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Equazionedella
diffusione diEinstein
J.Soldateschi
IntroduzioneI
IntroduzioneII
Condizioni alcontorno
Diffusionelibera in unsemispaziox ≥ 0 unidi-mensionale
Microfotolisi
Diffusioneattorno adun oggettosferico
Rilassamentodielettrico
Equazione della diffusione di Einstein
J. Soldateschi
Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente
February 18, 2015
Equazionedella
diffusione diEinstein
J.Soldateschi
IntroduzioneI
IntroduzioneII
Condizioni alcontorno
Diffusionelibera in unsemispaziox ≥ 0 unidi-mensionale
Microfotolisi
Diffusioneattorno adun oggettosferico
Rilassamentodielettrico
La membrana cellulare è composta da un doppio strato di
fosfolipidi, le cui teste polari sono rivolte verso l’esterno acquoso
della membrana. Sulla faccia esterna della membrana sono
presenti dei recettori proteici, capaci di stabilire legami solo con
determinate molecole; essa è attraversata anche da canali
proteici, che permettono il passaggio di specifiche molecole.
Due tipi di trasporto:
Passivo, ovvero secondo gradiente di concentrazione. Può
avvenire attraverso diffusione semplice o grazie all’aiuto di
canali proteici.
Attivo, ovvero mediato da proteine di membrana che
trasportano soluti contro gradiente.
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Condizioni alcontorno
Diffusionelibera in unsemispaziox ≥ 0 unidi-mensionale
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Diffusionelibera in unsemispaziox ≥ 0 unidi-mensionale
Microfotolisi
Diffusioneattorno adun oggettosferico
Rilassamentodielettrico
Consideriamo delle particelle che si muovono in un liquido; le
uniche forze presenti sono l’attrito e quelle dovute alle collisioni
casuali con le altre particelle. Vale l’equazione di Langevin:
mr = −γ r + σξ(t) (1)
Nel limite di forte attrito (|γ r | ≫ |mr |) otteniamo l’equazione
di Smoluchowski:
γ r = σξ(t) (2)
Questa è un’equazione differenziale stocastica, ovvero
contenente processi stocastici. In generale, essa è del tipo
∂tx(t) = A[x(t), t] + B[x(t), t] · η(t) (3)
dove A è il termine di deriva e B è il coefficiente del termine dirumore η.
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Rilassamentodielettrico
L’evoluzione temporale della probabilità che il processo
stocastico descritto da questa equazione assuma il valore x al
tempo t, quando aveva assunto il valore x0 al tempo t0 è
determinata dall’ equazione di Fokker-Planck :
∂tp(r , t|r0, t0) = −∂xA[x(t), t] · p(r , t|r0, t0)+∂2
xB[x(t), t] · p(r , t|r0, t0) (4)
Otteniamo dunque la seguente equazione di Fokker-Planck:
∂tp(r , t|r0, t0) =σ2
2γ2∇2p(r , t|r0, t0), (5)
assumendo σ e γ indipendenti dalla posizione. Questa è l’
equazione di Einstein, che descrive il trasporto microscopico di
materia e calore.
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Rilassamentodielettrico
Il sistema descritto da questa equazione è contenuto in un
volume Ω, la cui superficie ∂Ω può essere impenetrabile o no.
Consideriamo il numero totale di particelle che diffondono in Ω:
NΩ(t|r0, t0) =!
Ωd3r · p(r , t|r0, t0) (6)
Si vede facilmente (dal teorema di Gauss) che, definendo
j(r , t|r0, t0) = D∇p(r , t|r0, t0) (D = σ2
2γ2 ) come il flusso di
particelle (legge di Fick), il numero di particelle NΩ(t|r0, t0) è
conservato.
Chiamiamo ora J0(r) = D(r)∇ l’operatore flusso che, agendo
su una soluzione dell’equazione di Einstein, dà il flusso locale di
particelle. Consideriamo ora le condizioni al contorno sulla
superficie ∂Ω dello spazio di diffusione, che può essere divisa in
due superfici ∂Ω1, ∂Ω2 tali che ∂Ω = ∂Ω1 ∪ ∂Ω2.
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Condizione al contorno di riflessione
a · J0p(r , t|r0, t0) = 0, r ∈ ∂Ωi , (7)
ovvero le particelle non attraversano la superficie.
Condizione al contorno di reazione
p(r , t|r0, t0) = 0, r ∈ ∂Ωi , (8)
ovvero la superficie è reattiva, nel senso che ogni particella
che raggiunga la superficie reagisce con essa.
Condizione al contorno di radiazione
a · J0p(r , t|r0, t0) = wp(r , t|r0, t0), r ∈ ∂Ωi , (9)
ovvero la superficie è in parte reattiva (a seconda di w).
