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Essere in divenendo

Date post: 12-Mar-2016
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Conoscere la propria identità per potenziarla, svilupparla ed orientarla al meglio. Tutti i fattori decisivi emersi nelle ultime ricerche per l'autocreazione progettuale della personalità multivariata del futuro.
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collana Psicoterapia & Counselingdiretta da Edoardo Giusti

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Centro Europeo di Ricercheper lo Studio delle Psicoterapie

Integrate e Comparate

PSICOTERAPIA�

COUNSELING�

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Edoardo Giusti

ESSERE in DIVENENDOIntegrazione pluralistica

dell’identità del Sé

OVERA EDITORE

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© 2002 SOVERA MULTIMEDIA s.r.l.Via Vincenzo Brunacci, 55/55A - 00146 ROMAwww.soveraedizioni.ite-mail: [email protected]

2008 Prima ristampa

I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale (compresi imicrofilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi.

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Sommario

Premessa

Capitolo 1: Individuale, Relazionale, Culturale: Uno Soloo Tanti Sé?1.1 Le definizioni del Sé in psicologia1.2 La pluralità dei Sé

1.2.1 Il Sé ecologico1.2.2 Il Sé interpersonale o relazionale1.2.3. Il Sé ricordato1.2.4 Il Sé privato1.2.5 Il concetto di sé

1.3 Differenza fra il Sé occidentale e il Sé orientale1.4 I Sé al di là della sfera della coscienza

Capitolo 2: Aspetti rilevanti nella costruzione e nella vitadel Sé2.1 Lo sviluppo del Sé

2.1.1 Il problema dello sviluppo di un Sé autentico

Capitolo 3: L’espressione del Sé nel linguaggio3.1 Il “vocabolario del Sé”3.2 Variazioni patologiche nelle narrazioni autobiografiche

sul Sé

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Capitolo 4: Autoefficacia: la self-efficacy del Sé4.1 L’autoderminazione del Sé

Capitolo 5: L’autoregolazione del Sé5.1 I sottoprocessi e le sottofasi dell’autoregolazione5.2 Disfunzioni nell’autoregolazione5.3 Lo sviluppo dell’autoregolazione

Capitolo 6: L’auto-attuazione del Sé6.1 Il legame fra l’auto-attuazione del Sé e la salute

Capitolo 7: Ottimismo e speranza del Sé7.1 Il costrutto dell’ottimismo7.2 Il costrutto della speranza

Capitolo 8: Il Sé nel Contesto Terapeutico8.1 Apprendimento e cambiamento del Sé8.2 L’apprendimento e il cambiamento del Sé in psicoterapia

8.2.1 L’apprendimento8.2.2 Il cambiamento

Capitolo 9: Un modello di psicopatologia e di terapia delSé: il circolo vizioso che mantiene le attuali rappre-sentazioni del Sé9.1 La relazione cliente-terapeuta nelle fasi dell’intervento

sul circolo vizioso: il ruolo dell’attività di self-disclo-sure

9.2 Psicoterapia con personalità fobica/dipendente9.3 Psicoterapia con la personalità schiva/depressa9.4 Gli interventi terapeutici con il Sé interpersonale o rela-

zionale

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Capitolo 10: Un approccio pluralistico alla psicoterapia del Sé10.1 Psicoterapia della Gestalt10.2 Altri approcci psicoterapeutici

Capitolo 11: Autonomia del Sé

Capitolo 12: L’attesa e la preparazione alla fine del Sé

Capitolo 13: Il Sé virtuale

Capitolo 14: ri-Epilogo del Sé14.1 Una storia delle concezioni cliniche del Sé14.2 Verso un approccio integrato alla psicoterapia del SéRassegna di bibliografia clinica

Conclusione: I dilemmi del Sé

Bibliografia generale

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Ringraziamenti

Alla collega Margherita Fassari va tutto il mio riconoscimento perla ricerca sul tema e per la stesura redazionale definitiva del testo. Lasua valida collaborazione ed il suo entusiasmo sono risultati indispen-sabili per completare il volume nei tempi prefissati dall’Editore.

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Premessa

In questo testo verranno affrontati tre aspetti così deter-minanti nella vita di un individuo cercando di fornire unquadro il più possibile completo ed esauriente di un argo-mento così vasto e che è oggetto di continue esplorazioni daparte degli studiosi.

Prima di tutto sarà analizzato il concetto di sé e il suosviluppo alla luce delle più recenti e accreditate teorie psi-cologiche di riferimento; si affronteranno gli argomentidell’auto-attuazione del Sé (essere), dell’apprendimento edel cambiamento del Sé (divenire).

Nel primo capitolo si parlerà delle varie definizioni del Sée di come il concetto di Sé abbia dei connotati socio-cultura-li molto forti e condizionanti.

