costituito da ben 5 fiumi con foce nel mar Jonio (Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni) , i cui bacini nel complesso si estendono su circa il 70% del territorio regionale, dall’Ofanto che sfocia nel mar Adriatico e dal Sele che termina nel mar Tirreno. Il regime dei corsi d’acqua è tipicamente torrentizio, caratterizzato da massime portate durante il periodo invernale e da un regime di magra durante la stagione estiva. Vi sono inoltre 5 laghi naturali (i due laghi di Monticchio localizzati, i laghi Lau-demio-Remmo, il Sirino e il Rotonda), ma la presenza di invasi artificiali è molto più consistente. Nel corso degli ultimi decenni, infatti, sono stati realizzati i princi-pali invasi regionali come quelli di San Giuliano, Acerenza, Genzano, Pertusillo,

Figura 06 - AdB Basilicata, Autorità interregionale di Bacino della Basilicata; www.adb.basilicata.it

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Bisogna comunicare alle persone che abitano questi luoghi e che li vengono a visitare, che gli impianti non violentano il territorio, ma lo potenziano e valorizzano. Il percorso da intraprendere è quello di trasformare un paesaggio percepito come deturpato dagli impianti in un paesaggio gradevole, stimolando l’immaginario positivo collettivo creando elementi di alta valenza estetica, non affini a se stessi, ma dalle grandi potenzialità: essi sono in grado di creare un futuro migliore e di salvare l’uomo dal disastro energetico e ambientale.Più nel piccolo essi sono in grado di sviluppare nuove attività, nuovi posto di la-voro, nuove forme di economia e di turismo, ecc.Per esempio il potenziamento di politiche che promuovono l’energia potrebbe portare ad un nuovo tipo di turismo, il cosiddetto “turismo verde”.“Il tanto evocato turismo legato alle bellezze naturali e architettoniche, così sbandierato, quasi che fosse l’unica risorsa di sviluppo della Basilicata, non si può applicare a tutto il territorio della regione, poiché, e questo sarebbe da chiari-re una volta per tutte, non sempre si hanno attrattive tali da poter giustificare un afflusso turistico di una certa proporzione a livello numerico ed economico.” senza contare che “La conservazione e il rispetto del passato, delle tradizioni, della storia, legata al solo mondo rurale non deve precludere lo sguardo a nuove strade per uno sviluppo futuro rischiando di diventare un’operazione folkloristica e nostalgica, poiché, come afferma Alberto Ferlenga in un suo recente editoriale sulla rivista Casabella, ‘congelare il passato equivale a stravolgerlo’.” (15)

Creare percorsi di conoscenza dell’energia ed itinerari dedicati, come per esem-pio far visitare il centro oli di Viggiano, le pale eoliche di Montemurro o la diga del lago Pertusillo, potrebbe essere la risposta ad un turismo un po’ di nicchia come quello lucano, portando nuova linfa vitale alla regione.La Val d’Agri, con il suo parco nazionale e il progetto per la realizzazione di un parco dell’energia può sviluppare, divulgare ed evolvere questo concetto.“Invece di stare a discutere se impianti eolici o solari siano compatibili o meno con la creazione di questa zona di conservazione ambientale, si potrebbe av-viare un discorso più ampio e innovativo sul concetto di parco ambientale, come grande laboratorio in cui la natura non solo si preserva in modo diretto, ma anche indirettamente potenziando e installando centri di produzione di energia pulita.” (16)

Si tratta di insegnare alla popolazione un nuovo modo di pensare e un nuovo modo di vedere l’energia (rinnovabile e non) e le sue manifestazioni. Cioè, detta

per interventi di conservazione e miglioramento paesaggistico, ad esempio per finanziare un’opera di interramento progressivo dei cavi e dei tralicci dell’alta tensione.” (14)

Inoltre, come si è già detto, si potrebbe fare in modo che pale eoliche, pannelli fotovoltaici, ecc. siano progettate pensando anche all’aspetto estetico e non solo a quello funzionale.E’ necessario mettere in atto un’azione creativa che porti anche all’innovazione dell’estetica dell’impianto della fonte di energia rinnovabile ed un modo nuovo di proporre ai più il loro impatto così forte.Nel caso del lago Pertusillo, per esempio, la diga, se in un primo momento era stata percepita come un elemento ingerente nel paesaggio, oggi è diventato un segno di caratterizzazione in positivo.

Invaso di Cogliandrino

Invaso di Monte Cotugno

Invaso di Pertusillo

Invaso del Carrastra

Invaso di Marsico Nuovo

Invaso del Fantano

Invaso Acerenza

Invaso di Trivigno Invaso di San Giuliano

Lago Serra del Corvo/BasentelloInvaso di Genzano

Invaso Randina

Figura 07 - AdB Basilicata, Autorità interregionale di Bacino della Basilicata; www.adb.basilicata.it

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ridotti, sarebbe davvero un incentivo che compenserebbe anche la posizione de-centrata e la mancanza di infrastrutture che sono i secolari handicap del nostro territorio” (17). Si tratta,infine, di educare all’energia.A quanti vedono in questo discorso “una perdita del carattere della Lucania, ver-rebbe da rispondere che proprio il tema dell’energia sta diventando una peculia-rità della nostra regione. Prima gas, petrolio e centrali idroelettriche, ora eolico e solare, caratterizzano ormai da decenni la nostra regione.” (18)

Basti pensare per esempio al film uscito recentemente “Basilicata coast to coast”. Il film, pur non ponendosi come spot promozionale della regione, dà un’immagine della Basilicata caratterizzata da una forte vocazione ambientale. Il film, che parla di quattro amici che da Maratea raggiungono Scanzano Jonico a piedi, viaggiano sempre in compagnia di due pannelli fotovoltaici che utilizzano per le esigenze primarie di energia, passando per posti come Montemurro sul cui sfondo ve-diamo le pale eoliche, o come la diga del Lago Pertusillo, o ancora per il paese fantasma Craco, o nel bel mezzo della processione della Madonna Nera di Vig-giano.

Creare un Parco dell’Energia nella Val d’Agri significa scontrarsi con tutte queste realtà, fare emergere le potenzialità di quest’area geografica ed essere capaci di comunicarle in un percorso esperienziale, didattico e divulgativo, come già sot-tolineato dagli interventi precedenti.

in modo un po’ naif, bisogna trasmettere la bellezza che si può celare dietro ad una pala eolica o ad una distesa di pannelli fotovoltaici.Si tratta di spiegare le potenzialità a lungo termine di questi interventi. Spesso infatti ci si ferma a valutarne solo le conseguenze immediate, rimanendo ad uno stato di conoscenza troppo superficiale per essere veramente consapevoli.Si tratta di comunicare alla gente, spesso restia alle innovazioni, i vantaggi che deriveranno e le responsabilità che essi hanno nei confronti dell’ambiente e del mondo.Si tratta di chiarire che una scelta opportuna dei siti, una progettazione paesag-gistica seria, competenti valutazioni di impatto ambientale e una politica ener-getica mirata e integrata potrebbero fornire risorse energetiche ed economiche importanti. Si tratta di illustrare che le varie energie, eolico, solare, fossili, biomassa, idroelettrico, ecc. sono capaci, e lo saranno sempre di più in futuro, di integrarsi l’un l’altra e possono insieme far raggiungere alla Basilicata quello stato di indi-pendenza energetica tanto agognato da tutti i paesi del mondo. Perché indipen-denza energetica significa ricchezza, garantisce la nascita di aziende industriali e agricole e attira investimenti anche da fuori.“È opportuno ricordare che anche un’economia basata solo sull’agricoltura, sul turismo, sui beni monumentali ed archeologici non può prescindere dall’approvvigionamento energetico. E avere energia elettrica e benzina a prezzi

Corso d’acqua

T.LampeggianoT.RendinaF.BradanoF.lla di GenzanoT.BasentelloT.BradanoT.CamastraF.AgriF.Sinni

Ofanto

Bradano

BasentoAgriSinni

LampeggianoRendinaAceranzaGenzanoSerra di CorvoSan GiulianoPonte FontanellePetusilloMonte Cotugno

4.622.838.456.12810722145450

irriguo, potabileirriguo, irriguo, potabileirriguo, potabileirriguo, irriguo, irriguo, potabile, industrialeirriguo, potabile, idroelettricairriguo, potabile, industriale

Invaso V. utile(Mmc)

Utilizzo della risorsaBacino

Tabella delle caratteristiche dei corsi d’acqua, dei bacini irrigui e del loro utilizzo della Basilicata

Fonte: AdB Basilicata, Autorità interregionale di Ba-cino della Basilicata; www.adb.basilicata.it

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Quattro comuni per il Parco dell’energia

Da quanto apprendiamo da Andrea Granelli e Stefano Santini, il progetto per il Parco dell’Energia della Val d’Agri si sta focalizzando nell’area geografica che comprende i quattro comuni di Viggiano, Grumento Nova, Spinoso e Montemur-

ro. Ogni territorio può essere ricondotto ad una fonte di energia per la presenza sul territorio di impianti specifici. Inoltre tutti e quattro i comuni hanno un patrimo-nio artistico e culturale da visitare, che trova la sua massima espressione nel sito archeologico di Grumentum.

VAL D’AGRI

POTENZA

Potentino

Potentino

MateranoVAL D’AGRI

MATERA

VAL D’AGRI

Viggiano

Grumento Nova

Spinoso

Montemurro

Figura 08 - La Val d’Agri, la strada e i paesi che interesseranno il Parco dell’energia

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numerosi edifici storici da visitare, come le Chiese di San Rocco e di S.Antonio e i palazzi Robilotta, DeFina e Parisi (19).

SpinosoSpinoso è il comune ricordato per la diga sul lago di Pietra Pertusillo e quindi per la sua diga e per la centrale idroelettrica, che si trova però nel territorio compreso fra Gallicchio e Missanello. Inoltre ha un meraviglioso centro storico, ricco di palazzi gentilizi realizzati fra il XVI e il XIX secolo, come palazzo Ranone, che ogni anno ospita “ArtEstate-Spinoso”, vernissage d’arte, scultura e cultura, Palazzo storico, ecc. Il comune nacque nel Medievo, per poi passare dalla domi-nazione dei Sanseverino alla repubblica partenopea. Durante il Risorgimento partecipò alle lotte per l’unità d’Italia. Dagli anni Sessanta, l’attività principale di Spinoso è legata al Lago Pertusillo e quindi al turismo. Lungo le sponde il co-mune ha realizzato aree attrezzate per i visitatori, sportivi e pescatori.Il lago infatti è ricco di trote, anguille e carpe e costituisce un’attrattiva per i pe-scatori non solo locali.

Grumento NovaGrumento Nova, per la sua vicinanza agli impianti di Viggiano e per la presenza di numerosi pozzi sul suo territorio, è legata anch’essa al petrolio e al gas natu-rale, ma la sua fama più grande la deve al Parco archeologico di Grumentum. Oltre al sito archeologico, che si trova un po’ distanziato dal vero e proprio borgo di Grumento Nova, il comune offre altri luoghi interessanti da visitare come le mura medievali, il Castello Giliberti e la chiesa neoclassica di Sant’Antonio. Gru-mento Nova è uno dei più importanti centri storici della Lucania, noto sin dalla II Guerra Punica. Dopo la distruzione di Grumentum da parte dei Saraceni nel 973, gli abitanti si stanziarono nelle zone circostanti fondando il borgo di Gru-mento Nova. Dopo la dominazione normanna passò a quella sveva. Nel 1870 venne acquistata dalla famiglia Giliberti che vi edificò il Castello, di cui oggi non restano che pochi ruderi. Il 1900 fu caratterizzato dall’abbandono delle terre e dall’emigrazione e fu solo con la scoperta del petrolio in Val d’Agri, accanto alla nascita dei “Patti territoriali” e alla opportunità di sviluppo dell’imprenditoria lo-cale, che si sono creati in tempi recenti i presupposti per il rilancio economico.

ViggianoViggiano è oggi ricordato principalmente perché ospita nel suo territorio un Cen-tro oli dell’ENI per il trattamento del petrolio estratto dalle ampie riserve rin-venute nel sottosuolo della Val d’Agri. Ultimamente, proprio accanto al Centro oli della ENI, è stato costruito un Parco fotovoltaico, che pur essendo nel territorio viggianese, si colloca più nelle vicinanze di Grumento Nova.Non di meno è un borgo dalle molteplici risorse: dalle arpe al culto mariano, dagli impianti sciistici ai siti archeologici. Sul territorio cittadino, infatti, vi sono molteplici luoghi storici da visitare come la Chiesa Madre Santa Maria del De-posito, i ruderi del Castello, la Basilica e il Sacro Monte di Viggiano, dove vi si svolge il culto della Madonna Nera. Antico villaggio di Grumentum, il paese si sviluppò in epoca medioevale come centro basiliano, e fu in seguito fortificata dai Longobardi. Dominata per secoli dai Sanseverino, partecipò ai moti della repub-blica napoletana e più tardi prese parte ai moti preunitari. Agli inizi del Novecento diventò famosa, anche fuori dell’Italia, per la fabbricazione degli strumenti mu-sicali. Nonostante le prime perforazioni petrolifere e l’insediamento di industrie manifatturiere, la prima metà del Novecento fu caratterizzata dall’emigrazione. Nel 1980, dopo il terremoto, ci fu un tentativo di ricostruzione industriale che non ebbe l’auspicato successo. Negli ultimi anni, grazie all’intervento degli enti locali, è stato avviato un nuovo sviluppo industriale, mentre si sono fatte più concrete le prospettive legate all’estrazione petrolifera e, non senza contraddizioni, quelle turistiche associate alla valorizzazione ambientale.

