+ All Categories
Home > Documents > ESTATE 2009

ESTATE 2009

Date post: 22-Mar-2016
Category:
Upload: massimo-perticucci
View: 217 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
Description:
Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Fa' attenzione alle piccole cose, sono il seme di quelle grandi. Estate 2009
40
Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Estate 2009 Insieme in cammino Fa' attenzione alle piccole cose, sono il seme di quelle grandi.
Transcript
Page 1: ESTATE 2009

Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme

Estate 2009

Insieme in cammino

Fa' attenzionealle piccole cose,

sono il seme di quelle grandi.

Page 2: ESTATE 2009

2

l’ind

ice L’editoriale

Pensieri a proposito di fededi Don Daniele PAGINA 3

Capitelli e affreschiI capitelli, e il dipinto di San Rocco

a cura della redazione PAGINE 4-5

Il viaggio del PapaBenedetto XVI in Israele

di Sandro Bisesti PAGINE 6-7

I nostri consacratiSuor Domezia Dall’O

a cura della redazione PAGINE 8-9

Aprite le porteUn pezzo di Cina ad Aldeno

a cura della redazione PAGINE 10-11-12

Le poesieEl frate e ‘l malgher e I prai de montagna

PAGINA 13

Il battezzati nelle nostre parrocchiePAGINE 14-15

Il terremoto in AbruzzoVigili e volontari nei paesi colpiti

a cura della redazione PAGINE 16-17

Campeggio mignon a Garniga TermePAGINA 18

Bollettino juniorAl.ci.ga., giochi, concorso a premi

PAGINE 19-20-21-22

ConsiderazioniI figli tiranni

PAGINE 23

News dal mondoNews dal mondo cristiano

PAGINA 24

Pensieri della tradizione cristianaI vizi capitali: la tristezza

PAGINA 25

La prima comunionePAGINA 26

La cresimaPAGINA 27

La Sacra ScritturaGiobbe, chi era costui?

PAGINE 28-29

Corso di preparazione al matrimonioIl matrimonio cristiano

di Filippo Reale e Sonia Vitti PAGINE 30-31

Approfondimento A proposito di ... mamme

PAGINE 32-33

Sagra di San ModestoPAGINE 34-35

Sulle orme di San PaoloGita pellegrinaggio a Cipro

di Annamaria Scarpa PAGINA 36

I nostri defuntiPAGINA 37

Il congedoClaudia e la sua vita in clausura

di Claudia Dallago PAGINA 38

Gli appuntamentiPAGINA 39

La tesi e gli orariPAGINA 40

Insieme in camminoRedazione: Giovanna Frizzi, Giorgia Giaimo, Elisabetta Giovannini, Maura Mazzurana, don Daniele Morandini, Marco Moratelli, Barbara Scarpa.

Hanno collaborato a questo numero:Sandro Bisesti, don Valerio Bottura, ClaudiaDallago, Ivo Condini, Filippo Reale, Sonia Vitti.

Stampa: Grafiche Dalpiaz - Ravina

Page 3: ESTATE 2009

3

Pensieri a propositodi una fede che vuole

diventare adulta

Siamo tutti d'accordo: ci vuole un belcoraggio per essere anticonformisti,ma attenzione alle apparenze.Quest'affermazione oggi vive infatti

un singolare rovesciamento concettuale, del quale è bene prendere coscienza. Il con-formismo che si va stendendo come una glassa dolciastra sulla cultura diffusa non ècertamente costituito da verità inossidabili ma sembra piuttosto una miscela di opi-nioni impalpabili e fluttuanti. Il pulviscolo delle idee tutte equivalenti, nessuna dellequali può permettersi una qualsiasi pretesa di verità, oscura la vista come una nebbiae consiglia sottilmente di attestarsi attorno a un pensiero minimo, magari banale eovvio ma difficilmente soggetto a smentite plateali, su cui si può star certi che non siavranno noie.Lo "slogan diffuso" - sono parole del Papa - dipinge oggi come "matura" la fede delcattolico che "non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi pastori ma sceglie autonoma-mente ciò che vuol credere e non credere", e che ha il "'coraggio' di esprimersi con-tro il magistero della Chiesa". Bel coraggio davvero, questa "fede 'fai da te'": uno zap-ping religioso e morale che odora di consumismo adolescenziale più che di 'maturi-tà' cosciente di sé. A contestare la Chiesa in realtà non ci vuole del coraggio, perchési può sempre essere sicuri del pubblico applauso.Il Papa rimette al suo posto ciò che fa grande un credente enumerando che "fa partedella fede adulta, ad esempio, impegnarsi per l'inviolabilità della vita umana fin dalprimo momento ". Adulto è - o diventa tale - chi sa dire qualche no che gli costa, chi"non si lascia trasportare qua e là da qualsiasi corrente", chi "s'oppone ai venti dellamoda". Questi tratti inconfondibili di una personalità formata sono gli stessi che sve-lano una fede matura, consapevole che "questi venti - come ci ricorda ancoraBenedetto - non sono il soffio dello Spirito Santo" ma altre brezze che spingono suuna rotta diversa da quella di Cristo. Occorre coraggio oggi per percorrere questastrada... allora forza, nella chiesa c'è posto per tutti.

don Daniele vostro parroco

l’editoriale di don Daniele

LA VIGNETTA DI SARA CIMADOM

Page 4: ESTATE 2009

4

Il Cristo in località Scanderloti,il dipinto murale di San Rocco

e il capitello alla periferia di Aldeno

PProseguiamo nella presentazione dei capitelliche decorano le nostre strade. Di pregevolefattura quello realizzato a Garniga Terme in

loc. Scanderloti.Da qualche anno fa bella mostra di sé un piccolocrocefisso scolpito interamente nel legno e ricavatoda un unico pezzo. La figura del Cristo sembrauscire in modo naturale dalle forme del tronco e ilsuo scultore ha saputo sfruttare in modo sapiente levenature del legno per rendere a pieno la sofferen-za e la rassegnazione dell’Uomo incarnato. A ciò siaggiunga la sua collocazione e la sobrietà di piantee fiori che lo adornano, mero decoro che lasciapieno spazio alla contemplazione del Mistero rap-presentato. Di tutt’altro genere, per le dimensioni e l’impatto visivo, il dipintomurale di Luigi Stedile che decora i resti della antica chiesa di Cimone dedicatoal patrono San Rocco.Non passa di certo inosservato il dipinto murale che, enfatizzando le forme delSanto, lo descrive come uomo volitivo e tenace. Lo sfondo riproduce l’ambientemontano e porta il pellegrino San Rocco anche sulle pendici del monte Bondoneche sovrasta Cimone.San Rocco nasce, secondo l’agiografia tradizionale, a Monpellier verso il 1348-1350 da famiglia agiata. Perduti i genitori in giovane età, distribuì i suoi averi aipoveri e s’incamminò in pellegrinaggio verso Roma.Arrivato in Italia, durante le epidemie di peste andava a soccorrerne i contagiati.Molti di essi guarirono in modo miracoloso, cosa che iniziò a far emergere i cari-smi del nostro santo presso la gente.Rimasto in Italia per alcuni anni spostandosi in numerose città e offrendo in cia-scuna la propria assistenza, a Piacenza venne contagiato dalla peste. Allora, unpo’ per non aumentare il contagio e un po’ per tener fede al voto di anonimato cheaveva fatto come pellegrino, si trascinò fino ad una grotta (tuttora esistente, tra-sformata in luogo di culto). La tradizione indica a questo punto un cane (che tantiartisti dipingeranno o scolpiranno al fianco del nostro santo) che durante la degen-za di Rocco appestato provvedeva quotidianamente a portargli come alimento unpezzo di pane sottratto alla mensa del suo padrone e signore del castello diSarmato. Rocco, soccorso e curato dal nobile signore, dopo la guarigione ripreseil suo cammino. Il nobile voleva seguirlo nella vita di penitenza ma Rocco glielosconsigliò. Quello che avrebbe dovuto essere il ritorno a Montpellier, però, siinterruppe a Voghera. Nessuno lo riconobbe, pur essendo i suoi parenti materni di

a cu

ra d

ella

red

azio

ne

capi

telli

, edi

cole

e c

appe

lle d

ei n

ostri

pae

si

Il crocefisso in località aiScanderloti, Garniga Terme

Page 5: ESTATE 2009

origine lombarda: scambiato per una spia, finì in carcere senza ribellarsi, e vi restòper un lungo periodo (dai tre ai cinque anni, a seconda delle biografie), fino amorire trentaduenne, nella notte tra il 15 ed il 16 agosto di un anno imprecisatotra il 1376 ed il 1379.Il culto di san Rocco è popolarissimo da secoli in Europa e non solo. Lo si invo-

cava contro la peste, malattia che non lasciava scam-po e che a più riprese si diffuse per contagio nel «vec-chio continente» mietendo milioni di vittime. I recen-ti aggiornamenti liturgici gli riconoscono pure ilpatronato contro le altre malattie contagiose, AIDScompresa. È invocato nelle campagne contro lemalattie del bestiame e le catastrofi naturali. È patro-no pure degli invalidi, dei prigionieri e degli emargi-nati, per aver provato le stesse situazioni quand’era invita. La sua popolarità rimane ancora ben viva, tantoche - sia in Italia che all’estero - è patrono di nume-rosi paesi, e diverse località portano il suo nome.Gli attributi specifici che ne consentono la immedia-ta identificazione sono l’abito da pellegrino (cappel-lo a tesa larga, mantello e relativa mantellina, basto-ne, conchiglia, scarsella, zucca-borraccia), una piagadella peste su una gamba, un cane ai suoi piedi con inbocca un pezzo di pane (quello stesso cane che loavrebbe provvidenzialmente nutrito durante la suamalattia), una croce rossa sul lato del cuore (per indi-care l’angioma a forma di croce che egli aveva sulpetto dalla nascita e

che consntirà il rico-noscimento quando

dopo il decesso sarà preparato per la sepoltura),un angelo (il messaggero di Dio che confortaRocco durante la malattia, gli annuncia la guari-gione, lo avverte di prepararsi alla morte e dichiedere al Signore una grazia.Tutti questi simboli sono ben rappresentati neldipinto a Cimone che permette di identificaresenza alcuno sforzo il santo patrono del paese.Per concludere vi mostriamo la fotografia delrecentissimo capitello raffigurante il Crocifissoposto all'inizio del paese di Aldeno per volontàdella famiglia Moratelli a ricordo del padreEligio. Il capitello realizzato da uno scultore diTesero è stato collocato quest’anno nel mese dimaggio.

