+ All Categories
Home > Documents > ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a,...

ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a,...

Date post: 05-Mar-2020
Category:
Upload: others
View: 0 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
55
In cer propr dichia NICO Guand La Lid rte am ria del arazio LAS C da, 198 du è la più Piazza micizie lle pas one del CHAMF 88, pa ù antica O a dell'Aracoeli, 1 Bollettin A cura E appas ssioni e lla pro FORT, ag. 65 CH Organizza 12 - 00186 Roma no 15 giug di Manlio Lo ESERGO ssiona e, per opria r , Mass HI SIAM azione lai a - tel *30 06 67 gno 2015 o Presti O ate si tr giunta ragion ime e MO ica che dif 784168 5 rova l a, la nevole pensie fende i di la felic ezza. eri, iritti dell’ cità Uomo.
Transcript
Page 1: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

In cerproprdichia

NICOGuand

La Lid

rte amria delarazio

LAS Cda, 198

du è la più

Piazza

micizie lle pasone del

CHAMF88, pa

ù antica O

a dell'Aracoeli, 1

BollettinA cura

E

appasssioni ella pro

FORT,ag. 65

CHOrganizza

12 - 00186 Roma

no 15 giug di Manlio Lo

ESERGO

ssiona e, per opria r

, Mass

HI SIAMazione lai

a - tel *30 06 67

gno 2015o Presti

O

ate si tr giuntaragion

ime e

MO ica che dif

784168

5

rova la, la nevole

pensie

fende i di

la felic

ezza.

eri,

iritti dell’

cità

Uomo.

Page 2: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Si è aperta la campagna tesseramenti 2015. Sosteniamola affinché non si spenga una delle poche voci indipendenti esistenti

in Italia

_____________________________________________________

L.I.D.U. Lega Italiana dei Diritti dell’uomo

TESSERAMENTO 2015

Socio Giovane quota minima €10,00=(fino a 30 anni) Socio Ordinario quota minima € 50,00= Socio Sostenitore versamento minimo € 200,00= Socio Benemerito versamento minimo € 500,00=

data ultima di versamento per il rinnovo 30 GIUGNO

NOTA

Poiché la L.I.D.U. è un'Associazione Onlus e la quota associativa è stata fissata ad euro 50,00- ogni

versamento maggiore della quota suddetta, verrà considerata come versamento liberale e potrà essere dedotta, nei termini di legge, dalla dichiarazione dei redditi.

La condizione necessaria è che il versamento debba essere effettuato direttamente alla L.I.D.U. nazionale, in qualsiasi forma, salvo che in contanti.

L'attestato del versamento dovrà essere richiesta alla Tesoreria nazionale.

si può effettuare il pagamento della quota dovuta a mezzo: contanti; assegno; bollettino di c/c/postale n° 64387004 bonifico bancario IBAN IT 90 W 05216 03222 000000014436 bonifico postale IBAN IT 34 N 07601 03200 000064387004

Intestati a: F.I.D.H. Fédération International des Droits de l’Homme - Lega Italiana onlus ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

5 x 1000

Come previsto dalla legge è possibile destinare il 5 x 1000 del reddito delle persone fisiche a fini sociali.

La nostra Associazione è ONLUS e può beneficiare di tale norma. Per effettuare la scelta per la destinazione, occorre apporre la propria firma e indicare il Codice

Fiscale

97019060587

nell'apposito riquadro previsto nei modelli dell'annuale denuncia dei redditi.

Page 3: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Egregia SV

si ricorda Onlus, Leed Elena Pdibattito s

Si avvisadel testoalla LIDDiritti U

Si allega lo

Distinti e

Il Presiden

On. Alfred

INVITDEI C18 Gi

DAL

COM

V,

che Giovega ItalianaParrella "Dsull'import

a inoltre o il cui ric

DU Onlus iUmani.

ocandina d

cordiali sa

nte della L

do Arpaia

TO ACONSugno 2

IN

LLA SOC

GI

°°°MUNICA

dì 18 Giuga dei DirittiDalla societtante conte

la gentilecavato, pe in favore

dell'evento

aluti.

LIDU

AL COSUMI 2015 o

1

S

P

NVITO AL

CIETA’ D

IOVANN

°°°°°AZIONI

no alle orei dell'Uomtà dei consuenuto del t

e SV che, er volont

e di inizia

o con descr

ONVEALLA

ore 16,

18 Giugn

Sala dell

Piazza D

LLA DIS

DEI CON

NI GRIE

°°°°° DAI SOC

e 16.30 si temo, la prese

umi alla sotesto.

durante tà degli aative per l

rizione e de

EGNO A SOC,30

no 2015

lla Lega

D’Ara Co

SCUSSIO

NSUMI A

AUTORI

ECO – EL

°°°°°CI E DA

errà pressoentazione docietà dell'

l'evento,autori, sar la promo

ettagli.

“DALCIETA

, ore 16.

Italiana

oeli,12 -

ONE SU

ALLA SO

I

LENA PA

°°°° I COMIT

o la Sede Ndel saggio duso". A seg

, sarannorà intera

ozione e p

LLA A’ DE

.30

a dei Dir

Roma

UL SAGG

OCIETA

ARRELL

TATI

Nazionale ddi Giovannguire ci sar

o in vendiamente deprotezion

SOCIELL’U

ritti dell

GIO

A’ DELL’

LA

della LIDU ni Grieco rà un

ita copie evoluto

ne dei

IETA’USO –

l’ Uomo

’USO

Page 4: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Il  saggio analizza  il percorso della  trasformazione dell’originario mercato  che  si  sviluppava nella sequenza bisogno‐lavoro prodotto  in mercantilismo, in cui la sequenza si è capovolta in prodotto‐lavoro‐bisogno.   Con questo capovolgimento, decisore del bisogno non è stata più la persona, ma il mercante.  Ne 

segue  lo  svolgimento  nel  tempo  con  la  progressiva  decadenza  della  libertà  individuale  nel 

soddisfare  bisogni  sentiti,  sostituita  dalla  volontà  del  mercante.                     

Un degrado dell’uomo, ormai senza volontà e con la libertà degradata al massimo al feticcio della 

libertà  politica.                     

Conseguenza ne è  stata  la  comparsa del  valore  “Capacità di  Spesa”  che ha  condizionato  la  vita 

sociale ed il frazionamento dell’umanità in ordine a tale capacità, con una scala che fa comparire 

alla  sua  base  la  povertà  che  non  ha  una  sua  ontologia.                     

All’origine dell’agricoltura, col costituirsi di proprietà  terriere  finitime, per  la  regolazione di beni 

comuni, l’acqua, gli spazi percorribili e di aggregazione, ecc. gli agricoltori dovettero costruirsi una 

norma di comune osservanza, delegando ad alcuni di loro la formulazione delle regole. Ne risultò 

che  le  persone  erano  detentrici  della  norma  e  la  politica  lo  strumento  di  formazione  ed 

applicazione delle regole. Nel saggio si discutono  le conseguenze della perdita del possesso della 

norma da parte delle persone, per appropriazione da parte del sistema mercantile che ha al suo 

servizio la politica. Con tale espropriazione della norma il mercante è stato despota ed ordinatore 

dei  prodotti  della  terra  e  dell’ingegno  umano,  utilizzando  anche  lo  strumento  della  guerra, 

pagando  soltanto un piccolo prezzo  ad  ideologi, politologici,  ai mezzi di  informazione  (ai nostri 

tempi  straripanti),  trasformando  le  società umane  in aggregati  in nicchie protettive  in base alla 

capacità  di  spesa.  A  questo  tipo  di  sviluppo  dell’Umanità,  ormai  senza  frontiera,  gli  AA 

suggeriscono di contrapporre una nuova società dell’uso che  faccia  riappropriare  le persone del 

naturale diritto di decidere  i propri bisogni,  ridiventando esse  i detentori della norma e  senza  i 

camuffamenti ideologici della politica al servizio del mercante. Recuperando, altresì, il concetto di 

progresso come utilizzo di risorse naturali e dell’ingegno umano a strumento per il miglioramento 

Page 5: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

della qualità umana, non della disponibilità di spesa per allargare l’area del profitto dei mercanti.  

(Giovanni Grieco) 

Introduce e modera il Presidente della LIDU On. Alfredo Arpaia

RELATORI

Prof. Amedeo Lepore:

L’evoluzione dell’economia nella società del profitto e della conoscenza.

Prof.ssa Sonia De Giacomo:

Progettare il futuro.

Prof. Avv. Riccardo Scarpa:

I valori umani e la società del profitto.

Conclusioni: Prof. Dott. Giovanni Grieco

Segue dibattito sui temi trattati

Contatti: Segreteria Nazionale LIDU Onlus Lega Italiana dei diritti dell’Uomo Piazza d’Ara Coeli, 12 – 00186 Roma Tel. 06 6784168 C.F. 97019060587 mail [email protected], - sito web www.liduonlus.org

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

ASSEMBLEA GENERALE

A.E.D.H. - Bucarest, 29-31

maggio 2015

Si è svolta a Bucarest nei giorni 30 e 31 maggio 2015, l'Assemblea Generale dell' A.E.D.H.

Page 6: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

(Associazione Europea per la difesa dei Diritti dell’Uomo) di cui la L.I.D.U. è membro.

Per la LIDU ha partecipato Maria Vittoria Arpaia, in qualità di membro del Bureau.

L’Assemblea è stata preceduta il 29 maggio da un seminario, tenutosi al Palazzo del

Parlamento di Bucarest, su “La democrazia alla prova delle politiche di sicurezza” .

Dalle interessanti relazioni scaturisce che stiamo vivendo in un’ epoca nella quale i

cittadini non credono più alla democrazia e alla profonda crisi della democrazia si

aggiunge la crisi economica e sociale. La democrazia non può essere messa al voto, la

democrazia non è lo Stato ma è “ lo Stato collettivo”, la democrazia è di una società civile,

queste sono alcune delle parole che sono state dette. Sostenere la democrazia significa

sostenere i diritti umani. Christian Pârvulescu, Presidente onorario dell’Asociatia Pro

Democratia, ci riferisce della situazione della democrazia in Romania.

Si apre un bel dibattito con domande da parte dei partecipanti al seminario tra questi

Catherine Teule, Vice-presidente dell’AEDH sottolinea la necessità di un progetto collettivo

europeo e Jan Robert Suesser della Lega Francese (LDH) dice che la democrazia

partecipativa non può esse convincente se non va in parallelo con le decisioni sociali ed

economiche del Paese e così anche la democrazia rappresentativa e la responsabilità deve

essere ripartita tra i diversi Paesi dell’Unione.

Nella sessione pomeridiana “libertà pubbliche e, diritti fondamentali negli Stati membri

”vengono esposti i singoli casi di Francia, Ungheria, Romania, Spagna e Grecia.

Il giorno successivo si è svolta presso la Scuola nazionale di studi politici e amministrativi-

Facoltà di Scienze politiche di Bucarest, l’Assemblea generale alla quale hanno partecipato

i membri dell’A.E.D.H. All’ordine del giorno c’era la votazione di un nuovo membro la

Romania: L’Asociatia pro Democratia (APD) , associazione non profit nata nel 1990 che ha

come obiettivo principale quello di rafforzare la democrazia rumena e vigilare che i diritti

umani siano rispettati. L’APD si propone di aumentare la partecipazione civica attraverso

la partecipazione alle elezioni in qualità di osservatori ( prima volta ne l 1992), garantendo

la correttezza e la gestione del processo elettorale a livello nazionale e internazionale, e

l’organizzazione di forum per i candidati (per la prima volta in Romania), incontri tra

politici e gruppi di interesse per l'elaborazione di progetti di legge seminari sul tema

dell'istruzione e della partecipazione civica ( es. campagna per far tornare i giovani al

voto). L’APD è stata votata all’unanimità da tutti i membri dell’A.E.D.H.

Page 7: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Un altro punto di cui si discute è quello dei gruppi di lavoro all’interno dell’A.E.D.H.: Asilo

e immigrazione, dati personali, diritti sociali economici e culturali ( DESC) e le carceri.

Purtroppo per creare un gruppo di lavoro c’è bisogno di una persona che lo animi dice il

Presidente Dominique Guibert. Per ora attivi e operativi sono solo il gruppo Asilo e

immigrazione coordinato da Catherine Teule (Francia)e il gruppo sui dati personali

coordinato da Marise Artiguelong (Francia) e Philippos Mittleton (Grecia) che si avvalgono

di validi stagisti. Maria Vittoria Arpaia interviene come LIDU Italia relazionando sulla

situazione carceraria in Italia tra diritti e problemi e infine propone la ripresa del gruppo

carceri e si propone come coordinatrice. Un altro gruppo nato nell’ultima Assemblea

Generale del giugno 2014 è quello sulle parità di genere e l’APDH( Spagna) si è attivata

molto su questo argomento.

Si decide quindi che Rafael Lara (APDH) e Maria Vittoria Arpaia (LIDU) si occuperanno di

questi due importantissimi temi e relazioneranno poi all’AEDH il loro lavoro.

L’Assemblea è continuata con gli argomenti all’ordine del giorno e si è conclusa domenica

31 maggio con la presentazione dei risultati e le priorità per il 2016 e la chiusura da parte

del Presidente Dominique Guibert.

Maria Vittoria Arpaia Membro del Comitato Esecutivo AEDH – Bruxelles

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Gentile Onorevole,

nel ringraziarLa per la Sua preziosa partecipazione all'incontro del 23 maggio 2015 a Catania, Le faccio pervenire in allegato un articolo sull'incontro in oggetto.

Cordiali Saluti

Antonio Franco 

http://www.lurlo.info/it/

Page 8: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Moschea di Catania, incontro sull’immigrazione: “E’ una risorsa da sfruttare” By Alberto S. Incarbone on 23 maggio 2015

"Abbiamo di fatto dei nuovi cittadini che stanno rimpiazzando quella parte di popolazione che non c'è più: quindi 

ben venga" afferma Antonio Franco, Lidu. 

Gli articoli citati della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, cui corrispondono, seppur con

sfumature diverse, gli artt. 1 e 9 della Convenzione islamica

Si è parlato di immigrazione, stamattina, alla moschea “Misericordia” di Catania in un dibattito inaugurato dall’imam Kheit Abdelhafid leggendo gli artt. 3 e 14 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, punto di partenza da cui cominciare a discutere. Sono state scelti perchè è “su queste basi giuridiche” che “i paesi aderenti, fra cui anche la nostra l’Italia, devono adottare e mettere in atto politiche relative alla gestione dei fenomeni migratori, soprattutto alle conseguenze delle persecuzioni.”

Per l’occasione è stato invitato Salvatore Palermo, primo cittadino del comune di Francofonte che dal 12 marzo 2015 ha un centro di accoglienza dove sono accolti circa 50 migranti ed è gestito dalla cooperativa Healt et Senectus. Da quanto ha riferito Palermo, nella cittadina l’immigrazione fino a quel momento era per la maggior parte di origine europea ed aveva carattere stagionale, cioè durante il periodo della raccolta nei campi. Adesso, con i nuovi arrivati, “l’integrazione è quasi totale. Alcuni hanno collaborato in strutture comunali in progetti formativi durati 6 mesi. Altri hanno chiesto volontariamente di fare dei servizi civici in segno di rispetto per il paese che li ospitava. In una realtà piccola caratterizzata dalla monocultura – l’arancia rossa, ndr – la crisi economica si fa sentire ed è facile dare la colpa a chi arriva per ultimo” ma “la mia comunità, molto critica all’inizio, si è aperta.”

Page 9: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

I relatori raccolti in un minuto di silenzio per la strage di Capaci. Da sin: Elvira Iovino, Carola Parano, Kheit

Abdelhafid, Alfredo Arpaia, Salvatore Palermo.

Scelta pienamente condivisa da Antonio Franco, Presidente dell’Osservatorio sulle minoranze etniche-religiose Lidu, che afferma come questo fenomeno sia in realtà una risorsa: “Abbiamo di fatto dei nuovi cittadini che stanno rimpiazzando quella parte di popolazione che non c’è più. Francofonte è passata da 18 mila abitanti a 12 nel giro di qualche decennio: quindi ben venga l’immigrazione.”

La proposta, lanciata stamane, è quella di un ddl per introdurre l’obbligo dell’insegnamento della lingua italiana “a chiunque venga in Italia, magari vincolandolo al permesso di soggiorno. Si mette in condizioni ognuno di poter essere valorizzato per la sua esperienza e competenza, anche in ambito lavorativo. Come si fa in Israele e, in misura minore, in Germania”.

In ultimo la conclusione dell’On. Alfredo Arpaia che ha esposto il progetto di “trattare i 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo ed i 23 della Dichiarazione islamica e affidarli a centri multiculturali dell’occidente e dell’oriente perché si riportino a dei principi universali condivisibili da tutti, verso un dialogo a situazioni che attualmente vedono il mondo in totale dissociazione.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

COMUNICATO STAMPA Il Presidente della LIDU, On. Alfredo Arpaia, ha indirizzato al Presidente della Repubblica Mattarella una lettera per stigmatizzare il comportamento di chi conduce la trattativa del TTIP tra UE e USA. Tale trattativa è segretissima, ed anche i Rappresentanti del popolo, Deputati e Senatori, possono prendere visione dei carteggi secondo procedure che potremmo definire deliranti. Previa richiesta, presentando documenti, possono accedere ad una stanza dove consultare i documenti forniti solo di carta e penna, per un tempo limitato, senza possibilità di fotografarli o fotocopiarli, ed impegnandosi per iscritto a non divulgarli.

Page 10: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Tali procedure sono assolutamente in contrasto coi più basilari principi di libertà e di democrazia, e la Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo li ritiene inaccettabili ed intende chiamare le istituzioni e tutti i Cittadini a mobilitarsi a difesa del diritto ad una informazione democratica.

