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Esercizio n°1 - Home - people.unica.it...Questo risultato ci dice che il collettore...

Date post: 05-Mar-2021
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Esercizio n°1

In condizioni di regime stazionario e unidimensionale possiamo calcolare la potenza termica di calore fluente

attraverso la parete multistrato mediante la seguente equazione, derivante dall’integrazione dell’equazione

rappresentativa del postulato di Fourier, lungo gli spessori dei materiali costituenti la parete, e dall’applicazione

dell’analogia elettrica alle resistenze termiche dei singoli strati costituenti la parete.

21 ttKq unitariospecifico

dove

Cm

W

Cm

W

ssssK

cls

cls

matt

mattn

i i

iunitario 22

int

int

1

823.3

46.0

01.0

93.0

08.0

65.0

1.0

111

221

int

int

45.761

m

Wtt

sssq

cls

cls

matt

mattspecifico

In condizioni di regime stazionario possiamo affermare che il flusso specifico di calore attraverso lo strato dei

mattoni dovrà essere uguale al flusso specifico attraverso lo strato di calcestruzzo e così uguale al flusso

attraverso l’intonaco. Il flusso di calore attraverso uno strato è pertanto uguale a quello relativo a qualsiasi altro

strato.

221 45.76m

Wqtt

stt

sTT

sq specificoy

intonaco

yx

cls

cls

x

mattoni

mattoni

mattoni

intonaco

La prima equazione ci permette allora di determinare la temperatura Tx nel punto di contatto tra mattoni e

calcestruzzo.

Cqs

TT specifico

mattoni

mattoni

x 24.81

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Rappresentazione della stratigrafia della parete e delle grandezze definite e dedotte dal testo dell’esercizio

Andamento della Temperatura lungo la stratigrafia della parete multistrato

Esercizio n°2

Per semplicità ragioniamo considerando il sistema collettore solare in condizioni di regime stazionario.

All’instaurarsi di questa particolare condizione i flussi di potenza termica in ingresso e in uscita dal collettore sono

perfettamente bilanciati (uguali) e quindi il flusso netto è nullo1. L’obiettivo del’esercizio è quello di trovare quella

particolare temperatura dell’aria in corrispondenza della quale, al permanere delle condizioni al contorno, il

collettore solare si porta a 0°C in regime stazionario e quindi tutto il flusso di radiazione termica che il collettore, a

0°C, scambia con il terreno a 4°C e con la volta celeste a Tv.c.2 è interamente compensata dal calore scambiato per

convezione con l’aria.

Il collettore solare è un sistema termodinamico. Il primo principio della termodinamica, applicato al sistema

collettore solare, in generale porta scrivere:

LQUcollettore

1 In questo particolare caso in cui il sistema è costituito da un collettore solare termico il flusso di potenza meccanica in

ingresso o in uscita dal sistema non è presente, in quanto viene considerato un sistema che non è in grado di scambiare

lavoro con l’ambiente circostante. 2 La volta celeste la possiamo considerare come un corpo nero alla temperatura di 230,15K

ty 1.66

T(s) °C

S [cm]

20

tx 8.24

0

10 18 18,1

Temperatura Interfaccia Calcestruzzo - mattone ty=1.66

Intonaco

msmatt 1.0

mK

Wmatt 65.0

mscls 08.0

mK

Wcls 93.0

ms 01.0int

mK

W46.0int

Temperatura parete del mattone t1=20°C

Temperatura parete dell’intonaco t2=0°C

Temperatura Interfaccia Mattone - Calcestruzzo tx=8.24

Mattone

221

int

int

45.761

m

Wtt

sssq

cls

cls

matt

mattspecifico

Ct 02

Ct 201

Calcestruzzo

specificoqspecificoq

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Il sistema termodinamico collettore solare termico può solo scambiare radiazione termica con il terreno e con la

volta celeste e anche calore per convezione con l’aria. Il primo principio della termodinamica applicato al sistema

collettore solare nelle condizioni di regime stazionario si particolarizza seconda la seguente equazione:

0 LQ

Il termine “Q “ rappresenta la quantità netta di calore che il collettore scambia per convezione con l’aria,

mentre il termine “ “ rappresenta la quantità netta di radiazione termica che viene scambiata con la volta

celeste e con il terreno. La prima sommatoria relativa allo scambio di calore è costituita da un solo termine visto

che il collettore solare è immerso completamente in aria alla temperatura ancora incognita di Taria.

collariaconvcoll TThAQ

La seconda sommatoria è invece costituita da due termini. Infatti il collettore scambia complessivamente

radiazione termica con due corpi. Il terreno e la volta celeste, rispettivamente alle temperature Tterr=277,15K e

Tv.c.. La volta celeste la possiamo considerare come un corpo nero alla temperatura di 230,15 K.