Per w = 0 la superficie è riflettiva, mentre per w → ∞dev’essere p = 0, e la superficie è reattiva.
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∂tp(x , t|x0, t0) = D∂2xp(x , t|, x0, t0) (10)
La soluzione soddisfa la condizione iniziale
p(x , t → 0|x0, t0) = δ(x − x0).
Superficie riflettiva:
due condizioni al contorno: (1) ∂xp(x , t|x0, t0) = 0 e (2)
p(x → ∞, t|x0, t0) = 0 . Notiamo che, senza il muro a
x = 0, i.e. se la (1) fosse sostituita da
p(x , t → −∞|x0, t0) = 0, la soluzione sarebbe del tipo:
p(x , t|x0, t0) =1"
4πD(t − t0)exp[−
(x − x0)2
4D(t − t0)] (11)
Dunque possiamo costruire la soluzione cercata per
sovrapposizione con la soluzione di una particella
immaginaria che inizia la diffusione alla posizione −x0
dietro la superficie.
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Otteniamo dunque:
p(x , t|x0, t0) =1"
4πD(t − t0)exp[−
(x − x0)2
4D(t − t0)]+
1"4πD(t − t0)
exp[−(x + x0)
2
4D(t − t0)], x ≥ 0 (12)
la cui interpretazione è: mentre il primo termine "non sa" della
barriera a x = 0, e quindi fornisce una certa probabilità di
trovare le particelle nel semispazio vietato con la sua "coda", il
secondo termine bilancia questo contributo incrementando la
probabilità nel semispazio consentito.
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Superficie assorbente (reattiva):
due condizioni al contorno: (1) p(x → ∞, t|x0, t0) = 0 e
(2) p(x = 0, t|x0, t0) = 0. La soluzione è del tipo:
p(x , t|x0, t0) =1"
4πD(t − t0)exp[−
(x − x0)2
4D(t − t0)]−
1"4πD(t − t0)
exp[−(x + x0)
2
4D(t − t0)], x ≥ 0 (13)
Qui il secondo termine costituisce una ulteriore perdita nel
semispazio x < 0. Potrebbe sembrare che vi sia anche una
perdita di probabilità per x ≥ 0; tuttavia, dato che il primo
termine considera lo spazio come senza barriere, esso
include anche la probabilità data da particelle che, uno
volta "visitato" il semispazio x < 0, tornano per moto
browniano nel semispazio x ≥ 0
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Chiaramente il numero totale di particelle non è conservato.
Essendo il numero di particelle
N(t|x0, t0) =#∞0 dxp(x , t|x0, t0), integrando troviamo che
N(t|x0, t0) = erf [x0"
4D(t − t0)] (14)
Dalle proprietà della funzione errore erf ,
N(t|x0, t0) ∽ x0√πD(t−t0)
per t → ∞, vediamo che il numero di
particelle decade verso lo zero. Questa è una conseguenza del
teorema ergodico, secondo cui il moto browniano
unidimensionale "visiterà" con certezza ogni punto dello spazio,
ovvero anche la superficie reattiva.
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La microfotolisi è un metodo per misurare la diffusione di
componenti molecolari (lipidi o proteine) nelle membrane
biologiche. Si marca la particolare specie molecolare di interesse
con un marcatore fluorescente, il quale è scelto in modo tale
che esista un’alta probabilità che venga irreversibilmente
degradato tramite irradiazione in una forma non fluorescente.
Nel primo passo al tempo t0, una piccola area circolare di
diametro a è irradiata da un impulso laser che causa un
cambiamento irreversibile (fotolisi) dei marcatori fluorescenti
nell’area. Quindi nessun marcatore rimane nell’area, e una
corrispondente distribuzione w(x , y , t0) è preparata.
Poi la potenza del laser è ridotta in modo che la fotolisi non
avvenga, e il segnale di fluorescenza, che è una misura del
numero di molecole marcate nell’area irraggiata al tempo t, è:
N(t|t0) = c0
!