Alfredo Arpaia - Presidente LIDU

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Presentazione libro “Lo scudo di cartone – Diritto politico e riserva parlamentare”

a cura di Ilaria Nespoli

L’8 giugno 2015, presso l’aula dei gruppi parlamentari della Camera, sita a Roma, in via di Campo Marzio 78, è stato presentato il libro di Giampiero Buonomo, dal titolo “Lo scudo di cartone – Diritto politico e riserva parlamentare”. Il saggio di Buonomo si pone il compito di favorire l’individuazione di ciò che ancora esiste da salvaguardare, a proposito di guarentigie previste a favore di deputati e senatori, al fine di trovare un nuovo confine tra Stato di diritto e attività politica. Il riferimento è soprattutto all’art. 68 della Costituzione, il quale nell’attuale formulazione stabilisce che i membri del Parlamento non possano essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Inoltre, tale norma costituzionale prevede l’autorizzazione a procede da parte della Camera di appartenenza affinché un parlamentare possa essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, ad arresto, privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in

flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza. Dal suddetto testo costituzionale si deduce chiaramente che se tale autorizzazione viene negata, l’organo giudiziario non potrà procedere in alcun modo contro il membro del Parlamento dichiarato “immune”. Come evidenziato da Nello Rossi, Procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Roma, dall’opera di Buonomo emerge un quesito fondamentale; ovvero se ci sia o meno ancora

Page 11: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

posto, nell’ordinamento costituzionale italiano, per simili privilegi e se sì a quali severe condizioni debba essere sottoposto l’istituto dell’immunità parlamentare. Un risposta, afferma Rossi, ci viene sicuramente dal libro di Buonomo, il quale ha saputo unire alla conoscenza storica dell’istituto l’esperienza di chi ha lavorato direttamente all’interno della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato. Come messo in luce dallo stesso Buonomo, sicuramente nel suddetto privilegio esiste un nocciolo di libertà, nate storicamente per mettere i rappresentanti della Nazione al riparo dall’assolutismo regio, che merita di essere conservato per permettere ai membri del Parlamento di poter svolgere il compito che gli è stato assegnato in totale indipendenza; tuttavia, la sopravvivenza di tali immunità rimane condizionata al fatto che resti legato alla conservazione di beni meritevoli di protezione (quali l’indipendenza e la libertà del parlamentare), senza essere utilizzate per finalità meramente personali. Se ciò non avviene, sottolinea Rossi, il privilegio, che è stato concepito dai nostri Padri Costituenti come privilegio a difesa di una funzione scade in mero privilegio personale, che rappresenta qualcosa di assolutamente inammissibile dal punto di vista democratico. Quindi, Rossi mette in luce il rischio che una simile garanzia venga travolta qualora non se ne faccia un uso appropriato. Ciò è esattamente quanto accadeva in maniera evidente prima della riforma dell’art. 68 recata dalla L. Cost. 3/1993 quando l’immunità parlamentare comprendeva anche la richiesta di una previa autorizzazione della Camera di appartenenza al fine di sottoporre i parlamentari a procedimento penale. Infatti, come evidenziato da Giovanni Crema, già Presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, per anni l’autorizzazione a procedere all’arresto, alle perquisizioni, alle intercettazioni o anche solo all’instaurazione di un procedimento penale ai danni del parlamentare è stata una pallina impazzita nelle mani dell’aula parlamentare. Da qui la necessità di procedere alla messa a punto di regole nuove. Infine, viene in rilevo l’intervento di Marco Follini, il quale lega la persistenza dell’immunità parlamentare a due condizioni fondamentali: la prima riguarda la sopravvivenza di uno spirito costituzionale che permetta di conservare una sorta di “barriera protettiva” rispetto agli interessi di parte e alle logiche di fazione. Oltre all’indipendenza dagli ordini di partito, Follini ritiene fondamentale l’esistenza di un stato d’animo in qualche misura distaccato, il che secondo Follini è premessa indispensabile della seconda condizione relativa alla necessaria vivibilità della vita partitica, dominata da una dialettica minimamente costruttiva. Senza tali condizioni è evidente che il parlamentare non abbia la libertà e l’indipendenza necessarie ad affrontare momenti anche delicati, legati alla conferma o meno dell’immunità parlamentare. Se non sussistono queste condizioni, ovvero se la vita politica non presenta un minimo di spirito costituzionale e se il parlamentare svolge il suo compito basandosi sul vincolo di mandato, allora per Follini l’immunità parlamentare diviene qualcosa di assolutamente “indifendibile”, e il suo scudo rivelerà ancor di più tutta la sua fragilità.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

L’IMPORTANZA DELLO STUDIO DELLA LINGUA ITALIANA DA PARTE DEI MIGRANTI di Ilaria Nespoli

Page 12: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Nel nostro Paese, il fenomeno migratorio ha ormai assunto dimensioni tali da poter essere ormai considerato un fenomeno strutturale. Il tema dell’immigrazione, quindi, risulta strettamente connesso a tematiche concernenti l’integrazione, che fin troppo spesso viene concepita come “assimilazione” del migrante alla cultura del Paese che lo ospita. In realtà, presupposto fondamentale dell’integrazione è la partecipazione attiva dello straniero alla vita del paese ospite: così come il migrante deve rispettare le leggi e adeguarsi alle regole interne del paese in cui è arrivato, allo stesso tempo quest’ultimo dovrebbe poter mettere lo straniero in condizione di vivere bene nel paese che lo accoglie e contemporaneamente di non dover rinunciare alla propria identità. Un elemento essenziale nel processo di integrazione è rappresentato dalla lingua. Infatti, senza una conoscenza linguistica adeguata sarà impossibile per il migrante non solo accedere a mansioni qualificate ma anche intraprendere un qualsiasi percorso d’integrazione.

L’integrazione linguistica degli stranieri in Italia è stata “istituzionalizzata” dapprima mediante il Decreto del 4 giugno 2010, il quale ha inserito la conoscenza della lingua italiana – almeno di livello A2 – tra i requisiti necessari per l’ottenimento dell’ambita Carta di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (documento di durata illimitata – e quindi affrancato dall’obbligo di rinnovo – che un immigrato non comunitario può richiedere dopo un soggiorno regolare e continuativo di almeno 5 anni e che non solo dispensa dall’obbligo di stipulare un contratto di soggiorno e consente il reingresso in Italia senza visto, ma dà anche diritto all’assistenza previdenziale e all’accesso agli alloggi di edilizia pubblica).

A questo atto è seguito, il 28 luglio del 2011, il Regolamento attuativo dell’Accordo di integrazione: si tratta di un Accordo, istituito circa un anno prima, che ogni non comunitario ultra16enne che fa ingresso per la prima volta in Italia (per motivi di lavoro – tramite il decreto flussi – o per ricongiungimento familiare o come rifugiato o con protezione internazionale) deve sottoscrivere contestualmente alla domanda di rilascio del permesso di soggiorno. L’Accordo prevede il raggiungimento di una serie di obiettivi nell’arco di 2 anni, ai quali corrispondono dei punteggi: se in questo periodo non ne saranno stati raggiunti, rispetto a un massimo di 30, almeno 17, l’accordo sarà prorogato di un anno per consentire il “recupero” dei crediti; mentre se i punti saranno meno di 17 il permesso di soggiorno non potrà essere rinnovato e il non comunitario verrà espulso. Tra gli obiettivi “a punteggio” previsti (partecipazione a un corso di educazione civica organizzato dalle Prefetture, conseguimento di titoli di studio, formazione professionale, iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, stipula di un contratto di locazione o di acquisto di una casa) v’è, appunto, anche la conoscenza della lingua italiana almeno a livello A2. Dunque, secondo le ultime normative, gli stranieri che chiedono di vivere in Italia hanno l’obbligo di attestare la conoscenza della nostra lingua. Tuttavia, il carattere di obbligatorietà non si profila per chi dovrebbe garantire le condizioni affinché tale apprendimento abbia luogo. Lo Stato italiano in quanto tale, al di là delle iniziative benemerite di singoli e di gruppi, non ha mai avviato una seria e sistematica azione nel campo dell’integrazione linguistica degli immigrati. Inoltre, è importante sottolineare come la questione dell’integrazione linguistica non riguardi solo i migranti adulti, ma anche tutti coloro che si collocano in età scolare. Spesso, infatti, ci troviamo di fronte a classi caratterizzate da una presenza linguistica assolutamente eterogenea, la quale determina il sorgere di una serie di problematiche relative alla accoglienza di lingue e culture diverse nelle scuole che hanno messo in evidenza, con maggiore forza, aspetti didattici, organizzativi e relazionali poco adeguati non solo alla gestione del

Page 13: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

plurilinguismo e del multiculturalismo. Tuttavia, la presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane non deve essere vista come una problematica insormontabile, ma deve rappresentare per la scuola italiana, e rappresenta tuttora, una sfida e uno stimolo per rinnovarsi.

L'accoglienza è solo la prima fase del lungo percorso per l'integrazione o inter- azione sociale e scolastica di persone di culture e lingue diverse che deve avere come obiettivo principale la garanzia delle pari opportunità di successo scolastico, in primo luogo garantendo la possibilità di accedere alle informazioni e al sapere, quindi, di sviluppare le proprie competenze e la propria personalità (o meglio ancora la propria identità personale e culturale). Dare ai genitori e agli studenti stranieri la possibilità di accesso alle informazioni vuol dire che esse devono, per esempio, conoscere il funzionamento della scuola e del sistema formativo italiano e questo è possibile solo se le informazioni sono fornite anche nella lingua di origine. Una buona parte dei genitori stranieri (e dei loro figli), infatti, non conosce il sistema scolastico italiano, le regole della scuola, il suo funzionamento; se il genitore poi è da poco tempo in Italia non conosce nemmeno la lingua e dunque incontra enormi difficoltà nel comprendere i moduli di iscrizione, le domande per accedere ai servizi di mensa e trasposto, per scegliere di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica e gli avvisi scuola- famiglia. E' dunque importante che le segreterie scolastiche, gli insegnanti e i dirigenti possano avere a disposizione tutta una serie di modulistica tradotta in più lingue, una guida alla scuola italiana e un vademecum aggiornato con i servizi offerti dal singolo istituto scolastico, le sue regole, gli indirizzi e i numeri di telefono utili per i genitori stranieri (dall'ufficio scuola del comune, all'ambulatorio dove effettuare le vaccinazioni, alle associazioni presenti sul territorio).

Alla luce delle problematiche evidenziate, la L.I.D.U. chiede che venga istituito presso le scuole di ogni ordine e grado e le università l’insegnamento obbligatorio della lingua italiana per stranieri, realizzato da parte di insegnanti qualificati e formati per svolgere tale compito, anche con il sostegno di mediatori linguistici e culturali. Tale insegnamento dovrà avvenire di pari passo con lo studio e l’apprendimento delle altre materie previste nei programmi scolastici delle scuole ospitanti, in maniera tale da favorire, e non ostacolare, i processi di integrazione.

Per quanto riguarda i migranti adulti, è necessario a nostro parere potenziare i già esistenti corsi d’italiano previsti, aumentando le informazioni disponibile in ordine all’accesso e alla fruibilità degli stessi.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Introduzione alla Carta di Palermo 2015

a cura di Ilaria Nespoli

Il 20 Marzo 2015, la Giunta del Comune di Palermo presieduta dal sindaco Leoluca Orlando, ha approvato la “Mobilità umana internazionale - Carta di Palermo 2015”, le cui conclusioni hanno rappresentato l’atto conclusivo del Convegno internazionale “Io sono Persona: dalla migrazione come sofferenza alla mobilità come diritto, svoltosi nei giorni precedenti ai Cantieri Culturali della Zisa che ha visto la partecipazione attiva e propositiva di numerose istituzioni, fra cui la L.I.D.U. Onlus – Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, per voce del suo Presidente Alfredo Arpaia.

Page 14: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

L’Obiettivo principale della Carta di Palermo consiste nell'avvio di un processo culturale e politico volto ad una radicale modifica della legge sulla cittadinanza e l'abolizione del permesso di soggiorno in tutto il territorio comunitario, al fine di giungere al riconoscimento da parte dell’intera comunità internazionale della mobilità di tutti gli esseri umani come un diritto “inalienabile” proprio della persona umana. Questo perché, come afferma il testo stesso, se non esiste un diritto a scegliere il luogo in cui nascere a tutti deve essere riconosciuto il diritto di vivere nel luogo che si desidera. Inoltre, la Carta di Palermo evidenzia la necessità di modificare l’approccio attraverso cui si affrontano le emergenze legate allo spostamento di milioni di persone, partendo dal riconoscimento del migrante come “essere umano”, al quale deve essere riconosciuto appunto un diritto alla mobilità internazionale. In questo contesto, l’eliminazione di apparati normativi emergenziali e disumani può avvenire solo mediante l’abolizione del permesso di soggiorno: solo così si avrà l’attuazione di modelli organizzativi diversi da quelli attuali, i quali tendono a rassegnarsi a considerare come un pericolo in sé coprendosi con l’alibi della sicurezza che il più delle volte è solo un velo che cela razzismi ed egoismi. Infatti, solo abolendo il permesso di soggiorno si potrà arrivare a una cittadinanza fondata sulla condivisione e sul rispetto reciproco. Infine, la Carta di Palermo è stato trasmessa al Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, a Papa Francesco, al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ai presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini, all'Organizzazione delle Nazioni unite, a tutte le Agenzie internazionali, al presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, a quello della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e, tramite l'Anci nazionale, a tutti i sindaci italiani e all'Ars, con la speranza di aprire un dibattito che conduca all'avvio di una petizione europea su queste tematiche.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° LEZIONE MORALE: IL PECCATO DELL’INDIFFERENZA. L’EUROPA, LA SHOAH, LA STRAGE NEL MEDITERANNEO di Ilaria Nespoli

Giovedì 28 maggio 2015, la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani ha ospitato il convegno “Lezione morale: il peccato dell'indifferenza. L'Europa, la Shoah, la strage nel Mediterraneo”, promosso dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica. Come emerge dal titolo, il Convegno è stato incentrato sul parallelismo fra l’indifferenza dei popoli europei alla persecuzione nazifascista del popolo ebraico e il disinteresse che ad oltre settant’anni di distanza accompagna le stragi di migranti nel Mar Mediterraneo. Come ricordato dal Presidente del Senato, Pietro Grasso, tale paragone venne azzardato per la prima volta nel 2009, una giornalista dell'Avvenire, Marina Corradi parlò di “una nuova legge del non vedere”. Quel passaggio è stato immediatamente ripreso e rinforzato proprio da Gad Lerner, fra i

Page 15: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

relatori del convegno, sul settimanale “Vanity Fair”: “se allora era il totalitarismo a far chiudere gli occhi. Oggi è una quieta, rassegnata indifferenza, se non anche una infastidita avversione, sul Mediterraneo” Nell’esprimere forti critiche verso quella tendenza, oggi dominante nei dibattiti televisivi, volta ad analizzare il fenomeno migratorio esclusivamente in termini di costi benefici, Grasso ha affermato il dovere di solidarietà che l’Europa deve avere nei confronti di esseri umani che fuggono per la quasi

totalità da barbarie, atrocità e persecuzioni, non per pietà o per bontà d'animo ma perché ne hanno diritto, “un diritto previsto dalle norme internazionali sui rifugiati e scolpito nelle coscienze di ciascuno di noi”. Ed è proprio sulla capacità di gestire il fenomeno migratorio nel rispetto dei diritti fondamentali, che secondo Grasso si misurerà la fedeltà dell'Unione Europea alla sua storia e al suo fondamento morale e giuridico. All’indifferenza di cui l’Europa era ed è colpevole, fa da contraltare l’altro tema al centro del Convegno: la memoria; la quale però “non è un bene eterno” come evidenziato da Luigi Manconi, dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato. Il rischio è sprofondare in un oblio che impedisce la riflessione e la possibilità di costruire sulla Storia del passato, virtù per il futuro. Proprio alla memoria sono stati dedicati i due interventi successivi di Gad Lerner, di Piero Terracina, sopravvissuto agli orrori di Auschwitz e di Alessandro Portelli, professore ordinario di letteratura anglo-americana all'Università La Sapienza di Roma. In particolare, Gad Lerner ha sottolineato come le divisioni dell’Europa in merito alla proposta della Commissione Europa sulla ripartizione dei richiedenti asilo fra i paesi membri dell’Unione Europea sono le stesse che decretarono il fallimento della Conferenza di Evian che ebbe luogo dal 6 al 15 luglio 1938. Convocata dal Presidente degli Stati Uniti D'America, Franklin D. Roosevelt, per discutere e trovare una soluzione sul problema dell'aumento del numero di rifugiati ebrei provenienti dalla Germania nazista, la Conferenza fu un vero e proprio fallimento per il rifiuto opposto dai Paesi partecipanti ad accogliere i profughi all’interno delle proprie frontiere. Sebbene Gad Lerner abbia evidenziato come rispetto ad allora ci siano delle differenze, legate alla maggior quantità di informazioni disponibili e al maggior riconoscimento della necessità di azione da parte degli stessi Governi nazionali; tuttavia, tali differenze non impediscono di rinviare continuamente un dibattito, quale quello sulle quote, divenuto ormai urgente, quasi come ad attenere la prossima strage. Di estremo interesse l’intervento di Piero Terracina, fondato sulla memoria come base per la costruzione di una società pacifica. Piuttosto che soffermarsi sulla sua drammatica storia personale di deportato nel campo di concentramento di Auschwitz, Terracina ha raccontato la storia della St. Louis, un transatlantico tedesco, con a bordo circa mille ebrei tedeschi, che nel 1939 salpò dal porto di Amburgo diretto a La Havana, dove sperava di soggiornare prima di ricevere il permesso d'entrata negli Stati Uniti. Né il governo cubano, o statunitense, o canadese e neppure quelli dei diversi paesi dell'America latina accolsero i profughi. Pur essendo tutti a conoscenza delle condizioni e dei rischi in cui, all'epoca, vivevano gli ebrei in Germania, solamente in 29 dei circa mille profughi riuscirono a sbarcare a Cuba. La nave fece ritorno in Europa e attraccò ad Anversa, in Belgio. Alcuni rimasero lì; altri, invece, furono accolti in Gran Bretagna, Francia e Paesi Bassi, da cui vennero deportati in seguito all’occupazione nazista di tali paesi. Quindi, Terracina evidenzia, quindi i punti in comune fra ciò che lui stesso ha vissuto più di 70 anni fa e ciò che vede tutti in giorni in televisione: l'indifferenza della maggioranza e l'incapacità delle