Nomenclatura

Pedici:

terr. sta per “terreno”;

v.c. sta per “volta celeste”

coll. sta per “collettore”

)1(.1

con1

11

.. eqA

RR

JTEJTE

A

collcoll

collcollcollncollcolln

coll

collcollcvterrcoll

............ cvcollcvcollcollterrcollterrcollcollcvterrcoll FJJAFJJA

)2(.

1;

1con

....3

..2

3

...

2

. eqFA

RFA

RR

JJ

R

JJ

cvcollcollterrcollcoll

cvcollterrcoll

)3(.1

con1

55

.. eqA

RR

JTEJTE

A

terrterr

terrcollcollnterrterrn

terr

terrterrcvcollterr

)4(........ eqFJJAFJJA cvterrcvterrterrcollterrcollterrterrcvcollterr

....4

4

..

2

1con

cvterrterr

cvterrcollterr

FAR

R

JJ

R

JJ

.................... terrcvterrcvncvcollcvcollcvncvterrcollcv FJTEAFJTEA

)5(.

4

.....

3

... eqR

JTE

R

JTE cvcvncollcvn

Collettore Solare

corpo 1

Terreno corpo 2

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1....... cvcvncv poichèTEJ

Possiamo osservare che abbiamo 5 equazioni 1), 2), 3), 4), 5) e 5 incognite

........... ,,,,, cvterrcollterrcollcvcvcollterrcvterrcoll JJJ .

Risolvendo il sistema lineare (nelle incognite su indicate), per l’espressione di ..cvterrcoll si trova che:

)6(323121

..2

54323121

..53

54323121

43

323121

23..

eqRRRRRR

TER

RRRRRRRR

TERR

RRRRRRRR

TERR

RRRRRR

TERR

cvn

cvnterrncollncvterrcoll

Ponendo 323121 RRRRRRH e 54 RRZ e aggiungendo e togliendo all’Eq. (6) la seguente quantità:

ZH

TERR

RRRRRRRR

TERR collncolln

53

54323121

53 , per ..cvterrcoll troviamo:

)7(;

11

11

.....

5

4

32

4

5

3

4

5

3..

5

4

3..

2..

eqTETE

R

RH

R

H

RTETE

R

RH

R

TETE

R

RH

RTETE

R

RH

RTETE

H

R

cvcollterrcollcvncollnterrncolln

terrncollncvncollncvncollncvterrcoll

Si osservi ora che ..

4

1

cvterrterr FAR

mentre terrterr

terr

AR

15 pertanto se approssimiamo il fattore di vista

..cvterrF circa ad uno 1.. cvterrF , approssimazione resa plausibile dal fatto che in effetti quasi tutta la radiazione

En(Tcoll)

Jv.c.

Jcoll Jterr

En(Tterr) collcoll

coll

AR

11

terrterr

terr

AR

15collterrterr

collterrcollcoll FA

AFA

R

1

3

2

112

En(Tsky)

....

..

..6 0

11cvncv

cvcoll

cv TEJA

R

collcvcvcoll

cvcollcoll FAA

FAR

......

3

1

3

1

11 terrcvcvcvterrterr FAFAR

......

4

11

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che si libera dal terreno praticamente raggiunge la volta celeste, allora terr

terr

R

R

1

5

4 e terr

terr

R

R

14

5 . Il valore

numerico di ..cvterrcoll è pari a:

(7bis) eq.656.4W801.6W-145.1W ..... cvcollterrcollcvterrcoll

L’obiettivo dell’esercizio è quello di trovare quella particolare temperatura dell’aria in corrispondenza della quale

il collettore solare si porta a 0°C in regime stazionario e quindi tutta la radiazione che il collettore scambia quando

si trova a 0°C, con il terreno a 4°C e con la volta celeste a -43°C è interamente compensata dal calore scambiato

per convezione con l’aria.