5

Il dipinto murale del patronoSan Rocco a Cimone

Il capitello posto all’inizio di Aldeno

capitelli, edicole e cappelle dei nostri paesi

Page 6: ESTATE 2009

6

La prima volta di Benedetto XVI in Israele

Il viaggio di Benedetto XVI in Israele è stato definito dal direttore della salastampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, come "un atto di speran-za e fiducia, e anche un atto coraggioso, una bella testimonianza d'impegno a

portare pace e riconciliazione anche in una situazione difficile". E' stato certamente un viaggio difficile, complesso con un programma forte edintenso non solo per l'incalzare dei diversi appuntamenti, ma anche perché la visi-ta si è svolta in un contesto non facile per la serenità dell'ambiente a causa dellemutate condizioni politiche interne ad Israele, per le molte questioni aperte traVaticano e Israele, per la non soluzione del conflitto di Gaza e per la persistenzadella Palestina "come non territorio e non stato, a motivo degli insediamenti urba-ni e del muro". Tuttavia, al di là di queste difficoltà il viaggio di Benedetto XVI segna alcuni ele-menti di novità. Il primo sicuramente è la vista ad Amman nella Giordania che rimane un paese

strategico sia per la presenza accettata di comuni-tà cristiane, sia per cercare soluzioni di pace inuna regione conflittuale. La Giordania ha un ruoloimportante nel dialogo interreligioso; preoccupa-zioni nascono però dalla stabilità del regime chemostra crepe nel confronto interno tra componen-ti religiosi e militari che hanno nella stessa fami-glia reale i loro referenti. Per queste motivazioniBenedetto XVI ha voluto dare un forte riconosci-mento alla Giordania e nel saluto iniziale lettoall'aeroporto di Amman rileva che: il regno dellaGiordania è da tempo in prima linea nelle inizia-tive svolte a promuovere la pace in Medio Orientee nel mondo, incoraggiando il dialogo interreli-gioso, sostenendo gli sforzi per trovare una giusta

soluzione al conflitto israelo-palestinese, accogliendo i rifugiati dal vicino Iraq, ecercando di tenere a freno l'estremismo. Il riferimento all'estremismo è entrato indiversi discorsi tenuti dal papa (da quello ai leader religiosi islamici ad Amman aquello al gran "mufti" sulla Spianata delle moschee a Gerusalemme) non solocome causa della "deriva terroristica, ma come componente religiosa giustifica-tiva: una manipolazione ideologica della religione, che giustifica l'odio facendoricorso a Dio e distorce la presenza pubblica delle religioni monoteiste renden-dole l'alfiere delle divisioni e non dell'unità". L'adesione genuina di ciascuno alla propria fede consente di contrastare questastrumentalizzazione inaccettabile. Su questo versante, però, è indispensabileanche il dialogo interreligioso. E' qui che, continuando sulla linea tracciata da Giovanni Paolo II, il Papa

Papa celebra la Santa Messa aGerusalemme

Acu

ra d

i San

dro

Bis

esti

ll vi

aggi

o de

l Pap

a in

Isra

ele

Page 7: ESTATE 2009

7

Ratzinger ha insistito, come mai aveva fatto prima, sull'identità propriamente teo-logica e non solo culturale del dialogo interreligioso, ampliandone lo spazio agliorizzonti della ragione. "Ciò protegge la società civile dagli eccessi di un egoingovernabile, - dice Benedetto XVI -che tende ad assolutizzare il finito e adeclissare l'infinito". C'è un altro elemento da mettere in risalto nel viaggio del papa in Israele ed è lasua impressione sulle condizioni di vita dei palestinesi. In particolare la vista alcampo profughi di Aida (Betlemme) è stata un momento di grande intensità cheha colpito molto il papa che così si è espresso "incombente su di noi, mentre siamoqui riuniti, questo pomeriggio, è la dura consapevolezza del punto morto cui sem-brano essere giunti i contatti tra israeliani e palestinesi: il muro".Di qui l'appello, non solo ad israeliani e palestinesi, ma all'intera comunità inter-nazionale, affinché si giunga a determinare una situazione in cui i due popoli pos-sano riconoscersi in due stati. "Nessun amico degli israeliani e dei palestinesi puòfare a meno di notare con tristezza la costante tensione tra i vostri due popoli.Nessun amico può fare a meno di piangere per la sofferenza e le perdite di viteche entrambi i popoli hanno subito negli ultimi sei decenni". Sicuramente questo viaggio diBenedetto XVI è stato per Israeleun momento importante perchélo ha tolto dall'isolamento nelquale era entrato con la guerra aGaza, ribadendo con forza edecisione il diritto all'esistenza ealla sicurezza. E' stato sul temadella Shoah che ha voluto esserechiaro precisando con forza laposizione inequivocabile dellaChiesa sull'antisemitismo. A que-sto proposito le parole più fortisono quelle contenute nel discor-so all'aeroporto di Tel Aviv: "E'giusto e conveniente che, duran-te la mia permanenza in Israele,io abbia l'opportunità di onorare la memoria dei sei milioni di Ebrei vittime dellaShoah e pregare affinché l'umanità non abbia mai più ad essere testimone di uncrimine di simile enormità. Sfortunatamente l'antisemitismo continua a sollevarela sua ripugnante testa in molte parti del mondo. Questo è totalmente inaccetta-bile. Ogni sforzo deve essere fatto per combattere l'antisemitismo dovunque sitrovi, e per promuovere il rispetto e la stima verso gli appartenenti ad ogni popo-lo, razza, lingua e nazione in tutto il mondo... al contrario, questi tristi ricordidovrebbero rafforzare la nostra determinazione ad avvicinarsi gli uni agli altricome rami dello stesso albero di olivo, nutriti dalle stesse radici e uniti dall'amo-re fraterno".

Papa Ratzinger incontra la famiglia reale

il viaggio del Papa in Israele

Page 8: ESTATE 2009

8

Suor Domezia Dall’O

Suor Domezia Dall’O, originaria diAldeno, ci racconta la Sua vita dioggi e la sua scelta di ieri che ogni

giorno porta avanti con coerenza egioia.All’inizio non nasconde la sua vivacitàe confida: «Sono stata una ragazzacome tante, non certo delle più tranquil-le, almeno per i miei tempi. Mi è semprepiaciuto stare in compagnia dei mieicoetanei». La vocazione per lei è stata un progredi-re nella consapevolezza di assecondareun progetto fatto da Altro: «Per dueanni ho frequentato la scuola a Cavalese ospite delle suore del collegio SacroCuore, credo che proprio lì sia nato il primo germe della mia vocazione anche sepoi ho preferito l’Istituto delle Suore Dimesse. Una volta durante un incontro per giovani ho sentito parlare di vocazione, di vitadonata agli altri, di verginità e castità. Parole non facili da comprendere a dodi-ci o forse tredici anni, parole che mi sono rimaste nel cuore e che più tardi hocompreso». Alla domanda su come sia nata e maturata la sua vocazione risponde: «È stata unascelta maturata lentamente, spesso frenata dal desiderio di divertirmi, di esserecome gli altri. Poi l’incontro con le suore che lavoravano nella scuola materna diAldeno, suor Mercedes, suor Renata, suor Nicolosa. Non mi hanno mai chiesto sevolevo farmi suora ma io le guardavo, osservavo il loro modo di stare con noi, diridere e scherzare, ma anche di pregare e volerci bene e di volersi bene fra loro».Vi furono resistenze in famiglia? «Non è stato facile parlare in famiglia del miodesiderio di andare in convento, il papà è stato il primo a comprendere e darmiil permesso di partire; la mamma ha fatto più fatica, forse perché aveva più biso-gno del mio aiuto in casa e perché mi vedeva ancora immatura per una scelta cosìforte, poi però ha ceduto».La vita consacrata è stato proprio come se la aspettava o ha avuto qualche sorpre-sa? «I primi anni di formazione sono stati belli anche se impegnativi. Un po’ allavolta ho compreso il vero significato della consacrazione a Dio, della donazionetotale. Terminato il tempo di formazione ho ripreso gli studi e appena diplomata ho ini-ziato a lavorare nella scuola materna prima a Trieste. Su richiesta dei superiorie non senza un po’di resistenza, ho accettato di riprendere gli studi per poter ope-rare nella scuola primaria. Ho operato a Trieste per 25 anni.