Nel secondo e nel terzo capitolo si affronteranno i temidello sviluppo del Sé nell’infanzia e nell’adolescenza eall’interno del linguaggio.

Nel quarto, quinto, sesto, settimo e decimo capitolo ven-gono affrontati degli aspetti relativi al benessere, all’azionee alla promozione del Sé: l’autoefficacia, l’autodetermina-zione, l’auto-attuazione, l’ottimismo e la speranza e l’auto-nomia del Sé.

I capitoli otto, nove e dieci sono rivolti all’analisi del Sénel processo terapeutico e all’esplorazione di un approcciopluralistico allo sviluppo, e alla guarigione del Sé.

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Il capitolo dodici affronta il tema della fine del Sé edell’elaborazione del lutto nel processo terapeutico.

Il capitolo tredici si occupa invece di una panoramicaemergente dovuta alla diffusione di Internet: gli incontri conidentità virtuali e la costruzione di una propria identità vir-tuale alternativa a quella reale.

Nel capitolo quattordici viene presentato un riepilogo chepuò essere utilizzato come punto di partenza e come unabanca dati a cui attingere, mentre nella conclusione vengonopresentate le questioni tuttora irrisolte e ancora in fase dianalisi.

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Capitolo 1Individuale, Relazionale, Culturale:Uno Solo o Tanti Sé?

“Sé è una parola apparentemente indefinibileeppure chiaramente essenziale; essa dà nome allasua cosa, ne è saturata, viene significato l’indescri-vibile» (Bollas, 1984).

1.1 Le definizioni del Sé in psicologia

La nozione di Sé fa la sua prima comparsa con WilliamJames che descrisse tre costituenti del Sé: un Sé materiale,che era definito come coscienza del proprio corpo, del pro-prio ambiente e dei propri beni; un Sé sociale, costituitodall’insieme delle norme morali e sociali della propria cultu-ra e dalle percezioni che ogni individuo crede che gli altriabbiano di lui; infine un Sé spirituale, costituito dalla consa-pevolezza di Sé e della propria esistenza.

Le maniere in cui oggi si ritiene possibile definire il Sésono, invece, praticamente infinite (Siever, Frucht, 1997), apartire dalle differenze già implicite nelle espressioni utiliz-zate da lingue diverse. Per esempio, come sottolinea Jervis(1989) l’espressione self in inglese non indica un “concettostrutturale, o essenziale, o oggettivo, bensì è un concettoesperienziale […] pragmatico, laico, empiricamente intro-spettivo, quasi totalmente scevro da implicazioni sostanziali-stiche e spiritualistiche”, mentre l’espressione tedesca Selbst

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indica un qualcosa di “più sostanziale e spiritualmente essen-ziale” (Jervis, 1989; Giannakoulas, Armellini, Fabozzi,2000). Gli individui possono vedersi come uomini o donne,bambini o adulti, italiani o stranieri. Si tratta di descrizioniche servono a distinguere il Sé da tutti gli altri Sé, un indivi-duo singolo nella massa dell’umanità. Allo stesso tempo,sono descrizioni del Sé che l’individuo condivide con glialtri.

Le persone hanno però anche molte altre maniere di vede-re se stesse, che possono avere scarsa importanza per unestraneo ma che sono rappresentazioni uniche che la personaha di se stessa e da cui si sente rappresentata in misura mas-sima.

Le rappresentazioni del Sé si distinguono fra loro per cen-tralità e chiarezza. Alcune rappresentazioni del Sé sembranoinfatti essere molto più centrali di altre. Per esempio la rap-presentazione di Sé come “uomo” o “donna” sono considera-te centrali anche per il ruolo decisivo che la società attribui-sce alla connotazione sessuale. Altre rappresentazioni del Sésono invece meno centrali, semplicemente per il fatto cherivestono un’importanza minore all’interno delle nostreorganizzazioni sociali o perché derivano da un ruolo transi-torio che l’individuo riveste in un momento particolare dellasua vita (Giusti, Ornelli, 1999a).

Per quanto riguarda la chiarezza delle rappresentazioni,queste, come tutti i concetti, vanno dal vago e appena distin-guibile al chiaro e perfettamente messo a fuoco. Ne è unesempio il concetto di identità come “uomo” o “donna”durante il periodo dell’adolescenza. L’adolescente non haancora chiaro il concetto di sé come “adulto-uomo” o “adul-to-donna” e oscilla fra una rappresentazione del Sé comeadulto o come bambino; solo con il passare degli anni arriva

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a percepirsi come tale, focalizzando sempre di più questarappresentazione e allontanandosi definitivamente dalla rap-presentazione di Sé come bambino. Dall’infanzia all’etàadulta il Sé va incontro a un processo di sempre maggioredifferenziazione nella direzione di una graduale e costantescoperta di chi siamo.