MontemurroIl paese è famoso per il suo Parco eolico, costruito della società bolzanese Fri-El e che comprende 36 aerogeneratori per una potenza complessiva di 29,1 MW.Anche Montemurro nacque a seguito delle incursioni saracene che distrussero Grumentum. Nel Medievo il borgo appartenne al feudo Montescaglioso e insegui-to ai Sanseverino e ai Carafa. Fu qui che vide i natali Giacinto Albini, artefice dell’insurrezione lucana, che consegnò la Basilicata a Garibaldi per unificarla al resto d’Italia. I terremoti del 1857, del 1907 e del 1980 colpirono Montemurro più violentemente del resto dei comuni circostanti, provocando un’ampia emigra-zione, in gran parte transoceanica, che decimò il numero di abitanti. Emigrazione che continua tutt’oggi.Nonostante la sua storia travagliata da grandi calamità, nel centro storico vi sono

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Salerno

Roma

Cosenza

Bari

Brindisi

Taranto

Lauria

Atenalucana

A3Brienza

POTENZA MATERA

VigganoPolicoro

E90

Le vie di comunicazione lucane

Per via del suo territorio montuoso la Lucania ha poche vie di comunicazione. La regione è dotata soltanto di un piccolo aeroporto, l’Aviosuperfice Enrico Mat-tei a Pisticci realizzata negli anni Sessanta, durante l’industrializzazione della val Basento, e rimasto inutilizzato per molto tempo. Voluta da Enrico Mattei per spostarsi più velocemente da un sito dell’Eni all’altro, si tratta di una semplice pista di atterraggio che viene utilizzata solo da piccoli aerei. Dal 2007 si sta stu-diando un progetto che prevede la costruzione di un aeroporto civile regionale e le infrastrutture ad esso collegate.Maratea, Pisticci e Policoro sono dotati di porti turistici, ma nessuno di tipo in-

dustriale.La Basilicata è quasi completamente priva di ferrovie tanto che Matera non è neppure raggiunta da Trenitalia. Tuttavia vi sono importanti stazioni ferroviarie come Potenza centrale, Metaponto, Maratea che servono i tre principali assi: la ferrovia Battipaglia-Potenza-Metaponto, la ferrovia Tirrenica Meridionale e quella Jonica. Le altre linee presenti sul territorio sono ferrovie secondarie o a scarta-mento ridotto.Le vie stradali e autostradali più importanti sono l’A3 nel tratto che da Lagonegro va a Lauria e il Raccordo Autostradale RA05 che collega Sicignano a Potenza.La strada statale 407 Basentana (SS 407) segue il corso del fiume Basento da Potenza a Metaponto. Essa unisce il Raccordo autostradale RA05 a Metaponto e

Salerno

Roma

Cosenza

Bari

Brindisi

Taranto

POTENZA MATERA

Figura 09 - Wikipedia; Le vie di comunicazioni lucane

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(1) Wikipedia

(2) Ente Parco Nazionale Appennino Lucano Val D’agri Lagonegrese); Progetto di Educazione Ambi-

entale “Il Parco nel nostro Futuro…”; www.parcoappenninolucano.it/

(3) Wikipedia

(4) www.aptbasilicata.it/

(5) A.DE STEFANO, G.PETRULLO; Le risorse del sottosuolo lucano: il petrolio; da Il territorio-Cultura;

www.consiglio.basilicata.it/conoscerebasilicata/territorio/Territorio_DeStefano/petrolio.pdf

(6) GSE, Gestore Servizi Energetici; Il Futuro Fotovoltaico; www.logicaenergetica.it/gse-le-tariffe-del-

2010-e-del-futuro-conto-energia/

(7) M. SCUDERI, Fotovoltaico Integrato: entrato in esercizio l’impianto da un MW a Tito Scalo (gio-

vedì 14 gennaio 2010), da Società energetica lucana; www.societaenergeticalucana.it/opencms/

opencms/Notizie/notizia_0212.html

(8) SORGENIA; Designer Show: occhi puntati sul fotovoltaico integrato (7 luglio 2010 alle 10:27 am);

http://sorgenia.wordpress.com/2010/07/07/designer-show-occhi-puntati-sul-fotovoltaico-integrato/

(9) G.SAPONARA, Parole al vento. A proposito di energia alternativa; Redazione Akiris; www.svilup-

povaldagri.it/akiris/articoli/25-003-06.pdf

(10) Ibidem

(11) Ibidem

(12) AdB Basilicata, Autorità interregionale di Bacino della Basilicata; www.adb.basilicata.it/adb/strut-

tura.asp

(13) Wikipedia

(14) G.SAPONARA; Parole al vento. A proposito di energia alternativa; Redazione Akiris; www.svilup-

povaldagri.it/akiris/articoli/25-003-06.pdf

(15) Ibidem

(16) Ibidem

(17) Ibidem

(18) Ibidem

(19) Conoscere la Basilicata, www. basilicatanet.it

(20) Wikipedia

fu costruita negli anni Sessanta insieme alle altre arterie di fondovalle lucane per dare un impulso all’economia regionale. La Basentana si presenta attualmente con una capacità superiore al volume di traffico che abitualmente vi transita.La strada statale 598 di Fondovalle dell’Agri inizia ad Atena Lucana in prossimità dello svincolo dell’Autostrada A3 e termina a Policoro, in Basilicata, in prossimità dello svincolo della SS 106. Essa attraversa le province di Salerno, Potenza e Matera. La strada prende il nome dal fiume Agri in quanto segue il suo percorso fino alla foce.La strada statale 106 dir Jonica (SS 106 dir) è una strada statale che collega Palagiano alla frazione geografica di Chiatona. Su questa diramazione scorre il traffico proveniente dalla strada statale 100 di Gioia del Colle, dalla SS 7, nonché dall’autostrada A14, diretto verso la costa Jonica.La strada statale 7 Via Appia (SS 7) è una strada statale che segue il percorso dell’omonima via consolare romana e, come all’ora, collega Roma a Brindisi.I lavori per la costruzione dell’antica via Appia iniziarono nel 312 a.C., per volere del console Appio Claudio Cieco e collegava l’urbe a Capua. In epoche succes-sive la strada venne poi man mano prolungata fino a Brindisi (20).

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enerAGRIa76 CA

PIT

OLO

4

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77

Sopralluogo Arrivando dalla Strada Statale 598, in prossimità di Viggiano, se si arriva dalla Campania, o in prossimità di Spinoso, se si arriva dalle Puglie, si ha immediata-mente l’immagine della torre del Centro oli, delle pale eoliche che si stagliano sulle colline e del lago Pertusillo che si adagia sul fondovalle. I quattro comuni, arroccati sulle loro colline o distesi sui pendii, si scorgono dalla strada.Inoltre dai punti panoramici, sempre presenti nel centro di questi paesi, è possi-bile, con un solo colpo d’occhio, vedere in lontananza Grumento e il sito archeo-logico, Viggiano e subito sotto il centro oli e il parco fotovoltaico, Spinoso e il lago, Montemurro e le numerose pale eoliche. Proprio per questa sua conformazione, l’area si presenta già di per se come Parco, ossia come un territorio in cui le parti sembrano appattenersi e dialogare fra loro.

Montemurro

Diga

Spinoso

Centro Oli

Viggiano

Parco fotovoltaico

Foto realizzata a Grumento Nova

Foto realizzata a Grumento Nova

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enerAGRIa78

360Viggiano

Viggiano

Foto realizzata a Grumento Nova

Foto realizzata dal Parco eolico - Montemurro

Foto realizzata da Viggiano

Foto realizzata dalle pendici di Viggiano

Centro Oli

Centro Oli

Centro Oli

Parco fotovoltaico

Parco fotovoltaico

Parco fotovoltaico

Centro Oli

Centro Oli

Parco eolico

Parco eolico

Montemurro

Montemurro

Montemurro

Spinoso

Diga

Diga

Diga Lago Pertusillo

Lago Pertusillo

Spinoso

Spinoso

Grumentum

GrumentumGrumento Nova

GrumentumGrumento Nova

Vedute d’insieme del Parco

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79

Eni s.p.a.

Oli combustibili

Fotovoltaico

Paesi e punti di interesse

Idroelettrico

Eolico

Diga

enerAGRIa

enerAGR a

enerAGR a

enerAGR a

GrumentumGrumentoNova

Viggiano

Montemurro

Spinoso

Museo archeologico

Vedute d’insieme del Parco_Mappa delle fonti energetiche (centrali, parchi e diga) sul territorio che interesserà il Parco

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enerAGRIa80

Abstract Il Parco si pone l’obiettivo di valorizzare le risorse e l’identità del territorio, in par-ticolare creando un network di comuni legati reciprocamente dalla presenza sul loro territorio di diverse fonti di energia.Un tempo la Val d’Agri veniva vista come luogo di turismo legato solo all’ambiente, o come territorio legato idealmente solo al petrolio.Oggi non è più cosi quindi il parco si pone l’obiettivo di divulgare la nuova natura “energetica” e culturale dell’area e di educare all’energia.Per far questo il parco è dotato di tre principali entità:- la prima è costituita dalle dinamo gioco. Esse sono i tradizionali giochi da par-co, come il Dondolo o il Girello, che producono energia a partire dal movimento umano. Esse creano l’identità visiva e concettuale del parco, sono presenti al centro dei paesi considerati e hanno il ruolo di attirare l’attenzione di grandi e pic-cini e di spiegare che è possibile ricavare energia anche dagli esseri umani. Le dinamo giochi innescano il tour culturale all’interno del paese e hanno il ruolo di ritrovo per poi continuare il giro all’interno del parco dell’energia, andando a visi-tare i siti del centro oli, piuttosto che il parco fotovoltaico o le pale eoliche, ecc.- la seconda, empiria, è costituita dalle installazioni esperienziali dedicate al petrolio, al sole, al vento e all’acqua e alle energie che da essi scaturiscono. Le installazioni sono anch’esse delle sorte di giostre che hanno il ruolo di far avvici-nare con semplicità e curiosità le persone e far loro esperire, secondo una logica immediata di causa-effetto, come viene prodotta l’energia dalle fonti.- la terza, cubotto, costituisce una sorta di approfondimento. L’entità si presenta come un container al cui interno ogni parete contiene informazioni più specifiche rispetto alle fonti di energia, a come funzionano, a che bisogni riescono a sod-disfare, alle abitudini energetiche degli italiani e a come è possibile limitare i consumi nelle nostre azioni quotidiane.Il parco è collegato principalmente dalla strada statale 598, lungo il cui percorso sono posizionati dei landmark con il compito di segnalare il territorio interessato dal parco. Lungo la statale, in corrispondenza di Viggiano, è possibile parcheg-giare la macchina e salire a bordo di pulmini elettrici che porteranno i fruitori a visitare le varie tappe del parco. Infatti esso è costituito da 14 tappe, ognuna delle quali ospita una delle entità precedentemente esplicate. Il tour si conclude con una tappa al museo e al sito archeologico di Grumentum, con una mostra dedi-cata alla storia dell’energia, un ulteriore approfondimento che unisce la cultura artistica e storica alla cultura scientifica ed energetica del luogo.La sala del Castello di Sanseverino di Grumento Nova ospiterà invece mostre temporanee di opere artistiche, scientifiche e letterarie contemporanee dedicate all’energia.

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81

Schizzo di funzionamento del Parco dell’Energia

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enerAGRIa82

Nome e logo Il nome del parco deriva dall’unione di Val d’Agri e energia.Il concept del nome del parco e, conseguentemente, anche del logo e della gra-fica, deriva appunto dalla vocazione energetica della Basilicata e in particolar modo della Val d’Agri. Energia dal petrolio, dal sole, dal vento, dall’acqua, ma anche energia derivante dalle persone, dall’intelligenza e dalla cultura collettiva;dagli scambi di idee, concetti e relazioni che possono avvenire all’interno del par-co. La grafica riprende la forma di un imbuto, a voler raccontare che tutte queste energie vengono convogliate nel parco nutrendo la terra, le attività e l’ingegno umani.Proprio per questo il logo è arancione intenso, colore che comunemente viene associato all’energia, al benessere, all’azione e al buonumore.Esso viene poi declinato in quattro sottologhi dedicati ognuno a un tipo di energia diverso. I simboli e i colori scelti per rappresentare le fonti sono quelli iconografi-camente più diffusi e associati a questo tipo di energie. Sarà quindi un sole giallo per il fotovoltaico, una pala eolica azzurra per l’eolico, una goccia nell’acqua blu per l’idroelettrico e una fiamma verde petrolio per gli idrocarburi.