a cu

ra d

ella

red

azio

nei n

ostri

con

sacr

ati

Il sorriso di Suor Domezia

Page 9: ESTATE 2009

9

All’inizio non è stato facile».È stata costretta a rinunciare alla propria personalità o ha comunque potuto espri-mere a pieno se stessa? «Un giorno la mamma di due bambini mi ha detto che nonpotevo resistere in convento perché ero troppo vivace. Questa frase mi ha messain crisi e mi chiedevo perché vivacità e consacrazione non potessero andare abraccetto. Il Signore mi è venuto incontro sotto le vesti di un saggio sacerdote chemi ha aiutata a continuare il cammino e a non rinnegare il dono che il Dio miaveva fatto.Da quel giorno ha sempre cercato l’aiuto di qualcuno più esperto di me per com-prendere quali strade percorrere e alle volte per ritrovare motivazione a ripren-dere il cammino con fiducia nella consapevolezza che la strada presenta difficol-tà sempre ma, con l’aiuto del Signore, si può procedere sicuri. Il mio lavoro mi permette di venire a contatto con tante persone, di condividerecon loro gioie, preoccupazioni e dolori; non posso certamente risolvere i loroproblemi ma molte volte ilpoter parlare liberamente conuna persona è di aiuto adaffrontare con maggior forzae fiducia le difficoltà che lavita ci presenta. Una presen-za importante per me sono ibambini della scuola, midanno la possibilità di espri-mere me stessa, di realizzareil forte desiderio di donazioneche mi ha sempre accompa-gnato, sono un dono grandeche il Signore mi ha dato inmano, il mio compito è quellodi aiutarli a crescere comepersone, coltivando in loro iveri valori che purtroppo oggi, molto spesso, sono assenti».Il suo rapporto con Aldeno? «Sono lontana da Aldeno da più di quarant’anni,ormai conosco poche persone al di là della cerchia famigliare, però torno sem-pre molto volentieri all’ombra del mio campanile, mi commuove vederlo da lon-tano quando arrivo, e certamente è il più bello, non solo della valle ma di tuttiquelli che ho visto. Mi piace partecipare alla messa nella mia parrocchia che miha vista crescere, ascoltare i canti della mia gente».La più bella conclusione ancora nelle parole di suor Domezia che dice «sono con-tenta della strada intrapresa, e se potessi tornare indietro rifarei la stessa scelta,cercando magari di viverla con maggior coerenza».Grazie e confidiamo che ognuno di noi possa essere così sereno...

Una scolaresca dell’istituto dove insegna suor Dall’O

i nostri consacrati

Page 10: ESTATE 2009

10

Un pezzo di Cina ad Aldeno

L’appuntamento è fissato alle 11 del mattino, la sera è il momento di mag-gior lavoro al ristorante-pizzeria “Asia” di via Martignoni ad Aldeno enon ci sarebbe tempo per parlare.

Lin Xin arriva sorridente e apre il locale, poi beviamo un buon caffè e comincia-mo la nostra chiacchierata…

D: Sei tu la gerente del ristorante?R: Sì, in società con mia sorella.Dividiamo il lavoro e viviamo ancheinsieme, alternando la residenza tra dueappartamenti, uno qui ad Aldeno e uno aTrento, dove vive anche il resto dellafamiglia.D: Quindi i tuoi parenti sono qui conte…R: Oltre a noi due sorelle vivono quianche mio padre e mio fratello, che gesti-scono una rosticceria con pizza al taglioin via Grazioli a Trento. Prima di arriva-re ad Aldeno lavoravo anch’io lì con loro.

Mia madre e i miei due figli, di 9 e 10 anni,sono rimasti in Cina.D: Da dove arrivate esattamente?R: Veniamo da una città che si chiamaZhejiang e che si trova vicino a Shanghai. Èun famoso centro commerciale del miopaese, non molto grande, ma affollato e fre-netico. La vita lì non è facile, per questocirca vent’anni fa mio padre e mio fratellosono partiti per l’Italia con la speranza dimigliorare le nostre condizioni.D: Tu invece quando sei arrivata?R: Undici anni fa, terminato l’obbligo scola-stico. Inizialmente ho vissuto quattro anni aTorino, poi abbiamo avviato l’esercizio divia Grazioli e ci siamo trasferiti tutti aTrento.D: Come hai vissuto il periodo iniziale nelnostro paese?R: È stata molto dura… Lo scoglio più dif-ficile da superare è stato sicuramente quello

a cu

ra d

ella

red

azio

neAp

rite

le p

orte

Lin Xin ci accoglie nel suo ristorante

Page 11: ESTATE 2009

11

della lingua. Qualche parola sono riuscita ad impararla grazie al lavoro e al con-tatto quotidiano con le persone, ma ho anche frequentato per tre anni un corso diitaliano per stranieri. All’inizio mi vergognavo da morire a parlare, avevo troppapaura di sbagliare. Quando trovavo il coraggio di pronunciare qualche parola,spesso mi rispondevano con una risata… poi pian piano le cose sono migliorateed ora la vostra lingua non è più un problema.D: Come va il rapporto con gli italiani?R: Penso che ovunque nel mondo ci siano persone più o meno accoglienti, più omeno disposte a mettersi in relazione con uno straniero. La mia esperienza inItalia, ed in particolar modo in Trentino, è in ogni caso piuttosto positiva. Trovoche la gente qui sia trasparente, vera, nel senso che riconosci subito, nel bene enel male, la loro disponibilità omeno ad incontrarti. Per me que-sto aspetto è molto importante,perchè così so con chiarezza comedevo comportarmi e cosa possoaspettarmi dagli altri.Per quanto riguarda Aldeno, all’i-nizio la gente era piuttosto diffi-dente, ma nel giro di poco temposi è aperta nei nostri confronti.Ora conosco un sacco di persone etutti ci salutano con gentilezza… eanche con un sorriso.D: E con la comunità cinese diTrento hai rapporti?R: Una volta ci si conosceva tutti,ora siamo così tanti che non è piùpossibile. Ho comunque molte amicizie tra i miei connazionali e cerchiamo di tra-scorrere insieme i momenti liberi, aiuta a non sentire la nostalgia...D: Mi dici un pregio e un difetto dell’Italia?R: Sai che non saprei proprio cosa rispondere? Il vostro è il paese dove vivo edove lavoro, mi sono adattata sia agli aspetti positivi che a quelli negativi. Mitrovo bene qui e penso di condividere come tutti gli italiani il bello e il meno belloche l’Italia offre. Questo è un periodo difficile per tutti, lo avvertiamo pure noicon la nostra attività, ma so bene che anche gli italiani devono fare i conti con lestesse difficoltà.D: Certo, la crisi economica colpisce un po’ tutti… Sui giornali leggiamo peròspesso che la Cina sta vivendo un periodo di notevole sviluppo; non pensi che,tutto sommato, non si stia più così male là?R: L’anno scorso sono tornata a Zhejiang per le vacanze. Ho trovato la mia cittàcosì frenetica e stressata che farei fatica a viverci di nuovo.

L’entrata del locale nel centro di Aldeno

Aprite le porte

Page 12: ESTATE 2009

12

Aprit

e le

por

te È una strana sensazione la mia: quando sono qui, sento tanta nostalgia per la mianazione, quando sono là, mi mancano la tranquillità e la serenità che provo viven-do in Trentino… Il mio futuro lo immagino qui, magari con i miei figli, speriamo. In Cina torneròsempre volentieri, ma la mia vita ormai è qui.D: Quale religione professi?R: Sono buddista, come tutta la mia famiglia. Quando ero piccola frequentavamodue volte alla settimana il tempio per la preghiera, qui non mi è possibile, ma con-servo ugualmente la mia fede.D: Terminiamo l’intervista con un argomento gustoso? Che cosa ci consigliper cena?R: Io proverei senz’altro gli spaghetti ai frutti di mare. Le ricette di pesce sono ilmio forte… buon appetito!

CONSIGLI PASTORALI RIUNITI A GARNIGA TERME

Page 13: ESTATE 2009

13

Le poesie

P.S. La fede del malgher pretende che la benediziom, se l'éi bona, la deve passaranca soto 'l capel. Nol gaveva tort. Ma 'ntant co le pretese l'uno l'è stà senzabenediziom, l'altro senza botèr.

El frate e ‘l malgher di don Valerio Bottura

En frate el va a la zerca de boter,e 'l riva su 'n na malga lì 'n vers sera.Tut sudà 'l tira fòr la tabacherae 'l polsa 'n po' a l'ombra d'en bagoler.

Vizim, butà zo 'n schena gh'è 'n malghercon en capel sui òci. - "Bona sera,'l ghe dis el fratesel con bona cera,me diresselo l'ora, per piazer?" -

- "Ora de molzer" - 'l ghe fa 'nvers el sol.- "Quande molzé" - 'l domanda encuriosì.- "Pòc su pòc zo l'ora d'algeri a st'ora". -

- " E na benediziom - el dis alora,la tòlel volintera?" - Oh sì sì, ma per ciaparla, el diga, 'sa ghe vòl?" -

...-"Na bala de boter, e zo 'l capel". -- "se non la passa dent, 'l la tegna él". -

DI IVO CONDINI

Se penso ai prai fioridi a primaverache la rosada bagna a tarda serae i torna fora quando leva 'l solvestidi col color pù bel che i pol,

Mai gnente 'n tra de lori che no' sia'na gamma de colori en armonia,pensante a quante erbe col so fiorche la natura dota de 'n color

No' podo mi ciamarli col so nomeo dirve del perché o del per comeso sol che a osservarli i me dà gioiache far en maz con tuti me veng voia

Tegnirli streti a mi chi sul me corsaziarme col profumo e col colorfar finta che i problemi no' i ghe siarestar chi 'n santa paze e così sia.

I prai de montagna

Page 14: ESTATE 2009

14

Tommaso Sparano08/03/2009

Aaron Gianni Cont 08/03/2009

Giovanni Dallapè08/03/2009

Manuela Bridi 13/04/2009

Samuele Frizzi03/05/2009

Sofia Pola 17/05/2009

Nicolò Tozzi 17/05/2009Matteo Cimadom

17/05/2009 Gloria Gallo 17/05/2009

i bat

tezz

ati d

elle

nos

tre p

arro

cchi

e

Page 15: ESTATE 2009

15

i battezzati

Andrea Coser14/06/2009

Ilaria Morat 17/05/2009

Massimo Galvagni14/06/2009Alice Ferruzzi 07/06/2009

Matilde e Amedeo Dossi07/06/2009

Gabriele Dandrea02/06/2009

Andrea Cont02/06/2009

Beatrice Oliana31/05/2009

Federico Paternuosto19/04/2009

Davide Micheli Zanotti16/05/2009

Giacomo Loreto17/05/2009

Filippo Beozzo24/05/2009

Nicole Falavigna21/06/2009

Davide Sbarra28/06/2009Gloria Colpi05/07/2009

Page 16: ESTATE 2009

16

Il terremotoin Abruzzo: quello che

i vigili e i volontarihanno dato e hanno

ricevuto...