1.2 La pluralità dei Sé

Proprio perché le rappresentazioni del Sé sono varie e dif-feriscono in centralità e chiarezza, possiamo trovare una plu-ralità di Sé in ogni individuo che si distinguono anch’essi perchiarezza e centralità. Per tale ragione il Sé, più che essereun’entità, è una posizione dalla quale l’individuo percepisceSé, gli altri e il mondo. Harrè, (1998) distingue, partendo daquesti tre punti di vista, un Self 1 che percepisce e agisce sulmateriale e sull’informazione proveniente dall’ambiente, unSelf 2 che è maggiormente introvertito e riguarda la percezio-ne delle proprie caratteristiche personali e un Self 3 che puòessere definito come la totalità delle impressioni personaliche ogni individuo si forma sugli altri (Francesco, 1998).

Un punto di vista simile è quello adottato da Neisser(1993): non si può più pensare a un Sé come entità astrattache corrisponde a quello che i filosofi una volta definivanoanima. Si può dire che un individuo ha un accesso variabileper chiarezza e profondità a diverse informazioni sul Sé chedelineano cinque ambiti fondamentali: Sé ecologico, Sé inter-personale o relazionale, Sé ricordato, Sé privato e Sé concet-tuale (o concetto di sé). In ognuno di questi Sé ci sono dellerappresentazioni del Sé e degli attributi di ruolo ad esse rela-tivi per ogni situazione interiore, esterna e interpersonale che

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l’individuo si trova a vivere. Come sottolinea Gilligan(1997), ogni individuo è «il proprio passato, la propria biolo-gia e il proprio contesto socio-ambientale. Questi fattori sonotutti e tre ugualmente importanti per la salute del Sé e ognunodeve fare i conti con ciascuno di questi aspetti, perché igno-rarne uno vorrebbe dire come far morire una parte di Sé, maanche sopravvalutarne uno sbilancerebbe la totalità del Sé».

1.2.1 Il Sé ecologico

Il Sé ecologico è «l’individuo considerato come un agen-te attivo nell’ambiente immediatamente circostante»(Neisser, 1993); il primo Sé a emergere nel corso dello svi-luppo è il senso di Sé come individuo che si distingue dallecose intorno a lui e che agisce su di esse: «Percepiamol’ambiente e percepiamo contemporaneamente noi stessi»(Gibson, 1979).

Il Sé ecologico è un Sé che agisce e implica la capacità diconsiderare, per ogni situazione, le azioni che possono o noessere messe in atto; quindi riguarda sia il presente che ilfuturo (non il passato). I più recenti risultati della infantresearch hanno dimostrato che i neonati percepiscono conenorme chiarezza le disponibilità di azione; o meglio, le sco-prono gradualmente nel reale con grande competenza.

L’azione diretta dell’individuo sull’ambiente dà la perce-zione di Sé come agente in quanto le conseguenze sensorialidell’azione coincidono con le intenzioni che hanno messo inmoto lo schema motorio. Un bambino che spontaneamenteaccarezza il pelo di un cane e un bambino la cui mamma gliprende la mano e gli fa accarezzare il pelo del cane avrannoesperienze sensoriali molto simili ma una percezione di SÉ

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molto diversa: «noi percepiamo le nostre azioni come nostrese e solo se le loro conseguenze sono appropriate allo sche-ma che le aveva generate» (Neisser, 1993).

1.2.2 Il Sé interpersonale o relazionale

Il Sé interpersonale viene immediatamente dopo il sensodi Sé come agente e si sviluppa nell’interazione quotidianacon i caregiver. In questo caso si sviluppano rappresentazio-ni di Sé come individuo attivo partecipe di un’attività comu-nicativa condivisa; di agente in uno scambio sociale (Giusti,Manucci, 1999d). Anche in questo caso la corrispondenzafra le intenzioni e i risultati stabilisce il senso di efficaciapersonale. Non si deve pensare che il Sé interpersonale orelazionale sia meno importante per la definizione di Sé,visto che noi acquisiamo le nostre prime definizione di Séproprio dal modo in cui gli altri ci definiscono e dal modo incui ci definiamo nelle relazioni. Gilligan (1997) ha sottoli-neato come anche il Sé relazionale non possa essere conside-rato un’entità statica, bensì in costante definizione a secondadelle relazioni in cui è impegnata. Secondo Gilligan (1997)il Sé relazionale viene vissuto e sperimentato sulla base ditre principi:

1. il principio del sentirsi vivi;2. il principio dell’appartenenza;3. il principio della connessione.