C: 9M: 23Y: 100K: 0

enerAGRIa

enerAGRIa

Logo, grafica e codici colore generali del Parco enerAGRIa

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83

enerAGRIa dimension > 28 pt

enerAGRIa dimension > 21 pt, stroke > 0 pt

enerAGRIa stroke > 1 ptstroke > 0,3 pt

brush >

enerAGRIa font > Sansation Regular

enerAGRIa

enerAGRIaenerAGRIa

enerAGRIaenerAGRIa

enerAGRIaenerAGRIa

energia

minuscolo minuscolomaiuscolo

energiaVal d’Agri

enerAGRIa

650

mm

450 mm

X/Y = 1,444

2,5 mm

3,5 mm

4,7 mm

7 mm

10,7 mm

16 mm

> minimo di leggibilità

Studio del logo, della grafica e del nome del Parco enerAGRIa

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enerAGRIa84

C: 72M: 0Y: 72K: 0

C: 3M: 7Y: 100K: 0

enerAGR a

enerAGR a

enerAGR a

enerAGR a

Logo, grafica e codici colore del Parco enerAGRIa_Idrocarburi e solare

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85

C: 39M: 0Y: 2K: 0

C: 58M: 0Y: 37K: 0

enerAGR a

enerAGR a

enerAGR a

enerAGR a

Logo, grafica e codici colore del Parco enerAGRIa_Eolico e idroelettrico

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enerAGRIa86

enerA

GR a

enerAGR a

enerAGRIa

enerAGRIa

enerA

GR

aenerA

GR

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enerA

GR

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GR

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GR

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enerAGRIa

enerAGRIa

SS 598

enerA

GR

IaenerA

GR

Ia

enerA

GR

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GR

Ia

enerA

GR

IaenerA

GR

Ia

enerAGR a120 cm

175 cm

220 cm

80 cm55 cm

140 cm175 cm

400 cm425cm

100 cm80 cm

40 cm30 cm

gia a piedi. I loghi posizionati molto più in alto sono pensati per una visualizzazione da distanze maggiori.

Il posizionamento dei loghi asseconda e rientra nel campo visivo medio di un adulto (140-180 cm) e di quello di un bambino in età scolare (80/100-140 cm) che passeg-

Principi di posizionamento dei logo e della grafica sugli elementi del Parco

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87

Il landmark e il percorso Il landmark è un elemento la cui funzione è quella di comunicare il territorio proiettando all’esterno i suoi valori, la sua cultura, il suo modo di essere, la sintesi della sua identità. Un esempio eclatante ne è il Kilometro Rosso.Il Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso, che sorge lungo l’autostrada A4 alle porte di Bergamo, è un ambiente organizzato che ospita aziende, centri di ricerca, laboratori, attività di produzione high-tech e servizi all’innovazione.La sua presenza sull’autostrada è manifestata da questa parete rossa e lucida, dall’estetica hi-tech, che cela alle sue spalle i veri e propri centri di ricerca.

Il Kilometro Rosso

Il Gasometro della Bovisa, Milano Il Colosseo, Roma

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enerAGRIa88

Il landmark Il landmark riprende il concetto di catalizzatore di energie, riproponendo la forma di un imbuto e il colore arancione.La grafica sul landmark riproduce delle linee curve convergenti che seguono l’andamento dell’imbuto, quasi a ricordare un fluido che scorre verso il basso e si incanala andando a nutrire la terra.La presenza del landmark lungo le vie di comunicazione, come la SS 598 e le strade che conducono ai paesi e ai parchi energetici, comunica l’appartenenza ad un’unica entità: il parco enerAGRIa. Esso assolve anche ad altre funzioni come raccogliere le acque piovane e produrre energia per alimentare la lampada al suo interno per l’illuminazione notturna, grazie al pannello fotovoltaico posto sulla sua sommità.

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89

4,5 m

SS 598

Accumulatoreinverter

H2O

Faretto LED

enerA

GR

IaenerA

GR

Ia

enerA

GR

IaenerA

GR

Ia

enerA

GR

IaenerA

GR

Ia

enerAGRIa

enerAGRIa

In questa pagina:- in alto: logo e grafica

- sopra: disegno tecnico con quote e ambientazione- di fianco: dettaglio del funzionamento

Nella pagina seguente: - posizionamento della grafica e del logo del Parco sull’oggetto

enerAGRIa

enerAGRIa

4,5 m

SS 598

Accumulatoreinverter

H2O

Faretto LED

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GR

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GR

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enerAGRIa

enerAGRIa

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enerAGRIa90

enerA

GR

Ia

enerA

GR

Ia

enerA

GR

Ia

enerAG

RIa

ener

AG

RIa

enerAGRIa

enerA

GR

Ia

Pannello fotovoltaico 99,5 X 45,5 cm

Logo altezza visuale uomo medio

enerAG

RIa

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91

Il percorso

enerAGRIa è un parco tematico diffuso, cioè non presenta un unico nucleo, un unico edificio, ecc., ma le parti che lo compongono sono sparse su un territorio di 105 kmq. Il territorio è attraversato da una strada principale, la Statale 598, da cui si diramano le strade secondarie che portano ai paesi e ai parchi energetici.Il percorso del parco ha un ordine ben preciso: parte dal centro oli per poi pas-sare al parco fotovoltaico, a quello eolico a quello idroelettrico, per concludersi con il parco archeologico di Grumentum, il suo museo e il Castello dei San-severino.L’excursus parte dalla fonte di energia più diffusa per scoprirne pregi, difetti, pro-duzione e consumi. Esso mostra che gli idrocarburi sono una fonte energetica esauribile e da qui la necessità di investire su nuove energie alternative, che pos-sano aiutare a sfruttare gli idrocarburi in modo più consapevole e sostenibile.Il tour si conclude con una tappa al sito archeologico di Grumentum e al museo. Ciò vuole creare un collegamento fra presente e passato, fra ciò che siamo stati

e ciò che siamo, fra come si utilizzava l’energia e come la si utilizza oggi. Si vuole così confrontare quanto l’uso delle fonti delle energie sia cambiato rispetto al nostro fabbisogno e ai nostri modi di consumo. Dal passato infatti è possibile recuperare e rivalutare modi ormai dimenticati di riutilizzare e riciclare materiali. Oppure è possibile osservare come si sono sviluppate alcune macchine che oggi sono usate per la produzione dell’energia alternativa, come i mulini ad acqua e a vento.

Dalla SS 598, uscendo a Grumento Nova-area industriale e imboccando la SP 11 è possibile raggiungere il Centro oli e proseguendo Viggiano. Scendendo dal paese si arriva al Parco fotovoltaico grazie alla SS 276 per poi ritornare sulla statale. Si prosegue per imboccare la SP 23 che arriva a Montemurro fin al Parco eolico e, attraversando il paese come un anello, ci riporta alla fondovalle che, dopo qualche km, apre l’orizzonte alla diga del Lago Pertusillo.Proseguendo fino all’uscita di Gallicchio, imboccando una stradina laterale alla SS 598, si incontra la Centrale idroelettrica.A questo punto si inverte il senso di marcia e si ritorna verso la diga. Passando sopra a quest’ultima si giunge alla SS 106 per Spinoso che, incrociandosi con la SP 7 poco fuori al paese, riporta i visitatori sulla SS 598. La SP 103 porta a Grumentum e, proseguendo, a Grumento Nova. Dall’ultima tappa del parco si imbocca la SP 25 che riporterà sulla SS 598 all’uscita Viggiano-Grumento Nova-Grumentum.

Dalla descrizione precedente, è ovvia l’assoluta importanza della SS 598, grazie alla quale avvengono i principali spostamenti lungo il parco e da cui è possibile avere una veduta su tutte le componenti del parco.Proprio per questo si è scelto di posizionare i landmark soprattutto lungo questa via di comunicazione e di dar loro una funzione compatibile all’ambiente.Inoltre la loro veste grafica, riprende e comunica le peculiarità del parco.Un qualsiasi passante che si trovi a percorrere la SS 598, provenendo da Atena Lucana o da Policoro, dopo lunghi Km di una comune strada, vedrebbe com-parire lungo la carreggiata i landmark che gli segnaleranno la parte di territorio su cui si sviluppa il parco. I landmark, posizionati ogni 2 km a sinistra e a destra della strada, sfalzati fra loro, sono il simbolo del parco. Essi sono presenti per 26 dei 133 km della SS 598, lì dove quest’ultima attraversa il territorio del parco.I landmark si ritrovano anche in corrispondenza delle aree dove sono posizionati i cubotti, gli empiria e le dinamo-giochi, ossia in tutti i punti di interesse del parco.Essi danno forza all’immagine coordinata e territoriale della Val d’Agri e di enerAGRIa.

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enerAGRIa92

SS 598Campania PugliaSS 598

SS

103

SS

27

6

SP

23

SS

106

SP7

SP

11S

P2

5

V a l d ’ A g r i parco del l ’energ ia

enerAGRIaViggiano

GrumentoGrumentum

Lago Pertusillo

Montemurro

Gallicchio

Spinoso

petrolio

eolico

idroelettrico

fotovoltaico

diga

Grumento NovaArea industriale

ViggianoGrumento Nova

Grumentum

Mappa del percorso del Parco con indicate le strade e l’asse principale delle percorrenze

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93

SS 598Campania PugliaSS 598

V a l d ’ A g r i parco del l ’energ ia

enerAGRIaViggiano

GrumentoGrumentum

Lago Pertusillo

Montemurro

Gallicchio

Spinoso

petrolio

eolico

idroelettrico

fotovoltaico

diga

Mappa concettuale della presenza dei landmark del Parco lungo il percorso, in particolare lungo l’asse principale (SS 598)

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enerAGRIa94

Visualizzazione dei landmark sul percorso in prossimità di Viggiano e del Centro oli

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95

Visualizzazione dei landmark sul percorso in prossimità di Viggiano e del Centro oli - notturno

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enerAGRIa96

L’autobus e il personale didattico

Per raggiungere le varie tappe del percorso di enerAGRIa è necessario utilizzare un mezzo che, rispecchiando l’identità del parco, sia sensibile alle tematiche am-bientali. Inoltre il mezzo di trasporto deve avere dimensioni ridotte ed una buona trazione. Infatti per raggiungere e attraversare i paesini si incontrano strade molto ripide e strette, a volte anche dissestate. Si è scelto quindi l’autobus Vivacity+. Esso rappresenta il mezzo ideale per transitare nei centri storici e nelle città di piccole e medie dimensioni ed in genere in ogni contesto urbano caratterizzato da difficile viabilità. Vivacity+ unisce, alle dimensioni contenute, elevate capacità di carico e i bassi consumi. I gruppi che dovrà trasportare sono eterogenei (da gruppi scolastici a famiglie, ecc.) e composti da 20-30 persone.In questo modo la visita risulta meno dispersiva e le guide potranno dedicarsi in modo completo ai visitatori. Le guide accompagneranno i visitatori lungo tutto il percorso per presentare le varie tappe e rimanere a disposizione dei fruitori per qualsiasi chiarimento; inoltre potranno coordinarsi con i luoghi di pernottamento e ristorazione per organizzare gli orari di arrivo e di partenza dei gruppi.

Page 98: enerAGRIa

97

Vetri oscurati per

termoregolare latemperatura internae avere sempre la

visuale sull’esterno senza fenomeni di

abbagliamento

Logo del parco applicato

con prespaziati

La graficasull’autobus

riprende la formadell’imbuto e i colori

del logo delparco

Tara con

conducente8500 kg

PASSEGGERI

Seduti 12 12 12

In piedi 36 39 43

Carrozzella 1 -- --

Strapuntini -- 2 --

Servizio 1 1 1

TOTALI 50 54 56

enerAGRIa I L PA R C O D E L L A VA L D ’ A G R I

Poltrone imbottite e rivestite

in materialinaturali ed

ecosostenibili

Motore elettricoo a GPL

790 cm

200 - 235 cm305 cm

Prospetto e planimetria dell’autobus Vivacity +, con applicazione della grafica e del loghi, il colore degli interni e le principali caratteristiche tecniche

Page 99: enerAGRIa

enerAGRIa98

PARCO DELL’ENERGIA VAL D’AGRI

Visualizzazione dell’autobus Vivacity +, con applicazione della grafica e del logo

Page 100: enerAGRIa

99

Divise del personale didattico

e merchandaising

Le guide potranno essere scelte fra studenti di facoltà umanistiche (lettere e filosofia, storia dell’arte, beni culturali, archeologia, ecc.) e scientifiche (scienze ambientali, biologia, ingegneria, ecc.) o fra studenti delle scuole medie superiori (turistici, tecnici, industriali, licei, ecc.) che vogliano svolgere tirocinio o stage per un periodo di tempo e acquisire esperienza nel loro campo. E’ anche possibile elaborare e presentare un piano all’Ufficio Nazionale Servizio Civile che preveda un programma di formazione di figure professionali quali di-vulgatori scientifici e guide del parco energetico. Le guide saranno riconoscibili ai visitatori dalla divisa: una felpa nelle stagioni più fredde o una t-shirt nelle stazioni più calde, che potranno anche essere vendute insieme ad altro merchandising di sponsorizzazione del parco.

Schizzi relativi alle t-shirt e alle felpe del personale didattico o delle guide

Page 101: enerAGRIa

enerAGRIa100

enerAGR a enerAGR a enerAGR a enerAGR a enerAGRIa

enerAGR a enerAGR a enerAGR a enerAGR a enerAGRIa

Le t-shirt nelle varie versioni grafiche. Esse sono pensate per maschi e per femmine.