Questo risultato ci dice che il collettore complessivamente cede radiazione termica al cielo in ragione di 654.4W

Nel momento in cui Tcoll è < di Tterr allora il primo termine è minore di zero significa che il collettore sta cedendo

una quantità negativa di radiazione al terreno quindi significa che il collettore guadagna radiazione dal terreno,

mentre ne cede alla volta celeste. La scrittura precedente è impostata dal punto di vista della quantità di

radiazione che il collettore cede all’ambiente circostante, quindi se complessivamente dovesse risultare positiva

allora significa che il collettore cede effettivamente radiazione all’ambiente circostante, se invece dovesse

risultare negativa allora significa che il collettore guadagna radiazione. Riscriviamo il primo principio:

0 Q

La quantità è quella appena determinata ..cvterrcoll dell’equazione (7) ed equazione (7bis)

Mentre il termine Q è così esprimibile

collariaconvcoll TThAQ

Il primo principio pertanto porge

04.654.. WTThA cvterrcollcollariaconvcoll

Eseguendo i calcoli si trova per ariaT il valore di C1.951.275 K . Questo è il valore limite in corrispondenza del

quale il fluido si trova in condizioni limite per il verificarsi del congelamento in regime stazionario. Per

temperature dell’aria, C1.951.275 KTaria allora l’acqua del collettore non arriva a congelare e se comunque

si trovava già allo stato di ghiaccio inizia la fase di liquefazione, se invece C1.951.275 KTaria allora l’acqua

del collettore inizia la fase di congelamento.

Esercizio n°3

Scopo dell’esercizio è determinare l’area della superficie di collettore solare termico che sia in grado di riscaldare

in 4 ore 200 kg di acqua da 10°C a 65°C sfruttando la disponibilità di un flusso di radiazione solare pari a 800W/m2.

L’esercizio viene risolto utilizzando il primo principio della termodinamica per sistemi aperti.

Dalla figura possiamo osservare che possiamo considerare il collettore solare come un sistema aperto in grado di

scambiare massa, radiazione e calore.

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La scrittura del primo principio per fluosistemi, a partire dalle condizioni più generali porge:

p

ssshaft

m

j

l

kkjc

V

n

iiiii LQdVgzwiegzwhm

c 11 1

2

1

2 )2

1..(

2

1

quando viene applicato al caso del collettore solare in regime stazionario:

condconvIRriemessariflessaIRambincsoliuOpHiu QQttcmhhmhm 2

1

2

condconvIRriemessariflessaIRambinccolliuOpH QQAttcm

2

Il flusso di radiazione solare che complessivamente il collettore riesce a captare è pari a sol ,mentre il flusso

specifico di radiazione, cioè il flusso captato per unità di superficie di collettore è dato da collsolsol A . La

portata massica convertita in kg al secondo è pari a 200/(3600*4)=0.0139[kg/s];

Adesso possiamo considerare un collettore ideale, ovvero un collettore con efficienza unitaria, η=1, quindi in

grado di convertire tutta la radiazione solare, captata dalla superficie Acoll, in incremento di entalpia del fluido

termovettore. In questo caso l’equazione del collettore diventa:

solcolliuOpH Attcm 2

Per il collettore ideale la superficie di captazione necessaria è pari a 3.9970m2

Qualora invece venisse considerato un collettore reale con un valore di efficienza η<1 ad esempio η=0.6, allora

solo il 60% della radiazione solare incidente viene convertita in incremento di entalpia del fluido, mentre il

restante 40% della radiazione solare incidente viene dispersa in ambiente, in termini di calore e radiazione

dispersa, e va a costituire le perdite del collettore.

L’efficienza del collettore è rappresentata dalla seguente espressione:

solcoll

iup

A

ttcm

condconvIRriemessariflessaIRambincsolcolliuOpH QQAttcm 2

La quantità netta di radiazione solare che non viene convertita in incremento di entalpia è rappresentata dai

termini:

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condconvIRriemessariflessaIRambinc QQ

Pertanto questa quantità, che possiamo indicare con dispQ è così esprimibile:

solcolldispcondconvIRriemessariflessaIRambinc AQQQ 1

solcollsolcolldispsolcollOpH AAQAttcm 1122

solcollOpH Attcm 122

In questo caso l’area della superficie di captazione dovrà essere uguale a 6.662m2

Esercizio n°4

Alle condizioni indicate possiamo considerare l’aria a comportamento di gas ideale. Il gas ideale è un sistema

p,v,T, ovvero è un sistema che per essere individuato in uno stato di equilibrio termodinamico necessita di sole

tre coordinate termodinamiche.

Lo stato iniziale (pi ,vi ,Ti ), la quantità di materia e di massa sono completamente definiti ed individuabili dai dati

del testo dell’esercizio. Infatti sono stati assegnati il volume, la pressione e la temperatura iniziale, da questi

possiamo determinare la quantità di materia (numero delle moli n) e di massa del sistema3, il volume specifico

iniziale.