Il principio del sentirsi vivi può essere sintetizzato come ilsemplice fatto di esistere come essere umano ed è presente inciascun individuo. Secondo Gilligan questo senso di esisten-

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za è il centro del nostro Sé e viene sperimentato a livellosomatico. Il principio del sentirsi vivi ha a che fare con losperimentare e l’aver sperimentato nella propria infanzia cheesistere come essere umano è una cosa fondamentalmentebuona. Secondo Gilligan questo deriva da rituali di benedi-zione che il bambino riceve dai suoi caregiver e dall’ambien-te in cui è inserito. Chi non passa attraverso questi rituali dibenedizione non riuscirà a percepire il fatto di esistere comeuna cosa fondamentalmente buona e perderà il contatto conil centro del suo Sé; a causa di questi mancati rituali di bene-dizione, l’individuo non introietterà la capacità di mettere inatto rituali di auto-benedizione e di self-sponsorship unavolta diventato adulto.

Il principio dell’appartenenza ha a che fare con il sentirsiparte di un campo relazionale più ampio che trascende il pro-prio Sé. È importante sottolineare che nello sperimentarequesto senso di appartenenza al campo relazionale più ampiol’individuo non perde mai la connessione con il proprio Sécentrale, anzi questa si approfondisce. Il senso di apparte-nenza rimane intatto quando l’individuo si sente parte e sisente in contatto con la vita che sta conducendo, ossia quan-do non la percepisce come un problema. Nella percezionedella vita come un problema, infatti, l’individuo perde ilsenso di supporto e di non isolamento che deriverebbedall’appartenenza a un campo relazionale più ampio. Di con-seguenza, l’individuo rafforza le proprie strategie di control-lo e di difesa perché si sente isolato se non addirittura aggre-dito dal campo relazionale.

Il principio della connessione ha a che fare con lo speri-mentare una connessione costante fra il sentirsi vivi e il sen-tirsi parte di un campo relazionale. Questo principio è ilresponsabile della percezione che ogni individuo ha di Sé

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come totalità, come persona che ha un senso in quanto tale ein quanto parte di un contesto più ampio che la definisce e ladifferenzia allo stesso tempo. Senza questa connessionel’individuo avrà delle percezione scisse del proprio Sé e spe-rimenterà una sensazione di non appartenenza o di non rico-noscimento di Sé nei confronti di alcune sue reazioni o scel-te. La figura seguente (adattata da Gilligan, 1997) illustracon chiarezza come questi tre principi contribuiscano allasalute del Sé e alla sua definizione.

I tre principi menzionati regolano quello che noi percepia-mo come Sé interpersonale o relazionale.

1.2.3. Il Sé ricordato

Le rappresentazioni che costituiscono il Sé ricordato sibasano sul ricordo e sulle ricostruzioni di eventi passati.Queste narrazioni, che abitualmente gli individui costruisco-no, costituiscono una versione del concetto di sé che trascen-de il momento presente. Nei bambini la capacità di costruirenarrazioni sul proprio passato compare molto dopo lo stabi-

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Campo Relazionale:appartenenza

Soggetto: sentirsi vivi

Connessione fra i due

Figura 1: I principi del Sé relazionale.

Campo Relazionale:appartenenza

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lirsi del concetto di sé vero e proprio, non prima del terzoanno di vita (Neisser, Fivush, 1994).

Il Sé ricordato si distingue dal Sé percepito (ecologico +interpersonale) in quanto manca della stessa precisione: iricordi e le ricostruzioni possono essere molto diversi dallarealtà che si è realmente vissuta. A volte è possibile vedereche in alcuni individui la distorsione dei ricordi relativi al Séè responsabile di una percezione immediata del Sé (Sé per-cepito) a sua volta distorta. Anche il Sé ricordato è moltoimportante perché esiste una relazione circolare con il con-cetto di sé: da un lato, il concetto di sé può distorcere i ricor-di e creare un passato che non è esattamente quello realmen-te esistito dall’altro, i ricordi possono a loro volta modellareil concetto di sé costruendo un’immagine di Sé che non cor-risponde a quella vera (Klein, in stampa).

1.2.4 Il Sé privato

Un’altra fonte importante di informazioni sul Sé derivadall’esperienza interna conscia di ciascun individuo. Èun’esperienza peculiare e profondamente privata, ma, con-trariamente a quanto credono molti, non riveste la stessaimportanza per tutti. Molti individui, infatti, danno grandeimportanza al loro mondo interiore e alla sua considerazionee osservazione; altri non lo considerano il centro di defini-zione del proprio Sé.

Anche in questo caso i bambini, pur avendo esperienzeinteriori consce, non si rendono conto che queste esperienzesono solamente loro in quanto la privatezza della vita menta-le viene acquisita solo con l’inizio dello sviluppo di una teo-ria della mente.