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101

enerAGRIa

enerAGR a

enerAGR a

enerAGR a

enerAGR a

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enerAGR a

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enerAGR a

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enerAGR a

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enerAGR a

enerAGRIa

enerAGRIa

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enerAGR a

enerAGR a

enerAGR a

Le felpe nelle varie versioni grafiche. Esse sono unisex.

Page 103: enerAGRIa

enerAGRIa102

Le tre entità:dinamo gioco

empiriacubotto

Il progetto rappresenta un sistema di interventi ambientali finalizzati alla trasfor-mazione dell’energia per una dimensione di immediata fruizione e condivisione. Le parti di questo sistema, pensate nella rispettiva autonomia funzionale, sono costituite da progetti con specifiche caratteristiche che in sinergia permettano di attivare un circuito didattico.Il percorso educativo nasce a partire dal principio di trasformazione dell’energia di cui si rendono espliciti la molteplicità di utilizzi, in forme diverse, come l’energia eolica, quella solare e quella stessa generata dall’azione umana. Il progetto si sviluppa e si evolve così in un ciclo virtuoso che permette di far funzionare un sistema ogni volta più ampio. Vivere l’esperienza di queste tappe significa pren-dere coscienza che l’origine dell’energia può essere molto più vicina a noi di quel che generalmente si crede: la natura e l’uomo possono essere, infatti, delle vere e proprie fonti energetiche. Questa è anche la ragione per cui si è pensato che la metafora del giardino solare e dell’albero eolico possano suggerire con imme-diatezza l’intima relazione tra natura e produzione energetica, così come i giochi dinamo e lamerenda portano alla diretta relazione con l’aspetto ludico-conviviale che distingue l’attività umana.

Si può quindi cucinare con il sole, ascoltare con il vento, scoprire che giocando si può creare energia e che esiste un modo di generarla pulito come l’acqua….

Page 104: enerAGRIa

103

una melodia. Il Girello è invece un classico dei parchi gioco in tutto il mondo, a questo modello è stata apportata solo una modifica che consente di caricare una batteria con il movimento, e di rendere visibile lo stato di carica e generare musica. Le Dinamo giochi hanno la possibilità di rappresentare una nuova tipo-logia di oggetto per i parchi gioco, in grado di produrre l’energia necessaria per alimentare, per esempio, un sistema di illuminazione o di diffusione sonora del parco stesso.

La metafora dei Dinamo giochi prende vita dall’idea che l’uomo è fonte di ener-gia. Il movimento del corpo umano genera energie che spesso vanno disperse. Nel futuro si potrebbe invece pensare all’uomo come una delle fonti rinnovabili, capaci di produrre energia mentre svolge le attività quotidiane o di svago.Il progetto denominato Dinamo giochi è costituito da due elementi principali: il Dondolo ed il Girello. Il Dondolo è costituito un asse che oscilla, nel cui giunto sono posizionate delle dinamo che trasformano l’energia dell’oscillazione in en-ergia sonora. In questo modo l’energia cinetica dell’”oscillare” si manifesta in

dinamo gioco

[fonte: Energheia]

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enerAGRIa104Scala 1:20Scala 1:100

1,9

0,4

2,31

Energia solare

Energia umana

enerAGRIa

enerAGRIa

dinamo gioco_il girello

In questa pagina:- in alto: logo e grafica

- sopra: disegno tecnico con quote e ambientazione- di fianco: dettaglio del funzionamento

Nella pagina seguente: - posizionamento della grafica e del logo del Parco sull’oggetto

enerAGRIa

enerAGRIa

SCALA 1:100

SCALA 1:20

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105

enerAGRIa

enerAGRIa

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3,04 1,35

0,791,22

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enerAGRIa

dinamo gioco_il dondolo

In questa pagina:- in alto: logo e grafica

- sopra: disegno tecnico con quote e ambientazione- di fianco: ambientazione

Nella pagina seguente:- dettaglio del funzionamento

- posizionamento della grafica e del logo del Parco sull’oggetto

enerAGRIa

enerAGRIa

SCALA 1:100

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enerAGRIa

enerAGRIa

enerAGRIa

Scala 1:20

Dinamo Casse acustiche

SCALA 1:20

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enerAGRIa108

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enerAGRIa

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109

La metafora delle installazioni di Empiria prende vita dall’idea che la natura è fonte di energia. Tutto, non solo il petrolio, può essere trasformato in energia utile all’uomo. Anche sole, vento, acqua, terra sono capaci di produrne. Lo scopo di Empiria è mostrare in maniera partecipata la stretta correlazione fra fenomeni naturali, l’azione dell’uomo e l’energia, in un contesto sostenibile.Il progetto denominato Empiria è costituito da quattro elementi:- ENIthingElse, è un’installazione che riutilizza i barili di petrolio trasformandoli in panchine e punti di osservazione. - Lamerenda, è una cucina all’aria aperta che trasforma l’energia solare in ener-gia per cucinare e per refrigerare i cibi. - L’albero del vento, è una panchina “sonora” che, con la presenza di mini pale eoliche, sfrutta la forza del vento per generare musica.- La Coclea, è un meccanismo che permette all’acqua del lago di essere portata in quota e fatta ricadere su una turbina, generando suoni.Gli Empiria hanno la possibilità di rappresentare una nuova tipologia di oggetto per i parchi gioco, in grado di produrre l’energia necessaria per alimentarsi o, per esempio, un sistema di illuminazione o di diffusione sonora del parco stesso.

ENIthingElse

ENIthingElse è un progetto che verte sul riuso dei materiali di scarto. Il re-use design è il modo più virtuoso di fare progettazione sostenibile, riusare ciò che già abbiamo per evitare il consumo superfluo di energia. L’installazione è realizzata recuperando e lavorando il metallo di vecchi barili dismessi di carburante riutiliz-zati come punto di osservazione del territorio lucano o come panchine/sedute. All’occorrenza i barili trasformati potranno essere utilizzati anche come esposi-tori, magari di oggetti di Re-use design in occasione di mostre temporanee.Il petrolio, pur non essendo un’energia rinnovabile, può diventarlo a suo modo se si riciclano e riusano per altri scopi i prodotti che da esso derivano o che sono stati usati per il suo stoccaggio e per la sua produzione.

[fonte: progetto ENIthingelse del workshop 1K€ Exhib-Design, a cura di Alessandro Biamonti, Cristiano Re, Andrea Bellati, Angela Ponzini;

Facoltà del Design; Politecnico di Milano; a.a. 2009/2010]

empiria

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enerAGR a110

2,32 m

Ø 0,6 mØ 0,6 m

0,6 m

Ø 0,6 m

0,6 m

enerAGR aenerAGR a

Scala 1:20Scala 1:100

2,32 m

Ø 0,6 mØ 0,6 m

0,6 m

Ø 0,6 m

0,6 m

enerAGR aenerAGR a

Scala 1:20Scala 1:100

In questa pagina:- in alto: logo e grafica

- sopra: disegno tecnico - di fianco: dettaglio del funzionamento

Nella pagina seguente: - posizionamento della grafica e del logo del Parco sull’oggetto

enerAGR a

enerAGR a

SCALA 1:100

SCALA 1:20

Page 112: enerAGRIa

111

enerAGR aenerAGR a

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enerAGR a112

Lamerenda

Lamerenda ruota attorno a due precise accezioni del termine energia, che ripor-tano a concetti ancestrali: il sole ed il cibo. Il sole da sempre oggetto di venera-zione e simbolo di energia. Il cibo, elemento vitale, oggetto di un istinto primor-diale che lo lega alla vita. Quindi si tratta di una riflessione sulla più antica ed istintiva forma di energia, quella relazionata con la vita.Il progetto denominato Lamerenda è costituito dal tavolo solar cooker. Il tavolo ha la particolarità di utilizzare una sorta di ombrello solare per creare zone d’ombra e, al tempo stesso, incamerare energia utile per scaldare e/o raffreddare i cibi.Il progetto Lamerenda presenta molte potenzialità nelle situazioni conviviali in esterno, in quanto può inoltre essere attrezzato anche con apparecchi illuminanti a batterie solari.

[fonte: Energheia]

Page 114: enerAGRIa

113

4,2 m

4,5 m

0,94 m1,2 m

forno o

Energia solare

frigorifero

H2O

Inve

rter

accu

mul

ator

e

enerAGR a

enerAGR a

enerA

GR

aenerA

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4,2 m

4,5 m

0,94 m1,2 m

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enerAGR a

enerAGR a

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In questa pagina:- in alto: logo e grafica

- sopra: disegno tecnico con quote e ambientazione- di fianco: dettaglio del funzionamento

Nella pagina seguente: - posizionamento della grafica e del logo del Parco sull’oggetto

enerAGR a

enerAGR a

SCALA 1:100

SCALA 1:20

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enerAGR a114

enerAG

R a

enerAG

R a

enerAG

R a

enerA

GR

a

Page 116: enerAGRIa

115

L’Albero del vento

Esso è un albero che, fra gli alberi, produca energia utilizzando una fonte rinno-vabile e silenziosa. Tutti abbiamo vissuto l’esperienza del vento che passa tra i rami degli alberi, anzi spesso è proprio l’ondeggiare degli alberi che ci segnala la presenza del vento. Il progetto nasce pertanto dall’attenzione verso le potenzial-ità e le caratteristiche dell’energia eolica, come forza invisibile capace di gener-are energia, unite alla forma, a tutti familiare, dell’albero. Il progetto denominato Albero del Vento è costituito da una struttura metalli-ca, sulla quale vengono installati mini generatori eolici di produzione corrente. L’energia generata dalle diverse mini-pale, viene poi convogliata in un unico cavo di uscita. Inoltre, attraverso l’utilizzo di un apposito display, potrebbe essere pos-sibile misurare e monitorare l’energia prodotta.Si tratta di un disegno ambientale che prevede la presenza di più esemplari, po-tenzialmente differenziabili, relativamente a colori e finiture.

[fonte: Energheia]

Page 117: enerAGRIa

enerAGR a116

Diffusore

Energia eolica

accumulatore

inverter

Scala 1:20Scala 1:100

6 m

1 m

3,1 m

enerA

GR a

Diffusore

Energia eolica

accumulatore

inverter

Scala 1:20Scala 1:100

6 m

1 m

3,1 m

enerA

GR a

In questa pagina:- in alto: logo e grafica

- sopra: disegno tecnico con quote e ambientazione- di fianco: dettaglio del funzionamento

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enerAGR a

enerAGR a

SCALA 1:100

SCALA 1:20

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117

enerA

GR a

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enerAGR a118

La coclea

La coclea nasce da una doppia osservazione: il termine coclea è utilizzato per indicare una parte dell’orecchio umano ed è inoltre uno dei modi in cui viene chiamata la vite infinita di Archimede. L’installazione utilizza quindi la vite e una turbina per creare energia, trasformandola in musica. Quando si ha a che fare con acque ferme, come nel nostro caso, per produrre energia è necessario avere una differenza di quota, ossia è necessario far compiere un salto all’acqua. Un fruitore del parco, mediante un volante, aziona la vite di Archimede, portando in quota l’acqua. Essa successivamente si raccoglie in un imbuto dotato di galeg-giante. Una volta raggiunta la quantità d’acqua sufficiente, il galleggiante si al-zerà facendo passare l’acqua. Essa cadrà su una turbina che trasformerà l’acqua in suono. Così il costante scorrere dell’acqua o lo scrosciare di una cascata sa-ranno legati immediatamente, nella mente del fruitore, all’energia.

Page 120: enerAGRIa

119

Scala 1:20Scala 1:100

Diffusore

Imbuto

Coclea idraulica

Turbina

1,2

1,95

4,46

1,25 5,83

Scala 1:20Scala 1:100

Diffusore

Imbuto

Coclea idraulica

Turbina

1,2

1,95

4,46

1,25 5,83

In questa pagina:- in alto: logo e grafica

- sopra: disegno tecnico con quote e ambientazione- di fianco: dettaglio del funzionamento

Nella pagina seguente: - posizionamento della grafica e del logo del Parco sull’oggetto

enerAGR a

enerAGR a

SCALA 1:100

SCALA 1:20

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enerAGR a120

enerAGR a

Page 122: enerAGRIa

121

mente montato e smontato, senza residui eccessivi durante la messa in opera. Inoltre i materiali e le tecnologie utilizzate sono completamente ecosostenibili. A tal proposito si sono scelti materiali suggeriti da Material Connexion. Tutta la struttura risulta sovraelevata grazie a dei piedini telescopici in grado di adattarsi ai dislivelli del terreno. Una rampa garantisce l’accessibilità a qualsiasi tipo di utenza. Il modulo è energeticamente autosufficiente grazie ai pannelli fotovoltaici montati sul tetto. Inoltre i materiali di cui è costituito garantiscono un’ottima tenuta termica, sia in estate che in inverno.

Il cubotto è l’entità del Parco che permette un approfondimento didattico sull’energia. Inoltre è la parte dedicata all’educazione al risparmio energetico.Il cubotto è posizionato sempre in prossimità della fonte energetica che si sta in-dagando e spesso è circondata da elementi di arredo urbano sviluppati in accor-do con le innovative tecnologie ecosostenibili e legate alle energie rinnovabili.