Il terremoto che in aprile ha sconvoltol'Abruzzo ce lo possono raccontare itecnici, il Corpo Permanente dei Vigili

e i Volontari che hanno fatto la staffettaper portare il loro aiuto e la loro competenza in favore delle popolazioni colpite.Molti gli uomini (ricordiamo, tra i tanti, Diego e Sergio Bridi, Valeriano Cont,Roberto Ferrari, Loris Innocenti, Dino Piffer, Massimo Perticucci, Paolo Rosa eMauro Zanotelli) che hanno reso un buon servizio alla terra trentina e alla ProvinciaAutonoma di Trento dando dimostrazione dello spirito di collaborazione e della labo-

riosità del nostro popolo.Un primo intervento cui sono stati chiamatiall'indomani del terremoto è stato quello dimettere in sicurezza gli edifici pericolanti, disgomberare le macerie, di recuperare i benipersonali nelle case, di portare assistenzamedica.Dopo l'emergenza si è proceduto ad appronta-re i campi per accogliere chi nel terremoto haperso tutto.Quelli che hanno potuto sono rientrati nelleloro case, i più, putroppo, hanno dovuto trasfe-rirsi nei campi dove sono state montate letende e dove sono state erette le case prefab-bricate.Queste sistemazioni per molti hanno rappre-

sentato il ritorno alla "quasi normalità" in quanto le tende e le case prefabbricate sonostate dotate di ogni comfort - prima l'aria condizionata e ora il riscaldamento in pre-visione dei mesi invernali - riconoscendo che la "provvisorietà" durerà più del previ-sto.Il campo Trento 3 è un campo di eccellenza in cui il Corpo Permanente dei Vigili, laProtezione Civile, la Croce Rossa, il gruppo dei Nu.Vo.La della Provincia di Trentohanno saputo assicurare vettovagliamento, assistenza sanitaria, medicinali, interven-to logistico in favore di circa 500 persone.Si è proceduto alla realizzazione degli spazi comuni dove hanno trovato posto asili escuole, anche un luogo di culto.Per dare maggior senso di "normalità" si è disposto di assegnare a ciascun nucleofamigliare una tenda anche a costo di 'sacrificare' qualche posto. Vivere in uno luo-

Anche sotto questo cielo la speranza non vienemeno....

Chiesa di Onna benedetta da Benedetto XVI

a cu

ra d

ella

red

azio

neil

terr

emot

o in

Abr

uzzo

Page 17: ESTATE 2009

gotutto proprio - per quanto precario - ha rappresentato per molte famiglie il ritornoai propri spazi, alla propria intimità.Il lavoro, dopo l'interessamento mediatico (da ultimo con il G8 appena concluso),sarà quello della ricostruzione che si prevede difficile e lunga. Alla Provincia diTrento spettano i territori più colpiti: Demetrio, Sant'Angelo e Onna.In quest'ultimo paese, in particolare, la P.A.T. realizzerà 40-45 casette in legno divarie dimensioni dove potranno trovare accoglienza le famiglie del paese; ricordia-mo che questo paese è andato in gran partedistrutto e i cui edifici dovranno essere quasiper intero demoliti in quanto pericolanti.Molto coinvolti sono stati coloro che sonointervenuti a Paganica preso il convento diclausura delle Clarisse. Accanto alle maceriedelle vecchie costruzioni è stata eretta unacasetta in legno che ospita 6 suore di clausu-ra che hanno scelto di rimanere in loco perpregare e vivere l'esperienza dei terremotati.Queste consacrate hanno per l'occasione otte-nuto la "dispensa papale" e hanno così potutooperare a fianco dei volontari non nasconden-do gratitudine per il loro intervento.A parte la gran desolazione che hanno vistocon i loro occhi e che molti giornali e telegiornali - seppure nell'era della globalizza-

zione - ci hanno risparmiato, le personeche abbiamo intervistato hanno tuttericordato la dignità e la compostezza diquesta popolazione che, sgomenta e spae-sata in un primo momento, non si è dataperduta ma ha reagito con orgoglio purnello sconforto per aver perso affetti ebeni di una vita.Molto toccanti anche i racconti di chi for-tunosamente si è salvato (una donna rac-conta di essersi salvata solo perchè rifu-giatasi nell'armadio che la ha protettadalla caduta di un muro e di essere uscitadalla abitazione pochi minuti prima checrollasse per intero).La cosa più importante è ora proseguire e

portare a compimento, anche nel silenzio dei media, ciò che è stato cominciato.Siamo sicuri che chi ha visto la desolazione delle terre terremotate e il pianto dellepopolazioni colpite non mancherà di proseguire nell'opera di ricostruzione.Grazie a tutti coloro che per lavoro e che, quali volontari, hanno dedicato il lorotempo dando il tutto per tutto, lavorando strenuamente per giorni senza orari e senzariposo.

Chiesa borgo via Roma a L'Aquila

17

Chiesa di Paganica il terremoto in Abruzzo

Page 18: ESTATE 2009

18

il ca

mpe

ggio

mig

non

a G

arni

ga T

erm

e

Eccocome

ci si diverteai campeggi

Page 19: ESTATE 2009

19

I GIOCHI DI AL.CI.GA.

IL CRUCIVERBA

AL. CI. GA.Aldeno, Cimone, Garniga Terme

Carissime bambine, carissimi bambini,curiosi o no di conoscere i nomi dei vincitori del concorso "Ricicla la fan-tasia!" del precedente Bollettino Junior? Sono:Baldo Anna di Cimone (sezione Junior) Allora congratulazioni!!! I nostri piccoli artisti vincono la maglietta delBollettino Junior e il DVD…"Per aggiudicarsi questi ambitissimi premi hanno dovuto competere conaltri bravissimi artisti:Nicola Bontempelli (8 anni) - AldenoAaron (9 anni) e Luca (6 anni) Bisesti - CimoneComplimenti a tutti.

bollettino junior

ORIZZONTALI:1. Sono lambite dal mare6. Lanciano frecce7. La TV di stato8. Consonanti in voga

10. È circondata12. L'oratore si rivolge a… signori13. Lo senti col naso15. Restituiti16. Altrimenti detto

VERTICALI: 1. Non le piace

la verdura2. Sull'orologio3. Viscidi

e sdrucciolevoli4. Tra Cincia

e Torrini5. Uno per i tedeschi9. Per essa e

non per soldi11. La prima desinenza

verbale14. Una preposizione articolata

Page 20: ESTATE 2009

20

L’inferno e il paradiso

Un sant'uomo ebbe un giorno a conversare con Dio egli chiese: Signore, mi piacerebbe sapere come sono

il Paradiso e l'Inferno. Dio condusse il sant'uomo versodue porte. Aprì una delle due e gli permise di guardareall'interno. Al centro della stanza, c'era una grandissimatavola rotonda. Sulla tavola, si trovava un grandissimorecipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant'uomo sentì l'acquolina inbocca. Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e mala-to. Avevano tutti l'aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi,

legati alle loro braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto dicibo e raccoglierne un po' ma, poiché il manico del cucchiaio erapiù lungo del braccio, non potevano portare il cibo alla bocca. Ilsant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferen-ze. Dio disse: ' Hai appena visto l'Inferno '. Dio e l'uomo si dires-sero verso la seconda porta. Dio l'aprì. La scena che l'uomo videera identica alla precedente. C'era la grande tavola rotonda, il reci-piente colmo di cibo delizioso che gli fece ancora venire l'acquo-lina in bocca, e le persone intorno alla tavola avevano anch'esse icucchiai dai lunghi manici. Questa volta, però, le persone erano

ben nutrite e felici e conversavano tra di loro sorridendo. Il sant'uomo disse a Dio:'Non capisco !' - E' semplice - rispose Dio - dipende da una cosa che loro hannocapito bene: hanno appreso a nutrirsi reciprocamente tra loro, mentre gli altri nonpensano che a loro stessi. Quando Gesù è morto sulla croce, pensava proprio a te.

LA STORIA

bolle

ttino

juni

or

IL GIOCO DA COLORARE

Unitei puntidall’1 al 47e colorateil disegno

Page 21: ESTATE 2009

21

bollettino junior - giochi

Le soluzioni dei giochi saranno pubblicate sul prossimo numero

REBUS...CASALINGO

CRUCIVERBA AUTODEFINITO

Le sirene hanno capito che in qualche modosi parla di acqua...Le aiuti a risolvere questo rebus?