Quantità di materia (numero di moli “n”)

iuniviiiiunivimolareiiunivimolarei nRVpvnRnvpgasdimolinperRvpgasdimoleunaper

kmol

J

kmolNm

KkgmoleK

J

mm

N

R

Vpn

iuniv

ii 00832.000832.0

2938314

1.0101325*20 3

2

Quantità di massa “m”

kg

KkgK

J

mm

N

R

VpmmRVp

iaria

ii

iariaii 413.2

65.286

1.0101325*20 3

2

Volume specifico iniziale

kg

m

kg

m

m

Vv

i

i

ispec

33

0414.0413.2

1.0

Condizioni finali del sistema

Le condizioni finali del sistema si determinano calcolando la pressione e il volume specifico finale del sistema,

visto che il volume totale, massa e numero di moli rimangono invariati e la temperatura finale del sistema è

assegnata

3 è un sistema chiuso dove si esclude la possibilità di reazioni nucleari quindi massa e materia rimangono costanti nel tempo

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Pa

m

KkgK

Jkg

VV

mRpmRVp

if

faria

ffariaff

6

310458.3

1.0

50065.286413.2

Calore scambiato.

Possiamo determinare la quantità di calore scambiata utilizzando il primo principio della termodinamica

LQU gas

per processi finiti quasi statici, di gas ideale, nell’ipotesi che risultino adiabatici alla radiazione:

f

iifv pdvmQmc

Se il processo isovolumico è quasi statico allora il lavoro scambiato quasi staticamente è nullo, pertanto:

kcalJJmcQ ifariav 55.853581105002936.717413.2

Si ricordi che per i calori specifici di un gas ideale vale la relazione

kgK

JRccRcc ariaariavariapeparticolarvp 65,286

Ricordando che il calore specifico a pressione costante dell’aria è pari a 0.24[kcal/kgK], oppure 1004,6[J/kgK],

allora

kgK

J

kgK

JRcc ariaariapariav 9.71765,2866,1004

Variazione di Energia Interna

Ricordando che per un gas ideale la dipendenza dell’energia interna dalle coordinate termodinamiche è limitata

alla sola temperatura e che la variazione può essere espressa dalla seguente relazione:

ifvig mcU .

abbiamo che

JmcU ifariavaria 358110

Variazione di Entalpia

Ricordando che per un gas ideale la dipendenza dell’entalpia dalle coordinate termodinamiche è limitata alla sola

temperatura e che la variazione può essere espressa dalla seguente relazione:

ifpig mcH .

abbiamo che

JmcH ifariaparia 501450

Variazione di Entropia

ΔUgas

Q L

φ

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A partire dalla scrittura del primo principio della termodinamica per un sistema costituito da una massa unitaria di

gas ideale relativamente a processi quasi statici infinitesimi reversibili:

pdvTdspdvqdTcv

T

pdvds

T

dTcv

Quando il processo è isovolumico abbiamo:

kgK

cal

kgK

J

kgK

J

T

TcssdsdT

Tc

i

f

vif

i

i

f

iv 54.9119.383

293

500lg6.1004lg

1

La variazione di entropia subita da tutta la massa del sistema è pari

K

cal

K

JssmSS ifif 87.22057.92419.383413.2

Lavoro

Qualora si concepisca il processo come quasi statico, per il postulato di stato4 del lavoro quasi statico valido per i

sistemi pvT, posso affermare che in assenza di variazione di volume il lavoro scambiato è nullo. Infatti se il lavoro

è quasi statico allora qualsiasi lavoro L scambiato con il sistema deve essere così esprimibile:

f

ipdvmL

Quindi se il processo è isocoro il “dv” è identicamente nullo lungo il processo:

0L

Se invece il processo non è quasi statico, possiamo pensare di giungere isovolumicamente allo stato finale in

modo non quasi statico, scambiando lavoro d’elica, in modo adiabatico al calore e alla radiazione. Allora per il

primo principio abbiamo che la variazione di energia interna ci fornisce il valore del lavoro d’elica scambiato con il

sistema.

elicaVolume LLQU

elicaVolume

f

iig LLQU .. (2)

elicafv Limc

JLelica 358110

Processo adiabatico.