Ha le dimensioni di un container da 20 piedi sia in larghezza che in lunghezza, il che significa che due cubotti smontati possono essere trasportati da un camion da 40 piedi. La sua struttura e il suo assemblaggio è pensato per essere facil-

cubotto

Page 123: enerAGRIa

enerAGRIa122

105 485

590

195

395

590

105 485

590

165

100

145

100

9510

0

634

50

59022 22

634

240

300

3030

39522 22195

634

485 2222 105

enerAGRIa

Page 124: enerAGRIa

123

viene consumata in quella stanza rispetto al resto della casa. Al centro del cubotto, su un espositore, è in vista un modello esplicativo di una parte dell’impianto o del meccanismo che genera l’energia (petrolio, solare, eoli-co o idroelettrico).

I contenuti didattici del cubotto partono illustrando le potenzialità degli idrocar-buri e del petrolio, analizzando consumi, produzioni e importazioni italiani.Da questa analisi risulta alquanto evidente la totale dipendenza dell’Italia dall’estero. Viene così, nei cubotti successivi, ventilata la necessità di ricorrere alle energie alternative e al loro sviluppo per affrancarsi sempre di più dal ricor-rere al petrolio di importazione.Si apre quindi il discorso verso una necessaria incursione delle fonti energetiche alternative nel panorama energetico futuro, in cui si vedranno crescere sempre più i consumi energetici e decrescere con maggiore velocità le riserve di petrolio e idrocarburi. In quanto ancora lontani dall’affrancarci dalla dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali, si tenta di far capire l’importanza delle nuove fonti ener-getiche alternative, descrivendone le potenzialità.Una parte del cubotto è dedicata all’equivalenza fra ciò che viene prodotto an-nualmente in Italia da una fonte di energia rinnovabile e il suo corrispettivo in barili di petrolio. In seguito viene quantificato il numero di famiglie che quella fonte è in grado di soddisfare e che cosa alimenta all’interno delle loro case.Il cubotto è diviso quindi al suo interno in quattro zone didattiche. Ogni zona didattica è introdotta da una parete che presenta il titolo di ciò che verrà af-frontato. Le pareti sono curve per avvolgere il fruitore e rendere più completa l’esperienza. L’ambiente è caratterizzato da una penombra finalizzata a concen-trare l’attenzione del fruitore sulle zone di interesse illuminate. La prima parte si colloca all’ingresso del cubotto ed è caratterizzata da un’ampia vetrata che mostra la fonte energetica di cui si sta parlando e che si trova all’esterno del cubotto. La seconda parte, nel caso del cubotto dedicato al petrolio, descrive consumi e produzioni italiane, sottolineando, come già spiegato, la completa dipendenza energetica dall’estero. Nel caso degli altri cubotti, la seconda parete è dedicata all’equivalenza tra energia prodotta dalla fonte rinnovabile e barili di petrolio. Inoltre uno schermo dedicato mostra un filmato che spiega al fruitore il funzionamento della fonte energetica. La terza parete presenta il numero di famiglie che la produzione annuale della fonte energetica riesce a soddisfare. La stima è realizzata sia per famiglie composte da due persone, sia per famiglie composte da quattro persone. Inoltre un touchscreen permette di ricavare, inse-rendo i propri consumi, l’impronta ecologica che ognuno di noi agisce sulla Terra. L’ultima parete riproduce la stanza di una casa in prospetto con tutti gli elettrodo-mestici e i loro consumi in Wh. Un quadro riassume la percentuale di energia che

Page 125: enerAGRIa

enerAGRIa124

idrocarburifonti

alternative

produzione

consumi

barili di petrolio equivalenti

quant i tàfamigl ier i forni te

totaledipendenzadal l ’estero

d e t t a g l i o s u i c o n s u m i

d e l l a f a m i g l i as i n g o l a

differenza

conseguenza

confronto

produzione fonte in Italia

D i a g r a m m a c o n t e n u t i c u b o t t oDiagramma dei contenuti del cubotto

Page 126: enerAGRIa

125

2 3

1 4

55.Sul tavolino centrale è esposto un modello

esplicativo di una partedell’impianto o del meccanismo

che genera l’energia (petrolio,solare, eolico o idroelettrico)

Ingresso

1.Parete vetratache si affaccia sul

centro oli o sul parcofotovoltaico o sul

parco eolico o sullacentrale idroelettrica.

2.Parete dedicataalla fonte di energia.Viene equiparata la

fonte di energia alnumero di barili

petrolio a cui corrisponde

l’energia prodottain un anno

da quella fonte

2.Video LED/totema bassa energia

con video dedicatoalla spiegazione

del funzionamentodelle fonti energetiche

4.La parete riproducela stanza di una casain prospetto con tuttigli elettrodomestici e i loro consumi in wh.Un quadro riassumela percentuale dienergia che viene consumata in quellastanza rispetto al resto della casa.

4.Video dedicato aimetodi di risparmioenergetico e di comportamenti consapevoli all’educazione all’energia,come lo switch off, ecc.

3.La parete riproduceil numero di famiglieche la produzioneannuale della fonteenergetica riesce a soddisfare. La stimaè realizzata sia per famiglie composte da due persone, sia per famiglie composte daquattro persone.

3.Touchscreen dedicato all’impronta ecologica. Inserendoi propri consumi è possibile ricavare quanteTerre ci vorreb-bero per mantenere il proprio stile di vita

contenuti

Le pareti del cubotto spiegate per contenuti e aree

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enerAGR a126

consumato617

prodotto39consumato

petrolio (milioni di barili)

617prodotto39

consumato

gas(miliardi di m3)

prodotto

futuro

P I E M O N T E

L O M B A R D I AV E N E T O

E M I L I A R O M A G N A

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T O S C A N A

M A R E

S I C I L I AC A L A B R I A

B A S I LI C

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P U G L I A

AB R

UZ Z

O

petrolio prodotto in Italia

(diviso per regioni)

presente

passato

Il petrolio viene estratto dal sottosuolo dove si è accumulato nel corso del tempo geologico (svariati milioni di anni) nelle trappole petrolifere individuate durante la fase di esplorazione geofisica, principalmente tramite la prospezione sismica. La formazione del petrolio è ancora un processo non del tutto conosciuto. Si ritiene che la sostanza organica inglobata nei sedimenti in opportune condizioni di pressione e temperatura possa distillare le diverse tipologie di idrocarburi (gas, olio, cere, bitumi). Questo processo avviene nelle cosiddette rocce madri. Dopo la sua formazione gli idrocarburitendono a migrare.

Produzione / Consumi annuali

Pet

rolio

Pro

du

zio

ne/

Co

nsu

mi

intro

enerAGR a

Parete 2

Parete 1

Page 128: enerAGRIa

127

4300 wh2800 wh

Il consumo elettrico nazionale è

determinato per il 24%

dall’illuminazione e dall’uso

energetico degli elettrodomes-

tici.

Seguendo alcuni consigli

possiamo ottenere a basso

costo ampi margini di

risparmio. Un primo passo da

fare è quello di rivedere le

proprie abitudini, scegliendo i

prodotti più adatti e più

efficienti.I

L’illuminazione spesso è

nostra abitudine, nel passare

da una stanza ad un’altra,

lasciare la luce accesa.

Spegnetela!!

La TV ed il videoregistratore

quando lasciati in stand-by

(spenti col telecomando)

possono arrivare a consumare

la stessa quantità di energia

elettrica necessaria per il loro

uso.

Come consumiamo

Consumomediocamera da letto

4%

Co

me

con

sum

iam

oL

’imp

ron

ta e

colo

gic

aL'impronta ecologica misura

l'area biologicamente produt-

produttiva di mare e di terra

necessaria per rigenerare le

risorse consumate da una

popolazione umana e per

assorbire i rifiuti corrispondenti.

Utilizzando l'impronta

ecologica, è possibile stimare

quanti "pianeta Terra"

servirebbero per sostenere

l'umanità, qualora tutti

vivessero secondo un

determinato stile di vita.

Confrontando l'impronta di un

individuo con la quantità di

terra disponibile pro-capite

(cioè il rapporto tra superficie

totale e popolazione mondiale)

si può capire se il livello di

consumi del campione è

sostenibile o meno.

L’impronta ecologica

2500 wh

20 wh20 wh

intro

intro

enerAGR a

Parete 4

Parete 3

enerAGR a

Page 129: enerAGRIa

enerAGR a128

Fo

tovo

ltaic

oS

ole

Questo tipo di centrale elettrica

utilizza dei moduli fotovoltaici

per convertire direttamente la

luce solare in energia elettrica

tramite l'effetto fotovoltaico,

quindi è differente da

qualunque altra centrale

perché non utilizza il gruppo

t u r b i n a - a l t e r n a t o r e

Può avere un'efficienza

compresa tra il 10 e il 15% a

seconda delle caratteristiche

tecniche dei componenti

utilizzati, soprattutto dei

moduli. I moduli con altissima

efficienza tuttavia non

vengono normalmente

utilizzati in strutture estese

come quelle di una centrale per

via del loro elevato costo.

Solare - Barile

intro

enerAGR a

Parete 2

Parete 1

Page 130: enerAGRIa

129

4300 wh2800 wh

Come consumiamo

Co

me

con

sum

iam

oL

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ron

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colo

gic

aL'impronta ecologica misura

l'area biologicamente produt-

produttiva di mare e di terra

necessaria per rigenerare le

risorse consumate da una

popolazione umana e per

assorbire i rifiuti corrispondenti.

Utilizzando l'impronta

ecologica, è possibile stimare

quanti "pianeta Terra"

servirebbero per sostenere

l'umanità, qualora tutti

vivessero secondo un

determinato stile di vita.

Confrontando l'impronta di un

individuo con la quantità di

terra disponibile pro-capite

(cioè il rapporto tra superficie

totale e popolazione mondiale)

si può capire se il livello di

consumi del campione è

sostenibile o meno.

L’impronta ecologica

intro

intro

Il consumo elettrico nazionale è

determinato per il 24%

dall’illuminazione e dall’uso

energetico degli elettrodomes-

tici.

Seguendo alcuni consigli

possiamo ottenere a basso

costo ampi margini di

risparmio. Un primo passo da

fare è quello di rivedere le

proprie abitudini, scegliendo i

prodotti più adatti e più

efficienti.I

L’illuminazione spesso è

nostra abitudine, nel passare

da una stanza ad un’altra,

lasciare la luce accesa.

Spegnetela!!

La TV ed il videoregistratore

quando lasciati in stand-by

(spenti col telecomando)

possono arrivare a consumare

la stessa quantità di energia

elettrica necessaria per il loro

uso.

Consumomediocucina

43%

200 wh

300 wh

2000 wh

2750 wh

50 wh

500 wh

1000 wh

enerAGR a

Parete 4

Parete 3

enerAGR a

Page 131: enerAGRIa

enerAGR a130

Eo

lico

Ven

to

L'energia eolica è il prodotto della conversione dell'energia cinetica del vento in altre forme di energia (elettrica o meccanica). Oggi viene per lo più convertita in energia elettrica tramite una centrale eolica, mentre in passato l'energia del vento veniva utilizzata immediatamente sul posto come energia motrice per applicazioni industriali e pre-industriali (come, ad esempio, nei mulini a vento). Prima tra tutte le energie rinnovabili per il rapporto costo/produzione, è stata la prima forma di energia rinnovabile scoperta dall'uomo dopo il fuoco.

Eolico - Barile

intro

enerAGR a

Parete 2

Parete 1

Page 132: enerAGRIa

131

Consumomediosoggiorno

13%

100 wh400 wh

150 wh

50 wh

4300 wh2800 wh

Il consumo elettrico nazionale è

determinato per il 24%

dall’illuminazione e dall’uso

energetico degli elettrodomes-

tici.

Seguendo alcuni consigli

possiamo ottenere a basso

costo ampi margini di

risparmio. Un primo passo da

fare è quello di rivedere le

proprie abitudini, scegliendo i

prodotti più adatti e più

efficienti.I

L’illuminazione spesso è

nostra abitudine, nel passare

da una stanza ad un’altra,

lasciare la luce accesa.

Spegnetela!!

La TV ed il videoregistratore

quando lasciati in stand-by

(spenti col telecomando)

possono arrivare a consumare

la stessa quantità di energia

elettrica necessaria per il loro

uso.

Come consumiamo

Co

me

con

sum

iam

oL

imp

ron

ta e

colo

gic

aL'impronta ecologica misura

l'area biologicamente produt-

produttiva di mare e di terra

necessaria per rigenerare le

risorse consumate da una

popolazione umana e per

assorbire i rifiuti corrispondenti.

Utilizzando l'impronta

ecologica, è possibile stimare

quanti "pianeta Terra"

servirebbero per sostenere

l'umanità, qualora tutti

vivessero secondo un

determinato stile di vita.

Confrontando l'impronta di un

individuo con la quantità di

terra disponibile pro-capite

(cioè il rapporto tra superficie

totale e popolazione mondiale)

si può capire se il livello di

consumi del campione è

sostenibile o meno.