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1.2.5 Il concetto di sé

La più importante forma di consapevolezza per l’essereumano è costituita da quell’insieme di credenze che ogniindividuo ha su se stesso e che nel loro insieme costituisconoil concetto di sé (Neisser, 1988), strettamente dipendentedalle forme culturali. Le rappresentazioni comprese all’inter-no del concetto di sé sono percepite come centrali e caratteri-stiche dell’individuo e di quella che viene chiamata identità;sono principalmente costituite dai diversi ruoli che l’indivi-duo assume e ognuno di questi ruoli dà luogo ad aspettative,valutazioni e obblighi. Per l’individuo le aspettative e le valu-tazioni generate dai ruoli rivestono un’importanza particolareanche ai fini del cambiamento e della salute mentale.

Il concetto di sé non compare prima della fine del primoanno di vita perché i bambini, pur avendo già sviluppato ilSé ecologico e il Sé interpersonale, non si considerano anco-ra come oggetti di pensiero, ossia non considerano se stessie la loro situazione come oggetto della loro riflessione; lacapacità di pensare deliberatamente a se stessi nasce infattidalla presa di coscienza che siamo oggetto del pensiero diqualcun altro e della sua attenzione. Gli studiosi dell’infantresearch hanno stabilito che questa consapevolezza si svi-luppa verso i dieci mesi quando l’attenzione condivisadiventa una delle modalità prevalenti di interazione genitore-bambino (Tomasello, 1988).

Tutte le rappresentazioni che hanno significato per l’indi-viduo derivano questo significato dalla loro relazione con ilconcetto di sé già esistente. Ovviamente, questo effetto selet-tivo contribuisce a rendere il concetto di sé meno suscettibileal cambiamento.

Un altro fattore che contribuisce alla stabilità del Sé feno-

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menico è il comportamento che esso produce. Dal momentoche il comportamento è una funzione del campo fenomenico,le persone si comportano basandosi sui loro concetti del Sé.Questo produce una specie di circolo vizioso, in cui una per-sona, credendo di essere solo x, si comporta come se lofosse. Gli altri, che la vedono comportarsi solo nel modo x,la trattano come una persona-x, cosa che prova all’individuodi essere effettivamente una persona-x.

Il concetto di sé implica due tipi di rappresentazioni: le rap-presentazioni consce del Sé, che costituiscono la conoscenzadichiarativa che l’individuo ha del proprio Sé e le rappresen-tazioni inconsce del Sé che sono organizzate in quelli che sidefiniscono schemi del Sé (Horowitz e coll., 1995). Il reperto-rio che è contenuto all’interno del concetto di sé dichiarativo eall’interno degli schemi del Sé è costituito da immagini corpo-ree, valori, ruoli, stato nel mondo, ricordi simbolici, obiettivi,piani, intenzioni e aspettative per il futuro. Tale repertorio puòavere connotati fisici ed emotivi che mettono in moto specifi-che reazioni psicologiche e fisiologiche.

Il concetto di sé, e soprattutto gli schemi del Sé si svilup-pano nelle primissime fasi della vita, sono importanti perchéguideranno tutto il futuro comportamento dell’individuo.

1.2.5.1 Situazione esemplificativa dell’importanza del con-cetto di sé: la relazione con il partner

Ricerche e numerosi studi hanno dimostrato che insicurez-ze disposizionali di un individuo sono responsabili di un mag-giore tasso di vulnerabilità della relazione (Giusti, Spalletta,1997a; Murray, Holmes, 2000). Gli individui con bassa auto-stima e con uno scarso concetto di sé vengono infatti intrappo-

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lati in un conflitto vicinanza-evitamento all’interno delle lororelazioni romantiche: cercano il partner per accettazione econferme del proprio valore, ma dubitano sempre che questisentimenti esistano davvero (Giusti, 1995f).

La difesa nei confronti di questa possibilità porta gli indi-vidui con scarsa autostima ad adottare un comportamentoambivalente nei confronti dei loro partner: ricerca attivaseguita da una presa di distanza fisica ed emotiva che si tra-duce anche in una percezione negativa della relazione nelsuo complesso (Murray e coll., 1998). I tentativi di protezio-ne del Sé da una perdita potenziale (non così remota agliocchi dell’individuo con scarsa autostima per il basso valoreche assegna alla propria persona) interferiscono con il pro-cesso di attaccamento e di intimità e con la valorizzazionedella relazione generando così insicurezza all’interno dellarelazione stessa (Giusti, 1984; 1986; 1987a; 1987b; Giusti,Spalletta, 1997a). È semplice immaginare come le costantirichieste di rassicurazione (Baldwin, Sinclair, 1996), le rea-zioni esagerate alla conflittualità e le visioni in parte negati-ve del partner possano minare nel tempo la soddisfazione delpartner creando i presupposti per una profezia che si auto-avvera (Downey e coll., 1998). In conclusione, secondo que-sto modello la percezione della stima del partner funge dalegame fra l’autostima e le percezioni della relazione (Giusti,1995f; Giusti, Spalletta, 1997a; Murray e coll., in stampa).