Page 16: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Istituzioni di tutelare il più debole. Un’indifferenza che secondo Terracina ha assunto sempre più le sembianza di “ostilità. Di ignoranza. Di paura del diverso. Di disinteresse verso l'altro”. L’unico modo per superare questa indifferenza collettiva è il confronto con l'altro, con il cosiddetto “diverso”, che Terracina definisce fondamentale proprio perché l'incontro con altre culture porta ad un arricchimento reciproco di idee, di valori e di esperienze, necessario sia per migliorare noi stessi sia per vivere con gli altri”. Quindi, Terracina sottolinea come abbia un profondo senso il fatto che lui stesso prenda la parola su questi temi come persona che è stata in fuga per dare voce a chi è attualmente in fuga, poiché ignorare la memoria delle violenze perpetrate dal Nazismo e dal Fascismo significa facilitare la giustificazione delle violenze odierne in nome dello “stato di emergenza”, della “guerra al terrorismo” o della “crisi economica” e favorire il silenzio e l'indifferenza verso chi oggi chiede asilo e riparo da ingiustizie e discriminazioni. Tuttavia, “La Shoah- aggiunge Terracina - più che la pietà per le vittime o l'odio per i criminali deve ricordarci quanto il male possa essere “banale” da poter essere confuso con una pratica burocratica, con l'obbedienza ad un ordine. Allora la Shoah non imporrà solo di ricordare, ma soprattutto di “fare”: infatti, solo muovendo da tali presupposti sarà possibile attuare una vera politica europea fatta di libertà di movimento per i rifugiati riconosciuti, e che sia capace di mettere al centro la protezione delle persone e non l'ossessione dei confini; facendo del soccorso e del salvataggio la priorità delle politiche nazionali ed europee. Il tema dell’indifferenza come elemento caratterizzante sia la Shoa sia le stragi nel Mediterraneo è stato al centro anche dell’intervento di Alessandro Portelli. Egli ha evidenziato come l’essere indifferenti di fronte a crimini del genere non significa essere “neutrali” o semplicemente “astenersi” ma equivale a essere dei veri e propri “complici. Da qui l’importanza della memoria come strumento che serve a farci non solo ricordare ma anche vergognare per tutte le cose che sono accadute, per evitare che si ripetano.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

COMMISSIONE QUESTIONI INTERNAZIONALI 

Seduta del 26  Marzo 2015 

 

 Presenti:  Il Presidente Bosco,  la Segretaria Capo, Bertolucci, De Fazio, Felice, Murace.  

Assenti giustificati:   Cataleta, Cantoni, De Santis, Murdolo, Rossi, Valentinetti. 

 

In apertura di seduta viene letto e approvato il verbale della precedente seduta. 

  

1)  Nella prima parte i membri  prendono  in  considerazione  la Tutela dei  Diritti Umani in Argentina . 

Page 17: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

    L’  Argentina è stata caratterizzata negli  anni 70‐80 da una forte repressione  dell’opposizione e da 

gravi violazioni sui Diritti Umani. 

    Anche dopo che è stato ristabilito un sistema democratico esistono ancora dei punti critici. 

    Infatti  nell’aprile  del  2014  il  governo  ha  emanato  un  regolamento  sul  sistema  nazionale  di 

prevenzione della tortura, ma non è stato ancora  istituito  il Comitato Nazionale che dovrebbe essere 

composto da  rappresentanti del potere  legislativo, del potere esecutivo e delle organizzazioni della 

società civile. 

    Esso dovrebbe avere tra le sue funzioni quella di visitare i centri di detenzione , stabilire criteri per 

l’uso della forza e controllare il sovraffollamento delle carceri . 

    Tutte attività essenziali , tenendo conto che ci si sono state denunce di casi di torture nelle province 

di Santiago del Estero e di Mendoza:  in quest’ultima  località alcuni detenuti sono rimasti a regime di 

isolamento per più di 20 ore al giorno. 

    Un altro aspetto critico è quello riguardante i diritti delle popolazioni indigene. 

    La  Costituzione Argentina  riconosce  i  diritti  di  tali  popolazioni  delle  loro  terre  ancestrali  e  della 

gestione delle risorse naturali, ma è raro che queste norme vengano rispettate. 

    Il  Parlamento  Europeo  si  è  preoccupato  del  rispetto  delle  popolazioni  indigene,  infatti  in  una 

risoluzione  del    12 Marzo  2015,  il    P.E.  appoggia  l’attività  di  esperti  sui  diritti  dei  popoli  indigeni, 

d’accordo  col  documento  finale  della  Conferenza  Mondiale  sui  Popoli  Indigeni  (Risoluzione  69/2 

dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite). 

    In  conclusione,  una  notizia  positiva  :  il  12 Marzo  è  stata  eletta  Presidente  della  Corte  Penale 

Internazionale il magistrato Silvia Fernandez de Guermendi  per un mandato triennale. Questa nomina 

rafforzerà i difensori dei diritti umani in Argentina. 

 

2)    Nella seconda parte gli astanti prendono in esame i Diritti Umani nello Sri Lanka.  

    Nello Sri Lanka c’è  stata una delle più sanguinose guerre civili. 

    Le  ferite  della  guerra  civile  non  si  sono  più  rimarginate:  lo  dimostra  il  Rapporto  2014  dell’alto 

Commissariato dell’Onu per i Diritti Umani, il cui titolo è “Promoting reconciliation and Accounttability 

in Sri Lanka”.  

    Nel rapporto si può notare che alcuni progressi sono stati effettuati   e che delle   raccomandazioni 

della  “Reconciliation   Commission”  sono  state    fatte  ; ma  il Governo dello  Sri  Lanka ha mancato di 

assicurare delle  investigazioni  indipendenti e  credibili  sulle passate  violazioni dei diritti umani e del 

diritto umanitario. 

    Anche  il  “Forum‐Asia”,  pubblicazione  dello  “International  Service  for  Human    Rights”,  nel  suo 

numero del    settembre  2014 ha  ricordato  le  violazioni dei diritti umani  e  del diritto  internazionale 

umanitario commesse sia dal Governo, sia dalle  dalla “Liberation Tigers  of Tamil  Elam”, lamentando 

che  i difensori dei diritti umani ed altre persone  (fra cui vittime giornalisti ed appartenenti a partiti 

politici) devono far fronte a minacce, vessazioni,  intimidazioni e violenza;  la scala di tali atti   va dalle 

Page 18: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

eccessive restrizioni alla  libertà di espressione,  fino alle sparizioni  forzate e agli omicidi.  In particolar 

modo  le  persone  che  cercano  di  cooperare  col  sistema  di  diritti  umani  dell’ONU,  sono  soggetti  a 

regolari oppressioni da parte dello Stato e da attori non statali.  

    Il  Rapporto  di  “Amnesty  International“  del  2014/2015  cita  un  importante  testo  legislativo,  il 

“Prevention of Terrorism act”, in base al quale degli individui di etnia tamil, sospettati di avere rapporti 

con  le  “Liberation  Tigers”,  continuano  ad  essere  arrestati    e detenuti  senza  poter beneficiare della 

legge penale ordinaria , che imporrebbe di precisare i capi d’accusa e lo svolgimento di un processo. 

    Si tratta quindi, di detenzione amministrativa, durante  la quale si verificano abusi di   ogni genere, 

torture e maltrattamenti. 

 

3)     Nella  terza  parte  la  Commissione  analizza  la  maggior  tutela  dell’individuo  nel  Diritto  Interno 

rispetto agli obblighi internazionali. 

    L’art  .53  della  Convenzione  Europea  dei  Diritti  dell’Uomo  stabilisce  espressamente  che 

”l’interpretazione delle norme della Convenzione non può  limitare o pregiudicare  i diritti dell’uomo 

riconosciuti  in  base  alle  leggi  di  ogni  parte  contraente  o  ad  ogni  altro  accordo  cui  essa  partecipi”, 

confermando quindi che il sistema di garanzia della Convenzione mira a rinforzare la protezione offerta 

a livello nazionale, senza mai imporle limitazioni.  

    Questo essenziale principio è stato ribadito dalla Corte Costituzionale in un’importante Ordinanza, 

la n. 223 del 9 luglio 2014.  

    Si  trattava  di  un  caso  abbastanza  raro,  e  contrario  a  quanto  normalmente  avviene;  di  solito  il 

giudice  a  quo  promuove  giudizio  di  legittimità  costituzionale  quando  dubita  che  una  certa  norma 

interna danneggi o  limiti  i diritti dell’individuo; qui  invece  il giudice a quo (nel caso di specie  la Corte 

d’appello di Bari) riteneva che una certa norma interna fosse troppo favorevole all’individuo, e perciò 

contraria all’art.117 della Costituzione. 

    Si trattava di un articolo della legge n.89 del 24 Marzo 2001 (Previsione di equa riparazione in caso 

di violazione del termine ragionevole del processo). 

    In  campo  penale  viene  riconosciuto  l’indennizzo  per  la  violazione  del  termine  ragionevole  del 

processo anche nel caso di estinzione del reato per intervenuta prescrizione, con la sola eccezione che 

tale prescrizione sia “connessa a condotte dilatorie della parte”. 

    Nel caso di specie  l’interessato non aveva posto  in essere nessuna condotta dilatoria , e quindi gli 

sarebbe spettato l’indennizzo. 

    Ciò era sembrato eccessivo alla Corte di Bari, la quale aveva citato la sentenza della CEDU 6 Marzo 

2012 (Gagliano Giorni c. Italia); tale sentenza aveva dichiarato che la prescrizione, estinguendo il reato, 

aveva compensato o grandemente ridotto  i pregiudizi che normalmente derivano dalla violazione del 

principio di ragionevole durata del  processo. 

Page 19: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°  "Sempre al servizio della promozione e protezione dei diritti umani in Italia e nel Mondo, la L.I.D.U Onlus - Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo si è mossa in sostegno dell'Associazione Mais Onlus- Movimento per l'Autosviluppo Internazionale nella Solidarietà. Grazie a questa Associazione circa 1200 bambini in Sudafrica, Madagascar, Swaziland, possono veder garantito il loro diritto all'istruzione; quasi 100 bambini trovano alloggio presso le loro Casa famiglia e oltre 10 mila persona vengono visitate ogni anno presso la loro Clinica sita nello Swaziland.".

Page 20: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1
Page 21: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° RASSEGNA STAMPA

http://www.dailycases.it/

Come nasce un’ idea Pubblicato da Redazione - sabato, 13 giugno 2015 · Cultura

Il Comitato Insieme per l’Arte nasce nel 2012 dal desiderio di una bimba che vuole salvare una chiesetta in rovina nel suo paese. Da quel momento tanta la strada percorsa con l’aiuto di versi poetici e un imperativo che parte dal cuore: salvare l’arte e la storia del nostro popolo a colpi di penna

di Ella Clafiria Grimaldi - Presidente del Comitato Insieme per l’Arte

Roma, 13 giugno – In una mattina qualunque di qualche anno fa, leggendo tra le mail mi accorgo che ce n’è una molto singolare: è quella di una bambina che usando l’account di sua madre (mia amica) così mi scrive: “Cara signora Grimaldi, nel mio paese a San Paolo di Civitate in provincia di Foggia c’è una bellissima chiesa dedicata a San Nicola ma è sempre stata chiusa, fin da quando sono nata, e tutte le volte che ci passo davanti mi sembra che pianga e io chiudo gli occhi per immaginare tutte le cose belle che ci sono dentro. Chissà se un giorno riuscirò a vederla aperta e sentirò il suono delle sue campane! La Chiesa è pericolante e abbandonata; a nessuno interessa il suo stato, la mamma inoltre mi ha detto che lei scrive delle belle poesie. Anche io ne ho scritto una per la nostra povera chiesetta, ti piace?” Di primo acchito sorrisi. Una poesia scritta da una bimba per una chiesetta (una tra le tante) in un paese della lunghissima Puglia, transennata e inagibile dall’ultimo terremoto, non era un messaggio così importante e nemmeno quello che stavo aspettando, però mentre leggevo quei versi ne coglievo la purezza, la dolcezza. Dopo un attimo di silenzio però mi immersi di nuovo nel mio lavoro, iniziando la giornata come sempre. Passavano i giorni e quella mail non arrivava. Ormai era diventato un rito, aprivo il messaggio della bimba e poi lo richiudevo riproponendomi di telefonare alla madre per un saluto cordiale. Una mattina però mi venne da pensare, dopo essermi compiaciuta del fatto che una bambina scrivesse a me, solo perché la mamma le raccontava delle “mie belle poesie” e iniziai a cogliervi un significato molto più profondo. Ebbi questa intuizione: un cuore puro crede che la poesia possa riaprire le porte di un edificio d’importanza artistica e culturale chiuso dagli uomini e dimenticato dalle istituzioni. A una domanda simile fatta da colei che in quel momento era il simbolo del futuro, bisognava rispondere e non in maniera approssimativa ma adeguatamente, una risposta che fosse poi speranza di un mondo migliore – quello – che stava per aprirsi davanti a lei. Ci sono domande fatte dai bambini alle quali noi adulti abbiamo il dovere morale di dare una risposta, sia per rafforzare la loro autostima e sostenerli nella crescita, sia per aiutarli a comprendere l’importanza della memoria culturale e

Page 22: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

renderli consapevoli delle loro radici. Il passato genera conoscenza necessaria per costruire il futuro.

Perché l’uomo “moderno” è incapace di conservare bellezza?

La piccola chiesetta in stile tardo-barocco pugliese, una come tante sparse nelle dimenticate periferie italiane, poteva diventare il simbolo di una crociata per la salvezza dell’arte, utilizzando come arma il mezzo più tagliente che ci sia, la penna. Quella semplice poesia divenne per me musa ispiratrice. “Ma certo piccola, vedrai che riusciremo a riaprire il portone di quella chiesa, ho inviato una mail a tutti i poeti d’Italia e “insieme” scriveremo una poesia proprio come hai fatto tu, e magari le leggeremo tutte sotto quel campanile, d’estate. Vedrai, faremo una bella festa alla tua chiesetta. Gesù potrà ascoltare le nostre suppliche e insieme a Lui ascolteranno anche tutti quelli che verranno e quelli che comandano. Chissà, forse riusciremo a convincerli a riaprire la tua chiesetta”. Questa fu la mia risposta: la speranza, la forza, quella voglia di combattere Insieme per l’Arte. Dopo le promesse a caldo, doveva seguire l’impegno e io cominciavo a vacillare pensando che forse non era stata una buona idea scrivere a una bimba quelle promesse. Poi dove avrei potuto reclutare tutti i poeti disposti a scrivere per la salvezza di una chiesetta del sud abbandonata all’incuria e intrappolata dai grovigli burocratici? È bello vedere come un’idea prenda forma e diventi una bella pagina di storia scritta da un gruppo di giovani sognatori che hanno voluto credere nel potere dei versi quale mezzo per salvare il mondo. Accolsi la sfida, lanciai un appello nel web tra gli amici che conoscevo. Il tema era realizzare un’antologia poetica che non solo raccontasse le bellezze artistiche della chiesa, ma che ne richiedesse la sua salvaguardia. Fu un inaspettato effetto boomerang. Risposero in tanti dalle Alpi alla Sicilia, credenti e atei uniti in un unico grido: Una poesia per l’Arte, salviamo la bellezza dall’indifferenza dell’uomo! Partendo dal concetto che cultura è risorsa e volano per un possibile sviluppo socio-economico, è doveroso che ognuno si adoperi per valorizzare e tutelare il nostro patrimonio artistico culturale e ambientale. Perché dunque non usare la penna per risvegliare coscienze, per raccontare bellezze, per trasmettere esperienza e tradizione, per difendere l’arte? Fu una bella festa. La bimba recitò la sua poesia sotto il campanile che quella sera divenne il faro per illuminare le coscienze. Tutti noi abbiamo voluto credere nella forza delle parole. Senza saperlo, si realizzava un miracolo. Dopo quella esperienza, un gruppo di scrittori decise di restare unito, di non perdersi di vista, e man mano emerse la voglia di continuare a scrivere utilizzando la poesia come messaggio. Nasce così in Puglia il Comitato Insieme per l’Arte un gruppo affiatato di artisti volontari della cultura sempre più numeroso e itinerante che raccoglie adesioni dall’Italia intera. Un’arte che si crea attraverso l’interattività e che si sviluppa attraverso le diverse espressioni artistiche per convergere in una specifica finalità sociale. Scrittori, pittori, gente dello spettacolo si danno appuntamento irrinunciabile durante l’anno per confrontarsi e per realizzare eventi culturali e di beneficenza. Dal 2012 il comitato ha realizzato ben 7 rassegne poetiche in varie località della penisola, un fenomeno spesso sotto i riflettori dei media che sta suscitando un crescente interesse negli ambienti della cultura, al suo interno conta circa 50 adesioni numero in aumento per un fenomeno non più localistico ma che partendo spontaneamente da un piccolo paese del Tavoliere delle Puglie ha assunto i caratteri di una crociata nazionale, per l’Arte con l’Arte! Il comitato è un movimento di respiro nazionale che intende sensibilizzare amministratori locali e associazioni alla salvaguardia del territorio e alla sua valorizzazione turistica.