L’impronta ecologica

intro

intro

enerAGR aParete 3

Parete 4

enerAGR a

Page 133: enerAGRIa

enerAGR a132

Idro

eltt

rico

Acq

ua

L'energia idroelettrica è quel tipo di energia che sfrutta la trasformazione dell'energia potenziale gravitazionale (posseduta da masse d'acqua in quota) in energia cinetica nel superamento di un dislivello, la quale energia cinetica viene trasformata, grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina, in energia elettrica.L'energia idroelettrica viene ricavata dal corso di fiumi e di laghi grazie alla creazione di dighe e di condotte forzate. Esistono vari tipi di diga: nelle centrali a salto si sfruttano grandi altezze di caduta disponibili nelle regioni montane. Nelle centrali ad acqua fluente si utilizzano invece grandi masse di acqua fluviale che superano piccoli dislivelli.

Idroelettrico - Barile

intro

enerAGR a

Parete 2

Parete 1

Page 134: enerAGRIa

133

Consumomediobagno

40%

4300 wh2800 wh

Il consumo elettrico nazionale è

determinato per il 24%

dall’illuminazione e dall’uso

energetico degli elettrodomes-

tici.

Seguendo alcuni consigli

possiamo ottenere a basso

costo ampi margini di

risparmio. Un primo passo da

fare è quello di rivedere le

proprie abitudini, scegliendo i

prodotti più adatti e più

efficienti.I

L’illuminazione spesso è

nostra abitudine, nel passare

da una stanza ad un’altra,

lasciare la luce accesa.

Spegnetela!!

La TV ed il videoregistratore

quando lasciati in stand-by

(spenti col telecomando)

possono arrivare a consumare

la stessa quantità di energia

elettrica necessaria per il loro

uso.

Come consumiamo

L’impronta ecologicaC

om

e co

nsu

mia

mo

L’im

pro

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eco

log

ica

L'impronta ecologica misura

l'area biologicamente produt-

produttiva di mare e di terra

necessaria per rigenerare le

risorse consumate da una

popolazione umana e per

assorbire i rifiuti corrispondenti.

Utilizzando l'impronta

ecologica, è possibile stimare

quanti "pianeta Terra"

servirebbero per sostenere

l'umanità, qualora tutti

vivessero secondo un

determinato stile di vita.

Confrontando l'impronta di un

individuo con la quantità di

terra disponibile pro-capite

(cioè il rapporto tra superficie

totale e popolazione mondiale)

si può capire se il livello di

consumi del campione è

sostenibile o meno.

2500 wh 1200 wh

1000 wh

500 wh

1500 wh

intro

intro

enerAGR a

Parete 4

Parete 3

enerAGR a

[fonte: dati statistici e contenuti a cura di Andrea Bellati e Benedetta Palazzo]

Page 135: enerAGRIa

enerAGRIa134

Step_1Fondazioni in acciaio ed impianti

Step_2

Struttura a griglia in materiale ricicliato GFC/NFC (Thomas) per la pavimentazione

Page 136: enerAGRIa

135

Step_3

Travetti in GFC/NFC tra la struttura a griglia del pavimento

Step_4

Pavimentazione a pannelli in legno ricicliatoPapyrus (HARO), isolante termoacustico egriglie pedonabili per la ventilazione

struttura

Page 137: enerAGRIa

enerAGRIa136

Step_6

Telo ecosostenibile stampabile con telaioin acciaio (Monavisa) e vetrata continuadi vetro pirolitico Stopsol (AGC Your glass)

Step_5

Montanti angolari in GFC/NFC

Page 138: enerAGRIa

137

Step_8

Disposizione Isocell

Step_7

Isolante in carta riciclata e trucioli di legnoIsocell (Kefi)

Page 139: enerAGRIa

enerAGRIa138

Step_10

Telo stampabile Monavisa supportato da struttura a griglia in materiale ricicliato GFC/NFC (Thomas) per la copertura,il luminazione a basso consumo composta da led ad incasso

Step_9

Pannelli di rivestimento decorativo ed isolanti per uso esterno in gusci di mandorla e polimeri riciclati Duralmond

Page 140: enerAGRIa

139

Step_12

Carter protettivo angolare in GFC/NFC

Step_11

Copertura con isolante termoacustico epannello fotovoltaico

Page 141: enerAGRIa

enerAGRIa140

Duralmond® www.duralmond.com

Duralmond® è un materiale composito, ottenuto dall’unione di resine sintetiche e naturali, gusci di mandorle tritati ed altri additivi.Il Duralmond® è un materiale idoneo all’arredamento interni ed alla decorazione, può essere utilizzato anche all’esterno (deve essere però richiesta una verniciatura speciale ).E’ un materiale biodegradabile, riciclabile, leggero, idrorepellente (ideale per zone umide), con buone proprietà acu-stiche, buona resistenza al fuoco, buona resistenza a rottura e ai raggi UV. È disponibile in modelli standard, ma può essere personalizzato anche per piccole serie. Si installa facilmente.

Isocell - K.E.F.I. spa www.kenaf-fiber.com

Isolante a base di fibre di cellulosa termofissate tridimensionalmente a cui viene aggiunta una fibra di rinforzo in polie-stere e a richiesta un prodotto ignifugo.Le fibre di cellulosa disposte tridimensionalmente permettono al pannello di avere una maggiore resistenza anche con valori non elevati di densità.Isolcell è disponibile in comodi feltri in rotoli di diverso spessore da 20 kg/mc e in pannelli a densità più elevata, da 40 e 80 Kg/mc. Non contiene additivi inquinanti. E’ un prodotto facilmente riutilizzabile e di conseguenza anche in fase di smontaggio è completamente riciclabile, pertanto è ecosostenibile.Isolcell è un prodotto di facile e veloce installazione che lo rende particolarmente idoneo anche al fai da te. Isolcell risolve ogni problema di isolamento sia che si tratti di applicazioni in parete, pavimenti o nell’isolamento di tetti.

MONAVISA ® www.monavisa.be

Monavisa è un materiale altamente tecnologico, costituito da una intelaiatura metallica e un tessuto teso.E’ partcolarmente utilizzato per realizzare e decorare pareti e soffitti.Tutti i tessuti MONAVISA ® soddisfano i criteri Öko-Tex 100 standard, garantendo al consumatore che il prodotto non contiene sostanze nocive per la salute delle persone. Il metodo di produzione ad alta efficienza energetica non prevede l’uso di PVC. E’ noto che il tessuto ha una durata estremamente lunga e può essere completamente riciclato. Inoltre, il montaggio rapido produce pochi rifiuti e abbassa i costi di installazione.Per i tessuti stampati MONAVISA ® sono utilizzati solo adatto inchiostri UV, notevolmente più rispettosi dell’ambiente degli inchiostri a solvente. Inoltre, gli inchiostri UV hanno colori più brillanti e durevoli, oltre a creare immagini stampate antigraffio. I soffitti e le pareti Monavisa sono inoltre in grado di migliorare il comfort acustico.

Material ConneXion Milano

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materiali

HARO - Celenio Papyruswww.celenio.com

Le piastrelle di legno Celenio sono realizzate con il nuovo materiale Harolith®. Con questo prodotto innovativo a base di legno, le piastrelle di legno tridimensionali nell’effetto pietra, ardesia e pelle vengono ottenute con uno speciale e complesso procedimento brevettato ad alta pressione che utilizza i residui lignei di altre lavorazioni. Un prodotto dalla vocazione ambientale, convalidato dalla verifica ispettiva EG Öko e certificata secondo DIN EN ISO 14001.Laddove i pavimenti in pietra si rompono, Celenio Papyrus, grazie al materiale Harolith®, conferisce alle piastrelle di legno elasticità ed infrangibilità.

Thomas - Profili in GFC/CFC/NFC con tecnologia Radius-Pultrusion™www. thomas-technik.com

La tecnologia Radius-Pultrusion™ permette la fabbricazione di profili continui rinforzati curvi o rettilinei a partire da fibre tessili, come il lino. E’ possibile ottenere qualsiasi tipo di forma e raggio di curvatura. I profili possono essere rinforzati con fibre unidirezionali senza fine o con reticoli bidimensionali, in caso si necessiti di maggiore resistenza a deformazione. I campi di applicazione vanno dalla realizzazione di prodotti, alla creazone di scheletri architettonici, dal campo del trasporto, alle applicazioni ingegneristiche.Sono degli ottimi sostituti dei profili in acciaio e allumio per prestazioni.Il loro metodo di produzione è ad alta efficienza energetica.

AGC Your glass - Stopsolwww.yourglass.it

Stopsol è un vetro pirolitico a controllo solare. I vetri riflettenti garantiscono intimità e confort visivo, oltre ad effetti di rilessione.Le alte prestazioni di questo vetro permettono innumerevoli combinazioni dei livelli di controllo solare e di trasmissione luminosa.Il vetro è realizzato con deposito di ossidi metallici mediante pirolisi. E’ utilizzabile per diverse applicazioni: come vetro semplice, come vetrata isolante, come vetro stratificato o come vetro temprato e smaltato.

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co e alla massima efficienza energetica o che funzionanono avvalendosi dell’energia derivata da fonti rinnovabili.

Intorno ai cubotti è possibile osservare una serie di oggetti di arredo urbano realizzati utilizzando tecnologie innovative che rispondono al risparmio energeti-

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PARCHEGGIO AUTO/FERMATA AUTOBUSINIZIO PERCORSO

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Parco eolico Montemurro

Campania Puglia

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AREA PARCO FOTOVOLTAICO / CUBOTTO AREA PARCO EOLICO / CUBOTTO

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Corona Solar Lights Green sunflowerweb.mac.com

Corona è un sistema di illuminazione esterna a energia solare. Esso può essere picchettato a terra, attaccato a una parete, o semplicemente collocato su un tavolo.La cella fotovoltaica disposta all’interno di Corona raccoglie la luce solare e la trasforma in energia per alimentare il LED che inizia ad emettere luce automaticamente al calare del sole. Corona è realizzato senza usare colle per il suo assemblaggio ne materiali accoppiati, rendendo semplice il suo rici-clo.

SUNTELLITE - Illuminazione stradale fotovoltaica ZDNY-SL-LED30http://ita.solar-sunny.com

Illuminazione stradale alimentato da pannello fotovoltaico.

Descrizione del prodotto:1) modulo di celle fotovoltaica: 110 W/17.5, mono-cristallo/poli-cristallo; 2) batterie accumualtori: 12 V/100 AH, non è necessario fare la manutenzione, batteria acida al piombo ; 3) regolatore:12 Ve 15 A; 4) Sorgente di luce: LED da 30 W e 12 V; 5) temperatura di funzionamento: -40° a 70°; 6) palo della luce: tubo zincato a caldo,superficie verniciata; 7) altezza del palo: 6 m; 8) tempo di funzionamento: 8 ore quotidiane, 3-5 giornate nuvolose e piovose consecutive; 9) resitenza al vento: 150 km/h; 10) ambienti: adatta alle strade e ai cortili ; 11) il flusso luminoso: 2550 lm; 12) grado di illuminazione centrale: 18 lx; 13) la distanza delle barre di lampada: 20 m.

YCARO -Group_Jassenswww.ntt-web.it

Pensilina modulare monofacciale in alluminio ed acciaio inox con copertura in Dibond e pareti di fondo in vetro integrata con pannello solare per alimentare pubblicità e display led che mostra gli orari degli arrivi dei prossimi mezzi.Design: Studio n’TT

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Quietrevolution – QR5 www.quietrevolution.co.uk

Tripala eolica Wt1kwMicroturbine eoliche ideate da Philippe Starck da installare sui tetti per produrre energia pulita. La turbina ad asse verticale permette più soluzioni stilistiche rispetto a quella ad asse orizzontale. Invece di un solo grande impianto, sul tetto si possono affiancare più microturbine piccole e silenziose. Il modello Revolutionair Wt1kw, a tre pale, fornisce 1 kW.

SOLARI UDINE - Il parcometro SPAZIOwww.solari.it

Il parcometro solare, per la gestione del traffico e della sosta, si adatta perfettamente al contesto ambientale e all’arredo urbano in cui è inserito. Gli utenti avranno a disposizione due modalità di pagamento: monete o tessere. Attraverso un modem GPRS il gestore potrà monitorare la rete di parcometri sia per quanto riguarda il loro funzionamento, sia per la raccolta dei dati statistici relativi all’utilizzo dei parcometri stessi.