1.3 Differenza fra il Sé occidentale e il Sé orientale

Come si è detto a proposito delle definizioni del Sé, que-ste sono grandemente dipendenti dagli ideali socioculturaliche modellano il Sé-ideale al quale aspirare.

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Le rappresentazioni del Sé sono molto differenti nella cul-tura occidentale ed orientale. Molti studiosi che si sonooccupati di questo problema hanno indicato la società occi-dentale come una cultura individualista in cui la personadeve mostrare la sua autosufficienza e la sua autonomia(Giusti, 1987c; 1988). Nelle culture collettiviste (orientali)invece, con l’aumentare dell’età ci si aspetta che l’individuoesca dal suo guscio e sviluppi dei legami di dipendenza dallacollettività e dai suoi organismi fondamentali (famiglia,comunità, ecc.).

Di conseguenza, nelle culture individualiste le rappresen-tazioni del Sé saranno concentrate sugli obiettivi personali esul loro raggiungimento, mentre nelle culture collettivistesaranno concentrate sugli obiettivi della comunità e la realiz-zazione stessa del Sé non può prescindere dal raggiungimen-to degli obiettivi del gruppo.

Un’ultima osservazione sulla grande differenza fra la cul-tura occidentale e quella orientale riguarda l’enfasi che ilbuddismo pone sul progressivo distacco dal proprio Sé, sullaperdita del Sé: l’illuminato vive in uno stato di non-Sé ed èproprio questo a garantirgli la sua serenità e la sua impertur-babilità (Giannakoulas, Armellini, Fabozzi, 2000)

1.4 I Sé al di là della sfera della coscienza

Wilber (1980) ha delineato una descrizione di moltepliciSé che si dipanano lungo un continuum che va dal Sé delle“pubbliche relazioni” a stadi del Sé che trascendono l’indivi-dualità del singolo.

Secondo Wilber, lo stadio del Sé fenomenico corrispondealla fase dell’ “Io Mentale”, che riguarda la nostra capacità

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di assumere diversi ruoli sociali e questi ruoli possono essereidentificati con delle subpersonalità.

Nella teorizzazione di Wilber la fase del concetto di sécorrisponde a quello che chiama il “Centauro”, ossia ilnucleo del Sé che unifica tutte le subpersonalità e che è inopposizione a un falso Sé che potrebbe essere definito il “Sédelle pubbliche relazioni”.

Nel continuum, lo stadio che segue è quello del “SéPsichico/Sottile”, un Sé che trascende i confini fra l’indivi-duo e gli altri e che ha un senso del mondo molto più ecolo-gico, è di natura multipla e politeistica e utilizza come mezzidi espressione i simboli e le immagini (Rowan, Cooper,1999).

Lo stadio successivo è quello del Sé Causale, che è orien-tato all’Uno, non ha più bisogno né di simboli né di immagi-ni perché è completamente nell’ambito della spiritualità, delmisticismo. Questo stato di coscienza è raggiunto solo trami-te pratiche meditative o contemplative.

L’ultimo stadio è quello che Wilber (1995) chiama il“Nonduale”, uno stadio dove il Sé non esiste più e che moltiautori definiscono come “Vuoto”.

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NELLA STESSA COLLANA

Benson J., Gruppi. Organizzazione e conduzione per lo sviluppo personale e la psi-coterapia, 20001, pp. 272

Beutler L.E. - Harwood T.M., Psicoterapia prescrittiva elettiva. La scelta del trat-tamento sistematico fondata sull’evidenza, 2002, pp. 224

Bozarth J.D., La terapia centrata sulla persona. Un paradigma rivoluzionario, 2001,pp. 240

Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modellid’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272

Chambon O. - Marie-Cardine M., Le basi della psicoterapia eclettica e integrata,2002, pp. 288

Clarkson P., Gestalt - Counseling, 1999 II ediz., pp. 192Clarkson P., La Relazione Psicoterapeutica integrata, 1996, pp. 392Delisle G., I disturbi della personalità, 20001, pp. 224Feltham C. - DrydenW. (a cura di E. Giusti),Dizionario di counseling, 1995, pp.320

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Giusti E. - Carolei F., Terapie transpersonali. L’integrazione della spiritualità e dellameditazione nei trattamenti pluralistici, 2005, pp. 336

Giusti E. - Chiacchio A., Ossessioni e compulsioni. Valutazione e trattamento dellaPsicoterapia Pluralistica Integrata, 2002, pp. 176