Page 23: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

UNICEF, in Ucraina Orientale più di 240 bambini sono stati feriti o uccisi dall’inizio del conflitto Pubblicato da Redazione - venerdì, 12 giugno 2015 Secondo l’UNICEF il numero attuale di vittime tra i bambini è da considerarsi sensibilmente più alto di quello registrato, anche perché molte aree sono inaccessibili a causa del conflitto. Roma, 12 giugno – Secondo l’UNICEF, da marzo dello scorso anno almeno 68 bambini sono stati uccisi e 180 feriti a causa del conflitto in Ucraina orientale. Anche se non è stata registrata la morte di nessun bambino nell’ultima ondata di violenze vicino alla città di Mariinka, ad ovest di Donetsk, sono stati segnalati episodi di bambini feriti da colpi di armi pesanti. Il conflitto in Ucraina orientale, giunto al secondo anno, ha dato vita a una crisi umanitaria che colpisce oltre 5 milioni di persone, compresi 1,7 milioni di bambini. Circa 1,3 milioni di persone sono sfollate internamente lasciando le loro case e comunità in Ucraina, mentre il sistema sanitario e dell’istruzione nelle aree colpite è molto sotto pressione. Più di 6.400 persone, comprese almeno 626 donne e ragazze, sono state uccise. Secondo l’UNICEF il numero attuale di vittime tra i bambini è da considerarsi sensibilmente più alto di quello registrato, anche perché molte aree sono inaccessibili a causa del conflitto. “Questi dati rappresentano vite reali di ragazze e ragazzi devastate dai combattimenti in Ucraina Orientale”, ha dichiarato Giovanna Barberis, Rappresentante UNICEF in Ucraina. “Le violenze nella regione di Donetsk sono in apparente aumento e il mondo non deve dimenticare migliaia di bambini che vivono ancora nelle aree in conflitto e come ogni proiettile o colpo sparato sia una minaccia per la loro sopravvivenza e il loro benessere”. L’UNICEF e i suoi partner stanno lavorando per assicurare la salvezza dei bambini in Ucraina Orientale, anche con campagne di informazione per 500.000 bambini e le loro famiglie sui rischi delle mine o degli ordigni inesplosi. L’UNICEF sta anche garantendo sostegno psicologico per i bambini colpiti dal conflitto attraverso le scuole o i centri di protezione delle comunità; finora sono stati raggiunti oltre 20.000 ragazzi e ragazzi dall’inizio dell’anno. L’UNICEF ha garantito acqua potabile ad oltre 550.000 persone colpite dal conflitto nella regione di Donetsk e Luhansk. “Siamo molto preoccupati per l’intensificarsi dei combattimenti perché potrebbero portare a un incremento del numero di bambini vittime ed a un peggioramento della crisi umanitaria nella parte orientale del paese” ha aggiunto Barberis. “Ogni sforzo dovrebbe essere fatto per proteggere i bambini”. L’UNICEF ha lanciato un appello per 55,8 milioni di dollari per far fronte alle urgenti necessità dei bambini e delle loro famiglie.  

Unicef, Giornata Mondiale contro lo 

sfruttamento del lavoro minorile Pubblicato da Redazione - venerdì, 12 giugno 2015 ·

Page 24: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Roma, 12 giugno – “In occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, l’UNICEF ricorda che 150 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni nei paesi in via di sviluppo, circa il 16% di tutti i bambini e i ragazzi in quella fascia di età, sono coinvolti nel lavoro minorile. Nei paesi meno sviluppati, circa un bambino o ragazzo su 4 (tra i 5 e i 14 anni) lavora, correndo seri rischi per la sua salute e il suo sviluppo”, ha dichiarato Giacomo Guerrera, Presidente dell’UNICEF Italia. La più alta percentuale di bambini lavoratori si trova in Africa subsahariana (il 25% di quelli tra i 5 e i 14 anni). In Asia meridionale, il 12% dei bambini nella stessa fascia di età svolge lavori potenzialmente dannosi, rispetto al 5% dei bambini che vivono in Europa centrale e orientale e Comunità degli Stati Indipendenti (CEE/CIS), la regione con il minor tasso di bambini lavoratori. Nei paesi più poveri del mondo, circa 1 bambino su 4 lavora e questo è potenzialmente dannoso per la loro salute. In quasi tutte le regioni, per i ragazzi e le ragazze ci sono le stesse probabilità di diventare bambini lavoratori. A eccezione del Medio Oriente e Nord Africa e di America Latina e Caraibi, dove i ragazzi hanno solo qualche possibilità in più rispetto alle ragazze di lavorare. Le disparità di genere si verificano a seconda delle attività svolte, le ragazze hanno più probabilità di essere sfruttate per i lavori domestici. In Asia Meridionale sono 77 milioni i bambini lavoratori. In Pakistan l’88% dei bambini tra i 7 e i 14 anni che non vanno a scuola, lavora; in Bangladesh sono il 48%, in India il 40% e in Sri Lanka il 10%. L’UNICEF lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile con programmi di sensibilizzazione, prevenzione e reinserimento scolastico o lavorativo per bambini lavoratori, ex-bambini soldato e bambini di strada, che prevedono orari flessibili, metodologie didattiche partecipative e un apprendimento che contempla competenze utili per la vita quotidiana e per la formazione professionale. Oggi a Firenze, nell’ambito delle Giornate del lavoro organizzate dalla CGIL, verrà presentato il teaser del lungometraggio animato “Iqbal: bambini senza paura” ispirato alla storia di Iqbal Masih, il bambino pakistano ucciso nel 1995 per aver denunciato i suoi sfruttatori dopo anni di schiavitù nella manifattura di tappeti. Il film prodotto da GERTIE in collaborazione con diversi partner, tra cui l’UNICEF Italia; presente al dibattito Andrea Iacomini, Portavoce UNICEF Italia.L’UNICEF Italia sostiene il progetto “Scuola e protezione per i bambini di strada in Bangladesh” per migliorare l’accesso a servizi di protezione sociale delle famiglie più povere e vulnerabili, al fine di ridurre abusi, violenze e sfruttamento a danno di donne e bambini.

È possibile sostenere il progetto dell’UNICEF “Scuola e protezione per i bambini di strada in Bangladesh” con una donazione tramite:

– bollettino di c/c postale numero 745.000, intestato a UNICEF Italia,

– carta di credito online sul sito www-unicef.it,

 

Lidu, ” Dalla società dei consumi alla società 

dell’uso” di Giovanni Grieco 

Pubblicato da Redazione - mercoledì, 10 giugno 2015 ·

Il saggio, che sarà presentato presso la sede nazionale della Lidu onlus il 18 giugno, analizza il percorso della trasformazione dell’originario mercato che si sviluppava nella sequenza bisogno-lavoro prodotto in

Page 25: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

mercantilismo, in cui la sequenza si è capovolta in prodotto-lavoro-bisogno.

Roma, 11 giugno – Il 18 giugno 2015 ore 16.30, presso la Sede Nazionale della LIDU , Piazza D’ Ara Coeli 12 in Roma, sarà presentato il saggio ” Dalla società dei consumi alla società dell’uso”, edizioni Albatros, scritto dal Prof. Dott. Giovanni Grieco, uno dei soci della LIDU più attivo e preparato nel campo dei problemi sociali e in particolare sull’influenza dell’economia di mercato, anche per la lunga esperienza politico-istituzionale. Da professore di medicina del lavoro ha scientificamente dettato le basi per la quantificazione del “costo umano del lavoro” nella società industriale, un tema di diritti umani. Il saggio analizza il percorso della trasformazione dell’originario mercato che si sviluppava nella sequenza bisogno-lavoro prodotto in mercantilismo, in cui la sequenza si è capovolta in prodotto-lavoro-bisogno. Con questo capovolgimento decisore dei bisogno non è stata più la persona, ma il mercante. Ne segue lo svolgimento nel tempo con la progressiva decadenza della libertà individuale nel soddisfare bisogni sentiti, sostituita dalla volontà del mercante. Un degrado dell’uomo, ormai senza volontà e con la libertà degradata al massimo al feticcio della libertà politica. Conseguenza ne è stata la comparsa del valore “Capacità di Spesa” che ha condizionato la vita sociale ed il frazionamento dell’umanità in ordine a tale capacità, con una scala che fa comparire alla sua base la povertà che non ha una sua ontologia. All’origine dell’agricoltura, col costituirsi di proprietà terriere finitime, per la regolazione di beni comuni, l’acqua, gli spazi percorribili e di aggregazione, ecc. gli agricoltori dovettero costruirsi una norma di comune osservanza, delegando ad alcuni di loro la formulazione delle regole. Ne risultò che le persone erano detentrici della norma e la politica lo strumento di formazione ed applicazione delle regole. Nel saggio si discutono le conseguenze della perdita del possesso della norma da parte delle persone, per appropriazione da parte del sistema mercantile che ha al suo servizio la politica. Con tale espropriazione della norma il mercante è stato despota ed ordinatore dei prodotti della terra e dell’ingegno umano, utilizzando anche lo strumento della guerra, pagando soltanto un piccolo prezzo ad ideologi, politologici, ai mezzi di informazione (ai nostri tempi straripanti), trasformando le società umane in aggregati in nicchie protettive in base alla capacità di spesa. A questo tipo di sviluppo dell’Umanità, ormai senza frontiera, gli AA suggeriscono di contrapporre una nuova società dell’uso che faccia riappropriare le persone del naturale diritto di decidere i propri bisogni, ridiventando esse i detentori della norma e senza i camuffamenti ideologici della politica al servizio del mercante. Recuperando, altresì, il concetto di progresso come utilizzo di risorse naturali e dell’ingegno umano a strumento per il miglioramento della qualità umana, non della disponibilità di spesa per allargare l’area del profitto dei mercanti. Introduce e modera il Presidente della LIDU On. Alfredo Arpaia RELATORI Prof. Amedeo Lepore: L’evoluzione dell’economia nella società del profitto e della conoscenza. Prof.ssa Sonia De Giacomo: Progettare il futuro. Prof. Avv. Riccardo Scarpa: I valori umani e la società del profitto. Conclusioni: Prof. Dott. Giovanni Grieco

Page 26: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

http://it.euronews.com/

Ue-Messico, verso un’area di libero scambio. Bruxelles chiede il rispetto dei diritti umani 12/06 17:25 CET

L’annuncio è arrivato al termine dell’incontro a Bruxelles tra Juncker, Tusk e il Presidente messicano Pena Nieto. Mentre la creazione di un registro dei dati dei passeggeri messicani in viaggio verso l’Europa dovrà aspettare

“Non possiamo procedere alla finalizzazione di questo registro dei dati” ha spiegato Juncker “Ne’ con il Messico ne’ con nessun altro Paese, fin quando la Corte di giustizia europea non avrà espresso il proprio parere su quello creato con il Canada”.

Se l’area di libero scambio interessa al Messico, che teme di esser tagliato fuori dal commercio internazionale, Bruxelles chiede garanzie sul rispetto dei diritti umani.

“E’ un tema centrale per noi. E ci siamo presi un impegno formale. Nell’accordo che concluderemo il rispetto dei diritti umani è un punto centrale e sarà assicurato dal lavoro del governo”.

Le parole di Pena Nieto, però, non convincono i cittadini messicani che in occasione dell’arrivo del Presidente messicano a Bruxelles sono scesi in piazza per chiedere giustizia in nome dei 43 studenti scomparsi quasi due anni fa.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

http://www.informarexresistere.fr/

Perso 1 miliardo di euro per le sanzioni: il Pd vota per dichiarare la Russia “partner non più strategico”

LE SANZIONI OCCIDENTALI HANNO

STIMOLATO LA RUSSIA A COOPERARE

IN MODO PIÙ ATTIVO CON L’ASIA E DI

Page 27: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

QUESTO RINGRAZIAMO L’OCCIDENTE.

MEDVEDEV

– di Eugenio Cipolla –

Il paradosso più grande è che ieri, nell’accogliere a Expo il presidente russo Vladimir

Putin, Matteo Renzi aveva parlato della Russia come di un paese necessario per

l’occidente. Importante per combattere l’avanzata del terrorismo islamico, ma anche per

le nostre aziende, molto attive sul mercato russo. Eppure in quelle stesso ore, mentre il

premier italiano cercava almeno in apparenza di spegnere il fuoco delle polemiche tra

Mosca e Occidente, in Europa gli europarlamentari del Pd si accodavano al blocco

anti-russo capeggiato dai deputati del nord Europa e dei paesi baltici, votando a

favore di un documento contro la Russia.

L’Aula di Strasburgo, con 494 sì, 135 no e 69 astensioni, ha approvato una mozione che

chiede alla Commissione Europa di rivedere in modo più critico la stato delle relazioni Ue-

Russia. Nel testo si legge che, per il suo comportamento e il suo ruolo nella crisi ucraina,

Mosca sta violando i principi democratici e del diritto internazionale e per questo deve

essere considerata «non più partner strategico della Ue». Secondo la risoluzione

l’annessione della Crimea da parte della Russia è stato un atto illegale e sulla base di

queste circostanze «l’Ue non può considerare un ritorno al ‘business as usual’,

procedendo al contrario a una riesame critico delle sue relazione con Mosca, che includa

un piano di persuasione d’emergenza per contrastare le sue politiche aggressive».

Gli europarlamentari, inoltre, si dicono preoccupati «per la crescente atmosfera di odio nei

confronti degli attivisti dell’opposizione, dei difensori dei diritti umani, delle minoranze e

delle nazioni limitrofe, come pure il deterioramento della situazione dei diritti umani e dello

stato di diritto in Russia, condannando le intimidazioni verso le voci critiche con violenze,

processi e incarcerazioni e altre misure utilizzate dallo Stato». Perciò «la ripresa della

cooperazione potrà essere presa in considerazione «a condizione che la Russia rispetti

l’integrità territoriale dell’Ucraina e attui pienamente gli accordi di Minsk». Insomma, il

documento non è proprio una dichiarazione amicizia verso il paese guidato da Putin e il sì

del partito di governo italiano è arrivato proprio nel giorno della visita ufficiale del capo di

Stato russo nel nostro paese.Ieri a Milano il capo del Cremlino ha spiegato che le

aziende italiane «hanno perso oltre un miliardi di euro di guadagni da contratti già

Page 28: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

siglati» a causa delle sanzioni occidentali e che gli imprenditori italiani «non sono

favorevoli alle politiche sanzionatorie dell’Unione Europea»

Leggi l’articolo completo dalla fonte originale: www.lantidiplomatico.it

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

http://www.jemolo.it/

PRIMA LEZIONE DEL "CORSO SULLA TUTELA EUROPEA DEI DIRITTI UMANI E FONDAMENTALI - NELSON MANDELA"

12/06/2015 -

Venerdì 12 giugno alle ore 10, nell’aula Alberto de Roberto, si è tenuta la prima lezione del “Corso sulla tutela europea dei diritti umani e fondamentali – Nelson Mandela”. Durante i saluti di apertura, il Commissario Straordinario dell’Istituto Jemolo Alessandro Sterpa ha illustrato  i temi che verranno affrontati durante  le  lezioni e  la finalità del corso. Ad  inaugurare  la prima lezione, l’Avv. Alarico Mariani Marini, Vice Presidente della Scuola Superiore dell’Avvocatura – Fondazione del Consiglio Nazionale Forense. 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

http://www.cinemaitaliano.info/

FESTIVAL DEi DIRITTI UMANI DI BUENOS AIRES 16 - Selezionati 8 film italiani

In programma in Argentina dal 17 al 24 giugno.

Torna in Argentina dal 17 al 24 giugno 2015 il Festival Internacional de Cine de Derechos Humanos de Buenos

Aires, giunto quest'anno alla sua sedicesima edizione ed organizzato dall'Instituto Multimedia DerHumALC (IMD). In

programma una grande varietà di film provenienti dall'Italia.

Queste le opere selezionate: "Triangle" di Costanza Quatriglio (sezione Miradas de Géneros), "Il Rumore della

Memoria" di Marco Bechis (Memoria), "No bajen los brazos - La Plata Rugby Club" di Marco Silvestri (Deporte), la

prima internazionale di "La Malattia del Desiderio" Claudia Brignone (sezione Panorama), "Io sto con la sposa"

Antonio Augugliaro Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry (<i<migrantes< i="">), "The Troublemaker -

Behind the scenes of the United Nations" di Roberto Salinas (Panorama), "StripLife, a day in Gaza", Nicola Grignani,

Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa ed Andrea Zambelli, e "Walking with Red Rhino - A spasso con

Alberto Signetto", Marilena Moretti (Homenajes).

Page 29: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

13/06/2015, 09:00

Simone Pinchiorri

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° http://www.ilfattoquotidiano.it/ Papa Francesco al Csm: “Salvaguardare i diritti umani, ma senza farne abuso” Il Consiglio superiore della magistratura è stato ricevuto in Vaticano. Per Bergoglio “la stessa globalizzazione porta aspetti di possibile confusione e disorientamento che introducono usanze, concezioni e nome, estranee al tessuto sociale". Il pontefice torna a condannare la corruzione: "Fenomeni che possono essere arginati con l'educazione"

di Francesco Antonio Grana | 13 giugno 2015

“Non bisogna abusare della categoria dei diritti umani volendo farvi rientrare pratiche e comportamenti che, invece di promuovere e garantire la dignità umana, in realtà la minacciano o addirittura la violano”. È il monito che Papa Francesco ha rivolto al Consiglio superiore della magistratura ricevuto in Vaticano. Bergoglio non cita esplicitamente la teoria del gender ma, parlando a braccio, sottolinea che “tante volte quando mi riferisco a questi problemi parlo di colonizzazione ideologica”. Ma il riferimento è anche al dibattito sulle nozze gay.