Frase 6,1,4

LE SOLUZIONI DEL NUMEROPRECEDENTE

LE DIFFERENZE

Page 22: ESTATE 2009

22

Il concorso a premi: « Con i sassi posso…»

Tempo d'estate! Mettiti alla ricerca dei sassi più strani che tu abbia mai visto!Potrebbero diventare delle fantastiche opere d'arte se riesci ad usare tutta la

fantasia di cui sei capace!Materiale occorrente:- sassi piccoli, medi, grandi, tondeggianti, ovali,

-colori a tempera, pennarelli, …Come devi fare: con la mamma e il papà e perché no, anche con inonni vai a passeggiare lungo le strade delle nostre campagne o in

riva al torrente Arione… se osserverai con attenzione ti sor-prenderai di quanti sassi dalle forme più strane riuscirai

a trovare!E ora tocca solo a te e alla tua fantasia… quando avraiterminato la tua opera d'arte fotografala nella disposi-

zione che più ti piace e porta la foto a don Daniele, pub-blicheremo tutte le immagini sul prossimo bollettino. Cosa aspetti allora? Buonafantasia e buon lavoro!Ricordati comunque di farci pervenire in canonica il tuo lavoro con il tuo nome,cognome, età e paese entro il 15 settembre.Il più originale sarà pubblicato e premiato nella prossima uscita del bollettino!Per i più picciniI più piccini possono divertirsi a colorare sassi non troppo piccoli

con colori sgargianti... papà e mamma penseranno poi a metterlivicino a creare ad esempio un bruco o tutto quello che la fantasiasuggerisce! O ancora, se avete un giardino, usate i sassicome bordura delle aiuole, idea divertente per una festaall'aria aperta!Per i più grandicelliI più abili possono cimentarsi nel trasformare sassi inanimali.. dal pinguino alla tartaruga, un gatto, un dino-sauro... e ancora, casette per creare un bellissimo paesaggio, o fiori. Potete usarequesti sassi come segnaposti a tavola o come fermacarte, o ancora, come ferma-porte. Un'idea originale? Un acquario di pesci-sasso!

DUE RISATE...

juni

or -

conc

orso

PARAGONI- Che cos’è più avaro di uno scozzese?- Due scozzesi.AUTOMOBILISTI- Perché non rallenti in curva? Ho una paura...- Fai come me chiudi gli occhi.

PROVERBI- Pierino! Perché hai mangiato la torta che

avevo preparato per domani?- Me l’hai insegna tu, mamma. Mai rimandare

a domani quello che puoi fare oggi...

Page 23: ESTATE 2009

Perché i nostri figli diventano tiranni

L'anno scorso il testo di M. Winterhoff: "Perché i nostri figli diventano tiranni - Lanegazione dell'infanzia" è divenuto caso editoriale in Germania. È davvero così anchenella nostra realtà? Ha provato a rispondere don Remo Vanzetta che parla di "diso-

rientamento educativo" e non più solo per quei ragazzi che vengono da ambienti degradati oda famiglie disastrate, ma sempre più spesso per coloro che provengono da famiglie che licircondano di ogni cura, forse troppa.La causa? L'abdicazione di genitori ed educatori dal loro compito di guida. Gli danno tutto,ma non camminano loro davanti. Fino a qualche anno fa ciò succedeva attorno all'adolescen-za già all'età di tre anni, se non prima. Il bambino è considerato un piccolo adulto: qui sta la"negazione dell'infanzia". I capricci diuna volta ora sono espressioni di una"personalità marcata". Il piccolo principecomincia a comandare ancor prima diparlare, di solito con l'arma del pianto.Chi resiste? Le cose si complicano nellascuola: non si accettano regole e limiti, sifa impossibile il gioco e il lavoro di squa-dra, molti disturbano, pochi ascoltano. Lagrande regola è il principio del piacere:faccio quello che voglio. L'insegnante sela prende con la famiglia, la famiglia conl'insegnante; poi si mettono d'accordo suuna diagnosi di malattia, ma non si trattadi malattie, piuttosto di "sottosviluppodella psiche". "La psiche va allenata".Come nello sport o nella musica non basta sapere come si fa: ci si deve sottoporre a lunghi,ripetuti, estenuanti esercizi prima di arrivare all'abilità. Così anche per altre abilità: dal leg-gere e scrivere allo studiare, dal collaborare al fare la propria parte, dallo stare attenti all'im-pegnarsi, … sono tante le abilità necessarie per essere in grado di camminare da soli e di cam-minare con gli altri. Non sono questi doni di natura o frutto dell'istinto. Uno non cresce da séma in grazia di chi gli sta accanto; altrimenti resta solo o muore. La libertà del "fare quelloche si vuole" esiste solo nella fantasia dei bambini. Uno non diventa libero da solo, ma congli altri; la libertà deve essere impastata con l'amore, altrimenti, è solo solitudine.Qualche suggerimento? - Il bambino piccolo fa una data azione perché glielo dice la madre, e più avanti perché glie-lo dice la maestra, non perché la capisce; basta che sia detta per amore, per il suo bene. Sonoinutili tante spiegazioni e prediche che il bambino non è ancora in grado di comprendere. Piùtardi, quando le capirà, sarà opportuno motivarle, affinché le cose diventino buone per se enon perché comandate. Il proverbio "chi rompe paga" vale anche per il bambino piccolo.Così impara a poco a poco a stare più attento, ad apprezzare le cose e a valutarne il costo.Così si impara a poco a poco la responsabilità, cioè a rispondere di quello che fa o non fa. Lostesso ragionamento vale per il voto scolastico, la promozione, il lavoro.- Alla lingua del no, deve sempre accompagnarsi la lingua del sì. Queste due lingue le parlaanche il bambino quando piange e rispettivamente sorride. Se la pazienza del ripetere, la deci-sione nell'esigere hanno grande efficacia nell'allenamento della psiche, il sì, il "rinforzo posi-tivo" - lodare, ringraziare, esprimere apprezzamento, dare fiducia - quando è vero, ha delmiracoloso, anche nel correggere il male. Tante volte vale la pena aspettare il momento buonoper dire un "bravo" vero, piuttosto che esagerare nel rimprovero. Così si rinforza il bene e siguarisce il male.

23

considerazioni

Page 24: ESTATE 2009

24

Dal Madagascar un nuovo beato

All’onore degli altari Raphael Rafiringa, religioso deiFratelli delle Scuole Cristiane, vissuto a cavallo tra il XIX

e il XX secolo. Un segno per un Paese scosso negli ultimi mesida gravi tensioni.Fratel Rafiringa è una figura importante per la Chiesa delMadagascar: quando infatti nel 1883 vennero cacciati dall’iso-la i missionari stranieri questo giovane religioso - il primo ori-ginario del Paese - si ritrovò da solo a dover guidare la comu-nità cattolica nata da pochi anni. La grande sorpresa - quandoi missionari, tre anni dopo, poterono tornare - fu scoprire chedurante quel periodo difficile e sotto la guida del giovane religioso non solo la Chiesalocale non si era dispersa, ma era persino cresciuta.

«Ascoltano Gheddafi, non i volontari»

E’arrivato in Italia il leader libico e si riparla di barconie tratta di persone. A parte l’interesse mediatico per la

prima visita ufficiale nel nostro Paese del premierMuhammar Gheddafi da quando è asceso al potere a Tripolinel 1969, si vuole puntare l’attenzione sulle parole di SuorEugenia Bonetti, missionaria della Consolata da anni inprima linea nella lotta al fenomeno della tratta, che lanciauna denuncia ben precisa: «Non c’è stata nessuna consulta-zione, di nessun tipo, con i vari organismi che da tempolavorano sui temi dell’immigrazione per rispondere allasfida dell’accoglienza nella legalità (...). Noi non vogliamo

evadere dalla legalità; vorremmo però essere coinvolti per suggerire modalità umanenelle risposte concrete».ANNO SACERDOTALE - Le due fedeltàDal 19 giugno sulla traccia di san Giovanni Maria Vianney

Indetto da Benedetto XVI in occasione del 150° anniversario della morte di SanGiovanni Maria Vianney, il nuovo anno sacerdotale ha come tema: “Fedeltà di Cristo,

fedeltà del sacerdote”, nelle preoccupazioni del Papa c’è quella della giusta comprensio-ne del sacerdozio ministeriale.Si tratta di “un anno positivo e propositivo in cui la Chiesa vuole dire, soprattutto aisacerdoti, ma anche a tutti i cristiani e alla società mondiale mediante i mezzi di comu-nicazione globale, che è orgogliosa dei suoi sacerdoti, che li ama e li venera, che liammira e riconosce con gratitudine il loro lavoro pastorale e la loro testimonianza divita”. Se, purtroppo, alcuni sono stati coinvolti in gravi problemi e situazioni delittuose“la stragrande maggioranza dei sacerdoti è costi-tuita da persone molto degne, dedite al ministero,uomini di preghiera e di carità pastorale”. Persone,che consumano tutta la loro esistenza per mettere inpratica la propria vocazione e missione, spesso congrandi sacrifici personali, ma sempre con un amoreautentico per Gesù Cristo, la Chiesa e il popolo,solidali con i poveri e con chi soffre.

Raphael Rafringa

Ennesimo sbarco di clandestini

Il Papa durante la celebrazione di apertura dell’anno sacerdotale

news

dal

mon

do

Page 25: ESTATE 2009

25

L'ottavo vizio capitale:la tristezza

Ottavo vizio capitale? Ma non eranosette, si chiederà qualcuno? E, ineffetti, secondo la tradizione ufficiale

è proprio così ma alcuni padri della chiesafin da subito all'elenco ufficiale avevanoaggiunto la tristezza. Abbattimento dell'anima. San Paolo affermache c'è una tristezza del mondo (2 cor 7,10), che porta direttamente alla morte. Lacompunzione invece è tristezza positiva che ci fa accorgere che siamo lontani daDio. Il vizio è altra tristezza: ombra che paralizza, spegne in noi la voglia di vive-re. Oggi, in alcune persone, c'è l'incapacità di piangere che alla fine dipende dauna tristezza di fondo. Questa tristezza conduce al non senso della vita, al letargodello Spirito, ci può accompagnare per anni e diventiamo sempre più incapaci diessere felice. Direi che è un vizio oggi molto diffuso e ognuno di noi in parte ne

soffre, ma che fare per miglio-rare? Dobbiamo prima di tuttoaderire alla realtà, spesso cinutriamo di attese impossibili,accogliere e lavorare sullenostre ferite, crescere nellacomunione con gli altri. C'èuna patologia del tempo, sitende ad idealizzare il passatoo il futuro, si sogna un futuroche inizia sempre domani enon è mai. Non si coglie l'oggidi Dio. Non si può dire sem-pre: da domani cambio!Sant'Agostino ricorda nellesue confessioni che in un certo

periodo della sua vita, quando ancora era lontano dalla conversione, pregava così:"dammi la castità, ma non subito…" L'impegno deve essere quello di rinnovare uno sguardo positivo sulle cose. Chiva verso l'anzianità deve farlo ancora di più, altrimenti si corre il rischio di spe-gnere la gioia della vita.

pensieri della tradizione cristiana

«Ho voglia di vivere la vita, ma non quella dove sorridiperché in realtà vuoi nascondere il tuo dolore, ma quelladove sorridi perché hai veramente un motivo per farlo».