Lo stato iniziale in termini di pi, vi e Ti è lo stesso del caso precedente. Stavolta però il processo termodinamico

anziché essere descritto dall’equazione del processo isocoro

fi VVcostV

È descritto dall’equazione di un processo adiabatico: ffii vpvpcostpv

Siamo in possesso di pi e vi e ci manca pf e vf

4 In positivo: per un sistema pvT l’unico modo che il sistema ha di scambiare lavoro con l’ambiente circostante in modo quasi statico è

quello per variazione di volume. In negativo: il lavoro scambiato senza variazione di volume non può essere quasi statico quando è eseguito

su o da un sistema di tipo pvT

SISTEMA ADIABATICO

S.E.M. L∞ Lavoro ’elica

Aria a comportamento

ideale

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Dello stato finale abbiamo assegnata sola la temperatura finale Tf=500K, quindi dobbiamo chiederci quale è quello

stato finale di gas ideale che muovendoci adiabaticamente dallo stato iniziale assegnato (pi vi) ci porta alla

temperatura Tf=500K?

Per risolvere basta seguire attentamente come è stata formulata la precedente domanda:

siccome è uno stato finale di gas ideale allora potrò scrivere per questo stato l’equazione di stato di un gas ideale

f

faria

ffariaffv

TRpTRvp

Questo risultato ci permette di esprimere la pf in funzione di Tf e vf. Siccome raggiungiamo lo stato finale

muovendoci adiabaticamente allora stato finale e iniziale devono obbedire all’equazione dell’adiabatica,

kg

m

TR

vpvvTRvpvp

faria

ii

fffariaffii

31

1

1 0109.0

Ritorniamo alla precedente equazione per calcolarci pf:

Pav

TRp

f

faria

f

710314.1

Vf

3

ff mmvV 0263.0

Calore scambiato Q

Essendo un processo adiabatico il calore scambiato risulta essere nullo.

0Q

Variazione di energia interna e di entalpia

Le variazioni di energia interna e di entaplia sono numericamente uguali a quelle che si stabilivano nel processo

isovolumico, questo a causa del fatto che l’energia interna e l’entalpia di un gas ideale dipendono solo dal valore

della temperatura. Temperatura iniziale e finale dei due processi coincidono

JmcU ifariavaria 358110

JmcH ifariaparia 501450

Variazione di Entropia

Nell’ipotesi di processo adiabatico reversibile la variazione di entropia è nulla in quanto per processi reversibili è

lecito scrivere

T

QdS rev

Essendo nel processo adiabatico Q=0, allora anche dS è nullo.

Qualora invece il processo pur essendo adiabatico non sia reversibile allora non avremmo potuto calcolare la

corrispondente variazione di entropia con i soli dati assegnati, in quanto non siamo in grado di conoscere lo stato

finale del sistema. Infatti lo stato finale appena calcolato è il frutto di un processo adiabatico ed anche reversibile

l’aggiunta di questo aggettivo (reversibile) identifica il processo adiabatico con l’equazione pvγ=cost e questo ci ha

permesso di individuare lo stato finale. La non reversibilità del processo adiabatico, non ci avrebbe mai potuto

portare nel medesimo stato del processo adiabatico reversibile.

Lavoro

Il lavoro del processo adiabatico coincide con la variazione di energia interna

LQU

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JLimc fv 358110

Esercizio n°5

Il sistema pompa di calore,macchina frigorifera, viene caratterizzato da due indici a seconda di quale sia la

funzione utile che si vuole considerare.

La funzione di macchina frigorifera desta interesse la quantità di calore che si riesce a rimuovere dal serbatoio a

temperatura inferiore a parità di lavoro meccanico somministrato al sistema.

1

1

1F

C

F

CF

F

FC

F

mecc

Ffrig

Q

Q

Q

QQ

Q

QQ

Q

L

Q

trattandosi di una macchina frigorifera di Carnot

5787.640

15.303

15.26315.303

15.263

1

1

1

1

FC

F

F

C

F

C

frigTT

T

T

T

Q

Q

Mentre nella funzione di sistema pompa di calore l’interesse è rivolto alla quantità di calore che si riesce a

immettere nel serbatoio a temperatura superiore a parità di lavoro meccanico somministrato al sistema.

PC;/;

MF

T1s=30+273.15

Lmecc

T2s=-10+273.15

QC

QF

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15787.740

15.303

15.26315.303

15.303

1

1

1

1

frig

Fc

C

C

F

C

F

pdcTT

T

T

T

Q

Q

kcalkcalkwhLQ meccfrigF 7.5657186.4

106.315787.615787.6

3

kcalkcalkwhLQ meccpdcC 8.6517186.4

106.315787.715787.7

3


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