Per il Papa “la stessa globalizzazione porta infatti con sé anche aspetti di possibile confusione e disorientamento, come quando diventa veicolo per introdurre usanze, concezioni, persino norme, estranee a un tessuto sociale con conseguente deterioramento delle radici culturali di realtà che vanno invece rispettate; e ciò per effetto di tendenze appartenenti ad altre culture, economicamente sviluppate ma eticamente indebolite”. Bergoglio non ha dubbi: in uno scenario che definisce “di scosse profonde delle radici culturali”, è “importante che le autorità pubbliche, e tra queste anche quelle giurisdizionali, usino lo spazio loro concesso per dare stabilità e rendere più solide le basi dell’umana convivenza mediante il recupero dei valori fondamentali”.

Francesco torna anche a condannare la corruzione. “Fenomeni come l’espansione della criminalità, nelle sue espressioni economiche e finanziarie, e la piaga della corruzione, da cui sono affette anche le democrazie più evolute – ha spiegato il Papa al Csm – possono trovare un argine efficace. È necessario intervenire non solo nel momento repressivo, ma anche in quello educativo, rivolto in modo particolare alle nuove generazioni, offrendo un’antropologia e un modello di vita in grado di rispondere alle alte e profonde ispirazioni dell’animo umano”. Bergoglio ha voluto anche precisare che “ogni pronunciamento giudiziario varca il confine del singolo processo, per aprirsi e diventare l’occasione in cui tutta la comunità (‘il popolo’, nel cui nome sono pronunciate le sentenze) si ritrova intorno a quella regola, ne riafferma il valore e in tal modo, cosa ancora più importante, si identifica in essa”. Infine, il Papa ha voluto ricordare Vittorio Bachelet a 35 anni dalla morte per mano delle Brigate Rosse: “La sua testimonianza di uomo, di cristiano e di giurista continui ad animare il vostro impegno al servizio della giustizia e del bene comune”.

Page 30: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Twitter: @FrancescoGrana

L’altro Egitto raccontato dal presidente al‐Sisi alla cancelliera Merkel: ‘libertà e diritti’ Riccardo Noury

Portavoce di Amnesty International Italia

Tra sorrisi e strette di mano, mercoledì scorso il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha cercato insistentemente di accreditarsi presso la cancelliera tedesca Angela Merkel come leader democratico e affidabile col quale si possono fare buoni affari, vendite di armi incluse.

Già a febbraio, in un’intervista al settimanale tedesco Der Spiegel che doveva preparare il terreno all’incontro con la cancelliera Merkel, al-Sisi aveva iniziato la narrazione di un “altro Egitto”.

Al-Sisi aveva descritto la gioventù egiziana come “la speranza che tiene accesa la fiamma del cambiamento” prodotto dalla “rivoluzione del 25 gennaio” 2011 che aveva deposto Hosni Mubarak, dimenticando però che molti giovani attivisti sono in carcere, condannati a seguito di accuse pretestuose.

Ai lettori tedeschi, al-Sisi si era mostrato come un uomo “rattristato dalla perdita anche di una sola vita umana”. Le sue forze di sicurezza, da quando è salito al potere, di vite umane ne hanno fatte perdere ben oltre un migliaio, per non parlare delle 742 condanne a morte emesse dal luglio 2013.

“L’indipendenza del potere giudiziario dev’essere rispettata”, aveva proclamato al-Sisi nell’intervista. Un’affermazione importante, smentita tuttavia non solo dalla sequela di processi-farsa celebrati nell’ultimo anno e mezzo, ma anche dal continuo ricorso ai tribunali militari per giudicare imputati civili.

“I diritti umani non devono limitarsi alla libertà d’espressione”, aveva aggiunto al-Sisi. “Ma anche se fosse solo così, la gente nel nostro paese è libera di dire quello che gli pare”.

Nell’Egitto “reale” – quello che Amnesty International, Human Rights Watch e altre tre organizzazioni per i diritti umani hanno provato a descrivere in una lettera alla cancelliera Merkel, decine di giornalisti e difensori dei diritti umani sono finiti sotto inchiesta o sono stati condannati per aver provato a “dire quello che gli pare”. Centinaia di persone sono state arrestate per aver violato una draconiana legge sulle manifestazioni.

Pochi giorni prima della visita di al-Sisi in Germania, il presidente del parlamento tedesco aveva cancellato il previsto incontro con l’ospite.

Page 31: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Se al parlamento non parlo io allora non parla nessun altro, deve aver pensato al-Sisi.

Così martedì scorso le autorità egiziane hanno sequestrato il passaporto a Mohamed Lofty, ex ricercatore di Amnesty International e co-fondatore della Commissione egiziana per i diritti e le libertà, impedendogli così di lasciare il paese. Lofty era stato per l’appunto invitato dal parlamento tedesco a parlare della situazione dei diritti umani.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° http://roma.repubblica.it/

Stop ai campi rom, pronta la delibera dei Radicali La proposta presentata da Bonino, Manconi e Civati dà il via alla raccolta di 5 mila firme

di LAURA SERLONI

Stop ai campi rom. I Radicali chiedono il superamento della politica dei campi attraverso la progressiva chiusura dei villaggi della solidarietà e dei centri di raccolta. L'idea è di riuscire a garantire alle famiglie rom e sinti l'accesso a percorsi di inclusione abitativa e sociale: è pronta la delibera di iniziativa popolare che è stata presentata dal consigliere comunale Riccardo Magi affiancato da Emma Bonino, dalla segretaria dei Radicali italiani Rita Bernardini, dal segretario romano Alessandro Capriccioli, da Giuseppe Civati in diretta Skype, dal presidente della Commissione diritti umani del Senato Luigi Manconi e dal presidente dell'associazione 21 luglio Carlo Stasolla. Per far arrivare la delibera di iniziativa popolare in aula Giulio Cesare sono necessarie 5 mila firme, la raccolta partirà Gay Pride."La delibera - spiega Magi - propone l'istituzione di una commissione di monitoraggio per un'indagine conoscitiva sulle condizioni attuali di tutti i centri di accoglienza presenti sul territorio". Terminata l'indagine, la commissione continuerà l'attività costante di osservazione e monitoraggio del sistema di accoglienza di Roma Capitale. Poi l'assessorato alle politiche sociali dovrà elaborare un piano per il superamento degli insediamenti formali che definisca i tempi, i modi e gli interventi di accompagnamento all'inserimento abitativo e sociale. "Tutto ciò è possibile - continua

Magi - attingendo agli stanziamenti già previsti e, dove possibile, alle linee di finanziamento europeo". "Si stanno tutti salvinizzando - ha aggiunto Civati - ma io sono convinto che la politica debba trovare soluzioni concrete ai disagi dei cittadini". Infine, da parte della segretaria dei Radicali italiani Rita Bernardini, una preoccupazione: "prima di tutto sarà necessario riconquistare spazi di agibilità politica in Consiglio comunale".

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° http://www.smtvsanmarino.sm/

Page 32: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Violenza contro le donne, Muiznieks (COE): "Rafforzare il ruolo dell'Authority per le pari opportunità" sabato 13 giugno 2015

Diritti umani:nella sua recente visita ispettiva a San Marino il Commissario del Consiglio d'Europa, Nils

Muiznieks ha lodato l'attività portata avanti dall'Authority per le pari opportunità nella lotta alla violenza

contro le donne, esortando lo Stato a potenziarne il ruolo.

I tempi per la ratifica della Convenzione di Istanbul sono maturi – concorda l'Authority per le pari

opportunità che accoglie con favore le parole del Commissario di Strasburgo anche perché tese a

ribadire aspetti già evidenziati dall'organismo stesso alla politica: la necessità di avere una sede; di

disporre di un budget più congruo – ora ammonta a 15mila euro annui, fondi utilizzati interamente per

finanziare iniziative di formazione e informazione – e che consentirebbe di dare gambe ad un piano

d'azione nazionale – caldeggiato sempre da Muiznieks – in grado di coinvolgere tutti i settori dello Stato

per un unico fine, quello della tutela dei diritti umani. 77 i procedimenti per violenza avviati nel 2014, di

cui 24 casi per minacce, 13 per lesioni personali, una decina per percosse. 31 casi pendenti, una sola

sentenza. Ad essere colpite sono per lo più donne sammarinesi tra i 40 e i 59 anni, vittime del partner o

ex partner, fin troppo spesso alla presenza di figli minori. Il fenomeno purtroppo risulta ancora

sommerso, sottostimato. Tuttavia l'impegno dell'Authority, insieme alla crescente sensibilità e

attenzione dimostrate da servizi sociali, forze dell'ordine e tutti coloro che a vario titolo si sono

interfacciati nell'accoglienza, nel contrasto alla violenza di genere e nel sostegno alle vittime, ha

contribuito ad avviare negli ultimi anni una vera e propria operazione culturale, suscitando maggiore

consapevolezza attraverso il progressivo aumento del numero di denunce e segnalazioni.

Nel video l'intervista a Nils Muiznieks, Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa.

Silvia Pelliccioni

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° http://italian.cri.cn/  

Page 33: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Libro bianco cinese: 

promuovere la riforma giuridica Cina pubblica il Libro Bianco sui diritti umani 

  2015‐06‐08 11:57:49  cri 

 

L'8 giugno, l'ufficio stampa del Consiglio di Stato cinese ha pubblicato il Libro Bianco intitolato "Progressi negli affari dei diritti umani cinesi 2014", in cui viene presentato un esame approfondito dei risultati conseguiti nei vari settori concernenti la causa dei diritti umani della Cina. Secondo il Libro Bianco, nel 2014, i cinesi sono riusciti a trarre maggiori benefici dallo sviluppo del Paese e la causa di diritti umani cinesi ha realizzato nuovi risultati. Facendo ricorso a una grande quantità di dati e fatti reali, il Libro Bianco presenta, attraverso un'analisi sotto nove aspetti, i risultati conseguiti dalla Cina nel campo: diritto allo sviluppo, diritti della persona, democrazia, giudizio imparziale, minoranze etniche, donne, bambini e anziani, disabili, ambiente e scambi e cooperazione con l'estero. Secondo il Libro Bianco, gli enormi risultati conseguiti nel settore dimostrano che la Cina è riuscita a percorrere una strada adeguata alla situazione cinese nell'ambito dello sviluppo dei diritti umani.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° 

http://www.andriaviva.it/

"I diritti umani, un valore di sempre": concluso il progetto dei Lions Premiazione alla Scuola Secondaria di I° grado "Vittorio Emanuele III - Dante Alighier

REDAZIONE ANDRIAVIVA Lunedì 8 Giugno 2015 ore 8.29

Page 34: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

35

A partire dalle ore 11,30 di questa mattina, si terrà presso la Scuola Media "Dante Alighieri", sita in via Ospedaletto 159 ad Andria, la premiazione del concorso "I Diritti umani, un valore di sempre", organizzato dal Lions Club Andria "Costanza d'Aragona" presso la Scuola Secondaria di 1° grado "Vittorio Emanuele III-Dante Alighieri" con il patrocinio del Comune di Andria. Interverranno la Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Teresa Natale, il Presidente del Lions Club Andria "Costanza d'Aragona, dott. Giuseppe Losito, e diversi relatori, che si sono avvicendati nel corso degli incontri dedicati al tema e al ricordo della figura di Giorgio Perlasca. Nel corso della manifestazione, saranno premiati 3 studenti i cui elaborati, giudicati da una commissione imparziale, si sono distinti per originalità, ricchezza di spunti e rielaborazione personale, e sarà conferita una menzione speciale a un elaborato composto da una intera classe.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

http://www.confinionline.it/

"L'Italia sono anch'io". Il Manifesto in 10 punti della Campagna per i diritti di cittadinanza lunedì 08 giugno 2015 Siamo cittadine e cittadini Europei che credono nella costruzione di un'Europa democratica, capace di garantire i diritti umani fondamentali e i diritti di cittadinanza a tutte le persone che risiedono sul suo territorio. (Scopri di più su: http://typo.feltrinelli.it/index.php?id=584) L'Europa che immaginiamo è uno spazio culturale aperto, con un'identità plurale e dinamica, capace di fondare le relazioni tra gli stati membri e con i paesi terzi sul reciproco rispetto, sul riconoscimento delle specifiche diversità culturali, sulla promozione delle libertà e dei diritti fondamentali, sul mantenimento della pace tra i popoli, sulla garanzia del principio di eguaglianza, sul rifiuto di ogni forma di discriminazione, sul ripudio della xenofobia e del razzismo. I 32,9 milioni di migranti che risiedono nei paesi dell'Unione Europea rappresentano il 7% della popolazione (pari a 503 milioni). I migranti

Page 35: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

comunitari costituiscono un terzo dei residenti stranieri mentre sono 20,7 milioni i cittadini di paesi terzi, pari al 4,1% dell'intera popolazione europea.

A dispetto di un ampio riconoscimento teorico dei benefici delle migrazioni nei suoi documenti ufficiali, l’Unione Europea ha sino ad oggi concentrato la sua attenzione, la sua attività normativa e le sue risorse economiche sulle politiche migratorie, finalizzate a prevenire e a controllare i flussi migratori, lasciando in secondo piano il processo di comunitarizzazione delle politiche di accoglienza, di inclusione sociale dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, l’attuazione dell'Agenda europea per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi e dell’Agenda su migrazioni e sviluppo. La “cooperazione” con i paesi terzi è stata subordinata alla gestione delle politiche migratorie tramite l’offerta di incentivi a combattere l’immigrazione irregolare. La stipula a livello comunitario di patti e accordi bilaterali con i paesi terzi ha privilegiato i paesi di transito e di origine dei migranti diretti in Europa; l’aiuto europeo per lo sviluppo destinato a questi paesi è stato sempre più condizionato alla loro firma di accordi di riammissione dei migranti giunti irregolarmente in Europa e rintracciati dalle autorità del paese di destinazione. Il fallimento di un approccio alle migrazioni prevalentemente sicuritario è tragicamente esemplificato dalla morte di migliaia di migranti nel Mediterraneo e dalle numerose violazioni dei diritti umani dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati nelle strutture di detenzione allestite nei diversi stati membri e in alcuni paesi confinanti. All'Europa Fortezza disegnata con la costruzione e il rafforzamento di frontiere e muri materiali, normativi e virtuali che limitano la libertà di circolazione, il diritto a migrare e il diritto di asilo noi preferiamo un'Europa policulturale le cui politiche siano fondate sui principi di giustizia, accoglienza, solidarietà, inclusione sociale, partecipazione e garanzia delle pari opportunità. Il diritto a migrare e a chiedere asilo, sanciti dalla Dichiarazione Internazionale dei Diritti Umani, devono essere garantiti con un governo delle politiche migratorie che renda possibile raggiungere legalmente il territorio europeo. I migranti devono godere degli stessi diritti dei nazionali e dei cittadini dei paesi di residenza in tutti gli ambiti fondamentali della vita economica, politica, culturale, sociale ed educativa. Devono avere il diritto di votare e di essere eleggibili a livello locale ed europeo. Nell'attuale fase di crisi economica e sociale è importante che l'Unione Europea rafforzi il proprio impegno nella lotta a tutte le forme di xenofobia e di razzismo combattendo ogni forma di discriminazione legata all'origine nazionale, ai tratti somatici, alla lingua, alla religione, alle diversità culturali reali o presunte. La crescita di movimenti nazionalisti, populisti e xenofobi che utilizzano strumentalmente il tema delle migrazioni per accrescere il proprio consenso presso l'opinione pubblica rappresenta un pericolo per la costruzione

Page 36: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

di un'Europa democratica, solidale, coesa e di pace. Per questi motivi ci impegniamo a promuovere una campagna di sensibilizzazione politico-culturale rivolta all'opinione pubblica, ai partiti e alle istituzioni europee per sollecitare un mutamento degli indirizzi politici europei in materia di immigrazione e asilo. In particolare invitiamo i candidati alle elezioni europee 2014 ad impegnarsi a perseguire i seguenti obiettivi.