Page 26: ESTATE 2009

26

I bambini delle tre parrocchieche hanno ricevuto la prima

comunione quest’anno

la p

rima

com

unio

ne

Page 27: ESTATE 2009

27

la cresima, 18 aprile 2009

Nella fotosopra:i cresimatidi Aldenocon le catechiste e MonsignorBressan

Nella foto sopra e a fianco i cresimatidi Cimonee Garniga Termeche hanno ricevutoil sacramento sabato18 aprile 2009nel Duomo di Trento

Page 28: ESTATE 2009

28

Giobbe, chi era costui?

Con questo numero conosciamo quel personag-gio di cui si conosce la «proverbiale» pazienza:Giobbe. Egli è, il giusto, l’uomo pio, che, posto

dinanzi alla sofferenza assurda, si ribella e cerca leragioni profonde interrogando il suo Dio.Il Libro di Giobbe è un testo contenuto nella Bibbiaebraica e cristiana. Se la redazione del nucleo poeticocentrale risale al XI-X sec. a C. e risponde al pensierodominante all’epoca - secondo cui Dio è troppo distan-te dall’uomo perchè costui possa capirlo e giudicare ilSuo operato-, la redazione definitiva del testo, con le aggiunte di prologo ed epilogo, risale al575 a C. e, apparentemente in contraddizione con il corpo centrale, ritiene che Dio retribuisca interra il male subito dal giusto.Giobbe, servo di Dio, viveva ricco e felice. Ad un certo punto è sottoposto da Satana, con ilpermesso di Dio, a prove durissime per vedere se fosse rimasto fedele anche nella cattiva sorte.Colpito prima nei beni e poi nei figli, Giobbe accetta che Dio si riprenda quel che gli aveva dato.Ammalatosi di una malattia ripugnante e dolorosa, Giobbe rimane sottomesso e respinge lamoglie che gli consiglia di maledire Dio. Gli amici vogliono convincerlo del suo peccato anche

nascosto. Egli, sicuro della propria innocenza, non si dà ragione cheDio lo castighi come se fosse un empio. Confuta i discorsi dei treamici ed interroga Dio. In tal modo mette in crisi la Sapienza tradizio-nale la quale insegna che chi la segue è premiato da Dio e vive beato(cfr Sal 1). Giobbe mostra che vivere da saggi può anche comportarela persecuzione e il dolore innocente. La storia di Giobbe teorizzal’assenza di un nesso causale tra le scelte morali e la sorte. Giobbe e gli amici confrontano le loro concezioni riguardo alla giusti-zia divina. Elifaz parla con la moderazione che l’età gli ispira; Zofarsegue gli impulsi della sua giovane età, mentre Bildad è un sentenzio-so che si tiene su una linea media. Tutti e tre, però, difendono la tesitradizionale secondo la quale se Giobbe soffre significa che ha pecca-to. Ma alle loro considerazioni teoriche Giobbe contrappone la pro-pria esperienza dolorosa e le ingiustizie di cui il mondo è pieno; nellasua condizione di turbamento morale, il grido di rivolta si alterna aespressioni di sottomissione. A questo punto interviene un nuovo per-sonaggio, Elhu, che dà torto sia a Giobbe che agli amici, tentando digiustificare la condotta di Dio.Viene interrotto da Jahve in persona che rimprovera i tre interlocuto-

ri di Giobbe e rende a quest’ultimo, moltiplicandoglieli enormemente, i beni che prima dell’ac-caduto possedeva. Gli dona nuovi figli e figlie, queste in particolare di bellissimo aspetto.A quale domanda intende rispondere il libro?La domanda che questo libro intende suscitare e a cui cerca di rispondere è quella di come Diopremi o castighi le azioni degli uomini. Il popolo ebraico ha lungamente riflettuto su tale argo-mento e il dramma di Giobbe, portando fino alle ultime conseguenze i limiti della posizione tra-dizionale, testimonia che esistono giusti che soffrono e crudelmente.Il lettore sa, dal prologo, che i suoi mali vengono da Satana e non da Dio, e che sono una provadella sua fedeltà. Ma Giobbe non lo sa, né lo sanno i suoi amici. Quale ne sarà allora la spiega-zione? Essi avanzano le risposte tradizionali: la felicità degli empi è di breve durata; la disgrazia

la S

acra

Scr

ittur

a

Page 29: ESTATE 2009

29

del giusto saggia la sua virtù; oppure la pena castiga colpe commesse per ignoranza o debolez-za. Contro questa rigida correlazione Giobbe si solleva con tutta la forza della sua innocenza.Non nega la retribuzione terrena, la attende anzi, e Dio alla fine gliela concederà, nell’epilogo.Ma per lui è uno scandalo che tale retribuzione gli venga rifiutata nel presente, e cerca invano ilsenso della sua prova. Lotta disperatamente per ritrovare il Dio che si nasconde e che egli con-tinua a credere buono. La risposta di Dio non risolve il problema. Rivela solo la trascendenza delsuo essere e dei suoi disegni e riduce Giobbe al silenzio.Nella gioia e nelle avversità...Giobbe è un modello per tutti perchè, nonostante le sue crisi, nonsi allontana da Dio.Questo personaggio non cercherà una soluzio-ne personalistica, non si affiderà alle risorse della propria intelli-genza, ma aspetterà con pazienza che qualcuno venga ad aiutarlo.Egli ha scommesso che la fiducia nel prossimo non è mal riposta.La sofferenza di Giobbe e la sua volontà di rompere il silenzio diDio testimonia la ricerca di un rapporto autentico con il vero Dio,il quale non corrisponde all’immagine tradizionale che lo conside-ra giudice che premia i giusti e castiga gli empi. Dio non è riduci-bile all’umana comprensione, benché questa debba sempre ricer-care le risposte ai problemi profondi nella maniera più vera.Giobbe insegna a vivere la prova come una domanda su Dio,come domanda che va posta solo a Dio perché solo Lui può darela risposta. Giobbe comprende che Dio non può essere ingiustoanche se il problema del dolore non viene definitivamente risolto.

Questo libro non risolve il problema del dolore e della morte rifugiandosi in un illusorio aldi là. La risposta al problema della morte e del mare di vivere proviene da un nuovo rap-porto con il Dio d’Israele, Dio misterioso, eppure presente.Il cristianesimo risponderà all’angoscia di Giobbe con le parole di S. Paolo: «le sofferenze deltempo presente non sono affatto da paragonare con la gloria che ha da essere manifestata anostro riguardo» (Rm 8,18); «Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce unsempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non allecose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono son solo per untempo, ma quelle che non si vedono sono eterne» (2 Cor 4,17-18)». Il Nuovo Testamentomostrerà in Cristo il mistero del dolore: Egli l’Innocente che soffre per i peccati del mondo,rivela il valore inestimabile della sofferenza nel piano divino della salvezza.

È utile domandare spiegazioni a Dio?Giobbe si distingue dai suoi amici, poichè, mentre essi parlano diDio,egli parla con Dio.Cosa possiamo imparare dalla preghiera i Giobbe che soffre? - A essere onesti con Dio e con se stessi. Quando si soffre, si deve

dire con chiarezza a Dio ciò che si prova. É meglio lamentarsicon Dio piuttosto che allontanari da lui

- Ad esprimere i propri sentimenti con libertà, inclusa l’impazien-za, lo sdegno, lo sconcerto. Dio è comprensivo, conosce e ama. Isentimenti negativi repressi producono reazioni psicologiche esociali perocolose.

Ad accogliere la luce di Dio e indicare le molte strade (una perso-na o una comunità) di cui Dio si serve per offrire un aiuto.

la Sacra Scrittura

Page 30: ESTATE 2009

30

di F

ilipp

o R

eale

e S

onia

Vitt

ico

rso

di p

repa

razio

ne a

l mat

rimon

io Il corso al matrimonio Cristiano16 Aprile - 17 Maggio 2009

«Insieme in Cammino». Noi coppie del corso dipreparazione al matrimonio cristiano a granvoce pronunciamo queste parole perché cre-

diamo fermamente nella nostra decisione di dire «Si».Grazie a don Daniele e a due fantastiche coppie diAldeno, Stefano con Michela e Graziano con Glorianda, che ci hanno guidato inquesto percorso, sia di fede che di concreta panoramica sulla vita di coppia e sulmatrimonio Cristiano, abbiamo passato bei momenti insieme nei sei ritrovi previ-sti nel corso.Incontri che si sono arricchiti di testimonianze di altre coppie, portatrici della loroesperienza nella gioia e nel dolore, e dal contributo du don Bruno Tomasi che inuna serata ha espresso, discusso con tutti noi, la morale e l’etica nella vita masoprattutto nella coppia, argomento tanto interessante quanto complesso e ampio. Il corso rappresenta un pezzo del cammino da compiere, anche se poi non si sce-glie il matrimonio cristiano. Anche chi ha iniziato con scetticismo ma ci ha messoimpegno e cuore, ci includiamo nella lista, ne esca più completo, più consapevo-le. Molte volte abbiamo sentito parlare del corso pre-matrimoniale come un qual-cosa di dovuto, di pesante, di imposto, ma con grande entusiasmo possiamo direche per noi non è stato così. La nostra esperienza è stata libera in tutti i sensi, di confronto, di discussione, di

Tamara e Mauro

Le coppie che hanno partecipato al corso pre-matrimoniale tenutosi quest’anno

Page 31: ESTATE 2009

31

serietà ma anche di divertimento. Molti sono stati gli argomenti trattati. Su alcu-ni ci si è soffermati maggiormente perché ritenuti più importanti, ne cito alcuni:«Il Dialogo» , «Il ruolo delle famiglie nella coppia», «I figli» ecc ….Dire il proprio pensiero, discutere liberamente senza aver timore del giudiziodegli altri ma soprattutto del Parroco e delle coppie presenti è stata una cosa fan-tastica e giusta.L’unico rammarico che ci poniamo è che questa esperienza sia già al termine.Come coppia la ripeteremmo subito e avremmo un occhio di riguardo per la «tra-sferta» fatta a Garniga. Non tanto per gli argomenti trattati ma quanto per l’esser-ci sentiti in Famiglia. Un sincero grazie.