Ωlaser
dxdyw(x , y , t) (15)
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Supponiamo che l’area irradiata sia una striscia di spessore 2a.Per t < t0 le particelle di interesse sono omogeneamente
distribuite (w(x , t) = 1). A t = t0, la fotolisi nel segmento
−a < x < a eradica tutte le particelle, e dunque:
w(x , t0) = θ(a − x) + θ(x − a). (16)
L’evoluzione di w(x , y , t) è determinata dall’equazione
∂tw(x , y , t) = D(∂2x + ∂2
y )w(x , y , t) (17)
Data la simmetria in x e y del problema, possiamo considerare
l’equazione unidimensionale per w(x , t), con condizione al
contorno: lim|x |→∞ w(x , t) = 0, la cui funzione di Green è,
come già visto:
p(x , t|x0, t0) =1"
4πD(t − t0)exp[−
(x − x0)2
4D(t − t0)] (18)
che soddisfa la condizione iniziale p(x , t0|x0, t0) = δ(x − x0)
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Dunque la soluzione è data da
w(x , t) =! +∞
−∞dx0p(x , t|x0, t0)(θ(a − x) + θ(x − a)) (19)
e, come prima,
w(x , t) =1
2(erf [
x + a2"
D(t − t0)] + erf [
x − a2"
D(t − t0)]) + 1 (20)
Quindi l’osservabile N(t|t0) = c0# +a−a dxw(x , t) è uguale a
"D(t − t0)a√π
(exp[− a2
D(t − t0)]−1)+erf [
a"D(t − t0)
]+1 (21)
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La ripresa del segnale di fluorescenza dato da N(t|t0) mostra un
incremento della fluorescenza nella striscia illuminata: le
particelle marcate diffondono nella striscia e rimpiazzano quelle
degradate nel tempo. Quindi N(t|t0) è una funzione crescente
che raggiunge asintoticamente il valore 1, ovvero il segnale
prima della fotolisi a t = t0. Definendo il tempo th a cui metà
della fluorescenza è recuperata (N(th) = 0.5), con metodi
numerici si vede che
th = 0.961787 (22)
Possiamo inoltre dedurre dalla definizione di th che il
coefficiente di diffusione D è:
D = 0.925034a2
th − t0(23)
e, dato che a è conosciuto, la misura di th − t0 dà il valore di D.
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Consideriamo una reazione chimica nella quale una molecola
diffonde attorno ad un bersaglio e reagisce con esso o scompare
nelle sue vicinanze. La situazione è ideale, nel senso che il
bersaglio è considerato stazionario, sferico di raggio a e che le
reazioni possono avvenire con eguale probabilità ovunque sulla
sua superficie. Supponiamo che le particelle che diffondono
siano inizialmente distribuite ad una distanza r0 dal centro del
bersaglio senza una direzione preferenziale. La probabilità di
trovare la molecola ad una distanza r al tempo t è descritta da
una distribuzione a simmetria sferica p(r , t|r0, t0). L’ensemble di
molecole reagenti è quindi descritto dall’equazione di diffusione
∂tp(r , t|r0, t0) = D∇2p(r , t|r0, t0) (24)
soggetta alla condizione iniziale
p(r , t0|r0, t0) =1
4πr20δ(r − r0) (25)
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Il fattore moltiplicativo della delta di Dirac è conseguenza della
condizione di normalizzazione, dato che
!
Ω∞
d3rp(r , t0|r0, t0) =! ∞
04πr2drp(r , t0|r0, t0) (26)
Le usuali condizioni al contorno sono:
limr→∞
p(r , t|r0, t0) = 0 (27)
D∂rp(r , t|r0, t0) = wp(r , t|r0, t0), r = a (28)
w controlla la probabilità che l’incontro con il bersaglio sia
reattivo: w = 0 corrisponde ad una superficie che non reagisce;
w → ∞ ad una superficie per la quale ogni collisione porta ad
una reazione e, quindi, ad una p(r , t|r0, t0) decrescente.
Considereremo però il caso più generale.
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Dall’espressione in coordinate sferiche del laplaciano, e dal fatto
che1
r2∂r (r2∂r f (r)) =1
r∂2
r (rf (r)) (29)
possiamo riscrivere l’equazione della diffusione come
∂trp(r , t|r0, t0) = D∂2r rp(r , t|r0, t0) (30)
Con l’ansatz
p(r , t|r0, t0) = u(r , t|r0, t0) + v(r , t|r0, t0)
u(r , t → t0|r0, t0) =1
4πr20δ(r − r0)
v(r , t → t0|r0, t0) = 0 (31)
tale che u, v soddisfano individualmente e insieme le condizioni
al contorno già date e l’equazione della diffusione, costruiamo
prima u senza preoccuparci della condizione per r = a, e poi vin modo che essa sia soddisfatta.