LE NOSTRE RICHIESTE AI CANDIDATI AL PARLAMENTO EUROPEO

o 1. Ratifica della Convenzione dell'ONU del 18/12/1990 "sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie". A distanza di 23 anni dal varo della Carta da parte dell'Assemblea delle Nazioni Unite, essa non è stata ancora ratificata da parte di nessun paese europeo. Chiediamo che l'Unione Europea ratifichi la Convenzione al fine di assicurare un quadro di riferimento omogeneo ed universale a livello comunitario per la garanzia dei diritti umani dei migranti e dei loro familiari.

o 2. Garanzia del diritto di voto amministrativo ed europeo. Una parte significativa dei cittadini che vivono in Europa è esclusa dalla possibilità di partecipare attivamente alla vita della comunità in cui risiede. È urgente un'azione dell'Unione Europea finalizzata ad armonizzare le legislazioni nazionali al fine di riconoscere ai cittadini stranieri non comunitari il diritto di voto alle elezioni amministrative ed europee, al fine di colmare una grave discriminazione nell'esercizio del più elementare diritto alla partecipazione democratica.

o 3. Riconoscimento della cittadinanza europea. È urgente un'azione dell'Unione Europea finalizzata ad armonizzare le legislazioni nazionali al fine di favorire l'acquisizione della cittadinanza del paese di residenza da parte dei cittadini stranieri stabilmente residenti e da parte dei "figli dell'immigrazione" nati in Europa o qui trasferitisi in tenera età e che frequentano le nostre scuole. Si tratta, anche in questo caso, di promuovere un principio di uguaglianza e di inclusione sociale.

o 4. Garanzia del diritto di arrivare legalmente in Europa. È urgente l'adozione da parte dell'Unione Europea di politiche migratorie che rendano effettivamente possibile alle donne, agli uomini e ai bambini di altri continenti di raggiungere legalmente il territorio europeo senza mettere a rischio la propria vita. In particolare, è necessario: a) ampliare e armonizzare le norme che regolano l’ingresso nell’Unione Europea per motivi di lavoro; b) riformare il Regolamento Dublino III, abolendo l’obbligo di presentare richiesta di asilo nel primo paese di arrivo; c) aprire canali di ingresso protetto per le persone bisognose di protezione internazionale.

o 5. Politiche migratorie aperte all'inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro. Una gestione corretta e positiva delle politiche migratorie, oltre che a rispondere alle necessità del mercato del lavoro consentendo agli immigrati pari opportunità ed un permesso di soggiorno per ricerca occupazione, cosa che non avviene con le norme irrazionali in vigore, deve anche facilitare l'inserimento lavorativo per i richiedenti asilo e per i titolari di protezione

Page 37: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

internazionale che sino ad oggi sono anch'essi penalizzati dalle norme restrittive ed anch'essi in balia del lavoro nero e del supersfruttamento.

o 6. Garanzia della libertà personale e chiusura dei centri di detenzione. In tutti i paesi europei sono presenti centri di detenzione nei quali sono detenuti i migranti colpiti da provvedimenti di espulsione. Si tratta di strutture chiuse e presidiate dalle forze dell’ordine in cui viene limitata la libertà personale delle persone detenute. Tali centri espongono i migranti a trattamenti inumani e degradanti e non garantiscono l'effettività dei provvedimenti di espulsione auspicata dai legislatori nazionali. La chiusura delle strutture di detenzione in tutti i paesi dell’Unione è necessaria e urgente.

o 7. Diritto a un’accoglienza dignitosa. I sistemi di accoglienza dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati dei diversi stati membri sono fortemente differenziati e caratterizzati da standard di accoglienza diversificati. La standardizzazione e l’armonizzazione dei sistemi di accoglienza sono indispensabili anche al fine di riequilibrare la presenza dei migranti e dei richiedenti asilo nel territorio dell’Unione e favorire il loro inserimento sociale e lavorativo nella società di residenza.

o 8. Garanzia della parità di accesso ai sistemi di welfare. L’accesso dei migranti all’istruzione, ai servizi sanitari, alle prestazioni sociali e previdenziali deve essere garantito in tutti i paesi dell’Unione Europea. Sollecitiamo l’Unione Europea ad intraprendere iniziative volte a rafforzare la prevenzione e la tutela contro le discriminazioni istituzionali che diano luogo a disparità di trattamento in questi ambiti.

o 9. Liberare il dibattito pubblico dalla xenofobia e dal razzismo. Sollecitiamo un maggiore impegno delle istituzioni comunitarie finalizzato a rafforzare la prevenzione, il monitoraggio e il contrasto di tutte le forme di stigmatizzazione e di istigazione alle discriminazioni e al razzismo nei confronti dei migranti e delle minoranze da parte di rappresentanti del mondo politico, istituzionale e dell'informazione.

o 10. Tutela dei diritti dei minori. Tutti i paesi dell’Unione Europea devono proteggere i diritti dei minori stranieri sulla base di una parità di trattamento con i cittadini dei paesi di residenza e di transito. I minori stranieri sono inespellibili e in nessun caso può essere limitata la loro libertà personale.

Fonte: L'Italia sono anch'io - Campagna per i diritti di cittadinanza

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

http://www.diritto24.ilsole24ore.com/ ORDINE DEGLI AVVOCATI DI MILANO

Page 38: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Il 5 e il 6 giugno 600 avvocati italiani si sono trovati a Milano per firmare e consegnare alla città il manifesto dell'avvocatura sui diritti umani

In occasione del convegno Expo del 5 giugno "Tutela della vita e della salute e lotta alle frodi"

organizzato dall'Ordine degli Avvocati di Milano in collaborazione con ilSole24Ore si è tenuto presso

l'Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano oltre 600 avvocati provenienti da tutti i fori italiani si

sono riuniti per condividere e firmare il Manifesto dell'Avvocatura, presentato in tale occasione su

proposta del Consiglio dell'Ordine di Milano e del CNF .

Sabato 6 giugno, all'interno dello spazio Pianeta Lombardia all'Expo di Milano, il Manifesto

dell'Avvocatura è stato reso pubblico.

Durante l'incontro, intitolato "Dalla Carta di Milano al Manifesto dell'Avvocatura-Tutela della vita e

della salute e lotta alle frodi" il Manifesto è stato consegnato al Vice Presidente della Regione Lombardia

e Assessore alla Salute Mario Mantovani, al Segretario e Direttore Generale della Regione Giuseppe

Bonomi e ai rappresentanti ufficiali di Expo presenti.

Come è noto, in occasione di Expo2015 è stata presentata la Carta di Milano, con l'obiettivo di

assicurare il diritto al cibo per tutti gli esseri umani in misura sufficiente e sicura, il diritto al godimento

equo delle risorse del pianeta, il diritto alla sostenibilità ambientale e all'equità, e ancora il dovere di

lottare contro lo sfruttamento del suolo, gli sprechi e gli abusi.

L'Ordine degli avvocati di Milano ha proposto al Consiglio Nazionale Forense e a tutti i fori italiani il

Manifesto dell'Avvocatura partendo proprio dal diritto alla nutrizione e al cibo, inteso come un diritto

umano fondamentale. Esso infatti rappresenta anche il diritto alla dignità e libertà delle persone e alla

tutela della salute e ad esso si ricollegano altri doveri generali a difesa del territorio e dell'ambiente, per

la distribuzione delle risorse, la sicurezza e il progresso sociale. Questi sono i principi generali accolti nel

Manifesto dell'Avvocatura, nell'impegno assunto di promuovere iniziative per la difesa della legalità in

tutti i campi riconnessi alla tutela dei diritti della persona.

Il convegno del 5 giugno è stato trasmesso in streaming sul sito web IlSole24ore.com.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

http://www.eunews.it/

A Bruxelles summit Ue-America latina e Caraibi, attese 61 delegazioni e capi di Stato

Page 39: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

8 giugno 2015

Il tema sarà la costruzione di una società più giusta e prospera. Pressing delle ong per rilanciare i rapporti fra le due regioni con più attenzione per la cooperazione il rispetto dei diritti umani

Bruxelles – Sessantuno delegazioni nazionali in rappresentanza di più di un miliardo di persone. Sono questi i numeri impressionanti che stanno dietro al summit che mercoledì e giovedì riunirà a Bruxelles gli uomini più potenti dell’Unione europea e della Comunità di Stati Latinoamericani e dei caraibi (Celac). Si tratta della seconda riunione di questo tipo da quando la confederazione del Centro e Sud America ha adottato il nome Celac, ma è dal 1999 che i dirigenti delle due sponde dell’Atlantico si riuniscono ogni due anni per stabilire le priorità del loro partenariato. Nel 2013 la sede del vertice era stata Santiago del Cile, quest’anno Bruxelles, e il tema sarà “Concepire il nostro avvenire comune per offrire ai nostri cittadini delle società prospere, solidali e sostenibili a lungo termine”. Tra i Paesi Sudamericani c’è ovviamente anche il Brasile, una delle economie in maggiore crescita nel Mondo. L’Ue sarà rappresentata dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, dal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e dall’Alto rappresentante per la Politica estera, Federica Mogherini, che avrà anche il compito di co-presiedere il vertice insieme a Ricardo Patiño, ministro degli Affari esteri dell’Ecuador e presidente della Celac.

La riunione dei capi di Stato sarà preceduta domani dall’incontro fra i ministri degli Affari esteri dei 61 Paesi Ue-Celac, che avrà lo scopo di rilanciare le relazioni bilaterali fra le due regioni. Un altro degli eventi che avranno luogo a margine del vertice principale sarà il Summit delle imprese. L’iniziativa, co-organizzata dal commissario per il Mercato interno, Elżbieta Bieńkowska, e dal commissario per la Cooperazione internazionale Nemen Mimica, si svolgerà il 10 giugno e riunirà i rappresentanti delle imprese delle due sponde dell’Atlantico.

Grandi sono le aspettative nei confronti del vertice internazionale Ue-Celac, in particolare da parte delle organizzazioni non governative. A marzo, più di 100 ong europee e latinoamericane si erano riunite a Bruxelles per sintetizzare le proprie richieste in un unico documento da presentare al forum istituzionale. “L’Europa deve rivedere le sue relazioni con l’America latina e i Caraibi mettendo l’accento su più cooperazione e uguaglianza socio-economica nel rispetto dei diritti umani” è il messaggio principale della dichiarazione congiunta redatta al termine del forum. Le ong considerano il summit di mercoledì e giovedì di un’importanza strategica per sottolineare l’importanza di promuovere delle relazioni fra le due regioni che siano focalizzate sui diritti umani, sulla parità di genere, e sulle alternative sostenibili al modello economico corrente per una società più giusta e inclusiva. Per questo molte di loro hanno promosso una mobilitazione di tre giorni che ha preso il via oggi a Bruxelles, sede del vertice, e a Strasburgo, dove questa settimana si riunisce il Parlamento europeo in sessione plenaria. Le stesse organizzazioni hanno anche prodotto un video animato per denunciare i rischi derivanti da una relazione non bilanciata fra Europa e America latina.

Il 19 marzo scorso, ad aprire il Forum della società civile Ue-Celac era stata Federica Mogherini, che, esprimendosi in spagnolo, si era rivolta direttamente ai rappresentanti latinoamericani e dei Caraibi rivendicando di aver spinto per “dare un nuovo impulso alle relazioni Ue-Celac” fin dall’inizio del suo mandato. “Il summit di giugno deve servire per rilanciare la nostra relazione e introdurre in maniera congiunta una nuova dinamica” aveva dichiarato l’Alto rappresentante, definendo l’America centro-meridionale “l’estremo Occidente” dell’Europa. E sulle violazioni dei diritti umani che ancora si registrano in alcuni Paesi della Celac, in particolare riguardo al diritto d’espressione, Mogherini aveva affermato che l’Ue continuerà a incoraggiare tutti i suoi partner

Page 40: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

“per promuovere una partecipazione significativa e strutturata delle organizzazioni della società civile al dialogo politico nazionale e spingerà per il rispetto dell’indipendenza delle ong”.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

http://www.repubblica.it/

Carceri, detenuti e criminalità sono in calo, resta il nodo dei suicidi Il Rapporto dell'Associazione Antigone sulla condizione dei penitenziari italiani rivela che i reclusi calano di quasi 9.000 unità e i reati del 14%, rispetto al 2013. Aumenta anche il periodo d'apertura delle celle. Ma intanto a togliersi la vita sono stati in 9 nei primi mesi del 2015

di MARTA RIZZO

ROMA - L'Associazione Antigone, da anni, è l'unico referente sulla reale condizione delle case circondariali, perché è l'unico organo che, tramite i suoi rappresentanti, può entrare nelle carceri e comprovare i fatti. Dopo diversi anni di situazioni disumane, le cose sembrano migliorare. Reclusi e criminalità in calo, celle aperte per 8 ore. Il numero dei carcerati scende e, con esso, anche il numero della criminalità. I detenuti di febbraio 2015 sono 53.982; il 31 dicembre 2013 (a 7 mesi dalla sentenza della Corte europea dei diritti umani nel caso Torreggiani, la sentenza della Corte di Strasburgo che puniva l'Italia per la violazione dell'articolo 3 della Convenzione sul divieto di tortura, pene o trattamenti inumani o degradanti, e stabiliva il termine di 1 anno perché il nostro paese si adeguasse a criteri internazionali di civiltà carceraria), i detenuti erano ben 62.536. Le cose si sono evolute, dunque, e, tra le altre, una buona notizia è l'apertura delle celle per almeno 8 ore al giorno: regola portata a regime per l'85% dei detenuti di media sicurezza, anche se restano sacche d'illegalità, dovute forse a "strutture più problematiche - cita il Rapporto Antogone - o a direttori meno coraggiosi". L'affollamento si abbassa, ma non sempre. Il tasso di concentramento, secondo il Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap), è del 108%, ovvero 108 detenuti ogni 100 posti letto. Ma, per stessa ammissione Dap, il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali casi di reparti chiusi per lavori di manutenzione, per esempio, che

Page 41: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

creano sovraffollamento. Tali situazioni transitorie, riguarderebbero circa 4.200 carcerati e il tasso di affollamento sale così al 118%. "Dunque - precisa l'Osservatorio Antigone - bisogna insistere con le riforme per arrivare alla normale condizione di 1 detenuto per 1 posto letto". Si riducono gli arresti carcerari. Gli ingressi in carcere sono stati 50.217 nel 2014, mentre erano ben 92.800 nel 2008 in piena ondata securitaria. In 6 anni gli arrestati sono diminuiti di 42.683 unità. "Una diminuzione - riporta Antigone - dovuta al cambio della legislazione sugli stranieri e alle nuove norme in materia di arresto, tendenti a evitare il peso delle detenzioni brevi in fase pre-cautelare, e custodia cautelare, limitati ai casi di reati di minore allarme sociale". Non c'è legame tra detenzione e criminalità. "Il calo della popolazione detenuta non ha inciso sulla criminalità - rivela il rapporto - sfatando il nesso, socialmente diffuso, secondo cui più criminali sono chiusi in carcere, meno delitti vengono commessi fuori". Nel 2014, l'indice di delittuosità è diminuito del 14%, nonostante la popolazione reclusa sia anch'essa diminuita, "segno che in carcere stavano persone (principalmente immigrati e consumatori di droghe) che nulla hanno a che fare con il crimine e che, una volta uscite, non hanno commesso nuovi reati". Anche gli omicidi sono diminuiti dell'11,7%, le rapine del 13% e i furti dell'1,5%. Meno reclusi per droga, più per mafia. Nel 2014, i reati contro il patrimonio sono stati il 24,1% del totale. A seguire, quelli contro la persona il 17,7% e quelli in violazione della legge sulle droghe il 15,1%. Rispetto a 4 anni fa, c'è stato un calo di ben 9.253 imputazioni per motivi di droga "e questo - cita il documento - è l'esito dell'abrogazione della legge Fini-Giovanardi da parte della Corte Costituzionale". Aumentano, invece, i reati di mafia: 6.903 nel 2014 sono i detenuti accusati di criminalità organizzata, contro i 5.227 del 2008. Un passo in avanti nella lotta alle mafie. Gli stranieri in carcere in Italia, più del doppio che nell'Ue. Nell'intera Unione europea i detenuti extracomunitari sono circa 250.000, ossia il 14% del totale. La percentuale di stranieri nelle carceri italiane è del 32%, ovvero 11 punti in più rispetto al dato europeo. Fino al 1996 la quota di stranieri detenuti in Italia si mantiene piuttosto bassa, ma dopo quell'anno, comincia a crescere. Tra il 1998 e il 2000 tocca la soglia del 30%. Al 31 dicembre del 2014 i detenuti immigrati sono il 32,56% del totale. Le nazionalità più rappresentate sono il Marocco, la Romania, l'Albania, la Tunisia, la Nigeria, l'Egitto, l'Algeria, il Senegal, la Cina, l'Ecuador. 5.786 sono i detenuti di fede islamica. 30.794 quelli di fede cattolica. Suicidi e autolesionismo: i danni irrisolti dei carcerati. Quello dei suicidi in carcere rimane una delle principali patologie del sistema penitenziario italiano, "legata all'incapacità del sistema - denuncia Antigone - di intercettare le singole storie di disperazione e la scarsa attivazione di programmi di prevenzione del rischio". Sono stati 9 i suicidi dall'inizio del 2015; 44 i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane nel 2014. La media di suicidi ogni 10.000 detenuti è pari al 7,7%, una percentuale superiore

Page 42: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

alla media europea che è del 5,4%. Gli ultimi dati di Antigone dicono che in Italia i suicidi fuori dalle carceri sono lo 0,67% . In prigione ci si ammazza in una percentuale ben 12 volte superiore. Nel 2014, poi, 6.919 sono stati i detenuti coinvolti in atti di autolesionismo (tagli sul proprio corpo con le lamette, o altre lesioni sulla propria persona) e 933 detenuti hanno tentato il suicidio. Un detenuto su due soffre di una malattia infettiva, quasi uno su tre di un disturbo psichiatrico. L'eterna attesa del reato di tortura. "La prigione è il solo luogo in cui il potere può manifestarsi allo stato bruto, nelle sue dimensioni più eccessive e giustificarsi, all'esterno, come potere morale." Scrive così Michel Foucault nel suo Sorvegliare e punire (1975). Il potere, che imprigiona il corpo nell'anima del detenuto, dovrà imparare anche a rispettare quel corpo di quell'anima. A oggi, infatti, il codice penale italiano presenta una "lacuna insopportabile - il Rapporto Antigone - che rende l'Italia inadempiente ai suoi obblighi derivanti dal diritto internazionale: la mancata previsione del reato di tortura. L'Italia si era impegnata in tal senso sin dal 1989. Il reato viene qualificato come comune e quindi imputabile a qualunque cittadino, anche se si prevede l'aggravante qualora commesso da pubblico ufficiale". È ora di sviluppare un percorso mai concluso e rendere effettivo il reato di tortura, fuori e dentro le carceri.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

http://www.internazionale.it/

In Iran comincia il processo contro un giornalista statunitense Il giornalista del Washington Post Jason Rezaian è in carcere da dieci mesi con l’accusa

di spionaggio. Rezaian, che ha la doppia nazionalità iraniana e statunitense, è accusato di

aver passato informazioni a “governi ostili”

È ripreso a Teheran il processo a porte chiuse, cominciato il 26 maggio, contro il

giornalista del Washington Post, Jason Rezaian, in carcere da undici mesi, con l’accusa

di spionaggio. L’avvocata di Rezaian, Leila Ahsan, ha detto che non può rilasciare

alcuna dichiarazione sull’udienza, perché secondo la legge iraniana è illegale fornire

Page 43: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

informazioni su un processo a porte chiuse. Il corrispondente da Teheran del Washington

Post deve affrontare quattro capi di accusa e potrebbe rischiare fino a 20 anni di

prigione. Tra gli imputati, insieme al giornalista iraniano-statunitense, ci sono altre due

persone di cui non si conosce l’identità.