Pensilina fotovoltaica per parcheggi-FvPowerpresshttp://sites.google.com/site/fvpowerpress/pensilina-fotovoltaica

La pensilina produce energia e protegge gli automezzi dalle radiazioni solari ed agenti atmosferici. Potenza impianto: 3,96 kWp Superficie: 31 m2

[fonte: Energheia]

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Le tappe Il percorso per la visita del parco è stato pensato a tappe. Questo permette di de-cidere se realizzare il giro completo del parco o di effettuare solo il giro ridotto.Le tappe sono di 3 tipologie, ossia possono accogliere o gli elementi dinamo giochi o le entità di emperia o i cubotti.Il giro completo consta di 14 tappe. Il punto di partenza si trova all’uscita dell’autostrada Viggiano-Grumento zona industriale, dove si potrà parcheg-giare la propria automobile e salire sull’autobus. La prima tappa, al Centro oli di Viggiano, permetterà al fruitore di conoscere il funzionamento, dalla ricerca alla perforazione fino ai prodotti finiti, degli idrocarburi e del petrolio. La seconda tappa sarà dedicata alla visita della città di Viggiano. La terza tappa porterà i fruitori alla scoperta del Parco fotovoltaico per poi riposarsi a scelta in una delle tappe 4, 5 o 6, dove Lamerenda permetterà loro di ristorarsi. Il Parco eolico di Montemurro costituisce invece la settima tappa, per poi scendere in paese e conoscerne le bellezze storiche e artistiche (ottava tappa). La nona tappa, la tap-pa “in movimento” prevede la visione dal pulmino dell’imponente diga del Lago Pertusillo, per poi continuare alla volta della centrale idroelettrica nei pressi di Gallicchio (decima tappa). L’undicesima tappa è l’area picnic di Spinoso, dove i fruitori potranno fermarsi sulle rive del lago e giocare con Coclea, oppure ripo-sarsi all’ombra degli alberi. La dodicesima tappa è il centro di Spinoso, con il suo meraviglioso belvedere; proseguendo si arriva a Grumentum, dove è possibile visitare il parco archeologico e il museo, dedicati alla storia del luogo, ma anche alla storia dell’energia. Il tour si conclude alla sala del Castello dei Sanseverino a Grumento Nova, che spesso accoglie mostre temporanee, banchetti e pre-sentazioni culturali. Quindi, tutto il giro mira a dare una visione completa delle potenzialità dell’area, comprendendo un percorso non solo di interesse “ener-getico”, ma anche un percorso culturale, mirato a far conoscere usanze, costumi e cultura dei paesi che ospitano le fonti di energia sul loro territorio. L’organizzazione a percorsi, come un ganglio che connette i vari punti di una rete neuronale, ha la possibilità di innestare e legarsi ad altri percorsi già presenti nel territorio. Per esempio un fruitore che si trovasse a Viggiano per la famosa festa della Madonna, potrebbe scoprire durante il suo soggiorno l’esistenza del parco EnerAGRIa e decidere di fermarsi qualche giorno in più per visitarlo; durante il percorso di EnerAGRIa, trovandosi per esempio a Grumento, potrebbe scoprire che esistono percorsi dedicati all’archeologia lucana e decidere di fermarsi per visitare anche quella sfaccettatura della regione e così via.

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1 Centro oli ENI

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3 Impianto fotovoltaico DSG-RE

4 Area picnic “La Quercia”

5 Area picnic “Masseria Crisci”

6 Area picnic “La Romantica”

7 Parco eolico FRI-EL

8 Montemurro_Città

9 Diga Pertusillo, Spinoso

10 Gallicchio_Centrale idroelettric Agri/ENEL

11 Spinoso_Area picnic

12 Spinoso_CIttà

13 Grumentum_Hub_Museo e sito archeologico

14 Grumento Nova_Hub_Sala del Castello

enerAGRIa - itinerario visita

V a l d ’ A g r i parco del l ’energ ia

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Itinerario di visita di enerAGRIa - tour completo

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Tappa 1

Descrizione orario durata km

inizio tour 9.00 2’ 2visita cubotto 9.00 - 9.30 30’ visita Centro oli 9.30 - 10.00 30’

La prima tappa è il Centro Oli ENI, nella zona industriale di Viggiano.Il landmark posizionato al centro dell’area antistante all’ingresso del Centro oli attirra l’attenzione dei visitatori.Il gruppo, prima di entrare nel Centro per effettuare la visita degli impianti, si ferma nel cubotto per documentarsi sul petrolio, sulle sue caratteristiche, ecc. ed avere quindi un’infarinatura generale prima di effettuare la visita in cui assisterà a parti del processo di lavorazione della risorsa.Alcune poltrone, realizzate utilizzando barili di petrolio ormai vecchi per assol-vere alla loro originale funzione, sono disposti intorno al cubotto e al landmark, in modo che i visitatori che per primi hanno ultimato la fruizione del cubotto possano aspettare il resto del gruppo seduti e osserevando il panorama, chiac-chierando. La visita all’interno del centro deve avvenire sempre a bordo del pulmino per questioni di sicurezza. La visita del centro avrà quindi una du-rata standard e i visitatori all’uscita potranno avviarsi immediatamente verso la tappa successiva. Tutto intorno al cubotto sono presenti oggetti di arre-do urbano con “vocazione” ecologica, ossia realizzati utilizzando tecnolo-gie ad alta efficienza energetica o funzionanti mediante energia alternativa.

L’inizio del tour avviene ogni mezzora. Gli intervalli delle visite e delle soste si mantengono sostanzialmente uguali indipendentemente dall’ora di inizio del tour. Le strutture ricettive che si utilizzano durante il percorso variano in base a dove ci si trova nel momento si necessiti di mangiare e pernottare (si può per esempio usufruire delle strutture ricettive nelle vicinanze in base a se si ci trova più vicino a Montemurro o a Viggiano, ecc.)

Visualizzazione location Tappa 1 - Il cubotto posizionato davanti al Centro oli

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Villa San Felice

Convento francescano

Sant’Antonio

Belvedere

Santuario Madonna

di Viggiano

Municipio

Chiesa S. Sebastiano

S. Rocco

Monumento ai caduti

Parco Giuseppe Verdi

Parco giochi

Belvedere Stop pullman

Castello Feudale

Viggiano

Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Viggiano. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco

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Tappa 2

Descrizione orario durata km

Centro oli - Viggiano 10.00 - 10.10 10’ 6Viggiano 10.10 - 11.00 50’

La seconda tappa è il Centro di Viggiano.Viggiano, come mostrato nella mappa della pagina precedente, ha sul suo ter-ritori numerosi luoghi di interesse da visitare.Il centro storico si raccoglie intorno al Santuario della Madonna di Viggiano, dove si trova anche il Municipio e una splendida piazzetta-belvedere, da cui è possi-bile ammirare tutto il parco EnerAGRIa, con i suoi comuni e i parchi (Centro oli, fotovoltaico, eolico), il lago e la diga.Il Belvedere è allestito con poltrone/panchine realizzate con i barili di petrolio

Visualizzazione location Tappa 2 - Il Belvedere di Viggiano allestito con ENIthingElse

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dismessi e delle postazioni “fotografiche”, ossia delle postazioni costituiti da barili di petrolio forati in modo da ricavare l’inquadratura migliore per poter realizzare delle fotografie panoramiche “da cartolina” e sulla cui superficie e possibile ripor-tare delle informazioni su Viggiano e EnerAGRIa.Questo allestimento riporta alla mente il legame storico di Viggiano con il petrolio e vuole richiamare l’attenzione sulla possibile convivenza fra arte, natura e at-tività industriali.La seconda area all’interno di Viggiano, dove si colloca l’altra parte dell’intervento,

è l’area più frequentata del paese.Qui, nella piazzetta dedicata a Giuseppe Verdi è collocato il punto di raccolta dei visitatori di EnerAGRIa. Nella parte frontale della piazza, più adiacente alla stra-da principale, è disposto il landmark. Alle giostre del parco giochi restrostante, si aggiungono le dinamo-gioco.Da qui si ripartirà alla volta della terza tappa.

Visualizzazione location Tappa 2 - Il parco giochi della Piazza Giuseppe Verdi di Viggiano allestito con le dinamo gioco

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Tappa 3

Descrizione orario durata km

Viggiano - Parco fotovoltaico 11.00 - 11.12 12’ 8cubotto 11.12 - 11.45 30’ parco fotovoltaico 11.45 - 12.00 15’

Da Viggiano si arriva al Parco fotovoltaico. L’ampio spiazzo davanti al Parco accoglie i visitatori e facilita le manovre dei pul-mini. Da quest’area è ben visibile il paese sul suo colle, ricordando l’appartenenza del parco al territorio viggianese.Scesi da pulmino, sotto una pensilina anch’essa realizzata con pannelli fotovol-taici, si ci sposta verso il cubotto, stavolta dedicato all’energia solare.Alcuni altri minuti vengono lasciati ai visitatori per avvicinarsi alle reti del parco e osservare da vicino i grandi pannelli fotovoltaici.

Visualizzazione location Tappa 3 - Il cubotto posizionato davanti al Parco fotovoltaico

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Visualizzazione location Tappa 3 - Ciò che si vede dal cubotto (Parco fotovoltaico e Viggiano in lontananza)

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Tappa 4 - 5 - 6

Descrizione orario durata km

parco fotovoltaico - La Grande Quercia 12.00 - 12.05 5’ 3parco fotovoltaico - La Masseria Crisci 12.00 - 12.10 10’ 6parco fotovoltaico - La Romantica 12.00 - 12.10 10’ 6,5sosta all’area prescelta 12.10 - 13.30 1h 20’

Le tappe 4, 5 e 6 sono pensate per una sosta di riposo per i visitatori del parco.Sono una l’alternativa all’altra e funzionano come fossero degli Autogrill: qualora un’area di sosta sia piena, e possibile fermarsi nell’altra.Le aree di sosta sono degli spiazzi sulle rive del lago, con gli alberi a far ombra sul perimetro, attrezzate con un’entità di Empiria: Lamerenda. Si tratta, come già detto, di un tavolo solar cooking: l’energia ricavata dai pannelli fotovoltaici viene utilizzata per alimentare il fornello per riscaldare e cucinare i cibi e un frigorifero per refrigerare le bevande. Le zone di sosta possono essere fruite anche durante la sera, grazie agli apparecchi illuminanti a batterie solari di cui è attrezzato.Le aree di sosta sono sempre in vicinanza di ristoranti e bar: l’area La Quercia è vicino al Bar La Grande Quercia; La Romantica fa parte dell’area all’aperto dell’omonimo ristorante; La Masseria Crisci ospita l’ingresso per l’area di sosta.L’idea è quella che bar e ristoranti siano gemellati al parco fornendo, per e-sem-pio, prodotti tipici, bibite e assistenza a coloro che decidano di usufruire de Lame-renda, e ospitare nei loro ristoranti coloro invece che decideranno di mangiare al tavolo. In questo modo si potenzierebbe anche la pubblicizzazione dei prodotti locali. Queste strutture recettive, opportunamente supportate, potrebbero inoltre occuparsi della manutezione di queste aree e de Lamerenda.

Fotografia location Tappa 5 - La Romantica Fotografia location Tappa 5 - La Masseria Crisci

Fotografia location Tappa 4 - La Grande Quercia

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Visualizzazione location Tappa 4, 5, 6 - Lamerenda inserita in una delle aree di sosta

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Tappa 7

Descrizione orario durata km

La Grande Quercia - Parco eolico 13.30 - 14.00 30’ 17La Masseria Crisci - Parco eolico 13.30 - 13.50 20’ 14La Romantica - Parco eolico 13.30 - 13.45 15’ 10,5cubotto/empiria: Albero del vento 14.00 - 14.45 45’

Il Parco eolico si trova sulle colline più alte a nord di Montemurro.L’area si presenta dominata da immensi campi coltivati a “pale eoliche” e foraggio. In un’ampio spiazzo, nella contrada San Vito e La Rossa, si trova il cubotto dedi-cato all’energia eolica. Tutto intorno al cubotto gli Alberi del Vento fanno risuonare melodie generate dal vento e sullo sfondo svettano le vere pale eoliche.Percorrendo le stradine sterrate a piedi è possibile avvicinarsi agli aerogenera-tori, ma sempre con la supervisione delle guide del parco.

Visualizzazione location Tappa 7 - Il cubotto e gli alberi del vento posizionati davanti al Parco eolico

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Visualizzazione location Tappa 7 - Ciò che si vede dal cubotto (Parco eolico)

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Palazzo Delfina

Largo S.Antonio

Belvedere

Chiesa Madre

Santa Maria Assunta

Palazzo Robilotta

Palazzo Parisi

Municipio

Casa Sinisgalli

Palazzo Robilotta

Parco Giochi

Palazzo Marra

Casa Padula

Casa Ragona

Piazza V Novembre

San Rocco

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Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Montemurro. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco

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Tappa 8

Descrizione orario durata km

Parco eolico - Montemurro 14.45 - 15.00 15’ 10Visita Montemurro 15.00 - 16.00 1 h

Nonostante Montemurro sia stato devastato da ben tre terremoti, il suo territorio è ricco di palazzi, chiese e monumenti che meritano una visita.Come la bellissima piazza con il convento di Sant’Antonio o la chiesa di San Rocco in fondo al paese. La zona ricostruita di recente, come la piazza del muni-cipio e la piazza IV Novembre dove sorge il monumento ai caduti, sono le zone più vissute dai montemurresi. Si è deciso quindi di collocare le dinamo-gioco nella piazza IV Novembre, dove vi è anche un belvedere sulla valle da una parte e sulle pale eoliche dall’altro.

Visualizzazione location Tappa 8 - Piazza IV novembre di Montemurro allestita con le dinamo gioco

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Tappa 9

Descrizione orario durata km

Montemurro - Diga 16.00 - 16.10 10’ 6,7 sosta diga 16.00 - 16.20 10’

Partendo da Montemurro, lungo la Strada Statale 598 verso Taranto, al’improvviso si apre il panorama sull’imponente diga del Lago Pertusillo.E’ da questo punto che inizia la scoperta del funzionamento delle centrali idroelettriche. La guida del parco spiega brevemente ai visitatori che dal pulmino osservano la diga, il suo funzionamento e il suo scopo legato alla produzione dell’energia, ma anche all’irrigazione, alla pesca, ecc.