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Chiamando
U(k , t|r0, t0) =! +∞
−∞drru(r , t|r0, t0)e−ikr
(32)
l’equazione della diffusione per u può essere scritta in termini
dell’antitrasformata di Fourier di U. Dall’unicità della
trasformata segue che
U(k , t|r0, t0) = Cu(k |r0) exp[−D(t − t0)k2] (33)
Dalla condizione iniziale
1
4πr0δ(r − r0) =
1
8π2r0
! +∞
−∞dke ik(r−r0) =
1
2π
! +∞
−∞dkCu(k |r0)e ikr
(34)
troviamo che
Cu(k |r0) =1
4πr0e−ikr0 (35)
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Sostituendo nell’espressione di ru e utilizzando l’integrale di
Fourier# +∞−∞ dke−ak2e ikx =
"πa exp[−x2
4a ] vediamo che
ru(r , t|r0, t0) =1
4πr01"
4πD(t − t0)exp[−
(r − r0)2
4D(t − t0)] (36)
Vogliamo ora determinare v in modo che siano soddisfatte le
giuste condizioni al contorno
∂t(rv(r , t|r0, t0)) = D∂2t (rv(r , t|r0, t0))
rv(r , t → t0|r0, t0) = 0. (37)
Applicando la trasformata di Laplace alla prima di queste e
integrando per parti, otteniamo una semplice equazione
differenziale la cui soluzione è:
r V (r , s|r0, t0) = C (s|r0) exp[−$
sD
r ] (38)
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Invece di applicare la trasfrmata inversa per determinare v ,
consideriamo la trasformata di Laplace P(r , s|r0, t0) della
soluzione completa p; questo perché la condizone al contorno
D∂rp(r , t|r0, t0) = wp(r , t|r0, t0), r = a si applica in una
analoga forma a P , come si vede applicando la trasformata di
Laplace.
La soluzione p assume una forma molto complicata:
p(r , t|r0, t0) =1
4πrr01"
4πD(t − t0)(exp[−
(r − r0)2
4D(t − t0)]+
exp[−(r + r0 − 2a)2
4D(t − t0)])− 1
4πrr0α exp[α2D(t−t0)+α(r+r0−2a)]
· erfc[α"
D(t − t0) +r + r0 − 2a"4D(t − t0)
] (39)
dove α = wa+DDa .
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La polarizzazione elettrica dei liquidi origina dai momenti di
dipolo delle singole molecole; il contributo di una singola
molecola alla polarizzazione nella direzione z è
P3 = P0 cos θ (40)
Definiamo inoltre la rotazione diffusionale come quel processo
per cui la distribuzione statistica all’equilibrio dell’orientamento
delle molecole è mantenuta costante. Consideriamo quindi
questo processo e supponiamo di poterlo approssimare come
una diffusione sulla superficie di una sfera, che poniamo per
semplicità di raggio unitario.
L’equazione della diffusione tridimensionale si scrive in questo
caso come:
∂tp(Ω, t|Ω0, t0) = τ−1r [
1
sin θ∂θ(sin θ∂θ) +
1
sin2 θ∂2
φ
]·
p(Ω, t|Ω0, t0) (41)
dove Ω = (θ,φ).
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Postulando la continuità di p e delle sue derivate sulla sfera,
possiamo espandere in termini di armoniche sferiche la
distribuzione:
p(Ω, t|Ω0, t0) =∞%
l=0
+l%
m=−l
Alm(t|Ω0, t0)Ylm(Ω) (42)
dove ricordiamo la proprietà delle Ylm(Ω) di essere autofunzioni
della parte angolare del laplaciano in coordinate sferiche di
autovalore −l(l + 1). Dalla condizione di ortonormalizzazione
!dΩY ∗
l ′m′(Ω)Ylm(Ω) = δl ′lδm′m (43)
otteniamo l’equazione
∂tAlm(t|Ω0, t0) = −l(l + 1)τ−1r Alm(t|Ω0, t0) (44)
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Risolvendo e sostituendo nell’espressione di p:
p(Ω, t|Ω0, t0) =∞%
l=0
+l%
m=−l
e−l(l+1)(t−t0)/τr alm(Ω0)Ylm(Ω) (45)
I coefficienti alm sono determinati dalla condizione
p(Ω, t0|Ω0, t0) = δ(Ω− Ω0) =∞%
l=0
+l%
m=−l
Y ∗lm(Ω0)Ylm(Ω) (46)
dove la seconda uguaglianza è la condizione di completezza
delle armoniche sferiche. Quindi:
alm(Ω0) = Y ∗lm(Ω0) (47)
e in definitiva
p(Ω, t|Ω0, t0) =∞%
l=0
+l%
m=−l
e−l(l+1)(t−t0)/τr Y ∗lm(Ω0)Ylm(Ω) (48)
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Consideriamo ora l’andamento asintotico t → ∞: sopravvive
solo il termine con l = 0, e quindi essendo Y00(Ω) =1√4π
:
limt→∞p(Ω, t|Ω0, t0) = p0(Ω) =1
4π(49)
che corrisponde ad una distribuzione omogenea sulla sfera,
come ci aspettavamo. La polarizzazione media all’equilibrio sarà
〈P3〉 =!
dΩP0 cos θp0(Ω) = 0 (50)