MATRIMONI ALDENO, CIMONE E GARNIGA TERME

Micheli Zanotti Manuel e Zanotelli Silvia (Cimone) 16/05/2009Plotegher Mirko e Cascarano Monica (Aldeno) 31/05/2009Pancheri Davide e Dallabona Valentina (Garniga Terme) 27/06/2009Cont Fabrizio e Spagnolli Lorena (Aldeno) 04/07/2009Pancheri Massimo e Anna Cont (Aldeno) 27/06/2009Cestari Claudio e Partezin Serena (Cimone) 11/07/2009

Lascialo parlare, perché nel suo passato ci sonotante cose vere.

Lascialo vincere nelle discussioni, perché habisogno di sentirsi sicuro di sé.

Lascialo andare tra i suoi vecchi amici, perché è lìche si sente rivivere.

Lascialo raccontare storie già ripetute, perchélui vuole vedere se stai alla sua compagnia.

Lascialo vivere tra le cose che ha amato, perchésoffre nel sentirsi spiantato dalla propria vita.

Lascialo gridare quando ha torto, perché lui e ibambini hanno diritto alla comprensione.

Lascialo salire nell’auto di famiglia quando vai in vacanza, perché l’anno prossimoavrai il rimorso se lui non ci sarà più.

Lascialo invecchiare con lo stesso paziente amore con cui lasci crescere i tuoibambini, perché tutto fa parte della natura.

Lascialo pregare come vuole, perché l’anziano è uno che avverte l’ombra di Diosulla strada che gli resta da percorrere.

Lascialo morire fra le braccia pietose, perché l’amore dei fratelli sulla terra fameglio presentire quello del Padre del Cielo.

Fa questo, o vergognati di essere uomo.

AMA IL VECCHIO

corso di preparazione al matrim

onio

Page 32: ESTATE 2009

32

approfondimento A proposito di ... mamme

«La vita è un dono prezioso ed ogni nuovo annoè un'occasione per rendere questo dono ancor più prezioso».

(dal calendario Insegnaci la sapienza del cuore)

L'inizio di una gravidanza è forse quella fase chepiù concentra sogni e aspettative di unadonna. Se ne parla cosí tanto che a volte ci

si dimentica di quanto sia intima e complessa que-sta emozione e, se da un lato quasi ci si stupiscedel fatto che la gente per strada non se ne accorga,dall'altro le stesse mamme faticano a convincersidella realtà: una nuova vita sta nascendo den-tro di loro. Il primo periodo tra entusiasmoe sorpresa porta ad una condizione di stra-na sospensione. Si acuisce l'attenzioneverso i segnali che il corpo manda: sta cam-biando e questo potrebbe generare qualcheansia. I malesseri iniziali si compensanoalla sensazione di grande calma e pace inte-riore.La maggior parte delle donne si sente alcentro di un evento straordinario.Se si ha un buon rapporto con il propriocorpo e con la propria anima se ne rispette-ranno i segnali e se la gravidanza è un evento atteso, o comunque accettato con gioia,sarà emozionante ritrovare una condizione di naturalezza che guida ed ha sempre guida-to ogni mamma, scoprire come ci sia una saggezza corporea capace di condurre la donnain questa nuova affascinante avventura.Diventare mamma, il miracolo della vita: un evento straordinario che si trasforma inun'avventura che coinvolge tutta una vita. Nel nostro tempo c'è anche chi aspetta da tempo i segnali di questo evento e sogna comesarà e come potrà essere. Paradossalmente in un mondo che ci propone tutto come rag-giungibile sempre più ci sono donne in perenne attesa di diventare madri. Alle paure diuna mamma in attesa si aggiunge il timore di non poter realizzare e coronare il propriosogno, di non poter generare e dar luce ad un bambino, un senso di incompletezza di nonpoter essere sia donna che madre. L'evento che per molte donne è il naturale coronamen-to di una vita di coppia si trasforma in un'attesa densa di significati e di emozioni con-trastanti. Iniziano mesi di attese, visite, esami, analisi dello stile di vita e di suggerimen-ti. E allora l'attesa diventa sempre più angosciante….diventa l'attesa di essere una"mamma in attesa".L'attesa: un tempo infinito di domande che non ricevono risposte, un tempo che incalzacon notizie di bambini abbandonati, di bambini gettati nei cassonetti, di bambini resimerce di scambio, di bambini ammalati e in condizioni di miseria.

Page 33: ESTATE 2009

33

Questa è la storia di quattro persone di nome Ognuno, Qualcuno, Chiunque eNessuno.C’era da fare un lavoro importante e a Ognuno fu richiesto di farlo.Chiunque era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto, ma Nessuno lo fece.Qualcuno si arrabbiò a causa di ciò perché era un lavoro di Ognuno.Ma Ognuno aveva pensato che Chiunque avrebbe potuto farlo e Nessuno si reseconto che Ognuno non l’avrebbe fatto.Andò a finire che Ognuno biasimò Qualcuno, quando Nessuno fece ciò cheChiunque avrebbe potuto fare.

Morale: se Ognuno facesse quel che deve fare, se Qualcuno desse una mano, se siavesse fiducia in Chiunque, Nessuno criticherebbe, ed il lavoro sarebbefatto presto, bene e in allegria.

CRONACA DI FAMIGLIA

Lo scenario internazionale si presenta in modo differente nelle diverse parti del mondo:nei Paesi ricchi, sviluppati ed industrializzati si registra un preoccupante calo delle nasci-te; i Paesi poveri, invece, presentano in genere un tasso elevato di aumento della popo-lazione, difficilmente gestibile in un contesto di minore sviluppo economico e sociale, oaddirittura di grave sottosviluppo. Di fronte alla sovrapopolazione dei Paesi poveri man-cano interventi globali di cooperazione internazionale, dipolitiche familiari e sociali, programmi di crescita culturalee di giusta produzione e distribuzione delle risorse: al con-trario la panacea di tutti i mali sembra essere mettere in attopolitiche antinataliste.L'uomo è chiamato a una pienezza di vita che va ben oltrele dimensioni della sua esistenza terrena, poiché consistenella partecipazione alla vita stessa di Dio.La prospettiva di vita eterna rivela la preziosità della vitaumana e la chiamata a viverla appieno anche nella sua faseterrena.

All'aurora della salvezza, è la nascita di un bambino cheviene proclamata come lieta notizia:"Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è ilCristo Signore" (Lc 2, 10-11). A sprigionare questa "grandegioia" è certamente la nascita del Salvatore; ma nel Nataleè svelato anche il senso pieno di ogni nascita umana, e lagioia messianica appare così fondamento e compimento della gioia per ogni bimbo chenasce (cf. Gv 16, 21).

Lettera enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II 25.03.1995

approfondimento

Page 34: ESTATE 2009

34

Sagr

a di

San

Mod

esto

il p

alio

del

le c

ontra

de

Page 35: ESTATE 2009

Un momento della premiazione

35

I vincitori del palio dei rioni

Page 36: ESTATE 2009

36

Gita pellegrinaggioall’isola di Cipro

dal 20 al 27 maggio

Quando si parte per una gita-pellegri-naggio l'entusiasmo e la voglia diconoscere posti nuovi non manca.

Alla partenza c'era un po' di titubanza daparte di alcuni partecipanti, "i furesti" che accolti con simpatia, si sono integrati nel gruppobenissimo.Dopo qualche turbolenza d'aereo atterriamo a Larnaca, terza città dell'isola dove soggiorniamoper quattro giorni. Si prospetta ai nostri occhi un'isola brulla e arida che lascia il posto al nostroimmaginario di terra rigogliosa. In realtà lungo tutto l'itinerario che costituirà il nostro pellegri-naggio sulle orme di San Paolo, l'isola ci sorprenderà continuamente con l'alternarsi di paesag-gi, sensazioni, culture e posizioni politiche diverse. Cipro infatti nel 1974 è stata occupata dallaTurchia e perciò è divisa politicamente in due zone: una parte Turco-cipriota (1/3 circa dell'iso-la) l’altra amministrata dal governo greco. Per accedere alla parte turca abbiamo dovuto passa-re la frontiera e durante tutta la visita a Famagosta, città medioevale racchiusa da possenti mura,siamo stati accompagnati da un funzionario turco. La città ci dà lo spunto per conoscere la real-tà divisa e poco condivisa delle due parti dell'isola cipriota. La "città-morta", occupata dai tur-chi, sottolinea la tristezza di un popolo cacciato dalle proprie abitazioni nel giro di ventiquattro

ore; non più ripopolata suscita una desolazione che cilascia una nota amara nel ricordo del pellegrinaggio.Famagosta rappresenta la storia e la fede di diverse reli-gioni: cattolica prima, islamica ora, così come la catte-drale di S.Nicola trasformata in moschea. Famagosta eSalamina sono stati i primi luoghi dove è incominciatal'evangelizzazione di San Paolo e San Barnaba.Durante il viaggio abbiamo visitato splendide chiesebizantine arricchite da preziosi affreschi e splendideicone, considerate patrimonio dell'umanità che lascianotrasparire l'impronta di San Barnaba e San Paolo manda-ti sull'isola cipriota in missione: il loro intento si subli-ma nella conversione del primo potente dell'epoca, ilproconsole Sergio Paolo.