Fotografia Tappa 9 - Veduta della diga del Lago Pertusillo nel territorio di Spinoso

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Tappa 10

Descrizione orario durata km

Diga - Centrale idroelettrica 16.20 - 16.30 10’ 14,3cubotto 16.30 - 17.00 30’visita centrale idroelettrica 17.00 - 17.30 30’

Una volta superata la diga si arriva alla Centrale idroelettrica nel territorio di Gallicchio. Dalla strada è possibile vedere il grande tubo, proveniente dalle mon-taghe di Gallicchio, in cui l’acqua compie il salto necessario a produrre energia elettrica. Più a valle, sotto la strada, si intravede la Centrale idroelettrica fra la macchia mediterranea. Sul piazzale antistante l’hotel Apogeo è sistemato il cubotto dedicato all’energia idroelettrica.

Visualizzazione location Tappa 10 - Il cubotto posizionato davanti alla Centrale idroelettrica

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Tappa 11

Descrizione orario durata km

Centrale idroelettrica - Spinoso picnic 17.30 - 17.50 20’ 21,6sosta/empiria: coclea 17.50 - 18.50 1h

Passando sopra la diga, si raggiunge Spinoso, con una prima sosta nell’area picnic sulle rive del lago Pertusillo.Sui prati dell’area picnic è possibile riposarsi oppure sedersi ai tavoli del bar a prendersi un caffè. Sulle rive sono posizionati gli empiria coclea, grazia ai quali è possibile esperire come l’acqua può produrre energia.

Visualizzazione location Tappa 11 - Le coclea posizionate nell’area picnic di Spinoso

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Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Spinoso. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco

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Tappa 12

Descrizione orario durata km

Spinoso picnic - Spinoso 18.50 - 18.55 5’ 1,8visita Spinoso 18.55 - 19.55 1h

Spinoso è il paese che più di tutti viene associato al lago Pertusillo e la sua economia è basata proprio sul turismo legato ad esso. Dalla sua piazza principale, dal meraviglioso belvedere, è possibile ammirare la valle e il lago. La piazza è caratterizzata dalla presenza del Palazzo Vecchio.Ed è prorpio fra il belvedere e la piazza che insiste l’intervento delle dinamo-gioco e del landmark, ponendosi come cerniera storia, cultura e energia.

Visualizzazione location Tappa 12 - Il Belvedere di Spinoso allestito con le dinamo gioco e le sedute ENIthingElse

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Visualizzazione location Tappa 12 - Il Belvedere di Spinoso allestito con le dinamo gioco e le sedute ENIthingElse

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Castello Giliberti

Sant’Antonio Martire

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Museo Ecclesiale

Scuderie Castello

Sanseverino

parcheggio auto

San Giuseppe

Chiesa Santinfantino

Madonna della Clemenza

Belvedere

Parco giochi

Grumentum

Museo archeologico

SS598

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Viggiano

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sito archeologico

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Mappa dei luoghi di interesse turistico-culturale di Grumento Nova. Evidenziate con un rettangolo arancione vi sono i luoghi in cui sono allestitie le dinamo gioco

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Tappa 13

Descrizione orario durata km

Spinoso - SS 598 19.55 - 20.15 15’-20’ 5-10Cena/pernottamento* 20.30 - 8.30 12 hParco archeologico Grumentum 9.00 - 10.30 1 h 30’Visita Museo/conferenze 10.30 -12.30 2 h

Il tour energetico si arricchisce di suggestioni grazie alla visita al sito archeo-logico di Grumentum, dove è possibile ammirare i resti dell’antica città lucana e l’anfiteatro. Come interventi plug-in sul sito è possibile vedere i barili di petrolio nella loro veste di postazioni per inquadrature fotografiche e come totem infor-mativi. In taluni casi sarà per esempio possibile allestire delle mostre sul “re-use design” utilizzando i barili come espositori e creando un collegamento ideale fra passato e presente, fra le usanze di riuso antiche (come l’uso delle antiche fondazioni e materiali per costruire i nuovi edifici) e quelle odierne.

Visualizzazione location Tappa 13 - Il Parco archeologico di Grumentum allestito con ENIthingElse

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INTRO MOSTRA

INTRODUZIONE MOSTRA COLLEZIONE AT TUALEARCHEOLOGIA

ESPOSIZIONESTORIA

DELL'ENERGIA

La fondazione del Museo Archeologico Nazionale dell’alta Val d’Agri fu voluta da Dinu Adamesteanu, primo Soprintendente della Basilicata. Costruito a partire dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, il primo nucleo del Museo è stato inaugurato il 15 dicembre 1995, al quale si aggiungeranno altri due corpi espositivi provvisti di deposito entro il 2012.l Museo permette nell’esposizione di seguire un percorso tematico (insediamenti: protostoria, età romana; necropoli: età arcaica, classica, lucana, romana; culto: età lucana, romana e medievale) e per ambiti cronologici: a) Protostorico, b) età arcaica, classica ed ellenistica; c) età romana e medievale.La proposta è far diventare il museo anche un centro meeting e convegni per specialisti e non, dove è possibile attuare un ulteriore approfondimento non solo sulla storia, l’arte e la cultura del luogo, ma anche sulla storia dell’energia dalla preistoria ai nostri giorni, secondo un excursus filologico studiato da archeologi e

Planimetria location Tappa 13 - Il Museo archeologico di Grumentum allestito con proposta di riorganizzazione degli spazi, piano terra

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ESPOSIZIONESTORIA

DELL'ENERGIA

COLLEZIONE AT TUALEARCHEOLOGIA

BIBLIOTECASPECIALIZZATADELL'ENERGIA

SALA MEE TING

ATRIOWC

ZONABUFFET

storici dell’energia. In vista dell’allargamento dello spazio espositivo si propone di riorganizzare il museo secondo le planimetrie presentate in queste pagine:il nucleo centrale dell’edificio presenta al piano seminterrato una sala meeting attrezzata con una piccola zona buffet e una biblioteca specializzata nel settore energia, mentre il piano terra accoglie la biglietteria, il bookshop, una caffetteria con la possibilità di sedersi ai tavoli sistemati lungo le grandi vetrate che si af-facciano sull’area meeting. Le due ali aggiuntive costituite da due piani collegati fra loro e al corpo dell’edificio centrale e oggi ancora in costruzione, ospitano le collezioni. Quest’ultime sono di due tipi: la prima ospita i reperti già presenti nel museo e quelli che verranno rinvenuti durante gli scavi, l’altra ala ospita invece la collezione dedicata alla storia dell’energia.Naturalmente l’estetica del luogo rispecchiano l’immagine coordinata del Parco EnerAGRIa.

Planimetria location Tappa 13 - Il Museo archeologico di Grumentum allestito con proposta di riorganizzazione degli spazi, piano seminterrato

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Tappa 14

Descrizione orario durata km

Pranzo 12.30 - 13.30 1 hGrumentum - Grumento Nova 13.30 -13.40 10’ 6Visita Grumento Nova 13.40 - 14.40 1 hCastello Sanseverino/spazio eventi 14.40 - 15.15 45’Grumento Nova - Parcheggio 15.15 - 15.30 15’ 7

Una visita merita anche Grumento Nova, con i suoi palazzi, le chiese, il belvedere sul Lago Pertusillo e il Castello dei Sanseverino.Ed è proprio nelle scuderie del Castello che si conclude il tour di EnerAGRIa, nella sala che già oggi ospita eventi e mostre temporanee.Una mostra dedicata agli artisti locali o all’arte realizzata con materiali di riuso o la presentazione di un libro sull’energia o semplicemente un buffet sembra es-sere il migliore dei modi di salutare i visitatori.

Visualizzazione location Tappa 14 - Le scuderie del Castello dei Sanseverino di Grumento Nova

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Le tappeil tour ridotto

Al contrario di quel che avviene per il tour completo, il tour ridotto ha una durata di un solo giorno e tocca solo le tappe connesse più direttamente con l’energia, escludendo le visite ai paesi. Esso permette di fruire i cubotti; le empiria, ad eccezione delle dinamo-gioco; e di visitare le centrali eolica, fotovoltaica, idroelettrica e il centro oli. Il tutto si conclude con la visita al museo e al sito archeologico di Grumentum per chiudere con la visita e l’approfondimento sulla storia dell’energia. Capire come le fonti d’energia si sono sviluppate finora può aiutarci a capire come si evolveranno in futuro.

Tappa 1

Descrizione orario durata km

inizio tour 9.00 2’ 2visita cubotto 9.00 - 9.30 30’ visita Centro oli 9.30 - 10.00 30’

Tappa 3

Descrizione orario durata km

Centro oli - Parco fotovoltaico 10.00 - 10.05 5’ 0,5cubotto 10.05 - 10.35 30’ parco fotovoltaico 10.35 - 10.50 15’

Tappa 7

Descrizione orario durata km

Il Querceto - Parco eolico 11.30 - 12.00 30’ 17La Masseria Crisci - Parco eolico 11.30 - 11.50 20’ 14La Romantica - Parco eolico 11.30 - 11.45 15’ 10,5cubotto/empiria: Albero del vento 11.50 - 12.35 45’

Tappa 9-10

Descrizione orario durata km

pranzo* 12.35 - 14.00 1 h 25’Montemurro - Diga 14.00 - 14.10 10’ 6,7 sosta diga 14.10 - 14.20 10’Diga - Centrale idroelettrica 14.20 - 14.30 10’ 14,3cubotto 14.30 - 15.00 30’

Tappa 13

Descrizione orario durata km

Centrale idroelettrica - Grumentum 15.00 - 15.20 21’ 31,7Parco archeologico Grumentum 15.50 - 17.00 1 h 30’Visita Museo/conferenze 17.00 - 19.00 2 h Grumentum - parcheggio 19.00 - 19.05 5’ 9

Tappa 4 - 5 - 6

Descrizione orario durata km

parco fotovoltaico - La Grande Quercia 10.50 - 10.55 5’ 3parco fotovoltaico - La Masseria Crisci 10.50 - 11.00 10’ 6parco fotovoltaico - La Romantica 10.50 - 11.00 10’ 6,5sosta all’area prescelta 11.00 - 11.30 30’

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SS 598Campania PugliaSS 598

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1 Viggiano_Centro oli ENI

3 Viggiano_Impianto fotovoltaico DSG-RE

7 Montemurro_Parco eolico FRI-EL

9 Spinoso_Diga Pertusillo, Casa di Guardia

10 Gallicchio_Centrale idroelettric Agri/ENEL

13 Grumentum_Museo e sito archeologico

enerAGRIa - itinerario visita breve

V a l d ’ A g r i parco del l ’energ ia

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13Grumentum

petrolio

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Lago Pertusillo

Itinerario di visita di enerAGRIa - tour ridotto

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enerAGRIa174

enerAGRIa

Il parco si pone l’obiettivo di valorizzare le

risorse e l’identità del territorio, in particolare

creando un network di comuni legati reciproca-

mente dalla presenza sul loro territorio di

diverse fonti di energia.

Prima la val d’agri veniva vista come luogo di

turismo legato solo all’ambiente, o come territo-

rio legato idealmente solo al petrolio.

Oggi non è più cosi quindi il parco si pone

l’obiettivo di divulgare la nuova natura “ener-

getica” e culturale dell’area e di educare

all’energia.

Per far questo il parco è dotato di tre principali

entità:

- la prima sono dinamo gioco.

- la seconda sono gli empiria

- la terza sono i cubotti

Il parco è collegato principalmente dalla strada

statale 598, lungo il cui percorso sono posi-

zionati dei landmark con il compito di segnalare

il territorio interessato dal parco. Lungo la

statale, in corrispondenza di Viggiano, è possi-

bile parcheggiare la macchina e salire a bordo di

pulmini elettrici che porteranno i fruitori a visitare

le varie tappe del parco. Infatti il parco è costi-

tuito da 12 tappe, ognuna delle quali ospita una

delle entità precedentemente esplicate. Il tour si

conclude con una tappa al museo e al sito

archeologico di Grumentum, con una mostra

dedicata alla storia dell’energia, un ulteriore

approfondimento che unisce la cultura artistica

e storica alla cultura scientifica ed energetica

del luogo.

La sala del Castello di Sanseverino di Grumento

Nova ospiterà invece mostre temporanee di

opere artistiche, scientifiche e letterarie contem-

poranee dedicate all’energia.

IL PARCO DELL’ENERGIA DELLA VAL D’AGRI

fronte

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SS 598

Campania

Puglia

SS 598

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1 Centro oli ENI

2 Viggiano_Città

3 Impianto fotovoltaico DSG-RE

4 Area picnic “La Quercia”

5 Area picnic “Masseria Crisci”

6 Area picnic “La Romantica”

7 Parco eolico FRI-EL

8 Montemurro_Città

9 Diga Pertusillo, Spinoso

10 Gallicchio_Centrale idroelettric Agri/ENEL

11 Spinoso_Area picnic

12 Spinoso_CIttà

13 Grumentum_Hub_Museo e sito archeologico

14 Grumento Nova_Hub_Sala del Castello

enerAGRIa - itinerario visita

V a l d ’ A g r i

parco del l ’energ ia

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erAGRIa

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Gallicchio

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eolico

idroelettrico

fotovoltaico

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