Giusti E. - Ciotta A.,Metafore nella relazione d’aiuto e nei settori formativi, 2005,pp. 256

Giusti E. - Corte B., La terapia del per-dono, 2008, pp. 304Giusti E. - Di Fazio T., Psicoterapia integrata dello stress. Il burn-out professiona-le, 2005, pp. 256

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Giusti E. - Di Nardo G., Silenzio e solitudine. L’integrazione della quiete nel trat-tamento terapeutico, 2006, pp. 240

Giusti E. - Frandina M., Terapia della gelosia e dell’invidia. Trattamenti psicologi-ci integrati, 2007, pp. 224

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Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modellid’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272

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Page 28: Essere in divenendo

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Giusti E. - Ornelli C., Role play. Teoria e pratica nella Clinica e nella Formazione,1999, pp. 144

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Giusti E. - Perfetti E., Ricerche sulla felicità. Come accrescere il benEssere psicolo-gico per una vita più soddisfacente, 2004, pp. 192

Giusti E. - Pitrone A., Essere insieme. Terapia integrata della coppia amorosa, 2004,pp. 240

Giusti E. - Pizzo M., La selezione professionale. Intervista e valutazione dellerisorse umane con il modello pluralistico integrato, 2003, pp. 208

Giusti E. - Proietti M.C., La delega direzionale, 1996, pp. 112Giusti E. - Proietti M.C., Qualità e formazione. Manuale per operatori sanitari epsicosociali, 1999, pp. 184

Giusti E. - Rapanà L., Narcisismo. Valutazione pluralistica e trattamento clinicointegrato del Disturbo Narcisistico di Personalità, 2002, pp. 176

Giusti E. - Romero R., L’accoglienza. I primi momenti di una relazione psicotera-peutica, 2005, pp. 176

Giusti E. - Sica A., L’epilogo della cura terapeutica. I colloqui conclusivi dei tratta-menti psicologici, 2005, pp. 160

Giusti E. - Surdo V., Affezione da Alzheimer. Il trattamento psicologico comple-mentare per le demenze, 2004, pp. 144

Giusti E. - Taranto R., Super Coaching tra Counseling e Mentoring, 2004, pp. 352

Nella stessa collana

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Page 29: Essere in divenendo

Giusti E. - Testi A., L’Autostima. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224Giusti E. - Testi A., L’Assertività. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224Giusti E. - Testi A., L’Autoefficacia. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 96Giusti E., Essere in divenendo. Integrazione pluralistica dell’identità del Sé, 2001,pp. 144

Giusti E., Autostima, psicologia della sicurezza in Sé, 20055, pp. 200Giusti E., Videoterapia. Un ausilio al Counseling e alle Arti-Terapie, 1999, pp. 176Giusti E., Tecniche immaginative. Il teatro interiore nelle relazioni d’aiuto, 2007,pp. 272

Gold J.R., Concetti chiave in psicoterapia integrata, 2000, pp. 268Goldfried M.R.,Dalla terapia cognitivo-comportamentale all’integrazione delle psi-coterapie, 2000, pp. 288

Greenberg L.S. (et al.), Manuale di psicoterapia esperienziale integrata, 2000, pp.576

Greenberg L.S. - Paivio S.C., Lavorare con le emozioni in psicoterapia integrata,2000, pp. 368

Manucci C. - Di Matteo L., Come gestire un caso clinico, 2004Murgatroyd S., Il Counseling nella relazione d’aiuto, 20001, pp. 192Perls F., Qui & ora. Psicoterapia autobiografica, 1991, pp. 256Persons J.B. - Davidson J. - Tompkins M.A., Depressione. Terapia cognitivo-com-portamentale. Componenti essenziali, 2002, pp. 288

Preston J., Psicoterapia breve integrata, 2001, pp. 256Reddy M., Il Counseling aziendale. Il Manager come Counselor, 1994, pp. 176Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. I:“Metateoria pluralistica”, 2002, pp. 400

Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. II:“Tecnologia applicativa”, 2003, pp. 384

Spalletta E. - Quaranta C., Counseling scolastico integrato, 2002, pp. 352

Videodidattica per le psicoterapie scientifichedell’American Psychological Association

• Video Psicoterapia Psicodinamica Breve D.K. Freedheim + Libro Psicoterapiabreve integrata di J. Preston € 120,00

• Video Psicoterapia Cognitiva-Affettiva Comportamentale Prof. M.R. Goldfried+ Libro Dalla Terapia cognitivo-comportamentale all’Integrazione dellePsicoterapie € 120,00

• Video Psicoterapia Processuale Esperienziale L.S. Greenberg + LibroManualedi Psicoterapia Esperienziale Integrata € 132,00