Non meno ricchi sono i monasteri, caratteristico quello di San Neofito eremita a Paphos, scava-to nella roccia e quello di Kykkos a 1200 m di altezza, fondato nel 1100 che conserva una splen-dida icona della Madonna con il bambino.La posizione geografica ha fatto di Cipro terra di conquista da parte di moltipopoli che hanno lasciato la loro impronta nei preziosi mosaici, nei sitiarcheologici, gli affreschi nelle chiese. Con l'invasione turca però molte diqueste opere sono andate perdute e saccheggiate, questo per togliere il piùpossibile l'identità culturale all'isola.La bellezza paesaggistica che caratterizza Cipro con un mare cristallino emontagne verdeggianti ci invita a una conoscenza più approfondita dell'isola,con l'augurio che la conciliazione attuata per ricostruire il centro di Nicosia(capitale dell'isola divisa a metà) possa estendersi anche a livello amministra-tivo, affinché il popolo cipriota tutto possa godere della propria terra.

I vigili del fuoco trovano un collega

La colonna alla quale è stato flagellato san Paolo a Paphos

di A

nnam

aria

Sca

rpa

sulle

orm

e di

San

Pao

lo

Page 37: ESTATE 2009

37

I nostri defunti

Piffer Ruggerodi anni 7505/04/2009

Cont Annav. Frizzi

di anni 7028/04/2009

Carbonari Piadi anni 8318/05/2009

Battisti Chiarain Moratellidi anni 5406/06/2009

Mafer Ginav. Perini

di anni 7606/06/2009

Daldoss Gemmav. Zanottidi anni 8607/06/2009

Folladori Giorgiodi anni 6226/06/2009

Piffer Liduinodi anni 9127/05/2009

Piffer Linodi anni 8913/06/2009

Maistri Martadi anni 9525/02/2009

Perini Ginodi anni 7807/03/2009

Daldoss Nellodi anni 7412/03/2009

Baldo Maria(suor Clorinda)

di anni 9613/05/2009

Linardi Merydi anni 9523/03/2009

Larentis Severinadi anni 8625/03/2009

Borgognoni Armidadi anni 9307/04/2009

I DEFUNTIDA FUORI PAESE

Ti amo, mio Dio, e il mio desiderioé di amarti fino all'ultimorespiro della mia vita. Ti amo, o Dio infinitamenteamabile, e preferisco morireamandoti, piuttosto che vivereun solo istante senza amarti. Ti amo, Signore, e l'unicagrazia che ti chiedo è di amarti eternamente. Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo, soltanto per avere la felicitàdi amarti perfettamente.

Mio Dio, se la mia linguanon può dire ad ogni istante:ti amo, voglio che il miocuore te lo ripeta ogni volta che respiro.

Ti amo, mio divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiùcrocifisso con te.

Mio Dio, fammi la graziadi morire amandoti e sapendo che ti amo.

ATTO D’AMORE (San Giovanni Maria Vianney-Curato d’Ars)

Page 38: ESTATE 2009

Claudia e la sua vita in clausura

E’bello poter condividere la gioia per la mia vocazionealla vita monastica e ringraziare insieme il Signore perquesto dono sorprendente, per le meraviglie dell’in-

commensurabile gratuità del Suo amore che sto sperimentandoin modo particolare in questo tempo di grazia davvero straordi-naria, non solo per me ma credo per tutta la parrocchia e per tutticoloro che partecipano a questa grande gioia.Domenica prossima inizierò il postulandato presso la trappa diValserena, in provincia di Pisa, e “se tutto va bene” non ritorne-rò più a Garniga (si tratta infatti di un monastero di clausura: chivolesse conoscerlo più da vicino può consultare il sito internetwww.valserena.it). Colgo pertanto l’occasione per salutare eringraziare tutti; state certi che non vi abbandono poiché viporto nel cuore, certa che il Signore si prenderà particolare cura di voi così come si staprendendo cura di me.Ringrazio innanzitutto la mia famiglia: la mamma soprattutto per la fede con cui ha affron-tato la malattia e la morte; sono certa che il suo sacrificio e le sue preghiere hanno avutoun ruolo importante nella mia vocazione e che ora in cielo partecipa di questa grande gioia;

il papà, Andrea, Roberta, Alessia e tutti per l’amore che mi hanno dona-to: un amore premuroso, protettivo, affidabile perché resistente al sacri-ficio, e che soprattutto ora si sta rivelando autentico e generoso, poichénon hanno ostacolato la scelta di consacrami al Signore. Ringrazio tutti i sacerdoti che il Signore ha messo sul mio cammino eattraverso i quali mi ha elargito i Suoi doni, le Sue abbondanti grazie:penso soprattutto al dono ineffabile dell’Eucaristia che negli ultimi anniè stata davvero il “Pane quotidiano”, l’alimento indispensabile e quantomai necessario per la mia vita spirituale; ringrazio le persone che hannopregato per le vocazioni alla vita consacrata, il consiglio pastorale, ilcoro parrocchiale gli amici tutti con i quali ho condiviso la fede, gli studi,la passione per la montagna, le gioie e le sofferenze della vita: il Signore

vi ricompensi tutti con le Sue abbondanti benedizioni!Mi è stato detto che seguire la vocazione alla vita monastica è una scelta coraggiosa: inrealtà è sorprendente il coraggio del Signore che chiama una persona così poco amabilecome me a seguirLo più da vicino!; accolgo dunque con infinità gratitudine la mia voca-zione, quale espressione eloquente dell’infinita misericordia del Signore che ha davverocompassione della nostra miseria e che ci chiede soltanto di lasciarci amare. Mentre ilSignore inoltre amandoci corre continuamente il rischio di soffrire per le nostre infedeltà,il Suo amore invece non ha mai deluso alcuno, perché è fedele fino alla morte. “Mi abban-dono” dunque con gioia e fiducia “nelle mani di Dio che èPadre amorosissimo e dolcissimo” (don Antonio Seghezzi)e chiedo per l’intercessione di Maria, Vergine fedele, e dellevostre preghiere la grazia di un amore sempre più confacen-te ai meriti infiniti di Gesù che sulla croce ha pagato un prez-zo altissimo per la nostra libertà.

38

diC

laud

ia D

alla

goil

cong

edo

Claudia che contempla la vetra-ta della chiesa di Garniga Terme

Il saluto di Claudiapochi giorni primadi partire perValserena

Claudia con la nipote Alessia

Page 39: ESTATE 2009

39

CIMONE:Domenica 26 luglio ore 10:Messa a Sant'AnnaSabato 12 settembre eDomenica 13: sagra dellaMadonna con spettacoli,danza, musica, lotteria, rasse-gna dei cori, santa messa di inizio anno scolastico eproiezione delle diapositive delle esperienze estive.

GARNIGA TERME: Domenica 2 agosto: tradizionale festa degli orsi a GarnigaVecchia.Tutte le domeniche d'estate dalle ore 15 alle ore 17 è possi-bile visitare la Chiesa di Sant'Osvaldo.

ALDENO:

Si ricorda che nel mesedi agosto non saràcelebrata la Santamessa delle ore 20

«Siamo venuti in questo mondo nonper noi stessi, ma per fare del bene

agli altri». Siamo venuti qui per dare,non per ricevere. Due strade si aprono dinnanzi ad ognuno: servire se stes-so o servire il prossimo. Scegliere quale sarà la tua autentica ispirazione divita. La scelta di se stesso è più comoda, il servizio al prossimo esige unsacrificio. Ma, se ci si riflette, il servizio di se stesso significa diventareschiavi della propria ambizione e da ciò nasce invidia e insoddisfazione.Mentre nel servizio del prossimo si è liberi, non si lavora per una ricom-pensa, ne in competizione con gli altri. Si è liberi di esprimere il proprioamore: e la cosa curiosa dell'Amore è che più se ne dà, più copiosamenteesso ci viene restituito! Buona Strada nel Servizio! (Baden Powel)

Fare comunità significa anche "partecipare". Per questo si ricorda cherimane in vigore il terzo comandamento: "ricordati di santificare le

feste" e che per un cristiano la messa domenicale rimane il centro di cuinon si può fare a meno.

gli appuntamenti

Page 40: ESTATE 2009

40

la te

si e

gli o

rari

ORARIO ESTIVO SANTE MESSEFESTIVO DEL SABATO

Garniga T. ore 18.00FESTIVO

Aldeno ore 08.00

Aldeno ore 20.00

Cimone ore 09.30

Garniga T. ore 10.30

GIORNI FERIALIAldeno: lunedì, martedì

venerdì ore 08.00Cimone: giovedì ore 18.00Garniga Terme:mercoledì ore 18.00

1° venerdì di ogni mesea Garniga Vecchia alle ore 18.00

NELLA CHIESA DI CEI OGNIDOMENICA ALLE ORE 17.30

FINO A FINE AGOSTO

Nelle foto don Daniele discute la sua tesi in teologiadal titolo: «Una comunità si interroga: come interpretare

lo spazio sacro dopo il Concilio Vaticano II?L’esperienza della ristrutturazione

della chiesa parrocchiale di Garniga Terme». Congratulazioni al neo dottoreFo

to R

ober

ta P

ison

i


Recommended