La modalità del processo a porte chiuse è stata criticata dalle organizzazioni per la

libertà di stampa, dal Washington Post e dal dipartimento di stato statunitense. Il

direttore del quotidiano di Washington, Martin Baron, ha definito “vergognosa” la

decisione del tribunale iraniano di tenere il processo a porte chiuse. “Jason è stato

arrestato senza nessuna accusa, è stato messo nella peggiore prigione dell’Iran, in

isolamento per molti mesi, senza che gli fossero prestate le cure mediche necessarie. Gli

è stato assegnato un giudice conosciuto per aver violato più volte i diritti umani”, ha

scritto Baron. Il giornalista, infatti, sarà giudicato da Abolghassem Salavati, un giudice

noto per le sue durissime sentenze contro gli oppositori del regime e gli attivisti per i

diritti umani.

“Sono solo un giornalista, e tutte le attività che ho condotto da giornalista erano legali”,

ha detto Rezaian durante la prima udienza del processo, scrive l’agenzia di stampa

iraniana Mehr.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

http://www.comedonchisciotte.org/

SBARCHI DI MASSA, L'UCRAINA DEL MEDITERRANEO

Postato il Sabato, 06 giugno

DI FEDERICO DEZZANI

federicodezzani.altervista.org Dopo i 170.000 immigrati sbarcati nel 2014, il governo italiano stima per il 2015 un nuovo record da 400.000 arrivi, di cui un terzo profughi e due terzi clandestini: i numeri non sono paragonabili a quelli del Libano dove la popolazione è aumentata del 50% a causa della destabilizzazione siriana, ma

Page 44: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

sono comunque allarmati perché una massa senza alcun legame linguistico e culturale con l’Italia è scaricata su una società già esasperata dalla crisi economica. Dietro l’invasione si cela la volontà di Washington e Londra di replicare nel Mediterraneo la strategia adottata nell’est-europeo con la crisi ucraina: generare instabilità nel tentativo di puntellare la UE/NATO, spacciate come ancora di salvezza anziché come causa dell’immigrazione selvaggia. Dalla Marina Militare alle cooperative passando per i servizi segreti, diversi attori italiani assecondano l’operazione.

I vani sforzi italiani per risolvere alla radice l’immigrazione

L’immigrazione di massa dall’Africa verso l’Europa non è un fenomeno dalle radici profonde ma, al contrario, è storia recente, il cui inizio può essere ricondotto alla fine della Guerra Fredda ed all’avvento del “nuovo ordine mondiale” propugnato dalle élite euro-atlantiche. Come il fondamentalismo islamico e le varie organizzazioni terroristiche sunnite erano sostanzialmente estranei al mondo bipolare (dall’Algeria al Pakistan, dalla Libia alla Somalia vigevano regimi più o meno limpidi, ma rigorosamente laici e spesso d’ispirazione socialista), così l’immigrazione non era alimentata da ondate di profughi o da flussi superiori alle esigenze del mercato del lavoro, tranne nei paesi europei, Francia e Gran Bretagna in testa, che sul solco dell’esperienza coloniale scelgono fin dagli anni ’80 di adottare la politica, rivelatasi poi fallimentare, dell’accoglienza indiscriminata.

La nascita e lo sviluppo del fondamentalismo islamico risponde sia alla volontà delle monarchie del Golfo, che professano l’islam sunnita più retrogrado ed intollerante (il wahhabismo), di espandere il proprio credo all’intero mondo mussulmano che alla necessità di Washington, Londra e Tel Aviv di plasmare un nemico contro cui intervenire militarmente in Medio Oriente.

I flussi immigratori dall’Africa e dal Medio Oriente verso l’Europa sono analogamente il prodotto delle politiche adottate dagli angloamericani, che aborriscono l’idea dello sviluppo ordinato della regione (che rimpicciolirebbe Israele data la propria minuscola economia) ma preferiscono piuttosto fomentare tensioni e caos fedeli al “divide et impera”. Le ondate migratorie si inseriscono poi nel progetto massonico/mondialista di lungo periodo di annacquare le nazionalità europee con l’iniezione di popolazioni allogene, per facilitarne la fusione in organismi sovranazionali.

L’Italia, promotrice sin nel XX secolo di un colonialismo “meridionalista” che cerca nei territori africani occasioni di lavoro piuttosto che lo sfruttamento delle risorse naturali, è su posizioni diametralmente opposte agli USA ed al Regno Unito, anche in virtù della sua posizione al centro del Mediterraneo che le espone alle turbolenze di tutta l’Africa a nord del Sahara: dove gli italiani hanno interesse a costruire, gli angloamericani hanno interesse a bombardare, dove gli italiani tessono i rapporti diplomatici, gli angloamericani esacerbano le

Page 45: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

tensioni, dove gli italiani prediligono il commercio, gli angloamericani optano per la soluzione militare. Tanto la nostra politica arginerebbe i flussi d’immigrazione, quanto quella di Washington e Londra alimenta i dissesti economici e politici che sono all’origine delle migrazioni di massa.

Basti dire che in cima alle nazionalità degli immigrati che sbarcano ogni anno in Italia figurano ancora i somali, il cui Paese sprofonda nel 1991 in un’instabilità da cui non si è mai più ripreso (il che dovrebbe preoccupare non poco per la Libia). Il caos in cui precipita la Somalia è naturale o indotto? E se è artificialmente generato, chi concorre a destabilizzare il fragile paese del Corno d’Africa?

Ebbene, la Somalia è il primo caso di disgregazione di uno Stato africano condotto dagli angloamericani ai danni dell’Italia. Assegnata a Roma in amministrazione fiduciaria dalla Nazioni Unite, dal 1950 al 1960 il povero ma strategico Paese è un’estensione dell’Italia, con cui condivide bandiera, lingua ufficiale ed inno nazionale. Ottenuta l’indipendenza nel luglio del 1960, ai vertici dello Stato siede il filo-britannico Abdirashid Ali Shermarke, primo ministro dal 1960 al 1964 e poi presidente.

Nell’autunno del 1969, lo stesso anno in cui Muammur Gheddafi rovescia con il determinante sostegno dei servizi italiani il re Idris messo in trono dagli inglesi, l’ex-carabiniere Mohammed Siad Barre (1919-1995) è artefice di un golpe che lo eleva a Presidente della Repubblica Democratica Somala. Proprio come la Libia del Colonnello, sebbene la nuova Somalia si inspiri ad ideali socialisti ed apra alla collaborazione con l’URSS, gravita però nell’orbita italiana per quanto concerne l’economia: i rapporti tra la Somalia di Barre e l’Italia di Bettino Craxi sono così buoni che nel 1985 si celebra la storica visita del premier socialista a Mogadiscio, accolto con calore e sfarzo.

La dissoluzione dell’URSS nel 1991 sancisce l’inizio del “nuovo ordine mondiale” a guida angloamericana, dove a saltare sono innanzitutto le conquiste italiane in politica estera, ottenute strizzando l’occhio a Mosca ed ai movimenti terzomondisti: la Libia del Colonnello è immediatamente oggetto delle sanzioni dell’ONU che le impediscono di esportare il petrolio1, mentre per la Somalia è adottata una strategia più aggressiva che punta allo smembramento del Paese.

Già indebolita dalla guerra dell’Ogaden contro l’Etiopia (1977-1978), la Somalia patisce duramente gli effetti della Prima Guerra del Golfo (1990-1991) che azzera le fondamentali rimesse dei somali che lavorano nella regione e blocca le esportazioni di bestiame. Siad Barre è ora stanco ed anziano, il suo clan gestisce in maniera opaca lo Stato ed il Paese è minato dalle faide tra etnie e dalle velleità secessionistiche dell’ex-Somaliland britannico.

Il ministro degli esteri Gianni De Michelis e le autorità egiziane si adoperano per una transizione morbida verso la democrazia, progettando un iter che passa dalla redazione della costituzione a nuove elezioni. A sabotare gli sforzi italo-egiziani intervengono gli inglesi che danno ospitalità a Londra,

Page 46: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

foraggiandoli anche con cospicui finanziamenti2, ai partiti ostili a Siad Barre: il Somali National Movement che si batte per l’indipendenza dell’ex-Somaliland britannico, l’United Somali Congress del generale Mohammed Farah Aidid ed il Somali Popular Movement boicottano gli sforzi italiani fino a farli deragliare. Sono in particolare la BBC inglese ed il Foreign Office che si prodigano per alimentare le spinte secessionistiche dell’ex-Somaliland, denigrano il governo centrale di Mogadiscio e discreditano la politica somala dell’Italia.

Neutralizzate le iniziative italo-egiziane, una serie di misteriosi attentati scuote la capitale, ricalcando il classico schema della strategia della tensione: bombe all’ambasciata cinese ed irachena, attentati contro la rappresentanza della CEE e l’ufficio centrale delle poste. Per assestare il colpo di grazia allo stato somalo, gli USA ritirano il loro sostegno all’esercito che, demoralizzato e malpagato, si sfalda rapidamente: è l’inizio della guerra civile tra le etnie, fondamentalisti islamici, separatisti dell’ex-Somaliland britannico e signori della guerra vari che trasformano la Somalia in una terra di nessuno. Lo Stato fallito diventa in cambio un’agevole base per Al Qaida-ISIS-Al Shabab, offrendo così costanti pretesti a Washington per bombardare, con l’unico concreto risultato di tenere il Paese in un perenne stato di prostrazione ed instabilità.

Sono infatti essenzialmente somali i profughi che nei primi anni 2000 si riversano sulle coste italiane in un breve momento di bonaccia internazionale, prima che inizi “la guerra al terrore” e la lunga destabilizzazione del Medio Oriente, utile anche ad Israele.

Il Colonnello Gheddafi scampa nel 1996 all’ennesimo tentativo dell‘MI6 inglese di assassinarlo ricorrendo agli islamisti del Libyan Islamic Fighting Group3 e l’Italia, grazie ad un certosino lavoro diplomatico, ottiene il reinserimento di Tripoli nella comunità internazionale. Nel 1999 sono revocate le sanzioni ONU e sotto il governo Berlusconi II (2001-2005) i legami economici tra i due Paesi si irrobustiscono, consentendo alle aziende italiane di conquistare la preminenza nei settori energia, infrastrutture e difesa.

Nel febbraio del 2009 il Parlamento italiano ratifica il “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione” tra Italia e Libia che, oltre a porre fine ai contenziosi dell’epoca coloniale, vieta ai contraenti il reciproco ricorso della forza (art. 3) e l’ingerenza degli affari interni (art.4). L’Italia si impegna a dotare la Libia, ricorrendo ad imprese italiane, di infrastrutture per in valore di 5 $mld ed è messa a punto una soluzione per risolvere l’annosa questione dell’immigrazione clandestina. L’art 19 del trattato recita infatti4:

1. Le due Parti intensificano la collaborazione in atto nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all’immigrazione clandestina, in conformità a quanto previsto dall’Accordo firmato a Roma il 13/12/2000 e dalle successive intese tecniche, tra cui, in particolare, per quanto concerne la lotta all’immigrazione clandestina, i Protocolli di cooperazione firmati a Tripoli il 29 dicembre 2007.

Page 47: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

È l’inizio dei respingimenti che, sebbene denigrati dalla organizzazioni sovranazionali e Caritas varie (la Corte europea dei diritti dell’uomo, in spregio all’emergenza sbarchi che l’Italia affronta in solitudine e su pressione dell’establishmet atlantico, ne chiede la sospensione nel 2012), producono un calo del 90% degli sbarchi nel 20105 rispetto all’anno precedente. In termini assoluti l’afflusso di immigrati crolla nel biennio 2009/2010 a 14.000 unità dalle 38.000 del 20086: determinante, per l’attuazione della strategia anti-sbarchi, è la fornitura da parte italiana di sei motovedette alla marina libica che, affiancandosi alle nostre unità, fermano nelle acque libiche le imbarcazioni cariche di immigrati7.

È proprio contro queste motovedette che nel 2011 si accanisce la NATO, annichilendo la sparuta flotta libica e le capacità di contenere i flussi migratori.

2011, il crollo

L’Italia, considerata nei consessi internazionali ancora un paese uscito sconfitto dall’ultima guerra e come tale trattata, è nel 2011 oggetto di un attacco in grande stile che nell’arco di dieci mesi (febbraio – novembre) scardina la democrazia, l’economia e le alleanze internazionali.

Con il concorso delle agenzie di rating americane Standard & Poor’s e Moody’s e la manipolazione dei credit default swap ad opera di Goldman Sachs, Silvio Berlusconi, già dimezzato dallo scandalo Ruby, è costretto alle dimissioni sull’onda dell’emergenza spread. Al suo posto è installato a Palazzo Chigi il mondialista Mario Monti, futuro artefice dell’austerità che nel volgere di pochi mesi devasta il sistema produttivo italiano.

Sfruttando l’estrema debolezza italiana e giocando sempre di sponda con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, gli angloamericani ed i francesi coronano finalmente il sogno di rovesciare Muammur Gheddafi: la totale perdita di sovranità monetaria, politica e militare dell’Italia consente così a Washington, Londra e Parigi di riuscire dove avevano fallito per 42 anni (il primo esperimento anglo-francese per spodestare il Colonnello – l’operazione Hilton Assignment8 – è sventato dal Sid guidato dal generale Vito Miceli già nel 1970).

I bombardamenti della NATO radono al suolo lo Stato libico, travolgendo sotto le macerie anche gli strumenti per la lotta all’immigrazione: il 70% della flotta libica9 è affondato o gravemente danneggiato dai raid aerei e, fatto ancora più grave, è inferto un colpo letale al regime che, con tutti i suoi limiti, garantisce un livello minimo di organizzazione burocratica, indispensabile per controllare i flussi migratori.

Le cifre degli sbarchi sono sufficientemente eloquenti: nell’intero 2011, mentre i droni americani ed i corpi speciali anglo-francesi sono impegnati nella snervante caccia al Colonnello, sulle coste italiane si riversano 62.000 immigrati, rispetto ai 13.900 dei due anni precedenti10.

Page 48: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Il 2012 è un anno relativamente tranquillo per la vita politica libica, incentrata sulla nascita del Congresso Generale Nazionaleincaricato di scrivere la nuova costituzione. È il periodo in cui l’ambasciatore americano Christopher Stevens, usando come base operativa il consolato americano di Bengasi condiviso con la CIA11, supervisiona il traffico d’armi dalla Libia verso i porti turchi, dove gli arsenali del defunto Colonnello equipaggiano gli islamisti impegnati nella lotta contro Bashar Assad12. Qualcosa deve però guastarsi nei rapporti tra Stevens ed i ribelli libici, freschi della recente collaborazione per rovesciare Gheddafi: l’11 settembre 2012 il consolato di Bengasi è preso d’assalto dai miliziani di Ansar al-Sharia e l’ambasciatore americano soccombe nell’incendio appiccato all’edificio dove si è rifugiato.

Ciononostante, l’emergenza sbarchi cala per tutto il 2012 e nell’intero anno si registrano “solo” 13.000 nuovi arrivi.

La sostituzione del defunto Christopher Stevens con l’ambasciatrice Deborah Jones, prudentemente installata a Malta, avvia però nel 2013 una nuova prepotente destabilizzazione del Paese nord-africano: a gennaio il console italiano Giuseppe De Santis esce illeso da un’imboscata tesagli a Bengasi ed il ministro degli esteri Giulio Terzi denuncia il tentativo di rigettare il paese nel caos13; ad aprile è la volta di un attentato dinamitardo all’ambasciata francese; a maggio un’autobomba sventra parte dell’ospedale centrale di Bengasi e la popolazione esasperata protesta contro il governo incapace di garantire la sicurezza; a giugno una carica è piazzata sotto l’auto del corpo diplomatico italiano a Tripoli ed i servizi segreti ipotizzano il coinvolgimento di un terrorista vicino agliinglesi14; a ottobre, a dimostrare l’impotenza del governo, il premier alb è vittima di un sequestro lampo nell’albero in cui alloggia; a dicembre il primo attentato suicida dell’era post-Gheddafi uccide otto persone ad un posto di blocco nei pressi di Bengasi.

L’intero 2013 è poi costellato da misteriosi omicidi eccellenti che eliminano, una dopo l’altra, figure di spicco dell’establishement libico con ovvie ripercussioni sulla stabilità del Paese: muoiono 50-60 persone, tra cui si annoverano funzionari della polizia, giudici, attivisti, generali delle forze armate ed alti ufficiali dei servizi d’informazione15.

Gli sforzi angloamericani per bloccare la normalizzazione del Paese sortiscono gli effetti sperati ed il 2013 è un anno record per gli sbarchi: 43.000 immigrati approdano sulle coste italiane, di cui il 65% parte dalla Libia.

Nel 2014 gli angloamericani raccolgo i frutti della loro strategia di destabilizzazione: le fragili istituzioni libiche collassano sotto il peso di faide tra tribù, attentati dinamitardi ed intolleranze religiose, provocando un parallelo aumento vertiginoso degli sbarchi che totalizzano il record di 170.000 persone.

Basta analizzare le rotte dei barconi per avere conferma che dietro l’ondata di sbarchi che investe l’Italia ci siano Washington e Londra: la quasi totalità dei barconi salpa dalla Tripolitania (la regione libica più vicina alla Sicilia) ed è

Page 49: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

proprio qui che nell’agosto del 2014, in netta opposizione alla tradizione che vuole la Tripolitania “laica” e la Cirenaica “islamica”, si installa la formazione islamista Alba della Libia.

Disconoscendo l’esito delle elezioni del 25 giugno, Alba della Libia conquista manu militari la capitale, obbligando il legittimo governo del premier Abdullah al-Thani a riparare a Tobruk. Le fortune degli islamisti di Alba della Libia sono legate al sostegno economico e militare elargito da Turchia, Qatar, USA e Regno Unito, uniti anche sul fronte siriano contro il regime laico di Bashar Assad. Come abbiamo più volte evidenziato nelle nostre analisi, la vicinanza degli angloamericani agli islamisti di Tripoli e la parallela ostilità verso il governo di Tobruk e l’esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar, spinge quest’ultimi a cercare a Mosca le forniture militari per la riconquista del Paese, negate loro da Washington che persegue la “somalizzazione” della Libia.