• Video La Terapia Centrata sul Cliente N.J. Raskin + Libro La Terapia Centratasulla Persona di J.D. Bozarth € 120,00

Nella stessa collana

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Page 30: Essere in divenendo

• Video EMDR per Traumi: Movimento oculare Desensibilizzante eRielaborazione F. Shapiro + Libro Trattamenti Psicologici in Emergenza di E.Giusti, C. Montanari € 118,00

• Video La Terapia Eclettica Prescrittiva J.C. Norcross + Libro PsicoterapiaPrescrittiva Elettiva, fondata sull’evidenza di Beutler/Harwood € 120,00

• Video Psicoterapia Multimodale A.A. Lazarus + Libro Le basi dellaPsicoterapia Eclettica ed Integrata di Chambon - Cardine € 125,50

• Video Psicoterapia Infantile J. Annunziata + Libro Counseling ScolasticoIntegrato di E. Spalletta, C. Quaranta € 122,00

• Video Ipnoterapia Ericksoniana J.K. Zeig + Libro Ipnosi e Psicoanalisi, colli-sioni e collusioni di L. Chertok € 120,00

• 2 Video Il Counseling breve in azione J.M. Littrell + Libro Il Counseling brevein Azione di J.M. Littrell € 122,00

• Video Psicoterapia Esperienziale A. Mahrer + Libro Lavorare con le emozioniin Psicoterapia Integrata di Greenberg/Paivio € 127,50

• 5 Videocassette Terapia Cognitivo-Comportamentale per la Depressione perl’autoformazione didattica, libro di G.B. Persons, Costo complessivo: €275,00

• Video Psicoterapia Comportamentale con paziente ossessivo-compulsivo S.M.Turner + Libro Ossessione e Compulsioni, Valutazione e Trattamento diEdoardo Giusti, Antonio Chiacchio € 127,50

• Video Psicoterapia Pratica con Adolescenti A.K. Rubenstein + Due LibriPsicoterapia Integrata per bambini e adolescenti di Sebastiano Santostefano €155,00

• Video Psicoanalisi con paziente schizofrenico B. Karon + libro Disturbi menta-li gravi di V. Campanella - M. Fiori - D. Santoriello € 120,00

• Video Come gestire il transfert erotico in psicoterapia AA.VV. + libro Etica delcontatto fisico di E. Giusti - F. Germano € 115,00

• Video Psicoterapia Interpersonale Ricostruttiva Lorna Smith Benjamin + libroPsicoterapia Interpersonale Integrata di E. Giusti - A. Lazzari € 118,00

• Video Come gestire la rabbia dei pazienti in psicoterapia AA.VV. + libro Terapiadella rabbia di E. Giusti - F. Germano € 118,00

Edizioni ASPIC

• Video Terapia della Gestalt individuale in gruppo Ginger/Masquelier + libroPsicoterapia della Gestalt di E. Giusti - V. Rosa € 130,00

Nella stessa collana

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Page 31: Essere in divenendo

EDIZIONE SOVERA STRUMENTI

Elliott R. - Watson J.C. - Goldman R.N. - Greenberg L.S., Apprendere la terapiafocalizzata sulle emozioni. L’approccio esperienziale orientato al processo per ilcambiamento, in corso di stampa, pp. 368

Giusti E., Montanari C., Iannazzo A., Psicodiagnosi integrata. Valutazione tran-sitiva e progressiva del processo qualitativo e degli esiti nella psicoterapia plura-listica fondata sull’evidenza obiettiva, 2006, pp. 580

Giusti E., Bonessi A., Garda V., Salute e malattia psicosomatica. Significato, dia-gnosi e cura, 2006, pp. 240

Giusti E., Germano F.., Psicoterapeuti generalisti. Competenze essenziali di base:dall’adeguatezza verso l’eccellenza, 2006, pp. 256

Giusti E., Pacifico M., Staffa T., L’intelligenza multidimensionale per le psicotera-pie innovative, 2007, pp. 400

Giusti E. - Tridici D., Smoking. Basta davvero, 2009, pp. 224Goodheart C.D. - Kazdin A.E. - Sternberg R.J., Psicoterapia a prova di evidenza.Dove la pratica e la ricerca si incontrano, in corso di stampa

Norcross J.C., Beutler L.E., Levant R.F., Salute mentale: trattamenti basati sull’e-videnza. Dibattiti e dialoghi sulle questioni fondamentali, 2006, pp. 464

Spalletta E., Germano F., MicroCounseling e MicroCoaching. Manuale operativodi strategie brevi per la motivazione al cambiamento, 2006, pp. 480

Wolfe B.E., Trattamenti integrati per disturbi d’ansia. La cura del Sé ferito, 2007,pp. 304

Nella stessa collana

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