Fa sorridere il tentativo della stampa filo-americana italiana di scaricare sul generale nazionalista Haftar, impegnato da mesi nella riconquista di Bengasi, le colpe dell’immigrazione clandestina: si cimenta nell’impresa il giornalista de Il Manifesto Giuseppe Acconcia (collaboratore dell’OpenDemocracy di George Soros e docente presso l’Università americana del Cairo): anziché notare la lapalissiana responsibilità del governo islamista di Tripoli nel traffico degli immigrati, Acconcia accusa il governo di Tobruk ed il generale egiziano Al-Sisi di alimentare i flussi migratori con oscure finalità ricattatorie16.

Nel 2015 compare anche in Libia l’ISIS, i cui miliziani sono trasbordati con il placet americano dalla coste turche alla Libia per mezzo di navi, di tanto in tanto bersagliate dall’aviazione libica. Il governo di Tobruk non desiste dal chiedere alla comunità internazionale, ed all’Italia in particolare, di essere debitamente equipaggiato per combattere l’immigrazione clandestina, ammonendo anche di possibili infiltrazioni di miliziani dell’ISIS : Roma ignora le richieste del legittimo governo libico e preferisce allertare le prefetture e le

regioni per ricevere la cifra record di 400.000 nuovi immigrati17.

L’Italia, dopo l’avvallo alla scellerata operazione NATO contro Muammur Gheddafi, si dimostra infatti ancora completamente succube ai diktat di Washington: anziché arginare un fenomeno destabilizzante e socialmente esplosivo come l’arrivo in massa di centinaia di migliaia di persone, lo Stato italiano, già gravemente debilitato, si adopera in ogni modo per facilitare l’invasione di clandestini.

Roma rifiuta l’assistenza al governo di Tobruk nella lotta all’immigrazione, perché finora la volontà è stata quella di assistere e persino incrementare degli sbarchi in ossequio alla direttive di Washington: ampi spezzoni dello Stato assecondano questa politica.

Page 50: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Dalla Marina Militare alle coop, passando per i servizi: i fiancheggiatori

Nel febbraio del 2012 la Corte europea dei diritti dell’uomo fornisce un assist decisivo per l’attuazione dell’invasione programmata dell’Italia, condannando la politica dei respingimenti attuata dall’Italia che nel biennio 2009-2010 dimezza quasi gli sbarchi: il mondialista Mario Monti, installato a Palazzo Chigi sull’onda dell’emergenza spread, si dice pronto a recepire la sentenza della Corte18.

È in questi mesi che si perfeziona il business dell’immigrazione clandestina, attivo a scala nazionale ma sviscerato solo a Roma nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale: l’indagine del procuratore Giuseppe Pignatone ci interessa non tanto per i risvolti politici ma perché rivela la partecipazione di larghi ed importanti spezzoni dello Stato al fenomeno dell’immigrazione di massa, intesa non come una minaccia da contrastare, ma al contrario come un avvenimento da sfruttare.

L’emergenza clandestini si trasforma a Roma, ma è così in tutta l’Italia, in un’opportunità per macinare utili a spese dello Stato, che prima asseconda ed alimenta gli affari ruotanti attorno alla gestione degli immigrati e poi, con l’avvio di Mare Nostrum, si preoccupa di incrementare esponenzialmente gli arrivi di profughi e clandestini.

A Roma il business dell’immigrazione fa capo a Salvatore Buzzi (“Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende di meno” recita una sua telefonata) e Massimo Carminati, capo di un clan mafioso abile nell’intercettare gli appalti del Comune di Roma, da ultimo quelli legati all’accoglienza dei clandestini.

Chi sono questi due loschi figuri? Due pesci piccoli del mondo criminale romano, che hanno scalato per caso i vertici della cupola mafiosa che fa il bello ed il cattivo tempo nella capitale? Decisamente no.

Salvatore Buzzi, condannato nel 1980 a venti anni di carcere per aver ucciso con 34 coltellate il complice con cui froda la banca dove è impiegato19, ha il raro privilegio nel 1994 di essere graziato dal Capo dello Stato, allora Oscar Luigi Scalfaro. Intuisce da subito le allettanti potenzialità del terzo settore se sviluppato gomito a gomito con la politica e divenuto sodale di Luca Odevaine, già vice-capo Gabinetto ai tempi della giunta di Walter Veltroni, si infiltra così a fondo nel mondo politico romano da essere in grado di accaparrarsi la metà degli appalti legati all’emergenza immigrazione (l’altro 50% è dirottato sulle coop cattoliche dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone). Il consorzio di cooperative Eriches da Buzzi, chiude il bilancio del 2013 con 53 milioni di fatturato e, come ammette da lui stesso, tutti gli utili provengono dalla gestione di profughi e clandestini20.

Massimo Carminati, il re di Roma alle cui dipendenze soggiace anche Buzzi, è invece l’ultimo epigono della Banda Magliana, l’organizzazione malavitosa che

Page 51: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

imperversa nella capitale tra gli anni ’70 e ’90, così vicina ai servizi segreti da nascondere il proprio arsenale nei depositi del Ministero della Sanità. La longevità di Carminati nel crimine romano, oltre ad un vita piuttosto discreta ed appartata, è riconducibile alla passata esperienza nei Nuclei Armati Rivoluzionari che, sul solco del terrorismo nero degli anni ’70, collaborano alla strategia delle tensione con efferati stragi (la bomba alla stazione di Bologna del 1980) ed omicidi eccellenti (l’assassinio di Piersanti Matterella sempre nel 1980).

La contiguità dei servizi segreti, eufemisticamente definiti “deviati”, alle attività criminali di Buzzi e Carminati è brevemente pubblicizzata appena esplode lo scandalo21: poliziotti che avvertono il “re di Roma” di essere sotto indagine, 007 che forniscono consulenze e apparecchi per non essere intercettati, carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Trastevere che si mettono a disposizione dell’organizzazione criminale, etc etc.

Buzzi e Carminati sono a conoscenza già nel novembre 2013, un anno prima che scattino i gli arresti di Mafia Capitale, di essere sotto indagine, ma il loro senso di impunità è tale che i loro affari proseguono imperterriti: a turbarli è solo la nomina nel 2012 a procuratore della Repubblica di Roma di Giuseppe Pignatone che, dopo la sua attività a Reggio Calabria, è considerato un mina vagante, fuori dai giochi romani22.

Un altro ramo dell’inchiesta Mafia Capitale prontamente insabbiato dalla stampa è quello che coinvolge la Marina Militare: nel dicembre del 2014 sono tratti in arresto tre ufficiali con l’accusa di aver organizzato una truffa ai danni dello stato per 7 €mln, appropriandosi del gasolio formalmente destinato ad una nave cisterna affondata nell’Atlantico un anno prima.

La Marina Militare, la forza armata storicamente più vicina degli angloamericani, è tra i maggiori fiancheggiatori dell’immigrazione selvaggia e nell’ottobre del 2013 esercita forti pressioni sul governo italiano per il lancio di Mare Nostrum, l’operazione di salvataggio a largo delle coste siciliane che, anziché arginare il fenomeno degli sbarchi, in poco più di un anno (ottobre 2013- novembre 2014) fa lievitare il numero di immigrati in arrivo all’incredibile cifra di 170.000 unità.

Invece di farsi carico dei barconi quando entrano in acque italiane, la Marina Militare e la Guardia Costiera estendono il loro raggio d’azione alle acque libiche, cosicché agli scafisti è sufficiente affacciarsi sul mare, chiamare i soccorsi ed attendere di essere rimorchiati fino ai porti italiani.

La Marina Militare è entusiasta di Mare Nostrum, che finalmente le offre un ampio spazio mediatico sui cinegiornali della RAI, carta stampata e siti di Amnesty International e Ong varie, dove è celebrato l’impegno della Marina a “salvare il maggior numero possibile di vite umane”23. Poco importa se alcuni immigrati ammettano di essere stati costretti ad imbarcarsi sotto la minaccia della armi, salpando dalle spiagge di Tripoli controllate dalle milizie islamiste di Alba della Libia.

Page 52: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Quando in Parlamento qualcuno fa notare come sia proprio Mare Nostrum la causa dell’aumento esponenziale di sbarchi, il capo di stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi ha la sfacciataggine di sostenere che non sia l’operazione italiana ad alimentare il flusso di clandestini, bensì “fattori di forza globali”, come “il disfacimento di Eritrea, Siria e Libia”24: l’ammiraglio dimentica che la dissoluzione di questi stati non è frutto di cause naturali, ma della precisa azione di Stati Uniti, Regno Unito ed Israele, coadiuvatati da alcuni paesi mussulmani.

Arriviamo all’interrogativo finale: a cosa servono gli sbarchi di massa, accuratamente apparecchiati dalla NATO?

Emergenza sbarchi, l’altra Ucraina dell’Europa

Nei nostri articoli abbiamo evidenziato fin da subito come il principale obbiettivo del golpe in Ucraina fosse sedare le forze centrifughe in seno all’UE generate dall’eurocrisi: provocando la scontata reazione di Mosca minacciata nei suoi interessi vitali, gli angloamericani elevano la Russia a nuovo pericolo per l’Europa, rispolverando la funzione originale della UE/NATO, nate per il contenimento dei russi.

Abbiamo inoltre dato risalto alla perfetta correlazione tra crisi greca e crisi ucraina, sottolineando come l’aumento delle probabilità che Atene lasci l’euro sia accompagnate a distanza di giorni, se non di ore, dalla recrudescenza del conflitto ucraino.

Ebbene, la funzione degli sbarchi di massa, è la stessa assolta dal conflitto ucraino: creare instabilità e tensioni,presentando la UE/NATO come la soluzione ai problemie minacciando foschi scenari qualora gli Stati affrontassero singolarmente queste sfide. “Fortunati che ci sono la NATO e l’Unione Europea a fronteggiare la Russia e l’immigrazione!” dicono gli alfieri dell’establishment euro-atlantico. “Senza la UE e la NATO verreste inghiottiti dall’Africa e schiacciati dalla Russia! Guai a cambiare lo status quo!” continuano.

Finora le personalità italiane che abbiano meglio esplicitato il concetto sono i massoni Mario Monti e Giorgio Napolitano.

Dice infatti l’ ex-Goldman Sachs Mario Monti, tanto nefasto all’Italia quanto esplicito nel descrivere le strategie del potere25:

“Se si crea un’Europa del Sud, magari con qualche paese che esce dall’euro o con un euro un po’ più debole rispetto a quello adottato dai Paesi del nord, può darsi che l’Europa a quel punto deleghi all’Europa del sud la funzione di frangiflutti rispetto ai flussi migratori, trasformandolo in un avamposto non integrato nell’Europa”.

Incalza l’ex-presidente della Repubblica, ora senatore a vita Giorgio Napolitano:

Page 53: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

“Questo è il momento dopo il 1989 in cui si impone la costruzione di un nuovo ordine mondiale. Siamo giunti al dunque, bisogna riflettere su come sia giusto e sostenibile un ordine mondiale. Dobbiamo guardare al domani, ai prossimi mesi e riflettere e operare sul futuro. (…) Non siamo di fronte solo a un’emergenza, siamo dinanzi a movimenti e rimescolamenti di popolazioni nel Mediterraneo (chiaro riferimento al piano Kalergi, NDR). Fino a ieri la questione Mediterraneo-Medio Oriente è stata ai margini dell’azione europea. (…) Oggi è tempo di un’azione non più procrastinabile”.

La strategia angloamericana di compattare la UE con l’emergenza emigrazione ha finora sortito esiti positivi? A differenza della crisi ucraina, dove perlomeno Washington ha ottenuto da Bruxelles l’imposizione delle sanzioni economiche contro la Russia, l’emergenza sbarchi si è rivelata un clamoroso fallimento, alimentando anziché sedando i nazionalismi che stanno sgretolando la UE.

Su pressione dei conservatori inglesi alle prese con le elezioni politiche e della CDU/CSU di Angela Merkel, l’operazione Mare Nostrum che termina il primo novembre 2014 è sostituita dall’operazione europea Triton, che archivia il soccorso nelle acque internazionali e restringe il raggio d’azione dei soccorsi a 30 miglia dalle coste italiane.

Fallisce poi miseramente poi il tentativo di spalmare la fiumana di immigrati in arrivo sulle coste italiane sui diversi membri della UE: è in primis la Francia ad opporsi all’ipotesi che i clandestini siano spartiti per quote proporzionali e le trattative in corso prevedono una modestissima ricollocazione di 40.000 immigrati dalla Grecia e dall’Italia verso gli altri paesi, esclusi Regno Unito, Irlanda e Danimarca26. Nel frattempo sia in Austria che in Francia riprendono i controlli alle frontiere per respingere i clandestini che cercano di superare il confine.

Quali sono dunque le prospettive per l’Italia in vista dell’estate, stagione “calda” per eccellenza per quanto concerne gli sbarchi? Come per l’Ucraina, c’è da aspettarsi anche in Libia una nuova ondata di destabilizzazione ad opera degli angloamericani, sempre più preoccupati dalla velocità con cui si sta disintegrando la UE. I segnali in questo senso purtroppo non mancano: i tagliagole dell’ISIS si rafforzano giorno per giorno in Libia27 ed il governo islamista di Tripoli, molto sensibile agli interessi americani, ha già minacciato di reagire qualora gli europei intervenissero militarmente contro le basi degli scafisti28.

L’Italia, priva di qualsiasi forma di sovranità, rischia così di essere travolta dalla sempre più vasta opera di destabilizzazione condotta dall’establishment euro-atlantico, che dall’Ucraina alla Libia, passando per i Balcani, sta infiammando tutto il nostro estero vicino: comprendere che l’Unione Europea e l’Alleanza Atlantica sono l’origine e non la soluzione dei nostri mali, è il primo passo per fermare la dissoluzione sociale ed economica del Paese.

Page 54: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

Federico Dezzani

Fonte: http://federicodezzani.altervista.org

Link: http://federicodezzani.altervista.org/sbarchi-di-massa-lucraina-del-mediterraneo/

5.06.2015

NOTE

1http://www.airil.it/articoli/2003/2003_54.html

2Operazione Somalia, Mario Sica, Gli specchi di Marsilio, 1992, pag. 68

3http://www.theguardian.com/politics/2002/nov/10/uk.davidshayler

4http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/esteri/libia-italia/testo-accordo/testo-accordo.html

5http://archiviostorico.corriere.it/2010/agosto/10/Caritas_aumentano_clandestini_Viminale_sbarchi_co_8_100810017.shtml

6http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2011/12/30/news/immigrati_il_2011_anno_record_di_arrivi_aumentano_le_richieste_d_asilo_pi_102_-27412805/

7http://www1.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/immigrazione/0193_2009_05_14_gaeta_consegna_motovedette.html

8http://www.mercenary-wars.net/hilton/

9http://www.adnkronos.com/aki-it/sicurezza/2015/05/16/flotta-minimi-termini-libia-per-affrontare-migrazione-illegale-nato-sotto-accusa_an2VP9NDZ4EIgBD1J1y8aN.html?refresh_ce

10http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2011/12/30/news/immigrati_il_2011_anno_record_di_arrivi_aumentano_le_richieste_d_asilo_pi_102_-27412805/

11http://www.huffingtonpost.com/2012/11/02/benghazi-cia-libya_n_2062131.html

12http://www.foxnews.com/politics/2012/10/25/was-syrian-weapons-shipment-factor-in-ambassadors-benghazi-visit/

13http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_12/libia-console-italiano-bengasi-spari_203d005c-5cf1-11e2-bd70-6c313080309b.shtml

14http://www.panorama.it/news/oltrefrontiera/attentato-in-libia-i-sospetti-dei-nostri-servizi/

15http://www.europaquotidiano.it/2013/08/10/libia/

16http://ilmanifesto.info/sisi-e-haftar-puntano-sul-business-migranti-per-un-attacco-in-libia/

17http://www.regioni.it/ueesteri/2015/02/19/immigrati-sbarchi-manzione-previsti-400-mila-arrivi-nel-2015-accoglienza-a-rischio-390512/

18http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/23/immigrazione-italia-condannata-corte-europea-respingimenti-libia/193241/

Page 55: ESERGO - ANAI · 2015-06-16 · In cer propr dichia NICO Guand La Lid te am ia del razio LAS C a, 198 u è la più Piazza icizie le pas ne del HAMF 8, pa antica O dell'Aracoeli, 1

19http://www.panorama.it/news/cronaca/curriculum-criminale-salvatore-buzzi/

20http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/12/02/news/gli-immigrati-rendono-piu-della-droga-la-mafia-fascista-nel-business-accoglienza-1.190479

21http://www.huffingtonpost.it/2014/12/06/mafia-capitale-rete-di-protezione_n_6280914.html

22http://www.ilgazzettino.it/ITALIA/PRIMOPIANO/mafia_capitale_marino_procura_pignatone/notizie/1060638.shtml

23http://www.amnesty.it/a-bordo-di-Mare-nostrum-alla-ricerca-di-rifugiati-in-pericolo-nel-Mediterraneo

24http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/468911/Marina-militare-non-e-Mare-nostrum-a-far-crescere-i-flussi-verso-l-Italia

25http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11793932/Mario-Monti—Volevo-cambiare.html

26http://it.euronews.com/2015/05/27/migranti-l-ue-cancella-le-quote-40000-i-rifugiati-da-redistribuire-tra-19-paesi/

27http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/isis_libia_hub_africa_wall_street_journal/notizie/1363064.shtml

28http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/isis_libia_hub_africa_wall_street_journal/notizie/1363064.shtml

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°


Recommended